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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Osservatorio Innovazione e sostenibilità Sezione Abitare Sostenibile a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani EXPO MILANO 2015 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEI PROGETTI ARCHITETTONICI DEI PRINCIPALI PADIGLIONI Settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

EXPO MILANO 2015 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’

NEI PROGETTI ARCHITETTONICI DEI PRINCIPALI PADIGLIONI

Settembre 2015

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EXPO MILANO 2015 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’

NEI PROGETTI ARCHITETTONICI DEI PRINCIPALI PADIGLIONI

Dall’1 maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospita Expo 2015, l’evento mondiale dedicato al tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Oltre i contenuti proposti dalle singole nazioni, l’evento è una ‘festa’ dell’architettura temporanea, con oltre un centinaio di padiglioni realizzati da architetti di fama mondiale, come Norman Foster, Jacques Herzog, Daniel Libeskind e gli italiani Michele De Lucchi e Italo Rota, e aziende nazionali e internazionali. Expo Milano 2015 è la prima Esposizione Universale con certificazione per la sostenibilità. Alle architetture è richiesto di interpretare un tema molto concreto, di essere smontabili e riciclabili, completamente fruibili dai disabili, avere spazi aperti tenuti a verde e i grandi progettisti italiani e internazionali hanno accettato la sfida, con esiti inaspettati e comunque spettacolari. Innovazione e sostenibilità ambientale anche nella costruzione dei padiglioni, nel sito espositivo l'obiettivo di garantire la realizzazione di opere sostenibili dal punto di vista ambientale passa attraverso la scelta tecnologie e materiali ecocompatibili, largo impiego di legno, vetri fotosensibili, acciaio, alluminio oltre all'innovativo cemento biodinamico “i.active BIODYNAMIC” che contribuisce a ridurre l'inquinamento atmosferico. Concetti quali riciclabilità e rigenerazione sono fondamentali per ridurre il fabbisogno energetico e le emissioni di CO2, in linea con i principi guida dell'Expo

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Struttura del sito espositivo Expo 2015 In molte città moderne è ancora evidente la struttura a forma di croce, eredità del castrum, l’accampamento romano che si distingueva per la pianta ortogonale e le strade tra di loro perpendicolari chiamate Cardo e Decumano. È proprio a questa struttura che si ispira il disegno del Sito Espositivo di Expo Milano 2015. Semplice e intuitivo, il progetto gestisce in modo inedito la partecipazione dei Paesi e aiuta il visitatore a orientarsi all’interno dell’area tra esperienze, racconti, eventi e mostre da cui partire per assaporare i gusti delle tradizioni enogastronomiche del Pianeta. Un vero e proprio giro del mondo! Decumano La via principale su cui si sviluppa la struttura, il Decumano, attraversa l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo e ospita su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi Partecipanti: degli oltre 130 Paesi Partecipanti, circa 60 sviluppano uno spazio self-built, mentre i rimanenti sono presenti all’interno di un cluster. Simbolicamente l’asse unisce il luogo del consumo di cibo (la città) a quello della sua produzione (la campagna). Cardo L’asse del Decumano si incrocia con l’asse del Cardo, lungo 350 metri, che mette in relazione il nord e il sud del Sito Espositivo e accoglie la proposta espositiva del Paese ospitante, l’Italia. Negli spazi di Palazzo Italia la cultura, le tradizioni legate all’alimentazione e i prodotti tipici italiani descrivono le nostre migliori pratiche alimentari Piazza Italia Nel punto in cui le due vie si incontrano, si trova la grande piazza centrale dell’Expo, Piazza Italia, il luogo in cui simbolicamente l’Italia incontra il mondo. Ai quattro estremi del Cardo e del Decumano sono situate alcune delle strutture più importanti di Expo Milano 2015: la Collina Mediterranea, l’Expo Centre, l’Open Air Theatre e la Lake Arena. Punti di riferimento per l’orientamento dei visitatori all’interno del Sito, ma anche luoghi destinati a ospitare i più grandi eventi dell’Expo.

Di seguito una ampia selezione dei padiglioni piu’ rappresentativi dal punto di vista dell’innovazione tecnologica attraverso schede di sintesi in ordine alfabetico delle realizzazioni.

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Angola Expo Milano 2015 Scheda n. 1

Fonte foto: sito internet ingegneti.info

Progettisti: Paula Nascimento e Antonio Gameiro, Atlantic Alliance & Muse Department (Project leader arch. D. Toso) e Masterplanstudio Milano (senjor architect arch. F. Acuto) Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015 Descrizione Il più grande padiglione di tutti i paesi africani partecipanti all’Expo è quello dell’Angola, con circa 2.000 metri quadrati di esposizione, disposta su tre piani e con terrazza sul tetto. Costruito con materiali sostenibili e riciclabili, potrà essere rimontato in Angola e utilizzato come spazio ricreativo. Il progetto è stato sviluppato da Paula Nascimento, delegata al progettazione per la Commissione, e Antonio Gameiro (membro consulente della Commissione), da Atlantic Alliance & Muse Department (Project leader arch. Daniel Toso) e Masterplanstudio Milano (senjor architect arch. Federico Acuto), che ha curato in qualità di Local Partner la stesura dei progetti nelle sue diverse fasi e la Direzione Lavori. Innovazione e sostenibilità Il padiglione trae la sua ispirazione architettonica dall’Imbondeiro ovvero l’albero di Baobab, sacro nella cultura del Paese e fonte di nutrimento. L’albero secolare è il punto di partenza dell’esposizione e, realizzato in legno lamellare, accoglie in corrispondenza del tronco, dei rami e dei frutti, immagini di figure femminili ritratte nel ruolo di donne, madri e protagoniste nella preparazione del cibo. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ingegneri.info, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

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Padiglione Austria Expo Milano 2015 Scheda n.2

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Klaus K. Loenhart Team progettuale Terrain Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

L’Austria è conosciuta in tutto il mondo come un Paese di cultura e un luogo con alto tenore di vita. La scopo principale della partecipazione a Expo Milano 2015, che avviene nell’ambito di uno spazio espositivo di 1910 metri quadri, è di rafforzare l’opinione positiva di cui il Paese generalmente già gode a livello mondiale e che lo identifica come un posto attraente in cui vivere, con alti standard ambientali e ricreativi, o come un ottimo business partner con un grande potenziale nell’ambito dell’innovazione. Un’immagine positiva che va arricchita di nuovi tasselli. I suoi paesaggi e il clima hanno indotto naturalmente la consapevolezza dell’importanza dell’uso responsabile delle risorse. Una vasta parte del cibo è già prodotta con tecniche sostenibili e la gamma di prodotti biologici certificati in vendita nei supermercati austriaci è maggiore che in gran parte dei Paesi europei. Le connessioni virtuose che si possono stabilire tra produttori, commercianti e consumatori sono proposte come contributo all’itinerario tematico della sostenibilità del cibo. La cucina austriaca è anche il risultato delle sue peculiarità culturali – essendo uno Stato culturalmente indipendente nel mondo di lingua tedesca – e della purezza dell’ambiente.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità Il Padiglione dell’Austria riproduce il microclima di un bosco austriaco L'aria è il componente essenziale della salubrità del cibo e della salute umana, ed è anche un indicatore dell’equilibrio ecologico. Si parte da questo elemento, notoriamente eccellente in Austria, per dare ai visitatori l’opportunità di ritrovare i lati più conosciuti del Paese scoprendone allo stesso tempo nuove sfaccettature. Klaus K. Loenhart del team Terrain di Graz ha ideato uno spazio in cui architettura, natura, cultura e ricerca si fondono in un unico viaggio esperienziale. All’interno del Padiglione è riprodotta in scala ridotta una foresta austriaca che fornisce 62,5 chilogrammi di ossigeno fresco ogni ora, senza filtri né condizionatori, che, in un clima ideale sono sufficienti per 1.800 persone, donando benessere e assorbendo CO2. Un polmone verde che induce il desiderio di un mondo più pulito, offrendo un modello per l’attuazione di pratiche urbane in grado di garantire una migliore qualità della vita e dimostrando i vantaggi di una politica di rimboschimento contro il declino globale delle aree verdi.Tema della partecipazione "Respira. Austria" Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Padiglione Azerbaijan Expo Milano 2015 Scheda n. 3

Fonte foto: sito internet ingegneri.info

Progettisti: Studio Simmetrico Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il “Tesoro della biodiversità” è il tema principale del padiglione nazionale dell’Azerbaijan per l‘Expo 2015 di Milano. Un concept che vuole celebrare l’ambiente e la natura della repubblica caucasica, ritenuta uno dei 25 hub di biodiversità nel mondo. A ideare e progettare il padiglione il team dello studio italiano Simmetrico, fondato da Daniele Zambelli e specializzato in progettazione, costruzione e produzione di eventi internazionali. Non è la prima volta che lo studio segue progetti di grande rilevanza: Simmetrico ha infatti collaborato al concept del percorso museale dell’Heydar Aliyev Center di Baku, il complesso progettato da Zaha Hadid e diventato icona dell’architettura contemporanea. Attraverso la sua division dedicata alle tecnologie multimediali, inoltre, Simmetrico ha curato la direzione artistica della cerimonia di apertura dell’Eurovision Song Contest, svoltosi sempre nella capitale nel 2012. Innovazione e sostenibilità L’edificio segue infatti criteri di ottimizzazione della qualità bio-architettonica, utilizzando tecnologie e materiali a basso consumo, completamente riciclabili, spiega Daniele Zambelli. Tra esse, spicca il louver, “pelle” di lamelle lignee ondulate che hanno la funzione di proteggere il microclima della struttura abbattendone il consumo energetico. Sempre in tema di sostenibilità, va segnalata la scelta di materiali che verranno riutilizzati nel tempo: alla fine di Expo 2015 il padigilone infatti verrà smontato totalmente e trasferito a Baku, dove diventerà il centro dedicato alla biodiversità dell’Azerbaigian.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità La struttura si estende su tre piani per oltre mille metri quadrati complessivi, nei quali i visitatori vivranno un’esperienza immersiva, grazie all’integrazione di varie forme di linguaggio: nuove tecnologie, installazioni multimediali volte all’interattività e produzioni audio video. Il progetto architettonico si sviluppa attraverso un percorso di tre biosfere in vetro a doppia curvatura, che rievocano la protezione che il Paese dà alla vita e al suo sviluppo, tutelando le diversità e rendendole valori da salvaguardare. Le pareti lignee ondulate che abbracciano la struttura richiamano il vento tipico del territorio azero e dei flussi culturali che lo attraversano. Nella prima biosfera viene offerto uno sguardo sulla geografia e sulla natura del Paese attraverso un’installazione luminosa che riproduce il profilo dell’Azerbaigian e un video led. Nella parte alta della sfera una scultura di luce riproduce la silhouette di un’aquila, richiamando la forma dello Stato. La seconda biosfera è dedicata alla biodiversità: al centro un’installazione riproduce un grande albero di melograno, frutto simbolo della nazione. All’interno della sfera speciali monitor mostrano videoritratti dei cittadini azeri. All’interno della chioma del grande albero di melograno, visori 3d permettono al visitatore di esplorare all’interno dell’albero i simboli iconici del paese. Nella terza biosfera si riflette sul rapporto tra innovazione e tradizione: le radici di un albero capovolto guardano verso l’alto e prendono ispirazione dal cielo per nutrire la visione del futuro e dare linfa ai frutti dell’innovazione. La parte inferiore invece racchiude il visitatore nel fogliame dell’albero capovolto, mentre tre schermi permettono al visitatore di scegliere altrettanti percorsi – aria, acqua e terra – attraverso cui esplorare la capitale Baku. Il vetro curvato sferico utilizzato per la struttura copre una superficie di 1.200 mq. Per il suo impiego sono stati necessari 36 stampi diversi per un totale di 680 lastre di vetro. La composizione chimica del vetro (silico‐sodo‐calcica) è stata realizzata appositamente per questa produzione, per garantire la trasparenza e la flessibilità delle lastre. Il progetto delle biosfere ha richiesto anche 15 tonnellate di ferro per ogni sfera in appoggio sui solai, 18 km di saldature, 12.600 viti per fissare 720 nodi complessivi tra le due sfere che ne garantiscono la completa smontabilità e la possibilità di rimontaggio in altra sede, per un totale di 9.500 ore di lavoro in officina. A livello energetico, il padiglione è dotato di un impianto fotovoltaico in copertura da 25 Kw con applicazione delle migliori celle fotovoltaiche sul mercato. Inoltre fa uso di una innovativa tecnica denominata “killerwatt” per il controllo dei consumi energetici. Vi è poi un impianto di raffrescamento calibrato per il minor dispendio energetico e il massimo sfruttamento delle condizioni di ventilazione naturale dell’edificio. Tutti i materiali utilizzati, infine, hanno certificazioni di bioedilizia e Leed (Leadership in Energy and Environmental Design). Tra gli altri elementi, una caffetteria al piano terra, uno ‘specchio’ che mette in collagamento il padiglione milanese con un’installazione ‘real-time’ a Baku, un ‘musicwall‘ che offre uno sguardo sulla musica dell’Azerbaijan, patrimonio immateriale Unesco. Nei due piani superiori aiuole colorate, monitor, sound shower, tavoli interattivi e installazioni di realtà aumentata. Sulla terrazza, infine, un ristorante fusion con uno spazio eventi. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ingegneri.info, settembre 2015

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a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Bahrain Expo Milano 2015 Scheda n. 4

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Anne Holtrop Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il padiglione del Regno del Bahrain all’Expo Milano 2015 è un’interpretazione poetica dell’eredità della cultura agricola del paese, che discende dall’antica civiltà di Dilmun. Al suo interno oltre ai dieci diversi frutteti - Musa Basjoo, Ficus Carica, Ziziphus Jujuba, Opentia Ficus, Indica, Phoenix Dactylifera, Punica Granatum, Citrus, Olea Europaea, Carica Papaya, Vitis Vinifera - ciascuno dei quali porterà i suoi frutti a maturazione in tempi diversi nell’arco dei sei mesi dell’Expo -, sono esposti alcuni reperti archeologici della millenaria tradizione dell’agricoltura a rinforzo dell'immagine proposta dai molti miti del Bahrain quale luogo del Giardino dell’Eden e Terra del Milione di Palme. I frutteti sono separati l’uno dall’altro da spazi chiusi che si affacciano sui frutteti e li circondano. Questi spazi sono a loro volta destinati ad un’area di accoglienza, un’area adibita a mostre e un’altra a una caffetteria che delizierà i visitatori con la cucina locale bahreinita. Attraverso riprese filmiche e sonore, l’installazione riflette sugli spazi dell’agricoltura in Bahrain, dalle pratiche tradizionali alle coltivazioni idroponiche intensive. La ricerca sul campo segue la narrazione di un’archeologia delle infrastrutture del sapere ‘invisibile’, passando dalla gestione delle risorse idriche e energetiche agli impianti di desalinizzazione e depurazione, alle ricerche geologiche, ai laboratori di chimica organica, ai depositi genetici di semi e tessuti biologici, alle strategie di utilizzo del territorio, agli investimenti finanziari e alla logistica nella produzione

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità agricola e alla relativa gestione a livello locale e internazionale. Come viene trasmessa e condivisa questa conoscenza? Quali sono i riferimenti alla tradizione? Come si interfaccia l’archeologia alle strategie espositive contemporanee, incluso lo stesso evento. Il Padiglione del Bahrain è stato pensato in linea con il tema dell'Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, riproducendo da una parte gli aspetti meno conosciuti del patrimonio agricolo in una regione arida, e dall’altra le sfide alimentari dei nostri giorni. Nel febbraio 2014, il Ministero della Cultura, che ha commissionato il Padiglione del Bahrain per l’Expo Milano 2015, ha lanciato il bando di concorso per la sua progettazione. Nel padiglione durante l'esposizione sarà proiettato un cortometraggio sull’attuale paesaggio agricolo del Bahrain, realizzato dal regista e fotografo Armin Linke. Analogamente in linea con gli interessi dell’Ente bahreinita per le antichità e i beni culturali consistenti nel far conoscere il Bahrain e il suo patrimonio singolare all'Expo, il Padiglione ha fatto affidamento sul pregevole artigianato italiano. Il materiale in ottone è stato realizzato da Marzorati Ronchetti, azienda a conduzione familiare, è una sartoria di mettalli dove prendono forma i desideri e le visioni dei maggiori artisti, designer, architetti della nostra epoca. Invece Magnetti, un’impresa edile italiana fondata 200 anni orsono, ha costruito i pannelli prefabbricati in calcestruzzo e, infine, Viabizzuno, un’azienda di lighting design, ha progettato, fornito e sponsorizzato i sistemi di luce. Il Bahrain è l'unico Paese a presentare sia un libro di cucina basato sulla memoria collettiva, nato da un’iniziativa di crowdsourcing avviata dall’Ente bahreinita delle Antichità e dei Beni culturali, sia una mostra di tradizione e innovazione sulla moda realizzata dalla stilista bahreinita Hind Matar. Inoltre, nel Padiglione, saranno servite pietanze della cucina tipica del Paese accuratamente preparate da Narise Kamber, chef bahreinita e Ambasciatrice del Padiglione. I visitatori del Padiglione potranno acquistare il ricettario della cucina bahreinita e gli indumenti realizzati su misura dalla stilista Hind Matar, in occasione di Expo Milano 2015. Gli indumenti evocano l'architettura del Padiglione, composti di forme ed elementi smontabili, con disegni che richiamano la frutta locale. La fitta tessitura dello jacquard, i suoi colori vivaci, le sue caratteristiche uniche e la sua trama intricata sono un’ode all’arte della tappezzeria bahreinita. Hind Matar è la fondatrice di Matar, firma di abbigliamento femminile di lusso con sede a Londra. È una stilista bahreinita i cui disegni provocanti e appariscenti sono una fusione di contrasti che rispecchiano lo stile di vita della donna contemporanea. Indimenticabile la fusione di tessuto, di linea e bellezza che esplorano le nuove inclinazioni della femminilità. La stilista bahreinita ha voluto collaborare con il gruppo tessile italiano, Clerici Tessuto, realizzando costumi e capi ispirati alla tematica del Padiglione e ideati esclusivamente per l’expo. La collezione, che include pullover, mantelli, camicie con polsini e colletti staccabili, gonne e sciarpe, rende omaggio al ricco patrimonio agricolo del Bahrain e evoca il bivio della metà del ventesimo secolo, quando l'impatto del boom petrolifero sul settore agricolo del Paese era ancora incerto. La stoffa di jacquard ideata per il Padiglione Bahrain prende spunto dalle forme e dai colori della frutta indigena del Bahrain, ugualmente al Padiglione. La collezione presenta una molteplicità di elementi e dettagli separabili emulando la progettazione e la costruzione della struttura montabile e smontabile del Padiglione. “Il punto di partenza era quello di progettare una stoffa di jacquard con una fantasia astratta, una struttura organica, dinamica , tonica e tridimensionale”, ha commentato Hind Matar. “Ho voluto interpretare le diverse forme e colori della frutta nostrale, quali i fichi, il mango , il melograno e i datteri per creare un’opera artistica piena di vitalità da fondere in un disegno tessile unitario . E si è ottenuto un stoffa di jacquard che esprime alla volta la sensualità caratteristica del Bahrain e il suo esotismo inerente, e allo stesso tempo richiama le forme rettilinee e curvilinee del Padiglione.” Per realizzare i suoi disegni la stilista bahreinita si avvale per la prima volta della collaborazione del celebre gruppo Clerici Tessuto, una delle più importanti realtà tessili mondiali per il settore del lusso, con le sue linee di abbigliamento donna e uomo, accessori e arredamento. Fondata nel 1923, l'azienda controlla oggi una completa microfiliera tessile che impiega oltre 300

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità dipendenti, coprendo l'intero ciclo di nobilitazione della seta e di altre fibre naturali. MATAR è un brand di abbigliamento femminile di lusso fondato dalla stilista bahreinita Hind Matar nel 2014, che debutta nella stagione Primavera / Estate 2014 al designer showrooms in Somerset House durante la settimana di moda di Londra. MATAR si distingue per la sua delicatezza nel fondere i contrasti. Le collezioni esplorano concetti e narrazioni astratti che hanno contribuito all'evoluzione del linguaggio stilistico del brand, quali l’assenza di gravità e lo sgradevole pensiero della giovinezza perduta che sorge davanti alla bellezza dei boccioli in fioritura. In quello spazio inafferrabile tra l’armonioso e il conflittuale , MATAR appartiene al guardaroba di una donna senza età, coraggiosa e semplice. “L'Expo è stata un’occasione per l’Ente bahreinita per le antichità e i beni culturali per organizzare una serie di commissioni creative capaci di produrre tematiche specifiche e rilevanti”, ha evidenziato Noura Al Sayeh, Vice Commissario Generale del Padiglione Bahrain, ma anche Architetto e dirigente del dipartimento di architettura presso l’Ente per le Antichità e del Patrimonio culturale nel Regno del Bahrain, incaricata di supervisionare la progettazione e la realizzazione delle strutture culturali e dei musei, e di programmare mostre e iniziative di scambio accademico. “Permettere a Hind Matar di presentare la sua collezione a Milano, una delle più importanti capitali della moda, era l’occasione per incentivare una promettente stilista bahreinita che si muove su una piattaforma internazionale come lei. La collaborazione con Clerici Tessuto, abbinando l’artigianato italiano alle forme bahreinite ha prodotto una bellissima stoffa di jacquard fatta per l’occasione.” I volontari bahreiniti indosseranno i capi disegnati e realizzati per il Padiglione per rendere più fruibile l'esperienza dei visitatori, i quali potrebbero acquistarli presso il negozio di souvenir del Padiglione. Innovazione e sostenibilità Il padiglione, progettato dall’architetto Anne Holtrop e dal paesaggista Anouk Vogel, è concepito come un paesaggio continuo di frutteti che si intersecano in una serie di spazi espositivi chiusi. Costruito in pannelli prefabbricati in calcestruzzo bianco, il Padiglione verrà trasferito in Bahrain alla fine di Expo Milano 2015 e sarà ricostruito trasformandosi in un giardino botanico. I componenti prefabbricati degli edifici, visibili attraverso le cuciture che li collegano l'un l'altro, ricordano le forme presenti nell'archeologia tipica del Bahrain. I pannelli in calcestruzzo bianchi con cui è realizzato il padiglione sono intercomunicanti, e permettono così ai visitatori di conoscere l’archeologia del paese attraverso un’esperienza unica della creatività bahreinita artistica e scientifica. Le imprese chiamate a partecipare sono state: X-Architects, Senan Abdelkader,Baukuh, Studio Anne Holtrop e Francesco Librizzi Studio. La giuria, composta da S.E SceiccaMay Al Khalifa, Noura Al Sayeh, Bernard Khoury e Luca Molinari, ha scelto il progetto realizzato dall'architetto olandese Anne Holtrop in collaborazione con l'architetto paesaggista Anouk Vogel, poiché meglio rispecchiava i parametri del bando di concorso, il quale richiedeva che il progetto evocasse un’atmosfera paesaggistica. In quattro mesi, i vincitori hanno finalizzato i disegni tecnici del progetto insieme a Sce projects, Breed Engineering e Mario Monotti Engineering e a fine luglio 2014, le autorità italiane hanno concesso le autorizzazioni per la costruzione. I primi di settembre, la società appaltante italiana Restaura SAL ha incominciato i lavori per la costruzione del Padiglione, e li ha terminati a tempo di record, prima fra tutti gli altri padiglioni degli stati partecipanti. “Quest’anno il Padiglione porterà in vita la storia del Bahrain, terra ricca e feconda di prodotti agricoli, che risale all’antica civiltà di Dilmun quando era crocevia tra l’antico Vicino Oriente e la valle dell'Indo” ha detto il Commissario Generale S. E Sceicca Mai bint Mohamed Al Khalifa, “il design e i temi del Padiglione sono frutto del nostro desiderio di accrescere la consapevolezza dell’importanza di salvaguardare questo patrimonio e di preservare i paesaggi naturali nonché le tradizioni culinarie e le colture ad esse associate”. Le giunture, che uniscono le parti della struttura, si rifanno alle forme tipiche presenti nell'archeologia del Bahrain. Il Ministero della Cultura e i collaboratori hanno voluto un Padiglione che restituisse un’immagine raffinata e affascinante al patrimonio culturale agreste

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità del paese. Insomma, un ritratto composito e realistico del paesaggio agricolo che esalta il suo patrimonio ed esamina gli sforzi intrapresi per affrontare le sfide connesse all’approvvigionamento d’acqua, alla mancanza di terreni arabili e alla sicurezza alimentare. “Questa è stata un’esperienza molto gratificante”, ha commentato Anne Holtrop. “È stato arduo ideare un Padiglione destinato ad essere riutilizzato, ma in fin dei conti è stato anche un lavoro appagante, se si pensa che la maggior parte dei padiglioni vengono demoliti al termine dell’Expo.” Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Padiglione Belgio Expo Milano 2015 Scheda n.5

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Patrick Genard & Asociados Team progettuale Marc Belderbos Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

L’architettura del padiglione si sviluppa attorno a diversi temi: il tema di Expo Milano: "Nutrire il pianeta. Energia per la vita", una costruzione ecosostenibile, l’innovazione tecnologica e ovviamente l'identità belga. Il padiglione è un modello ridotto di un'eccellente soluzione di pianificazione urbana. Lo spazio si interroga contemporaneamente sull'andamento dello sviluppo territoriale, la crescita demografica, ma anche la diminuzione delle risorse naturali. La disposizione stessa del padiglione belga non è stata lasciata al caso, tutt'altro. La sua posizione nel paesaggio dell’Expo Milano è stata pensata come un trait d’union tra due tradizioni agricole vicine, quella belga e quella milanese, simbolizzata dalla Cascina Triulza, una fattoria tradizionale.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Infine, la tecnologia, presente nel padiglione, serve innanzitutto a ridurre al minimo l'impatto ambientale dell'edificio. Non è un fine, ma piuttosto un mezzo utilizzato ai fini della sostenibilità. Infatti, i dintorni campestri e fioriti del padiglione convivono a meraviglia con le strumentazioni tecnologiche di punta. La partecipazione del Belgio è incentrata sulla sostenibilità ambientale, l'innovazione tecnologica e l'identità nazionale. L’obiettivo è di esprimere il tema di Expo Milano 2015 a tutti i livelli: dall’architettura ai dettagli della scenografia fino all'offerta gastronomica per fornire una risposta integrata e coerente alle questioni vitali sollevate. La struttura stessa del Padiglione è ecosostenibile e rappresenta un ottimo modello di pianificazione urbana, la "Lobe City": una città responsabile, vivace e interattiva. Al suo interno, sono esposti e sperimentati i più sorprendenti ritrovati scientifici e tecnici atti ad affrontare la sfida alimentare, come i metodi alternativi di produzione alimentare, l’acquaponica, l’idroponica, la coltura d'insetti e alghe. Innovazione e sostenibilità Il Padiglione appare come un vero e proprio laboratorio di idee e innovazione su larga scala. Non saranno tuttavia trascurate la cultura del Belgio e delle sue regioni, così come la sua secolare tradizione culinaria. Saranno proposti in un’atmosfera accogliente e ospitale una vasta gamma di prodotti di alta qualità come il cioccolato belga, lepatatine fritte belghe nonché le birre tradizionali belghe. A questi prodotti ben conosciuti si aggiungeranno quelli più innovativi provenienti da tecnologie alternative. In questo modo, oltre a sensibilizzare i visitatori sui temi cruciali di Expo come l'ecologia e lo sviluppo urbano intenso, il Padiglione li sedurrà con la competenza agroalimentare, l’audacia e la cordialità della cultura belga. La cordialità del Belgio ha un futuro sostenibile. Sostenibilità La volontà di armonizzare il concetto di sostenibilità nell'insieme delle scelte architettoniche ha reso il padiglione un edificio coerente con il criterio di ecosostenibilità. Queste caratteristiche ecosostenibili si sviluppano attorno a tre aspetti importanti del funzionamento dell'edificio: innanzitutto un fabbisogno energetico limitato, quindi la gestione del fabbisogno idrico e infine l'utilizzo di materiali naturali e riciclabili. Contenere il fabbisogno energetico Limitare il consumo di energia equivale in qualche modo ad evitare perdite inutili. In quest'ottica, il padiglione è stato progettato sul modello di un edificio economico sotto il profilo energetico. Compatto e ben orientato, presenta un rapporto superficie / volume ridotto che consente di contenere la richiesta di riscaldamento. Il padiglione si distingue anche per le seguenti caratteristiche tecniche: rapporti interessanti tra pieno e vuoto, l'ingresso della luce solare, la buona qualità dell'isolamento e la strategia di ventilazione adattata e calcolata in base alla tecnica dei pozzi canadesi. L’utilizzo dell'acqua del Canale, messa a disposizione dall'Expo, per alimentare le pompe di calore dell'edificio garantisce da solo un risparmio sul consumo energetico pari a circa l'80%. Secondo lo stesso criterio, l'edificio integra fonti di energia sostenibili e rinnovabili, come l'energia solare prodotta con pannelli fotovoltaici integrati nei pannelli di vetro della copertura o l'energia elettrica prodotta dalla pala eolica attigua all'edificio. Il consumo idrico Anche limitare il consumo idrico dell'edificio è un modo per inserire il padiglione in una pratica ecosostenibile. Per realizzare questo obiettivo, il consumo deve essere innanzitutto limitato grazie all'utilizzo di dispositivi che consentono di economizzare il flusso idrico. Ma è anche attraverso il recupero delle acque grigie che si riduce il consumo, come nel caso delle docce e dei servizi igienici del padiglione. Infine, una centrale di decantazione naturale attraverso un bacino svolge la funzione di trattare le acque grigie generate dal padiglione.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Materiali naturali e riciclabili I materiali da costruzione del padiglione non sono stati scelti a caso. Al contrario, sono il risultato del desiderio di costruire un padiglione ecosostenibile. Quindi, l'utilizzo del cemento è stato ridotto al minimo; i costruttori hanno privilegiato materiali naturali, facilmente riciclabili, isolanti e allo stesso tempo modulari, facili da smontare, al fine di lasciare un'impronta meno profonda possibile sul sito dell'Expo. Inoltre, l’utilizzo di legno e vetro di grande qualità sono una bella vetrina per la maestria artigiana belga. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Brasile Expo Milano 2015 Scheda n. 6

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Arthur Casas, Atelier Marko Brajovic e Studio MOSAE Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Basandosi sul tema “Sfamare il mondo con soluzioni”, il padiglione brasiliano adopera la metafora della rete - flessibilità, fluidità, decentralizzazione - per mostrare la connessione e l’integrazione dei diversi soggetti grazie ai quali il Brasile ha conquistato il ruolo di primato mondiale come produttore di cibo. Nell’area di 4133 metri quadri il Brasile mostra ai visitatori di Expo MIlano 2015 tutte le possibilità in fase di studio e di realizzazione per aumentare e diversificare la produzione alimentare e venire così incontro alla domanda di cibo delmondo intero, usando tecnologie avanzate in modo sostenibile. Il Brasile è tra i più grandi produttori agricoli del mondo. La sua attività agroindustriale è prospera e rinomata, mentre è meno nota la capacità tecnologica che supporta questo notevole rendimento. La partecipazione a Expo Milano 2015, con un Padiglione che si estende su uno spazio complessivo di 4133 metri quadri, è l’occasione per mostrare al mondo le attività di ricerca del

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Paese e i suoi modelli di produzione e consumo di cibo. Il miglioramento delle coltivazioni si basa infatti sull’adattamento alle diverse condizioni poste dalle varie caratteristiche territoriali, biologiche, climatiche e culturali. Il cuore pulsante del Padiglione del Brasile è una rete interattiva che collega i tre piani. Camminando sulla rete sospesa, i visitatori interagiscono con l’ambiente circostante: dei sensori, infatti, rilevano i movimenti trasferendo impulsi che modificano il suono e la luce circostante. La visita inizia da un’area aperta (Green Gallery), con ortaggi, piante, fiori e frutti accompagnati da tavoli interattivi, che offrono giochi e informazioni sulle etnie del Brasile. Una rampa porta al primo piano, dove una proiezione guida i visitatori. Al secondo piano, un’altra proiezione su uno schermo trasparente mostra un video che si attiva grazie ai sensori di prossimità. Innovazione e sostenibilità Il padiglione del Brasile è stato progettato dagli studi Arthur Casas, Atelier Marko Brajovic e Studio MOSAE, che ha individuato il sughero come materiale per il rivestimento delle facciate dell'edificio.“La scelta del sughero MD Facciata di Tecnosugheri ha permesso di offrire, allo stesso tempo, una innovativa soluzione architettonica ed un buon livello di isolamento termico all'edificio, in soli 8cm di spessore. Il tutto impiegando un materiale 100% naturale che non ha impatti negativi sull'Effetto Serra.” dichiara l'Arch. Dario Pellizzari. Anche da un punto di vista estetico, la scelta del sughero a vista trova una sua spiegazione ben precisa, come ci racconta l'Arch. Klaus Scalet: “Il padiglione si sviluppa su due corpi contigui ma con caratteristiche distinte: da una parte abbiamo la galleria aperta, realizzata con acciaio corten, che ospita la rete pedonale a mezz'altezza, permettendo di vedere la biodiversità delle colture brasiliane, piantate al piano terra. Dall'altro si trova il corpo chiuso su tre livelli, dove al primo e secondo piano si trovano le esposizioni e i contenuti che affrontano il tema "SFAMARE IL MONDO CON SOLUZIONI", oltre a uffici, audtorium, bar, ristorante e altre attività. Tale edificio è stato rivestito di sughero faccia a vista per circa 1000m2 di facciata. Sapendo che il sughero, lasciato all'aperto, schiarisce naturalmente, abbiamo dovuto solo aspettare che l'ossidazione avesse inizio, per arrivare a quella tonalità chiara che avevamo immaginato in abbinamento al color “ruggine” del corten”. Un altro aspetto fondamentale che ha portato alla scelta del sughero come rivestimento è stata la sua ecosostenibilità, come ha ricordato l'Ing. Luisa Basiricò: “Essendo il padiglione un edificio temporaneo, abbiamo cercato di pensarlo che avesse il minor impatto ambientale possibile, scegliendo materiali che potessero essere riutilizzati, ancor prima che riciclati. Per lo stesso motivo, abbiamo optato per un fissaggio dei pannelli di sughero di tipo meccanico, che ci permetterà di smontare i pannelli e di poterli impiegare in altri progetti o sullo stesso padiglione, una volta destinato ad altro utilizzo post EXPO”. Il sughero MD Facciata non ha solo rivestito l'edificio, ma è anche presente all'interno, sotto forma di divani modulari. Posti al terzo piano, i divanetti si compongono di blocchi smussati, come sedute, e di pannelli fissati a muro, come schienali. Questa soluzione modulare ha permesso di realizzare un divano di oltre 20 metri di lunghezza. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Cina Expo Milano 2015 Scheda n. 7

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Daniel Libersking Team Progettuale: Ralph Appelbaum Associates Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Progettato dall’archistar Daniel Libeskind, con allestimento degli interni di Ralph Appelbaum Associates, sorge in posizione strategica poco distante dal Lake Arena e da Palazzo Italia, imponendosi per la forte carica figurativa che, attraverso l’organica plasticità dell’involucro parametrico, richiama l’attenzione sulle questioni chiave proposte dal tema di Expo 2015 (Nutrire il pianeta), sviluppando il tema “building community through food” attraverso la rivisitazione di un tradizionale Shitang: la sala da pranzo comunitaria cinese. Daniel Libeskind, esplorando i canoni dell’architettura parametrica, ha sviluppato una spettacolare figura organica che si estende su una superficie coperta di 578 metri quadrati, con uno sviluppo di circa 36 metri di lunghezza, 19 di larghezza e 12 di altezza. Il tutto articolato su 3 livelli interni (per un totale di 1000 mq), ai quali si aggiunge, alla sommità, una terrazza verde, con vista panoramica sull’intero sito Expo.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità Di uno squillante colore rosso lacca e l’inconsueta morfologia della figura architettonica definiscono un oggetto che non passa sicuramente inosservato. Non a caso la vermiglia e frattale scocca del Padiglione Vanke, composta da circa 4200 lastre di grès porcellanato rappresenta già una vera e propria icona di riferimento per l’intero campus di Expo 2015. L’effetto è ottenuto grazie a un innovativo sistema di rivestimento in lastre ceramiche, nato dalla collaborazione tra Daniel Libeskind e Casalgrande Padana, sviluppato ad hoc per il Padiglione Vanke. Le lastre Fractile, disegnate dall’architetto secondo un’esclusiva matrice tridimensionale, sono state prodotte in grès porcellanato nel formato 60×120 cm e successivamente tagliate in sottomoduli da 60×60 cm. All’intradosso di ogni singolo elemento, cioè sulla superficie che non rimane a vista, è stata fissata una particolare flangia metallica dotata di elementi di regolazione. Grazie a questo dispositivo, le lastre sono state ancorate a secco a una sottostruttura, costituita da una serie di elementi tubolari che avvolgono l’intero involucro del padiglione. Lo speciale sistema di posa, messo a punto dalla azienda torinese Bodino Enigineering e dalla Divisione Engineering di Casalgrande Padana, consente non solo di fissare le lastre, ma anche di orientarle singolarmente in funzione del progetto. Per enfatizzare la decostruzione delle tradizionali superfici di facciata ortogonali e complanari, si è operato attraverso la parziale e libera giustapposizione degli elementi ceramici, definendo una tipologia di rivestimento decisamente innovativa. L’originale disegno geometrico a bassorilievo delle lastre, enfatizzato da una finitura superficiale a velatura metallescente, fa sì che la materia ceramica si scomponga e ricomponga in molteplici riflessi capaci di dinamizzare l’involucro a ogni mutamento della luce naturale incidente. Le sorprese del Padiglione Vanke non si fermano all’esterno. Il padiglione racchiude infatti un grande spazio, dove una struttura tridimensionale di bambù (circa 8000 metri lineari di canne impiegate) scandisce il percorso espositivo, fornendo al tempo stesso un etereo supporto ai 300 schermi LCD installati per proporre ai visitatori immagini, informazioni e suggestioni su alcuni momenti della tradizione conviviale cinese, attraverso lo Shitang (la sala da pranzo collettiva), i costumi culinari, gli oggetti d’uso corrente – il tutto letto criticamente attraverso i nuovi comportamenti introdotti dalla globalizzazione. All’interno di questo palinsesto, alcune aree privilegiate sono state pavimentate con lastre in grès porcellanato da 60×60 cm, appositamente realizzate da Casalgrande Padana attraverso una particolare lavorazione delle superfici, che richiama il pattern disegnato da Libeskind per l’involucro. Una testimonianza ulteriore della flessibilità creativa del materiale ceramico e della capacità di Casalgrande Padana di dialogare con l’architettura, dando concretezza a qualsiasi idea progettuale. Il tema scelto dalla Cina incarna l’atteggiamento di gratitudine, di rispetto e di cooperazione del popolo: la terra nutre l’uomo dalle origini, la speranza è la prospettiva di un futuro in cui il cibo consenta la vita di tutti. Agricoltura, alimentazione, ambiente, sviluppo sostenibile sono i punti focali della partecipazione della Cina a Expo Milano 2015. Lo scopo è ricordare la convinzione della filosofia cinese che “l’uomo è parte integrante della natura”, illustrare le tradizioni culturali e i progressi nei campi dell’agricoltura, presentare i grandi passi compiuti nell’uso razionale delle risorse per assicurare cibo a sufficienza, buono e salutare. Il filo conduttore è la ricerca di equilibrio tra gli esseri umani e l’ambiente, tra l’umanità e la natura. Come il contadino cura e protegge la sua terra, così il popolo deve custodire il Pianeta. Sono tre i temi intorno a cui si dipana l’esposizione. “Il dono della natura” illustra il processo del raccolto secondo il calendario cinese lunisolare e i cinque colori del suolo. “Cibo per la vita” mostra il percorso produttivo del cibo, del tofu e di altri piatti, le Otto famose scuole di cucina cinese, la cultura del tè. “Tecnologia e futuro” documenta i progressi scientifici, tra cui il riso ibrido del professor Yuan Longping, il riciclo in agricoltura, le tecniche per la tracciabilità, l’Internet delle cose. È la prima volta che la Cina partecipa a un’Esposizione Universale con un Padiglione self-built,simbolo dell’impegno di un grande Paese, la seconda economia mondiale. Per la prima

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità volta il Paese si impegna a mostrare e spiegare nei dettagli la sua politica agricola, dalla storia alle innovazioni del futuro. Anche province e singole città saranno presenti con ricche e colorate attività. E, sempre per la prima volta, vi sono anche imprese cinesi in propri Padiglioni self-built. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Emirati arabi Uniti Expo Milano 2015 Scheda n. 8

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Norman Foster Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Ideato dalla mano dall'architetto di fama internazionale Norman Foster, il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti è formato da una serie di alte pareti increspate. Queste imponenti strutture di 12 metri evocano sia le stradine mezze in ombra degli insediamenti storici degli Emirati Arabi Uniti che le magnifiche dune di sabbia dei suoi deserti. Scansioni 3D delle superfici delle dune sono state riprodotte sulle pareti per creare un’autentica trama. Queste sinuose forme curve guidano i visitatori attraverso una serie di spazi intriganti ed esperienze emozionanti e ricche di contenuto. Un paesaggio complementare, che richiama le specie autoctone degli Emirati Arabi Uniti, offre un accogliente sfondo verde. Studiato per il clima naturalmente fresco di Milano e le belle giornate degli Emirati Arabi Uniti, il Padiglione sarà smantellato alla fine di Expo Milano 2015 e rimontato a Masdar City, città a basse emissioni di carbonio negli Emirati Arabi Uniti, in quanto rappresenta i principi racchiusi nell’etica di sostenibilità di Masdar.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti esplora le sfide reali che si presentano nel nutrire il pianeta, in particolare nei temi intrecciati di terra, cibo, energia e acqua. Inoltre evidenzia anche alcune delle soluzioni innovative che gli Emirati Arabi Uniti hanno sviluppato in questi settori. Soluzioni che sono arrivate partendo da un bisogno locale, ma che portano a un reale beneficio globale, dal momento che molte parti del mondo vivono le stesse difficoltà degli Emirati a causa della spirale della domanda e degli effetti del cambiamento climatico. Condividendo conoscenze e risorse, gli Emirati Arabi Uniti stanno veramente contribuendo a plasmare il futuro. La cultura tradizionale e i valori che essa ispira, il calore e l'ospitalità degli Emirati, la convivialità del cibo e un tecnologico ambiente multimediale si combinano per offrire un'esperienza divertente, emozionante, sfidante e stimolante. Il nostro obiettivo finale è non solo quello di educare e coinvolgere, ma di ispirare impegno per il cambiamento. I visitatori possono inoltre scoprire gli interessanti progetti degli Emirati Arabi Uniti per ospitare il prossimo World Expo nel 2020, così come interagire con le aziende all'avanguardia degli Emirati, le organizzazioni e gli opinion leader attraverso una serie di mostre permanenti, seminari ed eventi. Innovazione e sostenibilità Gli Emirati sono un paese certificato Leed Platinum che ambisce per il Padiglione 2015 a distinguersi dagli altri padiglioni attraverso l’utilizzo delle tecniche più avanzate nel recupero dell’acqua piovana, nell’integrazione di celle fotovoltaiche e nella riduzione delle emissioni di carbonio; filosofia che ha modellato la struttura urbanistica di Masdar City, nuovo masterplan a emissioni zero e MIT Campus, appena fuori di Abu Dhabi. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Francia Expo Milano 2015 Scheda n.9

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Studio X-TU (Anouk Legendre e Nicolas Desmazière) Team Progettuale: Studio ALN Atelien Architecture (Nicola Martinoli e Luca Varesi) e Studio Adeline Rispal Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

In che modo nutrire il pianeta, oggi e domani? Come assicurare a tutta l’umanità cibo sufficiente, di qualità e sano, in modo duraturo? La Francia si concentra su questa problematica centrale di Expo Milano 2015, con la volontà di entrare in pieno nella discussione fornendo risposte basate sulle proprie capacità ed eccellenze. La comunicazione è basata su quattro pilastri: il contributo alla produzione alimentare mondiale, grazie alle potenzialità del tessuto produttivo francese; lo sviluppo di nuovi modelli alimentari capaci in risposta alla necessità di produrre meglio; il miglioramento dell’autosufficienza dei Paesi in Via di Sviluppo con una politica di trasferimento di competenze e tecnologie; l’alleanza della quantità con la qualità in tutti gli ambiti, sanitario, nutritivo, culinario.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità La Francia presenta all’Esposizione Universale tutta la sua gamma riconosciuta di caratteristiche esclusive, dalle capacità di gestione del territorio all’agricoltura, che consentono alle sue marche di essere già presenti in tutti i mercati mondiali. Innovazione e sostenibilità L’edificio costituito principalmente di legno lamellare, su uno spazio di 3592 metri quadri, è ispirato a un luogo simbolo della cultura alimentare francese: il mercato coperto. Il padiglione si ispira difatti ai tipici mercati che si trovano in molte città della Francia, che ben rappresentano il tema generale di Expo Milano 2015, con l’accento sull’autosufficienza alimentare, l’accesso al cibo e la dimensione qualitativa dell’alimentazione. L’impresa C.M.C. di Ravenna – Cooperativa Muratori & Cementisti ha realizzato il progetto dello studio X-TU (Anouk Legendre e Nicolas Desmazière) con il supporto dello studio ALN Atelien Architecture (Nicola Martinoli e Luca Varesi) e dello Studio Adeline Rispal, che ha curato la progettazione scenografica del padiglione. Data la temporaneità del padiglione, è stata scelta una costruzione leggera, con una struttura in legno, prodotta dalla ditta francese Simonin, che si potrà smontare e riutilizzare in seguito alla fine dell’Esposizione. Una particolare attenzione è stata dedicata alla riduzione dei consumi energetici, al riciclaggio dei rifiuti e alla depurazione. Aree con spettacolari scenografie dedicate ai quattro pilastri della comunicazione affiancano il ristorante, una brasserie e un’area di ristoro veloce. Nella boutique trova posto tutta la varietà e la qualità dell’offerta agroalimentare francese, mentre nella zona dimostrativa si illustra il savoir faire in cucina. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

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Padiglione Germania Expo Milano 2015 Scheda n. 10

Fonte foto: sito internet expo2015.org Progettisti: gruppo di lavoro “Deutscher Pavillon Expo 2015 Mailand” Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

La Germania si propone ad Expo Milano 2015 con il padiglione “Fields of Ideas” con l’esortazione a partecipare e con un “paesaggio” vivace, fruttuoso e ricco di idee. Il tema dell’esposizione mondiale è “Feeding the Planet, Energy for Life“. Il Padiglione Tedesco segue da vicino questo Leitmotiv, dando una percezione tangibile di quanto sia importante, per l’alimentazione del futuro, sviluppare un rapporto con la natura che ne riconosca tutto il valore. La prima parte del percorso del Padiglione tedesco illustra le fonti dell’alimentazione (suolo, acqua, clima e biodiversità). Nello spazio “Il mio giardino di idee” ogni visitatore può interagire con il materiale esposto per ottenere ulteriori informazioni multimediali. Il gran finale è lo show “Be(e)active”: i visitatori possono sperimentare un volo sulla Germania (attraverso 3mila schermi che proiettano paesaggi tedeschi) dalla prospettiva di due api in volo, il cui movimento è diretto da un direttore d’orchestra. I visitatori possono scoprire i “Fields of Ideas” attraverso due percorsi distinti. Percorrendo il primo, passeggiano sul pianoro paesaggistico che è liberamente accessibile e che invita, come un parco pubblico, alla sosta e al riposo. Nei punti in cui i “germogli di idee” spuntano dalla superficie, essi offrono una visuale su alcuni scorci dell’esposizione sottostante, risvegliando la curiosità degli osservatori.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Il secondo percorso conduce attraverso l’esposizione tematica all’interno del Padiglione, dalle fonti dell’alimentazione (suolo, acqua, clima e biodiversità) fino alla produzione alimentare e al consumo nel mondo urbano. Diverse rappresentazioni del tema, il materiale espositivo e i punti informativi presentano alcune sorprendenti proposte tedesche per il futuro dell’alimentazione. I visitatori sono invitati ad una partecipazione attiva. Grazie alla “SeedBoard” ogni visitatore ha tra le mani un suo “campo di idee” per interagire con il materiale esposto e ottenere ulteriori informazioni multimediali. Lo show nel Padiglione Tedesco “Be(e) active” è il gran finale della esposizione. I visitatori del Padiglione si trasformano nei musicisti di un’orchestra e guardano il mondo tedesco dell’alimentazione dal punto di osservazione di due api in volo. Il Padiglione Tedesco prende una posizione chiara sul tema di Expo, “Feeding the Planet, Energy for Life”. Invita, in modo accattivante, ad agire e ad avere con la natura un rapporto che ne rispetti appieno il valore. Attraverso le soluzioni e gli spunti di riflessione proposti nell’esposizione, contribuisce inoltre ad affrontare le grandi sfide del futuro, trasmettendo al contempo un’immagine autentica della Germania, paese invitante, ricco di gioia di vivere e capace di grande ironia. Innovazione e sostenibilità Il progetto si caratterizza per il particolare intreccio tra la presentazione degli spazi e quella dei contenuti. Questo concetto trova espressione nell’architettura, che ricorda il tipico paesaggio rurale tedesco, fatto di prati e campi, sotto forma di un pianoro in lieve salita, i “Fields of Ideas”. Gli elementi rappresentativi centrali del Padiglione sono le piante stilizzate che, come “germogli di idee”, sbucano dal piano dell’esposizione e raggiungono la superficie esterna dove si aprono in un ampio baldacchino, collegando così lo spazio interno a quello esterno, l’esposizione con l’architettura. Su incarico del Ministero federale dell’Economia e dell’Energia, la Fiera di Francoforte ha affidato al gruppo di lavoro “Deutscher Pavillon Expo 2015 Mailand” (ARGE) la realizzazione del Padiglione Tedesco. ARGE, in qualità di contraente generale, è responsabile della progettazione e della costruzione del Padiglione Tedesco, nonché dell’esposizione al suo interno. Schmidhuber, di Monaco, firma il progetto degli spazi, l’architettura e il masterplan. Milla & Partner, di Stoccarda, è responsabile della progettazione dei contenuti, dell’allestimento e dei diversi medium espositivi. Nussli, di Roth presso Norimberga, si occupa della gestione del progetto e della fase costruttiva Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet expo2015.org, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Giappone Expo Milano 2015 Scheda n. 11

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Atsshi Kitagawara Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015 il Giappone vuole proporre la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, nonché come modello per alleviare i problemi mondiali relativi alla fame e all’ecologia. Allo stesso tempo, è la giusta occasione per rilanciare l’immagine del Paese dopo il terremoto del 2011, favorendo il turismo e le opportunità di business. Le parole chiave attorno alle quali si snoda l’intervento giapponese sono essenzialmente due: Salute e Edutainment,ossia educare divertendo. I piatti tipici a base di riso, pesce crudo e verdure sono proposti come modello alimentare bilanciato, in antitesi agli eccessi che provocano l’obesità per un miliardo di persone, mentre attraverso dei progetti per le scuole sono veicolati i concetti tradizionali volti alla condivisione e al non sprecare. Il governo lavora dal 2005 per educare le famiglie alla consapevolezza alimentare e si sta impegnando per far riconoscere dall’Unesco la propria dieta come patrimonio dell’umanità. A questi temi si uniscono quello dell’armonia (ambientale ed estetica) e della tecnologia, da declinare sul fronte della conservazione degli alimenti da un lato, e su quello del sistema di trasporto e di distribuzione del cibo dall’altro.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità Utsuwa” è il termine per indicare le ceramiche giapponesi tradizionali che si caratterizzano per la varietà dei diversi stili. Come queste, il Padiglione rappresenta la ricchezza e il sincretismo della cultura del Paese. Per rappresentare la fusione tra tradizione e modernità, rispetto dell’ambiente e perfezione estetica, si è scelto di proporre un Padiglione, che si sviluppa su uno spazio espositivo di 4.170 metri quadri, con un’ampia entrata e uno sviluppo in lunghezza, come una delle case tradizionali di Kyoto. Oltre a materiali naturali come bambù e legno, non mancano tecnologie informatiche e sistemi per il risparmio energetico. Eventi e installazioni richiamano i cinque sensi, affinché il visitatore possa esperire appieno la cultura alimentare giapponese. Il Padiglione del Giappone, composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare, ospita un ristorante da dieci tavoli sedendosi ai quali è possibile fare un pranzo virtuale. Il cibo, infatti, appare sul piano del tavolo con una spiegazione delle sue caratteristiche Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità

Osservatorio Innovazione e sostenibilità

Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Italia Expo Milano 2015 Scheda n.12

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Nemesi & Partners Team progettuale Prof. Livio De Santoli Sostenibilità energetica; Proger S.p.A./BMS progetti S.r.l.: Engineering Progettazione strutturale Progettazione impiantistica Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: da 2014 a 2015

Descrizione

Il progetto del Padiglione Italia nasce a seguito di un concorso internazionale di progettazione aggiudicato da Expo 2015 S.p.A. nell’Aprile 2013; su 68 studi partecipanti, è risultato vincitore il progetto di Nemesi&Partners realizzato con Proger e BMS Progetti per la parte ingegneristica, relativa alle strutture e agli impianti, e con il Prof. Livio De Santoli per la sostenibilità dell’edificio. Il progetto si sviluppa lungo il Cardo, uno dei due assi perpendicolari che, insieme al Decumano, struttura il master plan dell’ Expo Milano 2015. Il Padiglione Italia prevede la realizzazione di Palazzo Italia (circa 13.200 mq su 6 livelli fuori terra) e degli edifici temporanei del Cardo (circa 13.700 mq su 3 livelli fuori terra). Il progetto è connotato da una forte sperimentalità; l’architettura di Nemesi, contraddistinta da progetti unici con attenzione all’ innovazione tecnologica e approccio sostenibile, assieme al

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità know-how e al saper fare delle imprese italiane coinvolte fanno del Padiglione Italia il simbolo della grande fabbrica creativa contemporanea. Per posizione e architettura, Palazzo Italia assume il ruolo di Landmark all’interno dell’area Expo: posto su uno dei quattro punti cardinali, quello nord, costituisce il fondale scenico del viale del Cardo che attraversa tutto il sito espositivo. Palazzo Italia è ispirato a una “foresta urbana”; la “pelle” ramificata disegnata dallo Studio Nemesi come involucro esterno dell’edificio evoca una figuratività primitiva e tecnologica al tempo stesso. La tessitura di linee genera alternanze di luci e di ombre, di vuoti e di pieni dando vita a un’architettura-scultura che rimanda ad opere di Land Art. Per l’architettura di Palazzo Italia lo studio Nemesi è partito dall’idea di coesione, intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza. L’energia della comunità è rappresentata dalla piazza interna; cuore simbolico e partenza del percorso espositivo, riunisce attorno a sé i quattro volumi che danno forma a Palazzo Italia. Vere e proprie quinte urbane, i quattro blocchi ospitano rispettivamente: la zona Espositiva (Blocco Ovest), la zona Auditorium-Eventi (Blocco Sud), la zona Uffici di Rappresentanza (Blocco Nord) e la zona Sale Conferenze-Meeting (Blocco Est). I volumi architettonici, metafora di grandi alberi, presentano degli appoggi massivi a terra che simulano delle grandi radici che affondano nel terreno; gli stessi volumi, visti dalla piazza interna, aprendosi e allungandosi verso l’alto si liberano come chiome attraverso la grande copertura vetrata. A dar risalto alle forme scultoree di Palazzo Italia è la ricca trama ramificata dell’involucro esterno. Per il design di questa “pelle” Nemesi ha dato vita a una texture geometrica unica ed originale che evoca l’intreccio casuale di rami, dando vita a un’architettura nell’architettura. Nemesi ha immaginato il percorso espositivo di Palazzo Italia come una graduale scoperta e conquista delle forme e dei contenuti di questa architettura-paesaggio. Il percorso inizia nella piazza interna, grande hall di accoglienza dei visitatori, dove superfici inclinate e curve conferiscono fluidità e dinamismo alle volumetrie architettoniche disegnando uno spazio suggestivo. La grande scala che si innalza dalla piazza attraversa longitudinalmente lo spazio e ne connette visivamente tutti i piani. Dal secondo al quarto livello, a tripla altezza, un grande guscio “sospeso” e completamente visibile dalla piazza accoglie al suo interno la Zona Espositiva. Palazzo Italia comprende: spazi per eventi al piano terra e ai livelli superiori spazi espositivi, di rappresentanza, per conferenze/meeting, per ristorazione, tra cui un ristorante VIP posto al quarto livello e una terrazza panoramica. L’edificio ospiterà spazi istituzionali e di rappresentanza del Governo Italiano, eccellenze del Made in Italy. Innovazione e sostenibilità Palazzo Italia è stato progettato in un’ottica sostenibile e concepito come edificio a energia quasi zero grazie anche al contributo del vetro fotovoltaico in copertura e alle proprietà fotocatalitiche del nuovo cemento per l’involucro esterno. L’intera superficie esterna di Palazzo Italia, 9.000 mq, è costituita da 900 pannelli di cemento “i.active BIODYNAMIC” con principio attivo TX Active brevettato da Italcementi. A contatto con la luce del sole, il principio presente nel materiale consente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog. La malta prevede l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati, in parte provenienti dagli sfridi di lavorazione del marmo di Carrara, che conferiscono una brillanza superiore ai cementi bianchi tradizionali. La “dinamicità” è una caratteristica propria del nuovo materiale che presenta una fluidità tale da consentire la realizzazione di forme complesse come quelle che caratterizzano i pannelli di Palazzo Italia. I pannelli per l’involucro esterno, pezzi unici diversi tra loro, sono realizzati con la tecnologia di Styl-Comp.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Strategia energetica Il progetto del sistema edificio-impianto a servizio del Palazzo Italia si è posto l’obiettivo di garantire le massime condizioni di benessere e di sicurezza riducendo al minimo i consumi energetici. I principi della sostenibilità ambientale vengono quindi perseguiti in termini di elevata efficienza energetica e di massimo utilizzo delle fonti rinnovabili allo scopo di ridurre l’impatto su base locale e globale per quanto riguarda sia le emissioni inquinanti sia il consumo delle risorse energetiche e naturali. L’approccio progettuale si è basato sul coordinamento integrato tra architettura, strutture e impianti e si è sviluppato secondo tre direttive principali: •soluzioni di involucro ad alte prestazioni per il contenimento delle dispersioni termiche invernali e delle rientrate estive e quindi dei relativi consumi energetici per la climatizzazione. A tale scopo sono stati adottati componenti opachi e finestrati ad elevato isolamento termico, mentre i vetri selettivi e la schermatura esterna della pelle ramificata garantiranno il controllo della radiazione solare; •sistemi e componenti impiantistici ad elevata efficienza in grado di garantire bassi consumi energetici per il controllo delle condizioni ambientali; •fonti rinnovabili, quali pompe di calore e sistemi fotovoltaici. La produzione dei fluidi termovettori per gli impianti di climatizzazione è basata sull’utilizzo dell’acqua di falda messa a disposizione dalla rete a servizio dell’area Expo. La centrale termofrigorifera è composta da due gruppi frigoriferi a pompa di calore di tipo polivalente, che utilizzano l’acqua di falda come mezzo per lo smaltimento di calore in regime estivo e come sorgente di calore in regime invernale. L’utilizzo di un sistema a pompa di calore ad acqua di falda con alimentazione elettrica garantisce un’elevata efficienza energetica, costante nel corso dell’anno, e permette di ottemperare all’obbligo legislativo relativo all’impiego di fonti rinnovabili per la copertura del fabbisogno di riscaldamento e climatizzazione . Le diverse aree funzionali della zona espositiva sono ognuna servita da un impianto di climatizzazione dedicato del tipo a tutta aria (VAV, portata d’aria variabile), con caratteristiche idonee e specifiche alla destinazione d’uso. Gli impianti sono caratterizzati da ridotti consumi energetici grazie a soluzioni quali il funzionamento in free-cooling a tutta aria esterna (raffreddamento senza consumo di energia), la regolazione della portata d’aria di ventilazione in base all’effettivo affollamento rilevato mediante sonde di CO2, l’impiego di recuperatori di calore rotativi entalpici ad alta efficienza e di ventilatori plug-fan a portata variabile mediante inverter. La climatizzazione della zona uffici è invece realizzata mediante un innovativo sistema basato sull’attivazione della massa ad aria, conosciuto con il nome di Concretcool. Per la distribuzione dell’aria destinata alla ventilazione questo sistema prevede l’impiego di tubi in estruso di alluminio posati all’interno dell’armatura dei solai e successivamente annegati direttamente nel getto di calcestruzzo. In questo modo l’aria di ventilazione raffredda la massa del solai, che si trasformano in una superficie radiante che accumula e scambia energia frigorifera con l’ambiente occupato. Oltre a garantire elevate condizioni di comfort grazie allo scambio radiante, questa soluzione consente una notevole riduzione dei consumi energetici grazie allo sfruttamento ottimale del free-cooling e dell’inerzia termica della massa dell’edificio. La regolazione e supervisione di tutti gli impianti è realizzata mediante un sistema di Building Automation che provvede non solo a comandare a distanza i regolatori digitali delle apparecchiature e a visualizzare a distanza segnali ed allarmi, ma anche ad effettuare la contabilizzazione di consumi, le analisi energetiche e di tendenza e la programmazione delle operazioni di manutenzione ordinaria.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità nZEB e Classe A+ La “vela” dal design innovativo, realizzata da Stahlbau Pichler è una copertura che interpreta l’immagine della chioma di una foresta; caratterizzata da vetro fotovoltaico e da campiture geometriche per lo più quadrangolari, sia piane che curve, assieme all’involucro ramificato dell’edificio è espressione d’innovazione sia in termini di progettazione che di tecnologia. L’andamento della copertura trova il suo punto di maggior espressione architettonica in corrispondenza del cuore della piazza interna; un grande lucernario vetrato di forma conica si inserisce in “sospensione” sulla piazza e sulla scala centrale irradiandole di luce naturale La vela di copertura è realizzata con vetri fotovoltaici in grado di realizzare l’autoproduzione di una parte significativa del fabbisogno elettrico, riducendo in modo sostanziale il prelievo di energia dalla rete esterna e configurando la struttura come nZEB (nearly Zero Energy Building). Per la verifica delle condizioni microclimatiche estive nella piazza esterna protetta dalla vela di copertura si è fatto affidamento ad una modellazione CFD che ha permesso di simulare i valori di temperatura e le caratteristiche dei flussi d’aria per la ventilazione naturale. Per il contenimento dei consumi d’acqua sono previste apparecchi sanitari e rubinetterie a basso consumo nonché la raccolta e l’utilizzo delle acque piovane per usi non potabili, quali l’alimentazione dei sistemi di irrigazione delle aree verdi e degli impianti di flussaggio delle cassette dei vasi sanitari Le caratteristiche dell’involucro, unitamente all’elevata efficienza energetica delle soluzioni impiantistiche e all’impiego di fonti rinnovabili, consentono di ottenere la certificazione energetica in Classe A+. Gli edifici temporanei del Cardo che si affacciano sull’asse omonimo, un viale pavimentato largo 35 metri e lungo 325 metri che congiunge la Piazza d’Acqua a Nord con la piazza della Via d’Acqua a Sud, sono progettati con un sistema strutturale “a secco” per essere “smontati” al termine dell’evento e ricollocati in altra sede. Il concept di Nemesi per gli edifici del Cardo si basa sull’idea del Borgo Italiano, formato da volumi giustapposti a piccole piazze, terrazze e percorsi porticati. Composizioni geometriche differenti, talune a sbalzo, si susseguono incastrandosi tra loro come a dar vita a un grande mosaico in cui ogni pezzo ha una propria autonomia e identità progettuale. Al piano terra e al primo piano sono previste le “piazzette” generate dalle alternanze dei volumi architettonici. Gli edifici del Cardo sono rappresentativi del territorio italiano ed in particolare delle regioni, che qui trovano la loro sede di rappresentanza ed espositiva. Di fronte a Palazzo Italia, nel Cardo nord, sono stati riservati spazi istituzionali, espositivi e di rappresentanza per il padiglione dell’Unione Europea, evidenziando in modo simbolico la stretta relazione tra l’Italia e l’Europa. Gli edifici del Cardo comprendono: padiglione Unione Europea, spazi espositivi, per eventi, di rappresentanza, per la ristorazione, terrazze eventi. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Israele Expo Milano 2015 Scheda n. 13

Fonte foto: sito internet expo2015

Progettisti: Knafo Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Israele è un Paese giovane, ma con una tradizione di tremila anni, che attraverso lavoro, ricerca e sviluppo ha saputo rendere fertili molti dei suoi terreni in prevalenza aridi. Una dedizione che in settanta anni lo ha portato a essere uno dei Paesi leader nel campo della scienza e nell’innovazione. Expo Milano 2015 è l’occasione per Israele di mettere a disposizione dei visitatori le competenze acquisite in questi anni, come un grande “granaio di conoscenze”. All’interno del Padiglione di Israele, che si sviluppa su di un’area complessiva di 2369 metri quadri, grazie ai migliori strumenti e metodi di edutainment il visitatore è immerso in un’immediata e potente esperienza visiva che presenta un meraviglioso viaggio nell’ingegneria agricola con uno sguardo verso il domani dell’umanità. L’elemento caratterizzante del Padiglione di Israele è il “giardino verticale”: una parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni. Il Padiglione offre al visitatore un’esperienza divisa in due fasi. Nel primo spazio, attraverso film 3D ed effetti multidirezionali, è illustrata la storia dell’agricoltura israeliana. Uno dei film presentati racconta il piano di rimboschimento di Israele portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico (KKL). Nel secondo spazio una tappezzeria luminosa di led danza in ogni direzione.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità Il padiglione è diviso in quattro aree. L’elemento caratterizzante ideato dall’architetto David Knafo è il “giardino verticale”. Un impatto visivo di forte spettacolarità, per dar modo al Paese di affrancarsi dall’immagine di un territorio arido. Il richiamo alla vegetazione simboleggia la posizione d’avanguardia del Paese nel settore agroalimentare e nella lotta contro la desertificazione. Negli anni sono stati raggiunti dei grandi risultati grazie all’utilizzo di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, all’ottimizzazione delle risorse idriche e alle opere di bonifica dei terreni incolti. Il Padiglione è costruito per offrire al visitatore un’esperienza avvolgente divisa in due fasi. Nel primo spazio, attraverso film 3D ed effetti multidirezionali, è illustrata la storia dell’agricoltura israeliana dai suoi inizi al giorno d’oggi. Uno dei film presentati racconta il piano di rimboschimento di Israele portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico (KKL). Nel secondo spazio, una tappezzeria luminosa di led danza in ogni direzione. Con la cucina a vista, all’interno del ristorante dai vividi colori e dal sottofondo musicale tradizionale, Israele conferma la volontà di stupire con i frutti della terra, la tradizione e l’ingegno. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet expo2015.it, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Kuwait Expo Milano 2015 Scheda n. 14

Fonte foto: sito internet infobuild energia Progettisti: Italo Rota Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il padiglione del Kuwait, progettato da Italo Rota, collocato tra quello della Germania e quello degli Stati Uniti, è una struttura stretta e lunga che si affaccia sul decumano con il profilo delle vele tipiche delle imbarcazioni Dhow, ancora in uso per i commerci nel golfo arabico, a cui succede uno spazio dedicato al legame con l’acqua. Innovazione e sostenibilità Attraversato l’ingresso il Padiglione prosegue con tre aree tematiche che raccontano il territorio e il clima, l’innovazione e la cultura, concludendosi con lo spazio dedicato alla presentazione dei prodotti tipici del Kuwait. L’ingresso è formato da una successione di vele che ricordano le imbarcazioni tradizionali con cui i kuwaitiani ancora oggi commerciano nel golfo arabico. Dopo la zona di accoglienza l’acqua diventa la protagonista. L’acqua è la materia prima del Kuwait e qui ho voluto rappresentare un momento dell’anno in cui, dopo che ha piovuto, sboccia nel deserto una distesa di fiori. La prima sala del Padiglione è costituita da una fattoria per l’allevamento dei gamberi, la principale fonte di nutrizione della popolazione, superata la quale si trova un modello che

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità descrive il territorio e il clima del Kuwait. Solo i bambini possono entrare dentro il plastico e conoscere le tradizioni di questo Paese. Dopo l’allevamento di gamberi, si passa in una coltura idroponica, un altro simbolo importante del Kuwait. L’acqua, l’agricoltura e l’energia sono le più grandi sfide che il Kuwait affronta per garantire una migliore qualità della vita in un’ottica di sostenibilità. L’acqua potabile, in un Paese situato nel punto di congiunzione tra la Penisola Arabica e il continente asiatico dalle condizioni geografico-ambientali caratterizzate da aridità di suolo e clima, è una risorsa vitale. Il Kuwait nel 1953 ha costruito il primo impianto al mondo di desalinizzazione a tecnologia Msf (multi-stage flash) e oggi ha sette impianti che producono 1,85 miliardi di litri d’acqua al giorno. L’impianto di Sulaibiyah tratta invece le acque reflue, depurandone 600.000 metri cubi al giorno. L’agricoltura si sviluppa principalmente in tre regioni, concentrandosi sulle colture di palme e patate. Inoltre, attraverso la promozione di campagne scolastiche e altre iniziative di diversa natura, il Kuwait è fortemente impegnato nel campo dell’educazione alimentare. L’energia, la terza sfida, vede il Paese impegnato nella ricerca di sostituti naturali al petrolio (energia solare ed eolica). La partecipazione a Expo Milano 2015 offre l’occasione di far conoscere ai visitatori, nel padiglione che occupa un lotto di 2790 metri quadri, sia i grandi progetti realizzati in questi tre settori sia i risultati raggiunti grazie ai contributi umanitari e alla cooperazione internazionale su trasporti, agricoltura, acqua, irrigazione, telecomunicazione, educazione, salute. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Messico Expo Milano 2015 Scheda n. 15

Fonte foto: sito internet expo2015 Progettisti: Francisco Lopez Guerra Almada Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il Messico è una terra che ospita una grande varietà di piante, animali, ecosistemi: una vera e propria culla della biodiversità. Questa ricchezza è strettamente legata a una cultura millenaria e a una delle più varie, sofisticate e assortite gastronomie, tanto che nel 2010 la cucina messicana è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. È una storia fatta di sapori, un modello che armonizza coniugandoli attività agricole, rituali, saggezza pratica tradizionale, tecniche e abitudini culinarie, utensili unici, come il metate o il molcajete, e comportamenti comunitari. Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015 il Messico vuole mostrare ai visitatori la sua ricchezza in termini di risorse naturali e di biodiversità e il suo impegno a trovare soluzioni per un mondo libero dalla fame, dalla malnutrizione e dalle pratiche non sostenibili di produzione del cibo. Vuole presentare inoltre il suo contributo alla produzione globale di un gran numero di alimenti dalle proprietà curative. L’esperienza all’interno del Padiglione, che si estende su un’area espositiva di 1.910 metri quadri, consiste in un’immersione nel mondo della cucina messicana e nel calore della sua gente: i visitatori sentono i profumi, i sapori, i colori, le consistenze e i suoni del Messico in un’atmosfera unica, già celebre in tutto il mondo.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità A partire dalla sua prima partecipazione a un’Esposizione Universale (a Philadelphia nel 1876) il Messico ha sempre presentato un padiglione capace di impressionare e far parlare di sé. L’Expo Milano 2015 ha come tema fondamentale la sostenibilità, tanto come principio a cui rispondere per nutrire la popolazione mondiale, quanto nei criteri per il progetto architettonico: materiali ecologici, facilità di costruzione e smontaggio, compimento dei programmi proposti. L’architetto Francisco López Guerra Almada, insieme con Jorge Vallejo e la consulenza del biologo Juan Guzzy, ha ideato la proposta vincitrice del concorso internazionale basandosi sull’alimento messicano più caratteristico, il mais. Alla forma di una grande pannocchia di mais si ispira infatti la grande struttura esterna, che copre il padiglione di 1910 metri quadri, collocato in una posizione privilegiata, all’incrocio dei due viali principali. All’interno trova spazio la più ricca esposizione di prodotti tipici, contornati da un flusso d’acqua che dà vita ai giardini e accompagna i visitatori in rampe elicoidali, alla scoperta della ricchezza gastronomica, ecologica e culturale del Messico. ll Padiglione del Messico all’Expo di Milano ha vinto il “Towards a sustainable Expo” per la riciclabilità dei materiali, la facilità di montaggio e smontaggio e la quota di illuminazione naturale Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet expo2015 settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Moldova Expo Milano 2015 Scheda n. 16

Fonte foto: sito internet infobuild energia

Progettisti: Gorgona Architecture & Design Team progettuale Pavel Braila Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

L’intrigante e stimolante color verde mela è la caratteristica chiave del progetto sviluppato dallo studio Gorgona Architecture & Design insieme all’artista Pavel Braila. Dagli elementi d’arredo alle grandi travi colorate che circondano la struttura, che si estende su uno Spazio Espositivo complessivo di 747 metri quadri, tutto è modellato per ricordare le forme di una grande mela affettata e per trasmettere ai visitatori l’idea di freschezza, gusto e tipicità che la Moldova vuole esprimere. Il lungo corridoio circondato da piante verdi che attraversa un grande cubo di vetro, vuole esprimere l’attenzione verso l’ambiente, l’innovazione e l’umanità e accompagna i visitatori verso la biozona dell’agricoltura moldava, dove si possono conoscere le tradizioni, il cibo e il vino tipici del Paese.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità L’elemento centrale del Padiglione è il fiore solare posto al di sopra del grande cubo di vetro, un’installazione di specchi costituita da migliaia di sfaccettature che raccolgono e riflettono la luce solare riproiettandola in migliaia di punti luminosi. Altri elementi di forte suggestione sono il planetario di costellazioni che i visitatori incontrano entrando nel Padiglione e il megaschermo da cui si può vedere il film "JOC". Il film, realizzato appositamente per Expo Milano 2015 da Pavel Braila, racconta del leggendario gruppo JOC, il più antico e famoso gruppo di danza popolare della Moldova che, nato nel 1945, ha realizzato nel corso degli anni più di settemila spettacoli in tutto il mondo. La Moldova è un piccolo Paese nell’Europa orientale. Il suolo ricco e il clima continentale temperato, con estati calde e inverni miti, hanno reso il Paese una delle regioni agricole più produttive fin dai tempi antichi, e uno dei principali fornitori di prodotti agricoli del sud-est Europeo. Il terreno fertile della Moldova produce frutta, verdure, carne e prodotti derivati dal grano. Una delle più importanti attività del Paese è la produzione di vino, per il quale la Moldova è conosciuta ben oltre i suoi confini. Per molti anni la produzione di vino è stata la principale fonte di occupazione per la popolazione moldava. Innovazione e sostenibilità Il tema scelto dalla Moldova si concentra sul sole - la fonte primaria e fondamentale di luce ed energia - portatore di calore, vivacità e ossigeno; il sole come cibo per il corpo e per l'anima. "Splenda la Luce" è il nome dell'installazione principale del padiglione. Visibile da lontano, si basa sull’energia solare e diffonde la sua pura "pioggia di luce" all’interno e all’esterno del padiglione. Il messaggio che la Moldova vuole trasmettere con il suo padiglione è che l'energia di cui abbiamo bisogno è ovunque; dobbiamo di imparare a utilizzarla in modo consapevole. La principale fonte di energia in Moldova è il sole, che è presente tutto l'anno e che contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo dell'agricoltura biologica moldava. Il sole, inoltre, “ricarica” il popolo moldavo con energia e forza. L'obiettivo principale del Padiglione moldavo a Expo Milano 2015 è promuovere un approccio ecologico in tutto ciò che facciamo: come ci nutriamo, come otteniamo l'energia, il modo in cui viaggiamo e come viviamo. Il tema si rispecchia in tutti gli elementi del padiglione moldavo, come l'installazione ad energia solare, le proiezioni di film, le installazioni al neon. Dal design ispirato al tema solare, che vuole incoraggiare le persone a tornare alle fonti primarie di energia per ottenere ciò di cui hanno bisogno senza produrre inquinamento, fino all’esposizione interna che rappresenta una fonte di "cibo per la mente", il padiglione presenta la Moldova come una terra piena di energia positiva Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

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Padiglione Olanda Expo Milano 2015 Scheda n.17

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Sintecna Team Progettuale: Consuelo Orza, Paolo Napoli, Walter Ceretto; Massimo Rapetti (consulente al progetto impiantistico) Impresa: Tecno Appalti srl Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Una intera struttura in acciaio montata a secco. Un sistema di fondazioni completamente in acciaio, smontabile e recuperabile al 100%. Una costruzione sostenibile, destinata a divenire uno spazio espositivo post Expo 2015. E’ l’identikit, delineato dalla Fondazione Promozione Acciaio, del futuristico padiglione New Holland a Expo 2015. Leader mondiale della meccanizzazione agricola, New Holland Agriculture ha voluto delineare, in questo padiglione, il presente e il futuro dell’agricoltura, all’insegna dell’equità, della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, secondo un concept ispirato alla strategia Clean Energy Leader e al progetto Energy Independent Farm, basato sull’autosufficienza energetica delle aziende agricole. Per poter rendere in maniera efficace una tale complessità di temi trasversali, è stato necessario progettare una struttura con un forte impatto visivo ed emozionale, che rispettasse

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità però contemporaneamente anche i requisiti di temporaneità: concluso Expo, infatti, il padiglione verrà smontato, interamente recuperato e ricostruito in una nuova location come un innovativo spazio espositivo rappresentativo dei concetti di riciclo e sostenibilità. L’analisi delle necessità ha portato ad una soluzione molto innovativa dal punto di vista concettuale e architettonico: sulla copertura del padiglione è infatti stato realizzato un ampio campo agricolo, che ospita il marchio dell’azienda e un modello di trattore alimentato a biometano. Una scalinata conduce direttamente sul tetto, proprio nei pressi del trattore, mentre una scala a chiocciola collocata più in basso accompagna i visitatori a scoprire le più recenti ricerche, i prodotti e le innovazioni dell’agricoltura sostenibile sviluppati da New Holland, interagendo con una fattoria virtuale sostenibile e con i grandi macchinari agricoli. Innovazione e sostenibilità Il padiglione New Holland, nel suo concept di fattoria didattica innovativa, insiste sul concetto di sostenibilità e di riciclo. La metodologia costruttiva doveva risultare perfettamente in linea con tale filosofia. Questo è il motivo per cui si è deciso di realizzare anche le fondamenta in acciaio con profilati HEA e piastre, anziché con elementi in calcestruzzo gettato in opera, che tra l’altro sarebbe stato impossibile riciclare dopo la manifestazione. Il graticcio di travi in acciaio è stato posizionato direttamente su un cassonetto di terreno opportunamente compattato e l’intero sistema delle fondazioni verrà smontato e completamente riutilizzato, esattamente come tutta la struttura, una volta finito Expo. Sul piano della tecnologia costruttiva, il progettista ha optato per una costruzione interamente in carpenteria metallica. Tenendo conto dell’esigenza di disassemblare il padiglione, in ottobre, per facilitare le operazioni di smontaggio e per poter recuperare tutto il materiale azzerando praticamente la produzione di rifiuti, si è deciso di realizzare il padiglione con tecnologia a secco. La scelta dell’acciaio è stata quindi una naturale conseguenza. Un altro requisito di cui si è dovuto tener conto era la necessità del committente di disporre, nella sala principale, di ampie superfici senza soluzione di continuità, dove poter esporre macchinari di grossa stazza. La leggerezza delle travi di copertura in acciaio impiegate che consentono, in questo progetto, grandi luci fino a 17 metri nella zona centrale, combinata con la loro elevata resistenza, ha fornito risposte efficaci a questo tipo di requisito. Anche i solai, realizzati in lamiera grecata, sono privi di getto di calcestruzzo e si cammina direttamente sulla lamiera grecata, utilizzando altre lamiere collocate appositamente per rendere liscia la superficie di appoggio. Sono stati costruiti in acciaio, per un totale di 80 tonnellate di acciaio strutturale: •Fondazioni concepite interamente con strutture in acciaio nell’ottica di un totale riciclo post EXPO •Coperture in travi composte saldate e forate di altezza pari a 720mm • Tutte le strutture: travi, profili tubolari e lamiere grecate, sono assemblate a secco per agevolare le operazioni di smontaggio e non produrre rifiuti Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Quatar Expo Milano 2015 Scheda n. 18

Fonte foto: sito internet infobuild energia Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Innovazione e sostenibilità Il Qatar è un paese caratterizzato da un clima prettamente desertico. E' fatto di lunghe distese di sabbia e di dune, e gli abitanti cercano da sempre approcci creativi per affrontare le sfide legate alla mancanza di cibo e di acqua. Per l’approvvigionamento idrico il Paese ha investito sulla desalinizzazione dell’acqua del mare, mentre per l’approvvigionamento alimentare si è affidato quasi esclusivamente sulle importazioni. A Expo Milano 2015 il Qatar vuole mostrare il suo impegno per garantire un cibo sicuro, sano e conveniente. Dalle serre alla tavola, dai laboratori scientifici allo sport il Paese è impegnato a seminare sostenibilità, ovvero a garantire un cibo sano, sicuro e conveniente, attraverso soluzioni che siano socialmente, economicamente e ecologicamente sostenibili. Il Qatar è impegnato nella costruzione di una cultura del “vivere sano” attraverso la promozione dello sport e la ricerca scientifica per la gestione responsabile dell’acqua e delle preziose risorse della sua terra. Il padiglione del Qatar mette in mostra le tecnologie più moderne in un’esperienza olistica,interattiva e informativa: si crea così un’oasi di innovazione, invenzione, energia, industria e tecnologie verdi. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

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Padiglione Regno Unito Expo Milano 2015 Scheda n. 19

Fonte foto: sito internet il post.it Progettisti: Wolfgang Buttress Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il padiglione del Regno Unito è tra quelli che sta avendo più successo a Expo: rappresenta un enorme alveare ed è stato progettato dall’artista inglese Wolfgang Buttress. Si trova più o meno a metà lungo il Decumano, appena prima dell’incrocio con il Cardo ed è tra il padiglione Kinder e quello dell’Ungheria. Entrando nel padiglione si passa attraverso un breve labirinto di pareti di legno bucherellate, su cui sono appese alcune immagini che spiegano la ricerca scientifica e tecnologica su cui è basato il progetto britannico: è stata sviluppata dal fisico Martin Bencsik tramite un monitoraggio degli alveari, per cercare di trovare una soluzione di abitazione sostenibile per il futuro partendo dall’importanza nell’ecosistema proprio degli alveari. Guardando dentro i buchi della parete di legno si può vedere un breve filmato che spiega il funzionamento del progetto. I visitatori entrano poi nella struttura in acciaio, dove l’esperienza è resa più realistica da alcuni effetti audiovisivi che riproducono il ronzio delle api. All’interno c’è anche una cupola di vetro e moltissime luci a LED che la sera si illuminano creando l’impressione di stare dentro a una sfera luminosa. Al primo piano, dove si entra nell’alveare vero e proprio, c’è un ristorante che serve piatti tipici come la colazione con uova, bacon e fagioli, il salmone scozzese, il manzo inglese e ovviamente una selezione di tè. Si tengono al padiglione anche una serie di eventi, come l’esposizione fotografica curata dal Natural History Museum dedicata alla flora e alla fauna selvatiche, mentre il British Council organizza un concorso per la crescita dei talenti scientifici

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Innovazione e sostenibilità Il padiglione progettato da Buttress è stato creato con ‘aiuto dell’ingegnere strutturista Tristan Simmons ed è stato costruito dalla società Stage One: è formato da una struttura di acciaio che vuole ricordare la forma degli alveari costruiti in natura dalle api mellifere (quelle che producono il miele). Sono 170mila pezzi diversi a formare il padiglione, e sono stati trasportati dal Regno Unito in Italia separatamente, per poi essere assemblati a Expo. L’area sui cui sorge il padiglione è circondata da un prato verde fiorito, per ricreare l’ambientazione dove si possono trovare le api. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ilpost.it, settembre 2015

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Padiglione Russia Expo Milano 2015 Scheda n. 20

Fonte foto: sito internet russia2015.com Progettisti: studio Speech da Sergey Choban, Alexey Ilyin e Marina Kuznetskaya Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

La Federazione Russa partecipa regolarmente e promuove la discussione sulla qualità e la disponibilità di cibo per la popolazione del proprio Paese e del mondo. Come Paese tra i più influenti nel mercato internazionale dei prodotti agricoli, la Russia ha un potenziale unico nel poter garantire alimentazione di qualità a ogni abitante del pianeta. A Expo Milano 2015 il Padiglione Russia illustra le dimensioni del proprio Paese in termini di produzione agricola. Le riserve idriche e le terre arabili, i grandi scienziati russi e il loro contributo, la varietà di cucine e tradizioni dei popoli della Russia: tutto questo viene presentato in maniera fruibile e divertente, includendo percorsi interattivi e degustazioni di cibi e bevande. Innovazione e sostenibilità Il concetto architettonico del padiglione è stato creato nello studio Speech da Sergey Choban (“Federation Tower” a Mosca, “Casa Acquario” a Berlino, “Neva Hall” a San Pietroburgo), Alexey Ilyin e Marina Kuznetskaya. Il padiglione di Expo 2015 continua la tradizione dei migliori padiglioni della Russia e dell'epoca sovietica, vincitori di svariati premi a Expo (in particolare per la progettazione architettonica). Come un fulmine, il padiglione rappresenta il movimento e l'aspirazione verso l'alto. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet russia2015.com, settembre 2015

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Padiglione Santa Sede Expo Milano 2015 Scheda n. 21

Fonte foto: sito internet ingegneri.info

Progettisti: Quattroassociati Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Attraverso il suo padiglione a Expo 2015, che si sviluppa su un’area complessiva di 747 metri quadrati, la Santa Sede vuole offrire ai visitatori uno spazio di riflessione attorno alle problematiche che ancora oggi sono connesse all’alimentazione e all’accesso al cibo. Il tema della partecipazione della Santa Sede a Expo 2015 è “Non solo Pane. Alla tavola di Dio con gli uomini” che ha l’obiettivo di concentrare l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica dell’operazione del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che essa racchiude. Il padiglione della Santa Sede a Expo 2015 raffigura il cibo si raffigura quindi non solo come nutrimento per il corpo, ma come gesto del nutrire che diventa pasto e convivium, momento di incontro e di comunione, di educazione e di crescita. Tutto ciò in netta contrapposizione con quella “cultura dello scarto”, che sempre di più oggi influenza la nostra società generando iniquità e situazioni di povertà che rappresentano delle vere e proprie piaghe. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ingegneri.info, settembre 2015

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Padiglione Spagna Expo Milano 2015 Scheda n. 22

Fonte foto: sito internet expo2015

Progettisti: studio B720 Arquitectos guidato da Fermín Vázquez Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015 la Spagna vuole contribuire allo sviluppo del Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la vita concentrandosi su alcuni aspetti chiave come: l’ esperienza nel campo della produzione e distribuzione di alimenti di base; i benefici del proprio modello alimentare frutto dell’incontro fra tradizione e innovazione; la relazione esistente fra paesaggio, produzione di cibo e cucina nell’ambito dello sviluppo di modelli di turismo alternativo; il contributo apportato verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. I segreti del successo della filiera alimentare spagnola sono la combinazione fra tradizione e innovazione, il miglioramento nei processi distributivi, la presenza di una grande varietà di paesaggi, zone climatiche ed ecosistemi. L’eterogeneità del territorio rappresenta la pietra angolare della ricchezza culinaria spagnola. Creatività e innovazione si ritrovano nell’alimentazione e nella gastronomia del Paese iberico. Lo sviluppo del settore alimentare si basa sui processi produttivi innovativi e sulla modernizzazione del settore commerciale. L’agricoltura sostenibile va interpretata come strumento di conservazione del territorio, del paesaggio e delle tradizioni: vi sono numerosi esempi di come questo approccio abbia consentito la coltivazione anche in aree aride, trasformate per esempio in rigogliosi frutteti. Il Padiglione della Spagna propone un Viaggio del sapore che inizia con una valigia di 5x4 metri, punto di partenza di un’installazione audiovisiva dell’artista catalano Antoni Miralda. Una volta oltrepassato il portico, 20 valigie proiettano altrettante proposte visive (ognuna dedicata a un

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità alimento). Miralda ha previsto che il viaggiatore/visitatore possa rispondere – in modo interattivo – a domande sull’alimentazione. La mostra Il linguaggio del sapore guida invece i visitatori nell’immaginazione culinaria di un cuoco attraverso i paesaggi e gli aspetti più rappresentativi della produzione agroalimentare. Innovazione e sostenibilità Il padiglione che si sviluppa su un lotto di di 2533 metri quadri, disegnato dallo studio B720 Arquitectos guidato da Fermín Vázquez, è aperto, accogliente, invitante. Spazi esterni e interni si compenetrano, con una prevalenza di zone all’aria aperta in cui ci si può rilassare tra il patio degli aranci (albero simbolo dell’identità iberica) il chiringuito e l’auditorium. L’idea della convivenza tra tradizione e innovazione prende corpo in due grandi caseggiati affiancati parallelamente, uno composto di strutture in legno e l’altro in acciaio, ognuno dei quali contiene prodotti, spazi espositivi e materiali illustrativi a tema. Data la sua natura transitoria, tutto è ispirato al concetto di architettura temporanea con l’impiego di materiali sostenibili e moduli prefabbricati, smontabili a fine manifestazione. Il messaggio unificante del “linguaggio del gusto” viene offerto ai visitatori in tre zone susseguenti - territorio, prodotti, gastronomia - attraverso diversi tipi di esperienze, come ad esempio l’uso di QR code e scenografie digitali, animazioni tematiche, aree in cui si cucina, giardini idroponici, negozi e un orto didattico. Infine, i visitatore possono gustare i piatti tipici della cucina iberica grazie a un tapas bar e a un ristorante Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet expo2015, settembre 2015

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Padiglione Svizzero Expo Milano 2015 Scheda n.23

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Netwerch GmbH Brugg Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il padiglione della Confederazione svizzera si estende su una superficie di 4.432 metri quadrati, coniugando elementi industriali e tradizione. Il progetto nasce da un’idea dello studio Netwerch GmbH Brugg. Mentre le torri, nella loro funzione di depositi, richiamano il mondo della tecnologia e delle macchine, la terrazza di legno e gli edifici con tetto a due spioventi alludono ai tradizionali paesini svizzeri. Gran parte del Padiglione svizzero prevede aree liberamente accessibili in cui i visitatori possono muoversi a loro piacimento ma è previsto un sistema di ticket per il percorso attraverso le torri di generi alimentari situate al centro. Arrivando dal Decumano, la maggior parte dei visitatori accede attraverso una rampa a una terrazza rialzata che ospita al suo centro un cortile all’interno del quale si ergono le quattro torri. Sulla terrazza si trovano la portineria, dove i visitatori possono munirsi del ticket per entrare nelle torri, un palcoscenico per i concerti e una trattoria con ristorante, negozio e lounge VIP nel sottotetto. Sulla piattaforma può essere visionata l’esposizione tematica con approfondimenti sui settori dei generi alimentari e dell’alimentazione in Svizzera.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Le torri rappresentano il cuore del Padiglione svizzero. I visitatori sono invitati a scoprire la Svizzera, la diversità dei prodotti e i valori, che sono alla base del successo del modello svizzero, attraverso un viaggio ludico nelle torri. La Svizzera vuole presentarsi a Expo 2015 come attore attivo, responsabile e solidale nel campo dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile. Il viaggio nelle torri segue questo filo conduttore sulla base della propria esperienza personale e offrire così lo spunto per una riflessione sulla disponibilità degli alimenti nel mondo e sullo sviluppo sostenibile lungo tutta la filiera alimentare. I visitatori potranno portare con sé o consumare le quantità di prodotto che desiderano. Saranno il comportamento di consumo e la responsabilità personale di ognuno a stabilire quanto resterà per chi viene dopo e per quanto tempo. La selezione dei prodotti nelle torri è stata fatta in base a questo obiettivo di fondo e in base a diversi criteri concreti, come la conservazione, la sostenibilità, le condizioni climatiche, la disponibilità, e il legame con il settore agro-alimentare svizzero. I quattro prodotti selezionati per le torri – l’acqua, il sale, il caffè e le mele – rappresentano una Svizzera sostenibile, responsabile, innovativa e fedele alle proprie tradizioni. Il caffè -proveniente dall’industria agro-alimentare svizzera – illustra molto bene la capacità d’innovazione e l’impegno del settore pubblico e privato volto a garantire la sostenibilità lungo tutta la filiera del caffè dalla pianta alla tazzina. Il caffè è diventato il principale prodotto alimentare d’esportazione, superando il cioccolato e il formaggio nel commercio estero. Le rondelle di mele – provenienti dai meli svizzeri di diverse qualità – rappresentano la biodiversità, la capacità di diversificazione e il ruolo fondamentale dell’agricoltura nella tutela del paesaggio e sono un elemento essenziale per una dieta sana e naturale. Il sale – proveniente dal sottosuolo svizzero – è un elemento essenziale nella nutrizione e nella produzione industriale. Questo elemento vitale permette di illustrare al grande pubblico le iniziative volte a ridurre il consumo di sale e promuovere la salute della popolazione e aumentare la qualità di vita. Innovazione e sostenibilità L’acqua è un elemento centrale del Padiglione svizzero. È il tema conduttore dell’esposizione della Città di Zurigo. I quattro Cantoni del Gottardo si presenteranno con un’esposizione legata all’acqua. L’acqua della torre proviene dalla falda freatica locale allacciata alla rete di distribuzione del Padiglione svizzero. I messaggi principali, che fanno riferimento alla torre dedicata al tema dell’acqua, sono incentrati sulla preziosità dell’acqua come risorsa e costituiscono la base di un dibattito aperto per garantire la sostenibilità nel campo dell’approvvigionamento idrico attraverso le iniziative del settore pubblico e privato. Basti pensare che 783 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienici. Una volta terminata l’esposizione universale, le torri saranno riutilizzate nelle città svizzere come serre urbane. Il 75 per cento del materiale utilizzato nel Padiglione svizzero e nelle sue infrastrutture potrà essere recuperato alla fine dell’evento. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Padiglione Thailandia Expo Milano 2015 Scheda n. 24

Fonte foto: sito internet ingegneri.info

Progettisti: OBA (The Office of Bangkok Architects) Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Il Padiglione si sviluppa per circa 100 m con una larghezza di 30 m; l’edificio principale ha una lunghezza di 40 m e si trova circa 60 m arretrato rispetto al Decumano Agricoltura, cucina e sostenibilità sono i contenuti declinati negli spazi interni che raccontano un’economia agricola tesa alla sostenibilità e le altissime tecnologie sviluppate per la conservazione degli alimenti. Naga è il simbolo del serpente che accoglie i visitatori e rappresenta l’acqua, elemento importante nella vita quotidiana dei thailandesi. Attraversando la passerella di ingresso verso l’edificio principale i visitatori avranno la sensazione di galleggiare sopra al paesaggio, costituito da campi di riso e zone d’acqua. Innovazione e sostenibilità Realizzato in Joint Venture con la Cmb di Carpi, il padiglione della Thailandia si estende su una superficie di 2.947 metri quadri e riprende nella forma il “Ngob”, tradizionale cappello dei coltivatori di riso tailandesi, simbolo del sapere contadino e della saggezza locale: diventa l’elemento simbolo dell’opera, con struttura in acciaio e pannelli in legno lamellare. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ingegneri.info, settembre 2015

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Padiglione Vietnam Expo Milano 2015 Scheda n. 25

Fonte foto: sito internet infobuild energia Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Innovazione e sostenibilità L’elemento acqua è il più importante al mondo per il nutrimento e la vita di tutti gli esseri viventi, ma in realtà soffre a causa di inquinamento, sprechi e sovrasfruttamento. Il loto è un fiore molto diffuso in Vietnam, cresce dal fango esprimendo una disarmante bellezza e ha la capacità di purificare l’acqua in cui prospera. Questa doppia immagine è stata scelta per veicolare il messaggio del Vietnam alla comunità internazionale riguardo al suo impegno di proteggere attivamente l’ambiente e le risorse idriche. Riso, caffè, pepe, frutta secca e frutti di mare sono i prodotti più esportati e vengono esibiti a Expo Milano 2015 in 887 metri quadri, in modo tale da dare il massimo risalto all’essenza della cucina vietnamita.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Video, grafici, cataloghi illustrativi ma anche oggetti d’arte, ceramiche e tre spettacoli al giorno sono gli strumenti scelti per condividere con tutti i Paesi partecipanti e i visitatori la ricca offerta culturale e alimentare del Vietnam, con particolare riguardo alla relazione di amicizia diplomatica stretta con l’Italia. Nello spazio commerciale si trovano, oltre a pezzi di artigianato in bambù, legno, porcellana, ceramica e tessuto, anche assaggi di famosi piatti e bevande, alcuni dei quali usano come ingrediente principale proprio il fiore di loto. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Padiglione Zero Expo Milano 2015 Scheda n.26

Fonte foto: sito internet infobuild Progettisti: Michele De Lucchi Team Progettuale: Progetto strutturale ed impiantistico: Milan Ingegneria srl, Progettazione definitiva ed esecutiva ITECO Italian Engineering Company srl Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Padiglione Zero è la primissima costruzione dell’area espositiva che si incontra provenendo dagli ingressi Ovest e, per questo motivo, riveste un forte ruolo di rappresentanza. Con un’impronta a terra di 7.500 mq, si sviluppa su pianta rettangolare di 124 x 60 m e raggiunge un’altezza massima di 26 m. Il complesso ospita dieci aree concettuali che introducono il visitatore al tema cardine di EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Innovazione e sostenibilità Dal punto di vista compositivo è caratterizzato dalla ripetizione e intersezione di otto coni aventi un diametro di base di 85 e 45 m e un’altezza di 26 e 22 m. Tali elementi sono organizzati attorno a un patio scoperto e il muro perimetrale seziona le geometrie evidenziandone i rilievi. Le coperture ondulate, simili ad una successione di paesaggi collinari, sono rivestite in tavolati di abete, poggianti sulle strutture portanti in acciaio e disposti orizzontalmente come a riprendere le curve di livello. Ciascuna collina è sorretta da travi reticolari in acciaio zincato disposte a raggiera, costituite da profili laminati di dimensioni variabili in funzione della luce e dei carichi.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Sono inoltre metalliche e anch’esse zincate a caldo, in profili tubolari circolari, le colonne che sostengono le travature reticolari di copertura. Trattandosi di una struttura temporanea destinata ad essere smantellata, la scelta dell’acciaio, materiale riciclabile per eccellenza, è lungimirante anche nell’ottica di riduzione dell’impatto ambientale e del riutilizzo post evento. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild, settembre 2015

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Padiglioni Cluster Expo Milano 2015 Scheda n. 27

Fonte foto: sito internet infobuild energia

Progettisti: Sering s.r.l. Expo 2015 S.p.A., Politecnico di Milano e Cluster Project Working Groups (Cluster International Workshop, 2012) Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

I padiglioni Cluster dedicati a Bio-Mediterraneo, Isole, Zone Aride e a Cereali e Tuberi, sono tra gli elementi più caratteristici di Expo Milano 2015. Si tratta di spazi espositivi che raggruppano numerosi Paesi che non hanno la possibilità di allestire un proprio padiglione “Self Built” all’interno di un unico e innovativo progetto architettonico. Grazie alla forte competenza e professionalità nei propri settori strategici il Gruppo Rubner è riuscito ad ottenere questo prestigioso risultato, costruendo 43 padiglioni in tempo record! Il 4 settembre 2014, in soli 2 mesi, le strutture in legno erano già state montate, grazie alla stretta collaborazione delle due aziende fiore all’occhiello del Gruppo Rubner: Rubner Objektbau e Rubner Holzbau. Rubner Objektbau responsabile del progetto, ha realizzatogli edifici finiti “chiavi in mano” (inclusi: strutture, impianti, finiture, ecc.) e questi sono a disposizione dei Paesi espositori. Ogni spazio è costruito in modo personalizzato e caratterizzato da tratti distintivi tipici delle zone del mondo che rappresenta, e da un’area comune dalle molteplici funzioni.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Il Cluster del Bio-Mediterraneo raggruppa i Paesi che si affacciano sul mare Nostrum: Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Serbia, Malta, Montenegro, Tunisia e San Marino. Il Cluster dell’Alimentazione e Nutrizione nelle Zone Aride ospita quei Paesi che affrontano i problemi della desertificazione e del clima arido. Tra i Paesi che rientrano in quest’area, l’Eritrea, i territori Palestinesi, la Mauritania e il Senegal. Il Cluster dedicato a “Isole, Mare e Cibo” raggruppa tutti i piccoli Paesi che occupano isole o arcipelaghi accomunati da ecosistemi legati all’Oceano e da una dieta basata sullo sfruttamento sostenibile delle risorse marine come Capo Verde, Maldive, Isole Comore e i Paesi caraibici. Infine, il Cluster dei “Cereali e Tuberi” è la rappresentazione di una valle dedicata a un itinerario tra i cereali e i tuberi del mondo. Tra i Paesi che racconteranno la propria economia agricola Bolivia, Haiti, Mozambico, Togo, Congo e Zimbabwe Innovazione e sostenibilità Per i Padiglioni in legno sono stati prodotti: •1.410 m3 di legno lamellare •6.000 m2 di pannelli di copertura •18.000 m2 di pannelli di pareti •5.050 m2 di solai in X-Lam Altri dati inerenti il progetto: •700 tonnellate di acciaio lavorato •18.500 m2 rivestimenti di facciata •17 Km di cavi per impianti elettrici sono stati posati nel vespaio aerato della platea di fondazione dei nostri padiglioni Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet infobuild energia, settembre 2015

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità

Osservatorio Innovazione e sostenibilità

Sezione Abitare Sostenibile Scheda Milano Expò 2015

a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani

Padiglione Enel Expo Milano 2015 Scheda n. 28

Fonte foto: sito internet ingegneri.info

Progettisti: Piuarch, Francesco Fresa, Germàn Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario, team: Gianni Mollo, Marco Dragoni, Davide Fascione, Enrico Pellegrini, Jenny Spagnolatti, Gianluca Iannotta, Alessandro Leanti, Santiago Trujillo, Anna Zauli. Progetto Impiantistico (MEP): ESA Engineering team: Francesco Gori, Laura Cocchini, Laura Razzolini, Claudia Iacopo Progetto Strutture: FV Progetti team: Filippo Valaperta, Sabina Franco, Orlando Briccola Progettazione Verde: Cornelius Gavril Computi metrici, specifiche tecniche e sicurezza: GAD Studio team: Paolo D’Adda, Luca Cedrelli, Vittorio Grechi Cronologia: - progetto: 2014 - realizzazione: 2015

Descrizione

Innovazione e sostenibilità Piuarch ha progettato il padiglione speciale dell’Enel, official partner dell’evento. Scopo del padiglione è documentare un esempio innovativo di smart grid per l’ottimizzazione della distribuzione dell’energia, rendendo concreto al visitatore cosa vuol dire basare le città del futuro su ‘modelli intelligenti’ energetici. Era necessario, da parte di Piuarch, trovare un modo per trasferire il concetto di “condivisione dell’energia” in un tema architettonico. Non attraverso un “edificio-contenitore”, ma piuttosto con la creazione di un volume virtuale: un luogo generato da una griglia sulla quale s’innestano 650 vettori in policarbonato. La distribuzione di questi elementi verticali, illuminati e in costante divenire, definisce il volume che ingloba al proprio interno una serie di altri volumi e corti verdi.

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Centro studi Innovazione e Sostenibilità Affacciato sul decumano, il padiglione Enel occupa una superficie di 900 mq. La matrice iniziale del progetto è, come detto, proprio la rete intelligente che Enel ha realizzato per alimentare il sito di Expo. L’elemento di base, sia concettuale che strutturale dello spazio è infatti costituito dalla griglia, ben visibile a terra. E’ proprio la griglia che – attraverso una rete realizzata con elementi metallici contenenti la distribuzione dell’elettricità e il flusso dei dati – trasmette l’idea di condivisione dell’energia. Questa rete si sviluppa a filo del pavimento e conferisce al sistema una geometria ondeggiante. Sulla rete s’innestano i vettori che rappresentano le terminazioni nervose del sistema. Realizzati con tubi in policarbonato trasparente del diametro di 150 mm e di altezze variabili tra 5,30 e 7 metri, i vettori generano un bosco virtuale illuminato attraverso una serie di lampade a Led collocate sulla griglia. Fondamentale per il concept è il meccanismo interattivo che si innesca tra ambiente e visitatore. La percezione del ‘volume virtuale’ si modifica infatti continuamente in relazione al punto di osservazione e al movimento delle persone: la sovrapposizione, allineamento e disallineamento degli elementi verticali, produce infatti un continuo mutamento della percezione che i visitatori avranno dello spazio. Il progetto propone anche un aspetto ludico che permette al visitatore d’inoltrarsi liberamente nel “bosco” e di interagire con i vettori attraverso inaspettate situazioni luminose e sonore. Il verde in particolare svolge un ruolo importante nell’arricchire l’esperienza di visita; sia nelle tre corti densamente alberate che nelle superfici che circondano il padiglione sono impiegate una grande varietà di piante ed essenze che appartengono al “giardino mediterraneo”. Ricche di fioriture, colorate e prolungate, sono pensate per adattarsi al succedersi delle stagioni esprimendo per tutta la durata di Expo il proprio messaggio. Un passaggio sopraelevato costituisce il percorso esperienziale dinamico che conduce il visitatore sia attraverso il bosco virtuale che quello naturale. Le folte corti verdi rendono il tema della sostenibilità il cuore pulsante del sistema. Il camminamento è realizzato con una passerella in legno coperta da una pensilina in vetro serigrafato che protegge dalla pioggia e crea uno spazio ombreggiato, potenziato dall’azione evocativa di un impianto di nebulizzazione. Lungo tutto il percorso scorre un nastro informativo e interattivo che conduce i visitatori all’interno del bosco virtuale. Centro nevralgico e gestionale dell’intero ecosistema è la Control Room. Questo ambiente specchiato è immerso nel bosco virtuale e permette al visitatore di capire – tramite filmati e contenuti interattivi – come funziona l’intero sistema intelligente. Il tutto è arricchito da una macchina scenica composta da elementi cinetici specchiati che riprendono la trama della rete anche all’interno della control room. Un secondo volume vetrato ospita uno showroom e uno spazio di rappresentanza che si affacciano da una parte sul bosco virtuale e dall’altra su un terrazzo. Le superfici vetrate sono trattate con diversi gradi di trasparenza e di riflessione, smaterializzando le masse. Il sistema è alimentato da energia ricavata da pannelli fotovoltaici posti sui volumi del padiglione. Fonte: Osservatorio innovazione e sostenibilità. Sezione Abitare Sostenibile, su dati sito internet ingegneri.info, settembre 2015