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EXPO 2015 - Nutrire, Potenziare, Curare - Il
futuro della Salute Mentale
Milano 19-20 giugno 2015
«Fare Rete in Psichiatria»Il Case Manager nel percorso della presa in carico
del paziente grave nel Servizi di Salute Mentale
18/06/2015AFD Cesare Moro, DSM A.O Treviglio, UOP 17
Riferimenti normativi
• Piano Regionale Salute Mentale 2004-2007;
• Il Piano Nazionale di Azioni per la Salute
Mentale (PANSM) del 24 gennaio 2013;
• Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome del 31 Ottobre 2014: Proposta di accordo
Stato-Regioni sulla definizione dei percorsi di cura da attivare
nei Dipartimenti di Salute Mentale per i disturbi schizofrenici, i
disturbi dell’umore e i disturbi gravi di personalità.
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Azioni condivise dai documenti
• Definire percorsi clinici a livello territoriale per
differenziare l’offerta di cura nei servizi dei DSM in
relazione al bisogno dell’utente;
• Definizione di PDTA per la «presa in carico» del
paziente grave;
• Definizione ed attivazione di un Piano di
Trattamento Individuale (PTI);
• Individuazione di un referente del percorso di cura
«Case Manager».18/06/2015AFD Cesare Moro, DSM A.O Treviglio, UOP 17
PANSM 2013:
modelli clinico-organizzativi atti a
governare il processo assistenziale
la presa in carico: percorso di trattamento integrato per gli utenti che presentano bisogni complessi e necessitano di una valutazione multidimensionale e intervento di diversi profili professionali. Il percorso clinico di “presa in carico” prevede la definizione di un Piano di Trattamento Individuale per il singolo utente e - a seconda dei bisogni individuati – richiede l’identificazione del “case manager” e la ricerca e il recupero del rapporto con gli utenti “persi di vista”, oltre a una maggiore attenzione alle famiglie nell’ambito dei programmi di cura e lo sviluppo di programmi di prevenzione in collaborazione con gli Enti locali e con la scuola.
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La presa in carico
«Atto di responsabilità, competenza e professionalità
nell’affiancare la persona assistita nella sua esperienza di malattia,
orientato al recupero, laddove possibile, della condizione di salute
e, laddove non lo sia, verso una qualità di vita e di morte che
rispecchi la sua identità e il suo principio di
autodeterminazione. Questo, mediante l’espressione e la messa in
campo di tutte le peculiarità del professionista e della professione
da egli svolta, siano esse tecniche, intellettuali, relazionali o
“fantasiose.”»
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IL CASE MANAGEMENT
Il case management è un processo integrato finalizzato ad individuare i bisogni delle persone e soddisfarli con le risorse disponibili, partendo dal riconoscimento del principio fondante di unicità e complessità di ogni individuo e del suo diritto di essere protagonista del proprio percorso di cura.
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IL CASE MANAGEMENT
La persona diventa, quindi, protagonista del percorso di cura attraverso tre elementi fondamentali:
• l’informazione chiara, corretta, realistica e fruibile al soggetto ed ai suoi familiari (PTI);
• lo sviluppo di una rete di servizi efficiente ed efficace;
• l’attribuzione ad un operatore del ruolo chiave che porta ad una nuova responsabilità di gestione decentralizzata.
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Il Case Manager
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Il Case Manager
A questa figura vengono affidate le funzioni di pianificazione
degli interventi nel modo più efficiente ed efficace possibile,
cercando di garantire l’erogazione di un'assistenza di qualità
per il soggetto e una diminuzione dei tempi di
degenza/assistenza con conseguente contenimento dei costi a
vantaggio dell'azienda.
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Il Case Manager
• E’ un professionista che gestisce uno o più casi a lui affidati
con un percorso predefinito in un contesto spazio-temporale
definito;
• Opera all’interno di un’equipe che mette in moto il processo
di case management (pianificazione, attuazione, valutazione
interventi)
• Un operatore di rete che facilità il percorso di cura e l’attivazione delle risorse e dei supporti a sostegno del progetto del paziente
• il CM deve essere agente di empowerment (utenti, reti e comunità)
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Cosa è una rete
La rete è raggruppamento di individui, organizzazioni o agenzie
organizzate su base non-gerarchica intorno a problemi o
obiettivi comuni, che sono alimentate in modo proattivo e
fondate su impegno (commitment) e fiducia (trust) (WHO,
1998).
Le reti sono modelli/assetti (arrangements) multiorganizzativi
per risolvere problemi che non possono essere risolti, o non
possono esserlo con facilità, da singole organizzazioni
(Agranoff R. e McGuire M., 2001).
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Come opera il case manager all’interno
della rete?Dimensione:
• Clinica: accompagnamento dell'utente nel percorso di cura ,
monitoraggio del Progetto Terapeutico Individualizzato (PTI)
, Advocay
• Manageriale: integrazione assistenziale e coordinamento
dell'assistenza, continuità assistenziale, mobilizzazione della
rete interna ed esterna al Servizio
• Finanziaria: economicità, appropriatezza, efficacia,
efficienza degli interventi, contenimento dei costi
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Funzione di continuità ed integrazione
assistenziale e coordinamento
dei servizi coinvolti nel percorso di cura attraverso
una migliore conoscenza dei servizi per favorirne
l’accesso, per superare la frammentarietà e dare
maggiore coerenza agli interventi, per una migliore
organizzazione del lavoro.
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Cosa genera una rete efficace?
Condivisione di identità e obiettivi (senso di
appartenenza);
Individuazione precoce dei temi importanti e degli
obiettivi pressanti;
Risposte ai bisogni dei partecipanti;
Relazioni e legami forti (fiducia e impegno);
Generare output utili ed utilizzabili (per altri membri
della rete).
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Funzione di advocacy
cioè di sguardo terzo fra la coppia, spesso problematica,
utente-servizio, mettendo in condizione l’assistito di scegliere
per sé il meglio disponibile.
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Funzione di advocay
• …l’azione del parlare a sostegno delle preoccupazioni o dei
bisogni dell’uomo.
• Quando le persone sono in grado di parlare per sé l’advocacy
è finalizzata ad assicurarsi che vengano ascoltate;
• Quando hanno difficoltà ad esprimersi, l’advocacy si
propone di aiutarle;
• Quando infine non sono in grado di farlo per nulla, significa
sostituirsi e parlare per loro conto
(Herbert 1989)
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Responsabilità
• Che deriva dal proprio ruolo e profilo professionale;
• “responsabilità tecnica” che parte dall’analisi dei bisogni del paziente….
• Che tiene conto di job description della propria struttura;
• Responsabilità formalizzata in termini di azioni e attese dei risultati.
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INSIEME…
In ultimo, ma componente basilare per la riuscita del contratto, il CM deve coinvolgere la persona nel processo di cura, intervenire solo con il suo consenso, porre obiettivi chiari e comuni per creare una relazione positiva dove la partnership diventi un camminare insieme verso un obiettivo comune che la persona assistita non percepisca come imposizione o dovere, ma opportunità di reale integrazione nella comunità.
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…non voglio scendere più…
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Le parole giuste …abbracciano, proteggono, aiutano