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ANNO IV Numero 11 - Luglio 2008 EXIT HOME

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ANNO IV Numero 11 - Luglio 2008

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Anno IV n° 11 - Luglio 2008

STYLUSPubblicazione quadrimestraleAutorizzazione n°5780 del 14/05/2004del Tribunale di Torino

Direttore responsabileMauro Bossola

Direttore editorialeSalvatore Taormina

Hanno collaboratoPER I TESTI:Dario ScanuFelice MinolettiPaolo MoiselloSalvatore TaorminaSusanna Ponti

PER LE IMMAGINI:Paolo Moisello

FOTOGRAFIE:Fabiano Paolo

AmministrazioneDirezione e RedazioneC/o FABIVia Guarini, 4 10123 TorinoTel. 011 5611153Fax 011 540096Sito internet: www.fabintesasanpaolo.ite-mail: [email protected]

[email protected]

“I NUOVI SCHIAVI”

Il GrilloPARLANTE

13LONDRA... PIOVOSA E

AFFASCINANTE LONDRA

LiberaMENTE

10

INTESA SANPAOLO

Sommario

3L’IMPORTANZA DI ESSERCI

a cura di Salvatore Taormina

Editoriale

4IL COORDINAMENTO

NAZIONALE SI È RIUNITO A CERVIA

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B A N C H E E F U M E T T Ia cura di Paolo Moisello

PostaL’angolo della 15

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Cari amici e colleghi, siamoancora qui, con la nuova ver-sione “Web”. L’impatto è stato

positivo, francamente ero ansioso dellerisultanze che invece sono state moltobuone e ottimistiche per il futuro diquesto giornale tanto gradito ai colle-ghi. Lo dimostra un angolo della postasempre “vivo” e soprattutto attuale,dove ci si confronta con i problemi piùsentiti dei lavoratori. Certo che così èpiù difficile catturare l’attenzione e ilcoinvolgimento dei colleghi, ma que-sto fa parte del cosiddetto “ mestiere “di chi porta avanti questo giornale. Il sottoscritto insieme ai suoi collabo-ratori pensano di esserci riusciti. In questo numero mi permetto disegnalarVi, su tutti, il resoconto (esoprattutto una mozione finale inte-ressantissima che riassume la veraanima di questo sindacato mai domo)del Coordinamento Nazionalesvoltosi a Cervia dove le migliori animedella Fabi Intesa Sanpaolo hanno potutodiscutere e confrontarsi sui problemi orga-nizzativi e operativi della nostra grandeorganizzazione e sulle linee di interventofuture atte a salvaguardare i diritti deilavoratori. Tutto il numero è comunque

di sicuro interesse, su cui spic-cano l’articolo di Moise e tuttala parte chiamiamola “Più leg-gera” della rubrica“Liberamente” ma a voi –come al solito – il respon-so finale, su questo giorna-le che ha la pretesa el’obiettivo di essere diversodagli altri perché vuolearrivare con semplicitàa essere rappresentati-vo del pensiero dellagente comune; ma viassicuro che tutto questonon è per nulla facile.Personalmente sono contento diessere ancora qui in mezzo a voia dibattere e a confrontarmi conil “Sentiment” della gente comu-ne, dei lavoratori che trovano unmomento per leggere un giornalecome Stylus che vuole arrivare alcuore della gente, ma anche fare datramite del pensiero della base neiconfronti dei vertici sia sindacali cheaziendali. Ecco spiegata l’importanza diesserci, piano piano, magari in punta dipiedi, ma con la consapevolezzache un piccolo giornale possa

ancora fare la differenza special-mente se questo lo si riesce a fareinsieme grazie anche ai vostrisuggerimenti. Ora permettetevi diaugurarvi a tutti buone vacanze, unmomento di stacco ci vuole per tutti epoi ricordiamoci che la vita non è sololavoro. Alla prossima, sindacalmenteparlando ci aspetta un bel autunno.

ditorialea cura di Salvatore TaorminaEDITORIALE

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LIBERAMENTE

L’ANGOLO DELLA POSTA

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L’IMPORTANZA DI ESSERCI

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CONGRESSI & CONVEGNIa cura di Felice Minoletti

Il Coordinamento Nazionale si èriunito a Cervia il 12 maggio2008, i lavori si sono svolti per

tre giorni in un clima generale diconfronto sereno e costruttivo, e hanno beneficiato di una significa-tiva presenza della Segreteria

Nazionale con Enrico Gavarini, Se-gretario Generale; i Segretari Gene-rali Aggiunti Mauro Bossola e Lan-do Sileoni e i Segretari NazionaliMatteo Valenti e Valerio Poloni.Lando Sileoni, ha portato un sa-luto carico di spunti interessanti

che ci ha fatto riflettere sulla situa-zione generale partendo dai proble-mi della nostra Società per arriva-re al nostro modo di fare sindaca-to nel quotidiano.La relazione della Segreteria è stataillustrata da Angela Rosso, che rin-

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■ Enrico Gavarini Segretario Generale

■ Lando Sileoni Segretario Generale Aggiunto ■ Mauro Bossola Segretario Generale Aggiunto

IL COORDINAMENTO NAZIONALE SI È RIUNITO A CERVIA

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graziamo per la passione che infon-de nel suo lavoro che traspare ine-vitabilmente dalla sua esposizione.Si parte da un’analisi globale delmercato per poi analizzarne le rica-dute sul nostro Paese e nella nostraAzienda. Vengono ripresi gli argo-menti delle trattative ancora incorso ed esplicitata con forza lalinea che da sempre guida la nostraOrganizzazione: “la centralità deilavoratori”. Le conclusioni nonpotevano che tradursi nel rinnovato

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■ Gianpaolo Gobbo

■ Giuseppe Milazzo ■ Angela Rosso

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■ Gianni Donati

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■ Felice Minoletti

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impegno della FABI ad unire i lavo-ratori nelle garanzie e tutele.Il Segretario Generale EnricoGavarini nel suo intervento digrande impatto sulla platea, ci espo-ne le difficoltà di raggiungere sintesiunitarie per la complessità dellapresenza di nove sigle sindacali edell’articolazione delle diverse pro-poste e interessi rappresentati.Questo avviene un una fase di unnuovo significativo riordino dell’atti-vità bancaria, dai grandi gruppi allepiccole medie banche,a livellodomestico ed europeo, dove l’unità

del sindacato dovrebbe fare premiosulle differenze per ottenere la piùefficace tutela dei bancari.Sono poi iniziati gli interventi che cihanno rappresentato problematicheed aspettative diverse, tutti però conun unico denominatore, l’esigenza diessere sempre più vicini ai colleghi inmomenti mai come in questo perio-do carichi di tensioni e di incertezze.

I lavori sono proseguiti nella giorna-ta successiva con una grande parte-cipazione delle RSA presenti chehanno arricchito il dibattito con

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■ Antonio Botta

■ Daniele Manfredonia e Filippo Pinzone

■ Giuseppe Periolatto

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■ Angela Fusarpoli

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la testimonianza della loro espe-rienza quotidiana: i problemi dellasicurezza nelle filiali e l’insufficienzadegli organici, il vap, la CASSAAssistenza, lo spinoso problema delSistema Incentivante, che producesolo malcontento e confusione.

La difficoltà dell’applicazione degliaccordi sul territorio sono solo un esempio del difficile vivere quo-tidiano.

Mauro Bossola ha ripreso i temipiù sensibili degli interventi, sottoli-neando come la forza della nostraOrganizzazione sia proprio nell’importanza delle Rsa e del loro lavo-ro sul territorio,e nel rapporto chele lega strettamente ai lavoratori. Haaffrontato il tema delle RSU e ha sol-lecitato tutti ad una riflessione suquesti temi da portare nel prossimoincontro della Conferenza diOrganizzazione.Valerio Poloni ha svolto un inter-vento sul valore del ContrattoNazionale sottoscritto l’anno scorso.Nella giornata successiva GiuseppeMilazzo ha chiuso i lavori delCoordinamento riunendo nelle sueconclusioni tutto quanto emerso daldibattito, tracciando un quadro dellasituazione attuale con gli accordi rag-giunti e dando le linee strategiche dilavoro per il futuro. ■

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■ Angelo Salvietti

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■ Roberto Aschiero

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■ Da sinistra Frassini Sabrina, Cantarini Federico e Lucchini

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■ Plenaria

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HOMEFoto di RobertoMercurioNei giorni 12 13 14 di maggio 2008 si

è riunito a Cervia il CoordinamentoIntesasanpaolo e del GruppoIntesaSanPaolo.

Ascoltata la relazione arricchita dagli interven-ti della Segreteria Nazionale l’assemblea,dopo ampio e sentito dibattito, l’approva.

Il sistema finanziario internazionale sta svilup-pando la crisi di credito e liquidità più grave daldopoguerra.Alla base della crisi internazionale le causeerano conosciute: una politica monetaria trop-po espansiva negli Stati Uniti legata a innova-zioni finanziarie senza precedenti, avidità ederrori degli intermediari finanziari, tutto in unclima di forte aspettative di espansione econo-

mica. La crisi oggi significa inflazione per esplo-sione dei prezzi della benzina e dei prodotti ali-mentari.

Il rapporto Censis di fine 2007 dà una fotografiagrave e reale della situazione italiana: l’inflazionecresce, gli stipendi diminuiscono, il potere di acqui-sto delle famiglie si riduce ai minimi termini.A partire dal Protocollo del ’93 i lavoratorihanno ampiamente contribuito al risanamentodi questo paese mentre oggi il reddito da lavo-ro dipendente non è più in grado di affrontarela crisi e il rialzo dei prezzi.

L’anno scorso la scelta del governo fu la dimi-nuzione del costo del lavoro, attraverso il cuneofiscale, per sostenere lo sviluppo delle imprese.Oggi è necessario abbattere la fiscalitàdel lavoro dipendente in modo struttu-rale, non condizionato dalle necessitàdel Bilancio Pubblico.

La grande crisi sembra avere solo sfiorato irisultati delle banche italiane nel 2007.Nella comparazione dei bilanci INTESASAN-PAOLO si presenta campione di efficienza cononeri operativi sui proventi operativi netti(cost/income) pari a 51%, primi rispetto aiprimi 13 Gruppi Bancari.

Ne consegue un utile netto eccezionale , spin-to anche da poste straordinarie per cessioni,aumentato del 54%.L’Azienda ha confermato gli sfidanti obiettividel piano di impresa 2007/2009.I lavoratori e le lavoratrici attendono laconferma del loro valore e chiedonocertezze su tutele e diritti, a partire daigrandi temi in sospeso.

Premio aziendale: è il valore unificante pertutti le lavoratrici e i lavoratori diIntesasanpaolo e del Gruppo legato ai risultatia cui tutti hanno contribuito.La posizione della FABI è chiara: no auna armonizzazione al ribasso ma crea-zione di un premio uguale, a parità diinquadramento, che riduca le disparitàtra le ex compagini Intesa e Sanpaolo,riconosca un incremento per tutti, senzapenalizzare chi prendeva di più usandol’arma dei costi non compatibili.

Cassa Sanitaria: è argomento strategico cheserve a unificare il personale del Gruppo e acostruire il senso di appartenenza alla nuovarealtà stringendo un patto tra generazioni conun’unica Cassa secondo principi di mutualità esolidarietà. Promuoveremo il coinvolgimento di

La mozione finaleCONGRESSI & CONVEGNI

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■ Tavolo di presidenza

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tutti i lavoratori per arrivare alla soluzione piùcondivisa possibile, con i tempi necessari pergli approfondimenti utili alla creazione delnuovo ente assistenziale, anche in relazionealle nuove previsione di legge.

Organici: la situazione nella rete è insosteni-bile. La recente attivazione di una nuova pro-cedura all’esodo, collegata ad una riduzionestrutturale del costo del lavoro, non potrà pre-scindere da un chiaro impegno aziendale sulleassunzioni che dovranno essere in linea alleesigenze delle filiali.

Organizzazione del lavoro: gli inquadra-menti dovranno riconoscere su basi oggettivele professionalità e le competenze acquisitedalle lavoratrici e dai lavoratori. Tutto ciòanche alla luce delle nuove normative di legge

che attribuiscono precise responsabilità alpersonale che opera nelle filiali (MIFID eBASILEA 2 ad esempio). Le libere interpretazioni degli accordi di armo-nizzazione sul territorio e nelle Società delGruppo sono un segnale preoccupante dellalontananza e scollamento del managementperiferico dalla reale volontà di applicarequanto concordato a livello centrale.Il dibattito ha messo in evidenza la necessitàdi una maggiore efficacia nelle relazioni sinda-cali periferiche, il cui ruolo và riconosciutodall’Azienda.L’Azienda deve fare la sua parte e garantire ilrispetto dei diritti.Ci riferiamo alle inadempienze e ritardi sul-l’applicazione dei contratti, nazionali e azien-dali, e gli errori continui sulle buste paghe chestanno diventando fatto politico, non tecnico.

Il lavoro delle Commissioni, recentementeistituite, sullo Sviluppo Sostenibile e Sicurezzae sulle Pari Opportunità dovrà essere di sup-porto per affrontare i problemi delle pressionicommerciali, degli ambienti di lavoro e delledisparità di trattamenti, nelle sedi di confron-to con l’Azienda.Un’ azienda che scrive nella relazione alBilancio del 2007 di “voler continuare ad inve-stire sulle persone” non può non fare unaseria riflessione sui risultati del sistema valuta-tivo e premiante applicato per il 2007, i cuiesiti creano grave sfiducia e demotivazionenelle filiali e sedi.

Gli imminenti rinnovi degli organismi statutarinei numerosi Fondi Pensioni del Grupponecessitano del grande consenso da parte deicolleghi ai candidati della FABI, da sempreimpegnati in prima linea con grande senso diresponsabilità a migliorare la previdenza com-plementare tutelando le prestazioni pensioni-stiche dei nostri Fondi Integrativi.

La FABI ribadisce l’impegno per lacostruzione di un progetto unitario dicrescita delle tutele e condizioni eco-nomiche per le lavoratrici e i lavorato-ri di INTESASANPAOLO e del Gruppo.

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La mozione finale

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Il mio primo rapporto con le banche èavvenuto grazie alle gomme da masti-care!

C’erano questi bubble-gum lunghi, rosa,dal gusto e dalla consistenza che, a ripen-sarci,mi vengono i brividi ai premolari…mi pare si chiamassero Paperon’sDollars o qualcosa del genere e, comedicevo, non avevano nulla di più rispetto,agli altri ‘cicles’ che i miei coetanei ed ioruminavamo con bovina beatitudine, igna-ri di star gettando le basi per la futura villaal mare di dentisti, dietisti ed altre consi-mili categorie professionali. Ma ciò che rendeva questi simpatici pro-curatori di carie assolutamente imperdi-bili, quantomeno nella scala di valori di unbambino delle elementari, erano loro: gliautentici dollari della Bank ofPaperopoli, una serie di banconote ditagli diversi (da $1 a $100, se non ricordomale) che riportavano l’effigie dei perso-naggi Disney, da Paperino, perennementesquattrinato e quindi presente sulla ban-

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Catarfugi di Tamerlano e Cucurbitoni di CasimiroOvvero: il mio Primo Approccio con le BancheChe senso ha possedere tre ettari cubici di dollari se non ci si fa un po’di chiasso intorno? Paperon de’ Paperoni

a cura di Paolo Moise

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conota di minor valore, al pluri-mega-fan-tastiliardario Paperon de’ Paperoni checampeggiava sul ‘centone’! Eterno secon-do, ça va sans dire, il bilioso Rockerduckche si mangiava il cappello dai sottostanti‘svalutati’ $ 50. Devo dire che, in questasuddivisione dei ruoli, già nel mio animofanciullo si insinuavano alcune domande:va bene Paperino (emblema negativo discarsissima ricchezza), va bene Gastone(fortunato com’era doveva per forza

essere benestante) ma che cavolo ci stavaa fare Nonna Papera sulla banconota da $20 ? Mi rappresentava il sempiterno valo-re aggiunto dei proprietari terrieri ? EArchimede? E Paperina? Che c’entravaPaperina con il Sistema BancarioPaperopolese?

Insomma, con queste ‘basi teoriche’ avre-te già capito come il mio rapporto conquell’organismo chiamato ‘Banca’ sia

improntato ad una totale, smarrita igno-ranza unita a quel Sacro Terrore che lapresenza di tanto contante reca con sé…E questo spiega anche l’esiguità del mioconto corrente (Sigh! Sob! Sniff!)ma trala-sciamo l’argomento, ché questo vorrebbeessere un articolo divertente e nonvoglio indurre furtive lacrime!Non ricordo esattamente la prima voltache varcai la soglia di un istituto banca-rio… deve essere stato più o meno nellostesso periodo in cui mi rovinavo la den-tizione con i bubble gum della Bank ofPaperopoli… però ricordo bene la sensa-zione che ne provai: delusione!

Per farmi capire meglio, citerò un esem-pio ‘laterale’: una mia carissima amica miraccontò un giorno di come, da piccola,fosse andata in gita a San Marino. Laridente rocca medievale la entusiasmò, isouvenirs di balestre e spadoni nei carat-teristici negozietti la deliziarono, maquando fu condotta all’interno del castel-lo tutta questa infantile allegrezza crollòmiseramente: “Dove sono il re e la regina?”Invano le fu spiegato che non c’erano ree regine, perché San Marino era unarepubblica eccetera eccetera…: “A cheserve un castello senza re e senza regina?”fu la sua irremovibile obiezione e per lei,da quel momento e per molti anni a veni-re, la veneranda repubblica del Monte

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Titano fu degradata a mera truffa, ignobi-le raggiro, insomma molto al di sotto,nella scala di credibilità, del Castello dellaBella Addormentata di Disneyland (dove,almeno, c’è una Principessa!)

Ecco quindi spiegata la mia delusione!Dov’erano i mucchi di dollari accatastatiqua e là sul pavimento? Dove le cassefor-ti strapiene, a malapena contenute dacatenacci e lucchettoni? Dove i quadretticon le Auree Massime “Oro et Laboro”, “Ildenaro non è tutto… ci sono anche i dia-manti”, “Soldino risparmiato soldino guada-gnato” e cose così? E già che ci siamo:come mai, fuori dalla banca, oltre allaguardia giurata, non c’erano i classici car-telli intimidatori “Grassatori alla larga!”,“Campo minato”, “Se volete un presti-to…passate domani”? Già questa omis-sione, va detto, mi aveva lasciato nonpoche perplessità!

E che dire del personale, i famosi bancari?Devo ammettere che, intorno ai sei-setteanni, non avevo ancora un’idea molto pre-cisa sulla distinzione fra bancari e banchie-ri ma questa sottigliezza sintattica non miavrebbe comunque impedito di scandaliz-zarmi di fronte al fatto che nessuno nes-su-no fra il personale indossasse redingo-te, cappello a cilindro e ghette: la divisaufficiale del riccastro paperopolese!

E quel silenzio quasi monacale? Quelsommesso brusio da museo delle cere?Non avremmo dovuto essere assordatidal tintinnio delle monete sonanti, daltichettìo continuo e dal ‘DING!’ deiregistratori di cassa, dal convulso vocia-re degli Uomini d’Affari che, palleggian-do abilmente tre o quattro telefoni,avrebbero dovuto sbraitare ordinicome: “Compra duemila azioni delle‘Ferrovie Lunari’!”, “Vendi in blocco la‘Guinzagli per ramarri’!”, “ Metti in attesal’Emiro di Petrolia e passami lo sceicco delDiamantistan! “...Vabbèh, ammetto anchequesto: a sette anni, la differenza fra unistituto bancario e la Borsa di WallStreet non è ancora così ben definita!

Però dovete ammetterlo, cari lettori diStylus, un po’ più di fumetto non fareb-be male all’atmosfera! Ogni volta cheentro in una filiale mi soffermo con astio-sa perplessità davanti al robottino-dispen-ser: 1) Operazioni di cassa 2) Cambiovaluta 3) Transazioni bancarie… e miaspetto sempre che, in mezzo a questitermini così freddamente razionali, appa-ia, che so : 12) Deposito Tesori nascosti35) Cambio monetine per doccia aureamattutina 42) Caveau speciale per Maghidi Hogwart… Una modesta proposta: cari Direttori diBanca, vi costerebbe tanto disporre qua e

là dei sacchi di juta con il simbolo del dol-laro (o dell’Euro,va bene lo stesso),aggiungere nei caveau, oltre agli antifurtidi serie, anche un po’ di pugni a molla,botole anti-scocciatori e colubrine carica-te a sale grosso?E già che ci siamo, potreste anche emana-re una direttiva secondo cui, ogni tanto, icassieri dovrebbero parlare ad alta vocedi Dobloni spagnoli, Catarfugi diTamerlano, Cucurbitoni di Casimiro,Decumbalioni del re Mida e altre consi-mili, fantasiose ma affascinanti entitàmonetarie ?Non arrivo fino al punto di suggerire chealcuni cassieri indossino nasi lunghi, orec-chie a punta e antiquate palandrane comei folletti della Banca Gringott’s di HarryPotter, ma sono più che certo che unarredamento in stile miniera del Klondikerenderebbe decisamente più simpatichequelle fredde, anonime stanzone con lecassette di sicurezza!Forse gli investitori più paludati potrebbe-ro sollevare un sopracciglio a tali innova-zioni, ma vi assicuro che avreste un suc-cesso strepitoso presso i bambini…molto meglio che i soliti gadget-salvada-naio! E, signori miei, i bambini sono gliInvestitori del futuro… Preferite un mise-ro mazzetto di SubPrime oggi o un’opzio-ne futura sulle Colonie Marziane?Pensateci! ■

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Le sospirate vacanze si avvicinano,solo il pensiero dovrebbe rendercipiù allegri (o siete di quelli che

pensate solo al lavoro… per favore…) eallora eccomi qui a parlarvi di un brevema intenso viaggio in questa grandemetropoli, il tutto condito – come sem-pre nei miei articoli – da alcuni spunti diriflessione. Arriviamo (il sottoscrittocon la sua famiglia) all’aeroporto diGatwich e cominciano i guai, doveandare? Non siamo all’aeroporto tori-nese di Caselle, qui per andare da unterminal all’altro si prende il treninointerno, si cammina per quasi un chilo-metro, e comunque il disorientamentosul dove andare regna sovrano. Ci vienein soccorso Richards un americano diorigine italiana (che parla un italianopessimo ma che per noi è la manna dalcielo )il quale ci fa strada grazie ancheall’ausilio di un telefonino di nuovagenerazione che muove con le mani,che in Italia ancora non c’è. Un attimo..ma siamo a Londra? Avete portato l’om-brello? Come? Siete partiti col sole e

non siamo in pieno inverno… nonimporta a Londra piove spessoquasi sempre. Si, la prima cosa che siimpara è che il tempo sembra stabile,non piove e quindi si esce tranquilli,

peccato che magari dopo una decina diminuti arrivi giù tutta l’acqua che inSicilia desiderano da decenni. Se qualcu-no mi chiedesse che cosa ti ha colpitoo affascinato di più di questa città, la

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a cura di Salvatore Taormina

Londra... piovosa e affascinante Londra

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risposta sarebbe: l’avere a che fare opotersi confrontare con gente di tutto ilmondo. E’ favoloso il confronto – deviessere in grado di gestirlo ovviamente –ma ritrovarsi la sera in un pub o anchesolo nella hall dell’hotel a chiacchierareprima con un gruppo di Spagnoli, poicon i tifosi del Chalsea (erano i giorni incui c’erano le partite della ChampionsLeague), poi con alcune “simpatiche” (e mi fermo qui) Hostess cubane (aLondra sono frequenti i meeting di lavo-ro internazionali negli hotel)e infine condue coreane nella stessa sera, beh non ècosa che capita tutti i giorni nella cittàdove vivi. Londra è comunque una cittàfantastica, pulita, ordinata e piena dicose da vedere che Vi lasceranno senzafiato, non sto a farvi l’elenco, sarebbetroppo lungo, ma due cose voglio pro-prio consigliarvele: Piccadilly Circus evi sentirete al centro del mondo eMadame Tussauds (il museo dellecere di Londra), davvero imperdibili. Ese vi viene il dubbio riflettete sul fattoche per entrare al museo delle cere fatecirca un’ora di coda interna… un moti-vo ci sarà. Due cose mi hanno infine col-pito e riguardano il modo di vivere: seandate in un pub e chiedete un caffè, vi

chiedono se lo bevete lì o se lo beveteper strada. Cosa? E la pausa caffè? Behguardatevi intorno e vedrete che mol-tissime persone se lo fanno mettere inun tazza di cartone con un beccuccioper berlo per strada. Che schifo eh?Inoltre se prendete le scale mobili sullametropolitana ricordatevi di mettervi adestra (se no, tanto ve lo fanno ricorda-re loro…) perché sulla sinistra c’è chi vadi corsa anche sulle scale mobili e viassicuro, sono la maggioranza. Un popo-lo di pazzi? Laborioso ma di pazzi (sarà

per questo che la sera sono in molti adessere ubriachi, per dimenticare questostress esasperato?), ci sarebbe molto dadiscutere su questo. La cosa strana(forse neanche tanto visto che l’uomoè in fondo un animale d’abitudine) è chel’ultimo giorno, prima della partenza,anche noi il caffè ce lo siamo fatto met-tere nella tazza per berlo per strada eabbiamo iniziato a correre anche nellescale mobili… e poi, ops sta iniziando apiovere… alla prossima, il Tao. ■

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D: Scusate ma i nuovi tickets che danno in Torino e provincia, si fa moltafatica a spenderli, che senso ha tutto questo? Stavamo così bene con i ticketsrestaurant.. ma perché ci dovete sempre complicare la vita? Claudio, Angelo,Sabrina, ecc.

R: TicketsLa Banca a inizio anno ha rinnovato le convenzioni, e questo ha deter-

minato una diversa distribuzione territoriale tra i vari gestori della risto-

razione, conseguentemente in alcune aree geografiche (tra cui il

Piemonte) i tickets Pass Lunch hanno sostituito i precedenti Tickets

Restaurant.

Alla nostra segnalazione delle difficoltà

di spesa riscontrate in alcuni territori,

l’azienda assicurato che tutti i gesto-

ri si erano impegnati a garantire la

capillarità degli esercizi commerciali

convenzionati. Segnalate a noi e

all’azienda le zone dove questo non

è avvenuto, affinché si possa interve-

nire.

D: Riguardo i vostri favolosi accordi ve lavoglio dire tutta: non ci interessa nulla del part time o di altre piccolezze,il problema vero sono le piccole cose di ogni giorno e i permessi per visitamedica e in particolare quelli per i figli, beh questa è davvero una grossaperdita. C’è la banca ore (che mi risulta essere una riduzione d’orario…)ma però devi sempre chiedere per virtù e misericordia e poi devi sempredire i tuoi problemi al “capetto” di turno e questo non è giusto, dov’è la pri-vacy? Lasciatemelo dire chi fa questi accordi è sempre più lontano dai pro-blemi della gente comune. Angela

R: Gli accordi e le piccole coseInnanzi tutto riteniamo che i recenti accordi di armonizzazione non

siano esattamente delle “piccolezze”, in quanto garantiscono omogenei-

tà di normative e di trattamento economico per 75.000 lavoratori.

Detto questo, come sempre avviene quando si confrontano realtà dif-

ferenti, non è possibile mantenere tutto invariato, ma occorre trovare

le necessarie compensazioni.

L’accordo raggiunto salvaguardia nella quasi totalità le tipologie di

permessi preesistenti, ad eccezione di quelli relativi a “visite mediche”,

che, occorre ricordare, nel Cia Sanpaolo non erano un diritto ma una

facoltà aziendale e che pertanto non siamo riusciti a reintrodurre.

Per quanto riguarda l’utilizzo della “banca ore”, non è assolutamen-

te necessario motivarne la richiesta, sono ore a credito del dipenden-

te che, previo preavviso, può fruire senza dover fornire alcuna moti-

vazione..

D: Il sistema disincentivante.. vogliamo chiamarlo così? Qualcuno glielovuole dire a quest’Azienda e a chi la rappresenta che così non si va da nes-suna parte? Non è giusto, ci fanno lavorare male, come “dei matti”, in condi-zioni disagevoli, sotto organico ecc. e poi sanno già prima che ti fregano.Complimenti. Antonio, Lucia, ecc.

R: Sistema disincentivante Abbiamo più volte ribadito all’azienda che un sistema incentivante,

per essere efficace, deve avere regole chiare e obiettivi raggiungibili ecoerenti con l’organizzazione del lavoro.

Evidentemente abbiamodifficoltà a farci comprende-re, oppure il tema della con-divisione degli obiettivi èancora lontano dalla cul-tura aziendale. Infatti,non condividendo ilmodello, non abbiamofirmato alcun accor-do in materia. Siamostati informati, abbiamoespresso le nostre per-

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plessità e le nostre critiche in particolare sugli aspetti che ritenevamopiù deleteri, tra cui le pressioni commerciali. Alcune nostre osservazio-ni sono state accolte rispetto alla riduzione dell’incidenza dei risultatisulla valutazione di sintesi finale che varrà per il 2008.

Ribadiamo che il sistema incentivante è una iniziativa azien-dale. L’accordo sottoscritto il 6 giugno dello scorso anno stabilisce leregole di applicazione: contratto a tempo indeterminato, giorni di pre-senza, erogazione per coloro che sono presenti, il premio di squadraper le filiali. La valutazione dei comportamenti non influisce sull’ eroga-zione del VAP (accordo 29 maggio 08) salvo derivazione da provvedi-menti disciplinari:rimprovero scritto (almeno 2 nell’anno), sospensionedel servizio, licenziamento.

D: I percorsi professionali, che fine faranno? Tante voci e poche sicurezze,l’azienda promette, ma con qualche riserva legata a cosa farà il nostro “GranCapo”, ma vi sembra giusto questo? Aldo.

R: Percorsi professionaliI percorsi professionali sono legati al modello organizzativo del lavo-

ro e alla prossima contrattazione che si dovrà sviluppare.Le due ex banche possedevano entrambe un sistema di percorsi pro-

fessionali con relativi inquadramenti legati adeterminate figure professionali, nella Retee nei servizi centrali

Il problema non è stato affrontato nellatrattativa di armonizzazione in quantol’azienda non ha ancora definito il model-lo di organizzazione del lavoro che inten-de adottare.

L’argomento sarà oggetto di trattativanel prossimo autunno, completata la migra-zione delle procedure e definito il modelloorganizzativo.

Nel frattempo continuano ad essereapplicate le regole vigenti nella rispettive banche.

D: Qualcuno sa come stanno andando avanti l’integrazione delle pro-cedure? Un macello! Nelle filiali non si capisce più nulla, C’è poca assisten-za da parte della ex rete San Paolo (poveracci fanno anche loro quello chepossono, ma è insufficiente), non si fanno le cose così.. e il sindacato checosa fa? Antonio, Paolo ecc.

R: L’integrazione procedurale: L’azienda dichiara che l’integrazione procedurale procede senza

intoppi rispetto alla maggioranza delle filiali coinvolte, tenuto contodella dimensione e complessità dell’evento. Siamo consapevoli che iproblemi esistono nonostante lo sforzo immane dei colleghi: in trop-pi casi il numero degli affiancatori non è sufficiente a supportare lefiliali. Le vostre segnalazioni ci hanno permesso di intervenire e cor-reggere le gravi disfunzioni.

Nello stesso tempo i colleghi dei Sistemi Informativi e DSO sonoimpegnati da inizio anno in un lavoro continuo (sabato e domenicacompresi) per permettere la migrazione delle procedure che coinvol-ge oltre 1800 filiali e 30.000 lavoratori.

D: Che fine ha fatto la parte del vap che arrivava in azioni? E poi, scu-sate, ma aspettare luglio per una detassazione che riguarda solo chi ha unreddito (complessivo!!) sotto i 30.000 euro, ma è una buffonata. Chi halavorando in banca un reddito così? Silvio.

R: il VAPInnanzi tutto non riteniamo “una buffonata” fare slittare di 10

giorni la data di pagamento del Vap, per consentire a circa 14.000colleghi (tanti sono i redditi sotto i 30.000 euro nel Gruppo) dibeneficiare della detassazione.

Per quanto riguarda le azioni scambiate con una quota di pre-mio, facevano parte di una nostra richiesta che la banca non ha

accolto. Tuttavia è rimasta in piedi la richiesta e l’azien-da ha lasciato aperta la possibilità di una assegnazio-ne di azioni gratuite, legate ai risultati del piano indu-

striale.

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a cura di Salvatore Taormina

Ritengo molto difficile, per unapersona del nostro tempo,immedesimarsi nella vita di

alcuni soggetti in un’altra era. Certo èche essere schiavi, mal nutriti (anchese su questo ho qualche piccolo dub-bio, visto che avere degli schiavi vole-va dire detenere ricchezza e non èinteresse di nessuno – dotato ovvia-mente di buon senso – disperdere,anche solo una piccola parte, del pro-prio patrimonio), e costretti a lavo-rare un’enorme numero di ore gior-naliere e con sistemi poco ortodossie non discutibili (e questa invece èuna logica certezza), non era certo ilmassimo della propria aspirazionepersonale. Una cosa però era benchiara ai malcapitati di quel tempo: laloro condizione di schiavo gli erariconosciuta e questo era fuori daogni dubbio. Magra consolazione,penserete voi in questo momento,eppure il riconoscimento giuridico odi fatto implica anche la possibilità diun cambiamento dello stato sociale.Ovvio che questa è una possibilitàmolto remota, ma sicuramente nonimpossibile e che ha lasciato nei seco-

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“I nuovi schiavi”

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li un – seppur minimo – barlume disperanza a tanti poveri disperati. Eoggi? Cosa succede oggi, dove sonoquesti ipotetici schiavi oggi? Che far-netica il Tao questa volta ? Beh ogniqual volta che vado alla cassa di un“Grande Magazzino” e vedo queipoveracci che continuano a passaregli oggetti acquistati davanti a un let-tore ottico, qualche cosa scatta nellamia mente a tale proposito e ringra-zio il buon Dio di non svolgere talemansione lavorativa nella vita, ma seanalizzo a mente fredda la situazionelavorativa del nostro tempo, special-mente nel nostro settore, devo pur-troppo notificare che c’è anche chivive peggio dei malcapitati cassieri dicui disquisivo in precedenza, in fondoloro sono “Schiavi a tempo” che la domenica o nei giorni di riposovivono una vita normale. Ma allora chi sono i nuovi schiavi del nostrotempo? La risposta è semplice: sonocoloro che sono schiavi di sestessi, del “Dio denaro”, dellaposizione di responsabilità cheoccupano, delle loro paure. Sonopersone la cui schiavitù si mani-festa e cresce nel tempo a livello

psicologico e vi assicuro che la con-dizione di tali soggetti è molto peg-giore di un antico schiavo.Personalmente mi sento schiavo delmio telefonino, che squilla ininterrot-tamente durante tutta la giornata (ilsottoscritto riceve almeno 70/80telefonate al giorno da colleghi edamici, ognuno con il suo “piccolo”problema), la soluzione sta apparen-temente nello spegnere quello checonsidero una “diavoleria infernale”; ein effetti ogni tanto lo faccio; il risul-tato è però il raddoppiarsi delle tele-fonate il giorno dopo e questo ,pur-troppo, avviene anche nei giorni diferie. La condizione di cui sopra,ovvero di assoluta dipendenza psico-logica dai nostri obblighi e dallenostre responsabilità, non ha a mioparere nessun senso di esisteresenza un’adeguata forma di compen-sazione che mi piace definire come“Tangibile retribuzione economica”.A tale proposito mi vengono inmente quelle persone che facevano ditutto (e di più) per diventare funzio-nari. È vero che nella maggioranza deicasi davano “anima e corpo” perl’Azienda in cui lavoravano, ma è

anche vero che la retribuzione venivadi colpo quasi raddoppiata e questorappresentava per il soggetto in que-stione la possibilità di un “tenore divita” molto diverso, non era poco.Oggi, invece, c’è chi entra in Banca (spesso in una “Minimale” prima del-l’orario stabilito e ne esce moltodopo, mangiando un panino di frettanell’intervallo, sacrificando affettifamiliari e svaghi di tipo personale auna forma di dovere che premia solochi questo tipo di vita non lo fa ocomunque non lo fa per nulla. E permagia appaiono davanti ai miei occhile parole: “Stock Options” che nonmi risulta diano mai ai colleghi che giàla domenica pomeriggio hanno il pen-siero al lunedì mattina… Non so seesiste una medicina a tutto questo,alla frenesia di una vita spesso insen-sata, ma di una cosa sono sicuro: ètempo di riflettere, tutti! ■

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