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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006 EVENTI E COMMENTI 26 Giornata dell’amicizia 2006 La manifestazione di solidarietà organizzata dalla Cia Ginosa, l’Associazione LUMAGIGI , il C.I.P. Puglia e l’Amministrazione comunale. Domenica 24 settembre 2006, il centro di Ginosa è diventato una grande oasi di solidarietà. I gazebo di tante associazioni, dall’Avis alla Croce Rossa, dai Boy Scout al Ser, all’Admo, all’Aido ai rappresentanti di una organizza- zione sindacale quale la Cia di Ginosa e il Patronato Inac, l’Operazione Mato Grosso, e, ovviamente gli organizzatori dell’associazione culturale i LUMAGIGI, dell’Amministra- zione comunale e tanti, ma proprio tanti volontari. Vediamo con ordine come si è articolata l’intensa “Giornata dell’Amicizia 2006”. Sono la autorità cittadine e i rappresentanti delle associazioni a porgere il saluto ai cittadini ed agli atleti. Il consigliere comunale Pietro Parisi, da sempre promotore dell’iniziativa, il vicepresidente regionale CIP (Comitato Italiano Paralimpico) signor Giuseppe Pinto, i consiglie- ri regionali CIP Vito Mancini, Nicola Lemma e Raffaele Russo, l’assessore ai Sevizi Sociali Stefano Notarangelo e il Consigliere comunale con delega alla cultura, Vitantonio Bradascio sono stati i relatori della breve cerimonia che ha preceduto l’inizio delle attività agonistiche. La prima gara in programma è stata la partita di Cal- cio a 5 ciechi assoluti. Inutile dire l’emozione che si è pro- vato nel momento in cui gli atleti hanno sfoderato le grandi capacità tecniche ed il grande impegno agonistico. La par- tita ha evidenziato la grande forza di volontà espressa dai giocatori nel voler affrontare con dignità un disagio fisico certamente rilevante qual è quello della cecità. È seguita la partita, divenuta oramai una classica, tra Amministratori comunali e ipovedenti. La gara si è conclu- sa con la vittoria degli amministratori. Ovviamente la vera vittoria è stata quella di vedere sullo stesso terreno di gioco persone ipovendenti e persone normodotate. Dopo le gare della mattinata è seguita la consegna al Centro Anziani del nuovo pulmino che deve essere utiliz- zato per consentire agli stessi di poter usufruire di un mezzo di trasporto moderno ed efficiente. La consegna è stata effet- tuata dall’assessore ai Servizi sociali Stefano Notarangelo, dopo che Padre Luigi, il nuovo parroco del Cuore Immaco- lato, aveva benedetto il pulmino. Particolarmente toccanti le parole di padre Luigi che ha sottolineato come la benedi- zione doveva intendersi anche per coloro i quali opereranno a favore degli anziani e quindi, useranno il pulmino come

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 26

Giornata dell’amicizia 2006La manifestazione di solidarietà organizzata dalla Cia Ginosa,

l’Associazione LUMAGIGI , il C.I.P. Puglia e l’Amministrazione comunale.

Domenica 24 settembre 2006, il centro di Ginosa è diventato una grande oasi di solidarietà. I gazebo di tante associazioni, dall’Avis alla Croce Rossa, dai Boy Scout al Ser, all’Admo, all’Aido ai rappresentanti di una organizza-zione sindacale quale la Cia di Ginosa e il Patronato Inac, l’Operazione Mato Grosso, e, ovviamente gli organizzatori dell’associazione culturale i LUMAGIGI, dell’Amministra-

zione comunale e tanti, ma proprio tanti volontari. Vediamo con ordine come si è articolata l’intensa “Giornata dell’Amicizia 2006”. Sono la autorità cittadine e i rappresentanti delle associazioni a porgere il saluto ai cittadini ed agli atleti. Il consigliere comunale Pietro Parisi, da sempre promotore dell’iniziativa, il vicepresidente regionale CIP (Comitato Italiano Paralimpico) signor Giuseppe Pinto, i consiglie-ri regionali CIP Vito Mancini, Nicola Lemma e Raffaele Russo, l’assessore ai Sevizi Sociali Stefano Notarangelo e il Consigliere comunale con delega alla cultura, Vitantonio Bradascio sono stati i relatori della breve cerimonia che ha preceduto l’inizio delle attività agonistiche. La prima gara in programma è stata la partita di Cal-

cio a 5 ciechi assoluti. Inutile dire l’emozione che si è pro-vato nel momento in cui gli atleti hanno sfoderato le grandi capacità tecniche ed il grande impegno agonistico. La par-tita ha evidenziato la grande forza di volontà espressa dai giocatori nel voler affrontare con dignità un disagio fisico certamente rilevante qual è quello della cecità. È seguita la partita, divenuta oramai una classica, tra

Amministratori comunali e ipovedenti. La gara si è conclu-sa con la vittoria degli amministratori. Ovviamente la vera vittoria è stata quella di vedere sullo stesso terreno di gioco persone ipovendenti e persone normodotate. Dopo le gare della mattinata è seguita la consegna al Centro Anziani del nuovo pulmino che deve essere utiliz-zato per consentire agli stessi di poter usufruire di un mezzo di trasporto moderno ed efficiente. La consegna è stata effet-tuata dall’assessore ai Servizi sociali Stefano Notarangelo, dopo che Padre Luigi, il nuovo parroco del Cuore Immaco-lato, aveva benedetto il pulmino. Particolarmente toccanti le parole di padre Luigi che ha sottolineato come la benedi-zione doveva intendersi anche per coloro i quali opereranno a favore degli anziani e quindi, useranno il pulmino come

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strumento di lavoro e di solidarietà sociale. Ultimo impegno mattutino è stato la consegna delle targhe ai partecipanti. I premiati sono stati: Ass. C.U.S. Lec-ce, Associazione UIC Bari e Amministrazione comunale. Tra coloro che hanno effettuato la premiazione di partico-lare significato è stata la presenza di Gino Giannuzzi che ha premiato il Cus Lecce. Tutti gli atleti e gli accompagnatori, sono stati ospi-ti, per il pranzo, degli organizzatori che hanno provveduto a preparare una degna accoglienza presso Villa Orti. Le iniziative sportive e di intrattenimento sono pro-seguite nella serata. Alle ore 18, ancora una partita di Calcio a 5. Di fronte, questa volta, le squadre dei Delfino Taranto

e As Ginosa Calcio a 5 femminile. La squadra tarantina era composta da disabili mentali e down. Particolarmente toc-cante la grande simpatia che si è vista in campo tra gli atleti delle due squadre. A tale proposito particolare significativo ha assunto lo scambio dei portieri quasi a voler sottolineare che in campo vi era solo la grande solidarietà e amicizia. Anche gli atleti di queste gare sono stati premiati dagli amministratori e dagli organizzatori della manifesta-zione. Chiusa la parte sportiva la manifestazione si è vesti-ta dei colori del divertimento e della passione gastronomica. I tanti gazebo che erano sia in piazza che sul corso hanno cominciato a “sfornare” leccornie e prelibatezze tipiche gi-nosine. Mozzarelle offerte dall’azienda “I piaceri del latte”, tarallini e focacce offerti dal Panificio “Di Cristo”, uva Ita-

lia prodotta dall’azienda agricola di Michele Cazzetta, vino dell’azienda vitivinicola di Domenico Russo, oltre ai macel-lai che hanno venduto il tradizionale panino con i salsiccioti. Tutto questo riempiva la piazza di profuni e aroni che indu-cevano i presenti ad affollare i diversi punti di degustazio-ne. Sul palco, intanto, presentati in maniera magistrale da Gianluca Catucci, si impegnavano nella loro esibizione artistica Margherita Sannelli e Floriana Bozza che hanno cantato due brani musicali. Gradito il ritorno a Ginosa di Mariella Zito che dopo Miss Italia e Festa dell’Unità è ritor-nata ad esibirsi con la sua splendida voce che ha incantato il numeroso pubblico presente. L’esibizione di Mariella Zito e stata esaltata dalla magica fisarmonica di Felice Ranaldo con il quale si è alternata sul palco. Pino Valenzano, uno dei maggiori protagonisti sul piano organizzativo, insieme a Rino Legrottaglie e Carmelo Candia, alla fine della manifestazione ha voluto ringraziare tutti coloro i quali hanno permesso con il loro sostegno la riuscita della manifestazione. Un ringraziamento particolare lo ha dedicato al “Compagno Gino” del Bar Roma che ha messo a disposizione degli atleti e dei loro accompagnatori tutto quello che era necessario. Da sottolineare, prima di concludere questa cro-naca, quello che ha detto Giuseppe Pinto, vicepresidente regionale del CIP nel suo intervento di saluto. «Ringrazio ancora una volta la Città di Ginosa per la grande accoglienza e per la grande carica umana che esprime questa cittadina. Ringrazio gli organizzatori e gli amministratori, ovviamente tra questi voglio sottolineare il sostegno e il ruolo da prota-gonista assoluto svolto dall’amico Pietro Parisi, promotore e trascinatore di questa manifestazione che è diventata un appuntamento fisso nel nostro calendario. Un ringraziamen-to speciale lo voglio dedicare all’Associazione LUMAGI-GI per l’impegno profuso e voglio dire loro che da questo momento la vostra Associazione è anche una “Associazione Sportiva per disabili”.» Gli organizzatori hanno rivolto attraverso il nostro giornale il ringraziamento a Vincenzo Prencipe, Nunzio Pepe, Vito Catapano, Emilio Saturno, il presidente del-l’associazione I LUMAGIGI Mario Pastore, i magnifici e insostituibili ragazzi dell’Agesci Ginosa 2, il dottor Ennio Volpe, il dottor Donato, i rappresentanti della Cia ( Mino Noia, Loredana Ranaldo, Floranna Sannelli, Marino Men-zella, Carmelo Candia).

Stefano Giove

Servizio fotografico Erasmo Mazzone

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 28

F - FRANCESCOIl

Vocabolario di

Dioed

izion

e agg

iorna

ta Rubricaa cura di

don FrancoConte

Certamente il mio unico lettore, nel pallido ricordo dei suoi anni scolasti-ci, avrà presente il “CANTICO DELLE CREATURE”: la canzone più audace, quella che ci invita a fraternizzare con le forze cosmiche, “creature” del buon Dio; la canzone più fresca, quella che lega il gran mattino delle origini alla grande sera della fine dei tempi. Certamente il mio unico lettore saprà che questa canzone la scrisse Fran-cesco di Bernardone, nato ad Assisi nel 1182 e morto la notte del 3 Ottobre 1226 ad appena quarantaquattro anni. Non era pro-prio un bel giovanotto Francesco, anzi era bruttarello forte (stando almeno a quanto ci hanno lasciato Cimabue e Giotto nei loro affreschi); ma ricco lo era, giovane pure, e soprattutto non mancava di profonda in-telligenza. Perché? Ma perché se non fosse stato intelligente non sarebbe diventato un santo…! I santi sono uomini come gli al-tri, però sanno usare la loro intelligenza e, quindi, sanno condurre la loro vita secondo i destini meravigliosi che ci ha dato Colui che ci ha voluti al mondo. Noi siamo perso-ne come loro, ma facilmente buttiamo via (con mille scuse) i doni e le possibilità che abbiamo per le mani. Quando sembra che uno come Francesco lasci tutto ciò che la vita umana offre per scegliere solo Dio, si ha la netta sensazione che stia odiando o di-sprezzando la vita, la famiglia, la società, i beni (che, in fin dei conti, è stato Dio stesso a crearli e donarceli). Invece, saprà gustare quelle stesse cose con maggiore sensibilità, con serenità e con una grande profondità proprio perché, intelligentemente, le usa con distacco e senza farsi da essi fagocita-re. Per diventare ricchi bastano le ric-chezze, ma per diventare uomini ci vuole ben altro. Questo Francesco lo aveva capi-to già nella sua giovinezza e, pur avendo un corpo esile e piccolino, decise di diventare quel gigante che ha conquistato la storia, tanto da diventare “il più santo degli italia-ni e il più italiano dei santi”, come amava definirlo Paolo VI. Ma ritorniamo al nostro “Canti-co delle Creature”. È l’unica canzone di Francesco, conservata negli archivi della

famiglia francescana, ma senza melodia! Tuttavia, il Poverello la cantava ad ogni piè sospinto, era così fiero del suo “Cantico” da chiedere ai suoi frati di cantarlo ogni giorno. Per fortuna, ci sono arrivate le pa-role integrali, originali, le uniche dell’auto-re che ci siano giunte nel sapore dell’antico italiano. Mi piace questa canzone, perché è un inno di fraternità e di pace, di conviven-za e di rispetto. L’umanità oggi è impazzita ed ha urgente bisogno di questo messaggio per le nazioni e le persone, per gli animali e le piante. L’uomo sta distruggendosi nella sua casa e sta usurpando la libertà degli al-tri uomini; per questo ha bisogno dell’inno di Francesco, per riscoprire il dialogo fra-terno con tutte le creature, per poter ancora amare. Mi piace questa canzone, perché allarga all’infinito il mio sguardo fraterno. Lanciare uno sguardo a Chiara, “la pove-rella signora di san Damiano”, lasciarsi trascinare dalla “brigata di Francesco” de-scritta nei Fioretti, baciare affettuosamente i lebbrosi, ascoltare seriamente una lezio-ne di catechismo alle rondini o ai pesci del lago, può ancora andare. Ma chi ha il coraggio di dire “frate sole, sora luna e le stelle, frate vento, sor’acqua, frate focu” e specialmente “sora nostra matre terra”? E per Francesco non si tratta di una formula stilistica o ecologica, ma di un sentimento di consanguineità con tutti questi elementi della creazione. Questo “inno alla gioia”, che è il canto di un lottatore e non di un rassegna-to, è uscito dalle labbra di un uomo quasi cieco, già consumato dalla malattia e dagli insuccessi; è sgorgato dal cuore di un di-scepolo che, per primo nella storia, aveva ricevuto i segni della crocifissione del suo Maestro; è lo slancio vitale di un’anima alla quale Dio ha dato la sicurezza che la strada seguita porta al cielo. Ogni canzone ha il suo segreto; quella di Francesco è per-fettamente trasparente: un Vangelo vissuto “alla lettera e senza chiose”, come disse lui. Componendo il suo “Cantico”, Francesco si mette audacemente al posto di Dio creatore nella Genesi. Lui, “giullare di Dio”, ricrea un mondo armonioso uscito di

nuovo dalle mani divine ed esulta di una gioia adorante ed odorosa, sconosciuta a Prometeo e a Dioniso. Lui, “frate minore”, dà la prova che l’uomo, al di là della cadu-ta e del peccato, può vivere ancora in sim-biosi paradisiaca, sull’esempio del nuovo Adamo, il Cristo che abita nel deserto “in compagnia con le bestie selvagge” (Mc. 1, 73). Lui, “semplice diacono”, suona la campana per la messa sul mondo e, alla fi-ne, rimanda l’uomo riconciliato, per farne un essere solare, che con ogni raggio della sua vita infiammi una fraternità universale. Tre mesi prima di morire France-sco aggiunge una strofa al suo “Cantico”: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke per-donano per lo tuo amore…”! Improvvisata nel palazzo episcopale di Assisi, la strofa addomestica il lupo che ciascuno porta in sé, più selvaggio di quello di Gubbio; la strofa del sole calante che mette fine a una lotta accanita fra il vescovo e il podestà della città. E quando si avvicina l’ultima ora, Francesco chiama frate Angelo e frate Leo-ne affinché gli cantino il suo “Cantico”; ciò che fanno, come possono, tra i singhiozzi. Tuttavia, prima della “dossologia” finale, li ferma e lancia una nuova strofa: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte cor-porale…”! Francesco si lascia cullare dal suo “Cantico”, continuamente ripreso. Invano protesta frate Elia: “Fuori ci sono dei guar-diani che ti venerano come un santo: se sentono cantare notte e giorno, si devono dire: come può mostrare una tal gioia co-sì vicino alla morte?”. “Fratello, lasciami cantare le mie lodi: sono così unito al mio Signore che non posso fare a meno di com-piacermi in lui”. Fu così che il Poverello se ne an-dò verso il suo Signore. “Morì cantando”, scrisse il suo biografo, Tommaso da Cela-no. Un proverbio dice che il sole e la morte non sono fatti per guardarsi in faccia; eppure Francesco, cantando il suo “Cantico” dalla prima all’ultima strofa, li guardò amorosamente con un solo sguardo di “frate”. Laudato si’, frate Francesco, per il “Cantico delle Creature”.

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 29

HOMEPAGE

Facciamo chiarezza: Cos’è

un Malware

Rubrica a cura di Roberto Muscolino

Segue dal n. 19Essendo i dialer classificati come “servizi

a valore aggiunto”, vengono abilitati al-l’utente senza sua richiesta, e la disabilita-zione può essere a pagamento. Si tratta di un controsenso presente ai clienti di molti operatori telefonici, che si trovano a paga-re per terminare un servizio mai richiesto.

La tariffazione dialer scatta anche se non si fruisce del servizio specifico (ossia non viene effettuato alcun download se non quello di alcune pagine del sito): se c’è in-formativa, di solito il numero a pagamento funziona solo su un sito, per accedere ai suoi servizi; i dialer che tendono a nascon-dersi “funzionano” per l’accesso a qualun-que sito e sono illegali anche in presenza di informativa in quanto svolgono attività di ISP senza autorizzazione.Se non avvertono della connessione a pa-gamento, i dialer sono illegali. Spesso l’av-viso è presente, ma poco visibile, a fondo pagina, scritto con caratteri piccoli o in lin-gue straniere che spingono il navigatore a credere si tratti di un innocuo plug-in da in-stallare. La legge, però, non prevede alcuna specifica sulla dimensione del carattere o sulla visibilità delle tariffe.Predisporre un servizio cui gli utenti possa-no connettersi tramite un numero telefoni-co speciale non è molto costoso e permette di ottenere rapidamente discreti profitti, specialmente se i metodi usati non sono proprio ortodossi. Le tariffe sono infatti molto elevate (nell’ordine di diversi euro al minuto) e la lentezza della connessione costringe l’utente a tempi di connessione piuttosto lunghi.Il metodo meno invasivo che questi softwa-re maligni usano per convincere l’utente ad installarli è fornire informazioni incomple-te. Sono numerosi i siti Web che promet-tono loghi e suonerie per il telefono cellu-lare, canzoni e file mp3, ricette culinarie, immagini pornografiche gratuitamente, a patto che il navigatore installi un certo pro-gramma, anch’esso offerto gratuitamente. Il programma è in realtà un dialer che si connette a numeri telefonici dall’elevato costo (anche 3 euro/minuto), di solito un file .exe (ossia un file eseguibile). Le infor-

mazioni sul prezzo e sul numero chiamato sono spesso assenti o nascoste, inducendo di fatto l’utente a credere che i servizi of-ferti siano effettivamente gratuiti.La maggior parte dei dialer maligni usa pe-rò metodi ancora più discutibili:• sfruttano i bug dei browser o dei programmi di posta elettronica per instal-larsi automaticamente, in maniera analoga a trojan e spyware; • disabilitano l'altoparlante del mo-dem e i messaggi che normalmente appaio-no durante la connessione, in modo che l’utente non si accorga della disconessione o della composizione di un numero diverso da quello dell’ISP dai toni dei numeri du-rante la composizione; • si sostituiscono alla connessione predefinita, in modo da essere utilizzato inconsapevolmente dall'utente ad ogni col-legamento ad Internet, con risultati deva-stanti per le finanze della vittima; • tentano inoltre di impedire la pro-pria disinstallazione, avviando automatica-mente all'avvio un processo che provvede alla reinstallazione qualora l'utente tenti di cancellare il malware (anche questo com-portamento è simile a quello di spyware e trojan). Esiste la possibilità di disabilitare gratuita-mente dal gestore telefonico le connessioni a numeri a pagamento, tuttavia la disabili-tazione è soltanto una protezione parziale, poiché periodicamente nascono nuovi pre-fissi che non sono inclusi ancora nella lista dei numeri “proibiti”: i dialer non fanno altro che cambiare il numero a cui connet-tersi. In Italia, la disabilitaione gratuita ri-guarda le numerazioni 144, 166, 899, 163 e 164 per le quali è anche previsto l’obbligo d’informativa sui costi ad inizio chiamata. In tale fascia di numerazioni rientrano ser-vizi di intrattenimento, assistenza, consu-lenza, televoto, raccolta fondi o sondaggi di opinione.La conseguenza più rilevante della presen-za di un dialer maligno sul computer è il consistente addebito nella bolletta telefo-nica causato dall’utilizzo inconsapevole di numeri a tariffazione speciale. Come già accennato, infatti, il fatto che la vittima sia convinta di utilizzare la propria connessio-ne usuale, magari a tariffe agevolate, e che il dialer faccia di tutto per tenere nascosta la sua presenza, conduce ad addebiti anche molto consistenti.Chiamando il 4747 (Chiarotel), un utente Telecom Italia viene informato dell’impor-to totale della bolletta e del dettaglio (su-btotali) per chiamate verso fissi, cellulari e Internet. Confrontando il traffico Internet del giorno precedente in due momenti tali da dare due valori differenti prima è possi-bile capire se si è stati connessi a “tariffa-zioni speciali”.Qualora si ravvisino estremi di reato è pos-sibile sospendere il pagamento degli im-porti in questione dopo aver presentato de-

nuncia all’autorità competente (in Italia la Polizia postale oppure i Carabinieri). Sono frequenti sulla stampa italiana le notizie di arresti per reati connessi a questo tipo di raggiro via Internet.I dialer maligni possono essere identificati dalle seguenti caratteristiche:• Una finestra di download si apre spontaneamente durante la visita ad un sito Web; • Nel sito si trova solo un accenno, e spesso neppure quello, riguardo al costo del servizio; • Il download inizia anche se si è scelto “Annulla” nella finestra relativa; • Il dialer si imposta automatica-mente come connessione predefinita senza comunicare nulla; • Il dialer crea connessioni indesi-derate senza alcun intervento da parte del-l'utente; • Il dialer non mostra alcuna infor-mazione sul costo della connessione prima di comporre il numero; • L'elevato costo della connessione non viene mostrato durante la stessa; • La disinstallazione risulta diffi-coltosa o impossibile; Gli utenti con una connessione ADSL o su linea dedicata (per esempio una connessio-ne a Internet attraverso la rete locale) non sono soggetti alla minaccia dei dialer. Tali connessioni sono permanenti (always on) e hanno un IP assegnato: la scheda di rete, non essendo connessa alla linea telefonica, non è in grado di comporre alcun numero. Questi malware possono sempre essere sca-ricati ed installati, ma senza conseguenze.Al contrario, non sono immuni dai dialer le connessioni analogiche e ISDN, che il 70% degli italiani possiede.In aggiunta alle precauzioni esposte per gli spyware, è utile controllare periodicamen-te che la connessione predefinita utilizzi il numero fornito dal proprio provider e chie-dere la disattivazione dei numeri a valore aggiunto al gestore telefonico. In aggiunta si possono utilizzare appositi programmi specifici antidialer che bloccano la connes-sione ai numeri non espressamente autoriz-zati.Poiché i dialer non sono veri e propri virus (non ne hanno la struttura e non funzionano allo stesso modo), è generalmente impro-babile che anche il migliore degli antivirus ne riconosca la presenza o ne blocchi il fun-zionamento. Con l’inizio del nuovo secolo è stata peraltro stata notata l’esistenza di una seconda generazione di dialer, capace di servirsi dei controlli ActiveX, e quindi ottenendo accesso all’hardware del com-puter e ai registri di configurazione in mo-do da prendere il controllo completo della macchina. È possibile proteggere l’acces-so a tali controlli disabilitando i controlli ActiveX: così sarà possibile impedirne l’accesso ad applicazioni diverse dai com-ponenti del sistema operativo.

Continua

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 30

pubblicità metronotte

Quinto Raduno Nazionale AVIS da San PioIl Consiglio Direttivo Provinciale AVIS ha attuato a San Giovanni Rotondo il V Raduno Nazionale

nei giorni 16 e 17 settembre 2006. Un appuntamento immancabile per promuovere la cultura della donazione.

San Pio era solito dire: “…quelli che possono vadano in ospedale a donare il sangue, per quei poveri malati. Perché nel malato c’è Gesù; nel malato povero c’è due volte Gesù”. Il raduno è stato promosso dal-l’AVIS regionale Puglia, provinciale Fog-gia e comunale di San Giovanni Rotondo, in collaborazione con i Frati Minori Cap-puccini della Chiesa di San Pio da Pietrel-cina, l’Ospedale “Casa sollievo della Sof-ferenza”, il CSV Daunia e il Ce.Se.Vo.Ca. (Centro Servizi per il volontariato di Capi-tanata). L’organizzazione dell’evento si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Presidenza del Consi-glio dei Ministri, la Presidenza del Senato della Repubblica, la Presidenza della Ca-mera dei Deputati, con la collaborazione dell’AVIS nazionale, della Regione Puglia,

la Provincia di Foggia, la Comunità Mon-tana del Gargano, la Città di San Giovanni Rotondo, l’Ausl FG/2 e FG/3 e la Banca del Monte di Foggia. Il raduno ha avuto inizio nella mattinata di sabato 16 settembre con la celebrazione per il 50° anniversario della Banca del Sangue, centro di raccolta volu-to da San Pio da Pietrelcina. In alternativa è stato possibile fare un’escursione con guida a Monte Sant’Angelo. In serata le numerose delegazio-ni si sono incontrate in piazza Santa Ma-ria delle Grazie per la visita all’omonimo Santuario ed alla Cripta di San Pio. L’ultimo appuntamento del gior-no 16 è stata la fiaccolata con successiva veglia di preghiera nella Chiesa di San Pio. Il giorno seguente, vale a dire do-menica 17 settembre, dopo il raduno dei

labari AVIS in piazza Padre Pio, si è svolta la consueta sfilata lungo il viale Cappucci-ni. Non è mancata, naturalmente, la parte-cipazione delle autorità locali, regionali e nazionali dell’AVIS e della politica. A conclusione del corteo, presso il nuovo ingresso dell’Ospedale di San Pio, si sono potuti ascoltare degli interventi programmati a cura di personalità di rilie-vo impegnate nel sociale e particolarmen-te sensibili alla cultura della donazione di sangue ed organi che, oltretutto, essi si pre-giano di promuovere. L’ultimo appuntamento di questo V Raduno Nazionale è stata la partecipa-zione alla celebrazione eucaristica dome-nicale nella Chiesa di San Pio. I donatori ed i simpatizzanti della Sezione AVIS di Ginosa hanno partecipato numerosi e con grande entusiasmo a tutti gli appuntamenti del giorno 17. Il viaggio di ritorno, previsto do-po la consumazione del classico pranzo a sacco, ha visto come tappa intermedia la visita al Santuario della Madonna dell’In-coronata dove si è potuta ricevere l’unzio-ne con l’olio benedetto di Maria. Prima di salutarsi, dandosi ap-puntamento alla prossima uscita insieme, si è ricordata agli intervenuti la data del 24 settembre 2006 per la raccolta di sangue presso il 118 a Ginosa. A tal proposito, la donazione del 24, tramite l’autoemoteca del CIT di Ta-ranto, ha fatto in modo che si effettuassero 57 prelievi su 70 prenotazioni. La notevole partecipazione a que-sti due ultimi eventi previsti dal calendario avisino ha dimostrato, ancora una volta, con quanto successo si sta diffondendo la cultura della donazione in Italia e nella no-stra realtà locale.

Daniela Lamanna

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 31

Nunzio Santantonio

Reality Show per tutti … i gusti!Cosa ne pensa il telespettatore?

devono imparare delle specialità circensi. Sono messi alla prova, i protagonisti dimostrano quello che realmente sono in grado di apprendere.Stefano – dipende dal reality. Li guardo per curiosità, per vedere le loro reazioni, soprattutto nelle situazioni più estreme. Mi incu-riosisce scoprire come si comportano dei personaggi popolari, li guardo cimentarsi in prove estreme.Michela – se posso non li guardo mai, ma purtroppo il palinsesto televisivo ne è pieno. Prima si riusciva ad evitare di guardarli, adesso mi tocca sorbirli … la t.v. non offre altro. Quest’anno si sono duplicati, non c’è più spazio per guardare una programma-zione alternativa. Carmela – devo dire che inizialmente mi piacevano molto, ades-so non li guardo più, sono diventati talmente scontati da essere impopolari. Se dovessi ancora guardarli, sceglierei sicuramente

un reality spiritoso, simpatico; diciamo che probabilmente opterei per un nuovo reality e non per quelli già visti e rivisti. Non mi sento dipendente; se non ci fossero diciamo che neanche me n’accor-gerei. Mah ... penso che forse qualcosa di veritiero ci sia, anche se pur di fare audience,

molti reality si basano sull’inganno e sulla falsità. Beatrice – io personalmente li guardo poco, preferisco registrare fiction, anche se non nego che mi capita anche di guardare qualche spezzone di reality. Alcuni saranno anche inutili, di cattivo gusto, noiosi, ma esistono e se continuano a farli, è perché sicuramente sono guardati. Tra tutti, quello che mi soffermo volentieri a sbir-ciare è Amici, mi piace vedere i ragazzi esibirsi. In ogni caso, sia-mo padroni di guardare o no, quello che la TV ci offre.Elena – mi piacevano i primi reality trasmessi in tv., ora sono diventati ripetitivi. Preferisco guardare quelli in cui sono previste prove fisiche oppure attività sportive. Alcuni sono reali e in ogni caso iniziano con quell’intento, ma poi si perdono col tempo. Al-tri, invece, sono finti e basta.C’incuriosiscono, li scegliamo in base ai nostri gusti, siamo som-mersi e quindi la possibilità di trovare un’alternativa alla serata davanti alla TV è difficile. Dei concorrenti che masticano un oc-

chio di bue, non sono poi così disgustosi come sembrano, ma-gari dopo i pasti vanno meglio. Pensare che una ragazza non sappia riconoscere Totò oppure Dante in foto, è curioso ma può anche essere reale. La domanda resta, quanto i protagonisti sono veri? Forse sono costruiti a tal punto da rendere il tutto reale all’occhio di noi poveri telespettatori? L’unica cosa certa, per ora, e che la partecipazione ad un reality porta alla noto-rietà, se poi a qualcuno scappa un bacio, viene voglia di fare sesso o litiga davanti alle telecamere, fa bene all’audience … e sicuramente alimenta anche la nostra curiosità.

Mariacarmela Ribecco

Sono ritornati, si sono moltiplicati ed hanno arricchito il palinsesto delle nostre televisioni. Cercare di evitarli è impos-sibile, provare a “disintossicarsi” è diventata un’impresa, ci sono i vip, i cavalli, i pagliacci, i secchioni, in pratica sono stati soddi-sfatti anche i gusti più difficili. Ci si chiede, ma davvero gli italiani amano tanto i reality show, da spingere tutte le reti nazionali pub-bliche e private a trasmetterli? Sono davvero tutti alla ricerca della litigata furibonda davanti allo schermo? Per tenere il telespettatore attaccato alla t.v. basta così poco? Si era già capito che una tirata di capelli davanti le telecamere, tra donne in bikini, faceva alzare lo share. Dalla De Filippi partono un paio di ceffoni? S’impenna-no gli ascolti. Si è scritto e commentato molto della reale impor-tanza che può avere un reality in t.v., sono stati definiti programmi spazzatura, si è cercato di capire se sono stati o no educativi, ci sono vip di vecchia data e nuove leve dello schermo disposti a

digiunare per un po’ di gloria, persone comuni consenzienti nel lasciare che chiunque possa guardarli a tutte le ore rinunciando alla privacy e un po’ d’intimità, e tutto questo solo per un po’ di popolarità. Capire loro è facile, sappiamo che per una fetta di notorietà oppure per riesumarsi da anni di latitanza si può accet-tare di tutto, ma noi, siamo quelli che di sera siedono al divano, prendono il telecomando e cominciano a fare zapping tra le varie reti alla ricerca del programma preferito. Secondo cosa scegliamo un reality? Ci piacciono sul serio? Siamo dei reality-dipendendi? Cosa ne pensate?Graziella – seguo solo quelli che mi colpiscono di più. Spesso sono motivo di discussione, quando sono in compagnia d’ami-ci, si commenta il gesto di un concorrente oppure ci si scambia opinioni sul probabile vincitore. Scelgo i reality che penso hanno un senso. Per esempio, sull’Isola dei Famosi, i protagonisti devo-no sopravvivere procurandosi del cibo da soli. In Reality Circus

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DISAGIO E COERCIZIONE

Sono oramai oltre quattro mesi che non usufruiamo noi utenti della strada l’ex SS580 nel tratto del Siero delle Vi-gne. Sono tutto sommato circa 300 metri che hanno de-terminato addirittura la chiusura del traffico. I segnali stradali posti: a valle al bivio di Girifalco e a monte in uscita da Ginosa dicono perentoriamente che quei 300 metri non sono percorri-bili pena multe o verbali, non riconoscimenti assicurativi e via così di seguito. Anche ora che qualcosa è terminato, si continua a di-chiarare con la cartellonistica che nulla è cambiato e che noi poveri cretini dobbiamo andare da un’altra parte con le nostre automobili. Vediamo però in cosa è consistito il “revamping” di questi famosi 300 metri:

1. Allargamento2. Rifacimento del fondo stradale 3. Collettori fognari4. Linee elettriche e telefoniche5. Pozzetti vari d’ispezione6. Ingressi ai privati7. Marciapiedi8. 1°-2° strato di iterti bitumati9. Arginazione10. Pavimentazione dei marciapiedi

Come potete vedere non ci sono opere d’ingegneria ed architettura difficili, non ci sono ponti reticolati o grandi campate; bene, per tutto ciò fino ad ora alla comunità l’opera è costata 150 giorni di disagio e coercizione. Volete fare un raffronto con qualcosa di serio per con-trollare se il “revamping” è nei limiti di tempo previsti? La costruzione dell’Autostrada del Sole lunga 2000 km è durata quasi 12 anni pari ad oltre 4000 giorni: 5 km al giorno finiti e con pochissimi mezzi di elevata tecnologia. La costruzione della SS106 dal Bradano a Taranto lunga 40 km è durata quasi 10 anni pari a 3650 giorni: 10 mt al giorno finiti e con molti mezzi di elevata tecnologia. I 300 metri: 2.5 mt al giorno non finiti e con tutti i mezzi tecnologici che oggi il settore mette a disposizione. Cari politici e non, la vogliamo finire di dare fastidio alla comunità? Vogliamo andare a vedere di persona se il tratto può essere percorribile anche se limitato? Vogliamo di conse-guenza mettere la cartellonistica di sicurezza adeguata?

F. Lattarulo

E’ ancora allarme OGM. Questa volta ad essere colpiti sono il com-mercio e i consumatori di riso. Sono stati, infatti, scoperti recentemente

lotti di riso Ogm smerciati illegalmente in Europa. L’importazione, in parti-colare, sarebbe avvenuta in Francia, Gran Bretagna e Germania. Si tratta di un vero e proprio rischio sanitario, a cui i Governi dovrebbero rispondere nel-l’immediato. Ad essere contaminati sarebbero cibi made in Ci-

na a base di riso, come vermicelli, bastoncini e altri prodotti simili. Sono stati Greenpeace e Friends of Earth (Gran Bretagna) a scoprire e testare i prodotti. In ben cinque casi, a seguito delle ricerche, è stato trovato riso transgenico assolutamente illegale, ovvero mai approvato da nessuna autorità. La modifica genetica effettuata, ha reso il riso più resisten-te all’attacco degli insetti, attraverso l’inserimento di una proteina, la Cry1Ac, che ha già prodotto reazioni allergiche nei topi su cui è stato testato l’alimento. Il problema è più vasto di quanto si creda, infatti, il prodotto potrebbe essere stato impiegato anche nella composizione di cibo per bambini. I rischi per la nostra salute aumentano, se si pensa che la possibilità di ingerire cibo transgenico tranquillamente acqui-stato nei nostri supermercati ormai è altissima. Se aggiungiamo il fatto, come per il caso del riso cinese, che il prodotto geneticamente modificato viene messo in commer-cio prima di ricevere l’approvazione ufficiale, la situazione è anco-ra più grave. Infatti, è cosa certificata direttamente da Greenpeace nel 2005 che istituti di ricerca e aziende sementiere in Cina hanno venduto illegalmente semi di riso Ogm illegali agli agricoltori. Nel-l’attesa che si faccia qualcosa di concreto per arginare il problema della diffusione e del controllo dei prodotti OGM, l’EFSA sta at-tualmente valutando la richiesta della Bayer per l’importazione in Europa di un altro riso OGM, il LLRICE62, sebbene l’azienda non abbia fornito nessuna garanzia e nessun piano per evitare la conta-minazione dell’ambiente con tale OGM e nonostante la presenza di seri dubbi sulla sicurezza di questo riso per il consumo umano. Ricordiamoci che in questa situazione, nel caso di importa-zione e contaminazione, l’Italia è molto a rischio, in quanto maggior produttore europeo di riso.

Raffaele Fanelli

Scoperto Riso cinese OGM illegale nel mercato europeo

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AVIS SER

Nicola Tagliente: «Il Governo Prodi contro

l’autonomia dell’Università di Taranto».

La notizia fornita dal Reverendissimo Cosimo Damiano Fonseca, delegato dal Rettore Girone per il Polo Universitario Ta-rantino, ha pubblicizzato la volontà dell’ineffabile Ministro Mussi di non accogliere il decreto n° 4761 dell’11 maggio scorso con cui il Rettore dell’Università di Bari, Giovanni Girone, aveva decretato che a decorrere dal 1° Ottobre 2006 sarebbero state istituite pres-so la sede di Taranto le seconde Facoltà di Scienze, di Economia e di Giurisprudenza, passo indispensabile per l’eventuale autonomia della costituenda Università Tarantina. Non basta: tutto sarebbe rimandato al prossimo piano trien-nale di sviluppo del sistema Universitario Nazionale 2007-2009 ma anche in questo caso, dice Fonseca, le prospettive non sono rosee. La ragione di tutto questo sarebbero le indicazioni del Mi-nistro diessino Mussi che privilegerebbero le Università storiche a danno della istituzione di eventuali nuove se-di. Ciò significa che tutta l’attività Po-litico-Amministrativa e di sacrifici gestionali delle Amministrazioni di Centro-Destra alla Provincia ed al Comune di Taranto i sacrifici sarebbero stati vani.Mi tornano alla mente le tante conferenze stampa e le tante note che negli anni scorsi so-no state un pò troppo trionfalmente organizza-te. L’ultimo incontro presso palazzo Pantano di un anno fa alla presenza del Presidente Flo-rido e del Sindaco Di Bello dava per scontata l’autonomia delle tre facoltà e la conseguente istituzione dell’Università di Taranto. Comprendo perfettamente che in una società ormai esclusivamente mediatica qual è quella italiana, l’overdose di conferen-ze stampa e di presenza sui media costituisce, per molti, la chiave del loro presunto succes-so: ma non sarebbe meglio rinviare il trion-falismo a cose fatte piuttosto che precipitarsi con annunci di cose e realizzazione da farsi in futuro? Purtuttavia ora le Istituzioni sono

chiamate a scegliere o seguire i consigli del Prof. Fonseca per la istituzione a Bari di seconde facoltà in Giurisprudenza, Economia e Scienze verso cui polarizzare i Corsi di Laurea attivati a Bari chie-dendo all’Ateneo Barese di concedere immediatamente a Tarato l’autonomia gestionale, ovvero scegliendo l’Università di Lecce che nel frattempo ha deciso di essere Università del Salento chiedendo di istituire e direttamente attivare su Taranto le sopracitate seconde Facoltà. Credo che allo stato delle cose per evitare di rendere nulli impegni e i sacrifici finanziari, strutturali delle passate amministra-zioni, provinciale e comunale, è indispensabile che i soggetti istitu-zionali del territorio, ancorché con maggioranze politiche diverse dal passato, sviluppino una forte iniziativa Politica che scelga la strada da seguire e affronti le competenti autorità del Governo del Paese con unità di intenti senza le risse alle quali siamo stati nel passato abituati anche per dimostrare che dopo l’Amministrazione guidata dal Prof. Rana e dal Sindaco Di Bello la nuova politica sia completamente distratta sui temi della formazione e dell’Universi-tà e che altrimenti a nulla varrebbero anche gli sforzi programmati dall’Amministrazione Fitto ed oggi definiti attraverso i quali con borse di studio specifiche si consente a giovani Laureati di effettuare Master fuori dal territorio con l’impegno a loro completamento di rientrare per mettere a disposizione le nuove conoscenze e le profes-sionalità acquisite.

Nicola TaglienteConsigliere regionale e Vice coord. reg. di Forza Italia

Foto ricordo particolare per l’Avis di Ginosa. Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, presente al raduno di S. G. Rotondo, ha accettato di buon grado di farsi foto-grafare insieme al folto gruppo ginosino. L’iniziativa promossa dal socio Avis, Filippo Dell’Edera (che gentilmente ci ha concesso la foto) evidenzia la grande sensibilità del Presidente Vendola (anch’egli donatore) per il mondo del volontariato e della dona-zione.

Nichi Vendola

insieme ai ginosini dell’Avis

Riceviamo e pubblichiamo

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Civiltà Puglieserubrica di cultura, storia,

ambiente e tradizionia cura di Adele Carrera

La CGIL compie 100 anni. (10) Gli accordi di Giugno 1977. La lotta unitaria dei lavoratori e dell’intera comunità tarantina conseguì un primo risultato tangibile il 10 giugno 1977 al ministero del bilancio; dopo una defatigante trattativa fu raggiunto l’accordo sulla revoca immediata di 2.829 licenziamenti ai quali l’Italsider aveva dato corso e sul rientro di quelli per i lavoratori edili, in concomitanza con la scadenza dei termini della cassa integrazione. Nell’intesa fu inoltre prevista la proroga, di trimestre in trimestre, della cassa integrazione per i la-voratori delle aree meridionali «... nelle quali si verifichi uno stato di grave crisi occupazionale in conseguenza del completamento di impianti industriali, di opere pubbliche di grandi dimensioni e di lavori relativi a programmi comunque finanziati in tutto o in parte con fondi statali e nelle quali sussistono possibilità di occupazione derivanti da investimenti pubblici per gli impianti, le opere e i lavori previsti e finanziati nell’ambito del programma quinquennale di cui alla legge 2 maggio 1976, n. 183...» si ottennero così i finanziamenti per il molo polisettoriale, per il raddoppio del molo di San Cataldo, per attrezzare l’area industriale di Grottaglie, per il piano irriguo, per i programmi di edilizia economica e popolare. L’estensione del decreto legge del ministero del lavoro e della previdenza sociale a tutto il territorio meridionale, oltre che essere stata una richiesta sostenuta dal movimento sindacale tarantino, fu quasi il riconoscimento ufficiale dei guasti, delle fru-strazioni e delle attese che la politica di sviluppo per “poli” aveva determinato nel Mezzogiorno. In questo periodo furono, inoltre concordati piani di mo-bilità dei lavoratori i cui licenziamenti erano stati revocati e fu la prima volta che insieme, sindacato e azienda, stabilirono tempi e modalità di utilizzo, fuori dall’Italsider, di operai dipendenti dello stabilimento, oltre a questo furono avviati corsi di riqualificazio-ne per i laboratori che avrebbero assunto incarichi diversi dalle mansioni precedenti. Gli accordi avevano dato il via ad una nuova gestione dell’attività lavorativa, la quale tecnicamente appariva di facile gestione ma in realtà si rivelò piena di difficoltà in special modo per il sindacato che li avevano sottoscritti. Condizioni politiche e reazioni dei lavoratori. Conside-rando la novità insita nella stipula di un accordo di mobilità della forza lavoro, quale quello firmato dalle organizzazioni sindacali per Taranto (pur con il carattere di emergenza assunto dallo stesso accordo), in un momento particolarmente drammatico della storia industriale della città, non è possibile sottovalutare l’incidenza che le condizioni politiche generali, nazionali e comunali, ebbero sulla sua formulazione. Probabilmente, assetti ed equilibri politici differenti avreb-bero condotto a soluzioni diverse; non secondario, in questo senso, fu il ruolo svolto dall’amministrazione comunale cittadina nella contrattazione di garanzie o, comunque, di sbocchi occupazionali per la manodopera eccedente dell’area industriale; così come di non scarsa rilevanza, alla fine della valutazione della convenienza delle parti a stipulare un simile accordo, senza precedenti in Italia

per la sua portata, appare la capacità del PCI, in un periodo contras-segnato da un difficile e precario equilibrio politico nazionale, di indurre, pur fra mille contraddizioni, gli altri partiti a un tentativo di risposta alla crisi economica che non avesse i soliti caratteri de-pressivi (nell’attesa che il mercato trovasse in se stesso la forza per riequilibrarsi e rivivacizzarsi, ristabilendo automaticamente i livelli occupazionali precedenti), ma che si impegnasse a contrastarla con nuovi investimenti, accogliendo le rivendicazioni operaie. Indubbiamente, senza fare torto a nessuno, fra le forze politiche tarantine, il partito comunista e i suoi uomini di punta hanno spesso assunto una funzione trainante nel sostegno delle ri-chieste sindacali al governo e alle aziende. Ad onor del vero occorre sottolineare che fra tutti il PCI fu l’unico che ci aveva creduto di più nel piano di mobilità e l’impegno profuso dall’allora sindaco di Taranto, Giuseppe Cannata per la conclusione della vertenza non ebbe pari in nessun altro esponente di partito. Ma negli altri partiti invece di discutere sulla gestione e sulla programmazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, l’impegno era tutto profuso a dimostrare come la buona riuscita della vertenza fosse merito di tutti. Basta guardarsi la stampa dell’epoca per averne testimonianza. Le contraddizioni e le difficoltà del movimento operaio. Furono innumerevoli, in un periodo in cui i meccanismi di con-trattazione e di consultazione posti in essere assumono livelli di complessità del tutto nuovi per la provincia ionica e in cui non erano in discussione solo linee generali di intervento e politiche, ma si fronteggiavano, nel concreto di spicciole contabilità, le entità di nuovi insediamenti produttivi, i tempi della loro realizzazione, il numero di addetti, la specifica professionalità richiesta, i tempi del loro impiego. Inaugurato con la Vertenza Taranto, si dispiegava, ora in tutte le sue ramificazioni, il sistema di contrattazione incrociata. Il gioco delle parti che si trovavano ora dall’uno ora dall’altro lato del tavolo delle trattative, entrava nel pieno del suo svolgimento mettendo a dura prova gli schematismi di quanti non riuscivano a immaginare positivamente ruoli mutevoli, per uno stesso settore, nella stessa scena. L’elemento fondante di un progetto ardito quanto la Vertenza Taranto, la sua forza (o la sua debolezza), vale a dire la realizzazione di una reale collaborazione e disponibilità delle parti nel rispetto delle radici storiche e sociali di ognuna, ma in nome dell’interesse comune, fu sottoposto a verifica nel tentativo di inventare, praticamente dal nulla e rendere operante un tessuto produttivo che garantisse nel più breve tempo possibile, almeno i cassaintegrati e i trasfertisti. Sembra che l’ambivalenza e, qualche volta, l’ambiguità dei ruoli sostenuti dai diversi attori politici, sindacali, istituzionali nella contrattazione sull’indotto siano questioni da considerare attentamente, così come molta attenzione è il caso di porre alle in-crinature che la gestione del piano di mobilità e gli elementi in esso contenuti hanno prodotto, o hanno contribuito a rendere evidenti, all’interno dei blocchi di interesse coinvolti. Divergenze di opinioni e di interesse sono del resto sempre esistiti nel mondo dell’imprenditoria locale e tra queste e la grande committenza pubblica. È innegabile che l’Italsider, conclusi nei termini stabiliti i lavori di raddoppio, e a fronte dell’incalzare della crisi del mercato dell’acciaio, non avesse più, come in passato, convenienza a mantenere al suo interno un sistema di appalto caotico e poco controllabile, ma tendesse a razionalizzare l’orga-nizzazione del lavoro nel centro, ad automatizzare tutto il possibile,

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a liberarsi delle imprese d’appalto che non garantivano un rapporto soddisfacente tra costi, qualità e quantità del lavoro svolto; inoltre, e non come elemento secondario, va posta in evidenza una nuova politica aziendale, attenta ai problemi di “immagine” e con una maggiore propensione a svelare il volto “sociale” e “promozionale” dell’azienda. D’altra parte, però, era palese a tutti che gli imprenditori tarantini, impegnati negli appalti siderurgici, avrebbero avuto deboli prospettive, nel momento in cui fossero venute a mancare le garan-zie finanziarie costituite dai pagamenti Italsider e dalle commesse: il sindacato dovette così impegnarsi, sia nella razionalizzazione e limitazione al minimo dell’appalto, sia nella contrattazione del mantenimento di quote di esso sufficienti a far decollare gli inve-stimenti esterni. Sul fronte politico, poi, così come l’appoggio alle rivendi-cazioni della Vertenza Taranto non era mai stato unanime nei modi e nei contenuti, proprio sulle singole e parziali conquiste del piano di mobilità, si verificarono le defezioni più importanti, le spaccature più evidenti, le polemiche più roventi. Nella sinistra ionica e all’interno dello stesso movimento sindacale, a momenti di coesione e compattezza, si alternavano episodi e pratiche di delega all’una o all’altra organizzazione, partito o istituzione, creando non poco malumore tra le parti che, di volta in volta, si sentivano escluse o emarginate dalla scena principale. Intanto, nuovi attori intervenivano nella definizione dei tempi e delle fasi di attuazione degli interventi previsti negli accordi di giugno, in primo luogo le finanziarie (Spi, Fime, Isveimer), a cui venne affidato il compito di vagliare la fattibilità dei progetti di investimento presentati dalle imprese dell’indotto e dare loro il necessario sostegno finanziario (il tutto in tempi assai ristretti, quali quelli previsti per il completamento dei corsi di riqualificazione professionale della manodopera in cassa integrazione e quelli di rientro dei trasfertisti). I documenti dell’epoca testimoniano un certo scettici-smo da parte delle finanziarie sulle reali possibilità dei progetti esaminati e sulla loro efficacia nella induzione di un processo di diversificazione industriale credibile e nella soluzione dei problemi occupazionali esistenti. A questo si aggiungeva la gestione pratica del reintegro sia dei lavoratori in corso di riqualificazione sia dei trasfertisti. Per questi ultimi le problematiche erano più intricate che per altri. La individuazione dei “trasfertisti” costituì di per sé un nodo di non facile scioglimento per gli organismi sindacali: da un lato era necessario contrastare la volontà imprenditoriale di trasferire i quadri sindacali di base, dall’altro occorreva evitare il rischio di accuse di protezionismo nei confronti dei delegati, che potevano venire dalla manodopera e, in particolare, da quei lavoratori co-stretti a partire. D’altra parte, la parte dell’accordo che riguardava la manodopera da impiegare in stabilimenti ubicati altrove, fu una delle più contestate dalla base operaia e non solo per ragioni di carattere umanitario quanto per la profonda convinzione dei lavoratori stessi che una volta lasciato lo stabilimento tarantino, non vi avrebbero più fatto ritorno e, malgrado gli accordi siglati e le assicurazioni dei sindacati, da allora in poi sarebbero stati “trasfertisti a vita”. In un clima ricco di tensioni, la gestione unitaria degli accordi mostrava, a tratti, la corda; era possibile ascoltare le voci di dissenso tra gli esponenti sindacali e nella base operaia. A mano amano che i tempi di realizzazione degli interventi

previsti subivano rinvii e appena si aveva percezione delle diffi-coltà incontrate nel rispetto degli impegni, aveva inizio una sorta di caccia all’errore, comprensibile e a volte legittima, nei confronti di un accordo, come quello del giugno 1977, che se era un accordo mai raggiunto prima in nessun settore, nondimeno offriva il fianco alla critica di portare come solo contributo, la difesa dell’esistente, con l’aggravante di qualche “falla” e di rilevanti concessioni alle industrie. Bisogna dire che il più delle volte le critiche avevano più il sapore di rivalsa politica che l’espressione di volontà di dar vita ad un progetto di sviluppo. Incominciava a covare un malcelato risentimento nei con-fronti di un sistema di relazioni industriali tutto sommato garantista nei confronti dei lavoratori che, per forza di cose, tendeva sempre più ad escluderli dalla promozione e dalla gestione delle lotte, dopo aver fatto loro assaporare il gusto della possibilità del cambiamen-to, ad espropriarli del potere decisionale proprio nel momento in cui sembrava loro possibile esercitarlo, e che li rendeva quasi dei soggetti passivi e impotenti di fronte a quanto avveniva ai tavoli delle trattative. Un delegato del consiglio di fabbrica dell’italsider, così scriveva in un articolo apparso su Area Jonica nel novembre del 1977: «... è ridotto ad un accordo economico: si è trattato in de-finitiva di difendere... il salario dei lavoratori già occupati nella prospettiva di rioccuparli in relazione a scelte che certamente sfuggono al controllo e alla strategia dei lavoratori e delle strut-ture di base del sindacato... Se nel passato avessimo sviluppato una pratica coerente con le scelte nazionali della Flm e integrate sul terreno degli appalti e della organizzazione del lavoro, rac-cogliendo tutte le potenzialità presenti nell’accordo aziendale sull’inquadramento unico del 1970 e nell’accordo dell’11 aprile del 1974, certamente avremmo dato una risposta molto diversa ai processi di ristrutturazione in atto in questa azienda... Aver rinunciato qui a Taranto a costruire concretamente una linea di classe e di unificazione del movimento ha prodotto un grave vuoto di direzione politica che spiega l’emarginazione del consiglio di fabbrica Italsider, la sua espropriazione totale di informazioni e di controllo, l’impossibilità e l’incapacità di costruire una risposta di classe concretamente partecipata, organizzata e diretta ai processi di ristrutturazione in atto. Così non si è costruita una concezione “politicamente autonoma” del “padrone” sulla professionalità, sull’organizzazione del lavoro, sulla efficienza, mentre si lascia passare quella produtivistica dell’azienda.» (cfr. “Il caso Taranto”

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Nuova pubblicità

A Ginosa serata di musica da camera originale composta ed eseguita da giovani talenti

Recitar Componendo: giovani compositori all’AlcanicesSuccesso per l’iniziativa promossa dalla Casa Musicale Cassano con il Patrocinio

della Città di Ginosa e del Conservatorio di Matera

Si è soliti pensare che la musica da camera prevede l’ese-cuzione di brani composti esclusivamente nei secoli pre-cedenti al nostro. Fortunatamente così non è! Anche oggi, come in ogni epoca, compositori affermati o esordienti dedicano il proprio lavoro a strumenti reali, quelli cioè che non si servono di supporto elettronici. Lo sanno bene gli spettatori che hanno assistito, il 28 settembre scorso allo spettacolo “Recitar Componendo: il suono delle pa-role, le parole della musica”. La cornice del nostro teatro comunale “Alcanices” ha ospitato per una sera i talenti giovani esecutori e, soprattutto giovani compositori che hanno dato vita all’evento. L’idea di proporlo al pubblico ginosino è nata nell’ambito della classe di Armonia Com-plementare della Prof.ssa Anna Claudia Scammacca del Conservatorio di Matera ed è stata realizzata grazie all’im-pegno di Francesca Melchiorre (impegnata come chitarri-sta e autrice) che ha trovato nella Casa Musicale Cassano e negli enti patrocinanti (Comune e Conservatorio) i referenti ideali. Diversi gli autori impegnati: Fernando Fabio, Claudia Fiore, Lelia Lepore,Rosa Gasparre, Roberto Martino e Fran-

cesca Melchiorre, autrice della metà dei brani eseguiti tra cui “Sognando”, “Ricordi”, “Bagliori”. Interessanti le sonorità di tutti gli aspiranti compositori, ciascuno portatore di uno stile personale distinguibile. Segno incoraggiante che la voglia di scrivere è lontana dal tramontare! Tredici i musicisti impe-gnati nelle esecuzioni: Giovanna Azzone e Rosa Gasparre al violino, MIchele Cicala, Elisabetta Fusillo e Fernando Fabio al pianoforte, Claudia Fiore e Michele Rizzi al violoncello, Salvatore Frammartino al clarinetto, Claudio Segreto al sax, Carmen Venezia al flauto, Bartolomeo Girardi alle percussio-ni, Francesca Melchiorree Roberto Martino alla chitarra. FIlo conduttore della serata tessuto dalla voce recitante di Noemi Zaccagnino, impegnata nella lettura di testi di autori vari da Luter King a Ghandi. Complimenti a tutti questi ragazzi e alla sensibilità mostrata da organizzatori ed enti patrocinanti. Se-

rate come questa rappresentano la speranza e l’incoraggiamento per studenti e giovani musicisti di ricevere la giusta attenzione per gli sforzi che quotidianamente sono compiuti.

Davide Giove

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 39

Il parere del tecnico

rubrica a cura di Raffaele Fanelli

In arrivo una nuova strategia

comunitaria per un uso “sostenibile”

dei Pesticidi

è rilasciato ai possessori dell’attestato di micologo ai sensi del decreto del Ministro della Sanità 29 novembre 1996 n. 686, la validità dei permessi è prevista su tutto il territorio regio-nale. I permessi di raccolta si distin-guono in: a) permesso amatoriale del costo di Euro 25,00 che consente la raccolta di non più di tre chilogrammi complessivi giornalieri; b) permesso professionale del costo di Euro 50,00 che consente la raccolta di non più di dieci chilogrammi complessivi gior-

nalieri. Il permesso ha carattere personale e deve sempre essere accompagnato da un valido documento di riconoscimento e per tutti i raccoglitori accompagnati da altri familiari di età inferiore a quattordici anni è sufficiente un solo permesso, purché il titolare abbia uno stretto controllo sia del corretto comportamento del familiare che del limite massimo complessivo di raccol-ta previsto dalla più volte ricordata legge regionale.Ai fini dell’ottenimento del permesso pro-fessionale di raccolta il richiedente deve presentare autocertificazione nei modi di legge relativamente alla propria residenza anagrafica e alla qualifica di raccoglitore a scopo di lavoro oltre all’attestato all’iden-tificazione delle specie fungine innanzi meglio indicato.

Raffaele Fanelli

Corsi obbligatori per ottenere il permesso per raccoglierei funghi epigei freschi

Per ridurre i rischi collegati al-l’uso dei prodotti fitosanitari, la Com-missione Europea ha adottato una nuova strategia volta a migliorare i metodi di utilizzo dei fitofarmaci nell’Unione Euro-pea. La strategia prevede piani d’azione nazionali, formazione per gli utilizzatori e i distributori, controllo e certificazione del-le attrezzature irroratrici, protezione degli ambienti acquatici, limitazioni e/o divieti di utilizzo di pesticidi in determinate aree. La Commissione ha adottato anche una proposta di regolamento, con lo scopo di revisionare la Direttiva 91/414 relativa ai fitofarmaci. Infine, altre due proposte legi-slative saranno adottate prossimamente: la regolamentazione dei requisiti essenziali di protezione ambientale per le attrezzatu-re irroratrici, utilizzate nella distribuzione dei pesticidi, e un nuovo regolamento re-lativo alle statistiche in materia di fitofar-maci. L’utilizzo “sostenibile” dei pesticidi è una delle sette “Strategie tematiche” che la Commissione Europea si è impegnata a presentare a seguito del “Sesto programma d’azione ambientale”. Le altre riguardano l’inquinamento dell’aria, l’ambiente ma-rino, il riciclaggio e la prevenzione nella produzione di rifiuti, le risorse naturali, l’ambiente urbano e il suolo. La proposta di regolamento sui prodotti fitosanitari è il risultato di cinque anni di lunghe con-sultazioni tra gli Stati membri e le parti interessate. I tempi per l’autorizzazione delle sostanze attive saranno abbreviati e le autorizzazioni non dovranno più essere rinnovate ogni 10 anni (sarà necessario un solo rinnovo, dopo il primo periodo di 10 anni). L’autorizzazione potrà essere tut-tavia soggetta a revisione, nel caso in cui sorgano dubbi sulla sicurezza di un prodot-to. Secondo la Commissione, le nuove mi-sure avranno conseguenze positive per il mercato, che in questo settore si rafforzerà grazie alla norma che stabilisce il mutuo

riconoscimento delle autorizzazioni per la produzione e l’uso di prodotti fitosanitari tra Stati membri aventi condizioni ambien-tali analoghe. La proposta, infatti, prevede che il territorio comunitario sia diviso in tre zone, in funzione delle caratteristiche ambientali e climatiche, e che le autorizza-zioni concesse in uno Stato membro siano automaticamente valide anche negli altri Paesi che fanno parte della stessa zona. Quest’ultima misura consentirà di evitare inutili duplicazioni, accelererà il processo decisionale e garantirà una disponibilità dei pesticidi meglio armonizzata nei dif-ferenti Stati. Le singole autorità naziona-li potranno tuttavia, qualora lo ritengano necessario, imporre misure specifiche per la riduzione dei rischi. La valutazione di sicurezza delle sostanze attive sarà fonda-ta su criteri molto rigorosi, basati tra l’al-tro su considerazioni di ordine sanitario e sugli effetti sull’ambiente (ad esempio, la persistenza nell’ambiente).

L’Autorità europea per la sicu-rezza alimentare (Efsa) svolgerà un ruolo centrale nelle procedure di valutazione. Il nuovo regolamento rafforzerà, inoltre, le misure di controllo: gli agricoltori e le al-tre categorie professionali che fanno uso di presidi fitosanitari dovranno tenere un re-gistro aggiornato dei prodotti utilizzati, che sarà a disposizione dei vicini e delle auto-rità responsabili. In linea con la strategia dell’Ue sull’uso sostenibile dei pesticidi, la proposta della Commissione mira inol-tre a favorire la sostituzione dei prodotti più inquinanti con sostanze alternative ri-tenute più sicure e ugualmente reperibili. Per quanto riguarda, invece, la sperimen-tazione sugli animali, è stata introdotta una nuova norma che vieta la ripetizione di test sugli animali vertebrati. Il regolamento, secondo le previsioni, dovrebbe avere ef-fetto a partire dal 2008, quando il riesame di tutte le sostanze attive attualmente sul mercato sarà stato completato.

Il Consiglio Regionale della Puglia al fine di promuovere una cultura micologica ed ecologica per tutelare la salute pubblica e per conservare negli ecosistemi vegetali i benefici derivanti dalla loro presenza di-fendendone la propagazione ed evitare la distruzione della specie, il 15 maggio 2006 ha approvato la L.R. 14/2006 che modifica la L.R. 12/2003 (Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei fre-schi e conservati nel territorio regionale).La modifica principale apportata prevede che il permesso di raccolta di funghi fre-schi epigei è rilasciato dai Comuni di re-sidenza ai raccoglitori professionali e oc-casionali che hanno ottenuto, da parte dei Centri di controllo micologico della ASL, l’attestato all’identificazione delle specie fungine, a seguito di specifico corso for-mativo della durata minima di dodici ore con superamento di prove finali, ed altresì

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 41

Il Circolo Culturale Italsider visita la Sicilia

Settembre, un mese ideale per improvvisare una breve gita, ed è quella che hanno colto al balzo i soci del circolo Italsider, per trascorrere una breve vacanza in Sicilia. Colui che stava preparando tale gita non ha trascurato nulla che potesse far trovare a disagio i soci che hanno partecipato. La partenza è stata stabilita per la serata del giorno quindici settembre ultimo scorso, con l’arrivo a Messina in mattinata. Dopo l’emozione della traversata dello stretto, e dopo aver degustato una breve colazione, i soci hanno visitato la città. Alcuni si sono recati a vedere il mercato del pesce, altri si sono recati a visitare la città, ed infine il Duomo, la cui co-struzione ebbe inizio nel lontano 1120, sotto il regno di Ruggero II e consacrato al culto ad opera dell’arcivescovo Benzio e alla presenza di Enrico VI di Svevia, il 22 settembre del 1 197. Hanno constatato che le ore sono battute ogni quindici minuti, da statue automi di bronzo, alte tre metri, raffiguranti Dina e Clarenza, due personaggi che si ricollegano alla storia dei vespri siciliani. Hanno potuto ascoltare il ruggito del leone, e subito dopo è la volta del gallo, che solleva la testa, batte le ali e canta “chicchirichì”. Dopo tale spettacolo e dopo una visita alla città, si è ripartiti per Catania, altra città stupenda da visitare. A Catania abbiamo attraversato e visitato i Giardini di Villa Bellini, si sono potuti ammirare i negozi di via Etnea. Una visita alle varie chiese e cattedrali, la chiesa di Sant’Agata, con le sette porte di ferro dov’è racchiusa la Santa. Le varie chiese sono del tipo barocco, un’arte meravigliosa per chi ama tale opera. Infine si è partiti per raggiungere Acireale, dove si sono potuti depositare i bagagli e occupare le stanze dell’albergo dell’hotel Perla dello Jonio, affinché i soci si potessero rinfrescare e prepararsi per andare a pranzo. Nel pomeriggio escursioni libere per la città, molto bella per poterla descrivere e visitarla in breve tempo. La serata è stata trascorsa interamente sul corso della città, dove tutti hanno degustato le specialità siciliane. In mattinata, dopo una sostanziosa colazione, si è ripartiti per raggiungere Taormina, altra città bellissima. Si sono potuti ammirare i faraglioni, e dopo, visitando la città, ci siamo imbattuti per pura combinazione, ad assistere ad una festa del luogo, dove festeggiavano la festa della Madonna della Rocca, protettrice dei marinai. Dopo una giornata piena di emozioni, si è ripartiti per il consueto ritorno. I soci, contenti fino all’inverosimile, si sono dati appuntamento ad un prossimo viaggio.

IL RENSPONSABILE DELL’ORGANIZZAZIONE NIGRO GIUSEPPE

“Abissi” presenta la Seconda mostra

erpetologica

Ritorna a Ginosa la Mostra Erpetologica, ancora una vol-ta a cura del Centro Commerciale “Abissi” di Vito Rosato. Un locale di Via Cavour ha ospitato l’evento dal 30 settembre al 2 ottobre scorso con grande partecipazione di pubblico. Una mo-stra erpetologica consiste nell’esposizione di rettili di proprietà di allevatori. Si tratta di eventi insoliti per la nostra zona. Anche per questo l’iniziativa ha riscontrato l’interesse di allevatori delle province di Bari, Matera e Taranto nonché di diversi privati aspi-ranti allevatori tra cui i ginosini Nicola Facilla, Vincenzo Guarino e Carlo Tamburrano. Contrariamente a quanto avviene di solito l’iniziativa non aveva nessun costo per gli allevatori né prevedeva un biglietto per i visitatori. “Abissi”, il Centro Commerciale di Via Roma 85, è ormai da anni impegnato nella realizzazione di mostre di animali. Solo pochi mesi fa si è conclusa la IV esposi-ziione canina di cui abbiamo già dato notizia. Grande attenzione e sostegno merita dunque l’impegno di Vito Rosato a cui vanno i nostri complimenti attendendo il prossimo appuntamento!

Davide Giove

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 42

ARA

Noi e il fiscoFINANZIARIA 2007 IN AGRO DOLCELa manovra finanziaria per il 2007 varata dal governo, fra polemiche ed apprezzamenti, sia avvia verso l’iter parlamentare in un clima di tensio-ne e di grande attesa. Sotto l’aspetto del prelievo fiscale c’è un sostan-ziale alleggerimento per i redditi fino a 40.000,00 euro annui, al quale si contrappone un sensibile inasprimento a carico dei redditi superiori a 75.000,00 euro annui. L’iter parlamentare potrebbe portare ad aggiusta-menti di tipo sociale, senza stravolgerne la struttura portante. In questa rubrica pubblichiamo uno stralcio di alcune novità più salienti.Successioni e DonazioniTorna l’imposta sulle successioni e sulle donazioni che sarà applicata in rapporto al grado di parentela con una franchigia di euro 250.000,00 per le successioni mortis causa e euro 180.000,00 per le donazioni. Le ali-quote di tassazione vanno da un minimo dell’1% ad un massimo dell’8% del valore catastale dell’immobile, salvo i casi in cui si applica la fissa di euro 168,00.Lavoro e TFRDal 1° gennaio 2007 sarà operativo il nuovo Fondo gestito dall’INPS finanziato con il 50% del TFR non destinato alle forme pensionistiche complementari. La riforma del sistema pensionistico sarà anticipato al 1° luglio 2007 rispetto quella prevista del 1° gennaio 2008.Lavoro irregolareEntro il 30 settembre 2007 i datori di lavoro potranno regolarizzare i rapporti non regolari mediante accordi aziendali o territoriali con le or-ganizzazioni sindacali. Con il versamento delle somme dovute saranno condonati i reati su contributi, premi ed ogni altro onere.Entro il 30 aprile 2007 potranno essere regolarizzati anche i rapporti CO.CO.CO. mediante apposita istanza da presentare all’INPS.Sono quintuplicate le sanzioni amministrative in materia di lavoroLavoratori autonomiAumentano sensibilmente le aliquote contributive a carico degli artigiani e dei commercianti e della gestione separata INPS dei collaboratori e dei professionisti senza cassa di previdenza.Aumentano anche i contributi a carico dei datori di lavoro per le retribu-zioni corrisposte ai dipendenti.Enti localiAlla riduzione delle risorse trasferibili si affianca la possibilità per i Co-muni di istituire la tassa di soggiorno (5 euro a testa per notte) e di aumen-tare l’addizionale Irpef fino ad un massimo dello 0,80 per cento.

Dott. Mario D’Alconzo

Partecipando al dibattito politico che “ in misu-ra minima” si sviluppa nelle nostre comunità di Ginosa e Ginosa Marina, devo dire che la sconfitta del CENTROSI-NISTRA alle scorse elezioni comunali non si può addebitare ai partiti minori ma certamente a scelte sbagliate dei partiti maggiori e delle persone che in essi contano in ordine alla conduzione della campagna elettorale e di velati accordi po-co trasparenti e poco innovativi. Ma le persone che contano, vedi suffragi a cen-trodestra come a centrosinistra, determinano anche l’orien-tamento sbagliato del cittadino prima e dell’elettore poi che ancora oggi come negli anni ’60 e ’70 dà il consenso non per convincimento politico o per convincimento di stima ma soprattutto sulla base di piccoli favori ottenuti o addirittura sulla base delle solite promesse ( da marinaio). Eppure, questo è quanto, questa la realtà. Nelle ele-zioni locali e comunali in particolare il consenso, una volta scelta la coalizione politica da votare, va espresso alla per-sona, a quella persona onesta , volitiva e capace che non può fare promesse personali ma si impegna a dare il massimo possibile per lo sviluppo dell’intera comunità ginosina e marinese. Dalle scelte dell’elettorato deriva la qualità delle scelte degli uomini politici che tracciano le direttive di svi-luppo socio-economico, civile e ambientale del nostro terri-torio. Oggi da noi ciò che manca sono proprio gli indirizzi politici di sviluppo dei nostri due paesi, le linee guida su cui si devono muovere i dirigenti pubblici preposti e gli opera-tori privati di ogni settore produttivo. Si tira avanti alla meno peggio, sia a Ginosa che a Ginosa Marina; ogni tanto qualche intervento sporadico isolato; si conduce la cosa pubblica su delega in bianco in quanto i cittadini – giustamente – devono pensare alla fami-glia e ai problemi quotidiani che non mancano. Questo stato di torpore – tuttavia – viene ogni tanto scosso da qualche iniziativa privata, sicuramente meritevole di attenzione e di disponibilità, che si pone l’obiettivo futuro di un miglioramento complessivo della vita ginosina e mari-nese. Ma il privato, che spesso è preso “ dalla tutela della propria impresa”, non può bastare, è necessario che l’ente locale comunale faccia il protagonista ; in caso contrario lo svantaggio rispetto ai comuni limitrofi aumenterà progressi-vamente.

Nicola Castria - (socialista)

RIFLESSIONI d’ AUTUNNO

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beghelli

CREDO… ha da venirea giudicare i vivi e i morti

a cura di Giuseppe Pizzulli

Riflettendo sulla frase del Credo, apprendiamo che quel Gesù che visse in mezzo alla sua gente, che fu crocifisso, sepolto nella tom-ba, risorgendo il terzo giorno, e che ascese al Cielo alla Destra del Padre, ritornerà di nuovo sulla terra. Ci credete voi? Molti sono increduli a questo riguardo. Io sarei curioso di fare un sondaggio, fra tutti quelli che una volta hanno imparato il Credo e lo hanno recitato più volte, se credono fermamente a questa dichiarazione. Alcuni forse che il Credo lo hanno dimenticato, o non lo hanno imparato affatto, si chiedono: possibile che Gesù ritornerà? Come sarà la Sua venuta? Come si giunge a credere a questa ardita di-chiarazione? Quando si manifesterà di nuovo al mondo? Rispondo subito al primo quesito: Il ritorno di Gesù è certo sulla base delle Sue parole dette ai discepoli: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me, nella Casa del Padre mio vi sono molte dimore; io va-do innanzi a voi ad apparecchiare il luogo…tornerò e v’accoglierò presso di me, e dove sono io sarete anche voi”(Gv.14,1-3). Questa promessa non è soltanto per i discepoli d’allora, ma per tutti fedeli di ogni tempo e luogo, trapassati e viventi. Ci credete voi? Spero di si, perché ciò c’induce all’attesa e alla vigilanza (Lc.12,35-40), in conformità della Sua volontà (Mt.7,21; Rm.12,1,2). Risponden-do al 2° e al 3° quesito devo dire che la venuta di Gesù avrà due fasi distinte: la 1° fase detta “Parusia”= apparizione, sarà solo per i credenti fedeli, i salvati, la Sua Chiesa, che equivale al Rapi-mento dei fedeli viventi, (non visibile al mondo, anche se sarà un fenomeno sconvolgente), e alla Resurrezione dei fedeli trapassa-ti (1° Tes.4,13-18), leggete, confrontate i riferimenti biblici, non sono opinioni di sciocchi o creduloni religiosi. La 2° fase invece, dopo un lasso di tempo all’incirca di 7 anni, nei quali accadran-no cose terribili, con armi atomiche, chimiche e batteriologice, Gesù verrà “sulle nuvole e ogni occhio lo vedrà”(Ap.1,7), sarà visibile al mondo intero. Egli verrà con gran Potenza e Gloria (Mt.24,30). Quando? Non ce l’ha detto Gesù, ma ci ha dato delle

chiare indicazioni e segni degli Ultimi Tempi, che precedono il Suo ritorno; noi cristiani del “20° e 21° secolo stiamo assistendo all’avverarsi di molti segni sotto i nostri occhi. Segni descritti in Mt.24, in Mar.13 e in Lc.21, (leggetevi pure questi capitoli). Alcu-ni di questi segni sono le guerre che hanno insanguinato il nostro pianeta, i massacri, le pulizie etniche, terremoti, carestie, fame, pestilenze che infettano attualmente milioni e milioni di perso-ne, disastri ambientali, catastrofi con manifestazioni apocalittiche nel mare e sulla terra, i falsi profeti che cercano di sviare anche incauti credenti, e l’Evangelo che si diffonde in tutto il mondo, sono segni che Gesù ha dato che suonano come squilli di tromba e che annunciano l’imminente RITORNO di Gesù Cristo, Egli è alle porte. Beati coloro che si troveranno pronti per il Regno dei Cieli. “Di la a da venire…”. Forse alcuni si chiedono: ma che farà quando ritornerà? Gesù verrà per ridurre all’impotenza ogni governo e autorità costituita e prendere il Governo delle Nazioni (Is.42,1-4), quale Re Supremo su tutta la terra; Verrà per arrestare e giudicare l’Anticristo, la Bestia e il Falso Profeta (Ap.19,11-21); verrà per legare Satana per mille anni (Ap.20,1-6), e per stabilire un Millennio di Pace sulla terra. “Egli giudicherà il mondo con Giustizia e i popoli con rettitudine”(Sl.98,8). In quei giorni si dirà: “ Venite, mirate le opere dell’Eterno che compie cose stupende sulla terra. Egli fa cessar le guerre…rompe gli archi…arde i carri nel fuoco”(Sl.46). Dopo il Millennio Gesù dovrà “giudicare i vi-vi e i morti”(Ap.20,11-15), e la sentenza sarà irrevocabile.Perciò amico lettore o lettrice, se ancora non avete affidato la vostra vita, il vostro cuore nelle mani di Dio; se ancora non avete fatto una piena confessione dei vostri peccati, mediante un atto di penti-mento e di ravvedimento, questo è il momento, non indugiate più un istante. Dio vi ama, vi cerca, vuole salvarvi dal peccato che conduce alla morte (Rm.6,23) e al Giudizio (Eb.9,27). “Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino, Ravvedetevi e CREDETE al-l’Evangelo”(Mar.1,15). “Iddio ha tanto amato il mondo che ha da-to il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia Vita Eterna”(Gv.3,16). Non rimandate a domani la vostra decisione, potrebbe essere troppo tardi per voi. L’Eterno vi benedica e vi sia propizio.

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 44

Da cinque articoli è costituita il nuovo disegno di legge: “Misure Urgenti in materia di formazione professionale”. Tra le modifiche più importanti all’attuale disciplina re-golata dalla Legge Regionale n°15 del 7 Agosto 2002 è da eviden-ziare che con l’art.4 si modifica la L.R.10/04 in tema di soggetti beneficiari dei regimi regionali di aiuto, che ammetteva come de-stinatari solo le piccole e medie imprese, adesso la Regione potrà finanziare anche i progetti di formazione professionali delle grandi aziende. Ciò comporterà nell’immediato lo sblocco delle 400 as-sunzioni dell’Alenia di Grottaglie ed in prospettiva la nuova legge regionale potrebbe favorire nuovi investimenti in Puglia. Questa quindi la principale modifica di impatto immediato introdotta dal disegno di legge della VIª commissione che ora dovrà affrontare l’esame del Consiglio. Ma non è l’unica novità. Importante è an-che l’art.1 che modifica i criteri per l’accreditamento degli Istitu-ti di Formazione. Negli anni scorsi questo passaggio burocratico verteva sul possesso di determinati requisiti delle sedi fisiche ove si svolgevano i corsi: ora ad essere accreditate saranno i soggetti attuatori della Formazione. La rispondenza delle sedi ai requisiti di legge sarà lasciata alla verifica degli organi competenti, liberando anche la Regione dal contenzioso legato ai bandi di selezione per gli accredita-menti stessi. Con l’art.3 si dispone il conferimento alle Province delle funzioni relative ai “corsi liberi”, cioè quelli che non usufruiscono di alcun finanziamento. L’ultimo arti-colo, il n°5, prevede che le funzioni di valutazione e rendicontazione dei progetti possano essere affidati an-che a soggetti esterni ( rimangono alla Regione ovviamente le funzioni di vigilanza e controllo). La ragione di tale modi-fica sta nel fatto che il ritardo di rendicontazione comporta talvolta la perdita di finanziamenti da parte della Comunità Europea, ciò accade anche per la carenza di personale, è presumibile quindi che in futuro con l’affidamento esterno si potranno gestire meglio le risorse economi-che legate ai progetti stessi.

Luciano MineoPaolo Costantino

MINEO eCOSTANTINO (ds):

«La nuova legge regionale sblocca il nodo formazione anche per i

neo-assunti dell’Alenia di Grottaglie»

Sono le 9.30 di martedì 3 ottobre 2006, è una splendida giorna-ta di sole, in piazza, maestosa, c’è ancora l’illuminazione che ci accompagnerà fino all’ottava, qualcuno inizierà a smaltire quello che ha degustato a tavola durante le festività, si ritorna al lavoro con la sveglia che non dà tregua alle 7.00 del mattino e il paese ri-torna alla quotidianità di sempre. Cosa resta di queste festività? A fare da cornice alle varie iniziative proposte, i ginosini, sono stati coinvolti anche dagli spettacoli dei fuochi pirotecnici che hanno arricchito, nella serata di domenica 1 ottobre, i festeggiamenti per i santi patroni. Per circa due ore, la comunità ginosina ha potu-to ammirate i fuochi d’artificio che hanno regalato dei suggestivi momenti di spettacolo. C’è chi si è riunito in terrazza con gli amici e chi li ha ammirati un po’ più da vicino in auto. In pratica tutti si sono presi una piccola pausa per poter osservare il cielo illuminato dai colori dei fuochi. Ma quando lo spettacolo è finito cos’è accaduto? Cos’è rimasto di tutto quello che abbiamo visto quella sera? Le transen-ne sono state spostate, la viabilità sul Belvedere è ritornata a scor-rere, i camion delle ditte dei fuochi d’artificio sono tornati a casa soddisfatti, ma sull’asfalto, i residui dei vari fuochi sparati, hanno fatto da tappeto sia su una parte della complanare sia sulla vegeta-zione circostante. A dare “spettacolo” sul Belvedere, adesso, non ci sono più i fuochi d’artificio, ma i residui, un po’ ovunque, dei materiali usati per la serata. Ci sono scatole di cartone, centinaia di fogli argentati (imballaggio dei fuochi?), bottiglie di plastica (che si spera non siano di vecchia data) e bidoni di vario genere e colore. Si può sicuramente affermare che lo spettacolo dei fuochi pirotecnici ha fatto il loro effetto anche due giorni dopo essere stati sparati. Quel che resta di una zona del nostro paese, già poco rispettata da chi frequenta e sporca quasi quotidianamente il Belvedere, continua

Fuochi pirotecnici e cimeli

La zona Belvedere dopo le feste patronali.

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Andrea Piccioni 3º ai campionati Italiani

di lancio del peso In data 16 e 17 settembre, in quel di Bastia Umbra (Pg) si sono svolti i Campionati Italiani Cadetti di Atletica leggera, ai quali ha partecipato nella gara del lancio del peso, il marinese Andrea PICCIONE, avendone acquisito il diritto dopo la vittoria ottenuta la settimana precedente ai Campionati Regionali assoluti svoltisi a Lecce. A tale manifestazione, Andrea si presentava in ottime condizioni di forma, seppur abbastanza emoziona-to, visto che era tra i favoriti per la vittoria finale. Il rego-lamento della gara prevedeva tre lanci di qualificazione per atleta, dopo di ché i primi otto concorrenti avrebbero continuato la gara con l’effettuazione della finale a otto con altri tre lanci. Già nel riscaldamento si notava la ten-sione del nostro atleta nonostante già abituato ad eventi importanti; infatti nel 2005 ha partecipato ai campionati italiani arrivando sesto in finale. La gara non iniziava tanto bene e solo al terzo lancio di qualificazione Andrea riusciva a fare cose egregie portandosi in quarta posizione, un gradino sotto del podio. Anche i primi due lanci di finale facevano trasparire una notevolissima tensione emotiva che però veniva spazzata via dall’ultimo ottimo lancio, dove con grande concentra-zione, scagliava l’attrezzo a metri 15,46 (peraltro nuovo record provinciale jonico) guadagnandosi così la medaglia di bronzo e regalandosi, nel contempo, la soddisfazione di salire sul podio fra i primi tre d’Italia dopo i tanti sacrifici affrontati nella preparazione. Infine vi è da ricordare che Andrea, unitamente al compagno di scuola del Bellisario di Ginosa, Raffaele ELDORADO, fra qualche giorno parteciperà alla finale nazionale dei Giochi della Gioventù che si svolgerà in Lignano Sabbiadoro (Ud), rispettivamente nel lancio del peso e nel salto in alto, dove gli stessi rappresenteranno e daranno lustro all’Istituto Bellisario, che mai nella sua storia ha avuto due suoi studenti/atleti qualificati per tale evento. Forza ragazzi!

FaGo

ancora ad essere fonte di mancanza di buonsenso anche per le festività autunnali. Lo spettacolo è finito, tutti sono tornati a casa, anche l’ultimo fuoco è stato sparato, ma adesso non si dovrebbe ripulire il Belvedere? Se in un pomeriggio come tanti, volessimo mostrare ad un parente la splen-dida vista che regala la zona del Belvedere dovremmo prima spiegargli che il cumulo di “immondizia” notevolmente presente un po’ ovunque, è quel che resta delle nostre festività. Non ci resta che attendere, infondo qualcuno dovrà pur togliere, “gli addobbi natalizi” dalle piante, o no?!

Mariacarmela Ribecco

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La Goccia n. 20 - 7 ottobre 2006EVENTI E COMMENTI 46

infoteca

Si è concluso a Marina di Ginosa il Meeting nazionale dei circoli Cral Telecom con

l’assegnazione dei titoli nazionali

La stagione turistica a Marina di Ginosa non è ancora ter-minata; ad affollare le spiagge della “Perla dello Jonio” oltre 1500 atleti dei circoli Cral Telecom di tutta Italia giunti per il Meeting Sportivo. In palio i titoli nazionali CralT a squadra ed individuali di bowling, beach volley, pallavolo, ciclismo, tennis, tiro con l’arco, tiro a volo, pesca, vela e corsa su strada. L’iniziativa ha trovato il forte sostegno dell’amministra-zione comunale di Ginosa, «Una grande occasione – ha dichiarato Leonardo Galante, delegato sindaco – per promuovere il territorio a livello nazionale e creare una festa dello sport. Abbiamo sposato l’iniziativa per i valori sani che essa promuove, capace di legare i lavoratori attraverso la solidarietà, lo sport e la cultura». I 15 giorni di competizioni si sono conclusi sabato con le gare podistiche su strada. I Runners Ginosa hanno curato l’orga-nizzazione definendo un circuito cittadino di 3 km da ripetere più volte per i tre titoli in palio: 3000 metri femminile, 6000 metri e mezza maratona (21,097 km) maschili. Dopo il via dato dal delegato sindaco Galante, è iniziata la grande festa di sport per le strade di Marina di Ginosa, con il

pubblico dei grandi eventi che ha incitato i podisti lungo l’intero percorso. Elevato il livello tecnico, infatti, fin dal primo chilometro Antonio Carta e Maurizio Pitau hanno dettato il ritmo attorno ai 3’10” al km. Nella gara riservata alle donne, di 3000 metri, Maria Grazia Piacentino (Piemonte) in 16’46” ha ottenuto il primo posto precedendo Maria Calabrese (Emilia Romagna) e Anna Maria Va-raglia (Piemonte). Nella 6000 metri arrivo solitario di Antonio Carta (Sar-degna) in 19’05”, distaccati di qualche minuto Roberto Lisci (To-scana) e Luigi Mattiolo (Marche). Maurizio Pitau (Friuli Venezia Giulia) si è aggiudicato la mezza maratona in 1h15’12”, davanti Gianluigi Fracca (Friuli Venezia Giulia) e Vittorio Vitari (Lombardia). Da sottolineare le prestazioni degli atleti locali fuori classifica. Eccezionale la prestazione di Francesco Bracciodieta, il quale durante il riscaldamento si è allontanato dalla zona di par-tenza ed è partito con 4’ minuti di ritardo. Dopo due giri il mari-nese ha colmato il gap concludendo la mezza maratona al secondo posto in 1h24’10”, con il tempo reale di 1h20’10”. Terzo tempo per il presidente dei Runners Ginosa, Josè Punzi, 1h31’12”, accol-to con gran calore da tutti gli spettatori. Le premiazioni, con l’assegnazione dei titoli nazionali Cral Telecom, si sono svolte nell’anfiteatro del Villaggio Turistico “Torre Serena” alla presenza del presidente nazionale Cral-Tele-com, Goffredo Mampieri, e delle autorità locali. Grande la soddisfazione di Mampieri, il quale ha sottoli-neato l’importanza dell’associazione dopolavoristica che ha come scopo la promozione ed attuazione, tra gli associati, di attività fi-nalizzate alla valorizzazione, in ogni sua forma, del tempo libero e della sfera sociale e culturale. Parole di ringraziamento sono an-date all’Amministrazione Comunale di Ginosa che ha sposato e patrocinato l’iniziativa, alla Runners Ginosa per l’organizzazione della gara podistica e ai volontari del 118 e del Soccorso Emergen-za Radio.

Mario Stigliano