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Estate 2018 Informarsi per decidere Oncologia dolce | Etica con lo chef Max Noacco | Epigenetica&Nutrizione Tania Cagnotto super star | Progetto Guerriere per la vita verso New York

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Estate 2018 Informarsi per decidere

Oncologia dolce | Etica con lo chef Max Noacco | Epigenetica&NutrizioneTania Cagnotto super star | Progetto Guerriere per la vita verso New York

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StaresaniFVGF StaresaniFVGT StaresaniFVGY

Informarsi e decidere

Numero unicorealizzato a cura di:

Via A. Bardelli, 4Torreano di Martignacco - UDTel. 0432 [email protected]

Testi e interviste a cura di:Irene Giurovich

SOMMARIO

Intervista allacampionessa

Tania Cagnotto

La ricetta per vivere sani

Marta CianiBiologa nutrizionista12

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Rivoluzione menseSoda tax

Oncologo Berretta (CRO Aviano)

VERITÀ SU OMOCISTEINA E FLORA INTESTINALEDott.ssa Marta Ciani

CASO NUTELLA,INTERVIENE L’AUTHORITY

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MICROBIOTA E AUTISMODott. Mario Marani

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BENEFICI VEGETAL-PROGRESSA TU PER TUCON TANIA CAGNOTTO

10 20

ALIMENTAZIONE SANA E CONSAPEVOLEChef Max Noacco

DIETA MEDITERRANEAANTICANCROOncologo Massimilano Berretta

GUERRIERE PER LA VITACORRENDO CONTRO I TUMORI

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PROFESSIONE ONCOLOGOIl dottor Massimiliano Berretta lavora al CRO di Aviano, chiede una rivoluzione nelle mense e la tassa sulle bevande gassate e zuccherate

PROFESSOR BERRETTA, COME LA METTIAMO CON IL RITORNELLO “MANGIA QUELLO CHE VUOI” CHE TROPPE VOLTE GLI AMMA-LATI DI TUMORE SI SEN-TONO DIRE PROPRIO DAI MEDICI?“Purtroppo è vero. Spesso si sente dire così. Non ven-gono dati suggerimenti né a

favore né contro una dieta anticancro in quanto tale, poiché una dieta anticancro non viene indicata da molti medici. Questo dipende an-che dalle differenti sensibi-lità, dalle competenze... io personalmente suggerisco ogni giorno nella mia attività clinica - oltre ad aver messo per iscritto i contenuti della scienza nutrizionale appli-cata al campo oncologico - quali sono le indicazioni per uno stile di vita corretto che il malato oncologico è opportuno segua. Purtroppo poche volte i medici affron-tano queste tematiche che ritengo siano indispensabili, anche perché i pazienti stes-si formulano domande e la risposta generica o le non-ri-sposte non sono accettabili né ammissibili in quanto gli studi seri sono stati compiu-ti e i pazienti hanno modo di informarsi...”.

LA REAZIONE FREQUEN-TE DI QUESTI MEDICI CHE PURTROPPO NON FORNI-SCONO LE RISPOSTE O FOR-NISCONO NON-RISPOSTE, QUANDO PARLI CON LORO DEGLI STUDI SCIENTIFICI CONDOTTI DALL’EPIDEMIO-LOGO FRANCO BERRINO, OPPURE DA CAMPBELL IN THE CHINA STUDY, È IM-PRONTATA ALL’INCREDULI-TÀ, COME SE NON SI DO-VESSERO SEGUIRE QUESTI AUTORI E SIMILI (COME AD ESEMPIO I RICERCATORI E MEDICI FILIPPO ONGARO, VALTER LONGO ETC). CHE NE PENSA?

“Il professor Franco Berrino e anche gli altri ricercatori citati hanno condotto studi con una ben precisa me-todologia e un altrettanto rigoroso metodo scientifico (si pensi allo studio EPIC, ad esempio), pertanto non possono non essere accettati in ambito medico. Concor-do con il professor Berrino relativamente alle battaglie contro i cibi processati chi-micamente, ovvero i cibi raf-finati (le farine raffinate non vengono riconosciute dall’or-ganismo!), i cibi elaborati, industrialmente manipolati. Bisogna contrastare que-

L’alimentazione è fondamentale sia nella prevenzio-ne dei tumori ma anche come strumento di supporto

quando la patologia oncologica si è manifestata.In quest’intervista l’oncologo Massimiliano Berretta, che esercita la sua missione al CRO di Aviano, spiega le verità scientifiche che ha sintetizzato nel libro NutriAmo la vita. Suggerimenti per un corretto stile di vita, prima, durante e dopo la malattia tumorale, vademecum di immediata e chiara consultazione che il dottor Berretta regala a tutti i suoi pazienti e, quando viene chiamato dalle scuole per parlare di dieta mediterranea e alimen-tazione anticancro, dona agli Istituti.

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sto mercato dilagante che danneggia la salute, come pure lo zucchero raffinato che si trova ovunque, anche con altre diciture, quali, ad esempio, fruttosio, glucosio, sciroppo di glucosio, scirop-po di mais o simili. Io dico: torniamo ad alimenti genui-ni, non processati chimica-mente, insomma naturali.Quanto al libro di Campbell e ai lavori condotti da lui e dal figlio non si può che concordare, visto che hanno dimostrato quanto rilevato da altri studi epidemiologi-ci, ovvero che quando una popolazione si trasferisce in un paese in cui vigono altri stili di vita alimentari, essa sviluppa lo stesso rischio di sviluppare patologie tipiche della popolazione locale. Pensiamo agli afro-america-ni che si trasferiscono in pa-esi occidentali: nell’arco di una generazione sviluppano

lo stesso rischio della popo-lazione del nuovo paese: tu-mori al polmone, mammella, intestino. Lo stile di vita in-terferisce su quelle che sono le patologie cronico-degene-rative (tumori, eventi cardio-vascolari, diabete, demenze, sindrome metabolica, etc).

DA ONCOLOGO QUAL È IL SUO PENSIERO SUL RUOLO DELL’ALIMENTA-ZIONE COME FATTORE DI PREVENZIONE PRIMA E COME FATTORE DI AIUTO ALLA CURA DOPO CHE LA PATOLOGIA TUMORALE È INSORTA?“E’ delicato asserire che se cambi regime dietetico du-rante la malattia allora gua-risci. Sicuramente, però, il paziente oncologico che, in qualsiasi fase della malat-tia, cambia alcuni aspetti alimentari (riduce drastica-mente i grassi che deriva-

no dalle proteine animali, mangia cereali integrali, consuma alimenti ricchi di vitamine e anti-ossidanti), trae un notevole migliora-mento anche come risposta alle terapie. Si riesce anche, come effetto benefico di una dieta che prediliga le protei-ne vegetali rispetto a quelle animali, a ridurre gli effetti collaterali della chemiotera-pia (come, ad esempio, mu-cositi, coliti, diarrea, etc), a migliorare l’assetto lipidico, a limitare la stanchezza. Il tutto senza dimenticare un minimo di attività fisica che deve essere svolta anche dal paziente oncologico. Questo schema riattiva i meccani-smi del benessere”.

L’EPIDEMIOLOGO FRANCO BERRINO RIPETE IN TUTTI I SUOI SCRITTI CHE UN’A-LIMENTAZIONE PREVA-LENTEMENTE INTEGRALE

E VEGETALE, UNITAMENTE AL MOVIMENTO, È UN’AS-SICURAZIONE SULLA VITA. ANCHE I RICERCATORI BE-LIVEAU E GINGRAS, NEL LIBRO VIVERE ANTI-CAN-CRO, RIPORTANO MOLTI STUDI CHE CONFERMANO IL RISCHIO NOTEVOLMEN-TE AUMENTATO DI INCOR-RERE IN UN TUMORE DA PARTE DI CHI CONSUMA MOLTE PROTEINE DI ORI-GINE ANIMALE (CARNI, LATTE, LATTICINI); ADDI-RITTURA 4 VOLTE MAG-GIORE RISPETTO A CHI CONSUMA PRINCIPAL-MENTE PROTEINE VEGE-TALI....CONCORDA?“Sicuramente lo stile di vita influisce sui geni. E visto che il tumore è un’altera-zione genetica...Mangiare male, troppe proteine ani-mali, troppi zuccheri, cibi pronti, cibo-spazzatura, be-vande gassate, sicuramente

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silenzia, mette a tacere i geni del benessere e della ri-generazione che tutti noi ab-biamo. Lo stile di vita sano consente di riattivare quelle funzioni che predispongono l’organismo al benessere: ad esempio al paziente iperteso che è anche in sovrappeso basta perdere 7-8 chili e già si contribuisce a ridurre la pressione arteriosa di 10-15 punti. Si tratta di evidenze cliniche. Confermo che l’ec-cessivo consumo di proteine animali accresce il rischio di cancro. Chi vive mangian-do correttamente e facendo movimento presenta dei pa-rametri biologici migliori. Un recente studio ha dimostrato che spendendo 1 solo euro in informazione ai ragazzi su dieta sana e sport, il vantag-gio è di 1 a 7, ovvero 7 euro in più nelle casse dello Stato quanto a ricoveri e/o tratta-menti che non vengono fatti

perché la gente ha imparato come nutrirsi e come resta-re attiva fisicamente. Quan-to poi ai cibi che inducono l’infiammazione, è un dato scientifico che si tratta so-stanzialmente dei prodotti di origine animale quali carni, insaccati, formaggi, uova; inoltre sono da considerare pro infiammatori (ovvero che scatenano le infiammazio-ni) le patatine fritte, i grassi idrogenati (margarine), dol-ciumi, bevande zuccherate, farine raffinate e tutti gli ali-menti che contengono sci-roppo di glucosio-fruttosio o fruttosio come ingrediente. Il nemico dei bambini e dei ragazzi è il fruttosio presente in sciroppi, dolcificanti lar-gamente impiegati nell’indu-stria nelle varie preparazioni alimentari quali merendi-ne, snack, succhi di frutta, marmellate, caramelle... Si pensi che una sola lattina di

bevanda zuccherata contie-ne il doppio della quantità giornaliera di fruttosio indi-cata per l’età pediatrica e una merendina circa il 45% in più. In Italia bisognereb-be introdurre, come ha legi-ferato la Pennsylvania prima e l’Inghilterra poi, la tassa sulle bevande gassate e zuc-cherate, la cosiddetta soda tax: ogni anno la California incassa 91 milioni di dollari che vengono reinvestiti in-teramente in programmi di informazione ed educazione alimentare e sportiva rivolti primariamente ai ragazzi in età scolare. Purtroppo qui in Italia le Istituzioni sono poco attente e non si occupano di questo tipo di educazione fondamentale da cui dipen-de il livello di salute e di ma-lattia delle nostre generazio-ni e di quelle future. Dal mio punto di vista si dovrebbe anche introdurre nelle scuo-

le una materia obbligatoria: Alimentazione e corretti stili di vita. In questo modo ri-sparmieremmo molti soldi pubblici spesi per farmaci, ricoveri e cure da reinvestire in programmi di crescita, di sviluppo e di educazione dei più giovani”.

EPPURE QUI DA NOI SI FA ANCORA TROPPA POCA IN-FORMAZIONE...“Siamo l’unico Paese in Europa a non investire nel-le scuole in Educazione ali-mentare e Corretti stili di vita! Grecia, Spagna e tutti gli altri hanno questa mate-ria di insegnamento. Anche per lo sport non siamo messi meglio. In Grecia i ragazzi praticano a scuola 6 ore di sport settimanalmente, così come suggerito dalle indica-zioni internazionali. Non è un caso che l’Italia abbia il triste primato dei

Via Vittorio Veneto 36 - 33010 Reana del Rojale (UD)Tel. +39 333 3483233

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L’aziendaL’azienda familiare di Renzo Nadalutti, a partire dall’anno 2000, si è specializzata nella coltivazione e nella trasformazione di diverse varietà di cereali, leguminose e chenopodiacee operando con il metodo dell’agricoltura biologica.L’impianto di macinazione è costituito da un mulino a pietra abbinato ad un bu-ratto attraverso un aspiratore ottenendo farine integrali e semi-integrali ad alto valore biologico. Le farine vengono prodotte in piccoli lotti in modo da dare al consumatore un prodotto il più fresco possibile. Il loro confezionamento sotto-vuoto ne migliora la conservabilità.

I nostri prodotti: Farina e semole di Farro , Grano tenero, Grano saraceno,

Mais (giallo e bianco), Segale, Orzo, Grano duro Cappelli, Faraoni.

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farro, segale, orzo). Polente miste: Mais e Grano, Saraceno, Polenta Nera

(mais e segale). Cereali: Farro decorticato, Orzo Mondo, Orzo decorticato,

Miglio decorticato. Tritelli: Farro, Orzo.

Pasta e Specialità al Farro, Faraoni, Grano duro Cappelli.

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bambini più obesi d’Europa. E la pandemia di sovrappe-so e obesità fin dalle ele-mentari ci sta travolgendo: non sanno come mangiare e non si muovono. La cor-retta alimentazione ricca di fibre e verdure, ovvero la dieta mediterranea fonda-ta su cereali integrali, car-boidrati complessi, legumi, frutta secca, semi, niente farine raffinate 0 e 00, olio extravergine d’oliva, ridotto consumo di dolci e zuccheri, ridotto consumo di proteine animali (carne, latte, for-maggi e derivati) dando la preferenza alla carne bianca magra e soprattutto al pesce azzurro pescato (limitare al massimo la carne rossa ed evitare, come prescrive an-che lo stesso Codice europeo anticancro, salumi ed insac-cati), riduce del 30 per cen-to l’incidenza dei tumori. In Italia si ammalano di cancro circa mille persone al gior-no, ovvero circa 400 mila casi l’anno, il 3-4 per cento è under 40 anni, circa 10 mila giovani l’anno; il 30 per cento in meno significa 300 diagnosi in meno al giorno e 120 mila casi in meno di tumori all’anno in Italia. Questi dati devono far riflet-tere. Soltanto grazie alla die-ta, e per dieta, ovvero modi di alimentarsi, mi riferisco alla dieta mediterranea, si possono prevenire ben il 30 per cento dei tumori, una percentuale che sale fino al 45 per cento se oltre all’a-limentazione teniamo conto anche dello stile di vita rela-tivo all’imperativo categorico di non fumare e al non bere alcolici o comunque limita-re al massimo il consumo di alcol”.

CHI SEGUE UNA DIETA VE-GETARIANA È MENO ESPO-STO A CERTE PATOLOGIE?“Confermo che si registra-no meno casi di tumori fra i vegetariani. Questi ultimi spesso necessitano di un supporto per compensare

determinate carenze vita-miniche. Certo è che dal punto di vista genetico noi siamo molto più vicini agli erbivori. Infatti, il nostro in-testino è lungo come quello degli erbivori e si spiega così la correlazione fra l’elevato consumo di carne rossa e i tumori che colpiscono in-testino e colon. Il processo digestivo della carne, a cau-sa della sua putrefazione e delle molecole che vengono rilasciate, acidifica i tes-suti. Le feci con Ph acido causano un’infiammazione nell’intestino; questo feno-meno non avviene, ad esem-pio, nei felini poiché il loro intestino è corto, quindi il transito è veloce. Frutta e verdura non determinano, al contrario, al pari dei ce-reali integrali o dei legumi, alcun tipo di acidificazione, quindi non c’è alcun danno alla mucosa, semmai anzi una protezione. Per quanto riguarda l’alimentazione du-rante la patologia tumorale, che deve essere priva di ogni alimento infiammatorio o pro-infiammatorio, si è visto, ad esempio, che le donne con patologie ormono-sen-sibili che aderiscono ad un regime alimentare basato su fibre, frutta, verdura, legu-mi, cereali integrali, hanno migliori risultati in termini di sopravvivenza”.

DOTTORE, MA A QUALE DIETA MEDITERRANEA DOBBIAMO FAR RIFERI-MENTO, VISTO CHE DI PIRAMIDI ESISTONO DI-VERSE TIPOLOGIE E NON SEMPRE, PURTROPPO, COLLIMANTI FRA LORO...?“Dieta Mediterranea è stata coniata dal fisiologo ameri-cano e nutrizionista Ancel Keys che, quando sbarcò in Italia, precisamente a Paestum, al seguito della quinta Armata, nel 1944 fu colpito dalle abitudini ali-mentari della popolazione. Approfondì gli studi sugli ef-fetti dell’alimentazione me-

ridionale del tempo, prima del boom economico ovvia-mente, e le correlazioni con le malattie del benessere, ovvero ipertensione, arte-riosclerosi, diabete, tutte le malattie cardiovascolari e non solo...Il dott. Keys, negli anni Cin-quanta, partendo dall’os-servazione delle abitudini alimentari delle popolazioni rurali del meridione, elaborò la concezione che la bassa incidenza di malattie cardio-vascolari fosse dovuta al tipo di alimentazione che queste popolazioni adottavano per tradizione secolare. La Dieta Mediterranea pre-vede proprio questo: alimen-tazione quotidiana a base di pane, pasta, riso (tutto rigorosamente integrale), legumi, frutta secca, semi, verdure, frutta, poco formag-gio (una volta a settimana, ma anche una volta ogni 2 settimane erano ‘permes-si’ i cibi di lusso alcuni dei quali erano ricchi di grassi: salumi, pesce, carni, dolci). Il tutto era integrato da una sana e diffusa attività fisica (oggi assai scarsa...). Poten-do scegliere, consiglio an-ch’io, sulla scorta di quanto ribadisce lo stesso Berrino, di optare per cibo biologico e a km zero”.

QUINDI GRAZIE ALLA DIE-TA MEDITERRANEA, DI-CHIARATA PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UNE-SCO DAL 2010, SI VIVE DI PIÙ E MEGLIO?“I superpoteri della Dieta Mediterranea derivano dal giusto ed equilibrato appor-to di sostanze antiossidanti con l’alimentazione. Gli an-tiossidanti possono essere definiti come tutte quelle sostanze che sono in grado di contrastare le reazioni chimiche di ossidazione che nell’organismo sono provo-cate da radicali liberi. Senza l’azione degli antiossidanti, si produrrebbero in conti-nuazione danni alle strutture

cellulari e verrebbe alterato il funzionamento di alcune molecole molto importanti a livello biologico, come le proteine. I composti chimici che formano gli antiossidan-ti sono per una parte sinte-tizzati all’interno del corpo e per l’altra assunti attraverso l’alimentazione. Tutte le prove scientifiche, e ormai ce ne sono tante, dimostrano che si tratta di una dieta particolarmente ben equilibrata che ha come effetto la diminuzione del rischio delle più importanti patologie oggi causa di mor-te e, di conseguenza, l’allun-gamento della vita non solo in senso assoluto, che signi-fica vivere il maggior numero di anni, ma soprattutto di vita in salute, cioè vivere di più e meglio”.

ADERIRE ALLA DIETA ME-DITERRANEA COMPORTA ANCHE UN MIGLIORA-MENTO DELLE FUNZONI CEREBRALI?“Sì. Un recente studio ha evidenziato che questo tipo di regime alimentare è in grado di proteggere il cer-vello dall’atrofia cerebrale tipica dell’invecchiamento, ringiovanendolo di ben cin-que anni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, ha dimo-strato su un vasto gruppo di ottantenni rappresentativi di varie razze (neri americani, caucasici, latini) senza segni di demenza, il ruolo benefico della Dieta Mediterranea. I partecipanti (su base volon-taria) allo studio, dopo aver compilato il questionario, utile ad acquisire le loro abi-tudini alimentari, venivano sottoposti ad una risonanza magnetica cerebrale. I dati ottenuti dalla riso-nanza magnetica cerebrale venivano correlati al grado di aderenza alla Dieta Medi-terranea e a tutta una serie di altri parametri (età, sesso, etnia, indice di massa cor-porea, presenza o meno di

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diabete, grado di funzioni cognitive e livello di istru-zione) e da questa analisi è emerso che le persone che aderiscono più fedelmen-te alla Dieta Mediterranea hanno un volume cerebrale complessivo maggiore, il che significa mantenere maggio-ri capacità cognitive e anda-re incontro ad un invecchia-mento più lento rispetto alle altre persone”.

ALCUNE REALTÀ OSPEDA-LIERE ITALIANE, VEDASI LA LOMBARDIA, HANNO INTRODOTTO UNA SPERI-MENTAZIONE, GRAZIE AL PROGETTO BE4EAT, CHE PREVEDE LA POSSIBILITÀ DEL MENÙ VEGETALE E INTEGRALE. I RISULTATI SONO CLAMOROSI. NEL-LE MENSE DELLE SCUOLE DI MILANO GIÀ DAL 2005 SONO STATI BANDITI LE CARNI CONSERVATE, IL PROSCIUTTO COTTO E

TANTI ALTRI ALIMENTI MOLTO USATI NELLA RI-STORAZIONE COLLETTI-VA, E CIÒ È AVVENUTO IN BASE AI SUGGERIMENTI DEL PROFESSOR FRAN-CO BERRINO, EPIDEMIO-LOGO, ONCOLOGO, GIÀ DIRETTORE DEL DIPAR-TIMENTO DI MEDICINA PREVENTIVA E PREDITTI-VA DELL’ISTITUTO NAZIO-NALE TUMORI DI MILANO. SECONDO LEI QUESTE TIPOLOGIE DI SPERIMEN-TAZIONE POTREBBERO ESSERE ESTESE ANCHE AD ALTRE REALTÀ OSPE-DALIERE, ONCOLOGICHE E NON, ANCHE QUI IN FRIULI?“Sicuramente bisognereb-be rivedere in tal senso i menù delle mense scolasti-che, ospedaliere, aziendali, in linea con le indicazioni del Codice europeo contro il cancro e con la piramide della Dieta Mediterranea”.

SO CHE IN ITALIA CI SONO REALTÀ DOVE VIENE PRO-POSTA LA MEDICINA COM-PLEMENTARE?“Premetto che molti pazien-ti, soprattutto quelli onco-logici, di fronte a diagnosi di patologie a prognosi in-fausta cercano oggi più che mai aiuto e speranza an-che in percorsi terapeutici non convenzionali e questo potrebbe spesso indurli in errori di valutazione/scelta sul trattamento più adegua-to. Il cancro oggi più che mai è considerato il male del secolo che si sperava di sconfiggere entro il 2000. Purtroppo l’obiettivo della guarigione non è ancora sta-to raggiunto, anche se molti passi avanti sono stati fatti nel campo della prevenzio-ne, della diagnostica e delle terapie innovative.Il mio desiderio è che i pa-zienti non abbandonino la medicina ufficiale per affi-darsi a cure prive di alcun fondamento clinico-scien-tifico e spesso praticate da figure “professionali” di-scutibili (dal punto di vista medico) come ad esempio i naturopati. Io credo che oggi si debba dare ai pazien-ti la possibilità di affiancare al percorso convenzionale intrapreso grazie alla me-dicina ufficiale anche un cammino, di libera scelta (terapie complementari), inserito in un contesto di struttura ospedaliera, quindi controllato, sull’esempio di quanto avviene da molti anni nell’ospedale di Merano. Qui esiste un intero reparto di medicina complementare, dedicato al supporto del pa-ziente oncologico con l’aiuto di terapie complementari e di provata efficacia (ago-puntura, aromaterapia ecc.. ecc..), in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti (oncologici soprattutto) du-rante e dopo i trattamenti standard convenzionali. Si tratta di cure a carico del

sistema sanitario regionale. I pazienti sono felicissimi. Queste tecniche sicuramen-te possono migliorare la qualità di vita e l’outcome del paziente. Sono percorsi supervisionati da persone competenti, medici, biologi, con competenze scientifi-che.Per quanto riguarda Aviano, da tempo stiamo monito-rando gli aspetti clinici dei pazienti oncologici guariti, grazie all’ambulatorio aperto a tutti e ad accesso gratuito. L’attività ambulatoriale per questi pazienti prevede an-che la valutazione dello stile di vita e degli aspetti nutri-zionali dopo il cancro. L’o-biettivo è quello di seguirli anche nella dieta e nella ti-pologia di controlli post-ma-lattia in modo che ci sia un check-up costante, persona-lizzato e programmato.Purtroppo chi ha avuto il cancro ed è guarito troppo spesso si ritiene, erronea-mente, immune da qualsi-asi altra malattia, tumorale o meno, e invece anche l’ex ammalato oncologico dichiarato guarito rientra comunque nella classifica-zione dei rischi di sviluppare nuovi tumori caratteristici della popolazione che non si era ammalata prima. Per spiegarmi meglio: posso avere un paziente che 15 anni fa ha sviluppato un lin-foma ed è guarito, ebbene a 50 anni comunque avrà lo stesso rischio di insorgenza di tumori, più frequenti in quell’età.Inoltre, chi ha avuto un tu-more e, ad esempio, è sta-to trattato con radioterapia, ha un rischio più elevato di sviluppare, molti anni dopo, un tumore così detto radio-indotto, cioè causato dalle radiazioni. In questi casi si predispongono controlli ad hoc per evitare di scoprire troppo tardi l’insorgenza di patologie oncologiche”.

Irene Giurovich

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Un nome, una garanzia. Lo chef vegano Max Noacco, ormai una vera ed autentica popolarità, incanta gli ospiti con i suoi piatti etici “Al Tiglio”, cu-cina veg e naturale a Moruzzo, il suo regno, il regno di chi vuole essere ‘alimentarmente corretto!”.Max Noacco è sì uno chef il cui nome risuo-na ormai ben oltre il Friuli, ma è anche un maestro: insegna ai corsi di cucina, instau-ra relazioni con chef veg fuori dall’Italia e prepara anche show cooking!Lo abbiamo intervistato per voi suggeren-dovi la lettura del suo libro Questa è la mia cucina. Storia e ricette veg.

DALLA SUA VISUALE LE PERSONE STANNO PIÙ ATTENTE A CIÒ DI CUI SI NUTRONO?“C’è una costante crescita nell’attenzione in ciò che si mangia in base all’informa-zione che negli ultimi anni si sta diffon-dendo più velocemente. C’è da dire però che c’è ancora molto scetticismo da parte di molti”.

COM’È NATA LA SCELTA DI DIVENTARE VEGANO? NEL SUO LIBRO LEI NE PARLA... PUÒ ACCENNARE QUALCOSA COSÌ CHE I NOSTRI LETTORI, INCURIOSITI, APPRO-FONDISCANO LA SUA EVOLUZIONE NELLE PAGINE DELLA SUA OPERA…“L’inizio è stato quasi un caso, poi tutto è diventato ricerca e passione, fino a diven-tare una scelta convinta e radicata in me. All’inizio era più legata alla salute, poi è diventata una scelta anche etica”.

PER LEI MANGIARE CHE COSA SIGNIFICA?“Ci sono molte sfumature che girano attor-no all’atto del mangiare. Nutrirsi prima di tutto, condividere, conoscere, poi mangiare è piacere, esperienza, emozione. La vita ini-zia proprio con il cibo, quindi nutrirsi è vita”.

ALCUNI SINONIMI DI CIBO SECONDO MAX NOACCO…“Forse un po’ mi ripeto, ma per me cibo è emozione, nutrimento, salute. Nel mio voca-bolario alimentare non rientrano i prodotti animali, perché secondo me a questo non appartengono”.

TIENE ANCHE CORSI DI CUCINA, SHOW COOKING... COME STA ANDANDO QUESTA PARTE DI ATTIVITÀ COLLATERALE E CHE TIPO DI RISPOSTA REGISTRA?“Devo dire che ho iniziato la mia espe-rienza come cuoco proprio con i corsi di cucina, anni fa ero uno dei pochi in re-gione a proporre cibo veg, quindi per gli eventi a riguardo ero sempre in pole posi-tion. Oggi c’è molta richiesta soprattutto dai privati, ma anche dalle associazioni, c’è curiosità e voglia di conoscenza. Spe-ro che nel tempo questo interesse prenda anche la fetta professionale”.

LEI È IMPEGNATO ANCHE AD INSEGNARE AD ALTRI CUOCHI LE MODALITÀ DELLA CUCINA VEGANA; STA CRESCENDO QUESTA RICHIESTA DI MAGGIORE PREPARAZIONE DA PARTE DEGLI CHEF?“Solo negli ultimi mesi c’è la volontà da parte di alcune strutture di istruire cuochi e ristoratori a riguardo. La proposta veg nei menù dei ristoranti convenzionali non è più un’opzione in aggiunta a, ma diventa scelta obbligata, c’è sempre più richiesta e per soddisfarla non ci si può improvvisare”.

NEI RISTORANTI ‘NORMALI’ LA SCELTA DEI MENÙ AFFRONTABILI DA VEGETARIANI, E ANCORA PEGGIO DAI VEGANI, È RISTRET-TO... NULLA DI INTEGRALE, POCHE VERDU-RE, I LEGUMI SONO QUASI UN TABÙ... E VIA DISCORRENDO... SECONDO LEI IL FUTURO SARÀ QUELLO DI POSTI RISERVATI O, PRI-MA O POI, SI INTEGRERANNO, NON COME CHIMERE, LE LINEE ADATTE ANCHE A VEGE-TARIANI E VEGANI ALL’INTERNO DEI LOCALI

DI RISTORAZIONE?“All’estero, o meglio nelle grandi città, que-sto avviene già da anni, qui in Italia; in Friuli e soprattutto nelle periferie si fa molta fatica a trovare cibo per noi vegani. Nel prossimo futuro sarà importante che ogni ristorante abbia una buona e larga proposta. Forse però, credo e spero più in una ristorazione che cambia, con più locali dedicati e molti locali “normali” che si rinnovano”.

NEL TEMPO LA CLIENTELA CHE VARCA LA PORTA DEL TIGLIO SI È EVOLUTA? SE SÌ, COME?“Sicuramente già venendo “Al Tiglio” c’è voglia di provare, di mettersi in gioco, di capire. Tutto questo non può che portare ar-ricchimento al singolo ma anche a noi. C’è chi da scettico si è ricreduto, questo non può fare altro che portare ad una crescita tutto il mondo veg”.

NEL SUO LIBRO QUESTA È LA MIA CUCI-NA LEI RIPORTA ALCUNE SUE RICETTE... MA PREPARARLE ESATTAMENTE UGUALI A QUELLE CHE SI ASSAPORANO DA VOI È PRATICAMENTE IMPOSSIBILE!

CIÒ È DOVUTO ANCHE ALLA SELEZIONE DE-GLI INGREDIENTI?“Quando propongo le mie ricette consiglio sempre di non seguirle alla lettera, ma di metterci del proprio. Le mie ricette sono solo fonte d’ispirazione, poi è l’ingrediente a fare da padrone. Di sicuro la materia pri-ma deve essere sempre di massima quali-tà, non accontentatevi”.

QUAL È IL SUO AUSPICIO/AUGURIO PER I VEGETARIANI E PER I VEGANI?“Per chi ha fatto questa scelta auguro pri-ma di tutto tanta salute, poi mi auguro che saremo sempre di più”.

A CHI DERIDE, IRRIDE E OFFENDE CHI NON MANGIA CARNE NÉ PESCE NÉ DERI-VATI ANIMALI IN GENERALE E LI TACCIA DI ESSERE ESTREMISTI E DI AVER BISOGNO DI PSICHIATRI E SIMILI, LEI COME RI-SPONDE?“Gli estremisti sono spesso quelli che fanno del male, non mi sembra di appartenere a quella categoria, e spesso chi offende è or-mai alla frutta”.

Irene Giurovich

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TARTARE DI TEMPEHCosa ti serve per 4 porzioni 200 g di tempeh alla piastra 2 zucchine medie 10 pomodori ciliegino 200 g di pomodorini essiccati ammollati 2 pomodori maturi 10 datteri snocciolati mazafati 2 spicchi di aglio 1 pz di sale 1 pz di peperoncino in polvere 4 rami di basilico fresco 100 ml di olio evo

Come si fa Taglia a cubetti di 3 mm il tempeh, le zucchine e i pomodori ciliegia e tieni da parte. In un mixer frulla tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere una crema fresca tendente al dolcino. In una terrina mescola tutti gli ingredienti e servi formando un tortino in mezzo al piatto, guarnisci con foglie di nasturzio, ger-mogli di pisello, fili di peperoncino e fiori freschi. Buonissima con una glassa di aceto balsamico allo zafferano.

Lo Chef vegano Max Noacco svela i suoi segreti...

Al Tiglio non solo cibo, ma anche amore, compassione, etica e...

consapevolezza alimentare!

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Genetica e Pannelli Si possono sottoporre a scree-ning moltissimi geni e sapere in anticipo se il soggetto manifesta una predisposizione alla sindro-me metabolica, al sovrappeso... La rivoluzione di queste analisi genetiche consiste nel fatto che possiamo correggere le abitu-dini alimentari e intervenire con specifici schemi di attività fisica per silenziare certi geni predisponenti. I pannelli gene-tici predisposti da Marta Cia-ni sono i seguenti: Dna&Sport con cui si analizzano i geni ed eventuali mutazioni correlate al metabolismo dell’acido lat-tico e allo stato infiammatorio; Dna&Psiche con cui si sottopon-gono a screening i geni associati alla predisposizione di malattie dell’umore, depressioni, disturbi bipolari al fine di valutare lo sta-to emozionale del soggetto (mol-te volte i farmaci antidepressivi non funzionano, ma gli alimenti sì!); Dna&Antinvecchiamento, mirato all’estetica, con cui si valutano i geni della cheratiniz-

zazione della pelle, sensibilità al sole e adiposità localizzate; Dna&Dieta con cui si vanno a cercare quei polimorfismi lega-ti alle intolleranze, sensitività, malassorbimenti; Dna&Terza età funzionale a prevenire le de-menze senili (Alzheimer, Parkin-son), alcuni tipi di neoplasie e la degenerazione maculare. Per ogni tipologia di mutazione del gene si predispone uno schema alimentare specifico, tarato sul soggetto. Dalla sua cabina di re-gia, la biologa nutrizionista Cia-ni ha evidenziato l’aumento del-le intolleranze al lattosio (oltre il 30 per cento della popolazione) - a riprova del fatto che l’uomo non è costituzionalmente pro-grammato per bere latte - la ca-renza frequente di vitamina B e acido folico, una carenza molto marcata della vitamina D la cui mancanza ha gravi ripercussioni su sistema immunitario, cuore e sistema nervoso.

Crono-dieta e ritmi circadianiIndividuare gli alimenti giusti

secondo l’assetto ormonale di ciascuno di noi. Della crono-die-ta, ideata dal dottor Massimo Spattini, più nota come dieta dell’orologio o CronOrMorfodieta o Dieta Com, ha parlato il bio-logo nutrizionista, chinesiologo e presidente SIFA (Società ita-liana Fitness e Alimentazione), Fabrizio D’Agostino. I ritmi cir-cadiani regolano la produzione di ormoni, la pressione sangui-gna, il battito dei polsi, l’attivi-tà intestinale e la temperatura

corporea. “Bisogna analizzare – ha spiegato l’esperto – quali ormoni sono preponderanti nel soggetto e in quali orari vengono prodotti, in questo modo elabo-riamo, dopo un’attenta anam-nesi, il regime personalizzato. I cicli biologici sono governati dai Zeitgebers, ovvero luce, cibo, attività fisica e da meccanismi di regolazione intracellulare”. La circadianità è essenziale, cioè quei cicli che si compiono ogni 24 ore e con cui si ripetono

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Il futuro della nutrizione: la ricetta per vivere sani e prevenire molte malattie La verità su Breath Test, Omocisteina, Crono-dieta, epigenetica, test genetici, flora intestinale e igiene orale

La nutrigenetica come avanguardia della terapia di pre-venzione: con i test genetici si possono prevenire moltis-sime patologie (sovrappeso, diabete di tipo II, malattie cardiovascolari, tumori, malattie auto-immuni, demenze senili, depressioni, etc) scegliendo l’alimento giusto che attiva o disattiva certi geni e quindi condizionare una cer-ta risposta dell’organismo. “Se conosciamo che cosa c’è scritto nei nostri geni, possiamo evitare l’insorgenza di va-rie malattie”, ha dichiarato la biologa nutrizionista Marta Ciani organizzatrice del primo convegno a Bari su “Nutri-zione: diagnostica e prevenzione”, patrocinato da Enpab e Ordine dei Biologi, che ha visto in veste di moderatore della mattina il direttore del Centro specialistico Iapigia di Bari, il dottor Luigi Fera.

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regolarmente precisi processi fi-siologici. Risulta determinante, secondo il biologo D’Agostino, mangiare in maniera scandita, cioè mangiare sempre alla stes-sa ora (non a caso i monaci di clausura vivono più a lungo di tutti gli altri in quanto i loro rit-mi sono regolari...). E’ evidente che se non rispettiamo il ciclo notturno del sonno, lavoran-do invece al pc o guardando lo smartphone, la luce farà sì che non si produrrà adrenalina; a li-vello della ghiandola pineale si produce melatonina e l’enzima NAT promuove la trasformazione della serotonina in melatonina. Se non produciamo melatonina – questo il messaggio dell’esper-to - non possiamo regolare il fe-edback dell’attività del nucleo sovra-chiasmatico, non modu-liamo i gluticorticoidi surrenali, non moduliamo gli ormoni, non stimoliamo la produzione di GH. “Si possono scegliere anche ali-menti in grado di apportare una quantità di melatonina e del suo precursore, il triptofano. L’ali-mentazione incide sul sistema nervoso e sul sistema endocrino che sono correlati entrambi alla regolazione dei sistemi enzima-tici”. Pertanto, abituarsi a man-giare agli orari continentali (alle 13, non certo alle 16.30!) pro-muove molti aspetti benefici per la salute. Chi mangia tardi e ad orari sempre diversi si candida ad andare incontro a conseguen-ze negative: non si dimagrisce, s’incrementa la concentrazione di cortisolo (si tende ad accu-mulare i grassi con impenna-ta dei trigliceridi), si riduce la capacità termogenica degli alimenti, si riduce la tolleranza glucidica. Invece, rispettare gli orari normali e non modificarli comporta effetti positivi: miglio-ramento della sensibilità insuli-nica e dimagrimento. In questo quadro l’esercizio fisico è fonda-mentale, in quanto lo sport inse-gna al corpo quando muoversi o stare fermo, regola il nostro rit-mo circadiano. Grazie allo sport si riesce a sincronizzare il nostro orologio biologico; anche questa attività, al pari del nutrirsi, do-vrebbe essere svolta sempre allo stesso orario.

H2 Breath TestIl focus sulle patologie intesti-nali è stato trattato dalla biolo-ga Francesca Vacca, medico e responsabile del Laboratorio S. Paolo di Bari, che ha illustrato l’iter diagnostico del malassor-

bimento dei carboidrati, una condizione assai diffusa fra la popolazione che soffre sempre più spesso di meteorismo, flatu-lenza, diarrea, dolori addomina-li. Il malassorbimento è causato da difetti enzimatici, da peculia-ri caratteristiche chimico-fisiche e danni della mucosa intestinale (com’è il caso della celiachia). Gli strumenti di laboratorio per diagnosticare la patologia è l’H2 Breath Test la cui base teorica è nota: i carboidrati non assorbiti o non assorbibili sono fermenta-ti dalla flora batterica presente nel colon, l’idrogeno va nei pol-moni a livello alveolare, pertan-to si raccoglie l’aria espirata. I test più frequenti sono i test al lattosio, fruttosio, glucosio e sorbitolo su cui si è soffermata la biologa Vacca. Fondamenta-le per l’attendibilità del test è l’osservanza di regole a cui il soggetto deve attenersi a partire dalle due settimane antecedenti l’esame. “L’applicazione dell’H2 Breath Test ci consente di fare diagnosi di intolleranza al lat-tosio, contaminazione batterica dell’intestino tenue, valutazione del tempo di transito oro-cecale, malassorbimento del sorbitolo, intolleranza al fruttosio”. Per la diagnosi di SIBO (Small In-testinal Bacterial Overgrowth), ovvero sovracrescita batterica (condizione fisiopatologia ca-ratterizzata dall’aumento delle concentrazioni batteriche nei tratti dell’intestino tenue), si predilige il Breath Test al glu-cosio (mentre nei diabetici si utilizza il Breath Test al lattu-losio). Recenti studi hanno di-mostrato una correlazione fra

la malattia di SIBO e l’intolle-ranza ai carboidrati (cfr. studi del prof. Antonio Gasbarrini). La biologa Vacca ha messo in guardia sull’incidenza di questa malattia che risulta in crescita a causa dei tempi lunghi di as-sunzione da parte delle persone degli inibitori di pompa gastrica. Le principali caratteristiche del Breath Test si possono riassu-mere così: non invasivi, esegu-ibili anche nei bambini e nelle donne in gravidanza, ripetibili, i risultati sono facilmente di-sponibili, esami a basso costo. Punti di forza: sia clinici (velo-cità dell’esecuzione del test, ri-sultato immediato e rapido) sia tecnici (facilità d’uso, nessun rischio, personale anche non particolarmente addestrato, as-sistenza preventiva).

Microbiota&saluteDella relazione fra qualità del microbioma e prevenzione di numerose patologie ha parlato il docente di Chimica Farma-ceutica all’Università Federico II di Napoli, prof. Paolo Grieco, in occasione della seconda par-te del convegno che ha visto la moderazione della biologa Maria Teresa Venneri, responsabile del Laboratorio di analisi e diagno-stica F.P. Procacci.Non si affronta più soltanto la relazione fra intestino e cervello, ma anche delle sinapsi create dall’intestino. Si sono scoperti recentemente ben 14 recettori a livello intestinale che dimo-strano il collegamento anche fra intestino e fegato, qualità del microbiota e tumore al colon, Parkinson; inoltre una ridotta

qualità della flora batterica è responsabile dell’obesità. Il mi-crobiota è diverso da persona a persona: è come l’impronta di-gitale che, però, si modifica nel soggetto. “Noi possiamo elabo-rare la riprogrammazione cellu-lare, ovvero migliorare i batteri buoni modulando la dieta”. E’ fondamentale che trattiamo bene il nostro microbioma, ciò che di più importante ereditia-mo dai nostri genitori oltre al ge-noma. In futuro si affronterà la possibile associazione fra micro-bioma e mutazioni genetiche...La riprogrammazione implica – ha spiegato l’esperto – ripo-sizionare l’intestino in modo da scongiurare le infiammazioni che sono precursori anche di patologie tumorali. Nel nostro organismo circolano più batteri che cellule, del resto i mitocon-dri sono batteri modificati. Il 90 per cento del nostro organismo è composto da batteri. Per ogni gene umano ci sono più di 100 batteri. Ben 2 chili del nostro peso corporeo sono da attribuire al nostro microbiota intestinale. La prossima frontiera? Con-durre l’analisi e la ricognizione del genoma e il rapporto con i batteri i quali producono so-stanze che, veicolate nell’orga-nismo, vanno in tutti i distretti (cuore, fegato, polmoni...). Il ge-noma umano è composto da 23 mila geni, mentre abbiamo ben oltre 1 milione di geni di origine batterica. Grieco ha sottolineato come la nostra flora batterica sia in co-stante evoluzione, alterata an-che da patologie, cibo, stress, fattori ambientali, etc. Anche

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il fitness la condiziona in senso positivo, al pari di alcuni ali-menti. Il fitness ci fa muovere e in questo modo si creano nuovi ambienti. Non è un caso che il padre della medicina, Ippocra-te, abbia dichiarato che tutte le malattie dipendono dall’intesti-no! Bastano solo cinque giorni di antibiotici per vedere spazzati via i batteri intestinali e ci vor-ranno anni prima che vengano ricostituiti. Insomma, più anti-biotici assumiamo, peggio è. Gli studi condotti a partire dal 2011 dimostrano che praticare sport, non a livello agonistico, migliora la flora batterica, oltre che indurre un benessere gene-rale psicofisico. Il messaggio è il seguente: lo sport potenzia il ruolo della salute del microbio-ma, soprattutto il fitness cardio-respiratorio che aumenta l’ossi-genazione e la funzionalità del microbiota (diverso il discorso per l’attività fisica intensa in cui sono impegnati i professionisti: gli atleti che fanno gare riduco-no, a causa dello stress, l’attivi-tà del microrganismo).

Sos OmocisteinaNonostante da parte di molti medici, cardiologi inclusi, il va-

lore dell’omocisteina venga co-stantemente ignorato o comun-que ampiamente sottostimato, a parte il caso di alcuni gineco-logi, l’analisi corretta di questo fattore di rischio scientificamen-te comprovato per la sua correla-zione con eventi cardiovascolari ed infarti è stata effettuata dal docente di Chimica degli ali-menti all’Università di Firenze, il professor Mauro Miceli.“L’omocisteina, oltre un certo dosaggio, diventa aggressiva alle pareti”. Per contrastarla l’unica arma è la somministrazione del-le vitamine del complesso B (B9 e B12). Folato e acidi folici sono lo strumento per tenere a bada l’iperomocisteina che è fattore di rischio per patologie cardio-vascolari (indipendentemente dai fattori di ipercolesterolemia o ipertensione); esito infausto per gravidanza, alterazione del-lo sviluppo fetale e neonatale (alterata vascolarizzazione della placenta e quindi diminuita fun-zionalità: aborto, sottopeso neo-natale, difetti del tubo neurale); sindrome di Alzheimer e altri di-sturbi neurologici; osteoporosi, disfunzione erettile. Il professor Miceli ha elencato studi ame-ricani, revisioni sistematiche e

anche le conclusioni del ricerca-tore olandese Nygard, fra i mas-simi esperti di omocisteina, il quale ha scoperto come il valore 15 dell’omocisteina fa raddop-piare il rischio di tutte le malat-tie. Con valore 15 si registra un rischio relativo cardiaco ben 4 volte superiore alla media e ben un rischio doppio di Alzheimer; con valore 10 di omocisteina il rischio cardiaco relativo è pari a 2 volte di più, con valore 20 il rischio cardiaco è di 9 volte maggiore! Quindi, le indicazioni raccomandano di restare sotto il valore 10, il 7 sarebbe l’ide-ale. Questo emerge da un am-pio studio condotto a Boston e pubblicato sulla rivista Lancet. I veri valori NON sono quelli a cui siamo abituati... sono troppo alti! Il rischio cardiovascolare è assente con omocisteina 6; fra 6 e 8.9 il rischio è basso, fra 9 e 12 moderato, fra 12 e 15 alto, fra 15 e 20 molto alto; maggiore di 20 è elevatissimo.Prevenire l’iperomocisteina è possibile con le vitamine del gruppo B: B6, B12, acido foli-co, trimetil-glicina o betaina. La somministrazione ideale, dopo quella venosa, è la sublinguale o colloidale intra-orale.

Dalla bocca la garanzia di salute A chiudere con il binomio ali-mentazione-salute orale è stato Nunzio Cirulli, odontoiatra e di-rettore sanitario dei Centri odon-toiatrici specialisti Bari-San Pa-olo, che ha messo in relazione cibo, cavo orale e dieta. L’ec-cesso di zuccheri sta causan-do l’impennata delle carie (del resto l’Italia ha il numero dei bambini più sovrappeso d’Euro-pa), mentre il corretto apporto di frutta e verdura contribuisce a mantenere una buona salute orale. Un’altra problematica in crescita è quella dell’erosione dentale, criticità correlata all’as-sunzione di alimenti acidi come succhi di frutta pronti, bevande gassate e zuccherate, i soft drin-ks come pure gli energy drinks. Il fluoro, maggiormente presen-te in thè, pesce, frutti di mare, cereali, contrasta la formazione della carie. Il dottor Cirulli ha spiegato come la gengivite si trasforma in parodontite quan-do vengono aggrediti i tessuti di supporto dei denti. La paro-dontite rappresenta la seconda causa di perdita dentale dopo la carie e causa effetti negativi a livello di polmoni, fegato e ute-ro. “Per non parlare poi dell’uso

del tabacco che crea, per effetto dell’alta temperatura, la ridu-zione delle difese immunitarie e lesioni pre-cancerose”. Il ta-bacco, oltre ad essere una delle cause della malattia parodonta-le, determina, in chi ne fa uso, la probabilità sei volte maggiore di sviluppare un tumore del cavo orale. Al pari del tabacco, anche l’al-col è fra gli imputati in quanto viene degradato dagli enzimi della bocca e trasformato in ace-taldeide che danneggia i tessuti parodontali, oltre a contenere un elevato livello di zuccheri. La combinata alcol e fumo in-crementa esponenzialmente il rischio di cancro al cavo orale. Anche i raggi UVA, le lampade solari, i lettini abbronzanti au-mentano il rischio di cancerosi delle labbra. Stupefacenti e ca-renze vitaminiche generano con-seguenze negative sulla salute orale. La somministrazione di probiotici è indicata anche per la salute del cavo orale.

La sorpresa conclusiva con l’intervento dell’imprenditore Giorgio Terziani, fondatore di Eurodream ed ideatore di Eco-fertility, sull’epigenetica: è stato posto l’accento sull’ambiente in cui si vive e sull’aria che si respira come esempi di impre-scindibili fattori epigenetici. L’ossigeno costituisce il primo elemento per cambiare le nostre abitudini. Il futuro si scrive già all’atto della nascita, o meglio, si scrive secondo le abitudini delle madri e dei padri prima del concepimento visto che la salute è cellulare. “Uno dei problemi più gravi attualmente è l’infertilità: i mitocondri non funzionano più perché il liqui-do seminale è contaminato da agenti tossici, metalli pesanti, benzene, monossidi. E’ la pla-centa al centro delle malattie cronico-degenerative”. La veri-tà? “I bambini nascono già con-taminati. Le mamme program-mano i loro bambini a diventare obesi e sovrappeso perché loro stesse mangiano cibo spazzatu-ra e cibi pronti”. Essenziale è tutelare l’apporto di ossigeno a livello mitocondriale, questa è la prevenzione primaria, oltre a fare sì che i genitori non diventi-no i programmatori della geneti-ca malata dei loro figli.

Irene Giurovich

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Guerriere per la VitaDa Udine parte il progetto per correre alla Maratona di New York

Da Udine a New York per partecipare alla maratona del 4 novembre!

Il primo obiettivo del gruppo “Guerriere per la Vita”, fondato dalla biologa nutrizionista di Udi-ne Marta Ciani, ha trovato spon-da nel WTA, Functional Training Academy, e nella GemonAtleti-ca con il direttore professor Ivo Londero, specialista di postura e protocolli di recupero: gli istrutto-ri certificati si mettono a disposi-zione per allenare gratuitamente coloro che vogliono correre a New York e, in generale, coloro che in-tendono anche con lo sport scon-figgere il cancro e mantenersi in salute. “Guerriere per la Vita” raggruppa soprattutto le donne che hanno lottato contro il cancro o stanno lottando ed è aperto an-che a coloro che vogliono appog-giare l’iniziativa benefica patroci-nata dalla LILT sezione di Udine con il Presidente Giorgio Arpino che sta diffondendo a livello na-zionale l’iniziativa. Indipenden-temente dall’obiettivo New York, comunque, il gruppo a vocazione sportiva intende partecipare alle varie maratone che si svolgono in Friuli Venezia Giulia e in Italia, a

dimostrazione che lo sport aiuta ad ostacolare il cancro. Chi entra nella squadra “Guerriere per la Vita” potrà beneficare di training gratuiti grazie ai tecnici e agli istruttori del WTA che dal Friuli a tutt’Italia si sono resi disponibili a seguire le donne in corsa, al pari degli istruttori della GemonAtleti-ca. “Le partecipanti prenderanno parte a iniziative a carattere spor-tivo, gare non competitive, per promuovere con la loro presenza l’importanza della prevenzione e

per lanciare un messaggio di fi-ducia e speranza ad altre donne nella stessa condizione”, rende noto l’istruttrice del WTA Evgenia Babrovskaia.Sulla genesi dell’idea la biolo-ga nutrizionista Marta Ciani è esplicita: “Ho iniziato a correre per contrastare il mio tumore, e continuo a farlo tutti i gior-ni ottenendo migioramenti. Ho pensato quindi di estendere questa opportunità a tutte le donne che sanno cosa signifi-

chi convivere con un cancro”. La WTA e GemonAtletica portano avanti questo progetto sociale an-che in collaborazione con diverse figure del mondo medico-spor-tivo che si impegneranno in un obiettivo comune: sconfiggere il cancro. (per aderire al progetto Guerriere per la Vita, contattare l’istruttrice certificata Evgenia Babrovskaia: [email protected] o la dottoressa Marta Ciani all’indirizzo [email protected])

referente per il Friuli Claudia Lupiericell. 391 770 3996

email: [email protected]

L’istruttrice del WTA Evgenia Babrovskaia con il suo allenatore

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TEST GENETICI

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PERSONALIZZATI

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NUTRIGENETICA,

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Benvenuti nel 'tempio' della salute della Biologa nutrizionista Marta CianiDove Mangiare sarà  consapevolezza ed evoluzione 

PROSSIMAMENTE A TAVAGNACCO in via Galileo Galilei 42in via Galileo Galilei 42

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Sempre più spesso si sente parlare di asse intestino-cervello o, in

inglese, la brain-gut axis.Nei primi anni di vita di un essere umano si sviluppano parallelamente sia il micro e, dunque, prende forma l’asse di comunicazione tra i due sistemi.Proprio in questa fase della vita di un essere umano le anomalie nella crescita del microbiota intestinale pos-sono tradursi in alterazioni dei processi di sviluppo dei

circuiti nervosi come la mie-linizzazione, l’aumento di numero e di dimensioni dei neuroni e la formazione del-le connessioni sinaptiche tra neuroni.Vengono evidenziate correla-zioni sempre più strette tra anomalie del microbiota e al-terazioni dello sviluppo neu-rocognitivo, come l’autismo.I ricercatori hanno così po-tuto osservare una forte re-lazione tra composizione del microbiota intestinale e livelli di serotonina e cortisolo nel

sangue. Più nello specifi-co, una maggior presenza di batteri del tipo Bacteroides è associata a livelli più elevati

di serotonina, mentre una maggior presenza di batteri del tipo Rimunococcus è as-sociata a minori livelli di se-

Dottore Magistrale in Scienza della nutrizione umana e farmacista, esperto in nutraceutica, grani antichi e microbiota intestinale.Specialista in alimentazione vegan.

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Microbiota, sviluppo cerebrale e autismo

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rotonina e cortisolo. E’ stata evidenziata una dif-ferente quantità di questi ceppi nelle feci di bambini con spettro autistico.I ricercatori hanno scoper-to che l’attività dei circuiti nervosi in via di sviluppo è modulata dai batteri del tipo Ruminococcus, presenti nel microbiota intestinale, trami-te il cortisolo. Si può ipotizzare che una alterata comunicazione tra intestino e cervello, a causa di una disbiosi, possa tradur-si in disturbi dello sviluppo neurocognitivo come l’auti-smo e che, ripristinandone il corretto funzionamento, si possa prevenire o attenuare l’instaurarsi di tali disturbi.

dottor Mario Marani

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IL PROGETTO “CARLI’S”Il progetto “CARLI’S” nasce dall’idea di offrire un nuovo servizio di gastronomia sul territorio, che promuove i valori della buona alimentazione e fornisce un approc-cio alla portata di tutti che aumenta la qualità della vita.La ricerca delle materie prime premia e diffonde la co-noscenza dei prodotti locali e a chilometri zero, a soste-gno delle piccole imprese familiari. 

Gusti genuini dei cibi freschi e poco lavorati in chiave moderna, nel rispetto dell’ambiente, della natura, degli animali e dell’uomo stesso sono i capisaldi della filoso-fia CARLI’S, in cui tutti questi elementi possono vivere in armonia tra di loro come i sapori che compongono ogni piatto.

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Appassionato di cucina, negli ultimi anni ha deciso di investire le proprie risorse e il proprio tempo libero al miglioramento personale e alla qualità della vita. L’a-more per gli animali, l’ambiente e uno stile di vita sa-lutare, l’hanno portato ad avvicinarsi all’alimentazione vegana che ha adottato come scelta personale e pro-muove attraverso la creazione dei suoi piatti.

“La motivazione principale di diventare uno chef nasce dalla mia spinta a dedicarmi agli altri, al loro benessere, facendo ciò che più mi accende: creare nuovi gusti con il cibo sano!”

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Allora, campionessa, ci può svelare come ha conosciuto la Vegetal-Progress?“Mi hanno contattato nel 2009 dopo avermi vista in tv al Chiam-bretti Show...”.

Nella sua carriera sportiva quale prodot-to/prodotti della Vegetal ha usato di più?“Sicuramente il latte detergente Dasinal (linea dermoprotettiva al latte d’asina del Piemonte i cui effetti sono conosciuti sin dall’an-tichità), poi come integratori ho usato Equilat (latte di cavallo concentrato biologico in capsule), Herkules (uova di quaglia liofiliz-zate), Palmarancio (prodotto con olio di polpa del frutto di Palma Elaeis guineensis ricco di antios-sidanti), Magnesio, Potomac (puro

olio essenziale di Tsuga canaden-sis) e integratori per affrontare raffreddori e altri malesseri sta-gionali”.

Quanto é importante, secondo lei, segui-re una corretta integrazione?“È fondamentale, per gli sportivi ma anche per le persone norma-li”.

Quali benefici ha potuto riscontrare grazie all’impiego dei prodotti della Ve-getal-Progress e come miglioravano/si potenziavano le sue prestazioni sportive in relazione alla loro assunzione?“Mi davano la giusta energia quando mi sentivo spossata, ad inizio primavera facevo sempre una bella integrazione di prodotti.

Non li sentivo mai pesanti sullo stomaco e soprattutto non dove-vo nemmeno dichiararli all’anti-doping perché sono tutti prodotti naturali!!”.

Adesso continua a prendere i prodotti Vegetal?“Ho continuato ad assumerli an-che in gravidanza sotto consiglio di Marcello Perotti (il proprietario dell’azienda) e adesso continuo a prendere Magnesio e Palmaran-cio...”.

Ad una tuffatrice/nuotatrice quali inte-gratori consiglierebbe?“Quelli che ho elencato prima e poi bisognerebbe capire che biso-gni ha. C’è un prodotto per qualsi-

asi necessità!”.

Può raccontarci com’è nata la scelta di diventare testimonial della Vegetal-Pro-gress?“Per prima cosa mi sono piaciuti subito loro. Tutta la famiglia Pe-rotti mi ha accolto come una fi-glia e ad oggi abbiamo davvero un rapporto stupendo che va oltre il lavoro!E poi ho sempre amato i prodotti naturali e quindi con loro mi sono trovata subito benissimo!”.

Che tipo di alimentazione seguiva duran-te la carriera sportiva?“Mangiavo pochi carboidrati per-ché dovevo mantenere un peso leggero. Cercavo di mangiare sano

a....

TANIA CAGNOTTOMotivazione, passione, energia: tutto questo e molto di più è Tania Cagnotto, la tuffatrice che ha conquistato, prima donna italiana, una medaglia mondiale nei tuffi e l’unica ad aver portato a casa una medaglia d’oro... in altre parole la più grande tuffatrice italiana di sempre con un palmares che annovera due medaglie olimpiche, dieci iridate e ventinove continentali!

Intervista

Tania Cagnotto da molti anni è testimonial dell’a-

zienda Vegetal-Progress, fondata nel ‘74 dal bio-

chimico Giorgio Perotti e operante nel settore dei

prodotti naturali ad uso alimentare e cosmetico.

La maggior parte dei prodotti a marchio ‘Vegetal

Progress’, elaborati direttamente nei suoi labo-

ratori, risultano adatti a sportivi, celiaci, vegeta-

riani, crudisti, persone intolleranti al lattosio o a

chi necessita di depurarsi ed integrare il proprio

corpo attraverso la natura. Proprio in nome di

questi principi la Vegetal Progress accompagna

moltissimi campioni di diverse discipline sportive

come rugby, alpinismo, triathlon, duathlon, nuoto,

basket, pallavolo e...tuffi!

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ed equilibrato ma non ho mai se-guito diete eccessive...”.

Adesso ha cambiato qualcosa nella sua ali-mentazione?“Adesso sto mangiando sempre un po’ di tutto e anche più carboidrati... diciamo che sto meno attenta ora...”.

Ha cambiato qualcosa nel suo regi-me alimentate durante la gravidanza e dopo il parto? “Durante la gravidanza non potevo mangiare i salumi e ali-menti crudi, per il resto man-giavo tutto! Infatti appena ho partorito mi sono mangiata un

panino con lo speck e il sala-me”.

Che progetti ha per il futuro? Può antici-parci qualche anteprima?“Per adesso mi sto godendo il ruolo da mamma! Sto comunque facendo qualche presenza quando

possibile.. e in futuro mi piacereb-be poter lavorare nel mondo dello sport e contribuire in altra veste”.

Ad esempio?“In veste di allenatrice o di sup-porter per insegnare a gareggia-re!”.

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SPAZIO ALLE VOSTRE LETTERE

CASO NUTELLA: LA PAROLA ALL’AUTHORITY

Ho avuto occasione di leggere il vostro giornale e in particolare l’articolorelativo alla nutella dove si demonizza sia l’olio di palma che lo zucchero.Credo sia opportuno chiarire alcuni concetti.L’ olio di palma viene demonizzato in quanto grasso saturo. Ma non si può parlare in questo modo. L’olio di palma è costituito da trigliceridi (oltre che da fitosteroli) formati da acidi grassi saturi in quantità pari a circa il 50 %. L’altro 50 % è costituito dai soliti acidi grassiinsaturi tipici di tutti gli oli vegetali.Ma se il pericolo è dato da questo 50 % di acidi grassi saturi, perché non viene demonizzato anche il cioccolato il cui grasso contiene fino al 56-57 % di acidi grassi saturi?Inoltre non mi risulta che gli oli vegetali vengano raffinati a 200 °C per essere resi commestibili o commerciabili.Da quello che so (sono un chimico bromatologo) vengono fatti percolare attraverso resine opportune fino a quando la quantità di clorofilla e di carotenoidi è inferiore al limite di legge.Inoltre per quanto riguarda la demonizzazione della quantità di zucchero contenuto nella nutella è opportuno ricordare che il cioccolato ne contiene fino al 60% e oltre.Allora? Io non sono un appassionato di nutella, anzi credo di averla solo assaggiata ma credo che l’informazione dovrebbe essere più oculata ed esatta.

GrazieRodolfo Flego

Udine, via del Pozzo 7

NOSTRA RISPOSTAGentile Rodolfo, i dati scientifici sono incontrovertibili e non smen-tibili.L’olio di palma si trova in moltissi-mi cibi pronti, oltre che nelle creme spalmabili e nella Nutella, visto che l’articolo si riferiva alla campagna di allerta (fra l’altro partita dall’ANSES in Francia, fra le maggiori realtà scientifiche che includono i nutri-zionisti...).Non siamo noi a dirlo, bensì l’EFSA, ovvero l’Autorità Europea per la si-curezza alimentare con sede a Parma in un dossier di oltre 150 pagine!L’Authority è chiara: l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche, una delle quali è persino cancerogena e genotos-sica.Si tratta di tre pericolosissimi contaminanti che si creano nel processo di raffinazione ad alte temperature: il glicidio-lo, il 3-monocloro-propandiolo, il 2-monocloropropandiolo e i prodotti della loro lavorazione. E pensare che questo grasso viene persino messo nei cibi per lattanti!Giusto per essere ancora più espliciti, basti ricordare che il glicidiolo (GE) è una sostanza genotossica e cancerogena (non è stata nemmeno fissata una soglia di sicurezza), pro-prio in quanto è responsabile di danneggiare l’informazione genetica all’interno di una cellula provocando mutazioni e inducendo modificazioni al DNA.

La Redazione

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