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Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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Progetto Foce Sele: ” Studio e monitoraggio

del litorale della foce del Sele”

Filippo Hachert (1782)

Por Campania 2000-2006,misura 1.5, azione d)

Autorità di Bacino Interregionale del F. Sele Via F.Caracciolo,16-Napoli tel. 081-7618919-fax 081-682475 [email protected]

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AUTORITÀ DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME SELE

QUADERNO N. 2 a cura Arch. Amelia Caivano

……Collaborazione Editoriale: Dott. Valeria De Gennaro-Dott.Francesco Schioppa

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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PROGETTO FOCE SELE

“Studio e monitoraggio del Litorale della foce del Fiume Sele”

Responsabile Unico del Procedimento

Dott. Nunzio Di Giacomo

Progettisti e Direttori dei Lavori: Arch. Amelia Caivano

Ing. Mario Sica

Ufficio Direzione lavori Geol. M.Teresa Campagna Geol. Giuseppe d’Errico

Geol. Gaetano Sammartino Arch. Pellegrino Ventrone Dott. Francesco Schioppa Dott. Giovanni Di Canio

Geom. Antonio Abbagnale Geom. Enrico Belverde

Nucleo operativo amministrativo

Dott. Valeria De Gennaro Sig.ra Adriana Armato

Sig.ra Elisa Martini Rag. Domenico Leone

Rilievi topo-batrimetrici

HR WALLINGFORD Ltd Ing. Mario Bernero

Consulenza esterna tecnico-scientifica Senior:

Coordinatore :Prof.Ing. Eugenio Pugliesi Carratelli- Prof. Geol. Ennio Cocco

Prof. Geol. Tommaso De Pippo

Consulenza esterna tecnico-scientifica Iunior Ing. Ludovico Greco Geol. Sabato Iuliano

Autorità di Bacino Interregionale del F. Sele Via F.Caracciolo,16-Napoli tel. 081-7618919-fax 081-682475 [email protected]

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Premessa

Il presente “quaderno “, “studi e monitoraggio del litorale della foce del Fiume Sele ” segna un ulteriore momento delle attività svolte dall’Autorità di Bacino nel campo dell’erosione costiera. Con la redazione del quaderno di sintesi, questa Autorità intende contribuire in termini operativi e scientifici alla divulgazione delle problematiche inerenti la difesa delle coste in generale dell’intero patrimonio costiero della Regione Campania di circa 373 km costituito da litorali sabbiosi – ghiaiosi e coste alte. Anche se il litorale della Foce-Sele (Eboli-Capaccio) rappresenta una porzione di notevole influenza e importanza sull’ unità fisiografica morfologica omogenea del golfo di Salerno, sotto il profilo dell’equilibrio del sistema costiero per l’apporto sedimentologico del Fiume Sele, questa Autorità di Bacino ha sempre ritenuto di fondamentale importanza promuovere, in sinergia con le altre Autorità di Bacino e il Settore Difesa Suolo, una concertazione per la gestione integrata del litorale campano mediante la tutela e la salvaguardia della Costa dai fenomeni di erosione L’unità fisiografica morfologica del Sele essendo compresa tra i territori dell’Autorità di Bacino del Sinistra Sele e del Destra Sele, per la sua tutela non può prescindere da un coordinamento tra le stesse Autorità di Bacino e il Settore Difesa Suolo della Regione Campania. Infatti, d’intesa con gli Enti surrichiamati, nell’ottica di un coordinamento istituzionale tra le stesse Autorità e il Settore Difesa Suolo, anche ai sensi del Dlgs. 152/06, sono state avviate riunioni per la concertazione delle attività di pianificazione, programmazione e attuazione degli interventi destinati a realizzare la tutela e il risanamento del suolo, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione. In tal senso, particolare interesse riveste la disciplina delle attività estrattive nei corsi d’acqua e la protezione delle coste e gli abitati dall’erosione marina, da cui discendono le proposte tecniche per la progettazione di reti immateriali funzionali alla difesa della costa e alla difesa delle risorse idriche. Con grande interesse , l’Autorità ha aderito, attraverso la propria struttura tecnica, alla realizzazione del progetto A.G.I.R.E. (Attivazione Gemellaggi per l’Internazionalizzazione Regionale di Esperienze di successo), fornendo tempestivamente tutti i dati a propria disposizione riguardanti i dati essenziali sugli standard operativi per la digitalizzazione della linea di costa, delle opere di difesa costiera e per la georeferenzazione e ortorettifica di foto aeree. Sempre nell’ottica di una effettiva e proficua collaborazione tra Strutture deputate alla tutela del suolo, nell’accezione piu ampia del termine, questa Autorità, intende dare il proprio contributo per l’implementazione della banca data del SIT-Costiero per le problematiche di erosione costiera, realizzata dal Settore Difesa Suolo, con i dati aggiornati, ottenuti dalla realizzazione del progetto Foce Sele: le due batimetrie eseguite in febbraio e settembre 2008, le analisi sedimentologiche, unitamente agli shape files georeferenziati dell’evoluzione della linea di riva fino a settembre 2008 e, che vengono presentati nel contesto di questo Convegno.

Le attività realizzate sono propedeutiche alla redazione del Piano Stralcio Erosione Costiera da realizzare in sinergia con le altre Autorità di Bacino per la sostenibilità ambientale e la gestione integrata delle aree costiere-sistemi di bacino

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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costa-. Il Piano Stralcio Erosione Costiera dovrà individuare gli ambiti di pericolosità e rischio di erosione e definire la programmazione e la pianificazione degli interventi per la salvaguardia del litorale attraverso le norme tecniche e Linee Guida inerenti la disciplina delle escavazioni in alveo, degli emungimenti, le modalità di regimazione dei corsi d’acqua nei settori montani dei bacini, la progettazione degli interventi di difesa costa A tale fine l’ Autorità di Bacino, a seguito del finanziamento concesso dalla Regione Campania, con decreto dirigenziale n.1005/06, pari a 338.000,00 euro, a valere sul Por Campania 2000-2006, misura 1.5 ,azione d), ha redatto in hause il progetto Foce-Sele. Per la sua esecuzione si è avvalsa della consulenza di docenti Universitari esperti nelle materie specifiche, di consulenti Junior e di una Società, esperta in campagne batrimetriche e in analisi sedimentologiche dei fondali ( marini e fluviali ). Il lavoro svolto nell’arco temporale di oltre un anno, si è articolato in varie fasi come di seguito sintetizzati: - Nella prima fase è stato realizzato un corso di formazione sulla “Difesa della costa e salvaguardia dei litorali”, rivolto ai tecnici della Segreteria Tecnica Operativa di questa Autorità, coinvolti nel progetto Foce Sele con stage finale sulla Foce del Fiume Sele; sono state applicate le metodologie sviluppate e approfondite nel Corso di Formazione mediante il reperimento di tutti i dati scientifici disponibili, per l’evoluzione storica della linea di riva. -Nella seconda fase sono stati sviluppati e georefenziati i dati acquisiti, i quali hanno permesso l’esecuzione delle seguenti tematiche:

-Inquadramento Geologico -Elaborazione dati DEM :carte idrologiche e geologiche dell’intero bacino

-Elaborazione dati pluviometrici per lo studio dell’erosione del suolo -Studio e rappresentazione dei sedimenti clastici sull’ asta fluviali del Sele -Rappresentazione degli accumuli di sedimenti clastici sulle aste fluviali del Bacino. -Modellazione matematica dei processi erosivi indotti dalla pioggia nel Bacino idrografico del fiume Sele. -Realizzazione di Report fotografici -Nella terza fase- sono state eseguite le due campagne batimetriche, le analisi sedimentologiche fluviali e marini, la redazione di carte tematiche e delle schede di analisi di 450 campioni prelevati nel corso dei lavori.

-Nella quarta e ultima fase sono state redatte le relazioni tecniche conclusive da parte dei Docenti:

-Prof. Geol. T. De Pippo: “Caratteri morfologici della foce Sele e sua Evoluzione” ;-Prof. Geol.E.Cocco:”Caratterizzazione sedimentologica del Litorale”

Dott. Nunzio Di Giacomo

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Indice 1.-Sintesi del progetto Foce Sele ……………

2.-Articolazione fasi operative 2.1-Corso di Formazione con stage finale sul:”Progetto di Studio e di Monitoraggio del litorale della foce de fiume Sele” 2.2- Applicazione delle metodologie sviluppate e acquisite nel Corso di Formazione e reperimento di tutti i dati scientifici disponibili 2.3- Sviluppo dei dati acquisiti e georefenziati con approfondimento delle seguenti tematiche: -.Iinquadramento geologico - Elaborazione dati DEM , idrologia, geologia, carta delle pendenze - Elaborazione dati pluviometrici per lo studio dell’erosione del suolo 2.4 - Studio e rappresentazione dei sedimenti clastici sull’ asta fluviale del fiume Sele - Rappresentazione degli accumuli dei sedimenti clastici lungo le asti principali del Bacino del Sele - Modellazione matematica dei processi erosivi indotti dalla pioggia nel bacino idrografico del F. Sele 2.5- Report fotografici 3.- I° e II° Campagna batimetrica-(Febbraio 2008-Settembre2008) 3.1-Mappa dei-Capisaldi di raffittamen.o, particolare delle schede di riferimento -Particolare Foce Sele, rappresentazione grafica dei transetti per l’esecuzione dei rilievi topo- batrimetrici e sedimentologici -Particolare Foce Sele –rappresentazione cartografica dei caratteri morfologici delineati dalla I e II Campagna batimetrica -Particolare Foce Sele –rappresentazione cartografica di confronto tra i Profili batrimetrici della I e II Campagna di rilievo -Rappresentazione cartografica dei profili batrimetrici dell’asta fluviale. -Rappresentazione D.TM dei risultai della II batimetria.

4.- Relazioni e conclusioni finali: -Prof. T. De Pippo: “caratteri morfologici della foce del Fiume Sele e sua evoluzione” - Prof. Ennio Cocco:“ caratterizzazione sedimentologica del litorale”

-bibliografia-

-PROGETTO FOCE SELE

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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1.-Sintesi del progetto

Il progetto Foce-Sele ha riguardato il tratto di costa di competenza dell’Autorità di bacino Interregionale del fiume Sele, compreso tra i comuni di Eboli e Capaccio per circa 16 km e ha necessitato di un’approfondita attività di studio e documentazione. L’Autorità di bacino interregionale del fiume Sele, per l’esperienza acquisita in materia di conoscenza tecnica, amministrativa e territoriale, attraverso la Segreteria Tecnica Operativa, a seguito del finanziamento concesso con decreto dirigenziale n.1005/06, ha avviato e concluso gli studi e il monitoraggio dell’area costiera di propria competenza (da Eboli a Capaccio) supportata da consulenti scelti da una Short List di esperti professionisti e imprese, nel rispetto del “Disciplinare Regionale per l’acquisizione di Beni e Servizi nell’ambito delle misure del POR Campania 2000-2006” Il finanziamento concesso pari a 338˙000,00 ha consentito di sostenere le spese di progettazione, direzione lavori della Segreteria Tecnica Operativa dell’Autorità, delle consulenze scientifiche, del Corso di formazione, del monitoraggio delle due campagne batimetriche, delle analisi sedimentologiche, dell’acquisizione di forniture informatiche, e realizzazione del Convegno Nazionale del 26 Novembre 2008, sulle problematiche e esperienze dell’erosione costiera e sulla diffusione delle risultati del Progetto Foce Sele.. 1.2-Obiettivi e finalità Il progetto ha perseguito i seguenti obbiettivi: - le criticità collegate al fenomeno di arretramento del litorale Foce-Sele; -gli equilibri dinamici tra l’apporto solido fluviale del Sele e l’erosione costiera Lo studio ha evidenziato - la diminuzione del trasporto solido da parte dei fiumi. - la subsidenza causata dall’incontrollato prelievo d’acqua nella Piana del Sele;

1.3 Geologia e Geomorfologia del litorale Foce- Sele L’area oggetto dello studio, parte della più ampia unità fisiografica della Piana del Sele, estesa tra Salerno ed Agropoli in direzione NW-SE per circa 40 km, costituisce il bordo costiero del graben peritirrenico del Golfo di Salerno. Il fiume Sele, con i suoi tributari Tanagro e Calore Lucano, è il più importante tra i numerosi corsi d’acqua che scorrono lungo la Piana, con un bacino di drenaggio esteso complessivamente per 3.235 kmq ed una portata solida di 500.000 m3/anno (Cocco et al.,1992); di tale portata però solo una parte arriva alla foce, le cause sono da ascrivere alle numerose sistemazioni idrauliche forestali e alla Traversa di Persano e ai bacini idrografici minori interessati da regimazioni (briglie e difese spondali). Nella Piana del Sele l’elemento morfologico dominante è rappresentato da estese superfici sub pianeggianti, ben raccordabili fra loro in destra e sinistra idrografica delle incisioni dissecate dal Sele, dal Calore e da altri corsi d’acqua minori (Cinque et al., 1986). La bassa valle fluviale è caratterizzata da 4 ampi meandri e da un segmento subrettilineo lungo circa 3 km che si sviluppa fino alla foce. In questo tratto di Piana alluvionale sono riconoscibili, posizionati intorno all’alveo meandriforme del Sele, alcuni lembi di terrazzi fluvio-torrentizi di età mediopleistocenica– olocenica, la cui genesi è connessa in riva, spesso coincidenti con i canali di acque profonde, che si estendono fino a circa -20 m. di profondità. Tali forme rappresentano verosimilmente segmenti fluviali relitti del paleoreticolo idrografico dissecato in ambiente subaereo ed in parte colmati da sedimenti.

1.4-Ampliamento quadro conoscitivo

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Per l’ampliamneto del quadro conoscitivo, sono stati eseguiti: .-studi morfologici - studi meteo marini, 1.5- Attività eseguite Per il rilevamento batimetrico e topografico dell’area è stata realizzata una rete di inquadramento planoaltimetrica vincolata a punti IGM 95. (l’inquadramento dei capisaldi sono stati effettuati utilizzando otto ricevitori G.P.S.Ashtech Z-Survejor.) con la metodologia di rilievo del differenziale statica con trattamento dei dati a posteriori . Sono stati eseguiti: - il rilevamento topografico della spiaggia emersa e della linea di riva; - l’esecuzione dei rilievi batimetrici (1 e II Campagna batrimetirca) - il prelievo di campioni sedimentologici di spiaggia emersa e del fondale marino; L’elaborazione e la compensazione delle reti (e sottoreti) sono stati eseguite con il metodo della compensazione rigorosa; le quote altimetriche sono state riferite a livello medio del mare e le coordinate piane dei punti sono state riferite al Sistema Nazionale Roma 40 Gauss-Boaga Fuso est.

1.5.1. Il rilievo topografico georeferito della spiaggia emersa e della linea di riva, è stato eseguito con l’utilizzo di quattro coppie di ricevitori G.P.S.Ashtech Z-Survejor a doppia frequenza e dodici canali digitali; Stazione Totale Robotica Motorizzata Topcon GPT 9000 A; Software di acquisizioni dati e post processing per il survey topografico Geostudio; per la spiaggia emersa il rilievo è stato eseguito lungo i transetti predefiniti, con metodo celerimetrico, integrato con procedure GPS in modalità DGPS-RTK. L’esecuzione dei rilievi batimetrici sono stati eseguiti mediante Sonar batimetrico interferometrico SEASWATHplus 468 KHz, montato allo scafo dell’imbarcazione lungo i transetti di misura, ortogonali alla linea di riva, sino alla profondità minima da -1 m. l.m.m. a – 10 metri m. l.m.m; secondo la morfologia del fondale è stato utilizzato anche l’ecoscandaglio Singlebam ODOM Echotrak MkII a doppia frequenza. il campionamento dei sedimenti di spiaggia emersa e i prelievi di campioni di fondale marino, sono stati eseguiti lungo i transetti e ogni punto di prelievo è stato posizionato con sistema GPS. 1. 6 Evoluzione storica recente della linea di riva L’attività preliminare per l’individuazione dell’evoluzione storica recente della linea di riva dall’anno 1943 fino all’anno 2004 ha fatto riferimento al reperimento, alla consultazione, alla catagolazione dei dati acquisiti da fonti diverse i.I dati acquisiti, caratterizzati da formati, risoluzioni e riferimenti geografici differenti che sono stati elaborati e restituiti in formati digitali conformi alle direttive e agli standard cartografici nazionali ed internazionali di riferimento. Innanzi tutto si è proceduto all’elaborazione delle foto aree del 1943, le quali hanno comportato, preliminarmente, un processo di geoferimento di tipo speditivo di tutti i fotogrammi disponibili. La fase di geoferimento finale (fig. 1).

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Figura 1- Foto aerea del litorale Foce Sele -anno 1943-

è stata eseguita con l’utilizzo di una funzione di correzione geometrica di tipo polinomiale di secondo grado, ottenuta con l’individuazione di numerosi punti di controllo (GCP) sul singolo fotogramma e dei corrispondenti punti sull’ Ortofoto IT 2000 o Ortofoto ORCA 2004 (fig. 2)

Figura n.2 -punti di controllo (G.C.P.)

inoltre, avendo riproiettato, nel sistema di coordinate UTM-WGS84, i file shape delle linee di costa 1954-1984,1994 e 2001 del Golfo di Salerno, si sono potuti estrarre i tematismi d’interesse del Progetto Foce-Sele, realizzando un file dwg con la suddivisione in layer tematici contenenti la rappresentazione di ogni singolo anno 1943-1954-1984-1994-2001-2004) di rilievo della linea di costa.(figg. 3,4). Gl studi eseguiti fino al 2008,ci hanno permesso di conoscere le variazioni e il tipo di evoluzione della linea di riva (arretramento o avanzamento). Le citate variazioni planimetriche delle superfici sono state mappate in base alla tendenza evolutiva, calcolando le variazioni areali delle superfici di spiaggia e la lunghezza di costa ad esse sottese ed evidenziate mediante una legenda di tipo semaforico (punti stabili, in erosione, in avanzamento)..Dal rapporto tra la variazione areale delle singole superfici di spiaggia e la relativa lunghezza di costa sottesa si sono ottenuti nuovi parametri tematici: tasso di erosione in mq/m lineari di costa, erosione m/anno, erosione areale in m/anno.

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Figura 3-Ricostruzione storica recente della linea di riva dal 1943-1954, 1984-1994,1943 2004.

Figura 4-Raffronto linea di riva -anni 1943-2004-

Gli ultimi studi e monitoraggi eseguiti, ci hanno consentito di ricostruire l’evoluzione della linea di riva dal 1943 al 2008. di tutto il litorale della foce del Fiume Sele.(figg. 6,7).

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Fig.6-

Autorità di Ba

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Tendenza evolutiva nel settore “Lido Lago” nel periodo 2004-08 Tendenza evolutiva nel settore “Chiariello” nel periodo 2004-08

Tendenza evolutiva nel settore “Campolongo” nel periodo 2004-08 Tendenza evolutiva nel settore “Foce Sele” nel periodo 2004-08

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Fig. n.7 raffronto anni 1943-2008

1.6.1-Evoluzione della linea di riva Gli studi e le analisi eseguiti sul litorale della Foce-Sele, hanno fatto rilevare come l’arretramento del litorale, iniziato già negli anni del dopoguerra, abbia subìto una forte accelerazione negli ultimi anni, con perdita di migliaia di mq. di spiaggia emersa, accentuata alla foce e in destra del fiume Sele, (punto 4. -relazione conclusiva del Prof. Tommaso De Pippo) mentre risulta meno accentuata in sinistra della Foce-Sele, I cordoni dunari presenti rappresentano un serbatoio naturale, dal quale il mare in tempesta attinge materiale che va a ripascere temporaneamente la spiaggia emersa e la spiaggia sommersa sotto forme di barre. Le bonifiche, i rimboschimenti e l’antropizzazione dei luoghi, hanno modificato l’assetto morfologico, idrologico e vegetazionale di queste aree fino a raggiungere in taluni casi ad una vera e propria alterazione dell’ambiente naturale. Nell’area in esame i cordoni rimboschiti passano direttamente al cordone di dune vive a fronte mare, fissata da una rada vegetazione erbacea; tale cordone, nel tratto Foce-Sele, presenta un’altezza variabile rispettivamente tra i 2,5 e i 4 metri e un’ampiezza molto limitata, talché le mareggiate più violente, dopo averlo eroso completamente, si riversano sulle paleo dune rimboschite con conseguente distruzione della pineta stessa. La spiaggia emersa di tipo sabbioso-ciottoloso, ampia in alcuni tratti di qualche decina di metri, sta passando verso l’entroterra in modo graduale o più spesso con una scarpa sub verticale, ad una duna fissata da una rada vegetazione erbacea, quindi ad una serie di cordoni dunari rimboschiti (Pineta Litoranea) (figg..-8-9-10).

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Figura n. 8-Cordoni dunari litorale Sele (marzo 2007)

Figura n. 9-Cordoni dunari litorale Sele (Gen.-febb.. 2008)

Figura n.10-Cordoni dunari litorale Sele (Settembre 2008

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1.6 Funzionalità del progetto Gli studi realizzati sono propedeutici alla esecuzione del Piano Stralcio Erosione Costiera, che dovrà contenere la programmazione e la pianificazione degli interventi per la salvaguardia del litorale, attraverso la redazione di Norme Tecniche e Linee Guida per la disciplina: - delle escavazioni indiscriminate in alveo e dell’emungimento d’acqua nella Piana del Sele - della per la regimazione della parte montana degli alvei - del mutamento delle destinazione d’uso dei terreni montani - della progettazione di interventi di difesa della costa

2. ARTICOLAZIONE DELLE FASI OPERATIVE PER L’ESECUZIONE DEL

PROGETTO FOCE SELE.

2.1- I FASE: attuazione del Corso Formativo, presso la “Sala Silarus” dell’Autorità di Bacino, Difesa Costa per il Progetto di “Studio e di Monitoraggio del litorale della foce del Sele”, con stage conclusivo sulla Foce-Sele, per tutto il personale tecnico dell’Autorità di bacino, realizzato attraverso i docenti Universitari:Prof. Ing. Eugenio Carratellii- Prof. Geol. Ennio Cocco e Prof Geol. Tommaso De Pippo e l’ Ente di Formazione ARIES, al corso sono stati invitati a partecipare anche i tecnici delle Autorità di Bacino.Nazionale e Regionali, i tecnici del Settore Difesa Suolo della Regione Campania, i tecnici dell’ARPAC, i tecnici della Protezione Civile e del Genio Civile di Salerno(fig.11), molti di essi hanno aderito all’iniziativa, partecipando al corso con interesse,.considerato il valore scientifico dei temi trattati nei due moduli didattici: I°- MODULO DIDATTICO

-L’analisi dell’evoluzione storica del litorale dell’unità fisiograficadel Sele” -La caratterizzazione geomorfologica del paraggio costiero -La caratterizzazione sedimentologica del litorale del Sele -L’evoluzione e gli scambi solidi del litorale con l’esterno l’apporto solido dei fiumi. -le profilature trasversali, valutazione processi evolutivi in base alle variazioni planoaltimetriche del litorale. II°- MODULO DIDATTICO

-L’esposizione geografica del paraggio costiero” -Il moto ondoso al largo del paraggio costiero” -Il trasferimento a riva del moto ondoso” -Le correnti marine -La variazione del livello marino

Il corso è stato Coordinato dal Dott.Nunzio Di Giacomo- coadiuvato dai tutor Arch. Amelia Caivano e Ing. Mario Sica e realizzato dall’Ente Formazione ARIES.

Foto n.11 (Giugno 2007)

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2.2-Applicazione delle metodologie acquisite nel Corso e acquisizione dei dati:

-Dati “Prof. De Pippo”: file di tipo shape delle linee di costa 1954, 1984, 1994 e 2001 del Golfo di Salerno rappresentati nel sistema di coordinate GB, corredati da una tabella delle misurazioni eseguite in corrispondenza di una serie di punti di riferimento. -Dati “Provincia di Salerno”: file di tipo dwg non georiferito delle linee di costa 1954, 1984, 1994 e 2001 del Golfo di Salerno. File di tipo jpg non georiferiti delle foto aeree 2001 della costa di competenza dell’AdB. -Dati “Prof. Cocco”: file di tipo tif non georiferiti delle foto aeree 1955 del tratto litoraneo compreso tra le Località Campolongo e Paestum. File di tipo tif non georiferiti della foto aeree del 1943 del settore a S della foce del F. Sele -Dati “Settore Politiche del Territorio – Regione Campania”: file di tipo tif compresso georiferiti nel sistema di coordinate UTM-WGS84 delle foto aeree 2004 della fascia costiera del Golfo di Salerno. -Dati “Settore Difesa Suolo – Regione Campania”: file di tipo dwg georiferiti nel sistema di coordinate UTM-WGS84 delle isobate fino alla profondità di 200 m rilevate nell’anno 2006 (Progetto CARG). File di tipo shape georiferito nel sistema di coordinate UTM-WGS84 della linea di costa digitalizzata da rilievo aerofotogrammetrico 2004 (Ortofoto O.R.C.A.). File di tipo tif non georiferiti delle foto aeree 1943 del settore a Nord della foce del F. Sele. -Dati “Ministero dell’Ambiente e Regione Campania”: file di tipo ecw georiferito nel sistema di coordinate UTM-WGS84 della foto aerea 1998 della costa di competenza dell’AdB (Ortofoto IT 2000). File di tipo dwg georiferiti nel sistema di coordinate GB degli elementi della Carta Tecnica Regionale in scala 1/5.000 della fascia costiera di competenza dell’AdB. I suelencati dati caratterizzati da formati, risoluzioni e riferimenti geografici differenti, sono stati elaborati e restituiti in formati digitali aderenti alle esigenze del Progetto nonché conformi alle direttive ed agli standard cartografici nazionali ed internazionali di riferimento. Una procedura simile è stata seguita per il georiferimento dei fotogrammi del 1995 utilizzati non solo per la mappatura della linea di riva, ma soprattutto come base di riferimento per i punti di controllo delle foto aeree del 1943.

2.3- Sviluppo dei dati acquisiti e georefenziati con approfondimento delle varie tematiche.

-Inquadramento geologico Il fiume Sele nasce dalle pendici meridionali di una sella tra due colli del montagnone di Nusco (AV), ma viene considerato come fonte principale la ricca sorgente che sgorga dal monte paflagone presso Caposele, e sfocia nel golfo di Salerno presso Paestum, ha un corso di, 64 Km, con un ampio bacino che si estende in parte anche in Basilicata dove nascono i suoi principali affluenti; il Platano (44Km) ed il Meandro (30Km), confluenti nel fiume Bianco (12 Km), ed il Calore, quest’ultimo come corso superiore del Tanagro. Il bacino del Sele si estende per 3258 Km2, di cui 712 per il solo bacino del Sele, 1830 per quello del Tanagro e 716 per quello del Calore Lucano. I terreni del bacino appartengono ad una gran varietà di formazioni geologiche, formatisi in varie ere geologiche che possono essere stratificamente così riuniti: -l’unità di Piattaforma Campano-Lucana, costituenti i principali rilievi carbonatici dell’area in studio: sono rappresentate da dolomie triassiche e da potenti spessori di calcari dolomitici giurassici e calcari cretatici; -l’unità del bacino di Lagonegro: sono costituite da facies argilloso-marnose sottoforma di scisti e flysch;

-l’unità sicilidi, già definite da argille scagliose e vari colori: sono costituite prevalentemente da calcari marnosi, marne arenarie ed argille di colore rosso, verde e grigio;

-le unità irpine: sono essenzialmente arenarie intercalate da argille e marne; depositi

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detritici-alluvionali e fluvio-lacustri e piroclastici, da brecce e detrito di falda più o meno cementati. La morfologia del Bacino del Fiume Sele è influenzata dalla litologia dei terreni affioranti. Si possono differenziare -le aree delle piane alluvionali dei fiumi (Sele, Tanagro, Meandro, Pergola, Bianco) e dalle fiumare di Muro e Avigliano, in cui l’andamento subpianeggiante denota la presenza di depositi alluvionali recenti e terreni sabbioso-coglomeratici -le aree collinari, cui corrispondono unità litologiche non lapidee (Argilloscisti Varicolori e Sabbie),nelle quali l’acclività dei versanti e la natura dei terreni facilitano movimenti franosi di tipo traslativo o rotazionale. -le aree montuose, costituite da rocce lapidee dei complessi calcareo –dolomitici dove la giacitura dei banchi e la loro acclività facilitano ribaltamenti di roccia. le grandi vallate sono incisi dai principali fiumi che rilevano forme morfologiche dovute alla deposizione dei prodotti fluviali.

-Elaborarazione dati DEM, Idrologia,Geologia (Geom. A. Abbagnale - Geol. G. d’Errico)-

Dal DEM del Ministero dell’Ambiente è stato ottenuto il DEM, con reticolo 20x20 mt relativo al Bacino idrografico del fiume Sele.(fig.11)

Fig.12

-Elaborazione dati idrografici Dal DEM del Ministero dell’Ambiente è stato ottenuto il DEM, con reticolo 20x20 mt relativo al Bacino idrografico del fiume Sele.(fig.13)

Fig.13

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Fig. 14

In particolare il Vallone Brecce e’ il sottobacino dove è ubicata la sorgente da cui nasce il fiume Sele.E’ impostato a nord dell’abitato di Caposele, e rappresenta il confine con l’Autorità di Bacino della Puglia. L’area complessiva è di 22 Kmq, ha una altezza massima di 1577 m. è una altezza minima di 300 m. s.m.l. l’asta torrentizia è lunga 7.00 Km, esso ricade quasi interamente nel territorio Comunale di Caposele (AV). Il bacino in questione è compreso nella carta geologica d’Italia Scala 1:100.000 Foglio 186 “S. Angelo dei Lombardi”. I terreni di riferimento del sottosuolo di questo bacino sono i seguenti: Successioni carbonatiche (calcari cristallini biancastri, a tratti fratturati databili in un periodo che va dal Trias medio al Cretacico superiore); Argille sabbie e conglomerati ascrivibile alla “ Formazione di Castelvenere “ costituita da sabbie e conglomerati che si presentano con un abbondante frazione limoso argillosa; Copertura detritico – eluviale (costituiti da limi argilloso-sabbiosi); Alluvioni recenti (ciottoli sciolti con matrice sabbiosa o sabbiosa –limosa).

-Elaborazione carta Geologica E’ stato aggiunto al progetto foce Sele la carta geologica per individuare la regione geologica di ogni sottobacino. (Fig. 14)

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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Fig.15

Carta delle Pendenze La parte iniziale del Torrente delle Brecce si sviluppa in litologie ghiaiose e sabbiose con tratti ad elevata pendenza 30-35°circa. Il tratto successivo e caratterizzato da calcari mesozoici e terziari e successivamente da depositi sabbiosi La parte iniziale del torrente delle brecce si sviluppa in litologie ghiaiose e sabbiose con tratti ad elevata pendenza 30-35°circa. Il tratto successivo e caratterizzato da calcari mesozoici e terziari e successivamente da depositi sabbiosi, le pendenze risultano essere sempre notevoli (30-35%). Nella sua parte centrale il torrente attraversa litologie ascrivibili all’unità arenaceo – politica, le pendenze in questo tratto risultano essere più modeste (intorno ai 15°). La parte terminale dell’asta che confluisce nel fiume Sele è caratterizzata da pendenze più modeste, le litologie presenti sono depositi alluvionali ghiaioso sabbioso.

Elaborazione dati pluviometrici: (Geol.. G.d’Errico e dott. G.Di Canio)

-Carta delle pendenze Vallone delle Brecce.(fig. 15)

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- (figg. 16-17-18-19)

CaposelePiogge medie mensili

0

50

100

150

200

GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV. DIC.

altezza di pioggia (mm)

Fig.16

ContursiPiogge medie mensili

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV. DIC.

altezza di pioggia (mm)

Fig.17

EboliPiogge medie mensili

0

50

100

150

200

GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV. DIC.

altezza di pioggia (mm)

Fig.18

AlbanellaPiogge medie mensili

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV. DIC.

altezza di pioggia (mm)

Fig.19

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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2.4- Rappresentazione dei sedimenti clastici sulla asta fluviale del fiume. Sele ( Arch. A. Caivano – Geom. A. Abbagnale)

( Figg. 20-21-22-23-24)

Fiume Sele alla “Foce”

Fiume Sele ad “Eboli”

Fig.20

Fig. 21 -Materiale litoide presente in alveo

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Fiume Sele –alla “Traversa Persano”-

Fig.23

Fiume Sele a “Eboli-Serre”

Fig.22-Materiale litoide presente in alveo

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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Fig.24

-Modellazione matematica dei processi erosivi indotti dalla pioggia nel Bacino idrografico del fiume Sele (Mario Sica)

-Rappresantazione degli accumuli dei sedimenti clastici lungo le aste principali del Bacino del Sele (fig.24)

rRr Diga DIDI

2-4-Report fotografici (figg.23-24-25-26-27-28-29-)

DIGA DI PERSANO (gennaio- febbraio 2007- di Lello Gaudiosi)

asi dello svuotamento d

Fig. 23

[email protected]

-Report fotografici

(figg. -25-26-27-28-29-30-31)

DIGA DI PERSANO

fig. 25

- FASI DELLO SVUOTAMENTO DEGLI ACCUMULI DELLA DIGA ( anno 2007)

(Figg. 26-27)

fig.26 fig.27

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Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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-Foto d’epoca

(fig.28-29)

fig.28 Foto d’epoca anno 1960 fig.29 Foto anno 1980

- I° ampagna batrimetrica - Febbraio 2008 - (figg. 30--31)

fig.30 fig.. 31

- II° Campagna batrimetrica -Settembre 2008- (figg-32-33-34)

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fig.32 fig.33

fig.34

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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3.- III-FASE: esecuzione della I e II campagna batimetrica - febbraio -Settembre 2008 e analisi sedimentologicche dei sedimenti fluviali e marini,, realizzazione delle cartografie tematiche .eseguite dalla Società HT WALLINGHTON ltd

1-Mappa dei 12 Capisaldi di raffittamento (fig.35 )

Fig.35

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-Particolari: Caposaldo CSO_7

Descrizione: Bullone SE della piastra portante il palo della stazione di monitoraggio idrometereologico, ubicata a metà della sponda, lato mare, del ponte sul fiume Sele lungo la strada provinciale SP175/A.

Caposaldo: Nuova istituzione - CSO Tipo: Chiodo

Foto Elementi Numerici

Quota Altezza ortometrica ellissoidica

(m) (m) Anno _ WGS84 2008 8.540 55.420

Latitudine Longitudine (Nord) (Est)

40° 28' 51.99" 14° 56' Coord.geogr. WGS84 56.101"

Nord Est

4481166.238 2515678.855 Coord.piane G.-B. F.E.

Coor. WGS84 UTM F33 4481159.032 495670.333

Planimetria

CTR

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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-Particolare Foce Sele, rappresentazione grafica dei transetti per l’esecuzione dei rilievi topo- batrimetrici e sedimentologici (fig.36)

Fig.36

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-Particolare Foce Sele: –rappresentazione cartografica dei caratteri morfologici delineati dalla l° Campagna batrimetrica -febbraio 2008 -(fig.37)

Fig.37

-Particolare Foce Sele: –rappresentazione cartografica dei caratteri morfologici delineati dalla lI Campagna batrimetrica -Settembre 2008-(fig.38)

Fig.37

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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-Particolare Foce Sele –rappresentazione cartografica di confronto tra i Profili batrimetrici della I e II Campagna batrimetrica

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Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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-Rappresentazione cartografica dei profili batrimetrici dell’asta fluviale

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Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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-

-Rappresentazione in D.T.M della II° batimetria

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4.- Relazioni tecniche conclusive

-CARATTERI MORFOLOGICI DELLA FOCE DEL FIUME SELE

E SUA EVOLUZIONE.

T. De Pippo Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Napoli Federico II

L’ampio Graben peritirrenico, di forma subtriangolare ed esteso in direzione ENE-WSW, costituisce il principale elemento morfostrutturale del Golfo di Salerno sotteso a sua volta dalla Piana del Sele delimitata dagli alti strutturali dei Monti Lattari e dei Monti Picentini, a nord, e da rilievi dei Monti Alburni e del Cilento a sudest. L’elemento morfologico dominante della Piana è rappresentato dalle estese superfici sub pianeggianti del terrazzo di I ordine di età medio-pleistocenica, ben raccordabili fra loro, in destra e sinistra idrografica delle incisioni del Sele, del Calore e di altri corsi d’acqua minori (CINQUE et alii, 1986). I terrazzi di II ordine, presenti nella Piana lungo i fianchi della forra con la quale il Tenza ha dissecato la propria conoide medio-pleistocenica, e la cui genesi potrebbe essere legata ad un movimento tettonico attivatosi presso la confluenza del F. Sele con il Tenza, appaiono perfettamente raccordati a quella parte di terrazzo di I ordine ribassata dallo stesso lineamento tettonico. La bassa valle fluviale, invece, è caratterizzata dalla presenza di 4 ampi meandri fin oltre Ponte Barizzo ed infine da un segmento subrettilineo lungo circa 3 km fino alla località Foce del Sele, dove il fiume sbocca nel Mar Tirreno. In questo tratto di piana alluvionale, intorno all’alveo meandriforme del F. Sele, sono riconoscibili i lembi di alcuni ordini di terrazzi fluvio-torrentizi di età mediopleistocenica – olocenica, la cui genesi è connessa in prevalenza a cause climatiche. Il sistema di foce, nonostante gli intensi fenomeni d’erosione registrati negli ultimi 60 anni, conserva ancora alcuni elementi morfologici caratteristici di un delta; tra essi si osserva il lieve protendimento della linea di riva verso il largo, in corrispondenza delle ali, un tempo quasi simmetriche ed attualmente erose; ed una debole flessione verso il largo degli assi di culminazione sia del cordone dunare attuale che di quello tardo-olocenico, più accentuata in prossimità di entrambe le sponde. In ogni caso, la forma del sistema di foce appare del tipo intermedio tra un delta ed un estuario, con una tendenza morfoevolutiva verso quest’ultima. Il cordone dunare attuale presente lungo il tratto di litorale che sottende la foce del F. Sele, mostra un’ampiezza compresa tra 40 m e 410 m ed è a luoghi interrotto da alcuni varchi e stradine di accesso ai lidi e da alcune strutture antropiche. La dduna è in genere ben conservata e ad alta naturalità nel tratto incluso nella Riserva Regionale Foce Sele – Tanagro, circa 2 km a NW della foce del Sele, dove raggiunge la sua massima ampiezza, e presenta un’altezza variabile tra circa 2 e 8 m. Essa è colonizzata da una discontinua vegetazione a macchia mediterranea, mentre l’ambiente retrodunare a luoghi è caratterizzato dalla presenza di una fitta pineta, talora con sporadici eucalipti, messa a dimora all’inizio del XX secolo a seguito di interventi di bonifica idraulica nella bassa piana.

Progetto Foce Sele –“erosione costiera”-

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Nel complesso il disegno del cordone dunare segue la tipica fisiografia arcuata ad ampio raggio del cordone litorale, con concavità verso SW ed una debole convessità in corrispondenza del protendimento formato dalle ali, attualmente erose, del delta recente del F. Sele. Il litorale della Piana del Sele, in prevalenza sabbioso, è stato interessato da variazioni della linea di riva la cui ricostruzione si è basata sulla ricostruzione dell’allineamento delle torri costiere a pianta circolare risalenti al XIII e XIV secolo; la loro attuale posizione rispetto alla costa consente di ipotizzare che in quel periodo la riva era posta a 200-250 m circa più al largo rispetto alla posizione attuale. L’analisi della cartografica storica, della aerofotogrammetria e dei rilievi diretti ha messo in evidenza che l’evoluzione del litorale della Piana del F. Sele nel XIX Secolo è stata caratterizzata da fenomeni alquanto differenziati nelle diverse zone a N e a S della foce del F Sele, con velocità di progradazione della linea di riva molto minore rispetto a quella registrata in epoche precedenti e con alcune aree del litorale interessate da fenomeni erosivi (COCCO &

DE PIPPO, 1988). In particolare, nelle zone a N della foce si osserva l’alternanza di settori in avanzamento ed arretramento, mentre procedendo via via verso S i fenomeni si riducono gradualmente di ampiezza fino a raggiungere zone in cui si osserva una sostanziale stabilità.Il confronto della cartografia relativa al periodo compreso tra il 1809 ed il 1908 fa registrare dapprima un lieve arretramento della linea di riva nella zona settentrionale del litorale e quindi una fase di avanzamento protrattasi fino al 1954; nelle altre zone si osserva invece una generale progradazione fino a metà degli anni ’50 (COCCO & DE MAGISTRIS, 1988; COCCO & DE PIPPO, 1988; DE PIPPO et alii, 1989). A partire da questo periodo e fino al 1984, contrariamente a quanto osservato precedentemente, si registra un generale arretramento della riva, più spinto in prossimità della foce del F. Sele, dove l’arretramento complessivo negli ultimi 30 anni è risultato variabile tra alcune decine ed il centinaio di metri (COCCO & DE MAGISTRIS, 1988; COCCO & DE PIPPO, 1988). L’analisi delle osservazioni relative agli ultimi 60 anni, invece, indica una tendenza evolutiva piuttosto diversificata nelle diverse aree, con differenti valori e con alcuni tratti ormai in controtendenza rispetto ai fenomeni osservati nel passato. In particolare, l’intero arco litoraneo che sottende la foce del F. Sele può essere suddiviso in due aree a differente evoluzione, una a nord e l’altra a sud della foce stessa. Da sottolineare che la foce del F. Sele è stata interessata, tra il 1954 ed il 2001, da una graduale migrazione, complessivamente pari a circa 800 m, da NW verso SE. Nel settore a nord della foce del Fiume Sele l’evoluzione della linea di riva mostra una netta tendenza all’arretramento registrando un valore complessivo massimo di -215 m proprio in corrispondenza della foce del fiume. Il maggiore arretramento nell’area si registra nel primo trentennio (-192 m), mentre nell’ultimo trentennio gli arretramenti, seppur generalizzati, non sono mai risultati superiori a -40 m. Nell’intero tratto di litorale il grado di antropizzazione risulta molto più basso dei precedenti e spesso consiste nella sola presenza di strutture turistico-ricreative, stabilimenti balneari e stradine di accesso agli stessi. Inoltre, è presente il cordone dunare recente, in genere esteso e ben conservato, anche se a luoghi mostra fenomeni d’erosione connessi proprio alla presenza delle strutture dei lidi e di scalzamento al piede a seguito di intense mareggiate, laddove la spiaggia risulta meno ampia. Nel tratto a sud della foce si registrano fenomeni erosivi generalizzati, soprattutto nei primi 3 km, con valori superiori ai 70 m in sinistra idrografica del Fiume Sele; tale valore di arretramento della linea di costa tende gradualmente a diminuire procedendo verso SE.

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E’ noto che i fenomeni erosivi rilevati sono connessi per lo più al diminuito apporto solido fluviale dovuto sia al prelievo d’inerti lungo gli alvei, sia alle sistemazioni idraulico-forestali dei bacini e agli sbarramenti artificiali, nonché all’asporto diretto di sedimenti dalle aree dunari e di spiaggia ed a luoghi all’intensa antropizzazione della fascia costiera (DE PIPPO et alii, 1989). L’analisi dell’evoluzione della linea di riva ha consentito inoltre di rilevare come la velocità media di arretramento del litorale risulti pari a 1.68 m/anno, mentre, la velocità media di avanzamento, limitata comunque a settori di breve estensione, risulti uguale a 0.94 m/anno. L’evoluzione del settore litoraneo che sottende la foce del Fiume Sele è il risultato della mutua interazione tra vari processi in atto soprattutto negli ultimi 60 anni a scala locale, regionale e globale. Tra essi hanno sicuramente giocato un ruolo importante la diminuzione degli apporti solidi a mare e l’irrigidimento artificiale della linea di riva a seguito della costruzione di numerose barriere artificiali emerse, sia distaccate che aderenti, che interferiscono sulla naturale deriva litoranea dei sedimenti. A ciò si deve sommare la spinta antropizzazione costiera che si è sviluppata sia sul cordone dunare recente sia sulla spiaggia, con conseguente accelerazione della subsidenza indotta, e amplificazione locale dell’innalzamento del livello marino. Da sottolineare che negli ultimi decenni è stata osservata una maggiore erosione nei settori settentrionali ed una generale progradazione in quelli meridionali. L’effetto risultante, già noto per altri settori costieri campani e verosimilmente per gran parte di quelli tirrenici che sottendono le piane alluvionali, è una graduale rotazione in senso orario della linea di riva, con fulcro ubicato, nel nostro caso, nei pressi della foce fluviale del Sele. L’analisi dettagliata della morfologia dei fondali marini antistanti la foce del Fiume Sele, tra la linea di riva e -25 m di profondità, rispecchia in modo più o meno uniforme gli aspetti morfologici della spiaggia emersa. Infatti, l’esame di alcune carte batimetriche recenti evidenzia un andamento delle isobate circa parallelo all’attuale linea di riva, caratterizzato dalla presenza di barre sommerse che riflettono le ondulazioni e le dune della spiaggia emersa. In particolare, s’individuano due ordini di barre sabbiose sommerse, tra le quali si osserva il cordone prossimale di I ordine, compreso in una fascia di fondo marino estesa fino a circa 100 m dalla riva e con creste a circa -1 m, molto irregolare e frammentato, interrotto di frequente da canali di acque profonde trasversali alla riva e ubicati a circa -4/-5 m. Il cordone di barre esterno, di II ordine, invece, appare molto continuo, , con creste comprese tra -2 e -3 m, e con il piede profondità comprese tra -4 e -5 m. Tra queste due barre è presente un esteso e continuo truogolo profondo fino a -4 m circa e parallelo alla costa.Sono presenti alcune incisioni trasversali alla riva, spesso coincidenti con i canali di acque profonde, che si estendono fino a circa -20 m di profondità. Tali forme rappresentano verosimilmente segmenti fluviali relitti del paleoreticolo idrografico dissecato in ambiente subaereo ed in condizioni climatiche differenti dall’attuale, nell’arco del Würm, in seguito sommersi durante l’ingressione marina postglaciale ed in parte colmati da sedimenti.

Il fondo marino non mostra bruschi salti di pendenza e si approfondisce gradualmente fino a -25 m, isobata posta fra circa 900 e 1340 m di distanza dalla linea di riva. Quest’ultima massima distanza da riva si rileva soprattutto in corrispondenza della foce del F. Sele, dove la morfologia a convessità verso SW delle isobate indica la presenza della struttura sottomarina del prodelta fluviale.Spingendo l’analisi della morfologia del fondo marino oltre i -25 m di profondità e raggiungendo la batimetria dei -200 m, si registra la presenza

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di due pronunciate e svasate incisioni ad U, una quasi in asse con l’attuale foce del Sele e l’altra a SW della stessa, che rappresentano due differenti momenti nell’evoluzione del paleoalveo oggi sommerso. La genesi di queste incisioni è verosimilmente connessa alla variazioni climatiche tardo-quaternari, mentre la loro attuale posizione in ambiente sottomarino èdovuta al progressivo annegamento di queste valli relitte a seguito. I risultati di recenti indagini effettuate nel febbraio e nel settembre del 2008, e condotte all’interno del Progetto Foce Sele, hanno confermato l’assetto morfologico delle aree sommerse mettendo in risalto la presenza di una barra sommersa esterna più o meno continua con creste ubicate a profondità intorno ai –3 m e piede della barra compreso tra i -4 ed i -5 m. La barra di primo ordine, più prossima alla costa, si presenta invece solo a tratti e molto disarticolata; di notevole ampiezza e continuità appare invece il truogolo che separa la zona delle barre interne, ove presenti, e il sistema di barre esterne. Gli stessi risultati hanno messo in luce che il complesso di foce sommerso del Fiume Sele è estremamente ridimensionato, a testimoniare il ridotto apporto solido da parte dello stesso corso d’acqua. Da sottolineare che nelle aree più meridionali del tratto litoraneo che ricade all’interno del territorio dell’Autorità di Bacino Interregionale, il sistema di barre scompare quasi completamente lasciando il posto ad una morfologia piuttosto piatta. Il confronto tra i caratteri morfologici delineati dalle indagini del febbraio e del settembre 2008 consente tra l’altro di evidenziare le notevoli variazioni avvenute nei fondali antistanti il litorale che sottende la foce del Fiume Sele. Pur osservando un generalizzato spostamento verso il largo delle barre di secondo ordine, più marcate e più esterne, è stato possibile suddividere l’area in tre settori di cui il primo si sviluppa a nord della foce, il secondo è ubicato proprio in corrispondenza della foce e si estende per poco più di 1 Km, mentre il terzo comprende le aree a sud della foce stessa. Il primo settore, tranne aree molto ristrette, mette in evidenza un generale arretramento del complesso spiaggia emersa - spiaggia sommersa ed un aumento della pendenza del profilo della spiaggia; nello stesso tempo si osserva una progradazione verso il largo sia del truogolo che delle barre esterne -. In alcuni casi si osserva anche l’approfondimento della cresta e del piede della barra in seguito al suo spostamento verso il largo, altre volte pur osservandosi tale fenomeno sia la cresta che il piede della barra non cambiano la loro profondità. Nell’area di foce le variazioni osservate nel confronto tra i due periodi analizzati mostrano, in corrispondenza della zona settentrionale dell’area, fenomeni di avanzamento del complesso di spiaggia emersa e sommersa. In questa area si osservano vistosi ripascimenti della spiaggia sommersa e deposizione di ingenti volumi di sedimenti. D’altro canto la zona meridionale mostra invece spinti fenomeni erosivi del complesso spiaggia emersa - spiaggia sommersa con erosione di cospicui volumi di materiali sabbiosi. Il settore meridionale presenta a sua volta variazioni molto articolate con aree in erosione, aree in ripascimento ed altre in sostanziale equilibrio; in generale si può ritenere che il settore presenti ancor oggi un sostanziale fenomeno di progradazione del complesso spiaggia emersa – spiaggia sommersa a conferma della rotazione in senso orario della linea di riva, così come già osservato precedentemente. Nelle aree di questo settore, ove sono ancora presenti le barre esterne, non si osservano fenomeni di spostamento verso il largo della cresta o del piede della barra stessa. Da sottolineare che in questo stesso settore sono visibili, lungo alcuni transetti rilevati, nette modificazioni dei profili sia della spiaggia emersa che sommersa che necessariamente devono essere collegate alla massiccia attività antropica realizzata lungo il tratto costiero durante la stagione estiva.

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-dalla relazione del 28 Ottobre 2008)

UCARATTERIZZAZIONE SEDIMENTOLOGICA DEL LITORALE”

del Prof. Geologo Ennio Cocco, Dipartimento di Scienze della Terra, Università “Federico II”, Napoli

.”.ASSETTO SEDIMENTOLOGICO La caratterizzazione sedimentologica è stata effettuata attraverso il prelievo di n. 415 campioni di sedimento ubicati sia lungo la spiaggia emersa, sia lungo il fondale marino e sia all’interno della foce del fiume nell’arco temporale compreso tra febbraio e marzo del corrente anno (Soc. HR Wallingford). I campioni sedimentologici sono stati prelevati lungo i transetti dispari oggetto del rilievo batimetrico, alternativamente alle quote, sul fondale marino, di: -2m, -4m, -8m; -1m, -3m, -7m ed alle quote, lungo la spiaggia emersa, di: +1m, 0m +1(duna), 0m Sono stati inoltre prelevati campioni lungo l’asse, la riva destra e la riva sinistra del fiume, in corrispondenza dei 5 transetti batimetrici. Prelievo dei campioni di spiaggia emersa Il campionamento dei sedimenti di spiaggia emersa è stato effettuato prelevando, mediante apposita sessola, una quantità variabile da 1 a 2 kg, univocamente identificata, georeferenziata, conservata in buste di plastica trasparenti ed inviata al laboratorio per le analisi. Ogni punto di prelievo è stato posizionato con sistema GPS utilizzando una coppia di ricevitori Ashtech Z-Surveyor, a doppia frequenza, operante in modalità RTK On-the-fly tramite connessione radiomodem o GSM-modem. Il campionamento lungo le rive destra e sinistra del fiume è stato effettuato nell’interfaccia terra-acqua dei transetti stabiliti. Lungo le rive, è stata rilevata una fitta vegetazione ed una matrice prevalentemente terrosa dei campioni. Il campionamento alla quota +1 m è stato alternato con il prelievo di sedimento sul cordone dunale, quando possibile. In particolare lungo i primi transetti (area nord del destra Sele) non è stato possibile prelevare campioni dunali a causa della presenza di infrastrutture, recinzioni, strade o fitta vegetazione. Prelievo dei campioni di fondale marino Il campionamento dei sedimenti di fondale marino è stato effettuato mediante imbarcazione appositamente allestita con sistema di posizionamento satellitare GPS, ecoscandaglio e sistema di supporto della benna. Ogni punto di prelievo è stato posizionato con sistema GPS utilizzando una coppia di ricevitori Ashtech Z-Surveyor, a doppia frequenza, operanti in modalità RTK On-the-fly tramite connessione radiomodem o GSM-modem in funzione delle condizioni operative del sito. Il campionamento è stato effettuato con una benna di tipo Van Veen, in acciao inox da 5 L, dotata di sportellini superiori per impedire il dilavamento della frazione sottile. Tale tipologia di benna è inoltre riportata tra le metodologie di riferimento per il campionamento dei sedimenti come da pubblicazione del Servizio Difesa Mare del Ministero dell’Ambiente “Metodologie analitiche di riferimento”,

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redatto con il supporto tecnicoscientifico dell’ICRAM (Istituto Centrale di Ricerca Applicata al Mare) nel 2001. L’imbarcazione, percorrendo i transetti di misura, effettuava il prelievo all’incrocio fra la batimetrica alla profondità prevista ed la sezione stessa. Ogni campione prelevato è stato univocamente identificato, georeferenziato e conservato in buste di plastica trasparenti ed inviato al laboratorio per le analisi. Analogamente è stato effettuato il prelievo lungo l’asse centrale del fiume Sele. Le analisi granulometriche per via secca sono state eseguite secondo le norme ASTM D422 con un set di setacci standard superiore a 8, dal Laboratorio Geotecnico dell’Università di Padova. Per ogni campione sono state restituiti: - i valori di peso e percentuale (trattenuta, passante e cumulativa) rispetto ai diametri dei vagli. - la rappresentazione grafica della curva granulometrica, curva di frequenza cumulata e l’istogramma della frequenza relativa. Iprincipali parametri statistici calcolati con il metodo dei percentili: diametri percentili in scala di phi (phi= - log2 Diametro in mm) alle frequenze 5, 16, 25, 50, 75, 84, 95), diametro medio, mediana, deviazione standard dei diametri, coefficiente di asimmetria e curtosi.

Fig. 7 – Esempio di scheda granulometrica, riportante i dati sia sotto forma tabellare che grafica

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Fig. 8 – Curva granulometrica cumulata e relativa classificazione del campione di sedimento di fondo I percentili sono stati calcolati per via analitica attraverso interpolazione lineare degli indici superiori ed inferiori di frequenza cumulata. Attraverso i percentili alle frequenze 5, 16, 25, 50, 75, 84 e 95 è stato possibile applicare le note formule di Folk e Ward e calcolare così i più importanti parametri sedimentologici.

DISTRIBUZIONE AREALE DEL GRANULO MEDIO Come si evince dall’esame dei dati sedimentologici trasmessi dalla Wallingford, il litorale in esame è caratterizzato sulla duna, sulla spiaggia emersa ed in battigia dalla presenza costante di sabbie medie con diametro compreso tra 1 e 2 phi (0,5-0,25 mm); a luoghi si rinvengono sabbie grossolane (0-1 phi; 1,0-0,5 mm), in special modo all’intorno dell’area di foce. Sulla spiaggia sommersa entro la profondità di 2,0-3,0 m, i sedimenti sono costituiti da sabbie medie con diametro compreso tra 1 e 2 phi (0,5-0,25 mm), segue tra la profondità di -3,0 m e la profondità di 7,0 m (talvolta -8,0 m) una fascia uniforme di sabbie fini con diametro compreso tra 2 e 3 phi (0,25-0,125 mm). Oltre la profondità di 7,0 m è presente in modo intermittente sabbia molto fine con diametro di poco superiore a 3 phi (<0,125 mm). Da rilevare che, sia nell’estrema porzione settentrionale sia in quella meridionale, non sono presenti sabbie molto fini.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

I sedimenti disposti in fasce parallele alla costa indicano un modellamento dei fondali di tipo prevalentemente trasversale: il limite tra le varie facies granulometriche marca i diversi regimi idrodinamici delle onde in corrispondenza del piede della barra esterna (limite sabbie medie - sabbie fini) e del gradino di battigia (limite sabbie grossolane, molto

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grossolane e ghiaie - sabbie medie). Le sabbie molto fini marcano la zona di fondo al di là della profondità di chiusura del profilo idrodinamico.Allo stato delle attuali conoscenze si può ritenere valido lo schema generale della dispersione dei sedimenti, ricavato attraverso l’andamento dei principali assi di transito sedimentario, per l’area in sinistra Foce Sele (Cocco & Iuliano 1999 e 2000), riportato in Fig. 9.

Fig. 9 – Possibile andamento dei vettori di transito sedimentario secondo uno schema a “celle litorali”

Come si rileva, la dispersione dei sedimenti risulta condizionata dalla presenza di sistemi alternati di barre/truogoli e di bassofondi (“celle litorali morfodinamiche”) cui si associano, presso la riva, profonde rientranze e protesi lobi con ampiezza d'onda dell'ordine del centinaio di metri (topografia ritmica - “sand waves"). Dal punto di vista idrodinamico le correnti dirette verso riva si situano sui bassofondi mentre quelle dirette verso il largo si situano nei truogoli. Secondo Wright & Short (1983), in particolare, quando i lobi delle barre crescenti (stadio “c, rhythmic bar and beach”) si saldano alla riva si genera un’alternanza di barre trasversali e di rip (stadio d, transverse bar and rip”) con il massimo divario tra condizioni dissipative e riflessive, con correnti molto forti dirette verso il largo lungo i truogoli e correnti più deboli dirette verso riva lungo i bassofondi.

- Bibliografia:

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i Contributi: Prof. Ing. E. Carratelli Pugliese, Prof. Geol. E. Cocco, Prof. Geol. T. De Pippo -Consulenti Junior: Geol. S. .Iuliano, Ing. L. Greco -Ministero dell’Ambiente Territorio Difesa Suolo e del Mare -Regione Campania: Settore Difesa Suolo,Settore Politica del Territorio, Settore SIRCA, -Protezione Civile, Genio Civile di Salerno -Provincia di Salerno

Quaderni dell’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Sele -Quaderno n.1 –Progetto Pilota “La Tutela dal rischio idrogeologico molto elevato nelle aree percorse dal fuoco nell’estate 2007”

per i Comuni Sala Consilina—Monte S.Giacomo-San Rufo -28-gennaio-2008- -Quaderno n.1 a - Progetto pilota “La Tutela dal rischio idrogeologico molto elevato nelle aree percorse dal fuoco nell’estate 2007” per il Comune di Senerchia -7 febbraio 2008- -Quaderno n.1 b –Progetto Pilota “La Tutela dal rischio idrogeologico molto elevato nelle aree percorse dal fuoco nell’estate 2007 “ - per i Comuni di Aquara-Castelnuovo di Conza-Postiglione-10 aprile 2008-

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