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La psicologa: “Per un bimbo l’allontanamento dalla famiglia è sempre un trauma” Le testimonianze degli abitanti del posto: “Noi, alla ribalta per una vicenda abominevole” un universo di notizie SMO C il O www.il-cosmo.com Eventi Film, mostre ed eventi da non perdere! continua 2 di Michela Trada n°LXXI 18/07/2019 Editore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Vercelli BIBBIANO, UN PAESE DISTRUTTO DAGLI ORCHI: PARLANO I CITTADINI L’immortalità dell’Arte Siamo cresciuti con la convinzione che, per essere immortali, fossero necessari dei poteri paranorma- li in grado di farci camminare sui soffitti come i ragni o di render- ci velocissimi, persino più della luce. L’immortalità, però, non si acquisisce grazie alla provenienza extraterrestre (sul pianeta Kryp- ton Kalel altro non era se non un ragazzo come tutti gli altri) e non è nemmeno una dote inesistente e degna di essere celebrata solo in un fumetto della MARVEL. A ren- derci immortali è l’Arte. Ecco per- ché Andrea Camilleri non è morto e mai lo sarà; il commissario Mon- talbano vivrà per sempre così come le sue idee che tanto hanno fatto discutere anche quando, franca- mente, ci sarebbe solo da serbare un decoroso silenzio. Uno scritto- re non lascia questa Terra perché ogni volta che apriamo una pagina di un suo libro si materializza in esso. E’ questa la magia dell’Arte; una magia andata in scena pochi giorni fa in Grecia quando è stata scoperta la più antica incisione su materia dura dell’Odissea (i papi- ri, infatti, rimangono il primo rife- rimento temporale per eccellenza del poema omerico). Vicino ai resti del tempio di Zeus ad Olimpia, è stata rinvenuta una tavoletta d’ar- gilla con tredici versi della celebre narrazione; sulla stessa si legge proprio il ritorno a casa del sag- gio Ulisse dopo la guerra di Troia raccontata nell’Iliade. L’estratto è preso dal quattordicesimo dei 24 libri dell’Odissea ed è stato rinvenuto dopo tre anni di scavi. Chi scrive, dunque, ha una gran- de responsabilità: tramandare ai posteri estratti di questa nostra breve esistenza. Per questo mo- tivo le parole hanno un enorme potere e non possono essere usa- te a caso; per questo motivo, nel- la democraticità del web, è bene riconoscere quelli che sono i co- siddetti contenuti spazzatura e segnalarli. I nostri cervelli hanno sete di sapere, si devono nutrire della linfa che ha spinto decine e decine di aedi a identificarsi col nome di Omero per tramandare narrazioni fantastiche ed in gra- do di ispirare guerrieri e non solo. Scrivere non è per tutti, non è da tutti; leggere, invece, sì: è proprio per tutti. Chissà che non venga il desiderio a molti, in questi gior- ni, di recarsi in una libreria e farsi catturare da un libro di Camilleri sentendo echeggiare gli insegna- menti del Maestro. Attualità La corsa allo spio non è mai finita Un’armata spiale per Macron e Trump di Federica Pirola pag.4 \ Sesso col barista? Bevi gratis Sabrina Falanga pag.14 Sport La vita attraverso lo spirito di Alessia: arrampicata e libertà di Deborah Villarboito pag.21 di Deborah Villarboito pag.20 Sport Patrick e il Baseball: Sognando il diamante più prio Dall’Inghilterra ecco la Magna Carta in mostra per gli 800 anni del Sant’Andrea vercellese Alberto Guidoni: “Lo sbarco ci ha resi ciò che siamo” di Deborah Villarboito pag.5 Guarda che luna! I ragzi del ‘69 raccontano L’allunaggio pag.6-7 Nel mondo della fantasia si sa, i mostri, gli orchi , le streghe esistono e sono cattivi. Quando la realtà supera la fantasia però fa male, soprattutto quando i bambini sono protagonisti. A Bibbiano (Reggio Emilia) gli orchi e le streghe, hanno aperto una voragine da cui, speria- mo, possano uscirne, in qualche modo i bambini che ne sono stati inghiottiti.

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L’Editoriale

Iter giudiziario ancora in corso. La psicologa: “Per un bimbo l’allontanamento dalla famiglia è sempre un trauma”

Le testimonianze degli abitanti del posto: “Noi, alla ribalta per una vicenda abominevole”

un universo di notizieSMOCil O

www.il-cosmo.com

EventiFilm, mostre ed eventi danon perdere!

continua 2

di Michela Trada

n°LXXI 18/07/2019

Editore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Vercelli

BIBBIANO, UN PAESE DISTRUTTO DAGLI ORCHI: PARLANO I CITTADINI

L’immortalità dell’ArteSiamo cresciuti con la convinzione che, per essere immortali, fossero necessari dei poteri paranorma-li in grado di farci camminare sui soffitti come i ragni o di render-ci velocissimi, persino più della luce. L’immortalità, però, non si acquisisce grazie alla provenienza extraterrestre (sul pianeta Kryp-ton Kalel altro non era se non un ragazzo come tutti gli altri) e non è nemmeno una dote inesistente e degna di essere celebrata solo in un fumetto della MARVEL. A ren-derci immortali è l’Arte. Ecco per-ché Andrea Camilleri non è morto e mai lo sarà; il commissario Mon-talbano vivrà per sempre così come le sue idee che tanto hanno fatto discutere anche quando, franca-mente, ci sarebbe solo da serbare un decoroso silenzio. Uno scritto-re non lascia questa Terra perché ogni volta che apriamo una pagina di un suo libro si materializza in esso. E’ questa la magia dell’Arte; una magia andata in scena pochi giorni fa in Grecia quando è stata scoperta la più antica incisione su materia dura dell’Odissea (i papi-ri, infatti, rimangono il primo rife-rimento temporale per eccellenza del poema omerico). Vicino ai resti del tempio di Zeus ad Olimpia, è stata rinvenuta una tavoletta d’ar-gilla con tredici versi della celebre narrazione; sulla stessa si legge

proprio il ritorno a casa del sag-gio Ulisse dopo la guerra di Troia raccontata nell’Iliade. L’estratto è preso dal quattordicesimo dei 24 libri dell’Odissea ed è stato rinvenuto dopo tre anni di scavi. Chi scrive, dunque, ha una gran-de responsabilità: tramandare ai posteri estratti di questa nostra breve esistenza. Per questo mo-tivo le parole hanno un enorme potere e non possono essere usa-te a caso; per questo motivo, nel-la democraticità del web, è bene riconoscere quelli che sono i co-siddetti contenuti spazzatura e segnalarli. I nostri cervelli hanno sete di sapere, si devono nutrire della linfa che ha spinto decine e decine di aedi a identificarsi col nome di Omero per tramandare narrazioni fantastiche ed in gra-do di ispirare guerrieri e non solo. Scrivere non è per tutti, non è da tutti; leggere, invece, sì: è proprio per tutti. Chissà che non venga il desiderio a molti, in questi gior-ni, di recarsi in una libreria e farsi catturare da un libro di Camilleri sentendo echeggiare gli insegna-menti del Maestro.

AttualitàLa corsa allo spazio

non è mai finita Un’armata spaziale per

Macron e Trump di Federica Pirola pag.4

\

Sesso col barista? Bevi gratis

Sabrina Falanga pag.14

SportLa vita attraverso

lo spirito di Alessia: arrampicata e libertà

di Deborah Villarboito pag.21

di Deborah Villarboito pag.20

SportPatrick e il Baseball:

Sognando il diamante più prezioso

Dall’Inghilterra ecco la Magna Carta in mostra per gli 800 anni del Sant’Andrea vercellese

Alberto Guidoni: “Lo sbarco ci ha resi ciò che siamo”

di Deborah Villarboito pag.5

Guarda che luna! I ragazzi del ‘69 raccontano

L’allunaggiopag.6-7

Nel mondo della fantasia si sa, i mostri, gli orchi , le streghe esistono e sono cattivi. Quando la realtà supera la fantasia però fa male, soprattutto quando i bambini sono protagonisti. A Bibbiano (Reggio Emilia) gli orchi e le streghe, hanno aperto una voragine da cui, speria-mo, possano uscirne, in qualche modo i bambini che ne sono stati inghiottiti.

Page 2: lanka20ANSA1.jpg ele:///C:/Users/Proprie- …...A ren-derci immortali è l’Arte. Ecco per-ché Andrea Camilleri non è morto e mai lo sarà; il commissario Mon- talbano vivrà per

Chi scrive questo articolo non è solita parlare in prima persona. Anzi, è una cosa che aborra. Chi scrive questo articolo è però una ragazza nata e cresciuta tra Bibbiano e Cavriago, due paesini nella provincia di Reggio Emilia divenuti a loro malgrado protagonisti di una delle pa-gine più nere della cronaca recente. Già, perché fino al primo luglio di quest’anno dell’esistenza di questi due paesi in pochi ne erano a conoscenza; se la cavava forse meglio Cavriago, vuoi perché terra di nascita di Oriet-ta Berti, o perché è l’unico posto in Italia con un busto dedicato a Lenin. Ma di Bibbiano si poteva dire tutto, meno che fosse una meta nota o blasonata. Eppure que-sto comune a 17 km a sud-ovest da Reggio Emilia di vanti da sfoggiare ne avrebbe anche parecchi: è la culla del Parmigiano Reggiano (furono i monaci del mona-stero benedettino di Corniano a scoprirne nel XII seco-lo la “ricetta”), terra di eroi e partigiani come i Fratelli Corradini e Don Pasquino Borghi Albertario. Un’unio-ne di sacro e profano, di cibo e senso civico da sempre condivisa con la provincia che lo accoglie: Reggio Emi-lia. Un punto di passaggio, che solo in tempi recenti, con fatica e iniziative create ad hoc, sta raccogliendo i frutti di un inaugurale sviluppo turistico. Reggio Emi-lia, come Bibbiano, ha bisogno di un sintagma, di un complemento di specificazione che la accompagni per essere riconosciuta. È la terra di Don Camillo e Peppo-ne, del gnocco fritto, dell’erbazzone, dei Fratelli Cervi, di Luciano Ligabue e di Zucchero. Ma da quei maledetti primi giorni di luglio del 2019 Bibbiano è divenuta la terra dello scandalo, dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, di ricordi inventati e minori strappati con l’inganno alle proprie famiglie. Uno tsunami improvviso, inaspettato che ha colpito e lasciati inermi i propri abitanti. Allibiti. Attoniti. Non ci sono termini migliori per de-scrivere la reazione di noi reggiani alla notizia del pol-verone che ha investito dapprima la nostra provincia e poi – come un domino impazzito – la regione Emilia-Romagna e perfino Torino. Un’ondata di sgomento che nella provincia reggiana non ha risparmiato nessuno. Giovani, adulti e anziani; uomini e donne che scuotono la testa all’unisono, incapaci di accettare la realtà e in-teriorizzare quello che è successo. «Abbiamo fatto tan-to per far partire il turismo e valorizzare i nostri punti di forza come il Teatro Valli, la Pietra di Bismantova o la Chiesa della Ghiara così da non essere più un pun-to sconosciuto sulla mappa dell’Emilia-Romagna, per poi essere marchiati a fuoco da uno scandalo del gene-re» affermano con rabbia i molti giovani raggiunti tra il centro di Reggio, Cavriago e Bibbiano. Un pensiero che non si discosta molto da quello esternato dai vecchietti arzilli che, con in testa il fedele cappello per proteggersi dal sole cuocente di luglio, frequentano il bar in piazza a Bibbiano: «un tempo eravamo la terra rossa, sinoni-mo di sacrificio, lavoro e coraggio; dicevi Reggio Emilia e pensavi subito a banchetti prelibati, a sagre di paese, feste dell’Unità, alle grandi manifestazioni dei lavora-tori, a coloro che hanno sacrificato la vita per i propri ideali, non solo in guerra, ma anche in tempi recenti, si pensi alla Strage di Reggio del ’60. Adesso dici Reggio, o peggio ancora Bibbiano, e la gente ci associa a questo scandalo ignobile».Se tra via G.B. Venturi, il teatro Metropolis e il campo sportivo, le reazioni sono pressoché analoghe, perché figlie di un attaccamento alla propria città, a quel grem-bo materno che ci ha cresciuto, alimentato, plasmato, dall’altro le riflessioni maturate a posteriori si dividono in un bivio di pensieri. E così ci sono i bibbianesi incre-duli, incapaci di accettare il coinvolgimento del proprio paese in questa giostra di violenze e ingiustizie; sono cittadini che urlano a gran voce l’estraneità del sinda-co Andrea Carletti in questo mercato dell’orrore. Sono giovani e adulti che, pur concordando sul fatto che una cosa del genere non doveva accadere, Carletti lo co-noscono e per questo sono pronti a mettere la mano sul fuoco circa la sua innocenza. Dall’altro lato c’è chi, però, non lascia spazio al perdono e a suon di minacce e commenti lapidari lasciati su Facebook o trasportati dal vento caldo d’estate, chiede con tono perentorio la

Anna Oliverio Ferraris è una dei massimi esperti in psicologia dello sviluppo e di tematiche lega-te agli adolescenti. Oltre ad essere un’autorevole docente all’Università di Roma, è stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale di Bioetica. Affronta da sempre i temi dello sviluppo normale e patologico, dell’educa-zione, della famiglia, della scuola, della forma-zione, della comunicazione in contesti diversi, del rapporto con tv e nuovi media, delle dina-miche identitarie nella società contemporanea. Dirige, inoltre, la rivista degli psicologi italiani “Psicologia Contemporanea”. In questi giorni ha pubblicato ‘Tutti per uno’ con Salani, in cui disegna uno spaccato degli adolescenti a rischio di oggi. Le abbiamo chiesto che cosa succede ai bambini che vengono allontanati dalle proprie famiglie.

Che cosa significa per un bambino essere allon-tanato dalla propria famiglia?Generalmente è un trauma, anche se il bam-bino è stato maltrattato, perchè in famiglia ci sono i legami più forti: non solo i genitori ma anche fratelli e sorelle. Il bambino viene anche allontanato dalla casa in cui è vissuto sino a quel

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Attualità Orchi, travestiti da persone, che hanno in-dotto i piccoli a ricordare abusi mai subi-ti o a “fare un funerale a papà”, quelli che avrebbero cercato in ogni modo di recidere i legami affettivi fra piccoli e genitori, che avrebbero allontanato dalle famiglie bam-bini abusando dei loro incarichi. E alcuni degli indagati avevano subito maltratta-menti e traumi nella loro infanzia. Una di queste persone risulta aver ricordato uno stupro di gruppo subito durante l’infanzia, oltre ad aver avuto un passato di dipenden-za da alcool. Per uno dei nomi coinvolti si fa riferimento alla gestione di una situa-zione in cui il figlio minorenne ha subito molestie, verosimilmente di tipo sessuale, in ambito scolastico. Oltre che ad altri tipi di situazioni, queste persone non avrebbe-ro dovuto avere questo tipo di ruolo, se ci fosse più controllo in certe professioni, a maggior ragione se si ha a che fare con i bambini.Gli inquirenti concludono dicendo che “ Tali esperienze pregresse rendono assai dif-ficile ipotizzare che possano aver accettato, quale conseguenza del proprio comporta-mento, che ai minori loro affidati fosse ar-

recato danno o si ingegnassero addirittu-ra malattie psichiche, visti i propri intimi personali trascorsi. E’ piuttosto ragionevo-le considerare come le motivazioni proma-nanti dal proprio vissuto personale e dalla propria storia familiare, li abbiano condi-zionati rendendoli arrendevoli al pregiudi-zio sul considerare aprioristicamente sus-sistenti abusi sospettati su ogni minore. Da questo è scaturito il fatto di essere estrema-mente zelanti nella ricerca incessante della dimostrazione della ipotesi preconizzata, fino a voler alterare coscientemente la for-mazione del convincimento giudiziario”.L’ultimo aggiornamento sulla vicenda, è la denuncia di un altro affidamento illecito, di due fratellini di due e cinque anni strappati ai genitori, da un giorno all’altro senza mo-tivo specifico, affidati per un anno ad una famiglia, e poi, quando avevano ormai svi-luppato vincoli di affetto con gli affidatari, tolti anche da questi ( con l’accusa di abusi sessuali) per essere collocati in una struttu-ra a 80 chilometri da casa. Questa vicenda si è conclusa dopo quasi quattro anni, dove i fratellini, su ordine del Tribunale dei Mi-nori, ha riaffidato ai genitori i bambini, che

da esame non ha ravvisato in loro fragilità tali per l’allontanamento.Ad ora il tribunale di Reggio sta ripren-dendo, uno a uno, i casi di affido avvenu-ti nel distretto di Reggio Emilia. E’ stata quindi fissata un’udienza per disporre una consulenza tecnica d’ufficio: all’esperto si chiederà una valutazione psicofisica sulla condizione dei minorenni, ascoltandoli, giudicando la capacità genitoriale di padre e madre e la relazione tra figlio e genitori e, nel caso, se esistono i presupposti per un rientro in famiglia.

Anche il vice premier Matteo Salvini, ha commentato tramite i social un servizio d’inchiesta trasmesso in televisione. “ Ma-nipolare e cancellare i ricordi dei bimbi, falsificare i loro disegni, inventarsi abusi sessuali, strapparli dalle loro famiglie. Tut-to questo per alimentare un business da milioni di euro... Che schifo”, e aggiunge “ Da papà prima che da ministro, riforma del diritto di famiglia e inchiesta sulle case famiglia, ora più che mai”.

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Attualità

di Deborah Villarboito

testa del loro primo cittadino. Reggio Emilia la dicotomia ce l’ha nell’anima, così come nel proprio toponimo. Una città che ha bisogno di due lemmi per identificarsi, è normale che viva di due ani-me perennemente in opposizione. E così, come fu sul-lo schermo con i democristiani e i comunisti di “Don Camillo e Peppone”, ancora una volta il piccolo mondo di Reggio Emilia e provincia si divide. Innocentisti e colpevolisti: due lati di una stessa medaglia uniti dallo stupore e dalla paura che il proprio paese venga ridotto a una barzelletta. Un’immagine della propria terra ne-fasta e distante da quella che per anni gli stessi abitanti hanno tramandato e costruito, pezzetto dopo pezzetto.«Da cittadina di Bibbiano vedo Bibbiano dappertutto» mi racconta una mia compaesana, «ed è un’immagine di un paese completamente diverso da quello che ho conosciuto e che sento mio; fin quando eventi del ge-nere accadono altrove, per quanto possa dispiacertene, finisci per affrontarli con un certo distacco, conscia e sicura del fatto che nel tuo paese cose del genere non accadranno mai; poi ecco che la realtà ti colpisce e una rabbia ti pervade, incapace di accettare che tutto ciò stia accadendo nel tuo comune, nella tua terra, nel tuo mondo». Triste, dispiaciuta, ma soprattutto in perenne attesa. La tensione entra nelle case, e ogni paese è in allerta, nel timore che il marcio venga ritrovato anche lì, dove mai pensavi potesse esserci. Spaesati e senza più punti di riferimento, gli abitanti non sanno più a chi credere, o dove guardare per ritrovare un barlume

di speranza e sicurezza. Solo pochi mesi, fa nel 2018, un altro scandalo aveva colpito il paese vicino di Montec-chio Emilia. In quella occasione a essere finita al cen-tro dello scandalo è stato il comandante della polizia municipale della Unione dei Comuni della val d’Enza, Cristina Caggiati, sospesa dal servizio per sei mesi per abuso di ufficio. Quando chi giura di proteggerti e rap-presentarti ti volta le spalle, marchiando per sempre il tuo paese, è normale sentirsi disorientato, senza busso-la, perso. Non sai più a chi credere; non sai più distin-guere il vero dal falso, mentre il tuo piccolo mondo cade nel baratro finendo per diventare lo zimbello dei media.La gogna mediatica se da un lato ha puntato il dito ver-so chi, nelle vesti di colpevole e mandante, è chiamato a pagare per le proprie colpe, dall’altra ha mandato un in-tero paese allo sbando, ridicolizzandolo. Social e media hanno cioè trasformato Bibbiano in una zona di mostri, nemesi di se stessa e del ricordo che di lei riserbiamo. Un universo speculare di quello reale, un mondo usci-to dal “sotto-sopra” televisivo o, se vogliamo, dai nostri incubi più repressi. Una piazza in cui inscenare teatrini e campagne politiche o auto-promozionali, scordandosi spesso del perché il paese è finito sulle pagine di crona-

momento per lui carica di significati, di oggetti e spazi a cui è affezionato. Può comprendere il motivo dell’allontamento ma può anche pensare di essere stato allontanato dalla famiglia e dalla casa perchè lui si è comportato male (per esem-pio facendo arrabbiare papà, facendo la spia, sbagliando qualcosa nel colloquio con lo psico-logo) o perchè non ha saputo difendere un suo congiunto. Naturalmente ciò non significa che debba essere lasciato in balìa di persone violen-te, abusanti, alcolizzate o altro. Se l’allontana-mento è indispensabile va fatto con sensibilità e delicatezza, cercando di mettersi nella pelle del bambino.

Quando è effettivamente necessario allontanare i bambini dalla loro famiglia?Quando i genitori sono irresponsabili, li mal-trattano, li spaventano, li picchiano o li tra-scurano. Anche la trascuratezza è una forma di abuso. Oppure un genitore maltratta o picchia l’altro genitore sotto gli occhi dei figli. Alcuni ge-nitori possono anche drogarsi in loro presenza o non mandarli a scuola. Insomma, quando l’am-biente familiare è “tossico” i bambini crescono ansiosi, insicuri ed esposti a modelli sbagliati. L’affido temporaneo (qualche mese, un anno...) a una famiglia può sostenere il minore in un pe-riodo di crisi. Generalmente però i rapporti con la famiglia d’origine non vengono mai interrotti: ci sono scambi, telefonate, il bambino può tor-nare in famiglia nel fine settimana ecc ecc. C’è anche un tipo di affido “leggero” che consiste nel seguire il figlio di una famiglia in difficoltà - ma-gari dal punto di vista economico, ma non solo - durante il giorno (lo si prende a scuola, gli si dà il pranzo, lo si fa giocare e fare i compiti) ma alla sera torna a casa sua. Nel frattempo i servizi sociali seguono la famiglia naturale, cercando di migliorare i rapporti all’interno del nucleo fami-liare.

Quali possono essere i disturbi che possono ma-nifestarsi in età adulta dopo un allontanamento repentino del bambino dalla propria famiglia?Insicurezza. Maggiore sensibilità agli stress. Ansia. Difficoltà relazionali. A volte violenza come bisogno di rivalsa. Ma possono poi entrare

ca e finendo così per ingigantire la vicenda con storie rivelatesi false. Ora che i contorni dell’inchiesta si stan-no chiarendo si sono infatti capite meglio alcune cose: non vi sono stati casi di elettroshock, per esempio; il sindaco di Bibbiano non aveva avuto niente a che fare con i presunti abusi e gran parte delle intercettazioni riportate dai giornali arrivano da situazioni delicate che richiedono molta attenzione per essere capite e conte-stualizzate. Vi sono perfino casi di video fatti circolare in rete totalmente estranei a queste vicende – si pensi a quello del bambino strappato al padre in Sardegna – e comunque spacciati come testimonianze dirette dei casi al centro dell’inchiesta “Angeli e Demoni”. Un’esacer-bazione mediatica che sta dilaniando il paese e gettata con incuranza sugli abitanti brucianti di rabbia. Bibbiano, Cavriago, Montecchio, prima ancora che covi di colpevoli, sono luoghi abitati da esseri umani e se tra questi esseri umani vi sono effettivamente dei criminali è giusto che paghino; ma l’orrore, quello non è a nome nostro. Non è a nome dei bibbianesi, dei cavriaghesi, o dei reggiani in generale. Ciò che colpisce, che fa male, che fa salire la rabbia non è il coinvolgimento o meno del sindaco come complice; lui, come ricorda una gio-vane concittadina, “è un essere umano”. Ciò che fa male è assistere a questo continuo indicare Bibbiano come un covo di streghe e demoni, una zona da esorcizzare e da tramutare in una barzelletta da deridere. L’interven-to dell’esorcista padre David, l’acqua benedetta lanciata sulle scale del municipio, le strade cosparse con il sale

di Cervia (quando il sale a Bibbiano viene spalato sol-tanto durante le nevicate invernali) sono lame fenden-ti che colpiscono il cuore del paese e dei suoi abitanti. Abitare a Bibbiano è come abitare in una bolla di vetro. Scossa continuamente, attende che tutto ritorni al suo status quo, mentre la giustizia fa il suo corso e l’impatto mediatico scemi pian piano.

in gioco fattori benefici legati alle esperienze di vita e alla resilienza personale.

È possibile ricostruire un rapporto tra famiglie e bambini allontanati dopo la separazione?Dipende da quanto è durata la separazione, dal temperamento del bambino, dalla sua capaci-tà di ripresa. In genere più è lunga la separa-zione più è laborioso il ricongiungimento. Se il bambino si è sentito abbandonato e ritiene i suoi genitori responsabili della separazione può chiudersi a riccio e rifiutare i contatti. Bisogna allora che qualcuno lo aiuti in questo processo di ricongiungimento con sensibilità e compren-sione.

Un commento sulla vicenda di Bibbione.C’è un’inchiesta in corso e quindi non disponia-mo di tutti gli elementi necessari per poter dare un giudizio definitivo. Comunque se fossero vere le circostanze di cui si legge, ci sarebbero stati una serie di abusi da parte di operatori pri-vi di etica professionale, incompetenti (la cosid-detta “macchina dei ricordi” non ha alcuna base scientifica), scorretti nel condurre i colloqui, insensibili nei confronti dei bambini e dei loro familiari in difficoltà, precipitosi nel dare i mi-nori in affido o in adozione quando invece pro-babilmente molti di loro potevano essere aiutati a casa loro o con affidi brevi. Sarebbe anche ve-nuto meno un controllo da parte di una com-missione competente super partes, necessaria in un lavoro così delicato.

Anna Oliverio Ferraris: “L’allontanamento dalle famiglie è in ogni caso un trauma”

Nel nome di BibbianoReazioni e punti di vista di chi abita nell’occhio del ciclone

di Valeria Arciuolo

di Elisa Torsiello

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Chiosa la deputata azzurra: “La legge farà il suo corso, ma la politica non deve permettere che queste figure abbiano ancora potere. E soprattutto chi fino ad ora ha taciuto deve rompere questo muro di silenzio e collaborare. Mi auguro che tutte le forze politiche in Parlamento convergano verso l’istituzione di questa commissione d’inchiesta e, parallela-mente, approvino la proposta di legge presentata dalla pre-sidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia Licia Ronzulli”.

sulla terra dunque si rispecchia nello spazio, dove Pe-chino non esita a mostrare un atto di forza, allunando sul lato più remoto della Luna, a Gennaio. L’uomo non cambia e, come nella corsa allo spazio del ‘69, anche adesso le potenze non vogliono restare in-dietro e tra azioni di spionaggio, investimenti e lavoro ognuno cerca di conquistarsi il primato del tempo ( sia esso tecnologico, cibernetico o spaziale.). Vedremo come andrà la gara e chi si aggiudicherà la medaglia d’oro.

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Attualità Bibbiano, la deputata Benedetta Fiorini: “Che più nessuno osi lucrare sulla pelle dei bambini”

La corsa allo spazio non è mai finita - Un’armata spaziale per Macron e Trump

di Alessandro Pignatelli

di Federica Pirola di Deborah VIllarboito

I fatti di Bibbiano (provincia di Reggio Emilia), i bambini strappati alle famiglie d’origine e affidati ad altre con prete-sti che ora si scopre essere stati tali. Un vero e proprio vaso di pandora che si è rotto. Benedetta Fiorini, deputata di For-za Italia di Reggio Emilia, è naturalmente molto toccata da ciò che è successo e che è racchiuso nell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’.

“Mi chiedo come sia stato possibile che siano avvenuti fatti così gravi e che siano emersi solo ora. La risposta che mi do è che a oggi non esiste un sistema di controlli. Secondo quanto sta emergendo dalle indagini della Procura di Reggio, po-litici locali, medici, liberi professionisti, assistenti sociali avrebbero messo in piedi un sistema criminale per lucrare centinaia di migliaia di euro, strappando illecitamente i mi-nori dalle loro famiglie per affidarli a strutture e persone che, in alcuni casi, non avevano neppure i requisiti per l’affido”. Bambini vittime: “Hanno subito due danni di una gravità inaudita: non solo sono stati allontanati ingiustamente dalle loro famiglie, ma sarebbero stati plagiati psicologicamente con mezzi inauditi e addirittura affidati a chi non era in gra-do di occuparsene. In un paio di casi ci sarebbero stati anche degli abusi sessuali sui bambini affidati. Siamo davanti a un sistema raccapricciante che per fortuna gli inquirenti hanno fatto venire alla luce”.

Forza Italia è stata in prima linea per chiedere la costitu-zione di una Commissione d’inchiesta: “Ci battiamo da anni per la difesa dei più deboli, io personalmente mi sono mossa subito per chiedere l’istituzione di una commissione parla-mentare di inchiesta sull’affidamento di minori a comuni-tà e istituti. Come recita l’articolo 82 della Costituzione, la Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giu-diziaria. Ovviamente, però, non si sostituisce alla stessa che anzi va ringraziata, insieme ai Carabinieri, per aver svelato il sistema di presunti affidi illeciti nella Val d’Enza”.

Cosa dobbiamo aspettarci ora? Risultati subito o anni di in-dagini? “Se il percorso sarà breve o lungo dipenderà dalla volontà delle forze politiche presenti in Parlamento. Noi ab-biamo chiesto di attivarla immediatamente, ma al contempo dobbiamo subito procedere a una riforma complessiva del

Sono tutti ai posti di blocco. C’è tensione nell’aria. Fi-nalmente inizia la gara e sembra che abbia la meglio l’atleta russo, ma poi ecco il sorpasso meraviglioso da parte del corridore americano. Vittoria agli Stati Uni-ti! La bandiera a stelle e strisce rappresenta la con-quista. Ecco, io la “corsa allo spazio” me la immagino più o meno così. Siamo ormai a pochi giorni dal cinquantesimo anno dall’allunaggio di Armostrong e Aldrin. 21 luglio 1969, data storica per gli Stati Uniti, che finalmente riusci-rono a portare per primi l’uomo sulla luna. Una mos-sa vincente e silenziosa negli anni della guerra fredda. Un segnale per il nemico russo, che, poco prima, ave-va lanciato per il cielo lo Sputnik 1. “Nessun progetto spaziale di questo periodo sarà più impressionante per il genere umano, o più importante per l’esplorazione spaziale a lungo raggio; e nessuno sarà così difficile e dispendioso da compiere.” Erano le parole di Kennedy a tal proposito. Così, la guerra si combatteva anche nello spazio. Alla luce di ciò, il recente annuncio di Macron che la Fran-cia punta alla creazione di unità militari spaziali sem-bra un déjà vu. E invece è proprio così, anche oggi, 50 anni dopo, le superpotenze si sfidano nello spazio.

A dare l’impulso alla nuova strategia francese era sta-ta la prima ministra della Difesa Florence Parly, che, già a settembre del 2018, aveva evidenziato l’esigenza di una più capace difesa dei sistemi di telecomunica-zioni in orbita. L’obiettivo, spiega Macron, sarà quello di “assicurare lo sviluppo e il rafforzamento delle no-stre capacità spaziali” e di rafforzare la “nostra cono-scenza della situazione spaziale” così da “proteggere meglio i nostri satelliti”.Prima di Macron però, ci aveva pensato già un omet-to biondo e piuttosto conosciuto: Donald Trump. A febbraio, il presidente degli Stati Uniti firmò la Space Policy Directive 4: documento che traccia le linee gui-da per la costituzione di una forza dedicata allo spazio alle dipendenze della US Air Force. In entrambi i casi, sia Francia che Stati Uniti sem-brano non badare a spese ( i primi infatti non hanno ancora idee chiare sulle cifre, i secondi stanzieranno circa 13 miliardi di dollari.).Insomma, come sempre, la storia ritorna. Il progetto di Trump è stato voluto per non perdere la sfida con

sistema degli affidi e delle case-famiglia. Sono due facce del-la stessa medaglia: la Commissione deve indagare su ciò che non ha funzionato e non funziona nel sistema degli affidi e delle case famiglie, in Val d’Enza in particolare, ma non solo; allo stesso tempo, tutto il Parlamento deve procedere a cam-biare la normativa vigente che non è efficace ma che anzi in molti casi penalizza proprio i minori”.

Dice Benedetta Fiorini: “L’elemento più drammatico è che nessuno mai potrà risarcire moralmente e psicologicamen-te quei bambini che hanno subito violenze, abusi, inganni e che sono stati sottratti ingiustamente alle loro famiglie. Così come niente e nessuno potrà risarcire il dolore provato dai loro genitori. Oggi però la politica e le istituzioni devo-no prendersi cura di questi bambini vittime per cercare per quello che è possibile di restituire a loro e alle loro famiglie un poco della serenità che gli è stata portata via. La politica poi, ancora di più, è chiamata adesso ad agire e deve farlo subito, non deve perdere tempo, migliorando le leggi attuali e prevedendo controlli capillari, pene severe per chi le viola perché non è tollerabile che qualcuno lucri sulla pelle dei bambini”.

Potrebbe, questo scandalo, far prendere sotto gamba i rea-li casi di pedofilia? “Sono problemi reali e gravissimi per i quali l’attenzione deve essere sempre massima. Ogni caso, soprattutto quando ci sono in mezzo i bambini, va analizzato e studiato nei minimi dettagli, perché i bambini sono le figu-re più indifese della società. Serve quindi alzare il livello di attenzione anche di tutti i media e di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni poiché non deve mai esserci omertà da nessuna parte. I bambini sono il nostro bene più prezioso e vanno difesi sempre. Nessuno deve permettersi di toccarli mai”.

I casi reali possono essere di più di quelli finora emersi? “Mi auguro di no, ma purtroppo, stando a ciò che sta emergendo dall’inchiesta Angeli e Demoni, tutto ci porta a credere di essere soltanto davanti alla punta di un iceberg. A maggior ragione quando si legge che nell’inchiesta reggiana ci sono nomi già presenti nei terribili fatti dei bambini della bassa modenese sottratti alle loro famiglie 20 anni fa”.

Russia e Cina in quello che è considerato il campo di battaglia del futuro. La “Space Force” dovrebbe infatti diventare a tutti gli effetti la sesta branca delle for-ze armate statunitensi. Dunque, in questa corsa allo spazio 2.0, gli Stati Uniti potrebbero essere un papa-bile competitor per il giovane Macron, che, però, non ha parlato espressamente di nemici da combattere, ma di “nuove zone di confronto” , che sono il “cyber- spazio e lo spazio eso-atmosferico”. Qualunque sia l’etichetta che si voglia dare, lo spazio, dopo terra, acqua e aria, è considerato da diversi Pa-resi il quarto dei campi di battaglia. Un territorio de-licato dunque, dove si giocano gli equilibri tra le forze. Per questo, molti paesi stanno investendo parte della loro attenzione nello spazio. Ad oggi il 65 per cento dei satelliti in orbita appartiene a Paesi membri del Patto Atlantico. Nel futuro però la Cina ha già pro-grammato una massiccia colonizzazione dell’orbita terrestre per migliorare i sistemi di telecomunicazio-ni e la velocità di trasmissione dati. Ciò che avviene

Attualità

Umberto Guidoni è uno degli alfie-ri dell’Italia pionieristica. Due missio-ni spaziali sulle navette “Columbia” (1996) ed “Endeavour” (2001), il primo europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale, il terzo astronauta ita-liano in ordine cronologico. Non ha in-certezze quando si parla si sbarco sulla Luna: «Non credo proprio che ci siano dubbi in proposito, sia per le immagini che abbiamo visto in diretta 50 anni fa, quelle che c’erano e che fanno parte del repertorio della storia e delle avventu-re spaziali, sia per la testimonianza dei protagonisti che ci sono andati. Ci sono tonnellate di documenti ufficiali. Ai tempi delle missioni lunari, intorno agli anni ‘67-’68, più di 400mila persone la-voravano al progetto Apollo. È davvero improbabile che tutti quanti facessero parte di un complotto. Credo che adesso che torneremo sulla Luna, nei prossimi 4-5 anni, avremo modo di dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, di quello che è rimasto sulla Luna, gli esperimenti che sono stati portati dall’Apollo, i resti dei veicoli atterrati, persino le tracce delle passeggiate che i 12 uomini che hanno camminato sul suolo lunare hanno la-sciato».

Ci si chiede dunque perchè non ci siano mai stati altri tentativi: «Non si è tornati sulla Luna perchè era difficile in quegli anni. Quelle imprese erano fortemente legate alla gara che era stata ingaggiata tra russi e americani per il predominio tecnologico nello spazio. I russi aveva-no battuto gli americano in quasi tutte le prime fasi: dal primo satellite, al pri-mo uomo, alla prima donna e così via. Il presidente Kennedy nel ‘61, quando ancora nessun americano aveva vola-to nello spazio, annunciò questa sfida: “Noi andremo sulla Luna per primi”. Quindi sulla spinta di questa decisio-ne, poi fu lanciato il programma Apollo, molto costoso per il tempo, soprattut-to con tecnologie appena sufficienti per raggiungere lo scopo. Quindi una volta arrivati, vinta la battaglia, non avrebbe avuto senso continuare, sia perchè i ri-schi erano davvero tanti, i tenici della Nasa davano come percentuale di suc-

cesso il 50% per il primo allunaggio, sia per i costi che erano assolutamente enormi per il tempo e non potevano es-sere sostenuti a lungo».

Inoltre, continua Guidoni: «Non si è tornati perchè le probabilità erano altre e gli investimenti nello spazio sempre minori. Negli anni del progetto Apollo il finanziamento alla Nasa era circa il 5% dell’intero prodotto nazionale degli Sta-ti Uniti. Oggi è un decimo, meno dello 0,5%. non ci sono le risorse per poterlo fare e soprattutto non è tra le priorità. La priorità era vincere la gara, non tanto stabilire una base sulla Luna. Nei prossi-mi anni invece le cose cambieranno per-chè le priorità sono cambiate di nuovo, Trump ha dato alla Nasa un’indicazio-ne molto chiara: “Bisogna tornare sulla Luna entro cinque anni”. Quindi entro probabilmente il 2024 rivedremo uomi-ni e donne rimettere il piede sul suolo lunare. La Cina ha anche dimostrato la sua tecnologia e la sua capacità di poter atterrare autonomamente sulla Luna, anche se al momento non con gli esseri umani, ma sarà così in futuro. Addirit-tura anche i privati non nascondono l’o-biettivo di andare sulla Luna per trova-re risorse importanti dal punto di vista dei minerali e anche per il turismo. Ci sono oggi delle ragioni per tornare sulla Luna, anche se io immagino sempre che sia solo un punto di passaggio, perchè l’obiettivo vero è Marte che però è un pochino più lontano».

Sicuramente un piccolo passo per l’uo-mo, ma un grande passo avanti per l’u-manità: «Lo sbarco sulla Luna è stato un obiettivo che per molti secoli gli uomini

hanno sognato nella letteratura, nella fi-losofia e che poi si è materializzata gra-zie alle tecnologie, anche se insufficienti degli anni ‘60. quando gli uomini sono sbarcati sulla Luna, la Terra si è ferma-ta a guardare. Più di un miliardo di per-sone ha assistito in diretta allo sbarco e devo dire che forse è stato il primo even-to trasmesso a livello planetario insom-ma, anche perchè le tecnologie spaziali avevano permesso di mettere in orbita i primi satelliti per telecomunicazioni. Quindi è stato davvero l’inizio di un’era che per noi è normale, ma che in quel tempo non lo era. Fu la prima volta che la Rai trasmise per 20 ore di continuo una trasmissione no stop. Oggi siamo abituati a questo. Credo che sia davve-ro cambiata la storia, un evento che ha segnato un cambiamento epocale. Se-condo me, il valore vero, è quello di dire che l’uomo continua l’esplorazione che ha cominciato migliaia di anni fa e che l’hanno portato ad essere la civiltà che conosciamo. Senza l’esplorazione, senza la voglia di vedere che cosa c’è oltre pro-babilmente non saremmo in grado oggi di avere tutte le tecnologie che conoscia-mo. Lo spazio ci aiuterà anche in futu-ro. L’esplorazione della Luna, di Marte, sarà un po’ l’equivalente di migrazioni che ci sono state nei secoli precedenti. Le prossime generazioni saranno esplo-ratori che porteranno avanti questo so-gno dell’umanità».

Guidoni: “Lo sbarco sulla Luna ci ha portato ad essere la civiltà che siamo”

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Attualità

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Attualità

di Alessandro Pignatellidi Alessandro Pignatelli

di Valeria Arciuolodi Alessandro Pignatelli

L’allunaggio si può fare anche sul-la Terra. Più esattamente nella cit-tà islandese di Husavik, che si trova sulla Skjalfandi, la Baia dei Tremori a causa di tanti movimenti sismici di questo paesino di 2 mila abitanti. Un paesino che sale prepotentemente alla ribalta in questo periodo perché qui gli astronauti dell’Apollo 11 si eserci-tarono prima di sbarcare per la prima volta proprio sulla Luna. Tra loro an-che Neil Armstrong. Cinquanta anni dopo, Husavik si prepara ad accoglie-re turisti e curiosi per il 20 luglio, data in cui l’uomo fece il primo passo sul suo satellite.

Quel giorno che l’uomo sbarcò sul-la Luna, l’emozione fu tanta. A di-stanza di 50 anni, chi c’era ricorda tutto come se fosse ieri. Luigina Di Agostino, all’epoca 24enne, dice: “Come non ricordare? Impossibi-le. Vidi la telecronaca di Tito Sta-gno, tutta la trasmissione, da casa di mia zia. C’era anche il mio nipo-tino, che era piccolo”. I complotti-sti, secondo i quali nessun uomo in realtà è mai stato sulla Luna, vengono liquidati così: “Accad-de una cosa quasi incredibile, chi potrebbe mai aver messo in scena qualcosa di simile?”.

La luna, dai tempi dei tempi, ha sem-pre affascinato tutti. Quella che è stata fantasia, a un certo punto divenne re-altà. E quel punto era il 20 luglio 1969. Dove Neil Armstrong, insieme alla sua squadra, avrebbe compiuto passo che nessun uomo aveva fatto prima di lui. Tante le teorie a riguardo, complotti-ste o meno, fatto sta che nella fase di atterraggio, non tutti sanno che dopo cinque minuti dall’inizio della discesa sulla Luna il computer di navigazione dell’Apollo 11 iniziò a dare una serie di allarmi, indicando che il computer di guida rischiava l’overflow. Dalla zona di controllo di Houston, l’ingegnere che si occupava della manutenzione dell’Eagle, il modulo per l’allunaggio, decise di procedere con la discesa per-chè il sistema operativo era progetta-to per ignorare queste condizioni ed era un allarme a bassa priorità.

Ci sono tantissime altre curiosità ri-guardante l’ascesa sulla luna dell’uo-mo. Sugli astronauti, ad esempio, si può dire che avevano l’ordine di dor-mire, tramite l’uso di tranquillanti, prima di scendere sulla superficie lu-nare, all’interno del modulo lunare. Ma i due non dormirono e, invece di uscire alle 6.20, gli astronauti decise-

“Ricordo il clima di attesa, l’euforia, la curiosità. Tutti a domandarci: che ci sarà sulla Luna?”. Carlo Proietti, 78 anni oggi, è stato uno degli spet-tatori dell’allunaggio del 1969. La sua postazione fu il bar dell’albergo del suo paese: “In estate i proprieta-ri mettevano in giardino la tv e per l’occasione c’era davvero una gran folla a guardare”. Poi, la trasmissio-ne ebbe inizio: “Tito Stagno parlava, diceva ‘hanno toccato’, ‘hanno toc-cato’ anche quando in realtà erano a pochi centimetri dal suolo lunare.

Strana la storia di Husavik. Nel mon-do è conosciuta come capitale mon-diale del whalewatching, ossia per la grande presenza di balene. Gli stessi residenti fino a poco tempo fa non sa-pevano che la loro zona, con sorgenti calde, fumarole e pozze di fango a ri-dosso di una montagna vulcanica, fos-se stata scelta a suo tempo dalla Nasa per missioni super segrete che antici-parono la vera missione del 1969. La cittadina islandese vinse una sorta di lunghissima sfida con tante altre lo-cation del pianeta in quanto l’Agenzia spaziale statunitense perlustrò in lun-go e in largo la Terra proprio a caccia di un luogo che fosse il più possibile simile alla Luna. Alla fine la scelta ri-cadde su Husavik per merito dei cra-teri di Askja, Hrossaborg e Hvera-rond, che ricordano proprio quelli che si trovano sul nostro satellite.

Non solo l’Apollo 11. Sono stati addi-rittura 32 gli astronauti che si sono al-lenati qui. Dei dodici che sono andati poi sulla Luna, nove si son fatti le ossa a Husavik. Se vi sembra strano che gli stessi abitanti non lo sapessero fino a poco fa, sappiate che la Nasa usò il massimo riserbo in un periodo in cui si faceva a gara con i sovietici a chi

A mezzo secolo di distanza, è come se l’emozione fosse la medesima di allora. Anche solo nel raccontare: “Anche nei giorni successivi non si parlava d’altro”. Si è mai chie-sta come mai dopo il grande entu-siasmo, nessuno ci sia più andato sul nostro satellite? “La domanda in questi anni me la sono posta. Forse hanno capito che non c’era niente da vedere, nulla di interes-sante. Questa è la spiegazione che mi sono data”.

Ma dopo quell’incredibile 20 lu-glio 1969, guardare la luna in cielo è stato ancora lo stesso? “A occhio nudo, ovviamente, non ho mai vi-sto differenze, lei è rimasta sem-pre uguale. E a dire il vero, per me rimane qualcosa di misterioso an-che oggi, del resto si è visto in tele-visione solo il piccolo spazio in cui sono atterrati gli astronauti”.

Le tv in bianco e nero, ogni esse-re umano in qualunque parte del mondo, sintonizzato ad attende-re che gli astronauti americani toccassero il suolo lunare. Sem-

ro di procedere con la prima attività extraveicolare alle 22 e 12 minuti. Il dottor Barry, che Houston controlla-va le condizioni di Armstrong, decise di dare l’ok e quindi i preparativi per la passeggiata lunare iniziarono in an-ticipo.Ma le storie più belle a riguardo si hanno sentendo i racconti di chi lo ha visto tramite uno schermo l’allunag-gio. Quello che da tutti mi sono sen-tita raccontare è che è stata una lun-ghissima serata trascorsa davanti alla al televisore, dal vicino di casa o al bar, perchè all’epoca il televisore era un bene di lusso, non ce n’era uno per casa. Pasquale mi racconta: “Avevo 8 anni, ricordo che giocavo per strada con i miei amichetti di allora, ero solo un bambino. A quell’età ti rendi conto di poco. Ma ricordo perfettamente che ad un tratto ci siamo arrampicati sulla finestra aperta del mio vicino e abbia-mo visto le immagini dell’allunaggio. Sembrava magia ai miei occhi”. Per chi era più grande invece c’era il bar, come per Roberto ed Alessan-dro: “Eravamo dei ragazzi, mio padre ci aveva portato al bar, non aveva-mo la televisione in casa. Era diffici-le lo facesse, ma in quella occasione ce lo aveva concesso. Secondo lui era

Finché poi non fu davvero così”.

L’Italia intera si raccolse a guarda-re e a sognare: “Tutti ad aspettare. Io feci anche degli scatti fotografici, tra questi ce n’è uno particolarmen-te significativo in cui si legge la so-vrimpressione della Rai: in diretta dalla Luna”. Scatti che poi hanno fatto parte di una mostra fotografi-ca poco tempo dopo, riproposta nel 2014: “L’impronta dell’uomo sulla luna è un’altra delle immagini che ripresi, naturalmente”.

A distanza di tanto tempo, possia-mo dire che un evento simile forse meritava qualcosa di più anche suc-cessivamente? “Probabilmente si aspettavano di trovare cose diverse. Di quel 20 luglio se ne parla solo ora perché sono passati 50 anni, altri-menti è nel dimenticatoio”. Però è bello tornare ad allora, indipenden-temente dal ‘dopo’: “Ricordo una vignetta dell’epoca: l’uomo sulla Luna, i prezzi alle stelle”. Molto ar-guta, sicuramente.

La domanda torna insistente: per-

conquistava per primo lo spazio. Oggi, però, Husavik è la capitale dei 50 anni dall’allunaggio. C’è un vero e proprio Museo dell’esplorazione, dove si tro-vano attrezzature e documenti con le procedure che gli astronauti fecero durante i loro addestramenti estivi.

Fino a settembre, sarà possibile visi-tare gli angoli più nascosti degli alto-piani scelti dall’equipaggio dell’Apol-lo 11 per addestrarsi. Infine, si potrà fare un gioco, ‘Moon Game’, una vera e propria competizione per testare le abilità da astronauta che ognuno di noi può avere dentro di sé. Magari a sua insaputa. E sentirsi un po’ Neil Armstrong. Sulla Terra, ma pensando alla Luna.

bra di vedere le scene: case, bar. Ognuno con la sua dote di emo-zione. E fuori il silenzio, in attesa che qualcosa accadesse. Da quel giorno in cui l’uomo sbarcò sulla Luna, nulla è davvero più stato lo stesso. Ne sono consapevoli colo-ro che hanno avuto la fortuna di guardare la diretta: “Emozionan-te. Misteriosa. Un conto è vedere, un altro è pensare a quel giorno”. Luigina Di Agostino riavvolge il nastro dei suoi ricordi. E questo è uno di quelli in cui ognuno si ri-corda dov’era, con chi era e cosa faceva. Un evento cosmico. Ciak, si gira per i complottisti. Ciak, si sogna per tutti gli altri.

un momento storico, a cui dovevamo partecipare. Ricordo in maniera viva lo stupore, non potevamo credere che su quella palla lassù nel cielo, l’uomo fosse riuscito a camminare”.Mariuccia, 84 anni, era una di quelle donne fortunate degli anni ‘60. Ave-va il televisore in casa e mi racconta: “ Mio marito quella sera aveva organiz-zato un una cena a casa, con gli ami-ci e parenti più stretti, ricordo anco-ra che avevo preparato l’arrosto. Mio marito aveva deciso di organizzare questa rimpatriata, perchè era impor-tante condividere con altri un bene non poi così comune. Ricordo ancora l’emozione e la commozione nel ve-dere quelle immagini. Mio marito era fiero”.

ché la Luna poi è stata lasciata là in cielo, a uso e consumo dei romanti-ci e non degli scienziati? “Ci si rese conto che c’era poco da vedere, se non l’impronta sulla sabbia. Qual-cuno disse: embè? Forse si aspetta-vano di trovare l’oro? Qualcosa di più interessante per la scienza?”.

Carlo Proietti ricorda un altro par-ticolare: “Il Papa che ricevette Armstrong e gli altri astronauti e questi che gli regalarano un fram-mento della roccia lunare. L’ho rivi-sto ai Musei Vaticani, un pezzettino della luna”. Il resto continua a farci da culla quando scende la notte.

La Luna è in IslandaI ragazzi del ‘69, Luigina Di Agostino: “La Luna per me resta comunque misteriosa”

Guarda che luna! La storia dell’allunaggio visto dalle persone normaliI ragazzi del ‘69, Carlo Proietti: “Quando l’uomo atterrò, qualcuno disse ‘Embè’?”

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si potrebbero spiegare, secondo loro, con un gioco di luci e ombre senza tirare in ballo orbite circo-lari o pianeti sferici, ma non si potrebbe escludere che una par-te degli effetti di oscuramento sia dovuta a qualche post-produzio-ne dell’immagine del cielo.

Marte invece non esisterebbe af-fatto, e il nome Nasa non sareb-be altro che un richiamo a Sata-na, come suggerirebbe anche il colore rosso del logo che indica la lingua del serpente. Chi gesti-sce il complotto ama giocare con le lettere, dicono i terrapiattisti, e Satana diventa Nasa, ma anche Ansa: ecco come si smaschera il complotto dell’informazione.

danni. È un analfabetismo che im-poverisce l’uomo sotto tutti i punti di vista. I cittadini, aggiunge, chiedo-no spesso misure drastiche alla loro Politica, ma tanti dei problemi che affliggono l’Italia andrebbero risolti con nuove forme di cultura che pre-vedono una rieducazione del modus pensandi collettivo. È come quando ci si ammala, conclude Molinari: si può prendere un unico medicinale, bomba chimica che in un attimo fa effetto, oppure scegliere un lungo periodo di riposo atto a modificare quei comportamenti quotidiani che ci fanno ammalare, per non ricader-ci più e avere un vero risultato dura-turo e radicale.

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Attualità Terrapiattisti: “Lo sbarco sulla Luna è tutta finzione” L’Italia necessita di una rieducazione: culturale e sociale

di Deborah VIllarboito di Sabrina Falanga

La storia è dei vincitori. La scri-ve chi domina, fingendo una re-altà che in realtà non esiste. “La Nasa non è mai stata nello Spa-zio. Forniscono solo immagi-ni computerizzate e sono tutte immagini finte e lo sbarco sulla Luna è stato finto”, ne è convinto Calogero Greco, uno degli orga-nizzatori del convegno nazionale dei terrapiattisti che si è tenuto qualche tempo fa a Palermo.

“Non sono mai stati in orbita – ci dice ancora - abbiamo fatto degli studi. La prova è data dall’acqua che non può curvare, non può stare su un cilindro”. E anche la forza di gravità “è una invenzio-ne”. Gli astronauti “non esistono, sono attori” e la Nasa “è Disney-land”. “Un terrapiattista è una persona che riesce a comprende-re cose che la gente comune non è capace di capire”, dicono.“Lo sbarco sulla luna è una fin-zione. La Nasa non è mai sta-ta nello Spazio. Forniscono solo immagini computerizzate e sono tutte immagini finte”.

L’allunaggio dell’Apollo 11, la na-

Ci vorrebbe un nuovo tipo di educa-zione, capace di cambiare la cultu-ra e l’educazione dell’intero Paese: un processo che non prevede misu-re drastiche, spesso richieste a gran voce dai cittadini, ma un percorso lento e radicale.L’avvocato Gabriele Molinari, can-didato con le Europee con +Euro-pa dopo aver lasciato il Partito De-mocratico, di cui oggi è Portavoce in Europa, parla della sua visione dell’Italia, nel clima post elezioni. Un Paese, dice Molinari, che vedo diviso in tre parti: nord, centro e sud vivono abissali differenze non solo in termini geografici, ma an-che in termini sociali ed economici. Il nord Italia, spiega, ha una poten-za lavorativa che da solo potrebbe rappresentare un paese; il centro sopravvive con dignità, in una stabi-lità equilibrata, mentre il sud è pa-lesemente vittima di una situazione problematica e di una gestione che sembra non aver visto gli effetti del tempo trascorso e i suoi eventuali progressi.Molinari ha comunque fiducia nel Paese: non siamo il fanalino di coda di nessuno, sostiene ancora, anche se è triste dover ammettere che in termini di rappresentanza sembra si sia fatto di tutto per perdere le posi-zioni di rilevanza che avevamo.

vicella che il 20 luglio 196 per-mise all’uomo di mettere piede sulla luna, è uno dei fatti ai quali i terrapiattisti non credono dun-que. “Non sono mai stati in orbi-ta, abbiamo fatto degli studi”. Gli astronauti della Nasa, sostengo-no in coro, “non esistono, sono attori”. Il sole, inoltre, “è vicino ed è piccolo piccolo, una specie di lampadina”. Sostengono di es-sere pronti a un “confronto pub-blico con l’astronauta Umberto Guidoni dove sceglieranno i loro migliori consiglieri.

La menzogna sull’esplorazione spaziale è chiaramente totale: gli allunaggi della Nasa sarebbero un falso, e tutte le altre presunte sonde lanciate nello Spazio solo una favoletta. L’esplorazione spaziale, secondo i terrapiattisti, servirebbe unicamente per soste-nere la teoria della Terra sferica, e anche gli astronauti sarebbero degli attori ben pagati per simu-lare missioni in orbita e divul-gare scemenze. La Luna sarebbe un cerchio piatto appeso nel cie-lo, infatti nessuno di noi ha mai visto la sua altra faccia. Le eclissi

In Europa contiamo ancora qualco-sa, allora?, ci si chiede.Ma è una domanda che prevede una riflessione, che l’Avvocato ci pro-pone: dipende, risponde, da cosa si intende nel principio del contare qualcosa, può significare avere un Paese credibile senza rappresentan-ze di rilievo o avere rappresentan-ze di rilievo incarnate nella persona sbagliata, che oltretutto rappresen-ta uno Stato con grandi difficoltà. È uno sguardo tendenzialmente sog-gettivo, aggiunge, perché dipende dai valori e dai principi di ognuno: io valuto le cose secondo i miei, ov-vero coerenza e pragmatismo.Molinari, per quanto riguarda l’oc-chio all’Italia, si confessa preoccu-pato. E non parla in termini politici, quanto più morali e sociali. Mi spaventa la spontanea tenden-za all’aggressività e alla violenza, sostiene, avverto un analfabetismo funzionale che riguarda l’educazio-ne dei cittadini a trecentosessanta gradi e non parlo solo di educazione scolastica quanto di cultura affettiva e quotidiana. Anche a livello scolare, comunque, trovo che l’Italia non of-fra la giusta dimensione per aumen-tare la speranza di nuove generazioni capaci di influire in maniera positi-va laddove le generazioni che hanno lavorato fino a oggi hanno lasciato

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Intervista

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Rubrica

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La polvere sui libri a cura di Fabiana Bianchi

Shining di Stephen KingÈ probabilmente uno dei romanzi più conosciuti del Re dell’horror, grazie soprattutto alla fortunata trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick. Tuttavia, per quanto il film sia un’opera magistra-le, si discosta parecchio (anche a detta dello stesso King) dalle pagine che l’hanno ispirato.“Shining”, insieme a “Pet sematary”, è forse uno dei libri più spaventosi dell’autore. Ci sono pagine che si fatica a leggere di sera e fanno venire voglia di tenere l’abat jour accesa fino al mattino.Il primo a comparire sulla scena è Jack Torrance che ormai, per molti lettori, avrà inevitabilmente il volto di Jack Nicholson. L’uomo è in un momen-to critico della sua vita. Ha probabilmente l’ultima possibilità per risollevarsi da un clamoroso falli-mento. Alle spalle ha una dipendenza dall’alcool. Ha smesso di bere, ma si sa che gli alcolisti riman-gono tali per sempre agli occhi della società. For-se addirittura della loro stessa famiglia. Ha perso il suo lavoro di insegnante nel peggiore dei modi, dopo avere alzato le mani su uno studente colto in flagrante a tagliare le gomme della sua auto.Quell’offerta di lavoro come custode invernale in un albergo del Colorado, dunque, è la sua ultima possibilità per risollevarsi. L’Overlook Hotel chiu-de i battenti nella stagione fredda: Jack rimarrà isolato dalla neve, insieme alla sua famiglia, per lunghi mesi. Oltre a guadagnare qualcosa, potrà finalmente concludere la sceneggiatura a cui sta

lavorando senza esito da tempo.Se per Jack l’Overlook rappresenta una nuova op-portunità, per suo figlio Danny l’albergo mostra il suo volto spaventevole fin dall’inizio. Il bambino, del resto, a soli cinque anni sa molto di più dei suoi genitori: ha la “luccicanza”, lo “shine”. Vede oltre e nulla di ciò che vede di quell’albergo gli piace. Eppure, Danny è anche un bimbo incredibilmente maturo e per il bene di suo padre si dispone ad af-frontare il lungo isolamento.Così, Jack, Danny e Wendy si ritrovano soli fra i lunghi corridoi e i fantasmi dell’Overlook hotel. L’albergo si anima intorno a loro, assume la sua identità, esercita il suo potere. Jack diventa il suo strumento, Danny il suo fine. L’orrore diventa sem-pre più concreto, si manifesta senza limiti mentre la famiglia, minuscoli esserini dentro le interiora di un gigantesco mostro, tentano di opporsi.Come sempre, quello di King non è un orrore fine a se stesso. Il Re non fa paura mediante rumore di catene e chiazze di sangue. Alla base del romanzo c’è una struggente storia di debolezza. La paura del fallimento, di non fare abbastanza, di non essere all’altezza di ciò che si era immaginato per se stessi, sono i veri protagonisti dell’opera. L’albergo, nel-la sua infinita malvagità, usa proprio queste paure come un cuneo da inserire nella mente di Jack per fare leva contro i suoi stessi familiari. Perché anche all’interno di una famiglia amata si possono fare

di Fabiana Bianchi

di Fabiana Bianchi

Il traveler’s notebookFin dall’apertura di questa rubrica abbiamo vi-sto l’importanza fondamentale di mettere nero su bianco i contenuti per migliorare la nostra organizzazione. Agende, diari e taccuini sono i nostri alleati. Fra i “planner addict” si confron-tano spesso agende ad anelli, a spirale, rilegate, copertine rigide e morbide, in pelle o in cartone, fino ad arrivare a dettagli come la grammatura della carta. Il supporto, di per sé, non ha un’im-portanza campale per chi vuole semplicemente ricordare gli impegni e magari prendere qualche appunto: la scelta sarà semplicemente questio-ne di preferenze personali. C’è però un supporto curioso, meno conosciuto rispetto ai più tradi-zionali taccuini o agende ad anelli, di cui è inte-ressante parlare.Lo chiamano “traveler’s notebook”, ossia “il tac-cuino dei viaggiatori”, perché si presta partico-larmente a essere usato come diario di viaggio. Ma non solo: il “traveler’s notebook” può essere la scelta giusta per chiunque sia abituato a cate-gorizzare e suddividere. Questo tipo di supporto è originario del Giappone: viene infatti spesso chiamato anche “Midori”, dal nome dell’azienda creatrice.Il funzionamento è semplice. Il “traveler’s note-book”, spesso abbreviato semplicemente in “tn”, consiste in una copertina esterna, che può essere di pelle, simil-pelle o cartonata, con delle tasche al suo interno. Di solito una delle due tasche è richiudibile, come una sorta di busta. Al centro della copertina ci sono poi alcuni elastici. Pro-prio su questi elastici si inseriscono i “cuori pul-

santi” del “tn”: i quadernini che lo compongono. Si possono inserire nuovi quadernini, toglierne, sostituirli, lasciarne alcuni a casa e portarne altri con sé. Il punto forte del “tn” è dato proprio dal-la possibilità di suddividere nei vari quadernini diversi argomenti. Qualche esempio: è possibile portare con sé nello stesso “tn” un quadernino usato come agenda e uno come diario persona-le. Aggiungerne uno dedicato ai progetti cre-ativi. Per chi ha figli, ognuno potrebbe avere il suo quadernino dedicato con impegni scolastici, sportive o visite mediche. Punto forte del “tn”, insomma, è la flessibilità. Non solo: le tasche interne sono perfette perché ci trovino posto scontrini, biglietti da visita e al-tri fogli volanti da riorganizzare in un secondo momento. Qualcuno sceglie addirittura di usar-lo direttamente come portafoglio.Infine, un occhio anche all’estetica: il “tn” è uno dei supporti più facilmente personalizzabili. Ac-canto ai marchi più famosi, come appunto Mi-dori, che dedica grande attenzione alla qualità dei suoi prodotti, ci sono anche diversi artigiani che ne propongono versioni personalizzate su misura. Sul web sono reperibili facilmente an-che molti tutorial per fabbricarseli da sé.

Dal Caos al Cosmo a cura di Fabiana Bianchi

strada il sospetto, la frustrazione e la paura. Con i Torrance, King ha dato vita a tre personaggi estre-mamente realistici e in modo altrettanto realistico li ha legati fra loro. Non con l’amore edulcorato da fiaba, ma con i complessi rapporti che uniscono davvero le famiglie nella vita reale.

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I fatti della settimanaQuando l’Italia si tinge di sangue…

La settimana del “caso russo”

Nella serata di giovedì 11, due ragazzini di undici anni sono stati travolti da un suv a Vittoria, in Si-cilia, mentre erano seduti sul marciapiede davan-ti a casa. Uno dei due ragazzini ha perso la vita sul colpo mentre il secondo, suo cugino, ha perso le gambe. Gli accertamenti hanno appurato che il conducente aveva assunto alcool e droghe. L’uo-mo è stato arrestato per omicidio stradale.Venerdì 12 occhi puntati sulla cronaca estera. Nell’oceano Pacifico, la Guardia Costiera sta-tunitense ha bloccato un sottomarino carico di droga. A bordo sono state trovate 7,7 tonnella-te di cocaina, per un valore che si aggira intorno ai 206 milioni di euro. Il video, pubblicato dalla Cnn, mostra un autentico “arrembaggio” da par-te di due agenti al sottomarino a pelo d’acqua.

La settimana politica è dominata dal caso Italia-Russia. Giovedì 11 è arrivata la noti-zia che Gianluca Savoini, referente per l’as-sociazione Lombardia Russia, è indagato. L’ipotesi di reato è quella di corruzione in-ternazionale. L’accusa è legata a un incon-tro tra personalità italiane e russe avvenu-to a ottobre in cui, secondo delle inchieste giornalistiche, sarebbe stato ipotizzato l’avvio di una trattativa sul petrolio da cui derivare dei fondi per la campagna eletto-rale europea per la Lega.Venerdì 12 è intervenuto sul tema anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «È tutto ridicolo – scrive il leghista su Face-book - Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a NESSUNO. Rispetto il lavoro di tutti. Ho la coscienza a posto. Querelerò chi acco-sterà soldi della Lega alla Russia. Bilanci Lega TRASPARENTI».Sabato 13 si è tenuta l’assemblea naziona-le del Partito Democratico. «Il Pd è l’unica alternativa credibile a questa deriva italia-na – ha dichiarato il segretario Nicola Zin-garetti - Dobbiamo cambiare tutto o non ce la facciamo a svolgere il nostro ruolo». Fra i temi più importanti trattati durante l’assemblea, la separazione delle cariche di segretario e candidato premier, la consul-

Sabato 13 si è consumato un femminicidio a Sa-vona. Un uomo è entrato in un locale e ha spara-to alla ex moglie, uccidendola. Deborah Ballesio, di 40 anni, si stava esibendo al karaoke. Altre due donne e una bambina di tre anni sono rimaste ferite in modo non grave. Secondo le testimo-nianze, l’ex le avrebbe chiesto: «Ti ricordi di me?» prima di fare fuoco. L’uomo era già stato condan-nato per stalking: nei suoi confronti erano state depositate 19 denunce. Dopo l’omicidio, si è di-leguato.Domenica 14 è arrivata un’altra notizia dram-matica: il ragazzino che aveva perso le gambe nell’incidente a Vittoria non ce l’ha fatta. L’undi-cenne era stato soccorso in condizioni gravissi-me e ha lottato per giorni tra la vita e la morte, ricoverato in terapia intensiva. Il suo decesso è stato registrato durante i funerali di suo cugino. Sono stati giorni di sangue sulle strade italiane: nel fine settimana dodici giovani hanno perso la vita in sei incidenti.Lunedì 15 l’omicida di Deborah Ballesio si è co-stituito. L’uomo ha sparato alcuni colpi in aria davanti al carcere di Savona, poi si è consegnato alle forze dell’ordine. Aveva con sé una pistola di grosso calibro, una cinquantina di proiettili e due coltelli. Secondo la ricostruzione degli inquiren-ti, dietro al delitto ci sarebbero anche questioni

tazione online sul programma e l’apertura ai non iscritti.Domenica 14 anche il vicepremier Lu-igi Di Maio è intervenuto sul caso russo. «Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione – ha scritto il pentastellato su Facebook - Peraltro quan-do si ha la certezza di essere strumentaliz-zati, l’aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiu-ste». Un invito, dunque, nemmeno troppo velato, a Salvini per portare la questione in Parlamento.Lunedì 15 la convocazione delle parti so-ciali al Viminale per discutere la manovra, da parte di Salvini, ha suscitato le ire del premier Giuseppe Conte. «Se oggi qualcu-no pensa che non solo si raccolgono istan-ze da parte delle parti sociali ma si anti-cipano pure i dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istitu-zionale – ha dichiarato - La manovra eco-nomica viene fatta qui, dal ministro dell’E-conomia e tutti i ministri interessati, non si fa altrove, non si fa oggi. I tempi, e tengo a precisarlo, li decide il Presidente del Con-siglio, sentiti gli altri ministri, a partire da

quello dell’Economia. I tempi non li deci-dono altri».Martedì 16 la tedesca Ursula von der Leyen è stata eletta con 383 voti alla presidenza della Commissione Europea. Già ministro della Difesa per la Germania, a partire da novembre succederà a Jean Claude Jun-cker. È la prima donna a ricoprire il ruolo.

di Fabiana Bianchi

di Fabiana Bianchi

economiche.Martedì 16 sono stati desecretati dalla commis-sione Antimafia alcuni importanti documenti. Fra questi, anche un audio in cui parla il giudi-ce Paolo Borsellino. Il magistrato parla, tra le al-tre cose, delle carenze delle scorte e delle forze dell’ordine in pattuglia sul territorio. Ci sono an-che dei riferimenti ai rapporti tra mafia e politi-ca: «Da tante indagini viene fuori contiguità e i reciproci favori in riferimento alle attività delle organizzazioni mafiose a livello elettorale, che permetteva quantomeno di rendere favori eletto-rali, probabilmente con la speranza di averli resi in altro modo» sono alcune delle sue parole.

Cronaca

Politica

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Rubrica

Rubrica

Caldo secco e caldo umido. No, non è un trattato di meteorologia questo. Ma di differenze tra Nord e Centro sì. In particolare tra una città della Pianura Padana e una che sta su un colle. Ora che sono di nuovo qui in Alta Italia, ho scoperto che riesco a sentire un po’ d’a-ria anche nelle giornate più calde. Forse è una questione di abitudine, ossia nel mio cervello scatta qualcosa che mi fa tornare a quando vivevo qui: mi accli-mato più facilmente di chi al Centro ci ha sempre vissuto. E, sbarcando sulla Lun... cioè, volevo dire al Settentrione, sente fortissimo quel caldo che ti fa ap-piccicare addosso i vestiti.

Naturalmente, questa ‘scoperta’ mi ha portato a riflettere. Spesso, in Umbria, sono io quello più insofferente al cli-ma che, in teoria, è migliore. Non più o meno caldo, ma meno umido. Eppu-re io lo sento tanto, troppo. Come se il mio cervello non riuscisse a dare al mio corpo l’input giusto per entrare in sin-

tonia con ciò che ho intorno. Succede, ovviamente, l’inverso agli ‘indigeni’. In-somma, io sono ancora in rodaggio, in cattività. Come se fossi stato trasferito dall’acqua del mare in un acquario. Devo trovare le giuste misure. Naturalmente, è un modo di dire. Ma forse non così er-rato perché qui al Nord hai davanti a te spazi aperti, seppur monotoni, proprio come se fossi in mare. Lì al Centro a sbarrarti la vista ci sono le colline, come fossero pareti dell’acquario. Ora potrei citare Giacomo Leopardi e la sua siepe che gli impediva di spaziare (ma che gli consentiva di immaginare).

Dicono che l’uomo sia il mammifero che più riesce ad adeguarsi ai luoghi e alle situazioni in cui si trova. Se è vero, dovrò ancora aspettare un po’. Finché non succede, però, potrò continuare a riflettere e a scrivere delle differenze tra il Nord e il Centro. Anzi, questo ritorno alle origini mi ha dato nuovo materia-le su cui costruire pensieri e parole. In

Benvenuti al Centro

Bufale cosmiche

Il rodaggio ancora da completare

di Alessandro Pignatelli

Sabato 20 luglio ricorrerà il cinquante-simo anniversario del… niente, secondo alcune teorie del complotto. Perché sulla Luna, secondo tali teorie, l’uomo mica è andato. Ma questa non è l’unica “perla” che riguarda il nostro satellite. Perché, dopo la luna di formaggio, arriva anche la luna ologrammatica. Proprio così: in rete ci sono diverse fonti che sostengono la natura irreale del satellite. La Luna sa-rebbe solo un ologramma proiettato nel cielo da un satellite artificiale. Questa è una teoria del complotto davvero com-plicata da spiegarsi. Abbiamo visto sul-lo scorso numero che, a sostegno della

teoria della falsità dell’atterraggio sulla Luna, esistono quantomeno delle ragio-ni plausibili. I fatti le smentiscono e ci dicono che sulla Luna l’uomo è andato sul serio. Però insomma, ci sarebbero stati dei motivi validi per inscenare un complotto del genere.In questo caso, invece, è tutto un punto interrogativo. Perché si dovrebbe pro-iettare un satellite? La Terra, del resto, potrebbe anche non averne uno. Qual-cuno sostiene che la proiezione serva a nascondere la vera natura della Luna. Ma è tutt’altro che una spiegazione sod-disfacente: che problema ci sarebbe a mostrare la Luna così com’è? In ogni caso, non è propriamente a due passi e difficilmente le persone comuni potreb-bero usarla in qualche modo. E poi, chi si occuperebbe della manutenzione del “proiettore” gigante? Qualcuno sostiene sia curato dalla Nasa. Questo non spie-gherebbe perché la Luna sia ritratta e citata fin dai tempi più antichi, ben pri-ma che Cristoforo Colombo decidesse di fare una puntatina nelle Indie. Qualche altra, rara, fonte attribuisce l’ologramma agli alieni, che lo farebbero per il puro gusto di ingannare gli umani. Ne hanno

di tempo libero, ‘sti extraterrestri. A sostegno di queste tesi, diverse fonti portano alcuni video in cui si vedrebbe-ro delle anomalie: non meglio precisa-te “strisce elettriche”, “giramenti” della Luna, “cadute” e altri strani fenomeni francamente difficili da individuare. Ma se le immagini della Luna vengono così male, sostengono ancora i teorici del complotto, è proprio perché è finta. Inutile parlare di maree: tutto organiz-zato ad hoc. Insomma, miliardi spesi per tenere in piedi un ologramma e fare sì che tutto sulla Terra funzioni come se quell’ologramma fosse vero.Dopotutto, è più facile (e invitante) pen-sare che la Luna sia fatta di formaggio. E che sia almeno di quello buono.

di Fabiana Bianchi

L’ologramma Luna

fondo, siamo nati per scoprire. Muo-versi nello spazio permette di entrare in contatto con usi, costumi e persone diverse. E pazienza se il rodaggio non è ancora completato. L’importante è che motore e ruote funzionino.

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Rubrica

Dietro la realizzazione del rema-ke di un film come “Quasi Amici” deve nascondersi tanto coraggio è un pizzico di azzardo. Una prero-gativa inevitabile, dettata soprat-tutto dal successo mediatico che ha accompagnato il film di Olivier Nakache ed Eric Toledano sin dal-la sua uscita nel 2011. E di corag-gio e audacia Neil Burger ne deve aver avuta molta quando ha accet-tato il guanto di sfida e portato a casa “The Upside”, remake a stelle e strisce proprio di “Quasi Amici” (disponibile adesso sulla piatta-forma di streaming Amazon Pri-me Video). Lo sviluppo narrativo segue pedissequamente il testo d’origine francese: l’incontro dei due protagonisti, l’incipit, la sto-ria personale di Phillip e il suo in-cidente, gli allontanamenti e i rap-porti ritrovati combaciano come due metà di una stessa mela. Se la cornice risulta perlopiù immuta-ta, a rendere distanti questi film è la diversa disposizione del conte-nuto all’interno dei due quadri e la fattura simbolica di certi atteggia-menti o background culturali. Si prenda il protagonista Dell (Kevin Hart) qui rappresentato come ex-carcerato, separato e con un figlio; un uomo dal passato difficile che si presenta ai colloqui per evitare la galera. Modifiche più o meno importanti, queste, risponden-ti a culture, mentalità e universi differenti, come quello francese e americano. Divergenze che si pa-

lesano con maggior potenza quan-do a essere indagato è il linguag-gio puramente filmico: in “Quasi Amici” i registi Olivier Nakache ed Éric Toledano seguono un discor-so cinematografico atto a porre lo spettatore nella sua posizione di testimone privilegiato; il pubbli-co si affeziona ai personaggi per il loro modo di fare, di parlare, di pensare rendendo del tutto super-fluo l’utilizzo di flashback che in-vece costellano la versione ame-ricana. I ricordi di Phillip (Bryan Cranston) giungono come bagliori di luce nella notte; sono chiavi di letture che aprono il cassetto del-la mente del protagonista permet-tendo allo spettatore di inoltrarsi nel suo mondo interiore, acuendo il processo di partecipazione affet-tiva tanto cara allo storytelling a stelle e strisce Eppure per quanto vincente in termini di immedesi-mazione spettatoriale (il film ha trionfato al botteghino america-no tanto da scalzare dalla vetta un colosso come “Aquaman”) questa incursione temporale frena il cor-so del racconto, risultando a tratti del tutto superfluo. Inutile sottolineare la bravura di Bryan Cranston e Kevin Hart. La loro è una chimica che sormonta lo schermo cinematografico riu-scendo a commuovere lo spetta-tore. Privato della comunicazione gestuale, Cranston si rivela all’al-tezza del suo ruolo, concentrando tutto il suo talento sull’espressi-

vità e la comunicazione degli oc-chi: sono loro i veri vettori di sen-timenti e disagi di un personaggio immobilizzato su una sedie a ro-telle. A fare da contraltare è la mi-mica gestuale di Kevin Hart, a vol-te caricata ma mai fuori contesto. In questa girandola caleidoscopi-ca di emozioni delude una Nicole Kidman in ombra, limitata da un personaggio stereotipato e a trat-ti gelido che la ingabbia senza la-sciarle dimostrare così il suo inna-to talento. Intima e giocata su piani ravvicinati, nella sua semplicità la regia di Burger si dimostra capace di armonizzarsi al comparto dia-logico. Evitando virtuosismi il re-gista mette la macchina da presa al servizio dell’aspetto contenuti-stico così da amplificare la poten-za del linguaggio non verbale. Se in “Quasi Amici” a sottolineare ulteriormente la specularità degli ambienti di provenienza dei due protagonisti è la fotografia (calda per Philippe, fredda per Driss), in “The Upside” questa risulta mo-nocromatica, del tutto uniforme e, di conseguenza, poco incisiva nel-la sua sottolineatura emotiva. Per quanto gradevole possa apparire, “The Upside” è perfettamente pa-ragonabile al corpo di Phillip: in-capace di muovere le giuste corde e (s)muovere lo spettatore, il film attacca, ma non colpisce. Il risul-tato che ne deriva è quello di un film sufficiente, ma non eccellen-te, frenato da quella sensazione di “dèja-vu” che lo attanaglia, ponen-dolo in uno stato di inferiorità ri-spetto al suo precedente francese.

di Elisa Torsiello

Pensieri in 16:9The Upside, il remake di Quasi Amici canta la forza dell’amicizia in chiave americana

a cura di Elisa Torsiello

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RubricaPrendila con filosofia a cura di Elisabetta Testa

dotti diversi, ma poco di tutto. Questa virata in economia si chiama “coda lunga”, in inglese the Long Tail: mettendo su un piano car-tesiano popolarità e prodotti, verrebbe fuori una vera e propria coda lunga. Amazon è in qualche modo il mostro anti-filosofi-co, che distrugge l’idea della tradizione secondo cui l’attesa avrebbe un valore positivo. Non si aspetta più, non si deve più aspettare, perché è tutto a tua disposizione nell’immediato, senza troppi costi ag-giuntivi. E allora perché aspettare dovrebbe essere ancora bello e piacevole? Infatti non siamo più in grado di aspettare. Amazon offre tutto e la coda lunga si di-mostra un successo: libri, tecnologia, oggetti per la casa, ma anche abbigliamento, attrezzi e molto al-tro. Mi arriva tutto a casa, senza che io debba fare

Oggi andiamo tutti di fretta: per lavorare, per stare accanto alla nostra famiglia, per cercare di vedere i nostri amici. L’economia si è adattata sempre più a questa esigenza, creando supermercati aperti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, ma anche negozi e soprattutto e-commerce. Quanto è comodo avere tutto subito: ordino online, pigio il pulsante ‘invio’ della tastiera e il gioco è fat-to; riesco già a sentire il suono del campanello del corriere con il mio ordine ancora caldo. Amazon è per questo il re dell’e-commerce, anche e soprattutto con Prime, una strategia particolarmen-te anti-filosofica, che riscuote un enorme successo.

L’azienda iniziò il suo cammino nel secolo scorso, con la vendita di libri. Tanti libri, ma solo quelli. Successivamente il cambio di strategia: tanti pro-

di Elisabetta Testa

La società che va di fretta: Amazon, the Long Tail e la riscoperta del valore filosofico dell’attesafatica, errando di negozio in negozio alla ricerca di un prodotto introvabile, o magari fuori commercio. Ma Amazon ha anche quei prodotti introvabili e me li offre a prezzi scontati e senza costi di spedizione, se ho Prime. E oggi ordino e domani mattina il pac-co arriva direttamente a casa mia, caldo caldo. L’attesa del piacere è essa stessa il piacere… Diceva così il filosofo tedesco G.E. Lessing (1729-1781) e aveva ragione. Abbiamo perso il piacere in questo senso: l’ansia sana e bella che proviamo nell’attendere qualcosa o qualcuno. Ora arriva tut-to subito e il piacere è destinato a esaurirsi in una manciata di secondi.

La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce… Diceva il filosofo J.J. Rousseau (1712-1778). Tutti valori che noi umani del ventunesimo secolo abbia-mo perso per strada. Non siamo più in grado di fare la spesa il giorno prima se abbiamo ospiti a casa: dobbiamo farla il giorno stesso e, cascasse il mon-do, avere a disposizione un supermercato aperto anche nelle ore in cui vogliamo noi. Pretendiamo che tutto sia a nostra disposizione, anche a orari improbabili. Pretendiamo che preno-tando un servizio all’ultimo secondo ci sia ancora posto per noi. Ma il negozio vero non è Amazon, ma un complesso sistema di persone, di umanità. Per la fretta di avere tutto subito abbiamo perso ogni contatto umano: parliamo con computer, con software, dimenticandoci che dietro ci sono perso-ne, come noi, che fanno il lavoro di macchine.

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Spettacolo

sola categoria femminile, è in realtà anche irrisorio nei confronti di quegli uomini che, oggi, non hanno più alcuna intenzione di essere tacciati come esseri anaffettivi, ani-maleschi e governati dai più beceri istin-ti sessuali; è infatti doveroso sottolineare che questa è una riflessione derivata dal-la scelta proprio maschile di ‘denunciare’ il cartello. Perché, finalmente, anche tanti uomini dicono: no, io non ci sto.Sul cartello c’è poco da dire, è sufficiente la fotografia a descriverne il contenuto. Quanto più di triste è che, secondo chi il cartello l’ha creato e appeso, le donne do-vrebbero essere anche felici di tali ‘com-plimenti’: quale ‘femmina’, secondo loro, infatti, non vorrebbe addirittura un ap-plauso per aver mostrato una quinta di seno dentro a un bar? C’è da evidenziare, a

to di La7 dove presidierà, anche nella prossima stagione, la do-menica sera con Non è l’Arena. Diego Bianchi, in arte Zoro, resta a Propaganda Live (con un con-tratto rinnovato per tre anni).Andrea Purgatori sarà ancora protagonista di Atlantide - Storie di Uomini e Di Mondi.Confermato tutto il day time: Omnibus con Alessandra Sardo-ni e Coffee Break con Andrea Pan-cani. Myrta Merlino continuerà tutti i giorni con L’Aria che tira; in più sarà protagonista di alcu-ni speciali in prime time. Tagadà con Tiziana Panella si allungherà fino alle 17.Grande novità sarà l’arrivo in prime time di Licia Colò con un nuovo format, Eden - un pianeta da salvare. Molto atteso l’arrivo di Chernobyl, miniserie targata HBO che, in cinque episodi, rac-conta il devastante disastro che si verificò in Ucraina il 26 aprile 1986. Sul fronte serie televisive in arrivo la quindicesima e sedi-

stagioni su Raitre. Il resto del pomeriggio della prima rete resta confermato: Caterina Balivo con Vieni da me e la soap opera Il paradiso delle signore. Elisa Isoardi resta al timone de La prova del cuoco nonostante gli ascolti non eccelsi. Eleonora Daniele e le sue Storie italiane vengono confermate in quanto uno dei programmi più seguiti del day time di Raiuno. L’attuale coppia di conduttori di Uno Mattina Estate Roberto Poletti e Valentina Bisti manterrà la conduzione anche nella stagione più prestigiosa.Un altro grande protagonista di questa estate televisiva, Mar-co Liorni, tornerà in autunno con Italia Sì il sabato pomerig-gio. Mara Venier resterà saldamente al comando di Domeni-ca in e raddoppierà con un programma di emotainment La porta dei sogni, dal 20 dicembre il venerdì sera in prima se-rata. Francesca Fialdini, orfana de La vita in diretta, prove-rà a risollevare la seconda parte del pomeriggio domenicale con A ruota libera. Cristina Parodi, dopo alcune stagioni non trionfali, resta senza programmi. Stupisce anche la quasi as-senza di una fuoriclasse come Antonella Clerici. La popolare presentatrice condurrà solo lo speciale Telethon il 14 dicem-bre. In preserale, Flavio Insinna continuerà a giocare con L’eredità. In access prime time, confermatissimo Amadeus con I soliti Ignoti. Il conduttore resta in pole position anche per la conduzione e direzione artistica del prossimo Festival di Sanremo. La macchina organizzativa della celebre kermesse – che nel 2020 compirà 70 anni – è decisamente complicato e neces-sita di una direzione artistica esperta. I ritardi nella nomina del direttore artistico stanno creando malumori tra le case discografiche, il comune di Sanremo e la Rai. La speranza è che tutto si risolva per il meglio e che si possa degnamente celebrare una ricorrenza così importante.Una certezza resta Carlo Conti, pronto a tornare il venerdì sera con una nuova edizione di Tale e Quale Show. Il sabato sera contro la temutissima Maria De Filippi ci saranno ap-puntamenti di grande qualità: una serata evento con Andrea Bocelli, Ulisse con Alberto Angela, Una vita da cantare con Enrico Ruggeri, un viaggio tra le città simbolo della canzone italiana. Il venerdì sera, invece, al termine di Tale e Quale Show sarà la volta di Vent’anni che siamo italiani con Vanes-sa Incontrada e Gigi D’Alessio. In seconda serata, Raiuno conferma Porta a Porta di Bruno Vespa e arrivano Franco di Mare con Frontiere e Pierluigi Diaco con Io e te di notte, versione by-night del programma che sta andando in onda quest’estate nella fascia del primo pomeriggio. Maurizio Costanzo, invece, dal 16 dicembre in seconda serata, guiderà Gran Varietà.Le fiction si confermano capisaldi del palinsesto del primo canale. Tornano grandi successi tra cui I Medici in autunno e L’amica geniale in primavera. Nel 2020 tornerà la nuova

Una forma di violenza così sottile da diven-tare uno stupro lento e continuato.Sono le parole di uno psicologo, Andrea Sa-les, che ha pubblicato sul web la foto di un cartello, visto in un bar di Treviso, metten-do in atto, così, ciò che - paradossalmente - sembra fare più paura, oggi: la denuncia sui Social.E ne parliamo qui, su questa rubrica che si chiama Uomen: e non è un errore, se è scritta così. Perché è un gioco di parole che ne sta a sottolineare la mission, che non è quella di farsi bandiera del femminismo, ma di prefigurarsi come uno spazio in cui provare, insieme, a mettere sullo stesso piano donne e uomini. E quanto ‘denun-ciato’ da Sales sembra essere l’occasione giusta, perché quanto è vero che il cartel-lo trevisano sembra essere un insulto alla

Grandi conferme per la rete di-retta da Urbano Cairo. A comin-ciare dal direttore del Tg La7 En-rico Mentana, che curerà anche gli speciali con le consuete ma-ratone; Lilli Gruber continuerà a presidiare l’access prime time con Otto e Mezzo, Giovanni Flo-ris sarà ancora al timone Di Mar-tedì. Il giovedì sera il pubblico ritroverà Corrado Formigli con Piazza Pulita.Dopo una lunga trattativa, Mas-simo Giletti sarà ancora un vol-

Tutto cambia perché nulla cambi scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo. La parola più diffusa in quel di Viale Mazzini sembra proprio essere “cambiamento”, ma è davvero così?Se i programmi restano sostanzialmente gli stessi e poche sono le novità, stupiscono le molte sostituzioni di condutto-ri. In particolare, lasciano perplessi alcune modifiche in pro-grammi che nella stagione appena passata avevano ottenuto importanti record d’ascolti. Dispiace che il bravo Federico Quaranta resti a bocca asciutta. Al suo posto a Linea Verde arriverà Beppe Convertini, neo conduttore di mamma Rai che dopo anni di ospitate ha finalmente trovato una sua col-locazione. Il programma della domenica mezzogiorno sarà condotto da Convertini con Ingrid Muccitelli, orfana di Uno Mattina In Famiglia. Nel programma che dà il buongiorno agli italiani nel weekend tornerà Tiberio Timperi che sarà affiancato da Monica Setta. Il giornalista romano è reduce da una stagione non esaltante a La vita in diretta. Il compito di riportare agli antichi splendori il programma cardine del pomeriggio di Raiuno spetterà all’ottima coppia formata da Lorella Cuccarini e Alberto Matano. La più amata dagli italiani unirà la sua empatia alla profes-sionalità e competenza dell’ex mezzobusto del Tg1, creando – si spera- un mix vincente. Il giornalista ottiene un giusto riconoscimento professionale, soprattutto dopo gli apprez-zati programmi che l’hanno visto protagonista nelle scorse di Sabrina Falanga

di Luca Forlani

di Luca Forlani

questo proposito, che per quanto riguarda il palese insulto al genere femminile, non si tratta solo di un piano sessuale, perché è presente anche un mero atteggiamen-to di body shaming (derisione del corpo) nella la frase “se hai la retro, offri tu a noi” dedicata a chi ha un seno piccolo. Quasi a dire che se non hai il seno grande, non sei abbastanza donna nemmeno per meritarti un drink offerto.Il peggio (ma è una escalation continua, in realtà) lo tocchiamo quando scopriamo che se una cliente “si porta a casa il bari-sta”, ha da bere gratis per una settimana. Offrire beni in cambio di sesso: vi ricor-da qualcosa? Una forma di prostituzione nemmeno tanto velata.Verrebbe da dire: donne, ribellatevi. Però viene da aggiungere: uomini, ribellatevi. Ribellatevi a chi vi vuole ancora primiti-vi, animaleschi, sessualmente ineducati e volgari. Ma, alla fine, rimane da chiedere: umani, ribellatevi. Perché chi riesce dav-vero a ridere davanti a un cartello del ge-nere, di umano ha ben poco.

cesima stagione di Grey’s Ana-tomy.In esclusiva su La 7 arriverà il docufilm Our Godfather: la sto-ria di Tommaso Buscetta con la testimonianza diretta della fa-miglia che rompe il silenzio dopo 30 anni di latitanza. Una serata evento presentata e introdotta da Enrico Mentana.Urbano Cairo ha annunciato la fine del rapporto con Miss Italia. Un palinsesto che conferma la vocazione di La7 come rete forte-mente ancorata all’attualità. In-fatti, la settima rete è diventata un punto di riferimento dell’in-formazione televisiva.

stagione de La vita promessa. Grande novità La guerra è fi-nita che racconta di un istituto in cui bambini e ragazzi so-pravvissuti ai campi di concentramento e rimasti senza una famiglia riscoprono la voglia di vivere e cercano di tornare alla normalità.Torneranno anche Il Commissario Montalbano, Rocco Schiavone (che passa da Rai 2 alla rete ammiraglia) e Don Matteo. Tra le novità ci saranno: Vivi e lascia vivere, Angela con Vanessa Incontrada, e il thriller Vite in fuga con Anna Valle e Claudio Gioè, in cui il vero pericolo si nasconde pro-prio nei rapporti familiari.In arrivo anche Gli orologi del diavolo con Giuseppe Fiorel-lo nei panni di un meccanico nautico costretto a infiltrarsi nel mondo del narcotraffico, Bella da morire con Cristiana Capotondi, incentrato sulla violenza contro le donne e Io ti cercherò, dramma poliziesco con protagonista Alessandro Gassman.E ancora, polizieschi d’autore come Il Commissario Ricciar-di con Lino Guanciale e Imma Tataranni - Sostituto procu-ratore con Vanessa Scalera.Torneranno anche Un passo dal cielo con la quinta stagione e Nero a metà con la seconda.Sul fronte miniserie ci saranno I ragazzi dello Zecchino d’O-ro e Giorgio Ambrosoli - Il prezzo del coraggio.Su Rai 2 tornerà in day time Costantino Della Gherardesca con Apri e Vinci. Il presentatore è confermato anche alla guida della nuova edizione di Pechino Express. Grande no-vità lo show culinario Nella mia cucina condotto dallo chef stellato Carlo Cracco. Il programma andrà in onda in prese-rale e verrà replicato alle 14, facendo slittare alle 14.45 Det-to fatto con Bianca Guaccero. In preserale spazio anche per Battute, un format in cui le notizie della giornata verranno commentate da alcuni influencer. In prima serata, sempre sul secondo canale,tornerà Stasera tutto è possibile, che sarà condotto per la prima volta da Stefano De Martino. Il ballerino, inoltre, condurrà il Festi-val di Castrocaro il 3 settembre con la showgirl e compa-gna Belen Rodriguez. Nuova conduzione anche per il reality show scolaresco Il Collegio: sarà infatti Simona Ventura la nuova voce narrante della quarta edizione del programma. Per Simona Ventura ci sarà anche un programma sportivo dalle 12 alle 13 nel weekend che andrà a sostituire lo storico Mezzogiorno in famiglia di Michele Guardì, con buona pace di Adriana Volpe che da tempo si sta lamentando sui social.Nessuno stop, invece, per I Fatti vostri con Giancarlo Ma-galli e Roberta Morise.

Uomen a cura di Sabrina Falanga

Sesso col barista? Bevi gratis

Palinsesti 2019/2020 La 7: grandi conferme

Palinsesti Rai 2019/2020: tutto cambia…

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bevuto, È una bevanda che si beve a tutte le ore come a inizio giornata con il décolla-ge, il decollo. Questo è un classico esempio di condivi-sione e interazione.

Ricetta:-Rhum Agricòle blanc Martinique 4,5 cl -sciroppo di zucchero di canna Q.B.-lime a spicchi Q.B.

Garnish: non necessaria, al massimo un dischetto di lime

Procedimento:Il Ti punch si prepara versando, in un bic-chiere tipo old fashioned con ghiaccio, il rum lo sciroppo di zucchero e il succo del lime in proporzioni che ognuno sceglie. Poi, si mescola il tutto con uno swizzle, l’attrezzetto da bar che serve a «frullare» a mano molti drink caraibici, si presenta come un bastoncino di legno con una base a stella. ad ogni modo possiamo utilizzare il nostro cucchiaio lungo da cucina per mescolare.

Cosa ci serve:

Oggi vi voglio parlare di cocktail icona dei Caraibi francesi, un drink poco conosciu-to in Europa ma che, se preparato a modo, vi farà fare colpo sui vostri amici seduti in terrazza d’estate.Il drink che vi presento oggi si chiama “TI PUNCH” .Letteralmente significa “piccolo punch” è una bevanda a base di rum, che deve esse-re rigorosamente agricòle, particolarmen-te popolare in Martinica, Guadalupa, Hai-ti, Guiana francese e altre isole dei Caraibi francesi.La tradizione prevede che in un picco-lo tumbler si versi su ghiaccio del Rhum Agricòle Blanc, dello sciroppo di zucchero di canna e si sprema uno spicchio di citron vert, versione locale del lime ma in teoria, il “petit punch” non ha una ricetta definita, nelle dosi almeno.Questo perché in Martinica, nella Guada-lupa e a Marie-Galante spesso si servono gli ingredienti separati a tavola tra amici e parenti e ciascuno si fa il proprio punch nelle proporzioni preferite. Quel che conta ovviamente è il rum.Un’altra curiosità è legata al nome, il Ti punch nelle isole dei Caraibi francesi, pren-de nomi diversi a seconda dell’ora in cui è

di Deborah Villarboito

-Bicchieri bassi e piccoli -lime freschi -swizzle o bar spoon -amici che non hanno paura di decollare già dal mattino

Curiosità:Il Ti punch, come detto prima, può essere chiamato tale solo se utilizziamo un rum agricolo*, il servizio “fai da te” è un modo divertente per approcciarsi ad un certo tipo di drink e conoscere i rhum.*gli agricoli sono un prodotto unico non paragonabile ai rhum industriali in ter-mini di qualità, sono rhum più strutturati erbacei floreali prodotti a partire da puro succo di canna da zucchero, da un’unica distilleria e distillati in modo continuo con un alambicco a colonna.

www.il-cosmo.com

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Sport

pionato. Elmas si avvicina agli azzurri partenopei, il centrocampista del Fenerbahce ha un accordo tota-le con il Napoli per un quinquennale da un milione di euro a stagione. Inter: Lukaku sta diventando un tormentone. Il centravanti belga è il primo obiettivo di Conte, lo United vuole 80 milioni, la società di Zhang ha intavolato una trattativa ma non si vedo-no, a breve, degli spiragli. Dzeko è prigioniero della Roma che per cederlo chiede non meno di 20 milio-ni. Roma: Mancini, ex difensore dell’Atalanta è ar-rivato, Alderweireld difensore belga del Tottenham piace molto, i giallorossi hanno carenze difensive e devono portare a casa due centrali. Zaniolo non si muove, almeno al momento, mentre l’interesse per Higuain rimane vivo. Milan: la dirigenza rossone-ra vuole Bennacer dell’Empoli che raggiungerebbe

tore felsineo ha anche voluto precisare che: “Ho preferito venire qui davanti a voi per dire esat-tamente come stanno le cose, non volevo che ci fossero, bisbigli, telefonate, ipotesi. Ora sapete tutto”. A latere, il Bologna, ha confermato che Sinisa resterà l’allenatore della squadra, certo il Mister serbo dovrà curarsi e affrontare le tera-pie, ma rimarrà sempre lui al timone della com-pagine rossoblù. Coraggio da vendere da parte di Mihajlovic, grande stima, umanità e fiducia profonda da parte della società del patron Joey Saputo. Il medico del Bologna ha anche spiegato che la malattia, appena scoperta, è in una fase acuta, ma è attaccabile, con grandi probabilità di piena guarigione. Sarà una battaglia durissima per Mihajlovic, ma lui è un combattente da sem-pre, uno che non ha mai mollato in vita sua, e saprà reagire al meglio, per lottare e sconfiggere un male tremendo. Anche i passi in avanti della medicina, negli ultimi decenni, depongono a fa-

il suo ex compagno Krunic, tenta il colpo De Paul, interesse Roma per Suso, a Milano, per cercare di fare un acquisto di spessore, dovranno sacrificare un big. Atalanta: Ruslan Malinovsky è un nuovo centrocampista della Dea, arriva dal Genk (Belgio), costo dell’operazione 13 milioni. Fiorentina: pista calda per il mercato dei viola, riguarda il centro-campo e porta a Diego Demme, classe ‘91, regista del Lipsia, offerta alzata per il terzino Lirola, mentre Veretout è in uscita, conteso tra Roma e Milan, in attesa della svolta su Federico Chiesa, tentato dalla Juventus. Torino: offerta di 60 milioni per Belotti dal West Ham, Cairo risponde no. Situazione se-condo portiere, vice Sirigu: anche Viviano, ex Spal si offre, ma la prima scelta è Paleari del Cittadel-la, mentre la società granata rimane sulle tracce di Verdi del Napoli, che costa non meno di 20 milioni. Sampdoria: Praet ha molte richieste e potrebbe la-sciare Genova, il terzino Depaoli è diventato un cal-ciatore doriano a titolo definitivo, mentre il polac-co Bereszynski potrebbe partire. Genoa: Zapata, ex difensore del Milan e Pinamonti sono ufficialmente due nuovi giocatori del Grifone, che punta a portare il croato Rog del Napoli, sotto la Lanterna. Lecce: i salentini stanno rifacendo l’attacco, dopo l’arrivo di Lapadula, il turco Yilmaz vuole il Lecce. L’offerta è di un triennale a 1.5 milioni annui, trattiva che po-trebbe sbloccarsi presto.

vore del tecnico serbo. Tutto il mondo del calcio si è stretto attorno a Miha, sono giunti messag-gi di forza e positività da ogni componente del suo mondo, giocatori, squadre, società, dirigenti e gli amici che lo conoscono da una vita. Anche il ct della nazionale azzurra, Roberto Mancini, suo grande amico, ex compagno di squadra e in passato capo allenatore del serbo, ha postato su Instagram il suo personale in bocca al lupo: “Sei troppo forte Sinisa, questo ti fa un baffo e poi dobbiamo giocare a padel”. La speranza c’è ed è reale, tutti ci auguriamo che Mihajlovic possa af-frontare al meglio le terapie per sconfiggere defi-nitivamente la leucemia, tornando in campo ad allenare la sua squadra nel più breve tempo pos-sibile. Bologna si è stretta fisicamente attorno al suo Mister, ora l’uomo è atteso dalla partita più dura della sua vita, un match da vincere a tutti i costi, attaccando e segnando un gol vittoria mai tanto bello e salutato, con gioia, da tutti i tifosi di calcio, di qualsiasi fazione o bandiera. Sinisa ti aspettiamo presto sul campo, per vederti ancora una volta dirigere la tua squadra a suon di urlac-ci, gesti ampi e facce truci che trasudano grinta e coraggio, senza mai indietreggiare. Le caratteri-stiche che serviranno in questo momento duro e buio. Forza Sinisa Mihajlovic!

Metà luglio significa entrare nel vivo del calciomer-cato. Le squadre di Serie A si sono radunate tutte, il lavoro è cominciato per i calciatori, ma per i diri-genti il periodo è rovente. Telefono attaccato all’o-recchio perennemente e mille trattative su cui in-tervenire. Juventus: colpo sensazionale, arriva De Ligt, difensore centrale olandese di 19 anni già top in Europa, 70 milioni all’Ajax, 12 di stipendio al ra-gazzo e clausola rescissoria quotata a 150 milioni. Ora la Juve dovrà cedere gli esuberi. Perin verso il Benfica, Khedira e Matuidi partiranno, cosiccome Cancelo, poi Higuain ed eventualmente Mandzukic. Napoli: James Rodriguez fortemente voluto da An-celotti si allontana, su di lui è piombato l’Atletico di Madrid, piano b il messicano Lozano, mentre Ingle-se ritorna a Parma dove giocherà il prossimo cam-

Una di quelle notizie che non si vorrebbero mai dare. Un vero shock per tutto il mondo del cal-cio, Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa sa-bato scorso, ha annunciato di aver contratto una leucemia acuta. L’allenatore del Bologna lo ha annunciato davanti ad una sala stampa gremita di colleghi giornalisti, con al suo fianco il diri-gente Walter Sabatini. Toccanti le sue parole, in-framezzate da lacrime e pause angoscianti, con tanti sguardi lanciati nel vuoto. “Affronto la ma-lattia a testa alta e sono sicuro di batterla. Gio-cherò come ho sempre fatto per vincere. È stata una bella botta, ma sono pronto, non vedo l’ora di entrare in ospedale per curarmi”. Un annun-cio che ha lasciato tutti sbigottiti e angosciati, che ha fatto trasparire ammirazione e sensazioni positive verso un uomo vero, che ci mette sem-pre la faccia e che non si è nascosto nemmeno di fronte ad una malattia terribile, che solo a pro-nunciarla, fa venire i brividi di paura. L’allena-

di Franco Leonetti

di Franco Leonetti

Calciomercato rovente

Bergamasco presenta: il “Piccolo Punch”

Mihajlovic Shock: “Ho la leucemia”

Il ruggito di Leonetti a cura di Franco Leonetti

Cosmo Cocktail Lab a cura di Jonathan Bergamasco

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Sportto tutte le sue caratteristiche da campio-nissimo, facendo una Champions, con il suo ex club, di livello eccelso, e proprio una sua rete di testa ha eliminato Chiel-lini e compagni dalla massima compe-tizione europea. Un acquisto strepitoso che va perfettamente ad incastonarsi in quelle che erano state le dichiarazioni del Presidente Agnelli subito dopo l’ac-quisto monstre di Cristiano Ronaldo, esattamente un anno fa:” Stiamo lavo-rando per prendere il prossimo CR7, ma questa volta sarà più giovane”. Detto, fatto, la società bianconera è andata ad agguantare un fuoriclasse della difesa che tutti i super club di livello mondia-le, aspiravano ad acquisire, sbaraglian-do gli antagonisti, leggasi Barcellona e Psg. Il giocatore, già supremo per lea-dership, piedi, fisico, anticipo, scelta di tempo nella marcatura e anche con un bagaglio di reti al suo attivo, non potrà far altro che migliorare alla Juve, diven-tando il perno della difesa e confrontan-dosi con una nuova esperienza eccitante e vincente. Le cifre del suo acquisto sono di spessore internazionale, da top club.

norme scheggia di legno durante una competizione

“Il listello era usurato e si è staccato con la violenza di una frecciata. Come è possibile una cosa del gene-re? Lorenzo è stato medicato con quasi 200 punti di sutura e sta soffrendo molto ma i medici mi hanno assicurato che non è in pericolo di vita“.

Il 55enne ha continuato: “Dobbiamo capire quello che è successo: il ciclismo è già pericoloso di suo, non possiamo creare ulteriori rischi a ragazze, ra-gazzi e allo loro famiglie”.

Per il momento ci sono solo ipotesi sull’origine dell’incidente. La pista di Gand, dedicata al mostro sacro del ciclismo Eddy Merckx, ha subìto dei lavori di restauro nel 2006.

Una possibilità, secondo il direttore della corsa Frank Glorieux, è che il pedale della bici abbia fatto leva su uno dei tassello di legno e che lo abbia sol-levato.Non è anomalo, spiega Glorieux, che dei pezzi di le-gno si stacchino dalla pista, ma di solito si tratta di schegge di piccolissime dimensioni.

Lorenzo Gobbo è una giovane promessa del ciclismo italiano, ma il suo futuro in sella è incerto in seguito a questo tragico incidente.

“Quello che ci interessa ora è che recuperi comple-

Un colpo sensazionale, meraviglioso, inutile girarci attorno. Stellare la diri-genza della Juventus nel bruciare la folta concorrenza, riuscendo a portare a Tori-no un giocatore super, come il difensore olandese L’iter burocratico che ha tenu-to con il fiato sospeso i tifosi bianconeri è giunto al termine nella serata di lunedì 15 luglio, poi la liberazione mista ad esal-tazione sportiva: Matthijs De Ligt è della Juventus. Trasferimento completato per un’operazione ad alto tasso di difficoltà, nata dai contatti di un anno fa, quando il giocatore fu invitato alla Continassa, da Paratici e Nedved, dopo Italia-Olan-da, disputata allo Stadium, e diventata realtà grazie alla maestria da applausi del direttore sportivo bianconero, con la fondamentale mediazione del procura-tore Mino Raiola. Un vero capolavoro da parte della dirigenza Juve che porta in bianconero il Ronaldo dei difensori, an-che se l’età è giovanissima: 19 anni, 20 il 12 agosto prossimo. Matthijs De Ligt, già capitano dell’Ajax e della sua nazio-nale orange, è un difensore tra i top 3 in Europa, nell’ultima stagione ha mostra-

Il ciclista Lorenzo Gobbo trafitto al costato da un’e-norme scheggia di legno durante una competizione“Ho visto qualcosa che non auguro a nessuno di ve-dere, mi sembrava di essere finito all’improvviso in un film dell’orrore”: sono le parole del padre di Lorenzo Gobbo, la giovane promessa del ciclismo italiano che venerdì 12 luglio è rimasto gravemen-te ferito mentre partecipava agli Europei under 23 junioresall’Eddy Merckx Cycling Centre di Gand, in Belgio.

Unico azzurro iscritto all’omnium (una sorta di “triathlon” del ciclismo), Lorenzo Gobbo è stato tra-fitto da un’asta di legno staccatasi all’improvviso dal pavimento.Il giovane è scivolato mentre pedalava su un retti-lineo durante la prima prova (quella dello scratch). Improvvisamente, un’enorme scheggia si è stacca-ta dal pavimento di legno di pino siberiano trasfor-mandosi in un dardo impazzito che si è conficcato nel costato del ciclista 17enne, trafiggendolo da par-te a parte, per poi infilarsi nella coscia sinistra.

Lorenzo Gobbo, che non ha mai perso i sensi, è crol-lato a terra poco dopo. Giunti immediatamente sul posto, i soccorritori hanno tagliato l’asta di legno in modo da potere fare stendere il ragazzo sulla barel-la, ma il corpo estraneo non è stato rimosso per evi-tare un’emorragia massiccia.Giunto all’Ospedale Jan Palfijn, Lorenzo Gobbo è stato sottoposto a un delicatissimo intervento in te-rapia intensiva.Il ciclista Lorenzo Gobbo trafitto al costato da un’e-

di Deborah Villarboito

di Deborah Villarboito

De Ligt alla Juve: ecco il CR7 della difesa

Incidenti sportivi, il “prezzo del gioco”nello sport

De Ligt ha scelto la Juventus in fretta, la trattativa si è prolungata affinchè i due club trovassero l’intesa in ogni singolo cavillo. Il biondo centrale olandese co-sterà 75 milioni tra base fissa e bonus, firma fino al 2024, un quinquennale, e guadagnerà 7,5 milioni all’anno più bo-nus, fino a giungere alla cifra record di 12 milioni totali, e avrà una clausola di 150 milioni di euro a salire, applicabile, come accaduto per Emre Can, solamen-te dopo aver consumato il suo secondo anno con la Juve. Ciò significa che più rimarrà a Torino, più la sua clausola re-scissoria crescerà, in valore e cifre, negli anni. Matthijs De Ligt finalmente è del-la Juventus, e dopo tante ansie, il popo-lo bianconero è pronto a goderselo per molto tempo, mentre la dirigenza della Continassa continua a costruire una rosa da Champions, che già fa sognare tutti i fans della Vecchia Signora del calcio.

tamente. È un lottatore anche quando scende dalla bici, io e sua madre siamo certi che farà una grande impresa”, ha concluso il padre.

Momenti di paura all’Olimpico di Roma, dove un saltatore in lungo è stato infilzato da un giavellotto durante il Golden Gala di atletica. L’atleta è Salim Sdiri, campione di Francia salto in lungo. Mentre si stava riscaldando per la sua gara, il 28enne francese è stato colpito dal giavellotto lanciato dal finlande-se Tero Pitkameki. Immediati i soccorsi: l’uomo è stato portato via dallo stadio in ambulanza e rico-verato al Policlinico Gemelli. L’atleta è sempre sta-to cosciente e non sarebbe grave. I medici lo hanno sottoposto a un’ecografia e altri esami diagnostici. Sdiri potrebbe lasciare l’ospedale romano già nelle prossime ore.

Olimpico ammutolito. La drammatica scena è stata seguita con grande apprensione dagli spalti dell’O-limpico. I maxischermo dello stadio trasmettevano le immagini del Golden Gala e il pubblico ha visto l’atleta transalpino che veniva colpito dal giavellotto e si accasciava sulla pista. Poi i soccorsi, con l’ita-liano Andrew Howe che ha estratto dalle costole di Sdiri la parte dell’attrezzo che gli si era infilata.

La ferita. Dopo che il saltatore in lungo francese è stato colpito, uno dei primi a soccorre Sdiri è stato Giuseppe Fischetto, medico Fidal. “Ha una ferita di quattro centimetri al costato destro - ha detto -. La punta del giavellotto è penetrata parzialmente nel fianco. L’atleta è stato trasportato al Policlinico Ge-melli. Si tratta ora di verificare se l’attrezzo ha lesio-nato la pleura o si è fermato alle fasce muscolari”.

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Sport

Slam, due in più di Sampras, due in meno di Nadal e quattro meno dei 20 di Federer: di questi 16 ne ha vinte 4 contro Federer, 4 con-tro Nadal, 5 contro Murray, una contro Tsonga, una contro Del Potro e una contro Anderson. Di contro Roger Federer ha perso 22 partite dopo aver sprecato dei match point a favore.

D’altra parte, ora che Roger ha perso il titolo di Wimbledon possiamo dire che David Foster Wallace aveva ragione: Federer è un’esperienza religiosa, perché è grande soprattutto nelle scon-fitte. Col suo gioco ci manda in estasi, e con i suoi fallimenti ci redime. Nel 2006 Foster Wallace scrisse un lungo saggio su Roger Federer per il New York Times. Il problema è che in questi tredici anni Federer ha finito per assu-mere una statura completamen-te diversa da quella che Wallace ebbe occasione di ammirare sul centrale di Wimbledon. Allora si trattava di un tennista imbattibi-le, nel pieno della carriera e nel mezzo di una striscia di successi inarrestabile: aveva sette slam in bacheca e non era difficile imma-ginare che negli anni a venire ne avrebbe vinti molti di più. E in-fatti Federer ha poi vinto molto, al momento più di tutti: ma se la sua figura ha dato origine a quel culto capace di trascendere i con-fini del tennis e pure dello sport.

Non ci sono dubbi nel dire che Djokovic e Federer siano due gi-ganti molteplicemente buoni. Il 5° trionfo a Wimbledon di No-vak Djokovic, la finale più lunga di sempre (4h e 57’, 9′ in più di Nadal-Federer del 2008), la pri-ma in assoluto con il tie-break sul 12-12 al 5° set.

“È stato un match in cui è suc-cesso di tutto, una partita che trascende dal nostro sport. Sono eternamente grato di averne fat-to parte. Grande rispetto per Ro-ger Federer e per la nostra lotta titanica. È stato un grande piace-re fare la storia e condividere il campo, ancora una volta, con la leggenda del nostro sport. Conti-nuerò a sognare di prender par-te ancora a questi momenti me-morabili”, scrive su Instagram Djokovic. Il serbo non nasconde di aver dovuto soffrire per torna-re a essere il n. 1: “Gli ultimi 12 mesi sono stati un vero e proprio viaggio nel tennis, dopo il ritorno dall’infortunio, cercando di arri-vare al mio miglior livello di gio-co. La fiducia in me stesso, la de-dizione e il sostegno ricevuto da parte delle persone più vicine a me mi hanno permesso di essere ciò che sono oggi. Sono fortuna-to e ne sono consapevole”. Nato e cresciuto all’ombra dei due gran-di rivali Federer e Nadal, si è di-mostrato in molte occasioni il più forte di tutti. Nole ha vinto 16 di Deborah Villarboito

Djokovic e Federer: leggende, spettacolo, lo sport che ci piace

Forse, il segreto della grandezza di Federer invece che nelle vit-torie risiede proprio nelle scon-fitte, nella sublime tragicità di vedere l’Eletto, il Predestinato, l’Onnipotente farsi improvvisa-mente umano. E perdere, perde-re senza appello al termine di un supplizio lungo cinque set, esat-tamente come accade nella sto-ria migliore di tutte, quella della Passione di Cristo. Già, perchè se i record legati alle vittorie sta-biliti dallo svizzero un giorno sa-ranno battuti, quelli legati alle sconfitte dureranno in eterno. Otto Wimbledon vinti sarà un traguardo enormemente difficile da raggiungere per chiunque, ma già oggi alla portata di uno come Djokovic. Ma perdere quattro finali sul campo più famoso del mondo, con incluse le due par-tite migliori dell’intera storia di questo sport, per giunta contro i due arcirivali è un’impresa che sicuramente non riuscirà più a nessuno.

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Sport

della prima partita per cui avevo timore – spiega – contro il Bel-gio è stato il mio primo incontro europeo. Poi lì i campi sono bel-lissimi e curati, giocarci è stato bellissimo».

Grandi aspirazioni di un piccolo talento che si realizzano pian pia-no: «Si è avverato un mio sogno e aver rappresentato la mia na-zione per me è stato un impegno molto importante – continua Pa-trick, che aggiunge – da grande vorrei andare a giocare in Ame-rica nella mia squadra preferita: i Toronto Blu Jays». Il baseball, sport che ormai pratica da cin-que anni e di cui predilige il ruo-lo di ricevitore: «Prima facevo atletica e poi ho iniziato a vedere le partite di mio padre e ho detto “proviamo il baseball!” e mi sono innamorato». Un amore puro de-gno dell’età di Silva, che lo lega al suo sport nel modo più genuino: «Quando gioco a Baseball provo felicità e gioia infinita perchè è il mio sport preferito».

tere – racconta Alessia - I miei geni-tori mi hanno cresciuta fin da piccola rendendomi consapevole della mia situazione. Loro mi hanno cresciuta lasciandomi libertà sempre in tutto, facendomi sperimentare qualunque cosa, soprattutto lo sport, che ho iniziato dalle elementari: bicicletta, pattini, equitazione...fino ad arriva-re all’arrampicata e allo sci nautico praticati a livello agonistico».

Con l’arrampicata ha scoperto que-sto nuovo scenario dove poteva fare competizioni con persone molto si-mili a lei. Inizia con l’agonismo nel settembre del 2013: «Per lo sport ho messa da parte il tempo da pas-sare con gli amici, alcune accortezze estetiche (unghie corte, mani ferite e molti lividi), tutti gli altri sport che erano i miei hobbies. Quando ho vin-to il mondiale mi sono fatta un gran-de regalo, anche perchè mi allenavo da molto meno tempo rispetto alle altre atlete sia italiane sia stranie-re». Lo sci nautico l’ha provato nel 2017, per divertirsi con le amiche, poi la cosa le è sfuggita di mano. Ha incominciato ad allenarsi fino poi a vincere l’Europeo.

«Il mio pensiero dal primo giorno fino all’ultimo di competizioni è vin-cere. Questo è quello che ho sempre sentito dentro da quando ho inizia-to ad allenarmi a livello agonistico per entrambi gli sport. L’amore per l’arrampicata è più forte. Continuo a praticarla, mettendo alla prova me stessa senza competizioni, concen-

trandomi anche sulle scalate lunghe, per stare anche in mezzo alla natura. Per il prossimo anno questo è il mio obiettivo: fare un’altra scalata lunga sui 300metri a picco sul mare. Mi piace scalare da sola. Toccare la pa-rete, sentire il vento e tutta la natura che mi sta intorno. ».

Quello di portare l’arrampicata tra gli sport paralimpici è sempre sta-to un sogno, che potrebbe spinger-la a ricominciare con le gare, che ha messo da parte per un po’: «Lo sport per me è tutto. Lo è da sempre. Il fat-to di fare attività mi mantiene viva e fa sì che io sia quella che sono. Mi ha insegnato tanto, come condividere vittorie e sconfitte. È un riempitivo nella mia vita».

Da grande sogna di giocare come professionista nei Toronto Blu Jays. Patrick Silva, nella bellezza dei suoi 10 anni vive lo sport con emozione e uno slancio in più. Fresco vincitore del titolo euro-peo 2019 con la Nazionale Under 12, ora si gode un po’ di vacan-za. Un Europeo vissuto in parte da protagonista quello giocato in Repubblica Ceca tra giugno e lu-glio, dopo la prima convocazio-ne in Nazionale e un campionato con il club di casa da urlo. Figlio d’arte, il padre Conrado allena ed è un ex giocatore, era il più gio-vane del roster ed è stato inserito come lanciatore partente nella fi-nalissima contro l’Olanda.

«È stata un’esperienza bellissima anche se avevo un po’ di ansia, so-prattutto quando mi hanno mes-so come lanciatore partente della finale contro l’Olanda – racconta il giovane Silva – ma anche rap-presentare la mia nazione è stata una forte emozione». Se già per gli adulti vincere un titolo inter-nazionale è motivo di orgoglio e soddisfazione, si deve provare ad amplificare la sensazione at-traverso gli occhi di un bambino che a settembre inizierà le scuo-le medie: «Vincere la finale con-tro gli olandesi e festeggiare con i miei compagni sarà indimenti-cabile, come anche la sensazione

Alessia Refolo è una ragazza non ve-dente fin da bambina. All’età di 18 mesi è sopravvissuta ad un neuro-blastoma, un tumore aggressivo che colpisce i bambini, pagando però un prezzo altissimo, in quanto i far-maci le hanno danneggiato la vista in modo irrimediabile. È una ragaz-za solare, ottimista, determinata e molto attiva e non permette alla di-sabilità di limitare le sue molteplici passioni.Vive con pienezza tutto ciò che fa. Adora lo sport e il suo grande talento è la scalata che l’ha portata, nel 2014 in Spagna, alla conquista del titolo di Campionessa Mondiale Paralimpica di arrampicata sportiva. Ha vinto poi nel 2018 il Campiona-to Europeo Paralimpico di sci nau-tico. Caratteristiche quali tenacia e forza di volontà le hanno consentito d’avere successo nella vita. Vive da sola, e nel suo appartamento riesce a essere indipendente, basandosi principalmente sull’ordine. La vo-glia di trasmettere messaggi positivi alle persone attorno a lei ha trasfor-mato il suo progetto “Se vuoi, puoi”, nato come hobby, in un vero e pro-prio lavoro, poiché tutto è possibile se lo si vuole davvero.

«Non mi sono mai fatta abbattere da questo problema, ma con il mio mantra “Se vuoi, puoi” e con il sup-porto della mia famiglia soprattut-to ho sempre cercato di fare tutto, di superare ogni ostacolo in diversi settori. Dallo sport, che adoro, negli studi, nei rapporti con gli amici e sul lavoro. Non mi sono mai fatta abbat-

di Deborah Villarboito di Deborah Villarboito

Patrick e il Baseball: Sognando il diamante più prezioso

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