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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2018 - numero 121 Il 31 ottobre scorso il sindaco di Manerbio, Samuele Alghisi, è stato eletto Presidente della Provincia. E’ la prima volta che un manerbiese, sul piano politico, varca vittoriosamente il ponte sul fiume Mella. Il nostro augurio è che operi, con profitto, per il meglio. Ci sia consentito, però, aggiungere che dovrà operare anche per la nostra Bassa. Fatta questa doverosa premessa, vorremmo sottoporgli un tema che riteniamo, al pari di tanti altri, fondamentale, anche se non compare mai nel dibattito politico, per la nostra area. Così come il Meridione d’Italia, tra le altre cose, ha accumulato nel corso degli anni un ritardo difficilmente colmabile con il Nord, anche la Bassa bresciana vede acuirsi il divario con le zone più ricche della Lombardia. Una analogia è possibile scorgerla nella fuga delle giovani generazioni dal loro luogo natio. SEGUE A PAGINA 2 Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli “La nuova Pianura”-Via S.Martino,11 Verolanuova (Bs) Iscrizione al Tribunale di Brescia 9/2017 del 22/06/2017 Stampa: CSQ spa - Erbusco (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Territorio pag 2 Territorio 3 Manerbio » 4 Manerbio - Il nostro dialetto » 5 Manerbio » 6 Manerbio » 7 San Gervasio » 8 Offlaga » 9 Orzinuovi » 10 Pontevico » 11 Pontevico » 12 Pontevico » 13 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 Rubriche » 16 PER LE PROMOZIONI Visita la vetrina sul nostro sito www.ilpiaceredelloro.it 10% IN PIÙ SU RITIRO ORO 50% IN PIÙ SU RITIRO ARGENTO I L P I A C E R E D E L L O R O PONTEVICO VIA XX SETTEMBRE, 79 IL PIACERE DELL’ORO PONTEVICO BAGNOLO MELLA VIA GRAMSCI, 153/A IL PIACERE DELL’ORO BAGNOLO MELLA PROMOZIONI STRAORDINARIE PER LE FESTE AUGURI DI SERENE FESTE Dolce é Natale, dolce é Gesù dolce é la neve che scende giù, dolce é la mamma ed il papà, e tutti quelli che sono qua. Oggi é Natale siam tutti contenti Auguri e bacetti a tutti i presenti. Affinchè l'atmosfera di Greccio riviva nelle nostre case e nei nostri cuori.

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2018 - numero 121

Il 31 ottobre scorso il sindaco di Manerbio, Samuele Alghisi, è stato eletto Presidente della Provincia.E’ la prima volta che un manerbiese, sul piano politico, varca vittoriosamente il ponte sul fiume Mella.Il nostro augurio è che operi, con profitto, per il meglio.Ci sia consentito, però, aggiungere che dovrà operare anche per la nostra Bassa.Fatta questa doverosa premessa, vorremmo sottoporgli un tema che riteniamo, al pari di tanti altri, fondamentale, anche se non compare mai nel dibattito politico, per la nostra area.Così come il Meridione d’Italia, tra le altre cose, ha accumulato nel corso degli anni un ritardo difficilmente colmabile con il Nord, anche la Bassa bresciana vede acuirsi il divario con le zone più ricche della Lombardia.Una analogia è possibile scorgerla nella fuga delle giovani generazioni dal loro luogo natio.

SEGUE A PAGINA 2

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania Brunelli“La nuova Pianura”-Via S.Martino,11

Verolanuova (Bs)Iscrizione al Tribunale di Brescia 9/2017

del 22/06/2017Stampa: CSQ spa - Erbusco (Bs)

Pubblicazione mensileE-mail: [email protected]

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[email protected] IL NOSTRO SITO

www.lapianura.it

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 2

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4

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Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 13

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Ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 15

Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 16

PER LE PROMOZIONI

Visita la vetrina

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10% IN PIÙSU RITIRO

ORO50% IN PIÙSU RITIROARGENTO IL

PIACERE

D

ELL’OR

O

PONTEVICO VIA XX SETTEMBRE, 79IL PIACERE DELL’ORO PONTEVICO

BAGNOLO MELLA VIA GRAMSCI, 153/AIL PIACERE DELL’ORO BAGNOLO MELLA

PROMOZIONI STRAORDINARIEPER LE FESTE

AUGURI DI SERENE FESTE

Dolce é Natale,dolce é Gesù

dolce é la neve che scende giù,dolce é la mamma ed il papà,e tutti quelli che sono qua.

Oggi é Natale siam tutti contentiAuguri e bacetti a tutti i presenti.

Affinchè l'atmosfera di Greccio riviva nelle nostre case e nei nostri cuori.

Pag . 2 Dicembre 2018Territorio

PROSEGUE DALLA PRIMA

Infatti, i figli della borghesia meridionale vengono a studiare al nord, in particolare a Milano, e dopo essersi laureati o restano qui da noi oppure emigrano all’estero.In questo modo le migliori energie giovanili del sud concorrono ad impoverire il loro territorio.Tutto ciò è applicabile anche da noi.I nostri giovani vanno a studiare a Brescia ed a Milano e, anche loro, una volta laureatisi, difficilmente tornano a casa.I migliori restano a Milano o emigrano.Tutto ciò è sotto gli occhi di tutti.Il rilancio della Bassa passa, anche e soprattutto, dalla mobilitazione delle proprie intelligenze migliori.La Provincia è una istituzione intermedia tra il territorio e la Regione.E’ un suo preciso dovere rimediare agli squilibri del territorio.A Samuele Alghisi, oltre agli auguri di rito, il compito di invertire questo stato di cose.Basta impoverire la Bassa e rilanciamola.

Nel corso di una riuscita serata che ha riunito tutti i suoi componenti, il Jolly Ski San Gervasio ha calato il sipario su questo felice 2018 che ha confermato una volta di più il ruolo di assoluto rilievo che la società guidata dal presidente Fedele Luzzeri occupa nel panorama nazionale ed internazionale dello sci nautico.Una posizione di prestigio che è stata sostenuta pure nel corso di questa stagione da diversi elementi, che vanno dai risultati ottenuti nelle competizioni più prestigiose alla capacità organizzativa posta ancora una volta in bella evidenza fino all’attenzione del tutto particolare riservata all’intento di preparare nuovi talenti grazie all’impegno dei

propri tecnici ed alla qualifica di scuola federale di questa disciplina. Un bilancio estremamente positivo che ha trovato un’illustre conferma nei numeri, visto che, oltre al secondo posto ottenuto nel Campionato Italiano (titolo vinto per ben dodici volte dal sodalizio bassaiolo), gli atleti del Jolly Ski hanno conquistato il ragguardevole bottino di tre medaglie d’oro e una d’argento agli Europei, un oro agli Assoluti, undici ori, quattro argenti e sette bronzi ai Campionati di categoria e tre ori e un bronzo alla “Pro Am”, una delle competizioni più importanti del panorama internazionale.A questo illustre resoconto agonistico è doveroso aggiungere le sei gare

Un 2018 positivo per il Jolly SKI

La Natività al circolo ACLI

Nella festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, aprono le visite al presepio del circolo Acli in via San Martino al civico 41, ispirato ai cinque misteri Gaudiosi del Rosario, pensato e realizzato dal presidente Angelo Bertelli che ha dato forma e significato alle postazioni. Un

presepio questo del circolo Acli di Manerbio che esplora la terra di Palestina con i simboli della tradizione da visitare nel periodo delle feste fino al 6 gennaio.

che hanno portato sulle acque del laghetto di San Gervasio atleti di ben trentasette nazioni, impegnati a contendersi l’ambita vittoria in manifestazioni che si sono confermate tra le più importanti e qualificate del panorama internazionale.Tutto questo, come è stato sottolineato con motivata soddisfazione dallo stesso presidente Luzzeri, per una realtà in costante crescita e che vanta solide basi per guardare avanti con motivata fiducia.Una società che, pur senza trascurare il particolare impegno a livello giovanile e per l’insegnamento di questo sport, affianca ai suoi alfieri più quotati, da Nicholas Benatti a Matteo Luzzeri, nuove leve in grado fin d’ora di prenotare un posto di primo piano nello sci nautico del

futuro, da Edoardo La Malfa (di Alfianello) a Florian Parth (che è stato anche premiato quale atleta dell’anno).Tutto questo per un progetto che punta a crescere ancora nel nuovo anno, in vista del quale sta prendendo forma un calendario di manifestazioni (si partirà il 16 giugno con la “Slalom Cup” prima di due grandi appuntamenti come il quattordicesimo “International San Gervasio”, 28-30 giugno, e la sesta “Pro Am”, 5-7 luglio) che possiede fin d’ora tutte le carte in regola per confermare il Jolly Ski San Gervasio ai vertici dello sci nautico (e non solo).

Luca Marinoni

Dicembre 2018 Pag . 3

Alle elementari i bambini giapponesi leggono “Cuore” di Edmondo De Amicis.

STRAMBERIE = Beppe Grillo interviene sulla questione IMU sentenziata dall’UE, Dice: “Se il Papa non ha i cinque miliardi di Ici che ci deve, San Pietro è perfetto come cinema multisala”. Poi aggiunge che siccome il debito pubblico è di 2.346.324.064.782 euro, il funambolico comico pensa di mandare Sergio Mattarella alla Magliana e affittare il Quirinale. E pure Palazzo Madama e Montecitorio, Palazzo Chigi e tutti i ministeri, dalla Farnesina al Viminale. Non è scritto da nessuna parte, sostiene sul blog, che parlamentari e ministri debbano stare nei lussuosi palazzi del centro, quando nemmeno se li sono meritati e se ne potrebbe ricavare un gruzzolo.

TRADIMENTO = La Lombardia della Lega, per 418.700 mila euro, ha venduto una vecchia chiesa di Bergamo alla comunità musulmana, che la trasformerà in moschea. È un po’ come Giuda con i 30 denari. Solo che qui l’unico, piccolo, suicidio è politico. Ci vogliono 90 giorni per definire il passaggio di proprietà deciso da un’asta vinta dall’Associazione Musulmani con un’offerta migliorativa il 20 settembre scorso, ma la frittata ormai è fatta: l’antica chiesa dei Frati Minori Cappuccini, incastonata tra le mura del vecchio ospedale in disuso diventerà moschea. “Come loro concittadino sono disgustato – commenta Feltri - Temo una deriva islamica, mi stupisco che nessuno

dei gozzuti abbia impedito lo sfregio sborsando una cifra modesta come quella citata onde vietare la consumazione di questa empietà”.

SUPERTASSATI = Quasi 600 euro in più rispetto alla media europea. È quanto hanno pesato le tasse, lo scorso anno, su ciascun italiano, compresi neonati e ultracentenari. A calcolarlo è stato l’Ufficio studi della Cga, l’Associazione artigiani e piccole imprese, sulla base della pressione fiscale registrata nel 2017 nei principali Paesi europei. Tra le nazioni più importanti, in termini di prelievo fiscale, va  peggio solo in Francia, Belgio e Svezia, dove l’esborso è stato rispettivamente di 1.765, 1.196 e 712 euro. Ma in quelle nazioni i servizi sono migliori. “In attesa della riduzione del peso fiscale, grazie all’estensione a tutti i contribuenti dell’applicazione della flat tax, nel 2019 corriamo il rischio che le tasse locali tornino ad aumentare”, ha avvertito il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo.

NATURA = Tra il 1970 e il 2014 la fauna selvatica (mammiferi, uccelli, pesci e anfibi) si è ridotta del 60%. Numero di specie a rischio estinzione: 8.500. Causa della strage: sovrasfruttamento e modifiche degli ambienti naturali provocate. In meno di cinquant’anni il 20% della foresta amazzonica è scomparso, in trent’anni il numero di coralli s’è dimezzato (Living Planet Report 2018 del Wwf).

SILURO = Nel campo sportivo di Pavone Mella allagato per

l’esondazione del Mella, è arrivato un pesce siluro di circa un metro e mezzo: dall’alveo del fiume ha nuotato fino al centro sportivo. Il grosso pesce si è adagiato tra i campi del tennis e la palazzina degli spogliatoi. Qui ha sguazzato per alcune ore cercando una via d’uscita, resa sempre più ardua per l’abbassamento del livello dell’acqua in rientro. Un pescatore lo ha catturato e riportato al fiume.

MISURE = Il cilindro in lega di platino e iridio conservato sotto tripla campana di vetro presso l’Ufficio internazionale dei pesi e delle misure di Sèvres sarà rimpiazzato da un calcolo che usa la costante di Planck, cioè il rapporto tra le particelle quantistiche e la loro energia. Per dare un’idea di questo tipo di definizioni, che hanno abbandonato i modelli materiali, quella del metro, non più la quarantamilionesima parte del meridiano terrestre, a suo tempo rappresentata da una sbarra di platino-iridio conservata presso l’Archivio internazionale dei pesi e misure di Sèvre, ma, dal 1983, la distanza che la luce percorre nel vuoto in un tempo pari a 1/299.792.458 di secondo.. C’era il fondato sospetto di una variazione intorno ai 35 microgrammi – il peso dell’ala di una farfalla – quindi lieve, ma il problema è che non era controllabile né predicibile. Così il comitato internazionale dei pesi e delle misure alla Conferenza generale di Versailles (13-16 novembre) ha deciso che il chilogrammo e le altre tre unità di misura – l’ampere per l’intensità di corrente, il kelvin per la temperatura e la mole per la quantità di sostanza – non definite in termini

di costanti della fisica, dal 20 maggio 2019 lo saranno.

RIFORMA - Il vicepremier Salvini vuole abolire il valore legale della laurea. A margine di un incontro il vicepremier ha affrontato questo argomento: “Dobbiamo mettere mano – riportafanpage.it – alla riforma della scuola e dell’università, affrontando la questione del valore legale del titolo di studio. Negli ultimi anni queste due strutture sono state soprattutto serbatoi elettorale e sindacali. Proprio per questo il valore della laurea è da affrontare." Parola di chi la laurea non ce l’ha?

SOGNI NEL CASSETTO = A proposito dei 18 miliardi che il governo giallo verde si propone di incassare vendendo beni pubblici: a Venezia i sette ettari dell’isola di Poveglia in faccia a Malamocco risultano tuttora invenduti, la massima offerta raccolta (e respinta) essendo di 513 mila euro per cinquant’anni di concessione. Offerte irricevibili anche: per il castello di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e per le sedi di Bankitalia di Imperia e Gorizia, per il Palazzo degli esami di Roma e per la Piazza d’Armi di Milano, per le Terme Berzieri a Salsomaggiore, per il Grand Hotel a San Pellegrino, per i 16mila metri quadri della sede della Regione che affacciano su piazza Castello a Torino. Questi beni erano compresi nel piano di dismissioni del governo Letta, anno 2014, che si proponeva di raccogliere non 18 miliardi, ma 500 milioni. E non in un anno, ma in tre.

METTETEVI COMODI

Territorio

Don Paolo Gregorini, è stato nominato parroco dell’unità pastorale della Valcamonica che comprende le parrocchie di Borno, Bessimo Inferiore, Ossimo Superiore, Lozio e Villa di Lozio.Il 13 gennaio farà il suo ingresso mentre sta preparando il trasloco da Manerbio.Lo accompagna il nostro augurio di “Buon lavoro” unitamente al “grazie” per il suo servizio nella parrocchia di San Lorenzo Martire.

Don Paolo va in

Valcamonica

A Marianna Baldo, presidente dell’Avis Manerbio è stata conferito il premio giornalismo per aver creato un video in occasione di una conferenza medica in Loggia il 18 giugno 2018 in cui si affrontava il tema della donazione degli organi. Il video è diventato il virale tra le associazioni Aido ed è ora in utilizzo all’Aido provinciale di Brescia per la promozione del dono col titolo “io vivo perché...”. Il filmato è stato girato a Brescia con persone bresciane prevalentemente giovani che hanno affrontato e superato il trapianto di organi (tra i quali il campione del mondo di ciclismo per trapiantati Ermanno Manenti di Manerbio. L’organizzazione del premio si deve a Rosaria Prandini, presidente Aido

provinciale Brescia e al cavalier Lino Loro firmatario del premio.

Premio alla presidente AVIS

Pag . 4 Dicembre 2018Manerbio

Lo scioglimento della Lega tessile cattolica di ManerbioLa Lega tessile di ispirazione cattolica si costituisce nel maggio 1919 ed aderisce immediatamente al SIT (Sindacato Italiano dei Tessili).Le operaie e gli operai del Lanificio sono da sempre, in larga maggioranza, aderenti al mondo cattolico ed in conflitto con i socialisti.Questa è una delle principali ragioni per le quali decidono di costituirsi in una forza organizzata al fine di meglio contrastare l’azione sovversiva dei socialisti in fabbrica.Il primo Congresso provinciale del SIT si celebra il 14 dicembre 1919 e vede la partecipazione della neo nata Lega.In contemporanea, la Lega tessile socialista aderisce alla FIOT (Federazione Italiana Operai Tessili) ovvero al Sindacato di classe aderente alla Camera del lavoro.Il primo accordo sindacale stipulato a Manerbio è quello del 5 gennaio 1920.E’ sottoscritto tra Doussain, direttore del Lanificio di Manerbio, Mario Frola, in rappresentanza dell’Associazione Industriale Lanieri, Angelo Pina, Segretario della Federazione provinciale tessile aderente al SIT, don Paolo Piacentini, della sezione di Manerbio per i richiesti miglioramenti salariali con effetto retroattivo al 15 novembre 1919.L’aumento retributivo oscilla tra le 0,4 e le 1,5 lire al giorno.La sottoscrizione dell’accordo scatena la reazione della Lega socialista che organizza due assemblee presso il Teatro comunale volte ad invalidare l’intesa introducendo delle condizioni per avere il suo consenso.Un ulteriore comizio della Fiot viene organizzato nella prima decade di febbraio.Fallito questo primo obiettivo, l’azione di contrasto dei socialisti si riversa sul nuovo Concordato nazionale.Il 1 aprile 1920 iniziano le agitazioni sindacali da parte di operai aderenti alla Camera del lavoro.A fronte dell’attivismo dei socialisti, i cattolici replicano con una serie di iniziative.La prima è svolta il 2 aprile 1920.In questa occasione la sezione manerbiese delle operaie tessili del sindacato cattolico si dota di un proprio vessillo.La cerimonia di inaugurazione avviene con la benedizione.La seconda è del 5 aprile.Il Circolo operaio cattolico di Manerbio, la Sezione tessile di Manerbio con la banda musicale partecipano alla grande festa di

Pontevico.I manerbiesi convenuti sono oltre trecento.Nella stessa giornata si registra la reazione dei socialisti che organizzano un comizio con la presenza di Domenico Viotto.I cattolici, pur invitati al contraddittorio, non si presentano nonostante la presenza a Manerbio, di ritorno da Pontevico, di Giovanni Maria Longinotti.A questa polemica, i cattolici rispondono con una grande manifestazione di zona a Manerbio organizzata il 23 aprile.Alle ore 10.30 inizia a sfilare il corteo nella cui coda vi sono 400 manerbiesi aderenti all’oratorio, al Circolo operaio ed alla Sezione tessile.Un drappo bianco di seta con nel mezzo la croce col motto costantiniano In hoc signo vinces viene portato da un giovane operaio affiancato dalle madrine Maria Ruggeri e Teresina Fioni.Il corteo sfila lungo via san Martino, piazza Mazzini e via XX Settembre per concludersi con la Santa Messa celebrata nella parrocchiale.Successivamente un banchetto di 400 invitati viene imbandito all’oratorio.Alle ore 14.30 quattromila persone partecipano al comizio che viene concluso da un discorso dell’on. Longinotti.Alle ore 16.00 solenne Te deum in parrocchiale.A livello nazionale, però, si sigla un’intesa tra i due sindacati, il SIT cattolico e la FIOT socialista.Il 17 luglio 1920 siglano un concordato nazionale per i lanieri.L’accordo prevede un aumento salariale minimo di lire 4,50 al giorno che corrisponde ad una media di lire 6, un aumento di lire 2 per gli apprendisti, un’indennità di straordinario pari al 40% nei giorni feriali, all’80% nei festivi, al 20% per i lavori notturni, un sussidio di disoccupazione pari a lire 5 più altre 0,75 per ogni componente del nucleo famigliare.Ma chi ottiene, nell’agosto 1920 l’applicazione integrale del concordato laniero per i dipendenti del Lanificio è la Lega cattolica, a sottolineare il rapporto privilegiato con la direzione del Lanificio.Altro elemento di divisione tra Cattolici e Socialisti è il risultato elettorale delle Amministrative del 10 ottobre.Dopo il conseguimento della maggioranza assoluta ottenuta dal PSI alle Elezioni politiche del 1919, i Socialisti contano di conquistare il Comune.

Vari ostacoli si frappongono però al conseguimento della vittoria, tanto che il 7 ottobre i Socialisti indicono uno sciopero generale cui hanno aderito i lavoratori del Lanificio ed i contadini.La proclamazione dello sciopero è stato originato dalla mancata iscrizione nelle liste elettorali per le Amministrative di alcuni elettori socialisti che precedentemente avevano votato alle elezioni politiche dell’anno prima.Da Brescia sono stati prontamente inviati a Manerbio rinforzi di Carabinieri e di Guardie regie.Il risultato elettorale non è favorevole ai Socialisti che il 10 di ottobre soccombono contro una lista bloccarda all’insegna dei tutti uniti contro il pericolo rosso.La frustrazione dei Socialisti si manifesta il 12 ottobre 1920.A mezzogiorno viene proclamato lo sciopero generale.La locale sezione socialista chiede l’annullamento delle Elezioni amministrative nelle quali avrebbero votato pure parecchi elettori morti.Questa volta le maestranze del Lanificio non hanno aderito allo sciopero.Il 4/5 dicembre si celebra il II Congresso provinciale della Federazione tessile aderente al SIT.Sono 45 le sezioni attive in provincia e tra queste vi è quella di Manerbio.12.000 sono gli iscritti in 70 stabilimenti.In 10 stabilimenti il sindacato cattolico è in minoranza, in altri 10 è in maggioranza (è il caso del Lanificio di Manerbio), mentre negli altri 50 ha la totalità degli iscritti.Tra gli interventi più applauditi vi è quello di don Paolo Piacentini della sezione di Manerbio.Per l’elezione della giunta esecutiva risulta eletto, tra gli altri, il manerbiese Angelo Pini con 10.933 voti.Don Paolo Piacentini, il leader sindacale dei cattolici, viene apostrofato dai socialisti come don Furia, per l’animosità dimostrata nell’azione sindacale.Il 15 febbraio 1921 il Sindacato cattolico fa registrare un altro successo.

Viene firmato il concordato per i lanieri tra il SIT e l’Associazione Industriale Lanieri con decorrenza 1 dicembre 1920.Fra le novità l’istituzione delle ferie che sarà di sei giorni all’anno e dell’indennità di licenziamento per chi avrà maturato almeno tre anni di anzianità.L’indennità del caro viveri è prevista in misura del 15% del salario globale dell’operaio, l’indennità per le ore di straordinario è pari al 40% nei giorni feriali e all’80% in quelli festivi, l’indennità per il lavoro notturno è prevista nel 20%.I salari giornalieri, a seconda delle diverse mansioni, oscillano da 9,40 a 15,50 lire con punte superiori fino a 20 lire per i lavori speciali (fuochisti, macchinisti patentati, meccanici, elettricisti, falegnami, incollatori e magazzinieri).Sul piano della solidarietà con le operaie cattoliche in sciopero, la Lega bianca di Manerbio non si sottrae al proprio contributo.Nel marzo 1921 la sezione manerbiese del SIT raccoglie la somma di lire 375,40 per le filatrici di Pilzone e Sale Marasino in sciopero da alcune settimane.L’azione di propaganda dei cattolici è incessante.Nell’aprile 1921, Castagna, Segretario federale del SIT, incontra le operaie del Lanificio di Manerbio.La Lega cattolica partecipa attivamente alla vita sindacale.Il 12 giugno si tiene un Convegno delle presidenze delle sezioni tessili della provincia aderenti al Sindacato Italiano Tessili di matrice cattolica.Tra le partecipanti la sezione di Manerbio.I socialisti però non sono fermi.

Segue

Dicembre 2018 Pag . 5Il nostro dialetto - Manerbio

I protagonisti manerbiesi della Grande Guerra

A seguito della pubblicazione dell'elenco sia dei caduti che dei reduci di Manerbio della Grande Guerra ci sono giunte alcune segnalazioni di mancanze nell'elenco dei reduci.Se qualche storico o famigliare volesse segnalarci ulteriori carenze, ci sarebbe molto gradito così da poter avere un elenco il più completo possibile dei reduci.Come comprenderete bene, la mole di lavoro è significativa in quanto stiamo parlando complessivamente di più di 650 persone che hanno

militato nell'esercito. Spesso hanno lasciato come unica traccia reperibile oggi il proprio foglio matricolare disperso tra i vari Archivi di Stato (Brescia, Cremona e Bergamo, per quello che ci riguarda), senza contare le inesattezze e gli errori per cui vi possono essere diverse allocazioni rispetto a quelle previste.Ad oggi ci hanno segnalato tra i reduci non elencati:Crescini Angelo Fausto;Guerreschi Angelo;Guindani Domenico.

Antonio Fappani,prete e storico

Il nostro ricordo è per mons. Antonio Fappani, che ha prodotto un patrimonio culturale con lavoro di indagine nella quale ha dimostrato che non esiste una storia «minore» e una storia «maggiore», ma esista l’amore per la ricostruzione di ciò che gli uomini e le donne sono stati e di come hanno influenzato il pensiero e la vita di altri uomini e altre donne.

E’ stato un «artigiano» della cultura bresciana, un instancabile produttore di scritti dotato di una cultura del lavoro e di una capacità produttiva fuori dal comune. Qualcuno l’ha definito “un prete in bicicletta, un uomo con la tonaca, fuori dalla canonica”.Vestiva una tonaca larga; d’inverno una sciarpa fin sopra la bocca per difendersi dal freddo e dalla brina. E’ stato custode della tradizione, un pozzo di sapere con l’ansia del fare cristianamente intesa.Questo è stato don Antonio Fappani che ci ha lasciati a 95 anni a fine novembre di questo 2018 dopo aver creato e lasciato l’eredità della Fondazione Civiltà Bresciana, realizzata con fatica e superando non poche difficoltà. Il vescovo Pierantonio ha celebrato le esequie in un Duomo gremito e di mons. Fappani ha elogiato “l’uomo di cultura ma anche il sacerdote fedele al Vangelo e all’imperativo della carità, figura tipicamente bresciana di anima popolare e fine intelligenza”.Mons. Gabriele Filippini, rettore del seminario diocesano, scrive che “don Antonio era un prete completo tanto più autorevole perché silenzioso e nascosto nella sua poderosa attività” mentre aggiunge: “Ha tenuto alta la pietà popolare il patrimonio di Fede cristiano generato dalla gente comune ed ha fatto di stimolo nel cercare nuove vie e nuovi mezzi per comunicare la cultura religiosa e i contenuti cristiani rendendoli chiari e percepibili”.La salma è tumulata nel cimitero di Quinzano d’Oglio il suo paese d’origine nel quale egli stesso ha voluto ritornare.

Domenica 25 novembre l’ANC di Manerbio ha festeggiato la patrona Virgo Fidelis e commemorato i caduti di Nassiriya. Il corteo per le vie cittadine per arrivare al monumento al Carabiniere in Piazza Falcone, dove sono stati letti i 19 nomi dei martiri accompagnati dalle note del silenzio, depositata la corona d’alloro, il corteo si è avviato al monumento dei caduti di tutte le guerre dove con le note del Piave si è deposta la corona d’alloro.La manifestazione si è conclusa nella parrocchiale con la Messa solenne celebrata dal neocappellano ANC don Alessandro. Presenti a questa

manifestazione il neo presidente della provincia di Brescia dott. Samuele Alghisi, il comandante della stazione dei carabinieri di Manerbio,il vice comandate della guardia di finanza di Manerbio, un rappresentante dell’esercito, il comandante della polizia locale di Manerbio, un gruppo di ragazzi delle scuole medie ed elementari accompagnati dagli insegnanti e dalla dirigente scolastica. Rappresentanti della giunta comunale e tutti i volontari del gruppo ANC di Manerbio. Al completo il consiglio direttivo ANC con il presidente Anni e tanti altri soci e cittadini.

L'ANC festeggiala Virgo Fidelis

Gioàn Caràfa e ‘l Nedàl dèl Vigile

L’è uramai ‘na tradissiù:anche st’an deànti al «Gamber»söl cantù ‘n do ólta i pòrtech,la matìna dè Nedalpasserà ‘l Bambin Gesùper i vigili dè l’urdin;e i Bressà, che i gà del tenerper i brài «capilù»,sentinèle dè l’asfaltcondanàcc a fà dè pernoa öna giostra universàl:i Bressà, semper tiràcc,i deènta generùs.Urdinàcc e silensiùsI sé mèt èn prucissiù:chi ghè porta ‘na soprèssachi ‘n salàm, chi ‘n cudighì,chi na copa, chi ‘n persöt …porta ognü chèl poc che i pöl(mé ghè portarès èl si,de fa dènter chèl che i völ!).Dìse mìga pò del vi:chi ‘na bòssa, chi ‘n fiascù,che cucagna! st’an che e vó a fà ‘l vigile anche mé!…

Gioàn Caràfa e il Natale del vigile

È oramai una tradizione:anche quest’anno davanti al “Gambero” (storico albergo di Brescia)sull’angolo dove svoltano i portici,la mattina di Natalepasserà il Bambin Gesùper i vigili dell’ordine;e i bresciani che hanno del teneroper i bravi “cappelloni”,sentinelle dell’asfaltocondannati a far da pernoad una giostra universale:i Bresciani, sempre poco generosi,diventano generosi.Ordinati e silenziosisi mettono in processione:chi porta loro una soppressa,chi un salame, chi un cotechino,chi una coppa, chi un prosciutto …porta ognuno ciò che può(io porterei loro il maiale, da poter farne quello che vogliono!).Non dico poi del vino:chi una bottiglia, chi un fiascone …che cuccagna! L’anno prossimovado a fare il vigile anch’io!

Poesia dialettale

Pag . 6 Dicembre 2018Manerbio

Solidarietà degli AlpiniDopo il defibrillatore posizionato all’entrata dell’istituto superiore Blaise Pascal di Manerbio, in via Solferino, un secondo strumento di ultima generazione è stato donato dal Gruppo Alpini e installato nella palestra delle scuole di via Galliano a disposizione di coloro che lo utilizzeranno. Così atleti, studenti e personale sono cardioprotetti grazie alla generosità di coloro che ogni giorno si spendono per il bene della propria comunità, cioè gli alpini coordinati dal capogruppo dalle Penne Nere Gabrio Scartapacchio. Sullo strumento è stata posta la targa: “Dono in memoria di Mario Ambrosini” che abitava a Offlaga, è stato un infermiere del Pronto soccorso scomparso a dicembre del 2016 a soli 58 anni. Il

gesto di solidarietà delle Penne Nere è stato inaugurato presenti esponenti del Gruppo Alpini, la dirigente dell’Istituto comprensivo Annamaria Alghisi, l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Vittorielli, e quello ai Servizi sociali Liliana Savoldi, insieme ad alcuni consiglieri.

L'acquedotto fa... acqua

Forse è il caso di preoccuparsi per le condizioni della rete idrica che perde acqua dalle tubature. Infatti avviene che gli idraulici di A2A sono chiamati a tamponare le falle che trasudano sull’asfalto.Come sta avvenendo nella centrale via San Martino nella quale un anno fa, l’11 novembre, è stata fatta festa in pompa magna per la conclusione dei lavori con manutenzione delle reti di gas, luce e acqua e l’asfalto.Fu gran festa con le autorità schierate per il taglio del nastro tricolore, col corteo che ha percorso il nuovo asfalto aperto dalla banda Santa Cecilia, e seguito di partecipanti plaudenti.A distanza di dodici mesi però, qualche crepa appare evidente ogni

tanto in particolare per le condotte dell’acqua che fanno filtrare il contenuto e provocano piccoli allagamenti.Una prima volta proprio di fronte al circolo Acli, una seconda volta all’altezza del condominio, e recentemente poco distante. A fine novembre gli idraulici sono tornati al lavoro per un paio di altre falle sempre provocate dalle condotte dell’acquedotto. Rubinetti a secco durante la mattina, come nelle precedenti, rinnovando difficoltà alle massaie che armeggiavano in cucinare impegnate a preparare il pranzo per la famiglia. Come dire che per via San Marino a Manerbio, le disavventure sono ricorrenti per l’acquedotto colabrodo.

L’Amministrazione comunale darà la possibilità di avere una riduzione del 30 per cento in più rispetto alla normativa in vigore: viene abbattuto il costo di costruzione per le ristrutturazioni del 50 per cento rispetto al 20 per cento di prima, su di esso si calcoleranno gli oneri da versare al Comune. Lo ha deciso il consiglio comunale di Manerbio

e l’assessore Giandomenico Preti commenta: “Vogliamo incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente e favorire la ristrutturazione anche, e soprattutto, del centro storico. Abbiamo deliberato che i costi di costruzione siano inferiori ai valori determinati per le nuove costruzioni”.

Ristrutturare gli edifici in centro storico conviene

Come vestivano i nostri antenati, nel calendario AVIS

Dedicato ai costumi dal secolo tredicesimo all’Ottocento il calendario 2019 dell’Avis intercomunale di Manerbio, In gennaio i costumi del 1220 e 1300 della semplicità della “moda maschile che di quella femminile”. Poi via via i drappeggi e le tuniche particolarità diffuse nel quattordicesimo secolo per febbraio molto simili a quelli illustrati per marzo, aprile e negli altri mesi pur con varie sfumature. Le due copertine sono illustrate: la prima un ritratto del Pitocchetto, cioè quel Giacomo

Cerutti che nelle sue opere evocò il mondo degli umili e dei pitocchi in età settecentesca; nella seconda la figura di Vernica Gambara, la nobildonna di Praboino andata sposa a Gilberto X, signore di Correggio, che governò il piccolo stato e come poetessa diede prova di saggezza con le sue rime, petrarchescamente eleganti e corrette. Con questo calendario 2019, l’Avis intercomunale di Manerbio prosegue nell’impegno di fare cultura nell’ambito sociale.(foto: una pagina con foto dell’Ottocento)

Dicembre 2018 Pag . 7Manerbio

Venerdì 16 novembre, presso il Politeama di Manerbio, si è tenuto l'evento "PASSO DOPO PASSO INSIEME" organizzato dalla farmacia comunale Far.Ma srl per illustrare alcune nuove possibilità di sostegno al malato di tumore.La serata, pur affrontando temi importanti e difficili, è stata condotta in modo interdisciplinare alternando interventi di carattere più scientifico a momenti di spettacolo.Lo staff della farmacia ha illustrato lo scopo sia della serata che della loro attività come: "Il nostro obiettivo è garantire una migliore qualità della vita alle pazienti ed aiutarle ad affrontare gli effetti collaterali estetici delle terapie. Questi ultimi, infatti, impattano negativamente sulla qualità di vita e sulla percezione della propria immagine corporea, influenzando la vita sociale della paziente.In quest'ottica, insegnare alle donne a prendersi cura della propria pelle, quali trattamenti estetici possono fare, come truccarsi per nascondere pallore e rush cutanei non è solo una parentesi di leggerezza, durante la quale non pensano alla malattia e non si sentono,

malate, è una iniezione di fiducia, uno strumento di supporto psicologico che le aiuta a ritrovare forza, a sentirsi bene con loro stesse, a rilassarsi prima delle terapie ed ad affrontarne le conseguenze con una marcia in più.Da anni ci prendiamo cura dei nostri pazienti che ogni giorno varcano la nostra porta, e da oggi siamo, ancor più orgogliosi di aver dato vita a questo nuovo progetto così importante per tutta la comunità."Oltre a diverse testimonianze dirette, vi è stato anche l'intervento di Chiara Boschieri che oltre ad essere una formatrice multidisciplinare in estetica e cosmetica oncologica, ha avuto anche esperienze familiari.A questo evento ha portato i saluti anche il presidente della Adamo Onlus di Manerbio.All'evento erano altresì presenti tra il pubblico molti medici, infermieri e familiari di pazienti, oltre alla popolazione interessata.Presso la farmacia comunale sarà possibile avere un colloquio di approccio multidisciplinare sia farmaceutico che estetico per sostenere il paziente.

Un sostegno concreto per i malati di cancro

Pag . 8 Dicembre 2018San Gervasio

Si avvicinano le festività natalizie e già si inizia ad assaporare la dolce at-mosfera che avvolge e coinvolge un po’ tutti ed iniziative ed eventi legati al Natale cercano di renderla ancor più magica e coinvolgente. San Gervasio avrà, come tanti pae-si, il proprio evento natalizio grazie all’impegno delle Associazioni cul-turali presenti nel Comune: le Asso-ciazione Athena, Euterpe e L’Acca-demia dell’arte e della musica “Lino Fassoli”. Grazie alla sinergia e collaborazione del Gruppo Volontari per San Ger-vasio, le Associazioni Avis e Aido, i commercianti che hanno aderito con una partecipazione diretta e una pre-senza attiva con fantasie legate alla loro attività, tutta la cittadinanza po-trà assistere il giorno 23 dicembre a “Merry Christmas” Concerto gospel by Joyfull Gospel Choir davanti al Sa-grato della Chiesa Parrocchiale, alle ore 16,30, sarà la cornice ideale del clima na-talizio. Il coro, molto conosciuto ed

affermato, è diretto da Brunella Maz-zola e composto da una quarantina di componenti che le Associazioni promotrici sono molto felici di ospi-tare anche perché tra i suoi coristi vi è una concittadina, Cristina Signo-rini, a cui dobbiamo essere grati per rappresentare il paese e per affermare che anche in una piccola comunità è bene dare spazio a chi mostra talen-to nella musica ma nella cultura in generale. Un concerto che saprà sicuramente catturare l’attenzione, saprà farsi ap-prezzare per il suo valore e trasmet-tere quello spirito di fratellanza, di pace e di condivisione umana e so-ciale di cui si nutre la musica soul e rhythm and blues. Ma durante il pomeriggio grandi e piccoli troveranno piacevoli sorpre-se da non perdere e godersi un po-meriggio allegro e sereno aspettando Natale. Le Associazioni aspettano la cittadi-nanza nella convinzione di realizzare una piacevole iniziativa per il paese.

Un Natale...a suon di Gospel

Domenica 23 Dicembre

dalle 15:00 alle 18:30Via IV Novembre - San Gervasio -

in collaborazione con i commercianti del paese

by Joyful Gospel Choir

Un Ringraziamento sempre più partecipato quello di San Gervasio, una manifestazione che attira ogni anno amici anche da Milzano, Pontevico, Isorella, Gottolengo e Manerbio. Un gioioso ritrovo di giovani e meno giovani, tutti accomunati dalla stessa passione: l’agricoltura.Tra i partecipanti anche Alessandro Baronchelli, Presidente Provinciale di Copagri.Ritrovo in Cascina Salera alla frazione Casacce con un’ottima colazione a base di pane e salame ed un buon bicchiere, sfilata dei mezzi, Santa Messa celebrata da Don Vittorio, parroco di San Gervasio, benedizione dei mezzi e degli animali sul sagrato della Chiesa e su tutta già IV Novembre. E, per finire in bellezza, un lauto pranzo al

Ristorante TheGustibus sempre a San Gervasio.Grandi e piccini con gli occhi luccicanti e festosi al passaggio dei trattori, tirati a lucido per l’occasione.“E un pensiero” commenta Debora Migliorati, promotrice della manifestazione insieme agli amici agricoltori, “un pensiero va sempre ai nostri Agricoltori in Cielo, anche a loro il nostro “grazie” per averci insegnato ad amare la terra”.

Il Ringraziamento degli agricoltori

Dicembre 2018 Pag . 9Offlaga

Bruno Andreoletti, erede della pasticceria bresciana“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, la sua testa ed il suo cuore è un artista.”E’ con questa citazione di S. Francesco d’Assisi che la pasticceria Andreoletti di Offlaga accoglie quanti si accingono a visitare il sito internet del negozio e certo stupisce che un’attività quanto mai terrena com’è quella di una pasticceria, legata a prodotti che molti definirebbero superflui per la mensa quotidiana, tragga ispirazione proprio dalla spiritualità delle parole del poverello d’Assisi...A ben pensarci però non vi è nulla di strano, se la scelta di chi opera in questa attività è quella di mettere il cuore in ciò che considera non esclusivamente un lavoro, ma una vera una passione capace di dare vita ad un’ispirazione che a sua volta diventa creazione… A dire il vero, quelle che realizza nel suo laboratorio Bruno Andreoletti, giovane pasticcere dellese, con “bottega”ad Offlaga, più che semplici dolci sono vere e proprie opere d’arte che alla bellezza dei colori e delle forme uniscono l’altissima qualità degli ingredienti. Il risultato di questo connubio perfetto è sotto gli occhi (o forse sarebbe meglio dire “sulla bocca” di tutti…A partire dal fatto che dopo l’apertura della pasticceria offlaghese, avvenuta nel 2009, Bruno ha raddoppiato rilevando nel 2015 la storica pasticceria Almici di via Aleardi in città. E certo il cuore unito alla grande professionalità ed a tanto lavoro gli hanno permesso, ad appena 31 anni, di raggiungere già grandi risultati tanto da essere considerato uno dei più promettenti professionisti del settore del territorio… A premiare i suoi sforzi i tanti riconoscimenti già ottenuti a partire dai più recenti: il primo posto guadagnato il 24 novembre scorso al Concorso professionale per il “Miglior Panettone tradizionale al Cioccolato” all’interno della due

giorni milanese de “I Maestri del Panettone” ed ancora il secondo posto conquistato all’edizione 2018 del concorso nazionale “Mastro Panettone” per il miglior panettone tradizionale d’Italia, conferitogli il 5 novembre nello splendido contesto di Villa Menelao a Turi cittadina della provincia di Bari. Successi che si sommano al riconoscimento delle “due torte”(per entrambe le sue pasticcerie) da parte della prestigiosa guida “Pasticceri & Pasticcerie” del Gambero Rosso. La storia professionale del giovane pasticcere racconta di un percorso fatto di umiltà, di lavoro e di grande passione. Bruno ancora studente ha l’opportunità di fare il suo primo tirocinio alla Pasticceria Veneto di Brescia avendo così come suo primo maestro il grande pasticcere Iginio Massari. Un incontro fruttuoso quello con l’indiscusso maestro della pasticceria italiana, visto che una volta terminati gli studi Bruno ha l’onore di essere richiamato da Massari che lo fa entrare nel suo staff. Durante i cinque anni trascorsi alla “Veneto” sotto l’attenta ala protettrice del grande pasticcere, il giovane impara molto. Così, nel 2009, non senza qualche timore, decide di spiccare il volo ed insieme alla fidanzata Veronica, conosciuta proprio alla Pasticceria Veneto, e sostenuto da tutta la sua famiglia trova il coraggio di aprire una pasticceria tutta sua ad Offlaga, paese d’origine di mamma Gloria, dove di pasticcerie non c’era neanche l’ombra … Una scelta che, oltre a fare felici i palati di tanti offlaghesi, si rivela vincente anche dal punto di vista professionale … Già nel 2011 infatti, Andreoletti vede riconosciuta la sua professionalità con il conferimento della De.C.O (Denominazione Comunale di Origine), la prima riconosciuta ad un prodotto del territorio offlaghese, ad una sua “creatura”: il “Dolce di S.Imerio”. Si tratta di una variante del più tradizionale panettone lombardo, un dolce che trova la sua

peculiarità nella r i c e r c a t e z z a degli ingredienti utilizzati, nel lungo processo di lievitazione rigorosamente naturale e nella sua particolare l e g g e r e z z a . Un prodotto s e m p l i c e al l ’apparenza, ma frutto della passione

e dell’esperienza di un giovane innamorato della sua professione ed in particolare dei lievitati. Insomma, il riconoscimento attribuito al dolce intitolato al patrono offlaghese è stato davvero benaugurante…Poi nel dicembre del 2015 la decisione di raddoppiare la sfida rilevando la storica “Almici” di Brescia che oggi porta il nome Andreoletti …Nonostante la sua giovane età Bruno Andreoletti può certamente vantare un curriculum ed apprezzamenti di tutto rispetto ma siamo certi che

nonostante i già numerosi successi, sia riuscito a mantenere l’umiltà e la gentilezza di quel ragazzo che appena poco più che ventenne si accingeva ad affrontare una professione non facile e che è prima di tutto passione… Ne siamo convinti perché chi è capace di dare vita a piccoli capolavori non può che creare con il cuore, quello stesso cuore che distingue non solo un artigiano da un artista, ma anche un artista … da un grande artista!

Stefania Brunelli

Pag . 10 Dicembre 2018Orzinuovi

La cascina Cerudina di OrzinuoviLa cascina Cerudina, posta sulla strada che da Orzinuovi conduce a Coniolo e che anticamente era nota come strada Manieniga, è certamente una delle più imponenti dell’intero territorio orceano.E’ certo che risalga almeno agli inizi del 1500, anche se i primi dati a noi noti ci riportano all’Estimo catastale del 1597.La Cerudina è certamente la cascina che conserva la più completa e complessa struttura originaria, oltre a disporre di una chiesetta con lo stemma della casata che ne era stata per secoli proprietaria. E’ documentato che i primi

proprietari della Cerudina furono i nobili Martinengo che lo sarebbero rimasti sino alla metà del 1800. Ancor oggi il loro stemma con l’aquila rossa campeggia nella chiesetta annessa a quello che era stato il loro palazzo padronale.Nell’Estimo catastale del 1641, conservato presso l’Archivio di Stato di Brescia, il fenil della Cerudina viene così descritto: “Un cortino di corpi cinque di casa, con fenile ad uso di due massari, malghese et fattore, con ara et horto et insieme tre casette di bracente attacate con una colombara sita in contrada della Cerudina. Confina con la seriola Battista”.

Proprietaria era allora la Illustrissima contessa Francesca Martinengo, e la medesima contessa possedeva alcune case all’interno del castello di Coniolo e terreni per 180 piò soprattutto attorno alla Cerudina, ma anche nelle contrade C a m p a g n a , Maistrino e

Lamino. Sappiamo che in quel tempo la cascina era abitata dalle famiglie Pozzali, Ferrari, Migolino, Pivano, Beltrami.Nel 1706 durante la Guerra di Successione Spagnola, anche le nostre terre vennero attraversate dagli eserciti stranieri in lotta fra di loro per le ricche province dell’Italia, e dove passavano spargevano il terrore per le loro razzie e le loro violenze. Anche la Cerudina fu vittima di queste ruberie e ne è rimasta precisa memoria da quanto lasciato scritto in data 23 febbraio 1706 dal parroco di Coniolo don Calimerio Cristoni con il racconto del fatto che i soldati ispano-tedeschi derubarono gli abitanti della Cerudina dei loro averi e degli animali, oltre a saccheggiare anche la chiesa.Citiamo alcune famiglie che da documenti dell’archivio parrocchiale di Coniolo risultano essere vissute in questa cascina nel 1700: Frerino, Scolari, Santi, Ridolfo, Rossi, Rodello, Bonazola, Piantone, Garzello, Gandino, Pedrinello, Cirimbello, Milchiotti, Cominasso, Varisco.Nel 1800 i proprietari della

Cerudina risultano Venceslao e fratelli Martinengo dalle Palle d’oro; ai Martinengo subentrò alla fine del 1800 la famiglia Bergamaschi con Giuseppe nato nel 1866 a Soncino.Dal censimento del 1921 risulta che la cascina era abitata da 44 persone, nel 1931 da 53 persone e nel 1936 da 48. Vi citiamo le famiglie che nella prima metà del 1900 abitavano alla Cerudina: Albini, Bellaviti, Bergamaschi, Bodini, Bossoni, Frigerio, Locatelli, Manfredini, Mersoni, Paderno, Parma, Pezzoli, Rezzola, Sottura, Vailati.La chiesetta della Cerudina era intitolata a “Santa Francesca Romana” e fu per secoli un elegante edificio ben costruito e ornato di preziose suppellettili grazie alla contessa Francesca. Vi celebravano dei sacerdoti che venivano retribuiti dagli stessi Martinengo.

Dario Ghirardi

Un'antica cronaca per la chiesa di S. Rocco di ConioloEsiste in Coniolo, la maggiore frazione di Orzinuovi, una chiesetta dedicata a S. Rocco posta proprio di fronte alla chiesa parrocchiale e sulla vecchia strada che arrivava da Orzinuovi.Questa cappella risale ad un voto della locale comunità in seguito ad una delle tante pestilenze che avevano colpito il nostro territorio soprattutto nella seconda metà del 1400.Ma chi transitasse nei suoi pressi faticherebbe a trovarvi una immagine del Santo invocato in soccorso contro la peste e il cui culto è fra i più diffusi anche nella nostra provincia, tanto

che è raro non trovare nei nostri paesi una chiesa, grande o piccola, a lui dedicata.All’esterno, infatti, si vede una riproduzione della ben nota “Madonna di Caravaggio”, mentre al suo interno si conserva una statua raffigurante una “Madonna in trono che allatta il Bambino”.Questa statua, in legno dorato e policromo, è alta 120 cm ed é fatta risalire per la sua fattura al secolo XVI.L’inizio della sua presenza in questo edificio non è documentato con precisione. Si è sempre detto, infatti, che non si era a conoscenza

dell’epoca nella quale questa effige poteva essere stata collocata in questa cappella dedicata, come detto, a S. Rocco. E’ certo, comunque, che sino al 1580 non poteva essere presente in quanto non è stata mai citata nelle due Visite Pastorali di quel secolo.Una antica cronaca, da noi raccolta, e che risalirebbe al tempo in cui in Coniolo era ancora presente la grande abbazia degli Agostiniani, abbazia di cui si conserva tuttora il nome in un grande cascinale posto poco distante dalla attuale chiesetta, potrebbe far luce sulla sua misteriosa origine.I frati agostiniani dell’Abbazia avevano nelle loro stalle molti capi di bovini. Un frate era incaricato di andare nei pressi della attuale cappella di S. Rocco e che si trovava, come detto, nei pressi del monastero, dove scorreva un fosso per farvi abbeverare i buoi.Mentre gli animali si dissetavano, l’umile religioso pregava all’ombra di un maestoso albero di noce.Al pio frate un bel mattino comparve sull’albero la Madonna. In seguito a questa apparizione, il fraticello abbattè il noce e vi intagliò la bella statua di legno che ancora oggi si venererebbe all’interno della chiesa di S. Rocco.Si tratta certamente di una bella tradizione che lascia comunque

alcuni dubbi tenendo conto che il fatto miracoloso è collocato proprio nel periodo nel quale è fatta risalire la fattura della Statua, il secolo XVI. Infatti è molto improbabile che quel santo frate potesse essere il protagonista di quella vicenda, per il semplice motivo che ormai da un secolo, ed esattamente dal 1422, la vita regolare dell’Abbazia era terminata e di frati non si parlava più, tanto è vero che già nelle Visite pastorali del 1565 e del 1580, si dice espressamente che oltre al coadiutore dell’Abate commendatario, non vi erano nell’Abbazia altri religiosi. E dunque? (segue)

Dario Ghirardi

Dicembre 2018 Pag . 11Pontevico

Sono partiti i lavori nell’area “Ex Vivi” di Pontevico. E’ così entrato nella fase operativa l’importante progetto di riqualificazione che coinvolgerà una zona del territorio pontevichese vasta ben 30.000 metri quadrati.Un obiettivo che per tanti anni pareva destinato a rimanere semplicemente un bel desiderio, ma che, invece, ha finalmente imboccato la strada necessaria per diventare una bella realtà grazie alla tenacia di tutte le componenti che, guidate dalla locale Amministrazione Comunale, hanno deciso di “restituire” alla comunità pontevichese un’area importante, riportata alla piena efficienza e sicurezza.La demolizione dei fatiscenti immobili esistenti e la messa in sicurezza di tutto quello che versa in stato di abbandono ormai da troppo tempo sono la premessa necessaria alla realizzazione di un supermercato (sarà operativa la Aldi, un operatore tedesco che si sta espandendo in modo significativo in Italia), che diventerà il punto di riferimento di un vero e proprio centro commerciale con negozi di

diverso genere.Per garantire la sicurezza e la circolazione del territorio, verrà realizzata una rotonda dalla quale partirà un’ampia via centrale di collegamento.La costruzione d e l l ’ i m m o b i l e dovrebbe durare alcuni mesi, tanto che è in previsione l ’ i n a u g u r a z i o n e già entro Pasqua o per l’inizio della primavera del 2019.Tanti motivi, in estrema sintesi, che inducono il sindaco di Pontevico, Roberto Bozzoni, che ha seguito con attenzione costante l’intero percorso dell’ambizioso progetto, a ribadire un giudizio positivo: “Si tratta di un’opera sicuramente importante e positiva per la nostra comunità.La riqualificazione dell’area “Ex Vivi” offrirà vantaggi sotto diversi punti di vista, da quelli della

Sono partiti i lavori all'area "Ex Vivi"

risistemazione di un’ampia zona che giaceva inutilizzata da troppo tempo, alle conseguenze positive per la salute del territorio, da quelle legate alla messa in sicurezza del luogo sino a comprendere la possibilità di contare su nuovi posti di lavoro che in un periodo di perdurante crisi occupazionale costituiscono pur sempre un aspetto

che merita di essere sottolineato”.E’ per l’insieme di questi ed altri elementi ancora che si spera che i lavori appena partiti possano procedere spediti e senza intoppi e possa essere vicino il momento nel quale la comunità pontevichese potrà gustare i “frutti” di questo intervento atteso da tante persone.

Pag . 12 Dicembre 2018Pontevico

Venerdì 7 dicembre il Dojo Karate Pontevico vivrà una serata davvero speciale. Una esibizione in palestra e subito dopo una bella festa in un noto locale della Bassa Bresciana celebreranno il decimo compleanno della società che in questi anni ha saputo diventare un prezioso punto di riferimento ed una “forza” propositiva per tutta la comunità pontevichese. Nell’occasione il sodalizio guidato dal maestro Paolo Ghizzardi coinvolgerà non solo i propri tesserati e le loro famiglie, ma riceverà la gradita visita di tanti graditi ospiti, a cominciare da una figura quanto mai illustre

come il maestro Franco Gatti che, a suo tempo, ha contribuito alla nascita di questa bella realtà. Il decimo anniversario de Il Dojo, tra l’altro, giunge in un momento particolarmente felice per la società di Pontevico, che proprio nei giorni scorsi ha potuto celebrare il nuovo, prestigioso traguardo raggiunto dal maestro Paolo Ghizzardi, che sta proseguendo con passi importanti il suo cammino nel karate. Ghizzardi ha infatti partecipato a Ostia, dove sono giunti ben 370 candidati, alla verifica dell’esame di cintura nera quinto Dan, grado da lui acquisito nel 2010 ed ha ottenuto in modo davvero

brillante il riconoscimento del Coni e della Fijlkam. Una prova talmente significativa che la Commissione esaminatrice ha indicato il suo quale miglior esame in assoluto tra tutti quelli del quinto Dan. Un attestato di grande soddisfazione per il maestro Paolo Ghizzardi, ma anche per tutto Il Dojo di Pontevico che può “godere” di un punto di riferimento tanto qualificato. Nello stesso tempo il traguardo appena conquistato è già diventato per Ghizzardi lo stimolo per raggiungere un nuovo obiettivo. L’intenzione è quella di effettuare nuovi viaggi di studio e di perfezionamento in Giappone

e continuare il percorso personale di conoscenza del karate, delle sue tecniche e dei suoi insegnamenti.

Una festa per il Dojo Karate

Un’avventura iniziata quasi per caso nel 2002 è diventata, anno dopo anno, un fiore all’occhiello per tutta la comunità di Pontevico e un motivo di richiamo per tanti visitatori che vengono appositamente da diversi paesi delle province di Brescia e di Cremona. Come in molti avranno già capito, stiamo parlando del “Presepio del Borgo”, una autentica opera d’arte che ogni volta riesce a stupire grazie alla maestria dei volontari che lo realizzano con passione e tenacia a dir poco ammirevoli. Nel corso delle

edizioni i componenti del “Comitato di Ripa d’Oglio” ed i “giovani del Borgo” si sono alternati a costruire con abilità certosina questo splendido presepio artistico meccanico che è diventato anche lo “strumento” di una tradizione sempre più sentita dai pontevichesi e non solo. Sono infatti sempre in tanti coloro che si ritrovano a Santo Stefano, il giorno dopo il Natale per inaugurare in modo ufficiale il “Presepio del Borgo”. Quest’anno l’appuntamento con la diciassettesima edizione è

fissato per il pomeriggio di mercoledì 26, quando la benedizione dell’abate alzerà il sipario su questa splendida opera. Il saluto del sindaco Roberto Bozzoni, in rappresentanza di tutta la comunità pontevichese, e i brani eseguiti dal gruppo degli ottoni del “Corpo Bandistico Alessandro Vatrini” completeranno poi una festa che sarà “impreziosita” ancora una volta da tante sorprese e dalla possibilità di squisite degustazioni. Una gioiosa giornata che punta a coinvolgere le famiglie di Pontevico

e persone di tutte le età. Il presepio, con i suoi bellissimi scorci senza tempo, aiuterà tutti i presenti a sognare e a calarsi nella realtà della Palestina di oltre Duemila anni fa. Un “viaggio” attraverso i secoli con gli occhi della fantasia che anche in questa “avventura” numero diciassette è pronto a conquistare bambini e adulti, pronti tutti insieme a tessere una volta di più le lodi del “Presepio del Borgo”, orgoglio di tutta Pontevico.

Il XVII presepio del Borgo

Dicembre 2018 Pag . 13Pontevico

La Biblioteca Comunale di Pontevico è pronta ad offrire ancora una volta una serata che merita di essere conosciuta a dovere. Venerdì 7 dicembre, sempre in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune, presenterà infatti “In nome della Madre”. Una proposta aperta a tutti che prenderà il via alle 21 e che mira ad essere la vera e propria “premessa ideale” alla festa dell’Immacolata Concezione di Maria che sarà celebrata il giorno seguente. Prendendo spunto dall’omonimo libro di Erri De Luca, verrà proposta una lettura scenica della vicenda personale di Maria, la madre di Gesù. Un racconto capace di affiancare

la meravigliosa semplicità di una femminilità coraggiosa come quella della Madonna e la grazia umana di un destino che riesce a comprenderla e a superarla. La voce narrante della serata sarà Evian Cigala, mentre al violoncello si esibirà Marco Zante. Dopo l’apprezzata proposta di novembre, che lo scorso 16 novembre ha presentato la lettura scenica a due voci di “Fantozzi” (tratta dai libri di Paolo Villaggio con Alberto Branca dell’Associazione Culturale “Controsenso”), una serata diversa nel tema e nei contenuti, ma senza dubbio pronta a conquistare l’interesse e il gradimento di un pubblico numeroso.

Una serata da non perdere in biblioteca

La famiglia Viscardi ed i tragici fatti che nel 1990 hanno portato all’impietoso omicidio di quattro suoi componenti occupano da sempre un posto particolare nel cuore di tutta la comunità di Pontevico. Un legame indissolubile al di là dell’inesorabile scorrere del tempo e di un delitto che definire efferato è riduttivo, che è destinato a ricevere in futuro un occhio di riguardo. L’Amministrazione Comunale di Pontevico ha infatti deciso di intitolare l’attuale piazzetta Garibaldi a Torchiera alla famiglia Viscardi. Certamente Giuseppe Garibaldi, l’attuale “titolare” della piccola piazza che conduce alla Biblioteca, non avrà

alcun motivo di rammarico per una scelta che, pur senza voler dimenticare o trascurare le fondamentali vicende del passato che hanno condotto alla liberazione del nostro Paese proprio grazie all’eroe dei due mondi, mira a raccontare una assurda tragedia dei giorni nostri e vuole ricordare persone che facevano parte della comunità pontevichese e che, loro malgrado, sono state travolte da una cieca violenza che ha crudelmente spezzato le loro vite. Un gesto, questo voluto dal Comune, che intende anche essere una testimonianza di affetto verso tutte quelle che, direttamente o indirettamente, sono state colpite da quanto è accaduto nella tremenda

Una piazza ricorderà la famiglia Viscardi a Torchieranotte tra il 15 ed il 16 agosto, quando il cuore dell’estate del 1990 è stato squarciato dalla crudele strage della famiglia Viscardi, del padre Giuliano, della moglie Agnese e dei figli Maria Francesca e Luciano. Solo il terzo figlio, Guido, ha potuto salvarsi dalla follia omicida del terzetto di assassini slavi che ha cambiato per sempre non solo le vite della famiglia Viscardi, ma quella di tutta la piccola comunità di Torchiera e dell’intera Pontevico. La decisione dell’Amministrazione Comunale di intitolare la piazzetta alla famiglia Viscardi è stata accolta quasi con sollievo dallo stesso Guido, che ha sintetizzato: “Era ora che qualcuno si ricordasse di onorare la nostra famiglia. Dopo quasi trent’anni è un gesto molto importante, anche per chi non ha vissuto quegli anni. Anche i più giovani potranno ricordare quella infinita tragedia”. Considerazioni che sono sulla stessa

linea con la quale il sindaco Roberto Bozzoni spiega la scelta maturata: “A Pontevico quanto è accaduto in quella terribile notte alla famiglia Viscardi rimarrà indelebile e sarà oggetto di una infinita riflessione. Proprio per questo, ma anche per rendere omaggio a questa famiglia, abbiamo deciso di cambiare l’intitolazione della piazzetta di Torchiera. Questo, ovviamente, non vuole essere un affronto alla storia e a Giuseppe Garibaldi, al quale era dedicata in precedenza la piazza, e nemmeno un modo per dimenticare i valori che il risorgimento ci tramanda. Più semplicemente ci è sembrato giusto porre al centro dell’attenzione un tragico fatto che ha colpito in modo così profondo la nostra comunità in tempi recenti ed invitare tutti, giovani compresi, ad una riflessione perché drammi di quel genere non devono mai più accadere in futuro”.

Tra le iniziative che a Pontevico hanno voluto ricordare il centenario della fine della Grande Guerra può essere inserita a buon diritto anche l’interessante mattinata proposta da “Frammenti” lo scorso venerdì 30 novembre. L’iniziativa, ospitata dalla Biblioteca Comunale (in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune), si è rivolta agli studenti delle Classi Terze della Scuola Secondaria di Primo Grado di Pontevico ed ha voluto trasmettere ai giovani presenti una lezione davvero speciale, imperniata sulla vita nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Un racconto, guidato dalla sempre suggestiva lettura scenica di Evian Cigala, che ha fatto uscire dalle pagine di storia quei tragici avvenimenti, ormai ben distanti da noi, e li ha fatti sentire vivi e vicini, umanizzandone i protagonisti, i sentimenti e gli accadimenti. In effetti il filo conduttore dell’incontro sono state le testimonianze dei militari che si sono trovati a combattere nella guerra che ha sconvolto il mondo dal 1914 al 1918. Il quadro che ne è uscito, come hanno commentato coinvolti e colpiti gli stessi ragazzi al termine, è stato quello di una umanità costretta quasi a sdoppiarsi tra l’amore per la vita nelle sue forme più diverse e la cruda realtà della violenza e dell’odio legati in modo indissolubile alla guerra. Ragazzi poco più grandi di

quelli che hanno formato il pubblico che ha seguito “Frammenti”, che, però, sono stati immersi negli orrori della trincea, dove, nonostante tutto quello che li circondava, hanno sempre cercato di mantenere viva la loro umanità, lasciandosi stupire dalla bellezza e dal profumo della natura. Le letture presentate hanno disegnato in modo quanto mai efficace le paure e la disperazione di questi giovani soldati, ma anche la loro capacità di ammirare i paesaggi che si stendevano sotto i loro occhi e di pensare con affetto ai loro cari a casa. A rendere il tutto ancora più suggestivo ci ha pensato poi una scenografia che ha “condotto” i giovani studenti di Pontevico sui campi contrapposti, diviso dal filo spinato. Sul filo, poi, sono state collocate le fotografie, alcune delle quali scattate proprio sui luoghi della Grande Guerra nel 1.915, che hanno illustrato croci e oggetti di un tragico conflitto ormai lontano più di cento anni che i ragazzi delle generazioni future devono comunque conoscere bene per fare in modo che una simile sciagura rimanga confinata per sempre sui libri di storia. Ed è stato proprio questo lo specifico messaggio che venerdì 30 novembre ha accompagnato l’uscita degli studenti delle Terze Medie dalla Biblioteca di Pontevico.

La Grande Guerra raccontata agli studenti delle Medie

Una particolare sensibilità per la musica ed una grande competenza hanno fatto del “Corpo Bandistico Alessandro Vatrini” di Pontevico un apprezzato punto di riferimento anche ben al di dei confini del proprio territorio come conferma nel modo più eloquente il vero e proprio tour che in occasione delle festività natalizie i musicisti pontevichesi sono chiamati a compiere. Una consuetudine ormai consolidata, che riceve ogni volta apprezzamenti e complimenti e che, nello stesso tempo, è la testimonianza più bella della considerazione di cui gode il corpo bandistico diretto da Giorgio Zanolini. Ancora una volta la prima tappa del “viaggio oltre confine” sarà Alfianello, dove il gruppo degli ottoni parteciperà nella serata di sabato 8

dicembre all’accensione dell’albero e ai festeggiamenti che daranno il via al periodo natalizio. Subito dopo avere eseguito il “Concerto di Natale” a Pontevico, il “Corpo Bandistico Vatrini” lo esporterà in altri paesi. In questo senso subito dopo il Natale sono in programma due spettacoli. Il primo si terrà mercoledì 26 a Bargnano, mentre il secondo porterà i musicisti pontevichesi in provincia di Cremona. Sabato 29 dicembre toccherà infatti agli abitanti di Pugnolo poter godere il concerto natalizio di un corpo bandistico che riesce a distinguersi per la passione per la musica con la M maiuscola e per la grande voglia con la quale tutti i suoi componenti si impegnano a diffonderla e a farla arrivare sempre a più persone.

Il tour musicale della banda

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1 SABATOS. ELIGIOA dezèmber el fiòcä e ‘l fa frèd: empissa el camì e prepara el scaldalèt.A dicembre nevica e fa freddo: accendi il camino e prepara lo scaldaletto.

2 DOMENICAS. BIBIANAAn nivùs, an frutùs.Anno nevoso, anno fruttuoso.

3 LUNEDÌS. FRANCESCO SAVERIOTre ghèbé fa ‘na piöestä.Tre (giorni di) nebbie fanno una pioggerella.

4 MARTEDÌS. BARBARASanta Bàrbera: va a pregà che la te salve dal brüsà.Santa Barbara: vai a pregarla che ti salvi dagli incendi.

5 MERCOLEDÌS. DALMAZIO DI PAVIAPer stopà ‘n büs el ga dervìt ‘na finèsträ.Per chiudere un buco ha aperto una finestra.

6 GIOVEDÌS. NICOLALa néf désémbrìna per tré més la confinä.La neve dicembrina per tre mesi ti confina (in casa).

7 VENERDÌS. AMBROGIOChi àsèn nas, asèn mör.Chi nasce asino, asino muore.

8 SABATOIMMACOLATA CONCEZIONEA ‘ndà al mulì, s’enfarinä.Andando al mulino, ci si infarina.

9 DOMENICAS. SIROA tacàlä coi ‘gnorànc e co la tèrä zélàdä se fa catìä zornàdä.Prendersela con gli ignoranti e con la terra gelata si fa cattiva giornata.

10 LUNEDÌB. M. V. DI LORETO‘l pèrder l’è fradèl dèl piànsèr.Il perdere è il fratello del piangere.

11 MARTEDÌS. DAMASOI ostér i sa mai se fa ‘l vì o schissà l’uä.Gli osti non sanno mai se fare il vino o pigiare l’uva.

12 MERCOLEDÌS. GIOVANNA FRANCESCA DI CHANTAL

Chi j-è del mestér i pöl dì ‘l sò parér.Chi è del mestiere può dire il suo parere.

13 GIOVEDÌS. LUCIALa nòt de Santa Lusìa l’è la piö longä ché ghè sìä.La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia.

14 VENERDÌS. GIOVANNI DELLA CROCECónträ i canù ghè nissünä risù.Contro i cannoni non c’è nessuna ragione.

15 SABATOS. MARIA CROCIFISSA DI ROSAI cadenàs perché no i scaìnès bisognä ontài.I catenacci perché non cigolino bisogna ungerli.

16 DOMENICAS. ADELAIDEBEATO SEBASTIANO MAGGI

Bèlä fómnä catìf có.Bella donna cattiva testa.

17 LUNEDÌS. LAZZAROGna amùr gna signorìä i völ compagniä.Né amore né signoria vogliono compagnia.

18 MARTEDÌS. GRAZIANOA spàlé oltàdé, paròle cambiàdé.A spalle girate, parole cambiate.

19 MERCOLEDÌS. DARIODopo i quarantatré ‘l döl deànti e i döl dedré.Dopo i quarantatre fanno male davanti e dietro.

20 GIOVEDÌS. LIBERATORòbä dès, dunä quàtèr: rèstä sés.Ruba dieci, dona quattro: resta sei.

CALENDARIO BRESCIANO: DICEMBRE

Rubriche

21 VENERDÌS. PIETRO CANISIO

Chi t’ha robàt la àcä ‘l pöl robàt anche ‘l vedèl.Chi ti ha rubato la mucca può rubarti anche il vitello.

22 SABATOS. FRANCESCA CABRINILe fómné lé fa alì le so risù có la lènguä, óngé e lagrimù.Le donne fanno valere le loro ragioni con la lingua, unghie e lacrimoni.

23 DOMENICAS. IVONdóe ghè vì ghè ghèt.Dove c’è vino c’è baccano.

24 LUNEDÌS. IRMADóè ghè dè bu la carétà, nó sa dis quat sa dà.Dove c’è davvero la carità non si dice quanto si dà.

25 MARTEDÌS. NATALEA Nedàl èl dé ‘l sè slongä ‘l pas d’ón gal.A Natale il giorno sia allunga di un passo di gallo.

26 MERCOLEDÌS. STEFANO‘l Signùr ‘l dà ‘l frèt sécónt i pagn.Il Signore dà il freddo secondo i panni.

27 GIOVEDÌS. GIOVANNI EVANGELISTAChi vèt, scultä e tas, i manté ‘l mont en pas.Chi vede, ascolta e tace, mantiene il mondo in pace.

28 VENERDÌSANTI MARTIRI INNOCENTIDio èl dà ‘l fiöl e èl sò caagnól.Dio dà il figlio e il suo fardello.

29 SABATOS. DAVIDEBósie gròse e gran laùr j-a dis chi pescä e i cassadùr.Bugie grosse e grandi cose le dicono chi pesca e i cacciatori.

30 DOMENICALA SACRA FAMIGLIA

Chi nas dè sòch sènt dè lègn.Chi nasce dal ciocco sa di legno.31 LUNEDÌS. SILVESTROEl prìm an dè matrémòné l’arès majàdä, ‘l secont ma só troàt pintìt de nó ìla majàdä.Il primo anno di matrimonio l’avrei mangiata, il secondo mi sono trovato pentito di non averla mangiata.

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"La dieta secondo le intolleranze alimentari" della dottoressa Subacchi

Nutrizionista Biologo Albo Sez. A n° 061604 Diete personalizzate per: INTOLLERANZE & ALLERGIE ALIMENTARI; CELIACHIA – LATTOSIO – NICKEL-SPORTIVI, BAMBINI, GRAVIDANZA Master in

NUTRIZIONE&SPORT, DIETA VEGETARIANA, IMMUNOLOGIALa Dott.a Subacchi riceve a: CREMONA: POLIAMBULATORIO MEDICENTER, VIA GIUSEPPINA N° 21 CEL. 3664759134 CREMA: VIA CASTELLO N° 12 - CEL.3664759134

BRESCIA: POLIAMBULATORIO SANT'ANGELA, VIA ALLEGRI N° 47 CEL. 3664759134 MANERBIO: POLIAMBULATORIO MINERVIUM, VIA VERDI N° 64 TEL. 030/9937552

Buongiorno dott.ssa Subacchi, esi-stono cibi contro l’invecchiamen-to? Grazie Cristina

Esisto-no ve-ramen-te cibi a n t i invec -c h i a -mento?Abbia-

mo l’elisir della lunga vita e non lo sappiamo sfruttare?La dieta anti-aging (anti invecchia-mento) è la dieta dello stile di vita. Si cercano quei prodotti migliori per l’individuo, magari in base alle proprie allergie ed intolleranze, che producono uno stato di infiamma-zione continuo.Sappiamo bene che alimenti a cui siamo intolleranti o allergici pro-ducono nel nostro corpo una serie di trasformazioni negative tra cui

l’invecchiamento precoce. Perciò se mi chiedete quali cibi fanno bene o male non so rispondere. Potrei dirvi che l’insalata ed il pomodoro fanno benissimo perché ricchi di vit C e licopene.Ma se sono allergico al nichel, fanno decisamente male perché hanno un alto contenuto di questo metallo pe-sante. Non esiste l’alimento ottima-le in generale, ma gli alimenti vitali e specifici per ognuno di noi. Sia-mo fatti da cellule che interagiscono

chimicamente con ogni alimento e la reazione è diversa da individuo ad ind iv iduo . Il nutrizio-nista infatti va ad analiz-zare queste interazioni creando cosi’ l ’a l imenta-zione otti-male.

MONDEGHILI(Lombardia)

Dal 1535 al 1706, tanto è durata la dominazione spagnola su Milano, lasciando evidenti tracce nel dialetto, anche nel parlare di cucina: il risotto è mantecato perché i governanti iberici chiamavano il burro “manteca”; pomodoro si dice “tomatis” perché hanno trapiantato in Lombardia anche il termine atzeco “xitotomato”; fatto ancor più curioso, un celebre locale, i Boeucc, apre i battenti nel 1696 come “bodega” ovvero una bottega di vini.Approfondendo la ricerca linguistica si scopre un altro termine interessante, “mondeghili” dallo spagnolo “albondiga” a sua volta derivato dall’arabo “albunduck”; nel dizionario milanese del Cherubini, anno 1839, si legge: “mondeghili, specie di polpette fatte con carne frusta, pane, uovo, e simili ingredienti”.Una ricetta di recupero della carne del bollito o dell’arrosto domenicale, tritata e nobilitata per aggiunta di salumi, frattaglie e formaggio, quindi destinata a friggere nel burro rosseggiante.Nell’impossibilità di controllare gli ingredienti, “mai mangià i mondeghili a l’osteria” scrive saggiamente Angelo Dubini, autore nel 1842 de “La cucina per gli stomachi deboli”.

Ingredienti: 300 g di avanzi di carne tritata, 1 uovo, 1 panino (rosetta), 1 limone, latte, prezzemolo e burro.

Procedimento: insomma, trattasi di

polpette. Nel tempo la preparazione è diventata essenziale; il cuore della “rosetta” dev’essere ammollato nel latte, strizzato, passato al setaccio e impastato con la carne, l’uovo, la buccia di limone tritata e il prezzemolo. Dell’impasto ottenuto fare delle polpette che andranno fritte nel burro spumeggiante. Il tocco aromatico che denota l’ascendenza della ricetta è la scorza del limone, con il controcanto amarognolo del prezzemolo.

POLENTA TARAGNA(Lombardia)

Piatto tipico della Valtellina, ovvero di Sondrio e dintorni montani, ha come prima caratteristica l’impiego di farina mista di granoturco e grano saraceno, gialla e nera, in percentuali variabili.Il nome deriva dal “tarel” il bastone di legno che si usa per mescolarla nel paiolo di rame appeso sul focolare.È un’operazione, detto per inciso, che richiede una mano capace di combinare la spinta necessaria a tener fermo il contenitore e la rotazione per mescolarne il contenuto.Verosimilmente alcuni sostengono che quando la penuria rendeva ancor più sacro il cibo, ivi compresi gli avanzi, questo fosse il modo per dare un po’ di dignità alle croste di formaggio o per consumare i ritagli delle forme che per qualche difetto non potevano essere vendute.I formaggi più usati sono il Casera, prodotto a fondovalle oppure il Bitto prodotto all’alpeggio e stagionato prodotto con latte vaccino intero e una percentuale caprina.La polenta si accompagna in tavola con salumi (salame, salsiccia, mortadella di fegato).

Cucina da tutta Italia

Ingredienti: 3 litri d’acqua, 350 g farina saracena, 250 g farina gialla, 700 g di burro d’alpeggio e 600 g formaggio semigrasso.

Procedimento: un terzo del burro viene aggiunto all’inizio in modo che versando a pioggia le farine nell’acqua bollente non si formino grumi. Durante la cottura si aggiunge progressivamente il burro a tocchetti.Alla fine, dopo quasi un’ora, è il momento del formaggio, tagliato grossolanamente. Un’ultima mescolata, perché il tutto sia ben amalgamato, e la polenta può essere rovesciata sulla “basla”, il tagliere di legno.

POLENTA E SEPPIE ALLA VENEZIANA

(Veneto)

Il piatto ha due particolarità: in primo luogo le seppie, che vengono

pescate nella bella stagione, quando entrano in laguna per deporre le uova e dunque sono nel massimo momento di esuberanza; in secondo luogo, il contorno di polenta, preferibilmente bianca, come d’abitudine nel Veneto orientale.I molluschi vengono liberati dalle interiora, accantonando le sacche dell’inchiostro senza romperle; affettate a listarelle, le seppie vanno rosolate e avviate alla cottura aggiungendo del vino bianco, il loro nero e un po’ di pomodoro, se si vuole che il fondo abbia una bella sfumatura dorata.Per la polenta si usa farina di mais bianco perla che, come suggerisce il nome, ha chicchi di colore bianco vitreo, come madreperla per l’appunto.Si tratta di una varietà coltivata fin dal seicento nella pianura che copre le attuali province di Rovigo, Padova, Treviso e Venezia.La polenta che si ottiene è fine e delicata, tradizionalmente destinata ai piatti di pesce.Ne risulta, in questo caso, un piatto in bianco e nero degno di certi ricercati cromatismi della nouvelle cuisine.

Ingredienti: 8 seppie, mezza cipolla, mezzo bicchiere di vino bianco, salsa di pomodoro, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, olio d’oliva e brodo.

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Ingredienti (per 12 nidi):2 uova, 60 g zucchero, 1 bustina zucchero vanigliato, 5 cl olio di semi insapore, 10 cl latte, 250 g di farina + il necessario per gli stampini, 1 bustina lievito chimico, burro per gli stampini, 12 albicocche sciroppate e zucchero a velo.

Preparazione:Battete le uova con la frusta in una grande ciotola, unite i due tipi di zucchero e continuate a lavorare fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.Mescolando con un cucchiaio di legno, incorporate l’olio di semi e il latte freddo.Continuate a mescolare, unendo anche la farina e il lievito.Distribuite il composto in 12

stampini del diametro di circa 7 cm, che avrete imburrato e infarinato.Guarnite ogni stampino posando un’albicocca sull’impasto.Mettete gli stampini in forno preriscaldato a 210° C e cuocete per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 180° C e lasciate cuocere per altri 10-15 minuti. I nidi di albicocche dovranno apparire dorati.Fate raffreddare prima di levare i nidi dagli stampini e di cospargerli con lo zucchero a velo.

I nostri consigli:non sgocciolate del tutto le albicocche prima di guarnire gli stampini, se sui frutti rimane un po’ di sciroppo di conservazione, la pasta dei nidi risulta più morbida.

Il nostro dialettoTermini di maggiore uso

Guercio: sguèrs.Guscio: gös.Gusto: göst - sèntèr i saùr.

H

Herpes labiale: bocaröle.Herpes - fuoco di Sant’Antonio: föch de Sant’Antòne.Herpes - dermatosi: féer de niscùs.Ho: gó.

I

Ieri: iér.Ieri l’altro: otèrde.Illeso: el s’è fat gnent.Imbattersi: èmbatìs.Imboccare: èmbocà.Imbrattare - imbrattarsi: èmpiastrà - èmpiastràs.Imbroglio - imbrogliare: èmbròi - èmbròià.Imbuto: turtaröl.Immischiarsi: intrigà.Impacciato: èmbranàt.Impallidire: deentà smórt.Impanata: èmpanàdå.Impaurire: fa pórå.Imposte chiuse: scür.Incendiare: tacà föch.Inciampare: sgalbösà.Incominciare: ambiàs.Indietro: èndré.Indignazione: ràbiå.

Indisposizione: màlå òiå.Inferriata: feràdå.Inghiottire: mandà só.Ingordigia: mangià a stringulù.Iniezione: püntürå.Insaponata: n’saunàdå.Insieme: ènsèmå.Insomma: ènsòmå.In su: èn sö.Insipido: el sènt de gnènt.Intanto: èntàt - alurå.Interruttore: pirlèt.Interruttore pendulo: pérå.Inteso: intès.Intero - intera: èntréch - èntrégå.Invece: ènvéce.Inverno: enveren.Io: mé.

L

L’agio - l’aver tempo: l’àse.Labbro: làèr - aer.Lampeggiare: sòmelegå.Largo: làrgh.Lasciare andare: mólà.Lavandino: laandì.Lavare - lavarsi: laà - laàs - laà só.Lavorare: laurà.Leggero: lesér.Lenzuolo: lensöl.Levarsi: caàs.Lievito di birra: bigå - leàt.Limone: limù.Lingua: lènguå.Lite: bégå.

Rubriche

NIDI DI ALBICOCCHE