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O F Campobasso-Bojano 6|7 Isernia-Venafro 8|9 Termoli-Larino 10|11 Trivento 12|13 “Poste Italiane S.P.A - Spedizione in abbonamento postale - 70% - SI/CB 30 giugno 2013 - Anno IV - n. 12 - € 1,00 email: [email protected] Molisinsieme Onlus Redazione e Amministrazione: Via Mazzini, 80 | 86100 Campobasso | Telefono e fax 0874 -64478 L EDITORIALE Il Molise è malato, ma il futuro esiste A D Paolo VI 2 Il ritratto di un Papa che ereditò il Concilio Vaticano II e lo portò a termine Orientamento pastorale 3 Si è conclusa a Termoli la prima tappa della 63esima Settimana sulla Parola di Dio GMG 4 Le diocesi di Campobasso-Bojano e di Isernia saranno presenti all’incontro di Rio de Janeiro Rapporto sull’economia 14 Dai dati di Bankitalia emerge la criticità della situazione dell’economia molisana Visite pastorali L’estate è DIOvertimento Santità sacerdotale Progetto Policoro Molisinsieme Onlus 92060720700 VIVERE LA GIOIA DELLA FEDE CON IL CUORE GIOVANE

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Campobasso-Bojano 6|7 Isernia-Venafro 8|9 Termoli-Larino 10|11 Trivento 12|13

“Poste Italiane S.P.A - Spedizione in abbonamentopostale - 70% - SI/CB

30 giugno 2013 - Anno IV - n. 12 - ! 1,00 email: [email protected]

Molisinsieme Onlus Redazione e Amministrazione: Via Mazzini, 80 | 86100 Campobasso | Telefono e fax 0874 -64478

L

EDITORIALE

IIll MMoolliissee èè mmaallaattoo,,mmaa iill ffuuttuurroo eessiissttee

A

D

Paolo VI 2Il ritratto di un Papache ereditò il Concilio Vaticano IIe lo portò a termine

Orientamento pastorale 3Si è conclusa a Termoli la primatappa della 63esima Settimanasulla Parola di Dio

GMG 4Le diocesi di Campobasso-Bojanoe di Isernia saranno presenti all’incontro di Rio de Janeiro

Rapporto sull’economia 14Dai dati di Bankitalia emergela criticità della situazionedell’economia molisana

Visitepastorali

L’estate èDIOvertimento

Santità sacerdotale

ProgettoPolicoro

MMoolliissiinnssiieemmee OOnnlluuss9922006600772200770000

VVIIVVEERREE LLAA GGIIOOIIAA DDEELLLLAA FFEEDDEECCOONN IILL CCUUOORREE GGIIOOVVAANNEE

| | Chiesa

Federazione ItalianaSettimanali Cattoliciwww.fisc.it

Redazione e Amministrazione: Via Mazzini, 80

86100 Campobasso telefono e fax: 0874 -64478

e-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Felice MancinelliEditore: Molisinsieme Onlus

Stampa: Tipolitografia Fotolampo srl - 0874.65276Progetto grafico: AC & P srl | Aurelio Candido & Partners

Registrato al Tribunale di Campobasso l’11/6/2010 al n° 11

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PAOLO VI, IL GRANDE PAPADEL CONCILIO VATICANO II

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LLAA FFAAMMIIGGLLIIAARRIISSPPEETTTTOO AALLLL’’AAFFFFAARREE

BBRREEGGAANNTTIINNII OOSSPPIITTEE AA CCAANNAALLEE 55

|Spiritualità |

L’

II ““TTAAVVOOLLII SSUULL LLAAVVOORROO””

Intraprendere un camminosulla ricezione concreta delVaticano II nella Chiesa,proponendo “una rilettura

originale dell’evento e deidocumenti”. A quest’obiettivoil Centro di orientamentopastorale (Copwww.centroorientamen-topastorale.org) intendededicare, per un triennio, leannuali Settimane diaggiornamento pastorale. Laprima tappa si è chiusa oggi aTermoli, con la 63ª Settimanadedicata a “La Parola di Dionelle parole degli uomini”. Unpercorso di riflessione a 50anni dal Concilio “non perripetere letture già fatte sulleCostituzioni, ma per studiarequanto le abbiamoconcretizzate nella vita dellaChiesa e dei cristiani oggi ecome dobbiamo ancoralavorare pastoralmente perrealizzarle e per apprezzare idoni grandi che Dio ci hafatto”, ha rimarcato monsignorDomenico Sigalini, vescovo diPalestrina e presidente del Cop,concludendo l’edizionemolisana.DDooppoo ll’’eessiilliioo.. Dal Concilio Vaticano II aoggi vi è un “lungo cammino che partedalla ‘Dei Verbum’ e riconsegna allaChiesa – non solo a teologi ed esegeti – laBibbia”, aveva detto nella relazione intro-duttiva don Pino Lorizio, docente di teolo-gia fondamentale alla Lateranense,parlando di un “esilio della parola” chedobbiamo lasciarci alle spalle, assieme aquell’“esilio del dialogo” che l’Europasperimenta da quasi cinquecento anni.“Riprendere la Parola – ha sintetizzato Si-galini facendo propria la tesi di Lorizio –significa riprendere il dialogo in tutti i

sensi, con gli uomini, con la società, con ilmondo, con le altre forme di cristiane-simo, con le altre religioni. Sentirsi cri-stiani prima che cattolici, luterani, valdesie partire da ciò che ci unisce: la Parola diDio e il battesimo”.II ffrruuttttii nnoonn mmaannccaannoo.. Portando il suo sa-luto, il vescovo di Termoli-Larino, monsi-gnor Gianfranco De Luca, aveva rimarcatol’importanza del “discernimento comuni-tario” per “cogliere la Parola di Dio nelleparole degli uomini”. E monsignor Gian-carlo Bregantini, arcivescovo di Campo-basso-Bojano, ha posto ad esempio i“cenacoli del Vangelo” voluti dal beatoPino Puglisi, che “portano la grazia dello

Spirito Santo, la forza del laicato, la bel-lezza della riconciliazione”. La Parola diDio, nella vita dei cristiani, dev’essere pre-sente sempre, attraverso cammini perso-nali e comunitari: “Lectio divinacomunitaria, corsi biblici, lettura perso-nale guidata da buoni commenti non pos-sono dirsi privi di frutti”, ha rimarcatodon Antonio Mastantuono, docente diteologia pastorale alla Pontificia facoltàteologica dell’Italia meridionale (Pftim),proponendo l’immagine di una “Chiesacasa della Parola”. Poiché, ha provocato, “non si tratta solo difar entrare le persone nella Chiesa con l’i-niziazione cristiana, ma farcele restare,

accompagnare il camminodella loro vita”. PPaarroollaa ee ccaarriittàà.. L’omelia al-l’interno di ogni celebra-zione eucaristica, alriguardo, è importante per-ché serve a spezzare il panedella Parola: “Dio – è ancorala tesi di Mastantuono –parla in una situazione con-creta, raggiunge determi-nati cuori”. E che papaFrancesco sia un “figlio delConcilio” lo dimostra lamessa quotidiana celebratain Casa Santa Marta, ognigiorno con l’omelia. Un gesto, ha precisato An-drea Grillo, docente di Teo-logia sacramentaria alPontificio Ateneo S. An-selmo di Roma, che mostracome l’atto omiletico signi-fichi “assumere lo spiritodella Parola, cioè permet-tere alla Parola di giungerealla comunità e alla comu-nità di aprirsi alla Parola”.Bisogna giungere a “speri-mentare – ha puntualizzatoil monaco di Bose SabinoChialà – la scrittura comepresenza comunicativa delSignore”, interpretandola –è la tesi di don Antonio

Pitta, docente di Sacra Scrittura alla Late-ranense – mantenendosi “lontani da spiri-tualismo e storicismo”. È dalla parola, infine, che trae origine lacarità dei cristiani. “Chiesa della carità eChiesa contemplante non possono esserecontrapposte, devono coesistere”, ha af-fermato don Virginio Colmegna, presi-dente della Fondazione Casa della caritàdi Milano, invocando una “cultura dellacarità” che vada al di là della “prassi di undiffuso buonismo”.

AA CCUURRAA DDII FFRRAANNCCEESSCCOO RROOSSSSII

IINNVVIIAATTOO SSIIRR AA TTEERRMMOOLLII

“La Parola di Dio nelle parole degli uomini”

OOrriieennttaammeennttoo ppaassttoorraallee.. Prima tappa del percorso di riflessione sul Vaticano II

| | Giornata Mondiale della Gioventù

Lo slancio di Papa Francesco è statoevidente sin dall’inizio del suopontificato con l’esortazione rivolta aigiovani durante la celebrazione di

Domenica delle Palme, nella Giornatamondiale della gioventù: “E per favore, nonlasciatevi rubare la speranza! Non lasciaterubare la speranza! Quella che ci dà Gesù.Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Ja-neiro! Vi do appuntamento in quella grande cittàdel Brasile! Preparatevi bene, soprattuttospiritualmente nelle vostre comunità, perchéquell’ Incontro sia un segno di fede per ilmondo intero. I giovani devono dire almondo: è buono seguire Gesù; è buono an-dare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù;è buono uscire da se stessi, alle periferie delmondo e dell’esistenza per portare Gesù! Treparole: gioia, croce, giovani.“On line, On life un clik di Gioia!” è lo slogancreato dalla Pastorale giovanile della diocesi diCampobasso-Bojano guidata da don Nicola Maioper la preparazione all’evento che vedrà radunaticirca 3 milioni di giovani da ogni parte delmondo per la Giornata Mondiale della Gioventùa Rio de Janeiro dal 22 al 28 luglio 2013 . Il “…clik di Gioia” è la risposta dei giovani del Molisealla chiamata “Andate e fate discepoli tutti i po-poli”(Mt 28,19) e al simbolo eloquente della ce-lebre statua del Cristo Redentore, a Rio. Le suebraccia aperte sono il segno evidente dell’acco-

glienza. Una viva partecipazione quella della de-legazione interdiocesana del Molise. Il gruppo,costituito da 28 partecipanti tra cui l’arcivescovomons. GianCarlo Bregantini, i giovani, i sacer-doti, i diaconi, la stampa diocesana, è parteci-pato anche dal gruppo della pastorale giovaniledella diocesi di Isernia –Venafro diretta da donEnzo Falasca. Intensa è stata la preparazione lo-gistica avviata lo scorso Aprile, come intensisono stati i momenti di preparazione spiri-tuale fatti di incontri, preghiere, veglia dipentecoste, culminati con il “mandato mis-sionario GMG a Rio”, itinerante, da parte dimons. Bregantini durante le Cresime nelleparrocchie di appartenenza dei singoli parte-cipanti. Il gruppo interdiocesano che voleràin Brasile dal 12 luglio al 29 luglio, nellaprima settimana parteciperà al gemellaggioe all’Incontro Internazionale della GioventùStimmatina presso la diocesi di San Caetanodo Sul (San Paulo - Brasile). Dal 21 luglio partenza Rio de Janeiro per entrarenel vivo della GMG 2013. I Dati tecnici, i bigliettiaereo, i bagagli, le informazioni climatiche, leavvertenze sanitarie, il programma, hanno fattoda corollario al cuore pulsante del gruppo inter-diocesano e di tutti i giovani che volerannoverso Rio con l’irrefrenabile voglia di “andarecontrocorrente pur di non rinnegare la vocedella coscienza, la voce della verità ”come haesortato papa Francesco. A voi giovani dico:(...)Avanti, siate coraggiosi e andate contro-corrente! E siate fieri di farlo!".

RRiittaa DD’’AAddddoonnaa

con la collaborazione di www.agensir.it

“ANDATE E FATEDISCEPOLI TUTTI

I POPOLI”

“Le Gmg sono veramente una medicina efficace

contro la stanchezza del credere((DDiissccoorrssoo aallllaa CCuurriiaa RRoommaannaa,,

2222 ddiicceemmbbrree 22001111))

In valigia cose nuove e belle

Non è la prima vigilia di una partenza cosìimportante: 13 anni fa, per la prima volta aRoma (come giovane in ricerca), e poi mano

mano a Toronto e Colonia (ero già seminarista),Madrid due anni fa (da non molto ordinatosacerdote e direttore dell’Ufficio di PastoraleGiovanile) e ora… Rio de Janeiro! Papa Francesco ci invita a seguirlo in questa “pe-riferia”, profezia di Benedetto XVI che già aveva“visto” come sarebbero andate le cose! E questoci affascina molto: una Chiesa lontana da noi matanto vicina a Gesù. Lontana dai nostri schemi che non sempre sannodi festa e di sguardi al di là dal tempio; chefanno troppa fatica a preferire ciò che c’è fuoridal recinto e perciò hanno paura di uscire. Tra quelli che vivono così penso proprio di es-serci anch’io… e perciò vado a Rio! Non metteròin valigia quello che ho e lascerò lo spazio per-ché si riempia di cose nuove e belle. Mi piacerebbe riportare a chi rimane lo stuporedei nostri incontri, il contagio dell’allegria diquel popolo, la fede che danza nella vita dellagente, la Chiesa speranza. Sarei davvero felice di farmi rivedere in Italia piùconvinto della bellezza della fede per risve-gliarla in chi lo sa ma non sa come fare.In Brasile, dalla nostra diocesi, saremo in sei.Con loro condivido un desiderio costante: l’evan-gelizzazione. In quella periferia, chiediamo aDio la grazia di scoprirne l’urgenza e la meravi-glia. Ci accorgiamo già di quanto sia importante,ma ci serve più fuoco, più unità. Vicini tra noi,stretti in un unico slancio con gli amici e il loropastore della diocesi di Campobasso, per dire ilprodigio della strada dove si può camminare vi-cini e in tanti, dove c’è sempre posto per tutti. A Papa Francesco, sin da ora il nostro grazie! Ciha già presi ma non è difficile aspettarsi anche lìqualche sorpresa. Non di quelle che fanno noti-zia ma quelle che non t’aspetti più e che dette inquel modo aprono orizzonti per tornare a so-

gnare. Una di quelle intui-zioni che, nate nelloSpirito, portano Gesù epreparano il cammino che igiovani attendono. Saremo perciò attenti a co-glierne le colorate sfuma-ture nelle ore in cui saràtra noi: vicini come i gio-vani sanno fare per parlareal mondo. Al nostro Ve-scovo Salvatore, la più sin-cera gratitudine! In queste ore del suonuovo cammino a Capua, losentiamo vicino. Ha voluto che ci fossimo ece la metteremo tutta perriportare ad Isernia qual-cosa in più. Ai ragazzidella Pastorale Giovanile ea tanti giovani impegnatinelle nostre parrocchie:pregate per noi! Noi lo fa-remo per voi e appenarientrati ci vediamo. Vi racconteremo ogni cosaper pensare insieme il fu-turo. Al Signore che ci hamesso nel cuore il deside-rio di questo santo viaggioci affidiamo: come Mariaandremo da chi ci staaspettando a Sau Caetanoper sentirci cantare. A lorofaremo ascoltare quello chesappiamo e impareremo conloro il canto nuovo della fededi questo tempo.

don Enzo Falasca

Le diocesi di Campobasso-Bojano e di Isernia prenderanno parte all’atteso incontrodei giovani con papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù.Partiremo il 12 luglio per atterrare a San Paolo dove resteremo accolti dalla

congregazione dei padri Stimmatini (della quale fa parte anche Mons. Bregantini):incontreremo circa 400 ragazzi provenienti da Cile, Sud Africa, Thailandia, Filippine eParaguay con cui condivideremo momenti di preghiera e riflessione alternati amomenti ricreativi e di scambio culturale. Domenica 21, durante il tragitto verso Rio cifermeremo per partecipare alla messa presso il santuario di Santa Aparecida al qualepochi giorni dopo farà visita anche il Santo Padre. Il programma della GMG prevedediverse funzioni tra cui la Via Crucis nella città, la veglia notturna e domenica 28 laconsueta e attesa messa celebrata dal papa. non ci spaventano i disagi nei luoghi neiquali dormiremo (palestre o scuole), la precarietà del cibo, le tensioni politiche esociali, la lontananza da casa e la diversa cultura, perché siamo riuniti sotto il Suonome. Con altre decide di migliaia di giovani ci faremo testimoni di una fede troppospesso allontanata nella fase adolescenziale. Ci aspettiamo di ricevere dagli altri lastessa forza e gioia che porteremo in questa esperienza. Grazie alla nostra voglia dicomunicare in tutte le lingue trasmetteremo un dialogo iniziato tanto tempo fa aRoma, per volere di Giovanni Paolo II, e portato avanti a Buenos Aires, Santiago deCompostela, Cz�stochowa, Denver, Manila, Parigi, Roma, Toronto, Colonia, Sydney,Madrid fino a giungere nelle nostre mani per portarlo nei cuori di chi ha fede. Abbiamoricevuto dal nostro vescovo Giancarlo il mandato missionario e la sua benedizione checi accompagnerà in questo nostro cammino. A farci da guida sarà lo stesso Bregantiniaccompagnato da Don Nicola e DonEnzo (rappresentanti della pastoralegiovanile rispettivamente dellediocesi Campobasso e Isernia) cheumilmente vivranno con noi i disagidi questa esperienza. Al nostroritorno annunceremo con gioia aifedeli molisani il messaggio che ilpontefice farà nel suo primoviaggio all’estero.

Daniela Fagliarone e Francesco Gulatieri

SULLA STRADA DI RIO

ANDREA

La GMG che quest’estate miappresterò a vivere avrà perme sicuramente un sapore

unico e inimitabile. Non è laprima perché ho già partecipatoa quella di Madrid, ma ora acreare grande attesa c’è PapaFrancesco che ha così colpito igiovani di tutto il mondo, inparticolare i non-credenti:hanno visto in lui il riflessoumile e caritatevole che laChiesa dei primi secoli aveva.Le mie aspettative per la GMGdi Rio sono altissime: speropossa essere un punto disvolta, per me e per tutti,perché siano sempre di più igiovani che decidono diascoltare il richiamo dell’unicaVerità, Gesù Cristo!

Andrea Petraroia

VITTORIO

Emozioni, gioia, speranza e soprattutto fede! Sono queste leparole che giacciono nel mio cuore pensando alla prossimaGMG che si terrà a Rio de Janeiro! Emozioni che il Signore sono

certa ci regalerà: gioia di condividere lo stesso amore per Cristo congiovani da tutto il mondo; speranza di ra!orzare e di!ondere lanostra testimonianza; e soprattutto la fede, senza la quale tuttosarebbe vano! Io sono Vittoria ho 17 anni e questa è la mia secondaGMG. La prima è stata quella del 2011 con Papa Benedetto XIV aMadrid in Spagna, dove siamo stati accolti da persone che ci hannoamato come fratelli! È questa la testimonianza che voglio dare:un’esperienza come la GMG non può che cambiare la tua vita! Cosami aspetto da questa esperienza? Non ho pretese particolari maproprio quando meno ce lo aspettiamo il Signore opera grandiprodigi nella nostra vita! Pregheremo, insieme al nostro amatopapa Francesco, per tutti quelli che rimarranno nelle loro case einvito loro a fare altrettanto per noi! Un abbraccio calorosissimo atutti e che Dio vi benedica.

Vittoria Romano

| Focus Africa |

Ci sono luoghi dove lasci unpezzo di cuore, che restanosempre nel cassetto deiricordi, luoghi nei quali non ti

stanchi mai di tornare, ogni volta,con nuovo entusiasmo. Uno diquesti è per don Eric la sua amataterra africana, che lo ha vistonascere 48 anni fa, lo ha vistocrescere e diventare sacerdote,partire e poi ritornare. Una terra che

ha tanto lottato per difendere la propria identità. Colonia francese fino al 1960,divenuta “libera” col nome di Repubblica Centrafricana, non ha mai smessoperò di soffrire. In questo territorio ricco di fiumi, dal sottosuolo prezioso e dallaterra fertile che dà sussistenza ai suoi abitanti, in un paradosso senza fine,povertà e ricchezza si guardano da sempre, dritte negli occhi, senza maiabbracciarsi. Tanto sfruttata per le sue ricchezze, ma mai a vantaggio dei suoiproprietari, questa grande culla di 623mila chilometri quadrati, è oggi afflittadalla guerra. “Mai come adesso la gente ha paura”, dice don Eric e scuote la testamentre racconta dell’ennesimo colpo di stato di marzo, che sta devastando ilpaese. Don Eric è tornato là a maggio, per dare l’ultimo abbraccio al suo papàche è volato in cielo. “Sono stati giorni duri e sofferti, soprattutto perché la vitanel mio paese è diventata davvero difficile”, dice scuotendo la testa, e nei suoiocchi si legge tutto il dolore di chi vive lontano dai suoi cari sapendo che ognigiorno rischiano la vita. “Questo è il colpo di stato più duro e più lungo cheabbiamo subito. Lo Stato non esiste più, non c’è amministrazione, non c’èl’esercito. La gente è abbandonata a se stessa”. Dalla presa della capitale Banguida parte del gruppo di opposizione Sèlèka, nato dall’unione di più gruppicontrari alla politica dell’ex presidente Francois Bozizè, fuggito in Camerun, ilpaese è sotto assedio. “La situazione è davvero disperata”- ribadisce don Eric - iribelli bruciano, saccheggiano, distruggono tutto. Ti fermano per strada e tiprendono il cellulare, l’auto e tu non puoi ribellarti perché non ci sono militari ai

quali rivolgerti, l’esercito sono loro.Violentano le donne, armano i bambini,entrano nelle chiese durante lecelebrazioni domenicali perché sanno chec’è tanta gente e ammazzano. Durante unacelebrazione alla quale io stesso eropresente hanno ucciso tredici persone. Sivive alla giornata, ti svegli e non sai searriverai vivo alla sera e quando vai adormire non sai se il giorno dopo potraiaprire ancora gli occhi. E il paradosso, intutta questa situazione, è la presenza deiduecento militari inviati dalla Francia che,anziché difendere il paese, restano fermi aguardare i ribelli che continuano aseminare terrore e morte”. La vita là èprecaria, “al telefono mi dicono chesparano”. Si lavora, si studia, si camminaper strada, si vive o meglio si prova a viverecon la costante paura addosso di morire odi non veder rientrare i tuoi cari. “Un miocugino mi ha raccontato che i ribelli lohanno chiamato al telefono e gli hannodetto che sarebbero andati l’indomani a

LL’’AAFFRRIICCAA SSOOFFFFRREE AANNCCOORRAAPPEERR II SSUUOOII FFIIGGLLII

Don Eric, originario dellaRepubblica Centrafricana,ci racconta i problemi e le

sfide di una terra ancoramartoriata dalla guerra

e dalle ingiustizie

L’1 dicembre 1958 l’Assemblea centrafricanadichiara la nascita della RepubblicaCentrafricana con acapo Barthélemy Boganda, il quale

governerà per un anno a causa della sua morte in unincidente aereo nel 1959. La RepubblicaCentrafricana è uno dei paesi più poveri al mondo,situata nell’Africa centrale. Dal 1903 è stata unacolonia francese sotto il nome di Ubangi Shari. Nel1910 divenne parte del A.E.F. (Africa EquatorialeFrancese) formata da altri tre stati: Gabon,l’odierna Repubblica del Congo e il Ciad. I francesicrearono il loro impero coloniale sfruttando ilterritorio ricco di piantagioni di cotone e numeroseminiere di diamanti. Dopo la seconda guerramondiale iniziò a piccoli passi il processo diindipendenza, dapprima con l’attribuzione dellacittadinanza francese alla popolazione dell’ AEF, poicon la nascita dell’Assemblea centrafricanaincentivata da Boganda. Infine la totaleindipendenza arrivò con la dichiarazione del 13agosto 1960. La Rpubblica Centrafricana confina anord con il Ciad, a est con il Sudan e il Sudan delSud, a sud con la Repubblica Democratica delCongo e la Repubblica del Congo e a ovest con ilCamerun; è uno stato senza sbocco al mare. La

maggior parte dellapopolazione è direligione cristiana (circa il 70%) divisatra cattolici e protestanti, c’è poi un 7%buddista e una minoranza che segue lareligione tradizionale.

prendere la sua macchina. Lui allora di nottel’ha portata in un grande parcheggio francese,dove la gente lascia le proprie cose per tenerlein sicurezza, ma a lui l’auto serve perchélavora lontano da casa”. È tutto bloccato: lecompagnie aeree hanno sospeso i voli, gliospedali sono sotto organico, non hannopersonale e medicine per curare i malati. DonEric parla ancora di suo padre e, con un velodi rammarico, ricorda di quanto ha dovutoaspettare che arrivasse una medicina nonreperibile in città. “Forse, se l’avesse presaprima, ce l’avrebbe fatta!”. Adesso il pericolo più grande, a suo parere, èche la gente si rassegni a vivere così perchénon sa a chi rivolgersi. Lui ritiene che sia indispensabilesensibilizzare la Francia prima di tutto,perché nessuno può governare inRepubblica Centrafricana senza ilconsenso della Francia. E poi si deve informare la gente perché ciòche si vede in tv non è sempre quello che sivive sul posto. La realtà è molto più dura.

Don Eric M’Bika Gabin è il primo di dieci figli: tre maschi e settefemmine. A 12 anni entra in seminario, insieme ad un gruppetto diamici, ma sarà l’unico a diventare sacerdote, a 27 anni. La sua

vocazione viene accolta con gioia dai suoi genitori, coppia unita e discretache, con l’esempio costante e silenzioso, lo accompagna nel suo camminodi crescita umana e spirituale. Arrivato in Italia per specializzarsi, dopoquattro anni ritorna nel suo paese. Nominato rettore del seminariomaggiore di Bangui, dove opera per due anni, chiede al suo vescovo di fareesperienza in parrocchia e, tornato in Italia per approfondire i suoi studi,trascorre un anno ad Agnone, due a San Giovanni in Galdo fino ad arrivarenella parrocchia di Santo Stefano (Cb), dove presta il suo serviziosacerdotale mentre studia all’università del Molise “Scienze dellacomunicazione”. “Il mio progetto - dice - è quello di terminare gli studi, chetanto mi appassionano, e ritornare in Africa”. Della sua vocazione e dei suoianni in seminario ha tanti ricordi lieti, come quelli che lo riportano aipomeriggi domenicali in compagnia del suo padrino, figura determinantenella sua vita di bambino, giovane, uomo e sacerdote. “È con lui chetrascorrevo il mio tempo, mi confidavo, chiacchieravo e lui aveva sempreuna parola buona e il consiglio giusto. È soprattutto a lui che devo diregrazie per essere l’uomo e il sacerdote che sono oggi”.

di Fabiana Carozza

LA MIA VITA

In questa terra piena di risorse ricchezza e povertà si guardano negli occhi

senza mai abbracciarsi

PER SAPERNE DI PIÙ

| | Campobasso . Bojano VIA MAZZINI, 80 ! 86100 CAMPOBASSO | TEL. E FAX 0874!482780

siste un magistero scritto, maormai da qualche mese ancheuno fatto solo di gesti. Unasedia vuota ad un concerto

voluto per l'anno della fede nella salaPaolo VI. Abbracci e sguardi intensi, gestianche fuori dall'ordinario nelle udienzegenerali in piazza S. Pietro. Sto parlandonaturalmente di papa Francesco. Digran lunga, a mio parere, il papa piùcomunicativo dello ultimi anni. Un papapost-ideologico e capace di dare veraattuazione a ciò che erano le vereintenzioni del Concilio Vaticano II.Capace di entrare nel cuore della genteper il suo stile bonario ma deciso edefficace. Dove serve la mano ferma nonmanca di farlo. Si sta occupando di temiscottanti, come la riforma auspicata eimprorogabile della "banca di Dio" loIOR. Di fatto lo ha commissariatodicendo a più riprese che al papa e allachiesa non serve una banca. Anche sullariforma della curia Francesco stalavorando con tenacia e in silenzio. Hariportato una certa normalità neirapporti con la gente e anchenell'ambito delle gerarchie. Esemplare lamessa mattutina a Santa Marta.Commovente la sua attenzione abambini e ragazzi. Eloquente lo scambiodi sguardi con Alberto che e riuscito asalire sulla papa-mobile,accomodandosi proprio al postoriservato al papa. Qualcuno già lamentauna eccessiva "dismissione" della figurasacrale del papa. Per fortuna! Francescoha riportato finalmente il papato nel suoambito. Vescovo di Roma che presiede lealtre chiese nella carità. Un magistero aservizio di tutti a partire dai gesti e dallacredibilità personale. Meno ingerenza emeno potere per essere nel nostrocontesto contemporaneo più capaci disintonizzarsi col popolo di Dio.Bellissimi i moniti di Francesco ad unachiesa povera, ad essere materni,accoglienti. Ha indicato luoghi e spaziper una nuova e vera evangelizzazionedei tempi moderni. Grazie a quest'uomovenuto da lontano, mandato dalloSpirito a ridare slancio e vigore allachiesa, oggi possiamo sentirci tuttichiamati ad una vera e radicaleconversione, per una chiesa tra gliuomini come segno di speranza.Grazie Francesco!

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Lo scorso 30 maggio, monsignorGiancarlo Maria Bregantini si èrecato in visita a Roccamandolfi,

piccolo comune del Matese, ed èstato accolto con gran commozionedal parroco don Giovanni Pompilio,dal sindaco Giacomo Lombardi,dall’Amministrazione Comunale edalla cittadinanza tutta.Durante la sua permanenza, monsi-gnor Bregantini si è intrattenuto,dapprima, con l’amministrazione co-munale e con il parroco per cono-scere le caratteristiche del paese, siadal punto di vista morfologico chedal punto di vista sociale e religioso,al fine di intraprendere un camminodi fede e di unione con la comunità.Le attività intraprese dal vescovo inquesto viaggio sono state molteplici,dedicando parte del tempo agli am-malati, allettati e disabili del luogo,dando sollievo a chi soffre, pregandoper loro e con loro.Il giorno seguente si è recato, in-sieme al sindaco Lombardi ed al par-roco don Giovanni Pompilio, alcimitero per celebrare la benedizionedei cari defunti e in seguito è andatoa far visita agli studenti della scuoladell’infanzia, elementare e medie delpaese, riscuotendo un gran successo.E’ stato un momento di grande con-fronto, rispondendo alle mille do-mande, anche molto acute sottotaluni aspetti, poste dagli studenti, iquali hanno ammirato la grande cul-tura e l’estrema umiltà del vescovo. La sua visita ufficiale è coincisa conla festa di San Liberato, martire da

allontanandosi da questi in ginoc-chio fino all’uscita della chiesa.Il sindaco Giacomo Lombardi, anome dell’Amministrazione Comu-nale e di tutta la comunità roccolana,ha ringraziato monsignor Bregantiniper la sua significativa visita, affer-mando che è un vescovo della gentefra la gente e che in questi giornihanno potuto tutti comprendere chevisitare non è solo andare a vedere,ma anche cercare, capire, voler cono-scere, interessarsi, amare ed amarsireciprocamente.

GGiiaaccoommoo LLoommbbaarrddii

oltre 200 anni e molto venerato nonsolo dai cittadini del paese, ma ancheda molti pellegrini che ogni annovengono a fargli visita come segno didevozione, adorazione e venera-zione. Monsignor Bregantini si èemozionato nel vedere così tanti pel-legrini provenire, dalle comunità diPietravairano e Prata Sannita, percor-rendo a piedi oltre 100 km sotto untempo invernale e con piogge inces-santi. Molto singolare di questi pelle-grini è la loro grandissima devozionea San Liberato, la cui reliquia è si-tuata all’interno della Chiesa Madre,non porgendo mai le spalle al santo e

VISITA PASTORALE A ROCCAMANDOLFI IL VESCOVO TRA LA SUA GENTE

BBRREEGGAANNTTIINNII IINN VVIISSIITTAA AALLLLAA GGAAMM

GILDONELA FESTA DEL PANE

Super partecipata e suggestiva è statala festa del pane svoltasi a Gildonein onore del Sacro Cuore di Gesù e

di sant’Antonio. Una tradizione didevozione popolare antica. Il segnod’amore fatto di 70 canestri di paneprofumato adorno di gigli in unaprocessione di omaggio di fede vissuta eprofonda, identità che accomunadiversi paesi molisani tra cui Jelsi dove“grano si fa arte” offerto a sant’Anna eGildone “dove il Pane si fa dono”: forza enutrimento affinché la speranza vincaogni precarietà.

ddoonn PPeeppppiinnoo CCaarrddeeggnnaa

Il vescovo Bregantini in visita alla Solagrital di Bojano Nonuna visita amministrativa né tecnica quella di mons.Bregantini . La visita all’azienda, programmata nell’

ambito della visita Pastorale nell’area matesina aMonteverde frazione di Bojano, è stata una visita di speranzae dialogo, conforto e confronto. Accompagnato dal parrocodi Monteverde, don Adriano Cifelli, il vescovo è stato accoltocon attenzione paterna dal direttore dell’azienda AngeloGiallorenzo e da un gruppo di lavoratori della variecategorie, da quella avicola a quella dei trasporti, insofferenza per il momento di crisi ed in special modo per lasituazione di staticità , comune a tutti i settori, in cui versal’intera produzione. “Quando sono debole è allora che sonoforte”! E’ questo “Il volto di speranza da tracciare per ilMatese” nella parola incisiva di conforto del pastoreBregantini e presidente della CEI per la commissione Lavoro,Giustizia e Pace. “Le lacrime possono diventare un coagulodi speranza”, ha soggiunto. Di speranza è stato infattil’incontro tra il direttore ed il vescovo nel dialogo allapresenza dei parroci don Adriano Cifelli e don Rocco diFilippo, arciprete della Cattedrale di Bojano e delladelegazione della stampa diocesana. Presenti anche moltidipendenti e rappresentanti sindacali ad ascoltare insilenzioso rispetto le parole di coraggio dell’arcivescovo e leparole chiare del direttore intrise di commozione e di “santorealismo”. Qualche lacrima dovuta al peso sofferto e ad unatto liberatorio nel descrivere la “storia” di un’azienda chevorrebbe vedere la risoluzione nell’aspetto economico sì,ma anche di sperare in un intervento strutturale efficace. Ilrecupero della fiducia, l’impegno, l’abnegazione e laprofessionalità – le priorità espresse nelle commosse paroledel direttore. Ma soprattutto un appello culturale perriportare alla luce un’ azienda molisana qualificata e che èstata oggetto di strumentalizzazioni mediaticheche hanno evidenziato solo parole dipessimismo in un ambiente saturo di problemi.“Non si può, non si deve, non ci è consentito –ha soggiunto Giallorenzo – tutti insiemedobbiamo traghettare perché la preoccupazioneper il futuro è di tutti anche se complessa neivari comparti . Bisogna ripartire dal cuoredell’azienda, grazie anche agli interventieconomici di sostegno da parte dell’istituzioneregionale, ma noi abbiamo il primario compitodi accompagnare e monitorarequotidianamente, la produzione, nell’impegnodei tanti volti che sono il riflesso dei principinon negoziabili: etica, lavoro e credibilità”. L’esperienza che abbiamo vissuto in questa

giornata – ha con-cluso l’arcivescovo- ci dice di duedoni: la ringra-ziamo per averciricevuti, l’onestà ela chiarezza. Lacomplessità e laprofondità con cuiaffrontarli. E mipiace sintetizzarela vicenda di que-sta azienda pre-sente sul territorioda circa quarant’anni attraverso tre sentieri: la “gratitudine”che questa azienda merita per essere riuscita a traghettarenonostante le difficoltà finanziarie; il “grande legame” traquesta sede ed il territorio. Questa azienda è fulcro di legameindispensabile per il territorio. E a noi come sacerdoti servaper comprendere che questi problemi hanno il loro riflessonelle famiglie; le “modalità risolutive” .Più volte ho mediatocon i fratelli Veronesi. La chiave risolutiva può venire da unsano dialogo e preghiera costante. Dopo il confronto, l’ar-civescovo Bregantini e i due parroci sono stati guidati nelcomparto della produzione per l’osservazione del pro-cesso di lavorazione. La speranza è quella di un traghetta-mento completo e concreto. I lavoratori non siaccaniscano sugli ammortizzatori – nel discorso conclu-sivo del direttore - un paracadute che può salvare, ma noncerto può liberare se non ci sono prospettive di rimetterein loco tutta la catena di produzione. Lo scenario puòcambiare se ciascuno con consapevolezza può spezzare lapropria lancia offrendo una soluzione vivibile per tutti.

RRiittaa DD’’AAddddoonnaa

Sarà il cardinale FrancescoMonterisi, l’inviato apostolicodi papa Francesco, a chiudere

l’evento celebrativo del VIcentenario del ritrovamento dellastatua lignea della Madonna dellaLibera di Cercemaggiore. LaMissione Pontificia dell’arcipretedell’antica basilica papale di sanPaolo fuori le mura in Roma èstata annunciata dalla Santa SedeVaticana. La Missione Pontificiaavrà luogo a partire da lunedì 1luglio fino a mercoledì 3 lugliocon il seguente programma:

LLuunneeddìì 11 lluugglliioo ore 11:30 proveniente da Roma , ilCardinale Monterisi farà unabreve sosta al Santuario dell’Ad-dolorata di Catelpetroso (IS), pa-trona del Molise;ore 12:30 momento di acco-glienza e saluti pubblici con leistituzioni ecclesiali, civili e mili-tari presso l’auditorium CelestinoV, in via Mazzini, 80 a Campo-bassoore 15:00 Trasferimento nel con-vento di Cercemaggiore. ore 19:00 in Santuario celebra-zione eucaristica, presenti i giovani

MMaarrtteeddìì 22 lluugglliioo ore 10.00 Visita guidata alla zonaarcheologica di Altilia e Cerce-maggioreore 18.30 Solenne Pontificale, presieduto dal cardinal Francesco Monterisi, concele-brano i membri della MissionePontificia, i vescovi del Molise e iparroci della Diocesi.Segue la processione con l’imma-gine della Madonna e la benedi-zione della lapide a memoria delVI Centenario

MMeerrccoolleeddìì 33 lluugglliioo ore 10:00 In santuario: SantaMessa di ringraziamento, presieduta dal cardinale Monte-risi, con la partecipazione degliemigranti. Concerto “FestivalMario De Cecco”

BIOGRAFIA DEL CARDINALE FRANCESCO MONTERISI

egni che trasformano la parola intestimonianza. Francesco, il papadella semplicità evangelica,continua a scuotere i cristiani e gli

uomini mostrando loro la via del Cristo.Protagonista “ semplice” degli scatti chehanno fatto il giorno del mondo è unragazzo di Bojano, Alberto di Tullio. Ildiciassettenne era in pellegrinaggio con lacomunità di Bojano. “A conclusione dellavisita pastorale di padre Giancarlo –spiegano alcuni sacerdoti di due dellesette parrocchie della città – abbiamoorganizzato un momento comunitario dalprofondo significato: depositare ai piedi diPietro le riflessioni e le esortazioni che inquesti intensi giorni di visita pastoralel’arcivescovo ci ha donato.” E allacomunità bojanese della Cattedrale dellaparrocchia di Monteverde di Bojano, èstato offerto un momento indimenticabilea livello personale e anche un segno disperanza per tutti i giovani. “Alberto –raccontano i genitori- aveva manifestato ildesiderio di salutare il papa, ma tuttosembrava irrealizzabile”. E, in effettiPiazza San Pietro, per festeggiare i centogiorni dall’elezione del papa, è gremita di

fedeli in un’afa che attanaglia tutti. Lacomunità di Bojano è lontana daltragitto di Papa Francesco. I parroci donRocco Di Filippo e don Adriano Cifelli,hanno sentito del desiderio di Alberto e,senza perdere la speranza, raccolgono ilsuggerimento di un addetto alla vigilanza.Acquistano una maglietta dell’argentinacon il numero 10 di Messi e si fano trovarealla fine del percorso papale. IL 19 giugnodel 2013 diventa per Alberto un momentounico e da non dimenticare. Il papaindividua il ragazzo con la magliaargentina, scende e lo abbraccia. Alberto,nella sua ingenuità, gli manifesta ildesiderio di salire sull’auto papale e vienesubito accontentato. Lacrime di gioia e dicommozione, applausi spontaneisottolineano il gesto. Il chierichetto dellaparrocchia di Sant’Erasmo si accomodasul sedile e papa Francesco,scherzosamente ma con un attoaltamente significativo lo gira verso ifedeli. Il “fuori protocollo” diviene, in unpiano di ispirazione, l’immagine dellamagnanimità e della tenerezza che devemuovere ogni cristiano. E’ l’esortazione adaprire il cuore al prossimo per ascoltarne

la voce, troppe volte soffocata dai potenti.La foto rimbalza subito sui giornalinazionali diventando un’ ulteriore

conferma di un papa che alla predicazionefredda e distaccata ha sostituito la “Parola”che è Vita. Alberto, senza saperlo, neltentativo di esaudire il suo desiderio,assurge a simbolo di una chiesadell’accoglienza e della prossimità,affinché tutte le “pecore” possano trovareeguale dignità nel gregge, sotto lo sguardoattento del Pastore. Al di là dei protocollil’accoglienza del giovane chierichetto diBojano è, nuovamente, l’esortazione avivere di semplicità nell’accoglienzadell’altro. Uno stupendo dono, questo“fuori programma”, che suggella la visitapastorale nella zona foraniale ed esorta i 7parroci a proseguire in un cammino dinuova evangelizzazione nell’apertura enell’essere “prossimo”, esercitando lamagnanimità. Sorella Provvidenza,attraverso Papa Francesco, ha affidatoquesto messaggio alla fervente comunitàdi Bojano anche grazie all’ingenuasemplicità del giovane Alberto.

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Sul sentiero dei cento giorni di Papa Francesco

CERCEMAGGIOREIl cardinale Monterisiospite atteso e graditoalle celebrazioni peril VI centenario

Il cardinale Francesco Monterisi, arciprete della basilicapapale di San Paolo fuori le mura, è nato il 28 maggio1934 a Barletta, nell'arcidiocesi di Trani-Barletta-

Bisceglie, in Puglia. Nunzio apostolico prima in Corea epoi a Sarajevo negli anni della guerra, è stato segretariodella Congregazione per i Vescovi e del CollegioCardinalizio, svolgendo in questa veste anchel'ufficio di segretario del Conclave che il 19 aprile2005 ha eletto Benedetto XVI.La sua è una famiglia molto religiosa che ha dato allaChiesa alcuni noti ecclesiastici come l'arcivescovo di Sa-lerno Nicola Monterisi, l'arcivescovo di Potenza IgnazioMonterisi e padre Giuseppe Filograssi, professore di teo-logia alla Pontificia Università Gregoriana.Ha studiato prima al Pontificio Seminario Romano Mi-nore, dal 1946 al 1951, e poi al Pontificio Seminario Ro-mano Maggiore fino al 1958. Ha conseguito il dottorato inteologia alla Pontificia Università Lateranense. Ordinatosacerdote il 16 maggio 1957 nella cattedrale di Barletta,dal 1958 al 1961 è stato vice rettore del Seminario arci-vescovile diocesano Don Pasquale Uva a Bisceglie.Contemporaneamente, per l'anno accademico 1960-1961, ha insegnato filosofia al Pontificio SeminarioRegionale Pugliese Pio xii a Molfetta.Nel 1961 è entrato nella Pontificia Accademia Ecclesia-stica e nel 1964 ha anche ottenuto il dottorato in dirittocanonico alla Pontificia Università Lateranense.Nell'agosto 1964 è entrato nel servizio diplomatico dellaSanta Sede. Il suo primo incarico è stato quello di addettodi nunziatura nella Delegazione apostolica in Madaga-scar. Due anni dopo è stato nominato segretario dellanunziatura apostolica nella Repubblica Araba d'Egitto.Rientrato in Vaticano, in segreteria di Stato nel 1970 èstato incaricato di seguire le delicate questioni del MedioOriente. Il 24 dicembre 1982 è stato nominato nunzioapostolico in Corea ed eletto alla Chiesa titolare arcive-

scovile di Alba marittima. Ha ricevuto l'ordinazione epi-scopale il 6 gennaio 1983 da Giovanni Paolo ii nella basi-lica Vaticana. Durante i quattro anni del suo servizio inCorea, ha accolto dal 3 al 5 maggio 1984 Papa Wojty{l-lslash}a nella sua prima visita nel Paese asiatico, per la ca-nonizzazione di centotrè martiri a Seoul, contribuendocosì alla realizzazione di uno degli eventi più importantidella storia cristiana in quelle terre.Quindi dal 1987 al 1990 si è occupato delle questioni afri-cane nella sezione per i Rapporti con gli Stati della segre-teria di Stato e ha anche insegnato alla PontificiaAccademia Ecclesiastica. Il 28 agosto 1990 è stato no-minato Delegato per le Rappresentanze Pontificie,incarico che ha svolto per otto anni.Intanto nel pieno della violenta crisi che ha colpito la exJugoslavia, l'11 giugno 1993 è stato nominato primo nun-zio apostolico in Bosnia ed Erzegovina. Per cinque anni èrimasto accanto alle popolazioni sofferenti portandoavanti, in un contesto molto difficile, in collaborazionecon la Chiesa cattolica locale, una missione di pace e di ri-conciliazione con un'apertura al dialogo con tutte le partiin causa. Non sono mancati momenti di tensioni e di veroe proprio pericolo. Ha contribuito anche all'organizza-zione e alla realizzazione della storica visita di GiovanniPaolo ii a Sarajevo il 12 e 13 aprile 1997, dopo aver lavo-rato a quella prevista per il settembre 1994, ma all'ultimomomento resa impossibile dalla situazione sul campo.Dopo l'esperienza in Bosnia ed Erzegovina e come Dele-gato per le Rappresentanze Pontificie, il 7 marzo 1998 èstato nominato segretario della Congregazione per i Ve-scovi e del Collegio Cardinalizio, un servizio che ha svoltoper undici anni. Si è dunque occupato anche del lavorodella Pontificia Commissione per l'America Latina, delcoordinamento pastorale degli Ordinariati militari e del-l'organizzazione delle visite ad limina dei vescovi. Tra isuoi primi atti, nel luglio 1998, c'è la presentazione, conl'allora cardinale Ratzinger, della Lettera apostolica Apo-

stolos suos di Giovanni Paolo ii in forma di Motu propriosulla natura teologica e giuridica delle Conferenze dei ve-scovi. Inoltre nel giugno 2008 ha presentato le motiva-zioni dei provvedimenti adottati da Benedetto xvi sualcune circoscrizioni ecclesiastiche dei Balcani.Nell'ambito della Curia romana, fa parte della Ponti-ficia Commissione per l'America Latina ed è statomembro del Pontificio Consiglio della Pastorale per iMigranti e gli Itineranti.Il 3 luglio 2009 è stato nominato arciprete della basilicapapale di San Paolo fuori le mura, dove ha raccolto l'ere-dità spirituale dell'anno paolino. Nella basilica Ostiensepresiede anche i consigli per le attività pastorali e per gliaffari amministrativi.

| | Isernia . Venafro PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 ! 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337

Sabato 11 maggio si sonoconclusi, con un pellegrinaggioa Roma sulle Tombe degliApostoli, i tre incontri di

formazione e di preghiera deicatechisti della diocesi, curati dallaProf.ssa Annamaria Del Prete, inoccasione dell’Anno della Fede. La Tomba di S.Pietro nella Basilica Va-ticana, le catacombe di San Seba-stiano, la Tomba di San Paolonell’omonima Basilica fuori le mura ela chiesa di San Paolo alle Tre Fontane,all’interno dell’omonimo complessoabbaziale, sono state le tappe di que-

sto pellegrinaggio che ha voluto cosìoffrire ai partecipanti l’occasione perriscoprire la spiritualità degli Apo-stoli Pietro e Paolo attraverso la vi-sita dei luoghi legati alla loroconfessione di fede in Cristo .In questo contesto la scelta delle cata-combe di San Sebastiano situate sullavia Appia, è stata voluta in quantopresso questo sito, in una sorta di cor-tile di forma trapezoidale con pavi-mento in mattoni ed un grandeporticato a pilastri, sono stati ritrovati

sull’intonaco 600 graffiti scritti in la-tino, greco, siriaco ed aramaico che te-stimoniano quasi 70 anni direfrigeria e risultano stilati in onoredegli apostoli Pietro e Paolo: qui latradizione, infatti, vuole che i corpidei due apostoli fossero stati collo-cati nel 258, durante la persecuzionedi Valeriano, per proteggerli daeventuali profanazioni e qui vi rima-sero per 50 anni prima di tornare ri-spettivamente nei propri sepolcri.Il pellegrinaggio, al quale hanno parte-cipato rappresentanti dei catechisti, diassociazioni laicali (Masci, Unitalsi,Caritas), accoliti, coristi, genitori equalche bambino del catechismo, siè svolto in un clima di preghiera e dimeditazione, ma anche di condivi-sione e di festa, ed è stato guidatonelle sue tappe da don Berardino diSilvio, che ha saputo illustrare conamabilità e competenza le valenzeartistiche, ma soprattutto spirituali,dei luoghi visitati.La recita delle lodi, la mattina, appenadopo la partenza, e la Santa Messa ce-lebrata nella chiesa di San Paolo alle

Tre Fontane, ultima tappa del pellegri-naggio, hanno siglato l’inizio e la con-clusione di questo pellegrinaggio dalquale i partecipanti sono senz’altrotornati animati da rinnovato slancio acontinuare nell’impegno di testimo-niare con la propria vita - prima checon la parola - il Vangelo di Cristo, se-condo le parole di Papa Francescoche ha voluto sottolineare come l’im-pegno del cristiano deve essere quellodi “camminare, confessare, edificare”.E questo deve avvenire nell’ascoltodella Parola e nell’attesa gioiosa del ri-torno di Cristo, come hanno sottoli-neato la Prof.ssa Anna Maria Del Pretee don Berardino, al momento dei sa-luti. I prossimi appuntamenti per i ca-techisti saranno:DOMENICA 9 giugno presso le OpereParrocchiali della Cattedrale in via Er-manno D’Appollonio;Il 29 settembre a Roma in Piazza S.Pie-tro per prendere parte alla S.Messa ce-lebrata da Sua Santità Papa Francescoin occasione del Raduno Internazio-nale dei Catechisti.

MMaarriioo VVeerrrreecccchhiiaa

SULLE TOMBEDEGLI APOSTOLI

Concluso il percorso formativo con una giornata di ritiro spirituale nei luoghi dellaculla della fede cristiana

obbiamopartiredenuncian-

do la difficoltà cheoggi ognunoincontra nellapropria attività dicomunicazione.

Anche i piccoli istituti etici, come la famiglia, che unavolta erano luoghi santi di autentica relazione e fattivacomunicazione, oggi barcollano pressati da istanzecentrifughe che ne minano addirittura lacomposizione e l’esistenza. Così il mondo politico, ilmondo economico, il mondo giuridico, il mondodell’educazione, sono tutti settori in cui lacomunicazione avverte l’impoverimento dellepeculiarità che la qualificano. Da ciò il monologo cheprimeggia sulle scene del mondo; è il monologo chedomina il dialogo e il confronto, che appaga il bisognodi parlare e di dire le proprie idee. Il soggetto ha finitocol pensare che così si fa comunicazione,trasmettendo il proprio punto di vista ed èindifferente se altri lo ascoltino e lo facciano proprio.L’effetto più deleterio della mancanza dellacomunicazione è la povertà del soggetto: senzaapertura sincera agli altri, senza accoglienza dell’altro,senza ascolto dell’altro, senza la riflessione sulpensiero degli altri, senza la ricerca del superamentodel proprio singolare punto di vista, senzatrascendimento di sé, vengono meno le possibilità dicrescere, di capire, di comporre, di cogliere la verità, ditendere, in ogni atto del pensiero, alla universalità.L’uomo rinuncia alla propria vera umanità, edinsieme rifiuta la comprensione del senso della vita,della propria appartenenza alla storia, accettando,

anche consapevolmente, la solitudine el’emarginazione spirituale. Socrate gira ancora tra lenostre strade e indica ai sofisti di turno, in modoparticolare al Gorgia di turno, che l’essere è, che èconoscibile e che è comunicabile. L’essere vuol direinnanzitutto l’uomo, non riducibile alla sola fisicità néad un insieme caotico di esperienze soggettive.L’essere umano ha un proprio nucleo originariocostituito dalla natura umana, dalla ragione umana,da leggi e principi che sono eterni, incorruttibili.L’essere dell’uomo è ancora pensiero fondante, èsentimento fondante, dotazioni che non derivanodalla attualità dell’hic et nunc o dalle trame sociali epolitiche. L’essere vuol dire tutto il reale a cui l’uomotende per propria natura, l’essere trascendente di Dio,che dell’uomo è creatore, l’essere del mondocircostante, che insieme con l’uomo, collabora alraggiungimento di ideali di unitarietà e universalità,l’essere delle istituzioni e delle conquiste umane.L’essere è anche tutti gli strumenti linguistici perchéogni composizione logica possa realizzarsi: èl’oggettività dei significati, quella che comporta ilsuperamento degli individualismi e delle situazionibabeliche e permette di intendersi, direttamente,senza aggiungere “nel senso che”, per dare ilsignificato reale alle proprie espressioni. Non si puònon sottolineare che oggi molti termini sono imedesimi, in varie discussioni di interlocutori, ma isignificati sono diversi, con le conseguenze che nederivano. Alla inesistenza dell’essere quindiconsegue, come predicato da Gorgia, l’inconoscibilitàe l’incomunicabilità dell’essere. Ecco alloral’importanza della fede per essere pienamenteuomini, per utilizzare in pienezza la propria ragione,per essere creativi, e progettare, e conservare e

difendere,erispettare,e amare. E’la fede checrea lecondizionidellarelazionetra gli uomini, che permette di trascendere la propriaindividualità e volare verso l’alterità, è la fede che dà lacertezza del diritto, della giustizia, della fratellanza, èla fede che dà la consapevolezza, ad ogni uomo, diesprimere, sul proprio, il volto di Dio. Occorreessere coscienti che una cultura senza fedenell’essere, senza fede in Dio e nell’uomo, non haalcuna possibilità di immergersi nella storia umana,nella interiorità della persona ed è destinata arestare ai margini della vita intellettiva ed eticadell’uomo. Un’ultima considerazione va fatta: lasolitudine, nella quale cade l’uomo che non accetta icanoni eterni della relazione e della comunicazione,che si trincera dietro il proprio linguaggio e leproprie singolari esperienze, che eleva a verità,proprie idee parziali ed inefficaci, favorisce ladisintegrazione di ogni principio etico e azzera ognilinguaggio dell’insieme. Ma occorre ricordare che c’èuna minoranza, visibile, nella Chiesa come in tanteassociazioni e categorie del mondo civile, che difendei valori oggettivi della comunicazione e lotta, nei limitidelle proprie possibilità, affinché tutti gli strumentiatti a creare e accrescere relazioni, siano alimentati: Lacomunicazione, scrive Papa Wojtyla, è partecipazionealla vita della comunità, è solidarietà, è giustizia, èdialogo autentico, è amore.

VENAFRO

I“teens for unity” (ragazzi per l’unità)continuano a darsi da fare all’internodella Comunità Venafrana. In

cantiere le prossime due colonie che sisvolgeranno dal 22 al 27 luglio, la prima,e dal 19 al 24 agosto la seconda.Quest’anno, una grande e piacevolenovità: la prima colonia si terràinteramente presso la piscina ‘LosCocos’ di Venafro dalle 8.30 alle 16.00

e… tutti insieme anche a tavola.Per la seconda faremo capo al successodella colonia passata, a cui si riferisce lafoto qui proposta, e si svolgerà tuttepresso il Centro Sociale della Parrocchiadei Ss. Martino e Nicola con… qualchevisita in piscina (tempo permettendo!!!).Un’altra iniziativa molto interessanteche si sta progettando è il PiscinaParty ‘Tuffati in Lui’ in collaborazionecon don Enzo della Pastorale Giova-nile Diocesana… A presto il pro-gramma dettagliato dell’eventoalternativo per i giovani e i ragazzidella Diocesi di Isernia e Venafro.Sicuramente, alla base di ognuna diqueste attività, ci sarà l’amore. Ogni atti-vità che proporremo avrà lo scopo di in-segnare ad amare l’altro e ad amarel’Amore… Non avrà importanza se sa-remo in piscina, al sole o sotto untetto, l’amore si insegna amando e sipuò amare in ogni momento, in ognicondizione, in ogni posto.Un ringraziamento sincero al Parrocodon Rocco Iannacone e all’ANSPI Vena-fro che… continuano a “fidarsi di noi”!!!

TTeeeennss ffoorr UUnniittyy

LAVORIIN CORSOCON I T4U

LA FEDE PER COMUNICARE

FEDE, LUCE CHE

ILLUMINA LA VITA

CATECHISTI DELLA DIOCESIIN PELLEGRINAGGIO

| Isernia . Venafro | PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 ! 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337

La fede in estate non va in ferie e così le nostre parrocchie si vestono a festaper colorare i giorni di vacanza. Tempo di riposo attivo, da impegnarediversamente, per continuare a crescere mentre la mente si riposa un po’.Tutto però vive: l’energia dei più piccoli, tutti promossi a scuola, è

incontenibile; e i più grandi, superato l’incubo delle ultime interrogazioni e deiquadri usciti già, decidono di mettersi in gioco, vestendo i panni dell’animatore.Per tanti è la prima volta, ma la voglia di provarci è più forte e così inizial’avventura. Molti così scoprono che gli piace, che è bello spendersi per gli altri,che c’è gusto nel farli divertire… divertendosi. Se poi c’è Dio allora la cosadiventa ancora più intrigante, perché si chiama: “DIOvertirsi”. Quest’anno poicon un look nuovo: d’accordo con i parroci della forania del Volturno, tuttiinsieme, bambini e animatori provenienti dalle varie comunità che uniscono leforze per dare segnali che è possibile camminare così. Le distanze lopermettono e i tempi lo richiedono! Sei giorni per divertirsi in Dio, in seiparrocchie diverse: Scapoli (18 giugno), Colli a Volturno (20 giugno), Cerro aVolturno (22 giugno), Castel San Vincenzo (25 giugno), Pizzone (27 giugno) eFornelli (28 giugno). Ogni giornata inizia in ginocchio davanti a Gesù Eucaristiaper un breve ma intenso momento diadorazione e termina con la CelebrazioneEucaristica. Nel mezzo tanto gioco,divertimento, animazione con il pranzosempre gentilmente offerto dallaparrocchia ospitante e preparato dagenitori e animatori adulti, encomiabilinella loro disponibilità.L’ultimo giorno a Fornelli, in versione se-rale con tutti i genitori, premiazione, festae video con le immagini più belle di questigiorni. Il “DIOvertirsi è finito ma il cam-mino continua… sempre accanto a Gesù!

L’estate nel Volturnoè...DIOvertimento

La voce del parroco

Èpartita non appena terminate lescuole, l’animazione estiva per iragazzi delle elementari e medie dei

paesi della valle del Volturno.L’iniziativa, denominata “Un estate perdiovertirsi” è un percorso formativo, digioco e di socializzazione che, dopo lafase sperimentale iniziata l’annoscorso, abbiamo riproposto con grandesuccesso. Per due settimane, a giornialterni, i parroci della forania delVolturno, coordinati dall’infaticabileDon Enzo Falasca hanno dato la lorodisponibilità, a turno, per ospitare ilnutrito gruppo giovanile (oltre 100rumorosi e vispi partecipanti), ad offrirele strutture necessarie per il gioco, e aprovvedere per il pranzo.Le attività prendono inizio alle ore 10,con la preghiera di adorazione Euca-ristica nella Parrocchia ospitante, poi,nell’arco della giornata si svolgono leattività di gioco e animazione, fino alloro epilogo, con la celebrazione dellaMessa, alle 17.30. Osservata dal mio ruolo di parroco, nonposso che essere felice e soddisfatto diquanto anche quest’anno siamo riuscitia offrire ai ragazzi. Queste iniziativehanno indubbiamente il pregio di disto-glierli dalla noia e dall’ozio che, in que-ste giornate estive ahimé finisce percatturare i nostri ragazzi. La risposta èstata davvero soddisfacente, e questograzie soprattutto all’equipe animatori,oltre una ventina, da tutti i paesi dellavalle. Si sono preparati con una parti-colare scuola di formazione al lororuolo di animatori ed educatori: un op-portunità per educare, certo, ma ancheper essere educati al dono di sé, asaper far fruttificare i propri talenti peril bene e la gioia dei più piccoli, L’unico disappunto è forse che questigiorni sono finiti troppo presto, e di que-sto si dispiacciono soprattutto i nume-rosi piccoli utenti, che sono statigioiosamente coinvolti in questa avven-tura. Ma è anche viva la speranza chequeste piccole, ma preziose iniziative ciaiutino a fare sempre in meglio, nonscoraggiandoci davanti alle tante diffi-coltà che fanno parte della vita delle no-stre piccole parrocchie; sono piccolisemi di speranza, che ci aiutano a guar-dare al futuro positivamente.

ddoonn PPaaoolloo MMaazzzzoolleennii

Anna ll Diovertirsi è un insieme di momentied emozioni che hanno reso speciali euniche le giornate passate insieme. I“Bans”, i giochi, i fantastici prestigiatorie giocolieri ci hanno riempito di alle-gria. Per noi animatori o “Mandarini”(tutti con maglietta rigorosamentearancione!), è stata un’esperienzaistruttiva che ci ha permesso di cono-scerci meglio e di fare nuove amicizie. Ma soprattutto ci responsabilizza! Per-sonalmente sono molto soddisfatta so-prattutto perché questi giorni mihanno insegnato come organizzare efar rispettare ad una squadre le regole.

AAnnnnaa VViillllaannoo,, CCaasstteell SSaann VViinncceennzzoo

Anna Esperienze come quella del “Dio-vertirsi” meritano di essere rac-contate perché si è riusciti acoinvolgere più parrocchie in ununico entusiasmante evento. Forteè stata l’affluenza dei bambini,grandi e piccoli, di età compresatra i 6 e i 13 anni, ma anche deglianimatori, tutti adolescenti. Nonsempre è facile interessarli in atti-vità del genere ma questa voltahanno risposto in tanti, così comei genitori, molti dei quali hannopartecipato alle attività diverten-dosi come i loro bambini. Il la-voro e l’impegno che c’è dietro ètanto ma ben vengano iniziativecosì: la loro bellezza vive negliocchi dei bambini che vi parteci-pano e nulla soddisfa di più cheil vederli felici.

AAnnnnaa SSccaallzziittttii,, CCoollllii aa VVoollttuurrnnoo

Carola Questo è il mio terzo anno come animatrice alcampo estivo del Diovertirsi, e devo dire chemi sta facendo crescere davvero tanto. A diffe-renza degli altri anni, quest’anno le parrocchiepartecipanti sono state 9: Scapoli, Castel-nuovo, Colli al Volturno, Cerro al Volturno, SanVincenzo, Pizzone, Fornelli, Rocchetta e Cu-pone, alcune delle quali a rotazione ci hannoospitati. Tanto è stato il lavoro e tante le re-sponsabilità, ma tutto è stato ripagato dallagioia che era sul volto di ciascuno di noi. Sicu-ramente è stata un’esperienza formativa siaper i bambini che per noi animatori. Nel corsodelle 6 giornate abbiamo imparato a capircie a fare gioco di squadra; infatti lo stare in-sieme e la condivisione ci hanno portato adapprezzare tutti e tutto ció che ci circonda.È un cammino da rifare, e perchè no?! spe-riamo di essere anche piú numerosi nelleprossime edizioni!

CCaarroollaa SSaavveellllii,, ddeellllaa ffoorraanniiaa ddeell VVoollttuurrnnoo SSccaappoollii

Teo Per me questo campo estivo era ini-ziato con leggerezza e invece poi si èrivelata un’esperienza molto impor-tante per crescere. Siamo riusciti aunire la Chiesa e il divertimento, moltospesso considerate dai giovani duecose molto diverse. I momenti passatiinsieme hanno unito noi animatori edè nato un vero e proprio spirito disquadra che porta ad aiutarci l’un l’al-tro e a far sì che queste giornate sianoDIOvertenti!

TTeeoo IIaaccoovveettttii,, PPiizzzzoonnee

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La “tre giorni” annuale del clerodiocesano, che da qualche anno sicelebra a Matrice (CB), è stataguidata dal presbitero focolarino

Enrico Pepe. Appartenente al clerodiocesano di Teramo - Atri, è stato permolti anni in Brasile, in fraternità conalcuni sacerdoti. Opera da qualche annopresso una casa di focolarini aGrottaferrata. La tematica, “Il sacerdote adulto nellafede”, è stata articolata in vari ambiti.Economia. Si confonde tale spiritualitàcon la vita religiosa. È sempre difficile ac-cettare questa realtà, dagli apostoli che vo-levano la restaurazione del regno allaPentecoste, e nonostante tutto Pietro hafatto fatica per accettare i pagani come nelsogno degli animali impuri. Un esempio curioso è la missione in Bra-sile dove sotto la croce si scriveva “Salva latua anima”. Dopo qualche anno, si è op-tato per “Amatevi gli uni gli altri”.Il pensiero del mondo cosa ha un pro-dotto? Da un lato il comunismo che vo-leva un paradiso senza Dio ha prodotto igulag. In occidente invece la teoria del ca-

pitalismo alla quale i paesi cristiani si rifanno come fosse un Dogma Intocca-bile. L'economia di comunione va vissuta non solo tra i cittadini ma anche tragli imprenditori. Ciascuno è chiamato a vivere lo stile di povertà. Un esempio inBrasile dove abbassando stipendi hanno salvato il lavoro ed esportando all'e-stero si sono salvati e ora sono ancora fiorenti attività.La fraternità dei focolarini condivide le risorse mentre nei privati e anche neipreti c'è ambiguità perché da un lato predichi la povertà e dall'altro vive la lo-gica del capitalismo. Il problema però non è questa o quell'altra spiritualità mala povertà secondo il vangelo che poi si può vivere in diversi modi.Evangelizzazione. Lavorare negli uffici e creare un clima familiare aiuta a viveretale esperienza in un modo nuovo.Occorrerebbe superare la logica del dover fare questo o quello ma di poter dire

… venite e vedete. L’evangelizzazione di-venta efficace quando sa creare un climadiverso, più vicino al vangelo.Il Papa ci dice di andare nelle periferie, maoccorre farlo con la comunità, non da soli.Altro problema è la formazione dei cri-stiani e dei sacerdoti.Formazione rigida nel seminario, sul mo-dello ignaziano. Il problema, però, si pone quando esci daquelle mura e ti rendi conto che quella spi-ritualità non va più bene, non attrae nes-suno e soprattutto i giovani. Si camminaper farci santi insieme!Un rischio di oggi tra i preti giovani è la-sciare il ministero o fare gli impiegati, percui a una certa ora faccio il prete mentrepoi mi dedico ad altro (passeggio, amicizie,…).Corporalità.Nel nord America si sono visti periodi dicarenza vocazionale per cui i vescovihanno imposto le mani su persone scom-poste dal punto di vista affettivo. C’era lapreparazione culturale ma mancava la for-mazione umana. I danni si sono visti, e si èstati costretti a vendere parecchi beni, per-sino le chiese. Si vive un periodo di fragileaffettività, si attaccano sia la castità coniu-

gale che quella verginale. Sia i preti catto-lici latini che quelli ortodossi sono in diffi-coltà perché portatori di valori oggi nonpiù apprezzati. In alcune parti del mondo,come l’America latina, il corpo viene datocome merce scontata. Un esempio è il Bra-sile, dove i religiosi fanno parte delle per-sone “dabbene”, per cui hanno dirittoanche all’amante. Quando ci si presenta,invece, come persona che punta alla puri-ficazione, coloro che ti stanno accanto ca-piscono e apprezzano.Il senso profondo del celibato consistenel vedere e nel rendere tutte le donnecome Maria. Dopo Pietro abbiamo i papi. E dopoMaria? I teologi ritengono che i “succes-sori” di Maria siano i santi, soprattuttonell’espressione dei propri carismi.Mass media.C’è un lavoro di purificazione anticipata,soprattutto dagli USA. Il problema, tutta-via, è anche sapersi presentare nel modogiusto, come ha fatto l’attuale Pontefice.Un presbitero di Gaeta ricordava che, puravendo una radio, il tutto si poteva ridurrea una montagna di carte e di chiacchiere.La prima e vera radio trasmittente è la co-munione reciproca nella comunità.

AAdduullttii nneellllaa ffeeddee,, nneellllaa ssppiirriittuuaalliittàà ddii ccoommuunniioonneeDon Enrico Pepe nella tre giorni a Matrice con il clero diocesano per evidenziare i tratti fondamentali della santità sacerdotale

Il problema non è questa o quell'altra spiritualità, ma la povertà evangelica vivibile in diversi modi

C hi l’ha detto che in unaResidenza SanitariaAssistenziale, dove per lo piùvengono ospitati anziani non

autosufficienti, non si possano viveremomenti di puro divertimento? Cheun anziano abbia smesso di volerconoscere culture diverse esoprattutto gente giovane con cuiconfrontarsi? Per smantellare questiassurdi paradossi, si è deciso di organizzare il “MeetingParty - L’Amico venuto da lontano”tenutosi appuntopresso la Residenza Sanitaria Assistenziale di Larino.Nell’esilarante e divertente incontro, gli ospiti dellastruttura in compagnia degli allievi del corso diformazione organizzato dal Centro TerritorialePermanente di Termoli, in collaborazione con lasezione molisana dell’ANOSS, hanno vissuto unpomeriggio all’insegna della multiculturalità.L’incontro, era stato pensato con il solo scopo diformazione sul campo, per gli allievi. Visto però, chemolti di loro erano in gran parte extracomunitari, hadato l’idea di trasformare il pomeriggio tra gli ospitidella struttura e gli allievi del corso, in un incontro traculture ed età diverse. Ovviamente, gli ospiti dellastruttura erano stati preparati all’incontro. Bisognatener presente che per molti di loro che già faticano aritrovarsi nella quotidianità, non sarebbe stato

sempliceincontrare degli estranei. Quindi l’animatriceattraverso una simpatica lettura di un articolocomparso su un quotidiano che parlava appunto delfenomeno immigrazione, li ha coinvolti creando unaperto dialogo, permettendo ad ogni ospite diesprimere un giudizio. Alla fine la decisione unanimedi accogliere gli amici più giovani venuti da lontano.Viviamo in un paese sempre più multiculturale, edentrare in contatto con persone con altri modi divivere, di sentire, di rapportarsi alla realtà amplia lenostre conoscenze. Così è stato durante il MeetingParty animato dai volontari dell’associazione onlus“Sorridere Sempre”. Già, i clown hanno pensato benedi proporre il gioco delle interviste, dando così modo atutti i presenti di presentarsi e raccontare la loro storia,le usanze e abitudini del paese nativo. Ciò hapermesso di constatare la complicità con i compagni di

corso italiani. Anche gli anziani ospiti della struttura sisono prestati amichevolmente all’intervista dei clown,abbellendo il loro passato e camuffando la vera età. Asentirli gli anziani quando dichiaravano la loro età,sembrava quasi che i veri anziani erano gli allievi delcorso. Ma tutto questo faceva parte del gioco. Dopo ledovute ma ironiche presentazioni, i volontari hannocoinvolto un po’ tutti, operatori compresi, in cantipopolari e giochi, che hanno scatenato l’ilarità di tutti,compresi i familiari presenti all’evento. Quest’ultimihanno voluto offrire un piccolo break per completareallegramente la festa. Tra una tartina e l’altra si èconcluso il party, che ha lasciato una piacevole realtà diintegrazione tra età e culture diverse, smussandoanche qualche pregiudizio.

CCaarrmmeenn VVaassssaallllii

Accogliamo l’amicovenuto da lontano

Amicizia tra età e culture diverse

Entrare in contatto con persone con altri modidi vivere, di sentire, di rapportarsi alla realtà ampliale nostre conoscenze eci insegna il rispetto

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SSPPRRAARR.. CCeelleebbrraattaa iinn ddiioocceessii llaa GGiioorrnnaattaa mmoonnddiiaallee ddeell rriiffuuggiiaattoo

Il 20 giugno si è celebrata in tutto il mondo la Giornata del Rifugiato, istituitanel 2000 come occasione per ricordare la condizione di milioni di personein tutti i continenti costrette a fuggire dai loro Paesi e dalle loro case a causadi persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.

In Italia è attivo dal 2001 il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifu-giati (SPRAR) che è composto dalla rete degli enti locali che, con il preziosocontributo delle realtà del terzo settore, realizzano interventi di accoglienzaper quanti arrivano sul territorio italiano in cerca di protezione internazionale.Il progetto territoriale di accoglienza“Rifugio Sicuro” è attivo dal 2011 ed èrealizzato dal comune di Termoli inpartenariato con Ururi, comune sulcui territorio insistono le strutture al-loggiative messe a disposizione dallaCaritas Diocesana. Il Progetto mette a disposizione uncentro collettivo con 15 posti dedicatiall’accoglienza di donne sole con figliminori ed un appartamento destinatoad un nucleo familiare di 5 persone.«Gli interventi di accoglienza che rea-lizziamo sono finalizzati a facilitare ipercorsi di inserimento socio-econo-mico di richiedenti asilo e rifugiati»dichiara Luca Scatena, coordinatoredel Progetto per gli enti gestori «L’ac-coglienza che offriamo dura tuttol’anno, a prescindere dalle situazionidi emergenza, e ciò ci permette di

programmare nel medio-lungo pe-riodo attività di integrazione che pos-sano rafforzare le competenzeprofessionali e personali (empower-ment) degli accolti al fine di facili-tarne la riconquista di un’autonomiaperduta». A Ururi, nel corso di dueanni e mezzo, è stata garantita una“accoglienza integrata” a 30 persone,attraverso servizi di orientamento,informazione, accompagnamento,tutela ed integrazione.«L’accoglienza di richiedenti asilo erifugiati nella nostra città è uno stru-mento per esprimere la nostra solida-rietà a quanti sono stati costretti alasciare il loro Paese» sottolineaGianni Pinto, vice-direttore Caritas«Accogliere i migranti forzati ci offre,

al tempo stesso, un’opportunità perribadire la centralità dei diritti umani,nonché un’occasione di sviluppo, ar-ricchimento e crescita per la nostracomunità cittadina».La ricorrenza della Giornata Mon-diale del Rifugiato sarà animata da at-tività varie con finalità disensibilizzazione del territorio. Gio-vedì 20 giugno ore 16,00 è stata in-detta una conferenza stampa presso ilocali della Cittadella della Carità nelpaese vecchio di Termoli, mentre ve-nerdì 21 giugno, presso la scalinatadel Folklore, lo spettacolo teatrale diAntonio Rezza. Saranno appuntamenti importanti diincontro tra la comunità termolese emolisana ed i rifugiati che il nostroterritorio accoglie.

Insieme per una “Accoglienza integrata”

Per esprimere la nostra solidarietà a quanti sono stati costretti a lasciare il loro Paese

a scuola oggi rappresenta una delleagenzie educative più in crisiinsieme alla famiglia. Il C.d.A.F.(Centro di Aiuto alla Famiglia)

organismo diocesano, propone unpercorso da offrire alla scuola di ogniordine e grado del territorio diocesano.Il campo estivo, rivolto a coloro che lavo-rano in ambito sociale e scolastico, hacome titolo “Accogliere, ascoltare, accom-pagnare la famiglia nella scuola” e si terràpresso la “Cittadella della Carità” in Ter-moli dal 26 al 28 luglio 2013.Relatore e coordinatore del percorsosarà il Prof. Ezio Aceti, Psicoterapeutadell’età evolutiva. È un percorso e pro-getto di accompagnamento per alunnie genitori, impegnati nella scuola del-l’infanzia, primaria, media e superiore. L’inizio il 26 mattina, alle 10, con in-troduzione e prima relazione. Nel po-meriggio la seconda relazione, poi ivespri e la cena fraterna.Sabato 27 alle 9 le lodi in cappella, la terzarelazione, il pranzo in mensa, i gruppi distudio, il confronto comune e i vespri perpoi concludere con la pizza.Domenica 28 lodi e stesura progetto, aconcludere il pranzo in mensa.Per convegno estivo diocesano per fa-miglie e singoli, visto il numero dellestanze disponibili nella Foresteria, ènecessario comunicare in tempo lapropria adesione. Nella scheda sichiede di fornire Nome e cognome,Coniuge, Numero ed età dei figli, Indi-rizzo, Telefono, cell., e.mail. La sede degli incontri in Piazza Bisceglie 1.Ospitalità presso la foresteria: 0875716718.La scheda va fatta pervenire ai responsabilidiocesani Chimienti Vito e Anna: tel.0875/751376; cell. 3338034888 ; email: [email protected].

Il 13 giugno per la popolazione di Palata,rappresenta una data importante; moltisono gli emigranti che tornano in paeseper partecipare e rendere omaggio a

Sant’Antonio da Padova. Uno dei Santi piùpopolari in tutta la chiesa cattolica. Cara aifedeli la bellissima statua che rappresentail santo con il giglio in mano, simbolo dipurezza, con il Bambino Gesù tra le mani.Una festa importante per i palatesi prece-duta da solenne tredicina;una praticamolto diffusa, nata subito dopo la morte diSant’Antonio. Si tratta di una serie di pre-ghiere in onore del Santo che vengono re-citate per tredici giorni consecutivi. Igiorni sono tredici in ricordo del giornodella morte del Santo (13 giugno 1231).Come succede in molti paesi limitrofi inonore del Santo, dopo la Solenne celebra-zione della Santa Messa delle 10,30 presie-duta dal parroco don Elio Benedetto; èiniziata la processione per le vie principali

del paese, seguita da un gran numero dicarri trainati da buoi, addobbati confiori di carta che non hanno nulla da in-vidiare a quelli veri, e coppie di buoi an-ch’essi ornati di decorazione edimmagini del Santo.Nonostante il tempo non proprio estivo,e la giornata lavorativa erano presentiun numero straordinario di fedeli chehanno seguito con profonda devozionela processione, che si è conclusa con labenedizione, da parte del parroco DonElio Benedetto, dei buoi e dei carriIn onore del grande Santo alcuni buoi sisono inginocchiati davanti la statua, unrituale che porta i fedeli ad unaprofonda riflessione sulla propria fede.Da quest’anno si è aggiunta un nuovosegno di devozione tanto desiderato dalparroco don Elio , quello della distribu-zione del “Pane di Sant’Antonio”, che sibasa sul miracolo della resurrezione delpiccolo Tommasino, la cui madre fece

voto di portare ogni anno ai frati, per ipoveri, tanto pane quanto pesava il suobambino, se lo avesse riavuto vivo.La serata si è conclusa con l’esibizionein piazza del gruppo religioso Il gruppo“Nuovo Millennio”,che da oltre diecianni, con i suoi concerti annuncia ilVangelo della gioia, della speranza e ivalori cristiani della vita. Formato da 15componenti, inclusi due sacerdoti (donAntonio Adducchio, ideatore e coordi-natore del gruppo), parroco di Torella eMolise e don Leonardo Sacco, dell’e-quipe della pastorale giovanile dellaDiocesi di Trivento (CB). Tutti, anche itecnici, hanno sposato la missione diandare nelle piazze, per annunciare ilVangelo in un mondo che cambia. Unagiornata, quella trascorsa a Palata il 13giugno, ricca non solo di messaggi diFede, ma anche di tradizioni che spe-riamo non muoiano mai.

LLeeoonnee MMiicchheelliinnaa

Il santo della purezza, della gioia e della festa Celebrata solennemente, anche con il canto, la festa di Sant’Antonio da Padova

passaggio simboleggia l’addio, da parte deiragazzi di terza media, all’ACR, per entrarenel gruppo dei giovanissimi di AzioneCattolica, accolti e accompagnati dairagazzi del primo anno del gruppo. Unpassaggio importante, che non èl’interruzione di un percorso educativo periniziarne un altro, ma bensì il contrario.Questo evento annuale segna la continuitàdi un percorso di crescita spirituale, uncammino che da quel passaggio in poirichiede un si deciso, ed un maggioreimpegno e responsabilità anche all’internodella propria parrocchia. Dopo un primomomento di accoglienza che è servitosoprattutto a conoscersi e per qualcuno arincontrarsi, i ragazzi con i loro educatori ein compagnia di Don Sergio e DonAlessio, insieme con Maria Graziaresponsabile diocesana del settore ACR, sisono lanciati in svariati giochi. Visto che iltempo era favorevole i momenti ludicisono stati vissuti all’aperto, il CentroSociale di Rotello è dotato di unosplendido spiazzale. Tra l’altro hannorallegrato anche il pomeriggio degli

Quest’anno l’oramai consueta“Festa del Passaggio” diocesana èstata organizzata e vissuta aRotello, presso il Centro Sociale

San Rocco. L’intero pomeriggio è statorealizzato all’insegna del divertimento.Tanti i giochi preparati e pensati per iragazzi dagli educatori, fortidell’esperienza del “Corso per Animatori”organizzato dalla Caritas diocesana con lacollaborazione del centro di formazioneCreativ, conclusosi da poco. La festa del

anziani della vicina casa di riposo. Poi ilgesto simbolico di passare attraverso unaporta, dapprima i ragazzi del gruppogiovanissimi che poi hanno aspettatodall’altra parte della porta i loro amici piùpiccoli di terza media, come segno diaccoglienza e non solo per passargli iltestimone. Un gesto che i ragazzi hannovissuto in silenzio e con molta serietà,visibilmente emozionati. Emozione daparte dei ragazzi più grandi perchéconsapevoli di essere loro adesso a fare daguida ai più giovani, per questi ultimiinvece, perché sentivano in quel momentodi confermare il proprio progetto di vita. Lagiornata si è conclusa con la cena, ognunoha contribuito spontaneamente a portarequalcosa di gustoso da potermangiucchiare insieme. Una cenaaccompagnata da musica e balli, tral’entusiasmo e l’allegria, con laconsapevolezza che chi segue Gesù ha unpercorso tutto in salita da compiere, ma,con la certezza che in quel percorso LUInon ci lascia mai soli.

CCVV

Festa del Passaggio: scelgo la vita!

| | Trivento PIAZZA CATTEDRALE, 15 ! 86029 "CB# | TEL. E FAX 0874 871712

i è conclusa domenica 16 giugnola formazione estiva deglianimatori del Progetto Policorodella Diocesi di Trivento. Ad

accoglierli, nel cuore della Toscana, ilpaesino di Camaldoli in provincia diArezzo, noto per il monastero che da unmillennio ospita i monaci benedettini.In realtà, la scelta di questa località nonè casuale, poiché quest’anno ricorre il70esimo anniversario del Codice diCamaldoli. Oltre al Molise edall’Abruzzo, alla formazioneinterregionale, non sono mancati igiovani dell’Emilia Romagna, del Lazio,delle Marche e della Toscana. Dal 14 al16 giugno, gli animatori del ProgettoPolicoro si sono confrontati su temiparticolarmente attuali: dalla dottrinasociale della Chiesa all’impegno socio-politico dei cattolici di ieri e di oggi. Adintervenire due personalità conosciutedella politica italiana: l’on. Ernesto

Preziosi e l’ex deputatoPierluigi Castagnetti.Intensa la primagiornata, che si è apertacon l’intervento dell’on.Preziosi, membro delConsiglio Scientificodell’Istituto per la Storiadell’Azione Cattolica e

del Movimento Cattolico in Italia “Paolo VI ” nonchè parlamentaredal 19 marzo 2013. Il professoreha ripercorso le principali tappedella storia della Costituzioneitaliana, sottolineandonel’impronta cristiana ed i valori aiquali essa si è ispirata, tra questi,il Codice di Camaldoli del 1943.Stato, famiglia, educazione elavoro, i capisaldi di esso. Valoripiù che mai attuali, che mettonoal centro la dignità della persona eperciò non negoziabili. “ Nellasocietà - ha affermato Preziosi - lastoria fa la sua parte. Il cristianodeve maneggiare la storia che, insostanza, è il frutto di unamediazione culturale. Per chi hafede tale processo coincide conl’annuncio del vangelo: annuncioche si trasmette da unagenerazione all’ altra. Saltare

questo passaggio significa rinunciarealla mediazione storico-culturale cheda secoli contribuisce alla crescitadella società civile”. I tre giorni distudio si sono conclusi con unrelatore d’eccezione, l’exparlamentare Pierluigi Castagnetti,che partendo dalla “LumenGentium” promulgata nel 1964 daPaolo VI, ha sottolineatol’importanza del ruolo dei laici nellaChiesa universale. Significative le sueriflessioni: “E’ compito dei laicicompletare il disegno di Dio perchè ilmagistero della Chiesa è anche ilmagistero dei laici. Il cristiano infatti ha la doppiacittadinanza, perché è cittadino diDio e della Terra”. Tuttavia il suo servizio non puòesplicarsi solo all’interno dellaparrocchia ma si rende necessarioanche nella società civile per lapromozione del bene comune”. Conqueste parole piene di speranza, glianimatori del Progetto Policoro sonotornati nelle loro Diocesi, ancora unavolta con una energia rinnovata, esicuri che l’annuncio che ogni giornoportano è quello giusto.

RRoossaannnnaa CCaarroosseellllaa

Insieme perconfrontarsi e rinnovarela speranza

PROGETTO POLICOROFeconda la formazioneestiva degli animatori del Progetto diocesano nel cuore della Toscana.Tutti pronti a ripartirecon rinnovata energia Minuscoli siamo in

questo tempo che passa, minuscoli, ma appesi ai filidi una feconda memoria…

o spesso immaginato che leesperienze vissute sopravvivano,all’atto dello sperimentarle, nellanostra coscienza, come fossero, a

seconda del coinvolgimento interiore, opetali di fiori, se belle e delicate, o aste e lanceresidui di una battaglia, se dolorose elancinanti. Ecco allora la stanza della miamemoria ogni volta che la apro mi apparecome un groviglio di ricordi ed emozionisospesi ed incrociati nel tempo, in unequilibrio precario, intatti e sovrappostiproprio come i legnetti dell’infantile giocodello Shangai. E così rimangono in noi le cosepiù indelebili che lasciano una traccia e che sicompongono e scompongono, inquest’infinito rimodellamento che ci faperdere tempo prezioso. A volte abbiamo lasensazione che niente di ciò che è accadutosia accaduto veramente e perciò stiamo inguardia su ciò che avviene realmente, e tantecose scartiamo o lasciamo andare,prendiamo o afferriamo, mentre la vita passae noi la passiamo a scegliere, a rifiutare e aselezionare, in preda a pentimenti, adoccasioni mancate, a conferme, adaffermazioni e occasioni sfruttate, mentrel’unica cosa certa è che tutto persiste nellanostra coscienza e nulla si perde. Prova a fermarti, un momento, in un campodi grano maturo e ascolta il fruscio dei lunghisteli mossi nell’aria per ricordare qualcosache da tempo forse hai trascurato: dietro ilcampo c’è tutta una terra in salita, piena disudore e di fatica, e c’è un cielo che di notte siriempie di stelle. Quello che mi dice il campodi grano nei brevi istanti che osocontemplarlo, è «Eccomi», dicesemplicemente “Ci hai mai pensato? Lepersone con cui si riesce a stare in silenzio,sono poche. La gente pensa che stare insiemevoglia dire parlare e così le parole diventanopanico, imbarazzo, i vuoti sono momenti dariempire. Stare in silenzio invece è pienezza, ècondividere l’essenziale. La felicità èinspiegabile, è come un’acqua calma che saledentro, muovendosi lenta, con un ritmosimile al battito del cuore”. Invece, al cielo tra gli steli ondeggianti doun’occhiata furtiva, come chi guarda verso unnuovo orizzonte quasi in attesa che questo sisveli da sé, ben sapendo che nulla ci si puòripromettere che esso già non contenga, eche un gesto troppo brusco potrebbe farlosvanire malamente. Molto mi deve quelcampo, ed io altro non so fare che tacere elasciarlo entrare in me stesso. E il campo e glisteli esili, a poco a poco, frusciando, mi siinnestano e si radicano nel mio cuore.Ogni volta che oso fare un passo dentro laselva gialla, il campo sembra che mi accolgacon la sua voce crepitante e assolata, e le mierisposte sono state i gesti cauti, a voltebruschi, con cui scosto i lunghi steli, perlevare lo sguardo all’azzurro fantastico delcielo. C’è in quel fruscio un silenzio salutare,di un luogo così ameno e fecondo, che tiavvicina all’orizzonte del cielo e ti lancia unascommessa e una promessa di vita ancoraignota, ma certamente impervia e seducentecome le colline circostanti.Io voglio essere, non sembrare di essere.Essere in ogni istante cosciente di me etotalmente vigile. E nello stesso tempo mirendo conto dell’abisso che separa ciò chesono per gli altri da ciò che sono per mestesso. È proprio quando la mia coscienzariceve larghe ferite che essa diventa ancorapiù sensibile e delicata, e perciòbisognerebbe, per entrare in fondo a noistessi, credo, leggere anche un po’ di quei libriche mordono e pungono. Con un po’ diesagerazione dico: se il libro che leggiamonon ci sveglia, come un pugno allo stomaco, ache serve leggerlo? Ecco perché, per queste vacanze, prometto dirileggermi attentamente i testi sapienzialidella Sacra Bibbia.

ddoonn MMiimmìì FFaazziioollii

Ci hai mai pensato?

Giovedì 6 giugno a Trivento, presso il CentroPolifunzionale “San Giovanni” gli allievidel Corso di orientamento musicale

promosso dalla cooperativa sociale “La Strada”,nata sotto l’egida e come gesto concreto delprogetto Policoro, si sono esibiti per il consuetosaggio di fine anno. Ricco il programma dellaserata che i ragazzi hanno eseguito innanzi agenitori, parenti ed amici. Preparati con grandeabilità da Mario Ciafardini e Sara Santorelli, igiovanissimi musicisti si sono alternati sul palcocon una iniziale timidezza, subito trasformata inuna personalissima performance. Quindici circa,i protagonisti della serata qualcuno provenienteanche da fuori Diocesi. Tra un brano e l’altro poi,

non sono mancati calorosi applausi. Bach,Cagnacci, Sagreras, Mozart, Beatles, MarcoMengoni sono stati alcuni degli autori da lorointerpretati. Piccole pianiste d’ eccezione hannopoi duettato con Sara Santorelli mentre unmedley di canzoni napoletane ha chiuso inbellezza la serata. Ogni anno il saggio dimusica, insieme ad altre iniziative locali,rappresenta un evento importante per la cittàtriventina. L’augurio è che le giovanissimepromesse possano continuare a percorrerequesta strada poiché le loro doti, oltre a nonpassare inosservate, sono motivo di orgoglioper tutta la comunità.

R.C.

“LA STRADA”IN MUSICA

Il Codice di Camaldoli è un documentoprogrammatico di politica economicastilato nel luglio 1943. Circa la vita

economica dello stato, dopo aver statuitoche "Per ordinare la vita economica ènecessario che si aggiunga alla legge dellagiustizia la legge della carità", il codiceelenca i seguenti principi morali:1. la dignità della persona umana, laquale esige una bene ordinata libertà delsingolo anche in campo economico;2. l'eguaglianza dei diritti di caratterepersonale, nonostante le profonde dif-ferenze individuali, provenienti dal di-verso grado di intelligenza, di abilità,di forze fisiche, ecc.;3. la solidarietà, cioè il dovere della colla-borazione anche nel campo economicoper il raggiungimento del fine comune

della società;4. la destinazione pri-maria dei beni mate-riali a vantaggio ditutti gli uomini;5. la possibilità di ap-propriazione nei di-versi modi legittimifra i quali è premi-nente il lavoro;6. il libero commer-cio dei beni nel rispetto della giustiziacommutativa:7. il rispetto delle esigenze della giusti-zia commutativa nella remunerazionedel lavoro;8. il rispetto dell'esigenza della giusti-zia distributiva e legale nell'interventodello Stato.

Sul dovere di solidarietà, il Codice pre-scrive che: "E’ dovere fondamentale dellasocietà provvedere; sia con la carità pri-vata, sia con le istituzioni pubbliche, siacon altri mezzi, compresa la limitazionedella proprietà dei beni non necessari,nella misura occorrente a provvedere albisogno degli indigenti".

IL DOVERE DELLASOLIDARIETÀ

Festa di San Casto

Il 4 luglio prossimo ricorre la festa di San Casto,primo Evangelizzatore e Vescovo di questanostra vetusta ed onorata Diocesi. Mons.

Scotti, fin dal primo anno della sua presenza inmezzo a noi, ha inteso valorizzare questa nobilefigura di missionario e di martire. Quest’annopresiederà la concelebrazione eucaristica ilNunzio in Italia mons. Adriano Bernardini.

IILL PPRROOGGRRAAMMMMAA

- alle ore 17.00 i membri del Capitolo della Cattedrale reciteranno i Vespri;

- alle ore 17.30 recita del Santo Rosario;

- alle ore 18.00 Solenne Concelebrazione presiedutadall’arcivescovo mons. Bernardini;

Grazie di cuore a quanti vorranno onorarci con laloro partecipazione.

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Nel clima di smarrimento che ci avvolge, una riflessione sul senso dell’esistenza

Non c’è giorno in cuil’informazione, partendo daepisodi di cronaca nera e dainterviste parallele, non ponga

all’attenzione comune continui datisulla problematicità dell’esistenzaumana che ovviamente provocanoinquietudine e paura. L’angoscia e la necessità di una fugadall’ansia generano una sorta diindustria della sicurezza cui, comesempre, accedono soggetti benestantialla ricerca dell’incolumità, della salutee del benessere. Proviamo a fare un po’di chiarezza sulla questione che damolti è spesso banalizzata e ridotta disolito alla difesa dalla criminalità delsingolo o da quella organizzata.Sigmund Freud in “Il disagio dellaciviltà” sostiene che la sofferenzaumana deriva da tre fonti: “lasoverchiante forza della natura, lafragilità del nostro corpo el’inadeguatezza delle istituzioni cheregolano le relazioni degli uomini nellafamiglia, nello Stato e nella società”.L’attacco alla serenità dell’esistenzapuò, dunque, venire da forze esternedella natura, da fragilità della nostracostituzione fisica, ma anche dastrutture di relazioni sociali ingiuste eperciò discriminanti.Tutti diventiamo insicuri quando siamocolpiti da fenomeni catastrofici dellanatura, da malattie o da altra sofferenzagenerata dagli uomini. La violenzaallora non ha un’origine univoca. Ce n’è una, di tipo soggettivo, causatada questioni psichiche, disfunzionimentali o disagio sociale; esiste quellagenerata dalla criminalità comune odalla malavita organizzata; c’è ancoraquella derivante dalla strutturaeconomica che producedisuguaglianza, emarginazione,povertà, alienazione, solitudine,disperazione e sempre più spesso mortibianche o suicidi, come a Seveso, allaThyssen o all’Ilva; ne abbiamo pure una

di tipo politico che, esercitata da unpotere non più controllatodemocraticamente, provocasoggezione, asservimento,sottomissione, sudditanza e, comesostiene Noam Chomsky nel suoultimo saggio “Sistemi d potere”, inultima analisi “schiavitù mentale”.Il potere oggi ignora volutamente lacomplessità del fenomeno dellaviolenza e ne amplifica solo taluniaspetti deviando l’attenzionedell’opinione pubblica dai problemireali, spostandola su cose superficiali,questioni secondarie o del tuttosettoriali attraverso la colossalemacchina propagandistica dei mass-media o dei social network. La violenza è sempre deprecabile e nonpuò essere valutata né in termini digenere, né sulla quantità dellepercentuali dei dati statistici, ma non sipuò amplificare la notizia di unomicidio, sia pure dalle connotazionimolto raccapriccianti, dimenticando imorti nelle guerre, nelle azioniterroristiche o quelli per fame o permancanza di cure mediche.L’attentato alla vita di una persona ècomunque e sempre il male più graveche si possa mettere in atto all’internodella convivenza umana, perché chi locommette riduce l’altro a un “oggetto”,una “cosa” di sua proprietà. Paradossalmente riusciamo acontrollare di più la violenza dellanatura e delle malattie e pochissimoquella derivante dalle relazioni umane esociali, perché quest’ultima affonda leradici in un individualismo esasperatoche non è più disponibile allasolidarietà. È allora che il poteresostituisce l’affetto perfino all’internodella famiglia, dove la violenza è disolito nascosta, ma non per questomeno pesante delle altre.Quando gli stessi diritti alla difesadell’incolumità personale, delbenessere psicofisico e della felicità non

sono più riconosciuti uguali per tutti,nascono la disuguaglianza el’incapacità a riconoscere e rispettare ladignità dell’altro. Il potere politico degliStati e quello ancora più deleterio dellaconcentrazione dei capitali e delmondo finanziario, in sistemi in cui lacorruzione la fa da padrone, hannoacuito l’ineguaglianza tra gli esseriumani ed è chiaro che, quando si metteal di sopra di tutto “se stessi” e sidistrugge il “noi”, viene meno lacondivisione dei beni di questa Terra.Allora finisce l’amore e si fa strada“l’homo homini lupus” di hobbesianamemoria. C’è in conclusione un modoper rendere l’esistenza meno pericolosae precaria? Noi pensiamo sicuramenteche esista. Pari opportunità, equadistribuzione del lavoro e dellaricchezza, solidarietà e rispetto sacraleper l’altro, soprattutto quando è piùdebole e bisognoso, sono i termini peraffrontare il problema della violenzaintorno a noi e trovare soluzioni.Ancora una volta, tuttavia, la strada nonè quella della proclamazione di principie valori, ma la loro testimonianzaattraverso stili di vita credibili ecoinvolgenti. Così torneremo a educarealla pace, intesa non come assenza diguerre o di violenza, ma in termini dipresenza di condizioni positive per unavita serena e felice per tutti.Lo faremo, speriamo, attingendo aesempi di uomini e donne giusti epacifici e non, come avviene spessonell’informazione, presentandoossessivamente episodi di violenzasenza alcuna riflessione sulle cause esulle modalità di superamento dellastessa. Diciamo questo nellaconvinzione profonda che una societàfondata sulla non violenza sicostruisce certo con l’informazione,ma anche e soprattutto con tanta,tantissima educazione.

UUmmbbeerrttoo BBeerraarrddoo

QUALE SICUREZZA?

Bilanci positiviRicorrenze diocesane da festeggiare

Quante le belle e le significativericorrenze nella nostra Diocesidegli anniversari delle

ordinazioni sacerdotali? Tantissime e allora a tutti i confratelliporgiamo da queste pagine gli auguri.più cordiali ed affettuosi, unitamentealle preghiere di ringraziamento e diintercessione per le grazie che Diogiorno per giorno ci distribuisce tra-mite le persone a Lui consacrate. Inparticolare vale la pena citare quelli deinostri Vescovi: il sessantaduesimo an-niversario di sacerdozio di mons. San-tucci, vescovo emerito, ordinato il 1luglio 1952 e il quarantaseiesimo dimons. Domenico Scotti ordinato il 25giugno 2067. Poi ricordiamo quelli deisacerdoti più anziani: mons. GiovanniSantangelo, il decano, ordinato il 29giugno 1947, mons. Raffaele Muccilliordinato il 29 giugno 1950, mons. An-tonio Iacovetta ordinato il 15 agosto1950, mons. Giovanni Fangio ordi-nato il 29 giugno 1952. E’ doveroso poi fare menzione di co-loro che celebrano giubilei speciali eprecisamente, prima degli altri, mons.Nicola D’Amico ordinato il 28 giugno1953 e che quindi celebra il suo sessan-tesimo di sacerdozio; egli, rinun-ciando al meritato riposo dellapensione, continua indefesso l’assi-stenza spirituale ai membri dellaSanta Famiglia,un po’ in tutta Italia,guidando vari pellegrinaggi mariani eal gruppo dei neocatecumenali. Ri-cordiamo, poi, Don Luigi Di Lella,parroco di Santa Croce, ordinato il 29giugno 1963 e che quindi compie bencinquanta anni di sacerdozio; riman-diamo alle pagine del suo giornalinoparrocchiale ‘Insieme’ in distribu-zione gratuita, dove ha ricordato am-piamente le sue varie e molteplicimissioni, fuori e dentro Trivento, di-menticando di dire di essere stato,nel Seminario Regionale di Chieti, ildirettore de L’Antenna, giornale aduso e consumo dei seminaristi, in-combenza che lo ha veramente se-gnato per sempre, contagiandoloirrimediabilmente con il benemerito‘vizietto della penna’. A scalare vengono poi gli altri anniver-sari significativi: il trentesimo di donGigino Primiano (6 agosto 1983) e didon Erasmo Litterio (11 settembre1983), il ventesimo di Don Mauro Co-larusso (31 luglio 1993) e di don Lu-ciano Settimio (24 agosto 1993), ilquindicesimo di don Pietro Paolo Mo-naco (26 dicembre 1998), il decimo didon Mauro Di Domenica(14 agosto2003). Per tutti noi sacerdoti rimanepur sempre una valigia che dovremmoancora riempire tutta d’amore e mai diozio, anche se essa è già tutta gonfia diprogetti e di sconfitte, comunque de-poniamola ugualmente ai piedi del Si-gnore e, chiedendogli sinceramenteperdono, ringraziamolo giorno pergiorno con fede e chiediamo, per tutti icari sacerdoti, forza, coraggio e soste-gno per andare avanti, affinché non siarrendano … mai.

IL NUNZIO IN ITALIA

Mons. Adriano Bernardini,arcivescovo titolare di Faleri, dal 15novembre 2011 è Nunzio

apostolico in Italia e nella Repubblica diSan Marino. Nato a Pian di Meleto(Pesaro), diocesi di San Marino -Montefeltro, il 13 agosto 1942, è statoordinato sacerdote il 31 marzo 1968.Laureato in teologia e filosofia, dal 1973 è

nel servizio diplomatico della Santa Sede. Ha prestato la propriaopera nelle rappresentanze pontificie in Pakistan, Angola, Giappone,Venezuela e Spagna. Il 7 gennaio 1989 è stato nominato incaricatod’a$ari nella Nunziatura apostolica in Cina. Il 20 agosto 1992 è statoeletto alla sede titolare di Faleri con dignità di arcivescovo e nominatonunzio in Bangladesh. Il 15 giugno 1996 è stato trasferito allenunziature in Madagascar, Maurizio e Isole Seychelles, con funzioni didelegato apostolico per La Réunion e le Isole Comore. Il 24 luglio 1999è divenuto nunzio in Thailandia, in Singapore e in Cambogia edelegato apostolico in Myanmar, in Laos, in Malaysia e in Brunei. Il 26aprile 2003 ha guidato la rappresentanza pontificia in Argentina.

| | Società

on ordinanza dirimessione alla Cortecostituzionale, la Corte

di appello di Firenze hachiesto la dichiarazione dirilevanza e non manifestainfondatezza della questionedi legittimità costituzionaledell’art. 53, comma 3, dellalegge 11 luglio 1980, n. 312laddove, in violazione degliartt. 3, 36, 11 e 117Costituzione (questi ultimicon riferimento alla clausolan. 4 dell’accordo quadro sullavoro a tempo determinatorecepito dalla direttiva CE1999/70) esclude il personaledella scuola non di ruolosupplente dal diritto allamaturazione degli aumentieconomici biennali

riconosciuti al personale nondi ruolo a tempoindeterminato. Con la stessaordinanza si chiede anche ladichiarazione di rilevanza enon manifesta infondatezzadella questione di legittimitàcostituzionale relativaall’ultimo comma dello stessorichiamato art. 53 della leggen. 312/80, che prevede undiverso trattamento tradocenti di religione e docenti

di materie diverse, anche nelcaso in cui entrambi rendanocome supplenti unaprestazione a tempodeterminato. Tale disparità eragiustificata, secondo la Corte,in passato e cioè in epocaanteriore al 2003 quando gliinsegnanti di religione nonpotevano in alcun casoaspirare all’immissione inruolo, potendo essere assuntisolo con contratti annuali

condizionati all’approvazionedell’autorità ecclesiastica(legge n. 824/1930). Lasituazione è mutataradicalmente per effetto dellalegge n. 186/2003, che haconsentito l’accesso al ruolodi un “altissimo numero diinsegnanti di tale materia conapposito concorso”. Diconseguenza, è venuta menola ragione del trattamentopreferenziale, apparendo ora

la norma in contrasto con ilprincipio di uguaglianza e diparità di trattamento stabilitodalla legge ordinaria (art. 7 deldecreto legislativo n,165/2001; art. 6 del decretolegislativo n. 368/2001) e dallaCostituzione (art. 3), comepure a quello diproporzionalità traretribuzione e qualità dellaprestazione di cui all’art. 36Cost. (Corte costituzionale,ordinanza di rimessione n. 267emessa dalla Corte di appellodi Firenze il 13/3/12,pubblicata in Gazz. Uff. n. 48del 5/12/2012, I Seriespeciale).

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L’ANGOLO DEL DIRITTO Ingiustificato e deteriore il trattamento dei docenti

di religione rispetto agli altri docenti

(a cura dell’Osservatorio Giuridico Legislativo per le Diocesi del Molise)

Contrazione del Pil,legata alla diminuzionedella produzioneindustriale, e aumento

della disoccupazione: sonoquesti i nodi più difficili dasciogliere nel nostro Molise.Il Rapporto di Bankitalia 2012,presentato lo scorso 17 giugnopresso l’aula magna della fa-coltà di giurisprudenza diCampobasso (giunto alla

quinta edizione), ha datomodo di confrontarsi sulla si-tuazione critica della nostraregione, analizzando nei det-tagli i punti saldi dell’econo-mia. Le cifre riportate dalRapporto hanno confermatoquello che in parte già si sa-peva: le prospettive sono peg-giorate e la recessione si èacuita. I tanto attesi segnali diripresa nel 2012 non sono arri-vati. Minuzioso il ritratto cheValeria Sannucci, vice diret-trice di Bankitalia, ha deli-neato. “Il Molise arranca - hadetto - in una situazione na-zionale non certo facile”. Il dato che subito balza all’oc-chio è la drastica diminuzionedel Pil del 3,1 per cento, il peg-giore del Sud. E questa cifrapesa ancora di più perché “l’e-conomia molisana, prima del2007 (anno che ha segnato la

recessione), cresceva più chenel resto del Sud. Ma nel 2012l’attività industriale ha regi-strato un calo, attestandosi sulivelli ampiamente inferiori aquelli raggiunti prima dell’in-sorgere della crisi. E la contra-zione della produzione hariguardato tutti i settori, so-prattutto quelli orientati almercato interno. Nel settorealimentare, all’espansione delcomparto pastario si sonocontrapposte le difficoltàstrutturali delle imprese a par-tecipazione pubblica. Leesportazioni si sono ridotte, incontrotendenza rispetto alladinamica nazionale. Tra il2007 e il 2012 le vendite all’e-stero a prezzi correnti sono di-minuite di oltre il 40 per cento.

Calo drastico degli investi-menti in abitazioni e di quelliin opere pubbliche. Il tasso didisoccupazione è arrivato al33,5 per cento e, nell’ultimoquinquennio, la retribuzionemedia dei lavoratori molisaniè risultata inferiore a quellanazionale, anche se più ele-vata rispetto ad altre regionimeridionali. Nel 2012 il creditoall’economia molisana è dimi-nuito. Meno credito a famigliee a imprese. Inoltre la flessionedel reddito disponibile e le in-certe prospettive occupazio-nali hanno indebolito ladomanda delle famiglie rela-tiva a mutui per l’acquistodelle abitazioni e l’inaspri-mento delle condizioni di of-ferta dei finanziamentibancari si è concretizzato inun ulteriore aumento dei tassidi interesse. La qualità del cre-dito è notevolmente peggio-rata. Sull’incremento del

Rapporto Bankitalia 2012. Il Pil della nostra regione è il peggiore del Mezzogiorno

“è aumentata ladisoccupazionesoprattutto giovanile”

Economia molisana, continua lo stallo

flusso di nuove sofferenze hainciso soprattutto il deteriora-mento dei finanziamenti con-cessi alle imprese e la seriadifficoltà delle famiglie nelrimborsare il debito. Il contenimento della spesa li-mita anche l’intervento pub-blico. Le politiche di bilanciodelle amministrazioni localicontinuano ad essere condi-zionate dall’esigenza di conte-nere la dinamica della spesa.Per il terzo anno consecutivo,il disequilibrio dei conti sani-tari ha obbligato la RegioneMolise ad utilizzare la leva fi-

scale oltre i livelli massimi pra-ticati dalle altre regioni astatuto ordinario. In un contesto caratterizzatoda una marcata contrazionedel Pil “l’unica eccezione -hasottolineato la Sannucci - èrappresentata dall’export, solacomponente in grado di con-tribuire alla crescita del Pil”.

Perciò, “sarà determinante lacapacità delle imprese diorientarsi verso mercati piùdinamici”. Anche perché ilprodotto interno lordo “do-vrebbe continuare a dimi-nuire” nei prossimi anni.Insomma, quella scattata dallaBanca d’Italia è una fotografiache non induce all’ottimismoe che probabilmente rendeancora più difficile la risalita.Gli obiettivi sui quali concen-trarsi sono chiari. La gestionedella spesa pubblica e un effi-

“nel 2012 l’attivitàeconomica èdiminuita”

cace utilizzo dei fondi strutturalidelle politiche di coesione, desti-nati alla nostra regione, potreb-bero contribuire a migliorare glieffetti della crisi economica sultessuto imprenditoriale locale, ri-lanciando le prospettive di cre-scita dell’economia dell’unicaregione italiana, la nostra, che daldopoguerra si sta spopolando.

FFaabbiiaannaa CCaarroozzzzaa

“ la contrazionedella produzione hariguardato tutti i settori”

“il contenimentodella spesa limital’intervento pubblico”

“prosegue la riduzionedel creditoall’economia”

Commercio estero, costruzioni e servizi

Nel 2012 l’andamento del settore agricolo è stato, nel complesso, sfavorevole.Il raccolto di cereali è diminuito del 6,5 per cento: l’aumento di produzionedel frumento (10,7 per cento), che occupa oltre il 90 per cento della

superficie cerealicola coltivata, è stato più che compensato dal drastico calo diquella d’orzo e d’avena. Nel comparto delle coltivazioni industriali , la prosecuzionedella crisi strutturale dell’industria bieticola-saccarifera ha comportato la rinunciadei coltivatori al nuovo ciclo di produzione di barbabietola da zucchero, ridottasi avalori pressochè nulli. Anche nel comparto dell’allevamento si registra un calo Ådel3,1 per cento per la produzione di latte vaccino, mentre le di!coltà della principaleindustria regionale di trasformazione delle carni bianche hanno determinato unnetto ridimensionamento dei capi allevati.Secondo i dati sulle imprese industrialicondotta su un campione di 4° imprese molisane con almeno 20 addetti, il fatturatoa prezzi costanti si è sensibilmente ridotto (-7,3 per cento; 0,2 per cento nel 2011),in misura più pronunciata per le imprese rivolte unicamente al mercato interno.

Agricoltura e industria

Nel 2012 le esportazioni aprezzi correnti sono diminuitedel 6,1 per cento rispetto

all’anno precedente, incontrotendenza per il secondo annoconsecutivo rispetto alle regioni delMezzogiorno (7,8 per cento) eall’intero Paese (3,7 per cento). Èproseguito anche ilridimensionamento dell’attività delsettore delle costruzioni iniziato nel2009. In crisi soprattutto l’ediliziaresidenziale, in particolare le nuoverealizzazioni. Nel 2010 il numero deipermessi di costruire nuoveabitazioni (che in media anticipa laloro e"ettiva costruzione di circa unbiennio) era inferiore dei due terzirispetto al 2005; il calo è statosuperiore sia alla media nazionalesia a quella del Mezzogiorno. Nel2012 i consumi delle famigliemolisane sono diminuiti del 4,9 percento e si è sostanzialmentearrestata l’espansione della grandedistribuzione. I flussi turistici versoil Molise si sono significativamenteridotti ritornando su livelli minimiregistrati negli ultimi anni.La dinamica negativa hainteressato in misura superiorela provincia di Campobasso, dovele presenza turistiche sonocalate oltre il 23 per cento.

| Cultura |

UNA MAPPA SUGLI ITINERARI RELIGIOSI NEL NOSTRO TERRITORIO

È il nome del progetto presentatorecentemente nell’ambito di unaconferenza stampa tenutasipresso la sede della Presidenza

della Giunta Regionale del Molise aCampobasso. “Molise, Turismo per fede” Itinerari difede spiritualità e cultura nell’Annodella Fede indetto da Papa emerito Be-nedetto XVI, è una materiale cartaceodi facile consultazione per turisti, pelle-grini, camminatori e cultori della fedenatura e spiritualità.

“Un progetto per la valorizzazione ditutta l’area molisana – nell’introdu-zione del presidente della RegionePaolo Di Laura Frattura - delle quattrodiocesi del Molise ed in particolare laValle del Tammaro, attraverso i festeg-giamenti del Centenario della Libera,che subisce fortemente la crisi dell’a-gro-alimentare. Particolare è il sostegnodella diocesi di Campobasso con l’aiutodell’arcivescovo GianCarlo Bregantini.In questo contesto importanti sono ivalori della sostenibilità e dell’unità”.La collaborazione tra istituzioni laiche ereligiose è un ponte fondamentale perincrementare i fattori di cultura, am-biente, spiritualità e valorizzazione deisiti storici del Molise. E ancor di più ilmessaggio di fondo come ha dettomonsignor Bregantini, arcivescovo me-tropolita della diocesi di Campobasso-

Bojano, è “il turismo alimentato dai sitimolisani, che ci portano ad un impe-gno forte: la didattica, identità culturaledebole, il coraggio di operare mettendoa sistema le risorse umane in continuità con quanto è stato fattosinora attraverso l’ideazione di mate-riale divulgativo come le “Vie Ma-riane”, le “Vie Celestiniane”, le “VieFrancescane”, “I Cammini”, “Piano diristrutturazione delle chiese” comeesempio di collaborazione, di conti-nuità e cooperazione tra ente istituzio-nale e ente cattolico. Il fine comune è lavalorizzare del territorio nei suoi valoridi bellezza e di fede nei confronti dellacomunità, offrendo anche sbocchi dicarattere occupazionale socialità, eco-nomia e amministrazione”. Il progetto“Molise, Turismo per fede” , ideato daETHOS, Associazione per i Servizi Cul-turali, in collaborazione con la diocesidi Campobasso, con il sostegno dell’As-sessorato al Turismo della Regione Mo-lise e Acli Molise rappresentata daSabrina Simone, è un nuovo “portale”del turismo religioso molisano. Unnuovo supporto cartaceo, strumentoagile per la consultazione immediata ri-volto al più ampio target di turisti e pel-legrini dove, immediato è l’impattovisivo sugli itinerari da percorrere inpercorsi che si snodano lungo tuttol’anno - nelle quattro stagioni – legati

agli eventi, le tradizioni popolari, le ri-correnze religiose e percorsi naturali-stici e ambientali. Un turismodestagionalizzato che ripercorre il Mo-lise, tutto l’anno, nello scandire dellestagioni. La mappa corredata di testi edi agili notizie storiche sviluppate da unteam di esperti e competenze, presentauna serie di “Itinerari” indicativi e nonvuole essere un “pacchetto precosti-tuito” ma semplicemente idee di per-corsi da compiere in autonomia o contour guidati che diventano cammini digrande spiritualità, veri e propri per-corsi urbani, rurali, paesaggistici e na-turalistici.

Il materiale “Molise, turismo per Fede”si può richiedere presso la sede regio-nale dell’Assessorato al Turismo in viaColle delle Api a Campobasso; presso la sede della Curia Arcivescoviledi Campobasso, in via Mazzini, 76;presso l’info point del Santuario del-l’Addolorata di Castelpeteroso (IS)

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MOLISE, TURISMOPER FEDE

Assume sempre più importanza l’organizzazionee la conoscenza dei luoghi dispiritualità presenti in regione

Dalla provincia al cuore della scenacontemporanea dell’arte più radicatae consapevole: quella di giovanipreparati e di artisti rodati ma sempre

pronti al confronto con il mondo che cambia.‘Extra moenia’ entra nel vivo come la caluraestiva. L’ultimo weekend ha segnato una datainteressante nel ricco calendario dellaPalladino Company di Campobasso. La SalaAzienda per le Arti ha tenuto a battesimo ilvernissage della mostra collettiva organizzatadi concerto con la Pescara Art Evolution di GiancarloCostanzo, partner importante della galleria d’artecampobassana.Venticinque artisti, molti dei qualipresenti, hanno invaso tutti gli angoli dell’open spacecampobassano offrendo ai presenti i loro lavori e la lorointeressante prospettiva. Ad introdurli il critico d’arte eperformer rosetano Enrico Borgatti, autore insieme a PiaPiscitello e al prof. Paolo D’Orazio dei testi nel catalogoche ha accompagnato le due settimane di esposizione.“L’idea di mettere insieme tanti giovani emergenti ealcuni artisti già conosciuti e riconosciuti – ha dettoBorgatti - rientra nel progetto più ampio di un contenitored’arte in grado di farsi apprezzare proprio per la suavitalità e diversità. In ‘Extra moenia’ ci sono più

generazioni di artisti a confronto e il confronto è il sale delnostro lavoro. “Sotto l’aspetto professionale una collettivaè un evento fondamentale nella vita di un artista – haproseguito - Ed è anche un buon banco di prova per ilvisitatore, chiamato a destreggiarsi tra più sensibilità e, nelcaso dell’esposizione campobassana, anche più formed’arte”. “In effetti – ha spiegato Giancarlo Costanzo,presidente della Pescara Art Evolution, serbatoio di saneambizioni che hanno nella passione e nella voglia diapprendere il loro unico focus sensoriale – questacollettiva si lascia piacere anche per la suamultidisciplinarietà. Pittura, incisione, fotografia, senzatralasciate il fascino di una performance che traccia unlegame tra le varie opere”. Performance che si è già

sviluppata nella serata inaugurale, tra lenote improvvisate dal sax di EnricoBorgatti, maestro nel dare unsentimento a volte etereo altre piùgiocoso, altre ancora introspettivo, ailavori in mostra. Musicare l’arte astrattae quella figurativa in pochi secondi non èimpresa da tutti. Vista la soggettivitàdell’interpretazione ci vogliono cuore,testa e coraggio. L’esperimento èpiaciuto soprattutto per questo. I tanti

visitatori accorsi alla Sala Axa hanno apprezzato eassaporato ogni momento del vernissage. Gli artisti chehanno esposto: Giorgio Acerra, Gino Berardi, BarbaraBirindelli, Enrico Borgatti, Bruno Colalongo, GiancarloCostanzo, Rossano Costanzo, Giuliano Cotellessa, ChiaraCrisologo, Paolo De Felice, Yuri Di Blasio, Ileana DiDamaso, Claudia Di Marco, Bruno Di Pietro, MatteoFusco, Marilù Giannantonio, Nadia Mancinelli, MarcoRomoli, Francesca Quintilio, Leonardo Santoli, AndreaSalvio, Mila Sprecacenere, Vittorio Verderosa, DaniloSusi e Mario Serra. ‘Extra moenia’ è aperta tutti i giornitranne la domenica nella Sala Azienda per le Arti in ViaColle delle Api a Campobasso.

RR..DD..

Una mostra frescae piena di sorprese

Pittura, incisione,fotografia, arte astrattae figurativa in musica:le originali novitàesposte nel vernissagea Campobasso

Collettiva “Extra moenia”, alla Palladino Company

LETTURE ESTIVE

LL’’aarrttee ddii ccuucciinnaarree ddeessiiddeerrii

C on “L'arte di cucinare desideri”Erica Bauermeister ritorna nelristorante della Scuola degli

ingredienti segreti, grande successointernazionale che ha scalato leclassifiche italiane. Un romanzo incui attraverso la cucina si disegnanostrade che portano alla felicità. Unastoria sull'amicizia e i sentimentiinconfessati, sul fascino dei ricordi ela sicurezza che solo l'amore sa dare.L'aria profuma dell'aromainconfondibile delle spezieinebrianti, del cioccolato intenso,del pane appena sfornato. Ilristorante di Lillian è un luogospeciale. Un luogo in cui tornare asorridere e guardare al futuro conocchi diversi. Nella sua cucinaLillian non prepara solo piattiprelibati, ma li arricchisce con uningrediente segreto in grado discacciare la malinconia e dare vocealle emozioni più profonde. Uningrediente che conosce fin dabambina perché l'ha aiutata aritrovare l'affetto di sua madre.Intorno a lei, gli allievi della suascuola di cucina e i suoi aiutantiricercano quella stessa magia perdare una svolta alle loro vite.