edilizia 4.0 la nuova domanda di formazione … · che di realizzazione, di recupero e di gestione...

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37 L a Call nel richiedere contributi su ordi- namenti, didattica e progetti nelle Scuole di Architettura a confronto ne suggerisce anche la logica espositiva: per inne- scare e sondare un confronto bisogna collocare le Scuole nello specifico contesto economico, sociale e culturale che connota la società al cui interno esse si trovano ad operare. Nel chiedere, poi, attraverso la presentazione di progetti, quale nuova Architettura sottolinea una particolare attenzione all’insegnamento del come costruire e quindi verso quelle discipline che in misura mag- giore si pongono l’obiettivo di studiare le tecni- che di realizzazione, di recupero e di gestione dell’ambiente naturale e costruito, come ad esempio quelle afferenti al SSD ICAR/12 della Tecnologia dell’Architettura – confermando la tesi di Louis Kahn (1999) – «l’Architettura non esiste: esiste l’opera di Architettura, la sola capa- ce di stabilire un rapporto con la realtà territoria- le, politica, economica». Infine, la Call, nel domandare se le Scuole di Architettura hanno strategie adeguate ai nuovi tempi e ai diversi luoghi, innesca stimoli di rifles- sione per individuare più adeguate metodologie didattiche. Procedendo quindi in ordine: quale il contesto oggi nel nostro Paese? La crisi economi- ca e le nuove esigenze della società – invecchia- mento della popolazione, crisi del welfare, acco- glienza migranti, emergenze ambientali (Censis, 2017) – impongono una adeguata analisi delle fasi di pianificazione e di programmazione a tutte le scale d’intervento che si riflettono sull’attività progettuale (e quindi sulle modalità del suo inse- gnamento) al fine di offrire le risposte necessarie. Queste potranno realizzarsi attraverso ‘industria 4.0’, un raccordo fra Università/imprese, la digita- lizzazione dei processi, la produzione off site, ecc., azioni che decolleranno grazie ad una nuova for- mazione mirata a riportare in aula quegli studenti che, attraverso l’uso di smartphone, si trovano attualmente ‘altrove’. Ad esempio, con industria 4.0 in cantiere si potrà sottrarre l’edilizia all’artigianalità per conse- gnarla alla cultura della serialità: droni che con- trollano i lavori; sensori applicati a persone e che evitano infortuni (problema non secondario nel nostro Paese 1 ); robot che lavorano in cantiere o che stampano intere case in 3D; off site, ovvero fornitura di elementi finiti da assemblare in loco. Lo slogan every building shouldn’t be a one-off ABSTRACT Un confronto fra Scuole di Architettura richiede una pre- liminare analisi del contesto politico, economico e socia- le al cui interno si collocano ordinamenti, didattica e progetti. Analisi necessaria per valutare adeguate speri- mentazioni didattiche, come quella qui presentata nel- l’ambito delle discipline della Tecnologia dell’Architet- tura, particolarmente attente alla qualità progettuale, alla sintesi del passaggio dell’edilizia a ‘industria 4.0 e dei nuovi bisogni espressi dalla società. Le prime positi- ve risultanze delineano possibili strade percorribili auspicabilmente con una maggiore e più adeguata disponibilità di risorse per l’Università. A comparison between Schools of Architecture requires a preliminary analysis of the political, economic and social contexts within which systems, education and projects are placed. Analysis is necessary to evaluate suitable educational experiments, such as the one pre- sented here in the fields of Architectural Technology, particularly attentive to the quality of the project, to the essential understanding of the construction sector’s tran- sition to ‘industry 4.0’ and the new needs expressed by society. The first positive results outline possible paths that could be hoped for with a greater and more adequate availability of resources to Universities. KEYWORDS industria 4.0, digitalizzazione, sperimentazione didatti- ca, tecnologia dell’architettura, competence center. industry 4.0, digitalization, didactic experimentation, building technology, competence centers. prototype (ogni edificio non dovrebbe essere un prototipo) diventerebbe una realtà (Figg. 1-3). A ciò si aggiungeranno le start up: se le aziende ita- liane che si avviano a ‘industria 4.0’ non sono ancora moltissime non mancano però imprese che sviluppano tecnologie per l’industrializzazione e per fornire servizi di assistenza utili nel valutare modalità e tempi per promuovere determinate innovazioni di processo e/o di prodotto, sfruttando incentivi fiscali. Con questi obiettivi sembrerebbe molto facile affermare che bisogna ‘fare squadra’, realizzare un business plan, applicare nuove tecno- logie. Di contro è meno facile mettere in pratica questi concetti in modo ordinato e produttivo, soprattutto quando si è all’inizio della professione. Di recente a Torino, la Fondazione Agnelli ha creato la School of Entrepeneurship and Inno- vation per offrire nuove opportunità ai giovani e per trasformare le idee d’impresa in start up: una ‘action learning’ che farà dell’esperienza diretta strumento per l’apprendimento. La nuova formazione dovrà garantire la collo- cazione delle nuove figure professionali nel mer- cato del lavoro. Quattro studenti su dieci hanno pensato almeno una volta di lasciare l’Università per l’incertezza del lavoro post lauream. L’ascen- sore sociale è fermo: 1/4 degli immatricolati resi- dente al Sud si è iscritto in un Ateneo del Centro Nord (Oecd, 2017); il 40% dei Dottori di Ricerca non rifarebbe questa esperienza 2 . Il sistema uni- versitario dovrebbe invece essere regolato da una domanda di formazione basata su una offerta di lavoro definita dalle esigenze e dalle strategie di sviluppo del Paese. Se l’avanzamento scientifico e tecnologico, frutto della ricerca di base e applicata, favorisce la competitività di un territorio e soddi- sfa i bisogni primari della società, perché l’Italia, tra i Paesi europei, spende meno per l’istruzione 3 mentre servono maggiori investimenti per alloggi, mense, biblioteche, docenti? L’orizzonte – Nel frattempo, sia pure in ambiti disciplinari diversi dall’Architettura, si stanno atti- vando le lauree professionalizzanti (15 Corsi in altrettanti Atenei). È un passo avanti, ma non suf- ficiente (Direttiva, 2013). Il paradigma è cambia- to: in passato si acquisiva un titolo di studio per tutta la vita, oggi la formazione deve essere conti- nua; non si può, quindi, solo insegnare allo studen- te a diventare capace d’imparare (saper fare), per- ché di continuo dovrà ‘re-imparare’. Oggi è neces- AGATHÓN 03 | 2018 - International Journal of Architecture, Art and Design | 37-42 ISSN: 2464-9309 (print) - ISSN: 2532-683X (online) - DOI: 10.19229/2464-9309/352018 Adriana Scarlet Sferra* EDILIZIA 4.0 LA NUOVA DOMANDA DI FORMAZIONE INDUSTRY 4.0 BUILDING AND THE NEW TRAINING DEMAND

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La Call nel richiedere contributi su ordi-namenti, didattica e progetti nelleScuole di Architettura a confronto ne

suggerisce anche la logica espositiva: per inne-scare e sondare un confronto bisogna collocare leScuole nello specifico contesto economico,sociale e culturale che connota la società al cuiinterno esse si trovano ad operare. Nel chiedere,poi, attraverso la presentazione di progetti, qualenuova Architettura sottolinea una particolareattenzione all’insegnamento del come costruire equindi verso quelle discipline che in misura mag-giore si pongono l’obiettivo di studiare le tecni-che di realizzazione, di recupero e di gestionedell’ambiente naturale e costruito, come adesempio quelle afferenti al SSD ICAR/12 dellaTecnologia dell’Architettura – confermando latesi di Louis Kahn (1999) – «l’Architettura nonesiste: esiste l’opera di Architettura, la sola capa-ce di stabilire un rapporto con la realtà territoria-le, politica, economica».

Infine, la Call, nel domandare se le Scuole diArchitettura hanno strategie adeguate ai nuovitempi e ai diversi luoghi, innesca stimoli di rifles-sione per individuare più adeguate metodologiedidattiche. Procedendo quindi in ordine: quale ilcontesto oggi nel nostro Paese? La crisi economi-ca e le nuove esigenze della società – invecchia-mento della popolazione, crisi del welfare, acco-glienza migranti, emergenze ambientali (Censis,2017) – impongono una adeguata analisi delle fasidi pianificazione e di programmazione a tutte lescale d’intervento che si riflettono sull’attivitàprogettuale (e quindi sulle modalità del suo inse-gnamento) al fine di offrire le risposte necessarie.Queste potranno realizzarsi attraverso ‘industria4.0’, un raccordo fra Università/imprese, la digita-lizzazione dei processi, la produzione off site, ecc.,azioni che decolleranno grazie ad una nuova for-mazione mirata a riportare in aula quegli studentiche, attraverso l’uso di smartphone, si trovanoattualmente ‘altrove’.

Ad esempio, con industria 4.0 in cantiere sipotrà sottrarre l’edilizia all’artigianalità per conse-gnarla alla cultura della serialità: droni che con-trollano i lavori; sensori applicati a persone e cheevitano infortuni (problema non secondario nelnostro Paese1); robot che lavorano in cantiere oche stampano intere case in 3D; off site, ovverofornitura di elementi finiti da assemblare in loco.Lo slogan every building shouldn’t be a one-off

ABSTRACTUn confronto fra Scuole di Architettura richiede una pre-liminare analisi del contesto politico, economico e socia-le al cui interno si collocano ordinamenti, didattica eprogetti. Analisi necessaria per valutare adeguate speri-mentazioni didattiche, come quella qui presentata nel-l’ambito delle discipline della Tecnologia dell’Architet-tura, particolarmente attente alla qualità progettuale,alla sintesi del passaggio dell’edilizia a ‘industria 4.0 edei nuovi bisogni espressi dalla società. Le prime positi-ve risultanze delineano possibili strade percorribiliauspicabilmente con una maggiore e più adeguatadisponibilità di risorse per l’Università.A comparison between Schools of Architecture requiresa preliminary analysis of the political, economic andsocial contexts within which systems, education andprojects are placed. Analysis is necessary to evaluatesuitable educational experiments, such as the one pre-sented here in the fields of Architectural Technology,particularly attentive to the quality of the project, to theessential understanding of the construction sector’s tran-sition to ‘industry 4.0’ and the new needs expressed bysociety. The first positive results outline possible pathsthat could be hoped for with a greater and more adequateavailability of resources to Universities.

KEYWORDSindustria 4.0, digitalizzazione, sperimentazione didatti-ca, tecnologia dell’architettura, competence center.industry 4.0, digitalization, didactic experimentation,building technology, competence centers.

prototype (ogni edificio non dovrebbe essere unprototipo) diventerebbe una realtà (Figg. 1-3). Aciò si aggiungeranno le start up: se le aziende ita-liane che si avviano a ‘industria 4.0’ non sonoancora moltissime non mancano però imprese chesviluppano tecnologie per l’industrializzazione eper fornire servizi di assistenza utili nel valutaremodalità e tempi per promuovere determinateinnovazioni di processo e/o di prodotto, sfruttandoincentivi fiscali. Con questi obiettivi sembrerebbemolto facile affermare che bisogna ‘fare squadra’,realizzare un business plan, applicare nuove tecno-logie. Di contro è meno facile mettere in praticaquesti concetti in modo ordinato e produttivo,soprattutto quando si è all’inizio della professione.Di recente a Torino, la Fondazione Agnelli hacreato la School of Entrepeneurship and Inno-vation per offrire nuove opportunità ai giovani eper trasformare le idee d’impresa in start up: una‘action learning’ che farà dell’esperienza direttastrumento per l’apprendimento.

La nuova formazione dovrà garantire la collo-cazione delle nuove figure professionali nel mer-cato del lavoro. Quattro studenti su dieci hannopensato almeno una volta di lasciare l’Universitàper l’incertezza del lavoro post lauream. L’ascen-sore sociale è fermo: 1/4 degli immatricolati resi-dente al Sud si è iscritto in un Ateneo del CentroNord (Oecd, 2017); il 40% dei Dottori di Ricercanon rifarebbe questa esperienza2. Il sistema uni-versitario dovrebbe invece essere regolato da unadomanda di formazione basata su una offerta dilavoro definita dalle esigenze e dalle strategie disviluppo del Paese. Se l’avanzamento scientifico etecnologico, frutto della ricerca di base e applicata,favorisce la competitività di un territorio e soddi-sfa i bisogni primari della società, perché l’Italia,tra i Paesi europei, spende meno per l’istruzione3mentre servono maggiori investimenti per alloggi,mense, biblioteche, docenti?

L’orizzonte – Nel frattempo, sia pure in ambitidisciplinari diversi dall’Architettura, si stanno atti-vando le lauree professionalizzanti (15 Corsi inaltrettanti Atenei). È un passo avanti, ma non suf-ficiente (Direttiva, 2013). Il paradigma è cambia-to: in passato si acquisiva un titolo di studio pertutta la vita, oggi la formazione deve essere conti-nua; non si può, quindi, solo insegnare allo studen-te a diventare capace d’imparare (saper fare), per-ché di continuo dovrà ‘re-imparare’. Oggi è neces-

AGATHÓN 03 | 2018 - International Journal of Architecture, Art and Design | 37-42ISSN: 2464-9309 (print) - ISSN: 2532-683X (online) - DOI: 10.19229/2464-9309/352018

Adriana Scarlet Sferra*

EDILIZIA 4.0

LA NUOVA DOMANDA DI FORMAZIONE

INDUSTRY 4.0

BUILDING AND THE NEW TRAINING DEMAND

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sario disporre di competenze 4.0 trasversali anchecon i non addetti ai lavori, le cui competenze digi-tali potranno consentire simulazioni sull’edificioda progettare per sapere come si comporterà.

Il Building Information Modeling (BIM) è unodegli strumenti per condividere, lungo tutto il pro-cesso edilizio, informazioni fra committente, pro-gettista, impresa, manutentori. Informazioninumerose ed articolate, anche predittive, che ten-gono sotto controllo la complessità dello stessoprocesso che dalla pianificazione (politica) passaalla programmazione (tecnico/economica) perarrivare poi al progetto, alla sua realizzazione econcludersi, infine, con la fase di esercizio che siconfronterà con la Post Occupancy Evaluation(POE) rimettendosi al giudizio dei fruitori: «gliedifici – sostiene Angelo Ciribini (2017) – nonsono più contenitori ma diventano dispositivi cheerogano servizi e interagiscono con chi li utilizza».

Due acronimi BIM e POE che determinano amonte e verificano a valle la qualità del prodotto.Se è necessario ripensare per intero l’apprendi-mento a misura dei ‘nativi digitali’ va però anchegarantito che la dimensione metodologico-didatti-ca e quella tecnologica non siano più separate:hardware e software, senza riflessione metodolo-gica, non sono sufficienti. La Tecnologia dovràmettersi consapevolmente al servizio della comu-nità di riferimento, con la sua cultura e le sue pra-tiche, perché la formazione è in primo luogo unoscambio diretto o mediato di esperienze, di azionie di competenze, che le tecnologie possono‘potenziare’ ma non sostituire. Quindi, se da unlato l’obiettivo sarà quello di riportare in aula gli

studenti, che sono ‘altrove’, dall’altro l’accade-mia dovrà ascoltare di più e meglio le esigenzedelle imprese (Mise, 2016).

Cosa dovrebbero fare nello specifico gli insegna-menti di Tecnologia dell’Architettura? – Sicura-mente un primo atto da intraprendere sarà quellodi saldare maggiormente la didattica con la ricer-ca, essendo un’unione che maggiormente si coniu-ga con il contesto sociale ed economico. Basilarisaranno, pertanto, le discipline del SSD ICAR/12e quindi l’approccio tecnologico alla progettazio-ne che garantirà anche una qualità morfologica,attraverso le soft skill (come sottolinea il Nobelper l’Economia del 2006 Edmund Strother Phelps)per fornire non solo più competenze tecniche mamaggiori capacità di elaborare soluzioni creativeper problemi complessi. Una qualità morfologicadiffusa che utilizza al meglio gli strumenti esisten-ti (digitalizzazione, nuovo Codice Appalti, ecc.)per monitorare il processo edilizio, l’unico stru-mento che se ben condotto potrà garantire risultatifino alla fase di dismissione del bene al terminedel suo ciclo di vita programmato (Sferra, 2017).

Una seconda azione sarà quella che coinvol-gerà i luoghi della formazione, che si estenderannoanche agli studi professionali, agli uffici tecnicipubblici, alle imprese, purché ‘oltre le mura del-l’aula’, come potrebbero esserlo i cantieri, anchecon docenti che provengono dal mondo del lavoro(imprenditori/professionisti, ecc.). Quindi, ordina-mento, progetti, luoghi della formazione andrannomessi a sistema per conseguire i risultati sperati.Questo panorama, ancorché noto ai docenti più

attenti, non può essere, purtroppo, utilizzato comestimolo ad operare. Basta citare, fra le altre cause,che interpretazioni di legge sempre più restrittivehanno sostanzialmente portato all’impossibilità peri docenti, sia come singoli sia come parte di strut-ture dipartimentali, di verificare nella prassi quantos’insegna nelle aule; distogliendo implicitamentein tal modo l’attenzione dal progetto come stru-mento/processo che il professionista deve essere ingrado di coordinare in tutte le sue fasi, anche dopola realizzazione in fase di esercizio della POE.

Quali metodologie didattiche si stanno sperimen-tando? – Chi scrive svolge attività didattica alprimo anno della Laurea Magistrale in ArchitetturaUE: si riporta sinteticamente quanto si sta speri-mentando non certo con l’obiettivo, pressochéimpossibile, d’innovare ma quanto meno di struttu-rare una didattica ‘sostenibile’, sottolineando dicontinuo le potenzialità di apprendimento che sca-turiscono dal ‘fare’ (learning by using) attraversoesperienze di ricerca che si rivolgono ai problemireali del contesto nel quale si opera.

La collocazione del Corso (al primo anno,appunto) rappresenta l’iniziale approccio allediscipline della Tecnologia dell’Architettura percomprendere come da un progetto si passi alla suarealizzazione; come quindi rapportarsi con la pro-gettazione al fine di tradurre le indicazioni in essacontenute e garantirne il controllo della qualità tec-nica e morfologica nel rispetto dei costi e tempi dicostruzione preventivati operando all’interno dellefasi del processo edilizio che è lo strumento pervalutare il come e ne giustifica anche il perché ven-

Figg. 3-5 - Left: Construction 4.0 with printbuildings, printed buildings with rapid production techniques able to reduce time/costs and favoring customized solutions (photo by Styrodur).Center: Mobile 3Dprint for the construction of 10K tiny houses in 24 hours (photo by Apis Cor). Right: Drones used to support demolition works (photo by Gramazio Kohler Architects).

Fig. 1 - The use of drones facilitates risk analysis on site and ensures greater safety(www.dronezine.it/40400/dagli-usa-cinque-lezioni-usare-droni-nelledilizia/).

Fig. 2 - The augmented reality technology with the aid of viewers allows access to the pro-ject visualizing what happens on the construction site (www.rivistageomedia.it/2018012710985/bim-cad-gis/trimble-ha-iniziato-a-rendere-operativa-la-mixed-reality-in-cantiere).

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gono effettuate determinate scelte; una trasmissio-ne quindi corretta, consapevole e non acritica del-l’informazione tecnica. Una metodologia operativache fornisce allo studente i primi strumenti logiciper acquisire competenze e operare correttamentenel mondo del lavoro, facendo però attenzione cheuna formazione professionalizzante con elevatecompetenze trasversali non riporti poi verso inse-gnamenti troppo marcatamente accademici.

Infatti, la lezione di tipo accademico, radicatanella scuola italiana, si basa su un approccio idea-listico gentiliano secondo cui conoscenza eapprendimento derivano dalla spiegazione deicontenuti. È necessario invece che docenti e stu-denti dialoghino attraverso lezioni più interattive,con sperimentazioni ed attività di gruppo, dove ildocente è il regista del lavoro individuale e collet-tivo. In aula, pertanto, si utilizzano proiezioni, sileggono e commentano insieme articoli, sceltidagli studenti dalla stampa specializzata (come,ad es. Il Sole 24Ore) per stimolare autonomia,consapevolezza, valutazione e verifica nell’ap-prendimento tecnico e globale.

Il Corso dispone sul sito dell’Ateneo di unahome page dove ritrovare obiettivi e contenutididattici, collegamenti con altri Corsi, anche dialtri settori scientifici; gli studenti comunicanodirettamente con il docente, partecipano al forum,al blog, ecc. La sperimentazione promuove l’usodi strumentazioni digitali personali (facendo benattenzione che non porti però all’isolamento, equindi di nuovo ‘altrove’): per una continua inte-razione (anche fuori orario delle lezioni) con ildocente; per collegarsi con siti istituzionali (perleggi e normative) e siti di produttori (per infor-mazioni in tempo reale delle più recenti innova-zioni di prodotti e processi, come ad es. la selezio-ne di materiali certificati).

In questa logica si accentuano le visite in fab-brica, in cantiere con i progettisti e D.L., s’invita-no imprenditori e professionisti a tenerelezioni/seminari; il tutto gestendo in termini diestrema flessibilità il fattore tempo con iniziativeper personalizzare l’insegnamento e per favorirel’integrazione degli studenti in difficoltà. Infine,si promuovono Tesi di Laurea, preferibilmentecurriculari, in modo da agevolare lo studente nelvalutare a 360° le esperienze maturate. Gli esiti diquesta prassi sono da ritenersi positivi, standoalmeno ai giudizi che annualmente gli studentisono tenuti ad esprimere. Questo, in estrema sin-tesi, è quanto si sta facendo nella logica, appunto,di insegnare a progettare per costruire. Ma non cisi può non chiedere: perché il Codice degliAppalti vieta, se non nei casi in cui si rileva l’ele-mento tecnologico prevalente, l’appalto integratoche, proprio in quanto integrato, garantisce inveceun progetto per la sua costruzione?

Come proseguire? – Intanto superando l’attualedifferenziazione tra Research University eTeaching University per approdare alla UniversityWorld Class che si contraddistingue non solo permeriti scientifici ma anche per essere componentechiave dell’ecosistema dell’innovazione, fornitri-ce privilegiata di conoscenze e competenze, fruttodella ricerca e della formazione. In questa logicaconiugare didattica e ricerca, perché per ‘insegna-re a fare’ (quindi progettare) bisogna ‘saper fare’(quindi saper progettare), svolgendo di continuonuove esperienze. Ma per un docente questo non

sempre sarà possibile, sia pure con la formula‘conto terzi’ e limitatamente alla PubblicaAmministrazione: in una logica ingiustificatamen-te protezionistica che genera diseguaglianze nelpanorama della UE gli ordini professionali conte-stano possibili collaborazioni con le P.A. In questoil nuovo Codice favorisce gli ordini professionalitogliendo il 2% di incentivi per la progettazioneinterna magari in collaborazione con una strutturauniversitaria. Questa non sembra essere una sceltacoerente con l’impegno d’incentivare i Compe-tence Center che dopo tanti stop and go sembrapossano concretamente decollare.

Il programma di attività di un centro, oltre a ser-vizi di orientamento e di formazione alle imprese,dovrà essere finalizzato alla realizzazione, da partedelle imprese fruitrici, di progetti d’innovazione, diricerca e di sviluppo di nuovi prodotti, di processi odi servizi o di livelli esistenti da migliorare, tramite‘tecnologie 4.0’. Per concludere: puntare su ‘indu-stria 4.0’ che faccia rete fra gli attori (Imprese,Università, Centri di Ricerca Pubblici e Privati,Finanza e Istituzioni) e i fattori produttivi (Culturad’Impresa, Investimenti, Competenze). In questalogica rientra anche la formazione: un confronto suquesta dovrà tenere conto, oltre ai differenti conte-sti economici/sociali/politici, anche delle difficoltàa trovare lavoro dopo la laurea. Bisogna, quindi,continuare a sperimentare anche per attirare eriportare gli studenti qui e oggi da altrove.

ENGLISHThe Call clearly requires contributions for thenew systems, didactic programs and projects tobe implemented in Architecture Schools. Thisnecessary transition also suggests a theoreticalapproach: in order to start and explore a compar-ison, the Schools need to be analyzed within theirspecific economic, social and cultural contextidentified by the social community within whichthey operate. The question we should ask our-selves is then, through the presentation of pro-

jects, what new Architecture conveys moreimportance or focuses better on teaching how tobuild, thus emphasizing those disciplines princi-pally aimed at the study of construction tech-niques, recycling and the management of naturaland built environment as for example those relat-ed to SSD ICAR/12 of Architectural Technology –confirming Louis Kahn’s theory (1999) that states– «Architecture does not exist alone: what existsis a work of Architecture, when it is capable ofinteracting with the local, political and economicreality of its context».

Finally the Call’s implicit question: doArchitecture Schools have the appropriatestrategies to adapt to our times and differentcontexts? Triggers a deeper reflection on how toidentify and apply more adequate didacticmethodologies. Proceeding in order the nextquestion would be: what context are we referringto today in our Country?

The economic crisis and the new needs of soci-ety – the impact of an ageing population, the wel-fare crisis, the migrant reception crisis, environ-mental emergencies (Censis, 2017) – all requirean adequate analysis of the planning and pro-gramming phases at all the different interventionscales that are reflected on project planningactivity (and therefore on the modalities of itsteaching) in order to provide the necessaryanswers. These can be achieved through industry4.0, a link between universities/companies, digi-talization processes, off-site production, etc.,actions that will take off thanks to new trainingprogrammes aimed at bringing back to schoolthose students who, smartphones at hand, arecurrently elsewhere.

For example, industry 4.0 on-site constructionwill imply a decline in craftsmanship leaving itsway to a growing seriality culture; the scenariowould be somewhat like drones monitoring andsupervising the work; sensors applied to peoplethus avoiding injuries (not a secondary problem in

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Fig. 6 - 3D printed steel bridge, design by Joris Laarman, over one of Amsterdam’s many canals (photo by MX3D).

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our country1); robots working on site or printingentire houses in 3D; off-site supply of finisheditems to be assembled on site. The slogan everybuilding shouldn’t be a one-off prototype wouldbecome a reality (Figg. 1-3). This will be flankedby the start-ups trend: Italy, in fact, although lag-ging behind in terms of industry 4.0 companies,still too few, can on the other hand boast manycompanies which thanks to tax incentives areinvesting in developing technologies for industri-alization and supply of assistance services neededto assess methods and timing to promote innova-tive processes and/or products.

These objectives confirm the need for a teamwork approach and the need to create a businessplan, applying new technologies. On the otherhand, it is less easy to put these concepts intopractice fruitfully and in an orderly fashion,

especially at the beginning of a career or profes-sion. Recently the Agnelli Foundation of Turinhas established a School of Business andInnovation to offer new opportunities to youngpeople and transform business ideas into start-ups: an action learning that will make directexperience a tool for learning.

New training programmes should be aimed atensuring the placement of new professional fig-ures in the labour market. Four out of ten studentshave at least once thought of dropping out ofUniversity due to the uncertainty of post-graduatework opportunities. The social elevator isblocked: 1/4 of the immigrants registered in theSouth have enrolled in a University of the CenterNorth (Oecd, 2017); 40% of PhD recipientswould not repeat the experience2. The Universitysystem should instead be regulated by a demand

for training based on real job offers defined by theneeds and strategies of the country’s development.If scientific and technological advancement,which is the result of basic and applied research,enhances a territory’s competitiveness and satis-fies the primary needs of society, why then com-pared to other European countries does Italyinvest less in education3 while more funds areurgently needed to invest in accommodation,cafeterias, libraries, and professors?

Our horizon – Meanwhile, other disciplinaryareas than Architecture offer professional degrees(15 courses in as many universities) which is astep forward, but not enough (Directive, 2013).The paradigm has changed: in the past graduatingfrom University and having a Degree was consid-ered a lifelong achievement, today training mustbe constant; therefore, a student can’t just betaught the ability to learn and to do once as he willhave to continue to re-learn throughout his profes-sional career; just teach the student to becomeable to learn (know how to do), because he willalways have to re-learn. Today it is necessary tohave 4.0 cross-cutting skills to work with non-aca-demic professionals, that is technical experts,whose digital skills will allow for tests and simu-lations on the building designed to assess its long-term performance.

Building Information Modeling (BIM) is oneof the tools to share information throughout thewhole building process between the client, thedesigner, the company and the maintenance staff.A lot of data and information, also predictiveguidelines which characterize the complexity ofany process passing from the (political) planningphase to the (technical/economic) plan to thedesign phase before its final implementationphase, which will then be completed by the POEPost Occupancy Evaluation testing stage reveal-ing the users opinion: «buildings – as stated byAngelo Ciribini (2017) – are no longer containersbut devices that supply services and actively inter-act with its users».

The two acronyms BIM and POE which bothstand for processes that begin by defining and endtheir course by assessing and evaluating the qual-ity of the final product. If it is necessary to rethinkthe whole learning process according to digitalnatives it should be clear that didactic methodolo-gy and technology can no longer be separated:hardware and software, without methodologicalanalysis, are not sufficient. Technology must con-sciously put itself at the service of the communityof reference, with its culture and its practices,because training is primarily a direct or mediatedexchange of experiences, actions and compe-tences, which technologies can enhance but notreplace. So, if on one hand the goal is to bring thestudents who are currently elsewhere’back to theclassroom, on the other the academy will have tobe more attentive and responsive to the needs ofcompanies (Mise, 2016).

What should the discipline of ArchitecturalTechnology specifically teach to do? – First of alldidactics should be more linked to research, as thejoining of these two elements would be more intune with the current social and economic context.The disciplines of SSD ICAR/12 are basic and thusa technological approach to design will guarantee

Fig. 7 - SAM/100 bricklaying robot, masons work together at the University of Michigan Brighton hospital (photo byConstruction Robotics).

Fig. 8 - Robot (Pin) laying hollow bricks on a construction site (photo by Tibbo).

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the morphological quality, through soft skills (asstressed by the 2006 Nobel Prize for Economicsrecipient Edmund Strother Phelps) that will pro-vide not only an increase in technical skills butalso a greater ability to develop creative solutionsfor complex problems. A widespread morphologi-cal quality that makes best use of existing tools(digitization, new Procurement Code, etc.) to mon-itor the building process, the only instrument thatif well managed can guarantee results until thedisposal phase at the end of its programmed life-cycle (Sferra, 2017).

A second action will regard training centers,which will also extend to professional firms, publictechnical offices, businesses, provided that theseare ‘beyond the classroom walls’, as could be, forexample, construction sites, including teachersand tutors who come from the working world(business executives/professional experts, etc.).Therefore, the system, the projects and the trainingcenters need to be put in place and practice toachieve the desired results. This panorama,although known to the most attentive teachers,cannot, unfortunately, be used as a stimulus tooperate. It is enough to mention, among othercauses, that increasingly restrictive interpreta-tions of law have essentially led to the impossibil-ity for teachers, both as individuals and as part ofdepartmental structures, to verify in practice whatis taught in classrooms; thus implicitly divertingattention from the project as an instrument/pro-cess that the professional must be able to coordi-nate in all its phases, even after the completion ofPOE in its operational phase.

What didactic methodologies are currently beingexperimented? – I can attempt an answer as pro-fessor of the first year Master’s Degree course inArchitecture in the EU: a brief description of whatis being experimented, certainly not with theobjective, almost impossible, of innovating but atleast structuring a sustainable teaching method,by constantly emphasizing the potential of learn-ing that arises from doing (learning by using)through research experiences that address the realproblems of the context in which we operate.

The placement of the Course (at the first yearof the post-graduate Master’s) represents the ini-tial approach to the disciplines of ArchitecturalTechnology in order to understand how, from aproject, we move on to its realization; to relatethen with the design in order to translate the infor-mation contained in it and ensure the technicaland morphological quality assessed in compliancewith the estimated costs and construction timesoperating within the phases of the building pro-cess that is the tool to assess how and also justifieswhy certain choices are made; a passage that istherefore necessary, correct, conscious and notuncritical of technical information. An operationalmethodology that provides the student with thefirst logical tools to acquire skills and operate cor-rectly in the working sphere, while making surethat such highly professional training with cross-cutting skills does not lead back to teachings thatare too markedly academic.

The academic type of lesson, rooted in theItalian school, is based on Gentile’s idealisticapproach according to which knowledge andlearning derive from the explanation of contents.Teachers and students today need to establish a

dialogue through more interactive lessons, bypractical experimentations and group activities,where the teacher is the director of individual andcollective work. In the classroom, therefore,power points and visual media are used, articlesare read and commented together, after beingselected by the students from specialized publica-tions and press (such as, for example, Il Sole24Ore) to stimulate autonomy, awareness, assess-ment and verification for a technical and globallearning experience.

The course features a home page on theUniversity website where you can find goals andeducational contents, links with other courses,including other scientific disciplines; studentscommunicate directly with the teacher, participatein the forum, blog, etc. This experimental form ofteaching promotes the use of personal digitalequipment (making sure that it does not lead to

isolation, and therefore to that elsewhere men-tioned above): encouraging a continuous interac-tion (also extended beyond lesson time) with theteacher; designed to connect with institutionalsites (for laws and regulations) and producer sites(for real-time information of the latest innovationsin products and processes, such as the selection ofcertified materials).

This approach also includes visits to factories,construction sites and exchanges with the design-ers and contract managers, business en-trepreneurs and professionals invited to hold lec-tures/seminars; all this in terms of extreme flexi-bility so as to manage the time factor with initia-tives to personalize teaching and favor the inte-gration of students in difficulty. Finally, graduatedissertations, preferably curricular, are promotedin order to facilitate the student in fully assessingthe experience gained. The results of this practice

Fig. 9 - R&Drone Laboratory at Dubai building by a mobile 3D-printer, which is able to move on caterpillar tracks,for the construction of large buildings (photo by CyBe).

Fig. 10 - Concrete box, prints layer by layer with the typical texture (photo by WinSun).

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Public Administration: in an unjustifiably protec-tionist logic that generates inequalities in the EUlandscape professional orders contest possiblecollaborations with the P.A. To this regard the newCode favors professional orders by removing 2%incentives for internal planning, perhaps in col-laboration with a university facility. This choicedoes not seem consistent with the commitment toincentivize competence centers that are finally tak-ing off after so many stops and goes.

The activity program of a competence center,in addition to guidance and training services tocompanies, must be aimed at the realization, bythe users, of innovation projects, research anddevelopment of new products, processes or ser-vices or existing levels to be improved through 4.0technologies. In conclusion: focusing on industry4.0 to create a network between actors (compa-nies, universities, public and private research cen-ters, finance and institutions) and production fac-tors (Corporate Culture, Investments, Skills). Thiswould of course also include training: taking intoaccount, in addition to the different economic /social / political contexts, also the difficulties inemployment seeking after graduation. It is there-

fore necessary to continue experimenting also toattract and bring students back from that foggyelsewhere to here and now.

NOTES

1) Fillea Cgil: 50% increase in fatal accidents compa-red to 2017.2) Almalaurea (2016). [Online] Available at: www.alma-laurea.it/. [Accessed 6 March 2018].3) Eurostat: 3,9% del PIL (IT), in fifth place comparedto the last.

REFERENCES

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* ADRIANA SCARLET SFERRA, Architect and PhD, is aResearcher in Technological Architecture at thePDTA Department of Sapienza University ofRome; she performs educational and research acti-vities focused on the themes of technological inno-vation combined with environmental sustainabilitywhose multiple experiences, including internatio-nal ones, are found in several publications. E-mail:[email protected]

are to be considered positive, according to thestudents’ feedback and opinions which they arerequired to express on an annual basis. This, in anutshell, is actually what is being done to teachhow to plan to build. But we cannot avoid askingourselves the following question: why does theprocurement code prohibit, except in caseswhere the prevailing technological element is de-tected, the integrated contract that, precisely bybeing integrated, can fully guarantee a projectbefore its construction?

How to proceed? – First of all by separatingUniversity Research from University Teachingaiming for a World Class University which standsout not only by scientific merits but also by beinga key component of an ecosystem of innovation, aprivileged supplier of knowledge and skills, theresult of research and training. According to thislogic which combines teaching and research, sincein order to teach how to do (therefore to design)you must know how (therefore know how todesign), continuously carrying out new experi-ences. But for a teacher this is not always possible,even with the third part formula and limited to

Figg. 11, 12 - AMIE (Additive Manufacturing Integrated Energy) – SOM and Oak Ridge National Laboratory partnership – the integrated system connects a 3D-printed polymeric mobilepavilion and vehicle to showcase a new approach to energy production, use, storage and consumption on site (photo by C. Jones); detail of the 3D printed pavilion AMIE (photo bySkidmore, Owings & Merrill, US Department of Energy’s).

Fig. 13 - Pop up building (Dubai) 3D printed (photo by WinSun).

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