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Anno 5, numero 11
NOTIZIARIO SETTIMANALE Chiesa San Tommaso D’Aquino,
Cappella dell’Università Tor Vergata
Via Salamanca - 00133 ROMA
effata.cappellauniversitariasantommaso.org
...e vivi la tua comunità!
V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)
"Fratelli e sorelle buonasera. Voi sapete che il
dovere del Conclave è di dare un Vescovo a
Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali
sono andati a prenderlo quasi alla fine del
mondo. Ma siamo qui... Vi ringrazio
dell'accoglienza, alla comunità diocesana di
Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto
vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo
emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti
insieme per lui, perché il Signore lo benedica
e la Madonna lo custodisca".
Quindi ha recitato il Padre nostro, l'Ave Maria
e il Gloria.
"E adesso - ha proseguito - incominciamo
questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le
chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, preghiamo per tutto il mondo, perchè ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo - mi aiuterà il
mio cardinale vicario qui presente - sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città... Adesso vorrei dare la
benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore
perchè mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa
preghiera di voi su di me".
"Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà", ha proseguito, impartendo la
benedizione in latino e concedendo l'indulgenza plenaria. "Grazie tante dell'accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo
presto. Domani voglio andare a pregare la
Madonna perchè custodisca tutta Roma.
Buona notte e buon riposo".
Il ricordo dei sacerdoti di Buenos Aires
Papa Bergoglio ha sempre fatto della
semplicità il suo stile di vita. Tanto che quando
andava a fare visita da cardinale ai suoi
confratelli vi si recava in autobus come un
normale cittadino. «Chi può dimenticare il
cardinale Bergoglio quando arrivava da noi in
autobus -racconta Padre Carlos Rubia, uno dei
sacerdoti della chiesa argentina di Santa Maria
Addolorata in piazza Buenos Aires a Roma -
Scendeva dal bus a piazza Quadrata e veniva
ad abbracciare i suoi confratelli».
S i sta avvicinando il momento tragico di Cristo: la passione e la morte di Gesù in croce. Ma
prima di avviarsi verso il monte degli Ulivi, entra nel tempio per pregare e per insegnare alla gente. Lì gli scribi e i farisei gli condussero una donn a so rp res a me ntr e s tava commettendo adulterio e non mentre stava pregando in chiesa o recitando il Rosario nel santuario. Gesù gli dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». I farisei se ne andarono uno ad uno, cominciando dai più anziani perchè Gesù scrivendo a terra mette a nudo la loro ipocrisia e i loro p e c c a t i . Anche noi, a volte, ci comportiamo da farisei e scribi, godiamo nel mettere in pubblico i peccati degli altri. Ma alla fine, in fondo, si scopre che siamo colpevoli degli stessi errori di cui accusiamo gli altri. Anche oggi, continuiamo a lanciare le prime pietre con diffamazione, insulti, giudizi severi, ecc. P e r c h è n o n s i è l a p i d a t o il partner (socio) della donna? La storia è sempre la stessa come la storia della nostra società moderna. La violenza e l’aggressività si scaricano sui i più deboli. I forti riescono sempre a “scappare” in qualche modo. I più deboli sono puniti, li mandano in carcere; i forti che commettono gli stessi peccati sono liberi, onorati e giustificati. Tutti condannano la donna, ma Gesù non la condanna. Condanna solo il peccato e ammonisce il peccatore. «va’ e d’ora in poi non peccare più». “Non peccare più” vuole dire smetti di farti del male. Il peccato far male e rovina chi lo commette.
P. John Idio, OMV
LE LETTURE D’OGGI Prima lettura: Is 43,16-21
Salmo responsoriale: Sal 125 Seconda lettura: Fil 3,8-14
Vangelo: Gv 8,1-11
U na splendida giornata, qualcuno cantava e noi l'abbiamo vissuta davvero!
Un sole primaverile aumenta l'attesa per la meta partenopea, un ricco
programma è pronto a saziare la curiosità per una terra ad alcuni
sconosciuta. San Giuseppe Moscati ci aspetta e noi del Tommaso d'Aquino non
vogliamo perderci nemmeno un minuto di questa intensa giornata. Dovete sapere
che il santo medico, celebre dottore delle prima metà del '900 incarna a pieno la
figura santa nella quotidianità. Moscati è spunto non solo per i medici ma per tutti,
in particolare gli studenti: diligente nell'apprendimento delle materie vuole esser
completo, ponendo il servizio al centro della sua vita, servizio ai poveri e ai malati
sotto la guida di Dio. Non ho conosciuto il santo ma sono convinto che come noi
studenti, correva a lezione per prender posto, interrogava il professore, alimentava
la sua curiosità, prima di diventare medico chissà quanti panini ha digerito. Non si
dimenticava della preghiera, costante della sua vita. Descrivere, raccontare delle
bellezze di Napoli è impossibile, bisona viverle, sentirle, esserci. A Castel
Sant'Elmo provo un profondo smarrimento guardando il mare all'orizzonte e le
costruzioni di case e vie fino a perdita di vista sotto i miei piedi. L'uomo sembra
aver invaso la natura, ho paura di perdermi fra tutte quelle persone, di perdere la
mia identità. Lo smarrimento dura poco, saldi nella Fede, sappiamo bene dove
rifugiarci e da chi partire per una nostra identità, per la modellazione della nostra
persona. Moscati ne è un esempio. Al chiostro della Certosa i crani scolpiti a
decoro del piccolo cimitero interno mi ricordano, come Moscati aveva fatto
scrivere nella sala mortuaria dell'Ospedale degli Incurabili, 'Ero mors tua, o mors',
e mi aggrappo a ciò che conta nella vita di un cristiano, dimenticandomi di tutto
quello inessenziale. Le corazzate navali, le carrozze, i presepi del museo della
Certosa di San Martino sono ornamento artistico di una giornata all'insegna della
convivialità e comunione fraterna.
Vi saluto da 'dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento', al prossimo pellegrinaggio!
Antonio Palloti
A cura di Pantaleone Palmiotti
Ogni anno , il 17 marzo,
tutto il mondo cattolico
celebra devotamente la
ricorrenza di San Patrizio
con il St.Patricks’Day o, più
brevemente, Paddy’s Day.
Nei cinque continenti
centinaia di milioni di
p e r s o n e s e g u o n o
processioni e parate con
gioiosa serenità. Vari
intellettuali anti-cattolici
hanno spesso cercato , con
loro arbitrarie teorie , di
confondere tale figura, ed i
s i m b o l i s m i r e l i g i o s i
collegati, con inesistenti
e l e m e n t i p a g a n i o
addirittura politici, cercando
di fuorviare i credenti. Ma la
forza della fede dei cattolici
ha sempre mantenuto
coerente ed intatta e la
devozione al santo.
Maewyn Succat , chiamatosi
successivamente Patrizio,
nacque in Scozia a
Bannaventa Berniae nel
385 dai notabili romani
cattolici Calphurnius e
Conchessa. A 16 anni fu
rapito da pirati irlandesi e
trascinato come schiavo
alla corte del re del North
Dal Riada (attuale irlanda
del Nord). Durante tale
periodo apprese la lingua
gaelica e la religione
celtica che considerava la
natura ,ed in particolare il
cielo, come divinità. Dopo
sei anni riuscì a fuggire e
tornò presso la sua
famiglia , riprese la pratica
del culto cattolico e ,
successivamente , fu
n o m i n a t o d i a c o n o .
Seguendo la vocazione
religiosa , dopo anni di studi
in Gallia, fu consacrato
vescovo da San Germano
d’Auxerre, località francese
sul fiume Yonne, in
Borgogna, dove sorge
l’omonima cattedrale. Nel
431 Il Papa Celestino gli
affidò l’evangelizzazione
delle isole britanniche ed in
particolare dell’Irlanda.
Patrizio, tra i pagani dei
popoli celti, affrontò tale
incarico con fede e
capacità. Dimostrò loro che
il sentimento di sacralità
che essi provavano verso la
natura altro non era che un
misconosciuto richiamo
verso Dio attraverso il suo
“Creato”. Non a caso , nella
spiegazione dell’opera del
Signore, pose il cerchio del
sole sulla croce latina ed
utilizzò il trifoglio , simbolo
irlandese, come esempio
esplicativo della Trinità in
quanto le tre foglie erano
collegate da un unico stelo.
In tal modo la natura fu
rivelata come risultato
dell’opera di Dio ed i
Solstizi non furono più
ricorrenze pagane, ma
festose celebrazioni della
Divina Creazione e dei suoi
elementi destinati al bene
dell’uomo. Tale intelligente
evangelizzazione ha fatto in
modo che i cattolici di
origine celtica oggi siano
tenacemente fedeli al
Signore, come dimostrato
dalla loro storia anche
recente. La croce celtica di
San Patrizio, diffusissima in
tutti i paesi di tradizione
anglosassone e derivata
dagli elementi del Creato
nella croce di Cristo, è uno
dei simboli di tale forte
religiosità. Non a caso molti
popol i d i indiscusso
cattolicesimo esprimono la
loro fede anche attraverso
la natura; i mitteleuropei a
Natale erigono piccoli abeti
decorati sulle tombe dei
loro cari sovrastate dalla
croce di Cristo.
Patrizio , all’età di 50 anni,
c o m p ì u n l u n g o
pellegrinaggio a Roma per
consegnare copia di due
lettere a lui attribuite, la
“ C o n f e s s i o ” , c o n
dichiarazioni sulla sua
opera missionaria, e l’
“Epistula” con la diffida
r i v o l t a a l c r u d e l e
c o n d o t t i e r o p a g a n o
Coroticus. Le tradizioni
popolari gli attribuirono
numerose leggende, tra le
quali la “cacciata dei
s e r p e n t i ” d a l l ’ i s o l a
irlandese e la creazione del
“Pozzo di San Patrizio” che
avrebbe portato i penitenti
nel Purgatorio.
Patrizio tornò in Irlanda e ,
secondo alcuni storici, morì
a Saul, nella Contea di
Dawn, il 17 marzo 461. Oggi
San Patrizio è considerato
patrono dell’Irlanda, della
Nigeria, di Montserrat, di
New York, di Boston e degli
ingegneri.
San Patrizio d’Irlanda
La croce di San Patrizio
SALMEGGIARE CON GIOIA
di Rita Tomasi
CALENDARIO SETTIMANALE
18 LUNEDI
16,00: Corso d'inglese. Sala Biblioteca
18.00–20.00: Ador. e confes (Campus X)
19,00: Catechesi per Universitari II Livello. Sala
Biblioteca
19 MARTEDI- San Giuseppe
16,30 Formazione alla liturgia
17,00 Lettere: “Lo Spirito: La Trinità il mistero di
Dio”
19,30: Corso per fidanzati
21,00: Catechesi Campus X
20 MERCOLEDI
13,10 Economia(Aula S5): “Il ruolo
dell’imprenditore e del dirigente d’azienda”
16.15 Scienze (Aula T4): “Crisi del riduzionismo
alla luce delle nuove prospettive della post-
genomica”
19,00: Catechesi per Universitari I Livello
19,30: Lectio Divina
20,30: Laboratorio musicale. Sala Studio
21.00: Formazione Umana e Sociopolitica
(Campus X)
21 GIOVEDÌ
13,15: Adorazione eucaristica
14.00: Incontro di spiritualità per Docenti
15.00 Medicina I (Stanza 25B): “L’aborto e
l’eutanasia”
16,00 Corso di francese. Sala Biblioteca
17,30: Adorazione eucaristica
19,00: FUCI
19,00: Preparazione alla cresima
21,00: Newman Center (Campus X)
22 VENERDI
14.00 MEDICINA E BIOETICA II-CONVEGNO
INTERFACOLTA’ (Facoltà Giurisprudenza -aula
15): “La volizione”
19,00: Prove di canto per la liturgia
19,30: Introduzione alla S. Scrittura
23 SABATO
15,00-18,00:Appuntamento di spiritualità in
Cappella
15,30 Scuola di evangelizzazione
24 DOMENICA (DOMENICA DELLE PALME )
11,00-(18,00):Messa(Res. Schiavonetti)
12,00: MESSA, pranzo e vita comunitaria
GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI
– Sal. 125-
I l salmo 125 veniva cantato dai pellegrini
quando salivano a Gerusalemme. Narra
della gioia degli esiliati che tornavano
dalla prigionia. Attendiamo la Pasqua e
gioiamo perché il Signore ci ha liberato dal
peccato. “Chi semina nelle lacrime mieterà con
giubilo”. Sotto il peso del lavoro, a volte il viso
si riempie di lacrime: molte volte la semina è
faticosa, inutile e senza successo. Ma quando
giunge la mietitura abbondante e gioiosa, si
scopre che quel dolore è stato fecondo. Questa
preghiera è un canto di speranza, utile quando
si è immersi nel tempo della prova, della paura,
della minaccia esterna e dell’oppressione
interiore. È ciò che San Paolo ricordava ai
Galati: “Chi semina nello Spirito, dallo Spirito
raccoglierà vita eterna”.
Venuto dai lontani e sconosciuti Iperborei
ove il leggero vento fa oscillare gli allegri salici,
ove il cielo si colora di una delicata Speranza ,
hai raggiunto la sacra dimora pietrina
con Misericordiosa, Umiltà e profondissima Fede,
affacciandoti alla luminosa e radiosa Piazza
come fece nella moderna transizione il Papa
Buono.
Mentre il popolo argentino festeggia il suo Giglio,
dalle profonde secrete della mia generosa Anima
intono con accorata e sublime Voce
"Salve Regina , Mater Misericordiae" ,
pregando come un ramingo ed esule figlio di Eva
per il nostro beneamato Fratel Francesco.
Dedicata con Affetto e Stima
a PAPA FRANCESCO
Gianluigi Melucci
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P. John Idio, OMV
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Cell: +393318064780
Capo redattore
Rita Tomasi
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Marianna Dimasi, Maria Grazia
Mascali, Pantaleone Palmiotti
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Marco Scarlino
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