e periodico bimestrale anno xiv n°81 dicembre 2018

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Periodico bimestrale anno XIV n°81 dicembre 2018 OMAGGIO DEL TUO FARMACISTA S a l u t e & b e n e s s e r e La tiroide Fumo di sigaretta come causa di tumori al rene e vescica Claustrofobia: una prigione senza sbarre ABUS. Ecografia mammaria 3D automatizzata La sicurezza negli interventi di chirurgia estetica

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8OMAGGIO

DEL TUO FARMACISTA

S a l u t e & b e n e s s e r e

La tiroide

Fumo di sigaretta come causa di tumori al rene

e vescica

Claustrofobia: una prigione senza sbarre

ABUS. Ecografia mammaria 3D automatizzata

La sicurezza negli interventi

di chirurgia estetica

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3 F A R M A C I A F I D U C I A

Le farmacie, tutti lo sanno bene, rappresentano un servizio di pubblica utilità a disposizione dei cittadini, facile da raggiungere, aperto per molte ore al giorno ed accessibile, con il sistema dei turni di guardia farmaceutica, a qualsiasi ora del

giorno e della notte ed anche nelle più tradizionali giornate di festa.Nel corso degli ultimi anni, ed ancora più nel prossimo futuro, le farmacie sono state chiamate a prestare maggiori servizi sia nell’ambito dei farmaci, che nel campo della telemedicina, della diagnostica; a questi si sono aggiunti servizi che hanno permesso ai cittadini di ottenere le autocertificazioni per il reddito necessarie per il rilascio delle nuove esenzioni totali (E30 ed E40) e di prenotare visite specialistiche ed esami dia-gnostici presso tutte le strutture pubbliche della provincia.Sebbene non tutti lo sappiano, nemmeno molti degli addetti ai lavori, attraverso le farmacie i cittadini lombardi hanno potuto ottenere i documenti relativi alle esenzioni e prenotazioni di prestazioni specialistiche in un numero che ha sfiorato i due mi-lioni di documenti tra prenotazioni CUP e rilascio di autocertificazioni per reddito.Dai calcoli elementari che abbiamo effettuato, permettendo ai cittadini di evitare l’ac-cesso alle strutture pubbliche, negli ultimi due – tre anni, abbiamo fatto risparmiare qualche cosa come seicentomila ore di tempo e di disagi per spostamenti e perdita di ore di lavoro.Il futuro vedrà ancora la farmacia lombarda più coinvolta in questo settore con due diverse categorie di servizi dedicati alla salute che permetteranno accessi più facili ad alcuni esami fondamentali ed una migliore aderenza alle terapie, con conseguente ottimizzazione dei risultati terapeutici e diminuzione di eventi indesiderati e di ricoveri ospedalieri non necessari.Per quanto riguarda il primo gruppo di attività ci stiamo adoperando affinché alcuni esami clinici fondamentali, dalla glicemia all’indice di coagulazione (INR), dal cole-sterolo alla emoglobina-glicata, ed alcune prestazioni diagnostiche in telemedicina (elettrocardiogramma, holter cardiaco ed holter pressorio, spirometria) possano essere effettuate nelle farmacie in collegamento con importanti centri specialistici e con costi contenuti e rimborsabili, almeno in parte, dal servizio sanitario regionale.Questo tipo di attività ridurrebbe drasticamente i tempi di attesa per le varie prenota-zioni specialistiche, permettendo ai pazienti che ne abbiano necessità di accedere alle prestazioni diagnostiche senza ritardo, a costi contenuti e con refertazione effettuata da specialisti di alto livello.Per quanto riguarda invece il monitoraggio dell'aderenza alle terapie, partirà nel pros-simo anno un progetto che coinvolgerà molte farmacie.Per i malati cronici saranno predisposti in farmacia dei raccoglitori di farmaci (pil-lolieri, tanto per intenderci), manuali o elettronici, per il fabbisogno settimanale o mensile che permetteranno al malato di non dimenticare la presa del farmaco, né di confonderlo con un altro, né di fare indebite e pericolose associazioni od iperdosaggi.I familiari o coloro che si prendono cura del malato potranno avere sotto controllo sempre il corretto utilizzo dei farmaci e segnalare, in appositi documenti, eventi inde-siderati, ricoveri e tutto quanto succede al malato.L’obbiettivo è evidente.Si tratta di agire in modo che i pazienti costretti ad assumere più di un farmaco, e tal-volta sino a 15 dosi giornaliere di farmaci diversi, possano essere guidati nel corretto utilizzo e vedano la propria salute migliorare proprio per il corretto uso dei farmaci ed il non-abbandono delle terapie.Sembra addirittura inverosimile ma anche in questi anni l’aderenza alle terapie più complesse è inferiore al 50 per cento dei pazienti che le assumono e gli effetti collate-rali che ne derivano, comprese complicazioni gravi come ipoglicemie acute, trombosi, ictus ed emorragie intracraniche, sono troppo numerosi con costi umani incalcolabili per le persone colpite e per le loro famiglie, con ricadute sui servizi sanitari, sia eco-nomiche che organizzative, veramente gravi.Ancora una volta dunque la farmacia si pone al fianco non solo dei cittadini, ma anche delle strutture dei servizi sanitari.

Aderenza alle terapie e nuovi servizi in farmacia.

Direttore EditorialeOn. Dott. Luigi Zocchi

Direttore ResponsabileGiovanni Nello Franchi

Direzione RedazioneFederfarma VaresePiazza Marsala, 4 - 21100 VareseTel. 0332 236164 - Fax 0332 [email protected]

CaporedattoreLuisa Nobili

Comitato di redazioneRachele AspesiGianluca BonicalziRenata Radici

Hanno collaborato a questo numero Piera Armienti Fabio ColomboPaola ColomboMonica De MichelisIlaria Garbato Alfredo GoddiSilvia MagnaniAlberto Roggia

Segretaria di redazione Giuliana Comolli

Progetto graficoGraffiti s.a.s.Via Montello, 65 - 21100 VareseTel. 0332 435327 - Fax 0332 [email protected]

Art DirectorLorenza Borellini

PubblicitàGraffiti comunicazione d'impresaVia Montello, 65 - 21100 VareseTel. 0332 435327 - Fax 0332 [email protected]

Anno XIV - n° 81 dicembre 2018Copia Omaggio

Tiratura 20.000 copieDistribuzione in 215 farmacie di Varese e provincia.

Graffiti EditoreROC - Registro Operatori di Comunicazione n° 13729Registrazione testata Tribunale di Varese n° 871 del 22/4/2005

Stampa - Roto3

Sono vietati la riproduzione e l’uso anche parziale di testi, illustrazioni e foto.

Troverai il prossimonumero di Farmacia Fiducia

a febbraio nella tua farmacia.

Periodico bimestrale di salute & benessere

On. Dr. Luigi ZocchiPresidente

Federfarma Varese

On. Dr. Luigi ZocchiPresidente Federfarma, Varese

Spazio riservato al timbro della farmacia

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4F A R M A C I A F I D U C I A

La tiroide.

Il misterioso sguardo della Gioconda: forse un proble-ma di tiroide?Un recente studio della Har-vard Medical School ha approfondito alcuni particolari che emergo-no da un’osservazione attenta dell’enigmatica donna rinascimentale cosi imperfettamen-te vera. Secondo il ricercatore Mandeep Ri Mehra interpretan-do le caratteristiche fisiche del ritratto, si potrebbe ipotizzare che la Gioconda, Lisa Gherardini, soffrisse di un rallentato funzio-namento della tiroide (ipotiroidismo) forse secondario al recente parto, evento accadu-to prima di posare per Leonardo.I segni interpretativi secondo lo studioso sono il colorito spen-to e giallognolo della pelle fragile, i capelli estremamente sottili e radi, il rigonfiamento in corrispondenza del-la tiroide simile ad un gozzo spesso rappre-sentato in sculture e di-pinti dell’epoca: sicura-mente l’alimentazione durante il Rinascimen-

to in una città non marittima come Firenze portava alla carenza di Iodio che è fon-damentale per la sintesi degli

ormoni tiroidei T3 e T4 e per la regolazione della funzione ghiandolare.Da qui la conclusione che

dietro la misteriosa bellezza del celebre dipinto possa ce-larsi un problema di scarsa attività tiroidea.

Anatomia e fisiolo-gia: come si presenta e come funziona la tiroide.La tiroide è un organo fondamentale del siste-ma endocrino situato a livello del collo: con-trolla la produzione di energia e di calore, è fortemente vascolariz-zata ed estremamente vitale, al suo interno ci sono i follicoli con-tenenti una sostanza colloidale costituita da tireoglobulina che co-stituisce la riserva di iodio, necessario con la tirosina, per la sintesi degli ormoni tiroidei.Tra i follicoli troviamo le cellule parafollico-lari che producono la calcitonina che regola il metabolismo del cal-cio, insieme al para-tormone secreto dalle paratiroidi.Possiamo visualizzare la funzione della tiroi-de con un bell’esempio citato dal dottor Luca Speciani e cioè come un piccolo termostato

Dott.sse Luisa Nobili, Ilaria Garbato e Paola Colombo Farmacia Nobili

E’ una piccola ghiandola piuttosto complessa a forma di farfalla che si rivela di grande importanza nel controllo del metabolismo attraverso la produzione degli ormoni T3 e T4.

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interno in grado di regolare il livello di spreco e di rispar-mio energetico a parità di introito calorico.La regolazione di questo ter-mostato dipende dall’ipotala-mo, una delle parti più anti-che del cervello e dell’ipofisi, un’altra parte di cervello de-putata alla regolazione en-docrina.Potremmo allora immaginare la tiroide, sempre secondo quest’efficace immagine del dottor Speciani, come un bra-vo operaio specializzato che lavora secondo le direttive impartite dal suo caposqua-

dra (l’ipofisi), ma soprattutto dal proprietario dell’impresa (l’ipotalamo).Questi ordini vengono dati alla tiroide dal TRH secre-to dall’ipotalamo e dal TSH secreto dall’ipofisi con un meccanismo delicato e parti-colare che può essere alterato nel caso di ipotiroidismo (scarsa attività della tiroide) o di ipertiroidismo (eccessiva stimolazione della tiroide). In entrambi i casi il risultato sarà una modifica significativa del metabolismo.

Come funziona allora la tiroide?Molteplici sono le attività del-la tiroide, le riassumiamo: gli ormoni della tiroide regolano il metabolismo degli zuccheri

e dei grassi, in particolare stimolano in modo diretto la lipolisi cioè il processo di trasformazione dei lipidi (o grassi) in molecole più sem-plici utilizzabili per la produ-zione di energia.Regolano il ritmo del cuo-re, la pressione arteriosa, la forza di contrazione cardiaca ed anche la forza muscola-re cosi come la temperatura corporea: nell’ipotiroidismo infatti si registra una sensa-zione sgradevole di freddo immotivato, nell’ipertiroidi-smo sudore e calore sono mal tollerati.

Anche la pelle e gli annessi cutanei subiscono delle mo-difiche: cute screpolata, fra-gile, secca, ruvida e capelli radi sono comuni nell'ipoti-roidismo.Frequente quando la tiroide lavora poco l’anemia, presen-ti spesso alterazioni dell’at-tività intestinale, attacchi di panico, tristezza.

Alimentazione e tiroide.Iodio e tiroide sono un bino-mio che tutti noi conoscia-mo. Alghe, yogurt, latte di mucca, uova, fragole, moz-zarella e frutti di mare sono naturalmente ricchi di questo microelemento.I sintomi che ci indicano la necessità di integrare iodio sono: ingrossamento tiroi-

La tiroide.

INTEGRATORI E TIROIDEChi soffre di tiroide quin-di può associare al farmaco prescritto dal medico una adeguata integrazione.Ragionando su quanto det-to per l’alimentazione è intuitivo concludere che lo Iodio serve per sintetizzare gli ormoni tiroidei e come abbiamo visto può essere carente ad esempio nei ve-gani e nei fumatori. L’inte-grazione con il Ferro si ri-vela utile quanto quella con il Selenio, componente di alcuni enzimi fondamentali per la sintesi degli ormoni tiroidei, ma anche corretto-re di eventuali danni causati dall’uso improprio di sale iodato.Integratori di vitamina A e di vitamina C sono utili nell’ipertiroidismo, men-tre la vitamina D ha un di-mostrato e molto studiato effetto sul sistema immu-nitario, migliorando così la funzionalità tiroidea.Concludiamo ricordando che lo Zinco è fondamenta-le per la sintesi di TSH e che bassi livelli di questo micro-elemento possono essere tra le cause di noduli tiroi-dei, mentre il rame rallenta l’attività della ghiandola.L’equilibrio della tiroide è fatto di mille variabili da non trascurare e come nel famoso detto “con le goc-ce si fa il mare” attenzione: uso corretto dei farmaci, alimentazione completa ed integrazione mirata sono tante “gocce” che ci por-tano verso un conquistato benessere. Fo

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curiositàQuanti mali, Mon-na Lisa: le diagnosi mediche osservan-do il volto dell’illu-stre paziente.Fra i capolavori che hanno mag-giormente attirato l’attenzione di medici e specialisti, nessuno è paragonabile alla Gioconda di Leonardo da Vinci, probabil-mente per l’estremo realismo con cui il pittore ha saputo re-stituire il suo enigmatico sorriso e lo sguardo penetrante.Risale al 1959, per esempio, la diagnosi del dottor Keele, grande esperto dell’opera scientifica di Leonardo, che attribuisce a Monna Lisa uno stato di gravidanza, avendo osservato nell’aspetto delle sue mani le tipiche alterazioni che dipendono dalle variazioni ormonali della gestazione; inol-tre, secondo anche altri pareri, la posa della donna, ritratta con le braccia incrociate sul ventre, corrisponderebbe alla postura caratteristica di quello stato. Un altro medico, il dottor Bor-kowski, ha segnalato la presen-za, sotto il labbro inferiore di Monna Lisa, di una lesione cica-triziale, probabile conseguenza di un trauma alla bocca con perdita parziale di denti, fat-to che giustificherebbe, a suo avviso, l’assenza di un sorriso aperto. Invece, secondo il dottor Ce-sare Rusconi, la presenza di un piccolo grumo di grasso nei pressi dell’occhio sinistro di Monna Lisa, scientificamente chiamato xantelasma, denuncia un deficit nel sistema del meta-bolismo lipidico, che è messo in relazione con alcune forme di grave cardiopatia.La lista dei mali di Monna Lisa potrebbe continuare... di fatto rimane uno dei dipinti più am-mirati e studiati al mondo!

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SPECIALEINTESTINO PIGRO

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SPECIALEINTESTINO PIGRO

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deo, affaticamento, depres-sione ed aumento di peso.Aumentarne il consumo si-gnifica stimolare la tiroide.L’eccessivo utilizzo di iodio, però, soprattutto sottoforma di sale, in persone predispo-ste alla tiroidite (infiamma-zione della tiroide in forma autoimmune) può favorire la comparsa della malattia, spe-cialmente se anche carenti di Selenio. Fare attenzione quindi al consumo di questo tipo di sale!

Tra i cibi broccoli e legumi, in particolare la soia, interfe-riscono con l’assorbimento dello iodio: i vegani, le don-ne in età fertile che usano la pillola anticoncezionale ed i fumatori spesso ne sono carenti.Ricordiamo che i “cibi spaz-zatura” impediscono la for-mazione degli ormoni tiroi-dei perché poveri di un ami-noacido, la taurina, essenziale per nutrire la tiroide, quindi

un bambino che tutte le set-timane si reca al fast-food ingrassa anche per un ipo-tiroidismo che si potrebbe innescare.Al giorno d’oggi consumia-mo anche molti cibi raffinati che sono poveri di vitamine del gruppo B, importantis-sime per un corretto fun-zionamento tiroideo: nell’i-potiroidismo si ha carenza di vitamina B2 presente nelle uova, nelle frattaglie e nel lat-te, nell’ipertiroidismo si svi-lupperà carenza di vitamina B1 (presente nel germe di grano, soia, crusca, pistacchi, grano saraceno e piselli). Ri-cordiamoci quindi di avere un’alimentazione attenta e completa nel contenuto vi-taminico: i nostri nonni man-giavano i cibi di una volta, un esempio su tutti i grani anti-chi e non avevano le malattie tanto comuni ai giorni nostri quali celiachia, sensibilità al glutine e neppure tiroiditi!Quando possibile consu-miamo ad esempio il grano senatore Cappelli, coltivato ancora in Puglia, Sardegna e Basilicata.Tra i cibi consigliati nell’iper-tiroidismo, ricchi di vitamina C ed A, citiamo i broccoli, la soia e l’aloe vera, nell’ipoti-roidismo utili invece tè verde, cetrioli, ottimi diuretici, de-tossificanti che contrastano il rallentamento metabolico tipico di una tiroide che la-vora poco.Porre attenzione a ciò che mangiamo è importantissi-mo, ma dobbiamo ricono-scere che spesso gli alimenti di oggi non sono di ottima qualità e non riescono a ga-rantirci un adeguato apporto vitaminico: cicli di antiossi-danti ed integratori saranno quindi utili in particolari mo-menti della vita o nel caso di patologie infiammatorie che coinvolgono anche la tiroide.

La tiroide.

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Psicologo in Farmacia Nella Provincia di Varese: al via l’ottavo anno di servizio.Grazie ai partner Federfarma Varese, ATS- Insubria, SLOP-Scuola Lombarda di Psicoterapia e alle farmacie che parte-cipano all’iniziativa, Psicologo in Farmacia nella Provincia di Varese festeggia otto anni di attività.Nelle farmacie aderenti, in un ambiente riservato, è possi-bile usufruire di alcuni colloqui gratuiti con una psicologa-psicoterapeuta. Il servizio è aperto a tutti i cittadini maggio-renni, per qualsiasi problematica che provochi sofferenza psicologica o semplicemente per ricevere un parere specia-listico su temi di interesse personale.Per prenotare un colloquio, è sufficiente contattare una delle farmacie aderenti.Per informazioni generali sull’iniziativa, rivolgersi alla coor-dinatrice del progetto, Dr.ssa Silvia Zocchi al 339.1010065 o all’indirizzo [email protected]

Farmacie aderenti al progetto: • Farmacia Binda Via Cavour 2 Brebbia• Farmacia Antoniotti Via Luvini 2 Cittiglio• Farmacia Dott. Luigi Zocchi Via Malcotti 22 Lavena Ponte Tresa • Farmacia Puricelli Via Statale 233 Cugliate Fabiasco• Farmacia Cantù Via Veneto 12/a Cuvio• Farmacia Mosca Via V. Veneto 35 Samarate• Farmacia Magnoni Via Conconi 12 Malnate• Farmacia Agesp 4 Servizi Srl Viale Boccaccio Busto Arsizio• Farmacia Dott. Pallone Via da Cardano Cardano al Campo• Farmacia Comunale 2 Via Valletta 2 Saronno• Farmacia Nuova S.a.s. Via Piave 53 Lonate Ceppino• Farmacia Dott.ssa Pallone Via Stazione 22 Cimbro-Vergiate• Farmacia Dott. Pomi Via Saffi 162 Varese• Farmacia Comunale Via Battisti 3 Castiglione Olona

• Farmacia Agesp 1 Servizi Srl Viale Rimembranze Busto Arsizio• Farmacia Pomi P.zza IV Novembre Albizzate• Farmacia As.Far.m Via Jamoretti 51 Induno Olona• Farmacia Introini Paolo Via Magenta 27 Gallarate • Farmacia Di Caronno Dr.ssa Peretti Marta Via Volta 1 Caronno Varesino• Farmacia Gagliardelli Dott. Sartori Via Milano 17/19 Varese• Farmacia San Macario di Lonetti Francesco Via Ferrini 42 San Macario di Samarate• Farmacia Dell'Abbazia

Via Piave 71 Sesto Calende• Farmacia Gandola Via Custodi 13 Gallarate • Farmacia Del Cuoricino Via Gramsci 103 Cardano al Campo• Comunale Mombello Piazza del Carroccio 3 Laveno Mombello • Comunale Laveno Viale Porro 23 Laveno Mombello• Farmacia Nobili Via Ronchetti 145 Cavaria Con Premezzo

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E' documentato come nel 90% dei casi il fumo possa determinare l'insorgenza di tumori maligni urologici, oltre che favorire altre gravi malattie.Smettere di fumare è un atto salvavita!

Fumo di sigaretta come causa di tumori al rene e vescica.

Prof Alberto RoggiaPrimario Emerito di Urologiawww.profroggia.it

Il fumo di tabacco con-tiene una miscela di vari composti che vengono ad

inondare l'apparato respirato-rio dove sono trattenuti, ma una parte entra pure nel san-gue e nell'apparato digerente. L'elevata temperatura di com-bustione della cellulosa e della nicotina favorisce la formazione di idrocarburi aroma-tici policiclici per i quali è stato dimo-strata una azione sicuramente cance-rogena. Numerosi studi segnalano co-me l'azione nociva sia proporzionale sia al numero di sigarette consuma-te nelle 24 ore, sia all'arco di tempo in cui si è fatto uso di fumo di tabacco.In urologia è no-to come il tumore maligno della ve-scica compaia in pazienti di entram-bi i sessi che nel 90% dei casi avevano fatto uso per più di 10 anni di sigarette. Esiste pure la predisposizione alla insorgenza di tumore legata alla familiarità: così un pazien-te, in caso di tumore vescicale in un genitore, ha maggiore possibilità di incorrere in un

tumore vescicale, ma tale ri-schio è nettamente più elevato se in entrambi i genitori era stato diagnosticato un tumore vescicale e se, per di più, il pa-ziente stesso fosse fumatore!Il tumore della vescica è quan-to mai subdolo nella sua sin-tomatologia. Talora il sogget-

to osserva, con allarmismo e preoccupazione, un'improv-visa minzione con sangue visibile (si parla di ematuria): generalmente questa minzio-ne “ematica” può avvenire senza alcun dolore, mentre altre volte è associata a coaguli e sensazione di bruciore. Non

è raro che quella minzione con sangue sia del tutto isolata e l'unica nella giornata, per cui il paziente osserva una minzione successiva norma-lissima e chiara, la qual cosa tranquillizza il soggetto che quasi si dimentica di tale epi-sodio, salvo rivederne la com-

parsa dopo qualche settimana o anche mesi; purtroppo tale atteggiamento può portare ad una diagnosi tardiva che, in caso di tumore maligno, è evidente, che dovrebbe asso-lutamente essere evitata.Altre volte invece la minzione è sempre chiara, ma si ma-

nifesta con sintomatologia “cistitica” quanto mai fasti-diosa ed ingravescente, cioè bruciore nell'atto di minzione e soprattutto un'eccessiva fre-quenza delle minzioni nella giornata. Sembra una classica cistite in cui però le urinocol-ture sono quasi sempre ne-

gative per cui non risponde alla tera-pia antibiotica: in tali casi, perduran-do questi disturbi cistitici, occorre un accurato appro-fondimento dia-gnostico median-te la ricerca nelle urine di eventuali cellule neoplasti-che o displastiche atipiche sospette. Il percorso diagno-stico comprende la ecografia di rene e vescica: il più delle volte si osserva, in caso di tumore, la presenza sulla pa-rete interna della

vescica di una “protuberan-za” (comunemente nota come “polipo”) di varie dimensione da 2-3 mm a più di 1-3 centi-metri, che sporge nell'interno della vescica stessa. Indispen-sabile in tali casi la chirurgia mini-invasiva, attraverso le vie naturali uretrali, che asporta

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completamente il “polipo” al fine di effettuare la valutazio-ne istologica utilissima.Il fumo di sigaretta può fa-vorire tumori maligni anche nell'uretere e rene all'inter-no delle sue cavità: in ta-li casi la sintomatologia di esordio può essere una o più minzioni con sangue, magari associate a coaguli, e frequen-temente un senso di fastidio o dolore sordo alla regione lombare, oppure anche una colica renale: l'ecografia, la ricerca cellule neoplastiche e successiva TAC consentono la rapida diagnosi. Le Socie-

tà Scientifiche Internazionali segnalano come il fumo di tabacco comporti possibili danni, pure gravissimi, an-che ad altri organi e appa-rati: ricordo la broncopatia cronica ostruttiva con gra-ve difficoltà respiratorie non facilmente controllabile dai vari farmaci, molte patolo-gie cardio-vascolari come arteriosclerosi, coronaropa-tie, infarto miocardico, ictus cerebrale, ed il tumore pol-monare che è ancora una patologia maligna molto fre-quente, ed è preoccupante il continuo netto incremento di tumore polmonare nel sesso femminile!. Inoltre il fumo è causa di più rapi-da insorgenza di perdita di memoria, diminuzione della capacità di concentrazione, alterazioni cognitive, e altre gravi patologie cerebrali, non

esclusa la demenza senile nel morbo di Alzheimer.L'Associazione Italiana Regi-stro Tumori evidenzia come ogni anno vengano diagno-sticati 40.000 nuovi casi di tumore polmonare (27.000 nell'uomo e 13.000 nella donna) e 26.000 tumori al-la vescica, di cui 21.000 del sesso maschile e 5.200 nel sesso femminile, sottolinean-do che il tumore al polmone rappresenta ancora oggi la prima causa di morte nell'uo-mo: dati impressionanti, ma ancora di più è inquietante la constatazione che si con-tinui a fumare! Rinunciare alle sigarette allunga certa-mente la vita e migliora la sua qualità: è stato calcolato come la cessazione dopo 5 anni dal fumo fa sì che la probabilità di morte per tu-more polmonare o infarto diminuisca del 50% rispetto a chi continua a fumare, e che dopo 20 anni di astensione la possibilità di insorgenza di queste gravi malattie diventi eguale a quella dei non fuma-tori. “...Non riesco a smettere, ho già provato ma sto male se non fu-mo...” affermazione ascoltata moltissime volte. È certamente una decisio-ne impegnativa smettere di fumare, ma il soggetto deve considerare che è un atto salvavita, e ben ricordare che il fumo è certamente un peri-colosissimo Killer il cui gril-letto è però fortunatamen-te comandato dal fumatore stesso. D'altra parte, se davanti ad un infarto o alla diagnosi di tu-more polmonare, il paziente riesce ad abbandonare imme-diatamente e definitivamente la sigaretta senza troppi di-sagi, perchè allora non tro-va la volontà e la forza di smettere subito, da oggi stesso, visto che è ancora in tempo?

Fumo di sigaretta come causa di tumori al rene e vescica.

Accreditata con il Servizio Sanitario Regionale

Oramai da molti anni la Casa di Cura Le Terrazze di Cunardo è un punto di

riferimento sul territorio per pazienti affetti da patologie croniche di ordine neurologico, cardiovascolare, pneumologico e ortopedico. Dal 2005 inoltre ha attivato un reparto dedicato in modo speci-fico alla riabilitazione di pazienti affetti da Malattia di Parkinson e parkinsonismi, provenienti non solo dalla provincia di Varese e dal-la Lombardia ma anche dal Piemonte e da altre regioni di Italia. Tale reparto è diretto dalla Dott.ssa Laura Pendolino, fisiatra responsabi-le e dal Dott. Giuseppe Veneziano, Neurologo parkinsonologo. Nel corso degli anni la Casa di Cura ha sempre avuto a cuore la presa in carico dei pazienti parkinsoniani sul territorio e da qualche anno offre a questi pazienti non solo l’opportunità della riabilitazione in regime di ricovero, ma anche la possibilità di una riabilitazione am-bulatoriale in regime privato calmierato. Un’altra importante iniziativa a favore dei pazienti parkinsoniani da parte della Casa di Cura consiste nell’inviare, dal 2015, nel mese di settembre, due fisioterapisti alle vacanze terapeutiche organizzate dalla Associazione Parkinson Insubria (Aspi). In queste due settima-ne i fisioterapisti (uno la prima settimana, il secondo la settimana successiva) organizzano coi pazienti quotidianamente della fisiotera-pia di gruppo e si rendono disponibili, in caso di necessità, a effettua-re trattamenti individuali.

In aggiunta a questi servizi, dal mese di ottobre, è stato attivato, con la disponibilità del Dott. Veneziano, un Ambulatorio neuro-logico in regime SSN riservato ai pazienti affetti da Parkinson e parkinsonismi, ogni mercoledì dalle ore 15 alle ore 18. Tale inizia-tiva ha lo scopo di venire incontro alla crescente necessità di presa in carico e monitoraggio clinico dei pazienti affetti da questo tipo di patologia.

Casa di Cura Privata le Terrazze S.r.l.Direzione Sanitaria

Dott.ssa Angela SuperchiCunardo, Varese · Via Ugo Foscolo 6/b

Tel. +39 0332 992111 · Fax +39 0332 990074 Ufficio prenotazioni con SSR +39 0332 992500

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Dott.ssa Monica De MichelisPsicologa, specializzanda in psicoterapia cognitiva neuropsicologica

Claustrofobia: una prigione senza sbarre.Conosciamo questa patologia e come affrontarla.

Un singolare episodio è accaduto in pro-vincia di Cagliari lo

scorso anno a G.C., casalinga di 60 anni: entrata in una gioielleria e vistasi chiudere la porta alle spalle dalla titolare, rimase da sola ad osservare i monili. Presa da una “cri-si di claustrofobia” distrusse la vetrata dell’ingresso prin-cipale per uscire. La signo-ra si giustificò ai Carabinieri dicendo di essersi rifugiata all’interno della gioielleria per sfuggire a un tentato scippo, dovendo infrangere la vetrata per difendersi. I Militari, av-viate le indagini, valutarono l'inesattezza del resoconto, portando la signora a con-fessare la realtà dei fatti. G.C. fu denunciata per simulazione di reato, procurato allarme e danneggiamento.Questo fatto di cronaca fa nascere diversi interrogativi.

Cos'è la claustrofobia?La claustrofobia (dal latino claustrum, “luogo chiuso” e dal greco φóβος, phobos, “fobia”) è la paura di luoghi chiusi e ristretti come treni, ascensori e di tutti i luoghi angusti in cui il soggetto si ri-tiene privo di libertà spaziale.

Quando nasce la claustro-fobia?

Alla fine dell'800, quando le grandi città europee diventa-rono il territorio privilegiato per la raccolta di dati rela-tivi a varie patologie, emer-se la claustrofobia in seguito all’espansione urbana e all'e-mergere di nuove discipline scientifiche quali la sociologia e la psicologia, che portarono all’attenzione lo stato emotivo dei cittadini.

Come è considerata attual-mente la claustrofobia?Nel DSM-5, Manuale Dia-gnostico e Statistico dei Di-sturbi Mentali, la claustrofo-bia è ricondotta alla categoria diagnostica dell’agorafobia, classificata come un disturbo d’ansia a sé stante, distinto dal disturbo da attacchi di panico. I soggetti con agora-fobia sono spaventati e an-siosi riguardo due o più delle seguenti situazioni: utilizzare trasporti pubblici, trovarsi in spazi aperti, stare in spazi ristretti, fare la fila o esse-re in mezzo alla folla, essere fuori casa in altre situazioni. L’individuo teme queste cir-costanze a causa dei pensieri legati alla difficoltà di fuggire o di ricevere soccorso in ca-so di insorgenza di sintomi simili al panico, invalidanti o imbarazzanti. Queste situa-zioni inducono paura o ansia

(di durata di almeno 6 me-si) sproporzionate rispetto al reale pericolo e al contesto socioculturale di appartenen-za; sono spesso evitate, o è richiesta la presenza di un accompagnatore. Ogni anno circa l’1,7% degli adolescenti e adulti riceve una diagnosi di agorafobia, con incidenza doppia nelle donne. Attac-chi di panico o disturbo di panico precedente all’esordio dell’agorafobia sono riferiti nel 30% dei soggetti in cam-pioni di popolazione e in più

del 50% nei campioni clinici. Il decorso della patologia è tipicamente persistente e cro-nico, a meno che non venga trattata. Le caratteristiche cli-niche del disturbo si manten-gono costanti nell’arco di vita, con possibili variazioni delle situazioni che innescano la paura: nei bambini rimanere fuori casa da soli rappresenta la situazione più temuta, men-tre per gli adulti è il rimanere in luoghi chiusi, in fila e in spazi aperti. I pensieri legati alla fobia riguardano per i

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Natale in tavola?Restiamo in forma e in salute durante le festività.

Dott.ssa Rachele AspesiFarmacista specializzata in educazione nutrizionale [email protected]

Natale è alle porte, le nostre case si riempiono di sapori

e colori tipici delle festività e i mercatini addobbano le città all’insegna di bancarelle cari-

che di regali e gusti natalizi. La domanda che da qual-che settimana imperversa è sempre la stessa: dotto-ressa come affrontiamo le festività stando attenti alla salute in tavola? Sorrido e fornisco sempre lo stesso consiglio: “Godetevi le fe-

stività, piatti golosi com-presi!”. Infatti, per coloro che ambiscono a mantenere il buon peso forma raggiunto o a proseguire un percorso di dimagrimento, consiglio di

non rassegnarsi perché non esistono Natale, 31 dicembre o Epifania senza qualche dol-cetto o pietanza tipica della tradizione, ma che, tuttavia e per fortuna, esistono la sana via di mezzo e le eccezioni che valgono quanto la re-gola. Quindi, senza lasciarci

travolgere dalle abbondanze sconsiderate, lasciamo entra-re nelle nostre case sapori e profumi che solo il Nata-le sa donare e che potremo gustare senza troppe preoc-

cupazioni rispettando alcune sane regole e qualche trucco salutare.

Come resto in forma?Aiutando il nostro corpo e la nostra mente a stare in forma tutti i giorni dell’anno con cibi sani, accostamenti

alimentari azzeccati, ingre-dienti genuini, il nostro or-ganismo sarà anche pronto ad affrontare improvvise im-pennate caloriche per qual-che giorno, dopo il quale ci

faremo una bella camminata e ritorneremo alle nostre sa-ne abitudini alimentari, che aiuteranno il nostro metabo-lismo a bruciare e a proteg-gerci per il resto dell’inverno. Evitiamo, innanzitutto, di sentirci in colpa per qualche dolcetto di troppo e di rinun-

Senza lasciarci travolgere dalle abbondanze sconsiderate, lasciamo entrare nelle nostre case sapori e profumi che solo il Natale sa donare.

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Natale in tavola?Restiamo in forma e in salute durante le festività.

ciare alla compagnia durante le feste perché ossessionati dal possibile aumento di pe-so. Ricordiamoci, piuttosto, di non saltare mai la cola-zione, composta sempre da cereali integrali e proteine ad alto valore biologico (latte, yogurt bianco, frutta secca, uova), carburanti indispen-sabili per l’attivazione meta-bolica giornaliera. A tavola durante le feste, rinunciamo al bis di qualsiasi piatto e non aggiungiamo salse trop-po condite ai vari piatti (sia salati che dolci). Cerchiamo di consumare con modera-zione gli antipasti, facendo piccoli assaggi per panettone gastronomico, patè, gorgon-zola, affettati particolarmente ricchi di grasso, evitando il consumo di pane bianco, fo-cacce o grissini, ma preferire pane integrale, magari alle noci e all’uvetta. Inoltre, non bandiamo completamente i dolci, ma cerchiamo di non consumare più di una por-zione al giorno, scegliendo prodotti della tradizione che contengano materie prime di buona qualità, senza l’aggiun-ta di conservanti e additivi; in caso di voglia di dolce possia-mo concederci qualche frutta essiccata in più (albicocche, datteri, fichi), senza eccessi, soprattutto serali, vista la loro ricchezza calorica.

…e tra una festa e l’altra?Dedichiamo solo i giorni del-le feste agli stravizi alimen-tari: nei giorni successivi riprendiamo i nostri consi-gli alimentari ed evitiamo di proseguire con quel che è avanzato. Tra una giornata di pasto abbondante e l’altra, è consigliato qualche pasto di semi-digiuno, una prati-ca assolutamente salutare, se messa in atto saltuariamente e con adeguate raccomanda-zioni: bere, innanzitutto, circa

2 litri di liquidi al giorno, scegliendo acqua naturale, tè e tisane depurative senza zucchero, per garantire un’ot-tima pulizia gastro-intestinale e una disintossicazione epati-ca indispensabile. Si consiglia di consumare, inoltre, frutta fresca di prima mattina e lon-tano dai pasti, evitandone il consumo appena dopo pran-zo o cena e di preparare un pasto depurativo del dopo-

festa a base di ortaggi e le-gumi, preferibilmente sotto-forma di zuppa, senza patate né cereali, condita con olio extravergine di oliva crudo e 1 cucchiaino di semi oleosi (girasole, zucca, lino).Non esiste aria di Natale, senza condividere assieme la tavola con i suoi sapori e profumi tipici che sanno di tradizione delle nostre famiglie, di evoluzione di generazioni, di amore an-che per noi stessi. Auguri di cuore.

Claustrofobia: una prigione senza sbarre.Conosciamo questa patologia e come affrontarla.

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bambini, il timore di perder-si, per gli adulti il provare sintomi di panico e per gli anziani la paura di cadere. L’a-gorafobia rappresenta la fobia con la maggiore componente ereditaria (61%). La patologia comporta una considerevole compromissione nel funzio-namento di ruolo e nell’at-tività lavorativa. La maggior parte dei soggetti agorafobici manifestano anche altri di-sturbi: altri disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbo post-traumatico da stress e disturbo da abuso di alcol.

Da cosa deriva la claustro-fobia?Il panorama scientifico attua-le dei disturbi claustrofobici è orientato alla ricerca di un'e-ziologia della patologia: sono proposte ipotesi di ordine ge-netico, che associano la pato-logia alla mutazione monoge-nica 6pmGa, e neurologico, che considerano il disturbo come conseguenza di una di-storsione della rappresenta-zione dello spazio (Lourenco et al., 2011). È adottata così una visione di ordine mate-rialista riduttivista: la ricerca di una relazione causa-effetto per spiegare la patologia po-ne come oggetto di studio la complessità biologica dell’in-dividuo, perdendo di vista la corporeità dell’esistenza. Seguendo queste ipotesi, nel caso dell’attribuzione dei di-sturbi claustrofobici a muta-zioni genetiche si cade nella

condanna all’impossibilità del cambiamento. Nel secondo caso, il trattamento della pa-tologia si riduce a una ria-bilitazione delle funzionalità alterate. Per comprendere la patologia è necessario foca-lizzarsi sullo studio della vita effettiva nella sua storicità e singolarità, posizionando al centro dell’indagine e del-la cura la persona e il suo “mondo”.

Perchè rivolgersi a uno psi-coterapeuta?Probabilmente è la domanda che accompagna la signora G.C. È importante compren-dere in quale momento di quella specifica esistenza si genera quel senso di oppres-sione e di chiusura tipico di chi soffre di claustrofobia, quali accadimenti esistenziali ruotano attorno all’insorgen-za del sintomo. Lo psicologo rappresenta un valido aiuto nella comprensione di modi di essere che possono por-tare ad alterazioni emotivo-comportamentali e a renderli intelligibili alla luce della sto-ria di vita della persona (Lic-cione, 2012).

Informazioni· Per ricevere una consulenza specialistica sui temi

trattati in questo articolo o su altre problematiche inerenti il benessere psicologico potete rivolgervi al servizio gratuito “Psicologo in farmacia” (a pagina 7 l'elenco delle Farmacie aderenti).

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BibliografiaAmerican Psychiatric Association. Dia-gnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Washington D.C. APA 5th Edn. 2013.

Bandelow B, Michaelis S. Epidemiology of anxiety disorders in the 21st century. Clinical research. 2015.Laurenco S., Longo M., Pathman T. Near space and its relation to claustrophobic fear. Cognition. 2011.

Liccione D. Psicoterapia cognitiva neuropsi-cologica. Torino: BollatiBoringhieri. 2012.

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Nuova tecnologia di diagnosi precoce mammaria.Dott. Alfredo Goddi

Specialista in RadiologiaCentro Medico SMEDiagnostica per Immagini

Lo screening del tumore della mammella, asso-ciato ai progressi te-

rapeutici, ha portato evidenti miglioramenti in campo on-cologico. Poiché la possibilità di guarigione del tumore della mammella è strettamente cor-relata allo stadio di malattia, la diagnosi precoce nelle don-ne asintomatiche è diventa-to l’obiettivo primario per il contenimento della patologia mammaria. Per raggiunge-re tale obiettivo sono state introdotte nuove tecnologie e applicati nuovi protocolli diagnostici.

Mammografia nei seni densi.In ambito mammografico so-no evidenti i miglioramenti di recente ottenuti grazie alla Mammografia 3D con To-mosintesi che ha dimostra-to maggior accuratezza della Mammografia 2D digitale nel rilevare i noduli tumorali. Per quanto la mammografia ri-manga lo standard diagnosti-co di riferimento nelle donne oltre i 40 anni, risulta tuttavia limitata in presenza di tessu-to mammario denso. L'alta densità del seno, correlata alla prevalenza di tessuto fibro-ghiandolare, può infatti ma-scherare i noduli di densità analoga al tessuto mammario: va sottolineato che nei se-

ni estremamente densi circa il 50% delle lesioni tumorali non viene rilevato dalla mam-mografia standard. Questa limitazione è rilevante in quanto la densità del seno

è considerata un fattore di rischio che può aumentare di 4-6 volte la probabilità di sviluppare un tumore mam-mario. Non per niente più del 70% dei tumori si verifica in donne con seno denso. E’ evidente che un risultato fal-samente negativo può essere problematico in quanto una diagnosi tardiva porta inevi-tabilmente a una prognosi più sfavorevole.

Nuove strategie diagnosti-che.Per sopperire a tale limitazio-ne la mammografia è stata integrata dalla diagnostica con ultrasuoni, il cui apporto è

sostanziale, soprattutto se si considera che gli ultrasuoni sono innocui e non espon-gono la donna a radiazioni. L’Ecografia 2D abbinata alla Mammografia migliora infatti di almeno il 50% la sensibilità nel rilievo dei tumori mam-mari, identificando circa 4,5 lesioni aggiuntive rispetto alla mammografia ogni 1000 don-ne esaminate.L’Ecografia 2D tradiziona-

le viene eseguita con tecnica manuale; la sua accuratezza diagnostica è influenzata dalla competenza e dall'esperien-za dell'operatore. La garanzia di qualità della prestazione è

più complessa rispetto ad altre tecniche di imaging mamma-rio per la maggior componen-te umana nel determinare il risultato diagnostico.

ABUS.Una tecnologia emergente per lo screening delle donne con seno denso è rappre-sentata dall'Ecografia 3D automatizzata, conosciuta come ABUS (acronimo di Au-

ABUS. Ecografia mammaria 3D automatizzata.

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tomated Breast Ultrasound), mirata a colmare alcuni limiti dell’Ecografia 2D tradiziona-le. L’apparecchiatura ABUS è dotata di una sonda moto-rizzata che durante il movi-mento crea una compressione uniforme della mammella per ottenere immagini omogenee e facilmente riproducibili che coprono un’area di 15 x 17 centimetri.L’esame con apparecchio ABUS prevede da tre a sei ac-quisizioni 3D per ogni mam-mella, in base alle dimensioni della ghiandola. Le scansioni vengono eseguite da Tecni-che Sanitarie di Radiologia appositamente addestrate. Il principale vantaggio di ABUS è la minor dipendenza dell'o-peratore, con conseguen-te maggiore riproducibilità dell'esame. Ogni parametro di regolazione dell’immagine è gestito automaticamente dall’apparecchiatura per ga-rantire la miglior qualità e ri-producibilità delle immagini. I volumi acquisiti vengono successivamente analizzati dal Medico Radiologo secon-do un protocollo che prevede la visualizzazione di sezioni di tessuto dello spessore di 2 mm, parallele al piano toraci-co, non ottenibili con l’Eco-grafia 2D tradizionale. L’a-nalisi delle sezioni mammarie consente l’identificazione di distorsioni sospette del tes-suto ghiandolare e di noduli. A completamento dell’esame con ABUS, il Medico Radio-logo esegue l’Ecografia 2D mirata a valutare con son-de ad altissima risoluzione le alterazioni rilevate grazie

ad ABUS. L’Ecografia 2D a sua volta può essere integrata dall’Elastografia, in grado di differenziare le caratteristiche benigne o sospette dei no-duli.

Quando eseguire ABUS?Nelle donne con età mag-giore di 40 anni, ABUS vie-ne utilizzato come modalità aggiuntiva alla mammografia per ridurre l'incidenza di falsi negativi. Diversi studi hanno dimostrato che ABUS identi-fica sino a 7 tumori mammari allo stadio iniziale di sviluppo ogni 1000 donne esaminate; tumori non visualizzabili con la sola mammografia. L’abbi-namento di Mammografia 3D, ABUS 3D ed Ecografia 2D con eventuale Elasto-grafia, rappresenta la massi-ma espressione delle possibi-lità diagnostiche offerte dalla tecnologia.Nelle donne di età inferiore a 40 anni, ABUS è indica-to come esame preliminare all’Ecografia 2D per identi-ficare le deformazioni tessu-tali espressione di tumori in fase iniziale

Va sottolineato che nelle va-rie modalità di applicazione clinica, ABUS si è dimostra-ta in grado di individuare un numero elevato di lesioni tumorali ad uno stadio più precoce, quando i linfono-di non erano interessati, au-mentando di conseguenza le possibilità di trattamento. La sua diffusione può pertanto contribuire ad un ulteriore miglioramento nella lotta al tumore della mammella.

ABUS. Ecografia mammaria 3D automatizzata.

InformazioniPer maggiori informazioni sull'argomento trattato: Centro Medico SME - Diagnostica per ImmaginiVia L. Pirandello, 31 - VareseTel. 0332 224758 - Fax 0332 [email protected] - www.sme-diagnosticaperimmagini.it

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informazionepubblicitariaPER CHI DESIDERA MANTENERE IL PROPRIO UDITO IN FORMA

apparecchi acustici. Chiedi quando indossarli, e quando è meglio evitare, nelle diverse situazioni quotidiane della tua vita.

4. Quando e come cambiare la batteria? Non dimenticare di chiedere come si cambiano le batterie! Il tuo audioprotesista, ti dirà come fare per capire quando vanno sostituite le batterie. Fai pratica aprendo e chiudendo lo sportellino e sostituendo la batteria per assicurarti di avere la destrezza per far funzionare tutto. Inoltre, ricorda di chiedere come smaltirle correttamente.

5. Cosa fa ciascuna funzione extra e come posso gestirli? Chiedi come utilizzare le funzioni avanzate come ascolto bidirezionale, riduzione digitale del rumore, riduzione automatica del feedback, ecc. Esercitati nel regolare gli apparecchi acustici anche con il tuo audioprotesista.

6. Che tipo di servizi sono coperti dalla mia garanzia? I nuovi apparecchi acustici hanno generalmente una garanzia da 1 a 3 anni. Assicurati che la garanzia comprenda anche servizi di revisione e riparazione!

VARESEVia Cavour, 27Tel. 0332 831635

GALLARATEVia Puricelli, 1Tel. 0331 786374

LUINOVia XXV Aprile, 63Tel. 0332 533759(vicino alla stazione)

MALNATEVia Brusa, 2Tel. 0332 428398(di fronte alla posta)

ARCISATEVia Mazzini, 30Tel. 0332 480881

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Progetto Udire Srl

7. Ho bisogno di accessori? Di norma dovresti ricevere gli strumenti per la pulizia e la conservazione per assicurarti che continuino a funzionare al meglio. Se conduci uno stile di vita attivo o vivi in un clima particolarmente umido, potresti considerare l’utilizzo di un deumidificatore o una custodia protettiva.

8. Quanto durano di regola gli apparecchi acustici? La vita media degli apparecchi acustici è di circa 5 anni. Meglio li mantieni, più a lungo possono durare. Le caratteristiche del tuo modello potrebbero anche determinarne la durata.

9. Cosa devo fare se il mio apparecchio acustico non funziona o se c’è un’emergenza? Affronta i possibili scenari che ritieni possano presentarsi con il tuo audioprotesista. Chiedi se viene offerta assistenza di emergenza anche nei giorni festivi per gestire problemi improvvisi.

10. Cosa succede se non sono soddisfatto? Ricorda che inizialmente c’è un periodo di prova della durata minima di 30 giorni! Nel caso non fossi soddisfatto delle prestazioni dei tuoi apparecchi acustici puoi restituirli!

APPARECCHI ACUSTICI:10 domande da fare prima dell’applicazione

Le nostre competenze professionali sono al vostro servizio

Sei finalmente riuscito a scegliere i nuovi apparecchi acustici? Bene! Sei sulla buona strada per avere un’esperienza d’ascolto migliore!

Ecco una lista di dieci domande da porgere al tuo audioprotesista prima dell’applicazione:

1. Come dovrei prendermi cura dei miei apparecchi acustici? L’audioprotesista ti mostrerà come pulire i nuovi apparecchi acustici e come effettuare la manutenzione quotidiana per evitare l’umidità e il calore. Ricorda: una corretta manutenzione prolungherà la durata dei tuoi apparecchi acustici.

2. Devo indossarli sempre? Se indossare gli apparecchi acustici è un qualcosa di nuovo per te, potrebbero essere necessarie alcune settimane per abituarti alla nuova esperienza di ascolto. Se invece hai già indossato gli apparecchi acustici, potrebbe non essere necessario un programma di adattamento a meno che la tecnologia non sia nuova, quindi chiedere non fa male.

3. Come e quando indossarli? Assicurati di avere una dimostrazione su come inserire e rimuovere correttamente gli

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Dott. Fabio Colombo Dottore di Ricerca e Specialista in Endocrinologia.Endocrinologo, diabetologo, dietologo per la Dieta a Zona e consulente per la Chirurgia Bariatrica presso il Poliambulatorio Sanigest di Luino (VA)

L’alimentazione per far funzionare al meglio il nostro camino...

Mi sono recente-mente imbattuto in un articolo

della dottoressa Anne-Ma-rie Blacker riguardante l’a-limentazione. Quando na-sciamo abbiamo solo una piccola fiamma nel nostro camino, fiamma che con il nutrimento diventa un fuoco. Le persone hanno camini leggermente diversi (biochimica individuale) ed alcuni di noi producono più calore rispetto ad altri (genetica). Noi abbiamo bi-sogno di mantenere il fuo-co caldo e costante con la quantità e qualità ottimale di combustibile al tempo giusto. Nel momento in cui il fuoco si accende qualsiasi combustibile verrà brucia-to; ognuno di essi ha però un effetto diverso. La carta può essere pa-ragonata ai carboidrati ad alto contenuto glicemico (pane, pasta, riso, patate, carote ecc.). Abbiamo biso-gno della carta per accen-dere il fuoco e, se si spegne, possiamo riaccenderlo. La carta produce una grande fiamma e può infiammare la legna, ma non produce molto calore e da sola muore velocemente, lasciando resi-dui sulla grata. Le fascine di legno possono essere para-

gonate ai carboidrati a medio contenuto glicemico. Il legno brucia velocemente, dura più a lungo della carta e produce più calore. Man-tiene il fuoco, ma non du-ra tanto tempo; ancora una

volta il fuoco si affievolirà velocemente. I piccoli tronchi secchi possono essere paragonati ai carboidrati a basso con-tenuto glicemico (verdura e frutta). Prendono fuoco

abbastanza velocemente e bruciano per un periodo di tempo ragionevole. Sono un combustibile appropria-to per fornire calore a me-dio ed a lungo termine. Le foglie possono esse-re paragonate alla fibra, la quale rallenta la velocità di combustione. Le proteine fanno sì che il combustibile bruci più lentamente e sono anche necessarie a ricostruire il camino. Il grasso è come il carbone: produce più calo-re a causa delle sue doppie calorie e brucia anche più lentamente. A seconda del tipo di grasso si hanno pe-rò effetti differenti. Il grasso saturo ed i grassi poli-insaturi della famiglia degli omega 6 producono più calore; tuttavia sono pieni di impurità e se ne vengono bruciati troppi le ceneri ostruiscono la grata e bloccano il flusso d’aria. Il grasso monoinsaturo brucia pulito; se ne viene fornito abbastanza pulisce la cenere accumulata dai

grassi saturi e dagli altri com-bustibili. Gli omega 3 sono un carburante di elevata qua-lità, producono molto calore ed eliminano tutti i residui prodotti dai combustibili inferiori. Una volta che il

Le persone hanno camini leggermente diversi (biochimica individuale) ed alcuni di noi producono più calore rispetto ad altri (genetica).

Continua a pagina 19

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Anche se i media, la stampa, i social, in-ternet, in generale

offrono un mondo - anche troppo - “a portata di mano”, la realtà chirurgica non è vir-tuale, ma costituisce un atto tecnico preciso e correttivo sul corpo dei pazienti, un’a-

zione reale e complessa che necessita di almeno tre requi-siti fondamentali: il Chirurgo operatore specialista capa-ce nella branca specifica, una sede (sala operatoria) ido-nea, a norma e moderna, la compartecipazione sempre presente dell’anestesista, so-lo così si può costituire il

cardine-base di sicurezza ne-cessaria a ben procedere nel percorso operatorio nell’inte-resse dei pazienti. Il tutto deve poi rispondere a requisiti di qualità nell’utilizzo di materiali (fili di sutura, eventuali prote-si, strumentazione specifica, farmaci ecc..).

Sviluppiamo ora questi con-cetti nello specifico e ci ren-deremo conto di che percorso sta dietro la sintesi del buon risultato di un intervento di chirurgia estetica.È responsabilità e compito fondamentale del Chirurgo Plastico Estetico condurre personalmente, a 360 gradi,

La sicurezza negli interventi di chirurgia estetica.

L’intervento chirurgico estetico è un atto delicatissimo da intraprendere e condurre con massima attenzione e capacità in funzione del risultato armonioso e naturale da raggiungere.

Dott.ssa Silvia MagnaniSpecialista in Chirurgia Plastica ed EsteticaStudio di Medicina e Chirurgia EsteticaLibera professionista in VareseCell. 334 7733565www.chirurgiaesteticavarese.com

la regia dell’intervento prima, durante e dopo l’esecuzione dell’atto operatorio. Prima è fondamentale un’accurata visita specialistica, volta a conoscere e verificare la pro-blematica estetica del pazien-te, le aspettative di correzio-ne del problema, la fattibilità,

la valutazione dell’integrità psico-fisica della persona, la situazione basica del Suo sta-to di salute (eventuali cure in atto, patologie presenti e pregresse, stati allergici noti) e molti altri approfondimenti che consentano di conoscere profondamente il paziente. In questa fase lo specialista è

tenuto a spiegare nel modo più chiaro ed esaustivo possi-bile tutto il percorso dell’inter-vento specifico nelle tre fasi pre, intra e post- operatoria, i costi, i tempi di convalescen-za, rispondendo a tutti i dubbi e le domande inerenti. Ri-gorosissima la prescrizione al

paziente di indagini preope-ratorie ematiche e strumen-tali per ottenere il consenso dell’anestesista a procedere e per accedere alla sala operato-ria in serenità. La sala operatoria e la sede di degenza richiedono il rispetto di tutte le norme di sterilità e sicurezza richieste non solo

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dalla legge ma dal buon sen-so, l’équipe operativa è bene sia molto affiatata ed avvezza alla sinergia dell’atto chirur-gico visto che sono presenti, oltre ai chirurghi operatori, l’anestesista, la strumentista ed il personale di sala. Dopo l’intervento naturalmente una camera di degenza dedicata e tranquilla con continuo mo-nitoraggio del paziente fino alla sua dimissione, sia che si tratti di ricovero in day-hospital (in giornata soltanto) o in regime di degenza per una notte o due secondo la semplicità o complessità del lavoro da svolgere. Al mo-mento della dimissione dal-la struttura sanitaria occorre il consenso dell’anestesista e la prescrizione accuratissima di tutti gli accorgimenti e le eventuali terapie da attuare nel post-operatorio, inclusa la data a breve per il primo appuntamento di controllo e medicazione, non da ultimo il contatto telefonico per ogni tipo di evenienza.Fase post-operatoria Il tem-po che segue all’intervento va gestito con particolare atten-zione in questo caso anche da parte del paziente che si deve attenere alle indicazioni prescritte in dimissione: ripo-so, monitoraggio delle medi-cazioni, farmaci di prosegui-mento cura. Negli interventi di chirurgia estetica, poiché i distretti corporei interessati sono molteplici, altrettanto lo sono le accortezze specifiche, ecco alcuni esempi. Dopo blefaroplastica umettare bene gli occhi con lacrime lenitive artificiali ed eseguire impac-chi freschi, dopo rinoplastica riposare con due cuscini ed imparare per due giorni a re-spirare dalla bocca umettando con olii balsamici la base delle narici, dopo mastoplastica ad-ditiva non utilizzare le braccia se non per movimenti semplici

ed indossare sopra la medica-zione un apposito reggiseno contenitivo, dopo addomino-plastica indossare per alme-no due settimane una guaina stabilizzante di sostegno, così come dopo liposuzione calze elastiche piuttosto strutturate. Per un post lifting del volto si mantiene una fasciatura ade-rente al volto per almeno due giorni, un turbantino a fascia contenitiva dopo l’otoplastica. Da questi esempi descrittivi si deduce che la paziente operata in genere non può risocializ-zare il giorno dopo o comun-que nell’immediatezza, come in taluni casi si sente dire solo per promuovere l’esecuzione degli interventi: la risoluzione moderna dei tempi operato-ri è attualmente molto ridotta rispetto al passato, grazie ad anestesie dalla metabolizzazio-ne veloce e senza sequele, il dolore è sempre o nullo o tran-sitorio e leggero: tutto questo dimostra un’evoluzione molto conformante all’attuazione de-gli interventi estetici.Concludendo desidero sot-tolineare che la sicurezza di questo tipo di attività opera-toria risulta dalla sommatoria di tutti gli aspetti sovratrat-tati, senza esclusione di nes-suno, dalla cura e capacità in primis con cui il chirurgo segue il paziente, ma anche dalla correttezza di quest’ul-timo nell’attenersi ad ogni consiglio e prescrizione. Una sinergia vincente. È inoltre molto importante un ultimo aspetto: la chirurgia este-tica viene utilizzata sempre più in senso di numeri di interventi ma non va asso-lutamente considerata con leggerezza, anzi, più viene trattata con consapevolezza, serietà e convinzione, più ri-sulterà sicura, con risultato soddisfacente, armonico e naturale come da ben pianifi-cato progetto operatorio.

La sicurezza negli interventi di chirurgia estetica. L’alimentazione per far funzionare al meglio il nostro camino...

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residuo viene pulito il fuoco brucerà in modo vivace e la sua energia verrà rinnovata. Tuttavia nel corso degli anni, di solito verso la metà del-la vita, il residuo di cenere si accumula impedendo al nuovo carburante di bruciare efficientemente ed il fuoco si affievolisce. Infatti anche usando troppo combusti-bile si accumula ulteriore residuo e questo accorcerà la vita del fuoco. Inoltre se quasi tutto il combustibile è costituito da carboidrati ad alto contenuto glicemico, da grassi saturi e da omega 6 il camino si intaserà molto velocemente.

Una volta che il camino sarà molto intasato il fuoco mori-rà... e così faremo noi. Con la giusta miscela di combusti-bile, invece, il fuoco brucerà caldo ed a lungo senza resi-dui, conservando in tal mo-do la propria fiamma eterna. Per bruciare efficientemente e con vivacità il nostro fuoco richiede quindi buoni car-buranti puliti che brucino in equilibrio, un pezzetto di carta di tanto in tanto, alcu-ne fascine, una quantità ra-gionevole di piccoli tronchi secchi, adeguate proteine per proteggere il camino e grassi buoni per fornire una fonte di calore a lunga durata.

Quando siamo stressati o de-pressi tendiamo invece a sce-gliere alimenti ricchi di car-boidrati (patatine, cioccolato, dolci, alcolici) che danno un temporaneo aumento di glu-cosio nel sangue al cervello. Purtroppo questo causa un picco d’insulina, il glucagone viene soppresso, il cortisolo aumenta e vengono prodotti eicosanoidi “cattivi” peggio-rando la depressione. Si in-staura in tal modo un circolo vizioso! L’esercizio fisico, infine, è come mescolare il fuoco; se fatto regolarmente brucerà caldo e pulito; se però il fuoco viene mescolato troppo si spegnerà.

Così come una corretta die-ta ed un moderato esercizio fisico, anche il rilassamento può quindi aiutare a con-trollare lo stress attraverso la diminuzione dei livelli di cortisolo. E’ consigliabile, ad esempio, coltivare un hobby, fare camminate nella natura, trascorrere del tempo tran-quilli o praticare lo yoga.In conclusione, attraverso una corretta alimentazione, un moderato esercizio fisico e la riduzione dello stress otterremo un miglior con-trollo dell’insulina e l’equi-librio degli eicosanoidi che ci porteranno una migliore salute fisica ed emotiva.

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INFO

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Dott. Davide Baroncini Osteopata D.O. M.R.O.I.Fisioterapista

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L'osteopatia pediatrica si avvale di una valutazione ge-nerale delle condizioni fisiche del bambino, prendendo in esame non solo l'apparato scheletrico e muscolare, ma anche l'aspetto neurologico e comportamentale che lo caratterizza.

L'osteopatia pediatrica. Una terapia per nulla invasiva e ben tollerata dai piccoli pazienti.

L'osteopatia è una medicina natura-le-complementare.Utilizza una metodologia "dolce" e

priva di effetti collaterali in quanto non fa uso di farmaci per la cura delle varie pa-tologie, perfetta per pazienti di qualsiasi età: l'osteopatia, infatti, studia l'individuo nel suo complesso, individuando le cause (e non solo analizzando i sintomi) delle disfunzioni o dei disturbi, cercando di in-tervenire su di esse in modo da ristabilire l'armonia e l'equilibrio dell'organismo.Per quanto riguarda l'osteopatia pedia-trica, essa si avvale di una valutazione generale delle condizioni fisiche del bam-bino prendendo in esame non solo l'ap-parato scheletrico e muscolare, ma anche l'aspetto neurologico e comportamentale che lo caratterizza. Trattandosi di una terapia dolce, e per nulla invasiva, viene generalmente ben tollerata dai piccoli pazienti che sembrano quasi accettarla piacevolmente come una forma di cura alternativa. Inoltre, proprio per questi motivi, può essere praticata anche su bambini molto piccoli per alleviare do-lori di vario tipo, compresi i più comuni disturbi dell'età infantile.

Problemi pediatrici comuni.• Infezioni ricorrenti come otiti, riniti, fa-

ringiti, tonsilliti.• Problemi respiratori come asma, aller-

gie, bronchiti ricorrenti.• Scoliosi, problemi posturali e loro con-

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21 F A R M A C I A F I D U C I A

InformazioniPer ulteriori informazioni specifiche sugli argomenti trattati avete modo di contattarci: CENTRO BARONCINIVia Carlo Cattaneo, 3 - 21018 Sesto Calende (VA)Tel. 0331 958570 - Tel. 0331 [email protected]

seguenze.• Plagiocefalia.• Disturbi comportamentali

come disturbi nell'appren-dimento, dislessia, disgrafia, ipercinesia, discalculia e di-sortografia.

• Disturbi del sonno.• Problemi di sviluppo come

ritardo nello sviluppo fisi-co e intellettuale, patologie dell'età evolutiva, disturbi del linguaggio.

• Problemi urinari (enuresi notturna).

• Squilibri del sistema immu-nitario.

• Intolleranze alimentari.• Disturbi dell'apparato ga-

stro-enterico come stipsi, rigurgiti neonatali, reflus-so gastroesofageo, coliche gassose.

• Insonnia nel neonato.• Difficoltà di suzione nel neo-

nato.• Problematiche legate ai

traumi da parto.

Trattamento.Le tecniche usate sono varie ma in osteopatia pediatrica esiste un approccio elettivo ovvero un metodo manua-le gentile non invasivo. L'osteopata controlla il ritmo cranio-sacrale con entrambe le mani e attraverso manovre molto dolci, riequilibra cranio e sacro.L'osteopatia tratta il paziente e non la malattia. L'inten-zione è quella di ripristinare l'integrità strutturale e la con-tinuità dei fluidi. Solo allora il corpo potrà mettere in atto il suo potere d'autoguari-gione.In generale la possibilità di curare sin dalla primissima in-fanzia malformazioni, scom-pensi della struttura ossea e disfunzioni dell'apparato membranoso e legamentoso può evitare dolorosi e lunghi percorsi di cura una volta adulti.

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SQUILIBRI DELLA FLORA INTESTINALE

EFFERVESCENTE MULTIFUNZIONE

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SQUILIBRI DELLA FLORA INTESTINALE

EFFERVESCENTE MULTIFUNZIONE

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Dott. Gianluca [email protected] Sant'EliaBaraggia di Viggiù (Va)Tel. 0332 417747 [email protected]. 340 9391650

Il soggetto Fosforico corrisponde al longili-neo astenico del Pende

(classificazione endocrino-logica) ed all’ectoblasta del Martiny (classificazione em-briologica). In questo biotipo dominano in senso assoluto la funzioni degli organi che derivano dall’ectoblasta: il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso periferico, il sistema neurovegetativo (con prevalenza dell’ortosimpati-co), la midollare del surrene e l’ipofisi posteriore.Segni morfologici: è il sog-getto longilineo in cui prevale lo sviluppo in altezza. Il cra-nio ha aspetto dolicocefalo e la faccia è di forma triangola-re con base in alto in quanto domina l’attività cerebrale. I denti sono rettangolari stretti e lunghi. Il torace è stretto e appiattito in senso antero-posteriore, con l’angolo epi-gastrico acuto. L’addome è incavato e la parte inferiore eccede su quella superiore. La mano è lunga, poco muscolo-sa ma elegante con dita lun-ghe ed affusolate ed unghie a mandorla.Segni fisiologici: in questa costituzione prevale il cataboli-smo sull’anabolismo, ma vista la

rapidità con la quale il fosfo-rico brucia le sue scorte ener-getiche il tono generale risulta astenico. Tale attività iperme-tabolica è sostenuta da strut-ture neuro-endocrine quali sistema ortosimpatico, tiroide e midollare del surrene. E’ il soggetto di poca resistenza fisica che però recupera con estrema rapidità. La resisten-za alle malattie acute è scarsa con una fase d’incubazione e di convalescenza lunghe: si ritiene sempre malaticcio, ma in realtà ha raramente malat-tie serie. In questo soggetto ogni atteggiamento è guidato dall’armonia, dall’eleganza e dalla compostezza.Segni psicologici: la vita interiore domina sulla vita vegetativa e di relazione. Il fosoforico è un idealista do-tato di un’intelligenza astratta. Intuitivo più che ragionatore, sognatore più che realizzato-re; caratteriologicamente pre-domina l’emotività, l’ipersen-sibilità, l’immaginazione ferti-le e l’affettività. E’ il soggetto che vuole fare mille cose, ma ne concretizza solo poche. E’ un sentimentale e un pessi-mista, depresso, di carattere tetro e sospettoso. Di scarsa volontà, non riesce a domina-

re gli stati d’animo, che subiranno pertanto fre-quenti momenti di esaltazione e di depressione. Detesta il lavo-ro fisico. E’ il classico artista.T e n d e n z e morbose: il biotipo ten-de alla diatesi reumatica, alle distonie neu-rovegetative, alle affezioni respiratorie ed alla tubercolosi. La predominanza dell’aspetto catabo-lico lo porta al di-magrimento ed alla demineralizzazione. L’ipotonia dei lega-menti determinano l’insorgenza di ptosi, scoliosi, cifosi, piedi piatti ed affossamen-to dello sterno. Nello schema che segue

vengono riassunte le principali ca-ratteristiche di questa costitu-zione.• Sinonimi: atra-biliare, ectoblasta (cerebrale), ma-linconico, atoni-co-aplastico.• Profilo este-riore: alto e magro, dall’a-spetto elegante e composto.• Profilo in-teriore: la vita

interiore domina sulla vita vegetativa

e su quella di rela-zione:• Tendenze morbo-se: è sempre mala-ticcio, ma raramente presenta malattie gra-vi. Tende al dimagri-mento, all’anemia ed alla demineralizzazio-ne progressiva.

• Rimedio Princi-pale: Calcarea

fosforica.

Costituzione fosforica.

In questo articolo verranno descritte le principali caratteristiche del soggetto Fosforico. Se nel Car-bonico prevale l’aspetto materiale e pratico, in questo caso ciò che domina è la componente men-tale. È un personaggio estremamente complesso: anzi, da un punto di vista psicologico e caratteriale è la figura più complessa tra le quattro fonda-mentali. Nelle per- sone dove domina la componente fosforica, i pro-cessi mentali as- sumono una va-riabilità ed una “sinuosità” che ha del prodi- gioso. Il Fosfo-rico è perso- naggio dotato di grande pote- re introspettivo, spirito riflessivo ed è portato alle profonde medita- zioni.

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✘Omini zenzero e cannella (per circa 30 biscotti) Senza latte• 225 g farina integrale di frumento

(usare 300 g farina di quinoa in caso di ipersensibilità al frumento)

• 100 g fecola di patate • 100 g farina di riso integrale• 120 g zucchero di canna integrale• 1 bustina lievito per dolci• 1 cucchiaino raso di cannella• 1 cucchiaino raso di zenzero in polvere• 1 chiodo di garofano• 80 ml olio di mais • Sale

Mescolare in una ciotola farine, fecola e lievito, preferibilmente setacciate. Rica-vare un’emulsione mescolando olio con 120 ml di acqua tiepida, lo zucchero, una presa di sale, il chiodo di garofa-no pestato nel mortaio, la cannella e lo zenzero. Versare l’emulsione sulla farina impastando velocemente fino a ottene-re un composto omogeneo; formare un panetto da far riposare per almeno 3 ore in frigorifero. Una volta pronto, si-stemare l’impasto tra 2 fogli di carta da forno e stenderlo con un matterello a un’altezza di 7 millimetri circa e ricavare i biscotti a forma di omino con gli appo-siti stampini. Cuocere in forno ventilato a 165° per una ventina di minuti.

✘Salatini alla curcuma e semi di papavero Senza glutine / senza latte • 200 g farina di riso integrale• 200 g farina di ceci• 200 g farina di castagne• 80 g circa semi di papavero• 10 cucchiai olio di mais• 2 uova• 70 g farina di mandorle• 1 cucchiaino curcuma• Sale

Disporre in una ciotola le farine, curcu-ma e una spolverata di sale. Aggiungere poi l’olio e impastare fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere le uova con 2 cucchiai di acqua e lavorare veloce-mente ottenendo un impasto non trop-po elastico; ridurlo in rotoli del diametro di 6 cm circa. Stendere i semi di papavero in un vassoio e rotolarvi con cura i rotoli e sistemarli in frigorifero per una notte. Affettare i rotoli a fettine dello spessore di circa 8 mm e disporli in una teglia co-perta con carta forno, infornando per 20 minuti a 165°C in forno ventilato.

✘Pate’ di pomodori secchi Senza glutine / senza latte• 170 g pomodori secchi• 1 cucchiaio capperi• 1 pizzico peperoncino• 2 cucchiai prezzemolo o origano • 2 cucchiai olio evo

Mettere nel bicchiere del mixer tutti gli ingredienti e frullare. Aggiungere la crema a fette di pane integrale tostato oppure usare come salsa per verdure crude da antipasto.

✘Torta di carote e mandorle al profumo di arancia Senza latte / senza glutine /senza zuc-

cheri aggiunti• 2 carote medie• 125 g mandorle sgusciate e pelate• 1 cucchiaio di buccia d’arancia grat-

tugiata• 3 uova• 2 pere mature frullate• 50 g fecola di patate• 20 g farina di riso• Sale

Pulire e mondare con cura le carote, grattugiarle o frullarle senza ridurle in poltiglia. Tritare grossolanamente le mandorle e preparare la buccia di aran-cia mescolando poi assieme i due ingre-dienti. Sbattere molto bene i tuorli del-le uova con le pere frullate e un pizzico di sale fino a ottenere una crema spu-mosa e soffice. Aggiungere in sequenza le carote ben asciutte, le mandorle con la buccia d’arancia, la fecola di patate e la farina di riso ben setacciate. Unire

per ultimi gli albumi delle uova montati a neve molto soda e distribuire l’impa-sto in una tortiera da 24 cm rivestita da carta forno e cuocere per 30 minuti cir-ca a 170°C.

✘Crocchette di riso ed erbette Senza latte• 200 g riso integrale• 150 g erbette• 10 cucchiai lievito disidratato in scaglie• 1 uovo e 1 tuorlo• 2 cucchiai di farina integrale di fru-

mento• 1 cipolla piccola• 1 cucchiaio di prezzemolo tritato• Olio evo• Sale

Scottare le erbette per 2 minuti in ab-bondante acqua salata. Scolarle diretta-mente con una schiumarola nel colino e lessare il riso nella stessa acqua a bollo-re. Scolarlo e lasciarlo raffreddare. Stu-fare la cipolla tritata con poco olio e un filo di acqua finché diventa asciutta co-lor nocciola. Amalgamare le uova con il lievito disidratato, poco sale, le erbette strizzate e tritate, il prezzemolo e, infi-ne, il riso e la cipolla. Ridurre il compo-sto in 24 crocchette base del diametro di circa 8 cm. Passare al grill in forno per 10 minuti circa fino a quando le croc-chette diverranno dorate e calde.

✘Zuppa di San Giuseppe Senza latte / senza glutine • 150 g avena certificata senza glutine

in chicchi • 250 g cime di rapa o broccoletti• 200 g fagioli bianchi • 200 g lenticchie rosse• 1 cucchiaio cumino in polvere• Olio evo • Sale e pepe

Mondare e affettare le cime di rapa e si-stemarle in una casseruola dai bordi alti assieme ai ceci, i fagioli e lenticchie con circa 1 litro di acqua. Fare sobbollire, sa-lando e pepando un poco, per circa 30 minuti. Le lenticchie si disferanno cre-ando una piacevole crema omogenea. Nel frattempo, lessare l’avena in un’al-tra pentola per 30-40 minuti in acqua lievemente salata. Una volta cotta e sco-lata, aggiungere alla minestra e togliere dal fuoco. Condire con un cucchiaio di olio evo crudo e il cumino.

Speciale ricette natalizie in tutta salute

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Bambini e giovani facili bersagli della pubblicità.Fantasia e capacità critiche vengono meno.

Negli anni settanta la pubblicità ci “invi-tava” ad acquistare

un prodotto perché era buo-no. Oggi vengono impiegati psicologi e tecniche di per-suasione quasi scientifiche capaci di fornire un prodotto pubblicitario sempre meglio confe-zionato per arrivare ad influenzare, in modo significativo, il consu-matore nelle sue scelte di acquisto. I bambini, naturalmen-te, non solo non sono esenti da questo bom-bardamento, ma spes-so sono sottoposti ad una pressione ancora maggiore. Un bam-bino assiste a questi messaggi pubblicitari quando cammina per la strada, nei negozi e supermercati col geni-tore, quando legge il suo giornalino prefe-rito ed oggi in modo sempre più invadente, quando guarda la televisione, utilizza il com-puter ed i videogiochi. Come ormai evidenziano molte ri-cerche, il bambino di fronte all’ondata massiccia di pub-blicità, percepita in partico-lare attraverso questi media, resta fortemente condizio-nato a causa della sua fa-

cile vulnerabilità emotiva. Spesso una pubblicità può sembrare innocua, diverten-te: non ci accorgiamo che invece quel messaggio è pre-parato per stimolare in modo forzato le aspettative ed i

desideri dei nostri bambini. Ed ecco allora che attraverso i messaggi, per raggiungere il risultato, si evocano sensa-zioni piacevoli come prote-zione, affetto, sicurezza, op-pure avventura, divertimento, curiosità. I bambini ormai assorbono il messaggio pub-blicitario come un tutt’uno con il programma che stanno

guardando.Il bambino e l’adolescente sono divenuti il nuovo target su cui il marketing, attraverso i messaggi pubblicitari evi-denti, occulti e subliminali, punta per stimolare un con-

sumismo nuovo, anche per-ché gli stessi ragazzi oggi hanno sempre di più un po-tere d’acquisto indipendente dal genitore. Il bambino risulta essere il consumatore ideale perché è il più facilmente influen-zabile e diventa anche un utile alleato come “media-tore” verso i consumi degli

adulti. La pubblicità si è resa conto che è più facile in-fluenzare un bambino che un adulto. La conoscenza di un prodotto visto ripetutamente in una pubblicità porta ad una richiesta insistente ver-

so il genitore che, per accontentare il figlio, spesso modifica la sua decisione d’acquisto. Il target “bambino” per le aziende diventa ancor più interessante perché, fidelizzando oggi un piccolo consu-matore, si assicurano le possibilità di averlo agganciato al marchio anche da adulto. Sul web vengono propo-sti giochi con l’obiet-tivo di comunicare un prodotto, facendo leva esclusivamente sull’e-motività. Un esempio nel gio-co di Basket “Live the madness”: i giocatori

possono scegliere di bere una lattina di Coca Cola per au-mentare le loro performance come correre velocemente o fare più facilmente canestro. Visto che è in casa, attraverso televisione e computer, che il bambino riceve una grande quantità di stimoli di consu-mo, sarà proprio la famiglia quindi che dovrà intervenire

Per il mondo della pubblicità il bambino è considerato il consumatore ideale perché più facilmente influenzabile a causa di una maggior vulnerabilità emotiva.Giovanni Nello Franchi

Giornalista

Continua a pagina 27

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26F A R M A C I A F I D U C I A

L’Ortodonzia è quella specialità dell’Odontoiatria che si occupa di diagnosticare, prevenire, intercet-

tare e trattare le malocclusioni dentali e /o scheletriche con l’utilizzo di apparec-chiature, per raggiungere e mantenere corretti contatti occlusali e un’armonia estetica del viso e del sorriso.Tendenzialmente eravamo abi-tuati a pensare all’apparecchio come qualcosa che riguarda un bambino o un adolescen-te, ma oggi è sempre più in crescita il numero dei pazienti adulti che richie-de un trattamento orto-dontico.Generalmente questi pa-zienti rientrano in due categorie: pazienti adulti che chiedono di correggere il disalline-amento dentale per migliorare l’estetica del sorriso e per mi-gliorare la mastica-zione; pazienti adulti che necessitano di trattamento or-todontico com-plementare e preparatorio a riabilitazioni più com-plesse di im-plantologia

o di protesi.Ma quali sono le possibilità e i limiti dell’ortodonzia nel paziente adulto?Non c’è un limite d’età per spostare i

denti purché i tessuti parodontali (ossa e gengiva) siano in salute.L’unico vero limite sta nel fatto che la crescita delle ossa mascellari in un adul-to è terminata e quindi non è possibile con l’apparecchio correggere le discre-panze scheletriche; per farlo si deve ricorrere ad un trattamento ortodontico combinato ad un intervento da parte di un chirurgo maxillo-facciale per portare

le ossa mascellari in equilibrio.In ogni caso è imprescindibile un esame clinico accurato per valutare lo stato dei denti, delle gengive e dell’osso. Verificato lo stato di salute ora-le si procede con il check-up pre-trattamento completo di foto, radiografie e impronte per fare una corretta diagnosi e valutare il percorso terapeu-tico più indicato. In questa fase di studio spesso l’Ortodontista si in-

terfaccia con gli altri spe-cialisti (parodontologo, il

chirurgo orale, il pro-tesista o il chirurgo maxillo -facciale) per progettare il

trattamento ortodonti-co in modo più ap-

propriato, anche in virtù di un successi-

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Non c’è un limite d’età per spostare i denti purché i tessuti parodontali (ossa e gengiva) siano in salute.L’unico vero limite sta nel fatto che la crescita delle ossa mascellari in un adulto è terminata e quindi non è possibile con l’apparecchio correggere le discrepanze scheletriche.

Denti storti nell’adulto?Quali sono le possibilità e quali i limiti per risolvere il problema.

Dott.ssa Piera ArmientiOdontoiatraSpecialista in Ortognatodonzia

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27 F A R M A C I A F I D U C I A

implantare o parodontale.L’aumento della richiesta di un bel sorriso da parte degli adulti ha spinto negli anni la ricerca e lo sviluppo di apparecchiature poco visibili e meno invasive delle tra-dizionali che consentono di allineare i denti senza im-

barazzo nella vita sociale, rendendo possibile e facil-mente tollerabile la terapia ortodontica anche quando il paziente adulto ha alte necessità estetiche per la sua vita professionale.Per i pazienti con esigenze estetiche si può ricorrere ad esempio ad apparecchia-ture linguali, nelle quali gli attacchi vengono posiziona-ti sulla superficie palatale e linguale dei denti, così da spostare i denti in modo as-solutamente invisibile!!Oppure si può ricorrere ad allineatori trasparenti, so-

no delle apparecchiature di ultima generazione rimovi-bili, trasparenti che, indos-sate circa 22 ore al giorno, spostano progressivamente i denti.Il trattamento ortodontico nell’adulto può essere richie-sto non direttamente dal pa-ziente, ma dall’odontoiatra generico per poter riabilitare la bocca nel modo più corret-to per il paziente. Ad esempio può essere ne-cessario spostare un singolo dente per riaprire lo spazio sufficiente a ripristinare un dente mancante da tempo con un impianto e una coro-na di dimensioni adeguate. Può essere necessario sposta-re più denti per distribuire gli spazi o portare il livello della gengiva in una posizione cor-retta prima di una riabilitazio-ne protesica con delle faccet-te o delle corone e altri casi specifici. In questi casi l’appa-recchio non necessariamente deve interessare tutti i denti, ma si possono applicare de-gli apparecchi sezionali con un sistema di forze mirato a risolvere il singolo problema richiesto, con tempi ridotti rispetto ad un apparecchio tradizionale.Ad oggi sono tante le possi-bilità per avere una mastica-zione bilanciata e funziona-le, senza rinunciare a un bel sorriso. Spesso nel paziente adulto è necessaria la colla-borazione stretta dell’Orto-dontista con altri specialisti per trovare la soluzione mi-gliore per ogni singolo caso.

InformazioniPer ulteriori informazioni specifiche sugli argomenti trattati avete modo di contattarci: Varese: Via Rossini, 2 - Tel. 0332 287198 Tradate (Va): Via Cavour, 45 - Tel. 0331 844507Legnano (Mi): Piazza Ezio Morelli, 7 - Tel. 393 5042409www.ciattistudiodentistico.itinfo@ciattistudiodentistico.it

come primo riferimento im-portante per la corretta socia-lizzazione del bambino. L’esempio del genitore è fondamentale, le giuste abitudini di consumo pos-sono orientare il bambino verso una corretta risposta al messaggio pubblicitario. Rafforzare nel bambino la coscienza di sè, rendendolo consapevole che anche verso un argomento che spesso lo coinvolge e lo diverte, è ne-cessario capirne il significato e non accettarlo acriticamen-te. Sarà necessario prestare attenzione alle sue domande, aiutarlo a sviluppare un senso critico rispetto a quello che vede e incoraggiare in lui pensieri e idee personali.Nondimeno è im-portante il ruolo della scuola che deve iniziare ad af-frontare temi come la visualità, la comu-nicazione ed i suoi strumenti con l’o-biettivo di insegna-re ad esercitare un “pensiero critico” nei confronti dei media. L’in-segnante dovrà dedicare mo-menti di educazione al con-sumo (dove il giovane potrà capire come gestire la propria “paghetta” ed assumere sem-pre di più una capacità cri-tica che lo porterà a capire i meccanismi della pubblicità), discutere uno spot assieme ai ragazzi per scoprirne con lo-ro il significato, portando alla comparazione del prodotto per verificare, ad esempio, se una differenza di prezzo sia veramente giustificabile. I media citati fino a questo momento ed i comunicatori devono assumersi a questo punto i loro obblighi e le loro responsabilità. La televisione, con un forte impegno nel re-golare la programmazione in modo da eliminare i danni ar-

recati al particolare pubblico dei minori. Impegno ancor più pressante per le emittenti pubbliche e private che han-no già firmato il “Codice di autoregolamentazione TV minori”. In Norvegia, in Austria, in Olanda ed in parte del Belgio (Fiandre), gli spot pubblicitari sono sta-ti eliminati prima e dopo i programmi per bambini. In Grecia sono vietate tutte le pubblicità dei giocattoli; in Svezia non ci sono pubblicità televisive rivolte ai bambini. L'Italia al contrario è ai primi posti per numero di spot che le reti commerciali e pubbli-che riversano su spettatori di ogni età, bambini compresi.Il mondo del marketing e

della pubblicità, che aderi-sce a proprie regole troppo spesso disattese, deve natu-ralmente prendersi l’impegno del rispetto delle leggi già in vigore: l’articolo 31 della no-stra Costituzione impegna la comunità nazionale, in tutte le sue articolazioni, a proteg-gere l’infanzia e la gioventù. La “Convenzione sui dirit-ti del fanciullo” approvata dall’ONU nel 1989 e divenu-ta legge dello Stato nel 1991, impone a tutti di collaborare alla creazione delle condizio-ni utili a garantire ai minori una vita autonoma nella so-cietà e fa divieto di sottopor-li a interferenze arbitrarie o illegali nella propria privacy e comunque a forme di vio-lenza, danno, abuso mentale, sfruttamento.

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Bambini e giovani facili bersagli della pubblicità.Fantasia e capacità critiche vengono meno.

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D’estate era il so-le a svegliarmi presto entrando

prepotente dalle fessure delle persiane sconnesse. Mi al-zavo allora cercando di non fare rumore: pensavo di esse-re il primo in casa a levarmi. Nella cucina invece sentivo la mamma intorno ai fornelli e

la colazione già pronta: lat-te appena munto della vacca (si chiamava ancora così) del vicino e fetta di pane con spalmata la marmellata della nonna.

Dopo filavo fuori. La mam-ma mi gridava “Dove vai Lu-ca!?” io rispondevo sempre “Vado a fare un giro”. Era come se qualcosa o qualcuno mi aspettasse. Andavo alla scoperta del mondo, del mio piccolo universo tutt’intorno a casa, un appuntamento con la felicità e temessi di non

arrivare in tempo. In fondo al campo c’erano due filari d’uva, una bianca piccola e dolce ed una nera dai chicchi grossi; il nonno la chiamava - americana -. Già in quella

parola ci sentivo un primo profumo di libertà.Staccavo gli acini passando-meli sulla maglietta per ren-derli lustri, poi ne succhiavo il nettare dal sapore di fragola. Non avevo più di sei anni ed il mio raggio d’azione non andava oltre le corti vicine dove c’era sempre da sco-

prire o giocare. Quello era il significato di - andare a fare un giro -. Due cortili più avanti si giocava - a tappini -: una gara d’abilità che ci vedeva coin-volti a maggio, alla partenza

del Giro d’Italia, per esse-re anche noi protagonisti. Si giocava con il tappo a corona dell’aranciata e del chinotto, sapientemente appesantito con dei pezzettini di stucco a riempire il tappo per renderlo più pesante e stabile nella corsa.Nonostante quell’anno il giro

lo conducessero Coppi e Ma-gni il mio tappino era sempre per gli stranieri Koblet oppu-re Bobet. La pista per la cor-sa era tracciata sulle sdrucite mattonelle della corte con la

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Vado a fare un giro.

punta di un mattone rosso o di un carbone. Ricordo di aver battuto più volte Bartali e Coppi, Maggini e Magni. Anche questo per noi era - fare un giro -. La prima volta sentii la Nic-colina, del cortile vicino a casa, che ne discuteva con altre donne: “Suvvia me l’ha detto Mario che c’è stato!” Attaccò “c’è stato e l’ha vista dio bono!” continuò ora spazientita. “Allora raccontacelo per benino” intervenne la più giovane, “C’è poco da dire, Mario dice che è come una radio, ma con la tendina” spiegava alle vicine “Quando la levi si vedono le figu-re” “Ovvia, come al cinema no!” soggiunse la vicina. L’insolita descrizione fece scaturire in me una curiosità pressante. La mattina dopo con una squadra di quattro coetanei si era già pronti per tentare l’avventu-ra. La radio con la tendina si trovava a due chilometri dai nostri cortili; nel vicino paese, in un bar non meglio co-nosciuto. In casa ognuno disse “vado a fare un giro!”. No-ve di mattina tutti riuniti sotto il grande noce: io, Marisa, Laura, Carota per i capelli rossi, e Marcello. Durante il cammino nessuno si lasciò sviare dalle mille cose che in altri momenti ci avrebbero visti rompere velocemente le righe. Passo dopo passo la polvere del-la strada ricamava sbuffi di polvere incaricati ad ingrigire i nostri tormentati scarpon-cini. Tutti eravamo concen-trati sulla meta vagheggiata. Carota annunciò la vista del campanile, improvvisamente il passo accelerò. In un at-timo il campanile in pietra

grigia, la piccola chiesa con tre scalini all’entrata e la cro-ce in ferro erano li davanti a noi ansimanti. L’esigua piaz-za raccoglieva tutt'intorno alcuni negozi e di fronte su di una porta ad arco con una scritta che faceva da cornice - Bar Tabacchi - dichiarava. Dopo una breve adunanza e la conta per decidere chi dovesse entrare a chiedere, entrò Marisa la più spigliata. Quando riapparve districan-dosi tra i fili della tendina pa-rasole dell’ingresso esclamò: “Dice che qui non ce l’hanno!”. Poi: “L’hanno invece, alla Casina delle Rose, un bar ristorante là in fondo”, allungando un braccio su una stradina laterale. Ci in-camminammo eccitati: la ra-dio con la tendina era ormai vicina. La Casina delle Rose

era una bassa costruzione di un colore rosa pallido segna-to dal tempo. Nessuna conta, entrai senza indugi. All’in-terno un ambiente oscurato dalle tende: le pareti ancora rosa, tavoli apparecchiati con tovaglie candide. Un silenzio morbido e nessuno nel loca-le. Girai lo sguardo per tutta la stanza: un mobile scuro lungo una parete carico di posate e bicchieri, nell’ango-lo più buio, troneggiava una misteriosa struttura in ferro grigio: sicuramente il doppio della mia statura. Un ripiano in legno terminava la struttu-

ra. Sopra il ripiano ricoperto da una stoffa chiara con cen-tinaia di minuscoli fiorellini arabescati si intuiva una for-ma che richiamava quella di grosso scatolone. Mentre mi chiedevo se quel misterioso cubo fosse il motivo della mia presenza, uscì dalla porta di fronte un uomo alto, ma-grissimo, con un grembiule bianco: “Che cerchi bimbo!?”. Schiusi le labbra per rispon-dere ma, per la prima volta mi resi conto che non sapevo proprio cosa stessi cercando: “Volevo vedere la radio con la tendina!” alla fine riuscii a dire farfugliando. La prima rispo-sta fu un sincero sorriso: “La radio con la tendina, come la chiami tu” continuò divertito “la chiamano te-le-vi-si-one” e nel dire così con un gesto da

prestigiatore tolse il panno che ricopriva il misterioso paral-lelepipedo. Un cubo di legno lucido con gli angoli morbidi ed un grigio vetro arrotondato che ci guardava specchian-do due piccole sa-gome deformi. Era soltanto questa la mia prima radio con la tendina. “Bimboo!, ora non si vede nulla”

disse con rincrescimento “Le trasmissioni si vedono solo la sera e mica tutti i giorni”. Queste le sue uniche parole men-tre ricopriva con attenzione l’oggetto. Fuori, per i miei quattro compagni di avven-tura: sconforto e mugolii di scontento. Carota rassegnato: “Oooh ragazzi che sarà mai! Ab-biamo fatto un giro per niente”. Io invece ero lo stesso felice ed avrei continuato ogni gior-no ad alzarmi con la voglia di fare ancora tanti giri per crescere ed affrontare i miei appuntamenti con la vita.

GFN

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La Mammografia è l’esame di I livello per la diagnosi del cancro mammario, ma ha ridotta sensibilità nei seni densi. Per superare i limiti della mammografia 2D è nata la Mammografia 3D con Tomosintesi che visualizza separatamente oggetti a profondità diverse, acquisendo multiple proiezioni 2D a bassa dose, per diverse angolazioni del tubo Rx intorno alla mam-mella. Genera una serie di strati sottili ad alta risoluzione, analizzabili dal Medico Radiologo per identificare lesioni tumorali di piccole dimensioni. Le immagini di Tomosintesi sono inte-grate dalla mammografia 2D. Le apparecchiature più evolute ricostruiscono la Mammografia 2D sintetica, a partire dal volume 3D, con un algoritmo matematico che sovrappone i diversi strati, sintetizzandoli in un’immagine monoplanare. Questa soluzione riduce la dose radian-te del 45% rispetto a mammografia 3D e 2D convenzionale, senza determinare differenze significative in termini di accuratezza diagnostica. La recente disponibilità di un sofisticato algoritmo di tipo iterativo riduce ulteriormente la dose, a vantaggio delle pazienti. Il calcolo automatico della densità mammaria permette la stratificazione del rischio neopla-stico (protocollo internazionale BI-RADS).

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