e-mail: [email protected] e-mail ......storie di sofferenza e di fede vis-suti in anni di...

3
DI CARLA CRISTINI er la XXVI Giornata mondiale del mala- to, si è voluto dar voce ai tanti volontari, che realizzano il grande compito della Chiesa, «portare sui malati lo stesso sguardo ric- co di tenerezza e compassione del suo Signore». Marco Renzi, presidente dell’Unitalsi–sotto- sezione diocesana Civitavec- chia Tarquinia, sottolinea l’im- portanza di questa giornata, che con la festa della Madonna di Lourdes, rappresenta per i volontari Unitalsi, dopo il pel- legrinaggio, il momento più importante dell’anno. «Pren- dere parte a questa giornata non può che ricordarci i tanti momenti trascorsi ai piedi del- la Grotta di Lourdes insieme a tanti amici ammalati, le tante storie di sofferenza e di fede vis- suti in anni di pellegrinaggi. Il nostro volontariato è servire le persone in difficoltà. In questa giornata si riflette anche sul sen- so di essere cristiani e di cosa si- gnifica servire i fratelli attraver- so la carità indossando la giac- ca da barelliere o il velo bian- co delle sorelle. È il giorno in cui fede e servizio si incontra- no caratterizzando la nostra vo- cazione nella Chiesa di fedeli in cammino». Piergiorgio Bellini, anche lui presidente diocesano Unitalsi, sottosezione Anagni– Alatri racconta di come si entra in questa spirale di amore: «All’inizio quando si decide di fare volontariato lo si fa, con un po’ di curiosità e voglia di capire, poi una vol- ta che si entra in questo mondo, non si riesce più a farne a meno; è una ricarica continua per la propria vita, l’altro diventa indispensabile e parte integrante della propria vita. Noi dell’U- nitalsi cerchiamo di vivere il Vangelo nella quo- tidianità, stando vicino a chi è meno fortuna- to, cercando di portare un sorriso dove a vol- te viene a mancare e tendendo una mano lad- dove sia necessario. Poi ci sono i pellegrinag- gi che sono una vera e propria immersione nel- l’amore da condividere». Una coppia di vo- lontari, anzi una intera famiglia, quella di Fa- biola e Achille Battistelli, di Cave, nella dioce- si di Palestrina, si è conosciuta e nata in seno all’Unitalsi: «sono entrata in questa famiglia nel ‘94, durante un soggiorno estivo, per sem- plice curiosità». Dalla sua voce cristallina ir- rompe una gioia infinita; Fabiola, parlando anche a nome di Achille, racconta di «un a- more grande, gratuito», di persone delicate che danno tanto nel silenzio, senza chiedere nien- te. «Non è la pietà, ma il compatire, il “patire con te”. Si tratta di una chiamata: il Signore chiama e quello è il nostro “sì”, l’atto del do- narsi, di compiere realmente le parole del Vangelo, “io lo faccio a te”. Si tratta di un’esperienza forte che cambia la prospettiva con cui si guarda il mondo». Piercarlo Gugliotta, barelliere Unitalsi della sottosezione del- la diocesi di Sora–Cassino– Aquino–Pontecorvo, racconta il valore speciale di questo ser- vizio. «Quello che ho imparato nell’assistenza agli ammalati sta nel fatto che oltre alla compe- tenza per dare un supporto con- creto e fisico, occorre certa- mente anche passione e coin- volgimento personale perché assistere non è fare il medico, as- sistere non è neanche fare l’in- fermiere, assistere da volonta- rio è impegnarsi in una piccola “missione”. È una scelta che coinvolge non solo la mente, ma soprattutto il cuore. È que- sto che rende l’assistenza diver- sa da un lavoro e che la trasfor- ma in qualcosa di speciale, sia per chi la offre sia per chi la ri- ceve, specialmente quando pre- stata in modo amorevole e gra- tuito, con uno spirito di servi- zio squisitamente cristiano». Vincenzo Testa, della diocesi di Gaeta, racconta infine la sua esperienza di vo- lontario tra i malati ricoverati in ospedale: «L’in- contro con le fragilità è sempre occasione per riflettere. Ogni parola, ogni gesto, ogni sguar- do, ogni semplice accenno di presenza sono e- spressione totale di noi. Da poco tempo, co- me diacono, ho iniziato il mio servizio presso l’ospedale di Formia ed è un’esperienza che o- gni momento mi offre l’opportunità di incon- trare le stesse persone che Gesù incontrava per le strade polverose della Galilea. Il mondo del- la salute è per tutti una grande occasione di u- manizzazione e di sempre nuove opportunità per offrire e accogliere il dono della fraternità che, a pensarci bene, è prova e occasione per vivere, nel quotidiano, la nostra fede. Credo che ogni cristiano sia chiamato nella sua vita ordinaria a svolgere il ministero della conso- lazione e della gioia. Un servizio di prossimità che impegna il cuore e dona vita agli altri e an- che a se stessi». P ALBANO LO SPIRITO DELLA PREGHIERA a pagina 3 ANAGNI UN CONCORSO PER LA VITA a pagina 4 CIVITA C. UNA CHIESA VICINA AI NUOVI POVERI a pagina 5 CIVITAVECCHIA ACCANTO AI MALATI a pagina 6 FROSINONE LA LUCE DELLA PAROLA a pagina 11 GAETA PORTARE LA BIBBIA PER LE STRADE a pagina 8 LATINA UNA STORIA MILLENARIA a pagina 9 PALESTRINA UN CAMMINO DI RINASCITA a pagina 10 PORTO S.RUFINA UN MANDATO DI SPERANZA a pagina 11 SORA LETTERA PASTORALE SULLA FAMIGLIA a pagina 13 TIVOLI UNA QUARESIMA DI PENITENZA a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI IL VESCOVO PARLA AI CONSACRATI a pagina 12 arà il Comune di Pomezia a mettere in sicurezza il sito della Eco X, ma servono i fondi della Regione. La proprietà della ditta di smaltimento rifiuti, andata a fuoco il 5 maggio scorso, non ha rispettato l’ordinanza del sindaco Fabio Fucci. Il primo cittadino di Pomezia il 4 dicembre 2017 aveva infatti richiesto alla proprietà «di provvedere, entro 30 giorni, a dare avvio agli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica». Di mesi ne sono passati due e l’ordinanza è caduta nel vuoto. Al Comune non resta che provvedere in autonomia. Per questo il sindaco ha inviato una nota alla Regione Lazio sollecitando l’immediata erogazione di 750mila euro coperti dalla polizza fidejussoria: «I 750mila euro della polizza potranno coprire soltanto i lavori di S messa in sicurezza, che sono prioritari – spiega Fucci – , ma è necessaria fin da subito una programmazione complessiva della bonifica». Per coprire gli interventi di bonifica completa servirebbero circa cinque milioni di euro. I cittadini, intanto, hanno accolto la petizione del Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Pomezia e Torvaianica. Quattro le richieste, come spiega il presidente Massimo Falco: «Mappatura dettagliata di siti e aziende ad alto rischio inquinante della zona», una «pianificata messa in sicurezza dei siti non attivi e controlli costanti delle aziende attive», l’istituzione «di un osservatorio sanitario al fine di monitorare lo stato di salute dei cittadini» e del «registro dei tumori». Sono già 5mila le firme raccolte. Monia Nicoletti Il Comune di Pomezia provvederà alla messa in sicurezza dell’area, ma servono 750mila euro dalla Regione per poter avviare i primi lavori L’ EDITORIALE NELLA FRAGILITÀ DELLA MALATTIA SI SCOPRE L UMANITÀ ANDREA MANTO* a malattia è una sfida. Per la nostra esistenza, innanzitutto, che nella malattia è chiamata a confrontarsi con la fragilità e per la nostra persona che è messa in discussione nel corpo e nella sua relazione con gli altri. Una sfida che si duplica perché non appartiene più solo a chi la malattia la vive e la soffre, a chi se ne sente mutilato e diminuito nella sua integrità, ma appartiene anche agli altri, alla sua comunità, ai suoi amici, alla sua famiglia. Perché quando tutto cambia e l’orizzonte sembra restringersi, laddove vacillano le certezze e la quotidianità va in frantumi di fronte al limite che pone il corpo, ciò che può restare immutato o addirittura crescere è la forza della relazione umana. Così, la malattia diventa l’occasione di ridisegnare il valore del tempo e di scoprire che quello dedicato a chi è fragile è in realtà un tempo dedicato anche a noi stessi e alla riscoperta del valore dell’umano che la quotidianità, dispersa in mille cose e sempre di fretta, non evidenzia più. Fermarsi accanto a un malato significa imparare a guardare il tempo da un’altra prospettiva, a sentirsi meno impotenti di fronte al dolore, perché impegnati al fianco dell’altro per sorreggerne il peso. Ed è in quel tempo sospeso, in quel cammino difficile, in quell’equilibrio precario, che impariamo spesso a scorgere anche il nostro baricentro e a diventare più forti. Per la prima volta nella storia del mondo il numero degli ultrasessantenni è superiore a quello dei bambini al di sotto dei cinque anni e nei paesi più sviluppati aumentano gli ultraottantenni con disabilità gravi. Questi dati dell’Oms dicono che il farsi carico è sempre di più un atto non solo individuale, ma anche collettivo. I sistemi sanitari non possono eludere la domanda su come affrontare e sostenere queste disabilità e, con le risposte che daranno, ogni sistema declinerà il suo significato del prendersi cura e del valore che dà all’equità, al welfare e quindi all’uomo. Prendersi cura quindi oggi più che mai è una sfida complessa. Lo è all’interno di una relazione personale ma lo è anche quando si disegnano strategie sanitarie. Quando alla fragilità della salute si somma la solitudine o la fragilità economica questo non è mai un fatto privato, ma ci riguarda sempre tutti, dalla comunità alle istituzioni. «Ero malato e siete venuti a visitarmi» è la mano che stringiamo a chi soffre ed è solo, è la presa in carico globale della disabilità, è l’impegno per la giustizia sociale e la buona sanità. * Incaricato commissione regionale per il Servizio della salute L Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 11 febbraio 2018 generazione giovani arissimi, non chiedetemelo più, vi prego. Non vo- glio più tornare nel mio paese. Non perché non lo ami. Non perché non arda dalla voglia di passeggiare per quelle viuzze e quei sentieri ai bordi della Gave. Io, Bernadette Subirous, come potrei dimenticare tutto quello! La mia famiglia! Ma ho qui un’altra terra da vi- vere. E anelo ad una terra ancora più mia, che mi è pa- tria più di questa. Più di Lourdes. È la bella Signora che me l’ha indicata. Proprio lei, l’Immacolata Concezione – che neanche sapevo che cosa volesse dire –, mi ha portato qui in questo monastero fuori da tutto, fuori da ogni clamore, per poter scoprire che le mie radici non sono qui. Noi più siamo nulla sulla terra, e più va- liamo nella vera patria del cielo. Sono giovane, è vero. Forse non conoscerò la vecchiaia. Ho già conosciuta quella del peccato e mi basta. Voglio restare sempre gio- vane. Voglio che l’acqua dell’amore divino rinnovi con- tinuamente il mio cuore. Non tornerò a Massabielle. Quello non è più il mio posto. Molti vi andranno e vi torneranno, magari. E troveranno pace. Ma io, no. Ho un appuntamento più importante a cui la Madonna mia mi ha invitato: questo anticipo di paradiso e poi, il cuo- re di Dio. Così perdonatemi se non tornerò nella mia Lourdes. Un altro viaggio mi attende. Un’altra Patria. Francesco Guglietta C La chiamata di Maria invita tutti a seguirla Le principali novità della legge elettorale per le amministrative a pagina 2 Il rogo del 5 maggio 2017 Giornata mondiale del malato, dalle diocesi i racconti di chi sta vicino ai meno fortunati Eco X. Ancora attesa per la bonifica del sito Un amico che porta Gesù ai più deboli on me la sentivo, anche se più volte mi era stato chiesto dal parroco». All’inizio Antonio Lista aveva tanti dubbi. Portare la comunione agli anziani o a i malati sembrava una responsabilità troppo grande. Forse la partecipazione attiva nella parrocchia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, cattedrale di Porto–Santa Rufina e la consapevolezza di cosa sia l’Eucarestia lo frenavano. «Poi un giorno, per esigenza, dovetti sostituire un ministro straordinario», racconta Antonio. Così da quel momento non ha più smesso. Ha approfondito la sua formazione, seguendo i corsi dell’ufficio liturgico e ha ricevuto il mandato dal vescovo Reali. Da oltre dieci anni garantisce questo servizio alla comunità parrocchiale visitando le persone impossibilitate a partecipare alla Messa. Antonio Lista, prosegue dicendo che «Bisogna imparare ad avvicinarsi con umiltà e rispetto, entrare in punta di piedi, perché entri in relazione con una famiglia intera. Allora ascolti le storie di una vita, ti metti accanto alle fatiche dei parenti e quasi sempre nasce una vera amicizia». Così si crea un ponte con la parrocchia e la gente non si sente isolata, ma partecipe della comunità. Ma, lo stile deve essere consono, «non è un tuo ruolo, ma un servizio per la Chiesa e quando porti la teca al collo, devi sempre sapere che custodisci Gesù». Simone Ciampanella N « Una dama dell’Unitalsi abbraccia un suo assistito Dalle parole di chi accompagna i malati a Lourdes con l’Unitalsi o di chi si impegna nelle corsie degli ospedali emerge la ricchezza umana e cristiana di un servizio rivolto ai fratelli sofferenti Volontari, una dedizione sull’esempio del Vangelo

Upload: others

Post on 14-Aug-2020

5 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: e-mail: speciali@avvenire.it e-mail ......storie di sofferenza e di fede vis-suti in anni di pellegrinaggi. Il nostro volontariato è servire le persone in difficoltà. In questa giornata

DI CARLA CRISTINI

er la XXVI Giornata mondiale del mala-to, si è voluto dar voce ai tanti volontari,che realizzano il grande compito della

Chiesa, «portare sui malati lo stesso sguardo ric-co di tenerezza e compassionedel suo Signore». Marco Renzi,presidente dell’Unitalsi–sotto-sezione diocesana Civitavec-chia Tarquinia, sottolinea l’im-portanza di questa giornata,che con la festa della Madonnadi Lourdes, rappresenta per ivolontari Unitalsi, dopo il pel-legrinaggio, il momento piùimportante dell’anno. «Pren-dere parte a questa giornatanon può che ricordarci i tantimomenti trascorsi ai piedi del-la Grotta di Lourdes insieme atanti amici ammalati, le tantestorie di sofferenza e di fede vis-suti in anni di pellegrinaggi. Ilnostro volontariato è servire lepersone in difficoltà. In questagiornata si riflette anche sul sen-so di essere cristiani e di cosa si-gnifica servire i fratelli attraver-so la carità indossando la giac-ca da barelliere o il velo bian-co delle sorelle. È il giorno incui fede e servizio si incontra-no caratterizzando la nostra vo-cazione nella Chiesa di fedeli incammino». Piergiorgio Bellini,anche lui presidente diocesanoUnitalsi, sottosezione Anagni–Alatri racconta di come si entrain questa spirale di amore: «All’inizio quandosi decide di fare volontariato lo si fa, con unpo’ di curiosità e voglia di capire, poi una vol-ta che si entra in questo mondo, non si riescepiù a farne a meno; è una ricarica continua perla propria vita, l’altro diventa indispensabile eparte integrante della propria vita. Noi dell’U-nitalsi cerchiamo di vivere il Vangelo nella quo-tidianità, stando vicino a chi è meno fortuna-to, cercando di portare un sorriso dove a vol-te viene a mancare e tendendo una mano lad-dove sia necessario. Poi ci sono i pellegrinag-gi che sono una vera e propria immersione nel-l’amore da condividere». Una coppia di vo-lontari, anzi una intera famiglia, quella di Fa-biola e Achille Battistelli, di Cave, nella dioce-si di Palestrina, si è conosciuta e nata in senoall’Unitalsi: «sono entrata in questa famiglianel ‘94, durante un soggiorno estivo, per sem-plice curiosità». Dalla sua voce cristallina ir-rompe una gioia infinita; Fabiola, parlando

anche a nome di Achille, racconta di «un a-more grande, gratuito», di persone delicate chedanno tanto nel silenzio, senza chiedere nien-te. «Non è la pietà, ma il compatire, il “patirecon te”. Si tratta di una chiamata: il Signorechiama e quello è il nostro “sì”, l’atto del do-

narsi, di compiere realmente leparole del Vangelo, “io lo faccioa te”. Si tratta di un’esperienzaforte che cambia la prospettivacon cui si guarda il mondo».Piercarlo Gugliotta, barelliereUnitalsi della sottosezione del-la diocesi di Sora–Cassino–Aquino–Pontecorvo, raccontail valore speciale di questo ser-vizio. «Quello che ho imparatonell’assistenza agli ammalati stanel fatto che oltre alla compe-tenza per dare un supporto con-creto e fisico, occorre certa-mente anche passione e coin-volgimento personale perchéassistere non è fare il medico, as-sistere non è neanche fare l’in-fermiere, assistere da volonta-rio è impegnarsi in una piccola“missione”. È una scelta checoinvolge non solo la mente,ma soprattutto il cuore. È que-sto che rende l’assistenza diver-sa da un lavoro e che la trasfor-ma in qualcosa di speciale, siaper chi la offre sia per chi la ri-ceve, specialmente quando pre-stata in modo amorevole e gra-tuito, con uno spirito di servi-zio squisitamente cristiano».Vincenzo Testa, della diocesi di

Gaeta, racconta infine la sua esperienza di vo-lontario tra i malati ricoverati in ospedale: «L’in-contro con le fragilità è sempre occasione perriflettere. Ogni parola, ogni gesto, ogni sguar-do, ogni semplice accenno di presenza sono e-spressione totale di noi. Da poco tempo, co-me diacono, ho iniziato il mio servizio pressol’ospedale di Formia ed è un’esperienza che o-gni momento mi offre l’opportunità di incon-trare le stesse persone che Gesù incontrava perle strade polverose della Galilea. Il mondo del-la salute è per tutti una grande occasione di u-manizzazione e di sempre nuove opportunitàper offrire e accogliere il dono della fraternitàche, a pensarci bene, è prova e occasione pervivere, nel quotidiano, la nostra fede. Credoche ogni cristiano sia chiamato nella sua vitaordinaria a svolgere il ministero della conso-lazione e della gioia. Un servizio di prossimitàche impegna il cuore e dona vita agli altri e an-che a se stessi».

P

◆ ALBANOLO SPIRITODELLA PREGHIERA

a pagina 3

◆ ANAGNIUN CONCORSOPER LA VITA

a pagina 4

◆ CIVITA C.UNA CHIESA VICINAAI NUOVI POVERI

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAACCANTOAI MALATI

a pagina 6

◆ FROSINONELA LUCE DELLA PAROLA

a pagina 11

◆ GAETAPORTARE LA BIBBIAPER LE STRADE

a pagina 8

◆ LATINAUNA STORIAMILLENARIA

a pagina 9

◆ PALESTRINAUN CAMMINODI RINASCITA

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAUN MANDATODI SPERANZA

a pagina 11

◆ SORALETTERA PASTORALESULLA FAMIGLIA

a pagina 13

◆ TIVOLIUNA QUARESIMADI PENITENZA

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIIL VESCOVO PARLAAI CONSACRATI

a pagina 12

arà il Comune di Pomezia amettere in sicurezza il sito dellaEco X, ma servono i fondi della

Regione. La proprietà della ditta dismaltimento rifiuti, andata a fuocoil 5 maggio scorso, non harispettato l’ordinanza del sindacoFabio Fucci. Il primo cittadino diPomezia il 4 dicembre 2017 avevainfatti richiesto alla proprietà «diprovvedere, entro 30 giorni, a dareavvio agli interventi di messa insicurezza, caratterizzazione ebonifica». Di mesi ne sono passatidue e l’ordinanza è caduta nelvuoto. Al Comune non resta cheprovvedere in autonomia. Perquesto il sindaco ha inviato unanota alla Regione Laziosollecitando l’immediataerogazione di 750mila euro copertidalla polizza fidejussoria: «I750mila euro della polizzapotranno coprire soltanto i lavori di

S messa in sicurezza, che sonoprioritari – spiega Fucci – , ma ènecessaria fin da subito unaprogrammazione complessiva dellabonifica». Per coprire gli interventidi bonifica completa servirebberocirca cinque milioni di euro. Icittadini, intanto, hanno accolto lapetizione del Coordinamento deiComitati di Quartiere di Pomezia eTorvaianica. Quattro le richieste,come spiega il presidente MassimoFalco: «Mappatura dettagliata di sitie aziende ad alto rischio inquinantedella zona», una «pianificata messain sicurezza dei siti non attivi econtrolli costanti delle aziendeattive», l’istituzione «di unosservatorio sanitario al fine dimonitorare lo stato di salute deicittadini» e del «registro deitumori». Sono già 5mila le firmeraccolte.

Monia Nicoletti

Il Comune di Pomeziaprovvederà alla messain sicurezza dell’area, ma servono 750mila eurodalla Regione per poteravviare i primi lavori

L ’ E D I T O R I A L E

NELLA FRAGILITÀDELLA MALATTIA

SI SCOPRE L’UMANITÀ

ANDREA MANTO*

a malattia è una sfida. Per la nostraesistenza, innanzitutto, che nellamalattia è chiamata a confrontarsi

con la fragilità e per la nostra persona che èmessa in discussione nel corpo e nella suarelazione con gli altri. Una sfida che siduplica perché non appartiene più solo achi la malattia la vive e la soffre, a chi sene sente mutilato e diminuito nella suaintegrità, ma appartiene anche agli altri,alla sua comunità, ai suoi amici, alla suafamiglia. Perché quando tutto cambia el’orizzonte sembra restringersi, laddovevacillano le certezze e la quotidianità va infrantumi di fronte al limite che pone ilcorpo, ciò che può restare immutato oaddirittura crescere è la forza dellarelazione umana. Così, la malattia divental’occasione di ridisegnare il valore deltempo e di scoprire che quello dedicato achi è fragile è in realtà un tempo dedicatoanche a noi stessi e alla riscoperta delvalore dell’umano che la quotidianità,dispersa in mille cose e sempre di fretta,non evidenzia più. Fermarsi accanto a unmalato significa imparare a guardare iltempo da un’altra prospettiva, a sentirsimeno impotenti di fronte al dolore, perchéimpegnati al fianco dell’altro persorreggerne il peso. Ed è in quel temposospeso, in quel cammino difficile, inquell’equilibrio precario, che impariamospesso a scorgere anche il nostro baricentroe a diventare più forti. Per la prima voltanella storia del mondo il numero degliultrasessantenni è superiore a quello deibambini al di sotto dei cinque anni e neipaesi più sviluppati aumentano gliultraottantenni con disabilità gravi. Questidati dell’Oms dicono che il farsi carico èsempre di più un atto non solo individuale,ma anche collettivo. I sistemi sanitari nonpossono eludere la domanda su comeaffrontare e sostenere queste disabilità e,con le risposte che daranno, ogni sistemadeclinerà il suo significato del prendersicura e del valore che dà all’equità, alwelfare e quindi all’uomo. Prendersi curaquindi oggi più che mai è una sfidacomplessa. Lo è all’interno di una relazionepersonale ma lo è anche quando sidisegnano strategie sanitarie. Quando allafragilità della salute si somma la solitudineo la fragilità economica questo non è maiun fatto privato, ma ci riguarda sempretutti, dalla comunità alle istituzioni. «Eromalato e siete venuti a visitarmi» è lamano che stringiamo a chi soffre ed è solo,è la presa in carico globale della disabilità,è l’impegno per la giustizia sociale e labuona sanità.

* Incaricato commissione regionale per il Servizio della salute

L

Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 11 febbraio 2018 generazione giovani

arissimi, non chiedetemelo più, vi prego. Non vo-glio più tornare nel mio paese. Non perché non lo

ami. Non perché non arda dalla voglia di passeggiareper quelle viuzze e quei sentieri ai bordi della Gave. Io,Bernadette Subirous, come potrei dimenticare tuttoquello! La mia famiglia! Ma ho qui un’altra terra da vi-vere. E anelo ad una terra ancora più mia, che mi è pa-tria più di questa. Più di Lourdes. È la bella Signora cheme l’ha indicata. Proprio lei, l’Immacolata Concezione– che neanche sapevo che cosa volesse dire –, mi haportato qui in questo monastero fuori da tutto, fuorida ogni clamore, per poter scoprire che le mie radicinon sono qui. Noi più siamo nulla sulla terra, e più va-liamo nella vera patria del cielo. Sono giovane, è vero.Forse non conoscerò la vecchiaia. Ho già conosciutaquella del peccato e mi basta. Voglio restare sempre gio-vane. Voglio che l’acqua dell’amore divino rinnovi con-tinuamente il mio cuore. Non tornerò a Massabielle.Quello non è più il mio posto. Molti vi andranno e vitorneranno, magari. E troveranno pace. Ma io, no. Houn appuntamento più importante a cui la Madonna miami ha invitato: questo anticipo di paradiso e poi, il cuo-re di Dio. Così perdonatemi se non tornerò nella miaLourdes. Un altro viaggio mi attende. Un’altra Patria.

Francesco Guglietta

C

La chiamata di Mariainvita tutti a seguirla

Le principali novità della legge elettoraleper le amministrativea pagina 2

Il rogo del 5 maggio 2017

Giornata mondiale del malato, dalle diocesi i racconti di chi sta vicino ai meno fortunati

Eco X.Ancora attesa per la bonifica del sito

Un amico che porta Gesù ai più debolion me la sentivo, anche se piùvolte mi era stato chiesto dalparroco». All’inizio Antonio

Lista aveva tanti dubbi. Portare lacomunione agli anziani o a i malatisembrava una responsabilità troppo grande.Forse la partecipazione attiva nellaparrocchia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria,cattedrale di Porto–Santa Rufina e laconsapevolezza di cosa sia l’Eucarestia lofrenavano. «Poi un giorno, per esigenza,dovetti sostituire un ministro straordinario»,racconta Antonio. Così da quel momentonon ha più smesso. Ha approfondito la suaformazione, seguendo i corsi dell’ufficioliturgico e ha ricevuto il mandato dalvescovo Reali. Da oltre dieci anni garantisce

questo servizio alla comunità parrocchialevisitando le persone impossibilitate apartecipare alla Messa. Antonio Lista,prosegue dicendo che «Bisogna imparare adavvicinarsi con umiltà e rispetto, entrare inpunta di piedi, perché entri in relazione conuna famiglia intera. Allora ascolti le storie diuna vita, ti metti accanto alle fatiche deiparenti e quasi sempre nasce una veraamicizia». Così si crea un ponte con laparrocchia e la gente non si sente isolata,ma partecipe della comunità. Ma, lo stiledeve essere consono, «non è un tuo ruolo,ma un servizio per la Chiesa e quando portila teca al collo, devi sempre sapere checustodisci Gesù».

Simone Ciampanella

Una dama dell’Unitalsi abbraccia un suo assistito

Dalle parole di chi accompagna i malati a Lourdescon l’Unitalsi o di chi si impegna nelle corsie degli ospedali emerge la ricchezza umana e cristiana di un servizio rivolto ai fratelli sofferenti

Volontari, una dedizione sull’esempio del Vangelo

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: e-mail: speciali@avvenire.it e-mail ......storie di sofferenza e di fede vis-suti in anni di pellegrinaggi. Il nostro volontariato è servire le persone in difficoltà. In questa giornata

DI MARIA TERESA CIPRARI

a cattedrale intitolata a san Francescod’Assisi sorse nel 1610 come chiesa deiMinori conventuali; nel 1769 papa

Clemente XIV acconsentì all’ampliamentoe sotto Pio VI l’edificio fu ultimatodall’architetto Francesco Navone.L’appartenenza all’ordine francescano èevidenziata in facciata dalla presenza dellestatue di san Francesco e di sant’Antonio daPadova. L’interno è ad una sola navata consei cappelle laterali e si conclude in un

ampio presbiterio. Consacrata il 20 maggiodel 1782 dal vescovo Pastrovich, titolare diViterbo e Tuscania, a cui Civitavecchia eraannessa, la chiesa era stata provvista diconvento e di una torre campanaria, concampane ricavate da due cannoni, donateda Clemente XIV. Il 235° anniversario delladedicazione della basilica è stato celebratocon il vescovo Luigi Marrucci ed il parrocomonsignor Firringa lo scorso anno, anchecon il volume La cattedrale di Civitavecchia,(di Antonio Dolgetta, Edizioni Signum),che documenta fotograficamente la storiadell’edificio ed il culto di san Fermina. Lachiesa di San Francesco divenne collegiata epoi cattedrale della nuova diocesi diCivitavecchia, unita nel 1825 a Porto eSanta Rufina e, dal 1854, a Tarquinia. Ilconvento venne adibito ad episcopio eseminario, e i francescani si ritirarono insant’Antonio. Intanto l’edificio era statodotato di coro ligneo e decorato constucchi in oro. Il 14 maggio del 1943

Civitavecchia fu bombardata, ben 87bombardamenti alleati colpirono la città inun anno, risparmiando soltanto la facciata,il campanile e parte delle mura perimetralidella chiesa, che con il vescovo GiulioBianconi fu nuovamente aperta al culto il 4ottobre 1950, ripristinata nella forma diNavone. L’area presbiteriale è delimitata daun grande arco sorretto da due pilastri.Sulla parete di fondo l’affresco di AntonioNessi (1739–1773) fu largamente ridipintonel dopoguerra da Francesco Borgognoni esuccessivamente riportato allo statooriginale. Raffigura san Francesco che ricevele stimmate; due grandi colonnesorreggono il timpano su cui sono adagiatela Giustizia e la Speranza. Al centro èrappresentato lo Spirito Santo. Appenaall’ingresso della basilica, prima dellecappelle laterali, sulla sinistra si aprel’ambiente che custodisce il fontebattesimale in marmo, sormontato dallastatua del Buon Pastore, di fronte è la porta

della scala che conduce all’organo.Monsignor Girolamo Grillo (1983–2006)fece realizzare un nuovo altare, un notevoleparallelepipedo rialzato su un gradino, erimosse la balaustra, della quale dueframmenti furono utilizzati a delimitare lazona nel fondo dell’abside dove è collocatala cattedra, che attualmente è un sobrioseggio in legno, posto dal vescovo Chenis erialzato su un ulteriore gradino. Al postodei due amboni esagonali ricavati dallabalaustra fu realizzato nel 1995 un leggioavente per base un capitello della chiesamatrice di Santa Maria. Un nuovo ambonemonumentale lo ha sostituito, è statobenedetto nell’ottobre del 2016 e sul frontepresenta un bassorilievo raffigurantel’Eterno Padre benedicente, provenienteanch’esso da Santa Maria, da cui arriva purela statua di santa Caterina da Siena,collocata nel lato sinistro della navata. Ilportone in bronzo, di Pino Schiti, è statorealizzato nel 2000. (15. segue)

L

Ines Ciolli, docente di diritto costituzionale illustra i cambiamenti che il Rosatellum bis apporterà al sistema che regolamentail meccanismo delle consultazioni regionali

La semplice maestosità della Cattedrale francescana

Par condicio, i giornalistisotto la lente Agcom

La nuova modalitàdi voto nel Laziocerca di correggerei difetti del proporzionaleMa l’assegnazionedel premio garantisceuna maggioranzarisicata che finisceper scontentare tutti

«Elezioni, voceal territorio»

DI MIRKO GIUSTINI

ottobre 2017 il consiglioregionale del Lazio haadeguato il sistema di voto

locale alla legge elettorale vigente,il Rosatellum bis. Laziosette hachiesto a Ines Ciolli, professoreassociato di diritto costituzionaleall’Università La Sapienza diRoma, di fare una riflessione sulle

Anuove modalità di voto nel Lazio. La principale novità è lacancellazione del listino dei 10consiglieri legati al vincitore. Checosa significa questa scelta? Con l’eliminazione del listino el’obbligo di eleggere un consigliereper ogni circoscrizione si cercanodi correggere le criticità delsistema proporzionale. La leggeprecedente favoriva lecircoscrizioni più grandi, come laCittà metropolitana di Roma equelle con affluenza maggiore.Mentre quelle più piccole e conmeno votanti, nella ripartizionedei seggi a base regionale,rischiavano di non essererappresentate. Il nuovo sistemafavorisce un collegamento piùstretto con il territorio. È stata introdotta la parità digenere. Secondo lei le quote rosavalorizzano il potenzialefemminile? L’articolo 51 della Costituzione èdal 2003 che prevede una parità diaccesso alle cariche pubbliche. Uncriterio necessario ma non

sufficiente, perché le donne che sidedicano alla politica sono menodegli uomini. La parità di generenelle liste è un primo passo, manon garantisce l’elezione. Vietato il terzo mandato per ipresidenti. È un invito a tornaresui territori o a tentare l’elezionein Parlamento? Dipende dalla personalità. Cisono casi di parlamentari tornati afare i governatori o i sindaci.Questa osmosi credo faccia benealla politica locale. Tuttavia nonpenso che al termine del suomandato un governatore torni afare il sindaco di piccoli o medicomuni. Sono stati dichiarati ineleggibili isindaci di comuni sopra i 20milaabitanti. Credo che qui ci sia qualcheprofilo di incostituzionalità.Ampliare i casi di ineleggibilità èun modo per limitare l’accesso allecariche pubbliche, sembra come sesi fosse voluto escludere qualcuno. Le liste legate a gruppiparlamentari saranno esentate

dalla raccolta firme. Qualcuno hapaura di chiedere di nuovo ilconsenso al suo elettorato? L’articolo 49 della Costituzione èstato pensato per garantire lapartecipazione più ampiapossibile. Oggi, con l’abolizionedel finanziamento pubblico aipartiti, vengono richiestetantissime firme o unapparentamento con partiti chesono già stati presenti in consiglioregionale. Non viene fornita a tuttila stessa possibilità di concorrere. Nella legge è presente un premiodi maggioranza: come funziona?Il premio di maggioranza scattasoltanto per un quinto deiconsiglieri, quelli vicini alla listadel presidente eletto. Undispositivo che scontenta un po’tutti. Garantisce una maggioranzarisicata e falsa comunque lacompetizione elettorale. Inoltre, ilpremio scatta ugualmente, senzaessere vincolato ad alcuna soglia.Fortunatamente influisce su unnumero ristretto di consiglieri, mail principio non convince molto.

utti ne parlano, ma pochi sannodavvero la par condicio che

cos’è. E nonostante sia il latinismopiù noto e ricorrente in campagnaelettorale, i meccanismi che neregolano il funzionamentorimangono per lo più oscuri aicittadini. Eppure si tratta di qualitàdell’informazione. Di impedire chele carte vengano falsate a monte, damedia o servizi schierati oinoffensivi, in modo chel’imparzialità non resti sulla carta. Avigilare sul rispetto della parcondicio ci pensa l’Autorità per legaranzie nelle comunicazioni. Con ladelibera 1 del 2018 ha pubblicatoun regolamento per «dare concretaattuazione ai principi delpluralismo, dell’imparzialità,dell’indipendenza, dell’obiettività edella completezza dellacomunicazione attraverso i mezzi diinformazione». La materia delcontendere è la quantità di tempoin cui si parla dei soggetti politici.Sia quelli collettivi (partiti,movimenti, liste, coalizioni) che isingoli esponenti. Il controlloavviene preventivamente, con l’invioall’Authority di scalette dettagliatedei programmi, poi a trasmissioneconclusa. Per questo secondocompito l’ente si avvale di unasocietà di monitoraggio, selezionatacon concorso pubblico. Per garantire«ai cittadini il massimo diinformazioni, verificate e fondate,con il massimo della chiarezza».L’utilità sociale è indubbia, specie inperiodi delicati come la campagnaelettorale. Ma l’attuazione delregolamento pone qualche

problema. A cominciare dalla novitàdi quest’anno. Per la prima voltasotto la lente dell’Autorità sono finitianche giornalisti e opinionisti.L’articolo 7 al comma 4 prevede di«garantire, laddove il format dellatrasmissione preveda l’intervento diun giornalista o di un opinionista asostegno di una tesi, uno spazioadeguato anche allarappresentazione di altre sensibilitàculturali in ossequio al principionon solo del pluralismo, ma anchedel contraddittorio, dellacompletezza e dell’oggettivitàdell’informazione stessa, garantendoin ogni caso la verifica di dati einformazioni emersi dal confronto».In sintesi si chiede ai conduttori,spesso giornalisti loro stessi, didomandare ai colleghi le lorointenzioni di voto. È vero che spessogli opinionisti hanno una tessera dipartito, talora sono stati candidati opolitici attivi. Ma cosa fare con queigiornalisti che non sonoapertamente schierati e fanno gliinteressi solo del pubblico? Senzacontare che nelle redazioni piùautorevoli collaborano professionisticon punti di vista diversi tra loro.Dunque, anche la selezione pertestata risulta fallace. E in unsistema pluralista e polarizzatocome quello italiano non è cosìfacile individuare la giustasfumatura di destra o di sinistra. Maquesto Agcom lo sa bene. Tant’è chefinora i richiami ufficiali non hannoriguardato la selezione degli ospiti. Idati sono nella sezione “parcondicio” del sito www.agcom.it.

(Mi.Giu.)

T

nimatori creativi fatevi avanti.Ai nastri di partenza il corso di

formazione per acquisire compe-tenze nel settore dell’animazione,sviluppando abilità connesse alla ge-stualità del corpo ed alla creazionedi oggetti da trasformare in stru-menti da utilizzare per azioni didat-tiche. L’iniziativa è promossa dal Pro-getto Policoro Lazio, tramite la Com-

missione regionale per la Pastoralesociale e il lavoro, in collaborazionecon la Scuola dello Sport del CONILazio. Il modulo può essere richiestoscrivendo all’indirizzo: [email protected]. Il termine ultimo per inviarela domanda (allo stesso indirizzomail) è fissato alle 14.00 del 15 feb-braio 2018. Possono partecipare gio-vani tra i 18 e i 30 anni. Saranno ac-

colte le prime 50 domande. Il corsoè gratuito e dura 30 ore. E’ consenti-ta l’assenza di 6 ore massimo. Viag-gio e vitto a carico dei partecipanti.Le lezioni inizieranno il 24 febbraioper proseguire il 10 e 24 marzo, il 7e 14 aprile. Si svolgeranno, dalle 9.00alle 15.30, nella sala riunioni annessaalla Cappella della stazione Termini.

Claudio Gessi

AAnimatori creativi ai blocchi di partenza

«Nella Caritas c’è una cerniera tra società e comunità»DI ALBERTO COLAIACOMO

vere la capacità di stare sulpezzo, una carità in atto, anchequando non si hanno

soluzioni o ci si sente impotenti. Solocosì possiamo esercitare il ruolo che cispetta: essere cerniera tra la società e lacomunità, capaci in incarnare la Paroladi Dio». Così don Francesco Soddu,direttore di Caritas Italiana, hasollecitato gli operatori delle Caritasdiocesane del Lazio nell’incontroannuale che la Delegazione regionaleorganizza con l’organismo della CEI. Lo scorso 31 gennaio, oltre cinquantarappresentanti delle Chiese laziali sisono incontrati a Roma ospiti della“Cittadella della Carità – SantaGiacinta” alla presenza di monsignorGino Reali, vescovo di Porto e Santa

Rufina e delegato regionale per la carità.Ad aprire i lavori, con la preghiera nellachiesa della Cittadella, è statol’arcivescovo Angelo De Donatis, vicariodel Papa per la Diocesi di Roma. Il presule ha invitato a «non caderenella tentazione di ricondurre la realtàdentro i propri schemi, perché il mondoche ci circonda è sempre più grandedelle idee che abbiamo nella testa». Peril vicario «è la libertà del cuore che ciaiuta ad essere aperti». Ha concluso lasua meditazione leggendo uno scritto didon Andrea Santoro nel quale ilmissionario martire in Turchia,paragonandosi a un foglio bianco dascrivere e a creta da modellare, afferma:«Signore, accetto di essere di nuovo azero, accetto quello che vuoi tu, tuttoper la gloria di Dio». Il confronto tra gli operatori regionali e

i rappresentanti di Caritas Italiana hariguardato i diversi ambiti di lavorodell’organismo. In particolare, neldocumento introduttivo, monsignorCesare Chialastri, direttore della Caritasdi Velletri–Segni e incaricato del Lazio,ha indicato cinque priorità. «Laquestione giovanile – ha detto –, sia perl’ambito educativo che per l’inserimentosocio–lavorativo, è l’aspetto che destamaggiore preoccupazione. A partequalche esperienza di formazione alvolontariato, dalle diocesi nonemergono proposte concrete per igiovani». Il Sinodo dei vescovi dedicatoai giovani, ha poi spiegato Chialastri,deve sollecitare le Caritas a intensificarel’incontro con i giovani nei diversiambienti. Altra questione su cui le Caritas siinterrogano è quello di un progetto di

formazione unitaria, soprattutto per gliaspetti spirituali, coinvolgendo anchegli altri organismi pastorali. Un particolare approfondimento è statoriservato ai temi dell’accoglienza dimigranti e rifugiati che, con progettidiversi – Sprar, ricollocamento, minorinon accompagnati, evacuazioneumanitaria e assistenza sanitaria –riguardano quasi tutte le diocesi dellaregione. Ampio spazio è stato dato alladiscussione dei progetti finanziatiattraverso i fondi dell’8 per mille,illustrando le nuove procedure dirichiesta e i tempi di approvazione. Del sostegno alla Caritas di Rieti e deiprogetti futuri per le popolazioniterremotate, dopo la fase della primaemergenza, si è discusso nell’ultimaparte dell’incontro.

Il duomo di Civitavecchia distrutto dai bombardamenticon le opere di restauro è tornato all’antica bellezza

Giornalisti e foto reporterdurantelo svolgimentodi un eventopubblico

formazione

Il 31 gennaio la delegazione regionaleCaritas ha incontrato il direttore don Soddu: giovani, terremoto e immigrazione i temi discussi

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 11 febbraio 2018

Viaggio fra le sacre mura

Sopra, Ines Ciolli, docente di dirittocostituzionale all’Università LaSapienza di Roma, durante una lezioneA sinistra, il Consiglio regionale del Lazio

L’incontro alla Cittadella della Caritas di Roma

La facciata della Cattedrale di san Francesco

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: e-mail: speciali@avvenire.it e-mail ......storie di sofferenza e di fede vis-suti in anni di pellegrinaggi. Il nostro volontariato è servire le persone in difficoltà. In questa giornata

«La Valletta» in crescita con migliaia di scout all’annoDI MARIA PIA MASI E GIOVANNI DALIA

omenica scorsa il Gruppo Scout Ro-ma 2 ha organizzato la 4ª edizionedella polentata nella base Scout “La

Valletta”. Oltre 200 persone insieme al ve-scovo Reali per festeggiare il grande succes-so di questa base: 4000 presenze annue. “LaValletta” è ormai diventata un punto di rife-rimento per le attività dello scoutismo ro-mano, oltre che per la diocesi di Porto–San-ta Rufina.In questi anni sono stati affrontati diversi la-vori per rendere il terreno sempre megliofruibile in tutti i periodi dell’anno, come leoltre 70 piante messe a dimora per ovviarenel tempo al problema dell’ombra. Sono sta-ti allestiti lavatoi e docce all’aperto con ba-gni chimici permanenti, punti ombra e pun-ti fuoco anche per cucinare.Una base attrezzata adeguata a tutti. Aicampi estivi di reparto con i ragazzi che

possono montare le loro tende, fare le co-struzioni (tavoli, cucine, panche) con i pa-li messi a disposizione. Con la bella sta-gione poi la base diventa un punto di in-teresse per i gruppi che decidono di per-correre la via Francigena, trovando un luo-go ospitale immerso nel verde.Caratteristica della base è la fratellanza scout.Diversi sono i gruppi che si susseguono neifine settimana e nei campi estivi, e che tro-vano qui motivo di incontro con altre asso-ciazioni, regioni, nazioni, uniti dagli stessi va-lori e dalle celebrazioni eucaristiche dome-nicali attorno all’altare costruito in perfettostile scout. Anche la dimensione internazio-nale è ormai uno dei fiori all’occhiello del-la Valletta. Sono stati ospitati gruppi prove-nienti dalla Francia, dal Portogallo, dall’Au-stria, dalla Polonia. Per quanto riguarda gli impegni imminentiad Aprile la Valletta ospiterà due eventi del-la branca lupetti di due zone, con circa 450

bambini ciascuno, a marzo la route delle Co-Ca della zona Agesci Etruria, circa 100 capi,in parte della diocesi, e subito a febbraio unevento della Aic (Associazione italiana ca-storini) con circa 150 bambini tra i 6 e gli 8anni. Per la prossima estate sono già moltele richieste di ospitalità in occasione dell’in-contro del Papa con i giovani a Roma previ-sto per il mese di agosto.I capi che gestiscono la base ringraziano ladiocesi e il vescovo per aver offerto uno spa-zio così ampio e bello a pochi passi da Ro-ma. «Con lo spirito di servizio del GruppoRoma 2 e della pattuglia della base – diconogli scout –, portiamo avanti questo progettocon tanto entusiasmo e con tanta voglia dimetterci in gioco, pronti a mantenere fede a-gli impegni presi e pronti ancor di più a spin-gerci ben oltre, là dove si presentasse l’occa-sione di ampliare questo tipo di ospitalità».(www.basescoutlavalletta.it, Facebook: Ba-seScoutLaValletta)

DUn luogo per la formazione

Nel 2013 il vescovo Realiconcesse in comodatod’uso gratuito al GruppoScout Roma 2 di La Stortaun’ampia area agricolaall’interno del Centropastorale di Porto–SantaRufina in via della Storta783, per la realizzazione diuna base scout diocesana,conosciuta da allora come“La Valletta”.L’intesa nacque conl’obiettivo di offrire agliscout della diocesi Rufina,ma anche a quelliprovenienti da fuori, unluogo adeguato per leattività e per laformazione.Base scout «La Valletta»

Portatori di speranzail corso.Ministri straordinari della Comunioneverso il mandato durante la Veglia di PentecosteDI GIUSEPPE COLACI

a proposta di formazionedell’Ufficio liturgico diPorto–Santa Rufina prevede

per quest’anno pastorale unpercorso per i ministri straordinaridella Comunione che, seguendo ilciclo triennale, riceveranno nellaVeglia di Pentecoste del prossimo19 maggio il mandato diocesanodal vescovo Reali. Si proporranno due periodi diformazione, con la collaborazionedell’Ufficio della pastoralesanitaria. Il primo percorso dibase prevede cinqueappuntamenti durante il tempo diQuaresima nei mercoledì a partiredal 21 febbraio. La sededella formazione è alCentro pastorale in viadella Storta 783 coninizio alle 20.30.Questa prima serie diincontri è dedicata aiprincipianti chericeveranno per la primavolta l’incarico ufficialedi distribuire l’Eucaristiaai malati nelle case edurante le Messe,quando richiesto dal celebrante.Nel primo incontro don SalvatoreBarretta si soffermerà sullapresenza reale nell’Eucaristia. Il 28febbraio si approfondirà lacelebrazione eucaristica facendoriferimento alle premesse delmessale romano italiano. Il 7marzo don Bernardo AcunaRincon guiderà i corsisti acomprendere l’adorazioneeucaristica come cammino diformazione permanente. Il 14marzo sarà il diacono MicheleSardella, direttore dell’ufficio perla pastorale sanitaria, asoffermarsisull’accompagnamento dellapersona malata. Chiuderà il breveitinerario il vescovo Reali con larelazione del 21 marzo sulla figuradel ministro straordinario e dellasua configurazione all’internodella Chiesa locale.

LAccanto alla propostaquaresimale ci sarà, poi,la seconda fase dellaformazione nel tempodi Pasqua. Anche questasi svilupperò in cinquemercoledì a partiredall’11, stesso luogo eorario. Questo percorsoè strutturato comeofferta diapprofondimento, siaper quelli che hannoseguito la formazionedurante la Quaresimasia per gli altri che daanni svolgono ilministero e richiedono,con l’approvazione del

parroco, di rinnovarlo.Nel primo incontro ildirettore dell’ufficioliturgico offrirà alcunicontributi sullaEucarestia comesacramento dellaComunione. Nelsecondo, il 18 aprile,don Acuna si parleràinvece dell’Eucaristiacome sacramento dellamemoria. L’azione delloSpirito Santo nelsacramento eucaristico saràproposta da don Giorgio Woodallil 25 aprile. Nel penultimoincontro, il 2 maggio, Sardella eBorriello ragionerannodell’apporto dell’Eucarestianell’atteggiamento della famigliaverso il malato. La formazione siconcluderà il 9 maggio con ilcontributo del vescovo sul mistero

della fede.La proposta complessiva saràcurata dal clero diocesano conuna specifica attenzione allacomprensione di fede eall’attitudine umano spiritualerichiesta ai candidati. Essidovranno caratterizzarsi per lenecessarie qualità di devozione, diattenzione e delicatezza verso il

Signore che si offre e il malato oall’anziano che soffre.In diocesi, il servizio offerto dalleparrocchie ai malati ed anzianiesiste dal 1995, e ha raggiunto,ormai un soddisfacente livello diqualità con cristiani consapevoli,generosi e formati circa la nobiltàe serietà della loro presenza nellecomunità cristiane.

L’ufficio liturgico diocesanocon la Pastorale sanitariaoffre un itinerariodi base che si terrà neimercoledì di Quaresimae uno di approfondimentodurante il tempo di Pasqua

DI MARINO LIDI

erate per la vita». È una se-rie di sei incontri organiz-zati dal Gruppo Sostegno al-

la vita nella parrocchia della Santis-sima Trinità di Cerveteri. La comu-nità guidata da padre Mario Vec-chierelli ha invitato alcuni espertiper offrire un’ampia prospettiva suquanto c’è in ballo nella promozio-ne della vita. Gli appuntamenti ini-ziano tutti alle 20.30Il primo, tenuto l’8 febbraio, ha a-vuto come tema “È la conoscenza disé che ci rende liberi e responsabilinelle scelte della vita”. Lo sviluppodella riflessione è stato affidato aMaria Fanti, insegnante del metodoBillings presso il Centro regolazio-ne naturale fertilità di Viterbo, e aRoberto Bennati, vice presidente na-zionale movimento per la Vita.Il prossimo appuntamento si tieneil 22 febbraio. Maria Teresa Sauro,medico legale Asl, con Massimo DeLellis parleranno delle metodiche di

aborto. Della sindrome post abortonel ragionerà invece la psicologaGrazia Lamanna il 5 marzo. Nelquarto incontro, il 15 marzo, l’o-stetrica Giovanna Todaro ragioneràdel punto di vista dell’embrione–feto rispondendo alla domanda:“Cosa fa il bimbo nella pancia del-la sua mamma?”.Il 12 aprile si allarga lo sguardo sof-fermando l’attenzione sui problemieducativi in età scolare: Riccardo A-gresti, preside dell’Ic Corrado Me-lone di Ladispoli affronterà il temadel bullismo.Sulla speranza della riabilitazioneverterà invece l’ultimo incontro, il26 aprile, con la neuro psichiatra in-fantile Simona Pennacchia. Nellastessa serata conclusiva ci sarà unatestimonianza di Manuela Bartolinia partire dalla domanda “Si può vin-cere sui tabù imposti dalla menta-lità corrente?”.(Parrocchia Santissima Trinità, ViaFontana Morella, 52Cerveteri)

Sei serate in sostegno alla vitanella parrocchia della Trinità

iparatrici del santo volto di nostro Signore Gesù Cristo: è il nome della con-gregazione di religiose presente a Santa Marinella dal 1956, per voler del

fondatore, l’abate Ildebrando Gregori. Nel nome delle consacrate c’è raccoltogià tutto il loro carisma. La loro vocazione si concretizza nell’accoglienza deimalati, perché nei volti delle persone più fragili c’è segnato quello del Crocifis-so. Per la loro festa che capita il 13 febbraio, martedì prima prima del tempodi Quaresima, sarà presente il vescovo Reali per celebrare insieme la Messa.Le suore sono state sempre al passo coi tempi aprendo nel 1998 una residenzasanitaria per anziani e una casa di cura per lungodegenza. In osservanza delleindicazioni di padre Gregori, l’istituto Santo Volto di Santa Marinella, nella suacomplessità strutturale, mira a garantire agli utenti il massimo rispetto della di-gnità e della libertà personale, della riservatezza, dell’individualità e delle con-vinzioni religiose. La struttura si propone anche di mantenere la continuità deirapporti sociali e della vita di relazione, offrendo un ambiente il più possibilesimile a quello della comunità di provenienza.

Gianni Candido

RQuei santi volti da riparare

DI GIUSEPPINA TERRUGI

umerosi i religiosi raccolti attornoal vescovo Reali per la Giornatadiocesana della vita consacrata,

celebrata in cattedrale il 4 febbraio.Suggestivo l’inizio con il canto “Il Signoreè la Luce che vince la notte” e con loscintillio delle candele in mano aipresenti. Come negli scorsi anni, laricchezza dei diversi carismi che dannoluce alla diocesi, è stata condivisaattraverso due testimonianze di realtàpresenti a Porto–Santa Rufina: l’Ordinedel Santissimo Salvatore di Santa Brigidae i Servi di Gesù.Il primo fu fondato da santa Brigida nel1369 con il primo monastero a Roma,

cui sono seguiti altri soprattutto inEuropa. All’inizio del secolo scorso, santaMaria Elisabetta Hesselblad, luteranasvedese convertita al cattolicesimo, ha poiavviato al ripristino dell’ordine brigidino,sparso ora in vari continenti e innumerose comunità. I Servi di Gesù, sortiin Messico, hanno da poco celebrato illoro 50° anno di fondazione e sonopresenti soprattutto in America e inEuropa. Nella diocesi hanno la curapastorale della comunità parrocchiale diSanta Lucia in Pontestorto, a Castelnuovodi Porto. Nella preghiera dei vespri il vescovo hapoi richiamato le parole del Papaparlando di festa dell’incontro. L’incontrotra il Dio bambino, che porta novità, e

l’umanità in attesa, rappresentata daglianziani nel tempio. Incontro è anchequello dei giovani Maria e Giuseppe edegli anziani Simeone e Anna: gli anzianiricevono dai giovani, i giovani attingonodagli anziani. Infine, incontro è proprioquello con il Signore che inizia ilcammino di consacrazione.Al termine il vescovo ha invitato aringraziare il Signore per il dono dellavita consacrata, esortando a continuare aseguire Cristo obbediente, povero e casto.Dopo la rinnovazione dei voti, alcunireligiosi hanno depositato in un grandebraciere piccoli grani di incenso, simbolodell’impegno, del lavoro, delle fatiche edell’operosità dei consacrati, perché ilvino nuovo trovi spazio in otri nuovi.

N

Seguire Cristo per essere «vino nuovo»icordati che sei polve-re e in polvere ritor-

nerai» o «convertitevi e cre-dete al Vangelo». Una di que-ste due frasi i fedeli ascolte-ranno mercoledì prossimo.Mercoledì delle ceneri, primogiorno di Quaresima: nellaCattedrale dei Sacri Cuori diGesù e Maria la celebrazionesarà presieduta dal vescovoReali alle 20.30.Le due formule pronunciatesottolineano due aspetti delrito. La prima evidenzia la ce-nere cosparsa sul penitente,memoria della condizione

mortale, della caducità, dellavanità di tutte le cose. Invece,la seconda, parlando di con-versione, offre a questa con-sapevolezza di fragilità lachiave di volta: la vita eternadel Risorto custodita nella pa-rola di Dio.E questo gesto di speranza èvissuto in comunità. Nella par-rocchia più piccola o in Catte-drale i fedeli si ritrovano in-sieme solidali nell’esperienzadel peccato ma anche popoloin cammino, in attesa dellasalvezza della Pasqua.

Simone Ciampanella

Il vescovo Reali con i religiosi

Nella polvere delle ceneril’attesa della Risurrezione

La Comunione

Cerveteri

Santa Marinella

14 FEBBRAIOIl vescovo presiede il rito delle Ceneri (20.30,Cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria)

18 FEBBRAIOIl vescovo presiede il rito dell’elezione deicatecumeni e dell’iscrizione del nome(18.30, Cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù eMaria)

20 FEBBRAIORitiro mensile del Clero (Centro pastorale,dalle 9.30 alle 14.30)

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 11 febbraio 2018

L’agenda

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30