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Comunicazione VERBALE Il linguaggio segreto del corpo Piercarlo Romeo

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E-Book di introduzione alla CNV - Comunicazione Non Verbale. Scopri i segreti del Linguaggio del Corpo.

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Page 1: E-Book sulla Comunicazione Non Verbale - CNV

Comunicazione

VERBALE Il linguaggio segreto del corpo

Piercarlo Romeo

Page 2: E-Book sulla Comunicazione Non Verbale - CNV

www.fym.it E-Book CNV

Ciao!

Complimenti per aver scelto di investire su te stesso.

La formazione in Comunicazione Non Verbale è fondamentale sia

nella vita personale che in quella professionale, e tu ne hai capito

l'importanza.

La CNV è una vera e propria lingua, che tutti parlano col proprio

corpo, ma che solo pochissimi riescono ad “ascoltare con gli oc-

occhi.”

Quello che apprenderai grazie a questo e-book ti potrà essere u-

tile nella vita di tutti i giorni e se seguirai tutti i nostri consigli, in

pochissimo tempo ti accorgerai di tutto ciò che hai sempre avuto

davanti agli occhi e che non riuscivi a vedere.

Questo e-book è il primo passo per accedere a tutte quelle risor-

se che ti permetteranno di leggere i pensieri e le emozioni delle

persone, attraverso la lettura del loro corpo, creando istantanea-

mente molta più empatia.

Inoltre, studiare a fondo la CNV ti consentirà anche di comunica-

re in modo incredibilmente più efficace e consapevole.

Leggendo ti accorgerai che questa scienza è vasta ed articolata,

sarà quindi naturale non trovare da subito ogni risposta ai tuoi

quesiti o ai tuoi dubbi. Proprio per questo se dovessi avere una

qualsiasi domanda o un opinione da condividere potrai tranquil-

lamente farlo dal nostro sito:

www.fym.it Buona lettura e Buona CNV!

Piercarlo Romeo

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www.fym.it E-Book CNV

I PRESUPPOSTI della COMUNICAZIONE NON VERBALE

“Ciò che sei urla così forte che non riesco ad ascoltare ciò che dici” Ralph Waldo Emerson

Il primo presupposto della Pragmatica della Comunicazione U-

mana formulato dal grande studioso Paul Wtzlawick è:

“NON È POSSIBILE NON COMUNICARE”.

Questo presupposto è vero proprio grazie agli aspetti non verbali

della comunicazione: laddove possiamo anche non pronunciare

una sola parola, il nostro corpo, con i suoi movimenti, con i suoi

gesti, e anche con la sua semplice presenza, comunica sempre!

Watzlawick stesso scrive: “La comunicazione non verbale com-

prende i movimenti del corpo (cinesica), le posizioni del corpo

(prossemica e postura), i gesti, l’espressione del viso, le inflessio-

ni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse paro-

le e ogni altra espressione non verbale di cui l’organismo sia ca-

pace e i segni di comunicazione presenti in ogni contesto in cui

ha luogo una interazione”.

C’è sempre un’interazione, anche con noi stessi.

Se siamo da soli e mangiamo qualcosa che non ci piace, non pro-

nunceremo le parole “non mi piace”, ma comunque esprimere-

mo il nostro disgusto col corpo.

Non è possibile non farlo!

Quindi il primo presupposto della Comunicazione è valido pro-

prio grazie alla continua presenza di un Comunicazione Non Ver-

bale.

© FYM s.r.l.

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www.fym.it E-Book CNV

Stabilito che “c’è sempre una CNV”, passiamo al secondo presup-

posto: “IL CORPO DICE SEMPRE LA VERITÁ”.

Esistono due tipi di CNV:

CNV VOLONTARIA

CNV INVOLONTARIA

Mentre possiamo controllare la CNV volontaria, ci è impossibile

controllare quella involontaria.

Si, possiamo esercitarci, ma gli impulsi e gli stimoli non verbali

del corpo sono talmente tanti che risulta difficile anche ai più

grandi mentitori riuscire a controllare il 100% della propria CNV.

Tutti mentiamo, e quando mentiamo lo “percepiamo”. Da bravi

mentitori cerchiamo di abbassare l’intensità di quei segnali, ma

ad un occhio esperto ed allenato, questi risultano visibili e diven-

tano rilevanti. Il corpo può anche mentire, ma può farlo solo con

la CNV volontaria. Con quella involontaria manifesterà comun-

que il proprio disagio, o il proprio disappunto, per

l’INCONGRUENZA Comunicativa.

La CNV volontaria è influenzata dalla cultura, dalle abitudini e

può essere facilmente gestita. Ad esempio “stringere la mano”

ad una persona è un atto non verbale volontario, radicato nella

nostra cultura. Possiamo decidere di farlo o non farlo. Ma nei

suoi aspetti possiamo controllarne solo la “forma esterna”. An-

che nella stretta di mano c’è una CNV involontaria: per esempio

non possiamo controllare la sudorazione della mano, o la sua

temperatura. Ecco che vediamo persone che si asciugano le mani

prima di stringerle, e proprio quel gesto ci comunica tantissime

informazioni.

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Quindi il secondo presupposto della CNV è:

“IL CORPO DICE SEMPRE LA VERITÁ”

Anche se ben nascosta in alcuni casi, nella CNV si può sempre

trovare un indizio di falso (che vedremo più avanti): la questione

è se noi siamo abbastanza capaci (tecnicamente) e attenti in mo-

do da poter osservare e ascoltare questi segnali.

Ed ora parliamo del terzo presupposto della CNV:

“LA COMUNICAZIONE NON VERBALE È ANALOGICA”.

Siccome la CNV, soprattutto quella involontaria, comunica cosa

pensa e cosa prova la nostra parte più inconscia (vedremo più a-

vanti che la CNV involontaria è controllata dal sistema limbico),

questa parte comunica con sensazioni ed emozioni, e nel corpo si

esprimono per analogie.

Ad esempio andare indietro col corpo mentre si dice un qualco-

sa, potrebbe significare che la persona voglia “allontanarsi” da

ciò che sta dicendo.

Diciamo volontariamente “potrebbe”, perché bisogna stare at-

tenti a non cadere nelle facili interpretazioni, e bisogna saper

considerare le varie possibilità, prima di passare a verificarle.

Riepilogando, in TRE Presupposti della CNV sono: 1. “NON È POSSIBILE NON COMUNICARE”

2. “IL CORPO DICE SEMPRE LA VERITÁ”

3. “LA COMUNICAZIONE NON VERBALE È ANALOGICA”

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NEUROFISIOLOGIA della CNV

Le reazioni di CNV involontarie si generano nel sistema limbico,

ed in particolare nell’AMIGDALA. L’Amigdala è la sede degli istinti

e tra le sue funzioni principali ci sono:

preservare l’organismo dai pericoli (o da stimoli percepiti co-

me tali);

segnalare alla corteccia stimoli motivazionali associati a rea-

zioni di paura o ricompensa;

sembra implicata nelle reazioni emotive e nell’attrazione ses-

suale.

Quando riceviamo uno stimolo sensoriale il talamo, che funziona

come centralino di smistamento, sottopone lo stimolo

all’amigdala, deputata a reagire immediatamente in caso di peri-

colo. In un successivo momento (frazioni di secondo) il talamo

smista lo stimolo anche all’area preposta allo stesso (area visiva,

area linguistica, etc...) e alla corteccia prefrontale che valuta

l’adeguatezza della reazione dell’amigdala. Se questa è adeguata,

la corteccia dà il proprio consenso, altrimenti si innescano i ten-

tativi di inibizione dell’amigdala. In ogni caso, proprio a causa dei

“tempi tecnici” di neuro-trasmissione, le reazioni involontarie

scappano sempre.

Ecco perché quando qualcuno diventa rosso, prima scatta la rea-

zione automatica (rossore), e solo a reazione già avvenuta perce-

pisce dentro di sé “l’inadeguatezza” della reazione e il conflitto

dato dal cercare di controllare la reazione.

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I TRE CANALI della COMUNICAZIONE

Nel 1972 Albert Mehrabian ha condotto uno studio in cui ha di-

mostrato che l’EFFICACIA di un messaggio è INFLUENZATA in per-

centuali differenti dai 3 canali:

- 7% dal Verbale

- 38% dal ParaVerbale

- 55% dal Linguaggio del Corpo (e qui moltissimi scrivono “non

verbale”)

Purtroppo questo studio è stato male interpretato da molti e vie-

ne riportato molto spesso con frasi del tipo “La comunicazione è

al 55% non verbale, 38% paraverbale e 7% verbale”.

NON È COSI!!!

Il VERBALE nel dare un messaggio è FONDAMENTALE, ma ne di-

minuisce il valore di influenza sugli altri (e su noi stessi) nel mo-

mento in cui i tre canali non sono CONGRUENTI tra di loro. Quin-

di, ritornando allo studio di Mehrabian, queste percentuali si ri-

feriscono solo al livello di influenza che hanno sulla percezione

di congruenza di un messaggio.

Facciamo un esempio: se io vi dicessi “oggi sto benissimo“, ma

con un’espressione triste e un tono di voce basso, la maggior

parte di voi non crederebbe alle mie parole, proprio perché il mi-

o linguaggio del corpo e il mio para-verbale smentiscono quanto

pronunciato verbalmente.

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Ecco che in questo caso il verbale ci dà un’informazione impor-

tante: uso le parole per mascherare un mio stato emotivo che

voglio tener nascosto.

E quale sarebbe questo stato emotivo?

Come possiamo scoprirlo?

Qui, la lettura del corpo diventa fondamentale.

Io potrei dirvi “sto benissimo” subito dopo aver provato rabbia, o

mentre provo tristezza, o mentre provo dolore.

Il messaggio verbale è lo stesso, ma il suo utilizzo come

“maschera” varia.

In un caso potrei usarlo perché so che la rabbia è l’emozione so-

cialmente meno accettata. In un altro potrei usarlo per veicolare

un messaggio del tipo “voglio vivere la mia tristezza in solitudi-

ne”. Se pronuncio quelle parole dopo un incidente, potrei usarle

per “rassicurare o per evitare preoccupazione” negli altri. Ecco

che in questo caso la non-congruenza tra verbale e non-verbale

rende inefficace il messaggio verbale, ma ad un occhio attento

rivela tante altre informazioni, soprattutto sulle intenzioni mani-

polatorie e/o auto-manipolatorie.

Moltissimi riescono a percepire l’incongruenza, ma pochi vanno

oltre, riuscendo a leggere anche l’emozione nascosta o

l’intenzione celata.

Qui si riesce a vedere il vero “CNV-reader “abile ed esperto, at-

tento ai dettagli, capace di ascoltare il corpo, di osservare le pa-

role e tutti quei segnali che manifestano cosa l’altro sta realmen-

te pensando o provando.

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Influenza sulla Congruenza

7 % 38 % 55 % }

I CANALI DELLA COMUNICAZIONE 1. VERBALE 2. PARA-VERBALE 3. LINGUAGGIO del CORPO

NON VERBALE

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FUNZIONI della CNV

La CNV ha moltissime funzioni nella Comunicazione.

Alcune teorie sostengono che il linguaggio parlato si sia sviluppa-

to proprio per supportare e per rendere più specifico il Linguag-

gio Non Verbale.

Una cosa è certa: prima di imparare a parlare noi comunque co-

munichiamo, e lo facciamo con il corpo, non verbalmente.

Le funzioni della CNV in una comunicazione possono essere tre:

RINFORZARE IL MESSAGGIO

In questo caso la CNV ripete (di solito anticipando) o sottoli-

nea il messaggio valore per rinforzarne il valore e la congru-

enza.

CONTRADDIRE

A volte la CNV contraddice quanto stiamo dicendo, o perché

stiamo volontariamente mentendo, o perché l’argomento è

vissuto internamente come un conflitto (esempio: le persone

che dicono “ma io mi voglio bene” e nel frattempo esprimo-

no evidenti segnali di falso).

SOSTITUIRE

Esprimere qualcosa di “non detto”, sia volontariamente che

involontariamente. Esempio: posso semplicemente indicare

la bottiglia dell’acqua per chiedere di passarmela.

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PAUL EKMAN e le MICROESPRESSIONI

La CNV affonda le sue radici nella notte dei tempi.

Già maghi, stregoni, sacerdoti e imbroglioni, millenni fa ne sco-

prirono il potere per poter “leggere” gli altri e dar loro risposte

che gli stessi avevano anticipato con la propria CNV.

Nell’era moderna, l’attenzione scientifica alla CNV è iniziata con

gli studi di Charles Darwin, per poi proseguire attraverso grandi

studiosi come Edward T. Hall, Desdmond Morris… fino ai giorni

nostri e agli studi ormai trentennali di Paul Ekman.

Ekman, con il suo studio ha dimostrato l’universalità di alcune e-

spressioni mimiche relative a 7 emozioni:

RABBIA

PAURA

TRISTEZZA

DISGUSTO

SORPRESA

GIOIA

DISPREZZO

Questo vuol dire che in tutto il mondo, i movimenti di mimica

facciale che esprimono queste emozioni sono universali e sovra-

culturali.

Riconoscere queste espressioni è fondamentale per chi vuole ve-

ramente capire a fondo gli stati emotivi degli altri.

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ESPRESSIONI FACCIALI

Le emozioni espresse da ciascuna espressione possono avere in-

tensità diverse, e questa intensità viene indicata con numeri da 1

a 10.

Rabbia 1 è solo un leggerissimo fastidio, mentre rabbia 9-10

comporta l’aggressione fisica e/o lo sfogo fisico violento.

Detto questo, possiamo individuare quattro tipologie di espres-

sioni:

COMPLETE

Risposte emotive standard espresse naturalmente.

La durata varia dal tipo di emozione, e dalla sua intensità.

MICROESPRESSIONI

Risposte emotive istintive ed automatiche che durano meno di

un secondo sul volto. Sono rapide proprio perché sono inibite/

mascherate nella loro espressione.

LIMITATE

Risposte emotive che l’individuo cerca di mascherare.

LIEVI

Espressioni di inizio e fine di un’emozione, di emozioni deboli, di

emzioni ridimensionate o di tentativi falliti di mascherare

un’emozione.

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INDIZI COMUNICATIVI

Nello studio della CNV, individuiamo due tipologie di “indizi”:

INDIZI di FALSO

Indicano la presenza di una “incongruenza” tra verbale e non

verbale, senza indicare quale sia la verità.

INDIZI RIVELATORI

Rivelano la verità o informazioni aggiuntive non dette. Ad esem-

pio, dire “Ieri sono stato ad una festa” mentre la mimica facciale

fa una microespressione di disgusto, rivela l’emozione principale

provata alla festa.

Un’ulteriore suddivisione in categorie dei segnali non verbali è la

seguente:

Segnali di GRADIMENTO

Rivelano gradimento verso la persona o l’argomento.

Segnali di RIFIUTO

Rivelano rifiiuto verso la persona o l’argomento.

Scarichi di TENSIONE

Rivelano che l’argomento, la persona, o la situazione, sono di alto

valore emotivo

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La “LIE DETECTION”

Nella “Lie Detection”, o ricerca delle menzogne, l’uso delle scien-

ze comportamentali e della CNV è diventato uno dei metodi più

attendibili, anche rispetto all’uso del poligrafo, o macchina della

verità.

“Ingannare” il poligrafo è semplicissimo: basta auto-provocarsi

del dolore fisico prima di ogni risposta (ad esempio mordersi la

lingua).

Il dolore altera i parametri fisiologici valutati dal poligrafo, quali

temperatura, battito cardiaco, impedenza della pelle, etc…

Alcuni studi dimostrano che il livello di attendibilità del poligrafo

è di circa il 50%, mentre con l’Analisi Comportamentale, la Lie

Detection arriva ad un livello di attendibilità del 76%. Una bella

differenza!

Le metodologie ad oggi più accreditate sono tre:

LETTURA DEL LINGUAGGIO DEL CORPO

ANALISI VOCALE

ANALISI DELLA STRUTTURA LINGUISTICA

Ben due su tre sono relative al Comportamento Non Verbale.

E la terza metodologia è ancora in fase di studio/

approfondimento.

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“LIE DETECTION” LINGUISTICA

La “Lie Detection” attraverso la linguistica è ancora in fase di

studio/sperimentazione. Sembra comunque dare buoni risultati.

In questa metodologia l’attenzione è sulla struttura linguistica, ed

in particolare alle scelte linguistiche usate per descrivere un ac-

cadimento.

In particolare bisogna concentrarsi sulla “meta-struttura” lingui-

stica utilizzata. Facciamo alcuni esempi: quando Bill Clinton di-

chiarò pubblicamente di non aver mai avuto rapporti con Monica

Lewinsky, disse:

“Voglio che mi ascoltiate. Non lo ripeterò un’altra volta. Io non ho

mai avuto rapporti sessuali con quella donna, Miss Lewinsky. Non

ho mai detto a nessuno di mentire, nemmeno una volta, mai.

Queste dichiarazioni sono false, e io devo tornare a lavorare per

l’America”.

Probabilmente il discorso è stato ben studiato e preparato, ma

possiamo comunque notare alcune cose.

Tralasciamo la premessa “Non lo ripeterò un’altra volta”...

Definirla “quella donna” sicuramente rivela un voler prendere le

distanze da quella persona, soprattutto se è uno stretto collabo-

ratore o una persona che conosciamo bene. Aggiungiamo anche

il fatto che il non-verbale usato durante l’affermazione è di tipo

minaccioso, ed ecco che ci conferma che la presa di distanza non

è collegata al disprezzo, o al dolore, ma forse è più collegata alla

rabbia e anche in un tono minaccioso.

Ma la domanda più importante da farsi è: perché ha dovuto ag-

giungere un’informazione non richiesta?

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A cosa serviva dire “Non ho mai detto a nessuno di mentire,

nemmeno una volta, mai”.

Abbiamo un’informazione non richiesta, rinforzata tre volte!

Curioso no?

Guardate attentamente il video, e ascoltate bene le sue parole.

(clicca sull’immagine per andare al video)

Vi diamo alcuni esempi di “Lie Detection” linguistica:

ASSENZA di DETTAGLI

INFORMAZIONI/GIUSTIFICAZIONI NON RICHIESTE

LAPSUS VERBALI

LINGUAGGIO IMPERSONALE PER AZIONI PROPRIE

Ovviamente tutto va CALIBRATO molto attentamente, e prima di

giungere a conclusioni affrettate è bene considerare ogni infor-

mazione sospetta come un INDIZIO da VERIFICARE più volte!

Unita alla lettura della CNV, la linguistica può essere molto utile.

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LIE DETECTION” NON VERBALE

La “Lie Detection” NON VERBALE è stata molto studiata e appro-

fondita da vari studiosi. Le ricerche di Paul Ekman iniziarono per

capire come potevano alcuni pazienti psichiatrici ingannare i pro-

pri medici sul proprio stato di salute mentale. In oltre 40 anni di

studi sulla CNV nella Lie Detection, sono stati trovati molti

segnali/indizi di falso, che però è bene CALIBRARE e VERIFICARE

di volta in volta.

Possiamo individuare due tipologie di “Lie Detection” basate sul-

la CNV:

ANALISI VOCALE

LETTURA del LINGUAGGIO DEL COPO

Nell’ANALISI VOCALE, il principio di base è che nel mentire ci si

concentra sul controllo delle parole, ma risulta molto difficile

controllare i muscoli involontari delle corde vocali: questo ci può

far capire molte cose dell’altro e di quello che ci sta dicendo. Pa-

role incomplete, picchi verso l’alto o verso il basso del tono di vo-

ce, tremolii della voce… possono essere segnali molto indicativi

di quello che sta accadendo nella mente di chi parla. Alcuni se-

gnali molto rilevanti e quindi da verificare sono:

PICCHI DI ACUTO VOCALE

ABBASSAMENTI DI VOCE

SCHIARIMENTI DI VOCE

Come sempre è importante calibrare, considerare il contesto,

l’insieme dei segnali e la congruenza tra di loro, prima di giunge-

re a conclusioni.

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“LIE DETECTION”

con LETTURA del LINGUAGGIO del CORPO

Il corpo non mente mai.

Anche negli abili mentitori i segnali di falso ci sono: l’unica diffe-

renza è che questi diventano “micro-segnali”.

Tutti noi mentiamo o abbiamo mentito, e tutti percepiamo che

dentro di noi c’è qualche variazione fisiologica, e speriamo che

l’altro non se ne accorga: rossore, tremolii, micro-scatti… li sen-

tiamo su di noi ma difficilmente li sappiamo percepire negli altri.

Questo spesso porta ad avere comportamenti non-verbali che

cercano di nascondere proprio questi segnali, ed un occhio e-

sperto se ne accorge. Ovviamente, la carica emotiva di una men-

zogna fa veramente la differenza: se mentire riguardo all’aver

mangiato un cioccolatino di nascosto può risultare molto facile,

sarà emotivamente più difficile nascondere i segnali di menzogna

di una truffa, o di un tradimento.

Qui, moltissimi studiosi, tra cui lo stesso Paul Ekman, ci ricordano

del dilemma di Otello. Una persona che mente, ad esempio, può

provare paura per due motivi: paura di essere scoperta, o paura

di non essere creduta.

Ecco che una micro-espressione di paura va contestualizzata e

calibrata insieme a tanti altri segnali, altrimenti il rischio di libera

interpretazione diventa maggiore.

Gli esperti di CNV ascoltano le persone con gli occhi e quando

trovano un indizio rivelatore o un indizio di falso, senza giungere

a rapide conclusioni fanno una verifica di ciò che hanno visto/

ascoltato.

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Se qualcuno parla e poco prima di pronunciare la parola “soldi”,

deglutisce, o si tocca il naso, posso immaginare che l’argomento

provoca in lui forte tensione emotiva.

Un esperto di CNV registra l’informazione e appena possibile fa

una verifica, o facendo una domanda che riguarda sempre

l’argomento denaro, o raccontando qualcosa di sé

nell’argomento denaro, e stando attendo a registrare le reazioni

non-verbali a ciò che si dice.

La CNV ci può dare talmente tante informazioni che addirittura

viene usata anche da molti “maghi”, “lettori di tarocchi”,

“fattucchiere”, la cui abilità è nel fare domande generiche e dare

risposte in relazione a ciò che si osserva nella CNV del cliente.

Io ad esempio posso prendere la vostra mano e cercare di legger-

la; inizio dicendovi “nella tua vita c’è una donna”, che è

un’informazione abilmente vaga e vera per chiunque (tutti abbia-

mo almeno una donna nella vita, la mamma, la nonna, la sorella,

la moglie). Se osservo una reazione di gradimento vi dirò che con

quella donna cui avete pensato c’è un bel rapporto, o c’è

dell’attrazione… e poi osservo a quale delle due affermazioni rea-

gite non verbalmente!

E così vado avanti, dicendovi quello che voi mi dite con la vostra

CNV! Stupefacente vero? No… semplicemente umano!

Il bello della CNV è che le risposte verbali non ci interessano ne-

anche. Con un buon insegnamento e una buona pratica, possia-

mo imparare ad ascoltare gli altri prima ancora che loro pronun-

cino le proprie parole.

E possiamo scoprire le loro reazioni a ciò che noi diciamo!

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Ma facciamo un breve ma significativo esempio di “LIE DETECTION”. Guarda il seguente video: in pochi secondi ci sono tante informazioni.

(clicca sull’immagine per andare al video)

Ecco cosa può notare un occhio esperto ed allenato:

00:09 - Dice di "no" facendo "si" con la testa (INDIZIO DI FALSO),

e subito dopo l'angolo sinistro della bocca si solleva in una micro-

espressione di DISPREZZO.

00:11 - microscatto asimmetrico del labbro a destra: potrebbe

essere uno scarico o un'altra microespressione di DISPREZZO.

00:14 - la pausa prima della risposta "no" è lunghissima e pensa-

ta (INDIZIO DI FALSO). Possiamo notare anche che con gli occhi

va in alto a destra (nostra sinistra): dovremmo calibrarci sui suoi

accessi oculari prima di poter pensare che i suoi accessi oculari

(LEM) potrebbero indicarci l’accesso ad un’informazione costrui-

ta, anziché ad una ricordata.

00:15 - le labbra si stirano e si stringono: spesso è un segnale ri-

velatore di VERGOGNA, e in questo caso potrebbe essere un indi-

zio di falso.

Questo è solo un breve esempio!

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Come avreste visto questo stesso video prima di leggere questo E

-Book?

Nei nostri corsi di CNV l’analisi video e le abilità di intervistare le

persone vanno ben oltre e riusciamo a scoprire molte informa-

zioni non rivelate.

L’obiettivo non è giocare a fare gli Sherlock Holmes, ma avere

tutte le informazioni disponibili e usarle a proprio e/o altrui van-

taggio, sempre rispettando i principi etici e morali.

Per diventare abili CNV-Reader, bisogna sviluppare 3 aspetti:

CONOSCENZA della CNV: attraverso letture, corsi e pratica;

ATTENZIONE e PRESENZA: l’arte dell’ascolto attivo e della cu-

riosità verso se stessi e gli altri esseri umani;

STRATEGIA: capacità di verificare le informazioni e di usarle

in modo strategico ai fini di una sana relazione interpersona-

le.

Ecco che la CNV può diventare un grandissimo strumento di co-

noscenza di se stessi e degli altri, uno strumento di consapevo-

lezza delle proprie emozioni profonde, delle proprie convinzioni

e della propria comunicazione interna ed esterna.

Complimenti per aver letto questo E-Book sulla CNV!

Ti auguriamo Buona CNV e Buon Te Stesso/a!

Piercarlo Romeo

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Via Casilina, 379 - 00176 ROMA

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