Download - Risveglio Pentecostale Lug-Ago2010
“Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno; e non più la luna t’illuminerà con il suo chiarore;
ma il Signore sarà la tua luce perenne,il tuo Dio sarà la tua gloria” [Isaia 60:19 ]
RisveglioP E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
luglio/agosto 2010
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“La tua parola è una lampada al mio piedee una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”
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Direttore Responsabile:Vincenzo Specchi
Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione.
L’uomo che visse e morì sedutoRisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E
Eli visse in un periodo storico molto difficile per il popolo d’Israele: Giosuè era morto, così come tutta la generazione che con lui era entrata nella terra promessa: “…Poi, do-po quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in fa-vore d’Israele. I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono gli idoli di Baal; abban-donarono il Signore, il Dio dei lo-ro padri, che li aveva fatti uscire dal
paese d’Egitto, e andarono dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davan-ti a essi e provocarono l’ira del Si-gnore; abbandonarono il Signore e servirono Baal e gli idoli di Astarte” (Giud.2:10-13).
Eli occupava un posto di grande responsabilità: era sacerdote dell’Eterno e Giudice d’Israele.
Il suo nome significa “elevato”, ma il nome che portava non corrispondeva al suo carattere: era un uomo indeciso, indolente e apatico.
La Scrittura ce lo presenta sempre seduto su una sedia mentre osserva con distacco tutto quello che accade attorno a lui. “Il sacerdote Eli sta-va in quell’ora seduto sulla sua sedia all’entrata del tempio del Signore” (I Sam.1:9).
A causa di questa sua posizione:
divenne insensibileIl suo atteggiamento fisico eviden
zia la sua triste condizione spirituale, che lo porta a mostrare profonda insensibilità verso coloro che si tro
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L’uomo che visse e morì seduto(1 Samuele 1:1-18)
in questo numero luglio/agosto 2010L’UOMO CHE VISSE E MORÌ SEDUTOVincenzo Specchi .............................pag.24
IL BATTESIMO IN ACQUAWayne Benson ..................................pag.56
AMICIZIASalvatore Esposito ............................pag.79
RISPOSTE DELLA BIBBIACarmelo Fiscelli ............................. pag.810
VIA DA VOI OGNI AMAREZZAAngelo Gargano ............................ pag.1113
IL PREZZO DELLA PACE Francesco Davide Scianna .............pag.1415
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ ................................. pag.1623
APPUNTAMENTI ............................ pag.24
Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org
vano nella sofferenza e che avrebbero bisogno, da lui, di una parola di incoraggiamento.
Lo vediamo “seduto sulla sua sedia all’entrata del tempio del Si-gnore” (v.9), intento a riposarsi e a osservare con distacco quanti entrano nel tempio per pregare.
Quel giorno rimase seduto mentre Anna stava invocando il Signore affinché le facesse grazia di poter avere un figlio.
La lunghezza della preghiera di Anna evidentemente incuriosì o forse disturbò Eli, che decise di entrare nel Tempio per controllare. “La sua preghiera davanti al Signore si prolungava, ed Eli osser-vava la bocca di lei” (v.12).
Di fronte a quella scena qualsiasi cuore ripieno della grazia e dell’amore di Dio si sarebbe commosso, ma il cuore di Eli era diventato duro e insensibile a tal punto che, anziché dare conforto a quella povera donna, la redarguì senza pietà: “Quanto durerà que-sta tua ubriachezza?”
perse la sua autoritàEli perse lentamente autorità an
che in famiglia proprio per la sua indolenza. “I figli di Eli erano uo-mini scellerati; non conoscevano il Signore” (1 Sam.2:12) “Il peccato di quei giovani era dunque gran-dissimo agli occhi del Signore, per-ché disprezzavano le offerte fatte al Signore” (v.17).
L’uomo che era duro con tutti usava per i propri figli un altro metro, un’altra misura: “Eli… udì tutto quello che i suoi figli faceva-no… disse loro: Perché fate queste cose?” Eli, che non aveva voluto esercitare il controllo del proprio cuore, ravvedendosi dalle attitudini sbagliate, perse anche il rispetto dei figli che non solo non gli diedero ascolto, ma disonorarono Dio con il proprio comportamento.
divenne duro e indifferente a ogni stimolo
Come è vero che Dio onora quelli che Lo onorano è altresì vero che Dio non rimane a guarda
re senza intervenire quando il Suo nome viene disonorato.
Eli, ormai insensibile alla voce di Dio, non riconobbe la malvagità del proprio operare.
Dio mandò un Suo servitore ad avvertirlo: “Come mai onori i tuoi figli più di me…?” (1 Sam.2:29). Dio mise Eli di fronte alle proprie responsabilità, offrendogli l’opportunità di ravvedersi e di assumersi le responsabilità che gli competevano. Ma il cuore di Eli, ormai, era diventato come pietra refrattaria che il fuoco non può scalfire. Come conseguenza della sua immobilità, Eli perdette il senso del peccato e dell’importanza del servizio che doveva rendere a Dio. Il suo cuore non recepì alcuno stimolo, nemmeno per un innato istinto di amor proprio, quando Dio, anziché fare udire la Sua voce a lui, chiamò il piccolo Samuele!
Il Signore ci aiuti a non lasciare che il nostro cuore si raffreddi, ma a tenere vivo, ardente il nostro amore per Lui e l’opera Sua!
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divenne apatico e rasse-gnato al suo infausto destino
L’epilogo della vita di Eli non differisce da quanto fatto per una vita intera: divenne ansioso e, pur sapendo che tutto sarebbe andato di male in peggio, non si ravvide né fece nulla per cambiare le cose; rimase seduto sulla sua sedia, come sempre.
Trascurò di adempiere alle proprie responsabilità come servo di Dio, come padre, come guida del popolo, rassegnato a un destino che, nella sua indolenza, riteneva immutabile.
Il popolo d’Israele, senza una guida, pensò che la presenza dell’Arca di Dio lo avrebbe portato alla vittoria, ma non considerò che non la si poteva usare come un talismano, come un portafortuna, così migliaia di israeliti rimasero uccisi nella battaglia: “L’arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fienas, morirono” (1 Sam.4:11).
Mentre il popolo d’Israele combatteva, Eli, colui che doveva essere a capo del suo popolo durante la battaglia, dov’era?
“Eli stava sull’orlo della strada seduto sulla sua sedia, aspettan-do ansiosamente, perché gli tre-mava il cuore per l’arca di Dio”: non era con l’Arca di Dio, ma si preoccupava per essa, non era con i suoi figli, ma era in ansia per loro. Eli era un uomo sconfitto ancora prima dell’esito di quella battaglia.
La sua vita era arrivata al capolinea e fu “disarcionato dalla sua sedia”: “L’arca di Dio fu pre-sa e i due figli di Eli, Ofni e Fi-neas, morirono. Un uomo di Be-niamino, fuggito dal campo di battaglia, arrivò di corsa a Si-lo quel medesimo giorno, con le vesti stracciate e la testa coperta di terra. Quando giunse, Eli sta-va sull’orlo della strada seduto sulla sua sedia, aspettando an-
siosamente, perché gli tremava il cuore per l’arca di Dio. Appe-na quell’uomo entrò nella città portando la notizia, un grido si alzò da tutta la città. Eli, uden-do le grida, disse: “Che signifi-ca questo tumulto?” E quell’uo-mo corse a portare la notizia a Eli. Eli aveva novantotto anni; la vista gli si era indebolita, cosí che non poteva vedere. Quell’uo-mo disse a Eli: “Sono io che ven-go dal campo di battaglia, e che ne sono fuggito oggi”. Ed Eli dis-se: “Come sono andate le cose, figlio mio?” E colui che portava la notizia rispose: “Israele è fug-gito davanti ai Filistei; vi è stata una grande strage fra il popolo; anche i tuoi due figli, Ofni e Fi-neas, sono morti e l’arca di Dio è stata presa”. Appena udí men-zionare l’arca di Dio, Eli cadde dalla sua sedia all’indietro, ac-canto alla porta; si ruppe la nu-ca e morí, perché era un uomo vecchio e pesante. Era stato giu-dice d’Israele per quarant’anni” (I Sam.4:11-14).
La figura di Eli rimane per noi un modello negativo da non imitare.
La sua storia è un monito per tutti i credenti, affinchè possiamo adoperarci per adempiere al mandato che Dio ci ha dato e affinchè possiamo servirLo con cuore integro, facendo della volontà di Dio lo scopo primario della nostra vita.
Ciascun credente nato di nuovo non è stato chiamato a salvezza per “scaldare una sedia” come Eli, ma per svolgere appieno, per la Gloria di Dio e per il bene del Suo popolo, l’opera alla quale noi tutti siamo chiamati, secondo i talenti che abbiamo da Lui ricevuto e di cui un giorno saremo chiamati a rendere conto.
Enzo Specchi
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Il battesimo in acqua è la pubblica dimostrazione di quanto è accaduto nel cuore del credente.
È testimonianza di fede e atto di ubbidienza conseguente alla propria dichiarazione di appartenenza a Cristo Gesù.
Il giorno di Pentecoste Pietro invitò: “Ravvedetevi e ciascu-no di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il per-dono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38), e tremila convertiti furono battezzati quel giorno (v.41). Leggiamo nel Libro degli Atti degli Apostoli che, quanti si convertirono vennero battezzati: i Samaritani (8:12), l’eunuco Etiope (8:38), l’apostolo Paolo (9:18), Cornelio e la sua famiglia (10:47-48), Lidia e quelli di casa sua (16:15), il carceriere di Filippi con la sua famiglia (16:33) e i discepoli di Efeso (19:5).
Non c’è nella Scrittura l’indicazione di uno specifico periodo di tempo che preceda il battesimo in acqua, proposto fin dai primi passi della vita cristiana. L’Etiope fu battezzato immediatamente appena giunto nel luogo ove c’era dell’acqua; Paolo fu battezzato da Anania poche ore dopo la conversione; Cornelio e i suoi amici furono battezzati nello stesso giorno in cui erano venuti al Signore e il carceriere di Filippi “subito fu battezzato con i suoi” (16:33). Come quando qualcuno muore viene preparato per la sepoltura, così chiunque si converte e muore al peccato è pronto a seppellire la vecchia vita.
Il battesimo testimonia pubblicamente che il credente ha già iniziato a camminare “in novità di vita” (Rom.6:4).
La Parola di Dio indica alcune verità associate al battesimo in acqua
• il battesimo è vitale perché comporta il sottomettersi al comandamento dato dal Signore Gesù.
Prima di ascende al cielo, Egli disse ai Suoi discepoli: “An-
Camminare in Novità di Vita
Il battesimo in acqua
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date dunque e fate miei discepoli tu-ti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” E aggiunse “Insegnando loro a osser-vare tutte quante le cose che vi ho co-mandate” (Mat-28:19-20)
• il battesimo testimonia della nuova vita “Se dunque uno è in Cri-sto egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, sono diven-tate nuove” (2 Cor.5:17). Dà pubblica testimonianza della propria identificazione con Cristo, con la Sua morte, sepoltura, risurrezione (Rom.6:3-13, Gal.2:20; 3:27; Efe.2:5-6, Col.2:12; 3:1-4). Il “vecchio uomo” è simbolicamente morto e sepolto. Il battesimo proclama il messaggio dell’Evangelo attestando il perdono e la cancellazione del peccato
• il battesimo annuncia la fedel-tà a Cristo, ponendo noi stessi dalla parte di Dio (Mat.12:30). I Giudei che si convertivano all’Evangelo già credevano al Padre e allo Spirito di Dio, ma non a Gesù quale Figlio di Dio. Dopo la loro conversione, sono venuti alla conoscenza di tutte le Persone della trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (Mat.28:19).
• il battesimo indica la serietà del proponimento di seguire Gesù. È la testimonianza del proprio impegno. Il battesimo annuncia che siamo salvati, che siamo già “nati di nuovo”, morti al peccato, che viviamo in Lui, e ora siamo liberi di camminare “in novità di vita” (Rom.6:4). È l’atto che
sancisce pubblicamente il desiderio di vivere per Cristo, impegnando così il neofita a una meravigliosa ragione di vita
• il battesimo è atto di obbe-dienza verso Colui che è il Signore e Salvatore. L’obbedienza a Gesù è la prima lezione che ogni cristiano deve imparare. Le benedizioni di Dio derivano dall’ascoltare e mettere in pratica la Sua volontà! Pietro annunciò questa promessa: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vo-stri figli, e per tutti quelli che sono lon-tani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà” (Atti 2:38-39).
Ogni credente impari da Gesù che, avvicinandosi a Giovanni Battista per ricevere il battesimo, disse: “Sia co-sì ora, poiché conviene che noi adem-piamo in questo modo ogni giustizia” (Mat.3:15). Gesù fu battezzato per essere di esempio a chiunque crede in Lui.
Ogni cuore salvato sia battezzato in acqua, in obbedienza a Gesù. “E ora, perché indugi? Alzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome” (Atti 22:16).
Grandi sono i benefici nel fare la volontà di Dio e crescere ogni giorno di più “nella grazia e nella conoscen-za del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pie.3:18).
Wayne Benson
Camminare in Novità di Vita
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Il periodo estivo generalmente offre la possibilità di iniziare nuove relazioni amichevoli e la fascia d’età più coinvolta è sicuramente quella adolescenziale.
Proprio quest’ultima può essere definita come il “medioevo” della vita, ossia l’età di mezzo dell’esistenza che segna il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta; dalle cure affettuose del nido familiare si giunge progressivamente, e non senza difficoltà, all’inserimento nella società.
In questo contesto l’amicizia è elemento caratterizzante, poiché il confronto con i “pari” è d’obbligo.
Un riferimento alla natura dell’amicizia è d’obbligo per comprendere che cos’è, ciò che le appartiene necessariamente e non in modo accidentale.
L’amicizia è un sentimento affettuoso, basato su stima, fiducia e rispetto vicendevoli, che lega tra loro due o più persone.
Riferendoci alla Bibbia apprendiamo che essa non ipotizza ma afferma la sua realtà, dunque bisogna prenderne atto esaminando la propria posizione: “L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fratello nella sventura” (Proverbi 17:17).
“L’amico ama…”, iniziamo volutamente da questa parola fondante del cristianesimo: amore.
Dio non chiama al successo mondano, né al potere, né alla prosperità economica, ma alla carità. “Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai manda-to; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro” (Giovanni 17:25-26).
Quindi, in ogni tempo, il piano divino contempla la chiamata a servire gli altri con affetto sincero.
È vocazione alla sostanza, non all’apparenza: “è nato per essere” (cfr. 2 Timoteo 3:5).
Oggi ci si preoccupa di avere una lista di contatti virtuali piuttosto lunga, mentre un antico proverbio esortava alla qualità dei rapporti non alla quantità, ammonendo: “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (Proverbi 18:24).
Famiglia, scuola e gruppo dei pari rappresentano generalmente gli ambiti con cui quotidianamente ci si rapporta; ad essi tuttavia, si deve aggiungere la Chiesa.
Questi sono gli “spazi” in cui si misura se stessi e da cui provengono richieste che bisogna essere in grado di coordinare.
In modo più sintetico la Scrittura presenta due contesti, antitetici, nei quali si stabiliscono quotidianamente relazioni interpersonali amichevoli.
Amicizia
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Chi dunque vuol essere amico del mondo, ossia chi vuol amare il mondo, si costituisce nemico di Dio.
L’aberrante contesto che fa da sfondo alla dichiarazione di Giacomo è la ricerca del piacere, non del bene (Giacomo 4:1-3).
Il Nuovo Testamento stabilisce una differenza fra i diversi usi del termine “mondo”: il cosmo (Ebrei 11:3); la terra abitata (Matteo 24:14); la società peccatrice e malvagia (Efesini 2:2); un’epoca, periodo di tempo, secolo (Matteo 24:3); l’altro mondo (Luca 20:35).
Giacomo denota quindi la società peccatrice e malvagia con cui non è consentito instaurare amicizie.
Quali i motivi di un tale divieto? Alcuni si possono rilevare in ciò che
Paolo scrisse al giovane Timoteo ammonendo così “Allontanati” (2 Timoteo 3:1-8).
Nel libro della Genesi, nei capitoli 2 e 3, emerge il proposito divino di stabilire un’intima relazione con l’uomo e con la donna; fondamento di questa amicizia è la libertà di compiere senza impedimenti le proprie scelte.
Più tardi “Abramo… fu chiamato ami-co di Dio” (lettera di Giacomo 2:22,23).
Il segreto di tale amicizia è da ricercare nella sua vita di fede. “Per fede Abra-amo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacob-be, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costrutto-re è Dio” (Ebrei 11:8-10).
Soprattutto l’amicizia è stato un valore presente nell’insegnamento del Maestro a proposito della gioia degli “amici dello sposo” (Matteo 9:15, Marco 2:19, Giovan-ni 3:29); quindi delle reali possibilità in una relazione informale che scavalca qualsiasi convenzione (Luca 11:5-8); e
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della stessa missione cristiana al punto da essere Lui stesso definito “amico dei pub-blicani” (Matteo 11:19, Luca 7:34).
I Vangeli riportano le requisitorie dei religiosi contemporanei di Cristo che Lo accusavano di familiarizzare troppo coi peccatori, dei quali, tuttavia, Gesù non approvava la condotta disordinata, ma chde condusse alla conoscenza e alla salvezza. “Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, appari-rà una seconda volta, senza peccato, a co-loro che lo aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:28).
Cristo non insegnò una separazione fisica dal mondo, bensì spirituale.
La pratica del monachesimo è avulsa dalla Sacra Scrittura (Giovanni 17:15, Luca 16:9).
Cornelio pure portò i suoi amici al Signore (Atti 10:24).
Qual è la condizione? Conoscere e amare la Parola: “Voi siete
miei amici, se fate le cose che vi comando” (Vangelo di Giovanni 15:14).
Prendiamo in considerazione la possibilità di stringere la più importante delle amicizie, ossia quella con Cristo.
Il libro dei Proverbi ci incoraggia a ricercarla in modo prioritario. “L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fra-tello nella sventura” (17:17); “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (18:24).
Essa porterà alla nostra vita dei grandi vantaggi: liberazione dalla paura: “Ma a voi che siete miei amici, io dico: Non teme-te coloro che uccidono il corpo, e che dopo ciò, non possono far nulla di più” (Luca 12:4); dono del vero amore: “Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici” (Giovanni 15:13); emancipazione: “Io non vi chiamo più ser-vi; perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici, per-ché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio” (Giovanni 15:15).
Salvatore Esposito
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Bibbiar isposte dell a
Rom ani 3:1-8
Dopo aver illustrato l’opera della Grazia in Cristo, che santifica completamente l’uomo, iniziando dall’interiore e manifestandosi anche nell’esteriore, l’apostolo Paolo confuta delle perplessità, che potrebbero sorgere nella mente dei suoi uditori. Se il giudeo e il gentile sono sullo stesso piano agli occhi di Dio, nascere nel popolo di Israele non è forse inutile e persino dannoso, dato che si è più responsabili a motivo della legge?
Andando avanti con simili conclusioni si arriverebbe a giustificare la condotta malvagia… “facciamo il male affinché ne venga il bene” (Rom.3:8).
L’Apostolo, nella guida e nella luce dello Spirito Santo, risponde ad alcune probabili obiezioni con la sapienza, che gli viene dal Signore.
“Qual è dunque il vantaggio del Giudeo?… prima di tutto, perché a loro furono affidati gli oracoli di Dio” (Rom.3:1). Questo vantaggio non fu dovuto alla discendenza da antenati illustri o ad un passato
storico di grande spessore, ma unicamente al fatto che furono il primo “popolo del libro”!
I Giudei ebbero per primi il privilegio di ricevere la Parola di Dio, perché a loro furono affidati i Suoi oracoli. Sebbene nell’ottica della salvezza valga unicamente la fede nell’opera della Grazia, conoscere gli insegnamenti della Parola di Dio concede un grande vantaggio rispetto a chi non l’ha mai udita.
L’istruzione biblica è preziosa. “Figliuol mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestan-do orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intelli-genza; sì, se chiami il discer-nimento e rivolgi la tua voce all’intelligenza, se la cerchi come l’argento e ti dai a sca-varla come un tesoro, allora intenderai il timor dell’Eterno, e troverai la conoscenza di Dio” (Prov.2:1-5).
La Parola guida al timore di Dio e alla vita santa.
Come la speranza del raccolto è legata al seme, che viene sparso nei solchi della
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Bibbia terra, così l’ascolto della Parola
di Dio offre la speranza della
salvezza. È davvero prezioso udire la
Parola di Dio, perché in questo
modo il Signore affida i Suoi
oracoli al cuore dell’uomo, ed
è meglio che non riceverla af
fatto. Potremmo ricordare tanti
che, prima di diventare cre
denti, avevano partecipato con
distacco alle riunioni spirituali,
ma nonostante ciò il Signore ha
sparso il seme della Sua Parola
in quei cuori, determinante poi
per la loro salvezza. Udire la
Parola di Dio offre sempre un
grande vantaggio!
Se codesto vantaggio non ha
prodotto la salvezza, “annulle-
rà la loro incredulità la fedeltà
di Dio?” (Rom.3:3). Per lunghi
anni il Signore ha preparato la
nazione di Israele alla venuta
del Suo Unigenito Figlio con
incalzanti messaggi profetici.
Ogni promessa, ogni profezia,
ogni particolare biblico riguar
davano Cristo. Tutte le Scritture rivelano Cri
sto. Certo gli Israeliti erano av
vantaggiati rispetto ai Gentili a
motivo degli “oracoli di Dio” ed
era più semplice per loro acco
gliere Gesù, tuttavia essi furono
increduli e Lo crocifissero.
Se quel vantaggio non ha
ancora fatto raggiungere la
meta divina a Israele, Dio si
rimangerà le Sue promesse?
Diventerà Egli infede
le? La Scrittura replica che
“Se siamo infedeli, Egli
rimane fedele, perché non
può rinnegare Sé stesso” (II
Tim.2:13). Dio resta sempre fedele e
l’incredulità dell’uomo non
Gli fa stravolgere i Suoi pia
ni. Gesù espose la parabola
delle nozze, alla quale gli
scortesi invitati pensarono
di non partecipare più. Il re,
che raffigura il Padre celeste,
non cambiò progetto, ma in
vitò altri (Mat.22:8,9).
Israele infedele non trasse
beneficio dalle promesse di
Dio, ma queste furono offerte
e restano valide per i fedeli
(Ebr.4:2,3). Dio ha fondato la Sua Chie
sa. L’apostasia di uno o più
credenti li escluderebbe dal
Suo piano glorioso, tuttavia
Dio avrebbe ancora la Sua
Chiesa, che porterà in gloria.
Il Signore rimane fedele sia
nelle Sue parole sia nei Suoi
giudizi (Rom.3:4).
Davide fu un re scelto e
colmato di privilegi, poi agì
con immoralità. Nessuno oserà
pensare che Dio ha fatto male
a giudicarlo.
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Il Signore rimane fedele, ma è molto importante che noi Gli siamo fedeli, perché Egli possa così adempiere per noi le Sue promesse e benedirci.
Perché devo essere giudicato, se la mia “ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio”? (Rom.3:5).
Paolo affronta una strana concezione.
Se, quando pecco, Dio dimostra la Sua giustizia, ed in fondo contribuisco a farLo conoscere bene, perché dovrei essere un peccatore ed essere punito?
“Ma se per la mia menzo-gna la verità di Dio è abbon-data a sua gloria, perché son io ancora giudicato come peccatore?” (Rom.3:7).
Il mio peccare Gli rende gloria, perché dimostra la Sua giustizia e la Sua santità: non è giusto che mi riprenda!
“E perché non “facciamo il male affinché ne venga il bene”, come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta” (Rom.3:8).
Paolo replica che la Natura di Dio si dimostra a prescindere della condotta dell’uomo e che peccare non è mai
un vantaggio. Non fu merito di Giuda se Cristo morì sulla croce. Nella Sua sapienza Dio fece cooperare ogni cosa al bene, ma il tradimento resta!
Il buon risultato di Dio non sminuisce la responsabilità dei peccatori.
È meglio collaborare con Dio nell’ubbidienza, piuttosto che nella malvagità e nell’infedeltà!
Il peccato è peccato e la condanna dei peccatori è giusta ed inevitabile (Rom.3:8), ma Dio ci ha chiamati a santità.
Nella mente dell’uomo possono sorgere strane conclusioni, tuttavia la Sua Parola possiede le risposte adeguate a tutte le nostre perplessità.
Taluni hanno provato a contorcere la Scrittura per giustificare le loro perversioni e coprire le magagne della vecchia natura.
Quanto a noi siamo determinati a rivolgerci alla Parola di Dio in umiltà, chiedendo al Signore di poter intendere bene la Sua volontà per vivere in santità ed essere così confermati nella Grazia, che è in Cristo Gesù.
Carmelo Fiscelli
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Lungo il cammino della vita ci dobbiamo confrontare con molti problemi, ma sia ringraziato il Signore, perché nella Sua Parola troviamo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.
La Bibbia non contiene soluzioni facili, ma contiene risposte per ogni difficoltà. La vittoria dei credenti dipende unicamente da come questi applicano i principi della Parola di Dio alla propria vita e da come affrontano i problemi che ogni giorno si presentano.
Un problema serio e un nemico terribile è l’amarezza.
L’amarezza, oltre a togliere la gioia, distrugge le persone che ne sono affette, rovina matrimoni, relazioni familiari, relazioni fraterne, amicizie.
Quelli che coltivano nel cuore l’amarezza vedono ogni cosa nel modo peggiore possibile.
Quanti nutrono sentimenti di amarezza non sono in grado di perdonare, sono aspri, critici, maldicenti, non in grado di cogliere quanto di buono li circonda e fa il Signore.
Un cristiano che vive nell’amarezza, è in grado di far più male all’opera di Dio di qualunque altro.
Una persona amareggiata rifiuta di affrontare la situazione che sta vivendo, diventa negativa e è alla continua ricerca di situazioni, azioni, gesti che possano giustificare lo stato d’animo che sta vivendo.
Una persona piena di amarezza vivrà in una perenne tristezza, unita al rancore verso chi ritiene causa della propria situazione.
L’amarezza è una delle armi più affilate di Satana perché contrista lo Spirito Santo e ostacola lo
(Efesini 4:31)
VIa da Voi Ogni Amarezza
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sviluppo spirituale del credente. L’amarezza è capace di cambiare interamente
una persona.È difficile vivere con una persona con il cuo
re pieno di amarezza, a meno che non si abbia il medesimo spirito.
Il veleno dell’amarezza si evidenzia nelle azione che una persona compie e nelle parole che dice.
Le conseguenze dell’amarezza sono incalcolabili. Non soltanto ci priva della comunione con Dio, ma porta l’uomo che la coltiva all’autodistruzione.
L’amarezza è un autentico veleno per il credente.
Un credente amareggiato, che vuole continuare a nutrire la sua amarezza, troverà sempre un motivo per continuare ad essere amareggiato.
Troverà motivi per essere amareggiato osservando i fratelli, osservando gli anziani, il pastore, lo svolgimento del culto, il colore delle pareti, il volume della musica, la lunghezza dei sermoni o altre cose ancora.
Nell’epistola agli Ebrei 12:15, l’amarezza è definita una “radice velenosa”.
Questo significa che sta sotto e spesso non è visibile a occhio nudo.
Non si può estirpare un’erbaccia tagliando soltanto le foglie, per farlo bisogna sradicarla.
Il comando della Parola di Dio è perentorio: “Via da voi ogni amarezza” (Efesini 4:31).
Le conseguenzeUna persona amareggiata è come la città di
Gerico ai tempi di Eliseo: “Gli abitanti della città dissero a Eliseo: Ecco, il soggiorno in que-sta città è gradevole, come vede il mio signore; ma le acque sono cattive e il paese è sterile” (2 Re 2:19).
A prima vista, la città di Gerico poteva sembrare gradevole, accogliente: il suolo era ricco, il clima era gradevole, il luogo era delizioso.
Ad uno sguardo superficiale Gerico si mostrava come la città ideale per far vivere la propria famiglia e crescere i figli.
La condizione reale di Gerico era che la sua terra era sterile.
Non significa che non cresceva nulla ma, benché crescesse ogni cosa, niente arrivava a
maturazione. I vigneti germogliavano, gli alberi fiorivano,
ma la frutta non arrivava a maturazione.Non solo la terra era sterile, ma le acque era
no cattive. Le acque portavano morte invece di vita, de
terminavano la sterilità invece della fruttuosità.Accade la stessa cosa per chiunque coltiva
radici di amarezza. Le apparenze possono sembrare promettenti,
ma la vita è sterile e priva di frutto spirituale. L’acqua, simbolo della Parola, invece di dare
vita dà morte.L’amarezza spinge l’uomo a ripiegare su se
stesso, a diffidare degli altri e a temere nuove offese.
Quando ci si chiude in se stessi si conosce la solitudine e si cade nel peggiore isolamento.
L’isolamento derivante dall’amarezza rende insensibili.
L’uomo amareggiato si rinchiude in se stesso e diventa egocentrico, senza considerazione per gli altri e a poco a poco il suo cuore si raffredda del tutto.
L’isolamento derivante dall’amarezza impedisce la crescita. Ciò che ci fa crescere sono le nostre relazioni con gli altri; non è possibile crescere nell’isolamento.
Un cuore che coltiva amarezza non è disposto al sacrificio, non ha pazienza, non perdona, non rinuncia.
L’amarezza è l’arma distruttiva più usata dal nemico. Nessun figlio di Dio dovrebbe tollerare di coltivare amarezza nel proprio cuore.
Alcuni, in preda all’amarezza si sono ammalati, soffrono d’insonnia e non riescono più ad essere razionali.
Si può essere amareggiati anche nei confronti di Dio: è bene ricordare che Dio non è un nemico, al contrario, Egli rimane l’Amico fedele.
Si può essere amareggiati nei confronti degli uomini: è bene ricordare che nessuno è perfetto e che tutti possiamo sbagliare.
Dobbiamo imparare a sopportarci e a perdonarci a vicenda.
In qualsiasi caso, chi coltiva l’amarezza nel cuore, sarà distrutto da questo diabolico sentimento.
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Il rimedioRitorniamo a considerare Gerico e il profeta
Eliseo: “Egli disse: Portatemi una scodella nuo-va, e mettetevi del sale. Quelli gliela portarono. Egli andò alla sorgente delle acque, vi gettò il sale, e disse: Così dice il Signore: Io rendo sane queste acque, ed esse non saranno più causa di morte né di sterilità” (v. 20,21).
Gli abitanti di Gerico riconobbero che la loro unica speranza era in Dio.
Per porre rimedio a quella brutta situazione si rivolsero a Eliseo, l’uomo di Dio.
Dio aveva la soluzione al loro problema. Dio non sbaglia mai! Eliseo prese una scodella, la riempì di sale
che gettò nella sorgente. Non gettò il sale nei secchi pieni o nelle ci
sterne d’acqua. Agì direttamente sulla sorgente. Immediatamente si ebbero dei risultati e
quelle acque che erano motivo di morte furono trasformate in fonte di vita.
Per l’amarezza, il Signore ha sempre un rimedio. Come si può essere liberati dalla prigionia dell’amarezza?
La sola chiave capace di aprire la porta di questa cella è il perdono.
La preghiera del “Padre nostro” include una frase che a volte si ripete senza riflettere: “Ri-mettici i nostri debiti come anche noi li abbia-mo rimessi ai nostri debitori” (Matteo 6:12). Che significa: ‘Perdonami come io perdono al mio prossimo’. Il nostro prossimo comprende i nostri amici, i nostri figli, i nostri genitori, la nostra famiglia, i nostri fratelli e sorelle, i nostri anziani e diaconi della chiesa, il pastore, i nostri compagni di lavoro, i nostri vicini, i nostri datori di lavoro…
Dobbiamo essere disposti a perdonare tutti quelli che avrebbero potuto causarci della sofferenza intenzionalmente o inconsapevolmente.
Gesù è il nostro prezioso esempio. Sulla croce Egli esclamò: “Padre perdona
loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34).
Chi erano questi? Erano Pilato, i soldati, i falsi accusatori, la folla degli schernitori, coloro che avevano complottato contro di Lui e coloro che avevano gridato: “Crocifiggilo!”.
“Padre perdona loro…”.
La decisioneDi amarezza si può anche morire. Se questo
è un tuo problema fa’ un’immediata e pronta decisione: spezza le catene dell’amarezza, sii pronto a perdonare e la pace di Dio invaderà la tua vita.
Dio può operare una potente trasformazione quando si va a Lui con fede e si è disposti a perdonare.
In un cuore che perdona regna una pace meravigliosa!
Gesù era in pace con Dio e con il mondo intero perché aveva perdonato e per questo poté rimettere il suo spirito nelle mani del Padre Suo.
Chi rifiuta di perdonare sarà sempre tormentato e turbato; chi invece perdona conoscerà la pace che viene dal trono di Dio.
Molti credenti non vedranno mai frutto nella loro vita perché coltivano radici di amarezza. Possono avere anche un buon potenziale, buoni talenti, ma l’amarezza che è nel loro cuore ucciderà la gioia e impedirà il frutto.
L’amarezza deve essere affrontata alla radice, bisogna permettere al Signore di operare.
La Parola ci dice che una persona piena di amarezza non può produrre buon frutto per la gloria di Dio (Giacomo 3:8-12) e, allo stesso tempo, invita ad affrontare onestamente la situazione e ad estirpare ogni radice amara (Gia-como 3:13-18).
Lo Spirito Santo ci spinge a fare un esame attento ed onesto per verificarne la condizione.
Può anche accadere che esteriormente la vita di alcuni appaia bella: una buona famiglia, un buon lavoro, serenità economica ma, spiritualmente, sono sterili, perché coltivano sentimenti di amarezza che sta uccidendo la loro gioia.
La Parola di Dio ancora una volta ci ammonisce dicendo: “Il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo” (Efesini 26,27).
Non permettere che il sole oggi tramonti, perdona e realizzerai la pace di Dio e la pace con Dio.
“Via da voi ogni amarezza” (Efesini 4:31).
Angelo Gargano
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“Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatta la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Col.1:19-20).
Il sacrificio di Cristo porta pace nel cuore dell’uomo. Si parla di pace, tutti i giorni; più ci sono conflitti e più si parla di pace.
È la nostra natura che chiede pace. Nella vita dell’uomo c’era un conflitto, non
poteva avvicinarsi a Dio a motivo del peccato. L’uomo è nel tormento del peccato; è per
questa ragione che ha bisogno di pace. Ogni volta che c’è da conquistare la pace c’è
anche un prezzo da pagare. L’uomo per avere pace non ha dovuto paga
re, perché Qualcuno per lui ha pagato. Chi poteva pagare per la pace di cui l’uomo
aveva bisogno? È stato versato il sangue del Figlio di Dio, af
finché l’uomo potesse avere vera pace. Cristo ha pagato per tutti gli uomini! Cristo Gesù, il figlio di Dio, ha versato il Suo
sangue per dare pace. Solo il sacrificio di Cristo produce pace nel
cuore degli uomini, nel cuore di tutti quelli che desiderano questa pace.
Si parla di pace, ma ci si domanda se tutti la vogliano veramente.
“Giustificati per fede, abbiamo pace”, siamo stati graziati, tutto è stato cancellato.
La giustificazione è stata completa, perché siamo entrati per l’unica via che ci ha portato a far parte della famiglia di Dio.
Nel libro di Dio non c’è più nulla che possa incriminare chi ha ricevuto nel cuore la pace di Dio, ogni cosa è stata cancellata dal sangue che Gesù ha versato sulla croce.
Cristo è risorto per tutti quelli che confidano in Lui, non soltanto per perdonare ma anche per giustificare.
Molti provano ad andare a Cristo, ma poi si fermano pensando che prima debbano diventare più bravi, migliori.
Dio desidera che andiamo a Lui così come siamo, perché è il sangue di Cristo che lava da ogni peccato.
La Scrittura afferma che “senza spargimento di sangue non c’è perdono”, ed il prezioso sangue di Gesù è stato versato!
Sei pronto a ricevere il beneficio per quanto Cristo ha compiuto sulla croce?
Gesù avrebbe potuto salvare la propria vita, ma ti ha amato così tanto da morire perché tu potessi vivere.
I l p r e z z o d e l l a p a c eI l p r e z z o d e l l a p a c e
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Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Ro m.1:16; I Tes s.2:13).
Crediamo nell’unico vero Dio, E terno, Onnipotente, Creatore e Signo re di tutte le cose e che nella Sua u nità vi sono tre distinte Per sone: Pa dre, Fi glio lo e Spirito San to (Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca 3: 21-22, I Gio v.5:7).
Crediamo che il Signore Gesù Cristo fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Gio v.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).
Crediamo nella Sua vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nella Sua ascensione alla destra del Padre, quale unico mediatore, nel Suo personale e imminente ritorno per i redenti e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (I Pie.2:22; II Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom. 1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Gio v. 14:1-3; I Cor. 15:25; I Tim.2:5).
Crediamo all’esistenza degli angeli creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Mat t.25:41; Efe.6:11-12).
Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sa cer do te, siano indispensabili per la purificazione dal peccato di chiunque Lo ac cetta come personale Sal va tore e Si gnore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18, 19; Efe.2:8).
Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spi rito San to è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito 3:5).
Crediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture mediante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5;
Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar. 16:17-18; Giac.5:14-16
Crediamo al battesimo nello Spi rito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scrit ture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza del l’an nun cio di “Tutto l’E van gelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Gio v.16: 13; Matt.28:19-20).
Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della società umana (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1).
Crediamo ai ministeri del Signore glorificato, quali strumenti autorevoli di guida, d’insegnamento, di e dificazione e di servizio nella comunità cristiana, rifuggendo da qualsiasi forma gerarchica (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18).
Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Con cilio di Geru sa lem me, riportate in Atti 15:28-29; 16:4.
Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13).
Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Pa dre e del Figliolo e dello Spirito San to, per coloro che fanno professione della propria fede nel Si gnore Gesù Cristo come loro personale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12).
Celebriamo la cena del Signore o Santa Cena, sotto le due specie del pa ne e del vino, rammemorando così la morte del Signore e annunziandone il ritorno, amministrata a chi un que sia stato battezzato secondo le regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla società (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20).
A R T I C O L I D I F E D E
Il sacrificio della croce parla di pace! Chi è stato riscattato dal sangue di Gesù ha pace.
Se il mio peccato non viene cancellato non posso avere la pace di Dio.
Chi non riceve la grazia di Dio, resta escluso dalla Sua pace.
Non esiste altra via che conduce al cielo se non quella di Cristo, via che ha aperta mediante l’offerta del Suo sangue sulla croce.
L’uomo non può fare a meno di Gesù: se muore senza Cristo, senza speranza e senza Dio, dove si troverà un giorno?
Caro lettore, non pensare nemmeno per un momento che i tuoi meriti o le tue buone azioni possano renderti degno di salvezza!
Soltanto il sangue di Gesù può provvederti l’entrata nel cielo.
“Giustificati per fede abbiamo pace con Dio” (Rom.5:1) e pace con gli uomini.
Francesco Davide Scianna
I l p r e z z o d e l l a p a c eI l p r e z z o d e l l a p a c e
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Venerdì 23 aprile, a meno di un anno dall’apertura del locale di culto, abbiamo avuto grande gioia poiché una credente di giovane età ha fatto patto col Signore, scendendo nelle acque battesimali e testimoniando della conversione al Salvatore Gesù. Ancora oggi, la potenza di Dio continua a salvare, a liberare, a trasformare e a riempire di pace! Per l’occasione è stato con noi il fratello Antonino Barbera, pastore a Macchia di Giarre (CT) e Mascalucia (CT), usato da Dio per il
consiglio della Sua Parola. Numerose persone del luogo hanno avuto modo di ascoltare per la prima volta il messaggio dell’Evangelo e questo ha rallegrato grandemente il cuore dei credenti.Martedì 1 giugno ci siamo accostati alla Cena del Signore.Siamo certi che Dio continuerà a portare avanti l’opera Sua.
A Lui soltanto vada tutta la gloria. Domenico Maurizio Tosto
BATTESIMI A CAMPOROTONDO ETNEO (CT)
Desideriamo rendervi partecipi delle benedizioni ricevute dal Signore in un periodo di attività spirituali efficaci e distribuite nell’arco di un mese a beneficio dell’intera Comunità di Matera Via San Pardo. Ha preso avvio un periodo di preghiere mattutine a partire dal 3 maggio con la visita del fratello Archetto Brasiello da Velletri, che domenica 9 maggio è stato ospite e ha portato il messagio della Parola basato sul capitolo 14 dei Giudici “Una potenza preponderante”.Le riunioni speciali di culto programmate sono iniziate il
17 maggio. Al primo culto è stato ospite il fratello Domenico Modugno, pastore a Modugno (BA), che presentando la meditazione della Parola da Marco 10:4652 ha messo in risalto la domanda di Gesù al cieco: “Che cosa vuoi che io ti faccia?”. La sera successiva, siamo stati allietati dalla presenza di un “giovanotto” di ottantotto anni, Carmine De Biase, proveniente da Filadelfia negli Stati Uniti, che ha incoraggiato la comunità con energia e vivacità a vivere le prove “Camminando con Dio” mediante la prima epistola di Pietro 1:1320. La sera seguente il fratello Michele Mango, pastore ad Arona, per tre sere consecutive ha presentato delle meditazioni su 2 Re 2:2325. La prima sera ha consigliato di evitare la “mancanza di rispetto”, la seconda ha incoraggiato a “eludere l’ingratitu-
dine riconoscendo l’opera di Dio” e la terza ha sconsigliato la “superficialità inopportuna”. Incastonata in questo programma il 22 maggio si è tenuta la Riunione annuale degli anziani in cui nel culto mattutino ha predicato il fratello Giovanni Attorre meditando da 2 Timoteo 3:1017. Lo studio “Un’opera che non verrà mai meno” è stato illu
strato da Michele Mango a conclusione della mattinata. La domenica abbiamo concluso con la celebrazione della Cena del Signore. Il messaggio predicato dal fratello Michele Mango è stato incentrato su 2 Re 2:1922: “Dio opera dove e quando meno ti aspetti”. Questo periodo di risveglio ha dato frutti oltre ogni aspet
tativa! Il fine settimana successivo è stato allietato dalla visita del coro di Raffadali (AG) accompagnato dal fratello Gaetano Montante che ha predicato nei culti di sabato 29 maggio, domenica mattina e domenica sera 30 maggio con le seguenti meditazioni “Perché questo spreco” (Matteo 26:6-13); “Una vi-sione da lasciare in eredità” (Giosuè 14:6-14 e “È tutto pronto” (Matteo 22:1-14). Le abbondanti benedizioni del Signore hanno lasciato l’odor soave di Cristo Gesù che continua ad elargire ulteriori benedizioni.
Carmine Lamanna
INCONTRO ANZIANI PROVINCIA DI MATERA
Notizie dalle nostre Comunità
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Il 9 maggio abbiamo avuto la gioia di celebrare i battesimi nella comunità di Palermo, Via NC 1. Anche questa, come sempre in queste occasioni, è stata una giornata ricca di gioia e di benedizioni. Alcuni giovani, cresciuti nell’ambito della comunità, dopo aver fatto la loro esperienza spirituale, hanno deciso di scendere nelle acque battesimali. Con loro alcuni adulti, che hanno ricevuto la parola della testimonianza evangelica da parenti, e hanno così testimoniato pubblicamente della salvezza in Gesù.Nello stesso mese, dal 22 al 28, abbiamo svolto una cam
pagna evangelistica mediante la tenda. Ogni sera le riunioni hanno registrato una buona affluenza e molte persone han
no avuto modo di ascoltare il messaggio della salvezza. Quasi ogni sera, al termine della riunione, è stato fatto un appello per la salvezza, per la guarigione, per il rinnovamento della propria vita spirituale e molti, credenti e non, si sono accostati, a testimonianza del bisogno sentito da parte di molti di una potente azione dello Spirito nella propria vita. Alcuni simpatizzanti hanno dichiarato il loro proposito di continuare a frequentare le riunioni in chiesa e il nostro auspicio e la nostra richiesta al Signore sono che lo Spirito Santo dia loro determinazione e porti queste anime ad una effettiva esperienza di salvezza.
Rodolfo Arata
Con gioia comunichiamo ai lettori del Risveglio Pentecostale che giorno 9 maggio è stata una giornata di grande festa per la Chiesa di Catania, Via Susanna. In una meravigliosa giornata, sulla splendida spiaggia catanese, il Signore ci dato la grazia di vedere testimoniare della loro fede 35 neofiti, di cui 31 della comunità di Via Susanna, 2 di Lineri (CT) e 2 di Tremestieri Etneo (CT) che sono scesi nelle acque battesimali. Abbiamo avuto il piacere di avere con noi il fratello Renato
Mottola, pastore della comunità di Matinella (SA) e diaspora, il quale è stato uno strumento di benedizione nel porgerci i messaggi della Parola di Dio, sia per il culto all’aperto di
domenica mattina sia per il culto di domenica sera in cui si è celebrata la Cena del Signore. Molte persone nuove hanno ascoltato per la prima volta la Parola di Dio. Per l’occasione era presente anche la troupe televisiva del programma Protestantesimo, la quale ha effettuato delle riprese durante i due servizi. Per tutto questo vogliamo dare gloria solo a Dio, soprattutto per l’opera meravigliosa che sta svolgendo nelle nostre comunità. Il nostro desiderio e la nostra preghiera è di vedere ancora altre anime accettare e seguire Gesù come loro personale Salvatore, Signore e Maestro.
Paolo Lombardo
NOTIZIE DA PALERMO
BATTESIMI A CATANIA
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Siamo lieti di comunicarvi che domenica 9 maggio presso il nostro locale di culto sito in Montesilvano – Pescara, abbiamo avuto un servizio battesimale e sei sorelle hanno fatto patto con il Signore secondo l’insegnamento della Parola di Dio. Siamo grati a Dio per la Sua fedeltà. La sala di culto era gremita da circa quattrocento persone di cui molte sono state costrette a rimanere in piedi: è vero che la benedizione di Dio non si misura dal numero di partecipanti al culto, ma è altresì vero che vedere fratelli di “servizio alla porta” affaccendati ad aggiungere continuamente sedie è stato incoraggiante. Tanti giovani e non solo, invitati dalle sorelle che sono scese nelle acque battesimali, hanno partecipato al culto ed ascoltato il lieto messaggio dell’Evangelo. Durante il culto il cuore di noi tutti è stato allietato dai canti della nostra corale che ha cantato alla gloria di Dio e per l’edificazione della chiesa. Per l’occasione è stato gradito ospite il fratello Tilenni, pastore delle chiese di Firenze, Prato e missioni, nonché membro del Consiglio Generale delle Chiese. Il messaggio predicato ha avuto come fondamento il passaggio di Filippesi 3:13,14. Il tema della predicazione verteva sull’inciso: “una cosa faccio”, evidenziando come, in mezzo a tante scelte e decisioni che la vita ci chiama a fare, quella indubbiamente più
importante è fare di Gesù il proprio Salvatore e Signore. Alla fine del culto abbiamo distribuito a tutti coloro che ci hanno fatto visita una copia del Nuovo Testamento. Preghiamo insieme che Dio ci conceda dei “tempi di ricostruzione” caratterizzati dall’azione efficace dello Spirito Santo, unico in grado di “convincere il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:8). Michele Venditti
Il 15 maggio si è realizzata una manifestazione a carattere evangelistico a Conegliano Veneto (TV). Abbiamo chiesto e ottenuto l’aula magna dell’ISISS “Da Collo” con circa seicento posti a sedere. È stata una bella opportunità per farci conoscere dalla cittadinanza di Conegliano e di Vittorio Veneto, paese limitrofo, in quanto abbiamo fatto una grande distribuzione di volantini stampati per l’occasione. Un vivo ringraziamento va alla segreteria della chiesa di Padova per il supporto datoci, alla corale di Vicenza che ha cantato alla gloria del Signore, ai tanti fratelli, sorelle che con i loro pastori si sono spostati dalle comunità vicine per fare festa insieme a noi. Ringraziamo Dio anche per la predicazione del fratello Vincenzo Specchi, pastore a Padova e Vicenza che ha
edificato tutti i presenti e invitato a rispondere positivamente al messaggio dell’Evangelo. La Parola, predicata sul testo di Marco 10:4652, ha preso spunto dalla vicenda del cieco di Gerico, che ha ottenuto guarigione cogliendo l’opportunità unica del passaggio di Gesù. In conclusione della riunione i tanti occhi lucidi e i volti radiosi hanno testimoniato di come la presenza di Dio sia stata reale e tangibile. Preghiamo affinché il seme che è stato sparso possa portare frutto e che altre riunioni come queste, nell’attesa del ritorno glorioso di Gesù il Signore, possano avvenire in futuro, secondo quanto Gesù disse: “Trafficate fino al mio ritorno” (Luca 19:12-13).
Giacomo Aceto
BATTESIMI A MONTESILVANO - PESCARA
NOTIZIE DA CONEGLIANO VENETO (TV)
Notizie dalle nostre Comunità
R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - l u g l i o / a g o s t o 2 0 1 020
“In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tess.5:18). Questo è il sentimento dei fratelli e delle sorelle della Comunità di Livorno in questi giorni di Grazia che il Signore ci concede. Se è bello ringraziare Dio ogni giorno per tutte le cose che fa, può ben immaginare la fratellanza tutta quanto possa essere profonda e sentita la riconoscenza verso il nostro Salvatore nel vedere nuove anime testimoniare col battesimo per immersione la loro nuova vita in Cristo Gesù. Domenica
23 Maggio 2010, quattro giovani credenti di Livorno sono scesi nelle acque battesimali in adempimento fedele al comandamento del nostro Signore, segnando momenti indelebili nei loro e nei nostri cuori. Per l’occasione, insieme alle visite dei fratelli delle comunità vicine, graditissimo strumento nelle mani di Dio è stato il fratello Giuseppe Leccese, pastore della Comunità di Castelfranco di Sotto, insieme alla sua famiglia e alla corale dei giovani che hanno interpretato al meglio l’atmosfera di gioiosa gratitudine della serata. Il messaggio è stato semplice e diretto ed ha catturato l’attenzione di tutti; davanti alle mille inaffidabili e fasulle voci di questo mondo religioso e non, lo Spirito Santo pone ancora attenzione, gloria a Dio, sulla “serietà” dell’invito divino alla Salvezza. È in questo clima di sentita gioia che due settimane dopo abbiamo celebrato la Cena del Signore insieme al fratello Paolo Perone, pastore della Comunità di Empoli, alla sua famiglia e ad alcuni cari servitori di Dio della Missione Evangelica Zigana: Dio non ha fatto mancare la sua presenza. L’invito si fa sempre più pressante, occorre seriamente rimboccarsi le maniche per mettere a posto la stanza del nostro cuore. Forse dire grazie è troppo poco, ma questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi.
Comitato di Zona Nord Est - Giuseppe Fontani
Siamo riconoscenti al Signore per la Sua bontà e l’aiuto efficace nella realizzazione del nostro desiderio di poterci riunire nella Sua casa domenica 13 giugno, dopo tre anni e mezzo, e poter dedicare a Dio il locale di culto a Dio nostro Padre Celeste. Il nostro ringraziamento va altresì rivolto ai fratelli del Consiglio Generale e del Comitato di Zona che si sono prodigati per rendere possibile questo sogno che i fedeli locali avevano nel cuore. Per l’occasione abbiamo avuto la gradita visita del fratello Carmine Lamanna, pastore della comunità di Matera San Pardo, che è stato di grande benedizione ed edificazione nel presentare la Parola di Dio, incoraggiandoci a non trascurare la casa del Signore, ma ad essere parte attiva
di tale opera il cui Costruttore e Architetto è Dio stesso.Riconosciamo che la dedicazione di un locale non è solo un
motivo di gioia per il fatto che possiamo riunirci insieme ai fratelli, ma perché rappresenta la voce di Dio nella città, un faro di luce nelle tenebre, un’oasi di riposo e un santuario di adorazione. Un luogo dove le anime possono ricevere il messaggio di salvezza, di ristoro e possono essere fortificate nella potenza del nostro Signore Gesù Cristo. Pregate per noi affinché ciò si realizzi pienamente in questa città, perché riconosciamo che solo attraverso la mano benefica di Dio sopra di noi potremmo essere di benedizione.
Lorenzo De Fano
Domenica 23 maggio è stata una giornata di grande festa per le comunità di Gissi, Vasto e Termoli perché quattro giovani hanno confessato la propria fede in Cristo scendendo nelle acque battesimali. Tre dei quattro neofiti sono stati battezzati anche nello Spirito Santo. Molte anime per la prima volta hanno ascoltato il messaggio dell’Evangelo che per l’occasione è stato predicato dal fratello Salvatore Cusumano. Nel pomeriggio a Vasto si è tenuto un culto con la celebrazione della Cena del Signore. Il nostro Padre celeste non ha fatto mancare le Sue copiose benedizioni. Grazie siano rese al nostro Signore per tutto quello che sta facendo per le nostre comunità. Ci affidiamo alle preghiere della fratellanza affinché l’Opera Sua possa progredire in queste zone.
Pasquale Puopolo
LIVORNO - BATTESIMI E SANTA CENA
DEDICAZIONE LOCALE DI CULTO A CASAMASSIMA (BA)
BATTESIMI A GISSI (CH)
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Notizie dalle nostre Comunità
Da sabato 5 a venerdì 11 giugno abbiamo avuto la gioia di installare una grande tenda di evangelizzazione ad Arzano (NA) capace di ospitare circa 300 persone comodamente sedute. Sabato mattina di buon’ora, scaricata l’attrezzatura per il montaggio, un nutrito gruppo di fedeli ha issato la tenda in breve tempo. Nonostante i nostri difetti, le nostre mancanze e le nostre timidezze, il Signore come sempre ci ha aiutati. Le riunioni sono state sempre gremite di fratelli e di sorelle, ma anche di anime nuove che, attratte dai cantici delle corali e dalle testimonianze dei fedeli, hanno avuto modo di ascol
tare il messaggio dell’Evangelo. Nei culti la Parola di Dio ci è stata ministrata da diversi pastori di comunità limitrofi, quali D. Di Iorio, P. Contrino, D. Vona, D. Marra, L. Cangianiello, R. Frezza, L. Abbruzzese. Per mezzo della predicazione della Parola di Dio il Signore ci ha benedetto abbondantemente. È stata per noi una gioia grande sentire la Buona Notizia annunciata e come sempre Dio non mancherà di farci vedere ancora anime liberate dal peccato, che si aggiungeranno alla lista dei nomi scritti nel libro della vita. Iddio ci benedica!
Giuseppe Costanzo
Ci rallegriamo nel rendere partecipe la fratellanza delle benedizioni ricevute nel corso dell’incontro fraterno delle Chiese Cristiane Evangeliche delle Assemblee di Dio in Italia del Triveneto giunto alla dodicesima edizione e tenutosi il 2 giugno al palazzetto dello sport della zona Mandria, a Padova. Oltre 600 partecipanti al culto mattutino, che hanno superato i 700 nel culto pomeridiano, testimoniano come in questa vasta area geografica zona che confina a nord con il Trentino Alto Adige, a est con Trieste e che giunge fino alla zona limitrofa all’Emilia con Rovigo, un popolo di riscattati loda e benedice il Signore proclamando il messaggio di “Tutto l’Evangelo”. Ospite e predicatore nei due culti è stato il fratello Antonio Di Bello, segretario del Comitato di Zona Italia Nord Est e pastore a Foiano della Chiana (AR) e
diaspora, che ha condiviso il messaggio della Parola di Dio in Genesi 45 considerando il personaggio di Giuseppe quale figura di Cristo, il cui messaggio rammenta che è vivente e che vuole operare in quanti si accostano a Lui. Nel culto del pomeriggio con il Salmo 147, il fratello Di Bello ha sottolineato come, ancora oggi, il Signore è colui che ricostruisce Gerusalemme quale figura dell’uomo, del singolo credente e della famiglia in ogni circostanza. Sono state grandi le benedizioni godute e preziosi i momenti di adorazione e di invocazione del Signore che non ha mancato di elargire, ancora una volta sul Suo popolo riunito, grandi piogge di benedizione. A Lui solo, l’Eterno Onnipotente, vada tutta la gloria.
Vincenzo Specchi
INCONTRO FRATERNO DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE ADI DEL TRIVENETO
TENDA DI EVANGELIZZAZIONE AD ARZANO (NA)
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Con gioia desideriamo comunicare che il Signore è lo stesso ieri, oggi e sempre; infatti Egli salva, guarisce e battezza nello Spirito Santo i credenti. Il 6 giugno le chiese di Varese e di Ponte Tresa, con l’apporto e il sostegno di molte chiese della provincia di Varese e di alcune dalla vicina Svizzera, hanno svolto una pubblica riunione evangelistica, durante la quale tre giovani credenti hannno testimoniato la loro fede in Gesù Cristo, immergendosi nelle lacustri acque battesimali. Il messaggio della Parola è stato tratto dal Vangelo secondo Matteo 13:5358 e annunciato dal fratello Michele Plasmati, pastore della chiesa di Marchirolo (VA) che ha chiesto agli astanti in che modo conoscessero il Signor Gesù, se come il figlio del falegname, come un uomo giusto ancora affisso a una croce o come il figlio di Dio dato in dono per la salvezza dell’intera umanità. Un ringraziamento speciale va a tutte le sorelle e tutti i fratelli che ci hanno sostenuto con la loro presenza e le loro preghiere. A Dio la gloria!
Guerino Boscariol
Ringraziamo il Signore per come lo scorso giugno tre sorelle e un fratello hanno pubblicamente testimoniato la loro fede scendendo nelle acque battesimali. Per l’occasione è stato con noi il fratello Nuccio Cavone, pastore delle comunità di Civitanova
Marche e Macerata, che ci ha fedelmente ministrato la Parola del Signore. È stata inoltre una ottima occasione di evangelizzazione delle molte anime nuove presenti al culto. Dio ci benedica!
Gionathan Borelli
Domenica 13 Giugno 2010 in coincidenza con la giornata nazionale di preghiera,la chiesa di Belmonte Mezzagno (PA) ha avuto la gioia di celebrare un culto di battesimi insieme ai fratelli della chiesa di Castellana Sicula e Polizzi Generosa. Sono scesi nelle acque tre neofiti della locale comunità e due della comunità consorella. La gioia è stata grande, le testimonianze hanno toccato i nostri cuori e i cuori dei molti presenti, parenti e amici in chiesa per la prima volta. Il messaggio della parola di Dio in Romani 1:17 ci ha ricordato che il Signore Gesù ci ha chiamati alla salvezza, alla comunione con il Suo corpo, alla santificazione e all’apostolato. Dopo il culto abbiamo condiviso la nostra gioia in un’agape fraterna; poi abbiamo
continuato a pregare per i bisogni della nostra chiesa nella nostra Nazione. Ringraziamo il Signore per le benedizioni che ci concede, e vogliamo insieme pregarlo con tutto il cuore affinchè continui a benedire la Sua opera.
Leonardo Passamonte
BATTESIMI A LAVENA P.TE TRESA
BATTESIMI A PONTEDERA (PI)
NOTIZIE DA BELMONTE MEZZAGNO (PA)
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RisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E
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RADUNO CAMPISTICO NORD ESTSabato 4 settembre 2010
a Pieve di Cento (BO), si terrà il Raduno Campistico della zona Italia Nord Est.
XV CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCUOLE DOMENICALIDa giovedì 9 a sabato 11 settembre 2010, presso il Teatro Tenda di Fiuggi (FR), si terrà il XV Convegno Nazionale delle Scuole Domenicali. I predicatori ai culti saranno i pastori Eliseo Fragnito, Gioacchino Caltagirone, Daniele Vitale e Felice Antonio Loria. I relatori agli studi saranno i pastori Giuseppe Conserva, Domenico Modugno e Amelio Fatini.
INCONTRO FRATERNO FOGGIASabato 18 settembre 2010 a Foggia, presso il locale di culto di Piazza Scaramella, si terrà un Incontro Fraterno delle Chiese della provincia di Foggia.
RADUNO FRATERNO CALABRIASabato 25 settembre 2010a Cittanova (RC), si terrà un Raduno Fraterno della zona Calabria.
RADUNO GIOVANILE LOMBARDIASabato 25 settembre 2010presso il locale di culto di Milano Via Forze Armate, si terrà un Raduno Giovanile della zona Lombardia. Relatore dello studio biblico e predicatore sarà il pastore Giuseppe Tilenni Risignolo.
RIUNIONE PASTORI E CONSIGLIERI NORD OVESTSabato 9 ottobre 2010a TorinoVia Spalato 9a, si terrà una Riunione per Pastori e Consiglieri di Chiesa della zona Italia Nord Ovest.
INCONTRO CAMPISTI PUGLIA E BASILICATASabato 16 ottobre 2010a Matera, via San Pardo, si terrà l’Incontro Campisti della zona Puglia e Basilicata.
XXXV INCONTRO NAZIONALE GIOVANILE ADI-IBIda venerdì 29 ottobre a lunedì 1° novembre 2010, a Fiuggi Terme (FR), presso l’ampia tensostruttura del PalaFiuggi, in Via IV Giugno, si terrà il XXXV Incontro Nazionale Giovanile ADIIBI.
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da richiedere a ADIMedia, Via della Formica 23 00155 Roma, Tel.06.2284970, fax 06.2251432, email: adi@adimedia.itda richiedere a ADIMedia, Via della Formica 23 00155 Roma, Tel.06.2284970, fax 06.2251432, email: adi@adimedia.it
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I primi quindici anni di pubblicazione del periodico Risveglio Pentecostale in formato digitale, riproposti alla lettura numero per numero: un vero tesoro che fotografa, nel corso degli anni, il Movimento Pentecostale in Italia
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