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Non si tratta di diritti omosessuali...

PINKWASHING

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1948: la Nakba o Catastrofe, in cui i Palestinesi sono stati spinti a lasciare la loro terra e le loro case, spesso con la violenza. Così è stato fondato lo Stato di Israele, con l'espulsione di oltre 700,000 profughi Palestinesi, un numero che oggi ha raggiunto i 4.7 milioni.

1967: la Guerra dei Sei Giorni con la quale Israele ha occupato la Cisgiordania, la striscia di Gaza, il Sinai e le alture del Golan.

1987-1993: la prima Intifada, “sollevamento”, del popolo Palestinese contro l'occupazione israeliana: una mobilitazione di massa di donne, uomini e bambini Palestinesi, caratterizzata da molte pratiche di disobbedienza civile, resistenza e auto-organizzazione.

1994-1995: gli Accordi di Oslo. L'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) diventa responsabile dell'amministrazione di alcuni aspetti sociali, legali e politici della vita dei Palestinesi. Comincia la costruzione del Muro di divisione tra la CisGiordania e “Israele”.

STORIA DELL'OCCUPAZIONE

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2000-2004 Seconda Intifada scoppiata, in risposta alla provocatoria visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio, con le proteste dei Palestinesi a Gerusalemme. Dopo che i soldati israeliani sparano a 6 manifestanti disarmati, cominciano manifestazioni e scontri nei territori occupati, violentemente repressi dalle Israeli Defence Forces, che tornano ad invadere e mettere sotto coprifuoco le città palestinesi sotto l'autorità dell'ANP in base agli Accordi di Oslo.

2006 Israele lancia una guerra di 33 giorni contro Hezbollah in Libano, in particolare al Sud: in risposta al fuoco dei razzi bombarda cittadine, villaggi e infrastrutture Libanesi.

2008-2009 Guerra a Gaza/Operazione Cast Lead. Israele senza preavviso comincia a bombardare Gaza con l'obiettivo di mettere fine ai lanci di razzi provenienti da lì. In 22 giorni, rade al suolo vaste aree uccidendo 1400 Palestinesi.

STORIA DELL'OCCUPAZIONE

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I Palestinesi in CisGiordania vivono sotto l'occupazione Israeliana. I loro spostamenti sono tenuti sotto controllo grazie a centinaia di checkpoints e blocchi stradali.

La società Palestinese é soggetta alla presenza militare Israeliana fin dentro le proprie case, in particolare nelle zone occupate anche dai coloni Israeliani.

Comunità e famiglie Palestinesi sono divise dal Muro Israeliano dell'Apartheid che circonda la CisGiordania.

CONDIZIONI DEI PALESTINESI

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I Palestinesi in CisGiordania, Gaza e Gerusalemme Est vivono sotto la minaccia della demolizione delle proprie case per “costruzione senza permesso” (che include qualsiasi tipo di aggiunta o rifacimento di un edificio esistente), quando é quasi impossibile per un Palestinese ottenere questo tipo di permesso.

Almeno 70 leggi israeliane sanciscono forme di discriminazione anche per i Palestinesi che vivono “legalmente” in Israele, dove vige un sistema di discrinazione istituzionalizzata.

I residenti nella Striscia di Gaza sono confinati da Israele da tutti i lati, con severe restrizioni dei loro spostamenti e del loro accesso a beni e servizi. I residenti a Gaza di fatto vivono in una prigione a cielo aperto controllata da Israele.

CONDIZIONI DEI PALESTINESI

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CONDIZIONI DEI PALESTINESI

Attualmente:61,8% del Muro é stato completato. Ben 85% del tragitto totale previsto si trova oltre la Green Line, con l'annessione a Israele di terreni che facevano parte della Cis Giordania.

Israele ha fondato 121 colonie ufficiali e circa 100 avamposti non ufficiali. L'espansione/costruzione delle colonie continua nonostante queste siano illegali secondo le legge internazionale.

Israele ha costruito 232 km di strade in CisGiordania, riservate agli Israeliani, e vi hanno edificato 99 stazioni di controllo per limitare e monitorare gli spostamenti dei Palestinesi.

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Omonazionalismo indica l'accettazione e l'inclusione di alcuni omosessuali nello stato-nazione.

La nuova cittadinanza gay, accettata sulla base dell'appartenenza alla nazione, viene creata alle spese di coloro che rappresentano forme di alterità razzializzate o sessualizzate, coloro che non potranno mai pienamente appartenere alla nazione.

L'omosessualità nazionalista viene rigirata come un marchio che regola chi può essere considerato un cittadino gay per bene, mentre rinforza stereotipi razziali e sessuali, giustificando l'esclusione sociale di intere popolazioni.

OMONAZIONALISMO

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PAESI BASSI:

I partiti, sia di destra che di sinistra, incluso Geerts Wilders ed il suo partito di estrema destra, il "Partito per la libertà", parte della coalizione di governo in Olanda,usano la protezione dei diritti gay come giustificazione delle loro posizioni contro l'Islam e contro l'immigrazione.

Improvvisamente, l'accettazione delle persone queer diventa un metro del livello di democrazia e libertà. Distogliendo l'attenzione dall'oppressione strutturale delle minoranze.

ESEMPI GLOBALI

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USA:

L'invasione dell'Irak viene in parte legittimata presentando le società arabe come omofobiche.

Non si chiede, non si dice: la battaglia per ammettere apertamente lesbiche, gay e bisessuali nell'esercito è stata anche la battaglia omonazionalista per permettere loro di provare il loro patriottismo combattendo contro i musulmani, dipinti come sessisti ed omofobici.

ESEMPI GLOBALI

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Omonormatività:

Le persone LGBT, soprattutto i patrioti consumatori bianchi e di classe media, copiano le fondamenta eteronormative della nazione, a cui ormai hanno ottenuto accesso alle spese di "altri" considerati tali su base razziale o sessuale.

Questa normatività comporta copiare forme di parentela eteronormative, un'aspirazione ad essere considerati bianchi, ed il fatto di avere la possibilità di spendere e di viaggiare. E' basata su un modello di integrazione finalizzato all' assimilazione.

Certe comunità gay vengono così trattate come una delle nicchie del mercato neoliberale, la loro partecipazione al mercato li legittima come membri della nazione e bravi cittadini, mentre altre comunità queer sono ancora più escluse dai vantaggi della cittadinanza e della piena appartenenza nazionale.

PRINCIPI DI OMONAZIONALISMO

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Antiterrorismo:

La costruzione della persona LGBT per bene, omonormata quale cittadino accettabile per la nazione, sostiene la costruzione del terrorista, queer deviante, inesorabilmente fuori dalla nazione.

Le politiche contro il terrorismo vengono legittimate travestendole come interventi a favore dei diritti umani, e in particolare a favore dei diritti delle donne e dei gay. Il superficiale riferimento ai diritti dei gay viene usato per dissimulare altri tipi di violazioni dei diritti umani.

PRINCIPI DI OMONAZIONALISMO

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Eccezionalismo:

Una nazione si impegna per i diritti gay, o adotta il gergo liberale dell'emancipazione gay per vendersi come nazione democratica, tollerante e diversa.

Viene usato non solo per presentare la nazione come eccezionale ma anche per etichettare intere popolazioni come "barbare" e omofobiche rispetto a quest'ultima.

Gli "altri" su base razziale o sessuale diventano indefinitamente stranieri rispetto alla nazione.

Diventa necessario per la nazione difendersi contro questa alterità che potrebbe potenzialmente compromettere le fondamenta etero/omonormative della nazione.

PRINCIPI DI OMONAZIONALISMO

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Approccio securitario:

L'immagine di eccezionalità dello stato nazione ora include alcuni omosessuali, la cui presenza legittima la chiamata della nazione a potenziare le proprie misure securitarie

Le misure securitarie sono indirizzate contro i soggetti "altri" su base razziale o sessuale che vengono ricreati come minaccia per la società.

Questo avviene sia dentro che fuori dai confini della nazione.

La razzializazione e sessualizzazione del discorso sulla sicurezza sostiene la domanda di potenziamento delle misure securitarie contro intere popolazioni identificate con il terrorismo.

PRINCIPI DI OMONAZIONALISMO

Time Out: “You see here a threat, we see here an opportunity”

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L'omonazionalismo in Israele è in ascesa:

I sostenitori dell'omonazionalismo in Israele riarticolano l'affermazione secondo cui le critiche alle politiche dello stato corrispondono a posizioni anti semite anti-gay, refutando il diritto dei Palestinesi all'auto determinazione e ignorando la distinzione tra Giudaismo e Sionismo.

L'emancipazione gay va a braccetto con il militarismo Israeliano ed il desiderio di servire visibilmente nell'IDF.

Gli ebrei israeliani queer possono soltanto fare outing in quanto Queer sionisti depoliticizzati.

OMONAZIONALISMO IN ISRAELE

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Esempi:

L'aumento di bandiere israeliane al Pride. L'identità gay diventa inseparabile dalla nazionalità israeliana che causa l'esclusione dei soggetti "altri" su base razziale o sessuale.

Un film porno per uomini gay, girato nelle rovine di un vecchio villaggio palestinese, sottolinea l'eccezionalità di Israele: il trionfo dei diritti gay sulla società araba barbara e omofonica.

OMONAZIONALISMOIN ISRAELE

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L'uso crescente e l'investimento nei social media che supportano gli interessi dello stato israeliano e l'occupazione della Palestina, sottolineando l'eccezionalità dei diritti gay in Israele in confronto al resto del Medio Oriente.

OMONAZIONALISMO IN ISRAELE

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Pinkwashing é parte di una campagna di PR, lanciata nel 2005, in modo da distogliere l'attenzione internazionale e nazionale dal dominio coloniale israeliano e dai crimini di guerra strumentalizzando i "diritti gay".

Pinkwashing é il tentativo di giustificare l'occupazione israeliana della Palestina, ritraendo Israele come un paese progressista e come l'unico "paradiso" per i soggetti LGBTQ, in diretto contrasto con il resto della società in Palestina e in Medio Oriente.

Pinkwashing é il tentativo di squalificare i vicini di Israele per giustificare la necessità dell'esistenza dello Stato di Israele con ogni mezzo, sulla base dell'immagine di una democrazia isolata al limite della sopravvivenza circondata da società violente, intolleranti, misogine e arretrate.

CHE COS'E' IL

PINKWASHING ?

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(Re)Brand Israel: una campagna ufficiale di Israele cominciata nel 2005 con l'obiettivo di dargli una nuova immagine come un luogo associato con la ricerca, la tecnologia, l'arte, la cultura, i diritti dei gay e delle donne, e valori progressisti piuttosto che il conflitto, l'occupazione, la repressione e la guerra.

Il pubblico identificato per questa campagna è la comunità internazionale in generale, nella speranza di alimentare il supporto popolare per Israele a livello globale.

Soltanto nei suoi primi due anni, questa campagna aveva un budget governativo di 4 milioni di Dollari. Questa campagna ha anche ricevuto fondi supplementari da organizzazioni dall'estero, corporations e donatori individuali.

IL CONTESTO DEL PINKWASHING

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Oltre alla Campagna "Brand Israel" ci

sono diverse organizzazioni, in particolare negli Stati Uniti, che usano molte di queste tattiche con gli stessi obiettivi.

Il Pinkwashing é una delle tattiche principali di "Brand Israel".

IL CONTESTO DEL PINKWASHING

La missione di ISRAEL21c é di focalizzare l'attenzione dei media e del pubblico su Israele del XXI secolo, Israele oltre il conflitto. Evidenziando, enfatizzando e promuovendo immagini positive di Israele e degli Israeliani, la gente comincerà a vedere gli Israeliani come più simili a sé, e comprenderà la rilevanza di Israele nelle proprie vite.

L'opera di ISRAEL21c é focalizzata sullo sviluppare e disseminare dei contenuti usati per portare avanti la missione. Il risultato di questo processo é un maggiore sostegno a Israele durante i momenti difficili ed un maggiore apprezzamento per il ruolo che Israele ha nelle vite delle persone di tutto il mondo.

ISRAEL21c.com, “About Us”

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Pinkwashing é:

una campagna di pubbliche relazioni ben organizzata e ben finanziata, avviata dal Governo Israeliano.

una campagna molto diffusa che va oltre gli sforzi del Governo Israeliano ma comprende anche organizzazioni private come Stand with US e la AntiDefamation League.

un mera appropriazione di voci gay e della lotta per i diritti gay al fine di nascondere i crimini dello Stato Israeliano.

"..questo sentiero di libertà non viene tracciato soltanto tramite le elezioni. Viene tracciato quando il governo permette le proteste nelle piazze cittadine, quando il potere dei governanti viene sottoposto a dei vincoli, quando i giudici sono sostenuti dalle leggi e non dagli uomini, e quando i diritti umani non possono essere schiacciati da fedeltà tribali o dal dominio della folla. Israele ha sempre abbracciato quesot percorso, in un Medio Oriente che lo ha a lungo rifiutato. In una regione dove le donne vengono lapidate, i gay impiccati, i cristiani perseguitati. Israele spicca. E' differente."

Benjamin Netanyahu rivolto al Congresso U.S.A. [Maggio 2011]

PINKWASHING NON E' ACCIDENTALE

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Pinkwashing cerca di ritrarre un Israele progressista e civilizzato, perchè tratta bene i gay, cosicché tutte le altre violazioni di diritti umani che commette possono essere spazzate sotto il tappeto.

Pinkwashing: si tratta di Israele che usa i diritti dei gay come un diversivo. Combattere il pinkwashing non vuol dire ritrarsi dalla lotta per i diritti omosessuali, - piuttosto fermare il pinkwashing vuol dire impedire che i diritti omosessuali vengano strumentalizzati per opprimere altri.

Israele si presenta come il bastione dei diritti omosessuali, ma come si può trattare di reali "diritti omosessuali", se questi

sono applicati selettivamente solo ad alcuni nella società israeliana, mentre molti diritti umani di base, inclusi i diritti omosessuali, vengono negati ai Palestinesi da Israele?

Tutti i Palestinesi, gay, etero, o altro, soffrono quotidianamente per la discriminazione, l'occupazione, il controllo, le violazioni di diritti umani commesse da Israele. Israele non fa eccezioni per i queer palestinesi.

PINKWASHING NON TRATTA DI DIRITTI GAY

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1. Mostrificare i paesi Arabi e Musulmani confinanti, dipingendoli come barbari, incivili e brutali, mentre ritrae Israele come un paradiso variopinto per gli omosessuali in giro per il mondo

Operando uno slittamento nei criteri secondo cui una società civilizzata viene valutata in base al rispetto dei diritti gay invece che dei diritti umani in generale.

Condanna generalizzata dei paesi arabi in quanto barbari e violenti, in modo che il pubblico sottovaluti le sue numerose violazioni dei diritti umani, e il fatto che tutti i Palestinesi subiscono quotidianamente discriminazione, occupazione e persecuzione da parte del governo israeliano.

Questa inquadratura sottovaluta inoltre il fatto che è legalmente impossibile per un Palestinese queer che vive in CisGiordania o a Gaza chiedere asilo in Israele, e che anche in Israele i cittadini o residenti Palestinesi non godono di eguali diritti rispetto agli altri.

TATTICHE DI PINKWASHING

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2. Cercare di ottenere il supporto della comunità queer a livello globale

Presentando Israele come paradiso per i gay in una regione altrimenti ostile, la campagna Re Brand Israel mira ad ottenere il supporto delle soggettività queer (e dei loro governi) a livello globale.

La campagna parte dal presupposto che molti soggetti queer, in particolare in Occidente, potrebbero simpatizzare con la causa palestinese, e mira a indirizzare le loro simpatie verso Israele.

E.g. Hoax video about "Mark", il supposto attivista gay americano a cui sarebbe stata negata la partecipazione alla Freedom Flottilla a causa della sua sessualità. Il video era stato diffuso dal Governo Israeliano.

Presentando i palestinesi e i loro sostenitori come omofobi e associati al terrorismo, questo video mira a delegittimare non solo l'attivismo pro palestinese ma anche il punto di vista pro palestinese. Questa tattica associa "pro-palestinese" a "anti-gay", e dipinge gli attivisti queer propalestinesi come autolesionisti.

TATTICHE DI PINKWASHING

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3. Promuovere il turismo gay usando codici sessisti, e basati sul privilegio e sul consumismo

A partire dall'immagine queer friendly che Israele sta cercando di crearsi, il Ministro del Turismo promuove l'immagine di Israele come un paradiso per i queer (in particolare per uomini gay), un posto dove poter venire in vacanza nella sicurezza che la propria sessualità sia accettata.

Il sito web gayisrael.com, gestito dal governo, usa espressioni come "le nostre spiagge sono le piu' calde e friendly del Medio Oriente". Sessismo e consumismo sono qui strettamente legati tra loro nella promozione di un esperienza legata al consumo (e.g. costosi drink in vendita ai bar e clubs gay). ma anche esoticizzazione e feticismo come per esempio: "Questo splendente pezzo di paradiso gay contiene la combinazione perfetta per una vacanza perfetta per donne e uomini: ragazzi bellissimi ballano nei club più caldi, ragazze belle da far sbalordire si godono le nostre coste incontaminate, gallerie d'arte moderna e contemporanea, abbigliamento all'ultima moda, cucina locale ed internazionale"

TATTICHE DI PINKWASHING

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4. Metter in luce a livello internazionale la cultura ed il consumismo gay in Israele

Intorno al 2008, Brand Israel ha selezionato una serie di città, tra cui Toronto, Tokyo, Boston e Londra, come città pilota per programmi consistenti in campagne publicitarie proIsraele, eventi di promozione di prodotti Israeliani, festival di cinema ed altri eventi di promozione della cultura israeliana.

Gruppi basati in Nord America hanno anche condotto campagne publicitarie pro Isreale, in particolare nelle stazioni di trasporti pubblici. Ciò è avvenuto di recente nelle stazioni dei treni di Chicago nel Giugno Luglio 2011. Simili publicità sono anche state esposte nella rete di transito pubblica di San Francisco da standwithus.com.

"Out in Israel" è un Festival di Cultura LGBT che ha avuto luogo a San Francisco nel 2010. Questo evento è stato parzialmente finanziato dal Consolato Generale Israeliano per il Nord Est del Pacifico, un ente facente capo al Governo di Israele.

TATTICHE DI PINKWASHING

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5. Appropriarsi del termine "Pinkwashing"

Alcuni gruppi sviluppano le tattiche del pinkwashing fino ad appropriarsi non soltanto delle rivendicazioni queer per coprire le violazioni dei diritti umani in Israele, ma anche del linguaggio usato per contrastare il loro impegno.

Questi gruppi si sono infatti appropriati dello stesso termine "pinkwashing", intendendo "brainwashing", il lavaggio del cervello operato da quelli che loro chiamano "gruppi che odiano Israele".

Questi poster sono stati prodotti per i Pride 2011 di New York e Toronto, anche se non è chiaro quale gruppo o gruppi hanno creato la prima immagine. Le altre due immagini in questo album vengono dal fb group "Queer Support for Israel", e sono state condivise da Kulanu Toronto.

TATTICHE DI PINKWASHING

"...le persone LGBT a favore di Israele hanno sentito la necessità di prendere questo concetto del

"Pinkwashing" e rivoltarlo contro i nostri nemici. Così per neutralizzare il suo potenziale offensivo contro

Israele e mettere i nostri aggressori sulla difensiva."

"...hanno fatto una cosa davvero geniale, invece di usare il concetto di Pinkwashing quale furba traslazione

del concetto di Whitewashing, l'hanno cooptato nel senso di Brainwashing, lavaggio del cervello."

Scott Piroo, http://www.facebook.com/ SupportIsraelLGBT

 

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1. I Queer Palestinesi son esclusi dalle forme di appartenenza e cittadinanza nazionale.

2. I Palestinesi Queer vengono rappresentati alternativemente come la vittima, l'esotico o il mostro terrorista, (tutte e tre sono presenti nel film di Eytan Fox "La bolla"), ma non vengono mai presentati come soggetti agenti.

3. Il rafforzamento delle rappresentazioni dell'omosessualità quale fenomeno occidentale.

CONSEGUENZE PER I PALESTINESI

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4. La società Palestinese viene presentata come omofobica e arretrata, agli antipodi del moderno e democratico Israele.

5. Queste rappresentazioni legittimano l'occupazione, che viene inquadrata come una necessaria securitizzazione della nazione Israeliana contro l'intrusione di valori omofobici e arretrati e "prevalenti" in Medio Oriente.

6. Tale legittimazione dell'occupazione occulta l'ineguaglianza di base alle dinamiche di potere tra Palestinesi ed Israele, che impone una occupazione e apartheid di matrice statale.

CONSEGUENZE PER I PALESTINESI

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LA SITUAZIONE ATTUALE DEI QUEER IN PALESTINA

I queer, come tutti i palestinesi, soffrono dell'occupazione israeliana, e quelli in Cis-Giordania e Gaza non possono chiedere asilo in Israele.

I queer confrontano problemi universali di identità, accettazione, ruoli di genere...

Inoltre i Queer hanno problemi nella società palestinese:

una società tradizionale con norme collettive ed una morale che lasciano poco spazio all’espressione individuale;

strutture familiari patriarcali;taboo sulla sessualità in genere;eteronormatività e ruoli di genere gerarchizzati; omofobia;

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LA SITUAZIONE ATTUALE DEI QUEER IN PALESTINA

Ciònonostante sin dal 1957 non ci sono leggi che criminalizzano ufficialmente l'omosessualità nei Territori Occupati;

L'omofobia esiste dappertutto e non è certo un fenomeno isolato alla società araba o palestinese;

Combattere l'omofobia ed esprimersi contro di essa nella società palestinese è responsabilità dei queer palestinesi;

Ci sono organizzazioni queer palestinesi come Al Qaws, Aswat e PQBDS, che si stanno occupando di questi problemi e sono ormai attive da una decina di anni;

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Lo slogan mette sullo stesso piano l'occupazione illegale della terra palestinese con l'omofobia in Palestina come se fossero lo stesso tipo di violenza.

Questo slogan partecipa delle suggestioni della securitizzazione, e sembra implicare che per essere liberi i Palestinesi devono prima smettere di essere omofobici. Associa una intera popolazione all'omofobia e riarticola l'immagine dell' eccezionalismo occidentale.

L'omofobia è una fenomeno da cui Israele ed altri paesi non sono ovviamente immuni.

Il discorso sull'omofobia è di provenienza occidentale, ed impone una unica strategia di visibilità alle communità queer quando questa non è necessariamente adatta alle loro società.

Questo discorso divide il mondo secondo la banalizzazione del dualismo omofobia vs. LGBT ed i loro alleati, ignorando il contesto sociale e politico dell'omofobia, ed il suo radicamento in strutture più ampie di discriminazione sessuale e di genere.

Marcia "Free Palestine" 2005, Londra:"Israele: stop persecuzioni contro i

palestinesi, Palestina: stop persecuzioni contro i queer"

BUONE INTENZIONI E COMPLICITA' INTERNAZIONALE

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Intersezioni tra le lotte: combattendo per i diritti delle minoranze queer oppresse e marginalizzate non può essere separato dalla lotta contro tutte le forme di oppressione, quindi combattere per i nostri diritti gay non può essere separato dalla nostra lotta contro l'occupazione.

Individualmente:Impara a conoscere il pinkwashing: il primo passo per

poterlo combattere é saperlo riconoscere.

Puntagli il dito contro: spiega il Pinkwashing ad altri e chiedi loro il loro sostegno per resistergli.

Rifiutati di partecipare al Pinkwashing: non lavorare per organizzazioni complici con il Pinkwashing.

Collettivamente:Organizza eventi sul pinkwashing nella tua comunità.Unisciti a gruppi dedicati a supporto del BDS ed a

contrastare il Pinkwashing.Avvia un nuovo gruppo.

Judith Butler ha rifiutato il Civil Courage Award nel Christopher Street Day a Berlino. Gruppi queer radicali l'avevano allertata a rifiutare il premio, a causa delle tendenzerazziste, islamofobiche e nazionaliste degli organizzatori dell'evento. Gli organizzatori hanno pubblicamente respinto queste rivendicazioni, affermando pubblicamente che "queste persone non sono la maggioranza qui".

COME COMBATTERE PINKWASHING

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BDS - Boycott, Disvestment and Sanction against Israel. Questo è un metodo ben avviato di resistenza non violenta. La lotta contro il pinkwashing è parte della lotta contro l'occupazione israeliana, e BDS è uno dei mezzi più diffusi e più organizzati per resistere all'Occupazione Israeliana.

Perché BDS?E' espressione della società civile, con l'adesione di più di

170 gruppi, organizzazione ed unioni.Una forma di resistenza ben costruita: non violenta,

definita, con chiare strategie.

Storicamente ha funzionato per mettere fine all'apartheid in Sud Africa e risulta sempre più attuale.

Ideologie e strategie quali processi di pace, negoziazione e coesistenza risultano non pertinenti, e non hanno dato risultati negli ultimi 63 anni.

Solo la pressione economica, culturale e accademica a livello internazionale può dare degli effetti.

COME COMBATTERE PINKWASHING

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Pinkwashing è il cinico uso dei diritti gay e delle rivendicazioni queer per occultare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Pinkwashing ritrae Israele come un paradiso per i gay in Medio Oriente, mentre demonizza i paesi e le società circostanti.

Pinkwashing tenta di rimpiazzare i diritti umani con i diritti omosessuali quale metro di una società progressista.

Pinkwashing fornisce una copertura ideologica ed un esplicito supporto al militarismo ed all'occupaizone israeliana.

Pinkwashing permette la soppressione e la diffusa stereotipizzazione delle comunità Palestinesi associate all'immagine dei "terroristi" Palestinesi.

Homonationalism, usando pinkwashing, nega la possibilità che qualcuno possa indentificarsi allo stesso tempo come queer e Palestinese.

.

 

PINKWASHING IN BREVE

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36NOTE

• Slide 3 BBC

Amnesty International

MidEastWeb

• Slide 4-6OCHA

Btselem 1

Btselem 2

• Slide 7-14: Jasbir K. Puar: Terrorist Assemblages: homonationalism in queer times

• Slide 20 Electronic Intifada• Slide 33:

No Homonationalism Blogspot


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