“NEWS TRA I BANCHI” Il giornalino della classe 2^G
A nche quest’anno sco-lastico sta volgendo
al termine; la scuola, infat-ti, chiuderà per le vacanze estive il prossimo 7 giugno, e a noi rimangono che po-chi giorni per concludere interrogazioni e verifiche. Per gli alunni di terza me-dia l’impegno sarà maggio-re e le agogniate vacanze ritarderanno un po’ a causa dei tanto temuti esami conclusivi, dopo i quali i nostri cari ragazzi intra-prenderanno un nuovo cam-mino, quello delle scuole superiori, che li porterà verso il mondo del lavoro. L’ultimo giorno di scuola sarà, come sempre, un me-scolio di sentimenti e di emozioni contrastanti: da una parte la nostalgia, de-rivante dalla mancanza di compagni e professori con i quali abbiamo condiviso ore di studio divertenti, ma nel contempo impegna-tive, ma dall’altra la gioia per la leggera spensiera-tezza dell’estate, che ben si sposa con l’idea del sole, del mare, della spiaggia, delle passeggiate in monta-gna, e soprattutto con
tanto tempo libero da dedi-care alle nostre passioni. Anche quest’anno la nostra scuola ha svolto il suo compi-to al meglio, aiutandoci a diventare più consapevoli e maturi nei confronti degli impegni che giornalmente la vita ci chiama ad affrontare: ci ha insegnato a confrontar-ci con gli altri apprezzando le differenze di ognuno, a
crescere intellettualmente per mezzo di conoscenze e competenze che abbiamo affinato con lo studio e l’impegno, ci ha educato al rispetto e all’amore recipro-co. Anche le nostre famiglie ci hanno aiutati e accompa-gnati sulla via degli studi, ci hanno insegnato a costruire, giorno per giorno, la consa-pevolezza che a scuola non si va solo per ottenere un tito-lo, il tanto discusso “pezzo di carta”, ma si frequenta so-
prattutto per prepararci alla vita, per apprendere come affrontare e risolvere i problemi, e come costruire un mondo migliore, fondato sul rispetto dell’altro, dell’ambiente, e delle nostre tradizioni. Noi ci impegnere-mo ad affrontare il nostro futuro senza arrenderci, senza farci frenare dagli ostacoli che si presenteran-no, perché con la giusta de-terminazione e con la forza di volontà riusciremo ad avere un domani migliore. Ci auguriamo un finale lieto per tutti, in modo da ritrovarci a Settembre più riposati e in forma per affrontare, tutti uniti, la nuova fanta-stica avventura di un nuovo anno scolastico. Perciò augu-riamo buone vacanze a tutti:
alla nostra Dirigente, ai pro-fessori, alla segreteria, ai collaboratori scolasti e, naturalmente, a noi alunni!
Sommario: Nuova tragedia in Abruzzo
2
La mano nera dell’Isis attacca l’Europa
3
Erdogan vince il referendum in Turchia
4
Venezuela al tracollo
4
Nasa, l’annuncio: “Nello spazio c’è un altro pianeta
5
E’ morto Tullio de Mauro, il più gran-de linguista italia-no
5
Il ritratto della mia scuola
6
ISTITUTO COMPRENSIVO
CORROPOLI
Gennaio—maggio
Volume 1, numero 2
Metti il bullo nella rete
6
La classe 2^G a-dotta la chiesa di Sant’Agnese di Corropoli
7
Laboratori di Riciclarte
8
La Classe 1G di Corropoli premiata a San Giuliano di Puglia per un video sulla “diversità”
9
Occidentali’s Karma
10
Noi cittadini ado-lescenti
12
Film e libri letti in classe
13
Premio Curcio per le attività creati-ve
7
A Corropoli la let-teratura va in sce-na
9
Il re di Roma ha abdicato
10
Un libro sotto l’ombrellone
11
Recensioni 12
Scritti da noi 13/17
Ringraziamenti 18
La scuola sta finendo...conto alla rovescia!
Anche quest’anno addio a compiti, verifiche ed insegnanti
U n altro grave colpo per il cen-
tro Italia, in particolare per l’Abruzzo, dove, oltre al terremoto
che ha terrorizzato gli abitanti della
regione tra agosto ed ottobre, si ag-giunge l’ondata di maltempo che ha
provocato disagi in numerosi paesi,
soprattutto di montagna. Il simbolo di tale situazione è diventato il presti-
gioso “Hotel Ricopiano”, centro benes-
sere frequentato da numerosi perso-
naggi dello spettacolo, il quale, il 18 gennaio 2017, è stato travolto da una
rovinosa slavina che lo ha letteralmen-
te raso al suolo, trascinando le sue carcasse per oltre dieci metri.
Con il passare delle ore il bilancio della
tragedia continua ad aggravarsi; molti sono stati i corpi senza vita recuperati
dai vigili del fuoco, che incessante-
mente hanno scavato per salvare il maggior numero di persone. “Certe
volte è così, e anzi bisogna dire loro di
fermarsi e riposare - spiegano i soc-
corritori - d'altra parte, però, si trat-ta di squadre che ormai hanno familia-
rità con l'ambiente in cui operare, che
è un vantaggio rispetto ad altri"; di-versi vigili hanno perciò dormito vicino
all'Hotel Rigopiano, in tende igloo. Le
vie di comunicazioni verso l'albergo sono ancora difficili: pochi elicotteri
hanno potuto volare, e anche i mezzi
che trasportano cibo e materiale per i soccorritori sono rallentati dalle con-
dizioni della strada, dove si procede a
senso unico alternato. Ventinove in
tutto le vittime, morte per schiaccia-mento, ipotermia, asfissia, e undici i
sopravvissuti. Paolo Gentiloni, nostro
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 2
ATTUALITA’
Nuova tragedia in Abruzzo Regione sotto shock. Il prestigioso Hotel Ricopiano distrutto da una valanga
Presidente del Consiglio, durante una
seduta in Senato sottolinea: "Siamo orgo-gliosi dei soccorritori. All'inizio le azioni
sono state ritardate in modo drammatico
per l'impossibilità di usare elicotteri, per il rischio di altre slavine e per le condi-
zioni della viabilità. E avete visto in che
modo l'albergo è stato poi raggiunto alle 4,30 del mattino. Da allora, è stato mes-
so in atto ogni sforzo possibile umano,
organizzativo e tecnico per raggiungere
l'albergo, per trovare i dispersi e cerca-re di salvare vite umane. Abbiamo mo-
strato una capacità di reazione del siste-
ma all'altezza di un grande paese. Nella nostra memoria rimarranno impresse le
immagini dei lutti che ci hanno colpito ma
anche le immagini dei soccorritori, citta-dini italiani esemplari, due di loro hanno
perso la vita".
E ancora: "Ci sono stati ritardi, mal-
funzionamenti, responsabilità? Sa-ranno le inchieste a chiarire questo
punto. La verità serve a fare meglio,
ma non ad avvelenare i pozzi. Non condivido la voglia di capri espiatori
e giustizieri". E ancora: "A Rigopiano
c'è stata una concidenza micidiale
che non si ricorda a memoria d'uomo, con le scosse di terremoto e una
nevicata di dimensioni eccezionali".
Questo a ricordarci anche che la natura, quando non viene rispettata,
prima o poi si vendica; questa volta a
farne le spese è stato il prestigioso
hotel abruzzese, che probabilmente è stato sotterrato dalla voglia di
popolarità.
Due foto dell’Hotel Rigopiano come era prima della valanga e come appare ora .ai soccorritori.
Due foto dell’Hotel della tragedia: la prima mostra il percorso della valan-ga e il secondo il percorso dei soc-corritori.
La mano nera dell’Isia attanaglia l’Europa Attentati in Germania, Inghilterra e Russia
Volume 1, numero 2 Pagina 3
L a morsa dell‘Isis sull‘Europa non
accenna a fermarsi; durante quest‘anno scolastico, infatti siamo stati
più volte testimoni della cieca follia omi-
cida dell‘estremismo islamico, una minac-cia per l‘Europa democratica e pacifista.
Il primo attentato è stato quello del 19 dicembre 2016, in Germania, più precisa-
mente a Berlino, dove un tir si schianta
contro la folla in visita al classico merca-tino di Natale. I morti sono dodici, tra
cui un‘italiana, e quarant‘otto i feriti.
L‘attentatore, Anis Amri, viene fermato e ucciso durante un controllo degli agenti di
polizia la notte del 22 dicembre vicino
Milano.
Segue il feroce attentato del 22 marzo 2017 a Londra, di fronte al palazzo di
Westmister, sede del parlamento inglese.
L’ attentato è rivendicato in tarda matti-nata dall’Isis, ma la maniera in cui è avve-
nuto ha fatto pensare immediatamente
alla matrice terroristica. La premier The-resa May, intervenendo alla Camera dei
Comuni, ha detto che l’attentatore era un
cittadino britannico noto ai servizi segre-
ti del Regno Unito, perciò già sotto con-trollo da tempo. La polizia ha parlato di
quattro morti (non cinque come riferito in
un primo momento) e di 36 feriti, sette dei quali in condizioni critiche.
Fra i ricoverati anche una ragazza di
Roma, in visita turistica con il fidan-zato in una delle città storicamente
ed artisticamente più belle del mon-
do. Secondo quanto riferito dall'am-basciata a Londra, un'altra italiana di
Bologna è rimasta leggermente con-
tusa nella fuga dai luoghi dell'attac-
co. I misteri sull'azione scattata ieri alle 14.40 non sono del tutto
svaniti: l'azione personale resta la
pista prevalente secondo gli inquiren-ti, un'azione che confermano sia
ispirata “dal terrorismo internazio-
nale. L’unica consapevolezza è che l'attentato è stato eseguito seguen-
do una dinamica piuttosto semplice,
nulla di sofisticato: un SUV per fal-ciare i passanti e un coltello per pu-
gnalare un agente. Se l’attentatore
avesse avuto un'arma da fuoco i ca-
duti si conterebbero probabilmente a decine. Il Paese torna intanto alla
vita di sempre. Anche Westminster
riprenderà i lavori regolarmente dopo controlli e le indagini eseguite
dalla polizia locale. I trasporti fun-
zionano senza interruzioni e le auto-rità incoraggiano i cittadini a seguire
i ritmi di una regolare esistenza:
l'unica differenza la farà la polizia,
in quanto le pattuglie sul territorio sono state moltiplicate nel timore
che l'azione di quello che sembra dav-
vero l'attacco di un lupo solitario non divenga spunto di emulazione per as-
salti improvvisati e imprevedibili.
Infine il tre aprile l’Isis colpisce la Russia a San Pietroburgo, con un ordi-gno contenente 2—300 grammi di tri-tolo fatto esplodere nella metropolita-na. I morti sono stati oltre dieci, men-tre i feriti più di cinquanta.
Per chiudere l’ultimo attentato, quello al Manchester Arena, più duro da sop-portare perché ha colpito soprattutto bambini ed adolescenti, che nell’immaginario collettivo sono il sim-bolo dell’innocenza e della purezza. A questo punto siamo portati a pensare che non esiste l’età dell’innocenza Per lo Stato islamico, che abitua i suoi bambini a giocare con le bombe sin dalla più tenera età. Speriamo che questa scia di sangue e violenza possa finire al più presto e che l’Europa tor-ni ad essere un luogo sicuro.
Il camion dell’attentatore di Berlino
Alcuni feriti dell’attentato a
Westmister
La metropolitana di San Pietroburgo dopo l’attentato
I primi soccorsi dopo l’attentato di Manchester
U na vittoria sul filo di lana, per
Recep Tayyip Erdogan. I "Sì" alle riforme costituzionali che in Tur-
chia gli assegneranno tutti i poteri
hanno ottenuto il 51,3 per cento dei consensi, contro il 48,7 dei "No". Un
vantaggio lieve, ma sufficiente a cam-
biare totalmente il paese. L'opposizione sostiene tuttavia che molti voti non
sono validi, e anzi parla apertamente di
brogli, perché un alto numero di certi-
ficati elettorali non presenterebbero il timbro ufficiale. "La Turchia ha preso
una decisione storica di cambiamento e
trasformazione che tutti devono ri-spettare, compresi i Paesi che sono
nostri alleati", ha detto Erdogan, nel
suo primo discorso dopo la vittoria.
In ogni caso, non appena le autorità
vidimeranno la correttezza dello svolgi-mento sul referendum, nuovi scenari si
apriranno da ora in poi per la Turchia e
per tutta l’Europa: cioè quelli di un Pae-se molto più vicino a una autocrazia che
alla realtà pensata dal fondatore della
Repubblica, Mustafa Kemal, detto Ata-
turk, il padre dei turchi, di una nazione
laica e candidata all'ingresso nell'Unio-ne Europea.
In base al referendum Erdogan avrà
ora mano libera su tutto il campo: mag-
gioranza in parlamento, ottenuta alle
elezioni del novembre 2015, oltre a tutti i poteri (esecutivo, giudiziario e
legislativo) su di sé, senza più controlli
da parte dell'Assemblea di Ankara. Un potere illimitato, quindi, difficilmente
arginabile.
Oltre al terrorismo, che sta devastan-
do l’Europa dobbiamo temere anche
nuove dittature?
Una foto di Erdogan che saluta la folla dopo la vittoria
Erdogan vince il referendum in Turchia Il Racep Tayyip vince sull’opposizione e apre la strada all’autocrazia
“La Turchia ha preso una decisione storica di cambiamento e trasformazione”
Erdogan
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 4
Venezuela al tracollo Lo stato sudamericano sotto assedio dai manifestanti che chiedono cibo, cure mediche e
maggiori diritti
Il Venezuela è un grande paese del sud
America che negli ultimi anni soffre una grande crisi economica e umanita-
ria, conseguenza delle politiche econo-
miche attuate dal governo socialista che governa il paese da più di 18 anni.
Una politica basata sulle confische
delle fabbriche, poi fallite a causa della inefficienza della gestioni aziendali.
Dalla morte di Hugo Chavez, leader del
partito al potere, le cose sono peggio-
rate enormemente. Il suo successore, Nicolas Maduro, da quando si è inse-
diato alla presidenza, ha dato vita ad
una vera e propria dittatura; oggi per le misure repressive e l’insopportabile
Politica economica, milioni di venezuelani
scendono in strada a manifestare, per-ché stanchi di fare lunghe file per com-
prare latte, zucchero, farina, carta igie-
nica. Tra i manifestanti, a causa delle dure repressioni della polizia, ci sono
stati anche alcuni morti. Il Venezuela,
oggi, è a un passo dal fallimento e anche dalla guerra civile, ma questo non ficca i
suoi manifestanti, che continueranno a
dire la loro opinione, a costo della vita,
finché non ci saranno nuove elezioni e soprattutto finché lo stato non permet-
terà loro, con apposite leggi, di vivere
dignitosamente in un paese democratico e con un’economia solida.
Cortei di manifestanti nelle strade di Caracas
Un altro passo avanti nella scoperta
del gemello della Terra. Il satellite
Kepler della Nasa ha rilevato la presen-za del pianeta extrasolare dal nome
stellare “Kepler-452b” distante “solo”
1400 anni luce dalla Terra nella costel-lazione del Cigno. Per il momento si
tratta di un “cugino” della Terra, per-
ché ancora non ha tutte le caratteristi-che del nostro globo azzurro; ma ne ha
alcune molto importanti che lo rendono
un possibile concorrente finale tra una
dozzina di candidati. Innanzitutto sem-
bra roccioso e si trova nella cosiddetta “zona abitabile”, cioè ad una distanza
giusta dalla stella madre per cui l’acqua
potrebbe scorrere in superficie. Il dato nuovo rispetto ad altri pianeti già
trovati in zona abitabile è che questo è
separato dalla stella madre da poco più di 150 milioni di chilometri, che è la
distanza che separa la nostra Terra dal
Sole; inoltre ha una rotazione di 385
giorni (poco più del nostro anno terre-stre). Mai era stato trovato finora un
pianeta tanto coincidente con il nostro
per questo aspetto. Kepler 452b è però più grande del nostro globo del 60%:
quindi è semmai una super-Terra.
L’astro-madre è invece un po’ più vec-chio del Sole però è più brillante del 20
% ed ha pure una taglia maggiore del
10%. Ma se è rimasto da tanto tempo nella zona giusta e, se davvero ci fosse
acqua in superficie, si può fantasticare
qualcosa a proposito della possibilità che anche lassù possa essersi accesa la
vita. L’esistenza del pianeta è stata
trovata misurando l’attenuazione della luce della stella attorno a cui gira. Ora
si stanno costruendo satelliti che forse
entro una decina d’anni potrebbero arrivare anche a vederli e fotografarli.
I soggetti nella nostra galassia Via
Lattea sono tanti. Quelli scoperti sono
5.540 e 18.77 sono stati confermati, ma la maggior parte sono giganti e gas-
sosi. Del resto perché meravigliarsi…in
un universo così grande sarebbe da egoisti pretendere di essere l’unico
paese abitato; perciò non ci rimane che
sperare di trovare altri pianeti simili alla Terra e,
chissà stringere
amicizia con abitanti di altre
E’ morto Tullio de Mauro, grande linguista italiano
Tullio De Mauro, nato il 31 marzo 1932
a Torre Annunziata e morto il 5 gennaio 2017 a Roma, è stato linguista e Mini-
stro della Pubblica Istruzione del Go-
verno Amato tra il 2000 e il 2011. Nell'immediato dopoguerra frequentò il
Liceo classico statale “Giulio Cesare”
di Roma, e 1951 si iscrisse al Partito Liberale Italiano. Ha Insegnato Lingui-
stica generale e ha diretto il Diparti-
mento di Scienze del Linguaggio nella
Facoltà di Lettere e, successivamente, il Dipartimento di Studi Filologici Lin-
guistici e Letterari nella Facoltà di
Scienze Umanistiche dell'Università la Sapienza di Roma. Tullio De Mauro è
stato allievo di Antonino Pagliaro, che
ha insegnato a vario titolo in diverse università italiane e che ha tradotto il
Corso di Linguistica Generale (Cours de
Linguistique Générale) di Ferdinand de Saussure il quale, insieme ad alcuni
autori strutturalisti, ha avuto una cer-
ta influenza sul suo pensiero. Nel no-
vembre 2006 ha contribuito alla fonda-zione dell'associazione “Senso Comune”
per un progetto di dizionario informati-
co, di cui era presidente. Era anche
socio ordinario
dell'Accademia della Crusca. Ha
collaborato a numerosi giornali e rivi-
ste, oltre che a trasmissioni radiofoni-che e televisive RAI. Ha anche ottenu-
to numerose onorificenze, tra le quali:
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Meda-
glia ai benemeriti della scienza e della
cultura, e diverse lauree honoris causa,
di cui l’ultima, la più prestigiosa, il 10 novembre 2010 dall'università Sorbon-
ne Nouvelle. L’Italia ha perso uno dei
suoi figli migliori, che tanto ha fatto affinché la nostra lingua possa essere
ancora viva e attuale, senza però di-
menticarsi mai delle sue origini.
Nasa, l’annuncio: «Nello spazio c’è un altro pianeta Terra»
“L’Italia ha perso uno dei suoi figli
migliori, che tanto ha fatto affinché la nostra lingua possa essere ancora viva e
attuale”
Volume 1, numero 2 Pagina 5
Una foto del grande linguista durante una conferenza
Foto satellitare del pianeta Kepler—452b
Si comincia con qualche spintone, con
una presa in giro, fino ad arrivare a
doispetti ed insulti non solo verbali ma
anche sul web; qualunque forma assuma,
reale o virtuale, lascia cicatrici profon-
de di difficile cicatrizzazione. Il bullis-
mo è un fenomeno sempre più diffuso
tra le giovani generazioni, dove uno o
più ragazzi vengono presi di mira da
ragazzi più grandi che credeno e cerca-
no di dimostrarsi superiori; nel bullis-
mo, quindi, ci sono sempre due attori
principali: una vittima e un bullo. La
vittima è un ragazzo/a fragile, timido e
indifeso, mentre il bullo è un ragazzo/a
apparantemente forte, nel quale però si
cela però una grande fragilità e insicu-
rezza, determinata soprattutto dalla
mancanza di una guida capace di fargli
capire cosa è giusto e cosa no. Il bullis-
mo può verificarsi sia in ambienti sco-
lastici che in ambienti esterni, come
parchi, strade o anche in luoghi isolati.
Il bullo molto spesso cerca di
"sorprendere" la vittima, che viene
picchiata o tormentata verbalmente, e
ciò può anche essere causa di gravi
problemi psicologici; numerosi studi
confermano infatti che le vittime di
bullismo hanno più probabilità di amma-
larsi da adulti e soffrire di disturbi
psicotici e d’ansia, depressione, condot-
te autolesionistiche. Nella nostra clas-
se, abbiamo trattato il problema del
bullismo con tutti i professori, ma in
particolare con la professoressa Eide
Bianchi, docente di Lettere e Referen-
te Bullismo per l’intero Istituto, e con
lei abbiamo deciso di partecipare al
concorso, indetto dalla prestigiosa ri-
vista per ragazzi Focus Junior dal tito-
lo Metti il bullo nella rete! Abbiamo
deciso di parteciparvi con un elaborato-
multimediale che esortava ad aiutare
sia la vittima che il bullo, perchè
entrambi hanno problemi psicologici e
comportamentali che condizionano la
loro vita sociale. Per risolvere tale
problema abbiamo inserito nello spot
una legge che prevede l’obbligo, da par-
te di docenti e genitori, di frequentare
corsi sul bullismo, in modo da conoscere
a fondo il problema e mettere in atto
tutte le strategie necessarie per fer-
marlo. Oltre a questo progetto, sempre
riguardo al bullismo, abbiamo deciso di
partecipare al Premio Curcio, un premio
letterario ed artistico che la prestigio-
sa casa editrice realizza tutti gli anni;
quest’anno il tema principe su cui rea-
lizzare dei racconti erano proprio il
bullismo e il cyberbullismo. Così spinti
dall’interesse che ha suscitato in noi
tale argomento, poichè ci tocca da vici-
no, a coppie abbiamo ideato un testo e
fatto dei disegni. Tutto ciò per di-
mostrare che, nonostante sia un
problema molto frequente nelle scuole,
bisogna continuare a parlarne, perchè
solo con l’impegno di tutti possimo fi-
nalmente scrivere la parola fine! Il bul-
lismo è un grandissimo problema e per-
ciò tutti nel nostro piccolo dobbiamo
impagnarci affinchè queste avvenimenti
non si verifichino più!
La locandina del concorso
“Metti il bullo nella rete” La classe 2^G partecipa al concorso contro il bullismo del prestigioso giornale Focus Junior
Il bullismo può verificarsi sia in ambienti scolastici che in ambienti esterni, come parchi, strade o anche in luoghi isolati.
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 6
CRONACA DI UN ANNO SCOLASTICO
Un’altra immagine del concorso
B ullismo e cyberbullismo: le o-dierne barriere della società;
questo il titolo della dodicesima edi-zione del prestigioso “Premio Curcio per le attività creative”, concorso per le scuole che ha come obiettivo principe la lotta all’analfabetismo. Ogni anno, infatti, la casa editrice, famosa in tutto il mondo, realizza un concorso per la scuola primaria, Se-condaria di primo grado, Secondaria di secondo grado e università, per il quale ogni coppia di partecipanti deve realizzare un racconto sul tema dato con relative illustrazioni. Quest’anno due classi del nostro Istituto, la 1^ G e la 2^G, hanno partecipato con rac-conti pregevoli sia dal punto di vista narrativo che artistico. Tra tutti i partecipanti a questa edizione, quella
cioè del 2017, i nostri alunni, Gianni Cardinale in veste di scrittore, e Lorenzo Baldini di illustratore, hanno
vinto il terzo premio, dando onore e lustro al nostro Istituto Comprensi-vo, da sempre impegnato a dare il meglio ai nostri alunni, sia sul piano didattico che umano. I due alunni, accompagnati dalla Prof.ssa Eide Bianchi e dalla dirigente, Dott.ssa
Manuela Divisi, hanno ritirato il pre-mio il 31 maggio al Vittoriale di Roma. Che dire dunque: ad maiora semper!
Il logo del Premio Curcio per le attivi-tà creative.
Didascalia dell'immagine o della fotografia
Premio Curcio per le attività creative La prestigiosa casa editrice premia due alunni di Corropoli
La scuola adotta un monumento, nato a
Napoli nel dicembre 1992 su iniziativa
della Fondazione Napoli Novantanove, d’intesa con il Provveditorato agli Studi
e le Soprintendenze, è un progetto di
educazione permanente al rispetto e
alla tutela del patrimonio storico-artistico e più in generale dell'ambien-
te. Il progetto muove dal riconoscimen-
to della centralità della scuola nella formazione della cultura e dei compor-
tamenti dei cittadini ed individua nelle
giovani generazioni il soggetto privile-
giato per l'affermazione di una nuova
consapevolezza del bene culturale; in base a tale assunto ogni scuola è chia-
mata a realizzare un video su un monu-
mento rilevante dal punto di vista sto-rico—artistico. La classe 2^G del ples-
so di Corropoli ha deciso di “adottare”
la bellissima chiesa di Sant’Agnese, sita al centro di Corropoli, ed oggi chiusa al
pubblico a causa degli ultimi eventi
sismici che ne hanno rovinato la strut-
tura interna. Gli alunni si sono divertiti nella realizzazione del video, ma hanno
anche capito quanta importanza abbia
la tutela del nostro patrimonio artisti-co, il più bello è prestigioso del mondo,
soprattutto se questo si trova sul ter-
ritorio. Per tutti coloro che volessero
visionare il video
lo possono fare andando prima a visitare il sito
(“www.lascuolaadottaunmonumento.it”)
e poi muoversi con la mappa virtuale, cercando prima su Corropoli e poi clic-
cando sull’inizio del video. Non ci resta
che augurarvi buona visione!
“Tra i partecipanti a questa edizione, i nostri alunni, Gianni Cardinale e Lorenzo Baldini hanno vinto il terzo premio.”
Volume 1, numero 2 Pagina 7
La classe 2^G adotta la chiesa di Sant’Agnese di Corropoli
Il logo del progetto e l’interno della chiesa si Sant’Agnese a Corropoli
I nostri alunni, la prof.ssa E. Bian-chi e la Dirigente M. Divisi durante la premiazione.
Nella nostra bella terra d’Abruzzo la
pastorizia e l’agricoltura sono le attivi-tà tradizionali alla base del nostro fol-
clore, delle nostre tradizioni gastrono-
miche e dell’artigianato, che ancora conservano le caratteristiche di un
tempo, e che ognuno di noi ha il dovere
di far conoscere ed apprezzare alle nuove generazioni. Lo scorso anno ab-
biamo attivato piccoli laboratori
sull’uncinetto (nella nostra regione fa-
mosissima è la località di Pescocostanzo dove esiste una rinomata scuola di
merletto e tombolo) mentre quest’anno,
a partire dal mese di febbraio, nell’ambito del laboratorio “Riciclarte”,
abbiamo lavorato per la realizzazione di
un “ricettario illustrato” sulla cucina locale tradizionale e sulla cucina mul-
tietnica, poiché molti sono gli alunni con
legami con altre regioni italiane, stati europei o altri continenti. Ogni alunno
della scuola secondaria ha condiviso con
gli altri una ricetta tipica della sua
famiglia, con lo scopo di offrire un’immagine complessiva delle peculiari-
tà eno-gastronomiche del nostro terri-
torio. Sempre collegato alla valorizza-zione dei nostri beni culturali, abbiamo
cercato di conoscere meglio alcuni a-
spetti dell’artigianato abruzzese, spe-
rimentando nei nostri laboratori due
t e c n i c h e a r t i s t i c h e : q u e l l a dell’intreccio del vimini e di altre fibre
naturali e quella della tessitura con il
telaio. Sempre utilizzando materiale riciclato (carta di giornali, scatole,
avanzi di lane e vecchi maglioni, ecc.).
abbiamo realizzato piccoli cesti e dei tessuti in lana coi quali decoreremo la
copertina del nostro ricettario.
All’interno del ricettario una sezione
ampia è stata dedicata alla cucina a-bruzzese legata sia alle tradizioni pa-
storali delle zone interne montane che
marinare della zona costiera. Tra gli alimenti più utilizzati troviamo il pane,
la pasta, la carne, formaggi e il vino.
L'isolamento che per decenni ha carat-
terizzato la nostra regione ha fatto sì
che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente, perciò
ancora più pregevole. Per ciò che concerne i lavori
dell’artigianato abbiamo deciso di por-
tare approfondire l’intreccio con il vi-mini e i lavori con la lana. Per vimini si
indicano i giovani rami di salice molto
flessibili; nei fondovalle dei fiumi, an-cora oggi, si raccolgono i rami giovani
dei salici che crescono in terreni argil-
losi e che poi sono resi flessibili e pri-
vati della corteccia con un complicato procedimento, di cui gli artigiani locali
conservano gelosamente i segreti tra-
mandati di generazione in generazione. La pastorizia è stata un'attività premi-
nente in Abruzzo. Una regione quindi
che disponeva di un'abbondante produ-
zione laniera grazie alla fiorente indu-stria armentizia, non poteva non utiliz-
zare la lana anche in campo artistico. La
transumanza ha caratterizzato per secoli la vita dei pastori. Lungo i trat-
turi, le vie armentizie per le quali si
menavano le gregge sui pascoli della Puglia, insostituibile mezzo di comuni-
cazione fra civiltà diverse, sono risaliti
usi, tradizioni, forme culturali, modelli
espressivi.
Centri ancora attivi in Abruzzo sono Taranta Peligna (coperte, tappeti, tele
rustiche); Tossicia-Loc. Azzimano
(paliotti tessuti a mano e coperte); Sulmona (tappeti e coperte); Penne
(arazzi);Civitella Alfedena (artigianato
tessile tradizionale).
E’ stato un lavoro lungo e difficile a causa del poco tempo a disposizione e
del fatto che sono state coinvolte mol-
te classi, ma i risultati sono stati ap-prezzabili e, cosa molto più importante,
gli alunni si sono divertiti imparando
l’arte dei loro avi.
Laboratori di “RICICLARTE” Artigianato e gastronomia entrano nel plesso di Corropoli
“A partire dal mese di febbraio, nell’ambito del laboratorio “Riciclarte”, abbiamo lavorato per la realizzazione di un “ricettario illustrato” sulla cucina locale tradizionale e sulla cucina multietnica”
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 8
L’intreccio di vimini realizzato dalle abili mani di un artigiano abruzzese
Le "scrippelle mbusse" succulento piatto della tradizione teramana
Le classi 2^E, 2^F e 2^G del plesso di
Corropoli hanno dedicato, durante la fine del secondo quadrimestre alcune
lezioni, in orario extracurricolare e
curricolare, dedicate alla rappresenta-zione teatrale della “Storia della lette-
ratura” dalle origini alla fine del tre-
cento. Ogni classe ha analizzato, e tea-tralizzato, un momento o un’opera let-
teraria studiata durante il corso
dell’anno: la 2^E una novella del Deca-
meron di Giovanni Boccaccio, la 2^F la storia della letteratura dalle origini al
duecento con un focus su Francesco
d’Assisi e Francesco Petrarca, la 2^G alcuni canti della Divina Commedia di
Dante Alighieri. Tale progetto, realiz-
zato sotto la supervisione dei docenti di lettere Di Giambattista Lisiano, Di
Monte Cristina e Bianchi Eide, ha come
obiettivo non solo quello di consolidare
le conoscenze le competenze riguardo la letteratura italiana, radice e soste-
gno della nostra identità culturale, ma
soprattutto il superamento di alcune
problematiche che normalmente accom-
pagnano la crescita, come la timidezza, il cattivo rapporto con il corpo in muta-
mento, l’aggressività. Infine “il gioco
del teatro” rappresenta per tutti i po-poli della terra il linguaggio privilegiato
attraverso il quale è possibile esprime-
re le proprie emozioni, oltre che la cul-tura, la storia, le tradizioni, gli usi e i
costumi della patria di appartenenza.
L’attività teatrale, così vissuta, diventa
la strategia privilegiata per favorire l’apprendimento
e il successo
formativo di tutti gli alunni,
soprattutto dei
più timidi ed introversi.
La Classe 1G di Corropoli premiata a San Giuliano di Puglia per un video sulla “diversità”
A Corropoli la letteratura va in scena Classi seconde impegnate nella rappresentazione della storia della letteratura dalle origini al
Trecento
“L’attività
teatrale, è la strategia
privilegiata per
favorire
l’apprendimento e il successo formativo
di tutti gli alunni.”
Volume 1, numero 2 Pagina 9
Il 31 maggio 2017, oltre a ritirare il
premio Curcio a Roma, la classe 1^G della Scuola Secondaria di primo grado
di Corropoli si è recata a San Giuliano
di Puglia (CB) per ritirare il premio relativo al con corso “I colori della vi-
ta” indetto ogni anno in ricordo del
terremoto del 31 ottobre 2002 e della scomparsa di 27 bambini e della mae-
stra Carmela Ciniglio. Quest’anno la
tematica su cui bisognava realizzare un
testo narrativo o un elaborato multime-diale era “ l’accoglienza e della diversi-
tà come ricchezza”, una tematica cara
anche al nostro Istituto Comprensivo, attivamente impegnato nella realizza-
zione di progetti che si fondano sulla
tutela dell’altro, soprattutto se consi-
pregiudizio. Del resto oggi i ragazzi si
trovano a vivere in una realtà multietni-ca, dove il “diverso da noi” viene molte
volte etichettato ed additato in manie-
ra negativa, tanto da far insorgere in loro atteggiamenti xenofobici e razzi-
sti. Per tale motivo la nostra scuola
punta sulla necessità di far comprende-re agli alunni la bellezza della diversità,
il cogliere negli altri solo quello che di
positivo sanno darci e non combattere
ciò che è diverso, che è “altro” da noi. L’elaborato, realizzato dalla classe I G
e intitolato “Oltre i muri...del pregiudi-
zio” si compone di cinque scenette o-gnuna delle quali rappresenta un pre-
giudizio verso una “diversità”: la discri-
l’omofobia, la disabilità, ed infine il
razzismo. Abbiamo rappresentato que-ste cinque scene con l’intento di mette-
re in evidenza le disuguaglianze più
accentuate nella società contemporane-a. Essere premiati per un video che
veicola valori così importanti è stato
emozionante e gratificante.
Un momento della realizzazione del video sul V canto della Divina Commedia
La classe fuori dal Polifunzionale di S. Giuliano di Puglia (CB) dove è avvenuta
la premiazione
Occidentali’s karma, nuovo successo di
Francesco Gabbani, nonché vincitore
del Festival Di Sanremo 2017, sembra
essere la colonna sonora dell’estate,
poiché il suo ritornello è già sulla bocca
di tutti, e non solo di cantanti italiani.
Ma si tratta del solito successo post—
sanremese, o c’è qualcosa di più? Al
primo ascolto quello che ti cattura è la
melodia, molto orecchiabile ed allegra,
ma una volta posta la propria attenzio-
ne sul testo ci si rende conto che Gab-
bani ha fatto un “ritratto antropologico
della società contemporanea”.
Occidentali’s Karma è, infatti, una can-
zone piena di riferimenti filosofici che
si basa sulla nostra vita quotidiana;
b a s t a p e n s a r e a i t e r m i n i
“internettologi” o “tutti tuttologi col
web” che stanno a sottolineare la no-
stra dipendenza da social, selfie e im-
magini falsate che posso essere viste e
giudicate da tutti. Questo testo vuole
inoltre mettere in evidenza come il
mond o occ i d enta l e cerch i d i
“scimmiottare” quello orientale, perché
più “trendy” e quindi migliore; questo,
però, significa non comprendere il vero
valore delle tradizioni altre. Inoltre
Gabbani nella sua canzone cita più volte
la parola la “scimmia nuda balla” che sta
a significare che l’uomo che non è
nient’altro che un animale. Nel mezzo
della canzone Gabbani cita un’altra fra-
se “coca dei poveri, occhio dei popoli”
per sottolineare come il web sia diven-
tato una droga, capace di dare dipen-
denza. Con poco più di un mese la can-
zone di Gabbani ha spopolato sul web
contando più di 50 milioni di visualizza-
zioni e più di 300
mila mi piace;
forse il cantante
non ha tutti i
torti!
Occidentali’s Karma Solo una canzonetta o qualcosa in più?
“Occidentali’s Karma è, infatti, una canzone piena
di riferimenti filosofici che si basa sulla nostra vita quotidiana”
Volume 1, numero 2 Pagina 10
CULTURA E SOCIETA’
L’ultimo re di Roma ha abdicato L’addio al calcio di Francesco Totti
Manifesto del tour di Francesco Gabbani
Domenica 28 maggio 2017 Francesco
Totti è sceso per l’ultima volta in cam-po da capitano della Roma, squadra
nella quale ha militato per 25 anni.
Grande l’abbraccio dei tifosi, romani e non romani, che si sono stretti intorno
al “capitano” cercando di rendergli
meno penoso l’addio al campo da gioco.
Ma l’amore e la stima nel confronti di Totti ha varcato lo stadio Olimpico,
fino ad arrivare ai social, dove amici
del mondo del calcio, dello spettacolo, e semplici amanti del calcio in Italia e
in Europa, hanno espresso tutto il loro
affetto. Del resto Totti aveva bisogno di tutto questo sostegno, in questa che
può essere definita la sua giornata più
dura, quella in cui ha dovuto abbando-nare la passione che lo ha nutrito in
tutti questi anni. Commoventi, infatti,
le parole pronunciate dal calciatore il giorno dell’addio: “Grazie Roma, grazie
mamma e papà, grazie a mio fratello, ai
miei parenti, ai miei amici, a mia moglie
e ai miei tre figli. Ho voluto iniziare dai saluti perché non so se riuscirò a
leggere queste poche righe. E' impos-
sibile raccontare 28 anni di storia in poche frasi.” E ancora: “Scusatemi se
in questo periodo non ho chiarito i miei
pensieri ma spegnere la luce non è facile, adesso ho paura, non è la stessa
cosa che si prova davanti alla porta.
Concedetemi un po' di paura, stavolta sono io ad aver bisogno di voi e del vo-
stro calore, quello che mi avete sempre
dimostrato.” Non preoccuparti Francè, noi non ti abbandoneremo, perché tu sei
e sarai per sempre il nostro capitano!
Una bella immagine di Francesco Totti il giorno dell’addio al calcio
Tempo di vacanze! La colonnina di mer-
curio sfiora i 40 gradi, il solleone fa
sognare spiagge bianche bagnate da
fresche acque azzurre. Anche quest'anno è arrivata, immancabile,
l'agognata estate, e con essa le vacan-
ze. Siano queste in montagna, al mare, al lago, oppure in città, sicuramente in
valigia non può mancare un libro che
accompagnerà le giornate di relax e di distacco dal faticare quotidiano.
L’estete è la stagione più adatta per
leggere libri, magari proprio quelli che durante la stagione invernale sono stati
accantonati per mancanza di tempo.
D'altra parte, il libro è la giusta compa-
gnia da portarsi in vacanza: è piccolo, facilmente trasportabile, e soprattutto
ci consente di passare in maniera rilas-
sante, divertente, ed interessante le lunghe giornate estive. Se siete indeci-
si su e quali storie vorreste portarvi in
vacanza, oltre a visionare la sezione del giornale “recensioni” possiamo immedia-
tamente darvi alcuni consigli, proponen-
dovi testi relativi a cinque generi let-terari, per i quali vi forniamo anche dei
buoni motivi per leggerli . Sicuramente
il genere “Poliziesco” è adatto ha chi
vuole far passare la noia di giornate interminabili da trascorrere forzata-
mente in città; del rsto immedesimarsi
in un commissario, in un’operazione speciale della polizia, in un criminale o
in una vittima, permette di estraniarsi
dalla canicola estiva e di viaggiare in
luoghi di fantasia, senza allontanarsi troppo dalla realtà. Si può anche optare
per un poliziesco dall’ambientazione
marittima, per sognare già di essere in spiaggia, comodamente seduti su una
sdraio. Oppure si può optare per la
“Biografia” per conoscere un personag-gio storico, vivo o morto che sia
(magari qualche personaggio studiato a
scuola o solamente accennato di cui si
vuole sapere di più) e che potrebbe risultare la miglior conoscenza estiva di
sempre. Non d imentichiamo i l
“Fantasy” per chi, in vacanza, vuole abbandonare la routine, la monotonia e,
in qualche modo, la realtà… Cosa meglio
di un fantasy per fare questo? Possibil-
mente dalle ambientazioni nordiche, in
modo da sconfiggere l’arsura. Passiamo poi ad un classico dell’estate, da legge-
re tutto d’un fiato, i “Romanzi
d’amore” con trame che trattano di storie d’amore estive che ci lasciano
sognanti e trepidanti, con la speranza
di trovare, anche noi, un amore estivo che ci faccia battere il cuore. Infine un
buon “Romanzo musicale”; del resto
l’estate è la stagione dei concerti per-ciò è doveroso un buon libro, con
un’ottima colonna sonora che ci aiuterà
ad apprezzare di più le canzoni ascolta-
te o a non essere troppo ingenerosi nei
confronti delle band che magari non
suonano al top il vostro brano preferi-to. Comunque ultimamente stanno na-
scendo numerose biblioteche diretta-
mente sulla spiaggia o all’interno degli stabilimenti balneari; un incentivo in più
per rilassarsi con un buon libro, capace
di farci sognare insieme al magico ru-more delle onde del mare. Perciò non
abbiamo scusanti, quest’estate possia-
mo impiegare il nostro tempo tra bagni, tintarella e lettura.
Speriamo di avere soddisfatto le vo-
stre aspettative, sia per ciò che con-
cerne i generi, che per i luoghi dove
poter trovare libri a disposizione; non ci è rimasto che chiedervi : “E voi, qua-li generi preferite leggere sotto l’ombrellone?”
Lettura in spiaggia
Un libro sotto l’ombrellone Con la stagione estiva si ha più tempo per la cultura
“L’estete è la stagione più adatta per leggere libri, magari proprio quelli che durante la stagione invernale sono stati accantonati per
mancanza di tempo.”
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 11
Biblioteche in spiaggia, l’ultima novità in fatto di lettura
La comicità, gli scher-
zi e il gusto della bef-fa, ma anche la pas-
sione d’amore, il culto
dell’intelligenza e di nobili valori animano
le storie raccontate a
turno dai dieci giovani novellatori che prestano la loro voce all’autore del De-
cameron. Complicazioni abilmente or-
chestrate e intrecci amorosi scorrono
sotto gli occhi del lettore con i loro
diversi protagonisti: uomini falsi e bu-giardi come ser Cappelletto, mercanti
creduloni e ingenui come Andreuccio da
Perugia, giovani donne vittime della loro passione come la dolce Lisabetta da
Messina, onesti lavoratori come Cisti il
fornaio, fino ad arrivare a cavalieri modello di virtù cortesi come Federigo
degli Alberghi. Le loro avventure com-
pongono un vivace affresco della socie-
tà medievale sollecitando la curiosità e
coinvolgendo il lettore, che Boccaccio si propone prima di tutto di divertire
attraverso il filo variopinto della sua
narrazione. Anche l’ostacolo della lin-gua, il volgare letterario del Trecento,
viene superato dalla agile riscrittura
moderna di Frediano Sessi, che avvicina i ragazzi a questo classico della lette-
ratura solo apparentemente lontano nel
tempo.
Annika Thor, Obbligo o verità, ed. Feltrinelli
Tra i libri consigliati
per questa lunga estate non poteva mancare un
testo sul bullismo, tema
particolarmente senti-to dal nostro Istituto
Comprensivo.racconta
una storia di bullismo al femminile. Nar-rata in prima persona da Nora, una ra-
gazzina di dodici anni che vive con la
madre, insegnante di scuola materna di-
vorziata e disoccupata da un anno, e i due fratelli, la vicenda è costruita in modo
sapiente attraverso una lenta escalation
emotiva della protagonista e una serie di flashback che spiegano la storia. Al cen-
tro della quale sta un evento preciso, una
festa organizzata dalla ex migliore amica di Nora, Sabina, e durante la quale si
compie un atto di prevaricazione e violen-
za psicologica ai danni della bruttina
del gruppo, Karin. Una storia di amici-zia tradita e di bullismo per spiegare
la fatica e le difficoltà di stare in
equilibrio mentre si cresce. Una sto-ria di ragazze che crescono e si con-
frontano anzitutto con il proprio cor-
po, motivo di vanità o di disagio, pro-iezione incontrollabile di se stessi
sugli altri.
LIBRI LETTI IN CLASSE
Volume 1, numero 2 Pagina 12
LIBRI, FILM (recensioni)
G. Boccaccio, Il Decameron raccontato da F. Sessi, Bompiani
LIBRI CONSIGLIATI
È la storia vera e com-
movente di Enaiatollah Akbari un ragazzo af-
ghano di etnia hazara.
Costretto dalla madre, a soli dieci anni, ad ab-
bandonare il suo paese
e la sua famiglia per sottrarsi ad una fine disperata, Enaiatollah, con l’aiuto di
Fabio Geda, ripercorre la sua vita di ra-
gazzo in fuga che dall’Afghanistan, attra-verso Pakistan, Iran, Turchia e Grecia
giunge in Italia. A Torino ha trovato una
famiglia che gli ha dato la possibilità di studiare, di avere una casa e una vita se-
rena. Il racconto appassionante di uno dei
tanti giovani rifugiati afgani che giungono in Italia e rimangono invisibili ai più; ma
Soprattutto un libro per far riflette-
re su un tema fortemente attuale, quale l’immigrazione, e contro i pre-
giudizi verso coloro che vengono nel
nostro paese perché scappati da si-tuazioni aberranti e pericolose, quali
guerre, fame e trattamenti inumani
perché credenti in religioni o ideolo-gie politiche differenti.
F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, ed. Baldini e Castoldi
Erano le sette di lunedì mattina, quan-
do sentii suonare la sveglia e mia madre che urlava: “Forza ragazzi è tardi!’’
Stava per cominciare un’altra settima-
na d’inferno, e non solo perché, come la maggior parte degli adolescenti, dete-
sto andare a scuola, ma perché sapevo
che avrei trovato Rocco, Sergio e Luigi ad aspettarmi all’angolo della strada, in
classe, nei corridoi della scuola, al par-
chetto davanti casa, insomma dapper-
tutto! Comunque in qualche modo riuscii ad alzarmi e, come tutte le mattine
cominciai la giornata sentendomi una
nullità: io gracile e timido, che dormivo nella stessa camera del mio fratella-
stro, alto, robusto e sicuro di sé. Io e
lui eravamo proprio l’opposto, infatti non ci sopportavamo e ogni scusa era
buona per litigare. Mi vestii, feci cola-
zione e cercai il modo di restare appic-cicato a Luca, mio fratello, durante
tutto il tragitto verso la scuola; mio
malgrado, però, ma non vi riuscii, per-
ché alla prima occasione mi abbandonò per andare a parlare con qualche suo
amico, alto ed atletico come lui. Quindi,
quando giunsi all’angolo della strada, vidi Rocco e i suoi amici che prendevano
in giro il mio amico Rodolfo. Pensai di
intervenire, ma non ebbi neanche il tempo perché, appena mi videro, lascia-
rono Rodolfo e si misero a tormentare
me: mi svuotarono lo zaino e mi getta-rono i libri a terra, presero la mia me-
renda, che io stesso preparavo (proprio
perché sapevo che se non l’avessero
trovata si sarebbero infuriati parec-chio) e diedi loro quei pochi spiccioli
che mi dava la mamma per le emergen-
ze. Dopo circa cinque minuti se ne an-
darono sogghignando, così io e Rodolfo
raccogliemmo le nostre cose. “Non ne posso più!” mi disse lui con le lacrime
agli occhi; ed io, con lo stesso dolore
straziante nel cuore gli risposi “A chi lo dici!” Arrivammo in classe con la consa-
pevolezza che quello era solo l’orrendo
inizio di una terribile settimana. La classe era il nostro rifugio, l’unico luogo
in cui non poteva accederci nulla, anche
se “gli orribili tre” (soprannome che io
e Rodolfo avevamo dato a Rocco e ai suoi amici) non perdevano l’occasione
per prenderci in giro e ridicolizzarci
anche lì: ci lasciavano nello zaino bi-glietti con scritto “Nullità!” e, nell’ora
di educazione fisica, quando non erava-
mo in classe, ci strappavano i compiti che avevamo diligentemente svolto a
casa. Ma il vero inferno si scatenava
all’uscita di scuola, più precisamente ai giardinetti, dove ci costringevano a
giocare al “cerchio della vendetta”.
Rocco e i suoi scagnozzi chiudevano me,
Rodolfo e qualche altro sfortunato di turno, in un cerchio dove venivamo pre-
si a calci e schiaffi, per vedere chi
crollava prima. Alla fine ci minacciavano dicendoci: “Non provate a dire una sola
parola a riguardo moscerini, è chiaro?”
Naturalmente loro non colpivano in fac-cia, se non con qualche schiaffetto, ma
picchiavano soprattutto sulle costole e
sulle gambe, dove maglie e pantaloni avrebbero garantito loro l’anonimato.
Allora noi ce le inventavamo tutte per
non farci scoprire: siamo anche arrivati
a prendere i trucchi delle nostre mam-me per coprire i punti dove eravamo
stati presi a pugni. Per noi ormai era
routine; ma ogni giorno ci sentivamo più
inutili ed insignificanti, tanto da chie-
derci ogni mattina: “Perché esistiamo? Non sarebbe più bello svanire nel nulla,
come la schiuma nel mare”. In genere il
pomeriggio ci rinchiudevamo in casa e guardavamo dalla finestra gli altri ra-
gazzi che uscivano e giocavano spensie-
rati; noi non potevamo fare nulla, se non guardarli e sognare di poterci divertire
come loro. Un giorno però, stanchi di
essere sempre chiusi in casa, io e Ro-
dolfo, decidemmo di uscire e di andare a fare una passeggiata: non l’avessimo
mai fatto! Circa dieci minuti dopo arri-
varono Rocco, Sergio e Luigi, che sem-bravano di buon umore. Ci dissero con
aria divertita: “Perché non giocate con
noi a palla?”; non sapendo che dire li guardammo perplessi, perché non riu-
scivamo a comprendere come loro, che
ci torturavano tutto il giorno, ci chie-dessero di giocare. Poco dopo però ca-
pimmo le loro vere intenzioni: la palla
eravamo noi! Ci sballottarono da una
parte all’altra e, quando ebbero finito di “giocare”, ci legarono ad un albero e
ci lasciarono lì, dopo averci pasticciato
la faccia con scritte e disegni poco carini. Ci slegammo a fatica e, fortuna-
tamente, durante il tragitto trovammo
una fontanella dove ripulirci la faccia ed inventare una buona scusa sia per
l'orario che per i segni sul volto; a-
vremmo detto alle nostre famiglie che avevamo perso la cognizione del tempo
e che, mentre correvamo per tornare a
casa in orario, eravamo scivolati su una
buca. Ovviamente ci prendemmo en-trambi una bella sgridata e andammo a
letto senza cena. Il giorno successivo,
tornato a casa da scuola, ancora sof-
SCRITTI DA NOI Racconti sul bullismo inviati al Premio Curcio per le attività creative
Lasciate stare il mio fratellino
Volume 1, numero 2 Pagina 13
soffrente per le ferite del giorno pri-
ma, decisi di mettermi a giocare al computer e di controllare sui social
network se ci fossero novità. Con mia
grande sorpresa vidi che il “gioco” del giorno prima era finito sui social, condi-
to da didascalie del tipo: pezzenti, ver-
mi insignificanti, mezze calzette (e questi erano solo i più cortesi). La not-
te non la passammo nel migliore dei
modi. Quella mattina ci svegliammo con
la sensazione che il giorno dopo sarem-mo stati bersagliati più del solito a
causa del video che “gli orribili tre”
avevano postato il giorno prima. Fortu-natamente Luca non lo aveva visto altri-
menti lo avrebbe mostrato ai nostri, o
meglio ai suoi genitori e, con ogni pro-babilità, avrebbe riso della mia codar-
dia. Arrivati a scuola però, deserto: non
c'era anima viva nei corridoi all’ingresso, tranne i professori che
parlavano del più o del meno. Ad un
certo punto sentì delle risa provenire
dalla III B, la classe di Luca; mi affac-ciai sulla porta e vidi che Rocco stava
proiettando sulla Lim il nostro video,
approfittando della mancanza della
professoressa di educazione fisica, che
come al solito faceva ritardo nel torna-re dalla palestra. Notai che era presen-
te anche Luca, al quale non avevo detto
nulla. Stavo per mettermi a piangere
dalla vergogna, quando all’improvviso la
persona alla quale non avrei mai pensato
si alzò in piedi prese le nostre difese:
mio fratello Luca! Andò da Rocco e lo minacciò, prendendolo per il colletto
della maglia, che se non avesse imme-
diatamente smesso di tormentarmi se
ne sarebbe pentito amaramente. Ini-
zialmente Rocco si mise a ridere, per-ché conosceva Luca e gli sembrava
strano che mi stesse difendendo; ma
quando capì dai suoi occhi che non stava scherzando, iniziarono a spintonarsi ed
a prendersi a parole. Sergio e Luigi si
misero in mezzo per fermarli e, davanti a tutti, ci chiesero scusa, confessando
che si erano comportati per rimanere
amici di Sergio; ora però avevano capito
che un’amicizia così è meglio perderla che conservarla. Poi la sera stessa Luca
raccontò tutto ai miei genitori e a quelli
di Rodolfo. Loro erano intenzionati a denunciarli, ma io e Rodolfo li consi-
gliammo di andare a parlare con i geni-
tori del bullo prima di denunciarlo, per-ché secondo noi non erano al corrente
del comportamento del figlio. Il giorno
successivo i nostri genitori andarono a parlare con i genitori di Rodolfo; da
quel giorno non fummo più perseguitati
e il nostro calvario finì permettendoci
di vivere al meglio la nostra gioventù.
D’Ascanio Sofia
“Videogiochi!” Quello fu il mio unico
pensiero quando, quel sabato pomerig-gio, suonò la campanella di fine lezione.
Ero riuscito ad anticiparmi i compiti
per il lunedì, perciò non c’era nessun
ostacolo tra me e i miei amati videogio-chi. Nessuno… tranne mia madre natu-
ralmente, la quale crede che io passi
troppo tempo a giocare con quelle sciocchezze; secondo lei, infatti, potrei
utilizzare meglio il mio tempo, con let-
ture o uscite all’aperto. Credo però che questo fine settimana non possa
“scocciare” più di tanto da Trieste, se
non telefonicamente. Molte volte penso
che mia madre faccia il lavoro più bello
del mondo, sempre in giro per l’Italia e, quindi, poco tempo a casa per sorve-
gliarmi e impedirmi di vivere la mia
adolescenza come voglio! Quel sabato, appena sceso dal pullman entrai in casa,
presi un panino dal frigo e andai in ca-
mera per iniziare a giocare. Giuseppe, il mio migliore amico, mi mandò un mes-
saggio per avvertirmi che, i nostri nuovi
compagni di classe, arrivati circa una
settimana fa da un paese limitrofo, amavano giocare al mio gioco preferito,
la corsa clandestina di macchine. Pensai
che fosse perfetto, perché più persone
eravamo a giocare e più sarebbe stato
divertente, ma mi resi conto da lì a poco che non sarebbe stato così! Poco
dopo, infatti, ricevetti un messaggio da
Alex, uno dei miei nuovi compagni, sul gruppo Whatsapp del gioco: “Chris, vuoi
fare una gare con me?”. “Ok”, gli rispo-
si. Avevo scelto la mia macchina miglio-re, una bella Ferrari F458 rossa. Mi
intimorii un po’ alla vista delle macchine
degli avversari: Bugatti, Lamborghini e
Chevrolet Corvette, automobili fortis-sime e difficili da battere. Il finale fu
sorprendente: vinsi con un grande di-
stacco. Ma i tre piloti mi vennero ad-
Un bullo on the road
LA SCUOLA STA FINENDO...CONTO ALLA ROVESCIA! Pagina 14
dosso come dei tori imbufaliti. Mi deva-
starono la macchina e a stento riuscii a tornare al garage. Lì spesi molte delle
mie monete in riparazioni. Il gesto bru-
sco e violento del mio nuovo compagno di classe mi lasciò l’amaro in bocca, ma
sul momento lasciai perdere e non ci
pensai più. La mattina dopo, quando mi svegliai e accesi di nuovo il computer
per continuare a giocare, mi resi conto
che il mio garage era occupato da quelli
che iniziai a definire “prepotenti”. Man-dai un messaggio ad Alex, per chieder-
gli di spostare le sue macchine in
un’altro garage, ma la risposta mi lasciò senza parole: “Ehi caccola, ora questo è
il nostro garage! Vattene a
cercareun’altro!”.
Allora spensi il computer e mi buttai sul
letto, pervaso da un senso di inquietu-dine e disagio; del resto quei ragazzi, e
soprattutto Alex, non mi avevano fatto
una buona impressione quando erano
entrati per la prima volta in classe e, quel giorno, ne ebbi la conferma! Inol-
tre circolavano voci che avessero cam-
biato scuola a causa di comportamenti aggressivi verso compagni ed insegnan-
ti. Visto che mia madre era fuori per
lavoro e che io non sapevo cucinare, andai a pranzo da Giuseppe. Appena
arrivai gli afferrai il braccio e lo tra-
scinai in camera per raccontargli quello che era successo sabato pomeriggio e
quella mattina. Giuseppe mi consigliò di
non dare importanza all’accaduto, per-
ché stavano solo giocando, e nel gioco si sa che la competizione può spingere a
dire cose che non si pensano. Accolsi il
suo consiglio e, nel pomeriggio, mi rimisi a giocare, cercando un nuovo nascondi-
glio per le mie macchine. Lo trovai nella
regione dei monti, dove fa più freddo, e mi ci stabilii finché una sera non uscii
per fare dei giretti per scoprire il po-
sto. Ad un certo punto raggiunsi la re-
gione sul mare, dove vidi un ottimo ga-rage con vista sulla spiaggia. Presi tutta
la mia roba dal garage di montagna e la
trasferii al mare. Lunedì dissi a Giusep-pe solo dove si trovava il nuovo garage,
perché avevo paura che Alex potesse
impossessarsi anche di quello. A scuola però Alex, Toni e Davide, mi beccarono
in bagno durante la ricreazione e inizia-
rono ad insultarmi e spintonarmi dicen-
domi che ero una schiappa, che non
sapevo giocare e che dovevo scaricare
un videogioco da femminucce, uno di
quelli dove si truccano le bambole! Tor-nai in classe con gli occhi pieni di lacri-
me, ma non piansi per non dare loro
soddisfazione.
Quel pomeriggio mamma mi avvertì che
avrebbe tardato a tornare da Trieste perché non era riuscita a concludere
l’affare a cui stava lavorando. Questo
avrebbe voluto dire più gioco per me; una volta avrei gioito di ciò, ma ora non
mi sentivo tranquillo, perché quel gioco
che mi aveva sempre appassionato ini-
ziava a farmi paura. Così decisi di non toccare il computer fino a sera, quando
sarei tornato da Giuseppe per cena. Qui
mi chiese: “Ehi, perché non dormi da noi? Mamma stasera va a teatro con
papà e torna tardi. In casa ci controlle-
rà solo mio fratello che, come ben sai, non ci darà fastidio perché impegnato a
parlare al telefono con la fidanzata.”
Colsi l’occasione e accettai il suo invito,
sapendo che suo fratello ci avrebbe lasciato giocare tutta la notte ai video-
giochi. Quella notte passò in fretta,
perché Alex e i suoi amici continuarono a prendermi in giro per l’intera nottata
e, non so come, si impossessarono del
mio garage sulla spiaggia. Eravamo tal-mente concentrati sul gioco e sui mes-
saggi minatori dei nostri compagni che
non ci rendemmo conto che era già ora
di andare a scuola; anzi eravamo anche in ritardo! Dovevamo inventarci una
buona scusa con la professoressa e, non
avendo idee, decidemmo, per una volta, di saltare la scuola. Peccato che anche
Alex e i suoi scagnozzi avevano avuto la
stessa idea; così appena ci videro, Toni e Davide immobilizzarono Giuseppe,
mentre Alex mi prese per il colletto e
mi minacciò: "Dimmi caccola, perché non fai un po' di beneficienza?" All'inizio
non capivo il senso di quella frase, poi
Alex mi disse: "Vedo che non capisci...
allora..." Il suo sguardo divenne più rabbioso "Appena torni a casa, dacci
subito tutte le tue macchine e non pro-
testare, altrimenti saranno guai seri per te! Inoltre, dato che ci siamo, inizia
a portarci ogni giorno cinque euro. Sai,
è il prezzo che devi pagare per evitare di farci diventare più cattivi…ci siamo
intesi!". Quando se ne andarono Giusep-
pe mi disse: “Quei tre stanno diventan-do un vero problema." Nel pomeriggio
mia madre fece ritorno a casa; sembra-
va fosse tornata da Hiroshima, soprav-
vissuta alla bomba atomica! Anche io però non avevo una bella cera, così dopo
le sue insistenti domande, decisi di
raccontarle tutto quello che era suc-cesso durante la sua assenza, e di come
un semplice videogame fosse servito
come gancio per far iniziare un gioco al massacro che stava sfociando in atteg-
giamenti di bullismo e di cyberbullismo.
Titolo notiziario Pagina 15
Mia madre, preoccupata, mi disse che
sarebbe andata a parlare con la preside e con i professori, perché solo gli adulti
possono aiutare i ragazzi a bloccare
angherie e prepotenze. Quindi, la mat-tina dopo, mi accompagnò lei a scuola
per denunciare i comportamenti dei tre
ragazzi alla Dirigente. Quel pomeriggio, poi, accesi il computer e entrai nel gio-
co con una Mercedes della polizia per
catturare i tre bulli. Loro erano veloci, ma io di più! Chiamai i miei amici in poli-
zia per rinforzo polizia per rinforzo e li
catturai. Mi ero vendicato. La mattina dopo la professoressa ci disse che i tre
ragazzi si sarebbero nuovamente tra-
sferiti. Avevo vinto, sia nel gioco che nella vita! Lorenzo Cornacchia
Sembrava un giorno come tanti: sveglia
alle sei del mattino, doccia, un caffè al
volo, e poi via da casa per raggiungere l’ufficio. Ma quella mattina una telefo-
nata arrivò a rompere la solita routine.
Un attimo prima di uscire, infatti, men-tre stavo prendendo le chiavi della
macchina, iniziò a squillare il telefono.
Lasciai ciò che avevo in mano e corsi
verso l’apparecchio telefonico; quando alzai la cornetta rimasi disorientato nel
risentire la voce del professore di let-
tere del liceo, che mi chiedeva se aves-si voluto partecipare, il prossimo lune-
dì, ad una conferenza sul bullismo, per
raccontare la mia vicenda davanti ai ragazzi della scuola. Lui mi disse che si
rendeva conto di chiedermi molto, ma
mi pregò comunque di rifletterci, per-
ché la mia testimonianza poteva servire
a molti ragazzi per capire a fondo il problema, soprattutto le implicazioni
psicologiche ed emozionali legate al
fenomeno. Dopo un attimo di indecisio-ne risposi che potevano contare sulla
mia presenza; il professore mi salutò e
mi ringraziò per la disponibilità. Termi-nata la conversazione mi sedetti sul
divano con la testa tra le mani, poiché
improvvisamente affiorarono nella mia
mente i ricordi legati al primo anno di liceo, periodo di dolore e sofferenza
che avevo da tempo archiviato a cui mi
ero ripromesso di non pensare più. Ap-pena rialzai la testa lo sguardo si posò
sull’orologio della sala; quando lessi che
erano già le otto e un quarto scattai in piedi come una molla e, riprese in mano
le chiavi, mi precipitai al lavoro. Erano
ormai due anni che lavoravo nell’ufficio di grafica di una nota emittente pubbli-
citaria e il mio lavoro mi piaceva davve-
ro tanto. Quella mattina però mi senti-
vo un peso sul cuore, ero assente e il mio pensiero volava ai duri anni della
scuola superiore; ebbene si, quella tele-
fonata mi aveva riaperto una ferita che io pensavo orami cicatrizzata. Termina-
to di lavorare, invece di prendere la
strada di casa, imboccai la tangenziale che porta dal centro di Torino alla peri-
feria della città, dove si trovava il liceo
scientifico “Don Milani”, lo stesso che
avevo frequentato “un secolo fa”; tanto
era il tempo che mi sembrava passato da quando, timido ed impacciato, cam-
minavo per quei corridoi, sostavo in
quelle aule e scrivevo su quelle lavagne. Rimasi davanti la scuola fino a sera
tarda, a fissare l’edificio nella penom-
bra dei lampioni, fino a che la telefona-ta della mia amica Clara, che mi aspet-
tava davanti al cinema, mi risvegliò da
quel torpore che si era impossessato di
me dalla mattina. La settimana la passai così, tra agitazione e crisi d’ansia; in-
fatti più i giorni passavano più
l’inquietudine diventò quasi terrore di riaprire il cassetto dei ricordi, dove
celavo quella parte della mia vita che
mai avrei pensato di palesare al mondo. Finalmente lunedì arrivò, ed io mi senti-
vo come uno scolaretto il primo giorno
di scuola; indossai il vestito “buono”, il più bello che avevo, quasi a voler dimo-
strare che nonostante tutto io ce
l’avevo fatta. Infatti più che a scuola
sembrava dovessi prendere parte ad un matrimonio; ma non mi interessava, per
me quel vestito era come una corazza
che mi avrebbe protetto, dimostrando a tutti che quel bambino pieno di insicu-
rezze era diventato uno dei grafici più
richiesti del momento. Alle otto e tren-ta feci il mio ingresso a scuola; il pro-
fessore mi accolse con un abbraccio,
ringraziandomi ancora per la disponibi -
Un dolore al microfono
Volume 1, numero 2 Pagina 16
Terzo classificato nella sezione Scuola Secondaria di Primo Grado al Premio Curcio per le attività Creati-
Volume 1, numero 2 Pagina 17
Soluzione indovinelli
1)sedia
2)Verme
3) Valigia
4) Elettricità
disponibilità. Mentre passavo per quei
corridoi, la mia mente era colpita da ripetuti flash del passato; i bagni in cui
venivo aggredito, la mia vecchia classe,
teatro di scherzi e umiliazioni, e il cor-tile. Il professore mi condusse nell’aula
magna della scuola, quel giorno gremita
da studenti ed insegnanti, e mi indicò il mio posto sulla cattedra dove mi aspet-
tavano il preside, la vicepreside, mia ex
professoressa di matematica, il coman-
dante dei carabinieri, e la referente del bullismo per l’Istituto. La sensazio-
ne che provai in quel momento fu brut-
tissima: decine di occhi puntati su di me, proprio come una volta. Ma
l’agitazione svanì quando iniziai il mio
intervento, come se parlare del mio problema mi avesse nuovamente libera-
to dall’incubo: “Ciao ragazzi, il mio nome
è Gaetano Di Stefano, e sono qui per-ché, alla vostra età, sono stato vittima
di bullismo. Forse qualcuno di voi ricor-
derà il mio caso che riempì le pagine dei
giornali e di cui forse, in questa scuola, ancora si parla poiché vedo che alcuni
mi indicano con la mano. Pensate perciò
quanto mi sia costato venire qui, ritor-nare in questo luogo di sofferenza e
dolore; ma la speranza di essere d’aiuto
anche a uno solo di voi, mi ha dato il coraggio per accettare l’invito e parte-
cipare a questa giornata. Tutto iniziò il
primo anno di liceo quando, a causa della mia timidezza, e soprattutto del
mio sovrappeso, divenni la vittima per-
fetta per un gruppo di bulli che fre-
quentavano il quarto anno. Del resto in una società in cui ciò che conta sem-
brano essere solo i numeri della bilan-
cia e non l’intelligenza, chi è in sovrap-peso è tagliato fuori ed è spesso vitti-
ma di bullismo. Ed è quello che successe
a me; questo gruppetto di prepotenti iniziò ad insultarmi prima verbalmente,
chiamandomi “Gaetano luna piena” per il
mio viso rotondetto, poi rubandomi la
merenda, tanto a me non serviva per-ché ero grasso e dovevo dimagrire, e
poi alzando le mani, tanto con tutta
quella carne che avevo spalmata sul corpo, dicevano, non avrei sentito dolo-
re. I miei voti a scuola divennero pessi-
mi già nel primo quadrimestre; del re-sto non facevo che piangere, e studiare
non era certo un priorità. Infatti ciò
che ricevevo ogni giorno, oltre ai brutti
voti, erano odio e insulti. Mi trattavano come se fossi un mostro, mi guardavano
con disgusto e con il sorriso maligno mi
puntavano il dito contro, pronti a farmi del male. Avevano rubato la mia auto-
stima, avevano calpestato i miei senti-
menti. Ero a pezzi e non riuscivo a rial-zarmi. Il pensiero di uscire mi faceva
stare male, così finivo per chiudermi in
me stesso… e in casa. Cercavo rifugio nel cibo, con il quale cercavo di riempi-
re quel senso di vuoto che sentivo, ma
non ci riuscivo in alcun modo. Un giorno,
stanco di essere trattato così, non vedendo nessuna via d’uscita, mi avvici-
nai alla finestra della classe e, appro-
fittando di un momento di disattenzio-ne del professore, mi gettai dalla fine-
stra. Mi ruppi le gambe e ho avuto un
forte trauma cranico che mi fece stare in coma per un mese intero. Quando mi
svegliai mi aspettavano mesi di riabili-
tazione, sia fisica che psicologica. Ma nonostante tutto ho vinto! Oggi sono
qui a parlarne con voi per evitare che
simili episodi risuccedano, che tutti voi
pensiate prima di agire, prima di arre-care dolore agli altri. Fate attenzione a
ciò che dite e fate, pensate sempre
che le parole hanno un peso, e spesso sono peggio di un macigno capace di
schiacciarti fino a farti scomparire.
Inoltre se siete testimoni di atti di bullismo parlate, ditelo ad un adulto,
fatevi aiutare a cancellare
definitivamente dalla società prepoten-
ze ed ingiustizie. La parola è l’ arma giusta da utilizzare, per chi il bullismo
vuole fermare. Grazie a tutti”. Alla fine
dell’intervento tutti i ragazzi presenti nell’aula si alzarono in piedi ed iniziaro-
no a battere le mani, inneggiando cori
contro il bullismo. Il mio cuore si riempì di gioia, perché ho sempre pensato che
i giovani siano capaci di cose grandi, e
che se qualcuno spiega bene loro le
cose, la società può davvero cambiare. Avevo vinto di nuovo!
finanziario dei progetti dell’istituto.
REDAZIONE
Correttore di bozze: Prof.ssa Bianchi
Eide
Aiuto correttore: Prof.ssa Natali Paola
Giornalisti: Branella Gianluca, Cornacchia lorenzo, D’Amore Giuseppe, D’Ascanio Sofia, Deufemia Agnese, Di Fabio Aurora, Di Francesco Veronika, Di Luca Matteo, Frezza Davide, Marsuzi Thomas, Micozzi Giorgia, Moscardelli Eleonora, Muntaen Alex, Ranalli Francesco, Sorice Christian, Staffilano Saul, Tanga Gianluca, Wen Yi Yang.
RINGRAZIAMENTI
Un grazie particolare va alla nostra Dirigente, Dott.ssa Divisi Manuela,
che ha permesso e sostenuto la rea-
lizzazione del nostro giornalino e,
naturalmente, a tutti i professori del corso G che durante la realizzazione
ci hanno aiutato fornendoci materiali,
sussidi didattici, e ci hanno supporta-to con il loro incoraggiamento. Un
ringraziamento speciale va anche ai
genitori degli alunni, sempre pronti a collaborare e a contribuire alla rea-
lizzazione di valide esperienze forma-
tive.
Un grazie anche all’Amministrazione
comunale sempre pronta a venire in aiuto della scuola sostenendo l’onere
I.C CORROPOLI
Via Ruggieri 3 64013 CORROPOLI
“Con l’impegno tutto è
possibile!”
Tel.: 555-555 5555 Fax: 555-555 5555 E-mail: [email protected]
Siamo su internet
Www.iccorropoli.gov.it
BUONA ESTATE!
Arrivederci al prossimo anno
scolastico 2017/2018