Download - Monteverdi - L'Orfeo - Full VOCAL Score
Claudio Monteverdi
L'Orfeo
Favola in musica di Claudio Monteverdirappresentata in Mantova l'anno 1607
e nuovamente data in luceal Serenissimo Signor D. Francesco Gonzaga
Principe di Mantova, Monferrato, etc.
Libretto di Alessandro Striggio
PROLOGO
Toccata
Ritornello
LA MUSICADal mio Permesso amato a voi ne vegno,incliti eroi, sangue gentil del regi,di cui narra la Fama eccelsi pregi,nè giugne al ver perch'è troppo alto il segno.RitornelloIo la Musica son, ch'ai dolci accentiso far tranquillo ogni turbato core,et or di nobil ira, ed or d'amoreposso infiammar le più gelate menti.RitornelloIo su cetera d'or, cantando sogliomortal orecchio lusingar talorae in guisa tal de l'armonia sonorade la lira del ciel più l'alme invoglio.RitornelloQuinci a dirvi d'Orfeo desio mi spronad'Orfeo che trasse al suo cantar le sferee servo fe' l'inferno a sue preghieregloria immortal di Pindo e d'Elicona.RitornelloOr mentre i canti alterno, or lieti, or mesti,non si mova augellin fra queste piante,nè s'oda in queste rive onda sonante,ed ogni Auretta in suo camin s'arresti.Ritornello
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ATTO I
PASTOREIn questo lieto e fortunato giornoch'ha posto fine a gli amorosi affannidel nostro Semideo, cantiam, pastori,in sì soavi accentiche sian degni d'Orfeo nostri concenti.Oggi fatta è pietosal'alma già sì sdegnosadella bella Euridice.Oggi fatta è feliceOrfeo nel sen di lei, per cui già tantoper queste selve ha sospirato, e pianto.
Dunque, in sì lieto e fortunato giornoch'ha posto fine a gli amorosi affannidel nostro Semideo, cantiam, pastori,in sì soavi accentiche sian degni d'Orfeo nostri concenti.
CORO NINFE, PASTORIVieni, Imeneo, deh vienie la tua face ardentesia quasi un Sol nascentech'apporti à questi amanti i dì serenie lunge ormai disgombrede gli affanni e del duol gli orrori e l'ombre.
NINFAMuse onor di Parnaso, amor del cielo,gentil conforto a sconsolato core,vostre cetre sonoresquarcino d'ogni nube il fosco velo;e mentre oggi propizio al vostro Orfeoinvochiam Imeneosu ben teamprate corde.Sia il nostro canto co'l vostro suon concorde.
NINFE, PASTORILasciate i monti, lasciate i fonti,ninfe vezzose e liete,e in questi prati ai balli usatileggiadro il piè rendete.Qui miri il sole vostre carolepiù vaghe assai di quelle,ond'a la Luna, a notte bruna,danzan in ciel le stelle.RitornelloLasciate i monti, lasciate i fonti,ninfe vezzose e liete,
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e in questi prati a i balli usatileggiadro il piè rendete.Poi di bei fiori, per voi s'onori,di questi amanti il crine,ch'or dei martiri dei lor desirigodon beati al fine.Ritornello
PASTOREMa tu, gentil cantor, s'a' tuoi lamentigià festi lagrimar queste campagne,perché ora al suon de la famosa cetranon fai teco gioir le valli e i poggi?Sia testimon del corequalche lieta canzon che detti Amore.
ORFEORosa del ciel, vita del mondo, e degnaprole di lui che l'aniverso affrena,Sol, che'l tutto circondi e 'l tutto miri,da gli stellati giri,dimmi: vedeste maidi me più lieto e fortunato amante?Fu ben felice il giorno,mio ben, che pria ti vidi,e più felice l'orache per te sospirai,poichè al mio sospirar tu sospirasti.Felicissimo il puntoche la candida manopegno di pura fede a me porgesti.Se tanti cori avessiquant'occhi al ciel eterno e quante chiomehan questi colli ameni il verde maggiotutti colmi sarieno e traboccantidi quel piacere ch'oggi mi fa contento.
EURIDICEIo non dirò qual sianel tuo gioire, Orfeo, la gioia mia,chè non ho meco il core,ma teco stassi in compagnia d'Amore.Chiedilo dunque a lui s'intender bramiquanto lieta gioisca, e quanto t'ami.
NINFE, PASTORILasciate i monti, lasciate i fonti,ninfe vezzose e liete,e in questi prati ai balli usatileggiadro il piè rendete.Qui miri il Sole vostre carole
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più vaghe assai di quelle,ond'a la Luna, a notte bruna,danzan in ciel le stelle.Ritornello
CORO NINFE, PASTORIVieni, Imeneo, deh vienie la tua face ardentesia quasi un Sol nascentech'apporti à questi amanti i dì serenie lunge ormai disgombrede gli affanni e del duol gli orrori e l'ombre.
PASTOREMa s' il nostro gioir dal ciel deriva,com'è dal ciel ciò che quaggiù incontra,giusto è ben che devotigl'offriam incensi e voti.Dunque al tempio ciascun rivolga i passia pregar lui ne la cui destra è il mondo,che lungamente il nostro ben conservi.
Ritornello
PASTORIAlcun non sia che disperato in predasi doni al duol, benché talor si assagliapossente sì che nostra vita inforsa.
Ritornello
NINFE, PASTORIChè, poi che nembo rio, gravido il senod'atra tempesta inorridito ha il mondo,dispiega il sol più chiaro i rai lucenti.
Ritornello
PASTORIE dopo l'aspro gel del verno ignudoveste di fior la primavera i campi.
NINFE, PASTORIEcco Orfeo, cui pur dianzifuron cibo i sospir bevanda il pianto,oggi felice è tantoche nulla è più che da bramar gli avanzi.
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ATTO II
Sinfonia
ORFEOEcco pur ch'à voi ritornocare selve e piaggie amate,da quel Sol fatte beateper cui sol mie notti han giorno.
Ritornello
PASTOREMira ch'a se n'allettal'ombra, Orfeo, de' tuoi faggior ch' infocati raggiFebo dal ciel saetta.RitornelloSu questa erbosa spondaposiamci, e 'n vari modiciascun sua voce snodial mormorio de l'onde.
Ritornello
DUE PASTORIIn questo prato adornoogni selvaggio Numesovente ha per costumedi far lieto soggiorno.RitornelloQui Pan, Dio de' Pastori,s'udì talor dolenterimembrar dolcementesuoi sventurati amori.RitornelloQui le Napee vezzose,schiera sempre fiorita,con le candide ditafur viste a coglier rose.
NINFE, PASTORIDunque fa' degni, Orfeo,del suon della tua lira.Questi campi ove spiraaura d'odor sabeo.
Ritornello
ORFEOVi ricorda o boschi ombrosi,
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de' miei lunghi aspri tormenti,quando i sassi a' miei lamentirispondean fatti pietosi?RitornelloDite, allor non vi sembraipiù d'ogni altro sconsolato?Or fortuna ha stil cangiatoed ha volti in festa i guai.RitornelloVissi già mesto e dolente.Or gioisco e quegli affanniche sofferto ho per tant'annifan più caro il ben presente.RitornelloSol per te, bella Euridice,benedico il mio tormento.Dopo 'l duol vi è più contento,dopo il mal vi è più felice.
PASTOREMira, deh mira, Orfeo, che d'ogni intornoride il bosco e ride il prato.Segui pur col plettro auratod'addolcir l'aria in sì beato giorno.
MESSAGGERAAhi, caso acerbo!Ahi, fato empio e crudele!Ahi, stelle ingiuriose!Ahi, ciel avaro!
PASTOREQual suon dolente il lieto dì perturba?
MESSAGGERALassa, dunque, debb'io,Mentre Orfeo con sue note il ciel consola,con le parole mie passargli il cuore?
PASTOREQuesta è Silvia gentile,dolcissima compagnade la bella Euridice,oh quanto è in vista dolorosa.Or che fia?Deh sommi Dei,non torcete da noi benigno il guardo.
MESSAGGERAPastor lasciate il canto,ch'ogni nostra allegrezza
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in doglia è volta.
ORFEODonde vieni?Ove vai?Ninfa che porti?
MESSAGGERAA te vengo Orfeo,messaggera infelicedi caso più infelice e più funesto.La tua bella Euridice...
ORFEOOhimé che odo?
MESSAGGERALa tua diletta sposa è morta.
ORFEOOhimé.
MESSAGGERAIn un fiorito pratocon altre sue compagne,giva cogliendo fioriper farne una ghirlanda alle sue chiome,quando angue insidioso,ch'era fra l'erbe ascoso,le punse un piè con velenoso dente.Ed ecco immantinente,scolorirsi il bel visoe ne' suoi lumi sparir que' lampi,ond' ella al Sol fea scorno.Allor noi tutte sbigottite e mestele fummo intorno richiamartentando gli spirti in lei smarriticon l'onda fresca e con possenti carmi.Ma nulla valse, ahi lassa,ch'ella i languidi lumi alquanto aprendo,e te chiamando, Orfeo,dopo un grave sospiro,spirò fra queste braccia,ed io rimasi pieno il cor di pietade e di spavento.
PASTOREAhi, caso acerbo!Ahi, fato empio e crudele!Ahi, stelle ingiuriose!Ahi, ciel avaro!
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SECONDO PASTOREA l'amara novellarassembra l'infelice un muto sassoche per troppo dolor non può dolersi.Ahi, ben avrebbe un cor di tigre o d'orsachi non sentisse del tuo mal pietade.Privo d'ogni tuo ben, misero amante.
ORFEOTu se' morta, mia vita, ed io respiro?Tu se' da me partitaper mai più non tornare, ed io rimango?No, che se i versi alcuna cosa ponno,n'andrò sicuro a' più profondi abissie, intenerito il cor del Re de l'ombre,meco trarròtti a riveder le stelle.O se ciò negherammi empio destino,rimarrò teco in compagnia di morte.Addio Terra, addio Cielo, e Sole, addio.
NINFE, PASTORIAhi, caso acerbo!Ahi, fato empio e crudele!Ahi, stelle ingiuriose!Ahi, ciel avaro!Non si fidi uom mortaledi ben caduco e fraleche tosto fugge, e spessoa gran salita il precipizio è presso.
MESSAGGERAMa io ch'in questa linguaho portato il coltelloch'ha svenato ad Orfeo l'anima amante,odiosa ai Pastori e alle Ninfe,odiosa a me stessa, ove m'ascondo?Nottola infausta,il Sole fuggirò sempree in solitario specomenerò vita al mio dolor conforme.
Sinfonia
PASTORIChi ne consola, ahi lassi?O pur chi ne concedenegl'occhi un vivo fonteda poter lagrimar come conviensiin questo mesto giorno,quanto più lieto già tant'or più mesto?Oggi turbo crudele
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i due lumi maggioridi queste nostre selve,Euridice ed Orfeo,l'una punta da l'angue,l'altro dal duol trafitto,ahi lassi, ha spenti.
NINFE, PASTORIAhi, caso acerbo!Ahi, fato empio e crudele!Ahi, stelle ingiuriose!Ahi, ciel avaro!
PASTORIMa dove, ah, dove or sonode la misera ninfale belle e fredde membra,dove suo degno albergoquelle bell'alma elessech'oggi è partita in sul fiorir dei giorni?Andiam pastori, andiamopietosi a ritrovarle,e di lagrime amareil dovuto tributoper noi si paghi almeno al corpo esangue.
PASTORIAhi, caso acerbo!Ahi, fato empio e crudele!Ahi, stelle ingiuriose!Ahi, ciel avaro!
Ritornello
ATTO III
Sinfonia
ORFEOScorto da te mio numesperanza unico benede gli afflitti mortali,ormai son giuntoa questi mesti e tenebrosi e regniove raggio di sol giamai non giunse.Tu mia compagna e ducein così strane e sconosciute viereggesti il passo debole e tremante,
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onde ancor sperodi riveder quelle beate luciche sole a gli occhi miei portano il giorno.
SPERANZAEcco l'atra palude, ecco il nocchieroche trae gli ignudi spirti a l'altra rivadove ha Pluton de l'ombre il vasto impero.Oltre quel nero stagno, oltre quel fiume,in quei campi di pianto e di dolore,destin crudele ogni tuo ben t'asconde.Or d'uopo e d'un gran core e d'un bel canto.Io fin qui t'ho condotto, or più non liceteco venir, chè amara legge il vieta.Legge scritta col ferro in duro sassode l'ima reggia in su l'orribil soglia,che in queste note il fiero senso esprime.Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate.Dunque, se stabilito hai pur nel coredi porre il piè ne la città dolente,da te men' fuggo e tornoa l'usato soggiorno.
ORFEODove, ah dove te 'n vai,unico del mio cor dolce conforto?Poiché non lunge omaidel mio lungo cammin si scopre il porto,perché ti parti e m'abbandoni, ahi lasso,sul periglioso passo?Qual bene or più m'avanzase fuggi tu, dolcissima Speranza?
CARONTEO tu ch'innanzi morte a queste rivetemerato ten' vieni, arresta i passi:Solcar quest'onde ad uom mortal non dassi,nè può co' morti albergo aver chi vive.Che vuoi forse, nemico al mio signore,Cerbero trar de le Tartaree porte?O rapir brami sua cara consorted'impudico desire acceso il core?Pon freno al foll'ardir, ch'entr' al mio legnonon accorrò più mai corporea salma,sì de gli antichi oltaggi ancora ne l'almaserbo acerba memoria e giusto sdegno.
Sinfonia
ORFEOPossente Spirto e formidabil nume,
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senza cui far passaggio a l'altra rivaalma da corpo sciolta in van presume.RitornelloNon viv'io, no, che poi di vita è privamia cara sposa, il cor non è più meco,e senza cor com'esser può ch'io viva?RitornelloA lei volt'ho 'l camin per l'aër cieco,a l'Inferno non già, ch'ovunque stassitanta bellezza il paradiso ha seco.RitornelloOrfeo son io che d'Euridice i passisegue per queste tenebrose arene,ove già mai per uom mortal non vassi.O de le luci mie luci serenes'un vostro sguardo può tornarmi in vita,Ahi, chi nega il conforto a le mie pene ?Sol tu, nobile dio puoi darmi aita,nè temer dei, ché sopra un'aurea CetraSol di corde soavi armo le ditacontra cui rigida alma invan s'impetra.
CARONTEBen mi lusinga alquantodilettandomi il core,sconsolato cantore,il tuo pianto e 'l tuo canto.Ma lunge, ah, lunge sia da questo petto,pietà, di mio valor non degno affetto.
ORFEOAhi, sventurato amante!Sperar dunque non licech'odan miei prieghi i cittadin d'Averno?Onde qual ombra erranted'insepolto cadavero infelice,privo sarò del cielo e de l'Inferno?Così vuol empia sorteche in questi orrori di morteda te mio cor lontano,chiami tuo nome in vano,e pregando e piangendo io mi consumi?Rendetemi il mio ben, tartarei numi.SinfoniaEi dorme, e la mia cetra,se pietà non impetrane l'indurato core, almen il sonnofuggir al mio cantar gli occhi non ponno.Su dunque a che più tardo?Tempo è ben d'approdar su l'altra sponda,s'alcun non è ch'il nieghi,
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vaglia l' ardir se foran vani i preghi.E vago fior del tempo l'occasion,ch'esser dee colta a tempo.Mentre versan quest'occhi amari fiumirendetemi il mio ben tartarei numi!
Sinfonia
SPIRITI INFERNALINulla impresa per uom si tenta invano,nè contra lui più sa natura armarse.Ei de l'instabil pianoarò gli ondosi campi, e 'l seme sparsedi sue fatiche, ond'aurea messe accolse.Quinci perché memoriavivesse di sua gloria,la Fama adir di lui sua lingua sciolse,ch'ei pose freno al Mar col fragil Legno,che sprezzò d'Austro e d'Aquilon lo sdegno.
Sinfonia
ATTO IV
PROSERPINASignor, quell'infelice,che per queste di morte ampie campagneva chiamand' Euridice,ch'udit' hai tu pur dianzicosì soavemente lamentarsi,moss'ho tanta pietà dentr'al mio corech' un'altra volta io torno a porger prieghiperché il tuo Nume al suo pregar si pieghi.Deh, se da queste luciamorosa dolcezza unqua traesti,se ti piacque il seren di questa fronteche tu chiami tuo Cielo, onde mi giuri,di non invidiar sua sorte a Giove,pregoti, per quel foco,con cui già la grand'alma Amor t'accese,fa' ch'Euridice tornia goder di quei giorniche trar solea vivendo in feste e in canto,e del misero Orfeo consola il pianto.
PLUTONEBenché severo ed immutabil fatocontrasti, amata sposa, i tuoi desiri,
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pur nulla omai si nieghia tal beltà congiunta a tanti prieghi.La sua cara Euridicecontra l'ordin fatale Orfeo ritrovi;ma pria che tragga il piè da questi abissinon mai volga ver lei gli avidi lumi,chè di perdita eternagli fia certa cagion un solo sguardo.Io così stabilisco. Or nel mio regnofate, o ministri il mio voler palese,sì che l'intenda Orfeoe l'intenda Euridice,né di cangiarlo altrui sperar più lice.
SPIRITI INFERNALIO, degli abitator de l'ombre eternepossente re, legge ne fia tuo cenno,chè ricercar altre cagioni internedi tuo voler nostri pensier non denno.Trarrà da quest'orribili cavernesua sposa Orfeo, s'adoprerà suo sennosì che nol vinca giovanil desio,né i gravi imperi suoi sparga d'oblio?
PROSERPINAQuali grazie ti rendoor che sì nobil donoconcedi a' prieghi miei, signor cortese?Sia benedetto il dì che pria ti piacqui,benedetta la preda e 'l dolce inganno,poiché per mia venturafeci acquisto di te perdendo il Sole.
PLUTONETue soavi parole d'amor l'antica piagarinfrescan nel mio core;così l'anima tua non sia più vagadi celeste dilettosì ch'abbandoni il marital tuo letto.
SPIRITI INFERNALIPietade, oggi, e Amoretrionfan ne l'Inferno.Ecco il gentil cantore,che sua sposa conduce al Ciel superno.
Ritornello
ORFEOQuale onor di te fia degno,mia cetra onnipotente,
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s'hai nel Tartareo regnopiegar potuto ogni indurata mente?RitornelloLuogo avrai fra le più belleimmagini celestiond'al tuo suon le stelledanzeranno in giri or tardi or presti.RitornelloIo per te felice appienovedrò l'amato volto,e nel candido senode la mia donna oggi sarò raccolto.Ma mentre io canto, ohimé, chi m'assicurach'ella mi segua? Ohimé, chi mi nascondede l'amate pupille il dolce lume?Forse d'invidia puntele deità d'Avernoperch'io non sia quaggiù felice appienomi tolgono il mirarvi,luci beate e liete,che sol col guardo altrui bear potete?Ma che temi, mio core?Ciò che vieta Pluton, comanda Amore.A Nume più possente,che vince uomini e Dei,ben ubbidir devrei.(Qui si fa strepito dietro alla Scena)Ma che odo, ohimé lasso?S'arman forse a' miei dannicon tal furor le furie innamorateper rapirmi il mio ben? ed io 'l consento?O dolcissimi lumi, io pur vi veggio,io pur: ma quale eclissi, ohimè, v'oscura?
UNO SPIRITORott'hai la legge, e se' di grazia indegno.
EURIDICEAhi, vista troppo dolce e troppo amara;Così per troppo amor dunque mi perdi?Ed io, misera, perdoil poter più goderee di luce e di vita, e perdo insiemete, d'ogni ben mio più caro, o mio consorte.
SPIRITI INFERNALITorna a l'ombre di morte,infelice Euridice,nè più sperar di riveder le stellech'omai fa sordo a' prieghi tuoi l'Inferno.
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ORFEODove ten' vai, mia vita? Ecco io ti seguo.Ma chi me 'l niega, ohimè? Sogno o vaneggio?Qual occulto poter di questi orrori,da questi amati orrorimal mio grado mi tragge e mi conducea l'odiosa luce?
Sinfonia
SPIRITI INFERNALIE la virtute un raggio di celeste bellezza,pregio dell'alma ond'ella sol s'apprezza.Questa di tempo oltraggionon teme, anzi maggiorene l'uom rendono gli anni il suo splendore.Orfeo vinse l'Inferno e vinto poifu da gli affetti suoi.Degno d'eterna gloriafia sol colui ch'avrà di sè vittoria.
Sinfonia
ATTO V
Ritornello
ORFEOQuesti i campi di Tracia, e quest'è il locodove passommi il coreper l'amara novella il mio dolore.Poi che non ho più spemedi ricovrar pregando,piangendo e sospirandoil perduto mio bene,che poss'io più se non volgermi a voi,selve soavi, un tempoconforto a' miei martir, mentre al ciel piacque,per farvi per pietà meco languireal mio languire?Voi vi doleste, o monti, e lagrimaste,voi, sassi, al dispartir del nostro sole,ed io con voi lagrimerò mai sempre,e mai sempre darommi, ahi doglia, ahi pianto!
ECOHai pianto!
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ORFEOCortese Eco amorosa,che sconsolata sei,e consolar mi vuoi ne' dolor miei,benché queste mie lucisien già per lagrimar fatte due fonti,in così grave mia fera sventuranon ho pianto però tanto che basti.
ECOBasti.
ORFEOSe gli occhi d'Argo avessi,e spandessero tutti un mar di pianto,non fora il duol conforme a tanti guai
ECOAhi!
ORFEOS'hai del mio mal pietade io ti ringraziodi tua benignitade.Ma mentr'io mi querelo,deh, perché mi rispondisol con gli ultimi accenti?Rendimi tutti integri i miei lamenti.Ma tu anima mia se mai ritornala tua fredda ombra a queste amiche piagge,prendi da me queste tue lodi estreme,ch'hor a te sacro la mia cetra e 'l canto,come a te già sopra l'altar del corelo spirto acceso in sacrifizio offersi.Tu bella fusti e saggia, e in te riposetutte le grazie sue cortese il cielo,mentre ad ogni altra de' suoi don fu scarso.D'ogni lingua ogni lode a te conviensi,ch'albergasti in bel corpo alma più bella,fastosa men quanto d'onor più degna.Or l'altre donne son superbe e perfidever chi le adora, dispietate instabili,prive di senno e d'ogni pensier nobile,onde a ragion opra di lor non lodansi;quinci non fia giamai che per vil femminaAmor con aureo stral il cor trafiggami.
Sinfonia
APOLLOPerché a lo sdegno ed al dolor in predacosì ti doni, o figlio?
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Non è, non è consigliodi generoso pettoservir al proprio affetto;quinci biasimo e perigliogià sovrastar ti veggioonde movo dal ciel per darti aita.Or tu m'ascolta e n'avrai lode e vita.
ORFEOPadre cortese, al maggior uopo arrivi,ch'a disperato finecon estremo dolorem'avean condotto già sdegno ed amore.Eccomi dunque attento a tue ragioni,celeste padre: or ciò che vuoi m'imponi.
APOLLOTroppo, troppo gioistidi tua lieta ventura;or troppo piangitua sorte acerba e dura.Ancor non saicome nulla quaggiù diletta e dura?Dunque se goder brami immortal vitavientene meco al ciel, ch'a sé t'invita.
ORFEOSì non vedrò più maide l'amata Euridice i dolci rai?
APOLLONel sole e ne le stellevagheggerai le sue sembianze belle.
ORFEOBen di cotanto padresarei non degno figliose non seguissi il tuo fedel consiglio.
APOLLO E ORFEO(ascendono al ciel cantando)Saliam cantando al cielo,dove ha virtù veracedegno premio di sé, diletto e pace.
Ritornello
CORO DI PASTORIVanne Orfeo, felice appieno,a goder celeste onorelà ove ben non mai vien meno,
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là ove mai non fu dolore,mentr'altari, incensi e votinoi t'offriam lieti e devoti.
Così va chi non s'arretraal chiamar di nume eterno,così grazia in ciel impetrachi quaggiù provò l'inferno.E chi semina fra doglied'ogni grazia il frutto coglie.
Moresca
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L’Orfeo, Favola in Musica di Claudio Monteverdi Notes to the transcription of the 1609 Venetian score
Damián H. Zanette
Historical background
Commissioned by Francesco Gonzaga, the heir of
the duke of Mantua, Claudio Monteverdi’s Orfeo
(L’Orfeo, favola in musica) was first performed in
that city during the carnival of 1607, and the 24th
of February in the Gonzagas’ court. L’Orfeo is one
of the earliest operas, composed along the
theoretical lines for musical drama drawn by the
Florentine Camerata at the end of the sixteenth
century. The five-act libretto, by Alessandro
Striggio, is based on the Greek legend of Orpheus,
Pindar’s “father of songs”, mythical poet and
musician of Antiquity, and inventor of the lyre.
Fig. 1. Frontispiece of the 1609 edition.
The printing of operas in full score remained a rarity until the nineteenth century.
However, L'Orfeo was published in Venice in 1609. This exceptional circumstance is
surely due to the ample resources of Francesco Gonzaga, to whom the printed opera
is dedicated (Fig. 1). A second edition appeared in 1615, after Francesco’s death. The
text of the printed version differs from the 1607 libretto mainly in the fifth act. It
provides a different, happy end, where Orfeo –after the unsuccessful visit to Hades in
search of his beloved Euridice– is offered immortality and taken to the heavens by his
father Apollo, instead of dying by the bacchants’ hands. The music of the original
fifth act is lost.
The 1609 Venetian score was reproduced in a facsimile version by the Archivium Musicum of the Studio per Edizioni Scelte (S.P.E.S., Florence, 1993), This facsimile
reproduction was the basis of the transcription now deposited in the Werner Icking
Music Archive (WIMA, http://icking-music-archive.org). The following notes
summarize the criteria used to bring the original score to modern notation.
General structure
In the 1609 score, big titles identify the beginnings of the Prologue –just after the
introductory toccata and ritornello, (Fig. 2)– and of each of the five acts. Within each
of these parts, different sections are often indicated by small titles placed between
staves (Fig. 3), such as choro or coro (both for choruses and small vocal ensembles),
sinfonia (for purely instrumental sections), and ritornello (for relatively short
instrumental introductions or insertions in sung sections). Many of these sections are
preceded by prescriptions on instrumentation. Such indications establish natural
divisions, which have been used to organize the transcription in sections as presented
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in WIMA. Small titles and instrumentation prescriptions have been fully preserved
in the transcription.
Fig.2. The first two lines of the prologue.
On the other hand, recitatives and arias are not indicated as such, but the names of the
intervening characters is given (Figs. 2 and 3), so that the identification of those
sections is also straightforward. A few long recitative sections have been divided on
the basis of their dramatic contents and/or of the characters’ relevance (for instance,
in the second act, the Messaggiera’s “Ahi caso acerbo” and the ensuing Orfeo’s “Tu se’ morta”).
It must be pointed out that, in spite of the big titles, the exact starting point of each
act is uncertain. Each act’s title occurs at the beginning of a new page, and heads the
first vocal section of that act. This section, however, is always preceded by an
instrumental number –ritornello or sinfonia– which is difficult to assign either to the
previous act or to the new act. Most probably, these numbers had the role of
interludes between acts in representations without intervals. The only exception is the
ritornello preceding the aria “Ecco pur ch’a voi ritorno”, which opens the second act.
Obviously, this ritornello is the instrumental introduction to the aria. Except for this
case, the transcription assigns the opening of each act to the first vocal section –a
recitative for all the other acts.
Clefs
Following common Baroque practice, Monteverdi employs a variety of clefs. Except
for a few cases, the bass stave is written in the standard fourth-line F clef (Figs. 2 and
3). Exceptions are, for instance, the introductory Toccata and the chorus “È la virtute un raggio” in the fourth act, whose lowest staves use the (tenor) fourth-line C clef.
Bass vocal parts (one of the Pastore soloists, Caronte, Plutone, and chorus basses) are
also written in the usual F clef.
Upper instrumental and vocal parts use C clefs in different positions: fourth line for
tenors (two of the Pastori, Orfeo, Apollo, Spirito soloists, and chorus tenors; Fig. 3);
third line for altos (one of the Pastori, and chorus altos); and first line for sopranos
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(La Musica, Ninfa, Euridice, Messaggiera, Speranza, Proserpina, and chorus
sopranos; Fig. 2). Only exceptionally, the (treble) second-line G clef is used for upper
instrumental parts. It only occurs in a few ritornellos and sinfonias.
In the transcription, only the modern treble and bass clefs are used. In tenor staves, an
“8” under the treble clef indicates the standard octave transposition. However, due to
limitations of the music editor, when the same stave is used for two or more different
voices in a recitative (for instance, Caronte and Orfeo’s “Ben mi lusinga alquanto” in the third act), it was not possible to include the “8” under the clef. The necessity of
octave transposition is in any case clear when the character is a tenor.
Fig. 3. Beginning of the aria “Mira ch’a se n’alletta” and its ritornello.
Keys and accidentals
Just two key signatures are used throughout the whole score, corresponding to the
modern C major/A minor (no sharps or flats, Fig. 2) and to F major/D minor (B flat,
Fig. 3). The key signature has been preserved in the transcription, in spite of the fact
that many sections are obviously written in what in modern tonal music would be
interpreted as other tonalities. For instance, in the first act, the first part of the chorus
“Lasciate i monti” is in G major, while its key signature corresponds to C major; its
second part (“Qui miri il Sole”) starts in G minor and modulates to B flat major, but
the key signature is that of F major.
This divergence between the key signature and the actual tonality implies a frequent
occurrence of accidentals. This is also de case in recitatives, where modulation is
ampler and freer. The score uses two accidentals, corresponding to the modern sharp
(a symbol similar to an “x”, drawn with double lines; Fig. 2 at “Di cui narra”) and
flat (similar to a “b”; Fig. 2 at “vegno”). Their function, however, is different to that
of modern accidentals. Specifically, the sharp-like accidental raises both natural and
flat notes. If, for instance, the key signature indicates B flat, a B note preceded by the
4
sharp-like accidental should be played as B natural. On the other hand, a sharp-like
accidental preceding an F note simply indicates F sharp. Analogous rules hold for the
flat-like accidental. Another difference with the modern custom (also illustrated in
Fig. 2 at “Di cui narra”) is that accidentals on the same note are repeated within the
same measure as many times as they are used. In the transcription, all these
peculiarities have been transformed to the modern usage.
The 1609 score has a limited number of typographic errors in the use of accidentals.
For instance, on a few occasions, accidentals are positioned to the right of the note.
This has been corrected in the transcription. In other places, accidentals seem to be
missing. Replacing missing accidentals in L’Orfeo’s score is, however, a delicate
matter. In fact, an accidental may appear as missing from a tonal viewpoint, but from
the perspective of modal music it may be perfectly acceptable that the accidental in
question is not used. The criterion used in the transcription is that a missing
accidental is replaced only when the error is absolutely obvious from comparison
with other staves, to avoid unnatural dissonances (typically, diminished seconds).
This criterion solves essentially all uncertainties. It must be pointed out, nevertheless,
that in some dramatic passages during recitatives, Monteverdi uses rather strong
dissonances and unprepared, distant modulation (for instance, in “Ma mentre io canto”, fourth act), following what would become his seconda prattica. At such
points, the doubt about typographic errors on accidentals may persist.
Finally, there are a few scattered unexpected accidentals (for instance, E#) which
cannot be explained except as edition mistakes. These have been corrected.
Figured-bass indications –including both accidentals and figures– are rare, and seem
to be restricted to the initial recitative of each act and to especially dramatic
recitatives (such as the Messaggiera’s “Ahi caso acerbo”, in the second act). They
follow the usual conventions and had been literally transcribed.
Note values, time signature, and other rhythmic issues
As illustrated in Figs. 2 and 3, note values are typographically similar to those used
today. In the transcription, each note value of the 1609 L’Orfeo’s score has been
replaced by its modern like. The most used are semibreves to semiquavers (whole to
sixteenth notes), although breves (double whole notes) and longas are frequently
found in closing bars and in the bass stave. Demisemiquavers (32nd notes) are only
used in Orfeo’s accompanied recitatives, during the third act, where Monteverdi has
explicitly written out ornamentations. Following early Baroque practice, some
unusual note types, such as “filled” breves and semibreves, are found in ternary
times. Taking into account the time signature, however, their interpretation for
transcription to modern types is transparent.
The most frequent time signature in the 1609 score is indicated by the familiar C-like
common-time symbol (Figs. 2 and 3) but, in contrast with the modern convention, it
corresponds to four half notes by measure. Consequently, the most frequent time
signature in the transcription is 4/2. Irregularities are not rare: two, three, or five half-
note measures occur from time to time during recitatives, without any change of time
signature. In the transcription, these changes have been explicitly indicated.
5
Overall, ternary times are much less frequent that binary times. Their time signatures
do not follow the same systematics as in the modern usage. Specifically, 3/2 indicates
three-semibreve measures, while 6/4 indicates six-crotchet measures. Following the
above-described transcription criterion for note values, 3/2 has been changed to 3/1,
while 6/4 has been left unchanged (as, for instance, in first act’s “Lasciate i monti”).
In two special cases of ternary time, further edition was necessary. The first case is
the duetto “In questo prato adorno”, in the second act. In the 1609 score, the time
signature of the introductory ritornello is 3/2, while for the duetto itself it indicates
common time. Each measure, however, contains six crotchets, and the prosody of the
duetto’s text is consistent with a six-beat measure. Therefore, the transcription uses
6/4. The second special case is Orfeo’s aria “Vi ricorda o bosch’ombrosi”, also in the
second act. Here the score indicates common time, and some “3” figures are
occasionally inserted in the staves. This peculiar notation may be indicating triplets
or compound time. In any case, each measure contains twelve quavers, and the text
prosody is consistent with a twelve-beat time. The time signature in the transcription
is, consequently, 12/8.
A peculiarity related to rhythm worth to be pointed out is the fact that identical bass
notes within the same measure are often connected by square (Fig. 2) or curved ties.
The meaning of these ties, and the possible difference between the two types, is not
clear. In the transcription, tied identical notes within the same measure have been
replaced, for clarity, by the resulting total note value. Usual practices in the bass
realization make the difference irrelevant.
Another rhythmic peculiarity is illustrated in Fig. 3. The dot at the beginning of the
second measure, indicates a crotchet tied to the ending minim of the preceding
measure. Note that this is a generalization of the modern use of the dot, allowing the
additional half-value note to occur in the beyond the measure bar. In the
transcription, this has been cast using tied notes.
Text items
In L’Orfeo score, text items comprise titles of sections, instrumentation and scenic
prescriptions, indications of intervening characters, and lyric lines. The transcription
has preserved, as closely as possible, the relative position of each text item with
respect to stave systems.
Texts are always printed in roman typography. Following the classical custom, “U”
and “V”, both capital and lower case, are often exchanged by each other. Also, the
single “s” is usually written as “ſ ”, while “ss” appears as “ſs”. For clarity, all these
typographical peculiarities have been changed to modern typography.
In contrast with the printed music –which, except for the sparse typographical errors
referred to above, is of consistently good quality– the quality of text items is less
homogeneous. Typos are rather common, the spelling of many words varies
considerably throughout the score, and even the same word is written differently in
parallel voices of certain choruses. The 1607 Striggio’s libretto cannot be used as a
systematic reference to correct typos, as it does not coincide with the text of the 1609
6
score. Besides the completely different fifth act’s second part, many smaller
differences occur at other places.
Divergences between the score’s texts and modern Italian are to be ascribed to
several factors. First, there are genuine archaisms, such as vegno instead of vengo (Fig. 2), varij instead of vari, hà and hò instead of ha and ho, all’hora instead of
allora. Archaisms also include words whose spelling was not settled down by the
seventeenth century, and appear in various forms in the score. Examples are
choro/coro, gravicembano/clavicembano, and spirito/spirto. Some forms, such as
verno instead of inverno and ignudo instead of nudo, are either archaic or poetic.
A second class of divergences with modern Italian can be attributed to dialectic
corruptions. Quite likely, the typographers of the 1609 L’Orfeo score spoke, in
everyday life, something between pure Italian and pure Venetian dialect –as any
Venetian does today. It is only too natural that certain stereotyped peculiarities of the
dialect were transferred to the score. A ubiquitous example is the disappearance of
double consonants, which tend to be ignored in the dialect: messagiera instead of
messaggiera, de la instead of della, chitarone instead of chitarrone.
Third, the score contains frequent plain typos, which are particularly apparent when
the same text is repeated for each voice in a chorus or ensemble. Stress glyphs are
often missing, single and double consonants, as well as capital fonts, are used
inconsistently, and punctuation is not homogeneous. A few words are completely
changed, so that the text makes no sense.
Because of their historical interest, archaisms and dialectic corruptions have been
maintained in the transcription. Obvious plain typos, on the other hand, have been
corrected to facilitate the reading.
In the score’s lyric lines, with respect to the standard Italian usage, there is a clear
abuse of apostrophes. For instance, “de gl’affan’e del duol gl’orror’e l’ õbre” would
normally read “degli affani e del duol gli orrori e l’ombre”. This shortening is useful
to adapt the text to the compact succession of notes on the staves –in order,
presumably, to save space. Abusive apostrophes have been preserved in the
transcription.
The same example illustrates the use of the special character õ instead of om (in õbre /ombre). This shortening device is ubiquitous in the score, as in many other printed
texts of those times. Instances in L’Orfeo are armã instead of arman, mẽtre instead of
mentre, and giũge instead of giunge (Fig. 2). To avoid the use of special characters of
difficult reading, they have been replaced by their regular form.
Finally, hyphens separating syllables are practically absent in the score’s lyric lines.
In the transcription, they have been added for clarity.
Particular comments
Due to various reasons, at some specific parts of the score, it was necessary to apply
particular transcription criteria, not discussed above. They are summarized in the
7
following.
1. In the first occurrence of the chorus “Lasciate i monti”, during the first act, its
second section (in three-beat time) has a double lyric line to accommodate, in
addition to “Qui miri il Sole…”, a second strophe:
Poi di bei fiori Per voi s’honori Di questi amanti il crine C’hor dei martiri De i lor desiri Godon beati al fine. However, the score does not indicate where the repetition of the music begins or
ends. Due to limitations in the music editor, it was not possible to include the second
lyric line in the transcription.
2. In the chorus “Ecco Orfeo”, at the end of the first act, some repetitions of the text
are indicated in a shortened form, presumably, to save space. For instance, the initial
“Ecco Orfeo, Ecco Orfeo” is written as “Ecco Orfeo ij”. For clarity, this shortened
forms have been eliminated in the transcription.
3. In Orfeo’s aria “Vi ricorda o bosch'ombrosi”, in the second act, the 1609 score
does not have multiple lyric lines, as used in the transcription to save space.
Successive strophes and ritornellos are written in extenso.
4. In the sinfonia of the third act, the heading text “Questa Sinfo. si sonò…” appears
in the second occurrence only, just after the recitative “Ben mi lusinga alquanto”.
5. For the accompanied recitatives of the third act, Monteverdi provides two versions
of Orfeo’s part, one of them considerably more complex than the other. The
transcription gives the two versions in separate staves, exactly as in the 1609 score.
6. The ornamentations in the Orfeo’s accompanied recitatives of the third act are
explicitly written out. They use very short notes, including long sequences of
demisemiquavers. This makes many measures extremely long; some of them, in fact,
cannot be fitted in the transcription page width. To avoid this problem and to
facilitate the reading, the time signature has been occasionally changed from 4/2 to
2/2.
7. The time signature of the recitative immediately following the chorus “Pietade oggi et amore”, in the fourth act, is the C-like symbol which indicates 4/2. However,
all its measures correspond to 2/2. In the transcription, the time signature has been
changed accordingly.
8. The two violin parts accompanying Orfeo’s aria “Qual honor di te fia degno”, in
the fourth act, are written on separate staves. In the transcription, they have been
collapsed to a single stave.
9. The second strophe of the final chorus “Vanne Orfeo felice a pieno”, “Così và chi
8
no s’arretra…”, is not written on the stave, but below the stave system, just
preceding the Moresca. In the transcription, it has been included in extenso.
10. The time signature of the closing Moresca indicates common time (4/2), but the
music is clearly in ternary time. The correct time signature is provided in the
transcription.
San Carlos de Bariloche, February 2007
400th Anniversary of L’Orfeo’s premiere
L'Orfeo: Toccata e Ritornello
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Toccata che si suona avanti il levar de la tela tre volte con tutti li stromenti, & si fa un
Tuono piu alto volendo sonar le trombe con le sordine.
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L' Orfeo: "Dal mio Permesso amato"
(La Musica, Prologo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
N.B.: The recurring ritornello of this part has been compacted to two staves, in order to save space. It is
identical to the three last measures of the first ritornello of the opera, just after the Toccata. DHZ
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L'Orfeo: "In questo lieto e fortunato giorno"
(Pastore, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "Vieni Imeneo"
(SSATB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questo Canto fu concertato al suono de tutti gli stromenti.
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L' Orfeo: "Muse honor di parnaso"
(Ninfa, Atto Primo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Lasciate i monti"
(SSATB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
CHORO. Questo Balletto fu cantato al suono di cinque Viole da braccio, tre Chittaroni, duoi
Clavicembani, un'Arpa doppia, un contrabasso da Viola, & un Flautino alla vigesima seconda.
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L' Orfeo: "Ma tu gentil cantor"
(Pastore, Orfeo & Euridice, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Lasciate i monti"
(SSATB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
CHORO. Questo Balletto fu cantato al suono di cinque Viole da braccio, tre Chittaroni, duoi
Clavicembani, un'Arpa doppia, un contrabasso da Viola, & un Flautino alla vigesima seconda.
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L'Orfeo: "Vieni Imeneo"
(SSATB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questo Canto fu concertato al suono de tutti gli stromenti.
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L' Orfeo: "Ma s'il nostro gioir"
(Pastore, Atto Primo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: Ritornello
(Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "Alcun non sia"
(TT, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: Ritornello
(Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "Che poi che nembo"
(SAB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: Ritornello
(Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "E dopo l'aspro gel"
(AT, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Ecco Orfeo"
(SATTB, Atto Primo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "Ecco pur ch'a voi ritorno"
(Orfeo, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: "Mira ch'a se n'alletta"
(Pastore, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questo Ritornello fu suonato di dentro da un Clavicembano, duoi
Chitaroni, & duoi Violini piccioli alla Francese.
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L' Orfeo: "In questo prato adorno"
(Due Pastori, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questo Ritornello fu sonato da duoi Violini Ordinarij da braccio, un Basso
de Viola da braccio, un Clavicembano, & duoi Chittaroni.
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L' Orfeo: "Qui le Napee vezzose"
(SATTB, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Fu sonato di dentro da duoi Chitaroni, un Clavicembano, & duoi Flautini.
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L'Orfeo: "Vi ricorda o bosch'ombrosi"
(Orfeo, Atto Secondo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Fu sonato questo Ritornello di dentro da cinque Viole da braccio,
un contrabasso, duoi Clavicembani & tre chitarroni.
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L' Orfeo: "Mira deh mira Orfeo"
(Pastore, Atto Secondo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Ahi caso acerbo"
(Messaggiera, Pastori, & Orfeo, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Ahi caso acerbo"
(SATTB, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Tu se' morta"
(Orfeo, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Ma io ch' in questa lingua"
(Messaggiera, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: Sinfonia
(Atto Secondo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "Chi ne consola ahi lassi?"
(TT, Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
CHORO. Duoi Pastori cantano al suono del Organo di legno, & un Chittarone.
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L' Orfeo: "Ma dove hor sono"
(TT, Atto Secondo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L'Orfeo: Ritornello
(Atto Secondo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
N.B.: This "Ritornello" is identical to that of the prologue. DHZ
&42 d d d d d c c d d d d d c c
& 42RITORNELLO.d d d d c d+ d d d d d d d d ` d+
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& 42 d d d d c c d d d d c c% 42 d d d d c c d d d d c c
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L'Orfeo: Sinfonia [a 7]
(Atto Terzo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
&42 c d d c ` d c d d c ` d c ` d d d c+ b c d d c ` d c c c d d c c
& 42SINFONIA.c d d c ` d c ` d d d c b c d d c ` d c ` d d d c c c d d b c+
& 42 c d d b b c d d c c c d d b b c d d b b c c& 42 c d d c c b b b
r s c c c c c c c b`c
& 42 c d d c c cc ` d c c c c c c c c c a b b
% 42 c d d cc b c
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& c ` d c c d d c c c d d d d c c c c c ` d d d b c c b c+ a] `
& c c b b` c c c c c b c c d d c+ cc d d d d b a] `
& b b c c b b c c b c c b b c c b a] `
& c c b c ` d b c c b b cc c c c c b c c a
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& b b c c ` d c c b c d d c c c b b a a] `
% c c c ` d c c b b b c c c ` d c c c ` d c c b a] `
%c ` d c c b s c c ` d c c c ` d- c c c ` d c ` d b b a] `
% c c c ` d c c b b b cc c ` d c c c c b b a] `
L'Orfeo: "O tu ch'innanzi morto"
(Caronte, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. ZanetteCaronte canta al suono del Regale.
%- 42 b
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%- a c b c c c c c
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%- b` c+ c b` c c b]
L'Orfeo: "Scorto da te mio Nume"
(Orfeo & Speranza, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Qui entrano li Tromb. Corn. & Regali, & taciono le Viole da bracio, & Organi di legno Clavacem. & si muta la Sena.
&- 42ORFEO.
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] 4242SPERANZA.
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%#
ab #
b` c+ c c b]
L' Orfeo: Sinfonia
(Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questa Sinfonia si sonò pian piano, con Viole da braccio, un Org. di leg. & un contrabasso
de Viola da gamba.
&- 42 b c c b c c+ c c c ` d d d d d b&- 42
SINFONIA.
b c c b c+ c c. c c ` d d d b c+&}- 42 b c c b c c c c c ` d d d c b
&}- 42 b c c b c c c c c c c c b
%- 42 b c c b c c c c c ` d d d c b
&- b s c+ c+ c b c+ c c c. c ` d d d c c c+ b]
&- b s c c c b c c c c c ` d d d d d b b]
&}- b+ s c c c b c c. c c b c c b b.]
&}- b s c+ c+ c b c c c c b c c c c b
]
%- b s c c c b c c c c c ` d d d c- b b]
L'Orfeo: "Possente spirto"
(Orfeo, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Orfeo al suono del Organo di legno, & un Chitarrone,
canta una sola de le due parti.
&- 42Violino.
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&- 42Violino.
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%- b c c b b]
L'Orfeo: Ritornello
(Arpa doppia, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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%- b b b]
L'Orfeo: "Orfeo son io"
(Orfeo, Atto Terzo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
N.B.: Orfeo sings one of the two parts. DHZ
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%- c- b cc c+ c. c c- c c c. b b
]
L'Orfeo: "Sol tu nobile Dio"
(Orfeo, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Furno sonate le altre parti da tre Viole da braccio, & un contrabasso
de Viola tocchi pian piano.
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%- a. b c ` d c c b a
L' Orfeo: "Ben mi lusinga alquanto"
(Caronte & Orfeo, Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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% c d d b d d d- d d d c- b b]
L' Orfeo: Sinfonia
(Atto Terzo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Questa Sinfo. si sonò pian piano, con Viole da braccio, un Org. di leg. & un contrabasso
de Viola da gamba.
&- 42 b c c b c c+ c c c ` d d d d d b&- 42
SINFONIA.
b c c b c+ c c. c c ` d d d b c+&}- 42 b c c b c c c c c ` d d d c b
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&- b s c c c b c c c c c ` d d d d d b b]
&}- b+ s c c c b c c. c c b c c b b.]
&}- b s c+ c+ c b c c c c b c c c c b
]
%- b s c c c b c c c c c ` d d d c- b b]
L' Orfeo: "Ei dorme"
(Orfeo, Atto Terzo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Orfeo canta al suono del Organo di legno solamente.
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di
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di
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%- c c b d d c b a
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]
%- b d d c c d d d d d d c- b c]
L'Orfeo: Sinfonia a 7
(Atto Terzo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
N.B.: This Sinfonia differs from the Sinfonia [a 7] of act 2 just by the transposition of the two first staves. DHZ
&42 c d d c ` d c ` d d d c b c d d c ` d c ` d d d c c c d d b c+
& 42SINFONIA A 7.
c d d c ` d c d d c ` d c ` d d d c+ b c d d c ` d c c c d d c c
& 42 c d d b b c d d c c c d d b b c d d b b c c& 42 c d d c c b b b
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& 42 c d d c c cc ` d c c c c c c c c c a b b
% 42 c d d c c b cc c c c c c
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c b c d d cb c+ c
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% 42 c d d c c b c c b c d d c c b c c c ` d c c b
& c c b b` c c c c c b c c d d c+ cc d d d d b a]
& c` d c c d d c c c d d d d c c c c c ` d d d b c c b c+ a]
& b b c c b b c c b c c b b c c b a]
& c c b c ` d b c c b b cc c c c c b c c a
]
& b b c c ` d c c b c d d c c c b b a a]
% c c c ` d c c b b b c c c ` d c c c ` d c c b a]
%c ` d c c b s c c ` d c c c ` d- c c c ` d c ` d b b a]
% c c c ` d c c b b b cc c ` d c c c c b b a]
L' Orfeo: "Nulla impresa per huom"
(AATBB, Atto Terzo)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Coro de spirti, al suono di un Reg, Org. di legno, cinque Tromb. duoi Bassi da gamba, & un contrabasso de viola.
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L'Orfeo: "Signor, quel infelice"
(Proserpina & Plutone, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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L' Orfeo: "O degli habitator"
(Due Spiriti, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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Uno spirito del cor. Un tono più alto.
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]
L' Orfeo: "Quali gratie ti rendo"
(Proserpina & Plutone, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
&- 42PROS.
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]
L' Orfeo: "Pietade oggi et amore"
(TTTBB, Atto Quarto)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Coro de Spiriti à cinque.
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% 22 b b b c c c c b]
L' Orfeo: "Qual honor di te fia degno"
(Orfeo, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
&42 Violino.
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L' Orfeo: "Ma mentre io canto"
(Orfeo, Euridice, & Spiriti, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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&- Qui canta Orfeo al suono del Clavic., Viola da braccio basso, & un chitar.s u d+i
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L'Orfeo: Sinfonia a 7
(Atto Quarto)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
&42 c c c `+ d c c ` d c c b c c b c b` c
& 42SINFONIA A 7.c+ c b c c c `+ d c c c c b` c c c ` d c
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% c ` d b c ` d b b b b b
& c c ` d c c c ` d c c b c c c ` d c a 2222 b+]
& d d c c c d d b c b b b` c b b 2222 b+]
& b c c c c ` d c b c c c b c b` c+ 2222 b]
& b` c b c ` d b c c c b c d d c b 2222 b]
% c c c c c c c c c b c d d c c ` d c c ` d c 2222b+]
% c ` d d d c c ` d b b b c ` d c ` d b b 2222 b]
% d d c c ` d b b b c ` d c ` d c ` d b b 2222 b]
% c ` d d d c c ` d b b b c ` d c ` d b b 2222 b]
L'Orfeo: "È la virtute un raggio"(AATTT, Atto Quarto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)Transcr.: Damián H. Zanette
&42CHORO DE SPIRITI.
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L'Orfeo: Sinfonia a 7
(Atto Quarto)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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& 42SINFONIA A 7.c+ c b c c c `+ d c c c c b` c c c ` d c
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& b` c b c ` d b c c c b c d d c b 2222 b]
% c c c c c c c c c b c d d c c ` d c c ` d c 2222b+]
% c ` d d d c c ` d b b b c ` d c ` d b b 2222 b]
% d d c c ` d b b b c ` d c ` d c ` d b b 2222 b]
% c ` d d d c c ` d b b b c ` d c ` d b b 2222 b]
L'Orfeo: Ritornello
(Atto Quinto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Tacciono li Cornetti, Tromboni & Regali, & entrano a sonare il presente Ritornello,
le viole da braccio, Organi, Clavicembani, contrabasso, & Arpe, &
Chitaroni, & Ceteroni, & si muta la Sena.
&42N.B.: This ritornello is identical to that of the prologue. DHZd d d d d c c d d d d d c c
& 42RITORNELLO.d d d d c d+ d d d d d d d d ` d+
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L' Orfeo: "Questi i campi di Tracia"
(Orfeo & Eco, Atto Quinto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Duoi Organi di legno, & duoi Chitaroni concertorno questo Canto
sonando l'uno nel angolo sinistro de la Sena, l'altro nel destro.
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L' Orfeo: Sinfonia
(Atto Quinto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
N.B.: This "Sinfonia" is identical to that of act 3. DHZ
&- 42 b c c b c c+ c c c ` d d d d d b&- 42
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%- b s c c c b c c c c c ` d d d c- b b]
L' Orfeo: "Perch'a lo sdegno"
(Apollo & Orfeo, Atto Quinto)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Apollo descende in una nuvola cantando.
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% c b c c c c c]
L'Orfeo: "Saliam cantand'al Ciel"
(Apollo & Orfeo, Atto Quinto)Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
Apollo, & Orfeo assende al Cielo cantando.
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%- d d c c c b b]
L'Orfeo: "Vanne Orfeo felice a pieno"
(SSATB, Atto Quinto)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Transcr.: Damián H. Zanette
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