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LA VISITA PAST ORALE
ED ALT RE NOVELLE
BOLOGNA
N ICO L A ! A N ICHEL L I
EDITORE
PROPRIET! LETT ERARIA
Coop Tip .-4- I9 I4
LA VIS ITA PASTORALE
I. .i ed io capitammo giorno, per
nel la canonica di un curato , e vi fummo
ricevuticon tutti gli onori . Questa è la veri tà ,per quanto pos sa sembrarvi s travagante . Infatti,
io sono un libertino consumato , e Li ly è la
naturale amica dei libertini .
Noi non pensavamo certo aIParad iso, quel
giorno, quando scendevamo velocemente sul la
ile rossa la s trada tortuosa che da!
di Sant'
A gostino scende alla pianura
lungo un bel torrente fra selve di ca
stagni e boschi cedui di faggi . Lassù, ci era
vamo inebriati d'
aria e di luce , davantialla
vista maestosa dell'
A lpe Apuana , irt a e nuda
come la roccia dei cerchi danteschi ; e anche
Li Fioretti, che non è una s tupida, davan ti
4 LA VISITA PASTORALE
a quell e bellezze aveva dimostrato di esser
quasi intelligente . Dopo il desinare, la grande
scena dei monti si era subito oscurata e il cielo
si era coperto di nuvoIe nere . Poi il temporale
scrosciò .Verso le cinque la furia dell'
acqua cessò .
Al lora , benchè fossimo certi di arrivare in città
molto tardi , partimmo . Ma era destinato che
non dovessimo tornare per quel dì . Avevamo
fatto appena metà della discesa quando il mo
tore cominciò ad avere qualche scoppio irre
golare . Poi il meccanico fermò di colpo la
macchina , scese svel to , aperse il c ofano , scruto
fr a gl i ordigni oleosi , sollevò il volto abbuiato !
La frizione ! E pronunzio questa
parola con lo stesso tono d'
un innamorato
che discorra di una bel la donna cara che gli
sfugge .
La fr izione ? interrogai io , ansioso e
annoiato . Ma egli fece un gesto d esolato .
Ebbene ? domandò Lily Fioretti , sba
digliandd ; dovremo star fermi un pezzo ?
Il tempo risposi io di scendere
LA VISITA PASTORALE 5
in c ittà !a piedi'
o con un cavallo s rniende) e
di tornar sù col pezzo di ricambio .
Ma verrà buio ! el la quasi gridò ,
guardando il cielo in cui il temporale d i nuovo
si accumulava .
Verrà anche l'
alba ! risi io , per
consolarla . Modena è a settanta chilometri,
e questa plaga non ha ferrovie .
Al lora ella si disimpaccio dalle coperte , e
balzò leggera come quando sal ta i cerchi di
carta sul dorso dei vecchi corsieri del circo .
E noi , che cosa faremo , qui , al l'
aria
aperta ? gridò disperata , facendo quasi l'
atto
di graffiarmi il naso .
Intanto il meccanico consultava Ia carta del
Touring .
I l paese piu vicino è a nove chi lometri
ma a un chilometro di qu i ci sono due case e
una chiesa . Le hoLnotate passando , perchè
erano tutte imbandierate .
Al lora dissi io corriamo là a
piedi , prima che ripiova . Potremo anche tro
6 LA VISITA PASTORALE
vare un paio di buoi per trascinare fin là questa
macchina traditrice .
E ci avviammo tutti e tre , fra le scuse del
meccanico e i l borbottio iroso di Lily , che tre
mava di terrore al solo pensiero di stendere le
sue morbide carni e la sua pelle delicata in un
letto umido e , ahimè , forse abitato . Io tacevo ,
e dentr o di me ridevo , perchè le avventure
mi piacciono e perchè dai miei studi liceal i
conservo qualche lontano ricordo di filosofia .
Finalmente a uno svolto apparvero due case
miserabili còn una chiesetta bianca a cui si ad
dossava una vasta canonica .
Siamo in salvo ! esclamai , tanto piu
l ieto in quanto le nubi si erano ancora abbas
sate , e la pioggia ricominciava a cader con
violenza Avanti ! e a testa bassa cor
remmo gru, e balzammo dentro la prima soglia
che incontrammo , con un sospiro di sollievo .
Entrino , entrino ! S'
accomodino ! bal*
betto una voce fessa . Li ho veduti scendere
di corsa ; ma buon Dio, che tempo !
LA VISITA PASTORALE 7
Al lora ci guardamino intorno e vedemmo
che eravamo nell'
ingresso della canonica . lo
cominciavo a far le mie scuse ; ma la vecchiaserva non ci lasciò parlare
Il signor curato e in chiesa . Lo vado
subito a chiamare . Come sarà contento !
E scomparve . Eravamo in una saletta disa
dom a ma pulita , con le pareti coperte di oleografie
e di vecchie litografie colorate . Ci erano le alle
goric dei sette peccati mortali e quelle dei sette
sacramenti ; nè mancavano le due figurazioni della
morte del giusto e della morte del peccatore .
Io comincio a temere che i l diavolo mi
venga a portar via morm orò Li ly tra il serio
e il faceto .
Anzi ; puoi stare sicura ! non sei in luogo
santo ?
Ma un rumore di passi risono, e il curato
apparve . Era un bel giovane alto e membruto
coi cape l l i fulvi quasi rossi , e la faccia franca
e leale . Si precipitò incontrò a me , stringen
dorni la mano come aun vecchio amico . Le
8 LA VISITA PASTORALE
donne non entravanonel suo programma , perchè
davanti a Lily s'
inchinò a pena
Vengano qua , nel mio salottino; E lisa ,
perchè non liavete fatti accomodare prima ?
Io miscu sai del disturbo, e gli espo si come
stavan le cose . Il paese più vicino era vice
versa ancora lontano ; ci si poteva forse am
vare con un cavallo , ma !
Ma con quest'
acqua ! esclamò egli
alzando gli occh i al cielo . No , no , con
tinuò gai'
amente , non c e che una soluzione
leie la sua signora resteranno qui .
Le gote di Li ly ebbero un guizzo . Io con
fe'
rrnai
Infatti , è quello che pensavamo di fare .
Bisogna dunque che“
ella ci aiuti, e ci trovi ,non dico un albergo, ma almeno una camera
Ma le pare ? interruppe battendomi la
mano!
su ' la spalla con una confidenza deliziosa .
R'
esteranno qui, a fare un poco di peni
tenza e'
a farmi compagnia . Capita così di rado .
LA VISITA PASTORALE 9
-Io protestai debolmente , mentre a Lily le
gote guizzavano più forte .
No , non c'
è rimedio ; è un preciso do
vere del mio ministero ! dar da bere agliasse
tati, dar da mangiare agliaffamati, ricoverarc i
p'ellegrini
E rise con un bel ri so ampio e chiaro , di
cui Lily subito profittò per sfogarsi a ridere a
crepapelle , così fort e che i bei seni tondi le
danzavano sotto la camicetta sottile . Ma il
buon prete non se ne adonto; anzi si com
piacque del proprio spirito , ed essendosi fr egate
le mani'
uscì con il meccanico per mandare
il contadino e i buoi a portar giù la macchina
abbandonata .
Che brava persona ! dissi io rivolto
a Li ly, che terminava al lora di ridere .
E che bel giovane ! aggiunse,ella
imprimendo alle sue labbra un gesto poco ca
nonico .
Per cari tà ! scongiurai . Se se ne
ac corge, ci mette sulla strada ; con questo tempo !
IO LA VISITA PASTORALE
S ta tranqui llo ; al l'
occasione , so far quasi
la signora per bene . A propo sito, non mi hai
neppure presentata .
Lo feci poco dopo , quand'
egli rientrò con
due bottigl ie coperte di muffa vetusta . lo ero
e non mentivo il conte Luigi Bertoldi ,e Lily era mia moglie .
Bevano ! invi tò . Intanto I'
Elisa
prepara un boccone , così alla buona . Che
vuole ? S iamo segregati dal mondo ; ma polli ,
ova e paste ce n'
è sempre in quantità , con
l'
aiuto del Signore .
Il tonfo della bottigl ia stappata s i confuse
con lo scoppio vicinissimo del fulmine .
Poveri miei paratil esclamò egli ,mentre versava il buon vino spumante .
E vero ! che festa c'
è ? domandò
S i figurino , egli rispose, che do
mani avrò la visita pastorale . Viene Sua Eccel
lenza il nostro Vescovo a visitare la mia ca
ironica , e ci resterà due giorni . Così , domani ,
LA VISITA PASTORALE I I
si farà festa ; verranno tuttii parrocchiani dai
monti , e si accenderà qualche girandola .
E il vescovo sarà ospite qui , in canonica ?
E naturale confermò il curato .
E un diritto per lui , e un onore per me .
Oh , buon vinetto frizzante e dolce, più
grato e migliore di ogni più raro champagne
quando ti riberrò ? Oh, mio semplice e gio
condo ospite da cui il male è così lontano che
neppure lo puoi sospettare , quando ti rivedrò ?
Oh , vecchio orologio a torre che quella sera
mi scandisti alcune delle più gaie ore della
mia vi ta , quando ti riudirò ?
Il pranzo fu lieto . Il mio ospite aveva per
duta la timidezza di prima , e rideva e scher
zava anche con Lily, la quale , alle volte , si
lasciava scappare qualche frase , poco ortodossa .
Queste signore ! queste signore ! bor
bottava benevolmente . Eh , la città è una
grande corruttrice ! anche le signore per bene
entrano in certi discorsi di cui s i vergogne
rebbero le nostre . Ma forse hanno ragione loro
I 2 LA VISITA PASTORALE
noi siamo poveri tangheri che non c Intendiamo
di nulla .
E poichè il vino era molto e squisito, la
conversazione si allungò , al fioco lume del la
lampada a petrolio . Lily si era adagiata sull'
otto
mana in un atteggiamento che a lui dovè sembrare
molto cittadino perchè le voltò educatamente le
spalle , e continuò con me una discussione sui
benefici della vita solitaria e della castità .
Io non ho desideri faccio una vita atttiva
e faticosa ! corro i monti il giorno e talvolta
anche la notte . Ho i muscoli di acciaio ! con
un pugno abbatto un bue , e se stringessi forte
uno fra le braccia , le assicuro
Lily si alzò di bottò ; ed io sentu freddo
al la radice dei capelli , pensando che le fosse
venuta la voglia di fare l'
esperimento . Ma non
disse nul la, benchè avesse negli occhi un ardore
insolito . Considerai che era opportuno correre
ai ripari
E tardi , osservai . Abbiamo gia
troppo disturbato il signor curato,e sarà ora di
LA VISITA PASTORALE I 3
andare a dormire . Egl i non fece complimenti
aveva sonno anche lui .
Se permettono , faccio strada io . L'
E lisa
è gra andata a riposare .
Così lo seguimmo sino al primo piano per
la scala di legno che scricchiolava . Ma la camera
ch'
eglici aveva fatto apprestare era bella e
spaziosa ! le finestre avevano i baldacchini di
broccato , e l'
ampio letto mostrava una ricca
coperta di seta sulla quale erano stati rimboc
cati i lenzuol i di tela finissima con gli orli rica
mati . Un lusso, insomma , che c i stupì .
Ei notò il nostro stupore , e ci spiegò
Ecco ! come loro sanno , domani viene il
vescovo in visita pastorale . Questa camera era stata
preparata per lui ; ma poichè si è data questa
combinazione , vuol dire che la rinnoveranno loro !
Poi soggiunse con evangelico candore , mentre
usciva avendoci augurato la buona notte
Quanto a monsignore , non abbiano ri
guardi . Domattina , muteremo i Ienzuoli .
Avendo subìto una grave delusione in amore ,
Marco Sani , memore de'
suoi anni liceali , volle
trovare l'
oblio negli studi fil osofici , come Dante
dopo la morte di Beatr ice . E riuscì a dimen
ticare, se non in grazia della filosofia , certo per
merito del tempo che sana tutte le piaghe . Ma
se l'
amore e i l dolore passarono , gli rima se l'
abito
del ragionamento e del filosofare . E poichè
fruiva di molte migliaia di l ire di rendita e non
era laureato , egli si chiamò filosofo , e come tale
volle avere la bizzar ria di iscriversi , nei biglietti
di visi ta e nei regi stri degli alberghi .
Co sì un giorno gli ospiti del Grand Hòlel
di Selvalunga seppero che era capitato fra loro
un filosofo . Non ne gioirono , veramente ; perchè
questo genere di anima li è noioso quando non
1 8 LA DONNA E IL FILOSOFO
pericoloso . E imaginarono un volto arcigno,
una fronte accigliata , e una barba altrettanto
lunga che incolta . Dunque le signore risero ,
quando videro comparire un giovane di trent'
anni
nè bello nè brutto , vestito secondo l'
ultimo figu
rino di Londra , irreprensibile nell'
abito chiaro
inglese . E si ral legrarono in previsione delle
venture escursioni , quando la signora Mimì Dol
cettiebbe detto al le compagne di tavola ! Un
filosofo, quello lì ? Ma se ha una quaranta cavalli
meravigliosa !
Ciacchè voi sapete che oggi un uomo si
giudica non tanto dai suoi milioni quanto dai
cavalli vapore che possiede . Colui che va in
giro su una quindici cavall i e discretamente
ricco ; e se i quaranta cavalli indicano una
grossa ricchezza, gli ottanta sono addirittura il
simbolo vivente e sbuffante del principe o del
miliardario .
L'
uomo dai quaranta caval li fu presto l 'amico
di tutti gli ospiti del l'
albergo . Marco Sani era
cortese e cordiale, come si conviene a un filo
LA DONNA E IL FILOSOFO l 9
sofo che non è obbligato a de cantare i vantaggi
della povertà . I mari ti non erano gelosi di lui ,
perchè per la sua stes sa professione lo ritene
vano innocuo . D'
altr a parte , egl i non era mai
s tato fortunato con le donne ; e , dopo quel l'
ul
tima delusione , egli ne aveva ragionando trovata
la cagione . Egli aveva creduto di possedere
nel le donne che aveva amate I'
ideale della per
fezione, e si era umiliato davanti a loro come
il credente davanti a un bell'
idolo vestito d'
oro .
E le donne , o non si erano curate di lui , Oppure
lo avevano burlato . Ora egli sapeva che la
donna non vuol essere carezzata , ma dominata ;
che nell'
uomo ella ama sopratutto il maschio e
il padrone , e che le femmine più bel le sono per
gli uomini più ardimentosi .
Senonche, non essendosi più innamorato , egl i
non aveva ancora potuto sperimentare le sue
teorie . Poichè il ragionamento lo aveva assue
fatto ad esser cauto , Marco Sani vigilava su se
stesso e resisteva più che mai alle lusinghe cru
del i del le donne che cercano di far soffrire gli
20 LA DONNA E IL FILOSOFO
uomini ingenui . Ma l'
aria sottile di Selvalunga
lo fece meno forte nei propositi . La sera , nel
salone del l'
ostello !gli piaceva dire così, benchè
gli al tri ridessero), egli talvol ta si chiudeva in
un angolo remoto a mirare le coppie che dan
zavano , e le donne belle i cui seni scollati
emergevano dal busto come fiori fr agili e odo
rosi , le cui membra agili si modellavano quasi
nude attraverso le stoffe molli delle gonne ade
renti . Amare sul serio non voleva più ; ma
perchè una di quelle donnenon sarebbe potuta
divenire la sua ? Avere un'
amante graziosa ed
elegante , senza complicazioni sentimental i e senza
misteriose finzioni sessuali , una donna sana e
spregiudicata, contenta a un amante giovane e
valido , avida discretamente di lusso e'
di pia
cere , inclinata più allai
gaiezza che alla malin
conia e pronta a credere che la voluttà è un
episodio piacevole e desiderabile , ma non tutta
la
Ora conviene ch IO vi dica che il filosofo
era tratto a concepire così la donna rea lmente
LA DONNA FILOSOFO ! I
ideale o idealmente reale, non tanto per virtù
del suo proprio ragionamento , quanto per meri to
della si gnora Mimì Dolcetti , nella quale parevano
adunarsi tutte le virtù sognate da Marco Sani
in cerca di amore . La storia di Mimì Dolcetti
era quel la di molte donne ; aveva tradito più
volte il marito ed era probabile che lo dovesse
tradire ancora . Nel momento , ella era disoccu
pata ; tanto disoccupata , che perfino il mari to
l'
aveva lasciata per andare ai bagni termali in
collina . Dunque Marco Sani pensò che Mimì
Dolcetti sarebbe stata per lui una deliziosa
amante , e incominciò la conquista . Avendo pen
sato che le donne subiscono il fascino del l'
uomo
forte e coraggioso , egli la portò più volte seco
nel la quaranta caval li , sfrenando la macchina a
corse folli per le salite e per le discese , infi
lando le curve a grande velocità e rischiando
la pelle dei cani e dei passanti . Spe sso la vaga
donna gliafferrava il braccio sinistr o con un
grido ; ed egl i si volgeva rapido , la guardava , sor
rideva con aria di degnazione , e correva più forte .
22 LA DONNA E IL FILOSOFO
Un giorno,in tina viuzza remota , la mac
china ebbe una panna . Ma il filosofo non se
ne rammaricò . II cestino delle provvigioni era
colmo , e il luogo era bello . Dalla via un sen
tiero agevole si staccava , e saliva tra i faggi
lungo un ruscello ghiaioso e canterino .
E cosa di poco disse Marco Sani
dopo aver esaminato il motore ma , se Lei
è d'accordo , io credo che potremmo anticipare
la colazione,qui , nel bosco . Poi , a stomaco
pieno,potrò lavorare meglio . Le piace così ?
Mimì Dolcetti acconsentì , e approvò la pre
videnza di Marco , che , quando usciva per le
gite, portava sempre seco le cibarie . E si avviò
per la prima,mentre un vecchio pastore, che
passava , lasciava le pecore per restare a guardia
dei quaranta cavalli sulla via . Marco ammirava
la massa dei capelli fulvi a cui una discreta
dose d'
ossigeno dava riflessi di metallo ; ma più
si compiacque del disegno vigoroso del l 'anca
che si modellava ardita nel salire ; e i polpacci
rotondi sulla gamba sottile gli facevan l 'effetto che
LA DONNA E IL FILOSOFO
E vero , affermò il filosofo , afferrando
l 'occasione per il ragionamento da un pezzo
preparato è verissimo . La maggior parte
degli uomini sembrano fatti apposta per rendere
insopportabile alle donne l'
amore . Il fatto è che
essi non si curano di sapere che cosa la donna
veramente sia .
E Ler crede di saperlo ? domandò
Ia bella d onna , accavallando una gamba sul
l'
altra , siche Marco potè ammirare di sbieco
una trina morbida sulla calza di seta grigia che
lasciava trasparire la morbidezza del la delica
tissima pelle .
Forse si affermò con sicumera il filo
sofo . E glielo dirò , se Lei me lo permette .
Sentiamo ella consentì,chinandosi
verso di lui sino a sfiorari quasi il volto cor
capel li . La b occa sinuosa era a due palmi;
perchè'
non chinarsi e afferrarla e sugger la ? Ma
il demone del ragionamento si era impadronito
di lui . E ragionò così
Gli uomini hanno il torto di credere che
LA DONNA E IL FILOSOFO 25
la donna sia una creatura estremamente com
plicata e di fficile . Al l'
incontro la sua psicologia
è di una estrema semplici tà .
E verissimo .
Noi siamo soliti di adornare le donne
di ogni più desiderata perfezione , e ci inchi
niamo davanti a loro come ad un essere mira
coloso e perfetto . L'
uomo che desidera una
donna , la studia con infinita cautela , cerca di
penetrarne il mistero , indaga ogni modo di inten
derla e di esserne inteso, e , sopratutto , ha di
lei un rispetto che confina con l'
adorazione.
Al lora , accade questo ! la donna si i llude di
essere davvero una creatura superiore , e si
circonda di mistero ; disprezza l'
uomo che le
si è reso inferiore , si gonfia di orgoglio e di
presunzione , e , per sola e soddisfatta vani tà s i
nega a quella che è la sola e vera ragion deI
l'
amore , ossia al piace re .
Ma Lei ragiona a meraviglia ! esclamò
la signora battendo le mani . Al lora il filosofo
si infervorò
LA DONNA E IL FILOSOFO
Ora,se noi prendiamo una di queste gra
ziose creature fragili che la nostra imaginazione
ha riempite di ogni possibile e più compiuta
virtù,noi vedremo che sotto quel viluppo di
stoffe rare e di biancherie preziose si nasconde
un essere dolce e soave che è desideroso di
essere dominato e vinto , di essere afferrato da
due braccia robuste e di essere portato là dove
nessuna delle stupide convenzioni sociali può
giungere più . La donna anela naturalmente ad
essere un tutto compiuto con l'
uomo che la
vuole . E lla non chiede che un atto ardito , il
quale non le dia il tempo di ricordarsi della
sua perfidia e del suo pudore .
Gli uomini colti , intel ligenti , sensibili si
meravigliano spesso perchè uomini non belli e
non colti abbiano tanta fortuna con le donne
belle . E concludono che quelle tali donne sono
viziose o traviate e che quei tali uomini sono
indegni del bene che si sono saputi conquistare .
Ebbene , in questo caso, i veri intelligenti sono
i conquistatori . Essi sanno che con le donne
LA DONNA E IL FILOSOFO 27
biso gna andar diritti allo scopo . Grattate la donna ,e la femmina ; la femmina primi tiva
che vuole essere soggiogata e oppressa . Non
ho , forse , ragione ?
Mimì Dolcetti acconsentì . Il velo le era
caduto su le spalle , e le scopriva il seno pic
colo e sodo , che si alzava e si abbassava dol
cemente col respiro . Marco Sani ebbe un bri
vido nella schiena . Incalzò , mentre il bel volto
non si al lontanava dal suo
Lei mi dà ragione ? Anche Lei pensa
così ?
E perchè aveva imparato dai suoi autori
che alla teoria deve seguire la pratica , allungò
audacemente la mano .
Ma un rumore secco risuonò . Marco si tastò
la guancia destra . Uno schiaffo . E Mimì rideva
come una matta , e la gola ondulava e i seni
balzavano nel ri so .
E perchè , allora , mi dava ragione ?
mormorò il colpito , ridendo anche lui , ma verde ,anzi , nero .
LA DONNA E IL FILOSOFO
La signora rise ancora a lungo ; poi disse
Ragione ? Sì , mille volte ragione . Creda ,e proprio come d1 ce Le1 ; n0 1 donne siamo
proprio così . Solamente , non bisogna dircelo
LA STRAN IERA
32 LA STRAN IERA
avevano ascoltato il canto melodioso del l'
a
bate Meli .
Georgette strinse la mano mollemente al
giovane !
Siete giunto in ritardo , oggi . Domani ,
per punizione , non mi vedrete .
Il volto ulivigno di luisi oscurò e la sua
anima fiera gli balenò così negli occhi che ella
rabbrividie mutò discorso
Nessuna notizia dal vostro feudo ?
Egli accennò di no col capo . Che glie ne
importava ? Lercara Friddi era così lontana e
l'
eredità contestata e la miseria probabile erano
cose che non potevano importare a lei . Vera
mente, importavano poco anche a lui , quando
le stava vicino . Egli era magro e snello come
un cavallo di sangue e bruno come un'
oliva .
Il suo buon sangue saraceno serbava I'
impetoe il vigore della razza . Ora glirombava nelle
vene come un torrente .
Ho tardato disse per essere libero
oggi e tutto per voi. Georgette , non mi tortu
LA STRAN IERA 33
rate pui. Il vostro giuoco e perfido e crudele .
O oggi o mai più .
Ella si alzò e mosse qualche passo sul l'
erba
corta e folta . Antonino osservò con angoscia
il suo corpo formoso e forte , non agile e pure
armonioso , il bel seno colmo svelato dai trafori
della veste . Tutto gli piaceva in lei ! anche
il passo troppo molle , anche l'
oro artificiale
dei capelli , anche il rosso troppo vivo del la
piccola ! bocca , anche , e più , l'
ombra violetta
che le rendeva smisurati i grandi occhi neri .
Oggi continuò egli verrete da me,
nella mia palazzina di Monreale . Tutto è
pronto per ricevervi . S iete una forestiera venuta
a vedere il Pietro Nove lli , che è nel grande
salone . E un quadro ammirevole , che ogni
giorno ha dei visitatori . E poi , che importa ?
Chivi conosce, qui? lo stesso , forse , vi conosco ?
Chi siete voi ?
Come ? ! ella fece meravigliata, ridendo .
I l mio nome e scritto anche nel registro del
T rinacria . Georgette Lemerre, di Parigi .
LA STRANIERA
E chi mi assicura che questo s ia vera
mente il vostro nome ?
E che importerebbe a me , se voi vi
chiamaste Federico o Ferdinando invece di
Antonino
Per questo , io vi voglio conoscere vera
mente ; non nel nome, che è vano e mutabile ,
ma nella vostra anima , che è perfida , e nella
vostra came , che è Tutto il resto,
che vale ? Avete ragione . Io sono un uomo ,
vor mete una donna . Voi sapete ben poco di
me e meglio sarebbe se non sapeste nulla . Io ,poi
,non so nulla di voi . Vi ho io mai chiesto
se siete vedova o maritata ?
Potrei anche essere ragazza .
Oh ! egli esclamò , circondandola.con
un'
occhiata che la fece arrossire di pudore e
le diede freddo alla radice dei capel li . Per
Passarono alcuni ragazzi che andavano a
vedere la gabbia delle scimmie . Avevano mazz i
di zagare e lasciarono nel l' aria un profumo
LA STRAN IERA 35
sensuale . Poi tornò il silenzio e solo sr senti
fruscio di fronde e gorgoglio d'
acque nella
villa settecentesca di Palermo meravigliosa .
Ne ho abbastanza proseguiil gio
vane di colloqui e di parole . Io vi amo
furentemente appunto perchè ho la fortuna di
non sapere chi siate . Di tutte le al tre donne
che mi potrebbero piacere io conosco tutto ! la
nascita , la parentela, e , magari, il numero dei
loro amanti. Ora , io ho sempre sognato di pos
sedere la donna che per me non fosse al tro che
donna ! l'
amante il cui bacio non avesse al tro
sapore che quel lo che il primo uomo co lse
sulle labbra della prima donna ! la femmina
bella che ama e
Ecco un piacevole problema di fisiologia
amorosa ; ri se la bella donna . Ma egli la
interruppe violento , afferrandole una mano al
polso bianco e un poco pingue
È un problema affermò con tono im
perativo di cui voi mi darete la soluzione
oggL
36 LA STRANIERA ’
'
Volete accompagnarmi all'
albergo ?
domandò Georgette con un sorri so ambiguo .
Sulla soglia vi darò la risposta .
Andiamo consentì egli , inchinandosi
con la cortesia cavalleresca ch'
è del suo paese .
E cosi uscirono per i vialetti di aranci e di
limoni,tra le acque scintillanti al sole e le
statue bianche in mezzo agli innumerevoli fiori
multicolori . Benchè fosse appena marzo il sole
siciliano ardeva ; pure i due giovani preferirono
prendere la via del Foro I talico , lungo il mare
azzurro , cosiazzurro che lo scintillio delle onde
pareva oro e argento su uno smalto lucido e
cupo . La mole quadrata di Monte Pellegrino
limitava di fronte a loro l'
orizzonte con l inee
nette e decise, cosiche il cielo pareva avan
zarsi, tremolando , di qua dal monte , come un
cristal lo limpido . Sulle gettate degli scogli , nere
e sforacchiate come spugne, dentro l'acqua verde
fino alle ginocchia, due vecchi coglievano frutti
di mare , saltando di qua e di là come giova
netti destri o come Iontre in caccia . Altri vecchi
LA STRAN IERA 37
sedevano al sole beatamente , o rattoppavano le
reti presso le barche in secco . Tutto il golfo
si stendeva intorno, azzurro e ni tido fino alle
punte estreme in mare , fino alla rupe di Gibil
rossa in cielo, sotto la vigilia delle grandi mon
tagne nude e aspre che pendono terribil i sulla
Conca d'
Oro e sulla città voluttuo sa . Un piro
scafo usciva lentamente dal porto , fischiando ; e
Georgette esclamò !
Presto partrro anch ro per le vie del
Non lo dite ! comandò egli con tale
asprezza, ch'
el la si offese !
Ma davvero, siete brutale . lo ho paura
di voi . Noi non siamo avvezze a questi impeti
selvaggi che mi spaventano . Se io vi cedessi ,
che cosa fareste di me ? lo ho più paura della
vostra gelosia che di mille spade .
Siete la solita femmina scal tra , divina
mente scal tra che io amo e voglio . Paura ? E
mi amereste dunque , voi , se non vi'
facessi
paura ? Perchè accettereste l'
amore di un
38 LA STRAN IERA
ignoto,se non aveste paura di me ? Ma se
questa paura è i l più squisito , il più voluttuoso
fascino dell 'amore ! Anch'
io , in un certo senso ,
ho paura di voi e del vostro mistero . Ma io
sento ancora in me il sangue dei miei antenati
del deserto,che rapivano dalle oasi le donne
ignote e non conoscevano altro che i l sapore
delle loro labbra
Cosi parlando , erano rientrati in città per
la piazza ombrata di al tissime palme . Davanti
al portone del l'
albergo egli la fissò con un tale
ardore ch'
el la non lo sostenne . Antonino disse
Alors, à deu ! heures ; c'
est entendu , chez
C'
est bien el la rispose ; y serai .
Ma non per voi aggiunse balbettando un
grazioso italiano bensiper Pietro Novelli .
Io ne farò le veci esclamò gaiamente
il giovane .
Salutò la signora che entrava e fece per
avviarsi , quando si sentì chiamare per nome .
Tu ! esclamò aprendo le braccia e
40 LA STRANIERA
Conobbi Pélicie !Ah , perdio pensò
Antonino non mi risparmia neppure il vero
nome !) a Bru ! elles , dove suo marito allora era
primo consigliere d ' Ambasciata . Ora è amba
sciatore di Francia a Belgrado . Ma leiviaggia
sempre e lascia spesso il marito al le cocol les.
Antonino era in preda a un vero tormento .
La figura del l'
amata nella memoria di lui si
perdeva , s'
il languidiva . Mentre l'
altro conti
nuava a discorrere , narrando la storia di un
u fficiale spagnuolo che si era ucciso per lei,egli vedeva nitidamente , ma separati da tutto
il resto di lei , i capel li che ora gliparevano
troppo biondi e falsi, la bocca i l cui rosso gli
sembrava troppo violento, i polsi pingui , le
membra troppo formose pur con la loro propor
zione . desiderio diminuiva di mano in mano
che il mistero spariva .
Tu sei fortunato davvero . E una donna
che pochissimi hanno avuto . E dev' essere una
amante concluse ridendo conintenzione .
LA STRAN IERA 4 1
La colazione fu monotona . Antonino mann
giava poco e ascoltava meno . Pensando al l'
ap
puntamento prossimo , gli pareva di aver sognato
e che Georgette Lemerre non fosse mai esistita ,
o , almeno , egl i l'
avesse amata in un tempo
lontano che non sarebbe tornato R'
estò solo
presto , perchè l'
amico doveva presentarsi in
Tribunale per una causa urgente , e po tè medi
tare più a suo agio , nell'
angolo del vasto salone
ove i camerieri affannati serv ivano la folla dei
forestieri e dove ri suonavano le favelle più di
verse . Poi si fece portare un foglio di carta e
una busta ; trasse di tasca la penna e scrisse
Amavo follemente un'
i gnota che si chia
mava Georgette Lemerr e . Non posso più amare
la donna a me conosciuta , che ha il vero nome
di Pélicie Rousillon . Vogliate perdonarmi se
vi prego di dimenticarmi e di voler pensare a
un sogno piacevole interrotto da un brusco
risveglio
E si avvro per lasciare egli stesso la lettera
al l'
albergo . Ma l'
aria era odorosa , le bel le
42 LA STRAN IERA
donne passavano adagiate nel le vetture , tutto
rideva e brillava nella luce beata del sole sici
liano, e la vita era, comunque , cosi gaia e
intensa che l'
ardore del godimento pareva dif
fondersi anche dal suolo e scendere dal cielo
trasparente curvo nel mare lontano . Allora
Antonino fu savio . Strappò i l biglie tto, noleggiò
un'
automobile di piazza e si fece condurre a
Monreale .
IL DÈMONE DEL GIOCO
Don Luigi Millefiori , marchese di Pianoro ,conte di Bagnacavallo, patrono di Filettole ,ecc . ecc . , amava due so le cose al mondo ! la
moglie e i l gioco . Le amava tanto , che per
esse dimenticava tutti gli al tri svaghi che
isuor milioni gl i potevano procurare ; e gli
occhi di donna Lucia e le rotondità capric
ciose della donna di quadri si contendevano
con eguale potere nell'
anima di lui i l do
minio .
Don Luigi amava , ma non era viz ioso .
Come non aveva mai fatto un torto a sua
moglie , co sinon aveva mai giocato d'
azzardo .
Il trenta e quaranta e il macao non avevano
alcuna attrattiva per lui . Glipiacevano i giochi
in cui i l calcolo e la riflessione hanno i l primo
46 IL DEMONE DEL GIOCO
posto . Era stato per lungo tempo un famoso
giocatore di ! hist, e molte volte l'
alba lo aveva
sorpreso al Circolo , mentre meditava su un
a tout contrario o su un errore dell'
avversario .
Ma quando per i suoi affari era costretto a
passare alcuni giorni in campagna , e soli suoi
compagni potevano essere il fattore , il far
macista e il curato , allora egli si contentava di
un volgare tresette o di un comune scopone .
Era di quelli per cui il gioco , più che nn'
abi
tudine, è una necessità .
A quarant'
anni aveva sposato una ragazza
giovane e graziosa , ma non aveva perduto la
passione delle carte . La sera non andava più
al Circolo, e a mezzanotte era già cor icato ;
ma, appena il pranzo era finito , il tavolino da
gioco lo attraeva con le sue grazie pericolose .
Due vecchi amici sulla cinquantina arrivavano
puntualmente ogni sera ! e , donna Lucia es
sendo la quarta , la partita cominciava . Se per
caso raro uno dei compagni mancava , don
Luigi lasciava il ! hist per la calabresella ; e
48 IL DÈMONE DEL GIOCO
ogni sera,noncuranti degli spettacoli , dei balli ,
e dei teatri ! ma ogni giorno , dalle cinque alle
sette , si diedero a frequentare i fi ve o'
cloc!
eleganti dove i cavalieri intrecciavano idill i
fra un magnifico a tout di cuori e un raddoppio
di fiori . Donna Lucia fu molto ammirata e
corteggiata ; i l marito ne divenne furibondo di
gelosia , ma non potè resistere alla passione .
Poichè , secondo le buone regole , i l bridge è
giocato da due dame e da due gentiluomini ,
egli faceva in modo che il compagno di sua
moglie fosse brutto e maturo . A un solo gio
vane egli fece la grazia di accettarlo al suo
tavolino ! perchè il giovane giocava male e
perdeva, con grande dispiacere di donna Lucia
la quale perdeva con lui . Ma i maligni dissero
che quel dispiacere era finto , e che da quel
bridge erano cominciate le sventure coniugali
del conte di Bagnacavallo .
Al la fine di maggio , donna Lucia fu presa
da una lieve nevrastenia per la quale i medici
le ordinarono un mese di montagna . Dalla
IL DEMONE DEL GIOCO 49
villa subur bana in cui essi passavano la mag
gior parte dell'
anno, marito e moglie passarono
in una stazione climatica del l'
Appennino To
scano , in un delizioso piccolo albergo fra gli
abeti , dove erano ancora pochi i vi l leggianti e
dove passandosi la giornata in lunghe escur
sioni sui monti ognuno si coricava presto la
sera . Partendo per lassù , don Luigi aveva
pensato alla salute della moglie , ma non al
passatempo del gioco . Sapendo di andare in
un albergo di lusso, egli aveva imaginato una
serie di tavolini affol lati di giocatori di bridge.
Con sua grande delusione , non ne trovò nep
pure uno .
La bella natura intorno non aveva attrattive
per lui . Gli abeti attorno all'
albergo erano
così fol ti , che l'
ombra sotto di loro era per
petua e non! vi penetrava se non qualche raro
raggio di sole . Più in là , cominciavano ifaggi,
con il loro fogliame chiaro che tremolava di
continuo ai venti leggeri . Freschi ruscelli d'
acqua
pura cantere llavano fra i tronchi ; qualcuno
50 IL DEMONE DEL GIOCO
rampollava dalle radici d i un faggio , o dalla
fenditura di una roccia . Intorno , erano alti
monti nettamente segnati contro i l cielo azzurro .
L'
aria era fresca e odorosa ; sulle prode dei fossi
si coglievano le fragole e i mirtilli , e il profumo
di resina entrava come una delizia nei polmoni .
Tutto ciò per don Luigi Millefiori era
come se non fosse . S i vedeva la sua magra
figura allampanata gironzolare fra i tronchi ; alle
volte , i l suo volto caprino con i grandi occhi
ceruli e scialbi si i l luminava ! allora egli traeva
di tasca un mazzo di cartine inglesi,sue inse
parabili compagne , e su un sedile di legno o
su una tavola di macigno stendeva una nuova
figura di bridge. Egli solo giocava per quattro,
con lunghi ragionamenti e con mille finezze .
Aveva due trattati inglesi e uno francese,e li
consultava continuamente . Le ghiandaie dai
rami si sporgevano a guardare,incuriosite
.
Donna Lucia si annoiava . Poichè al l ' albergo
non c'
erano che signore e uomini maturi, il
marito le lasciava molta libertà ; ond'
ella ne
IL DEMONE'. DEL G IOCO 5!
profittava per errare nel bosco con un romanzo
francese . Al ta e formosa , ma snella, con i ca
pelli biondi e la veste bianca , ella innamorava
gl i Egipani selvaggi e destava invidia nelle
Ninfe che cantavano dentro le fontane . Ma
ella ignorava la mitologia , e non ne approfit
tava . Pensava alla sua gioventù che sfioriva
monotona fra un mari to brutto e un mazzo di
carte . Il profumo dei fiori selvaggi le commo
veva le vene . suo petto si apriva a un re
spiro più ampio ; la sua bocca , quando ella
beveva alle fonti , anelava a un qualche altro
i gnoto refrigerio . Certi brivi di la correvano
tutta , e la spaventavano .
E la sera, dalle otto a mezzanotte , quando
tu tto taceva e gli altri ospiti dormivano , el la
sedeva di rimpetto al marito , e cominciava con
lui i l sol lazzo di una interminabile serie di
bri scole e di scope. E ad ogni giocata , egl i
esclamava
Ah ! un bel bridge in quattro ! che
delizia !
52 IL DEMONE DEL GIOCO
Oppure
Maledetto albergo ! Neppure un gentil
uomo che sappia giocare a bridge !
Donna Lucia sbadigliava , e malediceva il
destino . Un poco , il male del marito si era
attacca to anche a lei. Comunque, un bel
bridge in quattro sarebbe stato più divertente
che quel monotono colloquio in due , il quale
aveva anche il difetto di essere coniugale .
E mormorava anch'
essa , tenendo bordone al
marito
Neppure un
E il gentiluomo capitò , una bella mattina
dei primi di luglio . La notte\era piovuto
,e
l'
aria era limpida in modo meravigliosa . T utta
la montagna era un bagliore di smeraldi e di
diamanti . Giù nel la val le il fiume ingrossato
ruggiva .
La prima persona da cu i Giorgio Cangianti
fu veduto arrivare, fu appunto donna Lucia ,che era uscita per la sua consueta passeggiata
mattutina . La bel la signora e il bel giovane
IL DEMONE DEL GIOCO 53
elegante si scambiarono un'
occhiata scru tatrice .
Uno pensò che quella solitudine non sarebbe
stata tanto ingrata . L'
altra, pensò che un
uomo come quello sarebbe stato certo un com
paguo piacevole e divertente nel tedio delle
lunghe ore . Ma don Luigi Millefiori , quando
lo vide , corrugò la fronte e divenne pensie
roso . E se ne accorse donna Lucia allorchè
nel pomeriggio , uscendo per il bosco , si vide
accanto come fido compagno il marito . Addio ,
bel la libertà che in parte la compensava del
tedio serale ! E in cuor suo maledisse l'
impor
tuno che , con la sua presenza , aveva fatto
ridestare la gelosia di don Luigi . La qual
cosa non le impedì di corri spondere durante il
pranzo con qualche breve occhiata a quelle ,
lunghe ed espressive , che il bel giovane le
volgeva dal tavolino di rimpetto . E mai come
quella sera , davanti al l'
asso di briscola o al
sette bello , le accadde di accorgersi che i l
mari to era vecchio e ridicolo con quei grandi
occhi slavati e la barba rada
54 IL DEMONE DEL GIOCO
In montagna le amicizie si annodano presto .
La mattina dopo , Giorgio Cangianti si fece
presentare a donna Lucia che sulla porta del
l ' albergo aspettava lo sposo . Ella era un po'
Ianguida e lenta ! ma accettò subito la corte
che I'
altro con grazia le offriva ! e a un suo
madrigale rise ed arrossi.
Don Luigi capitò in quel momento , e si
oscurò in volto . Rispose con un semplice cenno
del capo alle parole del giovane , e fu con lui
duro e quasi scortese .
A donna Lucia queste cose non piacevano
e dopo , fra gli abeti , glielo disse .
Io sto anche troppo bene cosi; rispose
il marito . Possiamo anche fare a meno di
conoscenze nuove .
Non si può dire che ci divertiamo
osservò donna Lucia .
Non è detto che con quel si gnore là dob
biamo divertirci di più ! rispose egli secca
mente , e per tutta la mattina non disse parola .
Così Giorgio Cangianti non potè più per
56 IL DEMONI—1 DEL G IOCO
Don Luigi passò la mattina in un angolo
del salotto , tentando innumerevoli vol te il soli
tario di Napoleone . Egli era già per riuscirvi ,quando una frotta di vil leggianti i rruppe a
disturbar lo con liete grida . Venivano da un
paesello vicino , e Giorgio Cangianti aveva fatto
loro da guida . Don Luigi fu liliper andarsene ;ma lo trattenne i l suo malvagio destino , sotto
la specie di un vecchio signore ch' egli si
ostinava a voler riconoscere , senza tuttavia
sapere chi fosse . Parlavano del più e del
meno , e dicevano molte sciocchezze . Una
signorina lunga e bruttina chiese al Cangianti
E la sera come la passa in questo
romitaggio ?
La sera ? rispose il giovane . La
sera mi annoio ! ecco tutto .
Ma come ? ribattè la signorina .
Non c'
è conversasione, non c'
è gioco ?
A sentir parlare di gioco , don Luigi tese
gli orecchi ; i l suo volto pallido si illuminò .
S i figuri ! esclamava intanto i l Can
IL DÈMONE DEL GIOCO 57
gianti. Non c e modo di combinare nep
pure un po'
di bridge !
Che orrore ! sussurrò la signorina .
Ma questo non è un luogo civile !
Il conte di Bagnacavallo l ' avrebbe abbrac
ciata . Si, quel lo non era un luogo civile , se
lassù non era ancora arrivato i l bridge. Nep
pure uno che lo giochi egli pensava .
E uno solo basterebbe , perchè il bridge si
gioca anche in tre . Anzi , i l ! il liamson afferma
che il three handed bridge è più scientifico di
quello gioca to in quattro . Questa non è , a vero
dire,l'
opinione di altri trattatisti ; ma , insomma ,
se fossimo in tre ci potremmo contentare .
Di sgraziatamente , siamo due soli ! io , mia mo
Guardò malinconicamente Giorgio Can
gianti . I l terzo , ecco , ci sarebbe , ma !
Pure , quanto più lo guardava , sentiva dimi
nuire la diffidenza e l'
antipatia . Può darsi
che sia un buon figl iolo , più serio e posato d iquello che non
Suonò la campanella della colazione . Donna
58 IL DEMONE DEL croco
Lucia non scese , e don Luigi mangiò solo , in
un angolo della sala . Mangiò per modo di
dire . I ! sie il no tenzonavano nel suo cuore
terribilmente . I suoi due grandi amori la
moglie e il gioco non avevano mai contra
stato fra loro così apertamente . Vedeva sè ,
Lucra , e il Cangianti , attorno al tavolino verde,
e gli occhi gl i brillavano di gioia ; subito dopo ,un sospetto gli attraversava la mente , e gli
gelava il cuore . Per un' ora di bridge, avrebbe
dato un mese del la sua inutile vita ; ma per
un'
ora di bridge non voleva arrischiare la propria
incolumità
Quel giorno , don Luigi camminò sù e giù
per la selva come un forsennato , e , senza
accorgersene, entrò nell'
acqua di un ruscello
fino al malleolo ; e intanto , Giorgio Cangianti
dal giardino accoglieva qualche sorriso di donna
Lucia seduta con il solito romanzo francese al
balcone . La vaga donna aveva accesi i sensi
e l'
imaginazione del giovane ; ed ella era
veramente cara e desiderabile , e celava un
IL DEMONE DEL GIOCO 59
tesoro di ardore e di passione per chi avesse
saputo e osato cercarlo .
La sera , il conte di Bagnacavallo tornò ad
ora dipranzo , con gli abi ti in disordine e i
capelli spettiirati. Senza accorgersene , era ani
vato fino al l imite del le rocce , e tornando ,aveva smar rito il sentiero . Un pastore lo aveva
accompagnato , meravi gliandosi del suo aspetto
stravolto . La lotta inter iore non era terminata .
Messer Gioco e madonna Gelosia si combat
tevano ancora .
Ancora , a pranzo , don Luigi fu solo . Giorgio
mangiava di rimpetto a lui , e divorava allegra
mente mostrando identi bianchi e forti sotto i
ba ffi leggeri . Eppure pensava l'
amico
dev'
essere un buon figliolo ! un po'
rumoroso ,
ma Lo vide uscire dalla sala con
rammarico ; ci pensò un poco , e poi lo segui.
Giorgio era seduto su un divano presso il pia
noforte, e fumava una sigaretta . Gli altri erano
fuori in giardino, al l
' aria fresca della sera . Il
so le era appena tramontato,e l
'
aria in alto era
60 IL DÈMONE DEL GIOCO
rossa . Don Luigi gironzo lò un poco per la
sala ! poi , di botto , si fermò davanti al giovane ,
e , a bruciapelo , gli disse !
Lei si annoia ?
Un poco rispose l'
altro meravigliato .
Anch'
io .
Mi dispiace , dis se Giorgio , col gesto
di chi non sa che farci .
Don Luigi lo guardava fisso ; fece due volte
per parlare , e richiuse la bocca .
E cosi? domandò al lora Giorgio ,
sempre più meravigliato .
Lei gioca a bridge ? chiese don
Luigi di rimando , con la voce strozzata e un
sorriso falso .
Certamente rispose Interrogata .
Ma
Le dispiacerebbe ? balbettò .
No ; ma non vedo il
Don Luigi si rischiarò .
Perdio ! mormorò fra sè . Non
sono poi orbo ; lo terrò d'
occhio .
IL DEMONE DEL GIOCO 6 !
E poi , quel giocatore di era un
bravo ragazzo, semplice e al la buona . Forse ,poteva fidarsi .
CosiGiorgio Cangianti salia un salottino
del primo piano , e giocò a bridge con i co
nrugr Millefiori . E poichè era un giovane
accorto , quella sera perdette un centinaio di
Sopra e sotto la tavola , aveva giocato coi
piedi .
I l mio amico Gigetto del Serinaccio e poeta
e cacciatore d'
immagini . Poeta come sono tanti
lassù , a Pian degli Ontani , nella patria della
grande poetessa illetterata Beatrice ; di quel li
a cui l'
ottava sgorga spontanea dal duro tra
vaglio cotidiano nei boschi o da una rozza gioia
conviviale . Caccratore d'
immagini perchè pos
siede una macchina fotografica con la quale ha
ritrattato in mille modi le persone e i paesi
della sua terra . Giacche per quel la stri scia di
terra balzosa e boschiva che forma la bassa
valle del Sestaione nella montagna pistoiese ,
dallo snellissimo ponte sul la via maestra , sù sù
per il torrente limpido e tortuoso , fin dove al
Ponte al la Sega cominciano l'
A lpe e i l Demanio ,
egli è come un piccolo re . castagneti bassi
66 LA TORRE DEL FATTUCCHIÒ
sul fiume sono in buona parte di lui ; e sua è
anche la grande faggeta che abbraccia i balzi
a ponente,dalla quale la Torre del Fattuc
chio emerge snella e rosea nei tramonti come
una gemma immensa incastonata in uno smalto
verde .
Ma la terra montanina e una ' madre parca
e poco può donare ai suoi figli . CosiGigetto
ha nel podere del Serinaccio un deposito di
carbone e quando è i l tempo dei tagli si mette
per il bosco con le ambasciate dei carbonai .
Segna i sentieri per i muli carichi , gli spazi
tondi per le carbonare , i rifugi sotto una ca
panna di zolle nelle notti fredde e piovose . La
sera , mentre .l'
ardore nascosto fuma silenziosa
mente e le cataste lontane rosseggiano,i car
bonai si adunano attorno al loro picccolo re e
incominciano dopo la cena frugale una gara di
canto . I l giorno, nei brevi riposi, i l capo si
diverte a imprigionare la luce .
Perchè chiesiun giorno al mio amico
non hai fotografato la Torre del Fattucchio ?
LA TORRE DEL FAT TUCCHIO 67
Haidimenticato una delle piu belle ranta della
nostra montagna .
Non l'
ho dimenticata mi rispose ver
sandosidal fiasco l'
ultimo bicchiere di vinetto
agro ma temo che mi debba portare sfortuna .
Non ridere ! proseguicon aria severa .
C e una storia che qui tutti sanno e che
nessuno ti avrà raccontato per rispetto di me . Ma
è una cosa terribile . Ne riparleremo . Se mai , se
ti preme per il giornale , puoi ritr attarla tu .
E per tutto quel giorno fu di umore acci
gliato e stette quasi di continuo seduto sul botro
che porta l'
acqua del torrente al mulino di
sotto . lo leggevo un libro di novel le noiose
sotto un castagno non lungi da lui ; e come
alzavo spesso gli occhi dalle pagine gravi , ve
devo il suo volto peloso in cui gli occhi e l a
bocca parevano quasi sparire nella gran barba
rossa e nelle s0praciglie irsute . Pareva la testa
di un faggio nodoso , d'
inverno , quando le foglie
sono purpuree , e , da lontano , tutta la boscaglia
al sole pare che bruci . Ora , pensandoci , io mi
68 LA TORRE DEL FAT TUCCHIO
ricordavo di aver sentito nei discorsi degli al tri
qualche accenno ad un fatto tragico ; ma non
sapevo che la Torre del Fattucchio c'
entrasse .
Dicono che moltisecoli or sono , là sotto , nella
roccia , una fattucchiera nascose un tesoro . Nes
suno lo ha mai trovato , perchè il gigante qua
drato lo custodisce sotto il suo macigno sul
quale i falchi hanno posto i l . nido . D i dove
stavo leggendo , io vedeva , dietro la cortina dei
faggi , i l masso snello staccato dal fianco della
montagna e profilato netto sul cielo, liscio e
quadrato come un'
opera degli uomini ingegnosi
e pur dovuto alla natura inconsapevole o,come
credevano lassù , al sortilegio di una maga .
Proprio ai piedi del la Torre , pericolosissimo
ma accessibile , c'
è un Iastrone sul quale io
un giorno avevo passato alcune ore , sospeso sul
baratro , come un anacoreta della Tebaide su
una stele sacra . E mi ero sentito fratello della
roccia grigia e tutt'
uno coi falchi che mi stride
vano intorno senza timore .
Al l'
improvviso, vidi i l mio amico alzarsi,
LA TORRE DEL FATTUCCHIO 69
e venire verso di me . Mi accorsi al lora che
nei solchidel suo viso arso dovevano essersi
incanalate le lagrime . Mi disse !
Hairagione ; bisogna rompere mean
tesimo . Domattina andremo .
E , la mattina dopo , l'
alba ci vide in piedi
nel sentiero che risale il torrente sonante . Giù
nella valle l'
aria era ancora verdina ; ma in
alto l'
alpe ignuda si colorava di rosa . Fresca
era la brezza e mormorava tra i faggi giova
netti ; c'
era diffuso I'
odore del mirtillo rugiadoso
e della menta selvaggia . I l Sestaione era sempre
presente col fragore ! or sior no Io vedevamo
apparire e sparire nel suo letto di massi pul iti .
La Torre non si scorgeva perchè era in alto
sopra di noi , e c’ era di mezzo la fitta boscaglia .
S ta attento avvertiGigetto ; di qui
i carbonai non passano da qualche anno e il
sentiero è scomparso . Bisogna arr ampicarsi con
le mani e coi piedi , ma per ritrarla bene con
questa e accennava al la macchina bi
sogna prender la di qui .
70 LA TORRE DEL FATTUCCHIO
E il fiume ben presto fu in fondo ci! suo
fragore calò . Ci sorprese , in cambio , il sole a
mezza costa , sudati e ansanti benchè allenati
a scalar la montagna ; ma poichè di mano in
mano che salivamo la veduta si al largava e si
faceva immensa , i l mio spirito alacre obliava
la fatica per la gioia degli occhi . E pure il
salire era rude ; chè ci toccava aggrapparci ai
massi e ai cespugli e puntare i tacchi chiodati
nelle fessure della roccia e balzare di sasso in
sasso come le pecore . Appunto, in alto in alto,
dalla boscaglia pendula sul l'
orlo delle rupi si
udivano i primi campani dei greggi e i pastori
cominciavano a zufolare .
Eccola ! esclamai io , fermandomi un
istante per asciugam i il sudore . Infatti , la
Torre era proprio sopra di noi , dall'
altra parte
del dirupo .
Più sù disse Gigetto senza fermarsi,
c e un piccolo spiazzo di dove la vedremo
quasi di rimpetto . Vedrai come è bello , lassù .
E cosicontinuammo ad affrontare la mon
72 LA TORRE DEL FATT UCCHIO
Dunque comincro egli adagio
là sotto c' è sicuramente un tesoro . Fino a
vent' anni or sono, c'
era ancora e abbassò
gli occhi e la voce chi sapeva anche il
posto ; ma ora nessuno sa più nulla e nessuno
lo avrà .
Ascoltami bene prosegui senza guar
darmi , con l'
occhio fisso alla Torre e con le
mani che tormentavano nervosamente i l fustagno
dei calzoni , incurante del baratro che gli si
apriva di sotto ; ascoltami bene , perchè questa
cosa non te la racconterò due volte . Al lora , ero
giovane e avevo vent'
anni di meno . Avevo
terminato i l servizio militare , avevo conosciuto
la vita della città ed ero tornato con l'
idea di
arricchire anche senza l'
America . Volevo essere
ricco qui , nella mia terra , per far del bene a
tanti e per far star meglio questa povera gente .
E intanto pensai a prender moglie . Ma non la
volevo povera , s'
intende ; e non la volevo
neppur forestiera ! moglie e buoi dei paesi
Una sera, a veglia da Cecco lungo , dopo che
LA TORRE DEL FATTUCCHIO 73
io ebbi tenzonato con altrinel canto , si venne a
parlare , non so come , della nos tra montagna ,
che è povera come noi . E pure disse uno
abbiamo un tesoro e non lo possiamo godere
Si aggiunse un altro sotto la Torre
del Fattucchio ci dev'
essere , perchè lo hanno
sempre detto anche i vecchi ; ma chi lo cerca
muore . Tanti che hanno provati , sono morti
Non ci credo disse allora una ragazza
sotti le e bionda ; io un g iorno lo saprò e
ci andrò . E se il tesoro ci sarà me'
lo godrò
con il mio amore !.
Tutti attorno risero e la conversazione
mutò . Ma io il giorno dopo cominciai a girare
attorno a quella ragazza e ad accompagnarla
dietro le pecore nel bosco . Avevo formato un
mio pensiero profondo . Ci mettemmo a fare
al l'
amore dopo pochi giorni ; ma se la ragazza
mi piaceva , più ancora io pensavo al tesoro
della Torre . Una sera d'
estate,verso i l tra
monto , eravamo là su quel poggio sotto Pian
di Novello, dove ora vedi quei gr ossi faggi .
74 LA TORRE DEL FATTUCCHIO
Poichè la Torre si vede un po'
di sbieco
anche di lassù , io ne profittai per chiederle
ridendo
O i l tesoro, quando lo andiamo a
Porta sfortuna ella rispose seria
E pure , una sera tu dicestr
E vero ; ma allora non avevo amore .
Ora al mondo ci sto troppo bene con te
lo restai male e finsidi darle ragione
ma poco dopo , mentre scendevamo a valle ,le domandai
Ma tu sai dov e ?
Un giorno lo saprò mi rispose . E
mi raccontò che nella ,sua famiglia il segreto
era stato trasmesso di generazione in genera
zione da parecchie centinaia d'
anni . Al lora
i l depositario era il nonno, un vecchio di ot
tant'
anni che aveva ancora poco da campare
e che a lei, unica discendente , avrebbe lasciato
un libro antico con tutte le indicazioni . Per
LA TORRE DEL FAT TUCCHIO 75
farl a corta , alla fine del l'
estate il vecchio mori
ed il segreto passò nelle mani di Lucia . Es
sendo ella rimasta sola al mondo, le nozze furono
affrettate; ma due giorni prima , mentre traver
savamo I'
ontaneta sul fiume , io la presi per un
braccio e le dissi chiaro e tondo
Senti ; se tu non mi sveli il segreto
della Torre , io non ti sposo .
Era divenuta in me come un'
ossessione .
Volevo sapere ad ogni costo quello che c'
era ;
me lo sognavo la notte , ci pensavo di giorno .
Lucia quando mi senti dire così si mise a
piangere e non ri spose . Forse capiva che io
non volevo lei , ma il te soro . I l giorno dopo
venne nella selva con il l ibro ; dentro C'
era
uno scartafaccio con poche indicazioni semplici
e chiare .
Per cari tà , ella scongiurò gettan
domisiai piedi; per cari tà , non andare ! I
miei vecchi hanno sempre detto che preferi
vano restar poveri, perchè quando uno si avvi
cina al tesoro qualcuno muore . Un fratello del
76 LA TORRE DEL FATTUCCHIO
mio nonno ci si provò ; ma precipitò gru e lo
trovarono col capo sfracellato fra i massi del
Figurati che bisognava salire in cima
alla torre , dove non fanno il nido altro che i
falchi,e scendere nel l
'
interno per un pozzo
liscio che ci doveva essere . lo vidi subito che
era cosa da fare adagio e da preparare con
ogni cura . E poibisognava andarci di notte
perchè gli altri non se ne accorgessero . Ma
ormai ero padrone del fatto mio e non avevo
più impazienze . Finsi di essere persuaso e la
sposai . Tre mesi dopo ! tu sai che accade spesso ,
da noi ! chi li guarda gli innamorati per i
boschi ?) partorì un bel maschio . Intanto era
caduta molta neve e la montagna era inaccessi
bile . Poi venne la primavera , i fiumi e i tor
renti si gonfiarono e vi fu, come il solito ,qualche ruina . A maggio , il bambino aveva
cinque mesi ed era bello e fiero come la
sua mamma , che si era ingrassata ed era dive
nuta un fiore . Al lora , con la stagione ferma , io
LA TORRE DEL FATTUCCHIO 77
tornai ai miei disegni antichi ; ma lo feci con
molta circospezione , perchè Lucia, solo a par
Iar le della Torre , tremava tutta e diventava
bianca ; nè io volevo dar le dispiacere , perchè
a poco a poco me n'
ero innamorato sul serio .
Ogni giorno , senza che ella lo sospettasse , andavo
dietro la rupe a studiare il modo di salirla . Ma
ben presto mi accorsi che per arrivarci in cima
non c'
era al tro mezzo che scavare dei grad ini
nella roccia . Portai lassù di nascosto un piccone
e mi preparai a cominciare la mia fatica .
Ora guarda laggiù la mia casa . Da una
parte c'
è il fiume , dall'
altra c'
è l'
aia di sassi ,
poi comincia l'
erta e su questa , dopo poche
braccia , i l dirupo sovrastato dalla Torre .
Quando c i salii una mattina della fine di
maggio , era un tempo splendido . Faceva dolco
e l'
aria era serena . Arrampicandomi nascosto
dietro i faggi , scorgevo duecento metri più sotto
la mia casa avvolta nel sole. Ero già sotto la
Torre , quando vidi la mia donna uscir fuori col
bimbo in braccio e posarlo su un mucchio di
78 LA TORRE DEL FATTUCCHIO
foglie secche perchè giocasse ; poi prese alcuni
panni e si mise a lavare al la fontana , mentre
mia madre stava al fuoco , come imaginavo dal
camino fumante . Mi ricordo tutte queste cose
come se le vedessi ancora ; ma allora non ci feci
caso perchè ero infatuato dall'
idea del l'
or'
o
I suoi occhi si contrassero per reprimere il
dolore, siche parvero affondati nell'
orbita e non
si vide altro che le sopracciglia vel lose. Le
rughe della fronte parevano incise con un'
arma
tagliente .
Dunque continuò c'
era una scheggia
di roccia così grande che avrei potuto agevol
mente abbracciarla due volte . Una Scheggia ,“
ti
dico, più leggera di un mezzo sacco di grano .
Ma bisognava passarci sopra ed era pericolosa
perchè scoteva . Penso di spostarla in modo da
lasciare libero il passo e imagino che debba
subito arrestarsi contro un grosso tronco'
abbar
bicato alla roccia . Ci puntello sotto i! piccone
e faccio forza con tutta la persona . La scheggia
va addosso al tronco,come avevo preveduto ;
ROSSO
Terminata ! Istruzione del le reclute , Casimiro
Garavini fu mandato con altri trecento'
com
pagn i a Derna , per dare il cambio ai conge
dati di una classe che ritornava .
Casimiro odiava la guerra . La sua scarsa
cultura si era tutta formata sui giornaletti e sul le
concioni dei politicanti sociali sti ; cosiche egli
aveva da loro succhiato come un secondo latte
antimilitarista e antiborghese . Ma non era un
vigliacco ; l'
anno prima , minacciando l'
epidemia,
egli si era offerto spontaneamente per curare nel
lazzaretto i colerosi ; e se a Sant'
Agostino nes
suno si era ammalato, la colpa non era del
biondo, alto , un po'
pingue Casimiro , emerito
venditore di pane e di paste ai compagni i scritti
alla Lega dei contadini .
84 IL SOLDATO ROSSO
Per questa sua qualrta di panettiere , Casi
miro fu aggregato alla sussistenza e destinato
con altri ai forni da campo . La qual cosa lo
consolò , «perchè chi fabbrica il pane e cuoce
le paste non ha l'
obbligo di uccidere i l pros
simo senza una ragione . Passò cosi un mese ,
durante il quale egl i non sentialtro che il rombo
di qualche cannonata lontana ; e poichè i soldati
erano in gran parte occupati a tracciare e costrur re
strade , egli cominciò a pensare che forse la
guerra non era quella truce e orribile cosa di
cui gli avevano parlato le pagine di un opu
scolo pieno di carname e di sangue . Poi la
sua compagnia lasciò la piccola ci ttà graziosa
fra i giardini e il mare , e fu mandato agliavamm
posti in una ridotta ben munita ma anche bene
esposta alle insidie . Ma Casimiro attendeva al
forno e pensava che anche colà egli non sarebbe
venuto meno al solenne giuramento di non ucci
dere , che la sera della partenza gli era'
stato
imposto dai compagni della Lega . Anche l'
odio
contro il regime gl i era stato imposto ; ma per
IL SOLDATO ROSSO 85
quanto egli facesse violenza al suo cuore , l'
odio
restava in lui come una pianticella ti sica che
non vuol fiorire . Solo vedendo gl i u fficiali egl i
provava un leggero rancore ; ma il suo buon
senso gli suggeriva che anch'
essi erano coman
dati e che , se mai , una palla turca ci poteva
essere anche per loro .
I l tramonto era tranquillo e sereno sopra i
valloni scoscesi,che a Casimiro ricordavano i
calanchi emiliani alle porte di Bologna . D i là
dalle murge sassose a cui il so le appena calato
aveva dato un tinta violacea meravigliosa , egli
intravvedeva le tende nemiche da cui si levavano
colonne di fumo azzurro e si perdevano nel deserto .
soldati tacevano , perchè quella era l'
ora triste
dei ricordi , e anche quelli che amavano la patria
e la guerra sospiravano il focolare lontano e pen
savano alla madre e al la mensa . Casimiro era solo ,
seduto sul parapetto della ridotta , dietro un
sacco di sabbia , e sentiva il desiderio del pianto .
Sei appena arrivato disse vicino a
lui improvvisamente una voce ; ma non ti
86 IL SOLDATO ROSSO
rammaricare . Questa notte stessa ti divertirai ,
se gli informatori non dicono il falso .
Casimiro ebbe un fremito ; ma poichè il
capitano non lo vedeva , non si mosse . L 'altro
interlocutore gli volgeva le spalle ! doveva essere
un sottotenente arrivato di fresco .
Ti lascio , continuò i l capitano ;
debbo prendere gli ordini dal maggiore . Tu
puoi restar ad ammirare il tramonto .
Rise , e discese . I l tenente rimase un mo
mento immobile a guardare la luce violetta che
rapidamente scompariva ; poi si voltò , e in due
passi fu davanti a Casimiro .
Luciano !
Casimiro !
due nomi ri suonarono insieme nella quiete “
quasi notturna ; poi i due uomini si baciarono
e si abbracciarono , mentre un caporale che era .
salito in quel momento se ne tornava subito
facendo gesti di stupore .
Come sei qui ? domandò Casimiro
all'
amico quasi non credendo ai suoi occhi .
88 IL SOLDATO ROSSO
perchè ti vedevo in buona fede . Ma ora qui ,
alla guerra,come farai ? Mio caro ! o mangiare
o essere mangiato ; come far ai ?
lo sto al forno commentò l'
altro sem
plicemente .
Ah ! non devi dire cosi esclamò
Luciano con un tremito nel la voce . Io so
benissimo che non sei un vigliacco ! ti ricordi
di quando salvasti mio fratello che era per
annegare ? Rispetto le tue idee ; ti concedo che
la guerra è un orribile male ; ma qui , davanti
al nemico , fra i tuoi compagni che si preparano
a morire,sotto la bandiera d
'
Italia la senti ?
che ci sventola Oh, Casimiro , non
pensi che prima che socialista tu devi essere
italiano ?
Casimiro tacque . L'
altro continuò
Senti . Qui , di Sant'
Agostino , ci sramo
noi due soli . Perdio , le nostre donne non deb
bono arrossire di noi . Siamo cresciuti insieme
e ci siamo voluti bene . lo sono ricco , ma , tu
lo sai , sposerò un'
operaia . Le nostre fidanzate
IL SOLDATO Rosso 89
lavorano nella stessa casa . Tu sai che ai miei
contadini io ho sempre dato quello che chie
devano , a costo di Ieticar col tutore . Potrei
essere dei vostri , se non fosse di mezzo l'
Italia .
Hai capito ? L'
Italia . Tieni a mente questa
grande parola ; è un talismano . E finchè l'
Italia
non sarà più grande , le vostre idee non saranno
altro che generose utopie . E per far più grande
l'
Italia non c'
è altro mezzo che la guerra . E
la guerra è santa e neces saria . E tu combat
terai , con me, accanto a me . Sei della mia
compagnia ; non mi scappi .
Accanto a te , va bene mormorò il
soldato . Non potrei lasciare solo un com
paesano ; ma per tutto i l
Per l'
Italia ! gridò a gran voce il
tenente . Domattina vedrai gli arabi da vicino .
Ci divertiremo .
E sparigiù per la scaletta , seguito da Casi
miro , che si avviò verso la tenda . Alcuni sol
dati dormivano già ; altri cantarellavano una di
quelle canzoni napoletane in cui la passione e
90 IL SOLDATO Rosso
la nostalgia trovano accenti melodiosi e som
messi . Casimiro pensò gli stornelli della bassa
e i canti delle risaiuole procaci negli specchi
d'
acqua infiniti . La notte africana era tiepida
il cielo era così azzurro , che le stelle parevano
quasi staccate e pendule . Egli si vi de fanciullo
accanto a Luciano , al suo tenente d'
oggi , che
era giovane e ricco, che poteva vivere tranquil
lamente al paese , facendo il si gnore , godendosi
il vino e l'
amore , e che invece aveva studiato
tanti anni per divenire u fficiale e , appena pro
mosso , aveva chiesto di venire in Libia per
combattere e, forse , per
Che bel la idea esclamò ironicamente
fra sè . Ma l'
ironia fu subito interrotta da un
pensiero più grave . Davvero, questa I talia doveva
essere qualche cosa di bel lo e di grande se
Luciano ammetteva per lei santa e necessaria
la guerra e se per lei lasciava le ricchezze e
sfidava la morte . Quest'
ultimo argomento era
decisivo per la sua mente quasi incolta . Io ,che ho ben poco da perdere pensava egli
IL SOLDATO ROSSO 9 !
sàr eirimasto a Casa volontieri ; e lui che ha tanto
da perdere e che sarebbe potuto rimanere,e
voluto partire . Ci deve essere una ragione , visto
che Luciano non e nè matto nè
E allora gli vennero in mente i clamori d'
entu
siasmo del la fol la che li aveva accompagnati
al la stazione , gli uomini che applaudivano , le
signore che piangevano e che gettavano fiori .
Rivide i muratori , quelli della più fiera e più
audace delle Leghe , che si affacciavano dai
ponti del le case in costruzione a gridare evviva
e a sventolar bandierine tricolori . Sential l'
orec
chio I'
inno di Mameli , intuonato da ventimila
persone , e le parole che parlavano del l'
Italia
ridesta . ! L'
I tali a ! L'
I talia ! Ah , perchè dunque
ora piangeva pensando a quella sera , egli che
allora era passato quasi sdegnoso fra gli inni e
le grida ? Quale nuovo senso gli saliva dal pro
fondo del cuore, se ora , contro la sua volontà
vacillante, egli lacrimava e si sentiva tutto fre
mere e vibrare , e si pentiva di non aver can
tato e gridato anche lui ? Oh , Italia , Italia !
92 IL SOLDATO ROSSO
E il pensiero del pericolo vicino , del combat
timento prossimo, del la morte probabile , anzichè
spaventarlo lo esaltò . Al lora egli provò a pen
sare alla cara lontana , al suo bene più prezioso
e desiderato , perchè essa almeno gli donasse la
forza per non esser vile . Ma non valse . Rosetta
sorrideva , ed era vestita di bianco , col garofano
rosso nei capel li e un mazzo verde di cedrina fra
le braccia . E gli pareva che essa e le compagne
della Lega andassero sullo stradone cantando
non già gli inni sovversivi ma l'
inno magico
della rinascita e della vittoria . I talia ! I talia !
Cosi l'
alba lo trovò accanto a Luciano ,fuori della ridotta , al riparo di un mucchio di
sassi . Qualche palla cominciò a sibilare , senza
colpire nessuno . Al lora i soldati risero e scher
zarono . Poi la fucileria divenne più fitta,e un
soldato dell'
ultima fila gettò un grido e si rotolò
nella sabbia . Casimiro ebbe un brivido, che il
tenente avvertì !
Non aver paura del sangue ! è rosso
il tuo colore
IL SOLDATO ROSSO 93
Ma non aveva ancora terminato di parlare
che una pal la nemica strisciò fra i sassi e , quasi
morta , gli scalfi la fronte . Il sangue zampillò
dalla piccola ferita , e Casimiro si alzò in piedi
chiamando soccorso .
! i tto , animale ! Non è nulla gridò
il ferito ; e quando lo vide in piedi , gridò anche
più forte ! Giù, perdio ! Sei scoperto, non
vedi ?
In quel momento un colpo scoppro a cin
quanta metri , di dietro un monticello insidioso .
Casimiro senticome una mazzata al capo , girò
su se stesso due volte , poi cadde a braccia
aperte , fulminato .
Martina abitava una capanna sol itaria , in
al to, al limitare dei faggi . Due ruscel li scende
vano dal pendio e si mescolavano davanti al la
casa formando una cascatella fragorosa . La
valle era lunga e stretta e tutta coperta di
bo schi, talchè, nelle mattinate chiare, pareva
che gli alberi e le case di rimpetto si potes
sero toccare Con la mano . Lo stesso accadeva ,
la notte , con le stel le le quali pendevano sul le
cime dei faggi come fr utti d'
oro .
La povera donna era rimasta vedova nel
l rnverno ; aveva pianto tutte le sue lacrime ,ma non aveva perduto il coraggio . Bisognava
pur vivere per il piccolo Cirillo, che non aveva
ancora due anni e non poteva stare senza la
mamma . Assomigliava a lei, che non era mai
98 IL FIGLIO PERDUTO
stata bella ; aveva la testa grossa, le gambette
storte,il naso a punta, e gli occhi simili a due
capocchie di spillo . Ma ella non guardava tanto
per il sotti le e lo amava anche di più allorchè
pensava al suo povero uomo morto .
Quando si cominciavano a sciogliere le nevi
e l'
aria dolce destava i rami addormentati e i
ruscel li cantavano scendendo al fiume e nei
cigli a mezzogiorno qualche violetta spuntava,e le vacche uscivano dalle stalle , e i pastori
cercavano le scorze novelle per farne i fl auti ,e le nuvole leggere passavano senza fermarsi ,Martina , avendo terminato le sue piccole prov
viste,cominciò anch
'
essa a lavorare nel bosco
ed a coltivare presso la casa un orticello . Il
paese non era lontano , benchè il fianco della
montagna lo nascondesse . Vi erano alcuni bor
ghesr agratr I quali avevano compassione di lei,
e compravano volentieri i fiori selvaggi e le
cicorie dell'
orto . Meglio fu quando venne la
estate . Allora il bosco era pieno di fragole , di
funghi , di mirti lli e di prugne selvatiche ! tutti
I 00 IL FIGLIO PERDUTO
I l mio figliolo ! I l mio figliolo ! E solo ;lassù
,all ' aperto ! il temporale me lo ucciderà !
I buoni borghesi tentarono invano di tratte
nerla,perchè i fulmini cadevano con fracasso
spaventoso e la grandine era così fitta che in
terra pareva caduta la neve . Ambrogio a stento
la persuase a prendere un grosso ombrello di
incerato ; ma , fatti pochi passi , el la lo gettò ,
perche'
voleva camminare spedita .
La montagna era tutta un torrente ; tronchi
e macigni avevano ostruito i sentieri ! ma sotto
gli alberi la grandine non picchiava , e di
tutto il resto ella non aveva paura . E poi , i
temporali in montagna passano presto ; infatti
quando ella , Iacera ed ansante , coperta di fango
e molle di pioggia , coi capelli arruffati e gli
occhi stravolti , comparve davanti al la capanna ,
l'
acqua era cessata e un lembo di azzurro ap
pariva tra le chiome dei faggi .
Ma il piccolo Cirillo non c'
era pru. Dalla
inferriata pendeva l 'estremità della corda tron
cata . In terra, non vi erano tracce ! o , se vi
IL FIGLIO PERDUTO IO!
erano state , l'
acqua scendendo le aveva can
cellate . Martina chiamò più volte ad alta voce ;
nessuno rispose . La porta era chiusa, ed el la
aveva in tasca la chiave . Forse il piccolo si
era smar ri to nel bosco , cercando un rifugio tra
gli alberi . Benchè fosse così stanca da sentirsi
morir e , ella cominciò a correre sù e giù per i
noti sentieri , chiamando e gridando , frugando'
nel le macchie , cercando nel corso tortuoso dei
ruscelli . Intanto era tornato il sole , e l'
aria era
tiepida , e la montagna sembrava immersa in un
bagno d'
oro . Ma il fanciullo non c'
era e non
ri spondeva . Un pastore che aveva udito le grida
di Martina ed era accorso con un grosso cane ,
l'
aiutò nella ricerca ; ma invano . Poi ne vennero
al tri , qualcuno salidal paese, perchè in mon
tagna la voce della sventura mette le ali ; es
sendo venuto il tramonto , accesero le torce e
tutta la notte , in venti , in cinquanta , in cento ,
percorsero tutta la valle coi cani , frugandola
negli angoli più riposti che essi conoscevano a
meraviglia. Spuntò l'
umida alba d'
autunno, ed
02 IL FIGLIO PERDUTO
essi cercavano ancora . Più tardi suonò dalla
pieve il rintocco argentino del mezzogiorno e
fumarono i casolari ; ed essi , con la madre in
faticabile a capo , cercavano ancora . Quando fu
i l veépro , gli uomini tornarono al le loro case ;
e il curato trasse Martina in disparte e le
disse
Figl ia mia , fatti coraggio . È certo che
Irnondazione ha travolto il tuo povero bambino
e lo ha portato lontano lontano , di dove non
tornerà più . Anzi, a quest'
ora egl i è certamente
nel santo Paradiso , e prega per te . Fatti coraggio ,
e pensa che il Si gnore Iddio ha voluto cosi.
Ma la povera donna scosse ostinatamente il
capo , e non fu persuasa dalle parole del prete
No , io non posso credere a quello che
mi dite . I l buon Dio misericordioso non può
aver voluto una cosa tanto orribile . Il mio
Cirillo non e morto , ed io son certa che lo
ritroverò .
I l curato sospirò , perchè temette che i l do
lore la facesse impazzire .
04 IL FIGLIO PERDUTO
bambini che piangevano , ma gli uomini sem
bravano contenti .
Perchè non vieni con noi ? Non sarai
sola , conoscerai un altro mondo , e tornerai con
molto denaro . Vieni con noi .
Ella sorrise e non ri spose neppure . Un'
altra
volta sali da lei Ambrogio , il ricco mercante ,
e per prima cosa le pagò i funghi di quel giorno ;
e poi le disse
Mia moglie è vecchia e stanca . In casa
mia c e bisogno di una brava donna che si
curi di noi poveri vecchi . Vieni con me . Avrai
un buon salario , e sarai trattata come una della
famiglia .
Ma ella non accettò , perchè temeva che
intanto il suo bimbo tornasse lassù e non la
trovasse . Più tardi , venne un uomo , un ricco
contadino a cui era morta sei mesi prima la
moglie .
Martina , io sono solo con sette figlioli
che non hanno più la loro mamma . Non ci
potremmo sposare ? Voi fareste da madre ai
IL FIGLIO PERDUTO ! 05
miei bambini , e così vi confortereste della per
dita del vostro che non torna più .
Ma ella non lo lasciò proseguire , anzi lo
cacciò con male parole .
Cosi venne l'
inverno , e incominciarono le
nevi . D i notte infuriava la bufera , e il vento
scoteva le pareti della capanna come se avesse
voluto minarla. Sibi lava tra i rami nudi dei
faggi con accenti umani . A llora Martina scendeva
dal le ttuccio , si vestiva in fretta, e correva fuori
nel buio , in cerca del fanciullo la cui voce le era
sembrato di sentir e nel fischio del la tempesta .
Poi un giorno i l tempo fu bello . Il sole era
un poco pal lido ; ma po ichè la montagna era
tu tta ghiacciata , la sua luce bastava ad abbar
bagliare con tutti i colori dell'
iride . Ogni al
bero pareva di cri s tal lo ; e vi era un grande
silenzio , perchè i torrenti scorrevano so tto una
cros ta di ghiaccio , e il loro canto non giungeva
fino agli orecchi degli uomini .
Passò il ricco contadino con una gerla sulle
spal le .
1 06 IL FIGLIO PERDUTO
Vado al paese per le provviste . Non
sai ? Domani è il Natale .
Il Natale ? domandò Martina , che
stando sempre sola, aveva perduto la nozione
del tempo .
S icuro, i l Natale . E stasera a mezza
notte torna il bambino Gesù ; concluse con
un riso cattivo .
Martina rientrò in casa, gettò un fastel lo
sul fuoco , e si mise a pensare al bambino
Gesù, che, da tempo immemorabile , tornava
ogni anno sulla terra . Tornava solo ? O non
tornavano con lui anche gli al tri bambini che
erano smarriti in un paese lontano ? Ebbene ,la sera a mezzanotte conveniva adorarlo e
aspettarlo ! forse ella lo avrebbe veduto e gli
avrebbe parlato e avrebbe avuto notizia del suo
piccolo che doveva oramai essere impaziente di
rivedere la mamma .
Così, quando dal paese giunse i l suono delle
campane che annunziavano la messa di mezza
notte , ella si mise sul la soglia ad aspettare .
I 08 IL FIGLIO PERDUTO
tremava di freddo e d'
angoscia , temendo che
il suo Cirillo non fosse tra loro .
ah ! due gambette storte , un naso a punta, una
grossa testa , due occhi Era lui ! era
lui che tornava nel la notte di Natale col bam
bino Gesù .
Poichè egli col dito le fece cenno di tacere ,
Martina lo seguì senza dir parola, benchè il
suo cuore fosse in tumulto ed ella ardesse dal
desiderio di s tringerlo fra le braccia . Cammi
uarono così tutta la notte ; e quando l'
alba fu
vicina, s i trovarono in alto su un ripiano gelato
da cui non si vedeva che il cielo stellato e
una immensa distesa di ghiacci .
La compagnia al lora si fermò , e i l fanciullo
dal la croce si avvicinò a Martina e le disse
Queste sono le anime dei bambini morti
che hanno lasciato le loro mamme sole nel
mondo . Ogni anno, nel la notte di Natale , io li
porto con me sulla terra , e lifaccio passare
davanti al le loro case . Ma le loro madri o si
sono gra consolate, o non sospettano la mia
mrsericord‘
ia . Da pm di un secolo non avevo
trovato una buona mamma come te , una mamma
I fortemente volesse il ritorno del suo
Cositu hai fatto il miracolo . Prendi
e tuo .
Tutto disparve in una musica angelica , e la
madre e il figlio rimasero soli .
al le volte è dolce obliare la realtà
presente e rivivere nei tempi lontani , udite la
beffa che madonna Verdespina fece una notte
in un orto di Prato a un cavaliere infedele .
Madonna Verdespina era la più bella gio
vane di Prato ! di quella Prato le cui donne
prendeva allora a modello i l divino Agnolo
Firenzuola per i suoi aurei dialoghiDel le bel
lez ze del le donne. I suoi capelli erano biondi
e crespi , come voleva la moda dei poeti ; e
quand'
el la correva giocando con le amiche
per i viali del suo giardino alle porte di Prato ,
sembrava veramente la bella fiera agile e cru
dele che messer Francesco aveva veduta errare
per le solitudini della Provenza nei bei ver
zieri. Ma il suo cuore non era restio al l'
amore
LA VENDETTA DI VERDESPINA
chè anzi le piaceva di amare e di essere amata , nè
invano le sorridevano i più bei giovani del la città .
E poichè in ogni suo atto tutto era una grazia
somma e l'
amore pareva la sola cosa che fosse
fatta per lei , taceva la invidiosa malignità delle
compagne e i l maturo filosofo marito dormiva .
Orbene , un giorno madonna Amorrorisca,
che amava Verdespina come una sorella, la
trovò piangente in un angolo del giardino,ai
piedi di una Venere i gnuda , fra una siepe di
allori e una fontanella , nel cerchio di alcuni
snelli cipressi neri .
Perchè piangi ? domandò la donna
ancor bella , ma non pru giovane , sedendosi
vicino alla dolce amica e baciandole le guance
mol li di lacrime .
Ahimè ! rispose Verdespina . lo
temo di conoscere oggi per la prima volta l'
ira
e il dolore dell'
abbandono . La cosa mi è cosi
nuova , che non so darmene pace .
Infatti , non so chi possa essere così stolto
da trascurare un tale tesoro . Forse
LA VENDETTA DI VERDESPINA
guire . Oh , d'
ora in poi , non l e sarebbero màn
cati gli amatori ! Ma il suo animo deluso vo
leva intanto una allegra vendetta .
Ho saputo diss'
el la!pi! tardi quando
la grande ira cadde e'
tutto il giardino taceva
nella prossimità del meriggio ho saputo dalla
vecchia fante Catera che egl i ora spasima
d ietro le grazie mature del la Gemmetta dei
For teguerri, e che ella è restia . Le Sue guance
troppo rosse lascerebbero cadere tutto il colore
sotto la furia dei baci ; così ella Serba la sua
virtù .
E la donna di lui è cosipazza del ma
ri to , che si duole continuamente di essere ne
gletta . Ah ! uoministol ti e sconoscenti ! Fra te
che lo amavi e la'
m'
oglie che lo vuole , egli si
perde con quella a cui le tinture ed i bel letti
dànno a stento un'
apparenza di gioventù .
Sua mormorò la bella donna
con un sorriso crudele . Poi rise a lungo con
squilli argentini . Poi si chinò al l'
orecchio deI
l'
amica, parlando sottovoce con piccol i sussul ti
LA VENDETTA DI VERDES PINA I I 7
di r rso . I suoi occhi brillavano come stelle , e
avevano la malizia vivace e fluida degli infanti .
E sia come tu vuoi acconsentì Amor
Egli è sciocco e presuntuoso , e fa
cilmente cadrà nella rete . lo spero che questa
notte noi rideremo insieme di lui
E se ne andò facendo ondeggiare le mem
bra sode e abbondanti , mentre l'
amica odorava
la cedrina in fiore, che olezza acutamente e
punge quasi come un'
ortica ì entile.
Madonna Amorrorisca trovò Ricciardo Nic
colai mentr'
egli usciva dal Duomo ove soleva
recarsi per le funzioni di uno zio canonico da
cuiattendeva l'
eredità . Invano aveva attesa la
Gemmetta, di cui lo allettavano, come uomo vi
zioso , certe mosse perverse che spandevano in
torno il peccato . Amorrorisca , passando sotto il
pulpito sospeso,gli fu incontro gaiamente , e disse
Beato,o Ricciardo, chi ti vede ! Non
ti ricordi più di me ?
IIS LA VENDETTA DI VERDESPINA
Ei ebbe un sorriso fatuo, e ri spose cori
molta degnazione
So chi ti manda , Amorrorrsca. Dirai
alla tua amica che assai ci godemmo, e che
Tu sei in errore interruppe la donna ;non
'
mi manda Verdespina. Ah ! Ah !
continuò ridendo guardalo il bel giovane
che si credeva averla fatta a una Verdespina !
Ma tu non sai tu , babbione, che già da dieci
giorni ella ne amava un altro , cosiche tu non
avevi altro che le briciole del banchetto ?
Ricciardo s'
impennò e impal lididi orgog lio
offeso . Ma finse tranquillità , e disse
Forse non è vero . Comunque , io ne
amo una che mi piace troppo più di lei.
Lo so acconsentì la femmina scal tra ;
tu ami madonna D ianca, ed ella non ti
vorrà mai .
D isse Ricciar do ridendo superbamente
T'
inganni. Io non amo lei.
Disse la donna con aria misteriosa
1 20 LA VENDETTA DI VERDESPINA
contenuto dava un cosivivo splendore , che un
monaco che allora entrava nella piazza, incon
trandola , celiò
Dove andate a peccare , madonna Amor
rorisca
Ora le due belle donne stavano con una
terza a un balcone che guardava sulla cam
pagna . La notte era chiara e piena di stelle
cosiche si scorgevano i colli su cui i cipressr
ponevano come un pettine d'
ebano che il vento
notturno faceva armonioso .
Voi potrete toccare con mano quello
che da tempo sospettate col vostro dolore
disse Verdespina . L'
ora è prossima e fra
poco egli sarà qui .
Non lo ri5parmiate I aggiunse Amor
rorisca . Cosi si puniscono gli infedeli .
Taci ! comandò Verdespina .
qui !
Infatti Ricciardo in quel momento giungeva
LA VENDETTA DI VERDESPINA 1 2 1
alla porta e trovava la vecchia che lo attendeva .
Le tre donne lo intesero sal ir cautamente le
scale , percorrendo in punta di piedi un lungo
androne , ed entrare nella camera attigua , dove
una fioca lucerna ardeva . Poi si sentiil passo
claudicante della vecchia che lo lasciava solo .
Ecco ; andate ! mormorarono sotto
voce le due amiche al la terza donna . Ma ella
esitò
sarà veramente lui ?
Amorrorisca alzò la tenda di broccato, e la
spinse dentro , dicendo !
Ecco , messer Ricciardo, quella che tu
cercavi .
E Verdespina, dietro
E te la manda Verdespina con la felice
none !
Ma un ur lo feroce risuonò . E la donna, la
moglie che toccava con mano il tradimento , si
lanciò contro I'
infedele con gli artii tesi e lo
graffiò . E poichè egli voleva difendersi , gli
morse una mano a sangue , e ancora lo graffiò .
1 22 LA VENDET TA DI VERDESPINA
Egli fuggiva per la camera rovesciando le seggiole e gli scanni , come un grosso cane sul la
cui cervice s i sia aggrappato ungatto inferocito .
E mugghiava come un toro, saltabeccando
come un pecorone in amore .
Così Verdespina , che emulava con le membra
la snella grazia dei suoi cipressi pratesi, castigò
lo stolto infedele .
La‘
visita pastorale
La donna e il filosofo .
La
del g ioco
La Torre del Fattucchio .
Il soldato rosso
Il fig lio perduto
Verdespina