Gli infortuni sul lavoro e le malattieprofessionali nel comparto
Industria del LEGNORegione del Veneto
Anni 2000-2007
Cavallo Ligneo - Palazzo della Ragione - Padova(particolare)
Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nel Comparto
Industria del LEGNO
Regione del Veneto
Anni 2000 - 2007
Dicembre 2009
Programma regionale per l’Epidemiologia Occupazionale Coordinatore del Programma : dr. Franco Sarto - Spisal AULSS 16 Il documento è stato realizzato a cura di: dr. Franco Sarto dr. Roberto Agnesi dr.ssa Michela Veronese
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PRESENTAZIONE
Il Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro sottoscritto tra Governo, Regioni e Province Autonome e reso esecutivo con DPCM 17.12.2007 formalizza l’impegno assunto dai firmatari al fine di garantire, su tutto il territorio nazionale, un livello omogeneo di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. La Regione del Veneto recepisce gli obiettivi strategici delineati dal Patto nella pianificazione delle azioni regionali di settore definendo conformemente anche gli ambiti prioritari di intervento in funzione della diffusione e/o gravità dei rischi connessi. In tale contesto il comparto della lavorazione del legno rappresenta un settore strategico per il numero degli addetti, per l’indice infortunistico oltre che per la presenza di rischi di malattia professionale. La presente pubblicazione raccoglie informazioni utili per monitorare il fenomeno e individuare eventuali soluzioni da proporre nel tempo, in grado di orientare l’azione svolta dal “Sistema di promozione della salute e sicurezza” inteso come complesso dei soggetti istituzionali che concorrono con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori (art. 2 del D.Lgs. 81/08). Tali soggetti trovano il loro coordinamento nell’ambito del Comitato Regionale istituito ai sensi dell’art. 7 del D.lgs. 81/08 che annualmente pianifica le proprie attività di prevenzione, vigilanza e assistenza. Si auspica che in un momento di crisi economico-produttiva come quello attuale la presente analisi, mantenendo alta l’attenzione sulle tematiche di sicurezza e salute sul lavoro, sostenga le aziende virtuose che implementano al loro interno sistemi di organizzazione per la gestione della sicurezza contribuendo a fare in modo che la qualità delle aziende sia misurata anche in funzione dell’impegno speso dalle stesse per la tutela della salute del lavoratore.
Ing. Sandro Sandri
Assessore alle Politiche Sanitarie
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Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nel Comparto
Industria del Legno
Anni 2000 – 2007
INDICE
PRESENTAZIONE ............................................................................................................................................. 3
METODI E DEFINIZIONI............................................................................................................................... 7
Definizione del comparto ................................................................................................................................. 7
Periodo di riferimento ....................................................................................................................................... 8
Definizioni........................................................................................................................................................... 9
LA STRUTTURA PRODUTTIVA .................................................................................................................. 14
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO .................................................................................. 23
Analisi per Provincia........................................................................................................................................ 33
Analisi per ULSS .............................................................................................................................................. 37
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE...................................................................................................43
DINAMICA DEGLI INFORTUNI ................................................................................................................ 52
Tipo di Luogo................................................................................................................................................... 52
Tipo di Lavoro.................................................................................................................................................. 54
Attività fisica specifica ..................................................................................................................................... 55
Deviazione......................................................................................................................................................... 57
Contatto............................................................................................................................................................. 58
Natura e sede della lesione.............................................................................................................................. 61
Infortuni Stradali in orario di lavoro ............................................................................................................. 63
INFORTUNI MORTALI .................................................................................................................................. 66
LAVORATORI STRANIERI ........................................................................................................................... 72
MALATTIE PROFESSIONALI ...................................................................................................................... 77
CONCLUSIONI.................................................................................................................................................. 83
METODI E DEFINIZIONI
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METODI E DEFINIZIONI
Definizione del comparto
In questo lavoro viene trattato il comparto Legno, così come viene individuato a partire dalla voce di
tariffa INAIL assegnata alla PAT (Posizione Assicurativa Territoriale; vedi paragrafo definizioni) in
base alle lavorazioni eseguite dal personale che ad essa afferisce; non sarà utilizzata, come era accaduto
per le precedenti pubblicazioni, la classificazione ATECO che è riferita, invece, al prodotto principale
realizzato dall’azienda. I motivi della scelta sono molteplici: in primo luogo la voce di tariffa è soggetta a
controllo da parte dall’INAIL, poiché serve per calcolare il premio assicurativo dovuto dall’azienda e
per questo motivo è verosimile che descriva in modo più appropriato l’attività lavorativa effettivamente
svolta; essa individua un gruppo di lavoratori realmente esposti al rischio, mentre il codice ATECO
attribuito all’azienda (uguale per tutte le PAT anche se il personale non svolge quella specifica
lavorazione) viene soltanto recepito da INAIL. In secondo luogo, la voce Ateco “DD Industria del
legno e dei prodotti in legno” non include la fabbricazione di mobili, che si trova all’interno della voce
“DN Altre industrie manifatturiere”, e quindi esclude una parte molto consistente delle lavorazioni del
legno, peraltro difficilmente individuabile all’interno categoria DN.
Quando si parla di comparto Legno in questa pubblicazione si intende quindi l’insieme delle aziende e
dei rispettivi infortuni che si colloca nel comparto “06 Industria del legno” e che corrisponde alle voci
di tariffa INAIL da 5000 a 5330. All’interno del comparto si individuano 3 gruppi di tariffa: la “prima
lavorazione del legno”, le attività di “falegnameria e restauro” e la “lavorazione di materiali affini al legno”.
Un limite dell’utilizzo delle voci di tariffa rispetto al codice ATECO è costituito dall’impossibilità di
confrontare i dati con altre elaborazioni basate sull’attività economica, che è frequentemente utilizzata
nei raffronti internazionali.
Ogni PAT può avere fino a 4 voci di tariffa, quella che viene usata per suddividere le PAT nei diversi
comparti è la “prima voce di tariffa”. Nell’ultimo aggiornamento dei Flussi informativi INAIL ISPESL
REGIONI e Province Autonome, fonte dei dati utilizzata per questo lavoro, è stata effettuata una
revisione dei comparti per gli anni a partire dal 2005, ponendo come prima voce di tariffa quella
corrispondente alla lavorazione principale svolta dalla PAT (cioè quella con più addetti assicurati); per
gli anni 2000-2004 invece può accadere che la prima voce di tariffa sia una lavorazione accessoria. La
correzione effettuata determina un disallineamento dei dati per comparto tra le versioni precedenti dei
Flussi e quest’ultima edizione e, all’interno degli ultimi Flussi, tra il periodo 2000-2004 e 2005-2007. Il
disallineamento tuttavia è rilevante soprattutto nei comparti Commercio e Sanità, mentre nel comparto
METODI E DEFINIZIONI
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Legno è irrilevante: in esso la differenza riguarda meno dello 0,5% delle PAT, quindi lo si può ritenere
un fatto trascurabile.
Agli eventi, infortuni e malattie professionali, viene attribuita la voce di tariffa con cui sono assicurati
che, in caso di PAT con più voci di tariffa, può essere diversa dalla prima voce della PAT: pertanto un
infortunio, o una malattia, possono trovarsi collocati in un comparto diverso da quello della PAT di
appartenenza. Questo si verifica per circa il 3% degli infortuni delle PAT del comparto Legno, tra essi i
due terzi appartengono al comparto Servizi (addetti a macchine da ufficio). Poiché analizzando il
numero assoluto di infortuni è senz’altro utile fare riferimento alla lavorazione specifica svolta
dall’infortunato, ma quando si calcolano gli indici di incidenza per comparto questo induce distorsioni
negli indicatori, abbiamo scelto di correggere il comparto attribuito agli infortuni, assegnando ad ogni
infortunio lo stesso comparto della PAT di cui fa parte, corrispondente quindi alla prima voce di tariffa
della PAT. I risultati di questa elaborazione sono quindi leggermente diversi da quelli ricavabili
direttamente dai Flussi; sono però confrontabili con quelli delle precedenti pubblicazioni del COREO
(per es. “Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione del Veneto, anni 2000-2006”); la
differenza con i Flussi per il comparto Legno comunque è esigua poiché gli infortuni corretti sono circa
il 3%. Nella parte relativa alle malattie professionali per il comparto invece non è stata effettuata alcuna
correzione.
Periodo di riferimento
I dati di questa elaborazione, che si riferiscono al periodo 2000-2007, sono tratti dai Flussi INAIL,
ISPESL, Regioni e Province Autonome – edizione 2008; l’estrazione dagli archivi produttivi INAIL è
stata effettuata in aprile 2008 mentre la consegna alle Regioni e alle ULSS è avvenuta in dicembre 2008.
Si ricorda che i dati sono soggetti ad aggiornamento fino ai due anni successivi a quello cui si
riferiscono, pertanto gli anni 2006 e 2007 sono da considerare ancora provvisori, soprattutto l’ultimo:
per questo anno evento, infatti, il 2,4% degli infortuni del comparto Legno è ancora in attesa di
definizione, essendo però una percentuale bassa, in questo lavoro verrà comunque mostrato anche il
dato 2007. Le informazioni relative al 2006, per quanto anch’esse soggette ad un ulteriore
aggiornamento, presentano un grado di completezza superiore al 99%.
Il numero di addetti stimati che operano nelle PAT è disponibile soltanto fino al 2006, quindi gli
indicatori di incidenza non possono essere calcolati per il 2007.
Le informazioni relative alle malattie professionali denunciate sono state estratte dagli archivi INAIL
per anno di competenza, cioè sono state prese in considerazione tutte quelle che sono state notificate
all’INAIL con anno di manifestazione dal 2000 al 2007.
METODI E DEFINIZIONI
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Le informazioni relative alle professionali definite si riferiscono, invece, agli anni di esercizio, cioè si
tratta dei casi “trattati o ritrattati” da INAIL negli anni dal 2000 al 2007, indipendentemente dall’anno
di manifestazione della malattia. In genere nel testo verranno considerate solo quelle manifestatesi dal
2000 al 2007, salvo diversa indicazione. Gli anni 2006 e 2007 (ma soprattutto il 2007) sono da
considerare ancora provvisori al pari degli infortuni; circa il 30% delle malattie denunciate nel 2007 è in
attesa di definizione al momento dell’estrazione dei flussi. La pratica di malattia professionale può
essere riaperta a distanza di tempo ed essere rivalutata, quindi nell’archivio delle malattie definite la
stessa malattia si può trovare registrata due o più volte con esiti diversi; questi duplicati sono stati
eliminati mantenendo la definizione più recente.
Definizioni
PAT (Posizione Assicurativa Territoriale): è utilizzata da INAIL per gestire il rapporto
assicurativo con le aziende ed ogni record presente negli archivi aziende dei flussi informativi
corrisponde ad una PAT. Tuttavia non vi è una relazione univoca tra azienda e/o unità locale e
PAT anche se, nella maggior parte dei casi, una PAT configura anche una unità locale. Infatti vi
sono casi di unità locali a cui vengono attribuite più PAT in relazione a gruppi di lavoratori esposti
a rischi diversi ma che operano nella stessa sede; tipicamente questo caso si verifica per
differenziare la situazione assicurativa degli impiegati (che in base alla voce di tariffa vengono
attribuiti al comparto “servizi”) e gli operai che effettuano materialmente la lavorazione. Esiste
tuttavia il caso in cui, per agevolare il rapporto assicurativo di aziende plurilocalizzate, le masse
salariali di più unità locali vengono concentrate in un’unica PAT (accentrante o sede madre); in
questo caso, nell’archivio distribuito, non sono disponibili informazioni sulle “PAT figlie”. A ogni
PAT vengono assegnate una o più voci di tariffa in base alle lavorazioni svolte anche se la
maggioranza della PAT ha una sola voce.
Voce di Tariffa: codice assegnato dall’INAIL per classificare l’attività svolta nella PAT e
conseguentemente il rischio e il relativo premio assicurativo. Nell’archivio Flussi Informativi ogni
PAT può avere fino a quattro voci di tariffa usate in caso di compresenza di più lavorazioni a
diverso rischio, tuttavia la maggioranza delle PAT ne ha una sola; a partire dall’edizione 2008 e con
riferimento agli anni 2005 e successivi, la prima voce di tariffa è quella che corrisponde al gruppo di
lavoratori più rappresentativo di quella PAT.
Addetti: corrisponde alla somma dei dipendenti, degli artigiani e degli appartenenti alle cosiddette
polizze speciali; per i dipendenti si tratta del numero stimato di lavoratori assicurati, ricavato dal
METODI E DEFINIZIONI
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monte salari dichiarato dall’azienda; più precisamente corrisponde al numero di addetti/anno dove
1 addetto=300 giornate lavorative retribuite. Per effettuare il calcolo si utilizza il monte salari
complessivo rapportato alla retribuzione media per provincia e settore di attività dei soggetti
infortunati. Per gli artigiani e gli addetti di PAT assicurate con polizze speciali, si tratta invece di
soggetti conteggiati pro capite.
Infortunio denunciato: qualsiasi evento infortunistico di cui l’INAIL viene a conoscenza
attraverso una denuncia di infortunio da un datore di lavoro o un certificato medico. Essi vengono
tutti registrati e poi singolarmente verificati: al termine dell’iter sanitario e amministrativo si avrà un
infortunio definito positivamente (riconosciuto) o negativamente.
Infortunio riconosciuto: infortuni il cui iter si è concluso con la definizione “Temporaneo”,
“Permanente”, “Mortale Con Superstiti”, “Mortale Senza Superstiti”, “Regolare senza indennizzo”.
Questi sono gli infortuni che per l’INAIL rientrano nella definizione legale di infortunio sul lavoro
(T.U. 1124/65). Le prime 3 categorie ricevono un indennizzo economico da parte dell’Istituto e
vengono dette “infortuni indennizzati”.
Infortunio definito negativamente: sono gli infortuni con definizione “Negativo” o “Franchigia”.
Nel primo caso l’infortunio non è stato riconosciuto perché non possiede i requisiti di legge, quali,
per esempio, la causa violenta, l’occasione di lavoro, ecc. Nel secondo caso l’infortunio non viene
riconosciuto perché non ha determinato un’assenza da lavoro superiore a 3 giorni. Solo con le
modifiche apportate dal D.Lgs 81/2008 è stata resa obbligatoria (dopo l’emanazione di decreti
attuativi ancora non pubblicati in G.U.) la trasmissione telematica all’INAIL, ai soli fini statistici,
anche di questi eventi; dal 1994 (con il DLgs 626/94) era obbligatoria la registrazione sul registro
infortuni, ma non la comunicazione all’INAIL, degli eventi con prognosi compresa tra uno e tre
giorni escluso quello dell’evento.
Infortunio in itinere: infortunio avvenuto durante il tragitto tra la sede del lavoro e l'abitazione. Se
non è disponibile un servizio mensa Aziendale, sono compresi anche quelli avvenuti durante lo
spostamento dal luogo di lavoro a quello del pasto. Non necessariamente è causato da un incidente
stradale e, viceversa, non tutti gli incidenti stradali sono infortuni in itinere: se sono avvenuti in
orario di lavoro sono considerati infortuni sul lavoro. Salvo diversa indicazione, gli infortuni in
itinere saranno esclusi dalle elaborazioni perché derivanti da carenze di sicurezza della viabilità
stradale, ambito che esula dall’intervento dei Servizi SPISAL. Il riconoscimento degli infortuni in
itinere è stato ridefinito e reso più facile nel corso del 2000 (D.Lgs. 38/2000) e quindi si nota una
importante differenza tra il 2000, in cui pochi infortuni in itinere sono riconosciuti, e gli anni
seguenti, specialmente nel sottoinsieme degli infortuni mortali. Per questo motivo, quando si
analizzeranno gli infortuni mortali, l’anno 2000 non sarà considerato.
METODI E DEFINIZIONI
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Infortunio grave: entrano in questa categoria gli infortuni che hanno causato la morte
dell’infortunato, oppure postumi permanenti con grado di almeno 1% oppure oltre 40 giorni di
assenza dal lavoro.
Infortuni esportati: sono gli infortuni avvenuti a dipendenti al di fuori del territorio in cui ha sede
la PAT. L’attenzione, in questo caso, è focalizzata sulla localizzazione (vera o attribuita in base
all’accentramento contributivo) della PAT. Ad esempio: per il Veneto è “esportato” l’infortunio di
un lavoratore che appartiene ad una PAT con sede in Veneto che si infortuna in Lombardia.
Infortuni importati: sono gli infortuni che avvengono nel territorio in analisi a dipendenti di ditte
che hanno sede PAT fuori da quel territorio. L’attenzione è focalizzata sul luogo dove è avvenuto
l’infortunio. Esempio: tra gli infortuni avvenuti in Veneto, sono importati quelli dei lavoratori
provenienti da PAT con sede in Lombardia.
Indice di incidenza senza importati: rapporto tra numero di infortuni di addetti di PAT del
territorio e numero di addetti delle stesse PAT, per 1000. Esprime il numero di infortuni che si
verificano ogni 1000 addetti in un determinato periodo e territorio. Per assicurare omogeneità tra
numeratore e denominatore è necessario escludere dal numeratore gli infortuni occorsi ad
apprendisti (artigiani e non) e gli infortuni occorsi a lavoratori interinali poiché questi soggetti non
sono compresi tra gli addetti stimati sulla base del monte salariale. In questo indicatore vengono
esclusi dal numeratore anche agli infortuni importati. Per la precisione, se l’indicatore è calcolato
per la Regione del Veneto, gli infortuni importati esclusi sono quelli importati da altre regioni; se è
calcolato per provincia, gli infortuni importati esclusi sono anche quelli importati da altre province
del Veneto, mentre se è calcolato per ULSS, gli infortuni importati esclusi sono anche quelli
importati da altre ULSS del Veneto e della stessa provincia. Per questo motivo, le incidenze
calcolate per ULSS e per provincia tendono a essere più basse rispetto a quella calcolate per la
regione; in generale questo indicatore sottostima il rischio poiché una parte degli addetti che risulta
attribuito al territorio in realtà lavora (e si infortuna) altrove. Dall’indicatore, in questa
pubblicazione, vengono sempre esclusi anche gli infortuni in itinere.
Indice di incidenza con esportati (o per Azienda): come il precedente, con la differenza che al
numeratore sono aggiunti gli infortuni esportati in altri territori; quindi è un indicatore che focalizza
l’attenzione sul territorio a cui appartiene l’azienda (o meglio, la PAT) e non sul luogo dell’evento.
In questo indicatore vi è completa coerenza tra numeratore e denominatore per cui non viene sovra
o sottostimato per effetto della mobilità dei lavoratori e/o dell’accentramento contributivo.
Infortuni del territorio – Infortuni importati Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio
Indice di Incidenza SENZA Importati =
METODI E DEFINIZIONI
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Indice di incidenza tradizionale: al numeratore include tutti gli infortuni avvenuti in un
territorio, compresi gli infortuni importati. Le uniche esclusioni riguardano le categorie di addetti
per cui il numero di addetti non è noto: apprendisti e lavoratori interinali. In questo indicatore
numeratore e denominatore non sono omogenei e il rischio può essere sovra o sottostimato a
seconda del prevalere dell’importazione o dell’esportazione in un determinato territorio; senza l’uso
sinottico degli altri due indicatori non è nemmeno possibile ipotizzare se e quanto possa essere
sovra o sotto stimato.
Indice di Gravità (o rapporto di gravità): E’ espresso come giornate convenzionali perse in
media per addetto. Le giornate convenzionali sono calcolate come indicato dalla Norma UNI 7249.
Gli infortuni presi in considerazione in questa pubblicazione per il calcolo sono stati selezionati con
gli stessi criteri usati per il calcolo dell’Indice di incidenza senza importati.
Percentuale di infortuni gravi: esprime la proporzione di infortuni gravi sul totale infortuni, per
100. È un indicatore di gravità puro rispetto al precedente (che in realtà è un indicatore sia di gravità
che di incidenza) e sarà infatti privilegiato nelle valutazioni di gravità degli infortuni.
Malattia professionale denunciata: analogamente agli infortuni sul lavoro, sono tutte le malattie
di cui giunge notizia all’INAIL attraverso la denuncia effettuata da un datore di lavoro o un
certificato medico inviato da un lavoratore.
Malattia professionale riconosciuta: malattia che l’INAIL ha riconosciuto come professionale e
quindi ha definito “Temporanea”, “Permanente”, “Mortale Con Superstiti”, “Mortale Senza
Superstiti”, “Regolare senza indennizzo”. Per il riconoscimento delle tecnopatie l’INAIL si attiene
oggi alle tabelle del DM 09/04/2008, ma all’epoca a cui risalgono questi dati erano ancora in vigore
quelle originariamente allegate al D.P.R 1124/65. Una malattia rientrante tra quelle previste dalla
tabella (per cui si applica la presunzione legale di origine) è detta appunto “malattia tabellata”. Le
malattie non rientranti tra quelle previste, e perciò dette “non tabellate”, possono essere
7500 * Infortuni Mortali + 75 *( somma gradi di inabilità) + Giornate di inabilità Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio
Indice di Gravità =
Infortuni del territorio – Infortuni importati + Infortuni esportati Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio
Indice di Incidenza CON Esportati =
Infortuni del territorio Addetti delle aziende che hanno sede nel territorio
Indice di Incidenza Tradizionale =
METODI E DEFINIZIONI
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riconosciute ma con onere della prova della sussistenza del nesso etiologico tra lavorazione e
malattia a carico dell’assicurato (sentenza C.C. 179/1988).
Per maggiori dettagli selle definizioni e sui flussi INAIL-regioni si raccomanda di consultare le
precedenti pubblicazioni del COREO o le Chiavi Interpretative INAIL distribuite con Epiwork.
LE AZIENDE
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LA STRUTTURA PRODUTTIVA
Il comparto Industria del Legno rappresenta poco più del 3% del tessuto produttivo del Veneto sia
come numero di PAT che come numero di addetti. Le PAT assicurate presso l’INAIL nel 2007 sono
11.180 e si stanno riducendo gradualmente dal 2003, diminuendo del 7,5% a fine periodo rispetto al
2000 (Figura 1). Gli addetti invece sono aumentati fino al 2004 e hanno conosciuto una flessione solo
nel 2005, per poi risalire leggermente nel 2006, con il risultato di un incremento del 2% sull’intero
periodo (Figura 2). Nel 2006 risultano assicurati 52.496 addetti secondo le stime INAIL.
Negli stessi anni il totale addetti nel complesso dei settori produttivi è invece aumentato del 13% ma ci
sono in realtà settori in espansione, soprattutto le costruzioni (+35%), l’industria elettrica (+27%), la
sanità (+22%) e i servizi (+18%), e settori in diminuzione, in particolare l’industria tessile (-26%),
l’industria conciaria (-6%) e l’industria di trasformazione dei minerali non metalliferi (-5%) (Figura 3).
Figura 1: Numero di PAT nel comparto Industria del Legno in Veneto, per anno
10.000
10.500
11.000
11.500
12.000
12.500
13.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Figura 2: Numero di ADDETTI nel comparto Industria del Legno in Veneto, per anno
50.000
51.000
52.000
53.000
54.000
55.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
LE AZIENDE
15
Figura 3: Variazione Percentuale di PAT (2007-2000) e addetti (2006-2000) nei comparti produttivi del Veneto
-30,0%
-20,0%
-10,0%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
Agr
indu
stria
Est
razi
oni
Alim
enta
re
Tess
ile
Con
ciar
ia
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o
Car
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Cos
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oni
Com
mer
cio
Tras
porti
San
ità
Ser
vizi
TOT
var % pat var % addetti
Il settore del legno1, pur essendo poco rappresentativo in Veneto come numero di addetti, è un settore
molto importante dal punto di vista economico perché produce un saldo attivo tra importazione ed
esportazione di circa 3.100 milioni di euro all’anno (media 1999-2008), pari a un terzo del saldo attivo
dell’intero sistema produttivo del Veneto. In Figura 4 si osserva che l’esportazione nel settore del
legno è infatti circa 4 volte superiore all’importazione; la forbice si è ristretta nel corso degli anni, a
causa di un aumento delle importazioni. L’esportazione si riduce nel periodo 2003-2005 per poi
riaumentare nel 2006-2007; nel frattempo aumenta notevolmente anche l’importazione. Nel corso del
2008, complice la crisi economica, sii importazione che esportazione hanno un calo.
L’importazione riguarda prevalentemente le materie prime (66% in media dal 1999 al 2008) ma nel
corso del decennio esaminato ha acquistato rilevanza l’importazione di mobili (dato 2008: 48%
importazione materie prime; 52% importazione mobili).
L’esportazione invece riguarda per il 94% i mobili e per il 6% le materie prime.
1 In questo caso il settore legno viene individuato con i codici ATECO “DD-Industria del legno e dei prodotti in legno” e “DN36-Fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere”. Non c’è quindi perfetta corrispondenza con il comparto Legno individuato con la voce di tariffa INAIL e utilizzato in questa pubblicazione. FONTE: Elaborazioni della Regione del Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale
LE AZIENDE
16
Figura 4: Importazioni ed esportazioni nel settore del legno per anno, Regione del Veneto. Valori in milioni di euro
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
Il comparto “Industria del legno” nella definizione INAIL comprende tre gruppi di attività produttive:
la prima lavorazione del legno, le attività di falegnameria e restauro e la lavorazione di materiali affini al
legno (Tabella 1 e Tabella 2). Il gruppo prevalente è il secondo, con il 94% degli addetti impegnati in
questo settore; al suo interno l’attività più rappresentata per numero di occupati è la produzione di
mobili e arredamenti (57% degli addetti di questo gruppo), seguono la produzione di infissi e imballaggi
(15%), la finitura di manufatti in legno e il restauro (8%).
La prima lavorazione del legname è diffusa in tutto il territorio regionale; in valore assoluto è prevalente
nella provincia di Treviso, ma in percentuale sul totale del comparto prevale nel bellunese (v. oltre il
dettaglio provinciale). Essa comprende poco meno del 5% degli addetti, impegnati soprattutto in prima
lavorazione dei tronchi (32%), produzione di sfogliati (25%) e tranciati (23%).
Esigua è la lavorazione di materiali affini al legno, con appena l’1,4% degli addetti, i quali si occupano
prevalentemente di fabbricazione di scope, spazzole e pennelli (52%) e produzione di mobili in vimini o
impagliatura (24%).
Il terzo gruppo è quello che ha risentito maggiormente della riduzione di comparto, riducendosi di oltre
il 20%, mentre gli altri due sono rimasti sostanzialmente stazionari negli anni esaminati, con solo
qualche lieve oscillazione.
LE AZIENDE
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Tabella 1: Numero di PAT e di addetti nel comparto Legno per anno, suddivisi per gruppo tariffa PAT - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2007% VAR%
5100 Prima lavorazione legname 372 384 400 393 385 375 379 376 3,4% 1,1%
5200 Falegnameria e restauro 11.513 11.502 12.107 11.846 11.213 11.015 10.792 10.656 95,3% -7,4% 5300 Materiali affini al legno 208 205 201 192 174 163 155 148 1,3% -28,8%TOTALE 12.093 12.091 12.708 12.431 11.772 11.553 11.326 11.180 100,0% -7,5% ADDETTI - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2006% VAR%5100 Prima lavorazione legname 2.497 2.520 2.432 2.473 2.481 2.406 2.441 - 4,6% -2,2%
5200 Falegnameria e restauro 48.063 49.645 50.432 50.061 50.710 49.099 49.341 - 94,0% 2,7% 5300 Materiali affini al legno 919 917 855 809 717 698 715 - 1,4% -22,2%TOTALE 51.479 53.082 53.719 53.342 53.907 52.202 52.496 - 100,0% 2,0%
Tabella 2: Numero di PAT e numero di addetti nel comparto Legno, suddivisi per singole voci di tariffa; Veneto, 2006
GRUPPO TARIFFA Tariffa Pat PAT 2006
% nel gruppo tariffa
ADDETTI 2006
% nel gruppo tariffa
Conservazione e prima lavorazione del legno 27 7,1% 82 3,4% Lavorazione del legno e materiali affini 6 1,6% 91 3,7% Prima lavorazione dei tronchi 211 55,7% 797 32,7% Conservazione del legname 7 1,8% 24 1,0% Produzione di tranciati 61 16,1% 566 23,2% Produzione di truciolo, lana o farina di legno 7 1,8% 33 1,4% Produzione sfogliati ed elementi legno lamellare 35 9,2% 623 25,5% Truciolo e trucioli agglomerati con non minerali 11 2,9% 25 1,0%
5100
Prim
a la
vora
zion
e le
gnam
e
Pannelli legno; agglomerati; leganti non minerali 14 3,7% 200 8,2% Falegnameria;lavorazione materiali affini al legno 228 2,1% 691 1,4% Trasformazione meccanica del legname elaborato in manufatti 1 0,0% 1 0,0%
Mobili ed arredamenti 5.186 48,1% 28.121 57,0% Infissi ed affini; imballaggi; bauli 1.864 17,3% 7.442 15,1% Laboratori di falegnameria. lavori di restauro 1.762 16,3% 3.996 8,1% Tavolette per pavimenti; attrezzi sportivi 515 4,8% 3.641 7,4% Calzature in legno; bottami 12 0,1% 87 0,2% Strumenti musicali in legno; modelli 135 1,3% 454 0,9% Macchine, attrezzi, utensili ed arnesi 13 0,1% 94 0,2% Oggetti ed articoli vari, artistici e decorativi 137 1,3% 373 0,8% Carri, slitte; natanti, imbarcazioni, velivoli 78 0,7% 328 0,7% 52
00 F
aleg
nam
eria
e re
stau
ro
Finitura di manufatti in legno 861 8,0% 4.114 8,3% Lavorazione materie prime vegetali; intreccio 10 6,5% 23 3,2% Mobili ed arredamenti in vimini; impagliatura 49 31,6% 169 23,7% Fabbricazione di scope, spazzole, pennelli 58 37,4% 370 51,7% Lavorazione sughero. farina e di pasta di legno 8 5,2% 71 9,9% 53
00
Mat
eria
li af
fini a
l le
gno
Oggetti in sostanze lavorabili come il legno 30 19,4% 82 11,4%
Come si osserva in Tabella 3 e Figura 5, quasi la metà delle PAT nel 2006 ha da 0 a 1 addetto (44%);
si tratta prevalentemente di PAT artigiane senza dipendenti (95%). Un ulteriore 28% comprende PAT
con numero di addetti compreso tra 1 e 3, e il 20% è invece nella classe di dimensione tra 3 e 10
addetti. C’è comunque un 2% di PAT con oltre 30 addetti.
LE AZIENDE
18
Un quarto degli addetti si colloca nella classe da 3 a 10 addetti e il 18% nella classe da 30 a 100, mentre
la classe 0-1, così rappresentativa per numero di PAT, comprende solo il 9% di lavoratori.
Il calo del settore ha investito soprattutto le piccole aziende da 1 a 10 addetti, che si sono ridotte di
circa il 10%, mentre le grandi, cioè sopra i 15 addetti, hanno conosciuto una fase di espansione, con una
punta di aumento del 23% per la classe da 15 a 30 addetti. Le PAT artigiane, da 0 a 1 addetto, sono
diminuite di poco meno del 5%, mostrando quindi una certa resistenza rispetto a quelle appena più
grandi.
La categoria di aziende con oltre 100 addetti è costituita per il 27% da PAT che accentrano i dipendenti
di più unità locali in un’unica sede per fini assicurativi, apparendo quindi come una sola grande azienda
mentre in realtà si tratta della somma di svariate unità locali; alcune di queste hanno realizzato
l’accentramento negli anni tra 2005 e 2006 e per questo si osserva un notevole innalzamento del
numero di addetti in questa categoria. Circa il 48% degli addetti di questa classe appartiene a una PAT
con accentramento, tuttavia sul totale del comparto le PAT con accentramento contributivo
comprendono solo il 6% degli addetti complessivi.
Nel comparto Legno gli artigiani rappresentano circa il 26% della forza lavoro assicurata, con circa
13.700 unità nel 2006; dal 2000 al 2006 sono diminuiti del 12%. I dipendenti sono quindi il 74%, con
38.700 lavoratori stimati nel 2006, e sono aumentati dell’8% tra il 2000 e il 2006.
Tabella 3: Numero di PAT e numero di addetti nel comparto Legno, suddivisi per dimensione della PAT; Veneto, 2006
CLASSE ADDETTI PAT 2006 VAR % 2006-2000 2006% ADDETTI 2006 VAR %
2006-2000 2006%
da 0 a 1 4.976 -4,7% 43,9% 4.685 -4,1% 8,9% da 1,1 a 3 3.181 -9,6% 28,1% 7.306 -10,1% 13,9% da 3 ,1 a 10 2.253 -9,4% 19,9% 13.450 -8,3% 25,6% da 10,1 a 15 366 -7,8% 3,2% 4.633 -8,3% 8,8% da 15,1 a 30 335 23,2% 3,0% 6.991 24,0% 13,3% da 30,1 a 100 187 7,5% 1,7% 9.509 11,1% 18,1% più di 100 28 12,0% 0,2% 5.923 30,3% 11,3% TOTALE 11.326 -6,3% 100,0% 52.496 2,0% 100,0%
LE AZIENDE
19
Figura 5: Variazione percentuale 2006-2000 di PAT e Addetti nel comparto del Legno per dimensione della PAT; Veneto
-15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35%
da 0 a 1
da 1,1 a 3
da 3 ,1 a 10
da 10,1 a 15
da 15,1 a 30
da 30,1 a 100
più di 100
TOTALE
Var % PAT Var % ADDETTI
Le PAT appartenenti al comparto Legno sono situate soprattutto in provincia di Treviso e Verona,
come è esemplificato in Tabella 4 e in Figura 6. Mentre in provincia di Verona sono diminuite del
12%, in provincia di Treviso la riduzione è solo del 3%. La provincia in cui il numero di PAT resiste
inalterato è la provincia di Belluno, nelle altre invece si osserva una riduzione delle PAT anche marcata
(Rovigo: -14%).
La provincia di Treviso è significativa soprattutto perché in essa si colloca ben il 41% degli addetti
dell’intero comparto Legno in Veneto e in questa provincia il comparto Legno ha un peso relativo sul
totale comparti del 7%, contro il 3% regionale. Mentre le PAT sono diminuite, gli addetti sono invece
aumentati del 9%.
La provincia in cui gli addetti sono aumentati di più è la provincia di Padova (+13%). Nelle province di
Verona, Rovigo e Vicenza sono invece diminuiti coerentemente con le PAT e nelle province di Belluno
e Venezia sono rimasti stabili.
La distribuzione dei gruppi di tariffa compresi all’interno del comparto Legno è simile in tutte le
province; si distaccano leggermente le province di Belluno e Rovigo, nelle quali la prima lavorazione del
legname comprende rispettivamente l’11% e il 10% degli addetti del comparto, contro il 5% regionale.
LE AZIENDE
20
Tabella 4: Numero di PAT nel 2007 e numero di addetti nel 2006 del comparto Legno in Veneto, suddivisi per Provincia sede della PAT
PROVINCIA PAT 2007
VAR % 2007-2000 2007%
% SU TOTALE PAT DELLA PROVINCIA
ADDETTI 2006
VAR % 2006-2000 2006%
% SU TOTALE ADDETTI DELLA
PROVINCIA 23 Verona 2.563 -12,5% 22,9% 3,9% 8.503 -11,5% 16,2% 2,7% 24 Vicenza 1.851 -6,3% 16,6% 3,0% 6.685 -4,9% 12,7% 2,1% 25 Belluno 630 2,3% 5,6% 4,2% 1.822 2,1% 3,5% 2,5% 26 Treviso 2.714 -2,9% 24,3% 4,2% 21.653 8,7% 41,2% 7,2% 27 Venezia 1.160 -13,0% 10,4% 2,0% 4.812 -0,6% 9,2% 1,7% 28 Padova 1.920 -5,9% 17,2% 2,8% 7.837 13,1% 14,9% 2,4% 29 Rovigo 342 -14,5% 3,1% 1,8% 1.184 -13,0% 2,3% 1,7% TOTALE 11.180 -7,5% 100,0% 3,2% 52.496 2,0% 100,0% 3,1%
Figura 6: Distribuzione percentuale delle PAT (2007) e degli addetti (2006) del comparto Legno per Provincia
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
45,0%
VERONA VICENZA BELLUNO TREVISO VENEZIA PADOVA ROVIGO
%PAT %ADDETTI
La distribuzione del comparto Legno per ULSS, rappresentata graficamente in Tabella 5 e in Figura 7,
rispecchia quella per provincia. L’ULSS con il maggior numero di PAT appartenenti a questo comparto
è l’ULSS 21-Legnago (13%), che è anche l’ULSS dove il comparto Legno ha il maggior peso sul totale
comparti (13,5%). Altre ULSS in cui è presente un alto numero di PAT del comparto Legno sono
l’ULSS 9-Treviso (10%), 7-Pieve di Soligo (8%) e 3-Bassano del Grappa (7%). La distribuzione degli
addetti vede invece prevalere le ULSS 9 (20%) e 7 (14%), mentre si trova soltanto al terzo posto l’ULSS
21 (11%).
L’ULSS 21 è quella in cui il comparto Legno ha conosciuto la maggiore riduzione, sia come PAT che
come addetti. Le altre ULSS, per quanto riguarda le PAT, sono in diminuzione o stazionarie, solo
l’ULSS 1-Belluno è in leggero aumento (+6%); riguardo agli addetti, invece, alcune ULSS sono in
espansione, soprattutto l’ULSS 15-Cittadella (+32%) e l’ULSS 9 (+17%); alcune ULSS sono stazionarie
LE AZIENDE
21
e altre sono in forte riduzione, in particolare l’ULSS 12-Venezia (-19%), l’ULSS 21-Legnago e l’ULSS 4
-Thiene (-17% circa per entrambe). Queste variazioni in parte dipendono dall’accentramento
contributivo messo in atto da alcune aziende produttrici di mobili negli anni tra 2005 e 2006, in
particolare questo spiega il forte incremento osservato nell’ULSS 15-Cittadella e il decremento
dell’ULSS 4 -Thiene.
Tabella 5: Numero di PAT nel 2007 e numero di addetti nel 2006 del comparto Legno in Veneto, suddivisi per ULSS sede della PAT
ULSS PAT 2007
VAR % 2007-2000 2007%
% SU TOTALE
PAT ULSSADDETTI
2006 VAR %
2006-2000 2006% % SU
TOTALE ADDETTI
ULSS 01 Belluno 435 6,1% 3,9% 4,3% 1.183 7,9% 2,3% 2,5% 02 Feltre 195 -5,3% 1,7% 4,0% 639 -7,2% 1,2% 2,7% 03 Bassano del Grappa 759 -3,7% 6,8% 5,5% 3.183 4,6% 6,1% 4,9% 04 Thiene 387 -2,5% 3,5% 3,0% 1.332 -17,2% 2,5% 2,0% 05 Arzignano 259 -7,5% 2,3% 2,1% 812 6,8% 1,5% 1,1% 06 Vicenza 446 -12,7% 4,0% 1,9% 1.357 -15,9% 2,6% 1,2% 07 Pieve di Soligo 903 -0,6% 8,1% 5,6% 7.593 2,8% 14,5% 10,3% 08 Asolo 688 -2,3% 6,2% 3,6% 3.286 -0,5% 6,3% 3,9% 09 Treviso 1.123 -5,2% 10,0% 3,8% 10.774 16,7% 20,5% 7,5% 10 S. Dona' di Piave 408 -11,1% 3,6% 2,4% 2.208 5,8% 4,2% 3,6% 12 Venezia 358 -18,3% 3,2% 1,6% 983 -19,1% 1,9% 0,7% 13 Mirano 351 -6,9% 3,1% 2,3% 1.497 7,9% 2,9% 2,2% 14 Chioggia 175 -7,9% 1,6% 1,9% 625 -5,4% 1,2% 1,7% 15 Cittadella 706 -2,1% 6,3% 3,8% 3.759 32,1% 7,2% 4,2% 16 Padova 503 -11,3% 4,5% 1,6% 1.604 2,3% 3,1% 1,0% 17 Este 574 -7,1% 5,1% 4,4% 1.964 -0,7% 3,7% 3,8% 18 Rovigo 265 -15,9% 2,4% 2,0% 986 -14,8% 1,9% 2,0% 19 Adria 82 -8,9% 0,7% 1,5% 207 -11,4% 0,4% 1,1% 20 Verona 532 -0,9% 4,8% 1,5% 1.745 0,1% 3,3% 0,9% 21 Legnago 1.501 -19,8% 13,4% 13,5% 5.235 -17,6% 10,0% 11,5% 22 Bussolengo 530 1,7% 4,7% 2,4% 1.523 0,7% 2,9% 1,8% TOTALE 11.180 -7,5% 100,0% 3,2% 52.496 2,0% 100,0% 3,1%
LE AZIENDE
22
Figura 7: Distribuzione percentuale delle PAT (2007) e degli addetti del comparto Legno (2006) per ULSS sede della PAT
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
%PAT %ADDETTI
La distribuzione dei gruppi di tariffa compresi all’interno del comparto Legno è simile in tutte le ULSS;
si distinguono le ULSS 13-Mirano, 18-Rovigo, 1-Belluno, 2-Feltre, 4-Thiene, in cui la percentuale di
addetti che si occupano della prima lavorazione del legname è molto maggiore rispetto alla media
regionale (tra 15% e 9% contro una media di 5%), e le ULSS 7-Pieve di Soligo e 15-Cittadella in cui la
percentuale di addetti che si occupano di materiali affini al legno è il 4% contro l’1,4% di media
regionale.
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
23
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
Gli infortuni del comparto Legno costituiscono il circa 4,5% degli infortuni avvenuti in Veneto. Nel
corso del tempo, come si osserva in Figura 8 e in Tabella 6, sono nettamente diminuiti, con circa
1500 casi in meno all’anno (-30%). Nel 2007 sono stati denunciati 3.164 infortuni in questo comparto.
Gli infortuni riconosciuti sono circa il 90% dei denunciati, contro il 63% del totale infortuni del Veneto;
diminuiscono tra il 2000 e il 2006 del 30%, passando cioè da 4.048 casi nel 2000 a 2.840 nel 2006.
L’anno 2007 è ancora provvisorio perché il 2,4% degli infortuni denunciati non è ancora stato definito
(Tabella 6), tuttavia possiamo già affermare che continua la tendenza alla riduzione anche in
quest’anno, dopo l’arresto nel 2006, dal momento che anche se i casi aperti venissero tutti riconosciuti,
non si raggiungerebbe comunque il numero di infortuni del 2006.
Gli infortuni in itinere oscillano tra i 400 e i 250 casi l’anno, diminuiscono parallelamente al totale
infortuni, mantenendo pressoché invariata la loro proporzione sul totale pari al 9%.
L’insieme di infortuni che nel seguito sarà considerato per le analisi è il sottoinsieme degli infortuni
riconosciuti esclusi quelli in itinere.
Figura 8: Infortuni avvenuti in Veneto nel comparto Legno dal 2000 al 2007, denunciati, riconosciuti e riconosciuti esclusi infortuni in itinere
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
denunciati riconosciuti riconosciuti esclusi in itinere
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
24
Tabella 6: Infortuni denunciati per tipo di definizione e anno evento, esclusi infortuni in itinere. Comparto Legno, Regione del Veneto
INFORTUNI – TIPO DEFINIZIONE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE
Non definito 0 0 8 3 6 5 13 73 108 Negativo 297 277 285 295 290 237 276 240 2.197 Franchigia 68 76 90 98 99 82 76 63 652 Mortale 8 3 2 0 3 4 4 4 28 Permanente 146 149 156 164 142 121 149 102 1.129 Temporaneo 3.878 3.642 3.329 3.186 3.044 2.752 2.671 2.485 24.987 Regolare senza inden. 16 19 24 29 23 24 16 34 185 Totale riconosciuti 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 26.329 TOTALE DENUNCIATI 4.413 4.166 3.894 3.775 3.607 3.225 3.205 3.001 29.286 % riconosciuti 91,7% 91,5% 90,2% 89,5% 89,0% 90,0% 88,6% 87,5% 89,9% % non definiti 0,0% 0,0% 0,2% 0,1% 0,2% 0,2% 0,4% 2,4% 0,4%
In Tabella 6 osserviamo i diversi tipi di definizione assegnati ai casi denunciati dal 2000 al 2007: i casi
negativi e le franchigie sono una percentuale molto bassa, soprattutto le franchigie (2% contro il 22%
del totale comparti del Veneto). Tra gli infortuni riconosciuti (cioè definiti come mortali, permanenti,
temporanei o regolari senza indennizzo) gli infortuni temporanei sono complessivamente il 95%, gli
infortuni con definizione permanente sono il 4% e residuali sono i regolari senza indennizzo e i mortali.
Nel corso del tempo i temporanei sono diminuiti del 31%, mentre le altre categorie sono rimaste
sostanzialmente costanti, con qualche lieve oscillazione. Gli infortuni mortali riconosciuti in tutto
periodo sono 28 (39 comprendendo gli infortuni in itinere) ma nel 2000 c’è stato un picco di 8 infortuni
mortali, mentre negli anni successivi il fenomeno si è un po’ attenuato, restando costante sui 4 casi
all’anno. Gli infortuni mortali e le loro cause vengono approfonditi in una apposita sezione di questo
testo.
Confrontiamo gli infortuni del comparto Legno con quelli degli altri comparti del Veneto in Figura 9.
Si nota che in Veneto ci sono tre gruppi di comparti, il primo costituito dai comparti Servizi,
Metalmeccanica e Costruzioni, che si ripartiscono equamente il 50% degli infortuni del Veneto; un
secondo gruppo è costituito da 7 comparti, tra cui il comparto Legno, che comprendono insieme un
terzo degli infortuni del Veneto e registrano ciascuno una quota di infortuni tra il 7% e il 3%; il terzo
gruppo è formato da 13 piccoli comparti, in ognuno dei quali si registra meno del 3% di infortuni. Il
numero di infortuni osservato nel comparto Legno lo fa posizionare al quinto posto in graduatoria, alla
pari con il comparto Commercio.
Nel corso del periodo esaminato, tutti i comparti sono in diminuzione eccetto Conto Stato e Sanità;
diminuiscono soprattutto l’Industria tessile, l’Industria elettrica e l’Industria conciaria (Figura 10). Il
calo di infortuni è invece molto lieve nei comparti Agrindustria e Pesca, Industria dei metalli, Servizi,
Commercio. Il legno si colloca circa a metà nella graduatoria dei comparti in diminuzione, al di sotto
della media regionale che è pari a -19%.
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
25
N.B: con l’ultimo aggiornamento dei Flussi Informativi, da cui vengono tratti questi risultati, è stata
effettuata una revisione dei comparti sulla base della prima voce di tariffa (ora quella prevalente) per gli
anni dal 2005 al 2007, per cui gli infortuni di questo periodo risultano distribuiti in modo diverso dalle
versioni precedenti dei flussi; questi dati quindi non sono confrontabili con le pubblicazioni precedenti.
La differenza con i flussi precedenti è maggiore nei comparti Commercio e Sanità.
Figura 9: Infortuni riconosciuti esclusi infortuni in itinere, colf, studenti e sportivi per comparto del Veneto, anni 2005-2007
Servizi17%
Metalmeccanica17%
Costruzioni16%
Altro18%
Agricoltura7%
Commercio5%
Legno5%
Trasporti4%
Sanità4%
Trasf. Minerali3%
Altre ind.4%
Figura 10: Variazione percentuale 2006-2000 degli infortuni riconosciuti esclusi in itinere, colf, studenti e sportivi, per comparto del Veneto
-22%
42%
-42%
-1%
-24%
-36% -40%-30%
-20%
-2%
-25%
-43%-38%
-9%-3%
-16%
4%
-3%
-19%
-53%
-21%
-30%-33%-30%
-60,0%
-40,0%
-20,0%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
Agr
icol
tura
Con
to S
tato
Sco
nosc
iuto
Agr
indu
stria
Est
razi
oni
Alim
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f. M
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Cos
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Ser
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TOTA
LE
In Figura 11 sono state sintetizzate le principali informazioni sul fenomeno infortunistico del comparto
Legno, confrontato con il totale comparti della Regione del Veneto:
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
26
- riguardo agli infortuni, come abbiamo già osservato, la diminuzione è più marcata nel
comparto Legno (-30%) rispetto al totale (-19%);
- gli addetti del comparto Legno diminuiscono bruscamente nel 2005, dopo un periodo di
espansione; negli stessi anni invece il totale addetti del Veneto è in continua crescita.
L’andamento degli addetti è comunque opposto a quello degli infortuni, e questo determina un
indice di incidenza in netto calo sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti;
- l’incidenza di infortuni (senza importati) nel comparto Legno diminuisce tra il 2000 e il 2006 di
22 punti, passando da 72 infortuni per 1000 addetti a 50‰, mentre sul totale comparti
diminuisce di 12 punti, da 39‰ a 27‰.
Per la quantificazione della gravità degli infortuni vengono proposti due indicatori: l’indice di
gravità e la percentuale di infortuni gravi sul totale infortuni. L’indice di gravità è molto
diminuito nel 2001 e poi è rimasto stazionario, la percentuale di gravi invece è in continuo
aumento sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti, passando dal 16,7% al 21% nel
comparto Legno. Mentre l’indice di gravità è costantemente di circa 3 punti superiore nel
comparto Legno rispetto al totale comparti, la percentuale di gravi in certi anni è pressoché
uguale, con una differenza di un solo punto in più per il Legno negli ultimi due anni. Questo
perché l’indice di gravità è correlato positivamente con l’indice di incidenza, che è molto più
elevato nel comparto Legno rispetto al totale comparti, mentre la percentuale di gravi è un
indice puro.
Ricordiamo che come infortuni gravi si considerano: gli infortuni mortali, o con postumi
permanenti di qualsiasi gravità, o con oltre 40 giorni di prognosi.
Ricordiamo inoltre che, con il DLgs 38/2000 è stata modificata la modalità di valutazione dei
danni permanenti con l’introduzione del danno biologico; conseguentemente, è stata modificata
anche la percentuale che rende classificabile la definizione dell’infortunio come “in
permanente” (prima > 10%; successivamente al DLgs 38/2000 > 5%).
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
27
Figura 11: Andamento temporale degli infortuni riconosciuti escluso infortuni in itinere, degli addetti e degli indici di incidenza e gravità per il comparto Legno e il totale dei comparti del Veneto
INFORTUNI - Legno
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
INFORTUNI - Totale Comparti
50.000
55.000
60.000
65.000
70.000
75.000
80.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
ADDETTI - Legno
50.000
51.000
52.000
53.000
54.000
55.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ADDETTI - Totale Comparti
1.400.000
1.450.000
1.500.000
1.550.000
1.600.000
1.650.000
1.700.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
INDICE DI INCIDENZA
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
INDICE DI GRAVITA'
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Legno Tot. comparti
% di infortuni GRAVI
10,0%
12,0%
14,0%
16,0%
18,0%
20,0%
22,0%
24,0%
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Legno Tot. comparti
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
28
Approfondendo l’incidenza di infortuni, confrontiamo quella del comparto Legno con quella degli altri
comparti (Figura 12): nel triennio 2004-2006 il comparto Legno risulta avere un’incidenza elevata
rispetto alla maggioranza dei comparti; si colloca alla pari con la metalmeccanica e le costruzioni,
inferiore a industria dei metalli, agrindustria, estrazioni minerali, trasformazioni minerali e industria della
gomma. È comunque uno dei comparti dove l’incidenza è diminuita di più tra il 2000 e il 2006, ed è
secondo solo a costruzioni e trasformazioni minerali non metalliferi.
In riferimento alla gravità, si ritiene più attendibile come indicatore la percentuale di infortuni gravi,
perché è indipendente dall’incidenza di infortuni, a differenza dell’indice di gravità. Il fatto che la
percentuale di gravi sia in aumento fa sospettare che il calo dell’incidenza in realtà nasconda la
sottonotifica all’INAIL degli infortuni lievi, e questo sospetto è supportato dall’andamento degli
infortuni categorizzati per durata dell’assenza dal lavoro (Figura 13) e dal basso numero di casi in
franchigia registrati: gli infortuni sotto i 30 giorni e soprattutto quelli da 4 a 7 giorni sono in
diminuzione molto maggiore rispetto agli infortuni sopra i 40 giorni. Anche sul totale comparti della
Regione del Veneto si riscontra lo stesso fenomeno.
Confrontando la percentuale di gravi nei vari comparti del Veneto (Figura 14) si osserva che il legno è
uno dei comparti con la percentuale di gravi più alta, dopo agricoltura, trasporti, estrazioni minerali,
costruzioni ed elettricità-gas-acqua.
Figura 12: Indice di incidenza triennale senza importati per 1000 addetti (2004-2006) per comparto del Veneto e differenza 2006-2000
-15,4
-19,0
-17,3
-8,9
-19,1
-21,9
-15,5
-13,9
-20,9-22,7
-20,6
-19,3
-18,2-18,8
-23,6
-6,9
-17,1
-3,7
-3,0
-12,1
-18,2
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
Agr
indu
stria
Est
razi
oni
Alim
enta
re
Tess
ile
Con
ciar
ia
Legn
o
Car
ta
Chi
mic
a
Gom
ma
Tras
f. M
iner
ali
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Met
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nica
Elet
trica
Altr
e in
d.
Ele
ttric
ità G
as
Cos
truzi
oni
Com
mer
cio
Tras
porti
San
ità
Ser
vizi
TOTA
LE
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
29
Figura 13: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per numero di giorni di assenza dal lavoro e anno dell’evento e variazione % 2006-2000, comparto Legno, Veneto
0
500
1000
1500
2000
2500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
4-7 8-30 31-40 41-100 100+
Figura 14: Percentuale di infortuni gravi triennale (2004-2006) per comparto, Veneto
10,0%
12,0%
14,0%
16,0%
18,0%
20,0%
22,0%
24,0%
26,0%
28,0%
30,0%
Agr
icol
tura
Agrin
dust
ria
Est
razi
oni
Alim
enta
re
Tess
ile
Con
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Cos
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Com
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cio
Tras
porti
San
ità
Ser
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Con
to S
tato
Scon
osci
uto
TOTA
LE
Abbiamo visto che il comparto Legno comprende 3 gruppi di attività al suo interno: la “prima
lavorazione del legno”, la “falegnameria e il restauro” e la “lavorazione di materiali affini al legno”. In
Tabella 7 osserviamo gli infortuni suddivisi per gruppo di attività: il secondo gruppo è quello più
consistente, con il 93% degli infortuni; la prima lavorazione del legname comprende il 6% degli
-31% -39%
-12% -20% -8%
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
30
infortuni e la lavorazione di materiali affini al legno è invece molto esigua, con meno dell’1% di
infortuni. Questa distribuzione riflette in modo abbastanza proporzionale quella degli addetti.
Nel corso del periodo esaminato, il terzo gruppo è quello che ha la diminuzione maggiore di infortuni,
così come aveva la maggior diminuzione di addetti. Gli altri due gruppi diminuiscono di circa il 30%
come il totale infortuni di questo comparto.
Tabella 7: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto
INFORTUNI - GRUPPI TARIFFA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %
2006-2000 5100 Prima lavorazione legname 247 211 179 182 168 169 166 135 5,8% -32,8%
5200 Falegnameria e restauro 3.741 3.561 3.299 3.156 3.017 2.707 2.652 2.475 93,4% -29,1% 5300 Materiali affini al legno 60 41 33 41 27 25 22 15 0,8% -63,3% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8%
Figura 15: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto
0,010,020,030,040,050,060,070,080,090,0
100,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2004-2006
5100 Prima lavorazione legname 5200 Falegnameria e restauro 5300 Materiali affini al legno
L’indice di Incidenza senza importati (Figura 15) è in diminuzione per tutte le categorie e
maggiormente nella prima lavorazione del legname e nella lavorazione di materiali affini al legno.
La prima lavorazione del legname è un’attività più rischiosa rispetto alle altre, infatti la sua incidenza è
sempre di circa 12 punti superiore a quella della falegnameria e restauro. La lavorazione di materiali
affini al legno invece è l’attività meno rischiosa, collocandosi circa 18 punti al di sotto della falegnameria
e restauro.
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
31
Anche la percentuale di infortuni gravi (Figura 16) conferma la maggiore pericolosità della prima
lavorazione del legname, essendo quasi sempre superiore agli altri due gruppi, eccetto che nel 2005, che
rappresenta un anno anomalo. Sia nella prima lavorazione del legname che nella falegnameria e restauro
la percentuale di gravi è in aumento, soprattutto nel primo gruppo. Nel 2006, 1 infortunio su 4 nella
prima lavorazione del legname e 1 su 5 nella falegnameria e restauro è un infortunio grave. Nella
lavorazione di materiali affini al legno la percentuale di gravi è molto variabile, perché si tratta di un
sottoinsieme di pochi casi, si alternano anni in cui la percentuale è molto bassa (2006: 10%) e anni in
cui è superiore agli altri gruppi (2005: 24%).
Figura 16: Percentuale di infortuni gravi per gruppo tariffa e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
5100 Prima lavorazione legname 5200 Falegnameria e restauro
5300 Materiali affini al legno
Esaminiamo ora la distribuzione degli infortuni per dimensione dell’azienda in termini di numero di
addetti (Tabella 8): il numero assoluto di infortuni riflette la distribuzione degli addetti, con un quarto
di eventi nella classe di aziende da 3 a 10 addetti e il 20% nella classe da 30 a 100 addetti.
In tutte le classi si osserva la diminuzione di infortuni, ma essa è molto maggiore per le aziende di
piccola dimensione e diminuisce man mano che le aziende aumentano di grandezza. In particolare, la
classe da 15 a 30 addetti è stazionaria fino al 2005, con un calo solo nel 2006.
Rapportando gli infortuni agli addetti e calcolando così l’indice di incidenza (Figura 17) si osserva che il
suo andamento è simile in tutte le classi da 0 a 30 addetti: nel 2000 valeva circa 70‰ e nel 2006 si
abbassa a 45-50‰. Nelle classi di aziende sopra i 30 addetti invece è mediamente più alto, partendo da
circa 80 infortuni per 1000 addetti nel 2000-2001 e abbassandosi a 55‰ nel 2005. Si nota però che la
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
32
diminuzione dell’incidenza è più forte all’aumentare della dimensione delle aziende, soprattutto nella
classe con più di 100 addetti.
La percentuale di infortuni gravi invece è mediamente più bassa all’aumentare della dimensione
dell’azienda, come si osserva in Figura 18. Essa è in aumento in tutte le categorie, tuttavia anche
l’incremento di gravità tende a essere meno marcato all’aumentare del numero di addetti dell’azienda.
Tabella 8: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per classe di addetti della PAT e anno dell’evento, comparto Legno, Veneto
INFORTUNI - CLASSE ADDETTI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2006% VAR % 2006-2000
da 0 a 1 456 354 329 327 319 252 265 9,3% -41,9% da 1,1 a 3 576 506 490 468 434 379 358 12,6% -37,8% da 3 ,1 a 10 1.113 1.014 884 873 872 778 733 25,8% -34,1% da 10,1 a 15 367 406 333 300 268 233 268 9,4% -27,0% da 15,1 a 30 411 443 420 412 420 406 352 12,4% -14,4% da 30,1 a 100 753 722 690 671 589 559 582 20,5% -22,7% più di 100 372 368 365 328 310 294 282 9,9% -24,2% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 100,0% -29,8%
Figura 17: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per classe di addetti della PAT e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto
-21,91-38,47-27,37-22,88-11,90-17,91-19,59-19,95
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
da 0 a 1 da 1,1 a 3 da 3 ,1 a 10 da 10,1 a15
da 15,1 a30
da 30,1 a100
più di 100 TOTALE
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
33
Figura 18: Percentuale di infortuni gravi per classe di addetti della PAT e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto
5,8% 4,8%
2,7% 5,2% 3,8% 3,6% 4,6%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
da 0 a 1 da 1,1 a 3 da 3 ,1 a 10 da 10,1 a 15 da 15,1 a 30 da 30,1 a100
più di 100
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Analisi per Provincia
La distribuzione degli infortuni per provincia (Tabella 9) riflette la distribuzione degli addetti: il 41%
degli infortuni del 2006 avviene in provincia di Treviso e in questa provincia il legno ha un peso sulle
attività produttive pari all’11%, quindi molto maggiore che nelle altre province. In questa provincia gli
infortuni si sono ridotti meno rispetto alla media del Veneto, anche in funzione del fatto che gli addetti
nello stesso periodo sono aumentati. Anche in provincia di Vicenza la riduzione degli infortuni è meno
marcata rispetto alle altre province ma si accompagna a una riduzione degli addetti.
La riduzione di infortuni invece è molto forte in provincia di Verona (-40%), Belluno (-38%) e Rovigo
(-35%). Mentre però in provincia di Verona e Rovigo si accompagna a una forte riduzione anche di
addetti, in provincia di Belluno gli addetti sono leggermente aumentati nel periodo considerato.
Tabella 9: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per Provincia e anno, comparto Legno, Veneto INFORTUNI – PROVINCIA
EVENTO 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %
2006-2000 % su totale
infortuni Provincia
23 Verona 714 636 597 562 503 430 425 383 15,0% -40,5% 3,4% 24 Vicenza 515 534 501 495 448 404 398 392 14,0% -22,7% 3,4% 25 Belluno 168 151 125 133 146 106 104 98 3,7% -38,1% 3,8% 26 Treviso 1.576 1.537 1.420 1.350 1.254 1.213 1.179 1.089 41,5% -25,2% 10,8% 27 Venezia 409 359 326 328 317 322 276 251 9,7% -32,5% 2,7% 28 Padova 574 528 466 450 464 377 398 361 14,0% -30,7% 3,6% 29 Rovigo 92 68 76 61 80 49 60 51 2,1% -34,8% 2,3% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8% 4,6%
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
34
Esaminando quindi l’indice di incidenza senza importati (Figura 19), la provincia di Belluno è quella
che più diminuisce l’incidenza di infortuni (-35 punti). La provincia in cui l’incidenza diminuisce meno è
quella di Vicenza (-14 punti), e bassa è la diminuzione anche in provincia di Rovigo (-15 punti). Vicenza
è anche la provincia in cui nel 2006 l’incidenza è più elevata (51‰), seguita da Treviso (50‰) e Belluno
(49‰). L’incidenza più bassa si trova nelle province di Rovigo (43‰) e di Padova (45‰).
Nota bene: in Figura 19 l’incidenza complessiva regionale è leggermente più bassa di quella mostrata
nelle figure precedenti (cfr. Figura 11), questo perché viene calcolata escludendo non solo gli importati
da altre regioni, ma anche gli importati tra una provincia e l’altra, in modo da essere termine di
confronto con l’incidenza per provincia.
Nel 2006 a Vicenza spetta anche il triste primato della più alta percentuale di infortuni gravi (28%;
Figura 20), seguita da Rovigo (25%); in quest’ultima provincia negli anni tra 2002 e 2004 la
proporzione di gravi è stata altissima, circa il 30%, riducendosi successivamente.
Le percentuali mediamente più basse si osservano nelle province di Treviso e Verona; nella provincia di
Belluno, a differenza di tutte le altre, la percentuale di gravi è diminuita di 8 punti nel corso del periodo,
mentre nelle altre province è ovunque in aumento, soprattutto a Verona e Vicenza.
Nella Figura 21 si mostrano incidenza degli infortuni e percentuale di gravi con due mappe che danno
una visione geografica dei due indicatori. Si nota che non sempre ad alta incidenza corrisponde alta
gravità, e viceversa; in particolare le province di Treviso e Venezia presentano alta incidenza e bassa
gravità, mentre al contrario le province di Verona e Padova hanno bassa incidenza e alta gravità.
Le differenze tra province in incidenza e gravità sono in parte giustificate dalle diverse lavorazioni del
legno che in esse si svolgono: nella provincia di Belluno e Rovigo, rispetto alle altre province, ci sono in
percentuale più addetti impegnati nella prima lavorazione del legno (rispettivamente: 11% e 10%), che è
l’attività più rischiosa.
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
35
Figura 19: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per Provincia e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto
-22,4-15,0-25,7-26,8-22,7-34,6-14,3-21,9
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOTALE
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 20: Percentuale di infortuni gravi per Provincia e anno dell’evento e differenza 2007-2000; comparto Legno, Veneto
7,4% 6,9%
5,0% 6,4%
5,4%
5,0%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOTALE
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
-6,2%
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
36
Figura 21: Mappe dell’incidenza senza importati per 1000 addetti (triennio 2004-2006) e della percentuale di infortuni gravi (triennio 2004-2006) per Provincia
INCIDENZA SENZA IMPORTATI x 1.000 addetti
Triennio 2004-2006
PERCENTUALE DI INFORTUNI GRAVI
Triennio 2004-2006
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
37
Analisi per ULSS
L’ULSS in cui si verificano più infortuni nel 2006 (Tabella 10) è l’ULSS 9-Treviso, in cui avviene il
20% degli infortuni del comparto Legno del Veneto. Anche l’ULSS 7-Pieve di Soligo registra molti
infortuni in questo comparto (16%); al terzo posto si colloca l’ULSS 21-Legnago (8%). In queste ULSS
il comparto Legno ha un peso importante sul totale infortuni che in esse si osservano, rispettivamente
dell’11%, 15% e 11%.
Assolutamente esigua invece l’ULSS 19-Adria, con soli 7 infortuni nel 2006; in questa ULSS il legno
infatti pesa meno dell’1% sul totale degli infortuni.
In tutte le ULSS si osserva il calo di infortuni nel corso degli anni osservati, in particolare nelle ULSS: 2-
Feltre, in cui il numero di infortuni si dimezza; 17-Este (-46%); 20-Verona (-42%); 21-Legnago (-41%).
L’ULSS 5-Arzignano invece è quella dove la diminuzione è più lieve (-5%).
Tabella 10: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per ULSS e anno dell’evento, comparto Legno
INFORTUNI – ULSS EVENTO 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007* 2006% VAR %
2006-2000
% su totale
infortuni ULSS
01 Belluno 92 98 76 72 92 66 66 67 2,3% -28,3% 4,1% 02 Feltre 76 53 49 61 54 40 38 31 1,3% -50,0% 3,5% 03 Bassano del Grappa 220 235 248 220 207 169 175 169 6,2% -20,5% 8,0% 04 Thiene 125 134 126 133 106 114 83 95 2,9% -33,6% 3,2% 05 Arzignano 58 60 48 55 47 54 55 57 1,9% -5,2% 1,9% 06 Vicenza 112 105 79 87 88 67 85 71 3,0% -24,1% 2,2% 07 Pieve di Soligo 632 553 506 490 458 458 447 403 15,7% -29,3% 14,7% 08 Asolo 228 239 236 191 196 176 176 148 6,2% -22,8% 6,3% 09 Treviso 716 745 678 669 600 579 556 538 19,6% -22,3% 11,0% 10 S. Dona' di Piave 157 147 148 126 139 124 112 97 3,9% -28,7% 4,4% 12 Venezia 124 93 70 90 89 84 78 54 2,7% -37,1% 1,7% 13 Mirano 114 110 94 94 79 103 77 90 2,7% -32,5% 3,3% 14 Chioggia 56 41 52 52 45 35 45 40 1,6% -19,6% 3,3% 15 Cittadella 256 243 192 197 196 178 195 170 6,9% -23,8% 5,3% 16 Padova 125 126 93 101 101 94 86 84 3,0% -31,2% 1,9% 17 Este 150 125 143 117 132 81 81 77 2,9% -46,0% 4,0% 18 Rovigo 86 63 61 48 71 37 53 46 1,9% -38,4% 2,9% 19 Adria 7 7 15 14 9 12 7 5 0,2% 0,0% 0,9% 20 Verona 164 133 137 111 114 104 95 88 3,3% -42,1% 1,6% 21 Legnago 406 400 345 349 282 232 238 218 8,4% -41,4% 11,4% 22 Bussolengo 144 103 115 102 107 94 92 77 3,2% -36,1% 2,1% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 100,0% -29,8% 4,6%
L’analisi dell’incidenza (Figura 22) mostra che essa è molto variabile in alcune ULSS, ma in tutte tende
alla diminuzione in modo più o meno marcato. Diverse ULSS avevano nel 2000 incidenze elevatissime
(ULSS 2-Feltre, 22-Bussolengo, 15-Cittadella, 20-Verona) ma nel 2006 tutte si collocano in un range
che varia dal 34‰ (19-Adria) al 59‰ (14-Chioggia). Nel 2006, con l’incidenza più bassa troviamo,
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
38
dopo l’ULSS 19-Adria, le ULSS 17-Este, 10-S.Donà di Piave, 2-Feltre, 13-Mirano, tutte inferiori al
41‰. Con l’incidenza più alta nel 2006 troviamo, dopo l’ULSS 14-Chioggia, le ULSS 5-Arzignano, 7-
Pieve di Soligo, 22-Bussolengo, 3-Bassano, tutte oltre il 50‰. L’incidenza è diminuita poco nelle ULSS
5-Arzignano (-5 punti), 6-Vicenza (-8 punti), 8-Asolo (-10 punti), è diminuita molto invece nelle ULSS
2-Feltre (-61 punti), 20-Verona (-36 punti), 15-Cittadella (-36 punti).
Nota bene: in Figura 22 l’incidenza complessiva regionale è leggermente più bassa di quella mostrata
nelle figure precedenti (cfr. Figura 11), questo perché viene calcolata escludendo non solo gli importati
da altre regioni, ma anche gli importati tra una ULSS e l’altra, anche se della stessa provincia, in modo
da essere termine di confronto con l’incidenza per ULSS.
La percentuale di infortuni gravi per ULSS è ancora più variabile dell’incidenza; confrontando il 2006
con il 2000 possiamo osservare in Figura 23 che essa è in netta diminuzione nell’ULSS 19-Adria (-14
punti), in cui però ricordiamo che gli infortuni nel comparto Legno sono solo poche unità; più
significativo quindi è il valore in diminuzione delle ULSS 1-Belluno (-10 punti), 5-Arzignano (-4 punti),
2-Feltre (-3 punti); nell’ULSS 10-S. Donà di Piave la percentuale di gravi del 2006 rispetto al 2000 è
inferiore di 7 punti, però nel 2007 si registra un improvviso innalzamento della percentuale.
In tutte le altre ULSS, invece, la percentuale di gravi è in aumento nel 2006 rispetto al 2000, e
soprattutto nell’ULSS 6-Vicenza (+19 punti) e 8-Asolo (+15 punti); la più preoccupante però è forse
l’ULSS 18-Rovigo, che mantiene sempre una percentuale molto elevata, oltre il 25%.
L’ULSS 3-Bassano e 17-Este nel 2007 hanno già oltrepassato la soglia del 30% di infortuni gravi,
tuttavia la maggior parte delle ULSS si colloca tra il 15% e il 25%.
In Figura 24 si ha la visione geografica dell’indice di incidenza e della percentuale di infortuni gravi per
ULSS, nel triennio 2004-2006. Come si è osservato anche per le mappe per provincia, i due indicatori
spesso hanno direzione opposta: ci sono ULSS in cui l’incidenza è molto bassa e la gravità molto alta,
per esempio le ULSS 18-Rovigo, 6-Vicenza, 16-Padova, e al contrario, ULSS in cui l’incidenza è elevata
ma la gravità è bassa, per esempio le ULSS 14-Chioggia, 22-Bussolengo e 7-Pieve di Soligo.
Le ULSS in cui nel triennio 2004-2006 entrambi gli indici sono elevati sono (vedi anche Figura 25):
- ULSS 4-Thiene (Incidenza: 56‰; Percentuale di gravi: 25,4%);
- ULSS 3-Bassano del Grappa (Incidenza: 52,6‰; Percentuale di gravi: 25,2%);
- ULSS 2-Feltre (Incidenza: 51,8‰; Percentuale di gravi: 24,2%);
- ULSS 5-Arzignano (Incidenza: 51‰; Percentuale di gravi: 23,7%);
- ULSS 1-Belluno (Incidenza: 52‰; Percentuale di gravi: 23,3%).
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
39
Le ULSS in cui entrambi gli indici sono bassi sono (vedi anche Figura 25):
- ULSS 21-Legnago (Incidenza: 43,2‰; Percentuale di gravi: 18,6%);
- ULSS 10-S. Donà di Piave (Incidenza: 46,8‰; Percentuale di gravi: 17,6%);
- ULSS 17-Este (Incidenza: 38,1‰; Percentuale di gravi: 20,1%).
Le differenze di incidenza e gravità tra ULSS in parte sono spiegabili con la diversa distribuzione per
ULSS delle attività comprese nel comparto Legno: infatti le tre ULSS con indici molto bassi sono quelle
in cui la prima lavorazione del legname, che è l’attività più rischiosa, è poco diffusa, ma tra le ULSS con
indici molto elevati solo alcune hanno una elevata presenza di prima lavorazione del legname (ULSS 1-
Belluno; 2-Feltre; 4-Thiene; 7-Pieve di Soligo) e comunque tra esse non rientrano quelle dove la prima
lavorazione del legname è più massiccia (ULSS 13-Mirano; 18-Rovigo).
Per correggere l’effetto della diversa distribuzione delle attività produttive è stato utilizzato il Rapporto
Standardizzato (SR), che è un indicatore che confronta l’incidenza di infortuni nelle varie ULSS al netto
dell’attività in esse svolta, individuata con la voce di tariffa INAIL. Le ULSS con un valore di SR
maggiore di 1, compreso l’intervallo di confidenza, hanno un’incidenza di infortuni significativamente
superiore alla media del Veneto, mentre le ULSS con un valore di SR minore di 1, compreso l’intervallo
di confidenza, hanno un’incidenza di infortuni significativamente inferiore alla media del Veneto
(Figura 26). Questo indicatore però valuta solo l’incidenza di infortuni e non la gravità: si osserva che
alcune ULSS con un SR nettamente inferiore a 1 (6-Vicenza, 16-Padova, 18-Rovigo) sono ULSS con un
indice di incidenza basso rispetto alla media, ma un’alta proporzione di gravi (cfr. Figura 25). Con il
Rapporto Standardizzato migliora la posizione dell’ULSS 1-Belluno, che ora si colloca sotto la media
regionale, evidentemente il suo elevato indice di incidenza era dovuto alla presenza di attività ad alto
rischio. Peggiora invece l’ULSS 21-Legnago, che si colloca sopra il valore 1, quindi la bassa incidenza di
infortuni è giustificata dalla presenza di attività a basso rischio.
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
40
-21,3
-34,1
-13,9
-36,1
12,4
-21,2
-19,5-15,7
-35,7-13,5-30,6
-24,6
-20,1
-23,3
-10,1
-22,8
-7,9-5,1
-26,4
-16,8
-61,0
-17,6
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
-9,9%
-2,6%
-3,9%
3,8% 3,4%
-14,3%
2,9%
8,5%
18,7% 15,4%
2,7%
-7,0% 7,1%
5,9% 9,9%
6,0%6,6%
0,3% 6,9%
10,1% 0,4% 5,0%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Figura 22: Indice di incidenza senza importati per 1000 addetti per ULSS e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto
Figura 23: Percentuale di infortuni gravi per ULSS e anno dell’evento e differenza 2006-2000; comparto Legno, Veneto
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
41
Figura 24: Mappe dell’incidenza senza importati (triennio 2004-2006) e della percentuale di infortuni gravi (triennio 2004-2006) per ULSS; comparto Legno
INCIDENZA SENZA IMPORTATI x 1.000 addetti
Triennio 2004-2006
PERCENTUALE DI INFORTUNI GRAVI
Triennio 2004-2006
ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
42
Figura 25: Indice di incidenza Senza importati per 1000 addetti (asse orizzontale) e Percentuale di infortuni gravi (asse verticale) per ULSS. Le linee blu indicano l’incidenza regionale per ULSS.
Indicatori triennali 2004-2006, comparto Legno
1
23 4
6
7
910
1213
14
16
17
18
19
20
21
58
15 22
15%
17%
19%
21%
23%
25%
27%
29%
30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 55,0 60,0
Figura 26: Rapporto Standardizzato e intervallo di confidenza per ULSS del Veneto, anni 2004-2006, comparto Legno
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1
1,1
1,2
1,3
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
43
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
Il comparto Legno, essendo un settore a lavorazione industriale, è caratterizzato da una mobilità di
poco rilievo (Tabella 11): circa l’1,5% degli infortuni che si verificano in Veneto in questo comparto
coinvolge lavoratori provenienti da altre regioni (infortuni importati) e circa il 2,5% degli infortuni
occorsi ai lavoratori del Veneto si verifica fuori dai confini regionali (infortuni esportati). Vedremo
però che a livello provinciale e di ULSS queste percentuali sono molto più elevate.
Come si osserva in Figura 27, la percentuale di infortuni importati è in leggera discesa dal 2003, mentre
la percentuale di infortuni esportati è in leggero aumento, con un picco nel 2007.
Non si mostra il dato dell’anno 2000 perché non disponibile.
Tabella 11: Riepilogo infortuni esportati e importati da altre Regioni per anno, esclusi infortuni in itinere, comparto Legno
INTERNI IMPORTATI
da altre Regioni
TOTALE avvenuti in
Veneto
% IMPORTATI
ESPORTATI in altre Regioni
TOTALE delle
aziende del Veneto
% ESPORTATIINFORTUNI –
ANNO EVENTO
[1] [2] [1]+[2] [2]/([1]+[2]) [3] [1]+[3] [3]/([1]+[3]) 2001 3.742 54 3.796 1,4% 74 3.816 1,9% 2002 3.436 60 3.496 1,7% 72 3.508 2,1% 2003 3.309 54 3.363 1,6% 56 3.365 1,7% 2004 3.141 49 3.190 1,5% 76 3.217 2,4% 2005 2.860 38 2.898 1,3% 65 2.925 2,2% 2006 2.794 40 2.834 1,4% 72 2.866 2,5% 2007 2.586 31 2.617 1,2% 136 2.722 5,0%
TOTALE 21.868 326 22.194 1,5% 551 22.419 2,5%
Figura 27: Percentuale per anno di infortuni importati da altre regioni e di infortuni esportati in altre regioni, Comparto Legno
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE
% IMP % ESP
Le regioni da cui provengono gli infortuni importati sono per oltre la metà dei casi le regioni confinanti
con il Veneto: nello specifico, si tratta del Friuli Venezia Giulia (29%); Lombardia (19%); Prov. Aut.
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
44
Bolzano (9%). Le regioni in cui si esporta sono soprattutto Friuli Venezia Giulia (28%); Lombardia
(20%); Emilia Romagna (17%).
In Tabella 12 si riepilogano gli infortuni importati ed esportati per provincia. Si distinguono i
movimenti da e per la Regione del Veneto da quelli all’interno della regione tra una provincia e l’altra,
che sono circa il doppio degli altri. La lettura della tabella è facilitata dall’esame di Figura 28, Figura 29
e Figura 30, che presentano rispettivamente: la percentuale di infortuni importati per provincia, distinti
tra quelli dal Veneto e quelli da altre regioni; la percentuale di infortuni esportati per provincia, distinti
tra quelli all’interno del Veneto e quelli verso altre regioni; il confronto tra le percentuali complessive di
infortuni importati ed esportati.
Figura 28: la provincia di Venezia ha elevata importazione di infortuni (12,4%), risultante sia da un’alta
importazione dalle altre province del Veneto (8,1% contro il 2,8% di media regionale), sia da un’elevata
importazione dalle altre regioni (4,3% contro il 1,5% di media regionale). Simile la situazione della
provincia di Belluno. La provincia che importa di più dalle altre regioni è la provincia di Rovigo (5,4%).
Molto scarsa è invece l’importazione della provincia di Treviso (1,6%).
Figura 29: L’esportazione è mediamente più elevata dell’importazione (5,2%) e più omogeneamente
distribuita tra province. La provincia che esporta di più, soprattutto all’interno della regione, è la
provincia di Padova (8,4% complessivo, di cui 6,3% in regione). Esportano molto fuori regione le
provincie di Rovigo (3,4%) e Venezia (3,3%).
Figura 30: Confrontando importazione ed esportazione si osserva che esse non sono equivalenti in
quasi nessuna provincia; in particolare si nota che le province di Belluno e Venezia hanno importazione
molto più elevata dell’esportazione; le province di Padova e Treviso hanno invece molto più elevata
l’esportazione.
Tabella 12: Infortuni per provincia, Interni, Importati ed Esportati, comparto Legno, anni 2001-2007
INFORTUNI – PROVINCIA INTERNI
Importati DA ALTRE REGIONI
Importati DAL
VENETO
TOTALE importati
Esportati IN ALTRE REGIONI
Esportati IN VENETO
TOTALE esportati
23 Verona 3.446 48 42 90 90 18 108 24 Vicenza 2.987 40 144 184 82 77 159 25 Belluno 773 37 53 90 17 10 27 26 Treviso 8.897 66 79 145 216 223 439 27 Venezia 1.908 93 177 270 67 74 141 28 Padova 2.837 18 105 123 64 196 260 29 Rovigo 409 24 11 35 15 13 28 TOTALE 21.257 326 611 937 551 611 1.162
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
45
Figura 28: Percentuale di infortuni IMPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007
4,5%
6,1%
8,1%
3,5%
2,5%
2,8%
4,3%
4,3%
5,4%
0,9%1,2%
0,6% 1,5%
0,7%
1,3%
1,4%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT
% IMP VENETO % IMP ALTRE REG
Figura 29: Percentuale di infortuni ESPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007
0,5%
2,4%
1,3%
2,4%
3,6%
6,3%
3,0%
2,7%
2,5%
2,6%
2,1%
2,3%
3,3%
2,1%
3,4%
2,5%
0%
1%2%
3%4%
5%
6%7%
8%9%
Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT
% ESP VENETO % ESP ALTRE REG
Figura 30: Percentuale di infortuni IMPORTATI ed ESPORTATI per provincia, comparto Legno, anni 2001-2007
2,5%
5,8%
10,4
%
1,6%
12,4
%
4,2%
7,9%
4,2%
3,0%
5,1%
3,4% 4,
7%
6,9% 8,
4%
6,4%
5,2%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo TOT
% IMP TOTALE % ESP TOTALE
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
46
In Tabella 13 si mostrano gli infortuni importati ed esportati per ULSS, sia dentro e fuori la Regione
del Veneto, che all’interno della regione tra una ULSS e l’altra; questi sono il quadruplo dei primi.
Osserviamo, oltre alla tabella, le Figura 31, Figura 32 e Figura 33 che presentano rispettivamente: la
percentuale di infortuni importati per ULSS, distinti tra quelli dal Veneto e quelli da altre regioni; la
percentuale di infortuni esportati per ULSS, distinti tra quelli all’interno del Veneto e quelli verso altre
regioni; il confronto tra le percentuali complessive di infortuni importati ed esportati.
Figura 31: l’ULSS 12-Venezia importa oltre il 30% dei suoi infortuni, essa ha elevata importazione di
infortuni sia dalle altre ULSS del Veneto (22,2% contro il 5,8% di media regionale) che dalle altre
regioni (9,5% contro il 1,5% di media regionale). Molto alta anche l’importazione delle ULSS 6-
Vicenza, 16-Padova e 19-Adria. In quest’ultima però a prevalere è la componente extra-regionale (13%).
Scarsissima invece l’importazione di infortuni nelle ULSS 7-Pieve di Soligo, 3-Bassano del Grappa, 21-
Legnago.
Figura 32: L’esportazione è molto alta nell’ULSS 14-Chioggia con oltre il 20% di infortuni che si
verificano fuori territorio, soprattutto in altre ULSS del Veneto (18,1%); è elevata anche nell’ULSS 6-
Vicenza (16,6%), ma in questo caso soprattutto per esportazione in altre regioni (10,1%). Esporta meno
del 3% l’ULSS 21-Legnago.
Figura 33: Confrontando importazione ed esportazione risulta che in parecchie ULSS la percentuale di
infortuni importati è nettamente superiore alla percentuale di esportati: si tratta delle ULSS 12-Venezia,
1-Belluno, 16-Padova, 6-Vicenza, 19-Adria, 2-Feltre, 4-Thiene. È molto maggiore invece la percentuale
di esportati nelle ULSS 14-Chioggia, 15-Cittadella, 8-Asolo, 7-Pieve di Soligo, 22-Bussolengo.
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
47
Tabella 13: Infortuni per ULSS, Interni, Importati ed Esportati, comparto Legno, anni 2001-2007
INFORTUNI - ULSS INTERNI Importati
DA ALTRE REGIONI
Importati DAL
VENETO
TOTALE importati
Esportati IN ALTRE REGIONI
Esportati IN
VENETO
TOTALE esportati
01 Belluno 451 23 63 86 16 21 37 02 Feltre 288 14 24 38 1 23 24 03 Bassano del Grappa 1.384 6 33 39 8 68 76 04 Thiene 713 4 74 78 5 35 40 05 Arzignano 337 11 28 39 13 30 43 06 Vicenza 461 19 101 120 56 36 92 07 Pieve di Soligo 3.258 18 39 57 90 122 212 08 Asolo 1.299 7 56 63 35 125 160 09 Treviso 4.145 41 179 220 91 171 262 10 S. Dona' di Piave 805 25 62 87 42 52 94 12 Venezia 381 53 124 177 16 49 65 13 Mirano 563 13 71 84 6 61 67 14 Chioggia 278 3 22 25 8 63 71 15 Cittadella 1.304 2 65 67 30 159 189 16 Padova 538 12 134 146 21 73 94 17 Este 647 3 30 33 8 37 45 18 Rovigo 351 15 12 27 12 14 26 19 Adria 56 9 4 13 3 6 9 20 Verona 669 25 88 113 40 55 95 21 Legnago 2.013 9 42 51 25 30 55 22 Bussolengo 646 14 30 44 25 51 76 TOTALE 20.587 326 1.281 1.607 551 1.281 1.832
Figura 31: Percentuale di infortuni IMPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007
11,7
%
7,4%
2,3%
9,4%
7,4%
17,4
%
4,1%
4,1%
7,0%
22,2
%
11,0
%
7,3%
4,7%
19,6
%
4,4%
3,2%
5,8%
11,3
%
2,0%
4,3%
5,8%
9,5%
13,0
%
1,2%
4,3%
4,3%
0,4%
0,5%
2,9%
3,3%
0,5% 0,
5%
0,9%
2,8% 2,
0%
1,0%
0,1%
1,8%
0,4% 4,
0%
3,2%
0,4% 2,0% 1,
5%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
% IMP VENETO % IMP ALTRE REG
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
48
Figura 32: Percentuale di infortuni ESPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007
4,3%
7,4%
4,7%
4,6%
7,9%
6,5%
3,5%
8,6%
3,9%
5,8%
11,0
%
9,7%
18,1
%
10,6
%
11,6
%
5,3%
3,7%
9,2%
7,2%
1,5%
7,1%
5,7%
3,3%
3,4%
10,1
%
4,7%
3,6% 3,3%
3,2%
4,6%
5,2%
3,5% 2,
5%
1,2%
1,2%
2,0%
2,3%
0,3%
0,5%
0,7%
2,6%
2,4%
2,1%
1,0%
0%
3%
6%
9%
12%
15%
18%
21%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
% ESP VENETO % ESP ALTRE REG
Figura 33: % di infortuni IMPORTATI ed ESPORTATI per ULSS, comparto Legno, anni 2001-2007
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
% IMP TOTALE % ESP TOTALE
A falsare la quantificazione dell’importazione ed esportazione di infortuni potrebbe intervenire, in linea
teorica, oltre alla reale mobilità dei lavoratori nel territorio, l’accentramento contributivo: esso è
un’agevolazione amministrativa dell’INAIL per cui le aziende con più unità locali dislocate sul territorio
nazionale possono accentrare tutti i pagamenti dei premi presso un’unica sede; di conseguenza negli
archivi INAIL risulta esser presente soltanto quest’unica unità locale presso la quale sono accentrati
tutti gli addetti mentre gli infortuni dell’azienda nel suo complesso risultano distribuiti nei territori dove
sono accaduti e dove realmente viene svolta l’attività. In realtà, nel comparto Legno il fenomeno
dell’accentramento contributivo è molto limitato e non influisce sui risultati. Le PAT del comparto
Legno con sede in Veneto che si servono dell’accentramento sono lo 0,8%, mentre tra gli infortuni del
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
49
Legno avvenuti in Veneto il 3% è di una azienda che si avvale dell’accentramento e che nel 95% dei casi
ha comunque sede in Veneto. Tra gli importati da fuori regione gli infortuni accentrati sono il 9%, si
tratta però di un numero esiguo (25) e l’effetto sull’importazione da fuori regione è dello 0,2%.
Sull’esportazione verso altre regioni l’effetto è sempre irrisorio, dello 0,3%, anche se gli infortuni
accentrati ed esportati sono un po’ di più (52; 11% degli esportati). Per quanto riguarda gli spostamenti
degli infortuni all’interno della regione, gli infortuni accentrati sono circa il 6,5%, quasi tutti aventi sede
della PAT nell’ULSS 15-Cittadella o 8-Asolo e avvenuti rispettivamente nelle ULSS 4-Thiene o 9-
Treviso. In ogni caso l’effetto sull’importazione ed esportazione è al massimo del 5%.
Nel calcolo degli indici di incidenza mostrati in precedenza non erano stati usati gli infortuni importati
né gli infortuni esportati. Nelle figure che seguono mostriamo per la Regione del Veneto, per le
province e per le ULSS, i 3 possibili indicatori di incidenza calcolati: a) escludendo gli infortuni
importati (Incidenza senza importati), b) comprendendo gli infortuni importati (Incidenza
Tradizionale), c) escludendo gli infortuni importati ma comprendendo gli infortuni esportati
(Incidenza con Esportati o per Azienda). In questo modo si ha una visione completa dell’incidenza
di infortuni in un territorio.
In Figura 34 osserviamo che a livello di Regione del Veneto i tre indici di incidenza sono
sostanzialmente equivalenti, con una differenza di circa 1 punto per mille, dato che l’importazione da
altre regioni e l’esportazione verso altre regioni non sono molto elevate. Osservando però territori
ristretti come le province e soprattutto le ULSS l’effetto dell’importazione ed esportazione è molto più
forte.
In Figura 35 vediamo l’incidenza per provincia dell’ultimo triennio (2004-2006): spicca la provincia di
Venezia che avendo elevata importazione, ha un’incidenza tradizionale molto elevata, di circa 9 punti
superiore a quella senza importati. Per quanto riguarda l’esportazione, non cambia molto lo scenario
eccetto che per la provincia di Padova, la quale ora ha incidenza maggiore di quella di Verona. Belluno
e Vicenza sono ancora le province con l’incidenza più alta, Rovigo rimane la provincia con l’incidenza
più bassa.
A livello di ULSS (Figura 36), evidente è l’importazione di infortuni dell’ULSS 12-Venezia, che registra
un’incidenza tradizionale di 80‰, con circa 30 punti dovuti agli infortuni importati. Effetti rilevanti
dell’importazione si osservano anche nelle ULSS 16-Padova, 13-Mirano, 6-Vicenza, 14-Chioggia. In
quest’ultima ULSS considerevole però è soprattutto l’esportazione, che ne aumenta l’incidenza di oltre
15 punti arrivando a quasi 70 infortuni per 1000 addetti. Esportazione elevata si osserva anche nelle
ULSS 16-Padova, 15-Cittadella, 12-Venezia, 20-Verona, 5-Arzignano. Il quadro complessivo vede con
l’incidenza più alta le ULSS 14-Chioggia, 22-Bussolengo, 4-Thiene, 12-Venezia; le ULSS con l’incidenza
più bassa rimangono: 19-Adria, 17-Este, 21-Legnago.
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
50
Figura 34: Indici di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per anno, comparto Legno, Veneto
45,0
50,0
55,0
60,0
65,0
70,0
75,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2004-2006
Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati
Figura 35: Indici di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per Provincia, comparto Legno, anni 2004-2006
40,0
45,0
50,0
55,0
60,0
65,0
23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo TOT
Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati
ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE
51
Figura 36: Indice di Incidenza Senza Importati, Tradizionale e Con Esportati per ULSS, comparto Legno, anni 2004-2006
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 TOT
Inc. senza importati Inc. tradizionale Inc. con esportati
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
52
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
Per la descrizione delle modalità di accadimento degli infortuni, l’INAIL ha adottato negli ultimi anni
le codifiche internazionali ESAW. Esse si compongono di 8 variabili: Tipo di Luogo, Tipo di Lavoro,
Attività Fisica Specifica, Agente dell’Attività, Deviazione, Agente della Deviazione, Contatto, Agente
del Contatto. Nel seguito si analizzerà ciascuna di queste variabili; saranno considerati soltanto gli
infortuni riconosciuti, esclusi quelli in itinere, accaduti negli anni 2004-2007 perché negli anni
precedenti il sistema ESAW era ancora in fase di sperimentazione e molti eventi mancano di queste
informazioni. Saranno distinti gli infortuni per tipo di conseguenza: Mortale, Grave non mortale (eventi
con postumi permanenti e/o più di 40 giorni di prognosi), Non grave.
Le voci delle variabili ESAW sono state sintetizzate per renderle maggiormente informative.
A seguire le variabili ESAW saranno analizzate anche le tipologie di lesione causate dagli infortuni e
saranno approfonditi gli infortuni stradali.
Tipo di Luogo
Il tipo di luogo è il posto di lavoro, locale o spazio in generale in cui è avvenuto l’infortunio.
In Figura 37 possiamo osservare che in 3 casi su 4 l’infortunio è avvenuto in un luogo industriale, e la
Tabella 14 ci dice che nella maggior parte dei casi si tratta di Luogo di produzione, officina, laboratorio
(81%) e nei restanti casi di Luogo di magazzinaggio, carico, scarico (13%). Un ulteriore 9% di infortuni
è invece avvenuto in un luogo pubblico, con questa dicitura si comprendono anche i Mezzi di trasporto
(56%) e la strada, che non è univocamente determinata, ma appartiene alla categoria “Via d’accesso, di
circolazione, zona di stazionamento, sala d’attesa”, a cui appartiene il 38% degli infortuni avvenuti in
luogo pubblico. Altri luoghi in cui sono avvenuti gli infortuni sono i cantieri (6%), gli uffici (3%) e i
domicili privati (3%).
Considerando le conseguenze dell’infortunio, osserviamo che i casi mortali avvengono soprattutto nel
Luogo di produzione, ma è molto rilevante anche il Luogo pubblico (27% di casi mortali) e in
particolare il Mezzo di trasporto.
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
53
Figura 37: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Luogo; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007
Sito industriale76%
Domicilio3%
Altro3%
Cantiere, cava6%
Attività terziaria3%
Luogo pubblico9%
Tabella 14: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno anni 2004-2007, per Tipo di Luogo ed esiti dell’infortunio.
Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)
INFORTUNI - TIPO DI LUOGO NON GRAVI % GRAVI NON
MORTALI % MORTALI %
Sito industriale 7.068 77,1% 1.789 74,7% 6 40,0% Luogo di produzione, officina, laboratorio 5.686 80,4% 1.459 81,6% 4 66,7% Luogo di magazzinaggio, carico, scarico 921 13,0% 211 11,8% 0 0,0%
Area di manutenzione o riparazione 123 1,7% 30 1,7% 1 16,7% Luogo pubblico 737 8,0% 248 10,4% 4 26,7%
Mezzo di trasporto terrestre 406 55,1% 148 59,7% 3 75,0% Via d’accesso, di circolazione, zona di
stazionamento, sala d’attesa 292 39,6% 86 34,7% 1 25,0%
Zona connessa ai luoghi pubblici ad accesso riservato al personale autorizzato 10 1,4% 6 2,4% 0 0,0%
Cantiere di costruzione, cava, miniera 519 5,7% 140 5,8% 2 13,3% Cantiere, fabbricato in costruzione 263 50,7% 61 43,6% 1 50,0%
Cantiere di costruzione, cava, miniera - non precisato 169 32,6% 46 32,9% 0 0,0%
Cantiere - edificio in demolizione, in restauro, manutenzione 67 12,9% 26 18,6% 1 50,0%
Luogo di attività terziaria, ufficio, luogo di svago, varie 283 3,1% 70 2,9% 1 6,7%
Luogo di vendita 118 41,7% 32 45,7% 0 0,0% Ristorante, albergo, luogo di svago 80 28,3% 16 22,9% 0 0,0%
Ufficio, sala di riunione 45 15,9% 16 22,9% 1 100,0% Domicilio 269 2,9% 72 3,0% 1 6,7% Altro 95 1,0% 26 1,1% 0 0,0% Nessuna informazione 197 2,1% 50 2,1% 1 6,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
54
Tipo di Lavoro
Il tipo di lavoro esprime il principale tipo di lavoro svolto dalla vittima nel momento
dell’infortunio (Figura 38 e Tabella 15).
In due terzi dei casi l’infortunio è avvenuto durante il lavoro di Produzione, trasformazione,
trattamento, magazzinaggio, prevalentemente durante la produzione e trasformazione (69%) e nel 15%
dei casi durante il magazzinaggio.
Un numero rilevante di eventi si verifica durante le cosiddette Attività complementari (12%), cioè:
Installazione, preparazione, montaggio, smontaggio (43%), Manutenzione, riparazione, registrazione,
messa a punto (30%); Pulizia dei locali e macchine (12%), Sorveglianza, ispezione (5%).
Ancora il 12% di infortuni avviene durante la circolazione e altre quote minori di infortuni durante
attività di Sterro, costruzione, manutenzione e demolizione edili (4%) e Attività di servizio all’impresa
e/o alla persona (3%).
Tra gli infortuni mortali le attività complementari e la circolazione sono particolarmente frequenti.
Figura 38: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Lavoro; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007
Produzione, magazzinaggio
66%
Attività complementari
12%
Circolazione12%
Edilizia4%
Servizi impresa e/o persona
3%
Altro3%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
55
Tabella 15: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Tipo di Lavoro ed esiti dell’infortunio.
Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)
INFORTUNI - TIPO DI LAVORO NON GRAVI % GRAVI NON
MORTALI % MORTALI %
Produzione, trasformazione, trattamento, magazzinaggio 6.027 65,7% 1.504 62,8% 4 26,7%
Produzione, trasformazione, trattamento 4.109 68,2% 1.062 70,6% 3 75,0% Magazzinaggio 940 15,6% 198 13,2% 0 0,0%
Attività complementari 1.155 12,6% 285 11,9% 3 20,0% Installazione, preparazione, montaggio,
smontaggio 507 43,9% 120 42,1% 1 33,3%
Manutenzione, riparazione, registrazione, messa a punto 353 30,6% 75 26,3% 2 66,7%
Pulizia di locali, di macchine 142 12,3% 36 12,6% 0 0,0% Sorveglianza, ispezione 51 4,4% 20 7,0% 0 0,0%
Circolazione 1.040 11,3% 334 13,9% 3 20,0% Sterro, costruzione, manutenzione e demolizione edili 394 4,3% 120 5,0% 1 6,7%
Costruzione 243 61,7% 66 55,0% 1 100,0% Non precisato 87 22,1% 26 21,7% 0 0,0%
Restauro, riparazione, ampliamento 46 11,7% 23 19,2% 0 0,0% Attività di servizio all’impresa e/o alla persona; lavoro intellettuale 277 3,0% 76 3,2% 2 13,3%
Attività commerciale 156 56,3% 40 52,6% 0 0,0% Attività di servizio, cura, assistenza alla persona 60 21,7% 18 23,7% 0 0,0% Altro 54 0,6% 23 1,0% 0 0,0% Nessuna informazione 221 2,4% 53 2,2% 2 13,3% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%
Attività fisica specifica
Questa variabile indica l’attività svolta dalla vittima al momento dell’infortunio; si differenzia dal
tipo di lavoro perché mentre questo indica la lavorazione in cui era impegnato il lavoratore, l’attività
fisica indica la specifica azione che stava compiendo (Figura 39 e Tabella 16).
In un quarto degli infortuni l’infortunato stava lavorando con utensili a mano; gli agenti implicati più
frequentemente sono: Coltelli, coltellacci, cutter (7%), Trapano portatile (5%), Martelli, mazze,
mazzette (4%). In un ulteriore 24% di infortuni il lavoratore stava manipolando un oggetto,
prevalentemente un pezzo lavorato (16%). Altre attività implicate negli infortuni sono il trasporto a
mano di carichi (15%) e i semplici movimenti senza oggetto (13%); le operazioni di macchina si
collocano al 5° posto con l’11% degli infortuni. In quasi la metà degli infortuni di quest’ultima tipologia
il lavoratore stava sorvegliando o facendo funzionare la macchina (47%) e nel 28% dei casi la stava
invece alimentando. La conduzione di mezzi di trasporto causa solo l’8% degli infortuni totali, ma il
20% dei mortali.
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
56
Figura 39: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Attività Fisica Specifica; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007
Lavoro con utensili a mano
25%
Manipolazione di oggetti
24%Trasporto manuale
15%
Movimenti13%
Altro4%
Alla guida, a bordo di un mezzo di trasporto
8%
Operazioni di macchina
11%
Tabella 16: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Attività Fisica Specifica ed esiti dell’infortunio.
Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti o gli agenti della deviazione implicati più frequentemente (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le
percentuali in corsivo sono specifiche della categoria) INFORTUNI - ATTIVITÀ FISICA
SPECIFICA NON
GRAVI % GRAVI NON MORTALI % MORTALI %
Lavoro con utensili a mano 2.306 25,2% 565 23,6% 1 6,7% Coltelli, coltellacci, cutter 174 7,5% 19 3,4% 0 0,0%
Trapano portatile 110 4,8% 21 3,7% 0 0,0% Martelli, mazze, mazzette… 107 4,6% 21 3,7% 0 0,0% Sega per legno, per tronchi 89 3,9% 32 5,7% 0 0,0%
Pistola chiodatrice 109 4,7% 5 0,9% 0 0,0% Taglioli, sgorbie, scalpelli da legno 93 4,0% 12 2,1% 0 0,0%
Piallatrice 57 2,5% 22 3,9% 0 0,0% Manipolazione di oggetti 2.295 25,0% 487 20,3% 3 20,0%
Pezzo lavorato 367 16,0% 67 13,8% 0 0,0% Mobili 188 8,2% 27 5,5% 0 0,0%
Materiali vari 158 6,9% 36 7,4% 0 0,0% Elementi prefabbricati (porte, pareti,
finestre ...) 163 7,1% 29 6,0% 0 0,0%
Materiali da costruzione 130 5,7% 27 5,5% 0 0,0% Carichi - movimentati a mano 132 5,8% 16 3,3% 0 0,0%
Elementi da costruzione o elementi costitutivi di macchina 80 3,5% 32 6,6% 0 0,0%
Trasporto manuale 1.415 15,4% 335 14,0% 0 0,0% Carichi - movimentati a mano 226 16,0% 64 19,1% 0 0,0%
Mobili 192 13,6% 59 17,6% 0 0,0% Pezzo lavorato 196 13,9% 44 13,1% 0 0,0%
Materiali da costruzione 109 7,7% 27 8,1% 0 0,0% Materiali vari 66 4,7% 15 4,5% 0 0,0% Carrelli merci 58 4,1% 13 3,9% 0 0,0%
Elementi prefabbricati (porte, pareti, finestre ...) 58 4,1% 9 2,7% 0 0,0%
Movimenti 1.169 12,8% 346 14,4% 3 20,0% Operazioni di macchina 908 9,9% 351 14,7% 1 6,7%
Sorvegliare, far funzionare la macchina 423 46,6% 169 48,1% 1 100,0% Alimentare, disalimentare la macchina 255 28,1% 96 27,4% 0 0,0%
Operazioni di macchina – non precisato 174 19,2% 50 14,2% 0 0,0% Avviare, arrestare la macchina 56 6,2% 36 10,3% 0 0,0%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
57
INFORTUNI - ATTIVITÀ FISICA SPECIFICA
NON GRAVI % GRAVI NON
MORTALI % MORTALI %
Alla guida, a bordo di un mezzo di trasporto 707 7,7% 212 8,9% 3 20,0%
Autovetture 290 41,0% 104 41,0% 1 33,3% Motocicli, motociclette, motoscooter 127 18,0% 26 18,0% 0 0,0%
Trans pallet, muletti 52 7,4% 11 7,4% 0 0,0% Biciclette, monopattini 35 5,0% 13 5,0% 1 33,3%
Camion, rimorchi, semirimorchi - per il trasporto merci 29 4,1% 15 4,1% 0 0,0%
Veicoli terrestri - non precisati 32 4,5% 11 4,5% 0 0,0% Camioncini, furgoni 31 4,4% 10 4,4% 0 0,0%
Presenza 68 0,7% 26 1,1% 0 0,0% Altro 9 0,1% 6 0,3% 0 0,0% Nessuna informazione 291 3,2% 67 2,8% 4 26,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%
Deviazione
La Deviazione indica l’ultimo evento, deviante rispetto alla norma, che ha portato all’infortunio.
È perciò la variabile ESAW che maggiormente è vicina al concetto di dinamica dell’infortunio
(Figura 40 e Tabella 17).
In quasi la metà degli infortuni la deviazione è costituita dalla Perdita di controllo dell’agente; i
principali agenti in questione sono gli utensili (34%) e gli oggetti (portato, spostato, movimentato, ecc.)
(32%), mentre i veicoli o mezzi di trasporto sono implicati nel 16% dei casi e le macchine nel 9%.
I movimenti, senza o con sforzo, sono deviazione per il 28% degli infortuni, nell’11% dei casi invece
l’infortunio è causato da Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale, e
ancora nell’11% dei casi da Caduta, in piano per 71 casi su 100 e dall’alto nei rimanenti.
Figura 40: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Deviazione; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007
Perdita di controllo
dell'agente44%
Movimento senza sforzo
17%
Movimento con sforzo11%
Traboccamento, rovesciamento,
emanazione2%
Altro4%
Rottura, scoppio, caduta,
dell’agente materiale
11%
Caduta11%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
58
Tabella 17: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Deviazione ed esiti dell’infortunio.
Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)
INFORTUNI - DEVIAZIONE NON GRAVI % GRAVI NON
MORTALI % MORTALI %
Perdita di controllo dell'agente 4.061 44,3% 1.052 43,9% 3 20,0% Perdita di controllo di utensile a mano o del
materiale lavorato dall'utensile 1.381 34,0% 341 32,4% 0 0,0%
Perdita di controllo di oggetto (portato, spostato, movimentato, ecc.) 1.379 34,0% 282 26,8% 0 0,0%
Perdita di controllo di mezzo di trasporto/di attrezzatura di movimentazione 615 15,1% 186 17,7% 2 66,7%
Perdita di controllo di macchina (ivi compreso l’avviamento intempestivo) o del materiale lavorato 323 8,0% 147 14,0% 0 0,0%
Movimento senza sforzo 1.547 16,9% 397 16,6% 0 0,0% Movimento con sforzo 1.088 11,9% 235 9,8% 1 6,7%
Sollevando, portando o alzandosi 451 41,5% 75 31,9% 0 0,0% Passo falso, torsione di gamba o caviglia,
scivolamento senza caduta 346 31,8% 90 38,3% 1 100,0%
Spingendo, tirando 105 9,7% 22 9,4% 0 0,0% Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale 1.033 11,3% 260 10,9% 3 20,0%
Scivolamento, caduta, crollo di agente materiale posto al di sopra 416 40,3% 110 42,3% 2 66,7%
Scivolamento, caduta, crollo di un agente materiale allo stesso livello 170 16,5% 52 20,0% 0 0,0%
Rottura, esplosione con produzione di schegge 188 18,2% 17 6,5% 0 0,0% Rottura di materiale, alle giunzioni, alle
connessioni 92 8,9% 23 8,8% 1 33,3%
Caduta 889 9,7% 338 14,1% 2 13,3% Caduta in piano 631 71,0% 219 64,8% 0 0,0%
Caduta di persona dall’alto 213 24,0% 110 32,5% 2 100,0%Traboccamento, rovesciamento, perdita, scorrimento, vaporizzazione, emanazione 198 2,2% 30 1,3% 1 6,7%
Polverosità – generazione di fumi, emissione di polveri, particelle 95 48,0% 15 50,0% 0 0,0%
Allo stato liquido – perdita, trasudo, fuoruscita, spruzzo, aspersione 43 21,7% 9 30,0% 1 100,0%
Allo stato solido – traboccamento, rovesciamento 34 17,2% 3 10,0% 0 0,0% Sorpresa, spavento, violenza, aggressione, minaccia, presenza 64 0,7% 14 0,6% 2 13,3%
Problema elettrico, esplosione, incendio 16 0,2% 3 0,1% 0 0,0% Altro 25 0,3% 8 0,3% 0 0,0% Nessuna informazione 247 2,7% 58 2,4% 3 20,0% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%
Contatto
Il Contatto indica il modo o con che cosa la vittima si è procurata la lesione (Figura 41 e Tabella
18).
Il contatto più frequente (36%) avviene con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo, che
può essere un oggetto tra i più disparati; i più frequenti sono Coltelli, coltellacci, cutter (5%), Pezzo
lavorato (4%), Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri rotti (4%).
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
59
Il 19% degli infortuni avviene per urto da parte di oggetto in movimento, specialmente da autovettura
(17%), ma anche da pezzo lavorato (11%). Questo è una tipologia di infortunio “passiva”, dove cioè la
vittima era ferma; nello Schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto
immobile la vittima invece è in movimento. Qui è raggruppato il 18% degli eventi, e nel 62% di essi si
tratta di caduta. Ognuna di queste due ultime categorie di infortuni registra 5 infortuni mortali.
L’ Incastramento, schiacciamento si verifica nell’11% degli infortuni, così come lo Sforzo fisico o
psichico (fisico nel 97% dei casi). Infine il 2,5% degli eventi è un contatto con Sostanze pericolose,
fuoco o corrente elettrica.
Figura 41: Infortuni riconosciuti escluso itinere per principali categorie di Tipo di Contatto; comparto Legno Veneto, anni 2004-2007
Contatto con agente tagliente,
duro, abrasivo36%
Schiacciamento su/contro oggetto
immobile18%
Incastramento, schiacciamento
11%
Altro3%
Elettricità, temperatura,
sostanza pericolosa
2%Sforzo fisico o
psichico11%
Urto da parte di oggetto in movimento
19%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
60
Tabella 18: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, comparto Legno, anni 2004-2007, per Contatto ed esiti dell’infortunio.
Per alcune macrocategorie sono riportate le specifiche voci più frequenti o gli agenti della deviazione implicati più frequentemente (le percentuali in grassetto fanno riferimento al totale infortuni, le
percentuali in corsivo sono specifiche della categoria)
INFORTUNI - CONTATTO NON GRAVI % GRAVI NON
MORTALI % MORTALI %
Contatto con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo 3.316 36,2% 849 35,4% 0 0,0%
Coltelli, coltellacci, cutter 191 5,8% 24 2,8% 0 0,0% Pezzo lavorato 160 4,8% 18 2,1% 0 0,0%
Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri rotti 157 4,7% 15 1,8% 0 0,0%
Pavimento 100 3,0% 39 4,6% 0 0,0% Utensile, parte di utensile di una macchina 109 3,3% 30 3,5% 0 0,0%
Elementi da costruzione o elementi costitutivi di macchina 103 3,1% 33 3,9% 0 0,0%
Sega per legno, per tronchi 81 2,4% 35 4,1% 0 0,0% Chiodi, graffe, ribattini, rivetti 97 2,9% 3 0,4% 0 0,0%
Taglioli, sgorbie, scalpelli da legno 90 2,7% 10 1,2% 0 0,0% Piallatrice 54 1,6% 28 3,3% 0 0,0%
Urto da parte di oggetto in movimento, collisione 1.821 19,9% 409 17,1% 5 33,3% Autovetture 283 15,5% 92 22,5% 2 40,0%
Pezzo lavorato 202 11,1% 43 10,5% 0 0,0% Schegge, spruzzi, scaglie, pezzi, frammenti, vetri
rotti 102 5,6% 14 3,4% 0 0,0%
Materiali da costruzione 92 5,1% 18 4,4% 0 0,0% Mobili 83 4,6% 18 4,4% 0 0,0%
Carichi - movimentati a mano 61 3,3% 17 4,2% 0 0,0% Elementi da costruzione o elementi costitutivi di
macchina 38 2,1% 15 3,7% 0 0,0%
Chiodi, graffe, ribattini, rivetti 46 2,5% 2 0,5% 0 0,0% Elementi prefabbricati (porte, pareti, finestre ...) 43 2,4% 4 1,0% 0 0,0%
Schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile (vittima in movimento)
1.591 17,4% 481 20,1% 5 33,3%
Movimento verticale, schiacciamento su/contro (risultato di caduta) 963 60,5% 329 68,4% 4 80,0%
Movimento orizzontale, schiacciamento su/contro 545 34,3% 138 28,7% 1 20,0% Incastramento, schiacciamento 967 10,5% 328 13,7% 1 6,7%
Strappo, sezionamento di un membro 29 3,0% 70 21,3% 0 0,0% Sforzo fisico o psichico 995 10,9% 231 9,6% 1 6,7%
Sforzo fisico a carico del sistema muscolo-scheletrico 970 97,5% 228 98,7% 1 100,0%
Contatto con corrente elettrica, temperatura, sostanza pericolosa 229 2,5% 24 1,0% 1 6,7%
Contatto con sostanze pericolose attraverso pelle o occhi 155 67,7% 17 70,8% 0 0,0%
Contatto con fiamma viva o con oggetto/ambiente caldo 53 23,1% 6 25,0% 0 0,0%
Morso, calcio, puntura insetto 30 0,3% 4 0,2% 1 6,7% Annegamento, seppellimento, immersione in un gas 6 0,1% 1 0,0% 0 0,0%
Altro 21 0,2% 9 0,4% 0 0,0% Nessuna informazione 192 2,1% 59 2,5% 1 6,7% Totale 9.168 100,0% 2.395 100,0% 15 100,0%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
61
Natura e sede della lesione
Come si può notare nella Tabella 19, in più della metà degli infortuni nel comparto Legno la regione
del corpo che viene lesa è la mano (51%): nella maggior parte dei casi viene lesionata con ferite (62%
delle lesioni alla mano), contusioni (15%) e fratture (11%). Elevato è anche il numero di perdite
anatomiche (6%).
Il 20% degli infortuni invece riguarda la gamba o il piede, che sono lesionati soprattutto con contusioni
(38%) e lussazioni, distorsioni (32%).
Le altre parti del corpo colpite si possono vedere in Tabella 19; ci limitiamo a segnalare ancora le
lesioni agli occhi e orecchie (3,6%), causate per la maggior parte da corpi estranei (45%) e ferite (27%).
I tipi di lesione più frequenti sono: le ferite (39%), che nell’80% dei casi danneggiano le mani; le
contusioni (23%), ancora alle mani (32%) e ai piedi (19%); le lussazioni (14%) di gamba o piedi (47%) e
della colonna vertebrale (19%).
Rispetto agli infortuni del totale comparti del Veneto, il comparto Legno si caratterizza per una quota
molto più elevata di ferite (39% nel Legno contro 29% nel totale dei comparti) e per una maggiore
rilevanza di perdite anatomiche (3% contro 0,8%); sono invece meno frequenti le lussazioni (14%
contro 23%). In Figura 42 si può vedere la diversa distribuzione della natura della lesione nel comparto
Legno e in altri due comparti ad alto rischio (Costruzioni e Metalmeccanica).
Tabella 19: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, anni 2004-2007, per sede e natura della lesione
Figura 42: Distribuzione percentuale degli infortuni per tipo di lesione; confronto del comparto Legno con altri comparti a rischio elevato. Veneto, 2006-2008
INFORTUNI – SEDE LESIONE Fe
rita
Con
tusi
one
Luss
azio
ne,
dist
orsi
one
Frat
tura
Cor
pi
estr
anei
Perd
ita
anat
omic
a
Lesi
oni d
a sf
orzo
Altr
o
TOTA
LE
%
Mano, dita 3.647 860 128 639 224 350 1 45 5.894 50,9% Caviglia, piede, dita 77 507 467 327 2 2 0 6 1.388 12,0% Cingolo pelvico, gamba 184 406 325 58 24 0 2 2 1.001 8,6% Braccio, polso 240 210 204 111 20 1 16 20 822 7,1% Colonna vertebrale 1 114 322 33 1 0 126 1 598 5,2% Occhio, orecchio 114 62 0 0 188 0 0 54 418 3,6% Cingolo toracico 2 129 161 10 0 0 10 1 313 2,7% Cranio 148 147 0 10 1 0 0 1 307 2,7% Parete toracica 6 170 16 100 0 0 1 4 297 2,6% Faccia 141 38 0 44 1 0 0 7 231 2,0% Collo 5 0 58 0 0 0 0 1 64 0,6% Organi interni 5 31 3 2 4 0 1 5 51 0,4% Sconosciuta 0 0 0 0 0 0 0 194 194 1,7% TOTALE 4.570 2.674 1.684 1.334 465 353 157 341 11.578 100,0% % 39,5% 23,1% 14,5% 11,5% 4,0% 3,0% 1,4% 2,9% 100,0%
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
62
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Scon
osci
uta
Ferit
a
Con
tusi
one
Luss
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orsi
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Lesi
oni d
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triag
enti
Cor
pi e
stra
nei
Lesi
oni d
asf
orzo
Industria Legno Metalmeccanica Costruzioni
Associamo le informazioni sul tipo di lesione alla variabile ESAW “Deviazione” per capire meglio da
cosa sono causate (Tabella 20): le ferite sono dovute per oltre metà dei casi alla perdita di controllo
dell’agente (55%) e per un ulteriore 20% a movimenti senza sforzo; anche le contusioni sono dovute
principalmente a perdita di controllo dell’agente (39%) e movimenti senza sforzo (16%), ma anche a
cadute (15%) e rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale (15%). Le
lussazioni derivano principalmente da movimenti con sforzo (31%) e da perdita di controllo dell’agente
(26%); le fratture da perdita di controllo dell’agente (43%) e cadute (17%). Citiamo infine la perdita
anatomica, che nel 58% degli eventi è dovuta a perdita di controllo dell’agente.
Tabella 20: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere, anni 2004-2007, per deviazione e natura della lesione
INFORTUNI – DEVIAZIONE Fe
rita
Con
tusi
one
Luss
azio
ne,
dist
orsi
one
Frat
tura
Cor
pi
estr
anei
Perd
ita
anat
omic
a
Lesi
oni d
a sf
orzo
Altr
o
TOTA
LE
Perdita di controllo dell'agente 2.507 1.041 440 568 194 206 21 139 5.116 Movimento senza sforzo 858 431 266 178 57 67 21 66 1.944 Movimento con sforzo 263 262 527 113 24 21 92 22 1.324 Rottura, frattura, scoppio, scivolamento, caduta, crollo dell’agente materiale 431 401 105 185 94 31 11 38 1.296
Caduta 279 399 262 221 16 16 4 32 1.229 Traboccamento, rovesciamento, perdita, scorrimento, vaporizzazione, emanazione 67 35 16 21 58 2 1 29 229
Sorpresa, spavento, violenza, aggressione, minaccia, presenza 29 21 13 11 2 1 1 2 80
Problema elettrico, esplosione, incendio 6 1 2 2 0 2 0 6 19 Altro 13 11 0 3 4 0 0 2 33 Nessuna informazione 117 72 53 32 16 7 6 5 308 TOTALE 4.570 2.674 1.684 1.334 465 353 157 341 11.578
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
63
Infortuni Stradali in orario di lavoro
Nell’archivio INAIL dal 2004 è presente un flag che identifica gli infortuni stradali e individua 211
infortuni negli anni 2004-2007. Tra essi non sono inclusi gli infortuni in itinere ma solo gli
infortuni in orario di lavoro.
Gli infortuni stradali così identificati rappresentano poco meno del 2% degli infortuni nel comparto
Legno e si mantengono costanti negli anni esaminati, con circa 50 infortuni l’anno (Tabella 21).
Tabella 21: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere distinti per stradale e non stradale e anno, comparto Legno, Regione del Veneto
INFORTUNI 2004 2005 2006 2007 TOTALE Non Stradale 3.160 2.842 2.789 2.576 11.367
Stradale 52 59 51 49 211 TOTALE 3.212 2.901 2.840 2.625 11.578
% stradali 1,6% 2,0% 1,8% 1,9% 1,8%
In proporzione avvengono più infortuni stradali in provincia di Padova (2,8%) e Venezia (2,7%; Figura
43); le province di Belluno e Rovigo invece sono nettamente sotto la media (rispettivamente: 0,7% e
1,3%). Anche osservando le ULSS si nota che quelle con la percentuale di stradali maggiore sono la 16-
Padova (5,8%; Figura 44) e 12-Venezia (4,6%), mentre le ULSS 2-Feltre e 17-Este sono sotto l’1%.
Figura 43: Percentuale di infortuni stradali rispetto al totale infortuni per provincia, comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007
0,0%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
3,0%
23 Verona 24 Vicenza 25 Belluno 26 Treviso 27 Venezia 28 Padova 29 Rovigo
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
64
Figura 44: Percentuale di infortuni stradali rispetto al totale infortuni per ULSS, comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
Gli infortuni stradali tendono ad avere esiti più gravi degli infortuni non stradali. Si osserva infatti in
Tabella 22 che gli infortuni stradali costituiscono l’1,5% degli infortuni non gravi, il 3% degli infortuni
gravi non mortali e ben il 27% degli infortuni mortali.
Tabella 22: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere stradali e non stradali per tipologia di gravità; comparto Legno, Veneto, anni 2004-2007
INFORTUNI Non gravi Gravi non mortali Mortali Totale Non stradale 9.034 2.322 11 11.367
Stradale 134 73 4 211 TOTALE 9.168 2.395 15 11.578
% stradali 1,5% 3,0% 26,7% 1,8%
Analizziamo brevemente la dinamica degli infortuni stradali:
• Tipo di luogo: quasi la metà degli infortuni stradali avviene sul mezzo di trasporto terrestre
(45%), un quarto dei casi sulla “Via d’accesso, di circolazione, zona di stazionamento, sala
d’attesa” (25%) e i rimanenti in “Luogo di produzione, officina, laboratorio” (17%) o altri
luoghi simili.
• Tipo di lavoro: nel 67% dei casi si tratta di “Circolazione” e nel 16% di “Produzione,
trasformazione, trattamento, magazzinaggio”.
• Attività fisica specifica: la più frequente è “Condurre un mezzo di trasporto o un’attrezzatura
di movimentazione motorizzata” (44%), mentre il “Condurre un mezzo di trasporto o
DINAMICA DEGLI INFORTUNI
65
un’attrezzatura di movimentazione NON motorizzata” si riscontra nel 6% dei casi. La vittima
era invece “passeggero a bordo d’un mezzo di trasporto” nel 6% dei casi. Un ulteriore 14% di
infortuni rientra in una di queste categorie senza precisare quale, in questo insieme rientra
perciò complessivamente il 70% dei casi. Il rimanente 30% si compone di vari lavori con
utensili a mano, movimenti come camminare, correre ecc. e manipolazione di oggetti.
• Deviazione: la perdita di controllo del mezzo di trasporto/attrezzatura di movimentazione è
segnalata nel 54% dei casi; complessivamente la perdita di controllo dell’agente si riscontra nel
78% dei casi. Residuali sono altre deviazioni come la caduta dall’alto, rotture e crolli, la semplice
presenza, lo spavento.
• Agente della deviazione: le autovetture si collocano al primo posto (39%), seguite da
camioncini, furgoni e camion (17%), motocicli (4%), e biciclette (2%). Il rimanente 38% si
diluisce tra carichi, imballaggi, utensili e materiali di vario genere.
• Contatto: il 65% degli infortuni stradali si conclude con urto o collisione con oggetto in
movimento, dove con urto si intende un incidente passivo, in cui la vittima è immobile e solo
l’agente è in movimento (29%), mentre la collisione avviene tra due entità in movimento (33%).
L’agente implicato è prevalentemente un’autovettura (63%) o un camion e simili (17%).
Nell’11% degli infortuni stradali il contatto è “Schiacciamento in movimento verticale o
orizzontale su/contro un oggetto immobile (vittima in movimento)”, e nel 10% un “Contatto
con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo”.
INFORTUNI MORTALI
66
INFORTUNI MORTALI
Nel comparto Legno si verificano in media poco meno di 5 infortuni mortali all’anno. In realtà, come si
osserva in Tabella 23, gli infortuni mortali hanno conosciuto negli ultimi anni un andamento
altalenante: nel 2000 e nel 2001 si è verificato un numero elevato di eventi mortali, poi diminuiti molto
negli anni successivi, toccando addirittura lo 0 nel 2003. Tra il 2004 e il 2006 si inverte la tendenza, i
mortali si stabilizzano intorno a una media di circa 5 infortuni all’anno, ma nel 2007 sono tornati a un
livello molto alto, come nel 2000.
Sia in Tabella 23 che in Figura 45, si distinguono gli infortuni in itinere da quelli in orario di lavoro.
Gli infortuni mortali in itinere sono circa il 35% dei mortali, in linea con il totale dei comparti della
Regione del Veneto. Escludendo gli infortuni in itinere la situazione del 2007 appare un po’ meno
drammatica, infatti i mortali non in itinere sono pari agli anni precedenti.
NB: il riconoscimento degli infortuni in itinere è stato modificato e reso più facile nel corso del 2000,
quindi quest’anno non è pienamente confrontabile con i successivi.
Tabella 23: Infortuni mortali avvenuti in Veneto per anno nel comparto Legno, distinti per in itinere e non in itinere
INFORTUNI MORTALI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE
Non in itinere 8 3 2 0 3 4 4 4 28 In itinere 0 4 0 0 2 0 1 4 11 TOTALE 8 7 2 0 5 4 5 8 39
Figura 45: Numero assoluto di infortuni mortali distinti per in itinere e in orario di lavoro, per anno, comparto Legno, Veneto
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
non in itinere in itinere
INFORTUNI MORTALI
67
Esaminando la distribuzione degli infortuni mortali per comparto (Figura 46), osserviamo che il
comparto Legno si colloca all’ottavo posto, con il 3,6% degli eventi mortali del Veneto. Il comparto
Costruzioni da solo comprende oltre un quarto dei mortali e un ulteriore 50% è equamente ripartito tra
Trasporti, Metalmeccanica, Servizi e Agricoltura. Se confrontiamo questa distribuzione con quella del
totale infortuni per comparto già osservata in precedenza (Figura 9) osserviamo che essa è differente,
soprattutto per certi comparti che hanno una proporzione di mortali elevata rispetto al totale infortuni,
per esempio il comparto Trasporti. Si può meglio verificare ciò in Figura 47: nel comparto Estrazioni
minerali, che è uno dei comparti più esigui, con solo lo 0,2% del totale infortuni del Veneto, 43
infortuni su 10.000 sono infortuni mortali. Anche il comparto Trasporti ha una proporzione di
infortuni mortali molto elevata (38 su 10.000). Costruzioni, Agricoltura e Industria elettrica si collocano
sopra la media regionale, pari a 12 mortali ogni 10.000 infortuni; il Legno invece si colloca sotto la
media con un rapporto di 9 a 10.000.
Figura 46: Infortuni mortali nei principali comparti del Veneto, anni 2001-2007. Infortuni riconosciuti esclusi in itinere
Costruzioni25%
Trasporti14%
Metalmeccanica12%
Servizi11%
ALTRO10%
Trasf. Minerali2%Chimica
3%
Legno4%
Commercio4%
Sconosciuto4%
Agricoltura11%
INFORTUNI MORTALI
68
Figura 47: Rapporto infortuni mortali/infortuni totali (x 10.000) per comparto del Veneto, anni 2001-2007. Infortuni riconosciuti esclusi in itinere. La linea blu rappresenta la media regionale
0,0
5,0
10,0
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20,0
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Ritornando ad approfondire il comparto Legno, analizziamo la distribuzione dei mortali per classe di
età (Figura 48): si nota che la frequenza di mortali sul totale degli infortuni aumenta al crescere dell’età,
toccando il massimo nell’età oltre i 65 anni, come si osserva sia nel comparto Legno che nel totale
infortuni della Regione del Veneto. Anche nella classe da 15 a 29 anni tuttavia si registra nel comparto
Legno un picco di infortuni mortali, a differenza del totale infortuni della Regione del Veneto.
Nella Figura 48 è stata distinta la frequenza di mortali sul totale infortuni dal sottoinsieme degli
infortuni mortali in orario di lavoro, cioè esclusi gli infortuni in itinere: la differenza tra i due
sottogruppi si nota soprattutto nella fascia da 30 a 39 anni poiché in essa si colloca il 64% degli
infortuni mortali in itinere. Escludendo questi ultimi essa diventa la classe di età con la minor
proporzione di infortuni mortali.
INFORTUNI MORTALI
69
Figura 48: Rapporto infortuni mortali/infortuni totali (x 10.000) per classe di età, comparto Legno Veneto, anni 2000-2007. Totale infortuni ed esclusi infortuni in itinere
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totale escluso in itinere
Per analizzare le modalità di accadimento degli infortuni mortali si limita il periodo di osservazione agli
anni 2004-2007, in modo da avere maggiore completezza delle informazioni contenute nelle variabili
ESAW. In Tabella 24 si elencano i 15 infortuni mortali avvenuti in questo periodo nel comparto
Legno (non in itinere), ciascuno di essi descritto con il massimo dettaglio possibile relativo alla dinamica
e al tipo di lesione.
L’informazione in realtà non è sempre del tutto completa, infatti le variabili ESAW sono parzialmente o
del tutto assenti in 7 infortuni su 15 e quelle sulla natura e sede della lesione in 2 casi; altre volte, pur
essendo le variabili tutte compilate, non si riesce comunque a comprendere chiaramente la dinamica
dell’evento. Dalla nostra interpretazione di questi casi traiamo le seguenti conclusioni:
3 infortuni sono causati da schiacciamento, e due di essi a causa del crollo di ciò che stava
sopra, cioè una impalcatura o materiale da costruzione (casi n. 2-6-7)
3 morti sono dovute a incidente stradale, di cui uno in autovettura che urta contro un’altra e
uno in bicicletta che viene investita. Il terzo è di dubbia interpretazione (casi n. 9-10-11)
si osservano 2 casi di caduta dall’alto, di cui una dal tetto e una dalla scala portatile (casi n. 3-4),
e 1 probabile caduta in piano (caso n. 1)
1 caso è dato da perdita di controllo di una attrezzatura (convogliatore a nastro; caso n. 8)
1 vittima è colpita dall’utensile (chiave) che si rompe mentre lo usava per la manutenzione
(caso n. 12)
1 caso è probabilmente dovuto a intossicazione da sostanze corrosive o caustiche (caso n. 5)
2 casi di difficile interpretazione sono causati da urto o aggressione con un’altra persona (casi n.
13-14)
la morte è provocata in 6 casi su 15 da lesioni al cranio, soprattutto fratture (4 casi), in 3 casi da
lesioni alla parete toracica e in 2 casi da lesioni agli organi interni.
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LAVORATORI STRANIERI
72
LAVORATORI STRANIERI
Complessivamente, nel periodo esaminato circa il 18% degli infortuni che avvengono nel comparto
Legno coinvolge un lavoratore nato in un paese Estero (informazione ricavata dal Codice Fiscale);
come si nota in Tabella 25, questa percentuale è aumentata progressivamente dal 2000, in cui era pari
al 12%, fino al 2007, in cui supera il 22%.
In realtà il numero assoluto di infortuni di lavoratori stranieri è molto aumentato tra 2000 e 2003, in cui
si è registrato un picco di 671 infortuni (Figura 49); negli anni successivi è diminuito e nel 2006 gli
infortuni riconosciuti sono 618. Da questo andamento consegue una variazione percentuale di infortuni
pari a +30% (2006-2000), mentre gli infortuni di lavoratori nati in Italia sono diminuiti del -38%.
Vediamo in Tabella 25 che la popolazione straniera più rappresentata sono i marocchini (21%), i quali
però dal 2003 stanno diminuendo; è molto aumentata invece la presenza rumena (+119%), che nel
2007 ha superato quella marocchina. La terza popolazione più numerosa è l’albanese, la quale è
aumentata fino al 2004 e poi ha iniziato a diminuire.
Ricordiamo che ciò che stiamo osservando sono gli infortuni sul lavoro, che sono una conseguenza
indiretta del numero di occupati italiani e stranieri in Veneto e sono influenzati sia dalle variazioni nei
flussi migratori, sia dalla diminuzione dell’incidenza di infortuni. Purtroppo non disponiamo di dati
sulla popolazione occupata straniera che ci consentano di calcolare un indice di incidenza separato per
nazionalità; sappiamo però dall’Osservatorio regionale per l’immigrazione2 che i lavoratori stranieri
sono in costante aumento in Veneto (+123% nel 2006 rispetto al 2000), compreso il settore del legno
(+73%; v. Tabella 25), quindi possiamo pensare che anche per i lavoratori stranieri stia diminuendo
l’incidenza di infortuni.
2 Fonte: “Dossier permanente immigrazione, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione (www.venetoimmigrazione.it)
LAVORATORI STRANIERI
73
Figura 49: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere divisi per nazione di nascita dell’infortunato, per anno. Comparto Legno, Regione del Veneto
1.500
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2.500
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Tabella 25: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere divisi per nazione di nascita dell’infortunato, per anno. Comparto Legno, Regione del Veneto
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MAROCCO 114 129 164 151 126 110 99 95 988 21,0% -13,2%ROMANIA 41 46 55 84 102 93 90 107 618 13,1% 119,5%ALBANIA 52 50 65 85 91 80 67 64 554 11,8% 28,8% SERBIA-MONTEN. 30 35 41 42 32 31 29 24 264 5,6% -3,3% SVIZZERA 45 44 33 34 41 22 23 22 264 5,6% -48,9%SENEGAL 35 34 25 42 32 26 21 14 229 4,9% -40,0%BANGLADESH 11 17 13 22 14 22 30 19 148 3,1% 172,7%INDIA 10 17 14 14 8 19 20 21 123 2,6% 100,0%GHANA 14 21 12 15 13 18 10 15 118 2,5% -28,6%MACEDONIA 10 8 12 14 10 13 25 19 111 2,4% 150,0%
DI C
UI:
TUNISIA 10 14 8 13 11 11 18 17 102 2,2% 80,0% TOTALE 4.048 3.813 3.511 3.379 3.212 2.901 2.840 2.625 26.329 100,0% -29,8%
% STRANIERI 11,8% 14,0% 16,2% 19,9% 20,5% 20,4% 21,8% 22,2% 17,9% 0,0% Occupati stranieri
dipendenti nel Legno-mobilio*
5.591 6.492 7.930 8.822 9.194 9.154 9.674 10.451 67.308 73,0%
* Fonte: “Dossier Permanente immigrazione”, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione
Rispetto agli altri comparti, il Legno si colloca in posizione intermedia quanto alla percentuale di
infortunati stranieri sul totale infortuni, appena sopra alla media regionale che è pari a 16% (Figura 50);
la percentuale di infortunati nati all’estero oltrepassa il 50% nell’industria conciaria, ed è superiore al
20% nell’industria dei metalli, nell’industria chimica e di trasformazione dei minerali.
La distribuzione degli infortunati per età nel comparto Legno (Figura 51) è significativamente diversa
tra nati in Italia e nati all’estero, infatti tra i nati all’estero prevalgono i giovani, tra 25 e 34 anni (40%),
LAVORATORI STRANIERI
74
mentre tra gli infortunati nati in Italia la classe più numerosa è quella tra 45 e 64 anni (30%) e c’è un
discreto numero di infortuni anche oltre i 65 anni (367 casi, 2%).
Non c’è differenza invece per sesso: sia per i nati in Italia che per i nati all’estero le donne infortunate
sono circa il 10% (non mostrato).
Figura 50: Percentuale di infortuni di lavoratori nati all’estero per comparto, Regione del Veneto, anni 2000-2007. La retta orizzontale indica il valore medio regionale
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Con
ciar
ia
Met
alli
Chi
mic
a
Tras
f. M
iner
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Cos
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ità
Com
mer
cio
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tato
Ele
ttric
ità G
as
Figura 51: Percentuale per età di infortuni riconosciuti esclusi in itinere, divisi per nazione di nascita dell’infortunato, anni 2000-2007. Comparto Legno, Regione del Veneto
0%
10%
20%
30%
40%
50%
15-24 25-34 35-44 45-64 65+
ESTERO ITALIA
LAVORATORI STRANIERI
75
Osservando la percentuale di infortunati nati all’estero per provincia nel comparto Legno (Figura 52),
spicca la provincia di Treviso in cui essa è molto elevata, per la precisione è pari al 25%; al secondo
posto si colloca la provincia di Vicenza con il 17% di infortunati stranieri. Nella provincia di Verona
invece solo il 9% degli infortunati è nato all’estero.
Entrando nel dettaglio di ULSS (Figura 53), osserviamo che le 3 ULSS che compongono la provincia
di Treviso, cioè le ULSS 7-Pieve di Soligo, 8-Asolo e 9-Treviso, hanno tutte una percentuale di
infortunati nati all’estero superiore al 20%; oltrepassa il 20% anche l’ULSS 5-Arzignano, in provincia di
Vicenza. Anche le ULSS limitrofe alla provincia di Treviso, cioè 2-Feltre, 3-Bassano del Grappa, 10-S.
Donà di Piave, 15-Cittadella, hanno una percentuale elevata di infortunati nati all’estero. Le ULSS che
compongono la provincia di Verona invece non sono omogenee, nell’ULSS 20-Verona la percentuale è
elevata, mentre nell’ULSS 21-Legnago è molto bassa (5%).
Figura 52: Percentuale di infortunati nati all’estero per provincia, comparto Legno, anni 2000-2007
LAVORATORI STRANIERI
76
Figura 53: Percentuale di infortunati nati all’estero per ULSS, comparto Legno, anni 2000-2007
In Tabella 26 mostriamo la percentuale di nati all’estero per gruppo di attività: nelle attività riguardanti
la prima lavorazione del legname quasi un quarto degli infortuni colpisce lavoratori nati all’estero,
mentre del settore della lavorazione di materiali affini al legno sono poco meno del 7%.
Tabella 26: Infortuni riconosciuti esclusi in itinere per gruppo di tariffa e nazione di nascita dell’infortunato, comparto Legno, anni 2000-2007
INFORTUNI - GRUPPI TARIFFA Italia Estero Non definito TOTALE % di stranieri
5100 Prima lavorazione legname 1.100 353 4 1.457 24,2%
5200 Falegnameria e restauro 20.243 4.329 36 24.608 17,6%
5300 Materiali affini al legno 245 18 1 264 6,8%
TOTALE 21.588 4.700 41 26.329 17,9%
MALATTIE PROFESSIONALI
77
MALATTIE PROFESSIONALI
In Veneto nel periodo 2000-2007 si sono manifestate e sono state denunciate all’INAIL 16.897 malattie
professionali; di queste il 4,4% è nel comparto Legno (740 casi). Come si può osservare in Figura 54, le
malattie professionali denunciate nel comparto Legno sono aumentate fino al 2002 e poi hanno
cominciato a diminuire, con delle forti oscillazioni negli anni più recenti.
Le malattie professionali che poi sono state riconosciute dall’INAIL sono circa la metà e come si vede
in Figura 54 hanno registrato un picco nel 2003 e successivamente sono diminuite; negli ultimi anni
sembrano essersi stabilizzate poco sotto i 40 casi annui. Il dato 2007 è provvisorio e suscettibile di
aumenti perché al momento attuale il 30% dei casi è ancora in attesa di definizione da parte dell’INAIL.
Il 71% delle malattie denunciate nel comparto Legno sono classificate come “non tabellate”, cioè non
rientranti nelle tabelle del DPR 336/1994 (Tabella 27). Il 22% è una ipoacusia (163 casi dal 2000 al
2007), causata principalmente dalla lavorazione meccanica del legno con seghe circolari (87 casi, 53%),
con seghe a nastro (25 casi, 15%), con piallatrici (20 casi, 12%) e toupies (18 casi, 11%). Al terzo posto
si collocano le malattie cutanee (19 casi, 3%), per metà causate da resine, oligomeri, elastomeri, gomma
arabica, caprolattame. Segnaliamo 5 casi di carcinoma delle cavità nasali e 2 mesoteliomi, le altre
patologie denunciate si possono vedere in Tabella 27.
Nel corso del periodo esaminato si è registrato nel 2002 un picco di malattie non tabellate con oltre 90
malattie denunciate, negli anni successivi queste patologie hanno mantenuto un andamento altalenante;
le ipoacusie denunciate invece sono in costante diminuzione, tranne un picco di 33 casi nel 2003.
Figura 54: Numero assoluto di malattie professionali denunciate e riconosciute dall’INAIL per anno di manifestazione; comparto Legno, Veneto
0
20
40
60
80
100
120
140
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
denunciate riconosciute
MALATTIE PROFESSIONALI
78
Tabella 27: Malattie professionali denunciate per tipo di patologia e anno di manifestazione della malattia; comparto Legno, Regione del Veneto
ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %
Non tabellata 51 71 92 69 67 77 43 55 525 70,9% Ipoacusia 33 28 22 33 15 14 7 11 163 22,0% Malattie cutanee 5 2 1 2 3 4 1 1 19 2,6% Asma da sostanze chimiche 1 1 0 3 1 2 1 1 10 1,4% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 1 0 0 0 0 1 2 5 0,7%
Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 0 1 0 0 2 1 1 5 0,7%
Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 0 0 1 0 0 0 1 0 2 0,3% Asma da sostanze vegetali 1 0 1 0 0 0 0 0 2 0,3% Mesotelioma 0 0 0 0 1 0 0 1 2 0,3% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0,1%
Stagno, tallio, vanadio, zinco, leghe e composti 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0,1%
Sconosciuta 0 0 2 1 0 0 0 2 5 0,7% TOTALE 92 104 120 108 88 99 55 74 740 100,0%
Figura 55: Distribuzione delle malattie professionali denunciate per tipo di patologia nel comparto Legno (cerchio interno) e nel totale comparti del Veneto (cerchio esterno). Anni 2000-2007
Non tabellataIpoacusiaMal. cutaneeMal. osteoarticolariRespiratorieTumoriMesoteliomaIntossicazioniAltro-Sconosciuto
Rispetto agli altri comparti del Veneto, il Legno ha una percentuale più bassa di malattie non tabellate,
infatti sul totale comparti del Veneto esse sono l’80% delle malattie denunciate; presenta invece la più
alta percentuale di ipoacusie, che sul totale comparti del Veneto sono il 6%. Per le altre patologie la
distribuzione è simile (Figura 55).
Tra gli infortuni del comparto Legno le donne vengono coinvolte nel 10% dei casi, le malattie
professionali invece colpiscono una donna nel 17% dei casi (Tabella 28). Questa percentuale è più
elevata in certe patologie: infatti quasi il 60% delle malattie cutanee e il 41% dei casi di asma riguarda
una donna. Scarsissime tra le donne sono invece le ipoacusie (2%).
TOTALE COMPARTI
VENETO
LEGNO
MALATTIE PROFESSIONALI
79
Tabella 28: Malattie professionali denunciate per tipo di patologia e sesso; comparto Legno, Regione del Veneto
SESSO MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE Femmine Maschi TOTALE % femmine Non tabellata 107 418 525 20,4% Ipoacusia 3 160 163 1,8% Malattie cutanee 11 8 19 57,9% Asma da sostanze chimiche 4 6 10 40,0% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 4 5 20,0% Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 5 5 0,0% Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 0 2 2 0,0% Asma da sostanze vegetali 1 1 2 50,0% Mesotelioma 0 2 2 0,0% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 1 0,0% Stagno, tallio, vanadio, zinco, leghe e composti 0 1 1 0,0% Sconosciuta 0 5 5 0,0% TOTALE 127 613 740 17,2%
Nella Tabella 29 mostriamo le malattie denunciate per gruppo di tariffa dal 2000 al 2007; il 93% si
colloca nella falegnameria e restauro, il 6% nella prima lavorazione del legname e l’1% nella lavorazione
di materiali affini al legno. Confrontando questa tabella con quella della distribuzione degli addetti per
gruppo tariffa (Tabella 1) vediamo che sono molto simili, quindi possiamo affermare che le malattie
professionali si distribuiscono in modo omogeneo per gruppo tariffa, con una frequenza leggermente
maggiore nella prima lavorazione del legname.
Tabella 29: Malattie professionali denunciate per gruppo tariffa e anno di manifestazione della malattia; comparto Legno, Regione del Veneto
ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %
5100 Prima lavorazione legname 8 4 11 3 2 6 2 6 42 5,7% 5200 Falegnameria e restauro 83 99 107 105 86 90 50 68 688 93,0% 5300 Materiali affini al legno 1 1 2 0 0 3 3 0 10 1,4% TOTALE 92 104 120 108 88 99 55 74 740 100,0%
Abbiamo già accennato in precedenza che solo il 50% delle malattie denunciate viene riconosciuto:
vediamo infatti in Figura 56 che il 50% delle malattie viene chiuso con definizione negativa; il 33% è
invece definito “Regolare senza indennizzo”, il 12% è “Permanente” e il 5% è “Temporaneo”. Solo 1
malattia ha dato un esito mortale riconosciuto (mesotelioma pleurico).
MALATTIE PROFESSIONALI
80
Figura 56: Tipi di definizione assegnati alle malattie professionali manifestatesi e definite dal 2000 al 2007; comparto Legno, Regione del Veneto
Negativo50,1%
Permanente11,8%
Temporaneo5,3%
Regolare senza Indennizzo
32,7%
Mortale0,1%
Tra le malattie riconosciute, le malattie non tabellate sono il 48%, nonostante tra le denunciate fossero
il 70%: il riconoscimento di una malattia non tabellata infatti è più difficile (dato l’onere della prova a
carico del lavoratore) rispetto a una malattia tabellata (Tabella 30). Tra le malattie non tabellate
denunciate è stato riconosciuto il 33%, mentre le ipoacusie denunciate sono riconosciute nell’86% dei
casi e le altre patologie vengono riconosciute quasi interamente. Sostanzialmente le conclusioni che
possiamo trarre da questa tabella non differiscono da quelle della Tabella 27. Più interessante è la
Tabella 31, nella quale la classificazione delle patologie usata è un codice sanitario affine alla
classificazione ICD IX, che negli archivi INAIL è presente solo nelle malattie definite. Questo codice è
utile soprattutto per identificare dal punto di vista clinico le patologie non tabellate: vediamo infatti che
in Tabella 31 emergono un centinaio di ipoacusie in più e 68 malattie osteoarticolari e angioneurotiche,
che nella tabella precedente erano nascoste all’interno della generica categoria delle malattie non
tabellate. Con questa classificazione le ipoacusie vengono a rappresentare il 67% delle malattie
professionali nel comparto Legno, le malattie osteoarticolari e angioneurotiche il 19% e le malattie
cutanee il 6%.
Le ipoacusie negli anni tra 2000 e 2003 sono un numero elevato, tra 35 e 40 casi annui, con un picco di
49 nel 2003; negli anni successivi diminuiscono notevolmente, mantenendosi intorno ai 20 casi all’anno.
Le malattie osteoarticolari invece aumentano fino al 2002, poi si mantengono quasi costanti sui 10-12
casi annui. Le malattie cutanee riconosciute sono mediamente circa 3 all’anno, e così le malattie
respiratorie. I tumori riconosciuti sono 1-2 all’anno a partire dal 2004.
MALATTIE PROFESSIONALI
81
Tabella 30: Malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione del DPR 336/1994 e anno di manifestazione; comparto Legno, Regione del Veneto
ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE %
Non tabellata 8 22 28 28 27 18 24 18 173 48,1% Ipoacusia 29 27 19 31 13 11 7 4 141 39,2% Malattie cutanee 5 2 1 3 3 3 1 1 19 5,3% Asma da sostanze chimiche 1 1 0 3 1 2 1 1 10 2,8% Acido cianidrico, cianuri, acido isocianico ed isocianati 1 1 0 0 0 0 1 1 4 1,1%
Carcinoma delle cavità nasali e paranasali 0 0 0 0 0 2 1 1 4 1,1%
Aldeidi, acidi organici, tioacidi, anidridi 1 0 1 0 0 0 1 0 3 0,8% Asma da sostanze vegetali 2 0 1 0 0 0 0 0 3 0,8% Mesotelioma 0 0 0 0 1 0 0 1 2 0,6% Cromo trivalente ed esavalente, leghe e composti 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0,3%
TOTALE 47 54 50 65 45 36 36 27 360 100,0%
Tabella 31: Malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione per codice sanitario e anno di manifestazione; comparto Legno, Regione del Veneto
ANNO DI MANIFESTAZIONE MALATTIE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 TOTALE
Ipoacusia 33 42 34 47 28 21 22 11 238 Sindromi labirintiche ed altri disturbi vestibolari 1 0 0 0 0 0 0 0 1 Sordità 0 0 0 0 0 0 0 1 1 TOTALE Disturbi dell’udito 34 42 34 47 28 21 22 12 240 Malattie dei tendini ed affezioni delle sinoviali, tendini 1 1 2 6 3 6 4 4 27
Altre neuropatie periferiche 2 2 4 2 2 0 1 1 14 Affezioni dei muscoli, legamenti, aponeurosi e tessuti molli 0 3 4 4 1 0 1 1 14
Artrosi ed affezioni correlate 0 0 1 0 1 2 2 0 6 Affezione dei dischi intervertebrali 0 0 1 0 1 0 1 0 3 Altre affezioni osteo-muscolari 0 0 0 0 2 0 0 0 2 Altre neuropatie infiammatorie e tossiche 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Osteocondropatie 0 0 0 0 1 0 0 0 1 TOTALE Mal. Osteoarticolari e angioneurotiche 3 6 12 12 11 8 9 7 68
Dermatite da contatto ed altri eczemi 5 3 2 3 3 3 0 2 21 Asma 5 2 1 3 1 2 2 2 18 Altre malattie dell'apparato respiratorio 0 0 1 0 0 0 1 0 2 Affezioni croniche del rinofaringe e dei seni paranasali 0 0 0 0 0 0 1 0 1
TOTALE Mal. Respiratorie 5 2 2 3 1 2 4 2 21 Tumore maligno delle cavità nasali, orecchio medio e seni 0 0 0 0 0 2 1 1 4
Tumore maligno della pleura 0 0 0 0 1 0 0 1 2 TOTALE Tumori 0 0 0 0 1 2 1 2 6 Sconosciuto - altro 0 1 0 0 1 0 0 2 4 TOTALE 47 54 50 65 45 36 36 27 360
In Figura 57 confrontiamo la distribuzione per tipo di patologia delle malattie professionali nel
comparto Legno e nel totale dei comparti della Regione del Veneto: nel Legno le ipoacusie sono
presenti in misura molto maggiore rispetto alla media regionale (67% contro 44%), mentre le altre
patologie, di conseguenza, sono in proporzione meno frequenti, anche se non sono distribuite allo
stesso modo.
MALATTIE PROFESSIONALI
82
Figura 57: Distribuzione delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL per tipo di patologia secondo la classificazione per codice sanitario nel comparto Legno (cerchio interno) e nel totale
comparti del Veneto (cerchio esterno). Anni 2000-2007
Mal. udito
Mal. osteomuscolari
Mal. respiratorie
Mal. cutanee
Tumori
Mal. sistema nervoso
Altro
TOTALE COMPARTI
VENETO
LEGNO
CONCLUSIONI
83
CONCLUSIONI
Il comparto
Il comparto Industria del Legno è un comparto che rappresenta poco più del 3% del tessuto
produttivo del Veneto sia come PAT che come numero di addetti.
Pur essendo poco rilevante come numero di addetti, è molto importante dal punto di vista
economico perché produce un saldo attivo tra importazione ed esportazione di circa 3.100 milioni
di euro all’anno, pari a un terzo del saldo attivo dell’intero sistema produttivo del Veneto.
Le indicazioni ricavabili dagli archivi aziende INAIL ci informano che tra il 2000 e il 2007 il numero
di PAT è diminuito del 7,5%, mentre il numero di addetti aumenta fino al 2004 e diminuisce
improvvisamente negli anni 2005-2006, con una variazione complessiva di +2%
Nelle piccole aziende fino a 15 dipendenti si osserva una riduzione del numero di addetti anche del
10%, compensata da un aumento dei dipendenti nelle grandi aziende.
L’attività produttiva che più si è ridotta è la lavorazione di materiali affini al legno (-22%); la prima
lavorazione del legname nel complesso si è mantenuta stabile (-2%), con un calo di addetti del 18%
nella prima lavorazione dei tronchi e un aumento nella produzione di tranciati, sfogliati e pannelli di
legno. Per quanto riguarda la falegnameria e restauro (+3%), da osservare una diminuzione del 9%
degli addetti della produzione artigianale di mobili e arredamenti e un aumento del 12% di quella
industriale.
Complessivamente nel comparto Legno gli artigiani rappresentano circa il 26% della forza lavoro
assicurata e tra il 2000 e il 2006 sono diminuiti del 12%. I dipendenti sono quindi il 74% e sono
aumentati dell’8% tra il 2000 e il 2006.
L’andamento degli infortuni
Nel comparto Legno nel 2006 sono stati riconosciuti dall’INAIL 2.840 infortuni sul lavoro.
All’inizio del periodo esaminato in questo studio, cioè nel 2000, il numero assoluto di infortuni era
di 4.048, nel corso degli anni quindi si è ridotto di circa il 30%.
Conseguentemente, l’indice di incidenza è diminuito di oltre 20 punti ma rimane comunque
rilevante: oltre 50 infortuni ogni 1000 addetti contro una media regionale inferiore a 30‰. Esso è
più elevato rispetto alla maggioranza dei comparti; si colloca alla pari con la metalmeccanica e le
costruzioni, inferiore solo a industria dei metalli, agrindustria, estrazioni minerali, trasformazioni
minerali e industria della gomma.
CONCLUSIONI
84
La gravità
Per la quantificazione della gravità degli infortuni sono stati proposti due indicatori: l’indice di
gravità secondo la norma UNI 7249 e la percentuale di infortuni gravi sul totale infortuni. L’indice
di gravità è molto diminuito nel 2001 e poi è rimasto stazionario. La percentuale di gravi invece è in
continuo aumento sia nel comparto Legno che nel totale dei comparti, passando dal 16,7% al 21%
nel comparto Legno. Questo indicatore è molto maggiore nel comparto Legno che nella
metalmeccanica e inferiore solo ad agricoltura, trasporti, estrazioni minerali, costruzioni ed
elettricità-gas-acqua.
Commento agli indicatori di incidenza e gravità
La lettura integrata degli indicatori di incidenza e di gravità ci fa ipotizzare che l’incidenza di
infortuni nel comparto Legno sia realmente diminuita, ma non nella misura rilevata dall’indicatore,
che viene distorto dalla possibile sottonotifica degli infortuni lievi: infatti gli infortuni gravi, pur
essendo diminuiti, presentano una riduzione di entità inferiore.
La dimensione dell’azienda è risultata incidere sul fenomeno infortunistico, combinata
probabilmente al fenomeno della sottonotifica, anch’essa correlata alla dimensione aziendale: nelle
piccole aziende l’incidenza di infortuni è più bassa, ma anche più stabile nel tempo, mentre nelle
grandi aziende l’incidenza era molto più elevata a inizio periodo ma è diminuita di più negli anni
successivi. Al contrario, la gravità (come percentuale di casi gravi) è mediamente più bassa nelle
grandi aziende e pur aumentando in tutte le classi, l’incremento tende a essere meno marcato presso
le aziende grandi.
Analisi per territorio
La provincia in cui si colloca il maggior numero di addetti del comparto Legno (41% degli addetti
del Veneto) e, di conseguenza, anche il maggior numero di infortuni (41% degli infortuni del Legno
del Veneto) è la provincia di Treviso.
L’ULSS dove il comparto Legno è più rilevante sia come addetti che come infortuni è l’ULSS 9-
Treviso (20% degli addetti; 20% degli infortuni).
La provincia con l’incidenza più elevata è la provincia di Vicenza (51‰), seguita da Treviso (50‰)
e Belluno (49‰). Vicenza è anche la provincia in cui l’incidenza diminuisce meno (-14 punti),
mentre la provincia di Belluno è la provincia in cui diminuisce di più l’incidenza di infortuni (-35
punti).
Nel 2006 alla provincia di Vicenza spetta anche il triste primato della più alta percentuale di
infortuni gravi (28%) seguita dalla provincia di Rovigo (25%); in quest’ultima provincia negli anni
CONCLUSIONI
85
tra 2002 e 2004 la proporzione di gravi è stata altissima, circa il 30%, riducendosi in seguito. Le
percentuali di gravi mediamente più basse si osservano nelle province di Treviso e Verona.
In base al Rapporto Standardizzato di incidenza, che valuta l’incidenza di infortuni al netto della
diversa distribuzione delle attività produttive, risultano avere un’incidenza significativamente
superiore alla media regionale le ULSS 4-Thiene, 7-Pieve di Soligo, 3-Bassano, 21-Legnago.
Risultano invece significativamente al di sotto della media regionale le ULSS: 1-Belluno, 6-Vicenza,
16-Padova, 17-Este, 18-Rovigo, 19-Adria.
Il risultato del Rapporto Standardizzato conferma le conclusioni ottenibili con l’indice di incidenza
grezzo, eccetto che per l’ULSS 1-Belluno, che con il Rapporto Standardizzato si colloca sotto la
media regionale nonostante avesse un’incidenza grezza molto elevata, e l’ULSS 21-Legnago, che
con il Rapporto Standardizzato si colloca sopra la media, nonostante avesse un’incidenza grezza
molto bassa. In queste due ULSS quindi il valore dell’incidenza grezza è giustificato dalla diversa
distribuzione di lavorazioni ad alto o basso rischio.
Il Rapporto Standardizzato però valuta solo l’incidenza di infortuni e non la gravità: alcune ULSS
con un SR nettamente inferiore a 1 (6-Vicenza, 16-Padova, 18-Rovigo) sono ULSS con un’alta
proporzione di gravi, molto superiore alla media. Un valore così basso dell’incidenza in queste
ULSS potrebbe essere dovuto alla mancata notifica degli infortuni lievi.
La mobilità dei lavoratori e/o l’accentramento contributivo non causano rilevanti variazioni sui tassi
di incidenza, tranne che per la provincia di Venezia. A livello di ULSS la mobilità è più ampia e così
l’effetto sui tassi è più consistente, in particolare per l’ULSS 12-Veneziana.
Malattie professionali
Riguardo alle malattie professionali, le denunce stanno diminuendo dopo aver registrato in picco di
120 casi nel 2003, tuttavia l’andamento è altalenante e richiede cautela per gli anni più recenti (dati
ancora non consolidati). Tra le malattie riconosciute dall’INAIL, i due terzi sono ipoacusie e altri
disturbi dell’udito, in diminuzione dal 2004; le malattie osteoarticolari e angioneurotiche, che
costituiscono il 19% delle patologie riconosciute, invece aumentano fino al 2002, poi si
mantengono quasi costanti sui 10-12 casi annui. Le malattie cutanee riconosciute sono mediamente
circa 3 all’anno, e così le malattie respiratorie. I tumori riconosciuti sono 1-2 all’anno a partire dal
2004; tra essi si conteggiano 4 tumori maligni delle cavità nasali e 2 tumori della pleura.