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DOCUMENTO DI SINTESI RELATIVO ALLA VERIFICA DI ESCLUSIONE
DALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S) DELLA
PROPOSTA DI PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO (P.I.I.) IN
VARIANTE AL P.R.G. VIGENTE AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE N.
12 DEL 2005 RIGUARDANTE L’AREA DI VIA INGANNI 12 .
Giugno 2008
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INDICE
Documento di Sintesi
1. Premessa pag. 3
2. Proposta di variante pag. 4
3. Caratteristiche dell’area e vincoli pag. 8
- Suolo e sottosuolo pag.10
- Aspetti geologici-geotecnici pag.11
- Inquadramento geologico e geomorfologico pag.11
- Analisi geotecnica pag.12
- Fattibilità geologica pag.12
- Analisi del rischio sismico pag.13
- Ambiente idrico pag.13
- Aspetti qualitativi del sistema idrico dell’area pag.15
- Idrogeologia pag.17
4. Pianificazione sovracomunale pag.19
5. Pianificazione comunale pag.22
- lo stato di fatto pag.
- le trasformazioni previste all’intorno pag.
- il sistema della viabilità previsto pag.22
6. Impatti ambientali da traffico veicolari pag.23
7. Impatti di cantiere pag.26
8. Inquinamento acustico pag.28
9. Consumi energetici ed emissioni inquinanti da fonti fisse pag.29
Allegati
a. Inquadramento territoriale
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1. Premessa
Il presente documento di sintesi è redatto dallo Studio Urbam spa.
Considerato l’avviso di avvio del procedimento della variante della
proposta di programma integrato di intervento (P.I.I.) ai sensi della
legge regionale n. 12 del 2005 riguardante le aree di via Inganni 12 in
variante al piano regolatore generale vigente, in data 21.01.2008, il
seguente documento costituisce:
documento di sintesi per la verifica di esclusione della Valutazione
Ambientale Strategica della proposta di Variante al Prg vigente
relativa all’area in soggetto, ai sensi dell’art. 4, comma 4, della Legge
Regionale n. 12 del 2005 e della Direttiva Europea 2001/42/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 27.06.2001.
Allegati al presente documento di sintesi è la tavola inerente l’
“Inquadramento territoriale”.
Per la variante al PRG vigente sottese alla proposta di Programma
esiste la possibilità di verifica di esclusione dell’ambito di applicazione
della VAS (art. 3, comma 2 direttiva 01/42/CE), poiché riguardante
un’area di ridotta dimensione, la superficie complessiva del P.I.I. è
pari a 10.568 mq, non suscettibile di produrre effetti
significativamente rilevanti sull’ambiente (art. 3, comma 3 direttiva
01/42/CE).
Le valutazioni effettuate in merito agli aspetti ambientali di rilevanza
per l’area in oggetto della Variante:
Uso del suolo e vincoli ambientali e paesaggistici e assetto
idrogeologico;
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Impatti ambientali da traffico veicolare, in termini di congestione,
accessibilità ed emissioni inquinanti;
Aspetti relativi all’inquinamento acustico;
Aspetti energetici, in particolare consumi energetici ed emissioni
inquinanti da fonti fisse.
In particolare per ciascun aspetto considerato, come di seguito
illustrato, si ritiene che le ricadute ambientali conseguenti alla
Variante non incidano in modo rilevante sugli indicatori tematici di
riferimento e si forniscono indicazioni su interventi di mitigazione o
compensazione ambientale, da tenere in considerazione in fase di
elaborazione del progetto definitivo al fine di garantire condizioni di
coerenza strutturale con gli indirizzi di sostenibilità di piani e
programmi interessati all’intervento.
2. Proposta di variante
L’ambito urbano interessato dal progetto è situato nel settore Ovest di
Milano, compreso all’interno della Zona di decentramento n. 6. E’
delimitato a Nord dal complesso parrocchiale di San Murialdo, ad
Ovest da via Inganni, a Sud da via Lorenteggio e ad Est da via
Murialdo. L’area è interamente compresa in zona omogenea B1, con
destinazione funzionale SP (Area per Servizi Privati). Il perimetro
delineato di territorio interessato dal Programma Integrato di
Intervento comprende un’area di mq. 10.568 ( dati da catasto).
La proposta di PII è finalizzata alla riqualificazione e valorizzazione
dell’area, attualmente occupata da un edificio scolastico, da una
palestra e da un ampio giardino di pertinenza della scuola.
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Il progetto, il cui planivolumetrico è rappresentato in Fig. 2 , prevede
la realizzazione di un nuovo insediamento residenziale, consistente in
un edificio di 9 piani fuori terra e in 2 piani di parcheggi ipogei. Tali
parcheggi, per complessivi 159 posti auto, sono destinati a soddisfare
in parte la nuova richiesta residenziale e in parte la domanda degli
attuali residenti del quartiere. È inoltre prevista la realizzazione di un
parcheggio pubblico di superficie (per complessivi 28 posti auto) e
della relativa viabilità di accesso, attestata su Via Murialdo, nonché la
riqualificazione del complesso scolastico esistente e delle aree esterne.
I parcheggi ipogei si collocano sotto l’area fondiaria e sotto l’area
asservita a parcheggio pubblico. La quota massima raggiunta dalla
porzione interrata è di circa 6-7 m da p.c. La capacità insediativa
massima è pari a 143 abitanti residenti. La distribuzione delle funzioni
attribuite ai diversi comparti del PII è evidenziata in Figura 1 mentre i
principali dati progettuali sono indicati in Tabella 1.
Figura 1
Destinazioni funzionali
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Tabella 1 Dati progettuali
Figura 2
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Progetto planivolumetrico
E’ stata effettuata una prima analisti sistematica degli strati
cartografici relativi al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
per arrivare a una interpretazione di massima dell’area di studio delle
emergenze ambientali e idrogeologiche che insistono sull’area oggetto
di variante. Le principali fonti cartografiche utilizzate nell’analisi sono
gli strati raster delle Carte Tecniche del Comune di Milano aggiornate
al 2004 e le ortofoto CGR anno 2000 in scala 1:1000 entrambe riferite
alla rappresentazione cartografica Gauss-Boaga fuso Ovest. Gli strati
vettoriali considerati ai fini dell’analisi sono gli strati relativi nella
tavola 3 del PTCP “ Sistema paesistico ambientale” che interessano il
territorio circostante l’area, in particolare:
• Ambiti di rilevanza paesistica (art. 31)
• Parchi urbani e aree per la fruizione (art. 35)
• Comparti storici al 1930 (art. 37)
• Aree a vincolo archeologico ( art. 41)
• Canali (art. 34)
• Percorsi di interesse paesistico (art. 40)
Le risultanze dell’indagine sugli strati del PTCP nell’area oggetto di
variante indicano esclusivamente la presenza di percorsi di interesse
paesistico (art. 40) individuati nella tavola 3 (sistema paesistico
ambientale) lungo la roggia Bissera sotto via Murialdo. Si rileva infine
la presenza della roggia Bissera come correttamente individuate nella
tavola 7 carta del reticolo idrografico allegata alla relazione geologica.
In compensazione dell’abbattimento di essenze arboree saranno
ripiantumate parte delle stesse, ritenute valide a seguito di perizia
agronomica, all’interno dell’area privata non in corrispondenza dei
nuovi filari alberati lungo la viabilità.
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3. Caratteristiche dell’area e vincoli
L’area è interamente compresa in zona omogenea B1, con
destinazione funzionale SP. Gli immobili esistenti sono l’edificio
scolastico principale, la palestra e un servizio igienico esterno. La
porzione territoriale non occupata dagli edifici è attualmente occupata
da un giardino recintato e utilizzato come spazio ricreativo a servizio
della scuola.
Ai fini di una corretta progettazione, sono stati esaminati i principali
strumenti di programmazione e pianificazione territoriale (PTPR ,
PTCP, PRG, ecc.), sono inoltre state individuate le prescrizioni
vincolanti contenute nei principali riferimenti normativi di settore, con
particolare attenzione alla salvaguardia del paesaggio, del sistema
idrico e all’utilizzazione del suolo e del sottosuolo, nonché alle servitù
indotte dallo sviluppo delle reti tecnologiche. Da tale analisi emerge
che l’area sulla quale dovranno essere realizzati gli interventi non è
interessata da particolari vincoli territoriali, così come evidenziato in
Figura 1.3-1. Essa non è inclusa nel perimetro di parchi o riserve
naturali o ambientali. È esterna agli ambiti territoriali estrattivi del
vigente Piano Provinciale delle Cave, così come approvato dalla
Regione nel marzo 1990 e sottoposto a seconda revisione, adottata
con Deliberazione Consiliare n° 1/204 del 15 gennaio 2004. In essa
non sono individuati beni di valore storico/architettonico, né risultano
presenti aree di interesse archeologico tutelate ai sensi della Legge
1089/1939. L’area non è interessata da vincolo ambientale-
paesaggistico di cui all’art. 134 del DLgs 42/2004 “Codice Urbani”.
L’area non è soggetta a vincolo idrogeologico e per la progettazione si
è tenuta una distanza pari a 10 m dall’eventuale roggia su via
Murialdo.
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Per quanto riguarda i vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino ai
sensi della L 183/1989, l’area non rientra in alcuna fasce fluviali, così
come riportato nella cartografia ufficiale del Piano Stralcio per
l’Assetto Idrogeologico, adottato con delibera del Comitato
Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, n° 18/2001 del 26
aprile 2001. Osservando, come da Figura 1.3-2, l’ubicazione dei pozzi
per il prelievo di acqua destinata al consumo umano esistenti sul
territorio non si rileva la presenza nel sito e/o nelle immediate
vicinanze né di pozzi, né delle relative fasce di tutela assoluta (10 m di
raggio) e di rispetto (200 m di raggio) stabilite dal DLgs 152/1999 e
dal DPR 236/1988 secondo le modalità previste dal DLgs 258/2000.
Né nel sito, né nelle immediate vicinanze si riscontra la presenza di
linee di elettrodotti e/o sistemi fissi di telecomunicazione e
radiotelevisivi, che per gli effetti del DPCM 8 luglio 2003 potrebbero
implicare nelle aree di dislocazione la presenza di fasce di
inedificabilità. Nel raggio di 200 m rispetto al perimetro dell’area
d’intervento, a maggio 2006, risultavano essere ubicate n° 8 Industrie
Insalubri ancora attive, così come evidenziato dal database NOE del
Servizio Autorizzazioni – Settore Attuazione Politiche Ambientali (vedi
Figure finali “Ubicazione Industrie Insalubri”). Le caratteristiche delle
attività industriali censite sono tali da non rappresentare una fonte di
impatto ambientale sui previsti insediamenti del Programma Integrato
d’Intervento “Via Inganni/Via Lorenteggio”.
I principali riferimenti normativi nazionali e regionali in materia di tutela del paesaggio sono: - Decreto Legislativo 42/2004 “Codice Urbani” Codice dei beni culturali e del
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- paesaggio; - Legge Regionale 11 marzo 2005 n° 12 Legge per il governo del territorio; - Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n° 152 “Testo unico ambientale”.
Suolo e sottosuolo
Relativamente agli aspetti qualitativi dei terreni in esame, le
prescrizioni e i limiti normativi sono dettati dal Decreto Legislativo n°
152 del 3 aprile 2006, il cosiddetto Testo Unico Ambientale, entrato in
vigore il 29 aprile 2006. In questo testo i limiti di riferimento per
valutare l’eventuale inquinamento del sottosuolo rimangono quelli
riportati nella Tabella 1 del DM 471/1999. A differenza della
precedente normativa, DM 471/1999, un superamento di questi valori
non implica automaticamente che l’area sia inquinata, ma
semplicemente che si rende necessario eseguire un‘analisi di rischio
sito specifica per valutare le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR);
solo qualora siano superate queste ultime l’area è da considerarsi
inquinata. La normativa precedentemente in vigore indicava che la
scelta di sottoporre un sito alle indagini ambientali preliminari per la
verifica dell’eventuale superamento dei limiti di qualità dipendesse
dalla possibilità che il sito, per la sua storia passata o attuale, potesse
essere stato o potesse essere oggetto di fenomeni di inquinamento.
L’analisi storica e attuale dell’area non ha portato all’identificazione di
potenzialmente fonti di inquinamento per il suolo ed il sottosuolo in
esame, pertanto non si ritiene di dover sottoporre i terreni del sito ad
un’indagine ambientale preliminare per accertarsi della compatibilità
dei suoli con le destinazioni funzionali previste dal progetto di
trasformazione.
Dovrà essere predisposta un’indagine ambientale al fine di verificare la
qualità di suolo e sottosuolo in relazione al punto di rischio
rappresentato dal serbatoio interrato come da comunicazione in data
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12.06.2008 da parte del Servizio Piani e Bonifica recependo
indicazione fornite da Arpa U.O. Bonifiche.
Aspetti geologici-geotecnici
I contenuti del presente paragrafo sono tratti dal Documento D
“Relazione geologica – PII Via Inganni/Via Lorenteggio”, redatta, ai
sensi dell’art. 57 della LR 12/2005 e secondo le direttive della DGR del
22 dicembre 2005 n° 8/1566 (e successivi aggiornamenti), nel mese
di ottobre 2006 dallo Studio Geoplan, alla quale si rimanda per una
trattazione di dettaglio della tematica. Tale studio ha come scopo
quello di delineare le principali caratteristiche geologiche,
geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area e del territorio in cui essa
si inserisce, in modo da permettere una corretta valutazione della
fattibilità dell’intervento in progetto.
Inquadramento geologico e geomorfologico
Le basi cartografiche regionali consultate evidenziano che, anche in
relazione all’assetto morfologico, nell’area non sono presenti fenomeni
di dissesto. L’area di interesse ricade sui depositi fluvioglaciali della
più recente glaciazione quaternaria, quella würmiana, costituenti il
livello fondamentale della pianura; litologicamente sono costituiti da
sabbie e ghiaie in matrice limosa di colore da nocciola a grigio-verde,
con ciottoli poligenici, eterometrici e ben arrotondati. La loro
deposizione è avvenuta a seguito dell’azione degli scaricatori glaciali
provenienti dalle cerchie moreniche lariane poste più a nord. A seguito
delle modalità di messa in posto, tali depositi presentano variazioni
granulometriche anche rilevanti sia in senso verticale che in senso
areale. E’ possibile individuare due distinte litozone; nella porzione più
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superficiale - sino a circa 45÷50 m dal piano campagna – sono
presenti depositi sabbiosi e sabbiosoghiaiosi passanti lateralmente ad
orizzonti di limi e limi sabbiosi. A profondità superiori, la successione
diviene prevalentemente argillos-limosa, con orizzonti sabbiosi di
limitato spessore e, subordinatamente, sabbioso-ghiaiosi. In direzione
EW, le intercalazioni a litologia sabbioso-ghiaiosa diventano più
frequenti ed il passaggio a condizioni di prevalenza dei termini
scarsamente permeabili si approfondisce.
Analisi geotecnica
La caratterizzazione geologico-tecnica di massima dell’area è stata
realizzata sulla base dei dati disponibili per le aree limitrofe. I terreni
presenti sono caratterizzati da omogeneità laterale precedendo da NW
a SE; nella porzione superficiale, fino alla profondità di circa 3 m dal
piano campagna, sono presenti limi e limi sabbiosi sciolti passanti a
limi sabbioso-ghiaiosi maggiormente addensati; verso il basso la
successione diventa prevalentemente ghiaiosa, mantenendo una
media compattezza. Le caratteristiche geotecniche migliorano a
profondità superiori comprese tra 7 e 9 m dal piano campagna, ove
prevalgono i termini sabbioso-ghiaiosi che localmente raggiungono un
alto grado di addensamento.
Fattibilità geologica
L’area di intervento è attribuibile alla classe di fattibilità 1, le
considerazioni precedentemente esposte e quelle riportate nel
sottoparagrafo “Ambiente idrico” portano alla concordanza con questa
attribuzione.
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Analisi del rischio sismico
In conformità a quanto contenuto nell’Allegato 5 “Analisi e valutazione
degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzati alla definizione
dell’aspetto sismico nei Piani di Governo del Territorio” della D.G.R. 22
dicembre 2005 n. 8/1566 (Criteri ed indirizzi per la definizione della
componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo
del territorio, in attuazione dell’art. 57, comma 1, della L.R. 11 marzo
2005, n. 12), è stata effettuata una caratterizzazione sismica di livello
1 nelle aree immediatamente circostanti a quella di intervento. In
corrispondenza di porzioni di pianura con presenza di depositi
alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi è presente lo scenario
di pericolosità morfologica Z4a “Zona di fondovalle con presenza di
depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi”, cui
corrisponde la classe di pericolosità sismica H2 con possibili
amplificazioni degli effetti sismici di tipo litologico e geometrico. Per i
comuni ricadenti in zona 4, per lo scenario individuato e per la
tipologia dell’edificio in progetto non sono previsti ulteriori
approfondimenti di indagine; nelle verifiche previste dalla normativa
vigente è pertanto adottato il valore di accelerazione orizzontale con
probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag/g) previsto dalla
citata ordinanza di 0.05.
Ambiente idrico
Per la definizione generale delle caratteristiche del sistema idrico,
superficiale e sotterraneo dell’intero settore territoriale in cui si colloca
l’area di PII Via Inganni, relativamente agli aspetti qualitativi delle
acque del reticolo idrografico, le prescrizioni e i limiti normativi sono
dettati dal DLgs 152/2006 (per le acque sotterranee) e dal DLgs
152/1999 e successivo DLgs 258/2000 (per le acque superficiali). I
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dati raccolti sono stati reperiti presso la Provincia di Milano – SIAS
(Sistema Informativo Acque Superficiali) e SIF (Sistema Informativo
Falda).
Nella Figura 3 è stata evidenziata la presenza di un canale che scorre
ad ovest dell’area di interesse. Si tratta del deviatore del Fiume Olona,
che è interamente arginato.
Figura 3
carta di sintesi dei condizionamenti territoriali (Fonte: Tav. 3 - PTC
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Provincia di Milano)
Aspetti qualitativi del sistema idrico dell’area
La Provincia di Milano, in attuazione delle disposizioni delle Legge
Regionale Lombarda n° 32 del 20 marzo 1980, nel 1987 ha iniziato un
programma di monitoraggio della qualità delle acque dei principali
corsi che scorrono nel proprio territorio. Dal 1987 al 1999 sono stati
indagati 15 corpi idrici naturali e 7 artificiali tra i quali il fiume Olona,
per un totale complessivo di 31 stazioni di prelievo. In attuazione della
sopra citata legge si sono rilevati sui principali corsi della provincia di
Milano una serie di parametri chimico - fisico - biologici. In base agli
standard fissati per ogni singolo uso, sono state determinate 4 classi
d'uso multiplo (Regione Lombardia - Piano Regionale di Risanamento
delle Acque), la cui definizione è di seguito riportata:
CLASSE A: approvvigionamento idrico potabile di classe 1,
conservazione
dell'ambiente naturale e idoneità a tutti gli altri usi (classe B, C, D);
CLASSE B: approvvigionamento idrico potabile di classe 2, pesca di
classe 1,
conservazione dell'ambiente naturale, balneazione ed altri usi (classe
C e D);
CLASSE C: approvvigionamento idrico potabile di classe 3, pesca di
classe 2,
balneazione, conservazione dell'ambiente naturale, uso irriguo,
industriale;
CLASSE D: pesca di classe 2, uso irriguo, industriale ed assenza di
tossicità
acuta alla vita acquatica.
In base ai dati pubblicati dalla Provincia di Milano risulta che le acque
del fiume Seveso mantengono in maniera pressoché stabile, sia nel
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tempo, sia lungo il corso, un inquinamento di tipo prevalentemente
civile: alcuni parametri batteriologici (COD, BOD5, azoto, fosforo e
fosfati) sono fuori dai limiti della classe D. Con l'emanazione del DLgs
152/1999 si è introdotto il concetto di Stato di qualità
ambientale, definito in relazione al stato ecologico e chimico del corpo
idrico ed al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo
idrico di riferimento. A seguito della emanazione del DLgs 152/1999,
pertanto, nell'anno 2000 si è operata una modifica sia delle stazioni di
controllo, sia dei parametri rilevati, che sono stati quelli stabiliti
nell'allegato 1 del citato decreto. Ai fini della prima classificazione
della qualità dei corsi d'acqua vanno eseguite determinazioni
sull'acqua e sul biota (I.B.E.); qualora ne ricorra la necessità, cioè se
lo stato ambientale da attribuire alla sezione di corpo idrico risulta
inferiore a "Buono”, devono essere effettuati accertamenti successivi
finalizzati alla individuazione delle cause del degrado alla definizione
delle azioni di risanamento. Tali accertamenti devono includere analisi
supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose non
ricercate in precedenza, ovvero l'esistenza di eventuali effetti di tipo
tossico su organismi acquatici, ovvero di fenomeni di accumulo di
contaminanti nei sedimenti e nel biota. L'eventuale evidenziazione di
situazioni di tossicità per gli organismi testati e/o evidenze di
bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale
scadente. Applicando il metodo di classificazione del DLgs 152/99
sopra descritto si può indicativamente sostenere, in base ai dati
raccolti nel SIAS, che all'anno 2004 la situazione del fiume Olona era
la seguente:
Tabella 2
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stato di qualità ambientale del fiume Olona - 2004
Idrogeologia
Nella porzione più superficiale dell’area di riferimento è presente un
acquifero di tipo freatico - sino a circa 45÷50 m dal piano campagna –
costituito da depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi passanti
lateralmente ad orizzonti di limi e limi sabbiosi. Acquiferi di natura
confinata o semilibera sono costituiti dalle isolate lenti permeabili
contenute nella litozona profonda di natura limoso-argillosa. I pozzi
idropotabili rientranti nell’ambito della sezione ricostruita captano le
acque dall’acquifero freatico, da acquiferi di natura confinata o da
entrambi.
Sulla base dei dati messi a disposizione nel marzo 2006 dal Sistema
Informativo Falda della Provincia di Milano il livello piezometrico della
falda freatica in corrispondenza dell’area d’intervento è di 107-108 m
s.l.m., cui corrisponde una soggiacenza di circa 10 m. La falda
defluisce abbastanza regolarmente nell’intorno dell’area con direzione
circa WNW–ESE ed un gradiente di 0.8% per poi assumere un
andamento circa NW-SE;nella porzione nord-orientale la superficie
piezometrica subisce un innalzamento individuando un asse di ricarica.
I dati relativi al piezometro di Via Vespri Siciliani 12 (COD SIF
151461462) per il periodo Gennaio 2000 - Agosto 2006 indicano come
la superficie freatica abbia subito un innalzamento relativo negli anni
2001-2003, per poi attestarsi ad un valore di soggiacenza compreso
tra 11 m e 12 m sino all’inizio del 2006, con tendenza
all’abbassamento. Relativamente alla vulnerabilità dell’acquifero, la
natura prevalentemente sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa della porzione
superficiale della successione stratigrafica esistente unitamente al
basso valore della soggiacenza conferiscono all’acquifero una
significativa vulnerabilità. La vulnerabilità degli acquiferi di natura
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confinata e di quelli semiliberi è da ritenersi bassa e medio-bassa
rispettivamente.
5. Sintesi Geologica
L’area di intervento è attribuibile quasi interamente alla classe di
fattibilità 1, solo una limitata porzione dell’area, ricadente nell’ambito
della fascia di rispetto della Roggia Murialdo, è attribuibile alla classe
4, con consistenti limitazioni alla modifica della destinazione d’uso.
L’intervento è compatibile con l’assetto geologico e idrogeologico
dell’area; la progettazione dell’intervento dovrà essere comunque
corredato da relazione geologico-tecnica ai sensi del Decreto
Ministeriale 14 settembre 2005: Norme tecniche per le costruzioni,
finalizzata a:
- definizione del modello geologico-tecnico di dettaglio
- valutazione dell’interazione terreno-strutture di fondazione e/o
di contenimento dei fronti di scavo.
4. Pianificazione sovracomunale
Dal SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali e Paesaggistici della
Regione Lombardia ) banca dati territoriale che raccoglie i vincoli
ambientali e paesistici presenti sul territorio sono stati estratti e
confrontati i seguenti tematismi:
Ambiti di particolare interesse ambientale secondo il Piano Territoriale
Paesistico Regionale (P.T.P.R)
Artt.17e 18 delle norme di attuazione rappresentati nei seguenti
strati:
AP.SHP- poligoni delle aree di primo appoggio.
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AMT.SHP- ambiti che raggruppano le aree di particolare interresse
ambientale.
Parchi e riserve nazionale e regionali individuati dal D. Lgs. 42/40,
art.142, comma
1, lettera f) distinti nei seguenti layer cartografici:
PA.SHP- parchi nazionali e regionali.
RS.SHP- riserve nazionali e regionali.
PLIS.SHP- parchi locali di interesse sovra comunali.
SIC.SHP- siti di interesse comunitario.
Le bellezze d’insieme secondo il D. Lgs. 42/04, art.136, comma1,
lettere c) e d) rappresentate nello strato informativo BA.SHP- poligoni
bellezze d’insieme.
Le bellezze individue del D.Lgs. 42/04, art.136, comma 1, lettere a) e
b) presenti nello shape BI.SHP-punti bellezze individue.
Relativamente al SIBA, l’area non interessa aree vincolate quali
riserve nazionali e regionali, parchi locali di interesse sovra comunale
o siti di interesse comunitario.
Nell’intorno ma in sinistra orografica del Lambro sono presenti
esclusivamente un’ area di primo appoggio e un’area definita BA
(bellezze d’insieme) rispettivamente a est e sud dell’area oggetti di
variante.
E’ stata effettuata una prima analisti sistematica degli strati
cartografici relativi al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
per arrivare a una interpretazione di massima dell’area di studio delle
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emergenze ambientali e idrogeologiche che insistono sull’area oggetto
di variante.
Le principali fonti cartografiche utilizzate nell’analisi sono gli strati
raster delle Carte Tecniche del Comune di Milano aggiornate al 2004 e
le ortofoto CGR anno 2000 in scala 1:1000 entrambe riferite alla
rappresentazione cartografica Gauss-Boaga fuso Ovest.
Gli strati vettoriali considerati ai fini dell’analisi sono gli strati relativi
nella tavola 3 del PTCP “ Sistema paesistico ambientale” che
interessano il territorio circostante l’area, in particolare:
Ambiti di rilevanza paesistica (art. 31)
Parchi urbani e aree per la fruizione (art. 35)
Comparti storici al 1930 (art. 37)
Aree a vincolo archeologico ( art. 41)
Canali (art. 34)
Percorsi di interesse paesistico (art. 40)
Le risultanze dell’indagine sugli strati del PTCP nell’area oggetto di
variante indicano esclusivamente la presenza di percorsi di interesse
paesistico (art. 40) individuati nella tavola 3 (sistema paesistico
ambientale) lungo la roggia Bissera sotto via Murialdo.
Si rileva infine la presenza della roggia Bissera come correttamente
individuate nella tavola 7 carta del reticolo idrografico allegata alla
relazione geologica.
Dovranno comunque essere presi in considerazione la mitigazione di
alberature verdi in particolare:
- riqualificazione del verde dell’area di pertinenza della scuola,
secondo quanto
- verrà indicato dalla Direzione Scolastica,
- nuovo disegno del verde con dotazione di servizi sportivi
nell’area Residenziale,
- giardino pensile sopra i parcheggi interrati della Residenza,
21
- la sistemazione delle aiuole dei parcheggi a raso, privato e di
uso pubblico,
- previsione di un filare alberato continuo lungo tutto il confine
con la Via Lorenteggio,
- previsione di un filare alberato continuo lungo la Via Murialdo,
- ripiantumazione delle 18 essenze arboree giudicate trapiantabili
a seguito della perizia agronomica all’interno dell’area privata
non in corrispondenza dei nuovi filari alberati.
Come indicato dal Settore Arredo Verde e Qualità Urbana per la
realizzazione di nuovi filari sono previste adeguate superfici di “verde
profondo” tali da permettere l’impianto di alberi di dimensione
adeguata.
5. Pianificazione comunale
Lo stato di fatto
L’area si inserisce in un contesto completamente urbanizzato da
insediamenti a prevalenza residenziale caratterizzati da fabbricati di
altezza variabile tra i 4 e i 9 piani fuori terra, oltre che da insediamenti
ormai storici di tipo produttivo. L’area è inserita in un tessuto urbano
con una buona presenza di servizi pubblici in particolare sotto il profilo
dell’istruzione e dello sport. L’area si inserisce in un contesto nel quale
non vi è necessità di realizzare e/o potenziare alcun tipo di
urbanizzazione né primaria né secondaria. L’assoluta urbanizzazione
dell’area è dimostrata anche dalla presenza, lungo le vie perimetrali al
lotto, di tutti i sottoservizi necessari agli stabili posti in fregio alle
stesse. Tali sottoservizi sono principalmente costituiti da rete fognaria,
rete idrica, rete di illuminazione pubblica e privata, rete gas e rete
22
telefonica. La presenza di verde di quartiere è discontinua e non ha
rilevanza significativa nell’intorno.
A nord rispetto all’area è presente un complesso scolastico composto
da scuola materna, elementare e superiore. A ovest è presente il
centro sportivo “Colombo”.
Figura 4
Lo stato di fatto
23
Le trasformazioni previste all’intorno
All’introno dell’area significative trasformazioni sono rappresentate dal Programma di Riqualificazione Urbana (PRU) Lorenteggio Giordani Gonin Bisceglie.
Il sistema di mobilità
L’area di intervento si colloca in una porzione territoriale ricca di assi
viari di primo e secondo ordine, pertanto è dotata di un ottimo grado
di accessibilità tramite mezzo privato. Relativamente al grado di
accessibilità tramite trasporto pubblico, l’area risulta essere ben
collegata da varie linee di autobus (Linee Urbane 49 e 58 e Linea
Interurbana 327). Una distanza inferiore a un km la divide dalla
fermata Inganni della linea rossa della metropolitana (MM1). La rete
viaria nel raggio di influenza veicolare del sito e lo schema del servizio
di trasporto pubblico sono schematizzati nella figura seguente.
L’asse di via Lorenteggio è interessato dal prolungamento della linea
metropolitana 4, così come previsto dal PGTU, nel medio periodo.
24
Figura 5
inquadramento della rete viaria e del trasporto pubblico nell’area di riferimento
6. Impatti ambientali da traffico veicolare
Gli impatti ambientali da considerare, relativamente al traffico
veicolare indotto dagli insediamenti previsti nella variante di Piano
comprendono principalmente la congestione sulle rete stradali, le
emissioni inquinanti atmosferiche e le emissioni acustiche.
L’area di intervento si colloca in una porzione territoriale ricca di assi
viari di primo e secondo ordine, pertanto è dotata di un ottimo grado
di accessibilità tramite mezzo privato. Relativamente al grado di
accessibilità tramite trasporto pubblico, l’area risulta essere ben
collegata da varie linee di autobus (Linee Urbane 49 e 58 e Linea
Interurbana 327). Una distanza inferiore a un km la divide dalla
fermata Inganni della linea rossa della metropolitana (MM1).
Relativamente ai flussi veicolari in transito sulla rete viaria di
riferimento, i dati relativi ad una campagna di traffico eseguita in un
giorno feriale del 1999 e reperiti in precedenti studi di dinamica di
traffico (“Rapporto annuale 2001 sulla viabilità urbana” pubblicato dal
Comune di Milano nel gennaio 2002) indicano una situazione
25
particolarmente critica in Via Lorenteggio, interessata da circa 2.900-
3.000 movimenti veicolari nelle ore di punta mattutina e serale.
Tabella 3
Flussi veicolari in via Lorenteggio (giornata feriale)
Per quanto riguarda la stima del traffico indotto, l’effetto dei nuovi
insediamenti sulla rete viabilistica esistente/futura si quantifica nel
numero di residenti attratti/generati (tradotti in veicoli) nell’ora di
punta serale che si aggiungono al traffico già esistente. La stima
dell’incremento veicolare viene effettuata sulla base dei posti auto pari
a 159. Il flusso aggiuntivo di veicoli generato dall’intervento in
progetto viene caricato sulla rete viaria dell’area in esame,
supponendo che gli stessi si ridistribuiscano, come origini e
destinazioni, in maniera analoga ai flussi veicolari attuali. L'incremento
veicolare dovuto ai nuovi insediamenti in progetto determina un
incremento veicolare modesto sulla rete contermine, stimato in circa
159 veicoli/ora complessivi, e avrà un impatto complessivo
trascurabile. Gli accessi all'area in progetto sono ubicati su Via
Murialdo, strada con funzione locale e sono tali da consentire
l’accumulo dei veicoli in ingresso ed in uscita all’interno della
proprietà; questa particolarità permetterà di non ostacolare il flusso
veicolare in transito.
La volumetria destinata complessivamente alla residenza è pari a una
Slp di 4.782 mq , per la quale si stima un numero di residenti pari a
circa 143.
Relativamente alla stima delle emissioni inquinanti atmosferiche
dovute al traffico indotto dalle previsioni della Variante di Piano, sono
26
state calcolate le emissioni orarie di alcuni inquinanti atmosferici. La
stima è stata effettuata utilizzando la metodologia e i parametri
contenuti nel progetto CORINAIR dell'Unione Europea. Come è noto
l’emissione è data dal prodotto di un fattore di emissione e di un
fattore di attività o consumo. In questo caso la metodologia esprime le
emissioni in funzione dei chilometri percorsi e del numero di veicoli. Si
è considerato un percorso medio di percorrenza della rete viaria
limitrofa all’area di intervento pari a 10 km. In via cautelativa, i fattori
di emissione oraria applicati sono quelli relativi alle automobili di
tipologia Euro 2/Benzina 1,4 –2,01, non si considerato cioè il rinnovo
del parco veicoli circolante, i cui valori sono i seguenti:
Tabella 4
Fattori di emissione oraria per automobili (g/km)
Sono state calcolate le emissioni orarie relativamente all’ora di punta
mattutina dello scenario attuale (si sono considerati circa 2.900 veicoli
circolanti nella sola Via Lorenteggio) e dello scenario futuro, a
progetto realizzato (incremento veicolare pari a 159 veicoli).
Tabella 5
Emissioni delle automobile nello scenario attuale e nello scenario futuro (g/h)
27
Confrontando i valori calcolati delle emissioni attuali e di quelle future
da traffico veicolare si nota che gli incrementi non sono significativi,
risultando pari a circa il 3,5 % per tutti gli inquinanti considerati.
Si può concludere quindi che il traffico indotto dal nuovo insediamento
dovrebbe contribuire in maniera trascurabile ai livelli emissivi a scala
urbana.
7. Impatti di cantiere
Gli impatti possibili durante la costruzione delle opere progettuali
riguardo questa componente si riferiscono essenzialmente al degrado
della qualità dell'aria dovuta all'aumento delle emissioni inquinanti e
della polvere. Esse sono conseguenza dei lavori di movimentazione di
terra, trasporto di materiale, utilizzo di centrali di betonaggio, nonché
al funzionamento dei macchinari di cantiere e alla circolazione dei
veicoli pesanti usati per il trasporto dei materiali. Nel seguente quadro
vengono riassunti i principali inquinanti atmosferici emessi in ciascuna
delle azioni previste durante la fase di costruzione.
Tabella 6
principali inquinanti atmosferici in fase di cantiere
28
Nel caso in oggetto, un forte elemento di impatto direttamente
causato dalle attività di cantiere, e segnatamente dalle attività di
scavo, è la dispersione delle polveri. In particolare si deve tenere
presente che le fasi di cantiere prevedono la movimentazione di circa
23.906 mc di terra. È evidente che, data la rilevanza quantitativa di
questo materiale, una particolare attenzione dovrà essere posta nella
progettazione dell’area di cantiere al fine di riservare una o più aree
specificatamente destinate all’accumulo temporaneo dei materiali
destinati al trasporto all’esterno del sito. Al di là delle particolari
cautele gestionali che potranno essere adottate durante l’attività del
cantiere, l’accumulo di quantitativi di materiale di scavo di questa
entità può comunque dare luogo ad inconvenienti nei confronti degli
insediamenti circostanti, dovuti alla possibilità di una diffusione della
polvere nell’ambiente causata dal vento. Tra le misure di mitigazione
proposte, si indica in particolare:
l’installazione, fissa e/o provvisoria, di pannelli, barriere e teli allo
scopo di limitare la diffusione delle polveri;
la periodica bagnatura delle piste di cantiere e dei tratti di viabilità
maggiormente interessati dal passaggio dei mezzi pesanti e dalla
conseguente dispersione di terreno e polveri;
la movimentazione e il travaso di materiale polveroso dovranno essere
condotti il più possibile in circuito chiuso (quali coclee e nastri
trasportatori dotati di carter, trasporto pneumatico, ecc.).
In generale in riferimento ai movimenti terra non ci sono motivi per
presupporre interventi di bonifica consistenti.
29
8. Inquinamento acustico
La proposta di variante è relativa ad un’ipotesi di progetto che
prevede la realizzazione di funzione residenziale, non è prevista la
realizzazione di funzioni che comportino particolari sorgenti di rumore,
tali da determinare un impatto acustico significativo sulle zone
circostanti.
Rispetto all’entità del traffico indotto dai nuovi insediamenti, così come
stimato precedentemente, si deduce che l’impatto acustico sull’area
non sia significativamente rilevante.
La sorgente di rumore che influenzano il clima acustico della zona
sono le infrastrutture stradali: in particolare la via Lorenteggio.
Difficilmente possono essere attuati interventi di mitigazione diversi
da una riduzione non compatibile con l’impronta funzionale della via
stessa, asse di penetrazione importante per la città.
Quest’area per quanto attiene il periodo diurno risulterebbe descritta
da una classificazione in zona IV, per la quale è previsto il livello di 65
dB (A) come limite di immissione per tale periodo. In periodo notturno
il L di periodo registrato è comunque superiore rispetto al limite di
immissione per la classe IV, che è di 55 db(A) per l’area dell’edificio
che ricade nella fascia di pertinenza acustica dell’infrastruttura e 60 dB
(A) relativamente all’area dell’edificio che ricade in tale fascia.
Dalle misurazioni effettuate nell’arco delle 24 ore si rileva che la
rumorosità dovuta all’infrastruttura stradale costituita dalla via
Lorenteggio rientra nel limite diurno, mentre vi è un superamento del
limite notturno.
Allo scopo di rendere compatibile il clima acustico nell’area con
l’insediamento a carattere residenziale si interverrà sui requisiti
acustici passivi degli elementi di edificio, in particolare verranno
installati degli infissi ad elevato indice di potere fonoisolante nella
fascia maggiormente esposta al rumore generato dall’infrastruttura.
30
Appare pertanto opportuno predisporre interventi di mitigazione
presso i recettori più esposti, almeno dal lato della via Lorenteggio.
Tale intervento potrebbe coincidere con una progettazione
architettonica che preveda per il lato esposto alla via Lorenteggio un
isolamento standardizzato di facciata elevato, almeno per tutta la
porzione di edificio che ricade entro 30 metri del limite della sede
stradale: entro tale distanza ci si può attendere una diminuizione del
livello di 5 dB(A). il progetto prevederà che la facciata rivolta verso la
via Lorenteggio non abbia finestre (secondo una tipologia costruttiva
già presente nell’area o che la superficie delle aperture sia
minimizzata in modo tale che l’indice di isolamento standardizzato di
facciata in questa porzione di edificio sia superiore a quanto previsto
dal D.P.C.M del 5/12/1997. in particolare nella progettazione di
dettaglio dell’intervento saranno previste due tipologie di infissi,
caratterizzati da un differente indice di potere fonoisolante: nella
porzione di edificio verranno installati serramenti indice di potere
fonoisolante più elevato.
La volumetria destinata complessivamente alla residenza è pari a una
Slp di 4.782 mq , per la quale si stima un numero di residenti pari a
circa 143.
9. consumi energetici ed emissioni inquinanti da fonti fisse
Il PII, relativamente al sistema di riscaldamento degli edifici, indica la
realizzazione di un impianto autonomo a gas naturale. Il consumo di
gas naturale necessario per il riscaldamento della volumetria edificata
nel PII e per la fornitura dell’acqua calda sanitaria può essere
valutato, per un generico edificio, tramite le seguenti relazioni:
FAB = Cg • S • A • (D+n • G) • l • 86,4 (1) C = FAB / (R • PCI) (2)
31
dove: FAB = fabbisogno energetico (kJ/anno) Cg = coefficiente volumetrico globale di dispersione (W/mc/K) D = gradi giorno (°C giorno/anno) n = coefficiente di variazione rispetto ai 20 °C (°C/anno) G = numero giorni di riscaldamento (giorni) l = fattore correttivo in funzione del tipo di impianto e del regime di funzionamento (-) S = superfici riscaldate (mq) A = altezza media superfici riscaldate (m) C = consumo di combustibile (mc/ anno) R = rendimento della caldaia (%) PCI = potere calorifico del combustibile (kJ/mc) In mancanza di dati precisi relativi alla tipologia degli edifici che
saranno costruiti, alle tipologie della rete di distribuzione del calore, ai
regimi di funzionamento e ai materiali adottati per limitare le
dispersioni di calore, si è scelto di condurre una valutazione media
cautelativa, adottando un approccio semplificato basato su un valore
medio del fabbisogno energetico, desunto da dati di letteratura; in
particolare, si è assunto un fabbisogno energetico specifico (FAB) per
le abitazioni civili pari a 80 kJ /mc/ h. Sulla base dello schema
progettuale, la volumetria edificata complessivamente è prevista in
14.346 mc; per gli edifici residenziali e le funzioni compatibili si è
considerata una necessità di riscaldamento per 14 h e 180 giorni. La
stima dei fabbisogni energetici, effettuata in base alla formula (2) è
riportata nella seguente tabella. Si è considerato come detto
precedentemente l’utilizzo di gas naturale (metano) come
combustibile per l'impianto di riscaldamento.
Assumendo un rendimento complessivo della caldaia e del sistema di
distribuzione del calore pari all’85% e un potere calorifico del metano
32
pari a 34,5 MJ/mc, si ricava dalla formula (2) un consumo annuo
totale di circa 101.285 mc.
Tabella 7
stima dei consumi totali annui di combustibile da riscaldamento
Si tratta di una stima cautelativa che ha considerato ipotesi “a favore
di sicurezza”, in quanto una gestione più efficiente dei sistemi di
riscaldamento, una manutenzione costante della caldaia, nonché
l’adozione si sistemi per i contenimento dei consumi energetici previsti
dalla recente LR 140/2004 possono portare a maggiori rendimenti e
quindi a minori consumi di metano. Non è stato calcolato un consumo
di combustibile e corrispondentemente un’emissione in atmosfera,
derivante dal condizionamento degli edifici durante il periodo estivo, in
quanto i compressori utilizzati sul mercato sono prevalentemente di
tipo elettrico e l’eventuale consumo di combustibile per il post-
riscaldamento dell’aria è da ritenersi trascurabile. La stima delle
emissioni è condotta utilizzando fattori di emissione previsti in ambito
nazionale ed europeo per questo tipo di emissioni. Sono stati utilizzati
i dati proposti dal database dei fattori di emissione del CTN-ACE
dell’APAT e i dati dell’”Atmospheric Emission Inventory Guidebook”
dell’Agenzia Europea per L’ambiente (EEA, 2004), illustrati nella
33
seguente tabella. Si può notare come per il gas naturale le emissioni
specifiche di polveri siano molto limitate.
Tabella 8
fattori di emissione medie per caldaie ad uso civile < 50 MW
In conclusione, la stima delle emissioni in atmosfera dal riscaldamento
della volumetria costruita complessivamente con l’intervento proposto
avviene quindi moltiplicando i fattori di emissione per il consumo di
combustibile precedentemente stimato; i risultati sono mostrati in
tabella.
Tabella 9
stima delle emissioni totali da riscaldamento
Le misure di mitigazione delle emissioni in atmosfera dal
riscaldamento degli edifici riguardano sostanzialmente l’utilizzo di
tecnologie innovative per il riscaldamento di parte degli edifici previsti
dal Programma Integrato di Intervento. Avendo assunto infatti il
riscaldamento degli edifici tramite gas naturale (metano), gli ulteriori
contenimenti delle emissioni possibili sono interventi volti a garantire
34
un funzionamento ottimale delle caldaie, che permetteranno una
limitazione delle emissioni in particolare di CO, associato ad un
risparmio energetico e quindi anche ad una (limitata) diminuzione
delle emissioni di CO2. Alla luce anche della Legge Regionale n.
140/2004 “Norme per il risparmio energetico negli edifici e per la
riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti” è sempre più di
grande importanza valorizzare le fonti rinnovabili per il riscaldamento
degli ambienti e per gli utilizzi di acqua calda. A questo scopo, in
accordo all’art. 5 della citata Legge 140/2004 si potrebbe fare ricorso
sia alla produzione di energia elettrica rinnovabile tramite la
predisposizioni di pannelli solari, sia alla produzione di acqua calda
sanitaria tramite collettori solari termici, per una quota pari almeno al
50 % del fabbisogno annuo di acqua calda. Al fine di limitare le
emissioni in fase di progettazione esecutiva si farà attenzione affinché
gli edifici siano realizzati in modo da consentire il contenimento del
consumo di energia primaria per il riscaldamento invernale, per la
climatizzazione estiva, intervenendo sull’involucro edilizio, sul
rendimento dell’impianto di riscaldamento e sull’impianto di
climatizzazione estiva, favorendo gli apporti energetici gratuiti nella
stagione invernale e limitando il surriscaldamento nella stagione
estiva. Va ricordato che, secondo quanto previsto dall’art. 4 comma 5
della LR 140/2004, i sistemi per la captazione e lo sfruttamento
dell’energia solare passiva addossati o integrati negli edifici (muri ad
accumulo, muri di Trombe, muri collettori, captatori in copertura, ecc.)
sono considerati volumi tecnici e quindi non
computabili ai fini volumetrici.
Il progetto una volta realizzato non presenta particolari impatti sulle
varie componenti ambientali considerate. L’aver accompagnato la fase
di progettazione con la redazione del presente studio ha difatti
permesso di evidenziare in itinere eventuali criticità e di adottare
35
conseguentemente appropriati accorgimenti per la loro
minimizzazione. Si ritiene solo opportuno richiamare l’attenzione sulla
possibilità di valutare, in sede di progettazione esecutiva degli
interventi, delle seguenti iniziative:
• adozione di scelte energetiche di alto profilo sotto l’aspetto
dell’elevato rendimento, dei bassi consumi e dunque, in ultima analisi,
dei bassi livelli di emissione in atmosfera;
• ottimizzazione della risorsa idrica e dello smaltimento sia delle acque
meteoriche che dei reflui fognari in conformità non solo, come già
previsto, al regolamento comunale, ma anche alle leggi vigenti in
materia (ex DCR Lombardia del 15 gennaio 2002 n. 402).