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Cal ieolo I
ILDISEGNO PER ILPROGETTO ARCHITETTONICO
13.1 Disegno e progettazione
La progettazione, in quanto processo creativo che si svolge nel
tempo e che presuppone 1 0 studio e l'interpretazione del C011-
testo in cui l 'oggetto progettato si collochera, non puo prescin-
dere dal disegno. Se - come ha mirabilmente sintetizzato Giu-
lio Carlo Argan - «la progettazione e una progressiva visualiz-zazione dcll'idea torrnale, cioe un progressive trasporro di essa
da uno spazio ipotetico e puramente mentale a uno spazio de-
terrninato e concreto» allora il disegno e 1 0 strumento operati-
vo e critico che rende possibile questa percorso.
L' i te1 ' progettuale, ch e ha inizio con 1 0 studio della realta
esistente, e un processo continuo che, attraverso un susseguirsi
di successive elaborazioni e un alternarsi di progressi e stasi,
porta dalla p r imi t iv a in tu izione di una forma alla sua completa
definizione. Talvolta, anzi, questo processo continua fino alla
realizzazione della forma progettata, allorquando nel passag-gio dall'idea alla sua rnaterializzazione s i de t in iscono particola-
ri 0 si apportano modifiche.
IIdisegno e 1 0 s tr umen to o pe rat io o che consente al proget-
tista di visualizzare e fissare sulla carta inornenti fondamen-
tali di questa processo: dagli schizzi di studio, che fermano la
prima idea; agli elaborati del progetto e l i massima, che via via
la sviluppano e precisano; fino ai disegni esecutivi che la deti-
niscorio in ogni particolare, Ma ancora prima e oltre cio, il di-
segno e 1 0 s tr urne n to c ri ti co di cui il progettista si serve per
analizzare la realta esistente e per controllare e verificare le
proprie idee.
Nell ' i t er progettuale, quindi, il disegno viene utilizzato per
due finalita ben distinte e di conseguenza presenta caratteristi-
che tecniche differenti,
IId i segno arch i te t t on i co , cioe tutti gli elaborati grafici che
fissano sulla carta Ie tappe fondamentali del processo proget-
wale, e ilmezzo attraverso cui il progettista traduce Ieproprie
idee in un linguaggio grafieo cornprensibile ad altri soggetti e
in prime luogo agli esecutori del progetto. E un sistema con-
venzionale eli trascrizione grafica dell'architettura progettata,
dello stesso tipo di queUo che perrnette di trascrivere la musicasuI pentagramma 0 le parole sulla carta, Suo fine specifico e lacomunicazione e percio esso deve essere il meno soggettivo e
ambiguo possibile, tale cioe da non dare adito a differenti in-
terpretazioni. Per questa consiste in un eodice ben definite, in
un insieme di convenzioni grafiehe largamente accettate e con-
divise, che ha le sue basi teoriche nella geometria descrittiva,
La cornunicazione univoca, finalizzata alla realizzazionedell'idea progettuale, e 11 fil!{eultimo dei disegni di progetto;
tuttavia anche I'utilizzo di un codice rigoroso consente un
qualche margine limitate, di soggettivita, 11progettista, ad
esempio, puo scegliere tra diversi metodi di rappresentazione
(prospettiva, assonornetria, proiezioni ortogonali), decidere eliutilizzarli con 0 senza l'ausilio delle ornbre, calibrare diversa-
mente 1 0 spessore delle linee. L'attento studio di queste sia pur
minirne variazioni offre un importante contribute alla cono-
scenza della personalita del progettista e al ruolo che egli im-
pliciramente attribuisce al disegno.
Caratteristiche del tutto diverse presenta il disegno in quan-
to ana / is i gra fica, cioe tutte quelle espressioni grafiche attra ver-
so cui ilprogetrista studia e interpreta l'ambiente e l'architetru-
ra gia esistenti, analizza e controlla le proprie idee. Il disegno
diviene un vero e proprio strumento critico con il quale inda-
gare taiune realta, esistenti 0progettate, alIa ricerca delle strut-
ture e dei significati pi u profondi. Non pi u finalizzato alla co-
municazione rna all'indagine, il disegno perde il suo carattere
docurnentario e tendenzialmente univoco per acquistare una
maggiore soggettivira e qualita espressiva, Se, per questo rnoti-
'i/O, idisegni di analisi si prestano a letture diverse, d'altra pa1'-
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340 S ci en z« d el d ise gn o
t e, p rop ri o illoro carattere soggeuivo e sin tetico, ne accresce la
capacita com unicativa e li c ar ic a d i s ig nif ic ati.
Lo schizzo con cui un architetto [issa un'idea e un appunto
mnemonico personale, come, rivolti in prime luogo a se stesso,
S0l10 i isegni m ediante cui vcritica e progress ivamente mette apunto it progeno; rna questi d is eg ni, m olto pi u di q ue lli d i pro-
getto, svelano le intime intenzioni e l~personalita di chi Ii ha
tracciati, Inoltre, u no se hiz zo prospettico, una sezione a m ana
libera, una volumetria, la sovrapposizione di una pianta a un
prospeno evidenziano stru tture e relazioni s pa zi al i p iu effica-
cemente di una rappresentazione o gg ettiv a d ella stessa rcalta,
i n q u an to il modello grafico esempliticato e volutamente ridot-
to agli elem en ti c he e ffe ttiv am en te c ar atte riz za n 0 1 '0 ggetto.
Talora aecade addirittura che un autore perda e li v is ta il ruo-1 0 che q uesti elisegni svolgono nell'arnbito del processo proget-
tu ale p er p erse gu ire finalita propriamente estetiche; allora la
spazialita del soggetto architettonico cessa eli essere un fine e
diviene un pretesto pe r la creazione di espressioni g rafich e au -
to nome che poco hanno a che fare co n il p ro getto .
Concludendo , si puo dire che ilisegni di progetto e eli ana-
lisi, oltre a e ss er e gli strumenti fondam entali per interpretare e
fare architettura, oltre a trasrnettere le necessarie inlormazioni
sulla natura e fo rm a d ell'o gg etto p ro getta to , sorio un'irnpor-
tantissima testimonianza della personalita e dell'universo el i ri-
Ierimento delloro autore (figure 13.1-13.3).
13.2 IIprogetto architettonico
II p ro gc tto a rch i tetto nic o consiste in una serie di elaborati
grafici redatti e organizzati in maniera tale da definite l' o pera
progettata in ogni sua parte e cia consentirne un a conoscenza
differenziata e progressivarnente piii approfondita, C O S 1 , ipri-mi elaborati riguarderanno la forma d 'insierne dell' opera c i
suoi rapp orti con l'am biente circostante, mentre isuccessivi
deiiniranno sempre piu i n de tt ag li o le s ue s in go le parti, for-
nendo indicazioni su i diversi aspetti (fisici, dim ensionali, fun-
z io na li e cc .),
D etto q ue sto , e evidente ehe il uumero e il tipo eli elaborati
dipende direttamente dal g en ere d i o pera p ro ge tta ta e d alla s ua
maggiore 0 minore complessita,
Fig. 13.1- E ri ch M en de l so hn , sc hi zzi d i s tu di o, 1926-1928. I di -
se gni di a nalisi e p rog etto di alcu ni gra ndi arcb ite tt i m ostrano
c hi aram en te c om e si p o ss a ra jf or za re e so tt ol in e are i ll in gu ag gi o
e sp re ssi uo u sa nd o lo st rume nt o d el d ise gn o i n m od o sogget t iuo.C ia e e ui de nt e n eg Ii scb izzi d i st ud io , rn a e percepibile a nc he n ei
d ise g ni d i p ro ge t to n on ost an te L a lo ra magg io re c od iJ ic az io ne .
Jl progetto architettonico, inlatti, puo riierirsi a una vas t;\
gamma di m anuiatti edilizi - cia q uelli residenziali, a q uelli de-
stinati a ospitare servizi sociali, aile inlrastru tture, p er ci tart'
soioi pill importanti - ehe, a loro volta, si articolano in numc-
ro se d iff ere nti tip olo gie .
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Fig. 13.2- Ie Cor-b usi er, sc bi zzi d i st ud io , 1942. Il s in te t ico
s ch izz o, t ra cci at o p er v er~ fi ca re / 'i de a p ro ge tt ua le , ri ue la t ut ta
Lapersonal i ta de l l' a rcb it e t to che, pur uti lizzando i t dise gno in
modo assai inconsueto, riesce a trasmettere con [orz« tutta fa
car ica e sp re s si ua de ll ' i dea proge t tual e .
Gli edifici residenziali, ad esempio, comprendono la villa
unifamiliare, la casa a schiera, in linea, a blocco 0 a torre; tipiedilizi caratterizzati da un diverse a rtic ola rs i e aggregarsi deivari alloggi. Aneor piu diversiiicati sana gli edifiei progettati
per assolvere funzioni sociali: scuole, chiese, ospedali, cinema,
teatri, stadi ecc.
Per quanto riguarda il progetto la diversita tipologica di
edifici appartenenti allo stesso genere non influisee in modo ri-
levante, mentre la differente destinazione d'uso eomporta l'ag-
gillnta di elaborati g ra fi ci d es ti na ti a rapprescntarc qll gl i
aspetti dell'edificio specificamente connessi alIa sua funzione.
Per fare un esernpio si puo dire che ilprogetto e li una villa
non varia, se non per numero di elaborati, rispetto a quello di
una casa a tone; mentre i1 progetto di L1ncinema 0 di uno sta-dia deve comprendere degli elaborati g ra fic i fin aliz za ti a e vi-denziare la « cu rv a della v is ib il ic a» e q ue llo di una p ale str a e la -
borati relativi al dimensionamento degli attrezzi che deve
ospitare. Naturalmentc can la specializzazione e cornplessita
dell'edificio, cresce l'articolazione e diversificazione degli ela-
borati, come si puo verificare osservando iprogetti e li opere
destinate ai servizi per il trasporto, quali stazioni, aeroporti,
portl ecc.
Non e quindi possibile indicare 1a composizione eli un pro-getto-tipo, n e d ef in ir c per ogni genere d i ed il iz ia il numero 1 2 il
tip o d i e la bo ra ti g1'afici i nd is pe n sa bi li , S i p u o t ut ta vi a s ta bi li re
un numero minirno e li condizioni d i carattere generale che
qualsiasi progetto deve soddisfare.
Ciascun progetto deve innanzitutto prevedere uno 0 pili
elaborati che definiscano l a p o si zio n e d el l'o p er a progettata 1'1-
spetto al territorio circostante (planimetric) e, a seconda del ge-
nere di edificio (residenziale, e l i servizio ecc.), varied l'esten-
sione d el t err it or io c on sid e ra te . E qu ind i i ndi spensab il e unaserie di elaborati che diane conto: dell'andamento planimetri-
co (planimetric e piante) e altimetrico (sezioni) dell'edificio;
del suo aspetto esterno (prosperti); delle caratteristiche co-
struttive (schema strutturale e particolari costruttivi) 1 2 impian-
tistiche (scherni di impianti tecnologici), Infine, elaborati dedi-cati a mettere in evidenza particolari aspetti correderanno il
progetto di edifici destinati a funzioni specifiche (figure 13.4 e
13.l8e-h).
Generalmente si lisa distinguere idisegni di progetto in di-segni d i p ro ge tt o d i m as si ma , che comprendono tutti gli elabo-
rati relativi all'aspetto generale dell'opera e ai suoi rapporti con
I'ambiente e, fra questi, quelli necessari a ottenere le indispen-
sabili approvazioni cia parte delle amorita comunali, e in dise-
g ni d i p ro ge tt o e se cu ti ui , che definiscono I'opera fin nei minirni _dettagli e sono dcstinati al cantiere per la sua realizzazione, .:
Naturalrnente tutti gli elaborati che compongono il progetto,
indipendentemente dal loro numero, tipo e finalita, devono es-
sere tra lora correlati.
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342 Scienza d e l d is eg no
Fig . . 1 3.3 - St ud io V alle , di se gn o d i p rog ett o d i un o sta dio .
F ig. 13.4 - Studio Valle , planime tria de ll'in te roe nto a Fort
C ham bray a G ozo (lvialta). A lcuni elaborati d i p ro ge tt o, fi r-
m ati d a n ot i arcb ue tt i i t alia ni , b en illust ran o le di -ve rse m od a-
li ta d i re da zio ne d ei g rafici d i p ro ge tt o e d ocume nta no L acara t-
t eri st ic a i mp ro nt a c he i p ro ge tt ist i d ot at i d i p erso na li ta i mp ri -
m on o a i lo ra d ise gn i. E if caso di q ue lli d el p ro ge tt o d ella S tu di o
Valle di Roma r el at iv o a t re cu pe ro e ri uso di Fort C hambray a
020 (Malta).
Fig. 13.5 - Studio Valle ) inte roe nto a Fort C ham bray a G ozo
(M a lt a), p ia nt a p ia no t erra , sc ala 1:50 (d is egno or ig inal e ).
Cia significa, ad esempio, che le piante, i prospetti e le sc-
zioni di una medesima porzione di edificio devono corrispou-
dere csattarnente, come se fossero disegnati sulla stessa tavola;
ma anche ehe in elaborati a scale diverse relativi allo stesso ou-
getto non si trovino indicazioni contrastanti: idisegni a scala
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Fig. 13.6 - Studio Valle , in te rve nto a Fort C hambray a Gozo
(Ma lt a), p ia nt a p ri mo p ia no , p ro sp et to e s ezi on i lo ng it ud in ali ,
scala 1:50 (disegno originale).
'·L'INDUSTRIAL DESIGN.. .
La p~~gett~ziOJie di oggetti p~odotti industrlalrnente, 0 come sidice ~on
espresslone Inglese I ' industrial design, non differisce concettualrnente dal- ,
. la pregettazione architat tonica. In sostanza IIprogetto di 'u n 6ggetto de- .stinato alia:produzione in,serle differisceda quello diu;:,- edifh:;lOsola-
mente· per je~sale di rnppresentatione deglielaborati e per IImodo dl
reallzzare [e viste d'insieme deWoggetto progeteato. .. ,... . ..
: Nella redazione degli elaboratl grafici dell'industrial desig' prevaie l'u5().di
scale molto grandi, ·daWI:2 0 fino '111'1":: tali ·da consentire quel l ' inforrna-
zione estremamente precisa e dettagliat~indispensabile per predisporre
il.processo di prcduzione industriale. . ...... ';';,::::' '.
;La vista d'i.l)sieme viene generalm~nterealizzata' mediante dive:rsi·tlpi di,
' ·assonometria, piuttosto che tonveduteprospettiche, cosi da restl tuire
..un'immagineil piu realisticapossibile dell'oggetto progettato. Infatti,la·.
. piccola 'Qimensione degli oggetti progettati ben si adatta a u n 'l mr na gin e '.
etten uta con un punto :di vista all'inf nlto, come quella fornitadall'asso-
nornetrla,
Il dise gno per i f progetto architettonico 343
piu grande devono integrare e specificare quelli a scala piu p ic-
c ola m a n on c on tra dd irli.
E e l a so tt o li neare l'importanza d i q ue sta caratteristica del
pro getto p erch e la diffusa abitud ine eli redigere gli elaborati di
progerto in due distinte fasi - prim a quelli del progetto d i m as-sim a poi gli esecutivi - e spesso fonte eli gravi inconvenienti;
arcade cioe che i d isegn i ese cuti vi inv ece d i integrare e sp ecifi-
c are q ua nto riportato nel progetto d i massima siano con que-
s to i n c o nt ra de li zio n c.
Per concludere possiamo dire che il progetto di un edific io
di media complessita dovrebbe com prendere i seguenti elabo-
rati grafici:
• una planimetr ia generale 1:5 .000-' :-1 :2 .000, c he in qu ad ri ilprogetto nel territorio ee l evidenzi i co l legamenti viari;
• una planimetr ia 1:1.000- ,;-1:500, che metra in relazione dal
p unto eli v ista altimetrico l'opera co n ilterrene circostante;
• una pianta d'insieme 1 :100 pe r ciascun p iano de ll 'e d if ic io ;
• p iante esecut ive 1:50- ,:-1:20, re la tiv e a i diversi dettagli;
• unp ro sp e t to d 'i ns ieme 1 :100 p er o gn i fa cc ia ta d ell' e dific io ;
• p rospe tt i e se cut ivi 1:50;
• alm eno due s e zi oni d 'i n si eme 1:100 , eli cu i una finalizzata a
evidenziare ilv an o sc ala ;
• d is eg ni d i p art ic ola ri co st ru tt io i 1:20- ' :-1:10, che dian o con to
e li tu tte le p arti p iu s ig nific ativ e d ell'e dific io ;
• di se gni re lat iv i aile stru tt ure 1:50, c on d etta gli 1:20;
• di se gni re lat ivi ag li im pia nti t ecni ci, composti da schemi di-
strib utivi in scale 1 :1 0 07 1 :2 00 , p ian te e sezion i 1:100-,:-1:50,
particolari 1:2071:10.
13.3 Convenzioni e normative grafiche
Iis eg ni e li p ro ge tto , in quanto trascrizione gr_af ica deJ l 'i dea
e la bo ra ta e la l p ro ge ttista , d ev on o tendere a fo rn ir e informazio-
ni il pin possib ile un ivoche, tali da perm ettere la realizzazione
di un'opera conform e al progetto. Essi devono diven tare un
docum ento oggettivo , facilm ente consu ltabile e capace di illu-
strare ai cornm ittenti e agli esecu tori l'opera progettata in tutti
i suo i dettagli. A tal fine e necessaria che i ro ge ttisti, n el re di-
gere gli elaborati grafici, adottino norm e com uni ed esp licite.
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344 Scienza del disegno
Fig. 13.7- Studio Valle, intervento a Fort Chambray a Gozo (Malta), pianta secondo piano, copertura, prospetto. e sezione longi-
tudinale, scala 1:50 (disegno originale).
La rappresentazione grafica del progetto deve rispettare un
insierne di convenzioni e normative che ne disciplinano i diver-
si aspetti: dall' organizzazione degli elaborati alia loro designa-
zione; dal formato dei disegni alle scale di riduzione; daUo
spessore delle linee aile diverse simbologie; e via dicendo.
Della definizione di questo corpus di norme comuni in ma-
teria di progettazione si occupano idiversi enti nazionali di
unificazione e l'associazione internazionale per la redazione c
la diffusione di norme unificate (ISO, cioe International Stan-
dardizing 01'ganization) cui essi hanno dato vita nel1946. L'c
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Fig. 13.8 - Studio Valle , in te rve nto a Fort C ham bray a Gozo
(Mal ta ), ' vi st a p ro sp e t ti ca d e ll a «piazzet ta»,
Fig. 13.9 - S tu di o V alle , interoento a Fort C hambray a Gozo
(M e lt a}; u ista d al F ont e nord d el m ode llo .
Fig . 13.tO - L 'e st re m a e ura n ella d e[i ni zi on e d ei p art ie ola ri c o-
s tr ut t iv i e a ra t te r iz za i dise gni di proge tto di C arlo M e zze tti re -
la ti vi alla re ali zza zi one di spa zi p er la di dat ti ea e la rice rca p e r
g li i st it ut i c him ic i d e ll a [ ac olt a d i m e di ci na e c bi ru rg ia d e ll 'U ru -
u er si ta d eg li S tu di d iA nco na . L 'i mp ia nt o generale d i proge t to est ato im posta to su una gri glia cont inu a can m agli a qua drat a di
me tr i 1,20 p e l' g ar an ti re f le ss ib il it a e d e u e nt ua le c re s ci ta . S e zi o-
n e t ra su e rs al e d e l s e co nd o p ro ge t to .
sigenza di unificare, non solo nell'ambito dei confini nazionali
rna a livello sovranazionale, idiversi sistemi di norme in usa einfatti sempre pill sentita.
Tuttavia, nonostante l'opera di queste organizzazioni, nel
campo del disegno e li progetto continua a perrnanere una certa
confusione dovuta alfatto che non tutti iprogettisti osservano Ie
norme elaborate dagli enti preposti, Nel nostro paese, ad esern-
pio, Ienorme emanate dall 'UNI (l'ente nazionale italiano di uni-
f ic a zi on e ), c h e o v e po ss ib il e adotta le norme ISO, non hanno va -
lore vincolante e sono spesso disattese dai professionisti.
Purtroppo le consuetudini, gli strumenti offerti dal rnercato
e la manualistica del disegno non facilitano ]'impiego delle nor-
me UNL Per questo, S 1 e ritenuto necessario seguire il doppio
binario della norrnativa unificara e della pratica professionale,
riportando sia le nonne UNI sia [e convenzioni largamente
usate nella pratica professionale, Mentre, per una pili cornpleta
conoscenza della normativa unificara, si rimanda al volume
edito dall'Ente nazionale italiano di unilicazione: N orm e pe r if
d is e gn o t e cn ic o. E di li zi a e s et to ri c or re la tt .
O rganizzazione e de signazione de gli e laborati di progetto.Abbiamo visto che un progetto, al di la delle divers ita dovutealla natura e aile dimensioni dell' opera progetrata, si cornpone
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348 Scienza del disegno
di un numero var ia bi le d i e la bo ra ti grafici. Si pone quindi un
problema di ordinamento del materiale per facilitarne la lettura
e la consultazione.
Fra idiversi sistemi adottati, il pili diffuso Ira iprogettisti
ita lia ni su dd iv id e g li elaborati in gruppi omogenei: disegni ar -
chitettonici, srrutturali, di impianti (elettrici, meccanici ecc.);
Fig. 13.15 - C arlo M ezze tii , proge tto di spazi pe r L a didatt ica pe r l'Uruoersiie d i A nc on a; p art ie ol are t ip o d el la s ca le n e p ri ne i pd /I '
di colle gam ento tra i due live lli de lla zona didatt ica.
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, \ , 1 ' )
quindi, all'interno di ciascun gruppo, ordina i graEici proce-
dendo dal generale al particolare (planimetric, piante, sezioni,
prospetti e dettagli). N aruralrnente, maggiore e il numero de-
gIi elaborati che compongono il progetto, pili articolata puo
essere _ Ia loro suddivisione e classificazionc in grupp! c sotto-
gruppl.
Ogni elaborato viene quindi contraddistinto da una sigla
composta da una lettera maiuscola indicante il gruppo di ap-
Fig. 13.16 - C arlo M e zze tt i, p ro ge tt o di sp azi p er fa d id at tica pe r l'U ni ue rsi te d i A nco na ; p art ico la re co st ru tt iv o d ella scala d i co l-
le gam ento tra fa zona di distribuzione e la sala di le ttura de lla bibliote ca.
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350 Scienra del disegno
La nccessita di trovare un sistem a e li
suddivisione e cata logazione dei vari de-
m enti che compongono un edific io e un
univoco codice d i designazione di tali ele-
rrienti n cg li elab orati e li p ro getto e statasentita a livello in ternazionale. L 'UNI ha
Ia tro propria la norm a ISO 41 57 parte I e
II,D esignazione di e difici e di parti di e di-
ficio. D esignazione de i uani e di altre su -
perjici connesse, c h e « s pe c ii ic a i istem i d i
designazionc e un c od ic e d i d es ig na zio ne
d eg li e dif ic i, d ei lora e leme nti stru ttu ra li e
n o, d elle loro stanze, nonche delle superfi-
ci connesse». Le d es ig na zio ni s pe cif ic atedaHa norm a sono utilizzate per l'idcntifi-
cazione e il riferirnen to nella docum enta-
zione d el p ro ge tto (fig ure 1 3.1 9-1 3.2 3).
Scale di rappresentazione. L a r ap pr es en -
tazione g ra fic a d i un oggetto m oho ran-
mente 1 0 riproduce con Ie sue misure reali .
I1 piu delle vo lte essa im pone di ridurle (si
p en si ad esern pio al p ro sp etto di u na c as a),piu raramente d i ing ra nd irle, co me nel di-
seg no di p artico lari m ecc an ic i 0 architettonici,
II rapporto che sussiste fra le m isure dell'ogge tto rappre-
sentato (Dd) e quelle dell' oggetto reale (Dr) e indicate dalla
s ca la d i rappresentazione 0 scala dimens ionale .
La s ca la d i rappres en tazione 0 scala dimens ionale e dunque
espressa da una traz ione che vede 0 1 1 numeratorc u na d im e ns io -
ne misurata s ui d is eg no e al denorninatore la corrispondente
dimensione misurata nella realta:
. F ig . 13.17 - P roge tto e se cutivo di lvIare o P etre schi con C iulia A made i di un com -
ple sso di ca se u ni fa mili ari a P ort o S an P ao lo ne l com une di L oiri (Sassari), 1990. a)
P lan im etria; b) ueduta genera l e de l l' i ns ed iamen to.
partenenza (A , per i d isegni architettonici; 5, per idisegni
strutturali; E, p er q ue lli relativi agl i impianti elettrici ecc.) se-
guita da uno 0p iu n um eri d 'o rd ine .
Cosi i d iseg ni arch ite tto nici saran no i nd iv id ua ti d al le sigle
A1 , A2, 1 '1 3.. ; quelli relativi aile strutture dalle sigle 51, 52,
S3 . .. ecc.
Q uesta sig la, che generall1 1en te v iene inserita ne l riq uadro
d elle iscrizio ni, d ov e sa na ripo rtati io nd am en ta li d ati id en ti-
ficativi del progetto , consen te d i ind iv iduare can facilita e im -
rnediatezza il contenuto dell'claborato grafieo; cio e di fonda-
mentale importanza s op ra ttu tro q ua nd o si ha a che fare can un
proget to cornplesso e articolato,
Altrettanto importanti, q uan do il p ro ge tto e composto da
un notevole nurnero d i e laborati, sono le notaz ion i che ind iv i-
duane iari elernen ti del proge tto e consen tono il rim ando da
u n g ra fic o a ll' a ltro .
Scala:=: Dd/Dr.
L a s ca la d im e ns io na le puo essere eli i ngrandim ento , reale, a
d i riduzione a seconda che il disegno riproduca J ' oggetto in-
grandito , nelle sue dimcnsioni reali 0 rimpiccolito. Natural -
mente il tipo di scala viene scelto in b ase a ile esigenze d ella r ap -
p resentazi one .
T eo ricam en te esisto no infin ite sca le d i rap presen ta zio ne, p er
questo si e posto un problem a di un ificaz ione di cui si e occu-
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e)
f)
g)
h)
Fig. 13.18 (e -h) - P roge tto e se eutivo di M are a P etre scbi can C iulia Am ade i d i lin com ple sso di
case uni fam ilia ri a P ort o San P aolo ne l cornu ne d i Loin (Sassari) , 1990. C asa d i t ipo D. e ) P ianta
e det tagl i ; j) prospet t i ; g) p ar ti co la re c an p ila st ro c ompos it e ; h ) u e du ta d e l p or ti co r et ro st an te .
pato .I'UNI ehe .on la norma
367 stabilisce le «scale c I i-
mensionali da usare per l'esc-
cuzione di disegni tecnici e li
tutti icampi della tecnica».Le scale normalizzate
sono ie seguenti:
• Scale di ingrandim ento:50:1 ; 20:1 ; 1 0:1 ; 5:1 ; 2:1 .
• Scala at naturale : 1:1.
• Scale di riduzicne: 1 :2;
1 :5; 1 :1 0; 1 :20; 1 :50; 1 : 1 . 00 ;
1:200; :1 :500; 1:1.000;1 : 2.0 00 ; 1 :5.0 00 ; 1 : 1 0.0 00
(fig ura 1 3.2 4).
Come si puo notare, la
scelta e limitata a un numerod efin ite d i rap po rti sem plici
e di facile utilizzazione. Nel-
la pratica professionale, a11-
che se eccezionalmente, siutilizzano anche altre scale
di riduzione quali 1:25 e
1:250.
La scala dimensionale
utilizzata deve essere semp1'e
indicata sui disegno e riper-
tata nel riquadro delle iscri-
Z10111.
Data la grande diffusionedelle tecniche di riproduzio-
ne de i disegni e consigliabile
corredare gli elaborati grafieicon la cosieldetta scala graf i-
ca , che consente eli determi-
nare le misure r ea li d e ll 'og -
getto rapprescntato anche da
una copia ridotta 0 ingrandi-
ta del disegno originale. La
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354 S ci en za d el d ise gn o
a)Xi X1I
b) XI'!i )(4
c)
d)
8 3
c.. :. ia c
Fig. 13.19 - Siste mi di de signazioni indicat i dafL a norm a UNI-
ISO 4157 pe r in d ivi duare fab bric ati singoli. a) D e si gnazione pe r
t ip o: d if fe re nt i o gg et ti s on o c la ss if ic at i p er f orma 0pe r genere. b)
D e sig nazi one si ngola: ogni ogge tto v ie ne indi viduat o si ngolar-
m ente . c) D e signazioni di e di fic i a pp ar te ne nt t a ll o s te ss o proget to:
5 1 usa una de si gnazione p ri ncipale (C ASA ) e una si ngola (1, 2,3)'
d) D e signazioni di part i di un e di fi eio: fa de signazione princi pale
(CASA 2) e inte grata da una lettera 0 da un numero.
scala grafica consiste intatti in un segm ento , riportato nell' ela-
borato , d i cui viene indicata la corrispondenza in rnetri 0 cen-
timetri can Ie m isure reali: percio e sufficiente confron tare il
segmento con le rn isure prese sui d isegno per determ inate la
scala dim ension ale utilizzata e Ie rnisure reali dell'oggetto rap-
presentato.
a)
~
b) - -.~.~-.--.-'-"
Pi~NO 6
I I1 I! ]
! I! I
I.!! ~
4
c)
I c
oPIANO :5
Fig. 1 3.20 - Siste mi di de signazione indicat i dalla norm a U NI-
ISO 4157 pe r individuare if p iano. a) O gni piano oiene nume-
raio daL basso ve rso l'alto a part ire dallive llo piu basso utiliz-za bi le ch e e s emp re d e si gn at a d al n um e ro 1 . b) L ' indicaz ione
de l lioe llo d el piano Sf rife ri sc e alta supe rfie te supe riore de l 50 -
laio portante . c) P er de sign are parti di piano si inte gra L a des i-
gnazione de l piano con una l et te ra 0 u n n um e ro .
4-'----b,51:=!!:===~1
4
21:=:'!===~1
--~---.--- . _ ,11:=====~1
.__ ._1 •. . b
o,ll=:!:===~lo
Fig. 13.21 - Sistema di de signazione indic ato dalla norm a V A:? ·
ISO 4157 per i nd i vi dua re il s ola io . I s ola i, c om e i piani di cui costi-
t ui scon o l 'e l emen to sup e ri or e , s on o nume ra ti d od ba sso v e rs o l 'a lt o.
F orm ato e sq uadrat ura de i fogli. L a n orm a UNI 936 s tab il is e ,'
iorm ati dei fogli da u tilizzare per il d isegno tecnico, la rnisura
dei m argini fra la sq uadratura che delim ita la zona di esecuzio-
ne del disegno e iim iti del fog lio, 1 0 spessore della linea e l i
sq uadratura e la form a e disp osizio ne di a lc un i e le rn en ti g ra fic i
com e il riquadro delle iscrizion i, la scala grafica, il sistem a di
coordinate.
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'Il' -IT ' ..~~ .......J
5401T'I01
5402-
M401 ::P401 M40j!
S~Ol
IT ! ' > O 1
l> !Joe
"'lI01 : !P~o1 M !JOI!
;
5201,Teol 5202
:M201 ~P201 Maoe
, L
I l_~~l_ Sioa .l- ~~-.~,-:._
4
Fig. 13.22 - S ist em i d i d esi gn azi on e i nd ica ti d alla n orm a UN I-
ISO 4157 p er i nd iv id ua re le partt s tru tt u ra l i: P i las tr i , s ola i, r nur i ,
ecc. so no i nd iv id ua ti d a u na si gla principale, r e lat i va a l l' e l emen-t o a rc hi te t to ni co , s eg ui ta d a t re e i Fe , L a p rima i nd i cant e if piano e
le altre d ue if nurnero d ' ord ine . C O S t S 40 2 des igna if Solai o nu-
mero 2 de l 4° p ia no ; P 301 if P i /a st ra n urn e ro 1 d e l 3° p ia no e e c.
I formati norrnalizzati della serie principals, designati dalla
lettera A, S0110 tutti caratterizzati da un rnedesimo rapporto fra
i lati, pari a 1/2(uguale a 1,4142). Questi [ormati, detti formaticomuni (figura 13.25), sono ottenuti per successive divisioni a
partire dal farmato base AD, che ha uri'area d i 1mq e iati d i 841
e 1.189 millimetri, Dividendo in due illato lungo, dal Formato
AOsi ottiene i1 formate A1 (594 x 841); dall' All' A2 (420 x 594);
dall'A21'A3 (297 x 420) e, infine, dall'A31'A4 (210 x 297).
Formati comuni
designa;z:ione
AOAI
A2
A3
A4
dimensioni in millimetri
841 x 1 .1 89594 x 841
420 x 594
297 x 420
210 x 297
Oltre ai [ormati comuni la norma UNI prevede, per parti-
colari necessita, io rmat i s pe c ia l; a ll un ga ti e io rm at i e cce zi o-
na l: a l lunga t i, che si ottengono allungando il lato corto di uno
dei formati cornuni.
Format! spaelall allungatl
designazlone
A3 x 3
A3 x4
A4 x 3
A4x4A4 x 5
dimension! In 1l'\llIlll'lctrl
420 x 891
420 x 1 .1 89
29 7 x 630
297x 841297 x 1 .051
Formati eccezionali al lungati
designazione
AOx 2
AOx 3
AI x 3
AI x4
A2 x 3
A2 x 4
A2 x 5A3 x 5
A3 x 6
A3 x 7
A4 x 6
A4x 7
A4x8
A4x9
dimensioni in millimetri
1 .1 89 x 1 .6 82
1 .1 89 x 2 .5 23
84 1 x 1.783
841 x 2.378
594 x 1 .26 1
594 x 1 .6 82
59 4 x 2.10242 0 x 1.486
420 x 1 .783
420 x 2.080
297 x 1 .26 1
297 x 1 .471
297 x 1 .6 82
297 x 1 .892
La squadrarura dei fogli, che delimita l'area in cui e conte-nuto il disegno, deve essere tracciata can una linea continua dispessore normalizzato non inferiore a 0,5 millimetri.
Fra la linea di squadratura e illirnite del foglio deve essere
lasciato un margine di 20 millimetri per i formati AO e Al e di10millirnetri per iormati A2, A3 e A4. E consentito aumenta-
re tale margine fino a 25 millimetri solo per i J bordo verticale
sinistro del foglio.
II riquadro delle iscrizioni deve essere posto nell' angola in-
[eriore destro del foglio. Della forma, dirnensioni c struttura di
tale riquadro si occupa la norma UNI 8187 che, essendo fina-lizzata al disegno meccanico, trova scarse applicazioni nel dise-
gno architettonico (figura 13.26).
P ie ga tu ra d ei fo gli . Per archiviare 0 trasrnettere le copie dei di-
segni occorre procedere alIa lora piegatura. La norma UNl 938
indica i procedimenti di piegatura a mana a a macchina dei fo-
gli di formato cornune. A piegatura ultimata tutti iogli devo-
rio essere ridotti al formato A4 e presentare il riquadro delle
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356 Scienza d e l d is egno
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Fig. 1 3.2 3 - I n c ampo i nt e rn azi on al e if si st em a d i co ord in am e nt o d elle d iv erse t av ole c he comp on go no u n p ro ge tt o ri su lt a p art ic o-
la rm e nte com ple sso , in q uan ta o gni e le m ent o d i colle ga me nto grafico e de scrutioo vie ne ri portat o su lla tav oia . L o stra lcio di un a
pia nta d'in sie m e a sca la 1:200 ( di se g no o ri gi na le ) m o st ra u n e semp io d i c orr e la zi on e : i l d is e gn o c ost it ui sc e it qu ad ro d i u nio ne pe r i
d ise gn i e se cu ti vi e p cr l e sp eci fi ch e t ec ni ch e. Il d ise gn o e se cu ti vo i n sca la 1:50 ( di se g no o ri gi na le ) d e l c or po s ca la s i c or re l a a li a p i an -
ta d'insie me gra zie ai n um eri de gli a lline am en ti (2 1 e 22). I n um e ri ri po rt at i n ei ri qu ad ri ri ma nd an o a lIe sp eci fi ch e t ec ni ch e re la -
t iv e a c ia scu n u an o ri po rt at e n el C a pi to la ta sp ec ia le d i a pp alt o.
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SCALE
1: 11m
tI: 1m
1: 2 >~1m
S:Oe l ' f l
1 : 5 o 1m
r- O W G m . -: 10
tI: 1 m.
-c IOICm
-.. 1m
1 : 20 . = -:'!1 : 25
1m -~f---!:::!
'om -...I1: 50
1m
f---p20m .
W1 : 100
1m
",,'1 : 200
w10 m ~ 5 em.
C i:1 : 500 r- 10me 2 em.
1 : 1000: : : ; ;
10 m 1Z = cm.
1 : 2000<t_ 10 m ~ 0,5 cm.
1-« 0..
(J- 1:5000 100 m = 2 em.t-- 1= ~
1 : 10,000 100 m ~ 1et em.
1-~8 1 : 20.000 100 m D 0,5 em.-CD n,
a:o 1 : 50.000 100 m ~ 0,2 em._:::'r-
1 : 100.000 100 m ~ 0,1 em.
Fig. 1 3.2 4 - L a t ab e lla [ om isc e u n q uadro c omple ssi ·v o d elle sc ale
d i ri du zi on e, d el ra pp ort o i n e sse t ra rnisura re ale e m isu ra g ra fi -
ca , n on ch e d el lo ro camp o d i a pp li ca zi an e. C om e si P U G osseruare,
si son o ome sse le sca le d i i ng ra nd im en to , p oi cb e i l lo ro i mp ie go el imitato generalmente ad a lc un i s et to ri d e l d is eg no m e cc an ic o.
AO_ .
A20~
Al '"A4 ~
A3 3~
'" . "". .
Fig. 1 3.25 - F orm at i u niJ ica ti d ei fo gli d a d ise gn o e [ oro ra pp er-
ti dimensionali.
iscrizioni nella parte inferiore del frontespizio , in m odo da ri-
sultare b en v is ib il e (figura 13.27).
T ip o e s pe ss ore d elle li ne e . N ella stesura dei disegni d i pro getto
vengono utilizzate can significati d ifferenti linee diverse per
I t d is c g ? 'I O P . , . it . jJt'Ilgl'lllJ 1 1 ' / riJilt'l/(miw ,\1,/
tipo e spessore . O gni particolare Linea svolgc quindi unn suu
specifica funzione alia q uale deve esserc s tr et eamont e ! im iLnw itsuo uso.
L'UNI ha normalizzato I'utilizzo d elJ e d iv er se line me-
diante la norm a 396 8: T ip i, g ro sse zze e a pp li ca zi on i d elle li ne e.Tale norm a prevede che nei disegni si urilizzino solamentc
due spessori di linee - grosso e fine - e che la linea grossa sia
spessa alm eno il doppio d i q uell a fin e. In oltre le linee parallele,
com prese q ueU e dei trattegg i di particolari zone, devono essereseparate da uno spazio pari ad alm eno ildoppio dello spessore
della linea grossa e com unque m ai inferiore a 0,7 rnillim etri.
La norma fissa quindi un a serie di spessori, espressi in mil-
limetri, tra i uali si pU G scegliere q uelli p ili adatti aile dimen-
sioni e alla densita grafica del disegno : 0,1 8; 0,25; 0,35; 0,50;
0 ,7 0; 1 ,0 ; 1 ,4 0; 2 ,0 0.
Ad esernpio, se n ella p ia nta di un edificio si usa una linea
grossa di 0, 5 rnillimetri pe r l e part i sez io na te, p er quelle no n se -
zionate si deve usare la linea sottile di 0,25 m illim etri 0, meglio ,
q ue lla d i 0 ,1 8 m illim e tr i.
O l ~ ' ~ " ' , . , ~c~. ' I l " ' . I . 4 . $ J O t cou- . IltI"E'R'lM:ENTO ( , T J
<TS
Fig. 1 3.26 - P osizione e d e se mp liJicazion e de l riquadro delle. .tscriztoru:
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Per quanto riguarda idivers! tip i di linee J 'UNI n e in dic a
dieci, che riporta in una tabella (figura 1 3.28) indicandonela
d eno min azio ne e le ap plicaz io ni g en erali.
Bisogna turtavia d ire ch e le norme UNI incontrano notevo-
li d iffico lta ad affe rm arsi in questo setto re sia per il perdurare
d i d if fe r en ti consuetudini p rofession ali sia per la p resenz a sul
mercato di strumenti per tracciare linee che non ne rispettano
I e ind icaz ion i ,
I rapidograph , ad esempio, consentono d i r e al iz z ar e lin ee d i
spessore non norm alizzato , com e: 0 ,1 0; 0,1 5; 0,20; 0 ,30; 0 ,40;
0 ,6 0 ; 0 ,8 0; 1 ,2 0.
Generalm ente, Ie linee pili utiliz- a)
zate nella pratica professionale veri-
gono suddiv ise in funzione delloro
spessore in tre g rup pi: so ttili, m ed ic,
grosse (figura 1 3.29). In ogni caso,
ch e si u t il izzino a meno l e l in e e indi-
c ate d aH ' UN I, e sempre raccornanda-
bile servirsi in uno sresso d isegno di
linee co n spessori forte m ente diffe -
renziati .
358 S ci e nz a d e l d is e gn o
Simboli grafici. Nel disegno di pro-getto si fa spesso ricorso a dei sirnboli
grafici per rappresen tare alcun i ele-
menti. C ia e dovuto al fatto che gli
elaborati d i progetto com prendono
d ise gn i la c ui s ca la d i ra pp re se nta zio -
ne varia da quella al vero fino a quella
1:5.000. In fa tti, m en tre n eg li e se cu tiv i
o nei d isegni d i dettaglio , che utiliz-
zane scale variabili da ll'l:l all'1 :20 , epossib ile rappresen tare anche ele-
m enti p icco li nella lo ra form a reale,
cia non e p ili p ossib ile g ia n ei d ise gn i
con scala 1 :50 e, a m aggior ragione, in
que lli can scale p ili picco le, Quando
la scala d i rappresentazione e troppo
picco la p er p erm ettere ildisegno di
a lc un i e le me nti n ella 101'0 fo rm a n atu -
ra le si ricorre all'uso d i sim boli grafi-
c i, che spesso hanna scarso riferim ento con la form a degli og-
g etti rap prese ntati (fig ure 1 3 .30 , 1 3.31 ).
A nche per q uanta riguarda iimbol i l 'UNI ha emanato del-
le norme, che tuttavia, data la cornplessita della m ateria, non
sono esaustive. Ino ltre, tali norm e non tengono conto della
scala d i rappresen tazione e cia rappresenta una grave diffico lra
nel d isegno di progetto che, com e si e detto , u tilizza una vasta
gamma di scale.
Pertan to la sim bologia norrnalizzata convive can quella ra-
d icata ne lla pratica professionale e m essa a d isposizione dalle
. , ' I
t - - ( - - - " - - - - j - " '" - - - _ . . . - -~i[ - , - - - - - - - - - : - - - = ~-t~-,f--- ~-t-
b)
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Fig. 13.27 - L a norm a U N1 93 8 indica i p roce dim ent i di pie gatura a m ano 0 a macc hi na
d ei fo gli d i f o r ma t o comun e. a ) P ie ga tu Ya d ei f og li m olto g ra nd i u sa ti in o rizzo nt ale : u na
prima pie gatura li riduce in form a to A3 e una se conda in A4. b) P ie gatura de i f ogli AO
( si n is tr a) e Ai (de stra) usat i in ue rticale : una prim a pie gatura li riduce in [orm ato A 3 e
u na se co nd a in A 4.
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II d ise gn o p er il p ro ge tto arcbltettonico 359
Tipo di l inea Denominazione Applicazlonl tecnlche
A Continua grossa Contorni e spigol i in vista
1) Linee di misura di riferimento e di richiamo
B Contin ua line2) Tratteggi d i parti sezionats
3) Contorni di sezioni nbattate in luogo
4) Spigol i f il tizi in vista
C Continua line irregolare Limite di viste e sezioni non coinctdsntl can un asse d i simmetria
D . . . . . . . . . .------------ A tratn grossa 1) Contorn i e spigoI i reaI i nascost i
2) Crests di liIeHi non in vista
1) Assi e tracee di piani di simmetriaE ---,-._-_._._---_._ Mista f ine 2) Par ti s ituate antenorments at piano di sezlona
3) li nee e cerchi primiti vi
F --~'~.-,-.-.-.-.-.- Mista f ine e grossa Tracce di plani di seztcne
G -.~.-.-.~.-~-.~.~.~Misla grossa Indicazione di superfici 0 zone per Ie qual i sono prescrhtl requlsi f par ticolar i
1) Contorn i e li pezzl vicin i rappresentatl come rifer imento
H -.-----..~-~----------.- Mista line a due (raW brevi2) Pos iz ionl al ternative e estreme, t raiettorie di par li mobi li
3) Assi neutri
4) Linee di ingombro
I -"_~_~ • um • w _ • • _ • • _ . . . . . . . _ • •• • _ • .. A t raUi fine 1) Conlornl e spigoli fiUizi non in vista
2) Fondl eli tiletti e di denti non in vista
Fig. 13.28 - C ampi di applicazione de lle line e se condo L a norm a UNI3968.
ditte che producono irasfen:bili, con il risultato che l'enorme
quantira di simboli utilizzata crea una certa confusione.
caratterizzate dalla massirna leggibilita, La scelta del carattere
come l'adozione del maiuscolo 0 del minuscolo e lasciata allasensibilita e a l g usto de l progettista, fermo restando che e beneevitare icaratteri con le grazie che risultano meno chiari,
Per realizzare scrittc non solo legg.ibili rna anche estetica-
Scritte. I disegni di progetto sono corredati cia scritte che ri-
I OI't.tllll i nf orm ;v .i < . n i fO.l1damcntalie c he q uin di devono essere
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mente valide ci si puo servire del normografo, semplice 0 a
pantografo, oppure dei caratteri trasferibili, Nella norma 7559,
Scriiture sui dise gni e documenii relat ivi , l'UNI da indicazioni
generali riguardanti iequisiti delle scrirte che corredano idi-
segni tecniei e illoro proporzionamento.
La norma prevede che si possano usare due tipi di carattere:
uno leggero (A), che raccomanda come preteribile, e uno pe-
sante (B). It tipo A deve essere tracciato con un segl10 spesso
1114 dell'al tezza dei caratteri maiuscoli; quello B con un segno
spesso 1 /10 . Ambedue questi tipi possono inoltre essere verti-
cali oppure inclinati verso destra in modo da [ormare un ango-
la di 75 gradi rispetto all' orizzontale.
Prevede inoltre sette diverse altezze dei earatteri maiuscoli: Fig. 13.29 - C lassij'icazione de lle line e in [unzione de lloro
2,5; 3,5; 5; 7; 10; 14 0 20 rnillimetri. Quindi per ogni altezza, a spessore.seconda del tipo di carattere, stabilisce: l'altezza del corrispon-
dente carattere minuscolo; 10 spes sore della linea; la distanza
minima fra iaratteri, le parole e le righe base.
360 S ci en za d el d ise gn o
LlNEE SOTIILI LlNEE MEDIE LlNEE GROSSEGruppo Oitf GruppoO.3 GruppoO,6
0,16 0.3 0.6
0,15 0,25 0,5
0,13 0.2 0,4
0,1 -- 0,18 0,35
i:
I:
"'U~;;J~'ido;aillto' ~If'~b~e~iistae : o f ~ferto dalletavole che riassumono i
, dati dime,nsionali 'di uSC'.pi ll fre- .
. . ~uentenella redaelonedl unpro~'
geito, Q,,", tavole, tabella 0 ~:"
. scherni, checomoaiono in tuttlj I ' · . : .inanwali per laprogettazione __ c da l. ·· ·. · ~ . ..
· · ." o r m a i elasslco Man ua le de ll'arch i-: .....• ':
. :t et io aWEncidoped ia p r a t i c a p e r p r o - ' . . " ' , " . .
. ' ge t t ar e e cQstruire (N eufe rt) - co- > " . . . . . . ' .
~:~~~;!~~I~~Q~:~po architetto-': B i ll ' ' " ' ' ;
, mico,sona a~ esempia quelle che . .• '. ', rip6rtano Ie pii!i I mportaAti misure . ~
a ntr op om e tr ic he , g il s pa zi minim!.. . .
necessariallo svolgimento delle dl-.•, 11" r . i : .i:'iier.se attivita urnane e gliirigb~bri;:' :""', :'.\] ' ,@].:, 'l~ ' 1 ~ I , A l gI s~:ndard~egli el,e~enti di arredo. " ' ; i " M O l ' L J r lUI.: , 1 0 1
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PORTE FINESTRE
[ g Jo rta sa nza rn azzet ta ~ F in es !ra a u na
e a en za s og lle par t i ta
P or ta c on m az ze tt a
J::bF in es tra a d ue
~c on s a gl io
part i te
P or ta e v en te <i>F ina s lr a i n ca r n ie r a la I I 2 : S J In b as so
a d ua b EJ lte nV
JYlF i n s s tr a i n oom ia r a ta 1 L S : 2 J 1o rta a d ue b alt en !i I n 0 1 10
c o n s o gl ia e
s e nz a m a zz e lt a
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F in e st ra b a ne n te
P or ta b atta n!e a e ba s cu l a nt e
basoulante
[J- -o r ta s c o rr e vo ls ==:J
c:= F ina s 1 ta g ir e vo le
Po rt a g i rl lV o le =0 F in e st ra a b il io o E 3 J
C Do rt a a s o ff ia t to ~ C F ine s tr a s c or r ev o te
Fig. 13.30- S im bo lo gi a i n u so p er L a ra pp re se nt azi on e d i p ort e
in p ianta e di [m estre in prospe tto.
13.4 Elaborati delprogetto di massima
II progetto di massima costituisce una prima formalizzazione
dell'idea architettonica, Terrninata la fase propriamente ideati-
va, il progettista sintetizza il risultato della propria ricerca in
una serie di elaborati grafici che, senza entrare nel merito dei
dettagli, pennette una visione d'insieme dell'opera progettata e
una conoscenza dei suoi aspetti fondamentali.
I destinatari di questi disegni sono infatti gli addetti ai lavo-
ri chiamati a valutare la [attibilita del progetto e a realizzarlo:uffici pubblici che devono concedere le necessarie autorizza-
zioni, appaltatori, specialisti di diversi settori ecc.
Gli elaborati grafici del progetto di massima, che devono
essere EraIoro coerenti e coordinati, comprendono: planime-
trie, piante, sezioni e prospetti.
Planimetrie. La planimetria e la rappresentazione di una por-
zione di superficie terrestre mediante la proiezione dei suoi
It disegno pe r if p rog e tt o a rchue t t on i co 361
IMP IANTO 01R ISCALDAMENTO
- R a di at or e a p a re ta~ Pe nnol lo a l et tr ic o
( in a c ci ai o, i n g hi sa )
• C ol on n a m o nt en ta~
E l e U ro pompa co n lr lf u ga0 m an da la e rh orn o d i c l rco t az lone
T u ba zi on i d i b V a lv o la d l s ic u r ez za
1------1 m an da la a m em oa s ee nc o c on do tt o
0 9 1 ·V a lv ol a a d o pp io rr Vase d 'e s pans io l1 9
r tJ j jo la gg lo (manda t a )apeno
6 1 6 - De 1e nt o ra ( ri lomo )
9 Vas a d ' es pa nsi o ne
SaraclnesC8 chluso
t > < l ¢d' intaroet taziooa
t:J 9 1 · V a lv o' s d i r it ag n o J k J (II Ridl l1tore di pressiona
~Va ! vo la a u loma ti c a -+ ¢ R id l l1 t o re a rnasehoI I I · a3vie
a2vie
. . . !IIR id u tt or e a m a sc hi o
[!] Tormostalo a3vie
~ S a nd a a s te rn a [)1 V81vol in a d l s l imodarla
IMP IANTO IDR ICO
0 $Ca Io l a s if ona t a -,-~u b 81 io n i s e an c e
aeque rna t eo ri che -p l LNi a l i
)(
Gr ig l~a s f fonma
a pa v ime n to --0 TU ba z io n i a a qu a f re dd a
,/ Gog li a r a ce o tt a,-, a e qoe me t a or IC h e ---~0 T u ba z io n i. a c qu a o a Id a
- - - - I d re n t e d ll a va gg io ____ 0 T ub alio nl e cq ua o aId a~~-~O c o n r id r co l o
""'-" I d ra n t a i n na f fi amen ! o
---0 Tuba zl on l d i w n t ll a zi one
t!. I d ra n ! e a n t in c a ndi o
interno-G-9 T ub az io ni d i g as. . I d ra n t a a n t in c e ndi o
estemo --0 Tuba l, o ni a n t in o e ndl o
r - - - - - - - AUaceope r a u t opompa ! > < l Va l vo la d ' i n t e roe tt az i ona
-.u b az io n i s ea n ce
Ne qu e n ere V a lv o la d l r it eg n o
--0 T u ba z io n l s c en e o .-t R ub ln et to d e In ca ss oa o qa e b ia n ch e
Fig. 13.31- S im bo lo gi a p er g li i mp ia nt i d i ri sca ld am en to e idri-
co u ti li zza ta n ella re da zi on e d ei p ro ge tt i d i e di fi ci ci oi li .
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362 Scienza del disegno
8
LEGENDA:
PEI'IIMETRO.DEl._ PIANOOGGE T TO D E LL A CONVE N ZI ON E
[- ' - ' - ~ - ' ] "',-,,-,,- .:'~:""_-..:...4.-.-.-~
SM SCUOLA MEOlAA RE A T E CNOL OG IC A
V E RO E D I R I $P E TT O S T RA DA L EIIC A TT RE Z ZA TU R E COMM E RC IA LI
S PORT IN G C LU B
~~
e d i l i 2 " i a
)"/{. Z O N A R
~~:~~,i:iale
A,8,1::" . ._ . .,indi<:uliol'l(l
ZONA oR adiliZl( I no n del CQmpOr 1 ,
' " o i de n Iia I.
E~ili] I1,2,3,,,_.:_
~~-.~:~; ZONA M3 OMj~; Ii'" b b 1 i c in u m e. ra llO l 1 e
....:::.:y .."di quo,r.., •
delle o,ee
[ 1 J T J r n ZONA N v erd e p u t lb hc o
SEDI STRAOAL I E PARCHEGG I CC C EN TR O C IV IC O G IO CD 8 1M BI
PIAZZ E E PER C0 R S I P E D ONAU CR CENTRO R E L I G 1 0 S O
AI'. ilL T RE ATTRE ZZATUFIE
II" ASILO NIDO
Sm S CU O LI I M AT E RN A
SC U 0 L .A E L E M E N TA RE
A TT RE Z ZA TU R E S PORT IV E
P ARCO L IB ERO
Fig, 13.32 - P iano part icolare ggiato de l com pre nsorio di A ci lia (R om a) re dat to dallo studio V alle di R om a in scala 1:2000. L e
n orrn e g ra fi ch e e la si mb olo gia im pie ga te n elle p la nim etri e so no p iu a st ra tte e co nve nzi on ali d i q ue lle u tilizza te ne gli e la bo ra ti a
scal e maggior i .
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punri su un piano di riferimento, senza tener conto delle diffe-
renze altimetriche dei punti stessi,
Nel disegno architettonico il termine planimetria indica
qualsiasi elaborate grafico che documenti le relazioni esistenti
fra I'opera progettata e il territorio circostante, sia 0 rneno in-
dicata in essi l'altimetria,Dovendo rappresentare una porzione di territorio, la plani-
metria utilizza necessariamente scale di rappresentazione pic-
cole 0medie: 1:5.000, 1:2.000, 1 :'1.000, 1:500.
Differenti, a seconda della scala di rappresentazione, sono
Ie norme grafiche e la simbologia impiegate: astratta e conven-
zionale quella delle planimetric 1 :5.000, 1 :2.000, 1:1.000; piu
chiara, e non dissimile da quella utilizzata nelle piante in scala
1:200, quella delle planimetric 1:500 (figura 13.32).
-7 Piante. La pianta e la proiezione su un piano orizzontale, in
proporzioni ridotte, di un edificio 0di un a sua parte.
Per otten ere la pianta di un edificio bisogna immaginare di
tagliarlo, a una quota convenzionale stabilita, can un piano
orizzontale al piano di calpestio (pavimento); quindi mediante
una proiezione ortogonale si traspona la parte sottostante al
piano di sezione su un Foglio da disegno che funge da piano di
prOlezlOne.
Generalmente i1 piano di sezione sitrova
a un'altezza che
varia cia 1,20 a 1,40 metri dal piano di calpestio, perche questa
quota e quella che offre ilmaggior numero di informazioni. In
un edificio di dimensioni e caratteristiche norrnali, inlatti, un
piano di sezione COS! posizionato viene a tagliare Ie porte e le
finestre nei punti di maggior interesse.
Questa rappresentazione e dunque frutto di un'astrazione
geometrica, di un' operazione di sezione e proiezione, Tuttavia,
pur non avendo alcun legame con la concreta esperienza visuale
dell'edificio, e di importanza [ondarnentale nella progettazione.
Fra gli elaborati del progetto di massima, le piante in scala
1:200 e 1:100 hanno un rilievo particolare poiche pennettono
di conoscere Ie misure d'impianto dell'opera progettata.
Nella rappresentazione di un edificio in pianta vengono uti-
lizzate delle norme grafiche indipendenti dalla scala di rappre-
sentazione scelta. Ad esernpio, tutte Ie parti sezionate sono di-
segnate can segno grosso e quelle non sezionate, comprese tra
ilpiano di sezione e quello di calpestio, con segno media. Se e
neces sa rio ind ic ar e gli clcmcnti portnn d ~icnrnpisconu Ie IHII't,i
sezionate con linee disposte 0 bliqu amcnte I 'isPCI;t() nil' Ullid t-mento principale delle strutture stesse. Quando 0 ·COHI.! rnp-
present are gli elementi che si trovano al e li sopra dcl piano Iisez io ne, e che quindi n011 d ov re bb ero c orn pa rire n ella p i a u t a ,
s i ut il izza un segno a tratteggia a, come suol dirsi, in vista v.11'-tuale; mentre si adoperano linee punteggiate per disegnare vol-
te a ribaltarnento di sezioni di volte,
Variano, invece, a seconda della scala di rappresentazione
altri elernenti grafici, come i sirnboli e Ie quote; cio e dovuto al
fatto che piante a scala diversa del medesimo organismo can-
tengono infonnazioni differenti. Infatti, mentre le piante del
progetto di rnassima (1:20071: 100) forniscono indicazioni ge-
nerali, quelle dell' esecutivo (1 :50+ 1:10) arrivano a definire an-
che i dettagli e contengono percio elementi 110n presenti nellepiante a scala piu piccola,
Un cenno particolare merita la rappresentazione in pianta
delle scale che, essendo un elemento continuo che coli ega vari
piani, compona l'uso di una specifica simbologia. E , ad esem-pio, necessario indicare le quote di arrivo e di partenza dei pia-
nerottoli e, mediante una freccia, il verso di sali ta delle rampe.
Inoltre, poiche il piano di sezione taglia una rampa delle scale
secondo una retta che segue l'andamento di un gradino, e ne-cessario diversificare il segno eli sezione da quello delle proie-
zioni elei gradini; a tal fine il taglio della rampa viene rappre-
sentato per convenzione da una linea 0 due linee parallele incli-
nate eli 45 ° rispetto alla linea del gradino stesso.
II confronto di tre piante a scala diversa delmedesimo al -
loggio perrnette di cornprendere le ditferenze di rapp1'esenta-
ZIOne..
La pianra 1:100 (figu1'a 13.33a) contiene i dati fondamentali
del progetto: le quote si riferiscono aile dimensioni generali
dell'edilicio in modo da inform are sulle rnisure del suo ingorn-
bro e sulle superfici dei singoli arnbienti; ipilastri portanti in
cementa armata sono evidenziati con un tratteggio ma manca
una e1ifferenziazione delle altre murature.
La pi anta 1:50 (figura 13.33 b), che fa parte del progetto
esecutivo, e molto piu analitica e dettagliata e la quotatura (di-
mensionamcnto degli elernenti) consente di individuare le 1 1 1 i -
sure dci singoli elernenti e definisce tutti gli spessori finiti dei
muri inrerni. La rappresentazione degli infissi, dell 'ascensore
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364 Scienza del disegno
e degli appareeeh i sanitari d iv iene meno astratta e p iu vicina
alla realta,
Sono evidenti i d iversi tipi e l i muratura: im uri d i tam po na-
mento, di cu i e visibile l'ossatura portante; il muro esterno in
pannelli p refabbricati in calcestruzzo ; la cam era d 'aria e ilmuro interne. Com paiono inoltre altri dem enti, quali cavedi
a)
tIII ~i ~
I +----Q----i50--------4
It--1-H-+±--+-1-H-H=:r.H. - .-
I »
p er v entilazio ni, p assag gi d i scarichi, posizion e e form a e li arre-
e l i fissi eee.Le quote esterne, o ltre aile rnisure g e ne ra li d e ll ' o rg a ni smo ,
d efin is co no a ne he la posizione degli assi e le d im ensioni di tut-
te Ie aperture.
i\F ,O------,,-I t :;§1 L... _
~ l-I - 1
t
2/. 0 - - - - - - - - - - +
F ig. 1 3.3 3a - R appre se ntazione de lla pianta di u n appa rta me nto ne lle scale : a ) 1 :1 00; b ) 1 :5 0; c) 1 :20 .
1~.38
+--2AO ------..!>----------------- 9.90------------+
- -
1
b)
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b)
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366
c)
Scienza del disegno
1 I I I tII
I I - - - q - r ; - - - ---I--'-r---I-,
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CERAMICA
20x20
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I~ -~-T -r '-,- I I J ~ ""; ~ II I 1 \\1 I J-, " I I I : I I I r I I~ I ; : P ~ h.
I I I I I I I J - h I n "t... rrT, , I I I T'T _I . ~I- I T ! L~I _- - - r I r r r 1-11 J 1T I I T I I I ITT I _l l ~ .OCO';U' JI I I r I r r I I ~ -I' 1 ~ 1 - ' " 1 ~ 10,,20 . T ~ - I: = r , I I 'T I T I I I I 1 I I r I -1 1 '_ -L
"'II liT I I I, I ' I I I__
1 I1. V IS em...L r]
I _ I 1_7"-T I , ' , ' I I T 1 T _ 1 Ir Til ossif -, _ I ; ; :
1 - , - .L GRES R I ! 1~ ~J -I,. 00• 0 t---1 I T I L «I_7;5x 15 1 I l!~ _ _ I
l' I I I I I I \\T I I I I l I I I ~ " - - - '", I I I I -, I I I _I II""' -j I l_j 11 I 1-, "" I I _ J _ 1 .--1 I I I 1
! I II L .u I I I I l = r : :rr TTl T T T t I
J
-7-8'~~-, - I I I r ! __/ _
~, I I I I T r '1 I T
1 0T I I I I 1 : . : 1 _j '-.../ l . r1T I I " I T I r I -, L ~1 I 1 1 \ )1
IT 1 I II' I I r 1 tr~r=:~l't=:L;:1_,-lI_LItI=I~I=r~~:t_~=r_--- I I r I I L 1 I I
n--,I,' I , , '4 - ' " " " [ ~ ~ : ' ~ [ ~ ~ ' : I ~ : = I T ~ - ; \ T ~ ~ ! _ ] ~ _ ) r J L ~ _ ] [ ' ~ - = _ [ - = : ; ___ ~nl1" -,,1-, I
/"l'Hc- Scala 1:20.1 ,f ( - " . . .7....~
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La pianta 1:20 (figura 13.33c), relativa a una parte della zona
dei s er vi zi , h a un grado di d ef in iz io n e mo lt o elevate e la rap-presentazione dei diversi elernenti del progetto e molto reali-
stica, Sana ben differenziati, ad esernpio, i diversi tipi di pavi-
mente; ildisegno degli infissi e molto particolareggiato e Ie rni-
sure delle murature sana riportate al rust ieo (struttura muraria)
e al f inito (struttura muraria compresi iivestimenti),
Sezioni . La sezione e la rappresentazione, secondo il metodo
delle proiezioni ortogonali, di un oggetto tagliato da uno 0 piir
piani immaginari verticali. Si tratta quindi di una rappresenta-
zione analoga alia pianta, ch e e una sezione orizzontale, e per laquale valgono percio le stesse norme grafiche generali.
Anche per Ie sezioni, come per le piante, e di grande irnpor-
tanza la scelta del piano di sezione, il quale deve tagIiare ideal-mente l'edificio in modo da fornire ilmaggior nurnero possibi-
le di informazioni.
Un progetto di massima comprende quindi un certo nume-
ro di sezioni realizzate scegliendo idifferenti piani di sezione in
modo che attraversino tutte le zone caratteristiche dell'edificio
sia lo ng ir ud in alm ente c he trasversalmente. Se l 'edificio e a p ill
piani, ad esernpio, alcune sezioni devono riguardare il vano sca-
la e il 'llano ascensore; in particolare il piano di sezione che pas-
sa per il corpo scala deve essere tale da tagliare longitudinal-mente Ie rampe cosi da informare chiararnente sul nurnero delle
rampe e dei graciini, sulla lora forma geometrica ecc. (figura
13.34). Allo stesso modo, se sana presenti cortili, chiostrine, ca-
vedi 0 altri elementi una 0piu sezioni devono documentarl i . Econsigliabile, inoltre, sezionare imuri interni in corrispondenza
delle porte e i muri esterni in corrispondenza delle finestre.
Per peter contemperare tutte queste esigenze, spesso ilpia-
no di sezione viene articolato in una serie e l i piani collegati tra
loro (figura 13.35). Tuttavia, poiche la sezione deve esserequanto piu possibile chiara e univoca, e consigliabile non adot-
tare piani e l i sezione molto articolati planimetricamente e se-
gnalarli sempre nel disegno.
L'utilizzazione del metodo delle proiezioni ortogonali per
la realizzazione eli viste e sezioni e stata oggetto di due norme
emanate dall'UNI -Ia 3970, Pro ie z io ni O r to go na li - V i st e , e Ja
3971 , Proiezionl Ortogonali-Sezioni. Scopo delle due norrne estabilire principi generaJi applicabili nell'esecuzione di disegni
I ~
-9I'
i . d I ' 1'I v I
0,00
Fig. 13.34 - Rappr es e nt az io ne i n s ca la 1:100 in pi an ta e se zi one
di una scala a due ram pe .
tecnici di qualsiasi tipo. Fra irincipi contenuti nella norma re-
lativa alle sezioni riportiarno quelli che rivestono particolare
interesse per il disegno architetronico,
Le sezioni PO$S0110 essere fatte secondo un solo piano 0 se-
condo piani paralleli.
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368 Scienza del disegno
SE;E:~O~E AA
Fig. 13.35 - Walt er B o rdmi , p ro ge tt o d i u na vi lla u ni fami li are a
C i vi ta ca st el la na (VT ) p ia nt a e s ez io ne . I I d is eg no illustra u na se -
zi on e a rt ic ola ta su d ue p ia ni p ara lle li p er fomi re u n m ag gi or n u-
m e ro d i i nfo rm azi on i su gli e le m en ti c ost ru tt ivi . L e v ari azi on i d i
p ia no so no i nd ic at e co n d ue li ne e b re vi d i f ort e sp esso re .
La posizione del piano 0 dei piani di sezione deve essere in-
dividuata mediante la loro traccia sui disegno eseguita con li-
nea mista fine e grossa, contraddistinta ai due estremi con free-
ce orientate nel senso della proiezione, Ciascuna delle due free-
ce deve essere contrassegnata da una stessa lettera rnaiuscola
(sempre orientata nel senso norrnale del disegno).
La sezione deve essere contrassegnata con Ie lettere maiu-
scole degli estrerni della traccia separate cia un trattino posto
immediatamente al disopra della sezione stessa. Le zone sezio-nate devono essere tratteggiate mediante linee continue finipa-
rallele, appartenenti al gruppo di linee scelte per I'esecuzionedel disegno e formanti di regola can l'asse principale della se-
zione 0 con Ie linee di contorno un angola di 45° (in casi ecce-
zionali compreso tra 30° e 60°).
I tratteggi di parti contigue appartenenti a oggetti diversi
devono avere differente inclinazione 0 interspazio; quelli di
parti dello stesso oggetto devono avere la stessa inclinazione 0
interspazio (figura 13.36). Le sezioni di piccole dirnensioni
trasversali possono essere annerite interamente, avendo cura di
lasciare una spaziatura bianca tra elernenti adiacenti 0 oggetti
contigui (figura 13.37); quelle di grandi dimensioni possono
essere tratteggiate solo lungo il contorno (figura 13.38).
In casi particolari, come ad esernpio nei disegni architetto-
nici, il tratteggio puo essere omesso purche non pregiudichi
Fig. 13.36 - I l d if fe re n te t ra tt e gg io e u ti li zz at o p e r d is ti ng ue re
in se zio ne p art i con tig ue se co ndo q ua nto i nd icato d alla no rm a
UN13971 .
LJ
Fig. 13.37 - L e se zi on i d i e le m en ti d i p ic co le d im e nsi on i ve ng o-
no anne rite com ple tam ente lasciando tra e le me nti adiacenti
u na sp azi o b ia nc o (n orm a UN I3 97 1).
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Fig. 13.38 - N elle se zioni di e le me nti di grandi dim ensioni it
t ra tt e gg io p uo e ss er e limi ta to a l c on to rn o ( no rma UNl3971).
la comprensibilita del disegno; e allora necessario iudicare i
contorni delle zone sezionate con linea continua piu grossa
(almeno il doppio di quelle in vista).
Un'altra norma UNI, la 3972 tTraueggi pe r L arappre s e nt a -
zi on e d ei matenali ne l le s e zion i) , indica come utilizzare diversi
tipi di tratteggio per differenziare imateriali delle superfici se-
zionate (figura 13.39).
La simbologia fissata in tale norma, tuttavia, non S 1 e rivela-ta sufficiente a soddisfare le esigenze del disegno architet tonico
e cosi i progettisti ne hanno elaborate una piir complessa e det-
taglia ta (figura 13.40).
La norma UNI 3977 ( C on ve n zi on i p ar ti co la ri d i r ap pr es en -
tazione), infine, da ulteriori indicazioni per la rappresentazio-
ne in sezione di alcune condizioni particolari, come ad esempio
le aperture di un solaio (figura 13.41).
Prospet t i . II prospetto e la proiezione ortogonale di un edifi-
cio, 0 di un qualsiasi oggetto, sui piano verticale.
Per disegnare il prospetto di un edificio occorre quindi
proiettarne gli dementi salienti (contorni, profili delle porte e
delle finestre, balconi ecc.) su un piano parallelo a esso, in dire-
zione ortogonale al piano del disegno.
A differenza delle piante e delle sezioni, iprospetti hanna
un legame diretto con la concreta esperienza visuale dell' ogget-to rappresentato; tuttavia si tratta sempre di sintetizzare (e per-
cia semplificare) una realta molto ricca e cornplessa mediante
alcune linee.
Anche nella redazione dei prospetti si devono quindi segui-
. re i principi generali e le norme chc valgono per gli altri elabo-
rati del progetto di mas sima; tenendo presente che, poiche abi-
tualmerite non contengono parti sezionate, non e necessario
a)
b)
.M r i fo r t ' !110 i1~ IOl l la l>m (Quondonnnnc lmpnr tanza fun~lon l )16 )
tiqllldi
Solidi
Terrene
c) b T r aHQ :g g l a p ec u lc l p e rmaterta f sol id i,
MF.l1erialE!predcrnlnante twr
c so mp u: m et al lc i n
r n e c ca n i ca , l e te r t n o i n a d i l i :t l 8 ,vetrc in attica)
Ma t er ta le d e r n et t er e i np e rn cc l e se e . ..l d en za t p c r
BS", "I l- iPiO: purt l ilc on 1 81 10 c o n
q ue u e l na lv ld ua te c on i ltretteqqic pMC0dente)
M[) ler i~1 I . [ )u~i l la r i (P I lr eeemom:me tede p l as t lc he fhm ec ce nlca , p le tre e m ar rn l i nedill7. la)
Lennc
!mIg!m~tm
Awalgii'llcnli olettrtcl
feclann
MawJilIi trasparenf
Fig. 13.39 - L a n orm a UNI3972 (Trat t eggi peT Larappre sen ta-zi on e d ei rn at en ali n elle se zi on i) i nd ic a c om e u ti li zza re d io ersi
t ip i d i t ra tt e gg io p e r d ijJ (_ :re n zi ar ei mat e ri ali d e lle s up e r/ ie i s e-zionate: a ) t r? me gg io u ti li zza to p er m e tt ere i n e vi de nza e sc lu si -
u am e nt e u na swp e rji ci e s ezi on at a; b ) t ra tt e gg i generalt adottati ,
q ua nd o n on so no ri ch ie st e p art ico la ri sp ec iji ca zi on i, p er d iffe -
re nziare di massima fa natura de l mate riale ; c) trat te ggi pe r
specijicare ul ter iormente i material: sol idi.
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D en om in az io ll6 d el matetlale R ap p r es e n taz i on e
A rd e s i a artiftclale
1 : 5·1 : 1
Ardssla1 5· 1
As teno e mastic! i so tant t in genere1 5- 1: 1
caicesrru zzc dice IT! e n t o1: 100·1 ; 1 ~ Bee
Caicest ruzzo d! caice
1 : 100·1 1 ~ aca
Calcest ruzzo per C _8.
1:500·1-100
-alcestruzzc pe r c.a.
1 100-1: 1
Calcastruzzo l eg ge r o d i f ie r np im e n to
1: 100-1 1
Cemen to reunato in lastre1: 20- 1 : 1
ceramroa 0 g re s
1 1
C ; 01 1 01 i per d rena 9 gi
1: 100- I : 20
I~·I
compensate1: 5
Compensato1 :1
Ertra1 : 20 - 1 :1
Giliaia
1 : 20·1 : 1
Gamma, f lb ra , Iel tro, anuanto . mater fa f l so lant ieli guarnizione 1 : 5 R 1 : 1
I nt o n a co di qualunqLJE! 1 i po
1; 5- 1: 1
lntonaco rei i ns to1: 5 ·1: 1 I~
Leone
1 : 5 - 1 : 1
LegooI:25·1
Linote u m. ltaleurn1-1 w . I 1 J . . L . L i J J i l l L . U . . l L l _ L
Llqukf
Marmo, 11 1 a rm a U e. pletre a r ! I f leial i
1 : 5 - 1 - 1
Denorninazione del materiate Happresen taz ions
mel!
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pm- - - - . n
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1 - : , < . < · 1
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45 x 72
F ig . 1 3.4 0 - S irnb olog ia ad ot ta ta d ag li st ud i d i p ro ge tt azi one i ta li an i p er i ndi ca re in se zi one i di ue rsi m at eri ali im pi ega ti.
Ma t e r i a l i isolanti i n l as t re
1: 5-1: 1
M atenal i la m i I'a ti e t raf lal i1: 10-1: 1
Murntura e tatenz! i n g e rl e re
1500-1:50
Muraturn I;: laterizi i n g e ne r e
1 SO -1 : 10
Muralura e laterizi in genere1: 5- 1: 1
M LI ra t U 1 "6 1 oi P i et r a rne I avo ra ta a m an a
6 malta ccmune 1 : 200 - 1 : 50
MuralUra di pietrama ustatae malta comuns 1 : 2 00 - 1 : 50
Muraturn di p te tra ln c onc i r egol i :Hi
" malta comuna 1 : 200 - 1 : 50
M u ra ltJ ra d i mationl foratle m alta cemenuaia 1 : 200 - 1 - 50
Muratura cf malton! fora~ipos.i 1 1 " 1 piano
o in coltello e malta ccmune t : 200 ~ 1 50
M ura tu ra d i btocchett l Ioratl di csrnento
e malta di... 1 200 - 1 50
Muratura di nlocchatu corocarn di pcrnlcee malta di.. 1 : 200 • 1 - 50
Murarura d l b lo cc het f t orau di pornicae m alta di __ 1 : 200- 1: 50
Ptetrama a SE!CCO pe r vespai e drenaqql1 10 -1 : ao
P om ic e in pranulatl1 :20· 1 1
R e l e metalnca e rarnlera stlrata1 : 20·1 : I
scone d i c a rb o ne
1 : 50 - 1 : 1
Stucco da vetraro1 :1
Suqharo granulato 0 in tastre1 5 - 1;1
Terrene na t u r a l e
1 : 100 - 1 : 1
Te r r a n o di r i po r t o
1 toD·l 1
Vatro i n g e ne r a
1 1
.ll disegno pe r it progetl 'o arcbiiettonico 71
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a)
~ j - - - - - - - - ~ - -·A
b)
C.:=====:._~ ,. B:-'l
- l ' - _ ._ __ _A~ - - ' - ' - " - l - I -
~iI_"_._ ..- _._._,,,-·,·_--t-
Fig. 13.41-E sem pi d i ra pp re se nt azi on e t ra tt e d alla n orm a UN I
3977 (C on ve nzi on i p art ico la ri d i rappresentazione): a ) i nd ic a-
zione di un'ape rtura in un solaio m ediante diagonali tracciate
co n u na li ne a co nti nu a fi ne ; b ) i nd ica zi on e d elle p art i a nt ist an ti
if piano di se zione m ediante una line a m ista a due tratti brevi.
l'uso di linee can spessori diversificati e che generalmente non
S 1 fa uso di simboli grafici.
La rappresentazione delle apparecchiature rnurarie e delle
coperture varia in relazione aHascala utilizzata, poiche a1dimi-
nuire della scala aurnenta i1 dettaglio del disegno (figura 13.42).
13.5 Gli elaborati del progetto esecutivo
I: i ter della progettazione si compie con la redazione del pro-
getto esecutivo che comprende tutti gIi elaborati grafici neces-
sari a tradurre l'idea architertonica in opera concreta,
Gli elaborati del progetto esecutivo sono diretti a1tecnici
cui e demandata 1arealizzazione dell'opera e devono quindi
Tegole alia romana
scala 1:50
IBm
.-
scala 1:100
Tegole alia marslgliese
Canali e cop pi
Intonaco
Pietra a vista
Pietra a vista
Bugnato
MattonI a vista
Fig. 13.42 - La r appr e sen ta zi on e d e ll e appa re c cb ia tu re murane e
d e ll e c op e rt ure u ar ia i n re l azi on e a lt a s ca la u ti li zz at a, d io e ne n do
sem pre p iu a st ra tt a a l su o cre sce re . E s em pi o d i si mb olo gi a p er fa
ra pp re se n ta zi on e d e l r il ie v o d e i prospetti a s ca la 1 :100 e 1:50.
..D
372 Scienzu del disegno
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definirla nei parricolari, fomendo indicazioni sui tipo e la natu-
ra di quelli comunemente detti elementi costruttiut: opere di
fondazione, strutture portanti, coperture, murature, materiali
di finitura, impianti tecnici ecc. Inoltre, devono indicare le 1110-
dalita di esecuzione indispensabili aJ lavoro in cantiere 0 in of-ficina (dosaggi del calcestruzzo, posizionarnento e natura degli
apparecchi elettrici, costruzione di elementi prefabbricati ecc.).
Naturalmente, come abbiamo gia avuto modo di dire, essi de-
vono essere coerenti e correlati Ira lora e con tutti gli altri dise-
gni di progetto.
Cio che differenzia i disegni esecutivi dagli altri disegni di
progetto e la loro definizione e, di conseguenza, la scala grafica
in cui sono redatti. Inlatti, si tratta sempre di piante, sezioni e
prospetti ma realizzati in scale che variano dall'1:50 al vero. In
alcuni casi viene anche utilizzato il rnetodo dell'assonornetria
per disegnare visioni d'insieme che possono aiutare Ie mae-
stranze addette all'esecuzione dei lavori,
Le nornle grafiche e la simbologia adottatc per la redazionedegli elaborati esecutivi nOI1 differiscono sostanzialrnente da
quelle illustrate a proposito dei disegni del progetto di rnassi-
rna. Tuttavia, la rappresentazione in grande scala di alcuni ele-
menti costruttivi puo richiedere particolari modalita.
Per questa motive riportiamo sinteticarnente le convenzio-
ni utilizzate per la rappresentazione degli elernenti costruttivi edegli impi an ti t ec ni ci pili cornuni. Ii segni u ti li zz a ti per illu-
strarle sana tratti da progetti di alcuni affermati professionisti
oppure, soprattutto per quanta riguarda le cornponenti stan-
dard (infissi ecc.), dai cataloghi delle ditte produttrici; in tal
caso la scelta e stata guidata non da giudizi di qualita ma da ra-
gioni di chiarezza. Tenuto conto delle dimensiorii di qucsti
grafici non sempre e stato possibile pubblicarli nella 101'0 di-
mensione reale; tuttavia, nei casi in cui sono state effettuate
delle riduzioni, esse sono state accompagnate dalla scala grafica, che consente di calcolare ilrappono di riduzione,
Strutture in cementa armata. Nel nostro paese non si e ancoraaffermato un sistema unificato di norme grafiche in grado di
rappresentare le strutture in cernento armata in modo univoco.
Attualmente sono in vigore alcune norme emanate daU'UNI
che affrontano solo aspetti particolari del pill vasto problema.
La norma UNI-ISO 3766, Rap pre s en ta zi on e sim bo li ca d e l-
l e a rma tu re d e l c al ce st ru zz o, stabilisce un sistema di segni con
cui rappresentare le armature metalliche: tre tabelle riportano i
segni grafici relativi aile armature di tipo ordinaria, alle arma-
ture per ilprecompresso e ai pannelli di rete elettrosaldata (fi-
gura 13.43). Una quarta tabella e dedicata aile convenzioni gra-fiche che consentono di risolvere alcuni casi particolari (figura
13.43d).
Infine, la norma precisa dove devono essere sc ri tte le inior-mazioni riguardanti le armature e quali debbono essere.
Strutture in acciaio. La rappresentazione delle strutture in ac-
ciaio e regolamentata da due norrne UNI: la 7619, Rappresen-
t azi on e e q uo ta tu ra d ell e st ru tt ure d i ca rp en te ri a m e ta lli ca , e la
8219, R ap pre se nt azi on e i n p i an ta d ei so la i.
La norma 7619 stabilisce le regole complementari cia appli-
care specialmente per 1a rappresentazione e quotatura di insie-
mi e e li particolari nelle strutture di carpenteria metallica, negli
apparecchi e impianti eli sollevarnento e trasporto, nei conteni-
tori e recipienti e negli ascensori, scale mob iii e nastri traspor-tatori.
Due tabelle illustrano i modi per rappresentare fori, bulla-
ni, chiodi e ribattini. Per quanta riguarda invece la loro quota-
tura, il testa afferma: «Le linee di riferimento devono essere
staccate da i segni grafici 0 dagli a ssi d ei s eg ni grafici rappresen-tanti fori, bulloni, chiodi e r iba tt in i su viste 0 sezioni parallele
al loro asse» (figura 13.44).
« I I d iame tr o del foro deve essere indicate vicino al segno
grafico».
«Per I'indicazione delle caratteristiche dei bulloni e dei
chiodi deve essere indicata vicino al segno grafico 0nella di-
stinta dei pezzi la corrispondente designazione UNI 0, in man-
canza-di questa, quella di nonne internazionali ISO 0 naziona-
Ii estere».«La designazione di fori, bulloni e chiodi, quando si riferi-
see a gruppi di elemcnti uguali, puo essere indicata solo su un
elernen to. In questi casi la designazione deve essere preceduta
dal numero di fori, bulloni 0 chiodi costituenti il gruppo» (fi-
gura 13.45).
«Per gruppi simmetrici di fori, bulloni, chiodi ecc. puo es-
sere guatata solamente l'interasse» (figura 13.46).
Un'altra tabella e dedicata alle designazioni (segno grafico e
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a)
S ez lo n e t ra e ve ra e le d ' u n a b a rr a e ll
a rmature
Barrad'arrnetura lineacontinua
grosse
Sarra munlta d 'ancc rapqlo
ta r r n lna la
8) r nunl te di qenclc
b} munlta di r ts vo lt c a s q u ad r a
B a rr a s e n ea a n c or a gg i o t e rm i n al eS a . .. e nlil 'C6ssi!a d t f n d lc e re l ee e t rem l t e d e ' li a o c r r a , quando piub a rr e n o n e o nc $ € Ip a ra t e s u i d i e eq n o,IJSfll9 (l'i preterenze i l a e c on d o s e pn o
B ar ra c on a re no 0 pracca
o'ancoraoqto
o A n co ra 9 9. io a d a n el lo 0 8place -a
v IS ' Q d a l l a a S l re m it a d e l' a b e rr a
Barra parahelaal plnnOd'-eldi~griO
co n r t s vcuo Q squedra a l lontanantea ld e l t e t tc r eP e r l a r ip rc c u do n e I f! m l c ro f hm I I : ! ne lcase dl barre troppo rewlclneie.
ueare di prelerenza il scccndo ~fP'lo
Barra parallala a l p l a n e d el d i a e qn c
con rlsvoltce equacra avvtclnarttesluuonoreP e r l a l i p r O O I J - Z i o n e i nm i c ro fi l m lE Ine tC'a50di barre t rappo rawlc lnata,
u s a rc d l p t ef e fe n Z A u e e co n e c s e qn o
b)
Elan-a 0 cevodl precornpreeecro-;
l in e a r n is t a p r os a a a d u e t ra t ti b re v i'
oS ee lo ne t ra sv er sa le d 'u n c av e
p os t- te SQ n e l s u o j ub o d i g tJ a ni [J
+
S e z fo n e t ra a v e rs a le d 'u n ile rmeunc
pretesa
A no or ag gto a ll 'e str em ka d ov s 9
oscro l ta ta 13 t en s io n o •
[>-------- I Ir 1o or ag gi o f is so •
-$ -A rl co ra g gi o d ' u na a n na lu rQ v fa t c o i
testa
----~---- Accopplemento mobi le '
-----j---- A c co pp la m en tc f i5 50 •
~ Quando non vi sla possl blllt a di confuslone con gli accial
cornuni , le arrna ture del preco il lpresso sl possono rappre-
sentare con l inea continua grossa,
c)
5L J u n a v i st a i l ' l . e le v aa lc n e d i u n m u m
ccrnportante delle armature SIJ
c as cu oa t ac cl a, q ue st a a rm at ur e
d ev o no s ee er e d e s ig n al e c on d el le
lortare agglunte indic:.an1 i la postaone
oenostrarc
p an ne ll o, i n p je nt a
##L
Q u an do s l u l i l lz a en o d e! s eq nl d i
e s tr em f ta , l e armature plu1011l . [ ) ne
devone eseere reporeeemeee COil
d e l s e g n i d i e s t re r nt t a d u e tt i v e rs o
1 ' 0 .110ve r so e nus tr a e l e a rma t u r e
d e l la ' a o c i. a piu vlc ina
( a l l' o $SeTVS; 01e) co n d e i se qn l d i
9S r rem i l a d i re t t i v e r so it b a ss o 0
v e rs o d e et r a
FV { a cc rR p ju v i ci n a
FL r e c c re p l u t on t a na
ouanoc r o l l d t s p os l zl o n t de l lea rm at ur e n on r lSlJltQr ' lC)nersmente
n e nu s o zr on e . p o tr a e : se e ro e f a t ta I,J na
f ig um s u p pl am sn tete. este rnamente
e l laeczfone
Do
T u t ti i 1 i p i d i s l a ff s e a v on o e s s er e
lndcato surdlseqno
S e l a c o mb fn a z lo n a r ls u t tente ec o mp lc s ea , a e sa p un e s se re c hi a ri ta
con l 'a i u t .o d i una f l gu r a
ecpplemantareoppnr tunementeannotate
Fig. 13.43 - No rma' UN 1 3 76 6, R ap pr es e nt az io ne s ir nb ol ic a d e ll e a rmat ur e d e l c al ce st ru zz o: a ) s imb ol i g ra ji ci r el at io i a il e a rmat u-
re d £ ti po c om un e; b ) si mb oli g rafi ci r ela tiv i a lle a rm at ure pe r i t c em e nto a rm at a p re c ompr es so ; ( ) s imb ol i g ra fi ci d e i p a nn e lli i n r et e
e l e t tro sa lda ta; d ) conuen zioni grafiche p er il d ise gn o d elle ar ma ture pe r i l c alc es tru zzo arm ata .
S e rl e d i p a n n e ll i i de n ti ci
d)
, ra gg l d i c urv at ura d ev on e e ss are
n c rm a tm e nt e r ap pr es en 1 at i I n s ca la
N et c a a o c h e u n a D a ri a ~ c u rv a ta c on
II piu p i cc o lo r a gg l o d l c u r v at u re
emr n t ss i b ne . s ! puc . r e : ppr eS~" l a re
una CU fV < )1 r nco n una l i rlOOso ezza t a
-U n t aa el o d i u cn e p oe e ss e- a
r ap pr ea en ta to c on u n s a qn o d lo a t r om l ta l n dl c an t a i l n um e ro d e ll e
barre
Esernptcc rappresantazfone eJ i tm
barre ldonuchc r o rmamt Iasclo
c ee cu n q ru pp o di 'bane 0di etetta
I de nt lc ho oe ve es ae ra l nd lc at c c on
una : so l~ ba r r e 0 s l an a co n l ine.ac c n un u a p ro e s a: I 'm l z io e t a f in e d e ll as tratcdovn esserc Ind lca lo con tJ na
l i nCWpa rpe nd i co t a _ re co n t inue l i o e.termlnaruc con un nuno Incroclato
U n c o rc hl o a I l! T, ee .l na I nd ic a it
c- : :o llegt i i' T le t' r 1011' (1eoe seanl
1 + + - - + + - <Ba r ra d l spo s t e in gruppl
equid latunt i. comcnenu c tascuno
u n n um et o U gu nI D d i b ur ro
Id DfI! loh e. pOSGOflO caaere
m ppr os on ta to co me m fi qu ra
( 1A rr ne tu re p oe t e on e i d u e e e na l d e vo n oc s ec re m p pr os o nt m o d o u n n s oz ro n uQ c eo mp ag J l. ;: l1 oe d A u n I E rS tO 0 {jF, LlFI
slmbolo o h e i n di c a q u a le ela
d l ro z to n e d o uc b a rr e nG il o stratc
estemo, SU o q n i r e cc re d e l g e t t o
+-1-'ln raoprcscmaeloot In planta el i
, s( ' iY i,p l icJd l$pO$~or l i IIO $ tr 910
$ l 1p e ri t) r 'G a q u c l i l. "J lnter lore el i
a rm a tu ra d ev o no eS$$re dasigna l i
c on l en e ra a g 9~ U f\ te i l l c l k : : . a 1 n t i lapcaizlcne (j'¢110atrato
++QI,J;t!Iri(10SilItili:i:~flO o e r s . e gn i di
est rar-nil~, 10 sueto di arrnatura
t n f e rl c re d a ve e se e re r e ppr e se n te t c
c o n d e l s .e g rr id i e s tr er n it a v e ra o I ' E lUO
o v er so a in ia tr a e 1 0 et re te di a rm a tu r as l J Per i or e COn( le i s aqn i o i " ; l51 f a IT l i~ a
f,lirf.tl ti verse i I b as so e v er so oesrre
linfmiora Ssupartora
374 S cie nz« d el d ise gn o
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Fig. 13.44 - Qu ota tu ra d elle st ru tt ure d i csrp en te ri a m e ta lli ca .
L e lm ee di rife rim ento de vono e sse re staccate dai se gni grafie i e
dagli assi d ei fo ri , b ullo ni, e hi od i e e c. (n orm a UN I7 61 9).
..,MIGX50 UOI(
Fig. 13.45 - R appre se ntazione e quotatura de lle strutture di
ca rp en te ri a m e ta lli ca . L a d esig na zi on e d i f ori , b ullo ni e ch io di ,
q ua nd o si ri fe ri sce a g ru pp i d i d em e nt i u gua L i, p UG e sse re indi-cata solo su un e le me nto. In que sti cast fa de signazione de ue e s-
se re p re ce du ta d aL n ume ro d i f ori , b ullo ni 0 e h io di e o st it ue n ti i lg yu pp o(n orma UN I7 61 9 ).
260
H.O
~.- .--...j f-.- _ . ---- 4 j ' g
' E . : :
~1
€loa
Fig. 13.46 - R appre se ntazione e quotatura de lle strutture di
ca rp en te ri « m e ta lli ca . P e r g ru pp i simmetrict d i f or i, b ul lo ni ,
e hiodi, e ec. pUG e sse re quotato solam ente l'inte rasse (norm a
UN.l7619) .
dim ension i) da ripo rtare vicino alIe rappresentazioni d i barre ,
tubi e p ro fila ti (figura 1 3.47). Per questi e lernen ti, infatti, la
n orma s ta bili sc e che «V icino a tutte Ie rappresentazioni delle
barre , tub i e profila ti deve essere ind icata la lo ra designazione
UNI 0 di no rm e internazionali (ISO , EN , EUR ONOR M) se-
guita, se necessario , dal valore della lunghezza separalO da un
breve tr atto orizzontale. D ette designazioni possono essere
semplif icate utilizzando le designazion i (segno grafico e di-
m ensioni) d i cu i al prospetto III. In questo caso il segno 0ie-
gni grafic i devono essere orientati in modo da richiarnare la
po sizione trasversale d ei protila ti» (figu ra 1 3.48).
La norm a si occupa anche della quotatura de i no di: « 11 s i-
s tem a per la quotatura dei nodi deve essere riferito al punto di
intersezione di alm eno due assi neutri convergenti (punto di ri-
ferimento ) > > .«La quotatura dei nodi deve com prendere le quote d i posi-
z io ne dei fori rispetto agli assi neurri p redetti ed , eventualm en -
te, le dimensioni d 'ingom bro, e la distanza min ima tra ibordi
del nodo e gli assi dei Io ri» (figura 1 3.49) .
«Le inc linazion i degli a ss i d ei profilati e delle barre devo no
essere indicate vicino ai due cateti di u n t ria ng ol o rettangolo,
preferibilm ente con i valori delle distanze reali tra i punti di ri-
ferim en to oppure can valori convenzionali, in per cento , posti
tra p arentesi- (fig ura 1 3.49 ).Infin e viene affrontato il problem a della rappresentazio ne
s ch ern atic a: « Le structure d i c arp en te ria m eta llica POSS0110 es -
sere rappresentate schernaticam en te indicando co n linea co nti-
nua grossa gli assi neutri dcgli elem enti d i in tersezione. In que-
sto caso i valori delle distanze tra i punti di riferim ento degli
assi neutri devono essere indicati d ire ttam en te su i segm enti che
ra pp re se ntan o g li e lem en ti» .
La norm a UNI 8219 stabilisce le convcnzioni e i segni g ra-
fie i per la rappresentazione della v ista dal1 'alto (pianta) di solai
cam m inabili nelle stru ttu re d i carpenteria m etallica ,
D ue ta be ll e ri po rt an o ie gn i g ra fi ci p er l a r ap pr es en ta zio ne
in pianta dei tip i d i solette e quelli per la rappresen tazione in
pianta di parapetti e ferm ap iedi (figura 1 3.50). M en tre il segno
grafico per la rappresentazione della trasm issione dei carichi e
dei sovraccarichi sugli appogg i del solaio v iene indicate in un
segmento term inante con due lrccce. La norm a riporta in fine
un esernpio d i rappresentazione in pian ta d i un solaio can l'in-
l! d is rJ g n o / Ja r i l, P ' l' u g uu o ,l1'I:hilelirmit·o :J/5
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Denomina;lione Designazione Signffi(lato delledimensioni
Segno grafj(lo Dimensioni
Barra tonda d @
0 f auba d x s
Barra quadrats I QTubo quadrate 0 Ixs B ,
Tuba rettanqolare b x h x S eBarra esago nale d
T a -OTubo esaqoriale d x s a ·Barra trlang clare 6 I G 1Barra sernltonda
Q b x h @o semitonda applatttta
Barra ptattar I x s m4
a rettangol are
Profilato a L LPro fi la to a T TProfilato a I IProfilato aU [
Pro fi lato a Z lProfilato per
1otab iIi ferroviarj
Pro fi lato a L
tan bulbo
Barra piatta
Tan bulbo
Fig. 13.47 - Tabella delle designazioni da riportare oicino aile
rappresentazioni di bane, tubi eprofilati (norma UNf 7619).
Fig. 13.48- Esempio di designazione degli elementt componen-
ti ch e ut ilizza le n orrn e g ra fi che i ndi ca te n ella tabella d e ll a nor -
ma UNf 7619 rtportat« in figura 13.47.
dicazione della trasmissionc dei caric hi e dei sovraccarichi, dei
parapetti e/o ferrnapiedi (figura 13.51).
Strutture in muratura. Nella rappresentazione delle strutture
rnurarie vengono impiegate generalmente le norrne grafiche e i
sirnboli che abbiamo incontrato esarninando gli elaborati del
progetto di massima, in particolarele sezioni e i prospetti. Tut-
tavia nella rappresentazione di dettaglio a grande scala puo tal-
volta presentarsi l'esigenza di mettere in evidenza Ie forme e le
caratteris.t.iche dei singoli elernenti che compongono Ie struttu-
re murarie.
Impermeabilizzazioni, coibentazioni e drenaggi. Anche la
rappresentazione di opere di impermeabilizzazione, coibenta-
zione e drenaggio non richiede una simbologia particolare in
aggiuma a quella che abbiamo gia esaminato, Nei disegni ese-
cutivi, infatti, questi elementi sono rappresentati in manieranaturalistica, riportando Ie caratteristiche fisiche e geometriche
del rnateriale impiegato.
Cop ertu re. Per la rappresentazione delle coperture non esisto-
no specifiche nonne unihcate, rna alcune convenzioni sono Of-
mai entrate nella pratica prolessionale.
Nel caso della rappresentazione delle coperture piane, ad
376 S ci en za d el d ise g no
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Fig. 13.49 - Q uotatura de i nodi. Il siste ma pe r L a quotatura de i
nodi de ue e sse re rife ri to al punto di inte rse zione di alm eno due
assi neutri conue rge nti (punto di ri fe ;im ento) e de ve com p1 'e n-
d ere le q uo te d i p osi zi on e d ei fo ri n sp et to a gli a ssi n eu tri p re de t-
ti e , e ve ntu alm e nt e, le d im e nsi on i d 'i ng om bro , e la d ist an za m i-
nim a tra i bord i de l nodo e gli assi de i fori (norm a UN"17619).
esernpio, pur non essendovi una specifica norma UNI la
consuetudine professionale vuole che in pianta vengano in-dicate con una linea sottile icornpluvi e idispluvi, mentre Ie
linee di rnassirna pendenza sono indicate con delle frecce (Ii-
gura 13.52).
La rappresentazione de i materiali che costituiscono lo strato
protettivo delle terrazze e dei tetti varia in [unaione della scala
adottata, Nella figura S0110 illustrate le diverse simbologie utiliz-
Numero D en o m in azi 0ne Segnod'ordine g,alico
2.1.1. Grigliato¥*
2.12. Lamiera striata
-&2.1.3. Lamiera greea!a
u-U-
2.1.4. Conglomerato -_cementlzio armato
.
Numero Denominazione Segnod'ordine g,afico
2.3.1. Parapetto-x-
2.3.2. Fermapiedi ---
2.3.3. Parapetto -<--con fermap led i
Fig. 13.50 - L e du e tabelle d e ll a norma UNI 8219, Rappresen-
tazione in pianta de i solai, riportano i se gni g rafici pe r L a rap-
pre se ntazione in pian ta de i t ipi e l i sole tte e que lli pe r la rappre -
sentaztone i n p ia nt a d i p a ra pe tt i e f e rm ap ie di .
I IIII
1
I
II
I
I I
Fig. 13.51- Esemp io d i rappre se rua zion e i n p ia nta d i un solaio in
struttura metaflica riportato da lla norma UNI 8219. Su ciascuna
cam pata le [re cce indicano il se nsa d i trasrnissione d e i c ar ic bi ,
m e nt re g li a lt ri s im bo li g ra /i e i i nd ic an o f a n at ura e i l t i po d i s ol ai o.
1 / d i sc p , I IC J PI''/" it /n 1 I , 1 1 1 ' l l r l ,II( . i t l ' I I I 1 / 1 / I ' 1 I . 1 ' 1 ' 1
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Fig. 13.52 - C on ve nzi on i p er fa rappresen taz i one in p ia nta d el-
le coperture piane acc red it at e dal la c on su e tu di n e p ro fe s si onal e ,
U na l in e a c on ti nu a s ot ti le i nd ic a i c ompl uo i ( a tratteggio) e i di -sp lu vi (se gn o i nt ero ), m e nt re le li ne e d i m assi rn a p e nd en za sa na
i nd ic at e c an d e ll e [recce. Ge ne ra lm e nt e so no ri po rt at e le q uo tedelpiano di calpestio.
zate per scale piccole (1:100 e 1:200) e per quelle grandi, impie-
gate negli esecutivi e nel rilievo di edifici storici (figura 13.53).
Infissi interni e d e st e rn i. La rappresentazione di porte e fine-
stre e di importanza fondamentale nel disegno di progetto per-
che il posizionamento, il tipo e il verso di apertura di questi ele-
Tipo di copertura
T e go le a li a r om a na
Cana l i 0 coppi
T ego l e a l ia ma r si g li e se ,
portoghese, olandese
Eternit a simill di plast ica Ondulit
A vetri can struttura portante di
ferro
T er ra zz a c on p ia st re ll e ( gr an ig li a.
cotto, gres)
Terrazza can lastre di marmo
Vetro comento
Ardesia -Lavagna
Asfalto
1:200" I: I00
[ ] [ ] [ ] [ [ ]
....III[[[[]
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mDFig. 13.53 - Sirnbologie uti lizzate pe r fa rappre se ntazione inp ia nt a d ei m ate ri ali co st it ue nt i lo st ra ta p ro te tu vo d elle t erra z-
ze e d ei t et ti . L a si mb olo gi a u ari a i n re la zi on e a li a sca la g ra fi caadottata.
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378 Scienz« del disegno
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menti caratterizzano fortemente I'opera
progettata. Tutte queste inforrnazioni,
quindi, devono essere chiararnente
espresse mediante un'apposita simbologia
anche nei disegni d'insierne a scala 1:100.Iisegni esecutivi, oltre a fornire que-
ste informazioni, devono illustrare detta-
.gliatarnente 1a forma e i particolari eo-
struttivi dell'infisso rna, data la loro scala,
non hanno bisogno di ricorrere ai sirnbo-
li e si servono di una rappresentazione
r ea li s t ic a,
In questo settore I'UNI ha emanato Ia
norma 7895 (Designczzione simbolica delse nso d i c hi usu ra e d elle fa cc e d elle p ort e,
f in e st re e p e rs ia ne ), che stabilisee Ie C011-
venzioni per rappresentare in pianta la di-
rezione di chiusura degl i in fissi , iden ti iica-
re con un simbolo ciascuna delle due faeee
degli infissi in relazione aHaloro direzione
di manovra e precisare la disposizione dei
telai in relazione locale da isolare.
I disegni che corredano un'altra nor-
ma, la 8370 (C la ssi j'i ca zi on e d ei m osn -
me nti di aperture de ll e an te ) , possono es-
sere un utile riferimento per la rappre-sentazione delle finestre in prospetto (fi-
gura 13.54). .
Im pianti te cnici. Fra g l . i elaborati del
progetto esecutivo trovano posto quelIi
relativi al progetto degli impianti tecnici
dell'edificio (impianto idrico, impianto
elettrico, impianto terrnico e altri impian-
ri speciali eventualmenre presenti). Per
quanto riguarda la rappresentazione di
questi impianti mancano ancora norrne
unificate (figura 13.55), anche se tentativi
in questa direzione sono stati faui da di-
versi organismi; ricordiamo, ad esernpio,
la proposta avanzata dal Comitate elet-
o
D
,APE' E O ! . + . . .. ~A , s . , Li.A FIl,ar-l<;.£ST• r
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u
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Fig. 13.54 - R ap pre se nu czi on e i n p ro sp et to d ei d iu ersi t ip i d i f in est ra se co nd o le i nd i-
ca zi on i d ella n orm a UN18370, C la ssi fi ca zi on c d ei m ovi me nt i d i a pe rt ure d elle a nt e.
r J I T nl D D L J
A.P~RT""·I:t,A 5C.ORIr.!:.eVO\.,.Iii.
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IMPIANTO ELETTRICO
if Dev iators Ida parele)
f. s : r!1l Pr es a t ripolare Ccmrnutatorc (da parete)
~P r es a t r ipotare p-on polo dl terra tnvanttore (da parel")
If S pi n a b Jp ol a rs 0 Pulaante (de parete)
If Spina trjpolare8 P ress b fpot ar a per l uc e
--@- Lampada d i l as e~
P resa per t uc econ pol o a terra
-@- Lampada dl saqnalazlone (;)Pre-sa mnctareper torza motrice
[ill ouaoro iJ1dica~ore
®. cartelllm Larreaoa elenrica (a sotlitto)
e rnotcatore npetltcre
® 2JLarnpaoe commutate,
di posiztonea sotutto
c : : : oDisposi tivo di a liarme acust lco
I J - - - 0 Lampada a paretea membrana
0 Scatole-Ita d! derlvazlone
~LampadB commutate,a parele
0 Cassetta dl derlvaztona ~Tubo luminescanlea c at cdo f reddo
~ ~ T ube Iu m i nesce n teOuaoro di distribuzlQf'Je a ceredo caldo
r:J'tntanuuore ( rotatlvo, a level la ,
...5Lpulsarue] ca parete Suonarla
-c: lnter ruttore a perana ..ft_ R o n z at o ra 0 c ica la
-cr Inl Brruttore il til an!0 j @ @ ® j aladret to di segnal Cit ionaa lampaoe
@' In terru t10ra comandato a yl st anza ( a r ol e) E l et trc se rra t u r a
Fig. 13.55 - S im bo lo gi e p er L a r ap pre se nt azi on e d ell' im pi an to
e le ttrico ne gli e dif ie i cio ili m agg io rm ent e in u so in lt ali a n ella
prat ica profe ssi on ale . P er fa rap pre se nta zion e d egli im pia nti
t e cn ic i d e ll 'e d if ic io mancano ancor a nor rn e uni fi ca te .
trotecnico italiano (Clil) per la rappresentazione degli imj ian-ti elettrici,
Apparecchi igienico-sanitari. Per la rappresentazione degli
apparecchi igienico-sanitari ci si puc utilmente riferire alla
norma UNI 9511 parte II (S eg ni g ra fi ci p er a pp ar ec ch i e ru bi -n e t te r ia san it a ri a ), che fornisce una rappresentazione unificata,
in pianta e prospetto, degli apparecchi sanitari in scala 1:50,
nonche icriteri da seguire net passaggio ad altre scale di rap-
presentazione ( 1 : 1 0 0 e 1:20; figura 13.56).
La raffigurazione convenzionale di questi apparecchi e faci-litata dall'uso di rnaschere trasparcnti 0 trasferibili che si trova-
no in cornmercio (figura 13.57).
A rre di i nt ern i. La rappresentazione degli arredi interni (letti,
armadi, poltrone ecc.) generalrnente viene effettuata utilizzan-do le maschere trasparenti 0irasferibili reperibili sul rnercato
in diverse scale e li rappresentazione (Jigura 13.58).
380 Scienza del disegno
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N·SegooWI;!I!i~
d " o r c ! 1 MDoo"tl~O O -
Pianla E~l)tkmOl
4.1. Lavello Bll'lmpltcOeon ~da...
l.alolo
[Ej] I I
L,-J
4.2. t.eveuc d t ; l J l o p l o con golXiO·
1 1 1 1 0 0 1 0
I [ Y J I I I
LJP
4"3. Plio-no
0 p-
4.4. VUC!4e loJo '
[8 ] E 1-4.5. V.QDMd~ bucate
~ E ; 3
--4-6_ La...abo
[!] Q
' .1. Lavabo a cenele
I + + + 0 1+ + +
'.0. VOOCI d- a bS!tI;!\Q
I I 0 1 1 \ I
4.9. VMlClI ) I!I sad[IBl4
[JJ] C L J~ NIJiIlPfwa1lJlldahriormlll.so,
NS a o a n o g r l )r l Q D
o'onllMlhoBCrlzlonll l '
Pllllnta EhWtU: lOM
4.10. Platta doccla
D ~
',11, Bl!llIeflnc'
® \IV
,-----4.t2. La\ ll! lp ledJ '
!ill] ~
4.13. old6
~"" V
I--4,14. V.",
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4.1S. VR1IO con ceaeene dJ
fl8f.lacqtmmen1o· 0B 0
-- -"" V ""VB O S S " A l t o
4.16. OrlntlWlo.nl)af(lIO
'7 04.17. QtlMlolo mtJ~llplc ; PlWlml!ln'D
I I I ISZSZOSII
4.11. V.iLSO fII i)Il' iirflll:lI110'
[ i Q J C::;:5
• N M P D" t I J d ~1 11 II I Or ma I SO "
Fig. 13.56 - Rappre se ntazione unificata, in pianta e prospe tto, de gli appare cchi sani tari in scala 1 :5 0 p roposta dalla norm a UNI
95 1 1, part e II (Se gn i g raji ci pe r a ppa re cch i e rub ine tt eri a sani ta ria ).
If d ise gn o pe r it proge t to architettonico 38 1
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D E J§ CJ
oo
F ig . 13.57 - Mascbe re trasp are nti e trasfe ribili utilizzati p er fa
ra ff igu ra z ion e conven z ional e degli apparecchi ig ienico-sani tari .
D E J ~§ D0
F ig . 13.58 - Mascbe re traspare nti e trasje rih il: utilizzati pe r L a
rappresentazione e l e g l i arr edi i nt e rru ( le t ti , armadi, pol trone e cc. ).