24 FEBBRAIO 2017 | Sala Affreschi, Palazzo Isimbardi, via Vivaio, 1 - Milano
CAMBIAMENTI CLIMATICI
STRATEGIE E AZIONI DI MITIGAZIONE E ADATTAMENTO
NEL RAPPORTO CON LA CITTÀ’ E IL TERRITORIO
Eugenio Morello Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani
Laboratorio di Simulazione Urbana Fausto Curti
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Temi della presentazione
1. Introduzione alle strategie per fronteggiare i cambiamenti climatici: cosa può fare la pianificazione? – concetti chiave e il ruolo della scala locale
2. Essere efficaci: dalle strategie alle azioni – proposta per una tassonomia delle azioni e metodologia verso un piano di adattamento
3. La Città Metropolitana come spazio d’azione e nuovi temi tra pianificazione territoriale e ambientale
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Credits:
Morello E., Stroppi E., Visaggio G., Pareglio S., 2014, “Per una tassonomia delle azioni di mitigazione e adattamento alla scala urbana”, in Musco F., Zanchini E. (eds.), Il clima
cambia le città. Strategie di adattamento e mitigazione nella pianificazione urbanistica, Franco Angeli, Milano, pp. 82-93.
Stroppi E., Visaggio G., 2014, La risposta delle città ai cambiamenti climatici: proposta di una metodologia per il piano di adattamento e tassonomia delle azioni d'intervento. Il caso studio di Lodi, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Milano.
Introduzione: cosa può fare la pianificazione?
Cosa può fare la pianificazione territoriale e ambientale? Strategie per fronteggiare i cambiamenti climatici
Mitigazione
An anthropogenic intervention to reduce the anthropogenic
forcing of the climate system; it includes strategies to reduce
greenhouse gas sources and emissions and enhancing
greenhouse gas sinks (IPCC, 2007).
Obiettivo: contrastare il CC come fenomeno
ecologico
• prevenire, la governance climatica ci ha provato
per trent’anni
• Ridurre emissioni di gas serra in atmosfera, in
particolare CO2
• Non più sufficiente ma necessaria: rafforzarla e
integrarla all’adattamento
Il governo del territorio deve: • garantire il minore consumo di risorse
• standard più elevati di efficienza energetica
• e la riduzione delle emissioni
Adattamento
Adjustment in natural or human systems in response to
actual or expected climatic stimuli or their effects, which
moderates harm or exploits beneficial opportunities (IPCC,
2007).
Obiettivo: contrastare il CC come fenomeno
sociale
Diverse tipologie [*]: • Di contrasto: costruire protezioni contro le
inondazioni (gestire la vulnerabilità); contrastare
debolezze sociali per rafforzare i sistemi umani
(farsi trovare pronti, preparedness)
• Di sicurezza: spostare le persone dalle coste
(riduce la vulnerabilità)
• Spontaneo: adattare le colture al cambio clima
• Pianificato: rilocalizzare persone o infrastrutture
• Reattivo: migrazioni di massa
• Proattivo: sviluppo di agricoltura periurbana
[*] Marcello di Paola, Cambiamento climatico: una piccola introduzione, Luiss University Press, 2015, p.71
Introduzione: cosa può fare la pianificazione?
Mitigazione
Covenant of Mayors
(Patto dei Sindaci)
Sustainable Energy Action Plan
SEAP (PAES)
Adattamento
Mayors Adapt
Climate Action Plan
CAP
Covenant of Mayors for Climate & Energy Da ottobre 2016
“Signatories pledge to reduce CO2 emissions
by at least 40% by 2030
and to adopt an integrated approach
to tackling mitigation and adaptation
to climate change”
TWO POSSIBLE ACTIONS AGAINST CLIMATE CHANGE
Mitigazione
Sistema umano e
ambientale
emissioni di gas serra
ESPOSIZIONE SENSIBILITA’
Impatti potenziali
Capacità socio-
economica e
istituzionale
Propensione
all’adattamento
Vulnerabilità
CAMBIAMENTI
CLIMATICI
Resilienza Adattamento
Capacità all’adattamento
MITIGATION
An anthropogenic intervention to reduce the anthropogenic forcing of the climate system; it includes strategies to reduce greenhouse
gas sources and emissions and enhancing greenhouse gas sinks (IPCC, 2007):
ADAPTATION
Adjustment in natural or human systems in response to actual or expected climatic stimuli or their effects, which moderates harm or
exploits beneficial opportunities (IPCC, 2007).
Rapporti tra mitigazione-adattamento-resilienza
Resilienza – la città, il territorio resiliente
Resilienza
• Capacità di (assorbire) (resistere) adattarsi agli shock e stress senza spezzarsi, ma rafforzandosi ed evolvere a seguito del colpo subito.
• Co-evoluzione dell’eco-sistema uomo/ambiente/natura
• responsiveness : reattività e tempi di risposta veloci agli shock e stress
Il ruolo delle città
100RC - 100 Resilient Cities Programma della Rockefeller Foundation
[www.100resilientcities.org]
Milano aderisce nel 2014 indicando le seguenti sfide
C40 – Climate Leadership Group Promuove reti tra città
[www.c40.org]
Milano parte dello Steering Committee Compact of Mayors Committed 2015
Perché la scala locale per affrontare il CC?
Affrontare strategie di mitigazione e adattamento a livello urbano non significa risolvere i cambiamenti climatici globali, pur tuttavia la pianificazione può porsi alcuni obiettivi specifici.
1) In primo luogo, l’ambizione ultima della pianificazione urbanistica è contribuire a migliorare la qualità ambientale dei luoghi e garantire il benessere fisio-psicologico delle persone che li abitano.
2) In secondo luogo, agire in ambito urbano vuol dire intervenire laddove risiede oramai la maggioranza della popolazione mondiale; significa cioè influire sugli stili di vita e incidere sul comportamento socio-culturale delle persone.
Perché la scala locale per affrontare il CC?
quindi: indagare e migliorare l’assetto fisico e spaziale dell’ambiente costruito e in particolare la configurazione tipo-morfologica della struttura urbana
inevitabile integrazione tra pianificazione territoriale e ambientale. Verso il climate design
Essere efficaci: dalle strategie alle azioni
Qual è il ruolo della pianificazione territoriale ed urbanistica in tema ambientale in generale?
Evoluzione rapida della normativa in ambito edilizia e lavori pubblici:
• Green Public Procurements (GPP)
• Criteri Ambientali Minimi (CAM): quantificare dall’edilizia al territorio (metabolismo urbano e flussi di materia).
Anche in pianificazione abbiamo tradizione di pianificazione ambientale:
• VIA e VAS, PTCP (esperienze pregresse)
architettura : architettura sostenibile = pianificazione : X
Pianificare l’adattamento è tema sociale
E’ soprattutto una questione sociale (adattamento contrasta i CC come fenomeno sociale); da qui il focus su “preparedness”, ingaggio e attivazione diretta delle popolazioni e istituzioni locali (inter-scalarità della pianificazione climatica). Temi:
1) Mappare la vulnerabilità: proteggere le popolazioni dagli effetti del CC è un dovere da parte delle istituzioni: diritto fondamentale dell’uomo, diritto alla vita, alla salute, alla sussistenza (sempre maggiore il collegamento tra salute e pianificazione territoriale e urbanistica);
2) Riconoscere il nesso tra pianificazione territoriale e stili di vita indotti: mappare gli stili di vita delle persone sul territorio consente di capire il peso dell’ambiente costruito sulla nostra performance ambientale: la mobilità e l'accessibilità ai servizi, l’energia delle nostre case e degli uffici, l’approvvigionamento, utilizzo e smaltimento di materia e cibo (in particolare provenienza e CO2 incorporata).
Pianificare adattamento è questione ambientale
• Pianificare il territorio e il paesaggio non e’ solo una questione ecologica (riconnessione, corridoi verdi), estetica o sociale (fruizione), ma anche un’occasione per gestire la vulnerabilità e l’adattamento mediante i servizi eco-sistemici
• Chiudere i cicli ambientali ed energetici a livello locale. Questo comporta la pianificazione di: • Autosufficienza energetica e ambientale (gestione delle acque,
rifiuti, produ)
• Mobilità sostenibile
• Accessibilità ai servizi
Essere efficaci vuol dire…
1) intercettare le azioni programmate o in essere: • parallelo con architettura: prima di intervenire per la manutenzione
straordinaria della facciata di un edificio e’ ora obbligatoria una diagnosi energetica; prima di avviare una gara di progettazione di un nuovo edificio pubblico, e’ obbligatorio uno studio di verifica di eventuali soluzioni alternative a minore impatto ambientale (LCS, LCC).
• Quindi, anche in pianificazione potrebbero essere introdotta una diagnosi ambientale snella che richieda l’adozione di criteri ambientali minimi nei casi di aree di trasformazione, interventi di rigenerazione urbana degli spazi pubblici.
Essere efficaci vuol dire…
2) Utilizzare le soluzioni tecnologiche già a disposizione: Le soluzioni tecnologiche ci sono; le azioni esistono. E’ inutile che ogni ente locale faccia il suo piano partendo da zero, ma che invece possa ricorrere a una metodologia comune e a un catalogo di azioni:
• Servizi eco-sistemici
• Sistemi di drenaggio urbano sostenibili (vedi SUDS RL), inclusi tetti e pareti verdi.
• Aree e superfici “cool”
Essere efficaci vuol dire…
3) Che gli enti pubblici devono dare il buon esempio (vedi green public procurement GPP e CAM) intervenendo sul loro patrimonio:
• E’ necessario in primis mappare e quantificare le potenzialità
offerte dalla rigenerazione degli edifici e spazi pubblici distribuiti sul territorio: quanti sono, come sono distribuiti? Quali sono i costi/benefici di soluzioni alternative? Quale l’efficacia complessiva?
Essere efficaci vuol dire…
4) Investire su prevenzione e monitoraggio del territorio e degli effetti della pianificazione: in realtà già previsto in VAS, di fatto poco applicato.
• Pianificazione climatica con target specifici a lungo termine con verifiche a breve termine.
• Tema della quantificazione e misurabilità delle azioni. Costi/benefici delle azioni. Tema di ricerca che coinvolge direttamente anche il privato (mondo assicurativo e bancario).
• Continuare a lavorare sulla prevenzione (sistemi di monitoraggio e allarme)
• Investire nel soccorso e protezione civile (... il che non significa intervenire solo in caso di emergenza)
• Smart city: sensoristica ambientale diffusa e big data per costruire sistemi di supporto alla pianificazione spaziale in tempo reale (da modellazione urbana a città in real-time)
• Verso pianificazione continuativa: uffici tecnici devono attrezzarsi in termini di risorse umane per trasformare il piano in una utility a servizio del territorio
Proposta per una tassonomia delle azioni
Verso una tassonomia di azioni di mitigazione e adattamento alla scala urbana
• a supporto della redazione dei piani clima a livello locale; una checklist generale ed esaustiva, ossia un catalogo di strategie e azioni organizzate, da vagliare secondo il contesto del piano e progetto in questione. Specificare sulla selezione ed esclusione delle misure.
• catalogo di possibili soluzioni organizzate secondo una classificazione di obiettivi strategici, strategie e azioni rivolto ai pianificatori urbanistici come strumento di supporto nella redazione di piani clima
• Si promuove un approccio fisico al problema, ossia capace di guardare agli aspetti concreti e spaziali delle misure da mettere in atto (in termini di localizzazione e dimensionamento delle stesse). Questo è altresì il campo d’azione privilegiato della pianificazione urbanistica, che affianca e supporta le politiche sociali ma si concentra sulla dimensione attuativa delle azioni da intraprendere
Costruzione di una checklist
Aumento delle emissioni dei gas serra (GHG)
Cambiamento climatico Inquinamento atmosferico locale
Variazione dell’intensità
delle precipitazioni
Variazione della tem-
peratura mediaOndate di calore
Aumento degli eventi
metereologici estremi
Interventi di piano e programma
Interventi che vengono realizzati
in base alle disposizioni di stru-
menti di livello locale o sovralo-
cale
Soluzioni di progetto
Gli interventi previsti sono defini ti a livello
progettuale e sono spesso supportati da
indicatori che quantifica no la trasfor-
mazione
Soluzioni impiantistiche e tecnologiche
Gli interventi prevedono l’introduzione di
nuovi impianti e/o l’utilizzo di particolari mate-
riali anche a livello di arredo urbano in grado
ad esempio di produrre energia rinnovabile
MITIGAZIONE ADATTAMENTO
Riduzione della do-
manda di energia
da combustibili fossili
Uso effic
i
ent e
dell’energia
Produzione di enegia
da fonti rinnovabili
Accrescere la re-
silienza e ridurre la
vulnerabilità
Migliorare la
gestione delle
risorse scarse
Migliorare le con-
dizioni di benessere
della popolazione
Civile TrasportiAgricoltura
e foreste
Co - generazione
elettrica
Edific
i
e
urban designInfrastrutture Territorio e
natura
Coinvolgimento
dei cittadini
Usi fin
a
l i Ambiti d’intervento
Le diverse scale d’intervento
SC
ALE
SETTO
RI
OB
IETTIV
IEFFETTO
CA
USA
Costruzione della tassonomia
MACRO-CATEGORIE
Due macro-categorie, ovvero che rispondano principalmente a strategici di mitigazione o di adattamento:
• Misure di mitigazione, 3 obiettivi:
• ridurre la domanda di energia da combustibili fossili,
• usare in maniera efficiente l’energia,
• infine produrre l’energia da fonti rinnovabili
• Misure di adattamento, 3 obiettivi:
• accrescere la resilienza e ridurre la vulnerabilità,
• rendere più efficiente la gestione delle risorse scarse,
• Migliorare le condizioni di benessere della popolazione.
Come valutare costi/benefici delle azioni
Misure: difficile valutare costi/benefici e definire il confine d’incidenza delle azioni tra finalità di prevenzione, mitigazione e adattamento. → Di fatto, le azioni di mitigazione e adattamento sono spesso complementari e non alternative.
→ in assenza di azioni efficaci di mitigazione pianificate in tempo utile, l’entità delle misure di adattamento da intraprendere saranno sensibilmente più costose se non addirittura inefficaci
→ impegnarsi a monitorare e valutare l’impatto delle misure in termini di efficacia, persistenza, costi-benefici nel tempo
→ in un contesto di risorse pubbliche limitate: azioni chirurgiche e mirate; fondamentale definire azioni prioritarie e valutarne l’efficacia
Costruzione della tassonomia
SCALA D’AZIONE
Scala di azione: dal componente edilizio e di arredo urbano all’intervento di ripristino ambientale a scala vasta
la scala dei livelli di decisione idonei in cui hanno efficacia gli strumenti di pianificazione urbanistica a disposizione: dai regolamenti edilizi comunali agli strumenti di pianificazione settoriali di scala vasta
LEVEL OF INTERVENTION
Cities and
conurbation
Neighborhood
Building
Urban forniture
Costruzione della tassonomia
SETTORI DI INTERVENTO
Per mitigazione si fa riferimento agli usi finali:
• civile
• trasporti
• agricoltura e foresta
• cogenerazione elettrica
Per adattamento si fa riferimento agli ambiti d’intervento:
• Edifici e progetto urbano
• Infrastrutture
• Territorio e natura
• Coinvolgimento dei cittadini
INTERVENTION’S SECTOR_MITIGATION
Civil
Transport
Urban design
Agriculture and
forestry
Industry
Electicity
cogeneration
INTERVENTION’S SECTOR_ADAPTATION
Building and
Urban design
Infrastructure
Territory and nature
Involvment of
citizen
Costruzione della tassonomia
SCALE DI INTERVENTO 1. Pianificazione territoriale
2. Soluzioni progettuali (interventi di progetto urbano)
3. Soluzioni impiantistiche e tecnologiche
AMBITI MULTI-SCALARI • Città
• Quartiere
• edificio/arredo urbano
CATEGORIE PER AZIONE • i) l’obiettivo
• ii) la strategia
• iii) il settore d’azione
• iv) lo strumento
• v) le best practices
• vi) il livello d’intervento
Azioni di mitigazione \ esempio scheda
SOLUZIONI IMPIANTISTICHE E TECNOLOGICHE
Azioni di mitigazione \ esempio scheda
Azioni di adattamento \ esempio scheda
Azioni di adattamento \ esempio scheda
Azioni di adattamento \ esempio scheda
Azioni di adattamento \ esempio scheda
Metodologia per un piano d’azione adattamento
Azioni di adattamento specifiche sui pattern
La Città Metropolitana come spazio d’Azione
Un’opportunità
• Premessa: tradizione e competenza della pianificazione ambientale dell’Istituzione Provincia
• Il livello metropolitano come scala per dare una vision strategica e con forte connotazione di sostenibilità per la Grande Milano che comprende tutte le dotazioni di servizi e infrastrutture presenti sul territorio metropolitano
• Livello territoriale, nuova configurazione e ruolo dei Municipi milanesi; il Comune di Milano non basta: dimensione dell’impronta ecologica e dei flussi è di scala maggiore; nuovo ruolo dei municipi milanesi come interfaccia con i Comuni di prima cintura.
• Sfida: integrazione tra piano clima e pianificazione strategica della Città metropolitana
Nuovi temi per la Città Metropolitana
• Nuovi assetti del territorio che superano il dualismo città/campagna; spazio servito/spazio servente;
• la transizione energetica indica strategie di decentramento della produzione dell’energia e dei servizi eco-sistemici; è importante spazializzare le risorse energetiche sul territorio
Lohr J., 2016, Metabolic Urbanism, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Milano.
Lohr J., 2016, Metabolic Urbanism, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Milano.
The Solar Cadaster for the State of Geneva (CH), 2010
HEPIA, EPFL, POLIMI
Nuovi temi per la Città Metropolitana
• verso i cicli chiusi (gestione dei rifiuti, gestione delle acque, mobilità, catene alimentari a corto raggio che coinvolge il peri-urbano); i quartieri urbani come “eco-bacini”, isole energetiche e ambientali autosufficienti, richiederanno sempre più una infrastrutturazione capillare e di piccola scala
Lohr J., 2016, Metabolic Urbanism, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Milano.
Nuovi temi per la Città Metropolitana
• Mappatura del comfort e discomfort ambientale; rapporto tra salute e ambiente costruito
Mapping Thermal (dis)comfort in urban spaces, Polimi 2010
Qualitative Critical map of thermal
discomfort in the summer on Polimi
Campus
Nuovi temi per la Città Metropolitana
• Gestione degli spazi aperti e delle acque per rischio idrogeologico e drenaggio delle acque
• Gestione delle politiche di produzione del cibo e filiere alimentari di scala locale (Milan Food Policy)
• Gestione della mobilità (sostenibile) e del pendolarismo soprattutto sulla prima cintura di Comuni intorno a Milano (non è sufficiente affrontare il tema alla scala del capoluogo)
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Hong Kong University. The flat roofs of many buildings converted to farming gardens, real
gardens managed directly by students. It is an effective way to educate for sustainability,
making the entire community more aware about the issues of nutrition and care of the land
(photo by the author).
…in conclusione
1. Molti di questi temi già sono affrontati in diversi strumenti della pianificazione locale e necessitano di essere integrati in una vision metropolitana coerente, con target, attori e attuatori definiti, sistemi di monitoraggio e verifica intermedia in merito all’efficacia della pianificazione.
2. I tempi sono maturi per una maggiore integrazione tra pianificazione territoriale e ambientale:
• Vedi avanzamento di architettura ed edilizia con CAM e GPP
• Vedi avanzamento smart city (big data e sensoristica) per monitoraggio flussi di materia
3. Verso modello di pianificazione continuativa e responsive (reattiva) di prevenzione e monitoraggio del territorio; una vera utility a servizio dei cittadini