- ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00751
presentato da
GIAMMANCO Gabriella
testo di
Mercoledì 24 luglio 2013, seduta n. 59
GIAMMANCO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della
salute. — Per sapere – premesso che:
recentemente nella stampa locale e nazionale Merano è stata definita come «La città con più
bambini psichiatrizzati». In uno degli articoli infatti si affermava: «La città con il più alto numero di
bambini psichiatrizzati e soggetti a trattamenti con psicofarmaci d'Italia è Merano. Basta pensare
che in questo Comune di soli 38 mila abitanti, il consumo di anfetamine e simili nei minori è 13
volte superiore che nella vicina Provincia di Trento. E ben 4 volte più alto della media nazionale»;
secondo le dichiarazioni della dottoressa Donatella Arcangeli, dirigente medico del centro di
neuropsichiatria infantile di Merano, nel 2010 a Merano c'erano ben 160 bambini psichiatrizzati e
40 bambini soggetti a trattamenti con potenti psicofarmaci. In questo comune, quindi, i consumi di
psicofarmaci per bambini erano ben 13 volte superiori alla vicina provincia autonoma di Trento
(dove, secondo la risposta dell'Assessore alla salute e politiche sociali dottor Ugo Rossi alle
interrogazioni n. 4020 e n. 4021 nel 2010 c'erano 63 bambini che assumevano psicofarmaci in tutta
la provincia di Trento che conta più di 450.000 abitanti, e dove è in vigore una legge che protegge i
bambini dagli abusi di psicofarmaci). Le cifre sui consumi di psicofarmaci per bambini del comune
di Merano sono inoltre ben 4/8 volte superiori al resto d'Italia con circa da 30.000 a 60.000 bambini
in trattamento (dati raccolti in un documento dell'onorevole Roberta Angelilli, Vicepresidente del
Parlamento Europeo);
per quanto riguarda il resto della provincia autonoma di Bolzano, non ci sono informazioni sul
numero esatto di bambini sottoposti a trattamenti con psicofarmaci dato che l'assessore alla salute e
politiche sociali dottor Richard Theiner, non ha saputo rispondere a ben due precedenti
interrogazioni del partito Freiheitlichen. È preoccupante e intollerabile che queste informazioni non
siano a disposizione dell'assessore e della comunità;
la responsabile del centro di neuropsichiatria infantile di Merano, Donatella Arcangeli, ha
confermato alla stampa che nel 2010 all'ospedale Tappeiner sono stati seguiti 160 bambini
psichiatrizzati e 40 bambini soggetti a trattamenti con psicofarmaci, in particolare ragazzi che
soffrono del disturbo da deficit di attenzione e iperattività;
al quotidiano la dottoressa Donatella Arcangeli ha dichiarato che: «Le direttive dell'istituto
superiore di sanità – stimano che a livello nazionale l'1 per cento della popolazione compresa tra i 6
e i 18 anni possa aver bisogno di farmaci per combattere il disturbo da deficit di attenzione e
iperattività. Noi rientriamo ampiamente in questa percentuale»; secondo la dottoressa, il picco di
casi riconducibile alla città di Merano, e in particolare all'ospedale Tappeiner è dovuto a un altro
fatto. «Merano è una delle poche città – che dispone di un centro di riferimento accreditato per
seguire questo tipo di disturbo e per questo motivo i numeri e le percentuali sono rilevanti, come del
resto il consumo di farmaci»;
la dichiarazione relativa alle percentuali non è esatta ma questa è anche una preoccupante e
involontaria ammissione della dottoressa Arcangeli. Ha ammesso che la piena implementazione dei
centri accreditati per l'ADHD potrebbe portare un aumento esponenziale dell'uso di psicofarmaci
sui bambini;
la percentuale dell'1 per cento sostenuta dalla dottoressa Arcangeli deriva da uno studio del 2000.
Nel 2000 il Ministero della Sanità ha autorizzato l'avvio delle procedure per la nuova registrazione
dello psicofarmaco Ritalin in Italia (prodotto dall'azienda Farmaceutica Novartis).
Contemporaneamente è partito nelle scuole medie di sette città italiane il Progetto Prisma, sulla
salute mentale degli adolescenti. Utilizzando liste di domande: se si risponde in un certo modo si ha
o meno un disturbo mentale, hanno determinato che ogni 1.000 adolescenti, 90 manifestano
patologia mentale. Ecco un estratto del progetto Prisma: «Ogni 1000 preadolescenti ci sono circa 90
soggetti con patologia psichica ed essendo patologia “minore” non è detto che siano riconosciuti o
riconoscibili come tali, senza un percorso di valutazione clinica accurato. È un dato migliore
rispetto ad altre nazioni, ma che rappresenta comunque un grave problema sociale»;
quindi non una percentuale dell'1 per cento che ha bisogno di psicofarmaci come dice la dottoressa
Arcangeli, ma una percentuale di bambini con patologie «minori»;
per quanto riguarda le presunte percentuali alcuni critici come ad esempio la campagna Pensare
Oltre affermano che: «I sostenitori dell'esistenza del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività,
l'ADHD, parlano di un 2 per cento di bambini “malati”, per alcuni di un 4 per cento, ma per altri
anche del 9 per cento, del 12 per cento e persino del 15 per cento, con una precisa strategia di
marketing attraverso i Media e le Istituzioni che punta a incrementare il numero di diagnosi e di
conseguenza “terapie e cure”. Infatti per il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività vengono
prescritti ai bambini psicofarmaci come: Ritalin, Strattera e Adderai, anfetamine che sono
catalogate come droghe»;
la dottoressa Arcangeli sostiene di curare i bambini per una malattia che lo stesso Leon Eisenberg,
padre scientifico dell'ADHD, ha dichiarato essere «il principale esempio di malattia inventata», e si
dimentica di dire che nel corso del 1o convegno Erickson di Trento del 4 e 5 maggio 2012: «I
disturbi di attenzione e iperattività», lei stessa ha affermato che la parte più difficile della terapia
consiste nel convincere i genitori che il loro bambino è ammalato di ADHD. Secondo il dottor
Eisenberg il motivo per cui i genitori non riescono a crederci è chiaro: è una malattia fittizia;
ma certamente gli effetti collaterali di questi farmaci non sono fittizi. Recentemente un padre di
Merano ha denunciato la dottoressa affermando: «La dottoressa Donatella Arcangeli mi ha
informato di ritenere necessario un trattamento psicofarmacologico per D...». In questo incontro,
come in altre occasioni, non mi ha mai informato degli effetti collaterali di questi farmaci ma mi ha
descritto solo gli effetti positivi. La dottoressa ha parlato a lungo dei problemi di D... facendomi
spaventare come papà al fine di farmi accettare gli psicofarmaci, ma non mi ha mai informato degli
effetti collaterali»;
ma non è tutto. Questo papà ha denunciato anche che: «C’è una chiara commistione tra la
neuropsichiatria infantile e il “doposcuola”. Per esempio nel caso di mio figlio la dottoressa
Arcangeli mi ha messo al corrente che [...] sarebbe dotato di un'intelligenza superiore alle attuali
capacità intellettive che però visto il mio rifiuto di somministrargli il Ritalin questo gli comporta
degli scompensi [...]. Mi chiedo come possa la dottoressa Arcangeli fare queste affermazioni dato
che non le ho dato alcun consenso di visitare mio figlio. Mi chiedo se mio figlio e gli altri bambini
stiano facendo il “doposcuola” oppure siano sottoposti a test e osservazioni da parte della
neuropsichiatria infantile durante il periodo del “doposcuola” e se i genitori siano al corrente di
quanto sta succedendo».
la differenza tra Trento e Bolzano in merito ai consumi di psicofarmaci dipende anche dalle scelte
politiche delle due province;
nell'aprile del 2008 la provincia di Trento ha approvato la legge presentata dal consigliere PdL
Cristano De Eccher «Disposizioni in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini ed
adolescenti» che vietava gli screening psicopatologici nelle scuole e prescriveva il consenso
informato scritto per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini, sebbene il consenso informato
scritto sia stato poi annullato dalla Corte costituzionale per problemi tecnici di competenza, il
divieto agli screening psicopatologici nelle scuole rimane in vigore;
nonostante la legge, dal 2009 nelle scuole trentine si cominciavano comunque a fare dei test sui
DSA a macchia di leopardo, come ad esempio il collegio arcivescovile «Dame Inglesi» di Rovereto
e l'istituto comprensivo di Mori;
purtroppo nell'ottobre del 2011 provincia di Trento ha approvato la legge «Interventi a favore dei
soggetti con disturbi specifici di apprendimento» senza recepire alcuni emendamenti proposti da un
consigliere volti ad impedire la medicalizzazione della scuola;
e purtroppo c’è stato un aumento del 146 per cento in un solo anno dei minori che hanno assunto
psicofarmaci da 63 nel 2010 a 92 nel 2011. Si ritiene che la legge numero 4 del 2008 insieme al
registro nazionale sull'ADHD, abbiano contribuito a mantenere basso l'utilizzo degli psicofarmaci
mentre l'introduzione dei test sui DSA stia già causando la medicalizzazione della scuola. La
situazione potrebbe peggiorare negli anni a venire con una piena implementazione della legge 170 e
dei centri accreditati con certe modalità e protocolli, ad esempio come prospettato dalla dottoressa
Arcangeli. Infatti in tutti i paesi dove sono stati effettuati screening nelle scuole si è assistito a un
aumento delle vendite di psicofarmaci per l'età pediatrica, senza una reale corrispondenza nel
numero di bambini davvero «malati». Sebbene i test sui DSA non portino agli psicofarmaci perché
non prevedono cure farmacologiche, potrebbero innescare un meccanismo di medicalizzazione che
porta alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini;
in Provincia di Bolzano, di fatto, la riforma introdotta dalla legge 170 è in vigore da molto tempo;
già nel decreto del presidente della giunta provinciale di Bolzano del 23 agosto 1989, n.
641/LH/III/X si afferma: «Attenzione particolare andrà posta nell'identificazione tempestiva di
eventuali disturbi del linguaggio (difetti dell'udito, difficoltà di articolazione dei suoni, balbuzie, e
altro) e di fenomeni di disgrafia e dislessia, per i quali andranno predisposte specifiche strategie
didattiche»;
nel documento del 2007 PROGETTO DISLESSIA che interessava gran parte delle scuole dell'Alto
Adige, si sosteneva che «il Servizio Integrazione e consulenza scolastica ha avviato, fin dall'anno
scolastico 1998/99, un progetto di ricerca sulle difficoltà di apprendimento». E più avanti: «I Servizi
di Educazione alla Salute e Integrazione e Consulenza Scolastica, in collaborazione con
l'Associazione Italiana Dislessia, hanno avviato nell'anno scolastico 2003/2004 incontri di
sensibilizzazione rivolti a operatori scolastici e genitori delle scuole dell'infanzia, elementari e
medie del territorio. Da questi incontri è scaturita la necessità di formare e aggiornare il personale
docente sui disturbi di apprendimento e sulla dislessia in particolare, in stretto rapporto con gli
specifici servizi sanitari del territorio e l'Associazione Italiana Dislessia in un'ottica di lavoro di rete,
strumento indispensabile per una visione globale del problema con il coinvolgimento progettuale e
operativo di tutti gli attori»;
sul sito dell'intendenza scolastica della provincia di Bolzano è presente il progetto di individuazione
precoce delle difficoltà di letto-scrittura/dislessia – Percorsi didattici sulle abilità di apprendimento
per insegnanti delle classi prime e seconde e referenti per la dislessia della scuola primaria in cui si
afferma: «Già negli anni scolastici precedenti questa Intendenza Scolastica ha promosso e sostenuto
un progetto di prevenzione e individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento della letto-
scrittura nelle classi prime e seconde della scuola primaria. Nell'anno scolastico 2010/2011 il
progetto si è ampliato coinvolgendo tutte le classi prime, seconde e quarte della Provincia»;
nel documento del 2008 sul sito dell'intendenza scolastica della logopedista Graziella Tarter si parla
di: «Invio mirato ai Servizi Sanitari per la diagnosi ed eventuale consulenza agli insegnanti»;
sono quindi parecchi anni che la riforma introdotta dalla legge 170 è in vigore in provincia di
Bolzano con screening generalizzati e invio dei bambini dal neuropsichiatra infantile. Si ritiene che
l'implementazione della legge nei modi e nelle forme di cui sopra spieghi il motivo per cui, ad
esempio, il comune di Merano con una popolazione di 38.229 abitanti, nel 2010 aveva ben 160
bambini seguiti dal centro di neuropsichiatria infantile con ben 40 di questi soggetti a trattamento
con psicofarmaci;
in base ai dati di cui sopra si ritiene che la legge di prevenzione «Disposizioni in materia di uso di
sostanze psicotrope su bambini ed adolescenti» abbia degli effetti positivi per la tutela dei minori
dagli abusi di psicofarmaci (sarebbe interessante valutare gli effetti di una legge simile approvata in
Piemonte nel 2007 del consigliere PdL Gianluca Vignale). Si ritiene invece che la legge 170 e i
centri accreditati ADHD, così come sono attualmente implementati a Merano, potrebbero avere
degli effetti disastrosi di medicalizzazione delle scuole e di conseguente diffusione del consumo di
psicofarmaci da parte dei bambini. L'esperienza di Merano e il recente aumento del consumo di
psicofarmaci da parte dei minori in provincia di Trento sono dei chiari segnali dei pericoli insiti in
queste impostazioni. Si ritiene sia urgente una ricerca che estrapoli i dati esatti sul consumo di
psicofarmaci e sui percorsi che hanno portato i minori all'assunzione di queste sostanze con
particolare attenzione agli screening sui DSA e alla successiva segnalazione ai servizi sanitari al
fine di accertare e valutare le criticità qui esposte ed apportare i necessari correttivi sia didattici che
organizzativi in ambito scolastico –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra riportato e, in caso affermativo, quali
siano le loro determinazioni al riguardo;
se intendano avviare un'indagine in tutta Italia al fine di avere un quadro esatto dei consumi di
psicofarmaci sui bambini e di eventuali criticità anche con specifico riferimento alla situazione di
Merano, della provincia autonoma di Trento e Bolzano e della regione Piemonte; se risulti quanti
siano i minori separati dalle famiglie. (5-00751)
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