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Convegno Nazionale
UNA CITTA’ PER CONTARE La statistica comunale alla prova del censimento e del federalismo
I luoghi della vitaI luoghi del lavoro
Enrico D’Elia (USCI)
Auditorium di Santa Giulia, Brescia, 8 – 9 settembre 2011
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Il contesto
Gran parte della giornata degli adulti è occupata dal lavoro e dagli spostamenti tra casa e lavoro
Il luogo di residenza (comune, circoscrizione, ecc.) spesso non coincide con quello in cui si lavora
Quali sono le conseguenze per la società e per la statistica?
Alcuni spunti di riflessione dall’analisi dei risultati dell’indagine sulle forze di lavoro (*)
(*) Tutti i dati si riferiscono al 2010, dove non indicato altrimenti. Valgono i soliti caveat sull’uso dell’indagine FL: alcuni dati sono frutto di dichiarazioni e stime soggettive degli intervistati; altri sono forniti da familiari; le classificazioni possono cambiare nel tempo (nuove province, ecc.). Questa presentazione deriva da uno studio sul comportamento dei lavoratori, condotto presso il MEF, finalizzato allo sviluppo di modelli di microsimulazione. Naturalmente, le opinioni espresse sono solo quelle dell’autore e non impegnano in alcun modo il Ministero.
Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoroBrescia, 8-9 settembre 2011
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Dove lavoriamo?
Il 42,1% degli occupati lavora in un comune diverso da quello di residenza
L’8,8% lavora fuori provincia ... anche se andare a lavorare in quartiere diverso di una grande
città può richiedere più tempo che muoversi tra piccoli comuni vicini (anche se appartenenti a diverse regioni o nazioni)
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Gli «stanziali»
Tendono/riescono a lavorare nel proprio comune soprattutto: addetti nell’agricoltura (80%) lavoratori autonomi (78%) ultrasessantenni (69%) stranieri (68%) chi lavora oltre 50 ore a settimana (67%) o
meno di 20 ore (62%) residenti al centro-sud (66-67%) single (64% senza figli, 60% con figli ) lavoratori meno istruiti (62%) donne (61%)
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I «pendolari»
Tendono/devono spostarsi fuori comune per lavorare soprattutto: coppie senza figli (54%) impiegati, quadri, dirigenti (51-52%) addetti nell’industria (50%) residenti al nord (50%) trentenni (47%)
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La probabilità di lavorarenel comune di residenza
Brescia, 8-9 settembre 2011 Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
Differenza rispetto ad un lavoratore «medio» (*)
(*) Stime ottenute da un modello Logit ponderato, stimato sul periodo 2007-2010
Maschio -3.0%Femmina 5.1%
<31 anni -0.3%31-40 anni -3.7%41-50 anni -1.8%51-60 anni 2.0%>60 anni 7.5%
Licenza media o inferiore 2.0%Diploma -1.1%Laurea o superiore -1.8%
Nord -7.9%Centro 8.1%Sud e Isole 8.5%
Stranieri 12.1%Italiani -1.0%
Single senza figli 6.3%Single con figli 3.4%Coppia senza figli -1.5%Coppia con figli -1.3%
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L’orario di lavoro
In media, ogni occupato lavora 39,2 ore alla settimana (41,6 nel 2007, prima della crisi) (*)
nell’agricoltura 49,2 ore autonomi 45,8 ore nel Sud 45,2 ore uomini 43,6 ore (le donne 32,7 ore) sotto i 40 anni 41,2 ore nei servizi privati 40,7 ore i meno istruiti 40,4 ore (i laureati 37,2 ore) quadri e dirigenti 39,7 ore italiani 39,3 ore (nel 2007: 41,6 e gli stranieri 42,6) nella PA 35 ore
(*) Il tempo di lavoro è quello dichiarato dagli intervistati. Secondo il questionario Istat, dovrebbe comprendere eventuali straordinari ed escludere spostamenti e pasti. Tuttavia è possibile che gli intervistati (soprattutto agricoltori, dirigenti ed autonomi) non rispettino esattamente questa definizione.
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I tempi di lavoro
Il 44,3% degli occupati qualche volta lavora anche il sabato o la domenica (47,9% nel 2007)
Il 13,6% lavora oltre 50 ore a settimana (15,7% nel 2007)
Il 21,6% lavora meno di 20 ore (20,2% nel 2007) Non ci sono forti differenze a seconda della
composizione del nucleo familiare (solo le coppie senza figli lavorano un po’ di meno)
Spesso il tempo dedicato al lavoro dipende più dalle condizioni del mercato che da scelte individuali
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Il 44,3% degli occupati qualche volta lavora anche il sabato o la domenica (47,9% nel 2007)
Il 13,6% lavora oltre 50 ore a settimana (15,7% nel 2007)
Il 21,6% lavora meno di 20 ore (20,2% nel 2007) Non ci sono forti differenze a seconda della
composizione del nucleo familiare (solo le coppie senza figli lavorano un po’ di meno)
Spesso il tempo dedicato al lavoro dipende più dalle condizioni del mercato che da scelte individuali
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Chi lavora di più e chi di meno
Brescia, 8-9 settembre 2011 Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
Differenza (in ore settimanali) rispetto ad un lavoratore «medio» (*)
(*) Stime ottenute da un modello di regressione ponderato stimato sul periodo 2007-2010
Femmina -6.0 Maschio 3.5
Single senza figli 0.1Single con figli 2.8Coppia senza figli -0.4 Coppia con figli -0.3
<31 anni 3.831-40 anni 2.341-50 anni -1.0 51-60 anni -0.7 >60 anni -1.8
Licenza media o inferiore 0.4Diploma -0.1 Laurea o superiore -0.6
Nord -1.9 Centro -2.0 Sud e Isole 5.1
Stranieri 2.6Italiani -0.2
10Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
(
Oltre il 40% degli occupati lavora in un comune diverso da quello di residenza. Circa il 9% lavora fuori provincia
In media, ogni occupato lavora più di 39 ore alla settimana e il 14% lavora più di 50 ore
Quasi la metà lavora almeno qualche volta anche durante il weekend
Durante la crisi è diminuito il tempo dedicato al lavoro (2,6 ore a testa tra il 2007 e il 2009, che si aggiunge ad una caduta dell’occupazione dello 0,85%)
Tolte le classiche 8 ore di riposo ed un’ora tra spostamenti, cura della persona, ecc., in media, gli occupati trascorrono «attivamente» nel comune di residenza meno di 66 ore a settimana (il 39,2% del tempo disponibile)
Nel comune di residenza si trovano più frequentemente lavoratori autonomi, agricoli, part-time, anziani, stranieri, donne e single (oltre a disoccupati e inattivi)
Riassumendo
Brescia, 8-9 settembre 2011
11Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
(
Qual è il luogo dei nostri interessi principali? Dove si svolge la nostra vita sociale? Dove utilizziamo più intensamente servizi pubblici
essenziali e beni comuni come la mobilità, la sicurezza, la tutela dell’ambiente?
Quale luogo conosciamo meglio? A quale luogo ci riferiamo quando parliamo di condizioni di
vita, traffico, ambiente, servizi, ecc.? (A giudicare dai dati, sembra che casa e lavoro siano quasi sempre nella stessa provincia, ma forse si dovrebbe fare riferimento ai sistemi locali del lavoro)
Dove è più facile trovare i soggetti delle statistiche? Di quale «comunità» facciamo parte?
La statistica 2.0 deve occuparsi di cittadini 2.0?
Alcuni problemi tecnici
Brescia, 8-9 settembre 2011
12Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
( Da quale amministrazione pubblica dipende maggiormente il nostro benessere? Qual è il ruolo/responsabilità di amministrazioni
centrali, regioni, province, comunità montane, comuni e circoscrizioni comunali?
Quale amministrazione siamo capaci/interessati a giudicare/votare? A quale amministrazione dovremmo/vorremmo
versare le nostre imposte?
Quali statistiche territoriali interessano realmente ai cittadini e agli amministratori?
… e qualche problema politico
Brescia, 8-9 settembre 2011
13Enrico D’Elia - I luoghi della vita - I luoghi del lavoro
(
Migliorare raccolta, analisi e diffusione delle informazioni sulla popolazione che «insiste» sul territorio, oltre che sui residenti
Sperimentare la raccolta di dati sugli individui anche presso i luoghi di lavoro e di studio
Fornire ai cittadini anche informazioni sulle aree in cui trascorrono gran parte del loro tempo dedicato al lavoro
Promuovere collaborazioni statistiche (e non solo) tra i comuni coinvolti negli spostamenti delle stesse persone
A loro volta, ISTAT e SISTAN possono Supportare metodologicamente e organizzativamente gli UCS
nello svolgimento di tali funzioni Elaborare e diffondere tempestivamente dati sulla popolazione
che insiste sul territorio (dal nuovo censimento) Diffondere, ove possibile, dati aggregati per SLL
Che fare?
Gli UCS possono fare molto per supportare le decisioni dei cittadini e degli amministratori locali… anche se disporranno di risorse sempre più limitate
Brescia, 8-9 settembre 2011