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Programma VISION: Valorizzazione dell’Innovazione e Supporto alle Imprese, Organizzazioni e Network in Umbria
Materiali innovativi per l’edilizia
Unione Europea
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Materiali innovativi per l’edilizia
La presente pubblicazione realizzata da Umbria Innovazione rappresenta un risultatodell’attività di animazione a totale carico pubblico nell’ambito del Programma VISION
Docup Ob. 2 Regione Umbria (2000-2006) Mis. 2.2 Azione 2.2.2 2.2.3
Umbria Innovazione è l’agenzia per la promozione dell’innovazione che opera conl’obiettivo di agevolare lo sviluppo economico e la qualificazione dei processi produttividelle imprese accrescendo la competitività dell'intero sistema regionale.Umbria Innovazione coordina la misura 2.2 del DOCUP ob.2 2000-2006 (ProgrammaVision, Valorizzazione dell’innovazione e supporto alle imprese, organizzazioni e network).Il Programma Vision si pone l’obiettivo di sviluppare progetti di innovazione, sia diprocesso che di prodotto, attraverso l’integrazione tra Università, centri di ricerca, esperti eaziende operanti sul territorio regionale.
A cura di Giovanni Franconi e Susanna Paoni - Umbria Innovazione s.c.a r.l.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Sommario
Introduzione .................................................................................................................................4
L’innovazione nel settore edile ....................................................................................................6
Innovazione e sostenibilità nell’edilizia.....................................................................................12
I motori dell’innovazione...........................................................................................................12
Materiali e componenti innovativi per il settore edile ...............................................................16
Novità legislative: il Dm 14 gennaio 2008 ................................................................................20
Le schede dei materiali innovativi ............................................................................................21
Bibliografia ................................................................................................................................46
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Materiali innovativi per l’edilizia
Introduzione
Con la definizione di materiali innovativi avanzati si indicano genericamente tutti quei
materiali ceramici, metallici o polimerici progettati su misura per soddisfare una o più
esigenze (Carla Langella, 2003).
Tali materiali si differenziano da quelli tradizionali non tanto perché realizzati in tempi più
recenti, ma perché presentano un alto grado di funzionalizzazione , ovvero sono
progettabili intervenendo sulla loro struttura fisica e chimica per variare il loro contenuto
informativo ed elevarne i livelli prestazionali.
Il recente sviluppo delle conoscenze in campo chimico, ha radicalmente mutato il rapporto
tra uomo e materia conferendo la possibilità di manipolare le strutture atomiche molecolarimettendo a punto numerosi nuovi materiali “a complessità gestita” (Ezio Manzini, 1989)
nei quali le impurità e le anisotropie vengono appositamente progettate per ottenere
prestazioni molto precise e puntuali.
L’identità materica dell’oggetto viene sostituita da quella prestazionale mutando un codice
di riferimento che per secoli aveva aiutato l’uomo a conoscere il mondo circostante; la
materia di recente generazione è inclassificabile secondo i parametri consolidati poiché si
propone come un continuum di possibilità dai comportamenti imprevedibili.La dimensione fluida che Bauman attribuisce alla società postmoderna ha significato
anche per descrivere la nuova condizione della materia la cui perdita di identità induce a
continue sperimentazioni per conferirle una riconoscibilità che è sempre più leggera e
flessibile. La famiglia dei nuovi materiali appare estremamente eterogenea e difficilmente
classificabile secondo i tradizionali criteri poiché il principale elemento che la distingue non
risulta derivare dalle proprietà fondamentali del materiale stesso definite a priori dal suo
contenuto materico, quanto piuttosto dalla possibilità di attribuirvi proprietà estranee ed
originali che aumentino il suo contenuto informativo intervenendo su diverse scale
dimensionali.
I livelli ai quali oggi è possibile intervenire su un singolo prodotto sono molteplici e variano
la loro scala dimensionale a seconda delle proprietà che vi si vuole conferire. Per esempio
agendo sulla struttura atomica di un materiale è possibile intervenire sulle sue proprietà
generali che distinguono le tre grandi famiglie di prodotti ceramici, metallici e polimerici;
agendo sul tipo di distribuzione spaziale degli atomi e sull’intensità dei loro legami è
possibile modificare lo stato di aggregazione da solido a liquido o gassoso, per esempio
per la creazione di nuove leghe metalliche e materiali ceramici ad elevate prestazioni
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specifiche. Dal tipo di microstruttura derivano molte proprietà fisico-meccaniche, quali per
esempio il tipo di cariche presenti in un polimero, e dalla macrostruttura è possibile gestire
le proprietà di adesività di un composito modificando la combinazione tra quantità di fibre e
di matrici presenti.
Nel presentare questo dossier, che mira a favorire l’incontro fra imprese ed innovazione,
non possiamo non evidenziare il ruolo che riveste la ricerca, quale principale fattore di
produzione di conoscenza utile all’innovazione, per la qualificazione e la competitività di
tutto il sistema produttivo, anche per quei settori che vengono, spesso impropriamente,
definiti tradizionali, come l’edilizia.
Anzi, proprio questi settori basilari dell’economia rappresentano i veicoli fondamentali per
l’applicazione di tecnologie innovative volte a migliorare la sostenibilità e la qualità dei
prodotti e conseguentemente, la competitività delle imprese.
L’edilizia è, nell’economia nazionale, uno dei settori più importanti sia per quanto attiene il
contributo al PIL sia per il suo peso in termini di occupati.
E’ tuttavia un settore che presenta alcuni limiti nel processo di crescita: è poco incline
all’innovazione, sviluppa poca attività di R&S, investe poco in conoscenza, è poco
propenso ad implementare le novità tecniche ed organizzative già disponibili sul mercato e
collabora solo raramente con i centri di ricerca e le università.
L’edilizia presenta una dinamica di innovazione spesso troppo lenta rispetto alle
opportunità e alle necessità di crescita del livello quali/quantitativo delle infrastrutture del
territorio, degli edifici, di miglioramento della qualità di fruizione e di vita dei cittadini in
termini di sicurezza, sostenibilità ambientale, efficienza energetica, manutenibilità,
eccellenza tecnologica e bellezza architettonica.
Questa lentezza cronica è dovuta principalmente alla frammentazione dimensionale delle
imprese operanti nel settore, per lo più piccole imprese, alla quale si aggiunge una
frammentazione del ciclo produttivo con la presenza di numerosi operatori spesso
provenienti da luoghi diversi e con esperienze e capacità operative molto eterogenee che
limitano stabili e fidelizzati rapporti di partenariato attivo.
Il settore edile presenta tuttavia un indotto industriale che mette a disposizione nuovi
materiali, nuovi componenti, nuove tecnologie costruttive, innovazioni immateriali (ad es.
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brevetti); non mancano quindi le opportunità per quelle imprese del settore che vogliono
migliorare la propria tecnologia produttiva, il proprio prodotto e processo organizzativo.
Spesso, ciò che manca è la conoscenza delle innovazioni, la capacità e rapidità di
accesso all’innovazione e al suo trasferimento tecnologico indispensabili per fare crescere
la propria capacità competitiva.
Se quindi da una parte è indispensabile immettere nelle imprese nuove competenze
tecnico-scientifiche che favoriscano la più ampia utilizzazione dei risultati della ricerca sui
nuovi materiali e sulle nuove tecnologie (nanotecnologie, biotecnologie, ecotecnologie,
demotica, robotica, ecc.), dall’altra è importante rafforzare le attività di ricerca e facilitare la
collaborazione con i centri e i laboratori di ricerca e le università.
Una collaborazione estesa a tutta la filiera può certamente ridurre il divario fra i saperi
tecnico-scientifici e il saper fare ed organizzare delle imprese edili.
L’innovazione nel settore edile
Scarsa competitività e bassa produttività, insieme all’enorme dimensione economica e alla
frammentazione della struttura produttiva, collocano il settore edile fra i settori“naturalmente” poco orientati all’innovazione. Ma proprio per le stesse ragioni il settore è
esposto ad una forte pressione, che dall’esterno lo sollecita all’evoluzione, chiedendogli
prodotti dotati di prestazioni nuove, di funzionalità migliori, di maggior valore.
I fronti aperti oggi sono principalmente quattro: da un lato “costruire sostenibile” e “curare
la manutenzione degli edifici” che condizioneranno le pratiche del costruire dei prossimi
decenni, dall’altro “costruire edifici comodi e fruibili da tutti” e “costruire presto e bene”,
temi questi che non hanno ancora esaurito la loro spinta propulsiva.
Atteggiamenti culturali, aspetti simbolici, disponibilità di efficienti servizi complementari di
installazione e manutenzione, facilità di reperimento dei prodotti sul mercato diffuso,
hanno fatto fallire o ritardare di molto numerose iniziative promettenti e spesso
costituiscono una barriera quasi insormontabile al successo di innovazioni portatrici di
riconosciuto potenziale e, quindi, di indiscusso valore.
Come esempio in positivo però, è giusto ricordare gli sforzi fatti per la realizzazione, e i
risultati, di un distretto tecnologico creato ad hoc nella provincia di Treviso: il distretto della
bioedilizia.. La bioedilizia è infatti un nuovo modo di porsi nei confronti del costruire,
basato sullo sviluppo di una coscienza consapevole ed attenta ad un uso sostenibile ed
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equilibrato dei materiali e delle risorse, che si pone come obiettivo il miglioramento della
qualità della vita dei cittadini. L’obiettivo - si legge dal portale del distretto - è quello di
adottare un atteggiamento più corretto in ogni momento della progettazione, della
ristrutturazione e della nuova costruzione degli edifici, capace di mediare le diverse
esigenze (organizzative, distributive, economiche, estetiche), coniugandole con le
coordinate della bio-compatibilità e della eco-sostenibilità.
Sviluppare un’innovazione efficace nel settore edilizio rimane comunque difficile e spesso
molto costoso – in termini di investimenti, di conoscenze e di tempo – più di quanto non
avvenga in altri settori manifatturieri. Ed è in parte per la stessa ragione che l’edilizia resta
un settore a sviluppo tecnico lento, discontinuo e controverso.
Un’ulteriore complicazione viene proprio da qui, dal processo che sviluppa e produce le
innovazioni.
Infatti, se anche l’innovazione è diventata familiare, se imbattersi in un’innovazione è
diventato comune e frequente, non per questo ci è più chiaro come ha fatto a diventare
disponibile sul mercato una soluzione migliore, un prodotto migliore di quelli concorrenti.
La teoria è nota e prevede che l’innovazione tecnologica possa nascere
fondamentalmente in due soli modi: o dalla disponibilità di nuove conoscenze scientifiche
che vengono sviluppate ed applicate per dar vita a nuovi prodotti oppure da una domanda
di mercato che spinge l’industria a concepire un prodotto in grado di fornire una risposta
efficace ad un’esigenza emergente.
Sappiamo anche, però, che spesso queste due spinte agiscono insieme, nel senso che
ricerca e domanda si integrano tra loro: i bisogni da soddisfare producono nuove sfide alla
ricerca scientifica e la ricerca guarda alla domanda che proviene dal mercato per scegliere
i temi sui quali lavorare o per trovare occasioni di applicazione dei suoi risultati.
E così torniamo al punto di partenza: domanda e ricerca scientifica sono i motori principali
dell’innovazione, certo, ma da soli non bastano. Cosa serve ancora?
Il percorso dell’innovazione è meno rapido e meno lineare per gli edifici e i materiali da
costruzione che per qualunque altro prodotto industriale.
Osservando il quotidiano delle costruzioni ci si accorge che, dai prototipi si arriva
abbastanza agevolmente a qualche applicazione nei segmenti alti del mercato, mentre lo
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zoccolo duro del settore, sembra refrattario ad ogni innovazione appena più che macro-
funzionale.
Le innovazioni che vengono accolte, seppure a fatica, generalmente sono quelle che
riescono a trovare una collocazione che non turbi l’assetto tecnico consolidato, quelle che
si armonizzano con la configurazione tecnologica che caratterizza ormai quasi stabilmente
le varie tipologie di prodotto: poco calcestruzzo e molto laterizio per la residenza, travi,
pilastri e pannelli prefabbricati nell’edilizia industriale, prodotti a posa rapida e semplice nel
recupero.
Con alcune rare eccezioni, la gamma delle tecniche da costruzione destinate all’impiego di
massa sembra bloccata in questa situazione di stallo, che allunga i tempi e limita la portata
delle innovazioni, anche quando sul mercato non mancano le tecnologie alternative a
quelle correnti.
Solo l’impiantistica è riuscita, almeno in parte, a sfuggire alla stretta ed ha portato negli
edifici nuove prestazioni tangibili: la regolazione e la programmazione delle temperature
interne, caldaie più efficienti e meno inquinanti, reti di distribuzione dei fluidi più rapide da
posare e meno invasive grazie ai tubi in materiali sintetici, e dotazioni a livelli di confort
impensabili fino a qualche anno fa (es. vasche ad idromassaggio, climatizzazione estiva,
ecc).
Un caso, quello dell’impiantistica, che resta circoscritto: la dinamica generale
dell’evoluzione delle tecnologie edilizie invece è molto rallentata e così non solo frena lo
sviluppo dell’indotto, ma rende le costruzioni sempre in ritardo rispetto alle esigenze della
clientela e della società in generale.
Le motivazioni che fanno leva sull’effetto immagine, la moda, molto raramente bastano da
sole a far conquistare al nuovo prodotto una posizione solida.
Quello che fa davvero la differenza è la capacità dell’innovazione di incidere sensibilmente
sulle tre variabili caratteristiche del processo: tempi, costi e qualità, in termini di prestazioni
fornite al cliente.
Ma è proprio questa dinamica che resta in gran parte estranea dal mercato dell’edilizia
diffusa, in cui il consolidato assetto tecnico della produzione è difeso col pretesto di
produrre un vantaggio per il cliente, di offrirgli soluzioni collaudate e quindi a basso rischio.
In realtà questo “costruire tradizionale” di tradizionale ha conservato poco, più apparenza
che sostanza, se non il fatto che si adatta molto bene al modello organizzativo
frammentato che caratterizza il settore.
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Permette infatti di spezzare il processo in molte sub-attività relativamente autonome e di
acquistare le capacità di realizzarle su un mercato concorrenziale popolato da centinaia di
micro-imprese specializzate, puntando ad ottenere i prezzi più bassi, spesso con inevitabili
conseguenze negative sulla gestione dei tempi e con effetti molto variabili e poco
prevedibili sulla qualità dell’assemblaggio che dà vita al prodotto finito.
Un modello, insomma rispondente a logiche interne all’organizzazione della macchina
produttiva, ma scarsamente attento alla soddisfazione del cliente che è, invece, il motore
fondamentale di tutta l’innovazione dei prodotti e dei processi industriali.
Il settore edile ha la reputazione di essere lento nell’adozione delle innovazioni a causa di
come è strutturato e delle sue pratiche operative. La frammentazione del settore è già di
per sé, una vera è propria barriera all’innovazione.
Le micro-imprese hanno un orientamento al mercato che spesso è legato alla
sopravvivenza e quindi non hanno risorse da dedicare all’innovazione: l’innovazione non
è una priorità.
Anche la struttura della catena di approvvigionamento è un fattore in grado di frenare
l’innovazione, difatti il dialogo dei diversi operatori lungo la catena è quasi nullo: mancano
cooperazione e collaborazione, e questo è uno dei motivi fondamentali per cui le nuove
tecnologie stentano a prendere piede nell’edilizia.
Un’altra vera e propria barriera all’innovazione è l’eccessiva concorrenza sui prezzi, difatti
abbassando sempre di più i costi le imprese finiscono per eliminare l’innovazione dalla
catena di approvvigionamento e per ridurre gli investimenti in formazione del personale.
Alcuni ruoli nel comparto (manodopera in primo luogo), in termini di formazione spesso
non reggono il confronto con altri settori, causando difficoltà nell’assimilare nuove
tecnologie e pratiche operative, soprattutto nelle piccole imprese.
L’offerta di informazioni sulle innovazioni nei diversi campi dell’edilizia (materiali, prodotti e
macchinari), potrebbe aumentare in modo significativo l’assimilazione dell’innovazione da
parte del settore e migliorare il processo del trasferimento tecnologico.
Per quanti problemi strutturali possa avere il settore edile, relativamente ad un
soddisfacente sfruttamento di ricerca e tecnologie, l’attività innovativa sta comunque
prendendo piede.
Se spinto dalle giuste motivazioni lo spirito innovativo dell’imprenditore sembra vivo; si
pensi agli edifici intelligenti dove diverse funzioni (ad es. il riscaldamento, l’illuminazione, lo
stato delle porte e delle finestre, ecc.) vengono gestite a distanza attraverso un sistema di
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gestione computerizzata dell’edificio (domotica), consentendo agli utilizzatori/famiglie di
modificare le condizioni interne dell’abitazione o controllare se sono insorti problemi
mentre si trovano fuori casa.
Un certo numero di aziende innovative è già in grado di offrire sistemi domotici e le
ricerche di mercato indicano che la domanda è destinata a crescere
La cultura dell’innovazione si sta affermando lentamente anche nel comparto della scelta
dei materiali; si pensi all’impiego di materiali riciclati (ad es. acciaio rinforzato, materiali per
coperture o semplici mattoni), e a quei prodotti sviluppati a partire da materiali in esubero
(i cui prezzi però sono ancora molto alti e quindi richiedono clienti ben disposti).
L’innovazione al servizio del cliente
Come già detto, l’estrema frammentazione è il tratto distintivo del processo produttivo delle
imprese edili: ogni intervento richiede la partecipazione di un gruppo, generalmente
costituito ad hoc, di decine di operatori indipendenti, provenienti da luoghi diversi e dotati
ciascuno di una piccola porzione delle competenze necessarie alla realizzazione del
prodotto. Come è temporaneo il team che si costituisce per realizzare un singolo
processo, così anche i committenti sono quasi sempre occasionali; questo insieme di
fattori accentua il carattere instabile della struttura organizzativa e induce la creazione di
catene di relazioni temporanee, discontinue, poco affidabili ed altamente conflittuali fra gli
operatori, che così perdono facilmente di vista la finalità primaria del processo a cui
partecipano, che è quella di fornire al cliente finale il prodotto migliore.
La frammentazione ha tradizionalmente ostacolato l’affermarsi di un ampio mercato
concorrenziale, accentuandone la segmentazione in molti piccoli mercati locali, popolati da
una galassia di imprese, per lo più piccole e piccolissime.
Un fenomeno che investe tutti i ruoli del processo: dai servizi tecnici di progettazione, alle
funzioni direttamente produttive, fino al sistema delle forniture dei materiali.
Questa situazione, riconosciuta come una delle cause della bassa produttività e della
scarsa affidabilità che ancora caratterizzano i processi produttivi delle imprese edili, ha
frenato la dinamica di innovazione del settore: il miglioramento tecnico potrà innescarsi
soltanto se i vari operatori autonomi ed indipendenti che partecipano al processo
produttivo riusciranno a “fare squadra” e a condividere l’impegno di fornire al cliente un
prodotto del massimo valore possibile, eliminando gli sprechi e migliorando la produttività
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di ogni singola organizzazione impegnata nella produzione e l’efficienza delle loro
reciproche interazioni.
Nell’ultimo decennio numerosi studi condotti negli Stati Uniti, in Giappone e in diverse
nazioni europee hanno rilevato che i livelli di efficienza e gli indici di sviluppo tecnico delle
costruzioni non seguono la dinamica degli altri settori industriali, dalla cui evoluzione, anzi,
tendono ad essere sempre più distanziati.
Governi, associazioni imprenditoriali ed istituzioni scientifiche delle nazioni più sviluppate,
giudicano bassi i livelli di qualità ed efficienza dei prodotti e dei processi, arretrate le
condizioni di lavoro e scarsa la sicurezza, debole la capacità di innovazione del più grande
comparto delle economie moderne, a cui è affidato il ruolo vitale della produzione delle
infrastrutture fisiche necessarie allo sviluppo. Malgrado il loro peso economico, la rilevante
dimensione occupazionale e il ruolo fondamentale che svolgono, l’edilizia resta un settore
a bassa produttività.
La constatazione può suscitare un certo
fastidio in chi opera nell’edilizia, ma le analisi
economiche lasciano pochi dubbi. Secondo
uno studio della CE1, nell’Europa
comunitaria – in cui realizza poco meno
dell’11% del PIL, cioè un valore dell’ordine di
700 miliardi di euro – il settore occupa oltre il
10% degli attivi (pari a circa 10
milioni di persone), che producono
però appena l’8% del valore
aggiunto del sistema industriale. E la
produttività del settore cresce molto
più lentamente.
Quindi le costruzioni innovano
poco perché il loro modo di
produrre è poco efficiente.
1 SECTEUR – Strategic Study on the Construction Sector, European Commission, Brussels, 1993
PIL
Settore
costruzioni
11%
Altro 89%
Valore aggiunto del sistema industriale
Settore costruzioni
8%
Altro
92%
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Innovazione e sostenibilità nell’edilizia
Il legame tra innovazione e sostenibilità, e il loro rapporto con il settore edile, è un legame
stretto, imprescindibile nell’attuale momento storico, perché quanto più si riuscirà ad
innovare con l’obiettivo di puntare alla sostenibilità, tanto più si riuscirà a costruire un
futuro migliore. E nel futuro il settore edile, non solo potrà, ma dovrà incidere
positivamente sulla domanda crescente di sostenibilità, in quanto attività che influisce in
modo determinante sul territorio e sul consumo di risorse.
L’edilizia ha quindi un grande dovere ma anche una grande opportunità: inserire la
sostenibilità al centro
dei processi e dei
percorsi che portano
alla definizione di cosa
fare, come, con quali
prodotti e risorse e
soprattutto dove.
Secondi alcuni recenti
studi realizzati in
ambito europeo, il
settore edile è il
settore industriale a
più alto impatto ambientale: consuma il 45% dell’energia complessiva, produce il 50%
dell’inquinamento e quasi il 50% dei rifiuti.
Il settore edile deve quindi adottare un approccio corretto che contempli la sostenibilità del
sistema nel suo complesso, dalla progettazione alla realizzazione, dalla manutenzione alla
demolizione, mediando ed ottimizzando le diverse esigenze (organizzative, distributive,
economiche, estetiche) e coniugandole secondo criteri bio-compatibili e sostenibili.
I motori dell’innovazione
Un settore tanto frammentato fa fatica ad esprimere una domanda esplicita di nuovi
prodotti e tecnologie, limitandosi in genere ad accoglierle, con qualche titubanza, dopo che
qualcun’altro ne ha sostenuto lo sviluppo e spinto la diffusione.
Energia consumata dal settore Costruzioni
Settore
costruzioni
45%
Altro
55%
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Materiali innovativi per l’edilizia
D’altra parte la ricerca scientifica trova a fatica e solo raramente nel settore edile campi di
applicazione promettenti per le sue nuove scoperte, che in genere preferisce lanciare in
settori più inclini ad innovare.
Ma proprio il suo stesso ruolo, le sue caratteristiche, dimensioni e diffusione, espongono il
settore edile ad una forte pressione, che dall’esterno lo sollecita all’evoluzione,
chiedendogli di fornire prodotti dotati di nuove performance, di funzionalità migliori, di
maggior valore. E’ in questo contesto che si individuano i principali fattori di “spinta”
all’innovazione:
1. costruire sostenibile
2. curare la manutenzione degli edifici
3. costruire edifici comodi e fruibili da tutti
4. costruire presto e bene
I primi due sembrano nettamente prevalere sugli altri, al punto che, quasi sicuramente,
condizioneranno le prospettive e le pratiche del costruire dei prossimi decenni.
Gli ultimi due, seppure aperti già da più tempo, sono ancora ben lontani dall’avere esaurito
la loro spinta propulsiva.
Costruire sostenibile. Si discute ormai da anni della necessità di adottare modelli di
produzione e di consumo di minore impatto sulle risorse esauribili del pianeta.
In quanto grande consumatore di risorse non rinnovabili (in particolare energetiche), e
grande produttore di rifiuti, il settore edile è tra i primi responsabili di forti impatti ambientali
e quindi si trova in prima linea.
Infatti, seppure un po’ in ritardo rispetto agli altri settori manifatturieri, oggi anche le
imprese edili stanno imparando a confrontarsi con i limiti della crescita e sono costrette a
confrontarsi con uno scenario di trasformazione radicale, che richiede di ridurre
drasticamente le emissioni inquinanti e i consumi di risorse non rinnovabili indotti dalla
produzione, dall’esercizio e dalla dismissione finale dei manufatti edili. Esse ricorrono a
soluzioni costruttive, tecniche e materiali molto diversi da quelli abitualmente utilizzati,
correggendo di conseguenza e in misura sensibile gli assetti del processo edilizio.
Sebbene costituiscano solo uno degli impatti, i consumi energetici e le relative emissioni
inquinanti sono di gran lunga la priorità più urgente, che recenti interventi normativi
nazionali ed europei stanno imponendo di affrontare rapidamente.
I nostri edifici consumano troppa energia e soffrono di una pericolosa dipendenza dalla
disponibilità di combustibili fossili abbondanti e a basso costo, malgrado qualche edificio
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esemplare, e proprio perciò eccezionale, che utilizza materiali a basso impatto, riduce i
consumi energetici, installa captatori solari.
In termini di consumi primari, inglobando nel sistema delle costruzioni italiano sia la
produzione che la gestione degli edifici, questo oggi assorbe più del 40% del fabbisogno
energetico nazionale (nel 1970 ne assorbiva soltanto poco più del 25%), e quindi produce
quasi la metà dell’anidride carbonica emessa. Esso manifesta inoltre una tendenza ad
incrementare i propri consumi di circa il 2% annuo, cioè a crescere (nonostante la
generalmente migliorata efficienza degli apparecchi utilizzati) con ritmo doppio rispetto ai
consumi energetici totali, soprattutto a causa del progressivo aumento della percentuale
elettrica (che rappresentava l’11% nel 1971, è passata al 26% nel 2000 ed è ormai intorno
al 30%),
prevalentemente
trainata dalla
diffusione massiccia
e non regolamentata
degli impianti di
climatizzazione estivi
(9 miliardi di impianti
venduti tra il 2000 e
il 2006, che da soli
hanno causato
almeno il 10%
dell’incremento della produzione di CO2 in Italia dopo il 1990).
La domanda aggiuntiva di energia indotta dagli impianti di climatizzazione appesantisce un
bilancio comunque già critico: gli edifici italiani presentano consumi specifici per unità di
superficie e per grado-giorno fra i più elevati di tutti i paesi sviluppati. Cioè sono isolati
malissimo, dotati di impianti scarsamente efficienti e quasi per nulla equipaggiati di sistemi
di captazione della peraltro abbondante quantità di radiazione solare disponibile.
Il problema riguarda soprattutto il segmento residenziale, che assorbe quasi il 70% dei
consumi energetici del civile. Non disponiamo di dati affidabili sui consumi reali ottenuti da
misure dirette ed accurate, ma molte stime autorevoli valutano che le nostre abitazioni
richiedano in media non meno di 200 kWh/anno/m2 di energia primaria totale, quando una
Passivhaus tedesca funziona con poco più di 100, in un clima nettamente più sfavorevole.
Crescita dell'energia elettrica richiesta dal settore costruzioni
11%
26%
30%
0
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
0,3
0,35
1971 1980 1990 2000 2007
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Materiali innovativi per l’edilizia
L’elevata vetustà dello stock edilizio e la pessima qualità tecnica di gran parte degli edifici
realizzati negli anni del boom economico, in cui si trova quasi il 40% delle abitazioni
occupate; il bassissimo tasso di rinnovo, con una produzione annua di nuove abitazioni
che corrisponde solo a poco più dell’1% del parco utilizzato; l’estrema frammentazione
della proprietà immobiliare, con oltre il 75% degli alloggi di proprietà della famiglia che li
abita, sono, insieme, causa della situazione ed ostacolo alla sua correzione.
Nei tempi più recenti, a seguito del Decreto Legislativo 192/2005 di recepimento della
Direttiva 2002/91/CE sulla certificazione energetica degli edifici, il quadro normativo di
settore ha visto rilevanti modificazioni, che sembrano muovere nella buona direzione, così
da far tornare l’energia ad essere una priorità per l’edilizia italiana.
Edifici da mantenere efficienti. I costi di esercizio, di cui quelli energetici rappresentano
soltanto una parte, anche se prevalente, sono una preoccupazione crescente degli
utilizzatori degli edifici, ma non sembrano ancora stimolare il settore ad offrire risposte
adeguate destinate al mercato di massa.
Le tradizionali tecnologie ad umido e l’inserimento sistematico degli impianti sotto traccia
rendono costosi e complessi gli interventi di manutenzione e l’adeguamento degli edifici a
modi d’uso ed esigenze funzionali che cambiano sempre più velocemente.
La manutenibilità è uno dei cavalli di battaglia del costruire tradizionale, ma è una
prestazione costosa, che va in buona parte perduta se gli elementi costruttivi vengono
rimossi ben prima di avere raggiunto l’obsolescenza e se per farlo tocca distruggerli
insieme a parecchi altri elementi costruttivi contigui.
Le soluzioni costruttive “a secco”, però, sono ancora riservate ad una nicchia molto
contenuta di impieghi destinati ai comparti più esigenti e persino nelle finiture sono
pressocché assenti dal panorama delle tecniche correnti.
Costruire edifici più facili ed economici da mantenere costituisce una sfida aperta e molto
impegnativa, che include non solo lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie costruttive
idonee a questo scopo, ma anche la messa a punto di adeguate procedure per la
programmazione e l’ottimizzazione degli interventi.
Costruire edifici comodi e fruibili da tutti. Il rapido e generalizzato invecchiamento della
popolazione è il fattore spinta destinato a produrre una fortissima pressione sui livelli di
fruibilità offerti dalla produzione edilizia attuale, imponendo l’adozione di standard e
dotazioni decisamente superiori a quelli attualmente adottati. Sia dal lato dell’accessibilità
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Materiali innovativi per l’edilizia
fisica dell’edificio e delle sue parti (con un’estensione alle tecnologie ed apparecchiature
oggi richiesti soltanto per la fruizione da parte dei diversamente abili), sia e soprattutto sul
versante del funzionamento in esercizio del manufatto costruito, degli impianti che lo
equipaggiano, dei dispositivi di comando e regolazione.
Per assicurare adeguati livelli di sicurezza e di confort è necessario che l’edificio impari a
supplire alla progressiva riduzione delle capacità di intervento diretto di utenti via via più
anziani e quindi meno efficienti.
I progressi delle tecnologie informatiche offrono nuove interessanti prospettive a sistemi di
automazione domestica più efficaci e più “amichevoli”, ma difficilmente potranno da soli
fornire le prestazioni richieste, a costi accettabili, se i manufatti edilizi che li ospitano non
saranno progettati e costruiti in modo da integrarne il funzionamento.
Porte, finestre, regolazione del clima interno, controllo dei livelli d’illuminazione, protezione
dalle intrusioni e sicurezze passive a tutela dell’incolumità degli utenti sono altrettanti
campi per cui è urgente sviluppare soluzioni funzionali, poco invasive e di estrema
semplicità d’uso.
Costruire presto e bene. Migliorare l’efficienza dei processi consentirebbe di rimuovere
un forte ostacolo anche allo sviluppo tecnico e libererebbe importanti risorse economiche
da destinare all’incremento del valore dei manufatti edilizi, cioè ad offrire edifici di
prestazioni superiori.
Informazione, comunicazione, condivisione sono le soluzioni da adottare per
razionalizzare i lavori, minimizzare sprechi di materiali, eliminare i ritardi, evitare distorsioni
di informazioni tra i vari partner di filiera. Un valido contributo in tal senso può essere
fornito dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), la cui penetrazione
nel mercato delle costruzioni richiede ancora un’intensa azione di ricerca, sperimentazione
e diffusione capillare di buone pratiche esemplari.
Materiali e componenti innovativi per il settore edile
Nei paesi dell’Unione Europea il settore delle costruzioni contribuisce mediamente per
circa il 21% alla formazione del PIL, ma consuma risorse non rinnovabili e produce impatti
ambientali in misura molto superiore alla sua importanza economica.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Oltre il 40% delle risorse minerarie non metallifere (pietre naturali, ghiaie, sabbie, argille),
più di un quarto del legname, poco meno del 20% delle risorse idriche e circa il 40% di
quelle energetiche bruciate ogni anno sono assorbite dalla produzione e dal
funzionamento degli edifici.
In questo contesto l’introduzione e l’impiego di componenti non derivati dal petrolio, a
matrice rinnovabile, risulta necessario per consentire una diminuzione dell’impatto
ambientale ed un ridotto consumo di CO2 ed energia primaria per la produzione di
materiali da costruzione.
Con le schede relative a materiali innovativi per il settore edile, che abbiamo selezionato
per il nostro report ci proponiamo di accelerare l’adozione nel settore delle costruzioni di
pratiche produttive, materiali e soluzioni a minore impatto ambientale, e di fornire strumenti
per la valutazione della sostenibilità dei prodotti e dei loro processi di produzione, messa
in opera, uso e dismissione.
Lo studio di nuovi materiali a basso impatto e ad alte prestazioni è una delle sfide di oggi.
Nelle pagine che seguono analizziamo le principali applicazioni innovative in edilizia di
materiali, componenti e sistemi. Quello che ne risulta è una sorta di repertorio di prodotti e
tecnologie innovative, dei loro impatti ambientali e performance, valutati sull’intero ciclo di
vita del componente, ponendo particolare attenzione alle prestazioni in uso, analizzate con
prove strumentali su edifici campione.
Nel repertorio sono schedati materiali e componenti, presenti sul mercato globale, molti
dei quali prodotti con fibre rinnovabili come: canapa, carta riciclata, cocco, cotone, kenaf,
juta, legno, lino, mais, sughero, paglia e sisal.
Per materiali e componenti a matrice rinnovabile si intendono infatti prodotti costituiti, in
tutto o in parte, da materie prime di origine organica (in particolare le fibre organiche sopra
elencate) che per loro stessa natura derivano da fonti non esauribili.
I prodotti a matrice rinnovabile impiegati in edilizia in Europa e negli USA rappresentano
un mercato di nicchia all’interno del mercato delle costruzioni; nella figura che segue sono
evidenziate le tipologie di prodotti schedati suddivisi per tipo di fibra e i loro campi di
applicazione.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Tipologia di prodotto indagate per campo di applicazione e fibra rinnovabile
Canapa Sisal Kenaf Cocco Lino Juta Cartariciclata
Legno Paglia Mais Sughero Varie
Isolantia matrice rinnovabile
X X X X X X X X X X
Polimeria matrice rinnovabile
X X X X X Argille
fibrorinforzateX X X
Maltefibrorinforzate
X X X X
Plastichefibrorinforzate
X X X X X X X Componenti
e sistemiX X X X X X X
Geogriglie X X X X X X
A seguire presentiamo le caratteristiche salienti delle singole categorie di cui si compone il
repertorio e riportiamo, a titolo di esempio, alcuni prodotti innovativi a matrice rinnovabile.
Isolanti a matrice rinnovabile
Quasi tutte le fibre rinnovabili attualmente impiegate in edilizia possono essere utilizzate
per la produzione di isolanti (termici e acustici); nello specifico gli isolanti da noi schedati
sono ottenuti dalla lavorazione di: canapa, kenaf, cocco, lino, carta riciclata, legno, mais,
sughero.
Gli isolanti a matrice rinnovabile sono solitamente composti dall’85% di fibra rinnovabile e
per la percentuale residua da fibra di sostegno in poliestere. Nella maggior parte die casi
sono trattati con sali di boro, per migliorare le prestazioni antincendio e la refrattarietà alle
muffe.
Legno
Per l’utilizzo del legno va fatta una premessa. Nel dicembre 2007 l’Austria ha formulato
alcune osservazioni che hanno impedito al Governo di adottare subito le norme relative a
questo materiale, giudicate dal governo austriaco potenzialmente restrittive del principio di
libera circolazione delle merci. E così, i paragrafi e le tabelle riguardanti il legno, pur
essendo già stati pubblicati in “Gazzetta”, non sono operativi, né lo saranno dal 5 marzo in
poi, giorno in cui il Dm 2008 entrerà in vigore. Occorrerà un altro provvedimento apposito
del ministero “per scongelare” le disposizioni.
Ritardi a parte, l’introduzione del legno tra i materiali strutturali per la costruzione è una
svolta epocale. Non avendone contemplato l’utilizzo, l’applicazione rigida delle vecchie
norme tecniche del 1996 ha consentito agli uffici del Genio civile di bloccare molti progetti.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Anche il Dm 2005 aveva introdotto l’utilizzo di questo materiale, ma secondo gli oeratori
nel vecchio testo c’era qualche svista, ora sanata.
“Il DM 2008 – osserva Paolo Lavici, Presidente di Legnopiù – è migliore del testo del 2005;
inserisce cinque classi di durata, anziché tre, e tre classi di servizio anziché due”.
Calcestruzzo
Con l’entrata in vigore del Dm 2008 sparisce la voce “conglomerato cementizio”, chiamato
adesso calcestruzzo. Su questo fronte, ricalcando il Dm 2005, il testo introduce un
processo di qualificazione degli impianti che producono il materiale, da parte di soggetti
accreditati presso il Servizio tecnico centrale. Numerose aziende hanno già
spontaneamente sottoposto i loro impianti alla certificazione, e sono le imprese che
producono di più. La novità è stata accolta con favore perché consente di tagliare fuori dal
mercato le piccole imprese che abbassano i costi perché non rispettano gli standard di
qualità.
Acciaio
Per l’acciaio è stata ampliata la gamma degli alto resistenti utilizzabili, inderendo anche gli
“FE 420” e “FE 460”, non compresi nel Dm 2005. Detto questo gli operatori del settore
ritengono la disciplina un po’ troppo prescrittivi. “Sottoporre qualsiasi tipo di materiale
innovativo al nullaosta del servizio tecnico centrale – Spiega Alberto Vintani, membro del
consiglio direttivo di ACAI, l’associazione dei costruttori del settore – non è sempre
compatibile con le esigenze del cantiere”. Per le travi tralicciate in particolare si fa un
passo indietro, visto che prima erano utilizzabili senza autorizzazione.
Laterizi
Per i laterizi il capitolo 11 detta un obbligo di ripetizione delle prove di accettazione in
cantiere per gli elementi da muro (paragrafo 10), che non ha incontrato i favori del settore.
“La prescrizione è ingiustificata – osserva Catervo Cangiotti, presidente di Andil – i prodotti
sono già in possesso della marcatura CE e sottoposti a un sistema di controllo
continuativo”.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Novità legislative: il Dm 14 gennaio 2008
Più qualità e innovazione, ma anche molta più burocrazia. Adottato con il Dm 14 gennaio2008, il nuovo testo unico “Norme tecniche per le costruzioni” rivoluziona il mondo dei
materiali utilizzabili per la progettazione, da un lato ampliando la gamma delle opportunità,
dall'altro introducendo autorizzazioni specifiche per il loro impiego.
Nel capitolo 11 vengono puntualmente specificati i requisiti che i materiali devono avere
per poter essere impiegati nei cantieri. Ma il paragrafo chiave per comprendere qual è la
logica alla base della disciplina è contenuto nel capitolo 4, dove si legge che per “i
materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche” occorre
un'autorizzazione del Servizio tecnico centrale, su parere del Consiglio superiore dei
Lavori pubblici. La norma prevede espressamente che questo iter venga utilizzato per
l'impiego di calcestruzzi di resistenza superiore a C 70/85, quelli fibrorinforzati, acciai da
costruzione non elencati nel TU, leghe di alluminio, rame, travi tralicciate in acciaio
conglobate nel calcestruzzo, materiali polimerici fibrorinforzati, pannelli con poliuretano o
polistirolo collaborante, materiali murari non tradizionali, vetro strutturale, materiali diversi
dall'acciaio con funzione di armatura da cemento armato.
Occorre anche sottolineare che questo nuovo iter burocratico non scatterà
immediatamente per l'edilizia privata, ma solo dal 5 settembre 2009, salvo ulteriori
proroghe, mentre dal 5 marzo prossimo diventerà cogente per tutte gli edifici di interesse
strategico elencati nell'ordinanza di Protezione civile 21 marzo 2003. La panoramica
normativa cambia notevolmente a seconda del tipo di prodotto.
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Materiali innovativi per l’edilizia
Le schede dei materiali innovativi
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Tipologia Materiale
Nome
Duralmond Produttore
Poligono Industrial base 2000Avenida Region Marciana – Parcela ITC 2/330564 Lorqui, Murcia - Spagna
Classificazione Organico naturale
Descrizione Composito naturale, alternativa al legno, a base di resina e particelle derivanti dalla triturazione di gusci delle man-dorle. I gusci delle mandorle vengono frantumati, mischiati con una resina sintetica e colati per produrre oggetti o piastrelle. La lignina e la cellulosa, che sono i composti base del legno, presenti nei gusci delle mandorle si legano bene con la resina comportando anche un aumento di resistenza a trazione del composito. Questo fa si che gli ogget-
ti in questione hanno comportamento e proprietà che sono una via di mezzo tra legno e materiali plastici. I differenticomponenti dell’impasto, dopo essere stati accuratamente mescolati, polimerizzano in uno stampo sotto determinatecondizioni di pressione e temperatura e, dopo un tempo prefissato è possibile ottenere il solido finito pronto per lafinitura. Si può variare la densità del pezzo cambiando le quantità di mandorla utilizzata.
Vantaggi Resistenza agli agenti atmosferici: il materiale è praticamente immune agli effetti del sole ed è completamente im- permeabile.Umidità: completamente resistente all’acqua.Resistenza alle scalfitture e agli urti; resistenza alla maggior parte degli agenti chimici presenti nei prodotti di puli-zia per la casa.Isolamento: in seguito alla polimerizzazione, la resina crea all’interno dei micropori i quali fanno si che il materialesi comporti da perfetto isolante sia termico che acustico.
Il materiale è riciclabile.Campi di applicazione e impieghi Pavimentazioni per interni ed esterni
Proprietà composizione mandorle
meccaniche resistenza al fuoco Dal grado M4 a M1 (spanish basic building regulation
ciclo di vita Attaccabilità biologica antibattericogeometriche densità 0,17 - 0,70 g/cm2
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222
Tipologia Materiale
Nome
Marmoleum topshield Produttore
Forbo Floring - Forbo resilienti srlCC Milano S. Felice - Lotto 2 int. 520090 Segrate (MI)
Classificazione Organico naturale
Descrizione Rivestimento per pavimenti in linoleum realizzato con materie prime naturali (olio di lino, resina, farina di legno,riempitivi inerti, pigmenti e juta). L’ingrediente principale è l’olio di lino che viene mescolato con la resina di pino(colofonia). La farina di legno dà consistenza al prodotto, il calcare viene utilizzato per rendere la superficie liscia,la juta come tela di supporto del rivestimento. Le materie prime miscelate formano granuli di linoleum che vengono
calandrati sul supporto in juta.
Vantaggi Buone proprietà acustiche (17dB). Il componente può essere trattato con una finitura a dispersione acquosa, Topo-shield, che garantisce la stabilità del colore nel tempo, facilità di pulizia e bassi costi di manutenzione. A posa avve-nuta il pavimento non necessita della prima ceratura. Resistenza all’usura (30-40 anni). Antiscivolo e antibatterico,resistenza alla brace di sigarette.
Campi di applicazione e impieghi Pavimentazioni
Proprietà composizione Juta, additivi naturali
meccaniche Resistenza al fuoco Classe C S1
termiche Conducibilità termica 0,17
elettriche
ciclo di vita Attaccabilità biologicadurata
Antibatterico30-40 anni
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Tipologia Materiale
Nome
FID-ASLAN 100 GFRP BAR Produttore
FIDIA srlVia Y. Gagarin, 6106070 S. Mariano (PG)
Classificazione inorganico
Descrizione barra rinforzate in fibra di vetro, costituita da trefoli di fibra di vetro (la matassa), che, sottoposti a tensione, vengo-no impregnati in una resina termoindurente, in modo tale che le fibre vengano tenute insieme e si comportino,quindi, come se fossero un elemento unico. Il prodotto finito risulta totalmente inerte, resistente alla corrosione eagli alcali. Al fine di aumentarne l’aderenza superficiale, la parte esterna delle barre viene deformata e rivestita con
sabbia silicea a grana grossa.Possono essere utilizzate come valida alternativa ai tondini in acciaio inossidabile oppure a quelli rivestiti con resi-ne epossidiche o protetti galvanicamente.
Vantaggi Aumento significativo della durata delle strutture di ingegneria civile che si trovano in ambienti aggressivi;nessuna necessità di interventi di riparazione e/o manutenzione;resistenti alla corrosione e inerti rispetto agli ioni cloro;resistenti dal punto di vista chimico;trasparenti ai campi elettromagnetici e alle radiofrequenze;isolanti dal punto di vista elettrico e termico; buona resistenza agli urti;
eccellenza resistenza a carichi ciclici;dimensionalmente stabili in situazioni di sollecitazione termica
Campi di applicazione e impieghi Consolidamento-Rinforzo di strutture esistenti;Sostituzione dell’armatura in acciaio in elementi in CAApplicazioni nel settore dei consolidamenti geotecnici
Proprietà
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Tipologia Materiale
Nome
Calcestruzzo fibrorinforzato con BuckeyeUltrafiber 500
Produttore
Officine Maccaferri spaVia Agresti, 640123 Bologna
Classificazione Organico e inorganico
Descrizione Buckeye Ultrafiber 500 è una fibra naturale di cellulosa proveniente al 100% da piantagioni rinnovabili di alberi.Ultra Fiber 500 viene mescolato nel calcestruzzo per la preparazione di un conglomerato fibrorinforzato. La fibra dirinforzo è prodotta da Buckeye Technologies Inc. nei suoi stabilimenti in Florida (USA)°
Vantaggi Prodotta secondo una tecnologia brevettata che la rende resistente all’ambiente alcalino del cemento armato.L’impiego delle fibre costituisce una innovazione rispetto ai sistemi convenzionali di rinforzo per contrastare glieffetti dovuti alla dilatazione termica del calcestruzzo.Il cemento fibrorinforzato risulta così resistente alle deformazioni e alla formazione di fessure dovute al ritiro pla-stico, presenta una migliore idratazione del calcestruzzo e una migliore resistenza intrinseca all’attrito e agli urti.Ultrafiber 500 Garantisce un’ottima resistenza allo scoppio dovuto al fuoco, durabilità e capacità del calcestruzzo diresistere alle variazioni termiche eccessive. Aderisce alla pasta cementizia in modo omogeneo e garantisce una buo-
na finitura superficiale e una migliore resistenza al fuoco.
Campi di applicazione e impieghi Pannelli strutturali per pareti e altro
Proprietà composizione Fibre di cellulosa 0,2% del peso del calcestruzzo
meccaniche DensitàModulo elastico
1100 kg/m3 8,5 N/mm2
geometriche dimensione 2,1 mm lunghezza media della fibra
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555
Tipologia Componente
Nome
Canaton Produttore
Ton Gruppe ItaliaP. Sant’Andrea, 339040 Salorno (BZ)
Classificazione Organico e inorganico (15% sintetico)
Descrizione Pannello isolante composto da fibra di canapa, canapulo (85%), e fibra di poliestere (15%) e trattato con Sali di boro per migliorare le prestazioni antincendio e la refrattarietà a muffe e insetti.
Vantaggi Canaton coltivata su una superficie di 1600 ettari viene raccolta e essiccata con un sistema brevettato che eliminaogni tipo di impurità e batteri. In seguito viene mescolata con le fibre di sostegno in poliestere e termo pressata. I pannelli Canaton vengono prodotti in due differenti densità a seconda dell’impiego (30Kg/mc per le intercapedini e115 kg/mc per l’isolamento a cappotto con proprietà acustiche anticalpestio).I pannelli non oppongono alcuna resistenza al vapore acqueo, in caso di condensa e di infiltrazione la canapa si a-sciuga subito e mantiene inalterate le sue proprietà.La massa isolante di Canaton può essere implementata con l’integrazione di uno strato di fibra pesante terno pressa-
ta. La maggior densità consente una migliore capacità di accumulo termico e uno sfasamento di circa 6 ore con unospessore di 5 cm.
Campi di applicazione e impieghi Cappotto esterno, isolamento interno, in intercapedine, per pareti divisorie, e solaio. Isolamento acustico rumoriaeree e calpestio
Proprietà composizione canapa
acustiche Isolamento acustico al rumore di calpestioLn,w
25– 29dB
termiche Conducibilità λ Resistenza alla diffusione vapor acqueo 0,040 - 0,042 W/mK 2µ
elettriche Reazione al fuoco Classe B1
ciclo di vita Attaccabilità biologicadurata
nessuna70 anni
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666
Tipologia Sistema
Nome
Agriboard Produttore
Agriboard IndustriesL.C 8301 E 21st St North, Suite 320Whicita KS 67206 (USA)
Classificazione Organico naturale
Descrizione Agriboard è un pannello strutturale isolante composto da fibre di paglia. I pannelli vengono realizzati tramite proce-dimenti di termopressatura.
Vantaggi Agriboard è un pannello strutturale per la realizzazione di un sistema costruttivo prefabbricato. I tempi di assem- blaggio dei pannelli sono solitamente ridotti e i costi di realizzazione del fabbricato contenuti.I pannelli presentano alte prestazioni di isolamento termico e acustico, minori costi di riscaldamento e raffresca-mento, stabilità dimensionale, durata nel tempo e refrattarietà a muffe e insetti.La ditta produttrice certifica l’alta resistenza al vento e ai tornado (con vento fino a 250 miglia orarie; la strutturache si realizza è antisismica.
Campi di applicazione e impieghi Pannelli strutturali per pareti, tramezzi, coperture, solai
Proprietà composizione Paglia, sali di boro
termiche resistenza termica R 14,7 - 25 mqK/Wciclo di vita Attaccabilità biologica resiste a muffe, alle termiti, alle formiche
geometriche spessore pannello 12 - 20 mm
meccaniche peso specificoresistenza al fuoco
68,35 Kg/m2
2 ore
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Tipologia Sistema
Nome
FID –ASLAN 200 CFRP REBAR Produttore
Fidia srlVia Y. Gagarin, 6106070 S. Mariano (PG)
Classificazione organico-inorganico
Descrizione FID-ASLAN 200 CFRP REBAR® sono barre rinforzate in fibra di carbonio a sezione circolare, costituite da gruppidi fibra di carbonio (la matassa), che, sottoposti a tensione, vengono impregnati in una resina epossidicatermoindurente, in modo tale che le fibre vengano tenute insieme e si comportino, quindi, come se fossero un ele-mento unico. Le barre in CFRP sono fabbricate mediante il procedimento della pultrusione e sono disponibili in tre
diversi diametri (ø6,9,12 mm)
Vantaggi Estrema leggerezza;Elevata resistenza a trazione (più elevata dei trefoli di acciaio armonico);Eccellente durabilità nei confronti di tutti gli agenti aggressivi chimici presenti nel calcestruzzo quali gli idrossidialcalini, i cloruri e i solfati;Ottima adesione sia a matrici cementizie che a resine epossidiche per ancoraggi strutturali.
Campi di applicazione e impieghi struttura in c.a. e c.a.p.
Proprietà
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888
Tipologia componente
Nome
Cocco T e Cocco W Produttore
Tecnosugheri srlvia G. Di Vittorio, 620030 Senago (MI)
Classificazione Organico naturale
Descrizione Strato isolante costituito da laste di fibra di cocco, senza leganti chimici in aggiunta.Le fibre vengono trattate con sali di boro.
Vantaggi Le componenti naturali della fibra di cocco sono la cellulosa e il legno. E’ un materiale versatile, considerata la suaresistenza e resilienza, unita ad un’elevata stabilità dimensionale. La fibra di cocco è un prodotto naturale, idealenell’isolamento acustico contro rumori da percussioni, calpestio o aerei, in edifici civili e industriali. L’isolante infibra di cocco è inodore, inattaccabile da insetti e roditori, di putrescibilità nulla e stabile all’invecchiamento. Siricava per mezzo di essicazione dalla buccia esterna della noce di cocco.Sottoposta ad essiccazione, cardata e tessu-ta, dà origine ad un manto che viene pressato per consentire di raggiungere la rigidità necessaria per il processo ditaglio in lastre o strisce. Il trattamento con i sali di boro serve a conferire la capacità di resistenza al fuoco.
Campi di applicazione e impieghi isolamento interno di pareti e tetti, in intercapedine, per pareti divisorie, solai.Isolamento acustico rumori aerie e calpestio.isolamento copertura
Proprietà composizione cocco
meccaniche reazione al fuoco classe B2
termiche conducibilità termica λ
densità standard pcapacità termica specifica c
0,043 W/mK
85 - 125 Kg/m3
1300 J/kgK
acustiche isolamento al rumore aereo R wisolamento al rumore da calpestio Ln, wrigidità dinamica
59 dB24 dB15MN/m3
ciclo di vita attaccabilità biologicadurata
nulla50 anni
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Tipologia componente
Nome
Biomac Biostuoia Produttore
Officine Maccaferri spavia Agresti, 640123 Bologna
Classificazione Organico / inorganico
Descrizione Le biostuoie Biomac sono costituite da uno strato di materiale naturale biodegradabile sciolto, racchiuso su due latimediante due reti in polipropilene fotodecomponibili.Tra lo strato di materiale naturale e una rete viene solitamente interposto un sottile strato di cellulosa avente la du- plice funzione di ritentore dei semi e di strato igroscopico.
Vantaggi Le biostuoie Biomac svolgono un’azione benefica e protettiva del suolo svolgendo varie importanti azioni:• protezione del suolo non vegetato;• protezione delle sementi (talvolta applicate prima della posa, talvolta dopo, magari mediante un’applicazione
ad idrosemina semplice o potenziata) da fenomeni di dilavamento;• realizzazione di un habitat umido particolarmente favorevole grazie alle loro proprietà igroscopiche e alla
funzione “ombreggiante” svolta sui terreni su cui sono state applicate;• riserva di materiale organico concimante progressivamente rilasciato nel suolo man mano che i processi de-
compositivi si sviluppano
Campi di applicazione e impieghi sistemi antierosione del suolo (rivestimenti di scarpate di rilevati stradali e ferroviari, argini fluviali, in parti nondirettamente esposte all’azione delle piene ordinarie); rivestimenti di grandi masse di terreno o coltri di riporto.applicazioni di recupero paesaggistico o di sistemazione del territorio in genere
Proprietà composizione cocco, paglia
dimensioni dimensione magliadimensioni rotolo
8x10 mm25x2 m
ciclo di vita attaccabilità biologicadurata
nulla2 anni
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101010
Tipologia componente
Nome
Mehabit e Mehapor o Mehatur e Mehaphon Produttore
Meha GmbH
67105 Schifferstadt (Germania)Classificazione Organico / inorganico naturale
Descrizione Mehabit e Mehapor o Mehatur e Mehaphon sono materiali granulari che vengono impiegati per massetti alleggeriticome materiale sciolto. La materia prima è costituita da trucioli di canapa, che presentano proprietà isolanti termi-che e acustiche e una buona resistenza a compressione.MEHABIT è composto da trucioli di canapa legati da un film di bitume. MEHAPOR è composto da trucioli di ca-
napa, sfere di argilla e un film di bitume. MEHAFILL è un materiale di riempimento composto da paglia. MEHA-TUR è composto da trucioli di canapa impregnati con una soluzione di sale di boro. MEHAPHON è un materiale pesante, composto di trucioli di canapa, e di inerti calcarei.
Vantaggi MEHABIT è una materiale standard per l’isolamento e il riempimento di solai con massetto alleggerito. E’ partico-larmente indicato per i pavimenti soggetti a carichi dinamici intensi tipo camere dei bambini o, palestre.MEHAPOR è adatto a colmare forti spessori, resiste ancora meglio alla compressione e risulta leggero.MEHAFILL, materiale di riempimento per spazi vuoti, non essendo adatto alla compressione è indicato come aiutoaggiuntivo per l’isolamento termico.MEHATUR è un isolante morbido e flessibile, impiegato per il recupero dei livelli. Particolarmente indicato comeisolante acustico dei soffitti in legno, riduce i rumori aerei di impatto.
MEHAPHON è un materiale composito pesante, isolante, resistente alla compressione.
Campi di applicazione e impieghi isolamento di ambienti umidi, di solai, coperture e acustico da calpestio
Proprietà
composizione canapa, paglia
termiche conducibilità termica λ densità standard preazione al fuoco
0,60 - 0,80 W/mK 90 - 400 Kg/m3 classe B2
acustiche isolamento al rumore da calpestio Ln, w 19– 26 dB
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Tipologia sistema
Nome
FIDARAMID UNI 300 HT100 Produttore
FIDIA srlVia Y. Gagarin, 6106070 S. Mariano (PG)
Classificazione inorganico
Descrizione FID-ARAMID UNI 300 HT 100t è un tessuto costituito da fibre di aramide unidirezionali termosaldate realizzatetramite estrusione ad alta temperatura ed alta velocità del polimero in soluzione con successivo raffreddamento ve-loce (quenching) ed essiccazione. È un tessuto adatto per rinforzare elementi in CA, CAP e muratura e viene impie-gato per la protezione di elementi sottoposti ad impatti violenti poiché caratterizzato da un’ottima resistenza a ta-
glio. Il tessuto in aramide, inoltre, si presta alla realizzazione di connessioni negli interventi di rinforzo.
Vantaggi sistema di rinforzo resistente alla corrosione;elevata resistenza e rigidezza;resistente agli alcali e agli attacchi chimici;adattabile a sagome complesse;adatto per confinamenti e rinforzi a taglio e a flessione; peso ridotto e bassa conduttività;riduzione di aperture di fessure;
elevata resistenza agli impatti violenti, grazie alle sua estrema resistenza al taglio
Campi di applicazione e impieghi rinforzi di strutture in seguito ad aumenti di carico, danneggiate da un sisma, di parti di strutture danneggiate, difettidi progetto o di costruzione, sistemi di connessione
Proprietà
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Tipologia sistema
Nome
ALULIFE Produttore
MG Trade srlVia Nirone, 520123 Milano
Classificazione Organico / inorganico naturale
Descrizione Lastre in lega di alluminio 5052 vengono tagliate in diversi formati che possono venire applicati come pavimenta-zione d'interni. La speciale lavorazione brevettata trasforma la superficie tradizionalmente fredda dell'alluminio inun materiale caldo, materico e luminoso. Le piastrelle vengono sottoposte ad un processo di anodizzazione per assu-mere una colorazione resistente ai raggi UV, all'usura e all'abrasione. Le superfici texturizzate possono essere tratta-
te con un rivestimento trasparente che le renda antiscivolo e assicuri una buona resistenza ai graffi.
Vantaggi leggerezza, resistenza agli UV e all’abrasione, riciclabilità. Antiscivolo se trattati con un rivestimento trasparente.
Campi di applicazione e impieghi pavimenti per interni e rivestimenti verticali e per arredi.
Proprietà meccaniche Densità (g/cm³)
termiche Temperatura di fusione (Tf) (K)
Temperatura di ebollizione (Te) (K)Conducibilità termica (Wm¯¹K¯¹)
Conducibilità elettrica
datinon
disponibili
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131313
Tipologia componente
Nome
FIDCARBON UNI400 HT240 Produttore
FIDIA srlVia Y. Gagarin, 6106070 S. Mariano (PG)
Classificazione Organico / inorganico naturale
Descrizione FIDCARBON UNI 400 HT240 è un tessuto costituito da fibre di carbonio unidirezionali ad alta tenacità, realizzatotramite termosaldatura, processo che impedisce la sfilacciatura delle fibre e che ne migliora–facilita l’installazionein cantiere. Viene utilizzato su elementi in CA, CAP, muratura, legno ed acciaio per il rinforzo a flessione, a taglioo a compressione.
Vantaggi sistema di rinforzo resistente alla corrosione;elevata resistenza a fatica;elevate leggerezza e durabilità;adattabile a sagome complesse;adatto per confinamenti e rinforzi a taglio e a flessione;incremento trascurabile di spessore alla sezione della struttura;facilità d’installazione.
Campi di applicazione e impieghi rinforzi di travi e solai alle sollecitazioni di flessione o di taglio; confinamento di pilastri per incrementare la resi-stenza a compressione; rinforzo di strutture in seguito ad aumenti di carico (adeguamento statico); adeguamentoantisismico; difetti di progetto o di costruzione; rinforzo di strutture modificate a causa di nuove esigenze architetto-niche o di utilizzo; limitare gli stati fessurativi.
Proprietà
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Tipologia componente
Nome
FIDPUTTY Produttore
FIDIA srlVia Y. Gagarin, 6106070 S. Mariano (PG)
Classificazione inorganico
Descrizione FIDPUTTY è un prodotto a consistenza di pasta morbida tixotropica a base di resina epossidica esente da solventi adue componenti: resina (componente A) e indurente (componente B), forniti separatamente già dosati per comporrela miscela. Disponibile nel tipo normale e rapido.
Vantaggi • assenza di ritiro volumetrico;• ottima adesione su supporti di varia natura;• elevate resistenze meccaniche raggiungibili a 24 ore, generalmente sufficienti per la messa in esercizio del
manufatto;• buona resistenza agli agenti chimici aggressivi;• assoluta impermeabilità all’ acqua;• facilità di applicazione;• ottime proprietà dielettriche per la protezione da correnti vaganti;• disponibilità in due versioni per differenti temperature di posa.
Campi di applicazione e impieghi incollaggio strutturale rigido di elementi pultrusi della linea FID-ASLAN per rinforzi flessionali e a taglio; inghi-saggio del rinforzo per strutture in CA-CAP-Muratura-Legno mediante la tecnica del NSM, ovvero Near SurfaceMount bars; stuccatura di circuiti d’iniezione per la sigillatura di lesioni interne; riempimento rigido di giunti; rico-struzione di spigoli nei giunti di pavimentazione; rasatura e stuccatura superficiale di regolarizzazione di ferri affio-ranti, superfici soggette all’ abrasione o erosione, ricostruzione di parti mancanti o deteriorate.
Proprietà
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Tipologia componente
Nome
Biofiber Produttore
O.R.V. Manufacturing SpAvia Postumia, 135010 Carmignano di Brenta (PD)
Classificazione Organico naturale
Descrizione Pannello isolante biodegradabile, a base di amido di mais, ottenuto dalla fermentazione dell’acido polilattico.
Vantaggi i pannelli sono composti da fibre ottenute dalla cardatura, faldatura e termo legatura dell’acido polilattico (PLA)ottenuto dalla fermentazione dell’amido di mais.Grazie alle particolari caratteristiche chimiche questo prodotto è autoestinguente ed è caratterizzato da una ridottaemissione di fumi durante la combustione. Il prodotto è biodegradabile al 100%, tramite procedimento di compo-staggio.
Campi di applicazione e impieghi isolamento interno di pareti e tettiisolamento acustico rumori aereiisolamento acustico da calpestio
Proprietà composizione mais
termiche conducibilità termica λ densità standard preazione al fuoco
0,0364 W/mK -classe di infiammabilità 1
acustiche isolamento al rumore da calpestio Ln, w 19– 26 dB
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Tipologia materiale
Nome
Geosana Produttore
Ton - Gruppe piazza S. andrea, 139040 Salorno (BZ)
Classificazione Organico/inorganico naturale
Descrizione Il materiale viene prodotto con trucioli di legno e argilla pre-lavorata, queste due componenti vengono mischiatesecondo combinazioni in peso diverse per ottenere due prodotti differenti. (geosana leggero e geosana ultraleggero)da impiegare per usi diversi.
Vantaggi Il riempimento d’argilla Geosana leggero se di sufficiente spessore o se combinato con i mattoni dimezzati in terracruda Geosana, dispone di caratteristiche eccellenti di isolamento acustico (si ottiene un abbattimento di 48dB conuno spessore di mattoni di 15 cm) e di un’alta capacità di accumulo termico e rende il clima abitativo piacevole efunziona da regolatore di umidità.In generale la terra cruda è un materale bio-ecologico, riciclabile, ha un dispendio di energia minimo in fase di pro-duzione ed è antibatterico (elimina le muffe e neutralizza gli odori); inoltre accumula calore, è fonoassorbente eantistatico, è economico e di lunga durata.
Campi di applicazione e impieghi Geosana leggero è utilizzato per il riempimento di solai e per la produzione del pisè (terra battuta). Geosana ultra-leggero è utilizzato per il riempimento di solai di legno o la realizzazione di mattoni, specialmente per l’isolamentotermico.
Proprietà composizione legno e argilla
meccaniche densità 550 - 750 kg/m3 sciolto700 - 1000 kg/m3 costipato
ciclo di vita attaccabilità biologicariciclabilità
nototale
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Tipologia materiale
Nome
Refine compound Produttore
AFT PlasturgieRue de Près Potet,21121 Fontaine les Dijon (Francia)
Classificazione Organico naturale (30 - 60%)
Descrizione Refine compound è composto da resine termoplastiche come PVC, ABS, HDPE, HPP, CPP per una percentuale cheoscilla tra il 40 e il 70%, e fibre di cellulosa come canapa, juta, kenaf, sisal, per la rimanente percentuale.
Vantaggi E’ un componente in plastica fibrorinforzata, con fibra di cellulosa e come tale possiede caratteristiche meccanichesuperiori a quelle relative dei relativi materiali plastici; i componenti realizzati sono più leggeri e consentono unabbattimento dei tempi di produzione.
Campi di applicazione e impieghi controsoffitti, rivestimenti interni, componenti tecnici per impianti, pannelli per automobili
Proprietà composizione canapa
PVC, ABS, HDPE, HPP30%70%
meccaniche resistenza a trazioneallungamento a rotturaresistenza a flessionedensità
29 - 63 N/mm2 1,3 - 1,6 %38 - 89 N/mm2 990 - 1360 kg/m3 700
termiche punto di ammorbidimento piegamento sotto sforzo
70 - 140°C70 - 158 °C
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Tipologia materiale
Nome
Lignocel Produttore
J. Rettenmaier und Soehne GmbHHolzmuehle 173494 Rosenberg (Germania)
Classificazione Organico naturale (40 - 90%)
Descrizione Lignocel presenta due prodotti:“wood like plastic” ha un contenuto di fibre di legno variabile dal 10 al 40 % e un’alta percentuale di resine termo- plastiche (PE, PV, PVC);“wood extrusion” è composto al 90% da fibre di legno e dal rimanente 10% di resine termoplastiche (PE, PV,
PVC).Lignocel può essere lavorato con gli stessi macchinari della plastica per le lavorazioni di estrusione e taglio.
Vantaggi Il processo produttivo innovativo consente di ottenere profili a forma complessa, attraverso l’estrusione dei compo-nenti, con le tecnologie di lavorazione delle materie plastiche e le caratteristiche del legno.Le proprietà del materiale sono l’alta stabilità, una maggior resistenza all’umidità e agli agenti atmosferici, la facili-tà di lavorazione, la possibilità di trattare il prodotto con finiture naturali color legno o di colorare il componente intutto lo spessore.
Campi di applicazione e impieghi pavimentazioni, profili per infissi, arredamenti interni
Proprietà composizione
meccaniche
termiche
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191919
Tipologia materiale
Nome
Woodn Produttore
Woodn Industries srlviale Europa, 335020 Ponte San Nicolò (PD)
Classificazione Organico naturale (60 - 90%)
Descrizione Materiale composito a base di farina di legno (60 - 90%) e polimeri termoplastici, appartiene perciò alla famigliadei materiali classificati come WPC (Wood Plastic Composites)
Vantaggi Il componente in legno e polimeri termoplastici viene lavorato mediante i processi di estrusione utilizzati per lematerie plastiche ed è termoformabile. Possono essere realizzati profili a forma complessa con le caratteristiche dellegno. Woodn presenta una buona flessibilità, resistenza agli urti, e migliorate prestazioni meccaniche. Non è attac-cabile da tarli e da muffe, resiste agli agenti aggressivi chimici (alcali ed acidi), è resistente all’acqua e ha una mag-giore stabilità dimensionale agli sbalzi di temperatura, è auto-estinguente di classe 1, e ha una superficie che nonnecessità di lucidature o verniciature. Woodn può essere comunque lavorato come legno, quindi segato, piallato,incollato, inchiodato.
Campi di applicazione e impieghi pavimentazioni, controsoffitti, rivestimenti interni, profili per infissi, arredamenti esterni e interni
Proprietà composizione legno 60 - 90%
meccaniche resistenza a trazioneallungamento a rotturaresistenza a flessioneresistenza all’impattodensità in forma compattaassorbimento acqua
16 N/mm2 375%28N/mm2 6.8 KJ/m2
0,750 Kg/m3 3,5%
ciclo di vita attaccabilità biologica inattaccabile da tarli e muffe
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202020
Tipologia materiale
Nome
Fasal Produttore
Austel research & Development GmbHFN 36078gSalisburgo (Austria)
Classificazione Organico naturale (90%)
Descrizione Fasal è un composto costituito principalmente da polvere di legno, amidi a base di mais e additivi di origine natura-le (per alcuni utilizzi anche di polimeri termoplastici)
Vantaggi Il materiale abbina ad estetica e comportamenti tipici del legno la possibilità di poter essere lavorato con procedi-menti normalmente usati per le materie plastiche (estrusione).Il vantaggio è di poter sfruttare congiuntamente le caratteristiche di entrambi i materiali potendo scegliere il tipo ditrattamento più idoneo per il singolo prodotto che si deve realizzare.Il fatto che questo materiale sia dimensionalmente stabile fa sì che il processo produttivo ne risulti snellito. Ha an-che un buon comportamento ad alte temperature perché carbonizza prima di sciogliersi. Grazie all’alta densità delmateriale ha ottime proprietà acustiche, può essere verniciato e trattato come il legno o colorato in tutto lo spessore.
Campi di applicazione e impieghi componenti tecnici per impianti, arredamenti interni
Proprietà composizione legno 90%
meccaniche resistenza a trazioneallungamento a rotturaresistenza a flessioneresistenza all’impattodensità in forma compatta
28,2 N/mm2 0,6%51,4 N/mm2 4.8 KJ/m2
1400 Kg/m3
ciclo di vita attaccabilità biologica nulla
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212121
Tipologia materiale
Nome
Arboform Produttore
Tecnaro GmbHAm goldberg, 2D-99817 Eisenach (Germania)
Classificazione Organico naturale
Descrizione Arboform è un materiale composto da lignina (un polimero naturale, sottoprodotto delle industrie del legno) e daaltre fibre naturali (lino, canapa o altre fibre) legati da additivi naturali.E’ un composto granulare riciclabile.
Vantaggi il materiale è di facile lavorazione, si possono produrre forme complesse grazie a stampi a iniezione. Arboform vie-ne modellato ad alte temperature e può essere lavorato in stampi con le macchine per i convenzionali processi dilavorazione delle materie plastiche.Arboform ha caratteristiche simili ai polimeri termoplastici.
Campi di applicazione e impieghi pavimentazioni, profili per infissi, arredamenti esterni
Proprietà composizione lignina
canapalino
meccaniche resistenza a trazionemodulo elasticoresistenza a flessioneresistenza all’impattodensità in forma compattadurezza
10 - 22 N/mm2
1000 - 5000 N/mm2 10 - 50 N/mm2 2 - 5 KJ/m2
1300 - 1400 Kg/m3
50—80 shore D
ciclo di vita attaccabilità biologica nulla
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222222
Tipologia componente
Nome
Fermacell Produttore
Xella - distr. per l’Italia: sistemi di costruzione a secco srlvia Vespucci 39/4724050 Grassobbio (BG)
Classificazione Organico/inorganico naturale
Descrizione Le lastre in gesso fibra FERMACELL sono composte da gesso e fibre di carta riciclata.Prodotte per compressione ad alta pressione, risultano stabili ed inodori. I componenti, carta riciclata e gesso vengo-no legati solo con l’aggiunta di acqua, senza altri leganti; le lastre vengono quindi lasciate asciugare e infine tagliatenei formati voluti.
Vantaggi Fermacell garantisce protezione antincendio ed è adatto ad ambienti umidi. L’acqua provoca una reazione sul gessoche penetra e avvolge le fibre di carta riciclata. L’assenza di colle esclude qualsiasi cattivo odore e accrescel’attività di “traspirazione” della struttura omogenea delle lastre. Le lastre sono maneggevoli, il montaggio vieneeffettuato a secco. Non contengono sostanze nocive per la salute.
Campi di applicazione e impieghi pannelli per solai, rivestimenti interni
Proprietà composizione gesso
carta riciclata
meccaniche resistenza alla diffusione del vapor d’acqua 13 µ
ciclo di vita attaccabilità biologica nulla
termiche conducibilità termica λ 0,32 W/mK
acustiche isolamento al rumore aereo R’wisolamento al rumore da calpestio
54 dB53 dB
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232323
Tipologia componente
Nome
Isolkelnaf Produttore
Kenaf Eco Fiber Italia spavia Arginello, 4846030 Dosolo (MN)
Classificazione Organico naturale (85% )
Descrizione Isolkenaf è costituito da fibre di kenaf provenienti direttamente dalla coltivazione, da fibre di poliestere come fibradi sostegno (15%) e viene trattato con un prodotto naturale ignifugo, antimuffa a base di sali di boro. In alternativaalla fibra di poliestere può essere impiegato un legante naturale a base di acido polilattico, derivato dalla fermenta-zione del mais (Isolkenaf PLA)
Vantaggi le fibre di kenaf sono intrecciate e termo fissate tridimensionalmente, in questo modo si ottiene una maggior resi-stenza in entrambe le direzioni a parità di densità. Le fibre di kenaf contengono poche sostanze proteiche e solita-mente non necessitano di trattamenti contro insetti. E’ un prodotto di facile installazione, antiallergico, particolar-mente idoneo anche per il fai da te. Il suo utilizzo è pultio e non produce polveri nocive alla salute.
Campi di applicazione e impieghi isolamento interno di pareti e tetti, in intercapedine, per pareti divisorie, per solaio. Isolamento acustico rumori aereie da calpestio.
Proprietà composizione kenaf
meccaniche resistenza alla diffusione del vapor d’acqua 1,7 µ
ciclo di vita attaccabilità biologicadurata
difficile50 anni
termiche conducibilità termica λ densità standard passorbimento acquareazione al fuoco
0,039 W/mK 20 - 80 Kg/m37%classe B2
acustiche isolamento al rumore aereo R’wisolamento al rumore da calpestio
53 dB37 dB
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242424
Tipologia componente
Nome
Celenit N Produttore
Celenit srlvia Bellinghiera, 1735010 Onara di Tombolo (PD)
Classificazione Organico naturale 65% sintetico 35%
Descrizione Pannello isolante termico ed acustico, in lana di legno di abete, mineralizzata e legata con cemento portland ad altaresistenza. Il Celenit è costituito per il 65% di fibre di abete lunghe e resistenti e dal 35% da cemento Portland.
Vantaggi La struttura cellulare del legno conferisce al pannello alte capacità di isolamento (sia termico che acustico), legge-rezza, elasticità. Gli interstizi tra le fibre sono responsabili dell’assorbimento acustico e consentono una ottima pos-sibilità di aggrappaggio per tutte le malte.Questo agglomerato risulta compatto e robusto. Soprattutto per l’uso del legno di abete, per via delle sue fibre resi-stenti e duttili. Il cemento Portland invece conferisce al pannello un’assoluta insensibilità all’acqua, al gelo,all’umidità, e impedisce il degrado biologico inibendo lo sviluppo di muffe anche nell condizioni peggiori; inoltrerende le fibre resistenti al fuoco, impedisce la propagazione della fiamma, non sviluppa gas tossici e non gocciola
Campi di applicazione e impieghi cappotto esterno, isolamento in intercapedine, solaio, o di ambienti umidi; isolamento acustico rumori aerei e dacalpestio.
Proprietà composizione legno e cemento Portland
meccaniche resistenza alla diffusione del vapor d’acqua 5 µ
ciclo di vita attaccabilità biologica inattaccabile
termiche conducibilità termica λ densità standard pcapacità termica specifica creazione al fuoco
0,075 W/mK 400 Kg/m32100 J/kgK euroclasse B
acustiche isolamento al rumore aereo R, wisolamento al rumore da calpestio Ln, w
53 dB22 dB
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Materiali innovativi per l’edilizia
Bibliografia
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Giuseppe Bellandi, Fac. di Ingegneria Università degli Studi di Pisa, giugno 2007
Edilizia, sostenibilità e bioarchitettura: un percorso di innovazione per uno sviluppo
consapevole
Federico Della Puppa, Repertorio di VilleGiardini (XXIII edizione), Settembre 2004
Il patto di sviluppo del Metadistretto della Bioedilizia
Innovazione, efficienza e sostenibilità del costruire, a cura di Ernesto Antonimi e Giulia
Landriscina, RICOS, 2008
L’energia e i suoi numeri. Italia 2000
ENEA, Roma, 2001
L’Information Technology per l’innovazione delle imprese edili, Microsoft in collaborazione
con NetConsulting – Ottobre 2006
L’involucro edilizio: innovazione e sostenibilità
Giambattista De Tommasi, Politecnico di Bari, aprile 2004
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Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, a cura della Direzione Affari
Economici e Centro Studi, ANCE, ottobre 2007
Strutture: ok ai materiali innovativi, ma resta l'obbligo di autorizzazione
Azzurra Pacces, Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi, 26 febbraio 2008
The diffusion of innovation in home buildingDixie M. Blackley and Edward M. Shepard, III, Department of Economics, Le Moyne
College, Syracuse, New York, 13214-1399, april 2002
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Materiali innovativi per l’edilizia
Siti web utilizzati:
www.icoslarco.it Centro ICOS - Innovazione e Trasferimento Tecnologico nelle costruzioni
www.fidiaglobalservice.com Fidia srl
www.materialinnovativi.itCertottica - Istituto italiano per la certificazione dei prodotti ottici
www.materialconnexion.com/ Material Connexion
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