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Doping : si può fare qualcosa? P er quanto rilevabile dal punto di os- servazione della medicina legale e delle interconnesse attività di analisi chimico-tossicologica, questo sem- pre più allarmante fenomeno - che coinvolge non soltanto atleti professionisti sulla ribalta dei mass media, ma anche nutrite schiere di oscuri dilettanti e, tra essi, molti giovani e giovanissimi - può e deve essere monitorato, prevenuto e contrastato mediante l'adozione di una serie di misure che, in parte non tra- scurabile, competono anche alla medicina le- gale e ai laboratori di tossicologia forense operanti nel suo ambito . Analisi e questionari La prima misura dovrebbe consistere in un'analisi conoscitiva del fenomeno effettuata sui campi sportivi, durante le competizioni, negli spogliatoi, nelle palestre, oppure attra- verso la somministrazione di questionari sull'u- so di farmaci e di altri espedienti impiegati per migliorare le prestazioni atletiche o per con- sentirne l'espletamento a onta dell'esistenza di condizioni di inadeguatezza psico-fisica . Per ottenere dati il più possibile veritieri e completi si deve ovviamente dare la più seria garanzia che le risposte saranno gestite in ma- niera rigorosamente anonima ea esclusivo scopo statistico, lungi da sanzioni o da pregiu- dizi di sorta al prosieguo dell'attività sportiva . Devono essere prioritariamente analizzati i settori giovanili, dilettantistici e semi-profes- sionistici, anche perché in essi si incontrano minori resistenze, se non altro per la man- canza di rilevanti interessi economici, ed è più facile ottenere una maggiore genuinità di risposte ; inoltre si interviene in una fase in cui sussistono concrete opportunità di dissuasione e di prevenzione . Si deve contestualmente offrire agli interes- sati la possibilità di una consultazione medica qualificata - sempre sotto la garanzia del più rigoroso anonimato - anche per quanto attie- ne agli eventuali controlli laboratoristici . Sport8.Medicina " 6 " Novembre-Dicembre 2002 Fabio Buzzi Aldo Polettini Le possibili modalità di applicazione sul campo della legge antidoping n . 376/2000 In questa situazione si devono fornire agli atleti informazioni ampie e precise sugli effetti nocivi delle sostanze dopanti e occorre indurli ad affrontare dialetticamente, e non passiva- mente, eventuali sollecitazioni di adeguamento a esasperati "modelli di risultato - , promananti dal contesto sportivo di appartenenza . 63

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Page 1: Doping: si può fare qualcosa?Doping: si può fare qualcosa? P er quanto rilevabile dal punto di os-servazione della medicina legale e delle interconnesse attività di analisi chimico-tossicologica,

Doping : si può fare qualcosa?

Per quanto rilevabile dal punto di os-servazione della medicina legale edelle interconnesse attività di analisichimico-tossicologica, questo sem-

pre più allarmante fenomeno - che coinvolgenon soltanto atleti professionisti sulla ribaltadei mass media, ma anche nutrite schiere dioscuri dilettanti e, tra essi, molti giovani egiovanissimi - può e deve essere monitorato,prevenuto e contrastato mediante l'adozionedi una serie di misure che, in parte non tra-scurabile, competono anche alla medicina le-gale e ai laboratori di tossicologia forenseoperanti nel suo ambito .

Analisi e questionari

La prima misura dovrebbe consistere inun'analisi conoscitiva del fenomeno effettuatasui campi sportivi, durante le competizioni,negli spogliatoi, nelle palestre, oppure attra-verso la somministrazione di questionari sull'u-so di farmaci e di altri espedienti impiegati permigliorare le prestazioni atletiche o per con-sentirne l'espletamento a onta dell'esistenzadi condizioni di inadeguatezza psico-fisica .Per ottenere dati il più possibile veritieri e

completi si deve ovviamente dare la più seriagaranzia che le risposte saranno gestite in ma-niera rigorosamente anonima e a esclusivoscopo statistico, lungi da sanzioni o da pregiu-dizi di sorta al prosieguo dell'attività sportiva .Devono essere prioritariamente analizzati i

settori giovanili, dilettantistici e semi-profes-sionistici, anche perché in essi si incontranominori resistenze, se non altro per la man-canza di rilevanti interessi economici, ed èpiù facile ottenere una maggiore genuinità dirisposte ; inoltre si interviene in una fase in cuisussistono concrete opportunità di dissuasionee di prevenzione .Si deve contestualmente offrire agli interes-

sati la possibilità di una consultazione medicaqualificata - sempre sotto la garanzia del piùrigoroso anonimato - anche per quanto attie-ne agli eventuali controlli laboratoristici .

Sport8.Medicina " 6 " Novembre-Dicembre 2002

Fabio Buzzi

Aldo Polettini

Le possibili modalità di applicazione sul campodella legge antidoping n . 376/2000

In questa situazione si devono fornire agliatleti informazioni ampie e precise sugli effettinocivi delle sostanze dopanti e occorre indurliad affrontare dialetticamente, e non passiva-mente, eventuali sollecitazioni di adeguamentoa esasperati "modelli di risultato - , promanantidal contesto sportivo di appartenenza .

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Tabella 1

Sostanze e classi di farmaci vietate nei controlli effettuatie che hanno avuto esito positivo (dati 2001 - sito CONI)

Sostanze Controlli Sostanze

Controllipositivi

positivi

StimolantiCocainaEfedrinaCaffeinaPropilexedrinaAmfetaminaTotale*

NarcoticiMorfinaTotale*

Beta-agonistiSalbutamoloTerbutalinaTotale*

Agenti anabolizzantiNorandrosteroneNoretiocolanoloneTotale*

Alcuni risultati positivi corrispondono al rilevamento di più sostanzenello stesso campione

L'acquisizione del massimo numero diinformazioni su questi aspetti è indispensabileper apprestare misure di lotta al doping speci-ficamente calibrate sulla peculiare tipologiadella popolazione sportiva da raggiungere,anche al fine salvaguardare i criteri di efficaciae di efficienza che devono indirizzare l'alloca-zione delle risorse nella sanità pubblica .

Soprattutto prevenzione . . .

Invero, la lotta al doping è innanzitutto unintervento di prevenzione che rientra a pie-no titolo nell'impegno istituzionale della sa-nità pubblica per la tutela della salute in sensolato . Collateralmente essa ha anche non me-no importanti finalità di repressione dellafrode nelle gare sportive (illecito non a casocontemplato dall'articolo 1934 del CodiceCivile), che non potevano essere eluse da undispositivo normativo ad hoc, qual è la re-cente legge n. 376/2000 ("Disciplina dellatutela sanitaria delle attività sportive e dellalotta contro il doping") .

Ai sensi dalla legge n. 833/1978 i compitidi prevenzione sanitaria spettano alle Regioni,mentre quelli di natura repressiva - che nonpossono mancare nel contesto di enorme ri-lievo sociale ed economico dello sport a ognilivello - spettano al legislatore statale e nonpossono prescindere da specifiche sanzionianche sul piano penale .

È, infatti, evidente che l'impiego di sostanze

bio-farmacologicamente attive sull'organi-smo, in assenza di finalità intese a preservare,migliorare o recuperare la salute dell'indivi-duo e al di fuori dei consolidati canoni dia-gnostico-terapeutici, si pone in contrasto conla duplice connotazione costituzionalisticadella tutela della salute come "diritto dell'indi-viduo" e "interesse della collettività" (articolo32 della Costituzione), nonché con l'intransi-gente difesa dell'incolumità personale previ-sta dal Codice Penale .

. . . ma anche sanzioni penali

A questo proposito si deve realisticamenteammettere che soltanto sanzioni di tipo pe-nale possono responsabilizzare nella giustamisura anche coloro che si assoggettano allepratiche dopanti .

Infatti, gli atleti hanno un sostanzioso epressante interesse ad affermarsi sugli altricompetitori e le pratiche di doping facilitanoevidentemente il raggiungimento di questoscopo in una maniera che, allo stato, la filoso-fia e i principi informatori dello sport nonpossono giudicare accettabile (tabella 1) .

Inoltre, al presente, è alquanto difficile am-mettere che gli atleti siano totalmente incon-sapevoli di assumere sostanze o di sottoporsi apratiche con effetti dopanti .

Invero, le critiche mosse all'applicabilitàdelle sanzioni penali - quali previste dall'arti-colo 9 della legge n. 376/2000 ("chiunqueprocura ad altri, somministra, assume o favo-risce in ogni modo l'utilizzo di farmaci o di so-stanze biologicamente e farmacologicamenteattive . . .") - anche nei confronti degli atleti, sein buona fede appaiono quanto meno inge-nue, ove ispirate all'indulgenza di intravvederesoltanto elementi di totale passività da partedegli atleti medesimi e, e converso, di ravvisa-re esclusivamente e invariabilmente le incon-trastabili imposizioni da parte dei componentigli staff dirigenziali, tecnici e sanitari .Tra l'altro, è ormai sufficientemente chiaro -

ed è stato concretamente confermato anchedalle circostanze ambientali e dai comporta-menti emersi dalle indagini giudiziarie in corso- che il doping è largamente uscito dalla "ge-stione tecnica" dei medici ed è quasi total-mente auto-gestito in maniera diretta dagliatleti e dai membri delle squadre nonapparte-nenti ai ranghi sanitari .Questo nuovo profilo del doping, in crescita

esponenziale, rimanda essenzialmente da unlato all'acquisto sul mercato clandestino difarmaci per uso umano o veterinario e, dal-l'altro, all'approvvigionamento attraverso l'e-commerce: cioè nell'ambito, allo stato assolu-

Sport&Medicina " 6 " Novembre-Dicembre 2002

Diuretici8 Idroclorotiazide 24 Indapamide 14 Amiloride 11 Furosemide 11 Totale* 5

18Ormoni peptidicihCG 1

1 Totale* 11

H. Altre sostanzeCannabis (cannabinoidl) 29

5 Lidocaina (anestetici locali) 41 Timololo (beta-bloccanti) 16 Totale* 34

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amente incontrollabile, delle sconfinate pos-sibilità di acquisto attraverso il web .Via Internet si può, infatti, acquistare ogni

'tipo di sostanze dopanti, per l'utilizzo dellequali vengono anche forniti dettagliati rag-guagli sui tempi di eliminazione dall'organi-smo e sugli espedienti da adottare per occul-tarle nei controlli laboratoristici .

Una sinergia efficace

Si dovrebbe infine realizzare una stretta si-nergia operativa tra servizi regionali (previstidall'articolo 5 della legge n. 376/2000), labo-ratori periferici (previsti all'articolo 4, comma3, e richiamati nel predetto articolo 5) e medi-ci dello sport cui sono affidate, tra l'altro, an-che le funzioni istituzionali a finalità valutativo-idoneativa organizzate su base regionale .Questa sinergia dovrebbe riguardare non

soltanto le attività di prelievo e la corretta ge-stione della catena di sicurezza dei campionibiologici destinati ai controlli laboratoristici,ma anche quelle misure di tipo prevenzionisti-co e informativo in precedenza sommaria-mente ricordate, che danno un senso com-piuto al cosiddetto onere di garanzia, o diprotezione, implicitamente affidato a ognimedico che operi nel contesto del SSN, speciese con compiti valutativo-idoneativi e di sorve-glianza sanitaria .

Schema operativo

In sintesi, ecco una proposta di schemaoperativo sul quale potrebbero modellarsi gliinterventi antidoping :- indagine conoscitiva sul fenomeno dopingnelle diverse regioni ;- sviluppo e attivazione di una rete di con-trolli antidoping, basata sull'attivazione di la-boratori periferici accreditati e finanziati a li-vello regionale, consensualmente al sistemadi finanziamento previsto dall'articolo 10 dellalegge n . 376/2000 (che esclude dal sovven-zionamento da parte del ssN e dello Stato i la-boratori accreditati dal CIO, individuati dall'ar-ticolo 4, n . 1, ma non quelli il cui funziona-mento è assegnato alle Regioni, ai sensi del-l'articolo 4, n . 3) ;- predisposizione di un programma di con-trolli antidoping non soltanto di respiro na-zionale, ma modulato anche consensualmentesulle diverse contingenze locali .Le principali attività da sviluppare entro

questo schema operativo per i controlli di la-boratorio potrebbero essere, in sequenza cro-nologica, quelle riportate di seguito e riassun-te in tabella 1 .

Sport&Medicina " 6 " Novembre-Dicembre 2002

Tabella 2 Proposta di schema operativoper gli interventi antidoping

J Selezione di un campione rappresentativodella realtà sportiva regionale

J Individuazione delle migliori strategie di controllo analiticoda applicare in rapporto alle possibili tipologie di impiegodi sostanze dopanti

J Analisi dei costi relativi alle diverse fasi del controlloanalitico in relazione agli obiettivi che dovrannoessere conseguiti

J Individuazione dei requisiti minimi necessariper l'attività di controllo antidoping da parte dei laboratori

J Studio e proposta di metodologie da applicarenella fase pre-analitica

J Sviluppo e validazione dei metodi analiticiper il rilievo di sostanze dopanti

J Definizione di un protocollo analiticodi controllo di qualità interno

J Individuazione di criteri univocidi interpretazione dei risultati analitici

J Definizione di un protocollo standardizzatoper la refertazione e la diffusione dei risultati analitici

J Sviluppo di un sistema informatico per la raccolta centralizzatae l'elaborazione dei dati relativi ai controlli analitici

J Progettazione di un sistema di validazione della qualitàche preveda la verifica periodica delle prestazioni fornitedai laboratori (controllo qualità esterno)

J Creazione e gestione di una banca dati di standard analiticie dei campioni positivi

,/ Attività di coordinamento e collegamento tra i laboratori

J Sviluppo di un sito web in cui vengano raccolte le informazioniriguardanti il fenomeno doping

Innanzitutto la selezione di un campionerappresentativo della realtà sportiva regionale,seguita dall'individuazione delle migliori stra-tegie di controllo analitico da applicare inrapporto alle possibili tipologie di impiego disostanze dopanti .Bisognerà poi prevedere il controllo dei co-

sti delle diverse fasi dell'esame analitico in re-lazione agli obiettivi che dovranno essereconseguiti e l'individuazione dei requisiti mini-mi necessari per l'attività di controllo antido-ping da parte dei laboratori coinvolti .Sarà necessaria una fase di studio e di pro-

posta delle metodologie da applicare nellafase pre-analitica (prelievo, trasporto e con-servazione dei campioni) insieme con lo svi-luppo e la validazione dei metodi analiticiper il rilievo di sostanze dopanti appartenentialle varie classi stabilite dalla Commissione dicui all'articolo 3 della legge n . 294/2000(tabella 2) .Un passo successivo riguarderà la definizio-

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Sostanze dopanti:si attende la lista delle sostanze proibite

Non è stato effettuato, fino a oggi, alcun aggiornamento sulla leggeanti-doping 376/2000, anche se la Commissione nazionale antidopingha approvato la lista delle sostanze dopanti.Tale lista, che riguardaprincipi attivi e specialità medicinali presenti sul mercato, rispecchiaquella del clo (Comitato internazionale olimpico), ma prevede anchela possibilità di integrazioni future .

È, inoltre, previsto che sulle confezioni e sui foglietti illustrativi ditutte le specialità medicinali in commercio contenenti i principi atti-vi presenti nella lista, sia apposto un bollino di riconoscimento inmodo da informare i consumatori che praticano attività sportivadella presenza di sostanze potenzialmente dopanti.

Tuttavia la lista delle sostanze non è ancora operativa, poiché se neattende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale .

ne di un protocollo analitico di controllo diqualità interno strettamente correlato all'indi-viduazione di criteri univoci di interpretazionedei risultati analitici e alla messa a punto di unprotocollo standardizzato per la refertazione ela diffusione dei risultati analitici .È inoltre necessario lo sviluppo di un sistema

informatico per la raccolta centralizzata e lasuccessiva elaborazione dei dati riguardanti icontrolli analitici .La progettazione e la gestione di un sistema

di validazione della qualità che preveda la veri-fica periodica delle prestazioni fornite dai la-boratori coinvolti (controllo di qualità esterno)saranno momenti fondamentali, seguiti aruota dalla creazione e dalla gestione di unabanca dati di standard analitici e di campionipositivi .

Infine, occorre prevedere attività di coordi-namento e di collegamento tra i laboratori e lacreazione e lo sviluppo di un sito web in cuiraccogliere, aggiornare e rendere disponibilion line (con possibilità di diverse tipologie diaccesso) tutte le informazioni riguardanti, avario titolo, il fenomeno doping .Fabio BuzziProfessore ordinario di Medicina legaleAldo PolettiniProfessore associato di Medicina legalee Tossicologia forenseDipartimento di Medicina legalee Sanità pubblicaUniversità di Pavia

La bibliografia di questo articoloè disponibile tramite una ricercaguidata all'indirizzo internet :

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Basil Glazer, Beatriz Walterspiel,Stephen Rosenholtz .

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