donne e uomini capaci di vangelo · l’indagine sulla famiglia voluta dal papa un questionario con...

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1 Insieme Notiziario delle comunità parrocchiali di Berbenno, Blello e Selino Alto AVVENTO 2013 Donne e Uomini Capaci di Vangelo

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InsiemeNotiziario delle comunità parrocchiali di Berbenno, Blello e Selino Alto

AVVENTO 2013

Donne e UominiCapaci di Vangelo

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InsiemeAnno II - Numero 4Novembre 2013

Direttore responsabile:Don Luca Gattoni

Direttore di redazione:Romina Tamerici

Redazione: don Luca Gattoni, don Romeo Todeschini, Valentina Bai-telli, Giulia Colombo, Simone Filip-pi, Maria Locatelli, Maura Locatelli, Nino Loconte, Luana Nava, Stefa-nia Pozzi, Federica Salvi, Romina Tamerici.

Altri collaboratori: Anthony Lo-catelli, Gian Maria Salvi, Michele Salvi, don Egidio Todeschini, Mari-ka Vettori

Foto a cura della Redazione

Stampa Tipolitografia ALGIGRAF Brusaporto (BG) - Tel. [email protected]

Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato.

INDICE

EditorialE

L’indagine sulla famiglia voluta dal Papa ............................. pag. 3

in primo piano

Donne e uomini capaci di Vangelo .................................... pag. 4

I nuovi consigli parrocchiali ............................................... pag. 7

Vita di comunità

Le nostre comunità camminano insieme ............................ pag. 9

Seguiamo la stella ............................................................... pag. 11

Cornabusa: una cattedrale nella roccia ............................... pag. 13

Mandato agli operatori pastorali ......................................... pag. 14

Lo stile di Madre Carla ....................................................... pag. 15

Il Signore ci ha chiamato... e noi abbiamo risposto ........... pag. 16

50° anniversario di ordinazione di don Tullio Pasini ........... pag. 17

Quando la morte diviene speranza .................................... pag. 18

diario dElla comunità

Castagnata 2013 ................................................................ pag. 24

Incontro dei neodiciottenni berbennesi ............................. pag. 25

Estate 2013: la mia Romania ............................................. pag. 26

Comprenderci... mentre educhiamo .................................. pag. 29

C’è qualcosa nell’aria ........................................................ pag. 31

Per il nostro amico Mimi .................................................... pag. 33

Iniziative del gruppo diocesano La Casa ............................. pag. 34

Una bella scorpacciata in compagnia! ................................ pag. 35

Aspettando il Santa Natale 2013 ........................................ pag. 36

calEndario dicEmbrE ........................................................ pag. 37

anagrafE ............................................................................ pag. 38

racconto finalE ................................................................ pag. 39

pappa rEalE - la fEbbrE dEl sabato sEra

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InsiemeNotiziario delle comunità parrocchiali di Berbenno, Blello e Selino Alto

AVVENTO 2013

Donne e UominiCapaci di Vangelo

Editoriale

L’indagine sulla famiglia voluta dal Papa

Un questionario con 38 domande inviate ai Vescovi di tutto il mondoIn preparazione al Sinodo e per una pastorale rinnovata

Papa Francesco continua a stupire! Per quello che dice e soprattutto per ciò che fa o intende fare. Non a caso, il 14 novem-

bre, durante la visita restituita al Capo dello Stato, ha affermato: «Vorrei idealmente bussare alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo». In effetti, particolarmente necessaria oggi, stante la realtà sempre più degradata che si registra in Italia e nel mondo, dove abbondano i divorzi, le convi-venze extraconiugali, gli aborti, la contraccezione, la pedofilia e l’omosessualità. Un indebolimento o abbandono della fede che fa soffrire il Papa, tanto da parlarne in più occasioni, come ha fatto durante il Consiglio dei Cardinali nell’incontro dell’ottobre scorso. Per questo ha indetto la Terza assemblea generale straordinaria che si svolgerà a Roma tra il 5 e il 19 ottobre 2014, anticipata ai giornalisti durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro, il cui argomento sarà, appunto, quello delle Sfide della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione. A essa seguirà il Sinodo ordinario del 2015, al fine di «cercare le linee operative per una pastorale rinnova-ta nei confronti delle persone “ferite”, essendo “ur-gente e necessaria” l’attenzione dell’episcopato mon-diale alle problematiche, inedite fino a pochi anni fa», riguardanti la famiglia. A tale scopo il Pontefice ha formulato un questionario di ben 38 domande sui temi sopra elencati, inviato ai Cattolici di tutto il mondo che dovranno rispondere entro il 31 di-cembre di quest’anno (chi è interessato, le trova in Internet alla voce Questionario di Papa Francesco).

I quesiti mirano ad appurare la reale conoscen-za dell’insegnamento ecclesiastico sulla famiglia e sul matrimonio, quanto tale dottrina sia diffusa e integralmente accettata, le cause delle situazioni coniugali difficili, le unioni tra persone dello stes-so sesso, «cui non di rado è consentita l’adozione di figli», l’educazione dei bambini e via elencando. Problemi ai quali, secondo il gesuita Padre Federi-

co Lombardi, direttore della Sala Stampa della San-ta Sede, la Chiesa universale deve poter dare una soluzione. Il Papa, che se ne occupa e preoccupa, «intende portare avanti la riflessione ed il cammino» da effettuarsi «nella piena comunione della comu-nità ecclesiale con la partecipazione responsabile dell’episcopato delle diverse parti del mondo … sui temi legati alla famiglia, compresi la situazione dei divorziati e dell’accesso ai sacramenti». Evidente lo scopo: proporre appropriate soluzioni pastora-li, onde risolvere il problema dei tanti battezzati esclusi dalle liturgie sacramentali, coppie risposa-te o conviventi, persone che usano preservativi o hanno abortito, nonché omosessuali; come hanno fatto le chiese ortodosse che, in alcuni casi, bene-dicono le seconde nozze, se avvengono dopo un cammino penitenziale. O nel modo ipotizzato l’8 ottobre scorso in Germania, dove è stato pubblica-to un documento per migliorare la situazione dei credenti divorziati che desiderano riavvicinarsi alla Chiesa e ai sacramenti finora interdetti, dando loro ascolto, come auspicato dal responsabile dell’Uffi-cio per la cura delle anime di Friburgo, il decano Andreas Moehrle, convinto che, dato l’ormai ele-vato numero di divorzi, la Chiesa deve cambiare atteggiamento, offrendo colloqui per appurare i motivi del fallimento del matrimonio e verificare la vitalità della fede, onde permettere a chi soffre per l’esclusione dai sacramenti di poterne godere. Conversazioni da effettuarsi anche con i conviventi che rappresentano, a detta del Relatore generale del Sinodo, il cardinale ungherese Péter Erdö, «uno dei problemi più importanti in molti Paesi», da af-frontare e risolvere, insieme a quello delle unioni tra persone dello stesso sesso e dell’eccessivo ri-corso agli aborti.

Casi difficili che spesso creano sofferenze in chi ha abbandonato ogni pratica religiosa e lasciato la Chiesa perché non ne comprendeva la condanna, sancita, in caso di divorzio e nuove nozze, in obbe-dienza al precetto espresso da Gesù, «l’uomo non

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Donne e uomini capaci di Vangelo La lettera pastorale del Vescovo Francesco

Donne e uomini capaci di Vangelo è la let-tera che il nostro Vescovo ci ha conse-gnato per quest’anno pastorale. Dopo

la sollecitazione che ci è stata fatta lo scorso anno con la lettera sulla fraternità cristiana, quest’anno, guardando all’importanza del crescere come Chie-sa, soprattutto nella dimensione della comunione, della fraternità e di cammini espressi comunita-riamente, il Vescovo ha ritenuto opportuno solle-citarci a porre l’attenzione sugli adulti, figure che dovrebbero essere presenze portanti del cammino ecclesiale.

La lettera parte da un incontro del Vescovo con un catechista di una comunità parrocchiale del Malawi a cui ha consegnato la reliquia del beato papa Giovanni XXIII. Questo catechista, ricevendo il dono della reliquia, dice in risposta al Vescovo, ma rivolto alla sua comunità: «Questo dono rimarrà vuoto, senza significato, se noi non diventeremo santi come lo è diventato Papa Giovanni». Il discorso di questo uomo, credente adulto che ha fatto della fe-de non un abito da esibire ma la sorgente della sua vita, è lo spunto per una prima riflessione su chi debba essere accompagnato da un’azione catechi-stica che renda sempre più uomo o donna capace di Vangelo. Chi vuole essere preso in considerazio-ne da questa proposta sono uomini e donne aiutati a camminare verso la santità. Uomini e donne che nell’ordinarietà caratterizzano la stragrande mag-gioranza delle nostre comunità parrocchiali.

Il cristiano adulto

Il Vescovo ci fa una proposta, ci indica un cam-mino e ci dice che bisogna dare una mano al cri-stiano adulto perché diventi santo, perché faccia della propria fede non qualcosa da esibire in deter-minate circostanze, ma la sorgente viva del proprio cammino di persona che sta nella quotidianità del vivere. C’è proprio bisogno che vengano presi in considerazione uomini e donne adulte o dobbiamo dedicarci più ai piccoli, ragazzi, adolescenti e gio-vani? Ovviamente non devono essere abbandonati

questi, ma nella lettera si dice che per essere co-munità cristiana c’è bisogno di dare una mano an-che agli adulti così a inserirli in proposte e percorsi che facciano essere cristiani grandi, in cammino verso la santità.

I catechisti delle nostre comunità

Il secondo spunto il Vescovo l’ha preso dai 28 incontri vicariali dell’anno scorso in cui ha incon-trato tutti i catechisti e le catechiste della Diocesi. Guardando come in una foto questi ventotto grup-pi di catechisti, il Vescovo ha colto dentro questo enorme patrimonio una grandiosa espressione delle quattrocento comunità parrocchiali capaci di garantire un servizio di catechesi a ragazzi, ado-lescenti, giovani e magari qualche adulto. Questa foto, dice il Vescovo, è caratterizzata da tre tratti:

• un tratto gioioso: c’è molta gente appassiona-ta che si dedica a questo servizio, magari da anni;

• qualche ruga e inquietudine: ci sono pochi catechisti per gli adolescenti, meno per i giovani e ancor meno per quanto riguarda gli adulti;

• una domanda: l’accompagnamento, la cura al Vangelo, spezzettato per i vari volti della comu-nità, deve essere messa in atto fino a una certa età e poi ci si deve accontentare delle occasioni che si presentano (es. Messa domenicale) oppure c’è da fare qualche riflessione e proporre qualcosa di più corposo e continuativo anche per gli adulti?

Il confronto tra il passato e i giorni nostri

Fino a qualche decennio fa, anche se importan-te, la famosa dottrina della domenica pomeriggio non raggiungeva la totalità delle persone: era il contesto dentro il quale viveva l’adulto a favorire la sua crescita e a farlo diventare forte nella fede. Oggi questo contesto favorevole non esiste più: la società in cui viviamo non facilita l’apprendimento e il rafforzamento della fede.

Nel decennio scorso i vescovi italiani aveva-no intitolato gli orientamenti pastorali per gli an-ni 2000-2010 Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Da qualche anno ci interroghiamo sul come passare le buone parole e la buona vita del Vangelo in un contesto di veloce cambiamento: chiederci in che condizione sia la vita della comu-nità è un esercizio opportuno, altrimenti anche le iniziative più belle diventano un buco nell’acqua se non tengono conto della situazione dentro la quale siamo.

L‘icona delle Beatitudini

A partire dal dipinto del Beato Angelico, il Ser-mone della montagna, il Vescovo ci ricorda che es-sere al seguito di Cristo non dipende prima di tutto dalla partecipazione a degli incontri di catechesi, ma da un incontro personale con Gesù stesso.

L’icona presenta il Cristo che annuncia e attorno il gruppo dei Dodici. È un gruppo che si sintonizza con Gesù e la sua parola; ma dentro questo gruppo ce n’è uno, Giuda, che non riesce a entrare in sin-tonia con Gesù, per incanalare la sua esistenza al suo seguito.

La proposta fatta nella lettera pastorale non è soltanto di strutturare bene dei percorsi catechistici per gli adulti (anche se è cosa da fare), ma quella di farli diventare strumento perché la relazione piena con la vita di Gesù sia supportata da proposte che dicano e aiutino l’adulto a essere uomo o donna capace di Vangelo, adulto nella fede. L’anno scorso abbiamo riflettuto sulla necessità di maturare una bella fraternità nelle nostre comunità a servizio del territorio a cui apparteniamo; a ciò c’è da aggiun-gere quale mano dare a questi uomini che devono essere adulti nella fede perché facciano un’espe-rienza piena di incontro con Gesù.

Il Cristo deve essere il riferimento costante del dire e del vivere la vita di fede. Fede come relazio-ne, come incontro, come condivisione, come presa in considerazione non di una parola soltanto, ma di una persona, che è Cristo in tutta la sua pienezza.

Le prospettive

Su quali cammini indirizzare il nostro futuro, il nostro progettare un cammino di vita per la comu-nità intera e in particolare per la comunità adulta? La lettera fa una specie di carrellata toccando alcu-ne proposte.

In primis l’Anno della fede. È un anno nel quale siamo stati sollecitati a prendere in mano in modo più forte il nostro credere: anche se si è concluso il 24 novembre, deve continuare a proporre frutti di vita cristiana.

Il Vescovo prende poi in considerazione il secon-do annuncio, cioè una rinnovata, sintetica, decisiva proposta a chi ha già ricevuto il primo annuncio, per far nascere la voglia di vivere la fede non ai non credenti ma a chi è già battezzato e credente, pur avendo bisogno di un qualcosa di forte e impor-tante per vivere una fede più vera. Il Vescovo ci in-vita dunque a prendere in considerazione non chi

separi ciò che Dio ha unito», che comporta l’indisso-lubilità del matrimonio per il bene dei coniugi e dei figli. Una condanna derivante, invece, dal racconto biblico su Sodoma e Gomorra, distrutte da Dio per gli atti di omosessualità che vi si compivano. E, per quanto riguarda gli aborti, dal comandamento divi-no che impone di Non uccidere, quindi neppure un feto che è già un essere vivente. Comportamenti ormai molto diffusi nella società secolarizzata di oggi, nei confronti dei quali il Pontefice ritiene che la Chiesa dovrebbe mostrare la stessa misericor-dia, tolleranza e perdono di cui dà prova in caso di efferati delitti contro l’uomo e l’umanità. Con-vinzioni e preoccupazioni, dettate dallo stato in cui

versa la famiglia nel mondo della globalizzazione, che lo hanno spinto a stendere il questionario e a indire il Sinodo. Per appurare se e come sia possi-bile adeguarsi ai tempi correnti che risentono del relativismo, a suo tempo condannato da Benedetto XVI, e della diminuita fede religiosa, onde restituire un accesso ai Sacramenti a quanti hanno divorzia-to, abortito o avuto rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Anche a queste Papa Francesco vorrebbe aprire le porte, sperando di riavvicinarle a Dio. E l’indizione del Sinodo straordinario ne è la dimostrazione lampante.

Don Egidio Todeschini

In primo piano In primo piano

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In primo piano

è fuori della Chiesa, ma chi frequenta ed è presente nella nostra comunità e nei cammini che la carat-terizzano. Rendere robusta la fede di persone che la possiedono, ma hanno bisogno di renderla forte, piena, bella e proponibile in ogni contesto di vita. Il tempo che viviamo ha bisogno di gente adulta convinta, perché deve far fronte a vissuti e persone che distorcono il tuo credere: se non si è robusti si rischia di essere annacquati dentro l’indifferenza.

Occorre individuare figure di adulti credenti che sono chiamati a fare i catechisti degli adulti: qual-cuno che stia sopra gli altri, ma a servizio degli altri adulti. Occorrerà pertanto programmare, progetta-re, formare perché ci siano catechisti degli adulti.

Dimensione catecumenale

Questi processi non devono avvenire solo per-ché c’è una migliore organizzazione della fede. Stiamo percependo l’importanza di percorsi di catecumenato per persone giovani e adulte che chiedono di ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana: a queste persone che scoprono la fede, oltre a momenti di catechesi in preparazione ai sacramenti, occorre proporre un’esperienza piena di vita, fatta di Parola, Eucaristia e Carità. La di-mensione catecumenale lega insieme Parola, cele-brazione e testimonianza di vita. Un bel percorso catecumenale porta dentro questa pienezza di vita cristiana, non solo nell’istruirsi nella fede ma nel far camminare dentro una proposta piena di vita cristiana, di appartenenza alla comunità.

Il ruolo dell’Azione Cattolica

La nostra Diocesi si differenzia molto rispetto ad altre Diocesi, perché c’è un’abbondanza di pro-poste e di percorsi. Prima del Concilio Vaticano II le nostre parrocchie ricevevano catechesi, anima-zione liturgica, interventi caritativi, formazione al politico e attenzione alla famiglia tramite l’Azione Cattolica. Con il Concilio c’è stato da una parte un fiorire di operatori, animatori e catechisti e dall’al-tra un ricco muoversi di movimenti e associazioni di ogni tipo che sono andati crescendo. Questa plu-ralità ha tolto l‘erba sotto i piedi all’Azione Cattolica. Il Vescovo la propone invece come opportunità nel-le nostre comunità perché in tutta questa ricchezza non c’è più nessuno all’interno delle nostre parroc-chie che serva l’insieme dell’essere comunità. Ab-biamo ottime azioni di servizio a porzioni della vita pastorale e la presenza di movimenti con carismi

particolari ma che rischiano di non aver presente il tutto della comunità che ha bisogno che ci sia qual-cuno che la serva in tutta la sua interezza.

Indicazioni per il cammino

Il Vescovo sollecita ad almeno un triennio inizia-le che si caratterizzi in questo modo:

• Primo anno: si facciano emergere da tutte le comunità parrocchiali le iniziative, le forme, i mo-menti, le occasioni in cui la comunità mette in at-to proposte per gli adulti. Fotografiamo ciò che già esiste.

• Secondo anno: valutare i percorsi che hanno provocato una serie di bei risultati in termini di vita buona, proponibile anche agli altri. Tra tutte, quali proposte meritano di essere divulgate e proposte anche ad altre comunità come azioni significative?

• Terzo anno: se ce n’è bisogno, fare proposte nuove a livello diocesano o vicariale.

Questo è il compito affascinante che il Vescovo ci affida per far crescere Donne e uomini capaci di Vangelo.

don Luca

In primo piano

I nuovi Consigli parrocchiali

Uno dei momenti più significativi dell’i-nizio del nuovo anno pastorale è stato quello della costituzione dei nuovi Con-

sigli pastorali parrocchiali per le parrocchie di Ber-benno e Selino Alto e del Consiglio degli Oratori. Si tratta di organismi molto importanti per la vita delle nostre comunità parrocchiali.

A proposito dei Consigli pastorali parrocchiali i documenti del Sinodo della Chiesa di Bergamo dicono: «Il consiglio pastorale parrocchiale è l’orga-nismo pastorale dove si incontrano presbiteri, laici e consacrati nell’impegno a edificarsi sempre più come comunità secondo il Vangelo (n. 86). Ogni parrocchia deve istituire il consiglio pastorale par-rocchiale, con il compito di consigliare il parro-co nella conduzione pastorale della parrocchia. Il CPaP è segno della comunione e della fraterni-tà parrocchiale ed esprime la corresponsabilità di tutti i membri del popolo di Dio nella costruzione continua della Chiesa: è segno della decisione comu-ne pastorale, dove il ministero della presidenza, pro-prio del parroco e la corresponsabilità di tutti i fedeli devono trovare la loro sintesi (n. 87)».

In particolare ai due nuovi consigli pastorali quest’anno vengono affidati due compiti:

• Far diventare le nostre comunità un luogo do-ve tutti possano sentirsi a casa, vivendo e respiran-do un vero clima di fraternità dentro e tra le nostre parrocchie; questo ci permetterà di camminare in-sieme verso la costituzione dell’unità pastorale in un futuro prossimo.

• Essere attenti a tutte le persone, portando loro la buona notizia: il Vangelo di Gesù Cristo. È l’invito che la nostra Diocesi ci fa per il nuovo anno, in cui siamo chiamati a lavorare e riflettere sull’annuncio della catechesi agli adulti, come ci ha ricordato il Vescovo nella sua lettera pastorale Donne e uomini capaci di Vangelo.

Il Consiglio pastorale della parrocchia di Ber-benno è composto da queste persone:

Don Luca GattoniDon Donato BaronchelliBettinelli DarioColombo EttoreLocatelli NicolettaLocatelli PieraLocatelli SergioMadre GiuseppinaMicheletti AnnaMosca DiegoMusitelli FedericoMusitelli SandroPesenti Patrizia Salvi CatitaSalvi GianMarioSalvi MariaTodeschini BrunaTodeschini Roberto Vettori MarikaVitali Anna

Il Consiglio pastorale della parrocchia di Selino Alto è composto da queste persone:

Don Luca GattoniDon Donato BaronchelliBorella AndreinoBorella MichelaCarminati EnricoCuter AnnaLocatelli AlbinaMager MatteoMariani ClaudioMasnada LuigiMazzoleni AlessandraPersoneni Maria TeresaRossi LucaRota Ivan Zanardi Patrizia

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Riguardo il Consiglio degli Oratori, gli Orien-tamenti pastorali della Diocesi di Bergamo dicono che: «Il Consiglio dell’oratorio ha il compito di ricor-dare che in ogni attività è importante che si mostri il volto dell’oratorio, che è un volto dedito ai ragazzi e alla loro crescita, il volto amorevole della comunità cristiana: ciò significa sostenere la corresponsabilità di tutti all’azione educativa in una comunione d’in-tenti. [...] II Cdo è uno strumento di guida con il prin-cipale compito di far comprendere e rendere effettivo che l’oratorio è di tutti e che la sua vita dipende da ognuno. Tutto ciò fa comprendere che il Cdo non può essere considerato come un organo di governo preordinato e scollegato dalla vita quotidiana, ma de-ve invece porre grande attenzione ai movimenti, cam-biamenti, evoluzioni e rileggerli con sguardo critico, capace di valutare ciò che accade al di là del singolo fatto».

Ai nuovi consiglieri chiediamo in particolare di coordinare le attività di animazione per bambini, ragazzi, adolescenti e giovani, con alcune proposte particolari per la riapertura dell’oratorio di Selino Alto. Inutile dire che per il buon funzionamento dell’oratorio sarà decisivo il contributo e l’impegno

dei genitori e delle famiglie, senza le quali diven-ta impossibile fare qualsiasi proposta…

I componenti del Consiglio degli Oratori sono:don Luca GattoniAlbergoni MilenaBaitelli RaffaelloBaitelli ValentinaBonetali LucreziaCerboni ElenaFilippi Simone Grand DeniseMasnada NadiaSalvi AlessandraSalvi NicolaSalvi RosariaTiraboschi RenatoVanotti Benedetta

A queste persone che si sono messe in gioco e a tutte quelle che collaborano con le nostre parroc-chie vanno tutta la mia stima e la mia personale riconoscenza.

don Luca

La celebrazione del Mandato agli operatori pastorali che si è svolta Domenica 6 Ottobre

Vita di comunità

Le nostre comunità camminano insieme...

Cari fratelli e sorelle, lo scorso Natale ave-vamo promesso il nostro impegno a rag-giungere le vostre case con il notiziario

più “leggero” ogni due mesi circa, per un totale di sei numeri l’anno. Ci stiamo impegnando per fare tutto il possibile per rendere questo nostro notizia-rio attento alla vita delle nostre comunità e, questa volta, vi raggiungiamo all’inizio del nuovo Anno li-turgico e del Tempo di Avvento. Ripercorriamo ora gli avvenimenti più significativi vissuti nelle scorse settimane.

• Domenica 6 ottobre, ha preso il via ufficial-

mente il nuovo anno pastorale con il Mandato a tutti gli operatori, i catechisti, i componenti dei consigli e i volontari delle nostre comunità parroc-chiali. Affidiamo tutte queste persone al Signore Gesù, perché le ricompensi per tutto il tempo, le energie e le risorse che mettono a disposizione per le nostre comunità parrocchiali.

• Sempre in quella domenica hanno preso il via gli incontri di catechesi per i bambini, i ragazzi e gli adolescenti dalla prima alla quinta superiore. Con il tempo vorremmo fare una proposta di cate-chesi anche per i giovani.

• Domenica 13 ottobre, abbiamo celebrato la Giornata Missionaria Mondiale. Padre Pierluigi Cadè, missionario comboniano, ci ha offerto la sua testimonianza e proposto una riflessione sul signi-ficato dell’essere missionari oggi. Abbiamo raccol-to 35 euro a Blello, 871 euro a Berbenno e 545 euro a Selino Alto. Le offerte sono state inviate al Centro Missionario Diocesano, per l’opera missio-naria della Chiesa in tutto il mondo.

• Lunedì 14 ottobre, con la preghiera e la be-nedizione presso il Santuario della Cornabusa, ha preso il via il percorso vicariale per i fidanzati in preparazione al matrimonio.

• Domenica 20 ottobre, la comunità di Selino Alto ha vissuto una giornata di festa durante la qua-le ha ringraziato il Signore insieme con don Tullio Pasini per il suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale e il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del comune di Sant’Omobono Terme.

• In quella stessa domenica hanno preso il via anche i laboratori di don Bosco: una proposta sempre bella, in cui tanti genitori si mettono in gioco coinvolgendo in alcune attività interessanti i bambini e i ragazzi. Il pomeriggio è stato allie-tato anche dalla fantastica Castagnata: qualcosa di buono da sgranocchiare tra un gioco e l’altro fa sempre piacere!

• Domenica 27 ottobre, durante la Messa a Ber-benno abbiamo festeggiato i diciottenni. Una gior-nata importante per questi nostri ragazzi, chiamati da maggiorenni a essere protagonisti nella vita del-le nostre comunità. Il gesto con cui abbiamo detto ai ragazzi che ormai sono grandi è stata la Conse-gna della Costituzione da parte del Sindaco, duran-te il pranzo che si è svolto in oratorio.

In primo piano Vita di Comunità

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Seguiamo la stellaContenti della buona notizia

Cammino di Avvento 2013

Il tema delle Beatitudini, suggerito dal Vescovo Francesco con la sua Lettera Pastorale, resta sullo sfondo della proposta fatta alla nostra Diocesi per il tempo di Avvento. In quel brano, Gesù è presentato come il Maestro: Maestro di umanità e per l’uma-nità. I cristiani, come i discepoli, sono coloro che si avvicinano, che cercano i primi posti per ascol-tare meglio, per non perdere una sola parola del discorso, per bere e dissetarsi alla fonte della vita. La catechesi è il modo che la Chiesa ci offre per avvicinarci a Gesù e ascoltarlo meglio: si è uditori della Parola se si sta con lui, se si condividono sia l’esperienza sia le parole.

Il tema proposto dalla Diocesi di Bergamo per l’Avvento 2013 è quello della Stella di Natale. La stella è un’immagine che facilmente associamo al Natale, alla venuta di Gesù che viene. La stella è il segno del cielo che ci comunica che un dono stra-ordinario è preparato per noi fin dall’origine, prima che il mondo fosse. La stella è la provocazione che necessita di domande e di intelligenza, è un segno che va interpretato: nemmeno tutta la scienza dei Magi riesce a decifrarlo senza la luce delle Scrittu-re. Anche noi come i Magi, cristiani in cammino e in ricerca, insieme seguiamo la stella.

Per ogni settimana/domenica di Avvento e Na-tale si è individuato un personaggio biblico che non solo compare nelle letture della domenica, ma anche interpreta l’atteggiamento su cui si intende lavorare durante la settimana:

• la prima settimana il personaggio sarà il pro-feta Isaia, che ci ricorderà l’importanza della pre-ghiera;

• la seconda settimana il personaggio sarà Ma-ria, che ci inviterà a riscoprire il dono della fede;

• la terza settimana il personaggio sarà Giovan-ni Battista, che ci rivolgerà un forte invito alla con-versione;

• la quarta settimana il personaggio sarà Giu-seppe, colui che è stato capace di vera accoglienza nei confronti di Maria e Gesù;

• a Natale il personaggio sarà ovviamente Gesù, che aprirà il nostro cuore alla gioia e allo stupore;

• i re Magi chiuderanno il nostro cammino il giorno dell’Epifania, invitandoci all’adorazione da-vanti a Gesù, a cui fare dono della nostra vita.

La preghiera in famiglia

Il sussidio, intitolato Seguiamo la Stella - Conten-ti della Buona Notizia, si rivolge a tutte le famiglie, alle coppie e agli adulti in generale. Vuole essere un aiuto per ritagliare ogni giorno un piccolo spa-zio di preghiera, se possibile insieme, genitori e figli. Partendo da un breve passo del vangelo del giorno, offre uno spunto per riflettere sul tempo dell’Avvento e prepararsi al Natale. Ogni settimana è presente una figura di riferimento che ci aiuta a capire meglio alcune beatitudini, cioè alcuni valori importanti per la nostra vita di credenti, che, come dice il termine stesso, ci rendono più felici.

Sono suggeriti anche alcuni semplici gesti, tra i quali l’accensione di una candela durante la pre-ghiera. Il cammino vuole essere in sintonia con la catechesi di quest’anno pastorale proposta dal Ve-scovo Francesco sia nella lettera pastorale sia nel sussidio biblico-catechistico che utilizzeremo per gli incontri nei gruppi biblici di ascolto.

Vita di Comunità

• Venerdì 1 e sabato 2 novembre, abbiamo cele-brato la Solennità dei Santi e la Commemorazio-ne dei fedeli defunti. Le celebrazioni nelle chiese parrocchiali e nei cimiteri sono state molto sentite e raccolte: ci siamo radunati in preghiera nel ricor-do riconoscente di quanti ci hanno preceduto pres-so il Signore, affidandoli alla misericordia di Dio, perché possano riposare nella pace. Nelle serate di lunedì 4, martedì 5 e mercoledì 6 novembre ab-biamo celebrato la messa in particolare ricordo dei sacerdoti e dei religiosi delle nostre comunità, a cui ha fatto seguito la processione al cimitero.

• Venerdì 1 novembre a Selino Alto e Domeni-ca 3 novembre a Berbenno, c’è stata la presenta-zione dei bambini e dei ragazzi che nei prossimi mesi riceveranno i sacramenti. Preghiamo per loro e le loro famiglie, perché l’incontro con il Signore Gesù sia sempre ricco di gioia e di speranza.

• Domenica 3 novembre, c’è stato anche il ri-cordo dei caduti di tutte le guerre. Un’occasione preziosa per rammentare quanti hanno sacrificato la propria vita per la libertà e un invito a tutti noi per essere veri costruttori di pace.

• Domenica 10 novembre, abbiamo celebrato la Giornata vicariale della Carità. In questa occasio-ne siamo stati invitati alla preghiera e al ricordo di quanti vivono in situazioni di povertà materiale e umana. Abbiamo raccolto 40 euro a Blello, 471 eu-ro a Berbenno e 315 euro a Selino Alto per il Centro Vicariale di ascolto Caritas.

• Un plauso particolare meritano i genitori del-la Scuola d’Infanzia di Selino Alto, che si sono

impegnati per organizzare una lotteria, che ha frut-tato 825 euro, e la vendita delle torte, durante la quale abbiamo raccolto 345 euro.

• Giovedì 19 novembre, ha preso il via la pro-posta vicariale della Scuola della Fede. Come sa-cerdoti siamo rimasti colpiti molto positivamente dalla massiccia adesione a questa iniziativa, a cui hanno partecipato più di 200 persone da tutte le parrocchie della valle. Contiamo di riproporre nel futuro altre attività di formazione come questa.

• Domenica 24 novembre, abbiamo celebrato la conclusione dell’Anno della Fede. Per i dise-gni misteriosi della Provvidenza quest’anno è sta-to indetto da Papa Benedetto ed è stato concluso da Papa Francesco. Inutile dire come questa suc-cessione tra pontefici sia stata e continua a essere un’occasione di grazia per tutta la Chiesa. Al Signo-re chiediamo di lasciarci sempre sorprendere dalla grandezza del suo amore, capace di far sorgere in maniera inaspettata semi nuovi di speranza, che ci fanno guardare sempre con fiducia al futuro.

• In questa stessa domenica, si è anche svolto il primo incontro con i bambini di prima elemen-tare e i loro genitori. Un incontro molto bello e arricchente, apprezzato da piccoli e grandi. Dovre-mo ora trovare il modo migliore per riuscire a coin-volgere le famiglie di Berbenno e Selino Alto che non hanno partecipato... Mi permetto solo di ricor-dare come il Vescovo Francesco nella sua lettera pastorale ci abbia richiamato l’importanza deci-siva della catechesi fatta agli adulti, ai genitori, ai cristiani che dovrebbero vivere con maggiore consapevolezza la propria fede. Senza questo im-pegno in prima persona degli adulti, i tanti sforzi fatti con i bambini e i ragazzi rischiano di essere senza futuro...

Ci prepariamo ora a vivere il Tempo dell’Avven-to, che dà inizio al nuovo Anno Liturgico. Vogliamo anche noi, come i Magi, seguire la stella, il Signore Gesù che illumina il nostro cammino di ogni gior-no. Vogliamo essere dei buoni cercatori di Dio, uo-mini e donne che ogni giorno riconoscono il suo amore e si impegnano ad amarlo e seguirlo.

Don Luca

Vita di Comunità

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Preghiera per i ragazzie gli adolescenti

a bErbEnnoLunedì 20.15 Preghiera adolescentiMartedì 8.00 Preghiera elementariGiovedì 8.00 Preghiera per le medie

a sElino altoLunedì 16.30 Santa Messa elementariMercoledì 16.30 Santa Messa medie

Lunedì 16 dicembre alle ore 20.15, nella chiesa di Selino Basso, si terrà la celebrazione penitenziale per tutti gli adolescenti del vica-riato.

Proposta caritativaFacendo seguito agli incontri, provocatori

e molto arricchenti, dei nostri ragazzi e adole-scenti con Davide Cerullo (di cui riferiamo a parte) abbiamo pensato di sostenere tramite la raccolta di offerte e di materiale didattico il centro di accoglienza per i bambini e i ragaz-zi, di cui Davide e la sua famiglia sono respon-sabili nel quartiere di Scampia a Napoli.

Le modalità concrete per la raccolta delle of-ferte e del materiale, che avverrano in collabo-razione con le scuole, verranno illustrate in un volantino che verrà distribuito a tutti i ragazzi nelle prossime settimane.

Gruppi biblici di ascoltoDurante il tempo di Avvento proponiamo alle nostre comunità parrocchiali l’esperienza dei gruppi

biblici di ascolto nelle serate di mercoledì 4, 11 e 18 dicembre dalle ore 20.30 alle ore 21.45. Queste sono le famiglie che hanno dato la disponibilità:

a bErbEnno

Carminati Gian Maria Casa MuriSalvi Luisa Via Papa Giovanni, 15 - Ca’ LocatelliSalvi Dionisio Via Papa Giovanni, 126 - PiazzascoTodeschini Marco Via Trieste, 8 - Ca’ PasseroBugada Paolo Via Colleoni, 30 - CeresolaRocchetti Massimo Via Avogadro, 10 - Ca’ BafenoChiappa Giuseppe Via Europa, 31Tiraboschi Silvio Via Papa Giovanni, 38Locatelli Sergio Via Dante, 22Valceschini Antonio Via Vittorio Emanuele, 53Mosca Diego e Patrizia Via Milano (centro dedicato ai giovani)

a blElloNella chiesina presso il Comune

a sElino altoBorella Andreino Via Pascoli, 79/AVanoli Renato Via Manzoni, 56

Ricordiamo che la partecipazioni ai gruppi è assolutamente libera. Le famiglie che hanno dato la dispo-nibilità, e che ringraziamo, sono ben felici di accogliere tutti!

Vita di Comunità

Cornabusa: una cattedrale nella roccia

Vita di Comunità

I fuochi d’artificio fioriscono nel cielo: le perso-ne con il naso all’insù ad ammirarli, dimen-tiche per un attimo dei problemi della vita,

solo per godersi il momento… Lo spettacolo pirotecnico è solo una piccola

parte dei festeggiamenti che vengono fatti in onore della Beata Vergine Maria della Cornabusa durante il settenario a Lei dedicato, ma sicuramente sono molto apprezzati da grandi e piccini e aiutano a creare quel clima di grande letizia che, come ogni anno, si insinua nel cuore dei fedeli devoti alla Ma-donna della nostra Valle.

La settimana da domenica 1 settembre fino a domenica 8 ha avuto un programma molto inten-so, che ha messo al centro dell’attenzione la pre-

ghiera e la condivisione comunitaria. Ciò è stato reso possibile grazie all’organizzazione di alcuni incontri che hanno riguardato sia il santuario e la sua storia sia Papa Giovanni XXIII, sempre caro a questa terra.

Già sabato 31 agosto, in realtà, sono iniziate le celebrazioni con la benedizione dei bambini e la Santa Messa. La sera, poi, proprio all’interno del santuario, è stato inscenato lo spettacolo teatrale Il giornale dell’anima, un’opera ispirata a un testo di Hanna Arendt, giornalista americana che fece una recensione del diario spirituale di Papa Giovanni XXIII, riflettendo sul bene e il male e sulle conse-guenze del fare del bene, motivo per cui il Pontefice si meritò l’appellativo di buono.

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Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, si sono svolte le Preghiere dei sette dolori, con processioni e mes-se curate dai sacerdoti del Sacro Cuore di Bergamo. Nel pomeriggio del giovedì, inoltre, si è celebrata la Santa Messa per anziani e ammalati, organizzata grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo Caritas dei vari paesi della Valle. Il venerdì, invece, c’è stata la cerimonia della vestizione della statua della Madonna.

Durante la settimana di celebrazioni, due im-portanti incontri hanno avuto luogo nella sala del Santuario. Martedì 3 settembre è stato presentato il DVD Cornabusa – una cattedrale nella roccia: un’in-

teressante unione di video, immagini, interviste e commenti, preparati dall’Officina della Comunica-zione, che mettono in risalto il santuario, facendo anche capire quanto i fedeli ci siano affezionati.

Il giovedì, invece, si è tenuto il convegno con tema Maturità della Fede: la testimonianza di Papa Giovanni guidato da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII.

Il sabato sera, dopo avere illuminato le case con i lumini e i prati con i tradizionali falò, è iniziata la lunga fiaccolata, che è sempre un’emozione forte da vivere. Alla fine del percorso, con il santuario gremito di gente, si è svolta la Santa Messa pre-sieduta da Mons. Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano.

Tutta la settimana di iniziative e preghiere è stata progettata in modo da essere spiritualmen-te pronti per festeggiare, domenica 8 settembre, la solennità della B.V.M. Addolorata, con messe e preghiere per ogni paese della Valle.

A tutti i fedeli che hanno vissuto appieno questa settimana rimane nel cuore la consapevolezza che la Madonna veglia sempre su di loro, li ascolta e li sostiene. Inoltre, il santuario è stato certamente valorizzato grazie alle tante iniziative, che hanno permesso alla gente di ricordare tutto il suo inesti-mabile valore.

Maura Locatelli

Mandato agli operatori pastorali

Domenica 6 ottobre abbiamo dato inizio al nuovo anno pastorale.

Per questa occasione i catechisti di Selino Alto e di Berbenno sono stati chiamati a raccolta nella chiesa di Berbenno alla celebrazione della Santa messa delle 10.30 per ricevere il Man-dato per l’evangelizzazione per l’anno 2013-2014.

Il catechista opera a nome della comunità che è la prima responsabile, assieme alle famiglie, della formazione religiosa delle nuove generazioni. Fa-re catechismo, come qualsiasi altro servizio nella Chiesa, è risposta a una chiamata che prima di tut-to viene dal Signore e si concretizza nella chiamata del Parroco.

Il catechista, con la sua risposta assertiva, pren-de l’incarico di portare al meglio la parola di Dio ai bambini e ai ragazzi.

Da quest’anno anche gli operatori pastorali, coloro che fanno parte dei consigli pastorali e del consigli degli oratori, hanno ricevuto il Mandato.

Quando il parroco ha chiamato davanti alla co-munità tutti gli operatori della parrocchia è stata letta da tutti una preghiera di invocazione.

A tutti è stata poi regalata la lettera pastorale del vescovo Donne e uomini capaci di Vangelo.

Da lunedì 7 ottobre 2013 sono poi iniziati gli incontri di catechesi.

Lo stile di Madre Carla

Chi ha avuto il piacere di conoscere Madre Carla, nei suoi tre anni di permanenza a Berbenno, sa che il suo ruolo di Madre

superiora, che svolgeva con grande abnegazione, se da una parte le gravava dall’altra le stava un po’ stretto. La sua grande fede e il suo spirito fanciulle-sco la portavano a cercare sempre il contatto della comunità e soprattutto dei ragazzi: era coinvolta nella catechesi e in molte altre iniziative che li ri-guardano.

Come era nel suo stile, il suo carattere aperto e cordiale l’aveva resa fin da subito una del paese e, quando la si incontrava, il più bel saluto che le pia-ceva sentirsi rivolgere era un familiare ciao Madre, al quale ricambiava con un dolce sorriso.

Madre Carla possedeva sia l’autorevolezza del suo compito sia l’umiltà e la tenerezza di chi sa anche chiedere con semplicità un favore a un ami-co, che questo fosse di carattere personale o che riguardasse un progetto che lei così entusiastica-mente aveva pensato. Era bello ascoltarla raccon-tare qualche aneddoto sulla sua vita e le persone che aveva incontrato e che l’avevano sostenuta nel-la sua scelta, tra le quali spiccavano i suoi genitori e la sua cara amica Santa Gianna Beretta Molla.

È anziana, Madre Carla, e malata; ma ai più non ha mai lasciato trapelare nulla delle sue sofferenze, con profondo Spirito di Fortezza. Ora lei è tornata dove la sua avventura cristiana ha avuto inizio: Ma-genta, il suo paese d’origine. È lì che, all’età di tre-dici anni, mentre andava in bicicletta con una sua

Vita di ComunitàVita di Comunità

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50° anniversario di ordinazione sacerdotaledi don Tullio Pasini

Domenica 20 ottobre 2013 la comunità di Seli-no Alto ha festeggiato don Tullio Pasini, parroco dal 1970 al 1988, per il 50° anniversario di ordinazio-

ne sacerdotale e il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Sant’Omobono Terme. Durante la Messa concelebrata don Luca

amica, il Signore l’ha chiamata. Ed è ancora lì, lo sappiamo per certo, che si farà riconsegnare la sua cara bicicletta, che a Berbenno non aveva potuto usare. Così sarà libera di portare l’amore di Cristo a ogni persona che in futuro incontrerà. Come è nel suo stile.

Vi sarete accorti che i mesi appena trascorsi hanno visto un repentino avvicendamento delle madri canossiane presso l’istituto. Non solo la Ma-dre superiora, ma anche Madre Santina e Madre Rosita sono partite per nuove mete.

La prima è stata trasferita in sostegno alla co-munità di Almè, mentre la seconda, dopo un perio-

do di malattia e ricovero, è stata portata presso l’i-stituto canossiano di Seregno, dove sarà accudita.

Un tenero pensiero è anche per loro, per ringra-ziarle dell’amore con cui si sono prodigate in que-sti anni nella gestione della nostra scuola materna. I nostri bambini, le loro famiglie e la comunità inte-ra le ricorderanno sempre con grande affetto.

Ringraziamo l’ordine canossiano per averci ora inviato suor Giuseppina come Madre superiora e suor Maria Angela. Entrambe in passato erano già state con noi a Berbenno. Auguriamo loro tutto il bene possibile e assicuriamo l’appoggio di cui avranno bisogno per gli anni a venire.

Marika

Il Signore ci ha chiamato...e noi abbiamo risposto

Venerdì 1 novembre a Selino Alto e Dome-nica 3 novembre a Berbenno, durante la santa messa solenne, sono stati presenta-

ti davanti al Signore e davanti alla comunità i bam-bini che si accosteranno al sacramento della Ricon-ciliazione, coloro che si accosteranno all’Eucaristia e i ragazzi che riceveranno la Cresima.

Durante una celebrazione semplice ed essen-ziale i bambini e i ragazzi sono stati chiamati per nome e hanno risposto «Eccomi!», segno tangibile del loro essere pronti ad affrontare il cammino che li porterà a ricevere i sacramenti.

Ogni classe ha poi letto una preghiera significa-tiva per ogni sacramento.

I bambini della Prima Confessione hanno invo-cato il Signore ringraziandolo per averli scelti, an-che se piccoli, per aiutarLo nella costruzione del suo regno, chiedendoGli di aiutarli a capire che Dio è amore misericordioso che perdona e a diventare testimoni del Suo grande amore.

I bambini che riceveranno la Prima Comunione hanno ringraziato il Signore che li inviterà a parte-cipare alla sua mensa, nel pane e nel vino. Il cam-mino verso questo sacramento è proprio segnato dalla scoperta di come Gesù abbia scelto di essere presente nella Chiesa attraverso il suo corpo e il suo sangue.

I ragazzi che il 4 maggio riceveranno il dono dello Spirito Santo hanno invocato il Signore per-ché li aiuti a essere Suoi testimoni nella vita, con-sapevoli dell’impegno personale responsabile che

si sono assunti attraverso il cammino di catechesi che in tutti questi anni li ha portati alla Cresima.

In previsione della loro presentazione, il 12 otto-bre i cresimandi hanno vissuto con le loro famiglie la celebrazione dell’anniversario del battesimo. Le famiglie si sono trovate in oratorio per cena e hanno vissuto, con i ragazzi protagonisti, un mo-mento di preghiera in chiesa molto suggestivo: so-no stati segnati con l’acqua e hanno rinnovato le promesse battesimali. Chiamati per nome, hanno ricevuto una busta che conteneva la Crisma’s card e il modulo da compilare da consegnare al parroco con la richiesta di poter accedere al cammino di preparazione al sacramento della Cresima.

Stefania Pozzi

Vita di Comunità Vita di Comunità

1918

Sabato sera.Finalmente è arrivato il momento

tanto atteso dopo una dura settima-na passata sui libri, seduto a una scrivania. Per sfuggire la noia, ti metti a rivedere le foto che ti hanno scattato la settimana pri-ma in quel nuovo locale che hanno aperto in centro e di cui non ricordi nemmeno il nome.

Bisogna prepararsi con cura: è necessario essere all’altezza della serata che ci si aspetta.

Dall’armadio tu, ragazzo, peschi il vestito mi-gliore, appena lavato e stirato da mamma. Inizia il momento più delicato della preparazione: ti infili la camicia griffata aperta sul petto per mettere in mostra la catena d’oro storica del battesimo (e la tua virilità), i pantaloni aderentissimi che mettono in mostra l’elastico dei boxer di Armani (e la tua vi-rilità). E tu, ragazza, ti metti un succinto abito colo-rato per mettere in mostra te (e la tua femminilità) abbinato a scarpe dal tacco vertiginoso a prova di gravità per slanciare le gambe (e la tua femminili-tà), poi passi alla fase trucco e parrucco, facendo le prove allo specchio, per vedere se il risultato di ore e ore di viaggi mentali sul prossimo week-end e di preparazione hanno dato il risultato ottenuto.

Poi arrivano a prenderti gli amici: un breve squillo al cellulare o una citofonata veloce e via a scendere le scale di corsa, carichi per la serata che ci aspetta.

«A che ora torni stasera?». «Mamma, non rompere! È sabato sera, ho sgobbato per tutta la settimana, mi merito un po’ di divertimento!».

Scendi in strada tutto eccitato e raggiungi i tuoi amici, anche loro tutti in tiro.

«Che seratona ci aspetta! Questa notte sarà no-stra».

Via, verso una nuova avventura. Non ci si può non fermare al solito bar: è d’obbligo, il cichettino è un rito, una specie di porta fortuna per tutti.

«Volete il bis? ».«E ce lo chiedi anche? Vai con un altro giro! Così ci

carichiamo per la serata».

Pappa Reale

La febbre del sabato sera

Gli o c c h i

d iventano stralunati e vispi,

la parlantina si fa più svelta, le risate si fanno più facili. Bisogna essere sorridenti per la serata che attende. Bisogna essere sciolti, senza problemi.

Si parte verso la vera meta: quel locale così fa-moso, che lo frequenti da quando hanno aperto (e poche volte l’hai tradito), dove tutti ti conoscono, sanno chi sei, sanno quanto sei simpatico e spaval-do, come sei molleggiato in mezzo alla pista.

Tu e i tuoi amici non dovete nemmeno fare la fila, perché siete nella lista esclusiva del vostro amico PR. Entrate nel locale. Destinazione: il solito tavolo che vi riservano ogni sabato sera, con tanto di champagne nel suo secchiello di ghiaccio a fare da centrotavola. Appena si è tutti riuniti, la si apre e si brinda: «A una notte fantastica!». E giù, uno, due, tre bicchieri. Non se ne ha mai abbastanza e quando anche lo champagne da 300 € nella botti-glia finisce, passate ai cocktail preferiti, così tanto acquosi che non hanno niente di sballoso. Questi barman dei nostri giorni: non sono in grado di fare un cuba libre decente!

Ecco che la mente inizia a viaggiare, a vagare, ad annebbiarsi. E proprio in questo momento si aprono le danze. «Vi siete tutti ricaricati per beno-ne?». La musica diventa assordante, le luci intermit-tenti allucinano sempre di più. I problemi non esi-stono più, sono svaniti: ora bisogna solo divertirsi. Come se quello che avete bevuto fossero pozioni e quel sound remixato e ripetitivo un’assordante for-mula magica. Puff! Tutto lo stress accumulato nei

Quando la morte diviene speranza

Novembre si è aperto, quest’anno come ogni altro, con le tradizionali Messe nei cimiteri, per le celebrazioni di tutti i San-

ti e tutti i Defunti. La gente si muove dal paese in una processio-

ne che pare quasi un pellegrinaggio verso una di-

mensione vicina nello spazio ma lontana nella so-stanza, come per ricongiungere il mondo dei vivi a quelli dei morti. E, sì, fa uno strano effetto vedere tante persone aggirarsi tra tombe e loculi con maz-zi di fiori tra le mani e preghiere sulle labbra. Tutti lì, tutti insieme, per ricordare i propri cari.

Il giorno dedicato a tutti i defunti rischia però di rimanere limitato a questo: un rituale di ricordo del passato, con qualche lacrima che riga gli occhi in memoria di coloro che sono morti. Sicuramente il ricordo che ci lega a chi abbiamo perduto è un ele-mento importante di queste celebrazioni, ma non è sufficiente. Se perdiamo di vista il vero senso di questa ricorrenza, tutto si svuota e diventa malin-conico rimpianto, vano tentativo di colmare per un po’ il vuoto di un’assenza. E invece quella dovreb-be essere una giornata di luce e speranza. Quan-do preghiamo per i defunti e invochiamo i Santi, chiediamo la loro intercessione, perché loro sono già dall’altra parte, perché hanno già attraversato il limite che tanto ci spaventa: la morte. E non voglio sostenere che in quanto cattolici la morte non deve farci paura, credo che facendolo sarei soltanto un’i-pocrita. Del resto è il più grande dei salti nel buio, il più drastico dei cambiamenti, il più inquietante dei momenti… l’importante è però ricordare che non si tratta della fine di tutto.

Al Cristiano non viene chiesto di non temere la morte (ogni cambiamento fa paura) ma viene chiesto di credere nella Resurrezione, perché, se così non è, allora la nostra fede crolla miseramente

nella chiesa parrocchiale don Tullio ha ringraziato il Signore per il dono del sacerdozio e nell’omelia ha voluto ricordare i diciotti anni vissuti a Selino Alto, dicendo che i doni che noi riceviamo dall’alto, per cui ringraziamo il Signore, esigono da noi impe-gno e responsabilità. Anzitutto l’impegno di porre al centro della comunità soltanto Gesù e nessun al-tro e la responsabilità di vivere la nostra vocazione scaturita dal Battesimo. Ognuno è chiamato nella comunità a essere evangelizzatore, sacerdote, luce e sale del mondo. Essere uniti a Gesù permette di illuminare la nostra vita e quella delle nostre fami-glie: è lui che siamo chiamati a portare dentro le vicende e le realtà del mondo e della storia.

Don Tullio ha concluso l’omelia ricordando con nostalgia tutti i momenti belli vissuti a Selino Alto e ha ringraziato tutte le persone che hanno avuto questo ricordo particolare per lui: le persone che hanno organizzato la festa, il trio musicale, don Luca e l’amministrazione comunale per il conferi-mento della cittadinanza onoraria.

Ma siamo noi che diciamo grazie a don Tullio per quello che è stato per la nostra comunità! Ci impegniamo a ricordarci reciprocamente a Gesù. W Selino Alto! W la Valle Imagna!

Vita di Comunità

2120

Pappa Reale

cinque giorni prima è scomparso come d’incanto. «Affidabile, però, questo rimedio!».

Ballate per quattro, cinque, anche sei ore di seguito con questo mix esplosivo. Ma più vanno avanti le ore, più la vista si chiude, la musica rinton-tisce, le luci ipnotizzano.

Piano piano non vi rendete più conto nemmeno di quello che fate. Alcuni di voi per svegliarsi vanno da quell’amico che ha fatto rifornimento di quelle pastiglie così benevole che, quando le ingoiate, su-bito il cervello schizza alla velocità della luce; altri si sono rinchiusi in bagni con la testa che è diven-tata un tutt’uno con il WC a causa dell’indigestione di cocktail e fumo; quelli che vogliono divertirsi per bene sono imboscati in un angolino, attratti fisica-mente, solo per dieci minuti di puro svago, senza troppi coinvolgimenti sentimentali, senza neanche conoscersi.

E chi vi dice che in quelle quattro, cinque, sei ore di pura nebbia anche voi non abbiate fatto que-ste cose?

Forse non potete rispondere con certezza, vero? Perché all’improvviso vi risvegliate nel vostro let-to, siete prigionieri della vostra stanza e l’orologio segna minacciosamente le due del pomeriggio di domenica. E non sapete nemmeno come siete riu-sciti a ritornare a casa.

E appena vi svegliate la testa scoppia, lo stoma-co è tutto sotto-sopra, i ricordi sono solo un muc-chio di nebbia densa.

E la prima cosa che vi chiedete è: «Cosa cavolo è successo ieri sera?». Gli unici ricordi che hai è che c’erano con te i tuoi amici. Chiedi loro cosa è suc-cesso e come risposta ricevi: «E che ne so? Eravamo tutti talmente in botta! Però... che seratona, zio!».

Non si può fare altro che mettere insieme i pez-zi di scene vissute, tagliate e annebbiate. E, magari con una nota ironica, riesci a dirti: «Ho fatto proprio bisboccia ieri! Ma ora basta! Fino a sabato prossimo devo fare la persona seria».

Vi lamentate ogni giorno di tutte le raccoman-dazioni che i vostri genitori vi fanno. Rispondete loro che negli anni ‘80 non sapevano divertirsi.

Non vi stupite nemmeno più quando alla televi-sione parlano di giovani che entrano in coma eti-lico, muoiono per una pasticca tagliata male o di ragazzine che vengono violentate nel bel mezzo di quella che dove essere anche per loro una seratona.

Tanto a voi non capiterà mai.Vogliamo fare una scommessa?Una sera volete provare a rinunciare ai vostri

locali e discoteche alla moda, a entrare in un nor-male e tranquillo bar insieme a tutti i vostri amici e a ordinare insieme una Coca-cola?

«Ma è da veri sfigati! Io non ci sto».È una degna os-

servazione, e come dice il croupier al casinò, i giochi sono stati fatti e avete de-ciso così.

Ma provate a far-lo, almeno per una sera.

Vi avverto: potre-ste perdere questa scommessa. Ma so-no sicura che avre-ste vinto una serata fantastica all’inse-gna di episodi che avrete piacere ricor-dare nei momenti a venire, addirittura la mattina dopo.

Luana Nava

Pappa Reale

Queste pagine sono scritte da giovani per i gio-vani. E non solo. È molto bello sapere che c’è chi le legge con attenzione, ne valuta il contenuto e, come nell’articolo che la nostra redazione ha ricevuto, ma-gari contesta apertamente quanto proposto in queste pagine.

Ci ha scritto una giovane mamma di Selino Alto, che di mestiere fa la ricercatrice. Per aiutarci a vedere l’altra faccia della medaglia di una iniziativa propo-sta lo scorso numero del notiziario.

Ci è sembrato doverosamente corretto pubblicare questa replica: in fondo il nostro notiziario vuole aiu-tare a riflettere, ad avere uno sguardo aperto sulla re-altà, a trovare nel mare delle tante opinioni spacciate per verità una via possibile per costruire una società più giusta. E possibilmente umana.

don Luca

* * *

È giusto sacrificare la vita degli animali per cer-care medicine utili alla salute degli esseri umani? È la domanda che inevitabilmente ci si pone quando si parla di sperimentazione dei farmaci eseguita sugli animali prima che questi vengano proposti all’uomo.

Nello scorso numero del notiziario parrocchiale è stata pubblicizzata una raccolta firme da presen-tare al Parlamento di Bruxelles per fermare quella che gli animalisti chiamano vivisezione, per usare una parola che suscita orrore. Vivisezione letteral-mente vuol dire sezionare i viventi, cosa che pe-rò non avviene nei laboratori di ricerca, dove gli animali sono soggetti ad analisi ed esperimenti sempre in sicurezza, nel rispetto delle leggi vigenti emanate dalla Comunità Europea.

Il termine corretto è sperimentazione animale. Gli interventi chirurgici che i ricercatori eseguono sugli animali sono analoghi in tutto e per tutto a quelli che vengono condotti sull’uomo, in came-

re operatorie attrezzate con anestesie per evitare sofferenze. Inoltre oggi, nei laboratori, si utilizza-no per gli animali anche tecniche mini-invasive da anni impiegate normalmente per l’uomo, come la risonanza magnetica, la Tac, l’ecografia, l’elettro-encefalografia e l’elettrocardiografia.

Gli animalisti sostengono che esistono metodi alternativi all’utilizzo degli animali in laboratorio. In realtà non esistono a oggi metodiche di ricerca far-macologica che possano escludere completamente l’utilizzo degli animali. Infatti l’organismo umano è una macchina molto complessa, fatta di tessuti, organi e apparati. Gli animali, dicono gli animalisti, non vanno bene perché somigliano poco all’uomo. Ma le metodologie alternative, oggi già ampiamen-te usate in laboratorio, si basano sull’uso di poche cellule in coltura, che sono completamente diverse da un intero organismo. Topi, ratti e tutte le spe-cie animali hanno invece in comune con l’uomo molte cose: gli stessi organi, la stessa circolazione del sangue, un cervello, un cuore che pompa, il si-stema nervoso, quello endocrinologico, un sistema immunitario fatto con le stesse componenti.

Cosa succederebbe se si abolisse la sperimen-tazione animale? Non si svilupperebbero più nuovi farmaci per malattie non ancora curabili, ma per le quali si stanno facendo ricerche, ad esempio per la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), o per il can-cro. L’alternativa è sperimentare queste cure diret-tamente sull’uomo, cosa eticamente riprovevole. Quali persone farebbero da cavia? I più poveri? I malati?

Non solo i farmaci, ma anche i dispositivi bio-medici, devono essere prima provati sugli animali, per esempio un nuovo tipo di pacemaker viene pri-ma impiantato su un maiale per vedere se funzio-na. Anche i trapianti di organi, come per esempio di fegato, prima di essere eseguiti su esseri umani, sono stati sperimentati sugli animali e, inoltre, le valvole cardiache di origine animale sono attual-mente preferibili a quelle meccaniche per l’uso

Una risposta...

La sperimentazione animale: tuttora una necessità.

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umano perché sono più bio-compatibili e non ne-cessitano di pesanti trattamenti farmacologici ag-giuntivi.

Non testare i farmaci su cavie animali potrebbe essere molto dannoso per la salute umana. Ne è un doloroso esempio il caso talidomide, un farmaco venduto tra il 1959 e il 1962 come antinfluenza-le e rimedio alle nausee, utilizzato all’epoca anche da molte donne in gravidanza. Questo farmaco ha causato nei feti gravissime malformazioni, portan-do alla nascita di figli focomelici con arti superiori e inferiori poco o per niente sviluppati. Nei casi più gravi questo farmaco ha causato la morte dei bam-bini dopo pochi mesi dalla nascita.

Per coerenza chi sceglie di non nuocere agli ani-mali in nessun modo dovrebbe allora rifiutarsi di assumere farmaci, dovrebbe adottare una dieta ve-getariana per se e per i propri animali domestici, non dovrebbe fare uso di interventi di derattizza-zione o insetticidi. In ogni caso la sacrosanta liber-tà di scelta di queste persone non può limitare la libertà di chi ha scelto di curare se stesso e i propri figli con i farmaci, oppure di chi aspetta dalla ricer-ca scientifica una soluzione per le proprie patolo-gie.

Pappa Reale

Per chi avesse dubbi, curiosità e domande che non sono stati soddisfatti in questo articolo sono disponibile a fornire ulteriori chiarimenti.

Piera TrionfiniRicercatrice, Istituto IRFMN, Bergamo

Siti utili:• www.marionegri.it• http://difesasperimentazioneanimale.word

press.com/2013/10/15/linganno-di-stop-vivisec-tion-stopstopvivisection/

* * *

Ci piacerebbe che per questo e per altri argomen-ti il dibattito possa continuare su queste pagine: in fondo è lo scopo del nostro notiziario parrocchiale! Provare a raccontare insieme il bello e la fatica della vita quotidiana.

Aspettiamo i vostri contributi!

e senza alcuna possibilità di appiglio. Abbiamo il diritto di temere la morte, ma anche il dovere di credere che non sia definitiva.

Questo non significa, ovviamente, reagire con piena serenità alla morte delle persone che amia-mo: siamo fatti di carne e sangue e soffriamo le pene umane con la normale intensità (ogni sepa-razione fa paura, anche quando non è dovuta al-la morte). Del resto, Gesù stesso si commuove di fronte al sepolcro in cui giace morto l’amico Laz-zaro, e sempre lui, alla vigilia della croce, chiede a Dio di allontanarlo dalla morte che lo attende e lo spaventa. Due esempi che testimoniano il fatto che Dio, facendosi uomo, non ha rifiutato di provare le nostre sofferenze e non ha mai demonizzato le nostre umane reazioni.

Proprio perché la morte ci spaventa e ci inquieta dobbiamo trovare proprio nella speranza della Ri-surrezione, la forza di reagire. E non deve trattarsi di una favoletta, di un modo per indorare una pillo-la troppo amara. Dobbiamo crederci davvero, per-ché solo così la nostra fede ha senso e solo così la nostra diviene vera speranza, quella che ci fa parte-cipare alle Messe al cimitero non per rimpiangere i nostri defunti, ma nella consapevolezza che ci sarà un tempo in cui tutti risorgeremo in Cristo. E, se è

vero che noi preghiamo per loro, di fatto facendolo preghiamo anche per noi stessi, chiedendo loro di guidare i nostri passi e di restare nella nostra me-moria come esempio e come speranza.

Su questo, in fondo, si regge tutta la nostra fe-de, come ci ricorda San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi:

Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscita-to, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. […] Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

Se questo discorso per noi non è una certezza, se ci ripetiamo che comunque si nasce per morire e viviamo l’illusione della Risurrezione solo come un modo per farcene una ragione, be’, forse abbiamo sbagliato religione.

Romina Tamerici

Vita di Comunità

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Diario della Comunità

Diario della comunità

Castagnata 2013

Il 20 ottobre 2013, l’oratorio di Berbenno ha subito un’invasione: bambini, adulti, geni-tori, nonni, animatori, pentoloni, biciclette,

pennelli, carta, chitarre, sacchi di terriccio…

Ma cos’è tutta questa confusione? Ancora una volta è iniziata l’avventura dei laboratori di San Giovanni Bosco: un appuntamento ormai tanto at-teso da tutti, bambini, ragazzi e ... maestri!

Ai laboratori partecipano ormai dallo scorso an-no anche i ragazzi di Selino: una bella occasione per rincontrarsi dopo l’estate passata insieme.

Quest’anno, oltre ai tradizionali laboratori di ballo, cucina, bici, falegnameria e video, si so-

no aggiunti i laboratori di orto, origami, musica e quello più quotato, di murales. Gli iscritti sono tantissimi e la preparazione per la festa del 26 gennaio incalzante! Come ogni anno, il ricavato di questi laboratori ha un destinatario: quest’anno sa-rà devoluto al Villaggio della gioia, in Africa.

I prossimi incontri saranno il 15 dicembre 2013, il 5 gennaio 2014 e il 12 gennaio 2014.

E mentre i bambini e i ragazzi erano impegnati a cucinare, a ballare, a pitturare... c’era un fedele gruppo di uomini impegnati a preparare ciò che di più buono c’è nel periodo autunnale: le castagne!

La castagnata in oratorio è un appuntamento che non può mancare. A fare da cornice a questa giornata colorata dalla presenza dei bambini e dei ragazzi in oratorio e deliziosa per le castagne un bellissimo sole è comparso dopo lunghi giorni di pioggia.

Stefania Pozzi

Incontro dei neodiciottenni berbennesi

Diario della Comunità

Com’è ormai consolidata abitudine, anche quest’anno, i neodiciottenni di Berbenno e Ponte Giurino, annata ‘95, si sono riuni-

ti per un incontro con l’amministrazione comunale e la parrocchia che hanno dato loro simbolicamen-te il benvenuto nel mondo dei grandi, a livello sia laico sia religioso.

In una prima serata si è svolto un incontro pre-paratorio in oratorio dove, dopo aver mangiato una pizza insieme, si è avuta la possibilità di confron-tarsi sui desideri e le proposte dei diciottenni nei confronti della comunità di Berbenno

Domenica 27 ottobre si è tenuta la Santa Messa, presieduta da don Luca, che ha permesso a tutti di riflettere sulla parola del Signore e sul tema delle responsabilità. A seguire, il pranzo in oratorio con le autorità (sindaco e rappresentanti comunali) e il parroco ha permesso un’ulteriore condivisione del proprio tempo.

Alla fine del pasto, dopo i dovuti ringraziamenti, è stata consegnata ai ragazzi una copia della Co-stituzione Italiana, legge fondamentale del nostro Paese, simbolo della nostra civiltà e della consape-volezza di essere cittadini. Da parte della comunità ecclesiastica è stata donata invece una pergamena con il testo della canzone Ali di cartone.

Questa giornata da dedicare ai nuovi maggio-renni è ormai diventata una tradizione a tutti gli effetti, segno della consapevolezza, da parte di tut-ta la comunità, dell’importanza dei suoi cittadini, soprattutto i più giovani.

Maria LocatelliAnthony Locatelli

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Estate 2013: la mia Romania

Diario della Comunità

Estate 2013: come tutti i ragazzi della mia età anche io l’estate scorsa stavo programmando le tanto attese vacanze estive. Tra le mille idee che mi vagavano in testa, una persona mi propose anche di fare un’esperienza di volontariato in Romania. In un primo momento mi sono detto: «Ma chi me lo fa fare?». Poi però, parlandone con altri amici, abbiamo deciso di passare un’estate diversa e pro-vare a fare quest’esperienza.

Iniziammo quindi tutto l’iter formativo per in-traprendere questo viaggio. La formazione con-siste nel trovarsi con i membri dell’associazione Mano per mano ad Ambivere per sapere in cosa consiste il viaggio. Dopo vari incontri iniziavano ad assalirmi tantissimi dubbi: trenta ore di viaggio in pulmino; la Romania, questo strano Paese malvi-sto da tanti; ragazzi membri dell’associazione che non conosco, usanze diverse, ritmi frenetici… ce la farò? Poi il tanto temuto giorno della partenza è arrivato: una piccola valigia con il minimo indi-spensabile per dieci giorni e questa paura che si faceva sempre più grande dentro di me.

I ragazzi dell’associazione ci hanno messo subi-to a nostro agio, in modo da rendere il viaggio più tranquillo e piacevole. Non è il classico viaggio in aereo che dura poco più di un’ora, bensì un viaggio che ci portava ad attraversare tre o quattro diverse

nazioni. Iniziavamo così a socializzare tra da noi e con il senno di poi sono arrivato alla conclusione che queste trenta ore di viaggio sono state utilissi-me per allacciare rapporti con persone mai incon-trate prima: ore passate a raccontare della propria vita, chi dorme, chi canta, chi mangia… le ore not-turne passate nei posti davanti del pullmino a fare compagnia a chi guida, qualche sosta per rifocillar-si… e finalmente si arriva in Romania!

Onesti, questa città sentita nominare durante le riunioni, è la città in cui si trova l’orfanotrofio che ci ospiterà durante tutta questa avventura. Arrivia-mo in orfanotrofio e la prima impressione è questo cancello di ferro che nasconde una struttura enor-me: entriamo e subito veniamo accolti con urla,

sorrisi e allegria da parte dei bambini e delle suore che vivono qui; abbracci, baci e tanto affetto sono i protagonisti assoluti dei miei primi momenti in Romania. È in questo preciso momento che i dub-bi, le paure e le preoccupazioni che avevo prima di partire iniziano ad affievolirsi per lasciare spa-zio a tutti quei bambini, da cui sono letteralmente circondato. La serata si conclude con la cena tutti insieme e la sistemazione nelle camere, non prima della famosa riunione con suor Michela, il generale suor Michela: lei ha il controllo su tutto, lei ha la responsabilità assoluta della casa, dei bambini e delle altre suore, una donna con un carattere forte e a tratti molto duro.

L’indomani mattina inizia per noi l’avventura vera e propria. I progetti sono sostanzialmente tre: il Cre a Onesti, il Cre a Dofteana, un piccolo pae-sino sperduto, e l’animazione nell’orfanotrofio di Slanic Moldova, paesino che ospita l’altra casa di accoglienza per bambini.

La mia esperienza inizia con quattro giorni di Cre a Dofteana con altri quattro membri del grup-po. Vedere questo paesino mi ha lasciato sbalordi-to: niente strade asfaltate, pochissime macchine, carretti trainati da cavalli, che sono i principali

mezzi di trasporto, galline e mucche che vagano in mezzo alla strada. In un batter d’occhio eccoci arrivati nel luogo in cui dovevamo fare il Cre: mi trovo davanti a una settantina di bambini e ragaz-zi di tutte le età, ansiosi di intraprendere questo Cre che si svolge all’interno di un oratorio (se così si può definire…): una grande stanza vuota con un palcoscenico. Iniziamo subito con le presentazio-ni, i giochi e la storia di Pinocchio rivisitata: io so-no il protagonista, io che mi vergogno a parlare in pubblico, io che non ho mai avuto a che fare con bambini e ragazzi che devi far divertire, io, che cer-

co sempre di non mettermi troppo in mostra, mi ritrovo su un palcoscenico con i vestiti di scena ad-dosso e delle battute da improvvisare per dare vita alla storia! Il primo impatto è stato imbarazzante, ma con il passare del tempo diventa una cosa qua-si naturale, perché fatta con la consapevolezza di far ridere questi bambini, che non appena arrivavo esclamavano a gran voce: «Pinocchio! Pinocchio!». Non era facile far capire la storia: noi italiani la raccontavamo e la suora con grande pazienza la traduceva simultaneamente alle scene che noi rap-presentavamo. Ho notato molto la differenza con il Cre del mio paese: prima di tutto la durata, un mese intero di Cre messo a paragone con quattro giorni; la differenza anche nei bambini: in Italia or-mai non si accontentano più di un semplice gioco con un pallone, qui invece sembra il regalo più bel-lo del mondo. La semplicità delle attività svolte, la riconoscenza dei bambini, l’impegno degli anima-tori in qualsiasi occasione mi hanno fatto riflettere sulle differenze con l’Italia.

Fortunatamente ho avuto l’occasione, finito il Cre a Dofteana, di passare qualche giorno anche nell’orfanotrofio di Slanic e qui credo di aver la-sciato un pezzo del mio cuore. I bambini sono più piccoli e le attività da fare sono differenti: i lavoretti come all’asilo, le gite al parco del paese, i giochi so-no più semplici; ma c’è una cosa che questi bam-bini ti offrono che è più grande di loro: l’amore. L’amore perché ogni tuo gesto è ricompensato da parte loro con un sorriso a trentasei denti (chi li ha). L’amore perché con una canzone, un giochino, che a noi può sembrare banale, per loro è il gioco più divertente che abbiano mai fatto nella loro vita.

Un altro gruppo ha fatto il Cre a Onesti con i bambini della casa e quelli della città e a fine espe-rienza tutti abbiamo assistito al loro spettacolo fi-nale. Un giorno l’ho passato con i tre adolescenti che vivono e lavorano nell’orfanotrofio di Onesti,

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nella fattoria con gli animali nella proprietà delle suore, una grande distesa di campi dove gli ani-mali sono liberi e aiutano le suore con i prodotti della terra, dal latte delle mucche al fieno. È stata una giornata all’insegna del fieno, con questi ado-lescenti che sono fieri di farti vedere e insegnare le cose che hanno appreso e maturato nel corso degli anni.

Non sono poi mancati i momenti di condivisio-ne con il gruppo di volontari, le gite fuori porta, le riunioni a fine giornata, stanchissimi e puzzo-lenti, ma dove non mancava occasione per ridere e scherzare tutti insieme sulla giornata passata; il pane e nutella prima di andare a dormire, le chiac-chierate fino alle tre di notte sul balcone della ca-mera, la preghiera giornaliera come momento di riflessione su se stessi e sugli altri, dove qualche lacrima ci è scappata. L’ultimo giorno è stato il peg-giore, il dover radunare tutto il materiale servito per le varie occasioni, il dover preparare la valigia, l’ultima serata con la grigliata offerta dalle suore tutti insieme in giardino, il dover salutare con le lacrime agli occhi tutti i bambini e le suore che per dieci giorni ci hanno fatto sentire parte integrante di quella grande famiglia.

Ero partito con un’idea sbagliata della Romania, un’idea ingenua, e forse con qualche pregiudizio che infine si è rivelato sbagliato. In questa Romania ho lasciato il cuore, in ogni singolo bambino che ho incontrato, in ogni suora a cui chiedevo consiglio… e quei volti li porterò con me in Italia, per tutta la vita. Oggi, a distanza di vari mesi, vedo ancora quei bambini che giocano felici con un pallone, in-curanti delle storie tristi e quasi macabre che han-no alle spalle, con la consapevolezza che tornato in Italia io una famiglia ce l’ho, mentre loro possono contare solamente sull’aiuto delle suore, sulle loro forze e, perché no?, anche su di noi, che, anche se per pochi giorni all’anno, contribuiamo a renderli felici e spensierati. È stata un’esperienza che mi ha cambiato tanto, mi ha formato personalmente e mi ha fatto riflettere come mai in nessun’altra occasione e posso affermare che è stata l’esperien-za più bella della mia vita, con la speranza di farla e rifarla tante altre volte. Romania 2013, grazie di cuore!

Michele Salvi

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Comprenderci... mentre educhiamo

Incontri per i genitori con la Dott.sa Elsa Belotti

Si è svolto a Cepino, nelle giornate di marte-dì 8, 15 e 22 ottobre 2013, presso il cine-ma Ideal, l’ottavo corso di formazione per

genitori, educatori, insegnanti che quest’anno ave-va come titolo Comprenderci… mentre educhiamo e come relatrice unica la dott. Elsa Belotti.

Nata a Cevo nel 1949, laureata in lettere e peda-gogia presso l’università cattolica del Sacro Cuore di Brescia ed in psicologia presso l’università sta-tale di Padova, dopo aver insegnato per diversi an-ni in una scuola media e aver ricoperto per alcuni anni il ruolo di coordinatrice didattica delle scuole materne autonome di un distretto di Brescia, è ora consulente famigliare e psicologa presso il centro Diocesano di Consulenza di Brescia.

È autrice di diversi libri, alcuni scritti in collabo-razione con Flora Bresciani.

Nel primo incontro, svoltosi l’8 ottobre 2013, dal titolo L’autostima dei figli e l’autostima dei genitori: due specchi a confronto la dott. Belotti ha puntato il dito su di un unico tema, l’autostima, aiutandoci a riconoscere che le dinamiche più profonde che ci abitano si riflettono sui nostri figli e viceversa.

L’autostima (la stima di se stessi) è il perno prin-cipale nell’educazione dei nostri figli. Ripensando all’educazione ai tempi dei nostri genitori, c’erano dinamiche che ora non esistono più. Una volta, tut-ti gli adulti si ritenevano educatori e la complicità

educativa tra adulti era molto forte, valeva allora il proverbio Per educare un figlio ci vuole un villaggio. I bambini dovevano crescere, mangiare, fare il lo-ro dovere e ogni genitore sapeva cosa doveva fare (il papà al lavoro poco presente a casa, mentre la mamma si occupava della casa e dei figli) perché il modello educativo era chiaro ma brutto. Ai tempi nostri è tutto rivoluzionato, il modello educativo è bello ma non è chiaro.

E invece per educare un figlio ci vogliono le idee chiare, altrimenti facciamo ai figli due bruttissimi regali:

• Non esiste il genitore perfetto.., e menoma-le perché darebbe ai figli l’ansia di dover sempre essere sempre all’altezza. Un figlio è quello che è. L’ansia è una cattiva compagnia di vita.

• Non è bello avere dei bravi bambini. I figli non possono essere perfetti o daremmo loro il senso di colpa. Se si è genitori normali, possiamo insegnare ai nostri bambini che è possibile vivere una vita normale nella realtà di tutti i giorni.

Con i figli spesso il silenzio vale più di mille pa-role, quindi, quando i figli ci fanno domande para-dossali a cui non sappiamo o non possiamo rispon-dere, dovremmo attenerci alla regola del rivolgere a loro la medesima domanda, facendo in modo che si interroghino e prendano da soli la decisione che vorrebbero che noi prendessimo per loro.

I nostri figli sono nelle nostre mani, in mani di genitori incoscienti, e dipendono da noi al 100%. Il più bel regalo che possiamo fare a un figlio è l’au-tostima.

Al concepimento un figlio riceve tante cose: in-telligenza, carattere, tratti fisici, voglia di vivere, grinta… entra in una famiglia, proprio quella fa-miglia lì, entra in una società e i genitori filtrano molto le esperienze che i figli fanno.

Tra gli 0 e gli 8 anni i nostri figli determinano e hanno già stabilito cosa faranno nella loro vita. Emergono le attitudini: cosa faranno, cosa vivran-no, che lavoro faranno, se e con chi si sposeranno,

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se avranno figli, se si ammaleranno, a che età mo-riranno e di che cosa moriranno.

I bambini devono essere preparati a ogni eve-nienza della vita, anche alla morte. Se un figlio non vede il genitore morto, può pensare di essere stato abbandonato.

Quello che dice un genitore si scrive con una profondità nella testa del figlio… dite a un figlio che è un tesoro e diventerà un tesoro!

Questo è un esempio lampante di come l’auto-stima sia fondamentale nella crescita di ogni bam-bino.

L’autostima fisica è il vissuto, la passiamo noi ai figli con le coccole, quando ci sentiamo attraver-so la pelle. Le coccole saranno ovviamente diverse in base all’età: lo strapazzo di coccole a un anno, l’abbraccio a 5 anni, il bacio della buona notte a 10 e una pacca sulla spalla a 15. Nella casa dell’auto-stima, quella fisica costituisce le fondamenta, è il test o il senso di realtà su cui il bambino si basa per costruire le mura della propria autostima.

Le mura le costruiamo noi con la nostra autosti-ma a specchio. Facciamo ora due esempi per spie-gare. Se un figlio non fa sempre bellissimi disegni, glielo si può dire sottolineando il fatto che anche se non quel particolare lavoro non è bello al genitore piace comunque. E quando un figlio si comporta male, bisogna sottolineare che non è il figlio cattivo ma l’azione che ha compiuto.

L’autostima si dà ai figli facendoli arrangiare il prima possibile: se facciamo noi i loro compiti, to-gliamo loro l’autostima!

In famiglia ci vuole un rapporto di distacco, sere-nità, allegria, leggerezza… bisogna essere esempio per i figli, perché loro vedono quello che facciamo.

Serve anche molta severità sui valori, sull’one-stà, sulle cose importanti, perché non si può edu-care senza severità. Insomma, educare con amore e con decisione.

Nel secondo incontro, quello del 15 ottobre 2013, dal titolo L’educazione: una malattia che gua-risce figli e genitori, siamo stati guidati nella con-siderazione che la relazione educativa non è uni-laterale, cioè non va solo da noi ai figli, ma aiuta anche noi genitori a crescere e diventare persone migliori. Siamo consapevoli di essere specchi per i nostri figli, infatti riflettiamo a loro la nostra auto-stima e i nostri difetti.

L’educazione, essendo un impegno così impor-tante, diventa spesso una fatica, una sofferenza per entrambi i fattori della coppia (genitori e figli) tanto da poter essere definita malattia.

Una malattia che deve fare il suo decorso, simile a quello della varicella o del morbillo.

I genitori devono crescere nel loro fare educa-tivo e devono coltivare la dote della pazienza che dovrebbe trasformarsi in speranza, una speranza di portare a termine con successo questo cammino educativo.

Una volta i bambini avevano la libertà di sce-gliere cosa fare del tempo ed erano felici, ora, in-castrarli in rigide pianificazioni e programmi quo-tidiani, li limita nella loro libertà e consapevolezza.

Cosa deve fare dunque un genitore per educare bene i propri figli? Come può assolvere il suo ruolo educativo?

L’azione educativa viene espletata attraverso i gesti, le azioni, i modi di fare in famiglia, nella so-cietà, sul lavoro, nello sport... È l’esempio più di molte parole che educa un figlio.

Spesso un genitore parla troppo, mentre biso-gna imparare a parlare meno e prendere in consi-derazione di fare un anno sabbatico dove diciamo solo cose belle e cosa è bene e cosa è male ai nostri figli (ovviamente è una provocazione).

Il terzo incontro, svoltosi martedì 22 ottobre 2013, aveva per titolo I figli nostri educatori. Duran-te questo incontro siamo stati invitati ad osservare meglio i nostri figli perché ci danno dei segnali e delle informazioni preziose su come agire nei loro confronti.

Questo incontro ha trattato una parte più spiri-tuale. Partendo dalla parola perfezione, che signi-fica opera senza difetti, cambiare attraverso, essere continuamente in cambiamento, ci è stato fatto no-tare come nel vangelo la parola siate perfetti come il padre nostro vuole intendere con siate perfetti siate in cambiamento di voi stessi.

Quando l’amore è vero questo è fecondo, quan-do la coppia ha un figlio rispecchia il mistero della S. Trinità.

Siamo privilegiati perché abbiamo dei figli. Il Si-gnore poteva salvarci in tanti modi ma ha deciso di essere figlio perché i figli sono la nostra salvezza: sono il nostro terapeuta gratuito in casa.

Noi dobbiamo essere molto riconoscenti nei confronti dei nostri figli:

• Hanno reso una coppia famiglia• Hanno arricchito la nostra vita• Ci hanno dato il senso di immortalitàLa Dott. ha poi fatto un paragone tra Dio e la

coppia:

Dio:1. Dio dice una parola e crea 2. Dio sta zitto e fa parlare i profeti (i suoi figli)3. Dio manda suo Figlio e ci salva4. Dio manda lo Spirito

Coppia:1. Noi diciamo una parola: ti amo e nasce un

figlio2. Dobbiamo stare zitti (diciamo ai figli solo bel-

le cose)3. Dio diventa Figlio per fare un sacrificio: Gesù

si sacrifica in croce perché non ci siano più sacri-fici, così i figli non si sacrificano più sull’altare dei genitori, Gesù ha pagato per i nostri figli.

4. Gesù deve tornare al Padre e ci manda lo Spi-rito. Che eredità di Spirito lasceremo ai nostro figli?

Il Vangelo ci lascia tre messaggi terapeutici:1. Voi non siete capaci di essere felici, quindi è

venuto Dio per darvi la possibilità di essere felici, è venuto a portarvi la gioia

2. Lui si sacrifica per salvare tutti i figli3. I figli devono superare i genitori, come il Fi-

glio che ci ha salvato e ha superato il Padre.

Stefania Pozzi

C’è qualcosa nell’aria

Il fato a volte segue vie bizzarre per tessere legami e, nella storia che sto per raccontarvi, ha scelto l’aria come mezzo privilegiato.

Questa storia è successa davvero. Tutto è cominciato il 3 febbraio 2013, la XXXV

Giornata per la Vita (con lo slogan Generare la vita vince la crisi). I bambini, tutti riuniti sulla piazza di Berbenno, dopo la messa, hanno liberato i pallon-cini gonfiati a elio ai quali erano stati legati i loro messaggi, qualche breve frase o un piccolo dise-gno. Come ogni anno, è stato un momento magico vedere volare via queste meraviglie colorate che sfidano e vincono la gravità. Un attimo fugace in cui tutti alzano gli occhi al cielo per seguire il volo di quei messaggi che poi si perdono nell’aria e di cui spesso ci si dimentica.

In questo caso, però, il destino ha deciso che un messaggio doveva raggiungere qualcuno e così

è stato. Daniela, una donna che abita nella campa-gna nei dintorni di Pavia, ha trovato il palloncino con i messaggio della piccola Nicole di Berbenno e ha deciso di contattarla spedendole una lettera (tramite l’indirizzo che era scritto dietro al bel di-segno della bambina). Da lì in poi è partito uno scambio che dalle lettere cartacee è passato a mez-zi più tecnologici. Che dire? Persone molto distan-ti che finiscono per ritrovarsi unite dal volo di un palloncino!

Ma se già questo può sembrare una stranezza, figuratevi quanta è stata la sorpresa quando pro-prio la piccola Nicole nel suo giardino ha trovato un palloncino con un altro messaggio!

Il biglietto reca il logo della parrocchia di San Fiorano di Villasanta (MB) e la firma di Chiara. Purtroppo la pioggia ha cancellato le sue parole. La famiglia di Nicole ha poi contattato l’oratorio in

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questione per cercare di rintracciare l’autrice del messaggio e ancora attende una risposta.

In questo caso il destino che ha scelto di nuovo l’aria come mezzo di trasmissione, forse doveva te-ner conto della pioggia! E invece le cose si sono un po’ complicate… ma se il fato così ha voluto di cer-to non sarà un po’ d’acqua a impedire l’incontro

tra Chiara e Nicole! O almeno così mi piace sperare per chiudere questa storia di messaggi e disegni che prendono il volo e vagano per creare legami.

Sì, c’è qualcosa nell’aria e, per una volta, non è smog!

Romina Tamerici

Per il nostro amico Mimi

Per il nostro amico Mimi: triangolare di calcio a sette organizzato a Selino Alto, frazione di Sant’Omobono Terme, giun-

to alla sesta edizione, intitolato alla memoria del compianto amico Personeni Emilio, noto a tutti con il nomignolo Mimi. Nato nel 1950 abitava nella frazione di Cepino di Sant’Omobono Terme e nel 2007 ci ha lasciato per un male incurabile. Era uno scultore e artigiano tornitore del legno, amava la sua arte ed era stimato dalla gente. Nel sociale si era distinto nell’aiuto al prossimo varcando anche i confini d’Europa, recandosi nei periodi invernali in Messico per insegnare il suo mestiere di falegname e intarsiatore ai ragazzi disagiati della fondazione a San Luis de La Pax, mettendo a disposizione la sua abilità (tutt’ora, durante l’anno e nella giorna-ta alla memoria, si raccolgono fondi da donare al centro messicano). Inoltre era un artista scultore ed aveva esposto le sue opere in diverse fiere, an-che all’estero, e tutt’ora le sue ultime opere sono in esposizione, per chi volesse vederle, nel museo presso la sua abitazione in via Papa Giovanni XXIII, 10, a Cepino. Mimi era uno sportivo e aveva milita-to come calciatore negli anni Settanta-Ottanta nelle formazioni del Valle Imagna e nell’U.S. Berbenne-se, nonché nell’Inter Club Berbenno, vincendo con i suoi compagni il trofeo di calcio a Shoenenwerd in Svizzera.

La giornata è iniziata nella chiesetta di Sant’An-tonio Abate di Brancilione per assistere alla santa messa in suffragio di Mimi e poi iniziare il trian-golare all’insegna del fair-play, in un girone unico all’italiana di solo andata sul campo di Selino Alto, gentilmente messo a disposizione dal presidente Andrea Borella della sportiva locale per assistere e dare vita alla giornata sportiva. Era presente anche il gruppo femminile delle Amiche di Sabina, che è la figlia di Mimi, con la formazione capitanata da Ma-rio Locatelli di Locatello e i neroazzurri di Berben-no. Il verdetto finale, dopo avvincenti incontri, ha

decretato vincitori della sesta edizione del trofeo alla memoria di Mimi i neroazzurri del Berbenno Calcio Veterani, che hanno vinto la finale contro la sorprendente squadra delle Amiche di Sabina. Co-me di consueto, le tre compagine si sono poi unite al centro del campo per un minuto di silenzio in ricordo di Mimi, applaudendolo e guardando tutti verso il cielo con qualche lacrima e sospiro.

Quest’anno alla cerimonia delle premiazioni erano presenti la vedova di Mimi, Naudin Martine e la figlia Sabina (il figlio Sebastiano per uno stato febbrile non è potuto venire, ma ha lasciato un mes-saggio di saluto e ringraziamento a tutti i presenti). Per parlare dell’organizzazione del torneo sempre impeccabile è intervenuto Mario Locatelli, sindaco di Locatello e coscritto di Mimi, che quest’anno ha voluto ricordare anche un altro coscritto del 1950, Gelfrido Franchini di Cepino, che ci ha lasciati il 27 agosto, anche lui per colpa di un male. Egli aveva giocato per il S. Omobono le ultime cinque edizio-ni di Mimi ed era un uomo apprezzato e stimato in tutta la Valle. Era impegnato nel sociale nei vari gruppi di volontariato (nella sportiva della Virtus Cepino e nella Croce Rossa). Aveva fatto il milita-re nel corpo degli Alpini. La famiglia Personeni ha invitato per l’occasione la signora Annalisa, moglie del compianto Gelfrido, donandole una targa ricor-do.

Sono stati premiati con targa personalizzata la calciatrice Sabina Personeni e il bomber Mario Locatelli (1950) per il Premio alla Carriera Calcisti-ca: questo è un premio che di volta in volta verrà assegnato nelle prossime edizioni ai più anziani calciatori che si sono distinti in passato. Premi in trofei e coppe (offerti dalla famiglia Personeni), ovviamente, anche alle tre squadre e un ringrazia-mento ai factotum (vale a dire a Mario Locatelli, Renzo Schiantarelli e Gian Maria Salvi). Come di consuetudine va elencata la formazione vincitrice del torneo, vale a dire il Berbenno Calcio Veterani con l’allenatore Gian Maria Salvi e i giocatori Marco

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Una bella scorpacciata in compagnia!

La Castagnata a Casa Santa Maria

Sabato 9 novembre, pomeriggio di grossi nuvoloni carichi di pioggia in arrivo… ma il tempo fortunatamente ha retto piuttosto

bene e il nostro Battista, insieme a un bel gruppo di alpini e volontari ha preparato e animato la famo-sa castagnata che ogni anno organizziamo a Casa Santa Maria. Gli ospiti poi, insieme a parenti e ami-ci, hanno sbucciato le böröle per poi farsi una bella scorpacciata tra musica, chiacchiere e allegria.

Per i nostri ospiti è stato un pomeriggio diverso

e simbolico. La preparazione sul fuoco, lo scoppiet-tio delle castagne, i profumi e infine il gusto hanno risvegliato in tanti nostri ospiti ricordi ed emozioni passate. A un nostro ospite al termine del pome-riggio è scesa una lacrima… questo dimostra che a volte basta proprio poco per essere contenti!

Le animatrici Cristina, Cinzia e Grazia

Carminati, Beniamino Gelmini, Marco Gritti, Arnal-do Filippi, Giampaolo Gotti, Mauro Offredi, Rugge-ro Salvi, Ezio Bonetali e Mauro Locatelli.

L’Albo d’Oro è pertanto così aggiornato: nel 2008/09 aveva vinto il Locatello, nel 2010/11 il Ber-benno, nel 2012 i Giornalisti di Bergamo e 2013 il Berbenno. La giornata è finita con un banchetto

conviviale per poi cantare tutti in coro Signore delle cime e Amici miei, in ricordo dei nostri più cari e simpatici amici, Mimi e Gelfrido.

Arrivederci alla settima edizione.

Gian Maria Salvi

Iniziative 2013-2014 del gruppodiocesano La casa

Per persone separate, divorziate o risposate

L’anno scorso, a Milano, Papa Benedetto XVI, parlando della famiglia, ha ricordato anche le si-tuazioni di separazione, divorzio o nuova unione, non per sminuire il valore del matrimonio e della famiglia, ma per richiamare il dovere della Chiesa di rimanere vicini anche a queste persone.

Anche il nuovo Papa, Francesco, ha mostrato di avere a cuore queste situazioni familiari, auspi-cando che la Chiesa rifletta sempre più profondamente anche su questi temi. È con questo spirito che presentiamo le iniziative che anche quest’anno il gruppo La Casa propone per la nostra diocesi. Si tratta di momenti di preghiera, di riflessione, di confronto e di condivisione, in un clima di grande cordialità e familiarità.

Invitiamo calorosamente coloro che stessero vivendo queste situazioni di sconforto, sofferenza, disorientamento o ricerca ad approfittare di queste iniziative, superando la tentazione di chiudersi in una triste solitudine o di rifugiarsi in una sterile recriminazione. Nella Chiesa si può parlare anche di questi temi, senza paura o vergogna, poiché anche dal dolore per una divisione familiare possono scaturire nuovi cammini di fede, di consolazione e di maturazione.

Sappiamo poi che chi è passato a una nuova unione, formando magari una nuova famiglia, vive in una situazione complessa e problematica di fronte all’insegnamento cristiano; ma anche questo non impedisce di continuare a cercare e a vivere itinerari di fede e di vita ecclesiale adeguati e fruttuosi.

Come ci ricorda spesso il nuovo Papa, Francesco, dobbiamo camminare animati e sostenuti dalla misericordia di Dio, che la Chiesa è chiamata a testimoniare illuminata dal V angelo del matrimonio e della famiglia!

Facciamo tesoro di questi insegnamenti e cerchiamo di attuarli nelle nostre comunità, anche ap-poggiano e favorendo le iniziative del gruppo diocesano La Casa che da anni sta sostenendo questa pastorale nella nostra diocesi. Le sue attività sono indicate in un apposito depliant a disposizione in parrocchia o anche contenute sul sito internet: www.lacasabg.it (tel. 035.278224, don Zanetti). A tutti chiediamo l’impegno di essere vicini con la preghiera e l’aiuto a coniugi, figli, parenti, amici coinvolti in queste situazioni matrimoniali, affinché davvero si sentano ancora amati dal Signore e dalla sua Chiesa.

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Calendario dicembre 2013

Calendario

Aspettando il Santo Natale 2013 - 19° Edizione

Iniziative culturali e tradizionali con concorsi a premi

In collaborazione con la Pro Loco Berbenno-Promozione Culturale: Aspettando il Santo Natale 2013

1° concorso: “ IL PRESEPIO IN CASA”2° concorso: ”POESIA” con tema unico ”il Natale”

3° concorso : ”PITTURA” con tema unico ”il Natale”

I tre concorsi sono suddivisi nelle sezioni riservate alle seguenti categorie: RAGAZZI – ADULTI – COLLETTIVE

Per l’iniziativa del primo concorso, Il presepio in casa, coloro che intendono partecipare dovranno com-pilare la scheda di adesione e depositarla nell’urna che si trova presso il Centro Parrocchiale di Berbenno. La giuria visiterà il presepio a casa vostra il giorno lunedì 30 dicembre 2013, a partire dalle ore 9, per le parrocchie di Blello e Berbenno, e il giorno martedì 31 dicembre 2013, sempre a partire dalle ore 9, per la parrocchia di Selino Alto. Il termine ultimo per la consegna della propria scheda di adesione al Presepio in casa è fissato per le ore 20 di domenica 20 dicembre 2013.

Per l’iniziativa del secondo concorso, Poesia, e del terzo concorso, Pittura, con tema unico il Natale, coloro che intendono partecipare dovranno consegnare la propria poesia o la loro opera pittorica presso il Centro Parrocchiale, tenuti presenti gli orari di apertura del Centro stesso. Sul retro del foglio contenente la poesia o la vostra opera pittorica dovranno essere indicati: Nome, Cognome, Titolo, Indirizzo, Età, Scuola e Sezione di categoria d’appartenenza. Il termine ultimo per la consegna delle opere per il secondo e terzo concorso è fissato per le ore 20 di domenica 29 dicembre 2013.

Ogni partecipante, se lo desidera, può aderire anche a tutti e tre i concorsi sopra citati.

La cerimonia delle premiazioni si svolgerà lunedì 6 gennaio 2014 alle ore 16, presso il Centro Parroc-chiale Giovanni Paolo II di Berbenno, alla presenza della giuria composta dal parroco Don Luca Gattoni, dalla Presidente Pro Loco Silvia Salvi e dal pittore Gian Maria Salvi. A tutti i partecipanti verrà rilasciata una pergamena. Saranno inoltre premiati i partecipanti con medaglia ricordo e coppe offerte dalla Pro Loco Berbenno-Promozione Culturale. A seguire, su schermo gigante si potrà vedere il video della manifestazio-ne di Aspettando il Santo Natale 2013 - 19° edizione.

Per ulteriori informazione rivolgersi al seguente indirizzo e-mail: [email protected]

Diario della Comunità

LITURGIA IMPEGNI PARROCCHIALI1 dom i di aVVEnto 14.30 Ritiro spirituale vicariale per giovani e adulti (Rota Imagna)

2 Lun14.30 Ritiro I Media (Selino Alto)

20.45 Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)

3 Mar San Francesco Saverio20.30 Gruppo Missionario (Berbenno)

20.30 Incontro vicariale catechisti cresimandi (Selino basso)

4 Mer 20.30 Gruppi biblici di Avvento

5 Gio14.30 Ritiro III elementare (Berbenno)

20.45 Incontro con i genitori di II elementare (Selino Alto)

6 Ven San Nicola

7 Sab Sant’Ambrogio 17.00 Santa Messa a Ceresola

8 dom ii domEnica di aVVEnto 15.00 Festa dell’Immacolata a Ca’ Previtali

9 lunimmacolata concEzionE dElla bEata VErginE maria

14.30 Ritiro II media (Selino Alto)

20.45 Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)

10 Mar14.30 Ritiro II elementare (Berbenno)

20.45 Incontro dei catechisti (Berbenno)

11 Mer 20.30 Gruppi biblici di Avvento

12 Gio 14.30 Ritiro IV elementare (Selino Alto)

13 Ven Santa Lucia

14 Sab San Giovanni della Croce 17.00 Santa Messa a Ca’ Passero

15 dom iii domEnica di aVVEnto14.30 Laboratori per i ragazzi in oratorio (Berbenno)

17.00 Confessioni e santa messa per i fidanzati (Locatello)

16 Lun 20.30 Confessioni vicariali per gli adolescenti (Selino basso)

17 Mar 15.00 Confessioni dei ragazzi delle scuole medie (Berbenno)

18 Mer15.00 Confessioni dei ragazzi delle scuole elementari (Berbenno)

20.30 Gruppi biblici di Avvento

19 Gio 20.30 Incontro con i genitori di III elementare (Selino Alto)

20 Ven16.30 Confessioni ragazzi elementari e medie (Selino Alto)

20.30 Celebrazione penitenziale comunitaria (Selino Alto)

21 Sab 17.00 Santa Messa a Ceresola

22 dom iV domEnica di aVVEnto 10.30 Family Day prima elementare (Berbenno)

23 Lun 20.30 Celebrazione penitenziale comunitaria (Berbenno)

24 Mar 24.00 Santa Messa di Mezzanotte (in tutte e tre le parrocchie)

25 mEr santo natalE Messe secondo l’orario festivo - È sospesa la Messa delle 7.30

26 Gio SANTO STEFANOSante Messe alle ore 9.00 (Blello) - 10.00 (Selino Alto)10.30 e 18.00 (Berbenno)

16.00 Scambio di auguri con i volontari delle parrocchie (Berbenno)

27 Ven San Giovanni apostolo

28 Sab Santi Innocenti martiri 17.00 Santa Messa a Ca’ Previtali

29 dom santa famiglia

30 Lun

31 Mar

16.00 Santa messa festiva e canto del Te Deum (Blello)

17.30 Vespri solenni e canto del Te Deum (Selino Alto e Berbenno)

18.00 Santa messa festiva (Selino Alto e Berbenno)

3938

Anagrafeda ottobre a novembre

Battezzati in CristoBugada Angela di Mauro e Masnada Elisa sabato 5 ottobre a Selino Alto

Locatelli Jennifer di Giovanni e Todeschini Roberta domenica 13 ottobre a Berbenno

Salvi Lorenzo di Manuel e Locatelli Federica domenica 13 ottobre a Berbenno

D’Addetta Goffredo Maria di Giuseppe e Offredi Silvia domenica 27 ottobre a Berbenno

Salvi Margot di Paolo e Carsana Pamela domenica 27 ottobre a Berbenno

Defunti

La saggezza della vita

Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò: «Aaahhh!».Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: «Aaahhh!».

Con curiosità, egli chiese: «Chi sei tu?».E ricevette la risposta: «Chi sei tu?».

Dopo il ragazzino urlò: «Io ti sento! Chi sei?».E la voce rispose: «Io ti sento! Chi sei?».

Infuriato da quella risposta egli urlò: «Codardo».E ricevette la risposta: «Codardo!».

Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: «Papà, che succede?».Il padre gli sorrise e rispose: «Figlio mio, ora stai attento».E dopo l’uomo gridò: «Tu sei un campione!».La voce rispose: «Tu sei un campione!».

Il figlio era sorpreso, ma non capiva.Allora il padre gli spiegò: «La gente chiama questo fenomeno eco ma in realtà è vita».

La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.

Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore.Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.

Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita: la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato a essa.

La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.

Racconto finale

Todeschini Domenica Anita

di anni 98morta il 8 giugno 2013 a S. Omobono Terme

Todeschini RenatoMauriziodi anni 66

morto il 9 ottobre 2013 a Berbenno

Manzoni Loretta

di anni 57morta il 10 ottobre 2013

a Berbenno

Arrigoni Rosa

di anni 79morta il 14 ottobre 2013

a Berbenno

Locatelli Santinadi anni 79

morta il 22 ottobre 2013 a Santa Cruz

California - Stati Uniti

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NOTIZIE UTILI

Don Luca Gattoni parrocoCasa parrocchiale via Roma, 8 tel. 035 861007 [email protected] [email protected]

Don Donato Baronchelli vicario parrocchialeVia S. Giovanni Bosco, 9 cell. 3336793073

Don Romeo Todeschini tel. 035 861335

Figlie della CaritàMadri Canossiane tel. 035 861087

Scuola d’Infanzia - Selino Alto tel 342.849.73.28

Sito web dell’oratoriowww.oratorioberbenno.altervista.org

ORARIO SANTE MESSE

Giorni festiviOre 17.00 Ceresola – Ca’ Previtali – Ca’ Passero (a rotazione ogni tre settimane)Ore 18.00 Selino AltoOre 7.30 BerbennoOre 9.00 BlelloOre 10.00 Selino AltoOre 10.30 BerbennoOre 18.00 Berbenno

Giorni feriali a BerbennoTutti i giorni ore 7.15 Lodi e 7.30 Santa Messa.Martedì e Venerdì ore 19.45 Vespri e 20.00 Santa Messa.

Giorni feriali a Selino AltoLunedì, Mercoledì e Giovedì alle ore 16.30.Martedì e Venerdì ore 8.00

Mercoledì ore 20.00 a Blello (nella casa comunale)

Eventuali cambiamenti di orario o sospensioni per motivi particolari saranno comunicate per tempo.