una adorazione dei magi nella parrocchiale di s. biagio a musso

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Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo

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Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo

ISSN: 2038-1204 www.quadernidongo.it

Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di DongoCultura - Arte - Costume - Storia

ANNO XXVI - N. Unico 2015

Rivista della «Provincia Lombarda S. Carlo Borromeo dei Frati Minori» Via Carlo Farini, 10 - 20154 Milanofondata da Padre Edoardo Marcellino Ripamonti O.F.M.

Registrazione Tribunale di Milano N. 207 del 19-3-90

Direttore Responsabile: PADRE MASSIMILIANO TARONI O.F.M.

Redazione: CONVENTO FRANCESCANO DI DONGO22014 DONGO (Co) - Via Mons. Eusebio Semprini Tel. 0344 81338 – 0344 82501 / Fax: 0344 82601 E-mail: [email protected]

Volume realizzato con il contributo del B.I.M. (BACINO IMBRIFERO MONTANO) di Gravedona ed Uniti (Co)

Fotocomposizione e stampa: Nuova Editrice Delta s.a.s.Via alla Poncia, 145 - Tel. 0344 82734 - E-mail: [email protected] - Gravedona ed Uniti (Co)

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Una Adorazione dei Magi nellaparrocchiale di S. Biagio a Musso – Fiorenza Rangoni Gàl

(2ª parte)

Nella chiesa parrocchiale di Musso, al termine della navata sinistra, a latodel presbiterio, vi è un altare sormontato da una cornice lignea a tempietto. L’alzatoha due colonne rudentate con collarino e capitelli ionici con echino, l’architrave èdecorato con un fregio a racemi di vite. Al di sotto dell’architrave pendono diecigrappoli di uva, il frontone è spezzato. L’arredo è decorato in oro e azzurro oltre-mare e incornicia un vano piuttosto profondo, tappezzato di velluto a pieghe di coloregiallo oro. Sul fondo della nicchia (chiusa da vetro nella parte anteriore) fa mostra disé il dipinto Adorazione dei Magi, con semplice cornice dorata.

L’apparato, che denuncia una fattura tardo settecentesca (da far risalire pro-babilmente ai restauri della chiesa del 1796), presenta la base decorata a riquadri di-pinti delimitati da dorature in cui sono raffigurati, a sinistra e a destra, rispettiva-mente il leone dell’Evangelista Marco e il bue dell’Evangelista Matteo, al centro laPentecoste, a sua volta contornata a sinistra da un riquadro in cui è raffigurato il Santovescovo Biagio, eponimo della chiesa e protettore del paese di Musso, e a destra daun santo francescano con trigramma sul petto giglio, libro nella mano sinistra e croci-fisso nella destra, identificato in una pubblicazione recente con S. Benedetto1.

Anonimo siciliano (fine sec. XVI-inizi sec. XVII), Adorazione dei Magi,

Musso, Parrocchiale di S. Biagio. [FIG. 1]

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Nonostante le nostre ricerche, ma dobbiamo dichiarare che sono incom-plete2, non abbiamo rintracciato informazioni sulla tela che si mostra in questobello scrigno.

Una cartolina a colori3 che la illustra porta la didascalia “Tela Scuola Veneta(sec. XVI)” e la voce comune la indica come copia di un dipinto di Jacopo (?) Bassano.

La guida Alto Lario Occidentale4 riferisce: “Nella prima cappella a sinistra[della chiesa di S. Biagio] è conservata, in un’imponente cornice lignea dorata unaraffinata tela cinquecentesca con l’Adorazione dei Magi…” senza alcuna altra indi-cazione.

All’osservazione ancorprima di formulare qualsiasiipotesi stilistica, balza all’occhioche il dipinto necessita di unabuona pulitura. Lo sporco dif-fuso offusca i bianchi e le tintechiare, così come ottunde le lucie i delicati passaggi chiaroscu-rali, ostacolando una correttalettura. Inoltre sembrano pre-senti delle ridipinture, che perònon possiamo certificare neldettaglio non avendo potutoesaminare direttamente la tela;tuttavia riteniamo di poter af-fermare che almeno la tettoia lignea, che ripara la sacra famiglia, appare insertoposteriore, andando a tagliare senza ragione l’arco murario che probabilmente inorigine appariva diroccato ed il colore marrone ottuso, la priva di ogni qualunquesfumatura o definizione strutturale. Il dipinto mostra inoltre cadute di colore nellaparte inferiore.

In assenza di informazioni esterne circa la “storia” del dipinto cioè quandoè pervenuto alla chiesa e in quali circostanze, dove era posto in origine etc., e poten-doci valere soltanto della scarna indicazione della pubblicazione citata sopra, e cioèche nel 1994 si trovava nella prima cappella a sinistra, ovvero nella cappella delBattistero, e che era racchiusa da una “imponente cornice” che oggi non ha più,sostituita da una più sobria ma sempre dorata, possiamo avanzare soltanto ipotesibasate sull’analisi formale.

A nostro avviso l’indicazione di “copia da Bassano” è stata desunta dallapresenza del cagnolo bianco a macchie caffelatte e dalla posizione prona molto accen-tuata del vecchio Mago. Ma come si può osservare dalla FIG. N. 2 l’insieme è assailontano dalla composizione del pittore veneto, e non soltanto da questo dipinto inparticolare, ma da tutte le numerose composizioni bassanesche di identica iconografia,piuttosto ripetitive negli elementi costitutivi. È vero che tra i tratti distintivi di JacopoBassano è la struttura decisamente manierista delle figure, in particolare del vecchioMago, e la presenza degli animali, sempre o quasi un cane, ma la struttura del dipinto

Jacopo Bassano, Adorazione dei Magi, Vienna, Kunsthistorisches Museum. [FIG. 2]

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di Musso e soprattutto la tavolozza dei colori è ben diversa da quella bassanesca.È inoltre da osservare che nel pittore veneto il vecchio Mago è nella quasi totalità deicasi è posto di spalle o di tre quarti e non di profilo.

Superfluo dire che non abbiamo incontrato alcun dipinto di questo soggettorealizzato da uno dei componenti della famiglia Bas-sano che si imparenti talmente con questo da potercostituire un modello per la copia. La tela di Mussorichiama, invece, i prototipi di Adorazione dei Magidi Polidoro Caldara da Caravaggio (Caravaggio,1499 ca. / Messina 1543)5 che furono normativi pertali composizioni fino al Seicento, nonostante siaovviamente ben lontana dalla qualità dei dipinti delmaestro e dei suoi seguaci in terra siciliana e cala-brese, e ricorda anche qualcosa di Perino Bonaccorsidetto del Vaga (1501-1547) (si veda il disegno nellafoto qui accanto6, attribuito alla cerchia di Perino).

Entrambi i pittori furono attivia Roma nel primo e secondodecennio del Cinquecento,trasferendosi, a seguito delSacco del 1527, Polidoro aNapoli e poi a Messina, otte-nendo un grande successo eduna ampia schiera di allievi eseguaci, e Perino a Genova.

Nelle composizionidi Perino del Vaga si trova tal-volta anche un cagnolino conle caratteristiche di quello deldipinto di Musso, mentre i canirappresentati da Jacopo Bas-sano sono più grandi e sonocani da caccia. Un cagnolinoidentico a quello rappresen-tato nella nostra tela si trovatra le due figure allegorichedella Ragione e della Fedenell’affresco di Perino del Va-ga nella Sala Paolina a CastelSant’Angelo a Roma.

Sono da osservareanche l’abito e l’attitudine del

Perino del Vaga, Progetto per la cappella degli Svizzeri in Santa Maria della Pietà al Camposanto Teutonico,

Los Angeles, The P. Getty Museum - tratta da P. L. LEONE DE CASTRIS, Polidoro da Caravaggio. [FIG. 3]

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Magio orientale che sembragiungere di corsa, porgendoun’urna d’oro mentre si leva ilcopricapo. La tunica gialla diapre in eleganti pieghe svolaz-zanti e sul dorso, all’altezzadella vita, si chiude in un ele-gante nodo che può ricordare ifantastici abiti indossati dallostesso mago nella produzione diBassano.

Un elemento però bal-za agli occhi, elemento a nostraconoscenza mai riscontrato econ tale icasticità, cioè la scimi-tarra che il Mago Baldassarreporta al fianco in bella evidenza.La carnagione scura e la scimi-tarra ne indicano inequivocabil-mente l’appartenenza ai “mori”,termine di origine etnica che in-dicava gli abitanti della Mauri-tania, passato poi a indicare gliarabo-saraceni. Inquietante, in-sieme alla scimitarra, è il coloregiallo della veste: il giallo non èsolo il colore che evoca l’oro e laluce, ma anche il colore dell’e-sclusione, il colore che segnala ildiverso, ebreo, eretico o saraceno che sia7. In una rappresentazione dell’Adorazionedei Magi, affresco di Dionisio Cappelli del 1508 nella chiesa dalla Icona Passatora adAmatrice (Rieti) si vede, alle spalle del Mago biondo e giovane sulla sinistra, una fi-gura di spalle vestita di giallo alla turchesca con una grande scimitarra al fianco.L’ancora oscuro significato di questa presenza, nel caso dell’affresco reatino, può forseessere messo in relazione alla contrapposizione tra cristianesimo e islam (ricordiamoche nel 1453 Costantinopoli era caduta in mano agli Ottomani). Nella tela di Musso ladichiarata appartenenza del Magio ai “mori” ed il colore giallo del vestito, nonché lacorsa ed il gesto di togliersi la corona possono forse essere letti come un auspicio chel’infedele sia ridotto alla vera fede, o meglio che l’infedele accorra là dove si manifestal’incarnazione della vera fede. Il gesto di togliere il copricapo coronato, riscontrabilenon di frequente nelle raffigurazioni della scena – tre esempi: Gentile da FabrianoAdorazione dei Magi, Firenze, Uffizi, 1423, Joannes de Mattas (Matta), Adorazione deiMagi8 e Gaudenzio Ferrari, I Magi a Betlemme, Sacro Monte di Varallo (1525-28 ca.) –potrebbe leggersi come un gesto di omaggio, analogo alla proskynesis del vecchio

Perino del Vaga, Sala Paolina, Roma, Castel S. Angelo. [FIG. 4]

Polidoro da Caravaggio, Adorazione dei Magi, Parigi, Louvre - Cabinet des Dessins.

[FIG. 5]

Mago che bacia il piedino di Gesù.Dunque, riassumendo, abbia-

mo un dipinto che è impostato secondogli schemi resi canonici da Polidoro daCaravaggio con qualche reminiscenza,forse, di elementi bassaneschi, ma conuna fattura stilistica che nulla ha a chevedere con alcuno dei due artisti citati.

Il gruppo con la Madonna, ilBambino, S. Giuseppe, il Mago incoro-nato con le mani incrociate sul petto e ilMago Baldassarre, mostrano una stesurafluida, le pieghe morbide ed avvolgenti,le fisionomie delicate e ben condotte, inparticolare il S. Giuseppe; più legnosoinvece il ductus nelle vesti del Magioprono, la cui spada che spunta dalla cin-tura e la pelliccia di ermellino che neadorna sulle spalle l’abito, fanno ram-mentare i re dei romanzi cavallereschi.

Ioanne de Matta, Adorazione dei Magi, Diocesi di Cefalù.

[FIG. 6]

Dionisio Cappelli, Adorazione dei Magi, Chiesa dell’Icona Passatora, Amatrice (Rieti). [FIG. 7]

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L’ipotesi che qui proponiamo circa il dipinto è che si tratti di un lavoro sici-liano di autore ovviamente al momento non identificabile, attivo tra fine Cinque eprimi Seicento, sia per le permanenze polidoresche che per la figurina della Verginedalla fisionomia puntuta spessissimo ricorrente nella produzione Siciliana in questoarco temporale. Propenderemmo per una provenienza dalla Sicilia orientale proprioper le caratteristiche polidoresche dell’impianto – ricordiamo come già detto sopra ilsoggiorno siciliano del pittore lombardo.

Si era ipotizzato di poter assegnare ildipinto al pittore Pompeo Buttafuoco (Burgio(AG) 1578 - Agrigento 1643), eclettico pittoreassai malnoto9 e di qualità molto discontinua,con caratteristiche che in parte coincidono conla mano dell’autore del dipinto lariano, mal’impossibilità di presentare per la stampa unafoto di qualità accettabile per il confronto, nonci consente di approfondire qui il discorso.

Se, come riteniamo, il dipinto dellaparrocchiale di Musso viene dalla Sicilia essosi va ad aggiungere alla sempre più copiosamesse di testimonianze dei rapporti intercorsitra l’Alto Lario e la lontana isola, diventataseconda patria di molti che vi si trasferirono nelcorso dei secoli.

Gaudenzio Ferrari, I Magi a Betlemme, Varallo Sacro Monte. [FIG. 8]

Gaudenzio Ferrari, dettaglio figura 8. [FIG. 9]

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N O T E 1. - R. FAZZINI, Chiesa parrocchiale di S. Biagio, in Musso. Piccole storie nella grande storia,

a cura di M. E. ACQUISTAPACE e R. FAZZINI, p. 252. Non ci sembra di riscontrare nell’immaginel’iconografia di S. Benedetto da Norcia, cui mancano la cocolla bianca ed i simboli distintivi.Il cristogramma sul petto rinvia di solito a S. Bernardino da Siena, mentre il giglio e il libro sonosimboli distintivi di S. Antonio da Padova. Per una identificazione con quest’ultimo osta la pre-senza del Crocifisso anziché del Bambino Gesù.

2. - Per difficoltà logistiche, non abbiamo potuto dedicare all’argomento una approfondita ricercapresso l’Archivio Parrocchiale di Musso.

3. - La cartolina a colori che la riproduce è stata stampata da Arti Grafiche Attilio Sampietro, Me-naggio (CO) in data che non posiamo precisare, ma certo parecchi anni fa. L’analisi del dipintoper questo scritto è stata svolta su una fotografia professionale recente.

4. - A cura di D. PESCARMONA, M. ROSSI, A. ROVETTA, G. VIRGILIO, Nodo Editore, Menaggio 1994,p. 102.

5. - Per i numerosi disegni di Polidoro su questo tema si veda L. RAVELLI, Polidoro da Caravaggio,Monumenta Borgomiensa, 1978 e P. L. LEONE DE CASTRIS, Polidoro da Caravaggio, Electa,Napoli 2001. Su Perino del Vaga cfr. E. PARMA, Perin del Vaga. L’anello mancante, Sagep,1996.

6. - www.artnet.it7. - M. PASTOUREAU, D. SIMONET, Il piccolo libro dei colori, Ponte alle Grazie, Firenze 2006,

pp. 68-78.8. - Pittore spagnolo, attivo tra la fine del XV e la metà del XVI secolo in Sicilia, particolarmente a

Polizzi Generosa. Il dipinto Adorazione dei Magi è repertoriato in BeWeB (Beni ecclesiasticiin Web) con la sola indicazione di Diocesi di Cefalù.

9. - A. OLIVIERI, Un caso di eclettismo nella pittura siciliana: Pompeo Buttafuoco (1578-1645), inScritti di storia dell’arte in onore di Teresa Pugliatti, a cura di GAETANO BONGIOVANNI, De Lucaeditori d’arte, Roma [2007], pp. 72-76.