materiali del progetto urbanistico. tracciati, elementi primari, residenza

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facoltà di architettura “luigi vanvitellicorso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica docente enrico formato Materiali del progetto urbanistico. Tracciati, elementi primari, case Tecniche: la “tipologia” ed i suoi rapporti con lo studio della forma urbis

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facoltà di architettura “luigi vanvitelli” corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica docente enrico formato

Materiali del progetto urbanistico. Tracciati, elementi primari, case Tecniche: la “tipologia” ed i suoi rapporti con lo studio della forma urbis

> L’ANALISI URBANA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

L’analisi urbana, in quanto studio delle caratteristiche morfologiche dei luoghi, è uno dei principali elementi su cui poggia il progetto urbanistico in quanto consente di descrivere per categorie “semplificate” lo stato dei luoghi a partire dai materiali edilizi che li compongono e del rapporto che tra essi intercorre.

Quest’approccio – basato su di una riduzione - è complementare a quello “figurale” che invece si basa sull’apporto complesso di più saperi ed ambisce a creare “visioni” del piano realizzato.

La definizione più generale di tipo, al di là della sua utilizzazione nel campo dell’architettura, rimanda alla volontà di “ordinare l’esperienza secondo schemi che ne permettano l’operabilità (conoscitiva e

costruttiva) riducendo ad un numero finito di casi (in quanto schemi più o

meno ampi) l’infinità dei fenomeni possibili”

(Gregotti, 1993)

>TIPOLOGIA

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Vittorio Gregotti (capogruppo), Concorso per il quartiere ZEN a Palermo, 1969. Un esempio di progettazione urbana su base tipologica: la morfologia urbana discende dall’iterazione dell’insula di base.

Il concetto di tipologia rimanda a quello di

classificazione.

Con riferimento alla residenza, la tipologia edilizia si occupa dello studio delle forme edilizie determinate in ogni epoca dalle condizioni materiali di vita.

Distinguere tra tipi differenti significa comprendere sia le diverse caratteristiche architettoniche degli edifici (caratteri stilistici, sviluppo in alzato, modalità distributive, rapporti di sviluppo in pianta), che le diverse modalità di occupazione del suolo e il diverso rapporto con gli altri edifici e con l’ambiente, fino alle idee di casa e di città cui ognuno rimanda.

>TIPOLOGIA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La morfologia urbana,

in senso letterale, è lo studio della forma della

città:

“la parola «morfologia» è stata utilizzata per indicare

quasi sempre un livello di descrizione e progettazione ad una scala dimensionale e

di complessità di relazioni più alta del singolo

elemento edilizio e della sua forma in quanto

progetto” (Gregotti, 1995)

>MORFOLOGIA URBANA

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Foto aerea della città-ideale di Palmanova (XVI

sec.). Esempio di composizione urbana su

base morfologica: gli elementi si adattano alla

forma dell’insieme.

Aggregazioni di uno stesso tipo edilizio e aggregazioni tra tipi edilizi differenti realizzano in base ai rapporti che

stabiliscono con il tracciato viario, tessuti urbani

differenti che risolvono in diversi modi la relazione tra la residenza e gli spazi pubblici e si offrono

come parti di città con caratteristiche specifiche: in

questo modo si stabilisce un legame tra la forma della casa e la forma della città, ed è

possibile parlare di relazioni tra tipologia edilizia e morfologia urbana.

>MORFOLOGIA URBANA E TIPOLOGIA EDILIZIA

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L’analisi urbana considera la città ed il territorio come dei “manufatti”.

La natura di un manufatto non è separabile dal luogo in cui si trova, poiché nel luogo è stabilito un ordine formale rispetto al quale si conformano le opere dell’uomo; in questo esse definiscono una unità con il luogo stesso.

In questa condizione risiede il carattere specifico di ogni atto insediativo, di ogni fatto urbano, il genius loci.

> LA CITTA’ COME MANUFATTO. IL CARATTERE CONTESTUALE DELL’APPROCCIO

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La città come manufatto è composta da una moltitudine di

“fatti urbani” (A. Rossi, 1966).

I fatti urbani sono gli elementi che consentono di cogliere la logica costruttiva della città e permettono, attraverso la loro analisi, di giungere all’individuazione delle parti formalmente compiute, architettonicamente riconoscibili che la costituiscono. Al fine della loro individuazione, i fatti urbani possono essere raggruppati in tre categorie generali: - elementi primari - tracciati - residenza.

> LA CITTA’ COME INSIEME DI “FATTI URBANI”

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ELEMENTI PRIMARI

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Gli elementi primari sono dei fatti urbani caratterizzati da un rapporto tra manufatto e luogo

che li rende dei punti di riferimento rispetto al processo

generale di sviluppo di una città.

Aldo Rossi, ne “L’ Architettura della città”, analizza a fondo

questo argomento: egli si riferisce ai monumenti, agli

edifici pubblici, in generale a tutti quei manufatti che agiscono

come dei catalizzatori rispetto al processo di

urbanizzazione.

> ELEMENTI PRIMARI

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Il Palazzo di Diocleziano a Spalato: da “villa extra-

moenia” a “centro storico”

Si sottolinea il particolare

rapporto tra architettura e funzione:

la forma di questi elementi appare talmente chiusa,

stabilita una volta per tutte, da essere in grado di

sopportare nel tempo usi differenti.

In questo senso siparla di indipendenza dalla funzione,

adducendo in particolare gli esempi di anfiteatri romani

come quelli di Firenze e Lucca, che con il tempo si sono

trasformati da luoghi per lo spettacolo in edifici di

abitazione.

> ELEMENTI PRIMARI

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Piazza dell’anfiteatro a Lucca: da edificio

pubblico a scena urbana.

TRACCIATI

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Le città, in base a un fenomeno che è stato definito di “inerzia”, tendono a

crescere lungo dei tracciati o assi direttori che mantengono immutata la loro

giacitura nel tempo. A questo proposito geografi francesi come Poéte e Lavedan,

parlano di teoria della persistenza.

Esempi di questa dinamica sono

riscontrabili in ogni insediamento. I tracciati sono generalmente delle strade

o dei segni derivanti dalla divisione proprietaria del suolo.

> TRACCIATI La persistenza dei tracciati: a. Centuriatio nella pianura veneta in provincia di Padova; b. Caniggia: modello teorico di ricostruzione della Firenze romana; c. L’agro campano: Rapporto tra centuriazione, via Appia ed insediamenti

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Con riferimento allo spazio della città e al tipo di vita sociale che in esso si svolge, i tracciati in quanto strade si articolano in modo gerarchico, condizionando la forma degli insediamenti. Si può strumentalmente considerare una gerarchia del piano stradale articolata in sette livelli (Le Corbusier): -Strade di grande comunicazione -Arterie urbane principali -Arterie urbane veloci -Strade commerciali -Strade di distribuzione alle aree residenziali -Percorsi di accesso alla residenza -Percorsi pedonali urbani A sin.: planimetria della città di fondazione di Chandigarh in India, Le Corbusier, 1951

> TRACCIATI

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V1 Strade di grande comunicazione Il loro ruolo è di collegare centri urbani o aree urbane tra di loro; corrispondono alle autostrade, alle cosiddette “superstrade”, ad alcune tangenziali.

> TRACCIATI

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V2 Arterie urbane principali Si tratta dei tracciati, spesso di antico impianto, sui quali si è modellata la forma della città, i suoi “assi direttori”, che la mettono in collegamento con altri centri urbani. La forma di questi tracciati persiste nonostante tutte le trasformazioni cui è andato soggetto il nucleo urbano. In territori di antica civiltà, come è l’Italia, questo tipo di strada può coincidere con le strade consolari realizzate in epoca imperiale.

> TRACCIATI

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V3 Arterie urbane veloci Il ruolo di questo tipo di strada è quello di consentire l’accesso ai diversi settori della città. Sono associabili ad alcune “circonvallazioni”, a tangenziali integrate nel paesaggio (ad esempio la parkway sull’Hudson a NY), a grandi strade urbane di delimitazione di parti di città interessate da grandi flussi di traffico.

> TRACCIATI

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V4 Strade urbane Il ruolo di questo tipo di strada è legato prevalentemente al commercio, poiché su di essa affacciano negozi e botteghe. il traffico che vi ha luogo è promiscuo, perché riguarda sia i pedoni, sia le automobili, sia i mezzi pubblici, sia i veicoli commerciali.

> TRACCIATI

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V5 Strade di distribuzione alle aree residenziali Si tratta di strade tramite le quali è possibile raggiungere le abitazioni. Anche lungo questo tipo di strada si dispongono degli esercizi commerciali, ma essi sono di servizio alle aree residenziali in cui si trovano.

> TRACCIATI

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V6 Percorsi di accesso alla residenza Questo tipo di percorso pedonale conduce direttamente alle abitazioni; è caratteristico di parti urbane fittamente edificate con strade strette oppure di quartieri pianificati, con fasce verdi lungo i percorsi

> TRACCIATI

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V7 Percorsi pedonali urbani Si tratta di percorsi pedonali che attraversano intere parti di città o che mettono in comunicazione parti diverse della città Esistono nella città della storia, basti pensare alle scalinate napoletane che mettono in comunicazione il centro storico con la città collinare; è piuttosto raro, invece, riscontrare percorsi di questo tipo all’interno della città contemporanea.

> TRACCIATI

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Molti dei problemi dell’attuale conurbazione

derivano dall’assenza di gerarchia dei tracciati, dalla

promiscuità dei traffici, e all’assenza quasi totale di percorsi pedonali urbani.

> TRACCIATI

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UNITA’ MORFOLOGICA MINIMA

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Al fine di esplorare il rapporto tra tipi edilizi e forma della

città è utile introdurre in

concetto di unità morfologica minima.

Essa è definita come la più

piccola parte riconoscibile nel processo di strutturazione

urbana; può coincidere con un edificio, con un isolato, talvolta con un “pezzo” di

città.

Il suo carattere di non riducibilità è relativo alla scala

dei fatti urbani in cui essa è intesa. Per definire ciascuna

unità morfologica minima si fa riferimento al principio

tipologico cui può essere ricondotta, ai tipi edilizi che la

compongono, alla loro disposizione nel lotto, alla

possibilità di ripetizione all’interno del tessuto urbano.

> L’UNITA’ MORFOLOGICA MINIMA

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Foto aerea dell’edificio-città di Corviale a Roma,

1972

> L’UNITA’ MORFOLOGICA MINIMA

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Dall’ isolato (sin.) al

“close” (des.)

Dal “cul.-de-sac”

(sin.) all’informale

(des.)

RESIDENZA

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I fatti urbani legati alla residenza costituiscono il

materiale principale su cui crescono le città.

Sarebbe tuttavia errato

considerare i sistemi territoriali urbani come

una sorta di sommatoria di case: la questione va

articolata tenendo conto delle relazioni reciproche

che si istituiscono tra i vari tipi di manufatti.

> RESIDENZA

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Ludwig Hilberseimer, varianti di un isolato a

densità costante

Rispetto ai processi di strutturazione urbana lo spartiacque storico é stato individuato nella Rivoluzione industriale. E’ proprio nel periodo successivo alla Rivoluzione industriale che entra in crisi il modello tradizionale di formazione della città, e nasce la moderna urbanistica. La mutazione non riguarda solo l’aspetto esteriore della città e la sua dimensione: anche il processo di strutturazione urbana tende a capovolgere la logica tradizionale di costruzione della città e il rapporto tra tipo edilizio e morfologia.

> RESIDENZA

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CASA E CITTA’ STORICA: MORFOLOGIA

In ciascuna delle epoche

precedenti la Rivoluzione

industriale è possibile

riscontrare la ricorrenza di un

certo tipo edilizio, la cui

aggregazione dà luogo alle unità

morfologiche minime.

La relazione tra

tipologia edilizia e morfologia urbana è, a

questa scala, diretta.

A lato: una strada dell’antica Pompei

> TIPOMORFOLOGIA DELLA CITTA’ STORICA

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Nella città storica l’unità morfologica minima è una sorta di proto-isolato che chiameremo “insula”. L’insula è la più piccola parte della città definita dal tracciato viario A lato: insulae del’antica Delos (aggregazione e particolare)

> MORFOLOGIE URBANE STORICHE: L’INSULA

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Insula a schiera: i tipi edilizi sono aggregati a schiera: le case adiacenti presentano, spesso, muri di spina comuni. Si parla di schiera semplice quando un’unica schiera di edifici prospetta su due strade parallele; di schiera doppia se gli edifici si dispongono in doppia fila, per cui ognuno di essi prospetta su di una sola strada.

> AGGREGATI A SCHIERA

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L’insula a schiera a.

Berna: isolati a schiera;

b. Padova: pianta del

piano terra e del primo

piano di lotti gotici in

Borgo Santa Croce;

Insula a blocco: i tipi edilizi occupano per intero l’area dell’isolato; è possibile la presenza di piccole corti, per l’aerazione e l’illuminazione degli ambienti interni.

> AGGREGATI A BLOCCO

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L’isolato a blocco: c.

Torre del Greco: pianta

del piano terra di isolati

a blocco.

A destra: foto aerea dei

Quartieri spagnoli a

Napoli

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MORFOLOGIA RURALE

Per quanto riguarda la forma dei campi, Giorgio Grassi individua, in base agli studi dei geografi, la distinzione fondamentale nella forma dei campi tra “campi allungati” e “campi irregolari”; questa distinzione é fatta dipendere dalla norma di uso del suolo invalsa dal Medio Evo in poi, il maggese triennale.

> DIVISIONE DEL SUOLO RURALE

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Per quanto riguarda i villaggi, Demangeon definisce gli insediamenti rurali per “aggregazione” e per “dispersione”. Nel primo caso, in base al rapporto tra casa e campi coltivati, si avranno tre tipi di aggregazione: Villaggio con campi coltivati a rotazione Villaggio con campi contigui: Villaggio con campi dissociati Nel secondo caso: Dispersione primaria Dispersione secondaria

> AGGREGATI AGRICOLI

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Villaggio con campi coltivati a rotazione: la caratteristica di questi insediamenti è il regime collettivistico, imposto dalla rotazione dei campi e dal libero pascolo. L’insediamento mostra un processo di formazione accostabile a quello della città; in particolare, la localizzazione del villaggio dipende da fattori non pertinenti l’organizzazione rurale: la presenza di un corso d’acqua, di una strada, di un preesistente insediamento.

> AGGREGATI AGRICOLI

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Villaggio/Masseria con campi contigui: si tratta generalmente di impianti di fondazione, con un certo ordine planimetrico. Le fattorie sono disposte lungo una strada, e alle loro spalle, congiunti ad esse, si distendono i campi. In Italia, sono assimilabili a questo tipo le “grandi corti” agricole plurifamiliari, le masserie e le contrade rurali.

> AGGREGATI AGRICOLI

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La casa a corte: a.

Boscereale: masseria

Tedesco, schema

tipologico e

suddivisione

fondiaria;

In alto a sin.:

particolare della

campagna di

Sant’Anastasia alla

fine dell’Ottocento

Villaggio con campi dissociati: non esiste alcuna relazione tra i villaggi e i campi, che sono serviti da insediamenti temporanei.

> AGGREGATI AGRICOLI

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A lato: il centro antico

“accentrato” di

Visciano alla fine

dell’Ottocento

Dispersione primaria: nei suoli meno ricchi dove non si impone un regime di rotazione triennale o di libero pascolo (perché ci sono suoli non coltivati). Dispersione secondaria: quando la dimensione dei centri agricoli si sviluppa al punto tale che si i ricoveri temporanei si tramutano in insediamenti permanenti.

> AGGREGATI AGRICOLI

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PRINCIPI TIPOLOGICI NELLA COSTRUZIONE DELLA CITTA’ DELLA STORIA

Corte e blocco sono i due principi tipologici in base ai quali si definiscono le

case fino alla Rivoluzione industriale: la città della storia si costruisce nella

dialettica tra queste due forme dell’abitazione; esistono, poi, diverse

forme intermedie, per le quali la casa si pone contemporaneamente in rapporto

con la strada e con un suo spazio proprio (la corte, l’orto, il giardino)

> TIPI EDILIZI: CORTE E BLOCCO

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CASA A CORTE Il luogo centrale dell'abitazione è la corte interna, attorno alla quale si dispongono le parti costruite, fino a delimitare il lotto su cui insiste l'intero edificio.

> LA CASA A CORTE

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CASA A CORTE - Domus La casa a corte, trova la sua compiutezza formale nella Domus romana: atrio e peristilio sono gli elementi ai quali si rapportano le parti costruite della casa, unifamiliare e in genere a un piano, delimitata da un muro perimetrale cieco, se si eccettua il varco d’ingresso e talvolta delle bucature sul lato ortogonale al prospetto principale. Le domus, con il loro carattere chiuso, introverso, condizionano lo spazio urbano, ne costituiscono l’elemento di misura, poiché, aggregate l’una all’altra, formano le insulae, unità morfologiche minime delle città romane.

> LA CASA A CORTE

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CASA A CORTE - Palazzo L’edificio è unifamiliare, multipiano, ed è rapportato sia alla corte interna, che alla strada; gli elementi principali sono la facciata su strada e il percorso che va dall’atrio, posto all’ingresso, fino alla corte interna. Il lotto che occupa può costituire un intero isolato o trovarsi all’interno di isolati con più edifici. Il tema del palazzo, presente già nella città gotica, é svolto soprattutto a partire dal Rinascimento.

> LA CASA A CORTE

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La casa a

corte: c.

Michelozzo,

Palazzo

Medici a

Firenze,

1444; d.

Palladio,

Palazzo

Iseppo da

Porto a

Vicenza (da I

Quattro libri);

e, f.. Antonio

da Sangallo

il Giovane,

Palazzo

Farnese,

pianta del

pianterreno e

vestibolo (da

Letarouilly)

CASA A CORTE – Corte aperta Case a corte che si sono sviluppate attorno ad uno spazio centrale interno secondo un processo di accumulo nel tempo di corpi di fabbrica; la corte può anche non essere planimetricamente definita come forma chiusa. Il primo elemento ad essere costruito è il lato su strada oppure quello meglio esposto. Gli edifici sono spesso aggregati tra loro in modo da formare una cortina continua lungo la strada dove affacciano o, all’opposto, si trovano isolati nella campagna. Questa forma dell’abitazione caratterizza sia ambiti urbani che rurali, o anche ambiti rurali successivamente incorporati nella città; il lotto, pertanto, comprende a volte dei terreni coltivabili, collocati alle spalle dell’edificio, che si apre verso di loro; in altri casi l’edificio sorge all’interno del terreno da coltivare nel quale si sviluppa la strada che conduce alla residenza.

> LA CASA A CORTE

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Fig. 6. La casa

a corte: a.

Caniggia,

schema

tipologico della

casa a corte

aperta iso-

orientata; b.

Case a corte

aperta con lotto

contiguo; c.

Masserie

isolate; d.

Pagani: pianta

del pianterreno,

del primo piano

e delle

coperture di

residenze

agricole ora nel

tessuto urbano

CASA A BLOCCO Con il termine «blocco» si intende un’unità edilizia il cui carattere principale è l’affaccio sulla strada, sulla quale prospetta il lato minore del lotto rettangolare su cui insiste. Più case a blocco, accostate l’una all’altra, si aggregano in maniera tale da formare una cortina continua sulla strada.

> LA CASA A BLOCCO

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La casa a blocco: b.

Napoli, unità edilizie a

Montecalvario

Casa a blocco in profondità: la casa tende ad occupare tutto il lotto su cui è costruita. Essa è unifamiliare, in genere a due piani, uniti da un corpo scala di una rampa: al piano terra è collocata una bottega, in quello superiore un alloggio.

> LA CASA A BLOCCO

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Casa a blocco accostato: la casa è unifamiliare, a due o più piani, con uno spazio libero sul retro. Al piano terra si trova una bottega, il piano o i piani superiori sono destinati ad abitazione, lo spazio retrostante é coltivato o adoperato come deposito. La definizione di «blocco accostato» è dovuta al modo di aggregazione di questo tipo edilizio, caratteristico del periodo prerinascimentale, in particolare di ambiti urbani pianificati, come le città di fondazione germaniche del XII secolo.

> LA CASA A BLOCCO

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Casa a blocco con cortile: il carattere principale dell’edificio, oltre all’affaccio su strada con una bottega al piano terreno, è la presenza di un cortile interno, per consentire l’aerazione degli ambienti che non affacciano su strada. Si aggrega con altri edifici per accostamento, ma compare anche all’interno di isolati che contengono edifici a corte, o altri edifici a blocco. E’ il caso-limite di analogia formale con la casa a corte: spesso, infatti, le case a blocco con cortile rappresentano una semplificazione estrema dei palazzi, di cui sintetizzano i caratteri.

> LA CASA A BLOCCO

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VILLE

Analogamente agli insediamenti agricoli, le ville vanno distinte dagli edifici residenziali urbani. Esse, per il rapporto che tendono a stabilire con l’ambiente circostante, derogano dalla scala delle normali abitazioni, che tendono a collocarsi rispetto alla strada, al lotto e a definirsi rispetto agli spazi interni e/o esterni: le ville stabiliscono un rapporto con questi elementi che introduce una scala differente, la scala paesaggistica; in questo modo esse si pongono come fatti urbani in grado di condizionare la formazione di un tracciato. In questo sono molto simili alle fattorie, ma ciò che va considerato è che esse hanno spesso avuto, come termine di riferimento, i grandi edifici pubblici del passato: la tipologia delle ville palladiane è, ad esempio, ripresa dall’impianto delle Terme romane.

> VILLE

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La villa

extraurbana: a.

Palladio: villa

Foscari,

Gambarare di

Mira,

Malcontenta,

1559/60; b.

Schinkel:

Padiglione

estivo nei pressi

del castello di

Charlottenburg,

Berlino,

1824/25; c.

Terme di

Caracalla; d.

Schinkel:

Ricostruzione

della Villa

laurentina di

Plinio il giovane

Le ville non vanno considerate come qualcosa di totalmente separato dalla città. Secondo James S. Ackerman, la loro «ragione d’essere non è quella di svolgere funzioni autonome, ma di porsi come antitesi dei valori economici della città; economicamente la villa è un satellite» (Ackermann, 1985).

> VILLE

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A. Palladio,

Villa La

Rotonda, XVI

sec.

Il tipo della villa, da duemila anni a questa parte, non è cambiato nei caratteri fondamentali. E’ possibile individuare due modelli di villa: quello cubico-accentrato, dalla forma compatta, e quello aperto-decentrato, dalla forma aperta, più integrata nella natura.

> VILLE

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A lato:

A. Palladio,

Villa La

Rotonda, XVI

sec.

In basso: A.

Palladio, Villa

Emo Fanzolo,

XVI sec,

> VILLE

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A lato:

Le Corbusier,

Villa Savoye,

1929;

In basso: R.

Neutra, Villa

Kauffmann,

1947

> VILLE

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F. Collecini,

Reggia di

Carditello,

XVIII sec.

Un esempio di

“villa” che

integra loisir e

produzione

agricola

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CASA E CITTA’ MODERNE: MORFOLOGIE

Con i processi di urbanizzazione che hanno avuto luogo in seguito alla Rivoluzione industriale si verifica un progressivo spostamento d’interesse dal tipo edilizio all’unità morfologica minima, con un salto logico che non è solo relativo alla scala dimensionale, e che porterà alla costruzione di isolati concepiti come unico manufatto, e al superamento stesso dell’isolato come più piccola parte del processo di costruzione della aree residenziali: a questo fenomeno vanno riferite sia la costruzione pianificata delle “unità residenziali”, sia episodi della periferia urbana e della cosiddetta “città diffusa”, in cui l’unità morfologica minima rimanda al semplice atto della lottizzazione, senza una ulteriore riflessione in merito al rapporto tra parti residenziali e città.

> CITTA’ CONTEMPORANEA

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La città contemporanea mette in evidenza il conflitto tra due linee di sviluppo dei fatti urbani legati alla residenza: una progressiva, di liberazione della residenza dai suoi caratteri storicamente determinati, un’altra, largamente prevalente, nella quale si sovrappongono istanze di continuità soltanto formale con gli elementi della città della storia e spinte all’indifferenza riguardo ai modi di costruzione della città. È possibile riscontrare in queste tensioni un passaggio graduale dalla forma tradizionale dell’isolato circondato da strade a forme di edifici che stabiliscono relazioni complesse con il paesaggio che contribuiscono a definire.

> CITTA’ CONTEMPORANEA

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Il quartiere di

Rozzol Melara

a Trieste

(1969). Un

esempio di

macro-struttura

residenzlale in

competizione

con il

paesaggio

naturale

Isolati a corte: i manufatti nascono da un progetto unitario, anche se le loro parti, in alcuni casi, non sono realizzate simultaneamente: l’unità formale e spaziale può, dunque, essere perseguita attraverso una normazione dei caratteri. Gli edifici sono caratterizzati dalla presenza di un unico tipo edilizio, la casa a blocco, ripetuto lungo tutto il perimetro del lotto in modo da formare una corte interna. La forma del lotto circondato da strade può anche essere molto irregolare. Questo modo di costruzione è stato spesso adoperato negli sventramenti ottocenteschi: accanto alle strade e alle facciate di nuovo impianto si tentava di normalizzare gli isolati preesistenti con la forma razionalizzata dell’isolato a corte.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: ISOLATI

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L’isolato a

corte: a.

Berlino, la

Friedrichstadt

in costruzione,

1688; b.

Firenze:

Isolato

residenziale

contemporane

o; c. Caniggia:

progetto per

l’area della

Galileo a

Firenze

Isolati moderni: l’edificazione è caratterizzata dalla disposizione di edifici fatti di case in linea o a schiera per file tendenzialmente parallele in modo da assecondare l’asse eliotermico. Questo modo di costruire la città raggiunge il massimo di unità formale nei quartieri progettati dagli esponenti del Movimento Moderno.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: ISOLATI

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Dall’isolato a corte agli

edifici paralleli: a.

Milano: Quartiere INA-

Casa, 1909; b. May,

quartiere Römerstadt a

Francoforte sul Meno,

1926; c.

Rappresentazione

schematica delle fasi di

evoluzione dell’isolato;

d. Caniggia,

riprogettazione di isolati

a Novoli-Firenze; e.

Cosenza, edifici su viale

Augusto a Napoli, 1950;

f. Schmidt, quartiere

residenziale a Berlino,

1958; g. May, quartiere

Goldstein a Francoforte

sul Meno, 1928.

Blocco edilizio: la forma più ricorrente di queste costruzioni presenta un piano terra costituito da esercizi commerciali e dai portoni degli immobili

di abitazione; sul piano terra si innestano case alte a blocco, in linea o a torre.

In quest’ultimo caso l’edificio può raggiungere

altezze tali da introdurre delle modificazioni nel paesaggio, e prende il nome di grattacielo.

Questo tipo di edificio rappresenta il risultato della progressiva trasformazione delle forme

dell’isolato tradizionale, tipico delle aree urbanizzate con elevate densità abitative.

La disposizione planimetrica asseconda la forma del lotto in modo da sfruttarne la maggior parte

possibile, dando spesso luogo a configurazioni irregolari. Gli esercizi commerciali, quando non

sono disposti lungo tutto il perimetro del fabbricato, tendono a collocarsi lungo il lato

attraversato dalle strade di maggiore importanza.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: IL BLOCCO, DALL’ISOLATO ALL’EDIFICIO

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

Il blocco

edilizio: a,

b. Londra:

veduta e

pianta

dell’Adelphi

di Robert e

James

Adam,

1768; c.

Skyline a

New York.

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> CITTA’ CONTEMPORANEA: IL BLOCCO, DALL’ISOLATO ALL’EDIFICIO – I GRATTACIELI

Edilizia aperta sul lotto: questo genere di manufatti definisce intere parti del sistema

territoriale urbano contemporaneo.

Gli edifici sono realizzati secondo criteri prevalentemente funzionali, in base ai quali

vengono stabilite le forme delle abitazioni e, ove presenti, le aliquote di verde, spazi

aperti e parcheggi. I tipi edilizi ricorrenti sono quelli del blocco, della casa alta d’affitto

aggregata in linea, più in generale della casa isolata: questi elementi risultano indifferenti

rispetto al rapporto con il lotto, con i tracciati, con il paesaggio urbano.

Questa forma della residenza è strettamente

dipendente dalla lottizzazione operata nell’area in cui si colloca: è il caso degli edifici

isolati nel lotto, oppure dei parchi residenziali, caratteristici della recente

urbanizzazione, costruiti all’interno di un’area lottizzata definita da un recinto e da

uno o più ingressi dai quali si diramano le strade di distribuzione della residenza.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: EDILIZIA APERTA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

L’edilizia aperta sul lotto:

a, b. Roma: agglomerati

residenziali a Torre

Angela e al Quartaccio;

c. L’insediamento

montano di Alagna,

sorto lungo le rive della

Sesia: si distingue

l’edilizia residenziale

recente dall’originario

nucleo medievale; d.

Edilizia rada: parchi

residenziali e

lottizzazione individuale;

e. Roma: insediamento

residenziale abusivo; f.

Gigon e Guyer, parco

residenziale a Klichberg,

1990/96.

Unità residenziali: si tratta di manufatti che risolvono al loro interno la questione del

luogo della abitazione, e per i quali è possibile parlare di un rapporto più

articolato tra tipologia edilizia e morfologia urbana.

Essi possono essere concepiti in base a una

logica che ne prevede la ripetizione, oppure possono essere degli episodi eccezionali.

Nel primo caso, si tratta di edifici disposti in modo tale da definire interi vuoti urbani: il

modello è costituito dagli Squares londinesi.

Nel secondo caso si tratta di edifici di grande dimensione che contengono al loro interno residenza e altre funzioni sociali: la

casistica che li comprende va dalle grandi Höfe viennesi, edifici a corte di grande

dimensione, fino a grandi manufatti come le Unité di Le Corbusier, o ad esperienze come

il Corviale di Mario Fiorentino e il Gallaratese di Carlo Aymonino.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: UNITA’ RESIDENZIALI

corso di analisi e tecniche della pianificazione urbanistica enrico formato

L’unità

residenziale: a.

Bath: il Royal

Crescent e il

Circus, sec.

XVIII; b.

Fiorentino,

complesso

residenziale

Corviale, Roma,

1973; c. Le

Corbusier, unità

d’abitazione di

Marsiglia,

1947/52; d. Ehn,

Karl Marx hof,

Vienna, 1927

CITTA’ CONTEMPORANEA: UNITA’ RESIDENZIALI

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

Ehn, Karl Marx

hof, Vienna, 1927

> CITTA’ CONTEMPORANEA: UNITA’ RESIDENZIALI - FIRMINY

corso di analisi e tecniche DI pianificazione urbanistica enrico formato

Le Corbusier,

Unitè

d’habitation,

Firminy, 1954

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

PRINCIPI TIPOLOGICI DI COSTRUZIONE DELLA CITTA’ MODERNA

Il fatto nuovo che avviene all’indomani della Rivoluzione industriale e che condiziona i

mutamenti nella forma della residenza è la separazione del luogo della abitazione dal

luogo di lavoro.

I principi tipologici relativi alla residenza urbana restano quelli della corte e del blocco,

ai quali si aggiunge quello della casa isolata.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: PRINCIPI TIPOLOGICI

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

Tony Garnier,

Schema per la

Cité industrielle,

1904

La casa a corte viene studiato da alcuni tra i principali esponenti

del Movimento Moderno.

Essi si concentrano sui modelli dell’antichità, le case romane, e

sviluppano il tipo della casa a patio: unifamiliare e a un piano, è recintata da un muro continuo; gli spazi aperti possono essere anche

più di uno, mentre le parti costruite vengono realizzate

secondo impianti a L, a T o a C, in modo da tenere conto sia della

relazione con gli spazi aperti interni, sia dei fattori climatici, sia

delle possibilità di aggregazione con altre case in modo da formare delle unità morfologiche minime.

Il tipo ha una scarsa diffusione

nella città contemporanea.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A CORTE

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

Unità d’abitazione orizzontale al

Tuscolano, Roma. A. Libera, 1954

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A CORTE

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La ricerca sulla casa a corte di Mies Van

der Rohe, - 1935-1938

Le case a blocco restano il tipo prevalente con il quale si costruiscono le città. Le cosiddette «case d’affitto», come si vedrà, ne rappresentano una variante “impura” in condizioni di massimo sfruttamento delle rendite fondiarie. La «casa d’affitto» è il tipo edilizio predominante all’indomani della Rivoluzione industriale. i

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A BLOCCO

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La casa d’affitto: a. Parigi: case sul boulevard de

Sébastopol, sec. XIX; b. Blocco edilizio sul Ring di Vienna,

sec. XIX; c. Aymonino, schemi di case operaie

dell’Ottocento a Berlino e a Glasgow. La casa in linea: d.

Roma, edificio in cortina, fine del sec. XIX; e. Gropius,

Edificio residenziale alla siedlung Dammerstock,

Karlsruhe, 1928/29; f. Quaroni e Ridolfi, complesso

residenziale tiburtino, Roma, 1950

Casa in linea: l’edificio è plurifamiliare, multipiano, con una scala che distribuisce due alloggi per piano. L’edificio è libero su entrambi i lati lunghi. Il rapporto con il lotto varia da situazioni in cui ambo i lati della casa affacciano su una strada a situazioni in cui l’edificio è circondato da aree verdi; frequente è il caso di un lato che affaccia su una strada e di un altro che affaccia su un orto o su un giardino, opportunamente distanziato da un’altra strada. La formulazione più pura di questo tipo edilizio è dovuta ai principali esponenti del Movimento moderno, soprattutto Walter Gropius, secondo i quali l’edificio va rapportato all’asse elio-termico e liberato dal rapporto con la strada per una maggiore integrazione con la natura.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA IN LINEA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

d. Roma, edificio in cortina, fine del sec.

XIX; e. Gropius, Edificio residenziale alla

siedlung Dammerstock, Karlsruhe,

1928/29; f. Quaroni e Ridolfi, complesso

residenziale tiburtino, Roma, 1950

Casa a schiera: la cellula abitativa è generalmente a due piani, unifamiliare. Al piano terra viene collocata la zona-giorno, in quello superiore la zona-notte. L’edificio tende a occupare la parte anteriore del lotto, a forma di rettangolo allungato, con un giardino sul retro. La casa a schiera si aggrega con altre case sul lato lungo del lotto, dando luogo al modo di aggregazione da cui prende il nome. La razionalizzazione di questo tipo edilizio si deve ancora una volta al Movimento Moderno, ad architetti come Oud, che studiarono a fondo le caratteristiche delle case a blocco accostato della città della storia; lo studio dei razionalisti è stato rivolto prevalentemente ai rapporti dimensionali dell’edificio, sia rispetto al lotto, sia per quanto riguarda la profondità del corpo di fabbrica, per evitare che nelle case si formino zone d’ombra permanenti.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A SCHIERA

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La casa a schiera: c. May: Casa n.10 alla siedlung Römerstadt, Francoforte sul Meno, 1926; d. Oud: Case al Weissenhof, Stoccarda, 1927; e. Gropius: Edifi-cio residenziale alla sie-dlung Dammerstock, Karlsruhe, 1928/29

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A SCHIERA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La casa a schiera: Mies Van der Rohe al Lafayette Park, Detroit, 1955-60

Casa a ballatoio: l’elemento non ulteriormente riducibile dell’edificio, multipiano e plurifamiliare, è un lungo percorso orizzontale, che distribuisce le cellule abitative unifamiliari disposte lungo di esso. La disposizione più conveniente degli ambienti di ciascuna cellula è quella su due livelli, per massimizzare l’insolazione delle camere da letto e del soggiorno; i servizi, quando non sono serviti da un sistema di aerazione, prospettano sul ballatoio. Il corpo di fabbrica è generalmente di grandi dimensioni, sia in lunghezza che in altezza, e si trova collocato all’interno di un lotto di superficie piuttosto vasta, così da essere integrato il più possibile con l’ambiente naturale e il paesaggio.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA A BALLATOIO

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La casa alta: Gropius:

Casa a ballatoio per

Berlino Haselhorst

(progetto), 1930

L’unità edilizia viene collocata all’interno di un lotto con tutti i lati liberi: questi spazi aperti diventano il luogo con il quale la casa

stabilisce una relazione preferenziale; il rapporto tra la strada e l’edificio è spesso mediato da un recinto che delimita il perimetro del lotto. Lotti confinanti edificati con case a blocco circondate da spazio libero danno luogo a tessuti urbani omogenei caratterizzati da edifici residenziali spesso estremamente diversi l’uno dall’altro.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA ISOLATA

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Villa urbana: l’edificio è prevalentemente unifamiliare e multipiano; esso si dispone all’interno del lotto che occupa in modo tale da esaltare le proprie caratteristiche individuali, stabilite secondo il gusto corrente dal proprietario dell’abitazione. La forma del lotto, spesso delimitato da un muro o da una cancellata, può variare in maniera sensibile; la casa tende a disporsi in posizione arretrata rispetto al lato del lotto che affaccia sulla strada.

A lato: A. Loos, Casa Muller a Praga, 1928-

30

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA ISOLATA

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Palazzina: rientrano in questa definizione gli edifici plurifamiliari non eccessivamente sviluppati in altezza, con almeno tre lati liberi, nel lotto – a sua volta delimitato da una recinzione - e arretrati rispetto alla strada. Cancello e sistema di recinzione del lotto finiscono per assumere caratteri autonomi. Questo tipo edilizio in planimetria appare spesso come un segmento di casa un linea; in generale, presenta un modo di aggregazione secondo il quale un solo edificio insiste su più di un lotto e/o si trova isolato all’interno del lotto, ma su di un’area lottizzata a formare i “parchi residenziali esterni” della recente espansione metropolitana; nella forma isolata, è uno dei tipi prevalenti della speculazione e dell’abusivismo edilizio che caratterizza tanta parte del paesaggio urbano contemporaneo.

A lato: Berlino, isolato 234, Lützowplatz (1992)

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA ISOLATA

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Casa a blocco isolato: l’edificio è plurifamiliare e si sviluppa in altezza fino a sei-

otto piani; un corpo scala collocato generalmente in posizione centrale distribuisce gli alloggi di ogni piano,

generalmente quattro. La costruzione si dispone all’interno del lotto, spesso in

posizione centrale: si può andare dal caso in cui lo spazio libero esterno è privato a quello

in cui esso è completamente pubblico. La forma dell’edificio è ripetibile poiché i caratteri di individualità sono ridotti al

minimo.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA ISOLATA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

Mario Ridolfi, Torri in

viale Etiopia, Roma,

1951-54

Casa a torre: il carattere fondamentale di questa forma dell’abitazione è lo sviluppo in

altezza, dai sette-otto piani in su, fino a raggiungere quote

piuttosto elevate. Il numero di alloggi che il corpo-scala

distribuisce per ogni piano può variare di molto, anche se di

solito se ne trovano quattro a piano. Lo sviluppo in altezza

rende necessaria l’installazione di ascensori. L’edificio è libero su ogni lato del lotto su cui insiste; tale spazio può appartenere sia all’edificio che essere pubblico. Nonostante il loro carattere di

eccezionalità nelle dimensioni, gli edifici residenziali a torre

hanno tra i loro presupposti la ripetibilità.

> CITTA’ CONTEMPORANEA: CASA ISOLATA

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La casa alta: Mies van

der Rohe, Torri sulla

Lake Shore Drive,

Chicago, 1948-51;

> CITTA’ CONTEMPORANEA: LAMA CON DISTRIBUZIONE A TORRE

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

La casa alta: Mies Van der Rohe al Lafayette Park, Detroit, 1955-60

corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica enrico formato

I materiali inclusi nella dispensa hanno scopo esclusivamente esemplificativo e didattico. Non è possibile la loro divulgazione, riproduzione o pubblicazione se non espressamente autorizzata dall’autore. La dispensa deriva da una rielaborazione sostanziale dal testo: “Tipi edilizi e forma della città” di L. Fatigati, E.Formato, P. Gallucci , pubblicato nel 2001 da Fiorentino NT, Napoli A questo si rimanda per gli eventuali approfondimenti, la bibliografia e gli apparati.