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UGO SARTORI L'uomo che dimenticò di diventare milionario Quattordici anni di vagabondag· gio attorno aJ mondo dell'esplo· ratore ist1·iano cap. Antonio Zetto E D I Z I O N I · C. E. L. V. l · T R l E S T E

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UGO SARTORI

L'uomo che dimenticò di diventare milionario

Quattordici anni di vagabondag· gio attorno aJ mondo dell'esplo· ratore ist1·iano cap. Antonio Zetto

E D I Z I O N I · C. E. L. V. l · T R l E S T E

LICE O <SIFNTIFICO STATALE

.. G. Olftti>AN" - Trieste

lhven••• ie G~nerele ,118DMN • .I.J .. 0..cfO

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L' UOMO CHE DIMENTICÒ DI DIVENTARE MILIONARIO

tDD~ . , '-= -- --·---·-· · ,

Si riterrà contraffatta ogni copia che non rechi la firma

autografa deH'Autore

Proprietà letteraria - Tutti i diritt i riservati

Copyright 1933 by C. E. L . V . I .

(Casa Editrice te La Vedetta It aliana n) - Trieste

Tip. Giuliana - Tri este 1933 - Anno Xl

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PASSAPORTO

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UGO SARTORI

L'uomo che dimenticò di diventare milionario

Qnattoi·diei anui di vagabond,ig­gio a,ttoruo nl moudo dell'esplo-1,1tor'e ist1·ian o ca.p. Antonio Zetto

E U l Z I O N I C. E. L. V. I. . T R I E S T E

La documentazione

L'imponente materiale documentario che l'esploratore ha

raccolto Ùl! ogni terra e che costituisce la viva testimonianza dei suoi

viaggi e delle sue avventure di camminatore, trnvasi, opportun11-

me111e elencato, in chiusa al volume.

Dei documenti più significativi è stata invece fatta la rip,·odu­

zione fotografica: così dei paesaggi, dt,i - cert,ficati sanitan·, dei

permessi speciali, delle firme più illustri, dei contratti d1" lavoro, dei

giornali.

All'impossibihtà pratica di riprodurre diecimila firme, cinque­

mila timbn', tremila fotografie, trecento giornali, centinaia di lettere

scrùte in trentasei lingue, si è ovviato con una sintesi fotografica che

dà una visione panoramica dell'intero materiale documenta,·io. Ma

il lettore curioso troverà, alla fine dei racconti, una minu~

ziosa elencazione di nomi e luoghi': nomi di persone che vivono, di

luoghi che esistono.

Pure in chiusa al volume trovasi, assieme alla grande carta

geografica, una descrizione completa dà viaggi dell'esploratore, così di

tutti i luoghi da lui visitati, secondo un ordine cronologico.

A questa 1·ipartizionc l'Autore è giunto oltre che per la praticitiì

del libro, per una comodità del lettore, chè, altrimenti, le eccessive

annotazioni e i troppi riferimenti avrebbero finito col costituire, per

l'immensità del materiale da esaminare e la variet,ì dei temi trattati,

un ingombro alla successione dei raccon.ti.

IL VIANDANTE SENZA META

L 'ineguagliabile marcia di un nomade ha in queste pagine come

una disordinata partitura musicale donde qualcuno saprà forse

trarre, per l'ansia dei suoi gio•-ni uguali, quell'atmosfera roma-nlicw

che gli uomini chiamano nostalgia e nella quale l'anima si piega

come in ascolto di se stessa affinchè parlino 11ell'i11timità, libere anche

se imprecise, le voci tutte, dell'amore e dell'odio, del desiderio e det

,impianto. Chi quella marcia ha compiuta s'è mosso per tutte le

strade ascoltando , inconsape()ole forse, taluna di quelle voci: una

sola, ma che a()eva la forza di un coma11dame11to e per ritmo la

cadenza di un passo senza fine. Per il libro che s'apre, indispensabile appare una premesS(I

di ordine ideale. Che il lettore sappia intuire nel viandante senza

mèta quel che tutti portiamo, un poco, ne/l'amma e in noi rimane

solo come infecondo lievito di sogni e di fantasie, mentre si

manifesta in lui, e si concreta, come una forza de/l'istinto e un 'in•

sospettata energia : il richiamo dello sconosciuto e del lontan o, ii

J"enso del domani e dell'i11fi11ito . Non altrime11ti potremo intendere ,

nella sua bellezza umana e poetica , il linguaggio del camminatore

;o/itario, del figlio di tutte le strade. E , se una musica a()volge e come

avvampa il libro, essa si determina ·da tutte le armonie di cui si

compone l'immane sinfonia del m ondo, quale a n.oi giunge pe,·

opposte vie.

Chi ha ascoltato i racconti freschi o riposati del camminatore

e li ha p01.· distesi sulla labile trama delle lettere, ha inteso - inde•

rogabile necessità dopo che l'uomo era stato scandagliato in fondo

r.ll'anima - di dover ft.;sare più stabilmente d'ogni altro elemeflto

i! motivo conduttore della m a vita di nomade, così il sapore quasi

hrico degli eve,~ti che lo hanno accom pagnato. Perchè il .mo è stato più cm modo d'essere che un modo d'agire, e l'avventura sempre l: scaturita, qua e là per i contù1enti, com~ la co,ueguenza logica di

uno stile di vita, dove non ebbe invece i caratteri di una fatalità . Al/archè, ai limiti del Sah ara, egli si trovò la strada sbarn11a

da.gli sciacalli, inavverfitamente era uscito dalla pista delle carovane; nel Marocco, cadde prigioniero dei Rifjani per aver preferito le mon­tagn-e a taluni noiosissimi po;ti di guardia; in Cin..,z, un generale

ribelle lo volle suo colonnello solo perchè così tornava comodo a lui;

altre volte, donne di questa o quella terra, che al vederlo arrivare lo avevano deposto senz'altro sull'altare dei sogni come un ideale lun­

gamente atteso, minacciarono la sua libertà e la sua vita con le bar­

riere dell'amore .. Egli andò invece oltre tutto e tutti, vittorioso d'ogni insidia,

come la creatura prediletta di un bizzarro destino, inesorab1ù nella

sua ansia di vedere fino a quale punto giungeJ·se una volontà che mai aveva inteso arrendersi nel suo continuo sforzo di procedere

avanti.

Solo con lo spirito disposto a percepire la complessa armonia

di un mondo interiore noi avremo, seguendo gli afjascinanti racconti, la rivelaz io11;e di una vita singolare e tale da costituire, nel suo ordine,

un'eccezione assoluta e non facilmente uguagliabile.

C he la sua umanità si manifesti più in là di quanto potrebb~si

ammettere in tm giramondo, in un. avventuriero, già lo avvertono i suoi occhi· pien:i di solitudi'ne. Occhi che si incontrano tra i· navi­

gatori e nei piloti· del cielo. Ma quella sua pacata mestizia forse drn:va dalla consapevolezza d'aver negato sempre a se stesso,

con la gioia dell'imprevisto, la speranza del nuovo, così che pare a lui· non rimanga più un,a sola pagi·na da leggere nella vita delle

genti, nella storia della terra, nel mistero della natura. O forse perchè, w tanto muoversi tra continenti e oceani, egli ha finito col distrug­

gere quel che generava nel suo io l'inquietudine del nomade?

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~~.._ __ ---- --~-~ ==="-= - --- . --- • .,llaily {l!ITIJ! ~-~ r., -~:----~ ~ I! ·u:i,1.e...,. z9,;;; e::;.,.,~~ ,.,,.. P.-"J• - -

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11 rn ga t,ondagg io euro11co ili Anlonio Zen o commc11t..1t0 ,l a i :;i01•nali ùi 111t1 i I p;-,csi 1:e11isO(lio flcU 'i ncont ro con la Uonna c:rnnl ba1o rlfcrHo da uu r1 uoli llia nc, 1.li LOIHll·a .

Che cosa, in fine, è ,wdato a cercare intorno al mondo i'ùtn·an,)

Antonio Zetto?

Non certo l'arida formula d'una Jelicitù comune al più degli

uomini nè, tanto meno, tm'ipatetica sistemazione economica, poichè

una farica sl grave e disperata .fi proietta al di là d'ogm· fortuna

contingente e avvenire. Le pagine dei suoi diari so~o lineari e senza

offanni. Dove non parlano di fame o di sete, appaiono come scompi­

gliate dal soffio di una volontà fo,periosa che altro non comanda se

uon d'andare avanti sopra l'infinita term. Sch eletrica è la cronaca

quotidiana del suo vivere di cammin,Jtore, e solo raramente un'an­

notazione prende colore uccanto a/l'esotico nome di una do,ma; nu1

( felicità d'un g,:orno.

Q,wlche volta egli provò una singolare eialtazione e fu a tW

suo modo felice, fino a sentirsi'. consolato di ogni fatica . Ma 11011

presso la soglia della principessa indiana che attendeva da lui, dal­

:'uomo della strada, il dono della maternità a lei contesa da miste­

riose l~ggi e invano reclamata ai mostruosi idoli della sua terra; 11è, tra le braccia di Fatima, la piccola araba turbata da vertigini pari­

gine : uomo di solidissima costruzione fa talmente doveva ptlSsare

oltre gli inganni della carne e le insidie della friv olitù. D'altro egli

si compiacque con se stesso, in sile,~zio, nei suoi diari, così da con ­

siderarsi un_- prediletto del destino. Dove mai tanta felicità?

All'accampamento militare cinese, presso il Fiume A zzu,ro,

al/archè, fra l'incom posto urlo di diciottom 1ila soldati, egli veniva

proclamato colonnello; al cospetto del Da/ai Lama, il Budda rein~

c:arnato, al quale mosse incontro tendendo occidenta/ùsimamente la

mano, fra l'indicibile stupore dei monaci della ((Città proibita»; alla

res idenza del A:faharaja di Patia/a , qu.tndo, al culmù1e di una ce,·i­

monia presenziata da tutti 'i potentati dell'India, vide il Maharaja

in persona uscire dalla corsia dei tappeti per andare a chiedere a lui,

poverissimo figlio delle strade, «Are you Italia-n?» e soggiungere

subito <cFrom Mussolini's country? )); oppure quando, alla fin e ideale

a.: un viaggio senza confronti, vedeva per la prima volta, approssi­

mandosi a Roma, la cupola michelangiolesca e annotava, nell'ultim o

diario, te Vedo Roma, caput mundi: sono commosso ... >> .

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Altre volte egli si accese di un virile orgoglio a/lorchè gli fu

dato di lottare, soffrire, vincere, le sue imprese essendosi alternate

tutte attraverso la fatale legge che pretende, pn'ma di una qualunque

,,ittoria, la battaglia e il patimento.

Prodigiosa macchina di nervi e muscoli lanciata come in una

disperata sfida agli orizzonti, povera cosa dovette apparire al pelle­

grino, alla fine di una drammatica traversata o al culmine di uno

sforzo sovrumano, il possibile dono di una /rivalità o di una agia­

tezza. PC1' questo non contrasse alcun legame durevole, nè volle per

sè, o con. sè, più di quanto non gli appartenesse. Fu ,)·empre salo,

e tale volle rimanere anche quando altre creature avrebbero anelato

unirsi al suo destino senza domani, tale da incendiare ugualmente

7antasie e destare entusiasmi. Troppe esperienze possedeva dell'amr-­

cizia e dell'amore per credere che una così singolare avventura potes~·e

essere vissuta a due.

Eccolo pertanto sempre solo, con la proiezione della sua ombra,

sulle sabbie del Sahara, sulle strade di caucciù di Ceylon , sui mar­

ciapiedi di Tokio, nei templi di Benàres, sulle m ulattiere del Tibet,

lungo le praten'e australiane, sui fiumi cinesi, tra le roccie del Belu­

cistan, nelle piazze di Stalingrado, sulla via dell'Impero, a Rue de

l,1 Paix, a Unter den LJ"nden, nella chiesa di Predappio, a Piccadilly,

ml/e rive di Valona, tra i roseti di Rodi, lungo la Fifth Avenue,

sul Rio delle Amazzoni ..

Solo, anche quando la vita accanto agli altri, come in mezzo

agli equipaggi dei piroscafi, gli imponeva continui ,·apporti. Fu

chiuso in se stesso come se a se stesso solamente avesse dovuto obbe­

dire, e come se ·i suoi atti fossero stati tutti subordinati ad un'infies­

sibile legge intima. Della sua solitudine, nella quale il mondo g/1

parlava in sordina con ricordi e nostalgie, seppe fare la fonte ispi ­

rativa delle sue gesta e l'atmosfera propizia ove far agire, possente

come strumento d'acciaio, la leva della volontà.

Non. furono sempre facili i suoi giorni. Talvolta, come nella

traversata della Terra di Nessuno, nel pianoro australiano, egli provò

la sconfinata solitudine di quei frati che vivono tutte le loro ore in

elevate meditazioni davanti alla bara che li dovrà accogliere. Anche

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le· sue meditazioni, in quei tremendi ventinove gior,;i - solo, in

tuia terra di vastità oceanica! - ebbero un fatale riflesso dalla im­

manenza della morte. Nè meno oscuro fu il dramma del suo corpo,

esposto come un drappo alla tortura dei c/;mi e pro11to a subire

."imulto delle malattie equatoriali, come ad accogliere la frecciata

7'>1 0rtale dd pigmeo. Fu, insomma, la sua, una costante e generosa

offerta al misterioso id dio che lo trascinava innanzi per tutti' i con­

tinenti, come a seguire un'interminabile strada tracciata dalla fan-·

tasia diabolica di un folle capitano d'avventura , senza che mai gli

fosse mostrato il miraggio di una reale felicità, vicina o lontana, ma

con il tormento acutissimo di improvvisi pensieri materiati di positive

realtà, rivolti a dimostrare al suo spirito la immen.sa inutilità di una immensa fatt'ca.

L fl forza del camminatore sorge dalle profondità abissali dell'i­

stinto e risiede nell'armonia umana di perfetti equilibri biologm

e: pszchici. Scatu,-ito da una razza che sta alle fondamenta de/l'uma­

nità e ha dato i più grandi navigatori; in altri tempi egli sarebbe

Msurto a grandezze storiche. Tutto il suo mondo interiore s'è aggi­

rato sempre intorno all'asse di quella che in lui si traduce in una

jorza reale: l'istinto det viaggzare. Tale forza affiorò ancora nella

prima giovinezza, quando la sua mente s'annebbiava davanti alle

carte geografiche esposte nelle vetrine dei librai; e fu lo stesso sti­

molo, più tardi, a sospingerlo, come •in ba/1a dì una procella inte ­

riore, qua e là entro i brevi confin'i delt'lstria, desioso d'essere se.mpre

altrove.

Se Antonio Zetto, per taluni aspetti, va chiamato un gira­

mondo, traduzione di una parola internazionale, egli è il poeta dà

giramondo. E' partito un giorno per tutte le strade non perdi~ non

avesse altro da fare al mondo, nè per tentare una· qualunque siste­

mazione tra i mille mestieri della terra, nè per andare a vendere la

tradizionale cartolina. Egli visse secondo che gli fu dato: da mari­

naio, da spaccalegna, da piantatore, da conferenziere, da uomo pub­

blicità , da guida. Partito che possedeva scarse conoscenze sugli uo­

mini e sui paesi, seppe gradualmente trasformare il suo spirito fino

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a fare del suo vivere tma missione di studioso, per cui raccolse, lungo Ji suo cammino, tm così vasto materiale documentario da saziare ogni desiderio di sapere. E i suoi racconti, vivificati da una memoria straordinaria, han.no 'il valore delle esperienze tra/te dalla diretta e immediata conoscenza delle cose.

Dunque, libro di viaggi, questo, ma anche libro del mondo.

A ila fine del s~o ultimo racconto, mi parve d,· dover rivolgere

al camminatore, per la curiosità mia e d'altri, ttna domanda che saliva spontanea : mi attendevo, cioè, di conoscere quale fatto, nel mondo1 aveva colpito di più la sua attenzione. Questa curiosità poteva

avere · ulteriori riferimen.ti ed altre significazioni: gli avrei ancOra

chiesto quale parte della terra avrebbe prescelta per un eventuale ritorno e una sosta definitiva . Le lunghe e pacate narrazioni avevano

man mano spento tutti gli interrogativi balzati nell'anima, deih ascoltatore, soprattutto dopo che Zetto aveva confidato quell'ansia

per la qr1ale si era fatto vagabondo. Anche i pen,sieri egli aveva gùi

confeuati" su i più vasti problemi dello spirito, sicchè nulla egli

pareva possedere oltre nelfanima che ancora fosse comunicabile.

Eppure quella domanda) quell'ultimo «dove»? da chiedergli, aveva per il confessore l'1"mportanza di tm'intima, suprema rivel.-l­ztone.

Dove andrebbe, meglio dove sarebbe tornato, lui, che dap­

pertutto era stato? Qualche cosa pure doveva essere rimasta impi­gliata nella sua am·ma, e ancora vi doveva risuonare come una lon• tanissima musica di rimpianto ...

Egli guardò come oltre. una nebbia, ad occhi socchiusi, e lun­

gamente si tacque. A/fine disse, come parlando a se stesso: cc .. E' vero; qualche cosa è rimasta dentro di me. Sono tre

momenti diversi .della mia Vita di nomade. E sono tre richiami. S'ag­

girano tutti intorno al problema di quella quiete dello spirito che !'j chiama felicità.

Il pn'mo è il più pratico, e non può rijen·rsi che ad un Inglese, un vecchio di sangue misto che i'ncontrai nelle vicinanze della di­

strutta Go/conda. l.Aggiù lo consideravano un pazzo. lo non posso

lC

j'. '1

giudicarlo tale. Quell'uomo 1Jive da u1w dieci11a di anni solo, in un

casolare lontano dall'abitato. Quando passai dalla sua casa, mi volle

confidare un .suo grande segreto. Mi disse che egli era il custode

d'm; fav oloso tesoro, rappresentato d(l non so quante pietre preziose.

Nei miei viaggi avevo sentito parlare in ogni paese di un tesom

naffoJ"to. Fantasie.

Ma quello del vecchio angloindiano effettivamente de11e eJi­

stere. EgH me ne diede una prova eloquente allorchè m'offerse u11

gruppo di rubini che ancora conservo, ed ho tenuto con me ,wche

lJUando non avevo un soldo, e alcuni grossi zaffiri che ho un poco

regalato e un pOco venduto. Voleva ch'io rimanessi con lui, laggiù,

per andare a raccogliere insieme il tesoro (doveva essere nascosto tra

le rocce) e quindi venderlo un poco al gior110 fino ad accumula,-e

una ricchezza straordinaria. La notte prima ch 'io abbandonassi la

sua casa, mi fece .rcintillare dava nt,: agli occhi sterline, collane, ()er!e,

smeraldi. Rideva, d'un riso che faceva pensare a quello dei pazzi.

1\tle ne a,~dai ugualmente, malgrado m'avesse, prima, segnato sopra

una carta la marcia da compiere per rngg,:ungere la caverna del

tesoro .

Un pazzo? Un usurpatore? Non lo seppi mai. Laggiù lo chia­

m ano il pazzo. Ma i suoi rubini, i suoi zaffiri, si che erano veri e

forse provenivano dai tesori dell'an tica Golco11da.

Dicevo che il ricordo suo talvolta mi prende, soprattutto per

quel che ha di misterioso e di pericoloso. Ma il denaro, gli smeraldi

non esercitano ancora un fascino sufficente da fare di me il com­

pagno disperato di quell'uomo. Anche un gira mondo sa che la feli­

cità alita in altra atmosfera ... u.

Si tacque ancora, come intimorito d'aver pronunciato parola

puerile:

te .La felicittÌ - riprese - assai di raro si lascia atferrm·e.

H o conosciuto, si, una terra che par fatta su misuni per accogliere

e trattenere quella che può essere anche ltl felicità integrale ed as­

soluta.

Se per davvero mi fosse dato di scegliere un luogo donde 11011

fare ritorno, m,· rifugerei, prohab,'/m ente, tra i Laos, dove in realtù

ho creduto di trovare quel che non vidi altrove . E' una terra che

l7

sta ad occidente dell'fodoci11a, riparata dalla catena annamita contro

gli insulti del ciclone del golfo tonchinese, e dove la naturn è sempre

in festa. Vi giunsi discendendo dal Col di Muja~ dopo aver percorsa

una giungla infestata dai più ripugnanti vermi, e all'apparire di

un'immensa diste;a di tulipani blù sotto un àelo azzurro e nitido

da sembrare di cristallo, credei d.i sognare.

Nelle capanne trovai un 'o;pitalità indimenticabile , e le genti

mi parvero buone tanto da commuovere. Semplici, primitive, attaf­

cate alla terra come vi sono attaccati gli arbusti. Vidi la ;era le fa­

miglie raccolte in una piazza; le madri attorniate da nidiate di bam­

bini; le giovani affaccendate in delicati lavori d'intarsio e di ricamo;

1- vecchi raggruppati davanti alla capanna più bella, a ricavare indi­

cibili armonie silvestri da curiosi strumenti di legno, pelli, pietra.

Pareva can.ta;se la terra. L 'aria era satura di delicate fragranze che

la brezza trascinava dalle praterie azzrm·e.

Mi raccontaron.o i vecchi che la sera gli uomini del paese si

confidavano in qudl'atmosfera idilliaca e quasi arcaica , le gioie e

le pene del quotidiano lavoro. Ignora vano tutto il resto del mondo ,

nè s'appassionavano a conoscerlo. Raccontai dei miei viaggi, di quel

che avevo veduto. Ascoltarono in silenzio, solo domandandomi se

era vero che laggiù si uccide.

Ma una delle leggi dei l.Aos mi colpì profondamente per la

sua infinita tenerezza. Seppi, cioè, che le giovani ancora da maritare

dovevano, ogni sera, dopo la discesa del sole, trattenersi in quei

lavori per dar modo agli uom ini di rivolgere loro tante e tante parole,

fossero favole, sogni o realtà di dom ani, in assoluta libertà di pro­

positi. E le fanciulle avevano l'obbligo di ascoltare in silenzio, e sol ,

sorridere, senza interrompere mai il fluire detle parole, nè stancarsi.

{ vecchi m'assicurarono della loro certezza di temperare con quella

libertà ogni ardore e di preparare spiritualmente le coppie al matri­

monio. Agli uomini era pertanto concesso di rivelarsi interamente,

alle donne il poter vagliare gl'innamorati.

Arrivare in quella terra beata dopo le aspre fatiche e i disagi

di una durissima marcia, fu per me come l'incontro con la prima-

18

e,·era; tra quella gente, e nell'incanto di quei panoram1i, sen_tii discen­

dere 11el mio cuore, non più indurii.o ma fattosi! sensibile, l'onda di

una sconosciuta poesia ... )>.

Il giramo11do sembrava trasfigumto dall'ispirata evocazione.

Ma ancora aveva da dire, di più alto:

« ... Poesia? Ma non conòsco poesia pJ"ù bella. Un uomo come

me, dove mai potrebbe finire i suoi giorni? Dov'è u11 posto al mondo

fatto per accogliere un ·uomo del- mio stampo, uno che ha conosciUJo

tutti i silenzi e tutte le musiche, tutti gli orrori e tutte le follie?

Dove può morire questo vagabondo? ... )) .

Pallido s'era fatto sulla pelle del volto, corrosa dal sole, dal­

/ acqua , dal vento.

,c .. Dove?» disse ancora ma come rivolgendo· a se stesso un,1

angosciata domanda.

(( Nella mia memoria, meglio nella mia an_ima di nomade, tra

i fra mmenti di vite e di mon_df che porto incastrasi dentro dJ. me,

c'è un canto, c'è una musica, c'è un Tr.mpio. Canto, m usica, Tem ­

pio: un solo ricordo, una sola musica. Dove la udii? Nell'alta India,

a Benàres la Santa, nel tempio della dea Kalì.

V'entrai accompagnato da un Sadhù, un, vecchio monaco. Come

varcai la soglia del Tempio, udii una can,zone che non ho più dimen ­

ttcata. Era una musica lenta, cadenzata, come avesse dovuto espl'Ì­

mere 1'1 passo di un'immensa moltitudine attraverso l'eternità. L'onda

s&nora si dipartiva da dietro un gigantesco altare balena11te d'oro.

e nasceva da innumerevoh, gentilisn"me gole. Erano centinaia di

bambine che cantavano, mentre s'udivano, in brevi pause, le vibra­

zioni dei gong. Mi sentii come sollevato da quell'on:da che passav:l

tra le vOlte come un vento d'aprile.

lo entravo là dentro con il peso dei miei scettJ.àsmi e delle mie

diffidenze. Ancora non s'era rivelato al mio spirito un presentimento

d'ordine superiore. Il Sadhù, al mio fianco, m'andava parlando d'altc

cose con un linguaggio che scintillava come scintillavano le pietre

incastrate nelle orbite de-gli idoli. Una strana ebbrezza si andava

impossessando lentamente del mio spirito.

Il Tempio era immerso in una nebbia azzurrognola , generata

dai fum i· dell'incenso giavanese bruciato in numerosi bracieri, ed

era cosparso di fion·. Da oltre quel nembo odoroso che pareva ;om­

mergere tutte le cose terren.e, affiorò d'improvvùo a/ mio spirito un

nuovo mondo. La m ia anima, presente in me fino a prima iO/o con

1:aghe inquietudinj, si andò lentissimamente ra;;erenando . Procede!

nel Tempio come camminando verso una fonte di luce . Il prete aveva

u~ passo ieratico e solenne. Parlava a voce alta come rivolgendo;i

ad una moltitudine. Le sue parole mi poJ·gdevano con la forza di

un mistico amore, mentre quelle voci della primiSJima infanzia can­

tavano sempre da dietro l'altare, e pareva provenihero dal di lù,

da ogni lon tananza .. li Sadhù, al/orcht fummo davanti all'altare, mi preu ad un

braccio come per tra;mettermi l'intima concitazione che lo trasumiJ­

nava. Mi parlò con una voce suadente, confid(w domi che il canto d1

quelle fanciulle era stato acceso nella notte dei J·ecoli , in quanto pro­

veniva da tremila anni. La leggenda voleva fo;se ;tato iniziato trrn ta

secoli prima, per essere perpewato oltre tt1tte le generazioni e tra­

mandato all'eternità . Da centinaia d'a nni, co;ì, il mùtico peso della

leggenda che pretendeva la canzone non morù;e più nel tempo in

quanto depo;itaria di una forza ;uprema, quella di poter rigenerar:

ove non fosse interro:ta la vita degli uomini e del mondo, veniva

sostenuto dal candore e dall'innocenza delle figlie più pure dell'India.

La can;zone era depositaria della contuwità della razza e al suo ritmo

senza fine si votavano va;te legioni di bambine reclutate nell'immensa

terra e mandate dai padri nel Tempio a eternare quel retaggio canoro

trasmesso dagli avi. li canto non doveva arrestarsi nè il giorno nè

la notte, onde il Tempio era sempre dischùuo al dolore , alla gioia,

alla speranza dei pellegrini.

Poi che il monaco m'ebbe confidato l'altl.isima bellezza della

leggenda, m'invitò alla meditazione. C'inginocchiammo insieme,

mentre sulle nostre fronti batteva il ritmo dolce e tu ttavia grave della

canzone. Vi fu un attimo di silenzio, nel quale s'alzò imperiosa la

voce di un altro Sadhù per scandire le verità della sacra Trim urti.

Nella penombra vidi innumerevoli pellegrini chinati a terra, in atto

di suprema adorazione. M'abbandonai anch 'io all'indicibile sugge­

stione del momento, mentre tornava a vibrare sopra di me la can­

zone sempiterna delle vergin i indiane ...

20

Alcuni uel lllltne l'OSI IJ3SS.1j>Utll 110::;sec.l u tl Ua Zctto JHl1· vlslt.:.lt·c J:I l(lll;Sl1l, J'Austra 111t , J'Eg lUO, la i'i uora Zelauda, 11 Sl kklm, Il l~ussem1J11 rgo, In Trl1w.;i lllani a, lu l"olc lici.

l 'Esoo. l°I::uto1m ....

Quella musica è ancora in me, impe1·itura, ed ha sempre riem­

pito nel mio eterno andare la solitudine ddle marce. Se mi dovrò

arrestare defin itivamente, vorrò prima raggiungere il Tempio della

dea Kalì, a Benàres la Santa, ove indosserò forse la ton_aca giallo­

rossa dei Sadhù .

Là dentro, con quella musica mi sembrerà di poter seguire

ugualmente il cammino dei continenti e degli uomini. Sentirò cosi

di non essete fermo ma, sulla cadenza di quel canto senza fine, mi

sembrerà di andare a,icora ... ».

A Ila fine di questa sua ultima confessione ;/ capitano Zetto si destò

come da un sogno e disse vaghe parole, come per scusarsi di una

debolezza o di una futilità . Fece un ampio gesto con la mano quasi

a voler allontanare un nembo addensato dalle sue rievocazioni.

Ma il giramondo aveva intanto dato, inconsapevole fo rse, ti

crisma della sua l,manità.

21

PARTENZA PER TUTTE LE STRADE

N orembre 1918: la stol'ia, scaJHlisce ore decisive per il destino <lei popoli. A l cli 1.1 del Pi.wc g li ultimi cannoni

compongono la fen·en, ~-i nfonin, di Vittorio Veneto. 11 cum·c del mondo rtL più fode; l'uma.nitù. iutera, è Lalzata iu piedi i:11me in attesa, de l manifestarsi di un miracolo: la pare.

Le catene di ogn i serva,ggio :s.ia,nno per spezzarsi sul f uoco del s::1c1'i fi d o, a lla luce della. glor ia,. Da.lla costa. orien tale dell' Adl'httico - sul quale a.ncora, non s' è dissolta la

spuma del ma.~ di Luigi Rizzo - si protendono mille e millè l,r·accia, invocanti la Pa.tria clie ornHi i solo il lllare tien lon tana,. La- Venezia, Giulia. è percorsa da .. un IH'ofondo sussultù d i 1·ibellione .

.E ' insorta '1'1-ieste, l'Istria, è insorttL. I patrio ti sfuggiti con mille ast uzie e :n<limenti a.Ile

persecuzioni e r imasti alla loro terra-, vanno organizza.ndo tu tte le forze sopravvissute alla vent a.ta della gne1111 , per r a.ggn1 ppa1·e i primi nuclei · di rolontmi ed aJfretta,1·e· cosi il

riscatto. Rnpida.rnen~ 1 audacemente viene improYvl sa,to il corpo della, guardia, nazionnle ehe dovrà, sostituirs-i alle nuto .

23

ritù imperinlt·egie- 01·1u<.1 i iu fug,1 til fronte di g11e1-i-a é Ya sfaldallclo sotto le m,u·tella te dell' Esen·ito grigio\-l'i•dc), dife11:dere le cittù dalle bande dei sa<:ehegg·i.atori e co usc gna rle a.Ua nia,dr e patria , ,ittol'iosa su i ma1·i, sulLt tclT<t.

nei cieli. !sola, la Ui.1ut;.:1zzuna titrndin,1 ci.te più delle alu·e

:sorelle ls tria,ue si spinge sun·_-\.. driarico, è in fermeuto e

:1ttende, n elle pi..1Zze e sui moli, h1. sua ora più gra-11cle. Ma occone decidersi e piomba re addosso agli ultimi gendarmi che si ostinano a mostrarsi spa,Yaldi; bisogna, disarmarli e accornpagua,r-li al ireuo. L' aquila lJicipite agonizva, sul suolo dell ' ingiusta clomiu,uione.

e( Yìa , r ht! ii, per sempi-e. Il grido scaturisce dall.1 molti tudine, percorre le stra.de, entr~L nelle case. Lo ha,uuo Ja,nciato a-lcuni gionu1i costituitisi in gu,u·clia. naziouale.

Y'è: tra di essi, un bel l'agazzo capodist1·iano1 il qua-le si fa uota,re per l'eccezioua-le statura e il contegno risoluto. 'l'r~L gli alt1i egli appare il più dgoroso e il più deciso a l1'L a-zione. Le donne lo chic.unano l'ercole ist l'iauo. Al to, solido. il ,·olto maschio che esprime un se1·eno coraggio : Antonio Zetto.

V

Son ha più di ,·ent'anni, e finora. si è di,·ei·tito a bur lare il gm·erno impe1'1alregio onde sottra1·si 1 con in fi ni te piccole furberie , agli obblighi di le,-a e all ' odioso do,·ere. Persino è riuscito a. fa,1-si rifonna,re, con ht motfra-zioue cH una n1ga pa.zzia a-bilmeute sLmulata,. E ' cosi potuto tornare. ,ìopo qua-lche mese di serdzio militare , ti-a i suoi, la ,·eccbia madre e una sorella,, e rimanersene per tutto il periodo della guerra.

:Ha ha sofferto ugu a-lmente, condan nato come ad una prigionia, sempre cop. gli occhi dei gendarmi addosso. Va,ui sono riusciti i suoi tentath-i d i portarsi al di là delle liuee, t r a i Fanti d ' Italia; è stato sempre acciuffato e riaccompa­gnato a Capo<listr·ia o a I sola.

24

ll d r,1,111m;-1, d e lla guena, è stato pertanto vii:;imto da lui

::-:olo di ril'lcisso: a-nis io~o ùella lo t t..1. egl i è l'irna s to inc,t,tc na,to mentre intoi-110 s i combatteva . Per luugbi anni ha v~gato ugui uottc tra r l ist1·ia, e Trieste, immctso nell 'onda, sonora, della guena che la IJora, trascina,vc1,, con il rombo dei cau ­noni , da- oltre i monti Ctusici. Dalle a-ltui-e d i Capod istria., da,lle r ive d i I sola., da,i moli di 'l'i-iestc i l suo peuisic1·0 mi lle

,·olt.e si è spinto oltre la cercltia, ùi fuoco, n.l di lù, dcll' J . sonzo, nella. mischia,. Ma, ha solta.nto fa.u tasticato, soguaJo . ..

lu quelle ore di solitudine e cli meditazione egli fort i . ficò lo s-pirito e i~1gaglia-rcli i muscoli, sì da, arl'ivare al la fine della, gnena, eou nu 'auilllà, che anelava l' avventura,, il rischio, la, lo11ta11a.11za, ed a ltro non chiedeva se llou di ,u1da,re per tutte le strade della terra, : in quelle ore ma.turò il destino del gii-amonclo.

l nteusa è r,.1t ti,·itù, del corpo di \'o lonbn·i isolani oi-ga,

nizza to da Autou io Zetto. L'Italia sta. o l'UHli per a n iva-1·e, e prima, a.<l essere liberata, sa rà, 'l'i-ieste. IL giorn nc istria.uo

vuol essere t ra. coloro che a-vranno hL ventura. di assiste re .

inginoccll iati su i moli. a-ll ' anivo della. I'a tl'ia. Con-e a

Trieste, e il 3 noverubre può vede1·e, cou ocelli c-he finalmente 5-3.nno inumidirsi , lo stol'ico sba,rco dei Ber·saglieri.

Sono gio1·11i straordinari elle cli1nuo a, Zetto la febbre. Una straua, inquietudine lo trascina, qua e là., come a.11:l ricerca di un'ig-nota- stra,d.a del destino che ta.rda, a svela.r si. ~:Ieno che ma.i ora, si 1·a.ssegna a, far sempre lo spettatore in un'epoca, di gesta, epiche. Cua, forza possente, l'istint o del camminatore, lo sospi nge inna-nzi a- vagai-e t ra- il caos di impetuose correnti di solda,ti, cittadini, prigion ieri che. s focia no per infini te vie a Trieste. Cammina, gira, ritornai , eerca. uno shoc·co. Cose gra ndi e inconsuete a,veva sognato nei notturn i adriatici: paesi lonta.ui, mondi ignoti, pericoli. E adesso che è solo e lil.Jero, il peu~iero di poter disporre tota,l--

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mente delh1. gioduezza Io esal ta- e a un te mpo lo es,tsper-,L P1·è$ente, sa che doYrù fare qtlil lcl.ie cos..t: rnn che '?' .l i,, un:1

sens..'1zione indistinta del sue• ùomani ; lu arrerte nelle n>:11e.

entro le quali sente dbollire il sangue come pel· uua l"inascita,.

Gli uomini c!J.e incontra, sono l'flggi.1nti d i una, felicit.ì che si legge in ,·olto : è sopraggiu nta. la pace dt.torios..1. ,1 tJuattro a-nni di asprissima g uena,. Ma delb gioia di cui tutti soµo pern1si a lui a.nini, s9lo un ri.11esso, e qua.si ne soffre. Allorchè ascolta (son tut ti presi da, un·a.nsia, di con ­

fidarsi) i ricordi di coloro elle hanno rissuto l'epopea- bellica . prora una sensazione dolorosa. Vo1·rebbe a sn<.t rolta, potei· raecontare qualche cosa, ricord,ue qua k he imp1·es..1,, ,nere un qualunque episodio eroico da, na,r·r-nre. Iurec:e nulla .

Si sente solo: ignoto, senza. alcun passa.to.

E ccolo C:QSÌ quasi dimèntiw della ea sa (della, mamma ri corda, ~-olo che dicera, sempre : « 1S'e fos si un ·uomo girerei il m ondo! ») e come trasc:iuato da, un ' incontenibile forz .. 1 1

mescolar~i, al P or to, tra gruppi di pri gionieri che si nwno imba,rca-ndo sopra., un piroscafo diretto chissà dore.

E' il g iorno del Bollettin o Diaz: la sera dd 4

n o,embre 1918. Il trambusto che anc(1ra confonde uomin i e s it na.zioni

gli consente di incolonna.r&i assieme ai p1·igi onieri (uno ùi i oro gli ha gridato: « Vieni con noi, Triest in o ! ») \·esti t i inverosimilmente, e quindi salfre su l piroscafo . ~ ella notte si parte; ma per dove? P er l1Italia; basta cosi.

Il \'iaggio è bre\·e: il gior·no suceessi\-o il p iroscafo a ttracca a Sacca.sèssola , poco lontano da Yenezi.:1.,1 zona di concentramento dei prigionieri . Zetto è scambiato da tu t ti per un reduce dalla prigionia in .Austria . B non è stata anche la sua., un poco, un a prigionia?

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Venezia, Stazione Marittima,. L ' Istriano (ancora non è stato felice come i11 mezzo a, quel caos) velie a.Icuni prigio• nieri discendere dal nipo,~•; se ne v11 a.uche lui.

- Tu, va.i all'ospedale?, gli domanda una sentinella. - Si, risponde, quasi inconsa,pevolmente. Invece va,

dopo un~l l>l'ere visita a Vene-i;ia, alla. stazione. Hn. pochi soldi in tasca, rua, li spen.deJ:ù, tutti, pur di auda,re , di yeder·c , di Yirere seuza. mèL.1,, Del resto, in un pe1·iodo ecceziona.Je come quello, si può viaggiare sell.7..a alcuna difficoltù,, senza nemmeno uu fon·ovicre che reclami il biglietto : situazjone logic:1, all'indoma-ni di una gra,nde guena.

Raggiunge Yerona,. Qni è blocca..to da.Ila, polizia,; affer·

ma di essere di Genova; è fatto risalire su di un treno . .A

Genova incontra n umerosi prigionieri giuliani provenienti

daJla llussia,. Si unisce a loro e va a Mila,no. Nella capitale lombaJ"<:la trova, un ba.t·accone per fuggiaschi , sufficentemente ospi taJe. Vi rimane pochi giorni; rimonta in treno e va a

Venezia., con uua tr11,dotta.. Anco1·a. nessuno gli l.Ja ùornun ­dato niente, pe.r cui impa,1·i1 la, ,grande virtù del sa.persi ,, arra.ngiare )). A Venezia. sale su un piroscafo che lo riporta

a, 'fri.este. Allo sba,rco nella città redenta. c'è un ufficiale dei

Cam.hiui.eri (primi sintomi dell' ordine) tenace nella conse­gna: seuza, documenti uou si può ottenere il diritto di li1Jer;1 . . cii-colazione. E' fermato, interroga,to, a lla. :fine rilasciato.

:Ma,, inta.nto, ba compiuto una, prova, generale ed ba appreso J'a.l,ici del gira,n1ondo. Ora, che sa. quakhe cosa, che ba qualche esperienza , ritenterà, la ptova, puntando più lon tano. Il ma.re, soprattutto, lo tent..'v.

'l'orna a. Venezia, nel cui bacino aldocchia, qua.lche gio1·no dopo, un pi1·osca.fo in pc.wteuza per il Nor'.d America: il «Colomba>), della Compagnia, Dall' Orso, di Livorno. Con indicibile trepida.zione si presenta ;.1, bordo ed esibisce una vecchia. mat1·icola austriaca con la quale aveva compiuto a lcuni viaggi nel Mediterraneo, ancora nel 1914. Il Coma,n. dante dù, un ca,1·attere di provvisorietù, alla matricola e con•

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seute l'imb,.u·co dell'Is triauo qua-le gioY:111e di coperta. I ma,rittimi sono a ncora, mobilitati per cui uon è il momento cU sotistic;;u-e.

Il (<Colomba, >> p<.nte, in u11a. burrascosa gi01·uata, decem­Lrina. La, tr<-1xer&1,ta adriatica, è resa. cliftlcile da, uu ciclo11e di bor,1; il « Colomba,» ripa,l'a, a Brindisi e ,-a a far z;;worr;\ a. Messina . Solo ai primi di genna-io oltrepassa, Gibilterra-, diretto a 1'-orf olk, negli Stati rniti.

~.\i Yenti a.tln.ntiei la, febbre di Zer.to si è placa.ta. Egli é finalmente sulla strada, del suo destino.

Yerso la. fine di gennnio .. la nare giunge a, Koi-fo lk. A-1l'indoma.ni delParriro egli si presenta, <-1.l Courn,udcHite e lo prega di accordargli un anticipo sul salai-io; afferma che il<t bisogno cli fare delle spese. P oco dopo sbm·ca, con i.:i tasca, es.1ttamente otto dollal'l .

.l\-011 tor-ner·à più sul <(Colomba>). Ma che fare, dO\·e a.uda.re, senza ronosc.ere nessuno, su

una. terra scon finata., della. quale ignora, persino la lingua? Vaga lungo le strade di :Xorfolk chè, ornrni, indietro

non si torna .. Anche l ' _--llIJe1·ica è percorsa dal gran briYido della pace; per- le de ht gente ,·a s,·elta., affaccendata, sorl'i ­t.lente. Egli passa da U..I1 luogo all 'altro , curioso di tutto e felice di quella situazione, pur così piena di incognite . Afa. u. vent'a-nni tutto sembra possibile se non facile. l(entre s i aggira nel P01·to osser'\·a un grosso ferry -boat che porta il nome di :Xew York. Dove andr à ? ~on può anda-re, si risponde, che a Kew York. Disin,;-olto sa le sul traghetto, e quando poco dopo, si sente chieder-e soltanto dieci cent s per la traversata, resta sorpreso: così poco per andare a New York?

Il traghetto lo porta in,·ece a Portsmoutb , non molto lontano da Nor-folk. Sba,rca così nella seconda città ame­ricana-. E qui; che fa.rà, da solo? Si rimette in ca,mmino, per

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~=~~t::; c:;::r~a·~:ll~esvt::·c~~~zi:::ol; ~;~;~:~t:1\;;;tl·~eb{~~l 2t~,;;lc~~r !re~~·; misu re profilattiche l 'esploratore ùoveLte assogget.L1rsl in qu nnto così ri chi esto <1:11.

l 'autorllà per concedere ll permesso di visitare le va1·le reg lo1 ,i.

tutte le strade, come in cere,\, d i quakuno o di qualche cosa . ..:\. cl uu ce1to momeuto ha l'imp ressioue d'twe1· l'isolto ogni problc1na,: ha scope1-t.o, sulla, ta-l.>e lla di li ii <.\. bottega. di fr ntta., uu uome che non può essere che <l i un Italia.no: <: Rossi)> . .Di fatti lo è; mn, Yi trova uua. accog·licnza, appena tiepidi\•, cou un a,vrertimento che può invece va lere molto:

- Parti Yìa, subito, con i a New York - Jo ammonisce il couna:douale - se non vuoi essere formato c]a, un istante all 'aJt.ro clalh polir.hl>!

Non se !u fa, ripetl'U.~ ell !u l':.u·fo d i non n.-re1· :itteso Lhe quel 1..:ons iglio . MoutiL iu treno, diretto a, New Yol' k.

Apvc11a. uscito da.11.L st: az. io11e ùella, 1.-'ennsylv:w.ia,, lrn eome uu impl'OY\"iso stordimento e vc1· un h;tnute dubita delle sue foi·ze. Come pn~~e1·à at tnt,·erso quelht, immens,~ marea uwan..1 '? C.twmina guardingo, intimidito, meu ti-1: frot te cli poli ziotti lo frugauo tou gelidi sgu;Hcli . Difticile orientarsi. d iffi cile p1·ocederc, difficile prernlere \llht. qn,1 lunque derisione. Y<.t a zonz:o, sba lordito1 conf uso.

:Non t,i.rLle n\ a rinfrancarsi. Appeua può uscire ùallo ing1·nuagg-io :lella folla e raggiungere strade IJiÙ calme e meno assordanti, l·esvfra. Ozia, dn.vauti a qua-lclie vetriun, come pe1· 1·ip1·enclersi. Poi gira. gli occlii1 teutn, di intu ire quale può essere la. dil'ezione migliore verso la quale iuca.m ­min:1.1·si. Ritiene <.li essere capitato in uno dei quJ.rti~ri poveri cli ~ew York: . Poco dopo si trova dava,nti al gi.a,1·ùiuo di Bowel'y, ccl ha. l'inqwessione d'aver raggiunto un 'oasi in mezzo al deserto . Là de11tro 1 a.Imeno, potrà, sostaJ'e, JUP.lli ­ta.re. Attl'a,Ycrsa "il pan:o; come in preda ad un )a,llucinaz.ione. Stormi d i bimbi gli vaJrno incontro mentre &i inc1·ociano festos i canti e grida cli mamme. Passa iu mer.tzo a comitive e guai·cl a. Ja gente <lall'a.lto in basso1 come in tenoganclo u n angosc ioso mistero. Pens,1 che forse quella è la, vita,, non la. s ua..

29

Ma, ecco, laggiù, improyvisalliente, uu'a.pp,.uizione che egli giudica miracolosa: un uomo con un giornale itali,u10 uelle mani. E ' seduto su una pa,nca., ilum erso in una pro­fonda let tura,.

- Lei è Italia no ?, gli domanda con tutto il cuore in gola. L ' uomo lo g-ua,rda., freddo:

- Per se1·Yirla.1 e ri1Josa gli orchi sul giornale. P oi

<llza lo sguardo e domanda,, $ecco : - Di d°'·e sei ? - Di Trieste. - Ebhene; se ti in tel'es...~ tronu·e dei tr·iestiui. \·n rTi

a ll"Hotel P ennsyh-a nhl , Yiciuo alla stazione

E riabb,1:-sc.1 gli oc:c:hi :sul gi.or·uale.

Gli nomi □ i della su a c-itt:J e-be nurne1·osi h1Yor-ano

all"H otel P enusyh·ania lo accolgono con affettuosa simpa tia . C'è, anzi, il c:hef-omnihns: deìl'alOe1·go. un triestino: che gli dà subi to da. laYorc1 .. re, quel tm1to c:he oc:c:one per non morire di fame. Tab-olta basta tro\·;u·e un solo punto d'appoggio pe1·

solle,·are il proprio mondo Zetto è oltrcrnoclo fl:licc di quel che ha :1n1to. Ye1Tù meglio in seguito . Intanto si mette a !!tudi,ue l'inglese: frequenta ndo le scuole serali ve1· stra ­uieri. P oi , lentamente: nt, coJ1solicbntlo la sua posizione. Gii1 ha trornto la,·01·0 in nua fa bbr-ica di zucchero di Yonkers. a 24 miglia da :Xew York . Senonché un giorno mentre sta pulendo i Yet1·i di una finestra, cad e al suolo, fortu11a ta mente senza farsi troppo nrnle; giudica quello un i;eguo dei destino per cui :1,bbandona immediatamente la fabb11.ca, pci·

riprendere la dta del marinaio1

sopra un piccolo piroscafc, costiero dei dintorni di Sew York.

Ormai conosce a bbastan za d 'inglese pet· e:onsiderarsi nuovamente padrone di se stesso. Y'è, però, a.nco ra un inconveniente: guac]agn a tr·oppo poco . e molte notti non hrl. sufficiente denaro per trO\·a re un letto, nè ~i n10l an•entu -

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rare nei dormitori puLIJlici, luoghi ùi una, spa.vcntos,1 miseria,. Non s i perde di col'aggio, aJn,i escogita. un s ingola,1·e

wodo d i dormire : con soli cinque cents può sa.li1·e nella, Subwa.y, a,dcloi-menta.rsi tt·anquilla.me ute nel vagone e <lo1·• mire un 'ora., chè tanto dura- il viaggio; quau<l.o a rriva, ad un ca.polinea. monta, sopr ._1, un altro treno sottertaneo, e clor-me

11 n'a ltra, Ol'i1. Così via ; ht vita, in fondo, non è poi tanto brutta,,

P c 1· rnangia-1·t! , in nna, città, come New York c'è sempi-e un modo con cni ra,ggnwellare qna.lche soldo . Nei casi dispe1·ati si i-icone a.lP istituzione degli (( Odd•jobs », quella dei cosicletti uomi~1i d'occasione, ai qua,Ji i cittadini a.ffidano i più disprwa,t i inca,richi verso un modesto compenso : fare pacchi. porta.re n1 ligie, 1·ecapita,re lettere, aecompagna.re nn Ntn·e, seguire uu funera.le, a.ssistere un clemente ...

Quando , poi, la gior nata si chiude addirittura senza

1m ceut d 'attivo, c'è sempre un amico con:p.a.ziona.le disposto

n oftr·ire un pezzo di pane. L'lstr-iaino conosce ormai tutti gli iudii-izzi; sa, che, da Brooklyn alla, 114.a stra da•, si incon­

t ra.no le diverse colonie degli Italiani: da, qnell.L sicilian:L <I· quella, pugliese, d,1, que lla, piemontese a, quella, lombarda.

Infine , tutto il mondo è, sotto cer t i aspetti , paese. A New Yo1·k \'i sono i g1·attncieli, ma. <~ altrettanto Ye1·0 clic cli

fronte agli <e s ky•sr.mtpers >> si eleva.no del le ca,pnune improv dsa.te con latte di petrolio . E, tn1., uu rna,rcin,piecle e l'aJtro .

di frequente s' iucontrfL la, p1·ocessione dei povet·issimi, dì

coloi-o che non ha.nno nemmeno da JJJ..angia,re . • -\.l.>1;,rndonerù p1-csto lo stra.no mondo newyorkcse . Uri

giorno apprende che nell'Arizona. si richiedono spaeca lcgna. \ "i accoi- rc ~mLito, assieme a<l un gruppo di lta,liaui clel Sud Ame1·it<l. Il U II O\'O mestiere non è dei me.no g1·cwosi; quando però si ,-. en t n~iasti delh1., vi ta e si ha, nelraJ1ima, Ja. perce ­zione <! i un migliore donuwi , si soppor tan o tutte le fatiche. C'è poi da disti-,nsi nell 'Arizona andando n, caccia d'a.lcuni an imllli som.iglicrnti a.l)a. lepre, lai cui pelle è l'icen ·n.ta dallP

31

freddolose siguore ame1·icane. C-ou qualcuna, di quelle pelli iu tì. ne, si può fa.r sorridere una, bella, dou1rn,,. nel folto dei ùoschi .. .

Sei mesi rima ne nell 'A.r·izona , fino a, quoudo non se-..ute parh1J•e di una spedizione scienti fic·tL orga.uizza,ta, d,1lla, fou. dazione Roose,·elt per la raccolta, di piante, uccelli. fiori <' insetti rc.ui del e.entro Brasile per le collezioni dei Musei di New York e di Chie1go. Da, quel rnomeuto uon La. pace. Chiede immediate.unente di poter nccompagnal'e la, spedi ­zione, e lo ottiene. La, spedizione s,1rù guidata dai professori O. Schwenyng e .·\. . }I,u·wi, insigni entomologi ,11ne1·ic~1ni. e si comporrà. inoltre. di due gioY;u1i ame1·icani e llell"Ita lia.no. La scona S.:ll'à reclutata sul posto, t ra, gli indiani cl' .America.

Ritorna, a :Xew York e cli là s·imbarea per Babia; da Bahla., con altro piroscafo: la. spedizione si spi nge per ol tre mille miglia sul Rio delle Amazzoni , fino a, lfanaos, nel Matto Grosso. Ora. sì che si sente felice. Ripensa, n. tutto quanto ha don1to superare per a,rrb-are a, quel giorno: ed ogni episodio t rasc:or·so gli appare la concatenazione logicù e fatale di un piano prestabilito. Dove,-o arrin1l'e quaggi.ù .. sembra dirsi compiaciuto.

V

Eccolo ,i.ere, con un:auima nuora, lunghi e non facili giorni, tra l'incomber e delle febbri equatoria.li , l'insiclia, dei serpenti, l'orrore di una spa,·entosa n1.rietà cli 1-agni e cli g iganteschi scorpioni. :ila è imperturbabile; guida la spedi­zione attra,verso immense pa ludi e oscure foreste con stupe facente coraggio. La notte la spedizione si riposa sotto lu tenda, nei lettini da campo protetti solo dalle zanza.1·ier·c ; Zetto e i due americani debbono ,egliare a turno il soun o <lei professori per tenere a bada le guide indiane, cl.ie ogni notte tentano il colpo alle mar;chioe fotograftcue ed alle

armi da f uoco.

32

Gli insetti e le piante vengono raccolti dagli stessj indigeni, i quali si im.possessan o con mezzi primit ivi dei

rospi e degli scorpioni per• consegnarli viv i ai cl ne scienziati. in cambio di tn,bacco, ca,ffè , tè. L'Istria-no tratta. diretta­mente con gli indigeni e li rende m.ansneti con la, snn, forzn

crc.ule.:.1, e la. sua, energia,. Spesso deve iutervcnire con deei •

sioue onde domina.re piccole rilJellioni, che nascondono una pericolosa, insidia,: gli indiani volentieri fa,.reLbero 1n·igio

nieri i professori. La, presepza, dell ' Italiano li rende docili; hanno ormai impa,tato l'in.fallibilit:l della, s11n. carnibina., l,1

sua stretta, la sua, sereni tà, nelle ore del pericolo. Da Zetto i clne entomologi lu.wno n-v uto J·ipetuW.mente

sa.lvn, la, vita,, e in riconoscenza, dei suoi meriti eccezionali gli concedono, alla, fine della sped izione, il ti to lo d i cn,pita,110 esploratore della fonda2ione Hoo:-:evelt,

'l'ornat..'t, dopo sei mesi, ht spedizione a. New York, il

nome ùi Zetto acquista improvvisnrne1t te vasta, popoln,rità. I giorna.U parla.no a mmirati del sno a,rd imentoso comporta ­

mento nel Matto Grosso, .'11 punto <:.ùe i dirigenti della. fon .

clar.lione lo invita.no ad accompagnare i due profess01i nel sueeessi \"' o inverno, in un al tro viaggio scientifico nel Congo africano. Zetto, che è torna,to con un discreto rispa.r-mio ,

accetta la proposta,, sicchè nell'n.utunno del 1922 parto -pel'

I3o ltama. Le rieei·clie nel Congo si prolunga,uo per quattro mesi,

d ura.nte i qua.li l'Ita.lia.no a.cqnista, le sue prime esper· icnz ~ africc111e. L 'irrompere delle bande di. elefan ti ncJla, :foresta. e

i temporali de] Tropico sono i fenomeni ch e lo impressionano

di pi\1. Mai è un poco delu so : il << Continente nero)) 11 011 g li ha, <fato ern o1,ioni vera.mente degne della, sua, fama,. Av1·ù,

J><~ t·ò illodo ù i ca-mbiare opinione, qna-lc}i e a.uno più Ui.t·d i ...

33

'l'orua uua, Yol ta, ancora. :1, .New York. Delhi , tel'l': l, amp

ric~rna,: per adesso. ne h,1, ah bastanza: lo ripreude l'inqui~­iudine del nomade. Si imbat te un giorno. il· Xew J ersey, in un gruppo di m,ui11.:1i sba,rca.ti d.:t uu piroscafo di S. Fran­cisco che è stato Yeuduto ,1 Xew Yot·k. I m,ll'inai sono in possesso di bigliet ti fe1-r0Yi,11-i rilascia ti 101·0 dalla, Societù per fa,rli to1·11,ue in California. (·uo dei ruarina.i è afferrato

daJ desiderio di conoscere :Xew York e cede a- Zet.to per

quindici dollari il suo \'laggio, :::-icchè egli può spingersi iu treno fino a S. Fr,rneisco. Xel gt·ande porto del :Xord Paci­fico egli sper·a di t.roYare imba-l'cO. DifatU , dopo una setti ma.na,, lo ot t iene in qua.lit..\ di <lssisten te cnoco: su un piro­

scafo che parte per L\.ustralia.

Bre,·i rico1·di del suo p1·imo d,1ggio in Austn1lia . A Melbourne. i.lppena sbarcato. incontrn nua em-i.os:.1

figura d 'uomo, un Italiano. ceno Alhertini. il quale assi• cura, di essere figlio di un generale. Costui dYe laggiù da akuui auni J e una, singolare mc:Hli;l lo tol'lllenta : ogni ,·olta. che_. nell 'attra,·ersare una teri-a da. lui ritenuta au<:ora ine­splorata iucontr-a i segui dell;1 eb·iltù, ~i dispera fino a, piangere come un bamùin o. Basta poco per turbarlo nelle sue solitudini di \a,ga,bondo : anche una scatola di sa,rdinc e- un bidone di benzina. a,bbandona ti al suolo.

Zetto si è unito a lui fidandosi di alcune snc confidenze; l'Alùertiui gli ha confessato che da einque ann i n1 alla ricerca. cli una cc tasca » di oro a1ludona le. Percorrono insieme nu,te regioni, t1-i.stis.<:;ime nella loro desolazione, tarli t utta.da, da. infondere nell '.-\lbertini una. strana ehhrrzz::i . nemico com' è della cfril tà ~otto forma di bidoni di henzilw e di scatole <l i c:onse1·Ta. La compagnia, dr ll ' Alhertini nnn <'·

però ideale per chi intenda infilare una strada buona , a,JH.: he

se oltraggiata,, a quel modo, dalla civiltà. Così Zetto finisce

34

I' pe1· pianta.re l'Albc11:ini, e cln, solo si avventurn. verso il Nord Austra.Iia,, fino a, Kimbcrley <love, in mezzo ai cow -boys, numerosi incoutr·a, gli ItaHa,ni.

As-pe.tti curiosi di quelle regioni. Mentre sta sfiorando il deserto di No Man's Land, la 'l'erra di Nessuno, (iu altr.t,

epoca, qui , l'esplora tore vivrù, le ore più tragiche), Zetto incontra ba.ude di criminali d ' ogni paese, i qua,li hanno nel deserto diritto di vita e libera circolazione, e possono tent.cu·e di rifare la loro esistenza in quella terra, a.himè per nu lla ospitale, poichè non dà nè uccelli, nè pesca, nè piante. I n altra, zona incontra una tribù di meticci , tutti occhi azz.mTi e capelli biondi. Sono i figli dei superstiti del nau ­fra.gio di un veliero danese i quali, scambia.ti dapprima per degli dei, ha.uno potuto radicare laggiù profonde radici e Yivei-~ tra-n.quilli fra, i 1generosi orna.ggti. -degli aborigeni. .-\..pprende come t ra. quelle genti si uccida,uo i figli maschi meticci per conservare solo le femmine, ad evitare in quel modo una, mescola-nz.a ùi ra.zza.

Due a.nnj di vita australia-ua, trascorsi nei silenzi delle praterie qua.le a.Ilev.1tore di ca..vr1,ll i e di buoi, nell 'inferno delle minie1·c qnale ce1·catore ù'oro, va l~cro a prepara.rio fi sica mente e spiritualmente ai ùisagi della incomparabile ma.rria di nom;1de che egli doveva, ini z.i~tre più tn,rcli,

all ' indoma-□ i, come ved remo, di una incon sueta. scommessa-.

Nel àice m1J1·e de l 1923 egli è nuovamente a New York. Le t utbjuosc notti dj Broad.way sono per lui un Yistoro

ùopo le soli tudini australiane. Sono però brevi giorni di

svago, chè non rardtl ;1. r iprende1·lo il Li.sogno d'nJJ.da.re. 'l'rascQrre i giorni percorreudo in luugo e iu laJ·go la. città: cammina impaziente. immerso nell 'oudn. dei rico1•di. Ripensa

a lle ore ,issute nel Br:.1sile, in Africa. iu ..--\.ustl'alia,. Souo compn,gni delle sue passeggin,te solo coloro cl.te aspil-a uo alht

avventura , all'ignoto.

I nt erYenà una, ,olta ancora. il caso (e agi1·ù in lu.i Fisti.nto) a sospingerlo \·el'.so uuori orizzonti.

Yigilia di Xata-le: nel b,u LlelJ.:t, ). .ll.C .. ,\. .. l';.1 :-:::::0<: i.\zione

dei giO'rani cristia.ui, iu Ba tter;- PLlce. Zetto è seduto sopr;.\, un o sgabello e p:..n·la, con roe:e

vacata, dei suoi viaggi. Dieci o clodid gior.w i F..1scoltano, in silenzio. L'imminente ora, mi~tica, del X,n.ale all'onda nell' anima. un'impondera,bile t enerezza . Bello è quel colìoquio cli giorani che hanno da, contiÙ<U$i c.o:-;.e che sanno cli lonta· na.nza e d' ardimento.

Fuori, il gran cuore della met ropoli lJa.tte sommesso. L' Italia.no suscita. con i suoi ricord i panot·ami di mondi

sconosciuti. Selntggi, behe misteri: gli alni ~1 stol rauo. rapit i . Essi hanno la fantash1i ecci ta t;.t da, let tur e; Zetto

inr-ece ba ,-edutoJ ha ,issuto un romanzo. E ' P unico t I" a i

giovani che possa parlare con a.ntor·e,·olez.za, e competenza, d i

viaggi: di cont inenti. Ta h·olta stupi5:.:ce con le sue afferma.

zioni. Le beke? - sono buone. I selraggi? - non fanno pa ura. llisteri im penetrabilr ? - fa,·oJe di scri tt ori da ui.vo­lino, archite t tura di parole .

.,_ All ora , tutte fia be1

leggende? - in te n·ompe uno

degli aSCOltato1·i. VItaJiano sonide bonal1amenU:! :

- :Xo, - riprende ca lmo - non sono fiabe , n è leg · gende. lfa condene precisa re che, OYe PAfriea, fosse re,1J. men te come ta.frolta descritta.1 n(:s~11D o c!Je ,·olesse ~J\Tl!ntu

3G

In t u lle le 1in r ri (lei mondo l'c!>-piora1ore cbho modo d i parla re in 1mbbliro. Ecco o!cuni d ei docum t! 11 tl che Cf"l !llJ)l"OVano le 1t1 1111 ernse s11 (, co nfe1·enz0, tenut.e in li11µua d l \'C r s:..: a l rlstil ulo musulman o cli Cn lcu t ia: ;i ll"U11i vcr·s iti'l. americana <li B P.)' l'Ulh: a l l "U nivCl'sit;\ d i Allahabad; a l Convegno (Idio 1\ssoc1azloni st11 denlcsc·hc 11<.> I Bct1p ,la: ~l!'l:ni\/Ci'Sifi\ lh Cn k ut!a: al l 'Js1.it11to (!t•! so'ldali e rnarinni b1·H a1t lliC! t li C0 I0lllll0 (Ccy lo n): iu u u (;i 1·coto Ju nuan esc (Cina ): a l c1 111, d ei p i:w1 :1tori l ii tè di Di b 1·ug:1r th (,\ ssam); l n u n Ci r colo tl i .Jo rllat (Assa11 1): a 11· 1~t.i 1uto :i.11 g·lo-inrli a no (li .lamalp1 1r

(J1e t1ar); aU'1\lla Scuola di Co l lillS (Calcut ta); a,[ Ci1•col o ulll i;ia l ! di ìllj llk y ina ( lìil'·

rnan.ia · Cina); a l Circolo ufliciali d i Quott..a., nel Be lucist an , ecc.

l' I

nwsi tra l.e sue regioni l'iuscirebbe a riporta,ro a casa la

pelle intatta,. Io, invece, llle la son cavata,, iu Afri~ quanto in Austra.li,1, e uel Matto Grosso, senza ti·oppe 110ic. Bo tra,scor8o ore difficili , qua.Lche volta mi è scmlJrnto di dover salut..'l,re tutto e tutti in una volta, ma,, infine, ogni rninacci,1 fu scougiura-ta, .. ed eccomi qui, tutto in un pezzo!

H a ripreso a nevica.re, fuori, leuti~simameute . La Ba,ttery P la.ce, stordita fino a prima di mille fragori, ora. a,ppa,re, dietro le vetrate del bar, caJma e silenziosa.: unico segno di Yit..'l il palpi tare a ritmico delle insegne luminose; in lontapauza, qualche pa,ssanW cù.e s'affretta n, rientra,1·e in casa, ricolmo di pacchi. DomaJJi è il Christmas Day, e la me-~zanotte è vicina.

Dentro fa caldo, si fuma, si beve. - C'è sì u u mistero - riprende a, di1·c Zctto - ed è

il più graude miste1·0 e la più litutta, incogni ta : la nostra stessa, vita,. Ma., credetemi , arnie i , l'uomo è pi ù forte e a$tuto delle beh·e, l.t sua volontù, può supcm,1·e ogni pcl'lco lo, la, su a, inre llig-enza, S\·entare e combattc1·e ogni insidia-.

- E i mosti-i, gli i(loli, i selv,1-ggi? ... - insi:-:,· tc il

g iO\·a.ne di prim a. - l/uorno civile a, tu tti è superio1·e, va.le più di ogni

al t t·o . Dopo quello che ho \" Ctlu to con i miei occhi, io, io stesso, da, solo ...

Si è in terrott u: For-olog-io di una torre corniucia a

ha ttel'e con aunouiosi 1·i11toccl.ii la meziauottc. - Io da, solo, d icero, - continua l'Ita.liano come

commosso e tutta.da fiero - mi sentirei cli cominciar anche clorna.ni una passeggia ta, in to1·no al mondo, senza possedere e.lei milioni , nè ,:were una scorta cl'al'lna,ti a,1 mio sel'vizio.

- Vo i, da solo? - sba.Iordisce l' A.meri.ca.no. - Sicuro - risponde con grande semplicità Zetto; e

i-ipete: - Il gil-o del mondo senza, un soldo e senza un'arma. Il ~-ion1ne cristia,uo s i accalor·a, è rosso:

37

,;

- Ebbene, a.miei, propongo una. oc.onuness.::1, : paghe. remo, t ra. noi 1 cinquantamila dollari se il ca.pita.no Zetto sa,pt"'l.\ nrn.nteuere quel che a.ffel'ma.. Termine: un anuo.

Accettato? - Accettato l Alcune strette di mano, quindi , engouo a1z.ati i ca-lici

di soft cl,rink in segno di b1·iudisi ; qualcuno ,·a. ad a,prire le finestre, percbè entri nel b;w la dolce musica, di t utte le campane dell ' immensa, :Kew York, a.nnunci,1,nt i il peqle­

tua,rsi deJla. vita, nella. culla, di Betlemme e la, pace agli uomini di buona rolontà .

38

l 1,

LA DANZA DEI PARALLELI

D a. dove comincierà.? E' da, a.lcuni gioI"ni che sfoglia a.tlnnti, ùisegua., si spi-o.

fonda. nei calcoli, dis;cnte con i com1Teteuti che troya, a ozia,l'e nei bars cli B1·oa.clway.

Singola.re è ht sua- perplessità : deve cornpie1·e un giro del mondo e .. non sa, da. quale pun to cominci:1re, ossia verso quale dir ezione inrammina,rsi. Non lo sgomen ta. la fatica, che lo attende; lo iniba;rn,zza. invece quel pa.rt.icohre del luogo di partenza ...

Iutan to i giorni passa.no, corrono. Dig-g·i;l è subentrato gennaiu e, secondo la. scommessa, eutl'o nu anno egli dovrà C'sse1·e di rit01·110, a. New York, Battery Piace , sede della Y. i\I. C. A., alL1, mezzanotte di Natn le n,l pi ù tàrùj. Solo to~-ì. potrà. intasca.re t utti quei dolla,11 ; solo così ma,nteITù

fed e al la sna p:noln•. Bisogna proprio decidersi

S i è potuto imùa.rcm·e soprn 1111 piroscafo inglese, .il 8. Petcr, cl1e \'H in Islandn, a.Il a pesea, llel rne1·luzzp 1iel l'A lto

39

.\.i.la ntll'.O. lu qt:akhe wodo eg·li \t;i così iuri·apresu i l suo girv_. rn qnauto la IJ,llenier,1 lo p 1..11·tPr:l ,il l"est r emo n ord _: e sarù, quello, un pnuto ideale_ per nn Yi.lg-gì o com e il sno.

J/ I sla.uda è 1·,1ggi.uut,1. in meuo d i due sett i.J11c.1J1e . _.\. He~·ki ,1\"l.k si muore cli. freddo . 111;-1., Zctro prefet·isc:e le ban chine alle stire del ,S . PDtcr; t.1-11to . egli nou iuteuden1. ,,,ffa t to ded ic,u·si alla pesca, del merluzzo.. P iuttosto: una. Yolta s·b,u·cato. c01·re a, destr,:1, e ,i siuistra J coutra tt..i e discute: .tiuo a- qua.ndo non riesce a, procu1·ars.i un mez.zo per 1·iprende1·e il ,·faggio. l'n rn,:1,1i.u,1io oLtndese lo ,liurn: lo porta con sè a bo1·do di un' ;.lltra, b..1leuiem ehe tr,1 poco pnrti.rù per ,,.udare a pesc,1.1·e lungo i b<lJ.l.Cll.i di 'l'en,u10Ya .

Otriwameute : iu qnesr.o modo egli s i sposterà ancora, sì tht iµ..i zia-re., cou precisione geomet ric-,1. il suo gi ro del mondo ...

V

Pittoresca e interessan te è h1 pesc,1, del m er luzzo t 1•;.1 i

monumen tali icebcrgs ehe fl.ot t,1110 lenti auorno a,l Capo F ,u . 1·ewell, in Groenla.ndi..t; ma pe1· chi ha, fretta, e a,nela. Lli

compiere in dodici mesi lllla passeggiata- ;1ttor 110 ai due e.mi . sferi ess..1, somiglia, ad un inutile e noioso perd itempo .

Per di più, la mwe cammina, tou una. lentezza cl.te esaspera) deprime.

- Quale razza di ma.1-ina-io sei t u; e dore mai devi anda.re? ! - domanda. un giorno a Zetto il comandaute: do110 elle lo ha udito infonnarsi per h1, eune:;ima ,·olta s ull ',.u-riYo

della baleniera a San Giovalllli di Terra11on1. - Debbo fa,1·e il giro <lel mondo . ca.pitauo, entro un

a,nno; dopo di elle sarò milionario.

I./a ltro le, squad1-a sbalordito : non sa se de\·e l'idere 0

com pia nger·e .

... Un pirCJscafo passeggeri mi porl(J ria ,')'a.n Giovattni :ii T erranora a Montreal) nel Canada ) e da qvi ·inco m,inciai

40

frl. 111arefa rcn;o /' .·1.l,aò'ka 1 pa ssa'lldo (!(I Ottciwa e segue11du

,<;r 111pn: lu fcl'roria del. 1'ra,nsccrnad,ia -n >>.

C'oi-:ì h,1., sL ritto; 1tt;1,. ~e deve r icol'{liwe qnei gion1 i con fessa, ore penose e clnt.m.ma.tiche;

- .Non C<Hu mina,vo sempre, poichè senza, fine el'a la st.ra.da,, desolata e ostile. Allora, m'illudevo a,ncora, cli poter i.:ompier e in un anno, un gieo del mondo cli quelle p.ropo1· 1,ionì. J; m' illudevo ,mche di potcl' cliventare milionario con i dolkui di quei gio,·n. ni cristiani della. Y. M. O. A. Perciò avevo sete della strada, mi divorava. l'ansia, di camm inare, d i correre. In quaklrn tr,1tto rn 'a.ggn1ppaYo sulJe assi ù1acciaio dei tl'eni cau,1clesi , sotto i vagoni , e riuscivo così a, compiere rnntinaia, di chilometri iu un giorno. Mc1 quei viaggi · mi costa va,uo un ' inclicil.Jile sof1ei·enza, sempre con la, pa ura di n;1dere, C!Steu uato lfa,lla, fa,t ica,, dal freddo che la, velocità, del treno reucle,·a, più intenso. Altre vol te chiedevo ospit alità, :--ugli a utor,llTi (]i mistct·ios i t 1·,+ffìc,111ti, 1tessu110 evita,nd'l pm· di and,1.1·u , di fa,1· pJ'esto .. . Aliornilè sosta.vo, nelle piccole citt.ì., nelle piautag io ni, nei c,un pi d i frumento, spesso mi accc.td m-a d i essere segnalat o a.i funziou,ui clel l.1 North 1-Ve.-; t Pol ice che, dissemiu;.iti nell ' jm.menso te1•ritorio, godono una autonomia, completa, e possono ùispor1·e come meglio credono degli uomini affidati alla loro sorveglianza, aUa, lol'o prote­zio.ne, a lla lor o giustizia,. Perta.nto, molto spesso, per sottrarmi a, inut ili e lu nghi i11tenog·11tori , a inconcludenti indagini, <l o,·etti sfuggire i l uoghi a.lJita,ti, e Yivere l ungo le ~tra,dc

1 nei camp.i , dov unque mi ca,pit:.wa,. E quer;to, solo

perchè mi JJl'COCGupavo cli non per<lcre nemmeno un gio1'no, di essere sempre in cammino ... Oonol.JIJi cosi l 'oscura desola­zione di <lor.mire n ei luoghi meno ospitali , dove si rifngia­Yano i uauf i-aghi di tutte le bufere ..

Lonta,niss ima, c1·a, an cor a. l 'Alaska.. Ma, dopo che ehl.Je superato le pr0vincie del Ca.na d:1,

41

tocca.udo 1Yinnipeg; Regina, Edmonton. Donvega,n. Fort Lia,rd e Dd,wson. al sno giungere n, Fort Ynko11, nc-ll'A.b skn.

gli pruTe di scoprire una, t ena, per h quale Y;.l lent forse interrompei-e hl, sua a,YYentm·11 di gil'amondo: il Kloudike, il

suolo che di\ Foro. DO\·eva, presto ricredersi.. rn mondo più tragico aJ1c-01·n

di quello conosciuto iu mezzo a.i nlinntori .1.ustraHa.ni si rivelnra. lentamente ni suoi occhi. Come proce.:leva a.ttra. verso il Klondike, gli ,enfrano indic,.1ti qua, e h\. piccoli cimiteri improv'dsati con qua ttr o pietr-e in me--1,zo ai ca.rupi : dove a . .migliaia era.no st,.1ti sotterrati i primi cercatori

che il riflesso dorato d ' una fortuna, pl'e:S8ocliè irragginu. gibile a,ye,·a. attratto come un "immane, tragica calamita; e,

in alcuni posti , gli a,bitanti gli mostr,l\· f1no. amnrncchi~1ti , i

resti di solitari cammin a.tori, paniti con una. ea1·rnola e un s:1cco di fa,l'ina, sperdutisi nella, landa infinita. e ca,dut.i alle

soglie della, terra dell ' oro ... Poi conobbe i c.erc11tori. ramini logorati da una. feb bre

che non dà, pac-e, che lentamente uccide. 4-\.scoltò i loro pietosi l'accouti. _.\.llorehè un ce1·catore - gli dis.~er o - scopre una pagliuzza, d 'oro, è assalito da un·ossessione che confina con la, follia. E gl i si butta al Lfforo, apre la tasca formata. dal corso del fiume, scava e sca,~a finchè non tro\·a, i blocchetti d ' oro, le fa.mose pep i.te. E 1 così che alFimprorYiso uno può guadagna.re un'incalcolabile J'icchez.za.

lfa. tutto potrebbe concludersi bene se gli altl'l cer·ca­tori, che i1H·ano hanno atteso quella fo1•rnua , non si gettas­se10 su di lui, decisi a finirl o a coltellate !=,:e egli non è disposto a dhidere la ta sca-... Termina. poi. che la tasca pa,Ssa, di proprietà da uno alra1t1·0 , c:on nna suc:ces&1.onr di omicidi che persino im ped i!=,:ce lo sfruttamento del t esoro .. Qualche cercat.or·e, onde sottrarsi alla p1·epotenza ed a11a. ma.h·agità ùei compagni, non ha più aLhandonato la sna fa 8ca) morendo\"i accan to di fftme: qualche altro l' l1a seppe­lita , con.fidando di potel'ia un gior·no sfrntt;ue ~·olo per su(•

42

conto. :Mn., nel frattempo, è impa,zzito o il wh·isky - ormai che era, ricco poteYa, bere! - .}o ha, fatto morire di del,fr-iimi

tremens .. Di corsa Zetto la.scia il Klondike e, dopo u,lcuni giorni,

ra.gginng-e Sitka, sul Pacifico, estremo porto dell'Alaska. Dal primo UU\,l'ittimo che incontra apprende che il piroscafo danese A.na.d-ir sta cer-caudo ntn,rina,i pe1l aJHla,re a.lla. pesc,1 del salmone lungo le coste del Oanadà occidentale.

E che cosa, poteva, aspetta.1·e cli meglio Zetto?

Sono tn.1scotsi a.lcuui mesi da quella, notte di Natale, e i giardini cli San Fra11cisco già. s0110 in fi.01·e: è laj prjmlwera del 192ù.

I1 camminatore or·a. ma.rcia, sulle strade -del Sud. Il piroscafo Arial1'ir lo ha sbarcato a Seattle, da dove

immediatamente si è dir-etto su Portland e S. Francisco. Le difficoltà incontra.te nel primo tratto del viaggio non lo hanno sgomentato affatto; nè lo preoccnpa,no quelle che inevi­tabilmente yerranno.

Il mondo, per lui, somiglia, ad una gran palestra, sulla,

quale egli può andare in lungo e in largo secondo che gli

conviene. Doveva, a,nda,re a nord, e vi è andato; doveva spostn.n,1. a, occidente, e lo hai fatto; adesso scende a sud, con

una mèta precisa, : Pnnta .. A.rcnas, nella Patagonia. E' molto lontaun, ancora, ma non dubita di a,ninn·vi.

],; a ,l pi ù ])l'CSto.

H~L Yoluto visita,re aJ1che Hollywood, ma non ba Ye<luto assicura ~ che « molti baracconi >> e << qua.lche bella

ra.gazz..:1, >>. Perciò La, tirato .a,va.nti, verso San Diego e Yuma, sul fiume Colorado. E' così entra,to nel Messico, passando d:1lln, farnos:1 'J'ia ,T na ,na., la \'icirm ½-ia Gim;anna degli

America.uì desidn·osi di 1clliskyJ di co1·8e. L~ di 1·onlet te: da goclers.i iu piena libe1·tà 1 senza. restriz.ioni. nè proibizioui.

In queste terre~ le spa.ra-tol'ie messicane lo h~rnno aUe­nato a-Ile forti emozioni. Iu nua, prateria s'è Yisto un giorno attornia1·e da, ,1.lcnni ganch-os i quali, a-1 ,·edere quell ' uomo Rolo nei campi. gli hfl.Imo dedic.a,to a.lcnne diecine cli pistolet­ta.te si da fo1·mare a,ttorno a,lla, SlU ombra. una. rosa cli colpi. Egli. si è forzato cli non perdere la, serenità e di rnostra.rsi clisin,olto. poic.hè non ignornxa che quello era. solo un .. a,ma,bilissimo gioco nazionale. Difa,tti . nella, prima pau&1, succeduta, J.lla. sparatoria ha domandato, serio:

- A , ete finito? Gli a.ltri hanno a,,uto la. persuasione di troyarsi da,va.nti

::i. un uomo cli grande sangue freddo, aJ punto che il Capo del gruppo, disceso diL c.:waJlo, è anelato sorridente a, stringergli fa, mano e a, dirgli che lo ritene,a degno della, più generosa ospitalità messicana.

Axant.i , a,n1,nti 1 sulla. diretnic:e de.l Sud! In mena di una settiman .. 1, Zetto è riusdto a supera.re

oltre un migliaio di chilometri, dopo che ha, aYuto la ventu r~L di incontrare un ricco pia,nt.a tore brasiliano il qua.le Yia,g gfa,n1, in automobile ed era diretto a, Panama,. Allorchè il pia,ntatore conobbe le intenzioni dell'Italia.no. lo ,·olle uou solo al suo fianco ma, for-zò la macchina, per farla, a,ndare con 1a velocità ma-ssima ..

Ha.nno così sorpassato di corsa, il Guatemala, l 'Hon­duras, il Xica.ragua, la, Costar-ic:a . Pa,norami di il10bliabile bellezza si sono succeduti durante il passaggio nella. zona dell'ardente Tl'opico. Ma. chi ha aYuto cura di amm.fra,rl i? Quella fuga Yen~o il Suda,meric:a era per Zetto così satm-.1. d1 lontananza, aveya un c:osì va.sto respiro cli spazio e di infinito (• un così ,i,·o battit o del tempo che spesso egli ba. pl'eferito, socchiudendo gli occhi, a,bbandonarsi ai suoi sogni a.n tich i e nuovi ...

44

L'esplora lore italia no t ra I dotu òell 'Unlversltà di Calculta-

Il capitano Zetto osplte del Ci rcol o (ti edurnz ione fls tca di Pe.nAn g. tn :P.folesla .

In quei giorni di ve,1·tiginosn, corsa, att1·:1Verso i paral ­leli , la, sua auima, s'è riempit..1, del profumo di tutte le louta.nanze ed ha. a vuto come un uuovo battesimo; forse pe1·

la, prima. volta,, a.llot·LL, accauto a quelFignoto gentile pia.uta ­tol'e l.l1-,1-sili;.1uo, egli ha, scoperto in se stesso la, sua fatale predestiua,z.ione di f:ig·lio di tutte le stn:ule . ..

BruciaN<L, intrwto, nei cieli del Panama, il sole dello Equa.to1·e.

Ri t orna, a,l maJ·e. Nell 1all cg1-._1 cittù cli Avana,, sull ' isola, di CuL,a,, invano

ha tentato h11 fo1·tun:1, nelle corso dei ca.va.lii, fino a, petdere l' ultimo clolht.i-o. Mn, non ha, perduto il suo spi rito di inizia tin L, la. sn:.1 inti-apl'Cndenza, : eccolo nuora niente su nna. nave, la pirocis-te1·11a, ame1·icm1a Ashe, dove è potuto imba.rca..rsi in qua.li tù, cli c:unei-ier e . Con l' !lsl~e 1·iuscirà. non solo a raggra. llella.re qualche risp;t,rmio, UlJ1_. audn\ più rL- sud, fino all'isola, cli 'l'l'iniclad. Da, qui .µon gli sa..rcì. diffici le spingersi sul con tiuen te.

Inta.nto, con quel viaggio, aumenta le sue conoscenze del m ouclo . Iu L t,i Alai conosce una, Pari!,ri tropica.le e a San Juan, nel P ortorico, va a. visitcu-e la, maestosa cattedrnJe di Ponce de Leon , cla-rauti a.i cui a.ltari si inginocchia devota• mente, percbè gli hanno detto che uon un desiderio ·a-Imeno, nella vita,, 1· i m a.rrù, iusoddisfa.tto al pellegrino che abbia,

qualche co:siL di bello ei di ,u·clito t1n, invoca-re a Ponce de Leon. P oi ripru·te ancora con l 'A8he, e a Uorcbè seende a

1lm1:iuique, e apprende da qualcuno che in quell ' isola nacque la prirna. moglie di Napoloouc, resp ira, a pieni polmoni l'aria come n. i-accogliere qualche alto stimolo avendo quel grande nome OYOcato in lui confu si sogni dell'a sua infanz.ia.

Invece l'a,ria, infuoca ta da.l 'l'ropico, sà di lmuaJJa,, dj caffè, <l i ta,bacco; e tu ttavia s tor<.Vsce ...

45

Qnest' è il suo poema di noma.de: di Yiandaute senza, mèta nè dest ino. com'è anche il suo silenzioso dra,mma.: essere da, per t utto e iu nessun luogo, non aYere un oggi nè un doma,ni. ..

Mentre supera in piroga gli affluenti clelFOrenoco, dopo t: he è sba-rcato nel Yenezuela., e s'aYYic:ina, a, Ma-naos, sul Rio delle Ama-zzoni, per la, prima ,·olta, gli accade di prOY<He 'JlH1-lche palpito di nosta lgia,. Ripensa. ai giorni delh1, spedi• zione nel Brasile, e intimamente si cloma11cla- s.e quella, sua, corsa. ,·er so l'infinito non è una. follia . Do,·e lo porter,\ quel correre affannato e dispe1--ato da, un paese all ' altro, con il modestissimo premio di \edere irubra.ttate le sue c-,1rte di d aggio di un nuo\o timbro: cli nna nuon1, firma·?

E si pone ~1nche un·alrra, domanda-: riusci1-."'t a compiere il gi ro del mondo in un anno? Ou1rni è 1·estare clel 19:?6 ed ""'gli non ha fatto che fuggire c1ll"impazzata, cliso1·clinata,· mente, d a- un punto cardinale all'altro, insaziato <li strada ... lfa,, fin o adesso , ha. a.ppena, \"ls.itato le due Americhe. E gli altri Continenti'?

Questo si domanda, il cammina tore a,llà fine d i setti• mane di ma1·cia 1 mentre si dil'ige sulFa.lto corso ùel Rio delle • .\.mazzoni , superando Teffe, Tobatinga , \·er-so la froutier·a peru\"ia.na.

Entrò nel Perù , dirigendo&i su Pebas, Iquitos e :Xanta. Prese poi fa. dfrezione dell'alto co1·so del fiume l-cayali , fino a. 1·aggiungere hL ferr-oda c:he Ya, attra\·e r·so le Ande. a Linw: capitale . Ogni mezzo che inconti-a,,·a éra. util e p e 1· ~llH]ar1~

~nanti, per cli\or-a1·e c.:hilometri e chilometri. Riuscì a, 111·oeu­rarsi un ca.vallo - im·ano in quei luoghi gl i pa rlar·ouo del famoso tesoro degli I ncas - , anche perc:h è H suo bagaglio orma.i pesa,·a, mentre la mar·ci:1 in montab'1l~L e1·a ùi,·en uta molto faticosa,. Procedette pe1· Cnzco, in di , seguendo la linea ferro,· iari.a., andò \ erso il lago di Ti ticac:a fino a raggiungere La Paz; capitale bolid ,1 na. I.a ~t 1·a da. diYeni,·a i n seguito

4G

UJ..ellO a spi'<\, non a.ppern.t, riuljcin1, n, supera.i-e Antofaga.sta,, uel Cile, e a, Llirigen;i , oltre il deser to Llel nitrato, su La Serena, p iù tard i su \'al paJ.·.liso, Sa,utia-go, 'l'a lca,, Concept ion , fino allo miuiere di carbone Lli Va,ldivia ..

.E1•,1, s ufticieuteweute a, sud ; ·mn,, desider oso di mantener fede e.Hl uua pt·omessn, fat ta a, se stesso più che agli a lt ri, YOlle tocca i-e a,uche Puntai A1·enas e lo st retto di Magellano.

P oi uu g-r,w h c.1 .tto cli ma.re, da Port Sta.11ley a, B ,1,hia, lllalH:a-, col p irosca,fo a rgen t ino Palmcro, indi nuovamente l;.1 te n n 1 e b , gTa n ma.11c.:.ia da, Il uenos Aires ;.1, Rio de Jan eho attI-a,Yerso Colon ia,, )ion tcd tlco, Ilio Gn mde, P orto Alegre, CurityLa,, S . P aolo e Sa,11tof:; .

Pall idi, so mu1.en~•i nelle 11e1Jbie de lla, lontan a nza, snpe r at i da s uccess ivi e,·euti più men10ra,bili sono i suoi ricordi di quella, nia,n :ia. L ' indic..:e s ulla, carta, geogndìca, non aJt r·o eg-li :-; ,1, indica re che le tappe com piute, i nomi delle ci t fa su per<.1te, t on r egola,1i.tà c i·ouometii.ca,. E ppure t utto uon h~t­s corda,to ; nou lta dime1.1 t ica t o, nè clirnentiche r-ù, più, i giorni d ssu t.i lungo le pra,t erie da, n a.hia, Bla,nca a. La Pla-tn-.

l'c r quella, sua u,nsia,, per quell a, singolare fretta,, c-ra uso a.ppro litta re d i tutt i i ITi e'"Lizi di locomozione che riusciva a. t1·0,·a rc. La fon ovia, era -1:t grande risorsa,. Nelle ferm ate d ei treni in mezzo a.i ca-mpi i faci le g li riusciva sa.Jl1·e &"O pra, un ,·agone, o <.IIH.lar~i a.d agg1·apJ}are, come nel !onta.no C.inaclù , t 1·a, le .1.--;y.; i d 'acciaio.

47

Gli acca.de una, ,·ol ra, lli llorel' Yi,1ggia1·e a. quel modo. a. cento chilomerri l'or:1, meurre L1, cors..t del t reno nu?tt.eY~ il fuoco ai campi di gr::rno . Il ri:-s11cd1io del Yeino p,odotto tl :llla velocit.ù fa~ent mulinell.1J·e uell".iri.a nembi li i :--c·iuti lle. Per alcune ore egli fu come sono :1{1 un:1, pioggia, d i f u()('o che lo colpiYa. al riso. a lle 111..1.ui. eutra11d ogli uell <.1 can1e. Molto lont.a.ne sono. nelle pr;.1terie. le stazioni una, da,ll ' a lt ra .. per cui in alcuni momenti. non 1·inscendo più a, sopportm·e il tor mento orribile del fuoco. egli fu sul punto L1i lnscia,rsi cadere, di abbnndouarsi a lla, fine ... R esh-tette a quello s t1·az-io. illu­dendosi cli ,edere la, srnz.ione d;1 uu miuuro .111',tltro. Jurece quel d <.1ggi o si prolungò per ,.Hr:un:1 chilomerri ..

Questo non !w dimemicaro1 il c,1m11.liuaro1·e.

lfa doYe ,._1,, elle cos:1, sper·a·?

S'illude a.ucor·a, di. poter gund:1gn;.1re i cloll:1ri della.

Y. :lL C . . -\.? So. non pensa ai dolLni. 11è ~ilLL :;L:ornrnessa ..

Ormai sa di a,·ere inn-..1p1·eso quella co1·s.a, a ct ra,·erso i conti ­nenti solo per rispondere a se stesso cl.i una, par ola. da.ta., se non adclirittura per un suo ~-perimento personale. Chissà quale potrà esse1·e il suo dom:1ni, pe. r- <:ui quelht fatica, non sa.rà stav1, inutile: l"n giro del mondo da, soddisfa r-e quei sedentari della, Batt.ery Place pore,·a, es:-J-ere più semplite P.

più ageYole. in quanLo nessuno gli a,·eni imposto di tocca1·e

i quatt ro punti ca1·dinali e di assistere c:ome ad una danza dei par-alleli ...

Selle prime sett imane. ~; era compj adu to pensare ta.holta, alla, scommessa. ai c inquantam ila <lollal"i. :Ja non tardò a render~-i con to clie nessun,L ~o mrnessa poteni Y.:tler~

la. so,-ruma,na. fatica d<:- lla s ua rna1·c:ia . ma so !..1meule la. sua. ebbrezza di c:amD.Unatore, la. :;,"l.l.a. fclil-itù cli nornacle . .\[enti-e fi no a prima, egli era un uomo ch e an ehn·a, indetetminat.a ­men te1 <li <( daggia,-e ii

1 <e gll'a,·e il mondo », qutlh scommessa

ne--wyorkese lo ~wera, fatalmente posto di fronte a l suo destin o.

-18

Per questo, dopo che ha n..vnto come nnn, riveln.zione della, sua vita, non pensa, più a.lla Y. M. C. A. nè a-i suoi dolhtri , meutl'e lo Ila preso il gusto ùi rrnda.re come, quando <! dove vuole. Ed è con questi pensieri che egli saluta, nna. ma.ttina, di a.ntunno, fla, bordo del City of Jlfan chest;e1·, il profil:H·si all ' ori.zzante della, costa af1icana ...

Ad un Cttmminatore della sna, forza. e del suo a rdimento ha-sta,r ouo nu paio di mesi per attra.ver s.:•1,re il nuovo conti ­nente, da Da,ka.r, sull 'Atlantico , a Gibnti, sulle porte meri• dionaH di Suez. Il suo nnovo viaggio non ebbe l'ansia clej p1·ecedenti ; e, forse per ln, p1·irna. volta. nell a. sua vitn, di

uoma.de, Zetto andò lungo il cont inente tcueln-oso con nn diverso volto e un'a.nima nuova..

Da Dakar, ov'era. sl.Hwco.to, camminò fi no a 'l'umbuctù , quindi disceso in piroga il fi ume Nige1·. Superata l' A.fricn. equatoriale francese, enhò nel Congo. Poi iniziò la- marcia. ,·e1·so Sud, seguendo l ' immenso tracciato di un a ferrovia in costruzione che a.ndava ad a.lla.cciarsi alle lin ee delln, Colonia. del Capo. Di cbilomet1·0 in chilometro incontrò caJnpi di ope1·ai, numerosi dei qua.li italiani. Rivide così il mnre, a Ci t tt'I del Capo.

'l'roYò, dopo una settima.11a., ospita.litù, sul piroscafo

inglese Boer, col qual e rngginnse Durbltn. Da qui riprese a. c: a mminm·e, fi no n, J oha,nneslmrg, nel rl'ransva.al. In questa

cittù, potè ottenere con p.ochi soldi nnn, biciclet trL nsata , con 11;1, qnn le iniziò In, marcia, verso NoJ>d.

E fu un nuovo via.ggio, di proporzioni grandiose,

compin to pa.,·te in Licie I et t a-, pa,rte in ca,noa,, pn,1te a. piedi : Pretoria., Lorenzo Ma,rqnes nel Mozambico, Dla,utyl'c 1H• l

P 1·utettora t@ di Niarssa,, Ka,rema. nel 'fanga.nicn,, B ntel.Jlle nello l g, rnd ,1,, Kisurn u ne l Ken ja,, Add is- .-\1.Jeha, ne1l ' Etio11ia-, in!ine

Gil.Juti nel la Souw.Iia fran cese.

49

An·euture? Qnaknna,. In una giungla, nelle dl'iuauze lii Bukama: nel Congo,

egli fu un giorno sorpreso da, u n rinol:eroute . il cu i ,11-rù·o.

per fortu iw . fu preceduto da un fra l:asso di urag<uw: Il callllllina,tore si salYò sopra, un al beTo. sul qu:1le 1-imnse un pa io d'ore mentre. sono, il 1· iuoce1·onte.. i nd ispet t ito fon, 1~

_per la, sua impote11za, di r,1ggiuugere quel bocL·one, faceYa

con uu'impres.sion;.1ute carica piazz;1 pulita, cli cespugli e

a.Jbere!li .. :Kel I'l'otettol'a t o di Si,1 s&i - per raggiuugere il quale

a,,·era dontto gn<H'Cl a 1~"i da-Ile m o.selle tse-t.se. insidiosissime quanto pel'icolose - conobbe la, s t1·ana e tra.gica mala.ttia del ,1 riso,>. Yide uolllini e dolllle cou il Yiso dctu1-pato da una espressione d ' ilarità che pre~rnuuucia 110:1 lenta. ineluttabile agonia, ...

Sell'l"gauc1.t. ass isterre al f,uuoso e( giudizio 1~1· p1·on1, )) : allorchè un appa,rteueute alle tdbù si 1-ende colpe,·ole di un

dete1:min,tt0 fatto. forzatamente deue me:-;so di fronte ad un leone o ad un. coccodrillo . ai qual i è L:Omlllesso il supremo giudizio . in qua-nto :-:-i ritiene c: he l'indidduo ,·enà d i\·orato solo se s..uà stato effettirnmente col1.e,·0Je. l'e1·ò. posti di fron te <li leone o al coec:od1·illo: tutt i g li accusati finiscouo con l'essere colpe,oli. ..

Sulla, t.;O llina, di )Ieugo . ,·ic:iuo a h:arnpala , andò a, f1.H·

dsita. a, Sua Altezza il hab,1ka, di L"ga nda,, Sir Da.udi l[

Cina . EIJbe dall'alto 1:te1·:;ouaggio - un gio,· .. 111e negro ingle·

sizwto e (.;OD maniere eu ropee - una lu:,;ingh iera dedica e la preziosa, fu1]1a . Potè, pe1· L.1,nw.bililù del h.-1,hak..1 1 d sit.a 1·e la sua reggia, un bel fa-hbricato a due pì,rni. ci rcondato dalla fo1·esta 1 costruito completa men te all 'eu topea. co11 luce elettrica, bagni, pa,·imenti lucidi. ba r . apparecchio radioi pigiama mul t icolo1-i ...

Xelle ,·idnanze del lago Kioga1

alle so1·gcnti del ~ilo. incontr·ò a.lcune t1·ibù di pigmei , i Xiam -Siam . Bencl1P 11011 si fossero mosti ·ati tipei-tarnenh"' ostili con il c:1rnmi11 ;_1,torr, lo se.guirano sempte . da. lon tano, senza mai a\·ritinu.r:,;i

troppo a lui. Furono giorni assa,i peuosi, in ·guanto il vi.au dante sa-peva, di non esi-i-ere mai sufficientemente tn1nquillo, in specin I modo a1lorchè gli acca,deva1 ai doversi riposare nei \,oschi. Difatti un mel'ig,gio Ulhb freccia. andò a, con fi ccarsi uel trouco dcll 'alber·o sotto il qrn_1.,.I~ dormiva. Qua.l che settimana, dopo egli fece esamina1-c ad Addis-Abc-00 la punt.ct della, freccia: era, avvelenata .. ,

Un grosso piroscafo francese, l'El Kantara, sta per lasciare Gibuti diret to per un lungo viaggio-carovana .. a.ttorno a.l mondo.

All ' ultimo momento il com,uHlante ha dovuto sostituire un suo marinaio, ammalatosi improvvisamente di febbre equa-tor·ia.le, con un giova.ne italiano che da lunghi giorni lo assediava per ottenere imbar_co.

All rL mezzanotte del' Natale 1926 Antonio Zetto non !'.ii

p resenterà, a, ri8cnotere il premio. E cosa pensera-nno, di lui, ì romantici della, Y. M. C. A.?

,,l

,§ lPtÌl <u, !~A J1~;G11~ ,/•

La pri ma par te il el l:t 111,'l1·cia dl!ll 'rspl o I·;it.01•u nel l 'Arr-irn I11rrlitcr ranca: (\nl 1\1::i i·occo . alla Tr ipOlitn 1iia - 1) E pisollio dci Hiffn11i ;' '1) ltif11gio nella • moq;uo,. n r aha.

MEDITERRANEO

òa,n .,u,MEO

~ ,: 8 fl

6, · SIW/1

Yial,Jg io allra\'erso J'Eg itlo, da Soll 11111 a Po!'!-S:lid- - 1l [ ~'l. \'i s ila ,11 vi llagg i qua le • '•i mpr,W\'isal.o rneill co; 'l) l 11r·ontr-o n11 1 dc~c1·1.o con r ·attrna.

' Nota. per il 1etto1·c .: l l ca mm ino d0ll 'csplo r:.1loro ìi segna.to in ogni cn.rti11a con l a puntegg1:1tura. ,per I.i 11r1•cis:1zione di det0n11 i11 :1ti luoghi è stato fatto un oppor tu no r ichiuino 1111 111erato.

CONDANNATO A MORTE DAI RIFFANI

S u una strada di Ca.sa,blanca : - Giova,notto, voi vole1·e via,ggia.re?

11 capib:Luo Zetto si è girato di colpo: lo strano invito gli è stato rivolto -da una donna meutr·e sta..va ammil'and•) una veti-in a. in un qrn1,rtiere del centro.

- Viag.gia,re, dove·? - ha 1-isposto sorridendo, senza

dare t roppa impott..1nz,1, a.Ue sue pa,ro]e nè a quelle della

f:ìconosc iuta,, una b1·utta femruina cou arie di donna fata!@. - Da, per tutto! - ha, soggiunto l'aJtra, snodandosi e

01.:chieggiando. - Io, ma.nda,re voi in India, dove donne l,allano nuclei o in Cina, <love belle fanciu lle amare giorno l' notte ..

Humo1·osiss iu.io si svolge intorno il traffico stradale:

a utomobili d 'ogni coloi-e saetta.no sull'asfalto, strombet ­tando; passa.no dondolanti ca.i·rozze, tra grossi omnibus e

pittoresch i t1·amwa,y; da, un ma,rciapiede a ll'altro una gran

rolla, in mezzo alla quale si urtano e si fondono tutte le mzze, con dense iniezion i tli nero africano e pallide penne!-

53 .

late occidenta.li ; sintesi s tradale di t utta Cas a blanca, illanguidita da-i venti atlan tici, depressa, dai ca.lori nuuoc­<.:hini , vibra.nte sotto i numerosi st imoli mediterra.nei.

L 'esplora,tore Zetto si è inca nuui trnto le.utameute, a nche per sottraJ'Si. a quella. dounn, e a.Ile sue to1·Litle inteuzioui. L 'altra., però, g li si è messa a: nu rla uco e lo ~egue. _conii . uuando a, pa-rla,re in una, lingua fatta lli c.:rntilena- spagnola e cli aggetti vi francesi.

- 'l'u essere - ha, ripreso più coufidenzialrneure un uomo charma.nt e faJ·e sicu1·0 fortuna assai presro . "lo man da.re te a nche in America,.

- Ci sono stato . - Allora spedire te iu 01·ieute. - Ci vado da solo 1 senza- il tuo aiuto. _-\. d ogni modoJ

che cosa mi proponi? - Vieni aJ la Boa.rding Bo use! - Me lo a.spettavo. La, Board.ing House, sorta di uusa l1i 1·ic0Ye1·0 per

ma-rinai, è una trappola, che funziona in alcuni grandi poi·ri di ma re . .A.ppa.reutemente, non è che una, modestti pcnsioue con propositi di ospita lità e di assiste□ za. ::.\lentn~ da ttn ~1 parte si occupa di procui-are imbai-chi 1 dalFalt1·a c·onced e prestiti in dena.r·o, sicchè i marinni che ad essa ricorrono finiscono col contrarre gra,d oblighi ùei quali p1·esto o r.-udi, in nn modo o nell'a-ltro, don·an.no liberars i. A.llorchè la Casa, che si serve di a-genti opportunamente scelti t ra i due sessi , riesce a stipula re un contratto di imbarco, 11.scuote dalla na.ve una caparra con la, quale nlibondanterneDte s i r isar • cisc.e, dopo di che attompagua al piroscafo il mm·iuaio 1

a bbandona.nclolo alla buona o tattha sorte. La na,·e lo pohù portf1re all'altro estremo ùel globo, 11otr·à non paga.l'Io più , pot rà impiegarlo per jnnominabili traffici o 1o potrù pian­tare sopra un ' isola: questo non rigua 1·da la Boar·ding ll ousc: .

rralvol ta. eiì.pita, <li peggio : la, Casa. lia ùisogoo di cli8-fa!·si, per una ragione o l'alfra , d i aleuni ma.r-i nai

1 parti ­

colarmente cli <]uelli che non esigono anticipi. I n questo ca ~o

t•s~i vengono uUl'iacnti, col viuo o Foppio, e ca.ricati sopra una, 11:i.re cli osè1no destino, la quale, beninteso, avr·à prim~1, (: comperato JJ l'equipaggio. Quando, poi, iu alto mnre, i

rnn.rinai si sveglieranno, avranno llen poco cla protestare. La, t,M·o condizi9ne di <( cla,ndestini )J e, la. minaccia, di uno sb,weo :ll p1·imo porto, c:on evidenti conseguenze, saraJ1110 sufficienLi J ridm·li alla calma ed a tra.sformarli in marinai disciplinati. In questo modo essi si 1·encleranno complici inconsapevoli qna,nto involont.H·i dei più pmicolosi contrabbandi, dei più 1·ipugunuti coirnnerci.

La triste macchina.zione, che gli inglesi chiamano 8hangha·i-ecl) è nota, aJ.le, autorità po1·tua,li, le quaH energica­mente la combattono senza però riuscire ad estirpa,rla del t utto. Zett.o è troppo « naviga,tO: » per cadere nella tra,ppola,. D'altra parte, i numerosi conna.zionaH conosduti a, C,1s.i bl:rnr:n , doviegli è sba,rca.to nelln, pr·imavera del 1927, reduce ùal lunghissimo gil-o intorno al monclo compiuto col piro· scafo (( El Kantani )), lo Jianno subito reso attento sulle in-sidic ùelbt. BoaNling House, in quel porto particola.1 '

mente nttiva. Ecco perchè b . Ln1tta donna con arie fata.li incontra.t.n

J•OC-O prima, non è riuscita a, convincere il cn.mminato-re itaEano della, bontà, delle sue offerte.

Da, Casa-bl.-1-nca l 'esplora,tore · s'è diretto verso Ja. ter.r:i rna,rocehina,. Ila, 1·~1.ggiuuto <1a.p11rima RaUat, quindi Meknes: infirn~ Fez, (·a,pil"ale del Marocco. Il terreno gli. sembra, ideale pe1· le ~ne fa!"i.c-hc~ di marcia.tare: le strade sono cfrconcla,te cli ,·astissimi r,ampi roltivnti ft. fr11tteti e i·icchi di nli.Yi. Qnalcl1e YaI·ictù egli osse,·va. avvicinandosi a, Fe-z., circondata, di alti monti , in mezzo ni qunli si aprono delle concbe intemmentc eoltivate e ta.]i cln dare all'ocel1io del via.1Hlm1te u11 senso cli Lcncssere.

Dopo qual che giorno egli è n. Tnngcri, c·he lin- rngginnto 111rntan cl o a. nord , oltre La1·n,clie. Lh lo prende. l:t, nosta.Jgifl

dell,1 :Spa.gua. C'ou qud die ha gw1dag·uato uella, lungi.\ 11aYi

g,1-zioue .si può 1:oncetlere il lusso di andare ad ammi r,ue le e.orride~ la, cosa, che lo attir,1, di più uella, peui~ola, iberica. Trascorre così un mese idilliaco: piccole a,·yetiture 1·onuu1-tiche, amori appeua ,1ùbozz:lti che perù l..tischrno tanta l1ol­

c:ezz,i.. . lfo c' è~ al di l.ì del mare. uu <.ilti-o fasci.uo: la, guerl'a

sulle montag.ue del Riff. combattuta, dai riffaui da- una, parte, da spagnoli e fra,ncesi dall';.1ltn1,. Prende il ferry -Lo,1t ad Algesil'a.s e sbarc.a. a, Centa .. 11el l[-.u·occo . Dato il period0 eccezionale: .uou rnrd.'L a iucoutr,nc llit'ticohù . Difa.tt.i, a Ceuta. le au t01·itù spagnole si oppongono al suo piauo di rasg·giuuge1·e a piedi :::\Ielilla . P oiC'hè quelle rene sono sossopn1 in ,·ista di imminenti operazioni bell ic he . egli Yieue fo1·mal­mente iu,ita.to a prendere il piro.-.c:,1t'o per queU,1 cit tà . anche per la sua, sicm·ezz,L pe1·son,ile.

Il suggei-imeuto delle a,utoritù, sp,1gnole non riescl' molto gradito a, Zetto. Ha, traS(.'01-~o tanti mesi nella solitn ­dine degli oceani, tt·;.t 1a. monotona ,·it..t di bordo, che quel :;ento1·e di guerra loutaua lo esa.lta : fina lmente - sembra, clh si - qualche cosa ùi uuo,·o e Lli emozionante. PerciùJ a,lloi-chè lo consiglia.no cli pa,rtire per }Ielilla. iusiste di poter dsitare ancora Tetouan1 cittù che - aft'e1·ma - lo interessit· grandemen te. Tetouau è in tenitorio tranquillo, siccbè ottiene il permesso di uu bi-e,·e soggiorno.

E " stato im-e1.: 1; uno stratcagemma, pet· sfuggire a l cou · trollo spagnolo : difatti, appena, entrato a, Tetoua.n , egli riesce a eludere la sorn~glianza, della, volizia, e a prendere i

sentieri della montagna, in dll'ezion c ùel Riff.

V

Or-a, carnmiua ,·e1·so il pu1·0 ignoto. JJ.a non se ne impen­sierisce. H a con sè qualche cosa., qualtl1c modesto rifoi-ni­mento, quel cl1e ba&-ta per alcuni .;;io1·ni di ma1·tia-. Del 1·es t<> , che cor;a, gli può actadere? [na fucilata, al wa~si nw.

Non è 11uesta, uua, preoccnpa.zione CCCCl:lSivamentc gl'a.vc,

comunque tn.lc da, impedirgli di :1J1d1.n·e incontro a quell a (( a,n ·eu t um, )) sem;azioua,le che egli ha luugnmeute soguato e re1:ca,to in ogni parte del mondo

E <7nest:1, volta, r(( a,vveutnra )) vel'rù, improvvisa, impensa.tn, stra,orclina.ria.. Erl av1•1), momenti di pr ofoncla emozione.

Alla fine del terzo giorno di marcia, in una vallata nella qua.le è sceso per incamminarsi in direzione di un villaggio osservato da.U'a-lto, egli si vede venire incontro a-lcuui salda.ti. E' un avamposto l'iffano.

Egli non ha nemmeno il tempo di spiegare chi è, nè ·cosa vuole; afferrato brutalmente alle bra.ccia., viene trascinato

. a lla presenza di una specie di ca,poposto. Prima cosa che d,\ negli occhi di coloro che lo hanno fatto prigioniero è il pacco <lei documenti. Il ca•poposto esa.mina le ca rte, d ila.tando gl i ucch i : evidentemente ritiene di aver vescato un grosso perso uaggio, forSB un co1·1:iel'e diplomatico, se viaggia fornito di rosi copioso materia.le .cartaceo scrit to e timlwato nei modi pi lÌ disparati.

Inutilmente Zetto protesta, la. sua innocenza, le sue intenzioni pacifiche, la sua nazionalità italiana. Il capo­posto, che conosce sufficienti parole spagnole e francesi per fa,r comprendere la, sua, inflessibil ità, ordina, a,i soldati di accompagnare il prigioniero aJl' accampamento ,generale.

L 'arrivo ùel pl'igiouiero s uscita. un tramestio nell' intero acca mpamento. Da innumerevoli tende escono centina.i.a, cl i

soldati , i qua-li si po1·tano davanti ad un'alta ca,panna, allo ester no della qua le sono a llineati alcuni ta.voli. Là si trovano, sedut i , a,lcuui ufficiali : forse lo stato maggiore delle t ruppe di prima! l inea,.

Il cap . Zetto viene portato dava,nti ad un ufficia,!"' anzia.no, il quale subito gli rivolge, - arrogante, alcune

57

domande in uu,1, lingu,t ruisrn di. fl',rncese e di sp,1gnulo. Gli altri ufficiali. iutauro, gli si sono stn•tri. d':1tro1-110. t-ii son ,) insedia t i iu una specie di t1·ibunale lli. guL·n,1. .\.p tn1ppl' . di fronte . s i souo· ordilrnte in qnnd1·:.1to.

D.:ff<l,nti a, colui die h,1, lt.~ $-embi:rnze lÌi na gindicl' istruttore, il p1·igio11ie1·0 p,nl.1 fermo e sereno. Dic-hiarn, auzi tutto d'essere italiano, cl'.1,pp.1-t·teuere c,ioè aLl 1111a 11,1zione che è del tutto .:1ssen te aJla gue1·t~1. cou<.lotra Ll.1i 1·itfa.ni . Xa.rra concisa.mente la stori.1 dei suoi Yi,1ggi, del sno sbarco a Casablanca,, delle sue iutenzi.oui di dsit;.u•e F.-'.!..friea, setteu ­trionale, del suo modo di YiH•re all':n-Yenturtl, tlella stw. aspirazione di conoscere tutto e tutti. Assicura inoltre l ' ufd . cia,le che in p1·ecedenza,, sulle montague pei-cotse, ,n-e,·a. incontrato ta.uto i fra,nccsi quanto gli sptlgnoli ed anche qualche pattuglia riffa,na, seuz:1 pe1·ò c:l.ie uessuno ,wesl-.ie a,uto da preoccuparsi della sua presenza , rlella. 8lW Yit.-1. singola re forse, ma. non tale da, co~t:itnll'e alcuna minaccL1 pe1• nessuno.

H a parlato inutilmente. L'nfdciale . che h,1 ascoltarn . come gli altri ~uoi c:ornpagn~ i: cume tnrti i 8old,1t i raflnnati. con un'aria r_li di8pt•ezzo e ,li it-oni:1 ; 1·i\·olge nn'infinitù rii

domande altl'etranto inutili. in quanto a, tntre pl'ec·er1Pntr mente risposto dall 'H,1li,rn o.

- Cosa, cerca,i da qne:::te part i. tra le nostre lin ee? C'hi

è che t i ha. mandato a mesc:olani tra le nostre tr-nppe'.J .-\. que~te domande si può nncora, rispondere. ~picyM·e.

Quel che in,ece non ,a. giù all ' uffiC'iale è la ptPsen1.a di quei doClimenti ; scritti e tirnbl'atL di quelle fotografie , fl i quelle e.arte geogra.fiche.

- Tu sei stato depositnto tra le 11ost 1·e linee cla u n nereopla no francese , pe1· fare la ~pia.'. - 5-C-fltrn a rl i1·p min,1r-. cioso il riffano .

- Ma io sono it..1lianf, , e l'Itnlia E-. n~utrnle nell:1 ,·o~tJ·:1

guerra .

- E chi mi assicura. che tn ~ei n~rnnwntr, it;lii .i no. e non im·ece francese o spagnolo?

58

l :na, volta a-ucora. Zetto tenta. di spiegare la., r.:1gione della, sua pl'esen,m in mezzo ai riffa.ni. Nessuno però lo ascolta,; gli ufficia.li ùel '1'1·i1Jun:1le sono intenti a, sfoglia,re con occhi sbaJ.01·diti e cliffidentì libri e ca1·te, e sembra, che quell:l lettura ecciti l ' int e1·,1 c01·ie mn,1>z.ia-le.

Passano così .alcuni minuti. A lettura, finita., l'ufficiale che La. eseguito l'intcr-rog,1

to1·io si volge ;_1, pa,i-lare con i compagni di ta.volo . Discutonu insieme per qun-lche tempo, ment1·e i sol.dati ridono e sgbi gna,zz.ano intorno al prigioniero.

I giudici hanno preso qualche gra.ve deliberazione'! Zetto ne ha, l'imp1·essione a.llorcllè osserv~L l'ufficiale di prim;i onlina,re ad un trombettie1·e di dare uno squil10

1 e vede i

soldati mettersi in posizione d'attenti. Difatti, un ista-ntc dopo, il 1·iffano diclthwa con voce sa.1·castica, gua.r-cla.ndn negli occhi il prigioniero:

- No.i 11011 crediamo niente a tutto quanto ci hai rac· couta;to. Tu sei un volga.re spione al servizio dei francesi e degli spagnoli, e per questo il 'l'rilJunale ti conda1ma, a,lh1 fuc.ilazione nella sc:.biena, !

Il Tribuna.le riffano è stato molto sbrig·ativo nell'inter­rogare, nel giudicare, nel condannare. L'esplora.tore h,1 perdnto un poco del suo ottimismo, s'è fatto serio e, mentre alcuni soldati lo stanno legando ad un palo, al centro dello accampa.mento, pensa, che quella, potrebbe essere la sua ultima sera,.

Il sole si è inabissato improvvisamente dietro i monti, e le piccole vaHi tutto intorno colthate a vigne e melagrani s'inazzurr·ano. Una profonda mestizia si impossessa del condn,nuato, intorno al quale i soldati vanno e vengono, passano e tornano , dileggiandolo.

Dopo che il prigioniero è stato immobilizzato, gli nffi­cfrtH del tribunn,Je s'avvieina.no a lui e gli buttano ai piedi Je

sue cayre: i suoi documenti , ordinando ai soldati di fa.rne un piccolo falò. L'ordine d ene immedin,tamente eseguit o. Alla vista, cli quell;.t distruzione il prigiouiero è as:sa,li to da unc1. sord<t r .. 1bLh1,, ma, nl,llaruente si dibatte t ra le cateue. Cou indiciùile a.ngoseia, ,·ede 1·iclursi iu cenere i suoi r icordi più ca,ri , tutto quanto arer a 1·ac:colc.o µei suoi riaggi. Couserrara. quelle ca ri.e come un tesoi-o, come i r.itoli del suo orgoglio di ui.rn..minatore; ora, ogni cosa, brucia, e incene1·isce, per un atto di stolta, prepotenza . Egli chiude gli oec-1..i i per non r edete oltre quella. distruzione che somiglia un poco all' a.nnienrn­mento della sua, persoualitù. Due sentinelle armate postegli a guardia si beffano di lui , del suo dolore, ridendo con qual ­che tosa. di barbaro e di Yoluttnoso ..

V

Rapida. è calata la notte, e s· è ace.es.a, in cielo l'immensa lumin:!ria delle costellazioni. Il campo è sreglio, 1·isuoua cl i grida, di canti, cli musiche, come fosse mattina. Kessuno dorme sotto le tende; sdraiati al suolo, i soldati veglia.no in folti gruppi, in mezzo a i quali qualcuno suona una fis.:'1 t'1llO·

nica o una pira marocchina . C'è tanta a,nimazione come fosse la Tigilia di un grande avvenimento .

Si a tten de, difatti, un ,, an·enimento )l : la, fucilazione della cc spia, )), che do,-rà aTTenire all ' a.lba. E i solda t i1

evidentemen te. uon intendon o perdere quello spettaeo lo ...

Le mani e i piedi legat i, il cuore che 1,atte ,·ioleuto, la mente invasa da, gravi e solenni pensieri, i den ti s tretti, gli occhi che guardano senza vedere il prigioniero vive quella tragica agonia, senza tradire l ' intensa emozione cbe o r-mai si è impossessata di lui. Cn freddo ~udore gli im perla la fronte, le sue labbra sono orlate di una ba,·a,. bianca. E' rabbia, è disperazjone.

60

l 'crn1 css i (l'im!Jarco . con lratti cli lavoro, ùig lietll g ratulU lli passaggio e certificati li i !- IJ:,n·o 1'11c conip1•0,,ano i ,·iaggi del'l'es plo r·alore su ua,• i d1 clirrerente ba nd iera: i ri:'.!k~~. 11l( l ia11 a, ainerica na, f1·a 11 cesc, !lali,)na, tcdes.·a. L 'n ltlnio a dc-stra è il pe r-111 C"•SO !' iJ:,H.i:ito dalla f)Olizia port.u;ulo d i Go lorn llo a Zelto J)c 1· visitare li ~ Città di

(;cno,·a ~ col <l lJal o pa r tlv a 11oi c lan d esllnamcn te il :u dh;embre 1927.

In qualche momento egli volge lo sguardo da ogni parte, scruta.rido l'acca,rn parnento con occhi chia.zzati di sa,ngne: ma quel che vede e quel che ode lo m,:sessioua ! Non una possibili tà di fuga. appare, non nna, speranza, cli sa-lvezza sj paJesa.

Ancora. e semp1·e Zet.to pensa a sua ma.dre, alla sua. pkcola casa. tanto lout:a1m. Intermina,bile è la notte, Ylva r,;olo dei clamori dei soldati, delle loro musiche. Le. ùne isentinelle non lasciano i1 prigio11ie1·0 un solo is tante, e n.Ucw chè s'a.ccorgouo che egli si assopisce, vi nto claJlo sfor-zo l..!ervoso, lo fa.uno s-veglia.r~ di sop1·nssalto, con parole o gcf;ti d.i selvaggia, vi.lt:ì.

Passa ora. nell'a.ccnm1Htmento nn leggero soffio; a. oriente souo appa.rsc va.ste chiazze rosn. e giaUe: è l'alba.

Più alto si fa. il clamore 1u·esso le teude, menti-e i

soldati LaJzano in piecU, si ordina.no in plotoni. rna tromba. dù, dei segn<tli. L 'esploratore ha supel'ato nella notte ogni debole-.tza. r

s'appresta a morire da for·te. Egli ha anche da, difendere a.l cospetto di quei briganti il n ome di una civiltà e di una. ra.z.z-a superiori.

Nell'ora a.µte lucana s'è accostato in ispilito per la ultima volta, ad un convegno ideale con sua madre; le ba chiesto perdono per tutti i dolori che quella sua vita di figlio <le)le strade le avevano recato, e l'ha saJutat..'L con in finito rimpia.nto, pensandola lungamente e ardentemente. Poi ha riaperto gli occhi , ha guardato l 'aurora, senza trema.re; ha troYato la forza nel ricordo di una vita tutta, fa,tta di a,rdi­menti e di fieri propositi.

Il pensiero della morte, balenatogli infinite volte durante il suo andare per i ,continenti, ora sta per giungere come una realtà imm inente e fataJe: Antonio Zetto deve

sa.per morire da for te.

61

S 'è a,ppressa,to al pr"1g1ouiero un plotone cl i rifl',rni eon alla testa, alcuni ufficiali. Questi ultimi discutono con grande vivacità, come a,,·essero ancora, da, decidere mentre, ll1 etfetto , tutto ormai sembra deciso. Il prigioniero dene prima, slrga.til daJ pa.lo eJ ~n1bito dopo, due soldati gli a.pplicauo iutor·uo ai polsi una catena, dalla, morsa, doloros:.i..

Allore.hè si yede in mezzo al plotone, p1·onto per mar eia.re verso il luogo dell·esecuzione, in capit.:m o Zetto gl'ida a n >ee alho :

- RicorclateYi che sono italiano, e non sono una. spi,1 ! Risponde un secco rullare di t,1mbu1-i.. meut1·e il plotone

si mette in ma,1·cia. Sono iu tutto qna,ttorclici soldati. comau. cla t i dall'ufficia le ehe h,1 condotto il p1·ocess.o. Il ploto1w passa in mezzo an·nccampameuto tr,1 il clnmo1·e de i soldati ehe ui-lano eome ver ni.wd,11·e un'ultima urnll'cliz ionc ,ti morituro.

Ma, e il g1·auùe spettacolo, per il quale h<HlllO ~i-~pettato l ' intera notte, essi non lo ,·ec11·aru10·?

E' raffinatissima cn1cleltù, o che cosa,? Il plotone è in nrn1·cia1 da alcune ore; e autol'n n, ,

silenzioso, stanco, per i sentieri., per le valli, pe1· i monti del Riff. Qua,l'è ma,i Ja, sua mèta-?

8i a.spetta, forse che il prigioniero ca<l<b fu lmi nato ;1

terra, ucciso da- quel r•mpplizio che sembra non finii-e più'!

Kessuno ha detto nulla a Zetto; hanno mantenuto tutt i uno strano mutismo e quando egli ha tenta to una doma nda i solùati gli hanno riso in faccia, sinistra.mente. Ed linnuo continuato a marcia,rgli accanto, le baionette al sole, mi ~tc riosi e crudeli ...

Anche un giudice l'iffano può aYete i suoi dubbi, le sue per·plessità , spe<:ialmente qnnnclo si tn1tti (li tonrla11nare ui t

uomo che non è (lella sua r-a zza, sopr·uttutto quando si igno:i chi precisa.mente egli sia.

62

t)nel giov,me fornito di quel ùag..t,glio di ca1·te, el'a \"l"!1";1meute una, spia?

_Ma, poi : RC egli è It.a.liauo, chi è che si assumer.et , nd c,1sO di un ·esecuzione ca,pitale, i l peso di eventuali resporn.m• l•ilit:ì..? Chi salverà. , domani, il pieco1o ufticia-le che ha ùeci8o lli !=: Un, testa in una, contingenza, cosl gnwe e poco chiara, :se al sno Ca.po, ad Abd-El-K rim , dovessc,-o ca,pita1·e delJe spia• cevoli conseguenze?

'l'l'a.ttandosi di uno stnu1ie1·0 , di un eur-opeo cli ~ ~ostiene di non esser-e nè francese nè spa,gnolo, meglio a.fii

chH'e ~1 lui, n.lla sua saggezza e alla, strn, astuzia., una, decisione clel genere ..

Il plotone, verso sera., è giunto dinanzi alla grand~ tenda, del condottiero ritfaJ.10, all 'accampamento p1·incipa-le. l..'uff:ìciale che lo accompagna.va ha subito chiesto di essere ammesso a,lla, presenz.a, cl el .Capo, al qua,le ha, recato (ora [l,Ppena. se n'è accorto Zettoj a,lcune cn-r·te possedute dallo t•uropeo.

Qualche tempo dopo, il pl'igioniero Yeniva iuterroga,to da, Adb- El-Krim , il qua-le e-ou poche e ra,pide domande rivolte io francese con una. \'OCe rude, chiedeva. a, Zetto chi era , donde veniva , che coRa faem·a e dO\·e ei-a. diretto. Fu facile 1·ispouclcrn: dopo Urnte emozioni , n.Un, vista .. di un vecchio soldato che lascinva, spe1·are in un rna.ggio1·e senso di gin~tiz ia , l'Italia,no protest0 la, sua, innocenza. di fronte alla tl'iste accusa., a-ccennò a.Ila. sua, vita. cli nonrn,de, soprattutto ribattè sulla sua na.ziona.Utà,, per la quale doven1., essere 1· i l-Jpett.1 to.

La franchezza, e la le.alt.\ delle dichia.i·azioni, a,vva.lorate <lai cl0<:u111enti superstiti., impressionarono fa.vorevolm.ente 1\db -EI-Krim. Immediata fn la, sua decisione :

- Lo .-itra.nie1·0 sia, a.ccompagnato chi, una scorta fi no all'nlt imo a,·,1 ,mpo.,;:to, ,·erso la fronti era. fra,ncese; sia (]!lindi liberato!

Cn uomo che prodeue dal t unrnlruoso Mni·occo e si presenta. all'impro1Yiso alla frourien1, algerina, senza unn, carta,, priro di tutto, chi puù essere se 11 011 uno che tenta, di nascondere la, sua persou~1lirù in quanto ha dei eo uti da. r egol..u-e con h1 legge·? O è un evaso cbi la,•01i. forzaU , o è un disertore della. Legione Stra11i e1·a.. Il men o che gli può ca,pi ­ta re, dunque, è di essere lmun to in 1111a camer~1. di sicu r&.lz..1, in attesa di (e informazioni >) : ecco .. a ppunto, quel ell e aec,1de n, Zetto dopo quaJcbe giorno .

Ma , quello di finire in u11~1 cella. così , nll'ing1·os~o . non t\ poi un gra.u male, speei:ilmeure per t:h i. come lni, h,1 pro • 11rio bisogno di riposo. e . 1,os~iUilmente. d i qu,1 iche cosa di ~olido da n.iand~u- giù. Do,·e . i nn:>L·C" , 1~1 l"O:Sa din.~nrn meno simpatic,1 è quando . una Yolta usl'iro dal ca1·cere, ogn i sergente dei gendarmi che i ncourh1 luogo l" .\.lgeria p 1·etendt1 di rimetterlo sul tavolaccio. iu quanro lt a i su oi brari sospett i e i S110i legittimi dttlJLi da di s;s ipa1·e.

E' in utile renrnre di ,·acconrnrc loro L1,·ye11 turi1 riffa.na,, quindi ili fat· cornp1·endere ht r,:1gione cl i qu el modo di andare per il mondo senza doC'umenti : (( T u sei eYaso da.Ha Guajana. » o (<'l'n se i scappat o dalla. I~g ione St raniera. ii gridano in,ariabilmente.

E non c'è niente da fa.r-e : Lisogna. rassegnarsi a passare in ridsta tutte le prigioni dei posti di guardia situati lungo la costa dell ' Algeria , e, far coUezione di ogni specie d;insetti.

I ntanto, però, quelle soste fJiù o meno lunghe nelle gendru·merie lo banno 1·imesso iu for·ze dopo i passa.ti d isagi. Lna mattina, ria\·ura p~r la ,entesima volta la libe11:à nel lo spacio di aJcu.pe settimane, piuttosto di a ndan: incontro a una nuo,a e,entua.Ie pr·igionia, decide di iuoltra.rsi un pocl) nel deserto, tanto da passare ai margini dei centri ab itat i. Nelle capanne ch e incontra per Yia troYa della g~nte ospiU1le, siccli è finalm ente può 1·irJr·enùe r e il !,7.I0 ri t mo ùi carnminato1·e.

G4

lu Afdca, pe1·ò, nou c'è mai da sentirsi alJIJasta-nz.a sicuri. Per preferire il deserto ai pa,esi abitati. .. purtroppo anche da.i gendanni, una sera egli fa. un l.Jrntto incontro.

E' già ta.rdi e str1i per sopraggiungere la, notte, senza che abbia a,ncora trovato un villa-ggio a sud di Tlemcen, indi. -1:atogli con grande sicurezza da, alcuni indigeni. Cammina veloce, pet·t.hè sa, come, una volta. caJata, la. 11otte, 1-insc;freOLe diffici lmente a. rintra.ccia.re il villaggio.

i\..ù un cel'to momento oùe un sinistro ulula,to ; fa, a.ppeu,1 in tempo et gmwdm·si inton10 che si trova; tra, i tJiedi uno scinca.llo. Lo scaccia, a colpi di baf:>-tone, miù poco dopo ecco1w un altro, poi un terzo: in breve ne h tL intorno nna mezza dozzina.

L'esperienza, gli ha, insegna.to che g-li sciacaHi sonu animali codar di , i quali ra-1'<.lmen te aggr·ed iscono l'uomo, sol•, :-::e in grau numero e di. notte. Difatt i , fa cilmente gli riesce di tenerli a. liada mn.n ovra1Hìo il bastone. La, 101•0 presenza,. però, fa, pensare che il villaggio sht ancora. lon t,rno•; e, quel che mette in apprensione il cnmminntore, è _cbe a momenti snrà tutto buio, per cni anc!Je quelln. urJa,nte compn,gni;1 finirà col da,re fastidio. E c'è ancora, ,111 iuconvenient.e: la Hflbbia., nella quale i piPcli si muovono c:on difficoltù, impc rlisc·e una. ma.J'(·ia, ,·egohne.

Come scende la. nol te ; l'a-ndacia, ùegl i scinc..1.Il i aumenta: es8i si a,vvit.iuano sernpr·o più a.l viandantP, mostrando di temere meno i snoi colpi cli Lastone. L':u--:ia ù

giù tu tta, Velata, ù 'omlffc t m·cMne e le pupille degli :mima.li mandano vir i<le fosfo1·escenr,e.

Per fortnna, il c:a mm ina to1·e è riuscito a. rintra.cciaJ'r. nell ' ultimo harlum e di ln c:e, nn :.1, pista . Oi-a, egli può aY11J1z-a,r e

più speditamente. Ogni trrnto si a.rresta per a.llontan:ne gli i-.c:iaen.lli, divenuti n.udaci fi no nd a.ndat-lo ad :.rnnns.:we.

D ifficiliss imo è, a,1 I.mio, a ct orgcrsi delfo, vicin,wz11 d ' un \ ilbtgg io n el dese1·to, anclie per la, freq.nenza- delle dnn t>.

65

Tutta\"ia, l'esploratoi-e Cl'edc (U iudodmL1-e a qualche distanza una, massa uera,. Affretta, i l past-o e, dopo nu ceutiuaio di

meti'i , l.ut il conforto cl i constac.1ire tile uou si ern ing,wuato: davaùlti a, lui c'è una, capanna ..

Non si YCde: però , u11;1 soL1 lnc~. Cerc,1 con le mnui. tocca a. caso. spinge : apre una. port,1. 8euza pen~are ti-oppo eutra nella capanna : suùito riuclliudeucloL.1.

rua ca.panna.; ma quale so1·t..1 di ca,pa nu,1 ·?

Deut to , un buio assolnto1 un silenzio perfetto . _-\. tastoni \<t a,n1uti , fi ncilè hacte le ginocchia coufro una

ra,Yoh1 ba.ssa, : cerca, cli inclodua-re eon le maui cli e lle ~i

natta. Ha compreso: è un nwolacrio, certo messo lù pr.1· dare i-ico"er o a coloro che sono so!'pre~i nel clesetto dalla notte o dal temporale.

Da, uomo pratico qual' è . 110u ~sita a buttc.1r~i su l ttwo• Lwcio: che cosa cleYe audar- ,1 cercare, fuo1·i , c:on quel h1·,1nc<> cli bestie affa,mate?

::.\' on tarda a prendere sonno.

Dorine solo qualche 01\1 , pet·chè gli sc iacalli, rima sti

delusi, non dàuno pace e ra.bbiosameute si scagliano coutn> la capanna, riempiendo li.1. notte dei loro paurosi ulula.t !.

D isteso sul taYolaccio, Zecto ~i muo\·e e si gira in cerc:1 della posizione migliore, quando, ad un ceno punto, ha Uì

che stupi r-si : con una mano ba imp1·0,·\·i~1mente toccato uu c-0rpo umano.

DeY'essei-e una donna.

Che s ia <:;1pitato nel morl estn liarem rli qu,1l1·h e a1·:11 ,0·:

In questo ca'jo sarà megli•J J•tefe1·1.l'e J,1 compagnia Ji·~··!

!S1:: i..1calli.

Senza, fa-r rumore scende da.l ta,volaccio, si di.1-i.ge \-erso }a. porta. e lenta mente l'a.pre . Deve, pe1•ò, rinchiuderla, subito: a- pochi passi ba. veduto luccicare gli occhi degli sciacaI.li...

Decide di attendere l 'a.lba, accovacciato ace.auto alla porta,, pronto a, ba.lza,r fuori ., aJ pYimo rumore.

Invece il silenzio perdur·a , immutato.

Ecco l'a lba, : s' insinua dalle connessure della porta. rosea, vivida. E ' il momento buono per lasciare quel luogù misterioso.

Con grande cu r tL l'esploratore apr-e la porta e s'affretta a uscil·e.

Un fiotto di luce è entrato nella capanna,. Prima di tinchiudere la porta, dà un,occhiata nell' interno.

Inorridisce: sul ta:volac-cio dov 'egli ha dormito, ci sono due corpi, due a-111,bi, un uomo e una donna, ricoperti da uu lenzu olo, morti , gelidi ; in attesa di imminente sepoltura.

Se ne va, siJattendo la porta, disgustato; ma c'è giài tanto sole, intorno, che l'anima presto si -rasserena ....

'(ì'j

OTTO ORE IN FONDO A UN POZZO

I n un ci nematografo ùi rra.ugeri il camminatore vide una serc:1, un .ti lm americ:rno eh() peodusse iu lui molta impre5

sione: Bean Ocste . Dedicato alle glotie e a.lle miserie della Legione Stra-Hier,1, il film !o conquistò con la, concita.zione drammatica. cli molti suoi f]tUt.dri, con la bellezza, eroica delle 1-lUC vicende. A proie:àone tinita. egli abhaudonò l a sa-la. con

ranima viL1·,1ute di n..lte emozioni: a l1'indoma,ni, nel rimet tersi in cammino si propose di visitare a.l più presto Sidi­Bel·Abbes, luogo di conceutrameuto della Legione Straniera. Bì~ognn, doma.ncl;_n:-;i se non fu prnp1io quella, visione cinema,­togrn.lica a 81J i11gerlo in cena d'avventura, verso le montagne del Riff, do,·e a momenti lascia va. la, pelle, senza, però quella, <Htreoh1 rli C1.ri ,weva, vedu to coronarsi i p1·otagonisti di /Jr:a11, Oes tu ..

A.lla d istanza ùi alcune .':lettimn-ne egli è entra,to in Si<li ]i cL\.bbes. Kel volto d'ogni legiontuio Ila tentato di indo­,·ina.r·e gli occhi romantici di nonahl Colrnan, ma, ha, p,rovato nna prim:L llelnsione.. V'erano, si, delle facce (( f'inematogr..t · fiche Jl, però SCfH·sa,mente roma.ntic l.te ... Piuttosto ha nofato

69

stormi di 1·,1f.fina.tissimi rnei·c.anti lenrntini .. 1tfacceuclati in ll!isteriosi aff;.ni di cornpr;.1,-Yendita _. n elle piazze e ne lle

i)otteghe, dovunque ri e1·a. r ornhra di un legionaùo , la pi-e. ::-.enza. di un bisogno e qui..uJi ht po~si.bilità tli sfrutta.du.

E 1 entrato ,111c .l:..e in una delle fumose l>ettole che lo s c:: llermo gli 1.1.re,Ta fatto baleu,ue come $folgorant i r et riue d i

Yi ta. alleg1·a; Yi ht1 inrece tror,1to un· arb. malsicni·a d,1 l1:we1•n a, d'u.ltimo n.1-ngo. )dcnne donne e ll e nou possedera 1:. o nulla. più di allegro Yaga-n1uo d,t uu tarolo alLtluo. ;1 bb,rn­Jouandosi :.1, t utte le maui. come inutili fogotr i. Soprn un

podio, nu1awente un piauoforte iudrnr,1) c-ou frenesie

sonore, alla danza. . Stanc11i~ :-: rogliari. r uigmc1t.iciJ a knlli

legiona1·i sede,~;.1:110 intorno.

L'esploratore poten1 cnmpli~LJ. l'e le sue irn p1·e$sioni con

il l'H('. C0nto frammenta r io fortogli cl,1 un lègion,ui.o :

- An ch'io ero ,·euutu a cc:1·ca1-e1 come t e1 la po e::.: !;1 di

:.\liruì Bluette, o q uelb di qualche ti lm ame1·icauu. Qui iH Yece

tutto si trovafuorch? la poesia , e l'uniui 01·ig in,1litù è qnel l,1

ll el dno fatto col bastone!

- Come sa-rebbe a dire ·?

- rna cosa deliziosa : I n queste bet tole si :-:merci.1 il

~·ino fatto con l 'acqua, lo zucchero e h1, mater·ia. colorant e

mescolati insieme. col bastone.. Le cl on ue? Quelle che ani.

·;ano a Sidi-Bel-Abhes sono fall ite (]uanro noi! Ogni tanto

dt pit.a cg1a1cbe ricca ame1•if'ana in cen·a di emozion i mol to

forti , c:md come le ,aIJno a C('rca-i·e De i l1 :1ssifoncl i di Chicago,

di Scianga.i o d i Parigi. . 1; _.'i.f1·ica? E' tutta qui , in questa.

insignifit:ante cittad.in-:1. In quanto au·a\Te1iturn 1 Fuuica clip

può a <;e:adere è quella di uno sconti-o con i Tua1·egl1 o gli a ltri

predoni del Sahara. A qualcuno può au clie capirai-e la gr-ossa

;t\T éntura., come quella toccat,t a d un mio r·onipagno: il

,;nale, caduto nelle mani dei Tu .. negli1

è si-aro ,·estiro da

do1rna. e fatto ùanza1·e al ~u ono dei tarn ta 1n e delle p ive marocchine . ..

70

Zet to ne ,wera, a, su fficienza <li Si lli -Ilel-Abbes.; con un,1 dcl nsi ouc di più r·ip1·endcva, la, I11arcia, i11 direzione di Ora.no , ~ul Medit.en auco, dove fin a lmente, gm zie a lle attenzioni d0I , onsole itnlhrno rinscir:1 a, possedel'e il primo do<:nmento d i ident itù. n,, Orano contin uava il viaggio ver so Mostnganem, !{el iza ne, Ol'léa.11sril le .- rr en es .

L.1rga, e generosa, ospitalità otteneva in ruezzo a i coloni

t·tu·opei, dei quali conosceva la vita singolare. Costo1·0 di.fa.tti, mentre sciupano la, 101·0 g-iovinezzt1 con le donne indigene, fin iscono poi cou 1'a11 da1·e n, pt·ende1·c moglie uci loro rispet­t iri pae~i , pe1• c-.ui si ha, modo ùi im·o ut1·a.r e uomiui giù ree.cl ii accanto a gior::W1issime ùoµne . .A lungo a nda.re queste ttHime

!-:iO ffron o per la, loro condizione , t a nto più che nelle fa ttorie i giorni sono assai m on otoni, p er c u i nemmeno hlggii) i c:1:-;i d i adnltP1·io 1 iu tena.hlt i cl:L qna lcl1e J·1·ag·ed ia., nou son o l'a ri..

D a 'J'cnc~ l 'e splo1·;1.t"o1·e s i sp i11 ~cv:1, fi no a, Che1·d1Pll ,

dore osserva.vr11 che gli i ndigeni ban no ht pelle più b.ia-n<·a•, i c:a.pell i casta ni e gli occhi azznni, ca ra.tte risti clie dornte, secondo alruni , ad una, lot o lontan~t <l iscendenza daj legiouai·i di R oma . 11',1le ipotesi è ~w\·alora ta. da lln, presenza,, subito f no1·i Cll er·r·hel1 , d i 1·ovi ne 1•0,ma,1~e .

Alge1·i. 1l ca.nnniuato1·e ri gi uuse dopo aYc 1· su per a.to

raste es t eusioui d i ten ·;.L fe 1·tile e 1-igog·li ofaa,, Appena cntl'ato n ella p r-iucivale cittù de l Norsclafrica. francese, che gli a,ppar YC ass,.1i pittoresca- pet le costruzioni som iglian ti i1 \.J iaucLP terrnzze, s i 1-eeù a, Yisi tn.1·e il popoloso qu,ntiere U-a lta,no . situato i n p1·ossi111 it à, della. pia.zzn. <l ei Ca.rn llo. l'iù ta-t·<l i

an{htv<.l• ~L lla,IJ -El-Oued, la, P orta d i Legno, 1-esidcnza dei n ostri con naziouali pi ù facol t osi . Curioso d i t utto, volle

con oscere .a,nc li e il fam oso q uartiere a lleg1·0 di Alge i- i, ~"i. t" ua.to alla Kasl;a li , Ja . . For tezza., sopr a, u na, co ll ithL doude sj domi na l' inte:•a, dttù. :Ha, la passeggiata, pel' a.n-iv:.uTi gl i p:u•yc s i lnnga. e fa.(ir·osa da doverla, consirlr r,1-1-c molto n oc·ir:1. ,i-1 desi ­

de1·io del ù iYet·tir.nento ...

71

Hip1·t•se la, 8tr,Hl.1. in dirc1,io.ue dellct G i-au ha bHa,.

Lo :l,\TCrtii-ono. ;.1ll,1 parten za,, l'llC qnella, regione no u era molt o raccom,1,11tlabile agli europei. Era 1w1·ò uu·altra leggenda, elle egli s'appi-ess.;1r,1, a di:::.:siparc. Difa t ti , da,ppe1·­tutto il rL.w.dante tro\·ò nu ·ospirnlitù ft~:s t o~, , rafrolt<L tiuu a Yedersi a.tteso, alle porte dei paesi, d,1, pittoreschi l'.Ortei cli asinelli IJi;.111chi. I kabilesi sono conshler ,1ti i più nllorosi guerrieri iudigeui dell'.-\,._frica, medirenauca , iu quanto disceu denti degli antichi roma.ni. 'l'<1Uto orgogliosi essi souo di quel loro prfrilegio, da impedire ancora, le unioni che possa no 1.:01-rompe re la 1·azza. Fie1-i nel port.:.1men to, di ca.1·nagionc lieremeµt e Uruna,, occhi YiYi e forti 1 l' esplor·::1-tore osserrc.n;.1,

c-he dan·e1·0 possono Yallt<H e uua t O$Ì u obile d iSCèI.Hleuz;.i. Dopo 1~na, sosta a Tizi0zou 1 c-,u·a rre ristica, per i n ume-

1·osi b,uars ai qu..ùi l'icor-rouo, per gli scambi e le compe l'e, gli a,bitan t i di un ,·,1.st o t e1·l'i to l'io. egli :s ·inoltra-\·a. in uu,1,

,·astissima regione . abitat a p1·e\·illentemeu te da lle tribù a ra.be: ai ma rgini del deser to .

l'n'impressione molto gra ta 1·ice,·en1, nel trora1·e la più

irnpeusa ta, ospitali t ù presso i ,·ai-i e-av i. Calli o Sceicc l.ii , seconùo l' impo r· rau zc.i. dei d llaggi che Yisi ta ,·a. Quasi semp1·e gli a cc.:.tcle,·;1 d ì rcdtrs i a ccolto ch1l Capo . montato sopra un a,sinello biaJ1co . _-ì.llor-c hè egli si .-:1,,·dciuan1,, il Capo scen dent e offrint posto a ll' ospite. accontentandosi di guidare l\1si• nello . E,iden temen te la, n otizia del 1;as&1ggio dell"ec:cezionale cammina to1·e ~d. t1i1IoudcYa tli luogo in luogo, ~ictbè le diYer;-;;c tl'ibù erano molto ono1·ate di J1oterlo ospitare e auda,·a-no a gara nel lll ostrarsi. .. ci i;il i . Dovunque gli ,~euiva offerta la capanna m igliore menu-e, iu seguo di ri spetto e c:ous idera

zione, le donne era.n o chiama.te a l;u·•u·gli i pié<l.L Quando i barba.i-i yogliop.o appa,1·i1·e gentili , perdono la.

misura ... P oi e1·a,. la ,·olta, del desLna re. I n atte:-a <li preparare il

coucou-s, cibo preferi to degli arabi, !-ii s01·bin1 il tè e i-i fum:wa. Y'era un 11nico incom·eniente : il modo di prepa1·are il t è. Ye1·sato il tè nella teiei-a , essi \·i aggiunge,·ano della

72

nwigli;t , poi 1u zucc hci-o, inliuc ran1 1i.1,. B ' lo ).itc:s:so C.1po

t·hc lo prep,1ra,, in quanto :i, lni è 1·ise1·vato un siugohn e privi.

legio : 111·im:1, che il tè sia. otl'crto agli o~·piti , egli lo assa-g.gia,

11ume1·ot:ie volte, getta.udo sempre nella. teiera, l' avanzo del suo ùicchie1·e, tino a rendere la. beva.uda,, con l'u.g~iuntu. di questo li qucll' i ugredie11 tc, di s uo gmrto . .-\11che~ t1 uest·a, è una piccol;i, t:sagc1·;.1,zioue ùell,L civill,à, a,ra,ba ... .

Il tè nou Y:l, sorbito solo, ben sì con l' a.ggiunta, di a,lcu1:i pistacclli. Succes::; iva,mcn tc a,niva, il oouco·us, u n a, mistm-a d i polenta, t! l'Ì t:iO iJen cotto , guei·uita <.li cipolle e cli pezzi di montone ,u·1·osto. Se, poi, il Capo è ricco, a.llora, si ha la fo1•tuna. cli nssaggitue un a.ltrn pia.tto na.ziouale, il kaùab:

pezzetti di n10utoue o di capra, arrostiti a fuoco len to sullo spiedo e conditi con il solo gr as:so della, carne.

Più modeste, ma, non me110 in te rcss,1,uti, le ,1ccoglienze nei Yill,1,ggi di impo1·t..1 n z<.1, mi uore, doYe l'cs pl òrahwc vcn iYa

1·icen1to d,11 Ca,po seùnto ;1ll'e!:itcruu (ìella. rn,pa,11n a. oppure sop1·a, u na, r occhi,. Dopo ;.1ver iuYita.to l' ospite a, ptendm·c posto a.ct;:1,11 to a, lui, il Ca,po .rnccv;1, portan~ una ca.tinella. ù i acqua perchè egli vi si disseta sse. Suùito dopo l'iempiva il suo coprica po, il tarbusc, di Jic hi secchi o di a.lti'i fr utti cLe offriva, all'ospite, ohbli g·a,udo lo però ad allung.u.rc lit, JlliHIO per !-;eJ·\· il'sj , in qu,rnto

1 ;1,1u ie,o ma, i--e.mp 1·e cliffhlente, l'a.ra,l.Jo 11011

1110llava, dalle sue wa,ui. il tarù 11 8c ... )fa, ogni tappa, dl'l vi,,ggio luugo l' A f1·ic ,1. s-cttent1·ionale

ptesen ta ,·,1, qualche co:sa, di nuoro e d ' iutc1·essnn tc. A

J a,kourcn , piccolissirn o centro n1g·giu nto dopo Ai aiga., lo csplora,to1·e rbi tant uu:1, gra,nde fal.Jhrica. cl i pipe cl i 1uoprietù,

d l un c;.d c1,i,n!~c. Gli .iùita.11ti del luogo sono 01·iund i italia,ni e la fa,LIJriuL è f..worH:ti dtilla, preseuza, in quelb regione del b

1·acl ice brU,jcrc. Sn l Col di 'l'agma, Zetto ;mda,v,1 a fm· vi~ittt n, 1111

santone a.mlìo, un nui·raùù . La <Wedenza, araba, vuole Che ogni

pn,zzo o lunatico sh1 uu sauto, i !I quanto la. st1;:1, mente è nelle maJ1i di Maometto mentre il corpo è condannato a, vagare

JJe1· le strade. . Non tutti i maniù·1't son o però degni de l

7X

m .. 1uieomio. Qt;_l~llo i11cont1·a10 da t1 · 1r,1lb::o 1110~11·a\·:1 d i

s:.1pere il fatto suo., e rolle essere l'Osi gentile con il s1t1..1 d~i ­tato1·e tino a dou:11-gli un ,11nulero 1 ;_1ssi1..:m·,111tlolo di n11 :s11ti

ecceziouaJe pore1·L' : qnello. doè. 1l'inn:1mo1·;11-l' pe1·dut;.1meure

hl persoua di :-:;e:::.-.:o di,·L·t·:::o c-ni ft)s ,s t.• ~rato fatto roc r :u·e ..

L'esploratore si e1·:i. iur,uno. <lYYieiuaro <.llla cosra .. r . oltrepass...1.te Bougie; clo,~e aye,·:.t eouosc-iuto 1·ospitalirù dd

Caid S,1,;1,di Sar-genr. CostautinE' _, una gn1zioS:.1, tittù che si

hiscia 1·ic-01·Lla,i-e Yolenriei·i pe1· le sue bellissime donne.

Philippedlle. Boue e Bis:erra . gi.unge,·ai ,1 Tunisi.

Quale di,·ei·::-o mondo la g1·a-ude c inù' Egli a,·e,·,1 aue­

lato ar11nu·d dopo un co~--ì lungo pe1·i(,;..lo tr.11'-f'0J·:-,:o in 1uezzo

:1lle tribù ,n,1be. senoucl1è. nello sre,s:-:o g:im·no. gl i :1c-1.::.u.len1

di do\·er 1-impiangen~ le S::olirndini ,lesenic-be più confoceurt

fil suo spit-iro . S ell'albergo dO\·e andwra, nd alloggiai-e . egli as:-,:i~t1~,-,1

la, sera ad un penoso ept:-,odio del quale em protagonista

nna gionm e donna . nna Lle-lla Sll<-l tei-r·n. 1111,1 triestina . 1- inrn­

sta soln, e senza mezzi nella tm·bioo:-::a c:i ttù n fr-ir·an :1 dopn

una piccola, odisse.:1., . D'improrTiso nella, notte fu s\·eglinto da­

alte grid,1 in,oca,uti al s0<::.c:orso : e1 ·a, la. '1'1·ie~rina che, nella

stanzni accanto. subh-a l'agg1·essione di llne a i·a hi 1,enet.ta.ti

nascostament e ne1la, sna c·;.1me1·c.1. L. I:-:: t1·ia 11r, fu le :-;tu ,1.

balzare in aiuto della e:onna,: i onale ed a lil,r-1·a1·ln . dopn un .:ì

fut·ios~L lotta con gli ngg1 es:;ori.

L ' episodio lo disgnstant <·osì J,H,fon,l,in1eurc da fa1·lo deci

dere ad una fJ<Htenza immediarn. La~:c iata T un h;i p1·oscµ:ui,·a

Yerso la fJe nisola, dì G1·omi1,,li;.1, a!i i t ,tLa iii g 1·,1n p,11·re d..i

Italia ni <lell'i ~ola, di J1a1ildh•1·ia. i qu ,i li \"i l1a11no L,rrn

fortuna, quali ag1-icoltvi-i t cvltirator-i Lli ,·ig-uet i . S,;ncc:,-.-;1:>i vamente 1·aggiunge\·a Sus:1; pit'1 a :-:ud. :-:i;J gfdfo di i i: : i;: !11 n­

mecb. In queste ter-i·e ill(·<>n t1·ant 11111ne1-,,:-;i~~irn; (·0! <,1,i t>11 rn

7!

pei, co11giuuti a.l mondo cou .centiµaia di apparecchi radio• fonici i quq•li echeggiano nelle notti con vicine e loutane nost,1lgie europee.

J/e~plora,to1·c c1·a, cosl ai m,n·gini dèl S..d1a 1·a e, ~nl1Ho <lopo Sfa.x e Ga,liest, inizia-va, la ma-i·cin, llrngo il desedo. :-.u lla, cli1·ettrice dell..1, lontaua, 'l'ripolitauia,.

A Tnuisi si era, fo1·11ito di una. minnscoln, lnrnsolH,, utile pe,· l'o1· iell t·:n11e11to sopi-,1, un tcneno semine egu~Lle, dove !

puzz i <l'acqua, ~0110 Llista nti uno dall 'altro qua n.1.nta u ciuqna uta, chilometl·i , e dove le s.,1,Lbie mobili cfLucella,no ogu i pista. per cui la, tn1cci~1, del passaggio di uua, ca ronrna d i cento cammelli uou clrtt·a, più di u,lcuni miuu ti. Con l'n-into di quello strumento e delle numerose ea,rte egli si ~ ntiva alJLasta.nz:1, s icuro nella, marchi,,

Difatti, supel'ù uu11iei·ose ta.ppe del dese1·tn, i,:cmp1·c 1·intracci:ulllo i pozzi che g l i cnrno stati ind ica.ti, eosì 1 piccoli villaggi.

Ma, un g io rno, alht fin e delh1, ma.rcia,, non trovò il pozzo segn,tto sulle cm-te. EYicle11temeute aveva devia.to, forse pe1· la scm'sa precisione dell a, bu ssola,. La. scorta d.'acqun, che reca nt con sè bastava per non più di due giorni. Non tr.ova.ndo il pozzo, invano cercò la protertione di un.1 ca pa.nna, per cui dovette tra,scorrere la notte all'aperto. A ll ' in clomaui Ti[1resc il ca.mmiuo, preoccupato. La, sete. intan to, a.mnentava.; con terrete gli accadeva di pensare ad un 'agouia. snlla. sa,bhia,, sotto la, fi ,wuna del sole.

Ln rna.ttina, del terzo giorno trovò U pozzo . Intorno, circo sb.u1za, inconsueta., non vide neHsnn beduino. S'appressò, an sioso di bere. Non ent facile leva-re l'acqua, senza l 'aiuto di u11 secch io, <lal pozzo, fondo una cliecina di metri. Provò :t ca.J a.1·e la ùora-<:c ia , lega,tai alla cin tura dei panta.Ioni ; non aniv,wa,.

Eù egli mo1·iva. di sete, aveva. il sangue in e lwllir.i one . ..

Prese nna der is ione: si calò nel pozzo.

75

La, discesa. fl\ ageYole . cl ,1 t;.l, b 1nodt?srn n penm·,1 della Luca. Dopo qualche metro., però, :s't1ccor:se d1e n ou era po.ssi­bile conriuu;.u·e: tlOYeYa risalire . o Uut.tn~i iu fondo , nell ·t1cqua-. Senz,1 pen:sa,re noppo) si lasciò :111dal'e ...

rn ismute dopo e1·a, nell'..1cqua. imn.t<.:'1·so t'iuo :.1lle g·inocehia .

Quel b<1guo lo 1·i,u1imò . Si 1..liecle ,1 Uere . a, Uet·e)

spegne.ndo L1rcloi-e che gli bruri,ffa la. gola. Si sentì ,·iyific:.1 to. t'elicè. Poi. rolse gli occhi ,·er$o Lllrn. ~olo allon1 si 1·ese

conto che di lù 1 (:OU i suoi mezzi, uon usci,·,1. lun1uo spet·i mentò le sue quali rù cli sc.al,nore. L ·a pertura, del pozzo era praticamente inaggiungibile .

Quella fossa. duuque , millatcia,·a di di,·e11tai-e la sua tomba.

F t·cddb8ima e1·a 1·,!cq1w. laggiù . e ,1rt,i11 ,1gl iaY,1 le

gambe. _-\.,·e,·a scoperto il vozzo cou indicibile gioia, dopo uu,1

terribile mai·cia, sotto il 8ole.; ed ora, quella gioia si era• · all "improni8o rraruutarn in una disperazioue . O mori1·e

all 'ester·no del pozzo 1 fissando l'acqua il-raggiungiùìle1 o . . aspett~1rc la fine denho quella- ùuca , con il c·01·po per meLà nelFacqua . ::\"nn si fJllÒ inuuagina1·e più crudele gioco del destino.

Addossato alla pai-He, con gli ocelli inca n ta.ti Yerso l ' alto, il prigioniero segue il cammino del sole su quel tond o di cielo che ,·ede : un disco di luce nél qua le 8i i-ias:-:ume pe1· lui l'unl\·erso. Sono trascoi·se or'lllai numer·ose 01·e; quanto durerà ancora quella situaz.ione, e come a,Tà fine?

Zetto non tenta nemmeno di r1.spondm·si. Quel 8-eDSo di ottimismo che lo ha sempre accompagnato a ncora, lo il lu mina 1 lo conforta. P er quanto l'acqua cominci ~" ùt1re

76

,\J;u-r-i:1 d:, lla Trip, dirau i.1 ,'l l l'l•:µ: i l l,O, - noc111 11r111i: a11 Lo:.::1·;lfì C 1h• , lit-h1• 11i S. E. )•:111ili" 11 r 110110: lii ~ E . Alli\i o 'l\~1·111.1.i: d i Jla ss 1111 a Pasci;J. pl'Ìlll i'I sind:,. ·o lli ' l' l'i 1•'lli : , lt· J , 1011. '( u n i ru•1t i, 1·01r 11 11 i:-.•;a ri() sl 1·;1 o r11inario <le i J~., .<.<·f pr ,· J:i T1· i r1o t il-, u i:1; i l t: irw:ni r: ;, t() i1·arf: 1r i pr:r J' El,.(' ill.O: il R 1·011solo i;r:n cr:1\0 (li. A ll"Ssa1 11 lria : i l ,I uli . l 'OII Ol'i di. d td,·g-a to J)CI' i Fnsr: I déll 'E gHl,0: P01'SOl\aAilìt ;:i1·ahc, nil) i l' l lp , .,1 ,•g-iz i:111(\ ; i ron ~o li i l :tl 1:111 I <li Sollurn 6 '/',1nla : J)OSl.;1 1J ei lo· P lr:1111 i,l i : ~;l d i ch i.'1. 1·; 1~.i on,• ,l 'l111 IJ:11·1·0

su l 1,h·oscaro • BiscaJ:1 ~ da. P o1·t-Sai t1 :i Ca lcuun .

fastidio, sente _che resi:sterù, a lungo. 'l'a,uto, peusa., Je ca,ro vane in ma rcia, nel deserto non dovranuo ta1·da-rc wolto a.

presenta.rsi a.I pozzo. M.a, quel silenzio inlinito, da se.pak1·0, più d 'ogni cosa, pesa. nel suo spirito. 1'1·oteso nello -sforzo di gu .. u·ùa.re in a.Ho e d 'ascoltare intensa.mente onde raccogliel'e il primo rumore, più vasto gli sembra il silenzio, più dep1·i­mente quella solitudine. Nemmeno mangia, daJlo zaino cbe ha su lle spa,lle, per non perde 1·e uu solo ista.nte in quella tragicc.t tl,ttes,L di tutti e di nessuno ..

L ' a,zzur·ro del cielo ha per-duto ùeusitù,, s'incu1Jisce : sono dunque tra.scorse otto 9re da.ccl.tè egli si tI·ova, nel pozzo . Ma il prigioniero non ha, perduto la spera-1 iza della sa.tvezz:i., specialmente dopo che gli è semb1-a.to di percepiI·e un'eco lo_nta-nissima cli vita,, per cui è t1·,Lsalito .

Una, caron.wa, do\·eva, avanza.re, lenta,, nel desei· to ..

Cominciò a gtidare, con tutta la forza dei polmoni , dell'auima,; poi attese, emozionn.tissimo, se quakhe l'umore ~eguivai a.Ile sue invoca.zioni.

Nulla, sileuzio. Hipr·ese a urhtte, come un ossesso. Nulla .

.Imminente era, il tra,passo del giorno quando a.i suoi occhi a.lluciµati appa.1·ve, s ull' a,1>el'tnra, del pozzo, la testa, di uu beduino.

Da lla sua, gola uscì un urlo, come da l cieco che improv visarnente vede la. luce.

:Ma la testa, scompa,r-ve subito; e al prigioniero parve, quello, il segno delhL sua c:01.Hln-nna. definitiva,.

7j

rerc:hè il beduino si ei·a ritirato? .-\\·era, forse aruto pa ura , e nelh\, sua, meute fa cile a, tutte le superst izioni quella, voce era semb1-..1,tn, proYellire d,1J regni della, mor te.

Trascorso un quarto d 'ora. s: uclirono delle r oci1

e poco dopo compa,i·\·ero. iµ a.lto, alc.uni l>edui ui. Guarda.rano gili , nel pozzo, forse senza, distinguere il prigiouie1·0, che iun~c._.e ~-i facen1 udire con le sue alte grida.

Fn eaJa,ta, una, corda,J COI.li l'aiuto deUa, qu:ilc- l\·~pluLl toi-e '""enint t i--atr.o dal pozzo.

Le ca ronine Yi;1ggiauo $Olitamenre nel de~cno co n i i

conforto del proprio marabù . Ora: se i ùeclui ni conside m -1-0!.lo sensazioµa le il ri t ron1men.to dell'uomo bianco in fondo ,1 l pozzo: il marab-ù rolle a.t u-il.mii-e a, quell 'iuconti·o un

ra-lore soprann,1tnrale, interpreta.udolo secç)lldo le credenze della, sua religione musulmana,. Egli ordinò ai c.;11·0,·a-nier1 di depone l' uomo a tena, con ogni cm·a 1 e . suùi to dopo . indrò le donne a l s11p1·emo 1·it.o d 'omaggio: la l;1Yauùa, dei piedi ...

.E sì c:he Zeno era 1-imasto pe1· o tt o ore nell'acqua'. Disteso sopt a. nn g1·ande tappeto, i ·esploratore seguh·a

c.: uu p ·ofoudo corupiadmento i beduini affaccendati tutti nel curarlo, nel portai-gli latte di ca,prn , mi nesira di fag ioli. pa.ne a-rabo.

Mentre stan.1, i-ist01·,u1tlosi, il santone ad un c- e1·t< 1

momento lo a fferrò per una man o e gli <lisse, solcu.ne : Jfarabù. Poi ri.petè questa parola per cinque o sei \·olte., pc1·

fa-rgli ent rare bene in testa quella e.be era la sua peI"sona ­lità, : e, M arabù ) marabù} marabù . .. 1>.

ETidentemente il sa.ntone giudicava Zetto un ... inda to s traordina rio di Alla h , e r olern., 1-ac:comanda r!S i i fa-rori del futuro , assicu randolo che e-gli era un vo\·e1·0 e fed c·ic

niarabù ... .

78

Eccolo, tlua,lme11te , ~ul suo lo it,iliano, iu 'l'l'ipollta-uia. Prima. di ra,gginng·c1·e i l pici.;olo fo1·te di .Pisida,, dovette

supernrc a-neon\ un lungo tr,1tto di deserto, dormendo spesso iu un a- Luca 1'.iC.lYtL>ta, t.:o n le pro11rie ma,ni e ricopren • do~i di sabbia lino aHa, testa,. (Tmi, ruattiua fece un incontro the non pl'omctteva, UIOlto di buono : una c,1.,rova.na- di rontra,Uba.ndi(\1·i lo a,vvicinò, mi11accio.':i~L Ma. egli riusci a,

ca,w1-rsela-, da.ndosi semplit.:emente delle a.rie: come vide i beduini si mise a-8crutaJ·e 1'01·iz.zonte, e, a, una domauda- del Ca.po_. l' isvoi:;e che attendeva., da. uu momento a.U 1a.ltro, l" a-nfro della sua, &;01·ta. di isolùati.

Dopo b1·evi soste a, .Pisida e a Zn,na .. , giungeva, n 'J' l'i poli. Or mai l. 1, sua din,.,11ta.Y.t•, pe1· un ,lunghissimo per-

1·orso, nu ' iutel'e))~a-nte (<passeggiata>>. La, Libia lo a,ecoglieva con Fintera sua. fasci.uosa e

gen t ile 1Jellc1.:,; ,i, la, su c:'L ospitali tà. Da,ppertutto incoutl'i festosi con conua-zionc.1li lieti di S<llutare i n lui un camerata. forte e cor.i-ggioso. Da.l governa,tore, E milio De Bono, al f:ind:i.co di 'l'l'ipoJi, Ha.ssu n,ù P asciti,, egli raccoglieva sul libro cli da.ggio p,ùrole di s-imp<.1,tia e di omaggio. In Tripoli 1·imanera, alcnui. gioi-ui , a-mm ira,to della, pittoresca e moderna eittù i ta-lia.1w,. Visitava pure il Fascio, accolto con grand e cordia-litù, da l i.;ommissa.rio st raordina,rio Tuninett i.

Riprendeva, il cammino <l i1·etto a, Leptis Ma.gna e Misu-1·ata-, incli si. s pingeva, a Sii-te, su l ma,1·c, Qui vide il più curioso ca r te llo delh1, tena, : uua tabella indicativ:i. cou una freccia : ,;1lla M ceca,, 3000 chilon'lto t-ri.

A.bùa~ t:nnza- vicino!

Poi mal'ciò in direzione della, Cirenu.ica,, tino a Bcnga,s i. Prima, d i a rriva-rd, lungo il deserto, g-li acca,de un

episod io dw lo mise di buon umore. Incontra.t.a una, caro­vana, d i liecluini fL ca,va.Jlo, ven iva invit:'Lto a, fermarsi , mentre i I C:,1.po lo chi:1-111;1 ,·a, presso di sè : a,veva da chiedergli nn fo,·m·c. F'u , però, difficil e intendere quel che desiderava.; ad

ogni modo Zetto ritenne opportuno mostrarsi sqnisit,1nwt1ll! gentile nei suoi rigtta,.t·di: rnnto Lht p1·esent~ugli un foglio di carta, e un la,pis perchè si fa cesse compre ndern in qualche modo. Il Capo, al lo1-:1 . t1·,1cdò \lll pict:.olo tontlo e qtt.ttti·o

l inee, due più eone. due più lunghe. Compreso : il c,,po. bontà stw , desideray~1, essete fotografa to co11 1.1. ma<'ehiu,1 che il caJ11llliua tote pott<na, ,1ù uu ti.uh'o.

L'Italiano puurò l'obbietr i,·o, e, <\tac!)>. Fu quesrn il momento 1.:1·i t ic-o dell'iul'Olln·o; qu:1nùo

cioè il Capo pretese senz'al tto ht fotog1·atia,. Zetto tentò di spiega.re, pal'laudo iu itahauo. in ingle:-:e. iu fra11cese. in spagnolo1 in t edesco ... L'nl n-o nnlla couq 11·eudeY:1- e si mostraYa inir,no : pens:.w,1 forse eìic lo ~rr,11liern ~i er ;t. ,·oluto burhue di lui. L"I talfauo . allo1·,1. p,1ziente, {!~ti-,;1~:-:t.'

alcune fotogratie che cons.e1Ta ,· ;.1, in una ùusta.1 come pet· assicm·a.rlo c- lie si t ra trn Y<.l p1·opi-io di uua, m,H__.t hin,1 foto gl'afi.ca,, ma che ...

Fra, le ta.nte fowgratie c·e1·a quelln di uno :-:c-immione. Il Capo, come la, 'ìlde, prima rise 1 poi s i ottenelJrò ; im me­diatamente dopo diede uno strappo alle lwigJie e da! , a galoppo, seguito dalla ca.ron1.11a.

Quale effetto ma-i produsse il 1·itl'a tro dello scimmione sulla fantasia- del beduino? Teme\·a, fo rse ùi r iuscir·e anc !l e lui così buffo?

V

A Bengasi , Zetto ,·enin1 ricen1to da,l governa,to1·e S . E. Attilio Teruzzi , il qualt si compiaceva dedicargli , nel libro, parole incitatr-ici.

Prosegufra poi per Cil'ene e Der"Tia, la- quale u lt imit lascia\'a un ricordo grato nel suo a-ni mo per le bélle strMle, nelle quali Facqua gorgogli.a limpida, e fresca, e i floriùi vigneti , colmi di saporitissima uva.

Da Derna continuò il viaggio in di rezione <li Tobruck, fin o a Porto Bar·<lia. Qui il m aggio1·1: Felic:.ioli , coma,ndante militare del luogo, non ignora ndo i pc-1·i co li dell'a l tipiano

8(1

desertico, volle concedere a,l camminatore il passa.ggio a, \Jol·clo di un'autolil inda., con la, qua.Je lo fece accompagnare fi no a-d Amsea.t Nuova .. Con u u' altnt. ma-cellina a.rma.t •. '1. egli poteva r :1g.giunge1·e Amsea.t Vcccbia .. , ad ,a.lcuni chilometri <lalla frontie1·a, egizianrt. ver·so la quale era dii-etto. La col'llia.litù e la simpatia delle .::u1toritù i ta.liane per l'tu·c.li meutoso conna.zioualc giunsero a l punto da destinare due e.ara.Linieri a sua, protezione, tiuo a, quando non a.vesse rag• giu nta, la frontiera cgizi:Hrn,.

Difa,tti , sopra un'a.lta, tena.zza di Amseat Vecchi:1, due ùravi mili ti si a,ppost.:irono iu ser vizio di vigila uz:1, così d;l

voterlo seguire con un canocchia.le fiuo aU'ai-rivo a.Ha frontieta,, pronti a,d accon:c1·e con uu'a,utoblinda, l)l!alor:t. un pericolo lo avesse minaccia,to.

Con quest'ul tima visione .ùella. Patria, vigilan te e mater.µa , il cammi na.t01·c c11t1·nrn, sul suolo egizfa.uo, a v\'ic.i • na.oclosi sempre più ai misteri ed alle insidie ùel mondo orienta.le.

SL.

EUROPEI CHE VENDONO ARABE CHE UCCIDONO

A Sollnm, sulla frontiera, egiziana, agosto 1927. Il sole è disceso aJ le spalle del camminatore. Nell' ul ­

timo palpito di luce egli ha salutato ancora una volta la Patria., rappresentata daU'cstremo posto di guardia della Cirena.ica. P oi, quand'era quasi notte, è entrato in Sollum, a l di là- del confine egizia.no. Benchè fosse tardi , ba subito trovato degli amici molto ospitali nel cons·ole italiano e nel comandante inglese della frontiera. occidenta,le egiziana Green Bey, i qua.li lo hanno voluto a cena.

Zetto è il quart o europeo di Sollum dopo il console, la sua gorernaute, una signora goriziana, e l'Inglese. Molta cordialità dunque, a tavola, qua,ndo l'esplor·atore parla delle sue avventure a.fricaue, al punto che il comandante Greca Bey, sq ui s itamente gentile, sapendo che l' Ita liano ùovrà. perconere da r-;olo r egioni non molto os-pitaJi pcl' gli europei, mette a sua disposizione due soldati egizian i a, cu.vaillo percl1~ lo accompagnino. Il cam minatore avrebbe preferito cont i ­nua1·e da solo, ma aù un'offerta, di quel genere non er.1 con­veniente risponclcrc con un rifiuto.

S3

Secondo 1.\. consegna . ., gli accompagna toti do \·en.1uo proteggere lo strauier o dai pericoli , far lo ospi ta re con ogni rigna,rdo nei villaggi ed obbedfre ai suoi or dini int.uno che la. marcia, proceden1, Yerso l' o,1.si di 8iwa . Y 'e.ra, pe rò lltl;l, lacuna nelfa consegn~1 ., in qua uto gli acco.mp;.1gn..1 to t·i ignora . van o del tuno cl.li precisamente e1·,1. il pe1·son,1ggio a1:.tlLli1 to alla, loro protezione. Do,unqne ,urin1Y:U10. Fita li,rn o a piedi, loto Llue ,1 c,nallo . le tribù chiede,·,luo ai soldati chi lll<l i s rn,n1uo accomp;1gnando . Tauro Ll.l non p,1ss...ue per iguo. rant i. i clne egiziani :finirono col Lli.re che si nntta Y:1 di nu Hak ìm,. cioè cli un clotto1·e.

;\ on si a rtende,<1, di meglio nei Yi llaggi' La, ,~ol'e del passaggio ùell'Eakì,n si cli.lfu~c 1·apidameure . siccliè da tutte le e,1panne furono portat i i malari pel' sottoporl i nlla su,1 'fisita . ;\emmeno quesrn ,olrn l'h·niano si sentì iu imh,1. razzo : tolse <.fallo zaino dei ci-i~t,1lli di peunangau:110 che ree,1,a con sè . li fec.e sciogliere nell'acqua, indi ordiuù . a destra e manca . la \·aggi e imp~1cchi. completa.udo quella, sua t era pia, con i gesti più impensati . le pa r ole più strane. In eam bio de11e med icine e cli tanto sapere gli ammalat i lo rifornfrano cl i ogni sona (U frutta .

A lungo al)(h1l'e pe1·ò Zerto finì con lo scanca1·se11e : i

malati gli fac:en1no perdere tauro di quel tempo che egli non era più padrone ùi eontinnare il daggio . D'altra parte !a,

presenza di quei due soldati1

tenaci nella, consegna ma non molto cortesi se rise1,a,ano all'auto1·e~·ole Hak irn cli t rasd·

narsi da solo il pesante bagaglio menti- 1essi monta,·ano a.

ca Yall o; .finl con l'ind isporlo . Pensò clic gli conreni-ra, tol'na1·e iudipérrcleutc .. -\.!h;i•a . ve:r· liUe1·a1·si dei due , una nrnrtina

sc: r:i;.;.se alcune pan)le sor1ra un foglio di c:a n a 1 Llisse ai soldati

c:.lte si narrnn.1. di un importantissimo I.!lessaggio da. rccapi •

ta re imme<l.iaca.menre a l lo rn c:omandante; li fec:e fa1·e dietro

fron t e li t ispe:dì a Sollu m .. Tappe ndh~ zona dese1·t ic:a : :Xgje: il! a, }L.in·ù, E l U au1·

ma . Il c:amrninat<Jre ol'ientaYa la sua m arTj, L in d iH:zionC!

8-1

Visita :111"/ndia e a ll ' I sola d i Ceyl o n . - I ) J11 co 111ro ron il " pa1.1.o .. d el tesoro: ·!1 l.iattu ut al l a !lgrc; ;i; Con I rno,rn.cl s11 I l ago di ~lll<ka{[ uwa.

tlella gl'aude e impo1{a.utc oasi di Si.wa,, cloye lo attendeva un iu con tro fen ido di' delica,te p1:omcsse.

Appena, nell'oasi egli s i recò a, far visita. al g0\·en1atore al'[tbo, una, fi gul'a, molto simpa.tica, nn uomo ricco e potente cl.ie, ellncti,to ili InghHtena, aveva potuto assimila i-e iu !un • ghi a11ni molto dello spirito europeo sì da aYei-e lo stile e la, mcut;.\lit:ì di un occidentale. Tutto tnu1iva in lui il desi dei-io di ma,nifesta,re abitudini civili .

Allol'chè invitò l'ospitè a pra.nzo, si compiacque pre· sentargli oltre al figlio la giovanissima, figlia, F atima. Fu ella stessa, a sel'vire a tavola e, mentre Zetto no11 sapeva. rendersi conto di tanta., liberalità, il padre si audava, van­

tando orgoglioso di a.ver abolito le tradizioni del suo paese per introdurre nella sua casa costumi europei. Il gover:µato re

"Vo'lle che l'ospite trascorresse l'iutci-a. giornaL1, nella &-ua.

vilL.1, dove, a-sseconda,to da.i figli, fece .del suo meglio per

reude1·gli lieto il soggiorno, ricor-i·endo, fra l 'al t ro, ad un

fonografo, sul quale faceva gi1·t1re iut01111ina,bilmeute alcuni (liscbi pi-cis tol'ici .

Forti erano g·li <.11lettamenti dell'os1Jitalitù del governa­tot·c e stnpeuda-meute viri gli occhi di F,1tima-; nHtlgT<-Ldo questo, dopo u11 g·ior uo l'Ita liauo risoffersc quel suo ma.le di noma.ùe; stl'insc la. ma,no all'a,raùo, gmwdò ancora una ,·alta le pupille della fanciulla, quindi se ne andò ...

Da. qna.rnutottiore egli camU1in<.1, nel deser to, verso Ale:ss,rndria, d'Egitto, t&utana ancouL ceµto chilometri. Al tra,mouto del secondo giorno, nelle vicinanze cli ·un pozzo .. egli sosta, in mezzo a una carovana di ara-bi. Il sole è a ppena scompa,1·so cb e si ode in lontananza il r.omho di un'automo­bile. L'auto non è più una raritù, nel deserto.

:.\Ia, chi è cbe vi:Jggia a quest'ora? E' Fatima . E che cosa vuole la piccola araba?

85

Intermezzo d' un piccolo dr,:Hnma,. L'amore è un poco fermarsi mentre Zetto si consuma. di

una, passione opposta, che ha nome anda re : è per questo cbe Fatima, piange, sperduta. nella, solitudine cli un albergo di Alessandria, d 'Egitto. Si ei·a, illns;,1, di ottenere eh lui l.1.

rinuncia. a quella, stl'ana. Yit.1 di n1ga bo udo e f,nlo 1-ilunuere con lei, il suo amore e la, sua derozioue, per sempre . .lla il suo era, st.:1to un sogno se11za ali.

_-\.desso si st1·ugge, siughiozza1 a<l llossata. alla, finestra, inutilmente ce1·c~1udo tra. la. folht elle b1·ulic:a, sorto, la figura di lui, di 1'011y. Hai dssuto gio1·unre di spasimo e di nugosci:.1 '. Fuggita, dalla, casa, paterna, per co nergli dietro

1 per 1·,tg ·

giungerlo nel deserto, a-llorcbè lo aYe\·:1- incou trato na gli arabi si era sentita rinasce1·e . L" an~n1 subito i1ffitato nel­Pauto, al suo fianco, per ac-compagua1·lo <-Hl _-\.lessand1·ia e sottrarlo ai pericoli di un .. 1 esrenuance Jn,u-da . Poi. men­tendo, gli a\e,~ct sussur·n1to che aw .. L.tY;.1 da sua madre 1 iu una g1·aude casa ..

Cento chilometri sono lu nghi anche a farli in uu'o1·a; e lei non a,,·e,·a. resistito a l de:'!-ide1·io cli dirgli che egl i le piaee\a, tanto, che lei lo cwu1n1 . La n-aLoccaute pas::;ione la a\e\a per-sino spint a a confessare come ~olo un uomo del suo stile ei-~1 degno di lei, del cuor-e arabo n-a~fusole dalla madre e ·d ell'a p_ima, parigina, impressa le chll pad re nei loro ,·aga ­Lonclaggi a.ttr·a\·er·so la, bella, e iuq~1iec.ante Europa .

E adesso si domanda : <( P i·oprjo uou roniei·ù v iù ...

Giorn i d"intensa gioia, a\·c\·auo \·i:-:.•rnto in quell"albe1·go O\e l ei , con la cornplic:ità di un serYo a.Ye\·a guida to la sua macchina. Le esperien ze occidenta li la inYita,·ano a mo­strar-si disin,·olta, e pratica : scesa, dall'automoLilé, mentre egli , sor·preso i si gua 1·<lan.t in t or·no, arera r-i ~olto facilmente le piccole noie della c<f11cforgèrie. E, ta nto abile e moderna si er·a pa lesat..1, da far-gli comprende:1·e: al mom en to oppot -

86

t nno., av,·eclendosi ùi qua-lcbe sua perplessità, che possedeva. collane ed a.uelli da, r icava rne un tesoro. Invece lui., serio, imhronclato, si era. limitato a pronunciare in una lingua a,

lei ignota, incomprensibili parole ... Ad esso ch'è sola, in terroga il destino: ,, Ancora non

l" orna,! n .

V

E ppure a,veva sa.puto essere un'amante perfetto, da. Lu: vùlnre in nn b::deno due giorni d'amore. E, aHora, perchè l'inuµcia-re a,l calice del piacere? Che cosa non a,veva fa.tto, lei 1 per merita,rsi il suo a ffetto·? Allorcbè e1·a110 usciti ieri uu1,ttiua., per sva.ga,rsi , qualche cosa ùi nuovo si era mU,llife­stata in lui. Mentre cammina.vano sotto il sole di Ramie, egli fi ssava stranamente le donne, ma, quelle europee, quelle tlella, sua, razzn,. E lei , a,1 s-uo fi tmco, s'era sen tita una piccoh1, e umile cosa, per· cui an cLe la, mon dauit ù, cosmopolita di H-amle pareva stupirsi nel veder quel ùell ' uomo accanto a.d un i araba,.

Non per niente aveva assorùito gli insegnamenti occi­ùenta li ! 'Trafi tta ùalla gelosia, aveva subito intuito quella che poteva essere una sua infer-iol'ità . Rientrati all'albergo, di corsa eta uscita con una scusa qualsia.si , per prepa,ra.re al suo To11-y una, gra ude e bell:.t i:;orpresa,. Ormai che aveva rinunciato a ta,µtc tradizioni della sua terra, poteva affron­tare serenamente un ultimo sacrificio per la salute del suo amore : quello cioè di relegare la sua scura tunica di araba: per la, qua.le forse aveva un aspetto desolato, e vestirsi alla foggia, europea. Era,, sì I un forte trapasso quello dal Sahara, a Rue de la. Paix ; eppure ...

Sempre pitì t r·iste, si ùoma,nda, : (( Percliè non torna, se già è la scJ'a,? )>.

In uuo ùei più fa mosi aféUcr s d' Alessrrnd ria, ::weva suhìto la trasforma.zione. Vi era. entrata araba-, ne ern. uscita pa-r·igina. Jn•:sis til,ile, l'aveva no giudicata le commesse ...

87

_\lJir.o rosso, cono e ,Hler e11 rc , :sv,nvine 1-osse; gu:mti rossi; cappellino rosso; b1·a~cic1letti, t·oll;tue1 Lol'settu, t utto d ' uu rosso Yiolento ..

1fa, quale delusione ! ...-\..llol'ch0 egli L.n·e \·c1 ,·ecln t;1, ani ­,-.. u-c an·albergo. ;_1,·ey,..1. dil.1 taro gli occhi come p<'1· inon·idh e e l';l\·e,a. colpita, con una, a troce ironia, che ra.ye,a fa,tta piaugere lungamente : cc Sei cai-lnaJ Fatima; ma mi sembri mhL mosca, in un biccllie.re di riuo .. ».

Poi, allorch~ s'era. prortlta a, spiegargli dte axen1 ,·olu to essere degna, di lni, e che fn-era scelto il colore del suo sa.µgue per sirnlJolcggiare l' ,ndore del suo affetto) er·a, stato cartfr o, ingene1·oso_. PaTeva. c1·udelmente offesa, : ,, Hai scelto male il coloi-e 1 a ,·eya r·isposto; quello è rosso pomoL1oro ».

Tutto aYera, impa1·ato dall "Em·opa; non a, soffrir-e !

V

E quel suo modo c1·auclar·sene : Questa mattina, nel riaprire gli occhi lei lo a,-era,

rrm·ato già in piedi. .-\..nda,·a, su e giù per la camera, i.mpa ­zieure. Di uaséosto a,,·e~a. portato nella, notte

1 sul cor ridoio,

la. sua Yaligia . Aù., se lo avesse potuto supporre! cc Scendo a, comperare uu gior·nale >) - l e a\-e\·a- detto a un certo momeuw. « E non mi dai un bacio? >) . S 'era anicina to a l let to, l'arnrn sfiorata sulle labbra,,

Poi e1·a uscito, in si lenzio. Allora a,•en1, an1to un oscuro p1·esenttmento. Si era

alza t a <l'un balzo 1 era, corsa a ll a finestra . Toriy doveYa essere già passato dalla strada. Chissà! - s 'era detta, asciugandosi una lacrima. Poi era entrata nel bagno. E quan do, poco dopo , ritta davan ti a llo specchio si ammira~'a nel su o ul timo pigiam-3, a scaglie d1argentoJ un groom le a\"C\'a r ecapitato una lettera .

Diceva: <( Non piangere Fatima se non turnen}. Io 8ono un

uomo che camm.i-na e l'amore è im littso di chi sta ferino ».

S8

~ost,llgi a, d 'amo1·e·t ~on anco1·,1, più tm·di , 1J c1· una altm don n,1, in un 'a lt ra, tena,, Cua, lievissinw, p trnta, di .1111,11·0 b;1 la lSc i a.to uel l-HlO c uore F :1.tiUJ;_J .. Passerà,. 1 cor1-:;i

tlcl Nilo hanno tan ta, bellezza. da, far scendere l'obli.o sui 1·icon1i d ' Alessa.11ù1·ia. l'auo1·ami d ' un indicibi le f..H:;ci uo 8i

sc lli ullo110 a i s uoi ocd1i n, Da.1ua uilo1tl', llcnha,, '1\ mtn. E uu

d iYerso mu11ùo s'a,vre vce lui an i:va ndo al Cairo . :K cl qn;_u-tic1·e di Izùckia, egli ùa modo di assiste re a uu

fosco episodio del turpe conunercio delle bianche. I u uu,1,, taYenw uella, qua,lc è soli to trascoi-rere le sera.te, sempre iu cei-ca, d i emozioni e cul'iosità., conosce alcu ni individui i quali YiYono d i quel traffico.

D ,1 uno di essi a,pprende un giorno che egli è appena toraa to da un viaggio in Sil'ia,, pr·ecisameute da Beirut, dm-e affe1·ma di a.ver trovato uua, delle pitì belle ragazze e d 'a,vel'la, condotta con sè fi no al Cairo, facendosi segu ire rou la p1·omcssn, del matrimonio. Lo spregevole individuo si Y;111ta dei suoi successi , assicurando che basfa, sussurra.r0 all 'orecchio di una siriana una proposta di matrimonio per fa rla pianta.re la, casa e partire per l'ignoto. Ora egli t iene la, giovane in attesa di cederla al miglior prezzo ad una- delle case specializzate in materia.

Dura.n~e i snoi viaggi Zetto ha, conosciuto da vicino un poco tutte le mi:se1·ic u mu,11e; ma finora gli era sembrato cli doYet' conside1·are una fan tasia quel tragico· tra,ffi co, non ritenendo che degli uomini potessero scendere cosi in basso nella sca,la della dcgenern,zione. E ppure ora,, nel rrrn lfama.to qua.rtiere di IzlJekia-, egli si trovava da-vanti a, degli incli­ddni che g li parlavano senza alcun ritegno 'cli quella, loro ncfon da, a.ttivitù. Vincendo la, repugna,nzai chiede di poter assis tei-e a lle fasi di quella vendita.

Il sinistro tr.1.ffica ute non si fa prega1·e. Presenta. all'Italiano un suo degno compa re, insieme col quale si po1·tano in una triste casa, ove I~ attende una megera-. Là i due stipula no con ]a- donna un contratto di cessione della. rn,ga.zza per ottanta, lire egizia.ne, cioè cinquemila, lir e ita,..

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lia ne. L:._1fh1l'e Yiene couclnso come .:si rt,ltt.l:sse L1i una qualuuque merce e non piutrosto della ,·cudit.1, di nn:, L:l'ea ­

tum uma11a,. Poi, i dne iudiridui lascLrno Ll c,l~a, pl'l' nucL.1.te a. ritirare la pred,1. una, gioY,1ne di fon•e Yen t ·..1uni. di fini ssima- bellezza: e:hè le si1·Ltne lllolro somigliano ,11le donne europee . . -U la, gioYaue nuo clei llne . .:olui che L1YeY,1 po1·tatn, al Cairo: spi ega elle ha lii:soguo di etl'ern1a1·c uu pre;Sriro iu denaro. con il quale ella pm·e an·ù assicurato un comodo soggiorno i.u Egirto : oc:c-one pe1·ò 1 che ella s i rechi a (ir.mare una, carta, nella casa. di una, facolrosa madama-, poco lontano .. .

Due ,olte illusa e del tutto igunra. LlelFinsiL1ia, la. infelice '\"iene poi-tara nella, casa do,·e la megera raccoglie con dei sonis:i di compiacenza . L .\ deut1·0 1 i due uomini e la madama le pa rlano ,·agarn eutè di un prestito, Lli un con­tratto: di gioiel li_. di abiti, di dm lus.;,;.no:-:;.1.. .-'dla Une !:1

inducono n firma re una ca1·ta : è il tr,1gico conrr,1tto di compraYenclita r

Da quel momento 1..1 disgrazlatn inizia il suo cah· .. u-io di àouna, perduta . Inutile protestare, nè in-ç-ocare l'iuter­,ento delle autori tà; una YOlta firmato il contratto 11011

resta. per l'infelice che sdebitarsi giorno per giorno con la. facoltosa 111-adama) facendo mercato cli sè; o attendere il compratore definitiYo che la. .mandi a, finire i suoi giorni in un harem ... Se questo non an·fra, Ja sciagurata tra~correrà i suoi anni in quella fo1·zata clausura, fino al gion10 in cui la sua, Lellezza non sarù sfiorik'1 e allora ella \'er1·ù messa sulla sn-arJ,1. per andai-e ad ingrossar-e le fi le delle clt iro• manti e d!;lle buttacarte df=i bazars di Izbekia.

V

Il grande quartier-e arabo del Cair-o nasconde qualche insidi a anche per i signori uomini , sopr·attutto per i bei giovani. Si racconta di ricche ar-ahe le qu ali non esit:-,n o a far prigionieri gli uomini che colpiscono il Jr,r(, l:LiOn·.

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Repeutiua, qum1to crudele è la. fine di questi aIDanti di uuu. n otte : p1·ima, che il sole si levi, a,ddormeuta,ti con l'oppio, F llash ik o il m.aJ1zul c:ssi vengono. lancia.ti nel Nilo. l-.assano così dalla, follia dcll 'amo1·c al mistero della morte. A questi aggtrn ti la, fa,n tasia, popolare attribuisce molti degli aunegn.ti che il Nilo 1·estituisce ogni ma ttina . ..

B:-a.cconta.no a lcuui conna.zionali all'esploratore: - Ci era va mo trovati, a-nui addiero, in un numeroso

gruppo di italiani a, passa.re per un gia.l'dino del Cairo, quando osserTil m.rno ad un certo momento uno della com.pa• guia rima.ne1·e iudietr-o di una ventina di I)assi , fermo a, par·la.i-e con un :.tra-bo. In tauto che noi guarda,vamo, incu­riosi t i, l'antico nostro e l'arabo monta-1•.ono in una ca.nozza fetma, in quei pr-essi e si a,ll ontanarono . Alcuni dei più disinyolt i vollero inseguire la carrozz:_1, e riuscirono così a stabilire che essa. era ent rat a in un graude parco, a,1 centro del qnale si ergeva un paJa.zzo. Chi abitava in quella casa. e cù i ,neva fatto chia.ina re l'Italia-i1-o? Pia.eque agli a.miei supporre da,pprima che il loro compa-gno avesse accolto l'invi to di un 'autorevole conoscente della colonia straniera . Senoncbè osservato il mistero di cui il pala.zzo si circonclava,, decisero d'aspettare il ritorno dell'amico. 'frascorse alcune ore, la comitiva decise di mettersi alla ricerca del couna,• zir)na-le. P resentatas i all' ingresso principa,le del pala.zzo troYò a,lcuni servi imba,ra.zzatissimi nel rispondere e nel dare spiegazioni. Allora,, sospettando che il loro compagno fosse caduto vittima, di una spiacevole avventura,, gli a,mici forza­rouo - la, resistenza dei servi e_. r isolut i a osare, salirono in fretta le scale, raggiungendo i piani superiori. Dopo aver vagato per alcuni sn-loni, perdm·a.ndo lo stupore e l'indeci­sione dei servitori che forse temeva-no un'irruzione della polizia., il gruppo riuscì a rintraccia-re in una sa.la il conna.zionale, dis teso sopra un letto, immerso- nei sonni del l' oppio. Evidentemente si attendeva l'ora propizia per buttarlo nelle acque del 'Nilo. Decisi a salva.re l 'amico e a,

prevenire· l'eventuale resistenza ùel persona-le di servizio, la,

91

C-1.)mit b·a fece nu cll iasso t:1lc d:1 frl.r iuren·eutre poco dopo 1

genchnrni cg·i..z i,rni . L ':1eldoi-meurnro YeuiYa, porrnto :1ll' arin,

ìufine re8-tituito ,1lla famigli:1. Que~rn episodio dan1 origine

acl 1111 clamor oso processo cou 110re ace.use cl"omicidio, tnute esseudo le fam iglie cl.te sosteuen.1no di :wer perduto un conginuto nelle medesime cit-c:osL1uze . iu qn ella, casa,. La­impurarn, e.I'ili uu ·autore'ìole signor:1 turco-egizia u,1-, la quale

mandò CL monte il processo indeu.ni.zz:Ulllo generosamente le llO'ìe fa miglie. JI1.1lg1•;.Hlo questo. le :111totir~\ le imposero di cillllùinre arb e pare che la fe1·oce si~·no1·,1 Yi,·,.1, a ttualrneure in un Yilliuo sulle acque del Bosforo ..

V

Che cosa do,e'ìa, a.ncorn.. chiedere all 'Africa setten trio• 1rn le l'esploratore? Solo la gioia, di una partenza per il pi ll lonta no orizzonte.

E gli ebbe questa gioia la sera del :?l settembre 1927 allorch è: da bordo del piroscafo tedesco Bjsoaja-) sul quale

a"\""en1, tro'""ato imbarco: Tide t remolare, farsi sempre più piccole: in fine spai-ire le mille luci d i Pori Said ...

92

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.1i::c1,,,. 1

TRA GLI EREMITI DEL LAGO DI HYKKAOUWA

Il Biscajci scende pig1·0 il Cana,le di Suez t on il suo unico Lli pet1·olio im!Jn,n:ato a Costa.11za, e desti ua,to all'Indù1-.

Lenta e mouotomL è la, n ,:wi,gazione , talvolta, persino ll'r·egolar-e. 1-'er.clrè a,1 timone della, pctrolici-a. sta un mari nafo che ha a,ppcna qua.lche confidenza con la ruota: l 'esploratore Zetto. La lunga vita, di mare gli ha, consentito l ' imbai·co in quali b:ì, di marina.io cli prima, senonchè, da Casaùlauca a, Porto Said egli ha fa tto in tempo a dimenti· c,ne il mestiere di t imoniere appreso sul va.pare francese l:Jl l(antcira; troppe emozioni gli sono state date ùa.11' Africa mccl iterrauea pe1· potei· rattener-e con pro-fitto nella, mente gli insegna.menti d'un yecchio ma.rina.io llol'lnanno.

Ùl'a, Jia, di che r,1 mnit1,ricarsene, per due motivi : perchè i ma-l"ina i ge1·manici del B,iscaja gli t irano addosso, ogni tanto, uu moccolo, nllo rchè s';wvedono che la nave, a,ffidat:l a.cl un timoniere dist1,atto o malsi~m·o, va fuori rotta,; secondo, perchè a.ltrcttn n ti moccoli, e 1-iiù colori ti, g-li pro• Yengono da. un pilota d 1e gli sta. a, 1ianco, un uomo secco 0 scuro, occhi ardenti e bocca, smorfiosa, il qua le ad ogni

93

mossa del tirnouiere bestemmia in perfetto na,poletauo ( ed è

sicuro di nou essere compreso) coutro l'imperiz.ia, di quel t er·raz.rn,11-1t .

- Che fa,i , ci rompi la barca,: acconcia la rotta, ! E fà,110 1 per la mamma santissima del Carml.ne !

I piloti più esperti del Ca,nale sono degli Ita.lia,ni ; ma questa, Yolta Zetto preferisce na,scondere la. sna, nazionalih't in quap.to, dichiar andosi italiano mette rebbe non solo in imbarazw il pilota i ma si prh-erebbe del godimento cl"ascol ­tare in incognito la, sua, pittoresca ira, parteponea, .. .

Si respfra un 'aria bn1cia11te elle i r eut i t rama.udano dal Sud 1 dell'Oceano indiano. La, n,n-i.g-azione nel lfar- Ro1:!S0 ~i prolunga per alclllli giorni: appena il 27 settembre il

Bisca ja supera. l'isola di P erim _. a, 1150 miglia da Suez. In quel gioruo Zetto sc.rhe sul clia1·io parole coufortanti : B el t empo_. finalmente aria fresca . Tra non molto sarò -in

b id ia-. . -\.s&1por<.1, il .misi:ero cli un nuoYissimo coutinente,

r espira. a pieni polmoni il profumo delle Ionta.nanze mentre l'ignoto trepida nelle sue domande ili nomade. DoYe and rà ; sopra c1ua le st.i·ada. si incammineranno i suoi pa-ssi •? Quest'è !"ebbrezza più pm·,1, del ·da.nclant.e, la sua gioi.a pitì grande. :Selle domande elle egli ha, rh·olto a. se stesso: a.ffacciandosi la 118'\e sull'Ocea_uo indiano

1 s'addensa, la poesia. del suo vh·e1·e

senza domani, del suo andare senza mèta. Più semplici, nè più logiche non potrebbero essere le

sue annotazioni: l.o ottobre. - Oggi. ci- s iamo fermati 7wr q·11alche

a wri.a alle macchin.e .. 5 ottobre. - ,Siamo passat·i •i;icino ad 1,11,'isola bella

quanto 1tn paradiso. Jli hanno detto che ha nome M in-ikoi. 7 ottobre. - Co steggiamo l' isola di G'eylon, verde (i.i

r,alm.e e di foreste. Il mare è pie~10 di balene.

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Sono paginette S<.:elte a. caso; ma, si somigliano tutte, ·chè nessun problema angustia il giramondo, nè minaccia, la sua, serenità; felice egli sa, essere, sempre, d' ogni gio1·na.ta vissiu ta ..

A ,,vidun-ndosi a Ca.lcntta ridiviene un uomo pratico. Fa i l conto di quel cl.le gli dovr·anno dare all' atto dello sba.rco. Qua,rauta.due rupie. Non sono molte, ma basterann.:, per iuizia,re un nuovo vi+gabondaggio.

Difa,tti , allorchè scende dal B-iscaja, la, mattina del 14. ottotte 1927, enti-a, in Calcutta con arie da signore. Più t,lrdi in ques ta, città, gli accadranno alcune disavventure ; per adesso s'accontenta di visitarla in lung9 e in largo, quasi viaggiasse a, diporto, al punto che dopo tre -giorni s'affretta a fa.i· fa.gotto e se ne va, per una qualunque strada, a sud.

De\·e supera.r e parcccli.i chilometri prima di scoprire qualche cosa di note,·ole. Difa.tti pass..1, da Kaipur e Cutta.k senza, degnarle di alcuna .curiosità. Finalmente a Puri si ferma,: c' è il tempio proibito di Ja.ganàth che interessa come og·ni cosa .. proilJi ta.

P roibito per davvero? Agli stra11ie1·i sì. Gli riferiscon ,) clell 'a rventura. d i tre m.nericani i quah, if!.h·odottisi con uno st rattage.mn1;_1, nel 'l'empio , non ne sono più uscit i ..

Questo è molto iu tci-essan te - pens;:1,. E &i presenta ,tl

Raj a, R am Chandra-, sovrintendente a l 'l'emp'lo , un uomo colto e gentile cli c accoglie la, sua domanda, lo provvede cl i u1w, veste inoua.cale e lo a,ccompagua nella visita,.

Ya len1 IJ l'OlJl'ÌO la pena di fenna,rsi a, Puri. Il 'l 'empio present..1, qualche cosa, di nuovo e di sensa,zionafo. Dagli idoli egli vede pendere grosse collane di serpenti cobra, bene in teso dd, mentre sugli a-lta,ri osserva fro t te di scimmie. )fa gli anima.li più stra.ui popolan o l' intero tempio e sono visibili nuche t m, le fond a.menta,, <.tttra,verso a.lcune botole.

Spiega Ra rn Chant1l'a,, in un amabile inglese, che, per gl i ind ù, quelli uoa souo uè serpenti uè scimmie, Ucm;i

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1·eincarnazioui nei mondi -.111iu.1.1li di esse1·i che iu p1·1:\;edeuz~1 a,Yeniuo Yissuto una, Yi tn. umana, . .. Ed è per questo clie il tempio di Jagauàth è mèta di ruigliaL.1- l1i pellegrini, i quali Yi acc-01-rouo d ' ogui pa.rte per inYoc,trc ni-deutissimame.ute al terribile t.lio di 11011 db·eurnrn, dopo la mone1 llè :,jerpent ì nè scimmie. el1 a preg,ne nel contempo per i lor-o conginur i prossimi o lonrnni , rhloni iu quelle pietose coudizioui ...

La ,isirn nl Tempio si è s,olrn 1·egolanuc:ut~. m,1 uou

lrn, ponaro all'eu1·opeo molt<-1 fonuu,1 . L,1sciarn- Pu1·i pe1· c:ou­tinn,ue la lll;.ll'Ci.1 ,.1 sud. in una giuugl.l egli si è fel"ito ad uua ga111ba c:un le spine cli uu,1 pi .. 1ura n:-leuosa. Sanguiuanrn e febbricitante an·h-a a Yizj gapatau. do,·e gli sngge1·iscono <li farsi 1·icot"erare in un ospeda leno tenuco da alcuni missionari.

Il consiglio è stato ascoltaro . Senoucliè l'ospedale pre­senta un ll1cont"enieute che Zerco giudica molto se1·io: y'è iu ogni sala. una sporcizia che mette i brfridi anche ad uu uomo dalla pelle dura. La. stanza doYe alcune monache lo Lanno rinchiuso emana un fetore elle s-c:om·olge, ed è popolarn di ripugnanti insetti.

11 pazieure Prende una decisione eroica. : dopo un ·ora. di degenza salta, dalla finesha e se ne Ya, per- i campi, ins,1-lutaro ospite . ..

l"n incontr o dei più interessanti attende ora il cammi­natore. A Coconada; raggiunta ùo1,o Yizigar,arnu, sente parlare ùi un uomo singolare, chiamato il po .::w del tesoro . Domanda indic,1Zioni precise 1,er potel'lo 1·aggiungere. Apprende che clon·à, internarsi SL1 Dezwada, ,·ersri un::i, regione abitata. <lai Prvspectors) i c:e r·catori di pidr·e e metalli sparsi a, centinaia nel terr-i.tol'io dell'antic.:.liissima Gokonda, la città ùeUa ricchezza leggeodar-i.a.

9G

Si 1·imette in marda. e non tarda. a scova.i-e 11ella, sua, tana - nn .Jnodesto .cnsohHc isolato nella, carn1rngna, e circouda.to di mistero - il I'az·z:o. PoicLè lo avevano avyertito di sapersi contenere, di andar-e canto nelle dom:1,mle e nei giudizi, si p1·esenta, aJ prospecùfr cordia-le e rispettosissimo. L'altro lo accoglie prima, con diffidenza, poi, quando a,pprende cli chi si tr·atta-, è preso da simpatia, per il visitatore e lo invita, con ogni r·iguardo a entrare nelln sua, casa .

Colui elle gli è stato a.nnnneiato come un pa-z·zo è uu uomo sui cinqua,nt'anni ti i s;1,11gne rnbto, dai modi squisiti e daHe pa,role piene di saggezza. Lietamente SOI])l'eso è

l'Italiano di trorarsi alla, p1·ese1rna, cli un gentiluomo per• tetto, la, cui ospitalit à, è impeccabi.le (]uantçi generosa-'. A hwola, il ])1'08peGtor qn;.1si sempre tace, per ascoltai-e j

racconti del ca,~1minat orc, ai quali part ecipa, con crescente interesse. Le sue poche parole sono equilibratissime e rive­lano esperjenza, ùi vita vissuta.

Ancora,, però, non s'è p8XLlto clel teso1·0) e Zetto lo attende da- un momento all',1ltro dn, pm·te clell't-wglo-indinno. eome una rivela,zione cl7eHt1·eruo jnte1·esse, indispensa,bile per poter f-i t a,Lilire se la, casa- ov'egli si trova è o no quella, di un pazzo, così se la sua posiz-ionc perf:iona.le merita o meno qua lclie pteoccupa.zione.

I1nece a serri, tanl i, dopo cena,, l';:rngloincliano venne a, parlare ùi sè con nna sernJ_Jlidbì, che disar mava,. Stette a.cl ascoltcHe l 'ul timo 1·,1ctonto del cnrnminatore, lasciò uua lunga, ]Kl,nsn die tro un insidioso E ·wi? dell'ospite, qniucli:

-- lo sono un nomo fe l.ice. - disse - Tanto felice che g- li n lt-ri. mi giudiL:a no no p:1z½u.

E , pt'. r L.1 11.rirna volta. <lperse le la,bùra tlll nua ris;.1tn,

cosi lunga che parevn non i-iu~t iss ;:; a, frenarla,. Poi - attcntis!Sinrnrn ente l'us pi!·e lo osservava,

s ·,1tzò per recarsi iu u11,1 srnuza ridna, dalla, qua.Je uscì bt:1uti dopo portando uu.:1 miuus.cola, n1,ligia,. Allorchè si fu nuor,unenrc seduto_. trasse dalb. r,digia uua manciata. di ::;ciutilla.nti mult.irolori piene, spargendole sul ta,rolo.

- Ecco la mia, pazzL1. lli.Sse cou qn.1ld1c cosa rlì

allla 1·0 nella roee. Confuso. emozionato. l'o~pite lo seguh·a iu :silenzio. - Rubiui. z,1friri. s111e1·.:1lch . \'edereli, tocc..tteli

1 pren­

deteli. Sono miei. possono C.$.Serc ,~ostri. E' questo il c.tmpio• 1H1rio del mio re..__-.oro . E' qnesrn la mi.,1, pazzia.

Rise a,ncor;1, forre: r oluttuos.uuente. Zetto guardtl\'a. le pierte. esi.1mlll<.U1dole una per una,. Er.:rno a.11co1-.1, d<.v t,1g-lia-re, sporche, se.11z.a, luce; lllili t..:h1-scuu;,.1, t..H esse are,·,1, quakhe cosa, di puro, di r.1ro, di bello.

- Do,·e a,·ete tro,·aro tanta ricchezza? - azzardò. - Essa, proTiene dalle ri&.;e1·e della, te1Ta. L'ho scarnta

cou le mie mani. L 'ha, scoperta il mio destino. 01·,1, è tutta mia, solo che mia. rua <;OS;.1, mi addolora, : la, certezza che io non riu scirò in nessuu modo a spendere nè a, godere tutto questo tesoro. Solo per quc~sta, conYinzione ho rinun• ciato a, partire, ad andarmene per il mondo. Lourc.1uo da, qui potrei cadere in chissà quali iuga.uni; ho irffece p1-eferito farmi costruire questa, ospi talissima casa

1 nella, qua-le faccio

arrivare1 quando ne ho il desiderio, quanto può offrire lai terra, tutto quanto si può comperare. I miei sen·i fedeli souo disseminati un poco in ogni direzione e ad un mio seguo spediscono quassù, in questa. mia dimora, a questo paz::0 1 le cose più prelibate del mondo .. I nemici, i secca tori , si tengono lo:p.tani , come si condeue con uu uomo che ha smarrito la r~oione . ..

Balena,·a nelle sue pupille un riflesso ,·erde, e il suo volto era una smorfia.

V

A,-rebbe doYuto accettare l'inrito dei pazzCJ? )la erano es::i.tte le sue indicazioni per rintraccia-re il tesoro?

98

Queste domande il cmmuinatore si rivolge mentre l'isa,le a. uorcl, in direzione delle 1Uiniere di ca,rbone di Singa­reni, nell<ù ,ricchissima tena del De.ccau. Ripensa a,llo strano iucontro, risente la voce del vecchio a,ngloincliauo, rivede h~ sue pietre. Prima ch'egli a,bl>a.ndonasoo la sua casa., gli iweva voluto indica.re sopra una carta geogra,fica il pe1·corso da compiere per giungere nlla .caverna delle pietre. Gli aveva pal'lato e.on un tono pate1~0; lo aveva invitato a rimanere con lui, in quella sua, casa,, a divedere la solitudine e la ricchezza.. Ma quei suoi occhi verdi e fosforescenti, erano dl un saggio o d'un folle?

Hyderabad, capita-le del più grande Stato indipendente dell ' India e residenza di Sua Esaltata Altezza il Nizam esige

che ogni visit:1.rtore paghi una moneta d'oro. Il giramondo è

in imbara,zzo, in qua.11to non può corrispondere a quella, inconsueta richiesta. Si presenta ugualmente al Primo

Ministro Kishun Pershad Bahadur, al qua,le fa sapere, per

tramite d'un interprete, le sue condizioni. Kishun Pershad Baha,dur è gentilissimo nell,ù ris-posta: addirittura regala

all'Italiano una eollezione di monete d'oro del suo paese: un asharafi, mezzo asharafi) un qua.rto e un ottavo della

stessa moneta. L'offerta è però accompagnata da, una ferma preghiera,: che Sua Esaltata Altezzai non sia disturbata ...

E c'è una, ragione superiore: proprio in quei giorni la capita.le è colpita da un'epidemia( di peste bubbonica•. Non appena lo sa, Zetto corre in cerca di una. confenna. Si presenta a,l direttore dell'Hyclerabad Bnlletin, che :wcva conosciuto al sino arrivo. Il direttore è cli una, eorte~ia chr commuove:. invita, lo straniero a segui do nel f]U3l'tiere infetto dove con i suoi occhi potrà vecle11e la, gente morire per le

1

strad~, tra cataste di 'ca.daver-i allineati all'esterno delle case ...

99

Ca,pit.:.1le cli altl'e curiosità è Bydera,lnHl. ùo,·e nessuna

gcu·nnzi,1, è offerL.l, n colo1·0 che yeugouo n, Yisir,u L.t e quin di \"l,1ggiano n, 101·0 1·iseb.io e pe1·h:olo . Iu G\mùio .. gli ospiti

possono rec·,ue ,Hhlos.so qnaµte armi i.ntendon o, si da, prOY· yedcre direr.tamente .. 1.lla, loro l1ifesa .

In .-ll c- nue )$tl',1cle Zetro incou rtn folte ban de tli lllend i•

canti1

i quali cc.uuminano iu qu,naurn o cinquanta chnlllo.;, i

tutti h1, nrnno . ~ ou appeµ,1, spi,uto un p:1 ss..i nre lo itYYolgou1>

in un c-e 1·cllio, t: lliedendo con .-dro d,uuo1·e l.1, c.a.rir:ì. Le

loro i11Yocazioni sono tut.t'altro elle llli l i. in quauro si dùn110

a urlare ill nrnsulmano .d..llah a lik: che signiti C<I :11l'iucin·,1

Di.o ti cede) e concludono con un lugulJt ·~ l?icòulati ch e sei a ncora• r icoJ fammi la carità ..

Le clouue di H~-Lleub,11..1 hann o un pt·iYilegio su1le alni•,

in quanto son o le più cope1·re al moud o. l ure1·;.1meutc nascosre da uniti specie di tenda bic1nca che anin1 101·0 dalla, te :-:;ra tiuo ai piedi . scnnan o il p,1s:-::.rmte d;.1 due Lncb i aven i ~u u11;1 calotta cli 1-erina illalllidan.t.

Pecca to c-be quella tnnicc.1 si,1: molto spesso . indi t illll · ILente lol da ..

P anmloni l;aki coni. ca micia. con le ma11it.: !i e rngliolt l' ,

scarpe e calzettoni: casco colonial e1 ec-c-o la, dfrisa del c:a111 mioato1·e. )Ia n ei dllaggi fuOI-i U yrìe1·,1b:1d molti lo gnar·cl."t no

con aria diffidenté, in quanto sosperrnno in lui un ufficia le inglese ffol r-ec-lu ra.mento. De,·e $1Jiega r·e1 dimostra1·e1 e:on,in

<.:tr·e, alri·imenri p<.1~:--e1·ù qualche gua io . Ogni lllinace:ht seompa,·e ;_tll" u l'l·i HJ n, ~Iysore. l'J'im cl

c:osit. che fa, ZHto è qutlla ;li p 1·1::-scuta1·,;i alla, H:s i<lcnzc.t ri e l

:\Iaharaja . :Si f! a l;ituato onu,1 i ,1, ]J l\Bla,i-<:: :-;<:m pre: s ulla e:a1·ca JJiù alta. in qua nto ba JJOtuto cousrarn1·e come gli am ic i

miglio1·i li ha, u·ontt i ti-a i potenti. ~ on si è slJugliato n emmeno quésta.. W>lt::i . ll ~\[11!.tar·,.t,ia

lo ha acc-olto con sclùét ta s impatia, fino a im ·ita1·!1, ad uri;L

l Ofl

co101111 e, pagine e fologralìc, dedicale a Ze llo ila glornali giappones i, ci nes i, lJi1·· m.'l.ni, assumesi, licm:,:":Lks l, pung!alil, arn!.li e LUn: lii. Li.ngue: glapponosu, cinese, fJ-an ­

i:o.òsc, inglese, nrabo, tu.;·co mode1·no.

lJ a.ttn b.L c1.Ua, tigre ,che si SYOlgerà, in onore del govenia,tore iuglese cli Bombay, Sir \Vilson, ospite in quei gion1i ùello stesso Ma.J.1u1·njn,.

· L.i ùattuta, si ~volge in dir-ezione della t.o:sta, del Mala-­lJa.r, e \"i prendono pa.rte oltre t r ecento 1Jatt.ito1·i e una sessa,ntina, di elefa,!1 ti. J../ esplol'atore ass iste aHn, c:,1 cchL in groppa, <.Id m1 e.lefaJ.1te. Ira cosi modo cli reudersi conto come quella, caccia non sia, molto <l i più di un mnaUile pa,:ssa,te.mpo . in quant o lai t igre, destinata, ad esse1·e uccisa, da.U'ospite d' onor·e - in questo caso dal governatore ,vilson - a-rriva davanti aHa sua cara,lJina che sembra una gatta spa,urita,. Inseguita, da una settimana dai battitori, stordita dal fra­ca.sso infernale dei tam,- tarn, la !Jel va perde ,lentamente il suo cara.tte1·e aggressivo e si presenta al tiro, doci lissima . .. Qua.udo t u tto è pronto - il fotografo compreso - l' ospite può spa,ra,re tranquilla.mente .. .

In precedenza., però, dicci o ,dodici bt1.ttitori souo sta.ti sa.c i-i ficat i per rendere lll:n.t1sueL1, hL tigre . ..

F inahncnte cl eg-l i lta lia.ni ! AIJUasta.nz~L nmnc1·osi il c:a mminatoi-e ne incontra oltre llm:iga.I ore, nelle miniere cForo d i Kolnr, c- he sono le più profonde a,l mondo, anb-ando l ' ultimo pozzo a, settemilacinquecento piedi. La sosta a. holar è alliet.tta cla.Uai generosa ospita.litù. di un connazio­na le., c.:er-to Zoppetti , il quale si com1)i t1 ce accompa,gnare l' esvlornt01·e in una visi ta alle miniere, fa~endolo scendere tino al setta,uta,duesimo livello.

D a, Kola1· il -ra,mminatore si spinge in direzione della: costa, 01·ientH,le dell ' India, e, alla, distanza, di a1cuni giorni, [11Tiva a Ma{ll'as, che ha, l 'u nico priYilegio di essere il centro <lella nnoYa, teosofia iniziata. da. Kr:ishnam.urty. Si l'imette­i ì1 ca mmino seguend o un 'a,mt)ht, strad:1 cost i~ra,1 interamente :1per ta sull 'oceano, a ffa seina ute per colori , luminosità, vege­

ta .zione.

101

~on t,ucla, a r ,1ggiungere rouclicherry, modesto posse. dimento fran cese, cloYe uot .. t un lonrauo sentore 1.li Pa,l'igi è

d7occiclen re uel touo di \·ita degli iulliaui, allegti come cln ~essun 'altra parre, e uelh1 con·uzi one delle donne, molte delle qnèlli sembr-ano eouoscel'e uuicarnenre Luno1·e delle sonauU rupie. Con~guenze l1ei trapia.nri tli ciYiltù.

lla, eC'co, qthtlche giorno dopo, un gt·::-u1 b;tguo putitìca.• to1·e nell'Iud ia più rnistic;.1: <1 'l'l'ichinopol;- . più precisamente nel t empio d i Bh"-.1.

:'.S"el Yi~ital'e il Tempio. egli h;-L modo di ,1scolt,ne,

uon senz;.1 diletto. la, gnicl-.1 di nua compagni.t inte1·naziouale

di ttu·i.smo inrnura, ad illusrr,ne <Hl alcune .siguot·e ;.1me1·ic,1ne

la, leggenda, del seguo 1·0.s.so di Si,·a cl.le gli indi,llli po1·tnuo

sulht fronte.

R.:1cconta. la, guida.:

- Il gran dio Si,·a. si colllpiace,·c.1. in gion:ii molto lou

tani . ammazza.re il tem po giocanJo ai dadi con sua moglie,

la dea Kali . Yolle il caso che E: alì fos:--e .. 1d un ce,·ro momeuro

presa da, una. incontenibile cu1·io::;itù ver la quale J'i\·olse :i

Sint una, imba1·azzante dom,1nda : « Che cosa sono il ::;ole e

la luna'? )>. Rispose il dio .. riUurrando a tena i piccoli clad i

con i quali si soll,uz.ft\'c.1 : 11 Sono i miei occh i. o gentile Kalì 1) . Più curiosc.1 c:lie lll,1i

1 e fot·:-::.e difiidc.:nre, Ja mog lie

ridomandò: « Sic:chè, :-::e io ti chiudo gli occ:!Ji rutto 1·uui,·e1·:-:o

rimane al buio'?>>. « lla. ceno,. pic:c:ola E:alì )> fu la. 1·ispost.L

del dio. E aU01'a, intanto c:lie Sin,1 staY;l., interrogando i

ruzzohtnt i ùadi , Ka lì lo prese alla, spt·o,·\·isw cop1·endogli con

ambe le mani gli occ!.J i. t·na, pau1·0~ notte discese nel

mondo, fra il sibilare dei Yen t i. e lo sc bianto delle rocce. l'n

urlo immenso s'a lzan1 d ' ogni JJa,n:e : ernno i popoli clie iUYO·

cM·auo da Sh'a il <lono del la luc:e. ll a b cru del e .Kalì in si­

ste\'a nel suo th1gicu scherzo, per cui la notrn sul la terTa, si

1.•rolunga,·a .. E fu allora, c:he 8i,·a , mosso a g1ao pietà 1ic r

il destino degli uomini , fece na~e1·e na le dita d i Kalì , s ul la

102

sua froutei nn 1jict.:olo sole ... Da allora., tu tti coloro che u·edouo in Sint l::ì i ùi11ingono, al .centro della froutei dove cominda il :µa.so, una bollicina rossa . ..

A poco a poco) il camminatore aveva. raggiunta Danus­kh9dii nuova.mente sulla cos-t.a. Verso quale direzione a vrelJbe continuato la -ma.i·cia,? Riteneva di aver veduto a~l.Jfl.

sta.nza della ten tt indiau,1 (qualche giorno pl'ima aveva. Yisitato l ' incompa,rabile Madura) a.l puuto da, l'isentire la nostalgia delPigµoto· . A poche miglia, di dista.nza, da Da.uus• khodi, oltre il Ponte d'Adamo, lo invitava l 'isola più bella, ;.1l mondo, Ceylon, ra,ggiungibile con <l ue ore cli piroscafo.

Al solito, rapida, fu .)a sua decisione : pa.i'tenza, per Ceylou. Ma, qmrnclo fu sull'Ha,nl·inge} uno dei vaporini a,di • l1iti al servizio costiero, ebbe una spiacevole sorpresa. Lo a,vYertll'ouo elle, pe1· scendere nell'isola, o.ccone,ra, possedere indosso µon meno cli seicentocinquanta rupie, mentr'egli nou ne avevflJ che centocinqua.11ta. Peeta-nto il funzionario inca • ricato dei rela.tivi a.ccertamenti si vide costretto ad impedire il suo s l.hnco. Deluso per l'inn.tteso ostacolo, Zetto seppe prospetta1·e cosi. Lene la, sua, sitna~ione al funzionario che questi gli promise e.li chiedere alle autorità di Ceylon una. concessione speciale per lo sba,rco, e lo invitò a ripa-ssm·e la mattina dopo snll'Hardinge.

Non fu a,ffermativa la risposta, all'ind-omani, ma lascia .. va. ~perar bene. Infatti il funz iona-l'io, un perfetto g-entleman il'h1nde~e, com·intosi che il giovane italiano in nessun modo sareblie r·iuscito a trova.re il denai·o che gli occon·eva., usò un simpatico strattagemma. Recatosi dal camùhwa1ute cli bordo sii faceva presta.re da lui le seiccntocinqnnnta rupie elle poi <lava all'esplora,tore penhè le presentasse al momento opportuno a.11a Commissione di porto.

In questo inodo Zetto riusciva <.L sharciùe n, Talnma.i­naa. 1·, nell1i:-:;0Lt, di Cey1on. UJ1a. volta, oltrepassat n In l,ar·ricra,

103

dog,male . egli resrit.ni\·;.1,, ,ll funziou,11·i() il dena t·o ed era,

lilwris~imo lli ,111d.ire doYe YoleYa . L,1, prim:1 d~.it,1- fu pc-1· .-\..11m·,H1jn-pnra. ant ica, capita le

di Ceylon. nua delle città, più \"l~l·c-hie ;_\l mondo , nella qnale YiS:3e una, diHasr.i.1 lli nonn1rn l"L'. Di rnnta, stoi-ia-, resplor,1 tOI't'- non tro,ò che alc.uue 1·orine e pochi pala,zzi sem.ic.rnllati. Riroruò a, oc-cid0nte. snlL.1 cosr,1,, ii.uo <l r,1gginngere Colombo, modernissima cnpit::1le dell'i~ola .. -\..ndò subi.to a,l Po1·to, ad ammi1·1:ll'e i pit·oscafi e ,1 studi,i.re la pos.-:-iUilitù, di una pa,l' • renza per l'.-\..ush-ali<l,. ~on ebte fottnn :1i in qnesto primo reut,1tiYo e allor,1 .. iu n,ttes;,1 cli giorui più pt·opizi, decise di

iurn1·11,1rsi nell'isola per \·isir,1rue le r<.uitù . E Ull<-1 r:ll'itù anteutica fu il suo iu contro, in una

vi,wtagioue nelle Yieinanze di h;.1nd., , c-011 uu triestino, tale Znuetri . il quale ,i-e laggiù d,1 oltre trent'anni , a.mmogliato con un 'indiana . L:1 qua.le gli ll,1i 1·c·~·a.lato una nidiata di figl i. Sello stesso territorio andò a Yisita-re il tempio do,e dene eonse1Tato il deute di Budda , elle alcuni sostengono essere falso iu quanto sottratto dai pmiogllesi al la, fine della loto eolouizza-zioue e gertato in mare. Ripiegando a sud dell ' isola 1•<-l:0:::--a\·a dal Pieco cl i .-l.daruo) a oltre duemila, mefri , e un giorno gli accade\·a di as&istere. ammirato: al bagno di ce11tiuaia di elefauti allo stnto libero. S.piutosi fino al1a

estrema, punta, cli Ceylon dsitani. Galle, città ealdissima,, la quale conta fra i suoi aLitanti uno degli uomini più ori.gi­n.ali : nn frarréese. certo :OJanny, il qua.le si è fa.tto costruil'e sopra un'isoletta lontana, dalla costa, poche miglia una, stu• penrla, \'illa. per l'aggiungere } [t, quale occorre: nell'ultimo tratto1 le,·arsi le sca.r pe e ancla,re per l ' aequa1 non essendo l'isola altrimenti raggiungibile. ::\Ion~ieur ::\Ianny si è così difeso dagli im portuni , dai seccatori , mentre tutti gli altri debbono al suo orgoglio di solitario qnel singolare omaggio qualora intendano d !'-,i.t.a rlo ...

:Kon gli 11.mane,·a che tor·uarn a Colombo. in attesa di

un posf-.-ihile imbarco. :.\la, fJJ--i.ma di r--i.r,artire , aYe,·a modo di aumentare le sue c:on.oscenzr. sugli uomini ~trani clic

10,!

YiYo no q ua. e hì, Jtt•1· il UH)lHlo. Nel pa :-.$1-l'C d<L Doda nduwn , u n phH1ta,tore lo cousigli~LV<.t- a, :-:.pinge,·si sul piccolo la.go d i H ,d .: kad mr:1, 1 a,l ceut1·0 del ljna,le si hova- l'isola, degli E1·cmit i, cl eg-1rn di essel'e eousciuta..

E eeolo dmtque p,l'irna, snl la.g·o, po i sull' isoletta. Appena

.trl'i,·,L ud tenitori o degli Eremiti , ~i vede venire incontro t re rn ouali em·opci, i qnaJi si most ra.no ol t remodo imba,ra.z ­

zati nello scorgere uno della loro razza. Ma Zet to ha appe­t ito, anela. 1·ipos.a,rsi e nou ba, più modo di tornare alla riva per c ui don·ù, pernottare nell' isola, possibilmente nel monastero. Al seut il;lo ra,gionare in quel modo i tre monaci ha.J1no l'a,ria cli an,eudersi a d una ùLtalità. Bene o ma.le, chmque, l 'esplora tore a vrà ospit..'l-lità.. Difatti uno dei monaci lo accompagna nel r efettorio, per ristora.rlo. Mentre egli sta. ma ngia ndo n,n ·iva no gli altr i due, sempre gravi. medi tal>ondi, ostili. Poichè nessuno .gli ri rolge pa.rola,, nd

un C('l'l-0 pun to l' It,i-l i.uio doma mh: - 0 1·,1, che so11, venuto fin qui , ditemi a.lmeno che cosa.

è il buddi~mo. 111olt o secca.ti :-:.i mos t rn,110 i tre per quelhù domanda;

fi na,lmente u110 ri.spoude, cou a ria supc1·iore, senza. g·uarda.r·e

in faccia: - Troppo di ffk ilc è spiegare in due par-ole quello che

l-. il bud di:-;mo. Occo1·i-011-0 degli ,.i.nni per comprenderlo! So1·rid e Zet to , 1·ispond endo iroui.co : - 're.mo di .a,vcrlo già, compreso! I tre non fln.ta,no. Interviene in questo mome11t.o un

gionrn e giappon ese clilg li occhi vivi d'intclligenz,1, : è_ uno st udente di teosofia .. I monaci lo presentano a.llo straniero c:on un:1, sola- parola,, indi se ne va.uno con il mistero del loro

imbara.z.zo. }[igliore, più c;1.l<la, è l 'accoglienz,ù dell 'orieub1Je, il

qual e si compiace in forma,re subito l'esplo1·atol'e chQ egli si trova, sull'isola, a scopo di studio, in qua,uto sta, compilando un tratta,to di compa ratismo buddista, e appunto va. facendo quotidia ni raff ron t i sulle religioni dei singoli paesi.

105

Confortato dalla, s.thietta, simp,1ti..1 llimostr,1tagli dall1> studente, Zetto n10l 1·ipetert> Lt llomarnl:1 fatt:1, prima. ,1i t re monaci ; ottiene questa, rispost:1 :

- Il buddismo è tanto semplke the riascnuo di n oi può clirenh-e uu bntlclisr:1 peitetru. Del i·t~~to, sei mesi cli meditazioni in un motwsrero collie qne8to sono snfikienti per salire :1Ua, cliguità ili mouaco. Alla liue llei sei mesi, a1 nnoYo iniziato ,eugono tagliar i i capl'lli e sul e1·auio ra~'5o egli deYe port..ue, accese; sette c:111dde, tino alla, loro consu ­mazione. I sette marchi che le ca11dele lasc-ieranuo impressi sulla t esta saranno i segui dell'alto prhilegio, e da. allora. egli a,n •à il clhitto cli resti.re la tonac,~ gialla..

Dopo una pansa, il giapponese ,1gginuge: - _\nche quei tre monaci che nrete recluto prillla, sono

degli inizia.ti. Soltanto che quelli aspettano .. I nter rompe il discorso ~1lzaudosi cli scatto : - .\mico .mio, role.re che d accompagni ad ammira,re

questo 'rempio degli Eremiti di H:kkadn"Wa·, famoso anche per l ' immenso tesoro dei suoi idoli? ..

Yenne, int.:'1nto , la notte sul piccolo lago . . \.Ila- fine della dsita al Tempio lo studen te orien tale Yolle offri.re all'ospi te un altI·o spettacolo interessantissimo. Raggiunsero insieme. con una barca., la r·i'ra,, e a.uda rono ad ammira.re le danze del diavolo, che sono una cara,tteristica cli Ceylon.

Allorcb è un singaJese cade ammalato1 si \·uole da quelle parti che nel suo corpo si sia rifugiato uno spirito maligno. Per fa.rlo guarire occorre libe1·arlo di quello spiri to, per cui s i irn·ocano gli specialisti. i ùanz,1tol1 del diavolo . Co~toro, beninteso, si. fan no pagare, per cni anche a Ccylon l ' amma -larsi è da gente ricca,. .

Grazie a-Ile corte~ie dello stuùente gia pponese, Zetto potè assistere in una casa a quell e danze. L 'ammala to gia­ceva immobile sopra una hranda , a ttor-n iato da i parenti.

106

Ve1rne1·0 i dauzato1·i, foi-uiti di al~e torce, e scateua.rono a t to1·uo alla branda, una clemouiaca fantasia,, fra urla e invo­cazioni. ...-\..c.caJ1to a-1 letto era stata. appesa. una, gabbia di bambù) ricolllla, di frutt-.1, e dolci. 'l'a,le gabbia ha un'impor­tanza graudissiDhL nel rito, in quanto è in essa che da un momeut o aJ.l' altro dovrà, ripara.re il famoso spirito maligno, allorchè, terr01·izzato da.lle danze, abbandonerà il oorpo del malato ...

Na,t nra,hncnte la sug·gestione opera un piccolo mira ­colo: ad un cel'to momento il sofferente ha ,l'impressione di sentirsi Jneglio, e a-llora, son tutti felici poichè lo spirito del male è stato vinto, è anelato a cadere nella gabbia,, attiratovi dalle frutta e dai dolci. Di là, poi, non uscirà, in quanto morrà lentamente di fame ...

- Gente prinùtiva - éommenta-va il giapponese. -­Malgr·a.clo queste superstizioni, ha qualche cosa di saggio. Ho assist ito ieri ad un ma.tl'imonio, e con sorpresa ho a-scol· tat o il pa,d.re ammonire lo sposo in questo modo: << Sii fedele alla moglie fino alla morte; non maltr·atta,rla; non preµderti una sposa di età inferiore; non dir bugie; non bere liquori che intossicano; non rubare e non far l'amore con la moglie di un altro uomo».

Ma, un'altra curiosità. doveva ancora essere soddisfatta._ Allorché, nella notte, tornarono insieme all'isola'! l'Italiano volle chiedere al Giapponese :

- Amico, cl.ti sono quei tre monaci europei? :Molto esplicita fu la risposta : - Lo avete sospettato .1nche voi? Sono tedeschi tutti

e tre, e si trovano sull'isola da, alcuni mesi. Mi hanno detto che st anno fa,ceudo lo regolari meditazioni. Io invece dico e.be meditano di far il colpo al tesoro. Non sa-nn.o un bel niente di buddismo, e tutto il giorno stanno davanti agli altari, a,gli idoli, a studiare la posizione delle· pietre. Qui ci sono dei milioni. Io dico che si sg-oùberann.o via la. roba migliore; io dico che sono tre avventurieri, tre furfanti ...

107

{,-)/) f.f>.rr ,/J.:JJ1;1:. n " .,,(~ ~ OrmS. G'!:vi.[J,(1/J

:i~OI:» ~J- Crf'flt}":f;::v, ~1{jj/

~-o,Jl$11- Qn,,?-} @ :::.,1dlm"

·.o,), m!J"ll,, - Q rm,~U-:,n~•!fJ

_,_,Mi:JnJc.,v- C 1111t?@Ji,o, ... nl,G'3 'Q(;.:

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l;,r"l,o-,;r._y>-'-'-'l "j' ,a<,o,- ,-od, 73 ·'"-r'J',ff@,,"y(j'B, pb,F_(3'b:{&,l'o,1Y'

I n n,Jto: li T empio flei lrcnfa hloli lii Arnr.i i-a pura. i n Ilil'mania . Da si n isl 1·:i a dc-51l'a: 11 T\•rnIiio d1 \Y:it A,- IIm tl i nang-k ol,. 111-"I :--iam. - 1l Dmlcla affamalo tlel T enwio ria. irwse ili Clìi eng-.t> !ni • !l r·evr 1· e1HI0 U. W1,1 n1i . nit.o s.'.l ce I•(1ote lHl ddis1a di Ìllandnln Y. souo: I cornamlame nH bu ll<lisri sCJ·llti In l ingua bi rmana dI',ll'a lt o sacer dote U.

h'. han li e ded icati nll'esplol'a l oro di suo pugn o.

VERSO LA TERRA DI NESSU NO

0 t,uuane egli ~·è a.Jz:tto pi ù presto Llel solito. ~ JJa, tta~~o1·~0 u11a, uotte inquieta,, in quella camera d ',1 !Le!'go ov1nimeute 1..: ome mw., pti.gioue . . A t utte le ore era !;alzato dal letto per c.1,ffacciarsi al balcone, interroga.re la s trada., il cielo, il ma.re. Colombo dormiva,, estenuata sotto la, coceu te uotte ti-ov ica,le. Lunghissima gli ei·a, sembra,ta la, attesa, tlell'a lba; a.Ila, ti uc era, veuuta,, e a.Uora, egli s'era affrettato •L Yestirsi per uscil'e.

Non è 11uon1 pe1· lui quell' in quietudine; essa lo assa,le qua nd o più egli anehL rimettersi in cammino, riprendere la. st1·a cla. If:t, i sinton1i cl'nua, malat tia, e una sola medicina la JJUÒ eu rare: pa.1·til'e.

Oggi, poi, nell 'a.ri,t c'è (J nalche cosa, che invit a a.ne decisioni : è l 'ultimo gio1·uo dell 'anno, il 31 dicembre 1927. Fhwra, egli si era, compiaciuto far coincidere il t 1·apa-sso dell'auno con l ' inizio di un n uovo via,ggio, pet cui inter-1·ompere quella. bella, consuetudine gli parrebbe di ca.ttivo a ugm·io. Per questo s'è messo in moto nuZitempo1 non appena lrn, visto l 'al ba..

109

Ma, la \"Olontà questa. \ Olta, non basta,. Egli si trova sopra, l' isola, di Ceylon , per a bba.ndona.re la, qua.le occor re contare sull ' a-iuto degli a,ltri, almeno su quello della, fort unn .

H a, t nttaYia, deciso : iu giornata, dorrù, in qualunque modo lasci<.ue Colombo. Si è precipit,lto a,1 P orto, in cerca, non sa, bene d i che cosa, ugna.I.mente sicuro di sè . ~ ei giorn i scorsi aYe\a, tentat o rfrolgersi a,1 console ita liano , all ora. rappresentato da un francese, ed al sh ippillg master, colui elle solit.arnente procura, imbarchi. Le t.rattathe inr ece non aYe-,ano a,vuto p.essuna conclusione. H a dun que ragione di essere impaziente : se non approfìtte1·ù cli salire sopra, un qualunque piroscafo, l" a.nno nuoYO lo norer à, come i uch io­da to a rerra .

Quella febbre, quella fretta d ' usc ire non l'a:,eya, però,

ingannato. Appena. al P orto lo i.p.forma.no che nella notte è

arri, ato un piroscafo italian o, i l Città, di Genoca) il quale ripartirà in giornata per l'Australia,. D i corsa, ,-a da,l console

e in,oca il suo interYeuto per ottenere Fimba.rco . Il Coma u­

danre irn·ece risponde che l' equipaggio è al completo . Zeno non si sgomenta; ormai che ha deciso tenterà

di imbarca rsi ngua,lmente; da irregola,re, co5-ti quel che deve

costa,r e. A. Colombo non yuole rimanere un solo giorno di più . Torna, a ll'albergo, mette insieme il bagaglio e lo manda

sul Città di Geno/.ia) accompagnato da un nome qualsiasi : Professor Ta l dei Tali. Trascorsa un 'ora, sicuro del fatto

su o, sale la, passerella cli bordo e a l marina.io di guardia chiede, in un inglese che non fa grin ze, di poter saluta.r e i l Professor Tal dei Tali. Il ma,rinaio è lontano dal s-upporre un t rucco.

"Cna, , olta a, bordo (manca, forse un'ora, a ll a, partenza e sono t utti indaffarati) rnga per ponti e saloni , ch iedendo da,ppertutto, ins'is-tente ma, imper-turbab ile, del famoso Pro·

110

fessorc . Bcuiuteso, uou appena. si preseuta il momento buono, salta, in una la,µcia, di salvataggio.

Il colpo è I-i.uscito, nessuno se ne è accorto. Adesso non l'imane che l 'emozione di a ttendere la partenza: o si va in Anstralia., o si va in prigione.

Irnmobile, senza, un. battito, ascolta i tre fischi del va-pore; la n.a,ye già abbrividisce al frullare len.to delle eliche ... Disteso nella laJ1cia fissa, il cielo che si va, colorando per la. sopra.vveniente notte. Non li.a cora,ggio di sporgersi, nè di gua,rda,re intorno. Si raccoglie nei pensieri, tenta-udo clj inga-una,i·e il tempo, per·chè sono .minuti che fa.uno sta.r male auc-lle un uomo del suo stampo.

V

Adesso, per·ò , è sicuro di non ingannarsi : l'imba,rca­zione lieYemente freme, il fumo che esce dal camino fugge l'apido, le corde tese t ra, gli a.Iberi fi schiano : la naive va, si cammina!

Zetto rimane nelln, laJlCia alcune ore, tra-scorse le quali prende una risoluzione: si presenterà, a l Comanda.nte. Ta,nto, che ùcvc fare lassù? L'ansia di quell 'attesa e la socldisfa,zione di essere partito da Colombo gli hauno anche proèura.to un a,ppetito formidabile .. .

Sce~1Cle da,l ponte, e al primo ma,r ina.io che incontra chiede, non più in inglese, ove si trovi il Comandante. Il marinaio lo osserva stupito, senza rispondere. Poi domaJ1da.,

phu1i~simo: - Sei un c.:landestino? ! - Accorn pa-gnami da,l Coma,ndante. Il pa-sseggero cla,udestino viene subito 1•iconosciuto per

l ' uomo che era stato raccomandato dal console di Colombo. I l ,·ecchio lupo di rn.i-ro fa, sforzi per non perdere la pazienza e, stl"ingendo i pugni , hroutola oscure pa.role nel suo dialetto ligure . Poi minaccia, secco:

111

- lre rh,1i f,nt.1 ! 4-\..de::,;.so: pe1·ù: ti sbatto lh-itto cll' it()

iI1 m n.re. E Et, ii ,ur,1ngi da, re! ..

- Conwudaute . tloreYo ,ullb n neue tfa, Colowùo1 e lei è troppo buouo pe1' f..u·e ques to ..

- lfo ccù.è buono Llel cli:1Yolo: te ue ,1t.:e:orger ,1i ! _ urla . E , 1·iYolro alruftid:tle, Ol'lliua l':ttego.tico :

- Per sta uotre si:1 c,1c-ciaro n ella camei·a, di sicurezza; domani si ,-ecll-ù . O lo spedil-emo in fondo all'Oceano , o lo

consegner emo alla- polizia, an~o-ali1.1na. \"ìa: s.ubito, marchi Si sente petò . nelL.1, sr:.,1, YOCe pat('1·na: che gli Lli~piace

di do,·er fan• il c;Hti,·o.

Due settim .. 1ne dopo, esarr,1111ence il l'.; gennaio 1928, il 0-ittà, cl.i Ge11ora artr,1<.:c,t .. 11la Uanc:Liu,1, Lli Frcmaurle, nella Australia .. occhlenrale.

Quando l'ultimo passeggero ba lasciato la n:.we, il Comand,1ure si fa, pol'Cc11·e d;.l\"auti il c:.laude!Ò;itiuo.

- ...-\.desso - gli tlice: btnLero - re la redi tu e.on

que&'ti signol'i . E in(Uca, alcuni funzionari della polizia australia.na ,

saliti a Lorùo per· le dsite (li cont1·0Ilo. Cno di essi 1·h'olge

a, Zeno delle doma.ude, ascolta atteutamente quanto egli

dice , infine dichiara : rirolto al Comandante:

- Ci.tpi-c:ano, noi non saI_>JJiamo cbe fa.re di questo

signore. Se lo arrestiamo, fJOi , òoYe Io ma_nderemo? O \·e lo

ripor-tate indietro; o noi.. lo lascieremo anda.re. Il Comandante sembra co1.nrar-iarn; sta. a r-iflettere un

m omento e : - Allora - dice - h1sciardo pure a11da1·e . I11ùi etro ,

ili r.;ic:nro io non Io r:1in1·rn; se mai , lo l'i 111étto do\·e 1'110

tron1 to, sulla, hancbina (li Colombo. Zetto è pronto a interloqu i..ré : - Comandante; prefer-in:: i tirnanere in A ustl'al ia .. - 1Ia che co:-;a intendue di fa1·e, qui) ser i <.:on ccd inmo

la 1ibe r-tà ? - interTumpe il c:omrrdssario .

112

- Andrò a piedi ùa. li'remantle a. Sydney. - Cùspita., avrete a.hneno un buon pafo di scarpe! - E' t utto quel che possiedo. E' deciso : il passeggero cla.udest.ino potrà. li1Jeramente

sbarcare. Prima. di scendere, Zetto vuole es-pr-imc1'e la sua grati .

tncline a.I vecchio cu,pitu.no: - Signor Comandante - dice -, non dimenticherò

la sua bontà ... - Non ci pensa,r-e 1 figlio miu, e va.tteno al tuo destino! Il gira.mondo raccoglie il lmgaglio, sa.Inta. gli ufficia li e

si aNvin, lungo b , pass~1·ella,. D' improvviso si fei-mù,, si volta: - Ca,pitauo - gri<l a, -; percl.1è non scrive qualche

CO S;'l, sul mio libi-o? - E che cOSt1., dclJlJo sc1· ivc1-ti? Olle li..1i vi.:iggiato da

c1a.ndestino? ! - Appunto, scriva questo! Il ma-rina,io La sempre un gl'ande cuore: ecco perchè il

Comauchtnte del OiUà di G-eno·va ha scri tt~ di suo pugno la diclt itLra.zfone vol uta, dal giramondo.

Tutta. l' A.u&'tra.lia 01;mai sa, che uno straordina.rio ca,rn ­

minatore è sba,rcato sul suo suolo per· compfore una gig8'n • tesc,1 fat ica,; ne parlaJJo con a.nunira,zione i giornali e In, not izia, 1 <Htl'onden rlosi , suscita, un'eco simpatica.

Da F1·em::mtle Zetto raggiung·e Perth , capita-le dell rtr Australia, occiden ta le. Vi sosta, ùrevemente in di ripicgct a sucl , _Yerso I'in jrH'a- e l3nnbm·y1 sull:t costa,. Da qui, snpe­ran<lo vastissimi te r·reni 1wodigio8la.mente coltivat i , si po1· t :L in (lirezione di Collie, poi scende n-ncora, a, snd e YH !ìuo ri,l AJha,ny, sulla, gran ùaia n.nstraliana,.

Sua, p1·eocc-n_pnz.ion e, pc1· il momento, è di rn.g_giunger P. i l nogl1i a.Lita t i d n- Jta.lia.ni . Ne l1a, ior.011trat i i primi gTuppi tra Brun~·wi<'k e \Vaterloo, in mezi.o a-i ca,mpi c1i ta,glialegnn.

come nei fru ttet i e nell e- Yigue; alr r i ne iucout1·a. nelle miuiere di ca,i-boue di Collie. A. E:ojouup è accolto festosa ­mente da. folte comuuit..\ di Llroratori italiani e jugo:sl..tl"i , i

cui ra,pporti laggiù selllbrauo arei- trorato un te1Teuo più fer t ile che 11ou n.ltrore .

'l',1ppe successire della march1: Ci-<.1n1Jrook, E:attaniug, \\·a,giu, S anogiu. S en·ed iu. . Egli si è t..:osl iuternat o uel contiuente n uodssiUJo: che gli ,1pp,1rn con la grandiosità, del e, weatl.i-belt ,>, gli sconfina r i rampi di fn1UJento sorti dore una ,·olrn, era,n_o fitti bo:5chi. Souo pure quest i i wiracoli del hn-·oro itaJi .. 1uo.

In a.lc.uue zone si imba tte nelle ultime t i-ilJù degli aborigeni austr .. 1li:1ui , che si mostt·ano ostili co11 lui. C1uti~­simo, al101·chè gli c,.1 pita ili dor.n:1ir e sotto la, te1llh1.-o iu luogo poco p~·otetto, ,1pplica le mi-sur·e di sicurezza,1 doi·meudo sempre in un posto dh·erso e dissimulando con vope1-te e indumenti la posizipue del co1·po . Quasi ogui ma.tt i.11:1

1 ne llo

alzarsi , raccoglie le frecce che gli souo sta te la,ncia te nella. notte .. . Fortunata.mente le triùù ,·allllo scomparcildo man mano che le terre ,·eugono occupate dai t.:o loui. Ad affrettate fa 101·0 elimi u,.12ioue ,·i pensano gli stessi al.Jo1·igeui, gi-azic ad un loro << costume 1> cli rendere stei-ili gli iu diYidui fisica ­mente ta rati. C0lllUIH1ue non idonei a rafforzare la, razza. Lunatic-i, stor·pi , malati subiscono tutti (e uou se ne la men­tano) una- singola re operazione, mediante la quale ,·engono impossibili ta.ti a trasmettere la, rita, ad al t ri , peraltro senza. che sia loro tolto il ·piacere dell'amore . 'fa-li pratiche ven­gono eseguite a.dd iri ttuta dalle donne, dalle rnadri 1 le quali , iu ma ncanza, di coltelli, adopera uo delle piet re moltò taglienti.

Il territorio che l'esploratore sta a.ttran:rsaudo è tr-a­i più lJO\·ei-i d 'acqua al moudo

1 poi<.;hè non piore quas i ma.i.

E ' pm· questo ch'egli può Yedere luugo le strade una gig:rn ­tesca, conduttura che manda l' acqua, c:o l 1,eso della, g1·;.iY itn. zione, fino a K algoorlie, la famosa <.:-ittù, delle m iuier e d ' Qn,.

E stratta da un fiume, di cinquanta in cinquanta, c!JilouJel t·i

114

l'acqua- Yicne sollevata, per mezzo <l i euormi id rovo1·c , dalle quali poi si d ipa,rte, in lievissima pendenza, la tubatura. P1·ima di raggiunge1·e Ka.lgoorlie egli visita Souther Cross; e Coolga,rclie, ove incontra. sempre più numerosi gn,ppi di ita li..wi, -0ccupa,t i nei campi quali taglialegna.

I n Ka.lgoorlie Zetto conosce una, delle cittù, più singo~ la.1·i, dove la, vi ta degli uomini mostra un carattere del tutto pa,rticolare, posta com'è sempre, per la presenza. dei pozzi d 'oro, tra i disagi di una fatica spa.ventosa e il .miraggio di una felicih\ assa.i ava,ra. Molto coµsiderevole è nella città delle miniere la, conrnnità i ta-lia,na; sono lavorato1i solidis• simi, inesauribili, tena.ci nella lotta contro le viscere della tena quan to nell 'attesa della fortuna. ·

Delle tante sto1·ie elle a pprende, una lo avvince per la dolorante umanitù, di cui è pervasa,.

Racconta un connaziona.Je, una sera a,l bar: - Vedi quell'uomo, quel vecchio? Giovanissimo è

in Yece ancora, malgrado i capelli bianchi e il volt o solcato da indelebili rughe. Non a,vrà quaraJ.It'anni e ne mostra venti di più. E l'a-no in due, italia.ni t utti e due, della provincia di Sond rio. La vora,rano insieme in una zonn, dove avevano ottenuto la concessione cl i un lotto di terra. Uno cli essi sbwa scmpl'e giù , nel pozzo; l 'altro sopra-, a levare i secchi ùi sabbia, e di quarzo dai quaH poi estl'ane l'oro. E ra no molto superstiziosi, credenti , come gli uomini' della ca-m •

1iagna .. t:'na, notte, uno ùi lol'o, mentre dol'me sotto la tenda, sogna che Saut' Antonio . da lui sempl'e im·oc11to, gli appare <l inanzi per ,wve1-tirlo che se scaverà in {rna. data, ùirezione scop1·ir ~\ una, Yena. d 1oro. Il giorno dovo, ùa, e;o lo , egli s i 1·eca nell a 11osizione i □ dicahig·li daJ Santo; comincia ,1, sca ­Yat·e e ti·ov~l, l'oro. Ma si guarda heue chi-I dirlo al com:p;1guo; ac:curatiss ima-mente rkoprc il poz.-10, e ,·a a, scava.re più_ lontrt110, pm1 fa-1· r,enle1·e ogni traccia, ... La. se1·a, pe1·ù1 fa

questo discorso all'amico : (< Senti ; io sono stanco di sca.va,re in fJ Uesto.. concessione. Se mi dai cinqunnta sterline per 1a. 1uh1, parte clel lotto, ti lo scio solo e me ne vado altrove)).

115

L'altro risponde: << E rome vnoi clic i i di:1, ci nqu:1.nta, s!·erliHe

se non ne ho? Dammele piuttosto tn le cincprnnta, ster-li.ne ed

io ti eedo la. mia pa.rte >>. H:1.,11110 raggiun to l'accordo. Si preseut..wo inl-lieme a,lla, polizfa., regolano i documen ti rel:1-

ti"ri alla, ripartizione della, conccss.ioue, quindi si lasci.,1,no,

uno da- mm pa,rte, uno chl lra ltra,. All ' indornn.ni del con­tratto, il cercatore che vide iu 80g-no il :;;;uo Santo denuncia

b scopert:1, d'unn, vena d'oro . Per l'a1tm onna i ern, ti-oppo tardi,. pe1· rn-utare qua-lche diritto.

- E chi era quello cli.e ,wcYn tron1to b rnna,? - Aspetta,. Intan to Yenue scan1.lo il pozzo; e1·a, un

tesoro! Dopo qualche giorno la concessione veninL Yend ut:.1.

ad 1111;1. compagnia, ht quale pagaYa, sou,wti cinq ua,nt..imila

sterline,

- Dei milioni addiritt ura,?

- Sì dei milioni. Ma, vedi; con tutto quel clena-ro, clii

è che sa ,·frerc? Pr·ima (;OStt che fa, pa1·te, torna in Italia.

Quand'è laggiù si mette a, yagcn·e q1u e lù , per· la, nosti·<.L .

bella terra) spendendo e spandendo . ~on sa che f:.ne con tutto quell'oro; bisogna proprio cbe qualcuno lo aiuti ,t

buttarlo via .. Infa,tti si fenna, a ::\lilano. Là lo attira.no iu

astute combriccole, lo fanno giocaI"e, clivel'ti1·e, tutte le

notti, pa.zzamente. Comini e donne gli si mettouo alle

calcagna,. Sciagurato! Non si ae:.co1·ge cl.te è ca duto nelb

trappola,. Tutto quelForo, quei milion i, che ti pa,re, g li d ina

assai? In meno di sei mesi lo 1·im-ctt.ono al rn1·de. l3i.1tte di

qua, •piange di là. Non troYa più un cane cli e gli Lutti un

or,;so. Da un ,gio1·110 a-ll'altro i1wecclJia, di vent'an ni. E allora, elle fa? Con i qua.tt,-o solcli de gli l.i;.rn110 L!sL:ia.to

ripre!1l1e il pil-osca.fo, 1·itorna in Au?h·.alia, qui1 ha, :1 oi, più

povero di prima, in quanto non .~.a, pj ù nemmeno illudersi di

ritrovare la fortuna-. Ades8o, gua:·llalo c:om 'è conda,to !

La,Yora a tanto all'ora in fondo alla miniera, a~pctttrndo clie la .moi-tc lo liberi del tutto ...

11G

120 '" m

A U 3, ]r ~Ari ÌL Ì " "'""' De;erto di Sabbia jffi

• •~59

La

Ka.lgool'l ic è una città tragica., nella quale gli nomin i scm1J1·,u10 avcl' ~111 <.l.tl"l ·ito il senso dcll'ogg-i pel' quello di un <l01nan-i che ~'tJlO di l'aro a.niva.. Ma. è pure la cittù degli uomini volitivi, coraggiosi, forti. Dai ccrc,t to ri d i oto ai mi 1.t ;;1.tori , 1, i pro !i la, un 'mun,uitù, siugohuc, a-l lct, quale pnù es:::;ere <:h iesto qu,1,lunque sforzo con la prome:ssa, di una

felicità. che pot1·.'h taJ:<la,re o man c<.we ùel tutto, senzft.. per·ò che nc ~s-un o si ribelli o imp1·ccbi aJ dest ino . Da,1 ce1·cato1·e Cl.i e scava, e scava per interminabili anni seµ z.a, null a, ti·ova.r-e se non un effimero pulviscolo d 'o1·0, al minatore che non vede ma.i il sole in quanto tr·ascorl'e l ' intera giornata nei pozzi profondi centiua,ia di metri, in Kalgoorlie vivono gli

uomini della, fatica, eroica anche se immane e dannata. In (lnell' atm osfera, tra. quegli _nomini cbe un vivere

disperato ha. fo,tto capaci d'ogni provn.,, nrnhll'a il più ardi­mentoso sogno cli Antoni o Zetto . ·Quanto egli ba. fino a d

oggi t:ompinto gli sembra. , a.t contatto eou quei gig,.111ti dello abisso, una, monotona. passeggia.ta,. Egli sen te di non avere ancora, sfidato in pieno l'ignot.o .. uè di a,ver sa puto n11cora

lmttnrsi in un' impresa, decis inl-. 1-'er questo nvverte talYolta un senso di mnilia.zione accanto a, quei ma,g·nifici lavora.tori

ita.U,111i cl.te vede n.ffront<.we serename11te tutte le matt ine l'oscura, iusillia. della miniera ..

V

ì\Ia, un giorno decide. Pa rti r·,\ da. Ka lg-0 01·lic per a.ttra.versa.1-e a, pied i, da

solo, l'intero dese1·to ~wst1·a,linno, nelle sue 1-egioni più pa.m·ose: quelln, de l K1.d arl,or plah1 , il pianoro sènz'alberi, No l\ia.n 's La-1ul, hl, rrcna, cli :Kcssnuo, e Never never land, zona, cliia,ma,ta, per la, sua scon fi na,ta. desolazione, e, Mai più tena, )) . Ha, studia to il percorso sulle carte e si è i·eso conto <l i og-ui di fficoltù; tentenì, ugunhnente quclh1 clic sarà la. sua più g1rande prova.

117

- Tu sei ma.tt-o , l'a-ga zzo mio - gli grida. un conna zio

nale. Nessuno ancora, h<-t att raYersn to que l tJeserto, che gli

stessi indigeni chiama.no un ma.re. - Appunto per questo yoglio csplor <.nlo. - 'l'i t1~overai in cattfra, compagu ia, pcl'cli è se incon-

trero,i un uomo, quello s..u·ù, d i sicuro un ns~<H:>sino, poid.1 0

Ia-ggiù hanno liLera circolazione pel'siuo i criminali... . - O r iesco a passa l'c, o muoio!

Tra nomini l'isolut i e for t i, egli nw l nppnrh e fo 1· te e risoluto. Ormai che ha auu undi:lto quel clid~arnento 11011 <''è che da metter·lo in pratica .

La ma,ttina di mart edì :?l feLln·aio 19:?S egli s i p1·t·~l'n U ,

nella, maggiore pia '.'za, di Ka lgoorlie, equi pn.g·g-ia to per l:t

stra.ordinaria marcia, : restito spott i,·o kaki, elmo cn loni,ilc, coperta da ca,mpo a tracolla, Las!one, zai uo, :-;acco a u:-;tTa•

liano di tela. pieno di acqua. Ha calcola,to di doYer cr1 m minn1·c drca, qni 11clki gi.oen i;

pertanto ha- riforn ito lo zaino di ca rn e in c:on~el'Yil: d i Ll:"i d i di brodo concentr-a,to, di cioccolato , d i hiscotti , di zncc-!te? 1·O,

ùi sale di frutta, di fiammife ri , di medicinal i. Appc8a nl collo porta una piccola bussola; ad un fianco, la rnnccl 1i11a fotografica.

l\Ia partil'à dan·ero·? Oltre cen tocinf] uanta ital inu i ~i son o radu nati 11ell:t

piaz.za-, da,-ant i ad un a llJergo ten uto da, un 101·0 counazio­

na1e, per assistere a lla pai·tenxa de llo st!'a-no g ior anc sbarcato clandestino in Australia, per· att1·ayenm-te a pied i, lungo l'immenso pianom senz'a ll>e1·i, la 'l'erra di Nessuno.

Ma pa1·tirù, davvero?

118

SOTTO LA CROCE DEL SUD

' E parti to. L'alta fig·u1·a lkl camminatore antorn, si mostra in

fonllo a.lla, stra da .. Il sno passo è veloce. I centocinquanta, ita.l in.ni lo seg·uono co11 lo sguardo, sorpresi e ad 'll:Il tempo commossi; ·immobili nella, gi-a.n pfa.zza, della città, dell 'oro commenta no a. voce nltn- quella singolarissima partenza. Aspettano-clu~ egli si ,·olti , prima. di inoltr,nsi nel bosco, per gridn rgli l'ultimo rumoroso addio.

La, sna ombra è svtHlita; · la stra.da è torna,ta, tuttn, binn<:n, sotto il sole. Sono le dieci del matti no di martedì 2:i. fe li1Jn1.io 1J)28, a, Ka.lgoorlie, in Austral ja,.

V

'l'ra,-;crizionc delle pag·ine originali del <linrio il i .Antonio Zetto :

22 FEBBRAIO 1928. Sono n,r:riva.to n, K:uonic. Ho compiu to in clne giorni ottanta, eh ilo.metri. Ln, sera. lto veduto g li ul t imi «enca-li p tuS))i con oggi è fini tn. anclie la, qnercìa

1 t!l

nera,. Ade:~so nou incont 1·0 c: be tt !"lJu~ti , <1 spi ui fcx », (( bl ue l,nsltes)) , (( s ,1l t bnsltes )) . tiul tel'r enu dul'o, qualche pie tl'a

liS:C,ia ~ l!Cl':.1•, (}Uil, e là . (Egli è ormai fuori dc1 la :tona 1wschi rn. Lenta• me11te ha la sciato dietro di 8è g1,i oùo·ro?J· i cncali.pti, .;.nfi.110 a.nelle le gramcU qncror..: nere . D a q·u,e8tO momento 110n ùico11i.rcrà che radi cespngl·i} tal-uni

d'u n colore bluastro } a.ltr·i claUc foghe salate:

J)IT8C1di.m c11to clc lla, morl v dcUc cose) del deserto ).

23 F E BBRA.10. - Procedo. lio incontrato re ~ ' a-r,1·agal e la sua gente. Poi, nessuno più . Fa ca.ldo e dormo i u mezzo a.i cespugli.

(Appena ['no r,;, lùtro11ie ha a,t►U,to la s ingola,-rc vent·wra cl·i ·imbattersi ,11 clla. t-r-iln't cl-i r e Wa1-ragaf.

Costni si è compiaci·uto laso ia,r s-i fotografa,1·0. Il i; ianclante ·riten e-va che Viu con tro inconsneto avrebb e vot·nto metterlo cl-i bnon 11m.or e. I nvece no . GU uomù1,i di qu,e llo stra,no 1·0 sono oscwri , tristi) non rùlono mai, e allorchè cantano pa1·q singhiozzi110 . Se-m·inu.d,i) n eri, òrutt·i, con i ca,pelU lU/ngh·i e ridotti a corde con il fango} son-0 vera •

men.te degni cU vopolare qu,clla soia,g1wata ter-ra. Nessuno lo ha guardato in fcw c·ia, rna olt1·e la

persona1 come fossero sta.ti tutti assenti a. se stessi . Ha nota,to alcune donne met·icce, ed ha appreso che esse sono figlie d,i cercatoPi d'oro !ti

qual'i la tribù è ttsa inviare in Omaggio le sttc donne -i-n camhio di tabacco e fiamm .. ifer i. Non lw

velluto, però ) -·im solo 1netfocio) cd ha sa1)uto che i maschi vengono senz'altro 'll,Ccis-i al loro nascere,

onde la loro presenza non intacclvi la, gcrntinità della bolla ra.zza) .

24 F EBBRAIO. - Come ieri: i l ph1n o1·0 monotono. ) I.i viene qua8i la \·og'lia di torua r e i ndiet w . Ma, ho 1iaun1i de lla,

120

dc1· isione. l' rotcdo o rn o1-il'ò. Donn o tome ieri. Le mie prO\'· viste hast c,1·.111 no per 11u indici g iorni .

(Oicì lo ha J>rcso lo sconforto; ma è im mornento . Piuttosto ohe ·tornare c1, KargoorUe) sconfitto) ri.n.u.·nccrà_ (1,lla vita. Onnai canunina nel pianoro scnz·atberi) e conta di cssc1·e in qwim,d-ic i g-ior-ni al

JJiù ta·rdi da-va11,t·i ai l aghi salat·i ùi Boimdary D ain) .

2J FEBBRAIO. - Mi oriento con hl, piccola bussola vcr~o i. ln-g-ll i sa. lati, n ella z.ona di Bounclary Dam, dove mi 1·ifor nil'ò di ac'}llft, e fo1·se tli viveri. Dormo in una << blown hole)) .

(La v ·iccoù:1, fr11,ssola è) 1wr <1,desso) l 'wnica cosa viva nel deserto aWim,f1wri dell(1, s1u1, 'liita. Egl-i n-e fissa

lwnua,mc nte il q,11.a.d·ran-te, svcsso comp-iacend.os·i di

esperimentare la, sensibilità, dcllJago 111.(l,gneUco.

L<1, •11H1,rcia 11roced,c verso oriente) con mia Ue·ve

llcviazionc a n,ord) dove, a,ppmito, s·i trovano i Lagh-i. I l ca,111,111.-i:na,t;orc v e11,8a che lassù racqua sa,rà a,bbondantc; ed è quasi certo che in 1n-08S'i •

mità rlci Laqhi inco,ntren1 q-ualcuno, sia pure uno clei criminc1,li l(l,SC·iati i.n Uberlà. , Con qi1,esti pen• sieri si ù ruld<>r·mcuta,to d-entro all.a « blown hole ii, una c<1,-ucP11a, proba1J'ilmentc co11,g-i-11,11,ta con -il 1narn

-i.ti quanl,o l'ari.a v,i ci.rcolc1, ·imvet11osa, a volte 1·espi.nge e a. ·volf:e cis~orli o. Che si.a U respiro dcll 'Ooca.no ! 11rliamo!) .

2ll F.EBill{AIO. - I el'i Ilo veduto qua,lehc go,rna e alcuni 11c1:elli. Oggi, ll <.! HllJWIIO Ull uu ima-le . E llOll tl'O\' O un cespug-lio orn donuii·e.

(Nei 1wim1,i yioni·i le goanc, quei curi.osi l1wcrtoloni

l'ttn[Jh·i p·iù (l-i •11.n metro gl-i ave-va.no J)rodotta •un,1,

ceda -i-inp-ressione; ora) vcrù, grad irebbe i-ncon­tnwnc q'lla l cnna,, così d(1, scn-ti.-rsi meno so lo.

D1altra varte le goane 1>ossono ri·usc irc preziose

121

Ùl• caso <l-isperato per sfarmarsi. Ha ·r,cdnto le tribù.

d-i Wa,-ra.gal clor foro la, carcia) man01;ra:ndo ·i

famosi <e boomerang». S i. è an.::i dirertito a, consta­

tare co me la, fa.ma, <U infallib·ilità lo ·ro attri.ùif.'ita

-nel lo ·noiare la, cl.arn 11 011 sic~ esa tta) vo·ichè ha

osservato più di 11n << boo111 crm1g )) fnllirc -il coLpo, e non torna,rc n e7la mano del. la ·nciatorc).

27 FEBBRAIO. !I:1.ucio t utto il gio1·110 fino a, sta.n-carmi. ì\Ia.ledetto Premier Down!

122

(Il Prem.-ier Do-wn1 la zona che 7>reccdc la, Terra d-i

Ness-u,no) si meri-ta da'V'lìCro la 1naledizi.o-i1e. Sem,pre

11.guale 1 vr-ivo d-i co lore, sm1za 1m·ombr<L, ·il viano1·0 oontùnua -i-ntenninab-ile vercle11d,'Osi a.1.1~01·i.tz·onte. Ta·nta m.o-noto11,ia esa·urisce le ene,·gie psichiche del

marciatore che talvolta, bal..ta a con ·cre , per

a,gitarsi, sentirsi. JJÙÙ •i:iw).

28 FEBBRAIO .. Incontro una. banda di dingos. (Me·no 1nale: ·il deserto è meno deserto aUorchè si

·incontrano ·i cl-ingos, ·i c<i·ni australiani così feroci con la pastori .. i:ia .. L a loro avz)(l.,r·iz-ione (J •i11oltro 1111,

b1wn a-ngu,rio: forse che nelle v-ici·nanze ·1?i è qualcu,no o q·ualohe cosa) .

29 FEBBRAIO. - Caldo maledetto. (Niente; ma) quante ore desolate ha, viss1ite il

cam.minatore ! S·i è spinto avanU tra l'-i-lnme-nso

mutismo rlelle cose_, sttveranclo d-iceine e diecine d·i chilom.etri, se-nza trovare nulla so7>ra q1tel via­noro a volte rossastro d,i terra) viù spesso gr·i.gio d-i roccia . I snoi occ.hi hanno cercato in ogn,i d-ire­

zione lungo ·il ci·rcolo clcWor-izzonte, senza verò

1vulla sco7n-ire. E qnel caldo 0V7wirnente) qi'.'lÌ, da l

cielo incendiato dal sole (lcl Tropfoo !) .

MARZO. Vedo in cielo qualche a.vvoltoio. (Br-zitto incontro) tuttatiia prefr-ribilc nl sil.enzio assoluto, a q1rnlla C8MqJ r;rante monotonia,. Un

a.vvoltofo che att1·a'1i ersi il delo rfoh-iama d./im v·rovviso nei cervello i vens·ieri} dovo che la niente 110n save-va più distrarsi. Peccato che l'uccellaccio sia messa,ggero d·i tenebrose idee ... ). ·

2 MARZO. - Come ieti. (D u.e soU 1nonient·i della gfor-nala ancora posseg­gono mia rav 1.ri·oo-nte bellezza per il camm,inatorc : la voesia deUcat·issima delFalba, che s'annuncia a or-ientc con rosee trev·idazion·i del cielo, e il mor-i·re del ~olc, a.llornhV t·ut lo arde; 1,a sera; alla sua fi.ammia rossa).

·3 MARZO. Mi .-wvici uo a-i laghi sa.la t i . Vedo dei miraggi.

(I su.o-i attc·nU calcoli gz.i fanno ritenere in111ni -11,ente la m,vta,. Perc-iò affretta, la niarc·ia. La sera,

·in fo1ido all'o•l'fa:zonte vede 1·iluccre 1mo svecchio: sono ·i Lagld?).

4 MARZO .. - Vento fo rte. I n duo giorni spero che sarò ai laghi.

(ll 'l.:ento clcb fa,stùl,fo , ma è un motivo nuovo nelle

soM.t11,d'i1i·i : è <(qualcuno » do,ve non c'è nessmio,

Ancora sessanta-ottanta ch-i.lometri, e alla, fi.ne il

v·iandante av1·à raggiunto i Laghi. Oos-ì. i l deserto sarà stato vinto vor l (1, vr ima -i;o lta da un passo d''/1.omo) .

5 MARZO. Il tcneno è ricoperto di sale. Molti mi ragg·i. Sem lJn1 a.equa., mi a.vviciuo e t rovo sale.

(A-veva la, lucentezza dell'acqua) la luminositd di 11,11a (l'istesa, liqu,ida, a·mx1,111,vante sotto ·i raggi so lar·i, ed c1 ·a, i.l sale, 1.1.na, bia.noa volve1·e ohe rin­frn,nge la luce come w10 specchio e crea i tristi

1niraggi. Sotto quella crosta cl·i sa.le nulla può vivere) nè della, ·v-ita a1~im.alc) nè rl-ì. q11,ella vegetale . Dc8crto, dese·rto, àcm1dat,o dal r itira,rsi degli occa.ni fo, c7Joohe della 1JJ'eisto r ·ia ... ) .

123

6 MARZO. - Oggi avrei dovuto arriva.re secondo i miei calcoli a, Bounda,ry D,,1,111. Ho canuniuat o più iu fretta. fino a ta.rdi. E' oscni-o. Konj ,·edo nieute. Nessuua. lnee. Decido di acca,mpa,rmi nella notte.

(No n è arri,1xito a Bounda,ry Da111,, nè 'V'i a1T-i'verà

altro. ll(i avuto va•lt.J'Ct (t-i spingersi ,un voco v·iù a 1wrd, fors e temendo (l-i passare oltre i Laghi e

sman•i.rsi n,el gran deserto d·i sabb·ia dell'a,lta A:11 stral.ia. E' im;cce pass(tto sotto i Lagh·i1 alla

distànza forse cl-i alc11 ne ·1ni.glia1 tu,tta•IJ-ia, senza

accorgersi della loro vi.ci.-nanza,. Ha continuato a

caimninare 7>e1: du.e gior·ni cla occidente a ol'ie-nt~,

co,tiviendo 1i.na linea quasi di·1-itta, in rnodo da

la soia,.re al.la sua sinistra Bowndary Dani . Ora 1

senza saperlo, s'allontana scni,zJre viù da·i Laghi ,

si ·va penlc11clo nella N o Jlfa,-1fs Land ... ).

7 lL-\..RZO. - Mi sono forse perduto? Kun Yedo uieute, solo il sale e il pia.no stermina,to . DebUo aver deviato un poco e forse Boundary Dam è a sud. Mi dirigo a sud est, perché se non trovo i laghi, p1·ima di in.ori.re a.i·riverò forse a1 mare.

124

(Dubita d·i sè, è inqi11ieto, irit·u·isce d1aver errato . Ma co1npie itn secondo errore : anziohè vwnta,re a nord, scende ancora Vi'Ù a sud. E ,vidente111,ente la piccola bussola è inadcyu.ata alle necessità di wi preciso orientamento sovra 'lt-n deser to varago­nabUe ad 1in oceano . Una insig-nificante deviazione dell'ago magnet·ico ha anrvu,llato t1.itti i suoi vian·i di marcia. E adesso, che fare'! Lanciarsi a su.d, .v"erso la costa1 in dfrezione del mare, distante, ahimè, centinaia cU chilometri ... ).

8 MARZO. - 'fa,glio la mia ra,zione di acqua e di viveri. (Ha compreso la gravi tà della situazione; int11,·isce che lo attendono lunghi8s-invi 9ion11i di ma1·cia

1 da

sit71crare con la. sola en<;ryia delle gambe, con lr­scarse 1··iser-vc-rirnaste nello zaino . Ha però deciso: 111,<1,ngcn), meno 1 berrà m .. eno, cammiinerà di più).

!) :MARZO. • Sono nella, No Ma,n 's Laud. (Dovo dicianno ve gio·r·n·i cU nia,rc·ia è arrivato nella Tel'l'a di Nessuno . Q1wsto n01ne aveva sempre sedotto ·il su.o sp-irito . . Aveva 1ul·ito v1·onunciarlo

la,yg·ùù, a l(alyoorlfo come si varla dell1al di là. La,gg-ii.ì gl-i a·vecano detto che q1tella va·twosa terra ospita.va ·i crim,i'ltal·i, yli a.ssa,ssini, ·i ladr-i, mentre non wn cssern solo egli ha ùicontra-to fi1norci. Solo, egl.i 1Xi nella No JJJan/s Land, che ha fin·ito d·i essere terra di 11-essnno dopo che è stata ragg·iunta clctll1a·rcl-i?'nen t;o di 11-n Ital-iano).

10 MARZO. • l li isento p iù stanco del solito. (Non so no •i rcnti giorni di, ma,rcia eh/pesano, ma i giorni cli c vcrra11110. h'e l'idc(I, dulla fine non. lo J)l'('O('C//JJ(IJ il J)Cll8iero di (/OCC/' }11,(J/'irc di fcnne, di. sete, (JIH_"8 to 1,ì, che 1-o alte'ITiscc. (Jn cl C(tl/1.. 'l'//Ì·

•11(1,rc per f-anlc settimane; sn una. {listcsa, che non ha oonji.11,i, ·1wH ha, volto) ·no·n ,11 ·11, solo vciltJ'ito tli vi.tu, lc11ta111c11t,c spcg·11 e I.e sue c11cry·i.e 1uw-~ose, più clcllu sue jorze '111:usco,lct·ri. Da,Ua, fame , dalla .<.:u/e} dalla, fa.t;i.ca,, ·i1111,umercu0U ·1:01.te eyti è stato pru1;c1,lo; ·111<1, quel suo amùare senza direzione, scn .:::a, SfJ c1·m1za) 8rJ11 zci ill11 si.one, qncsto è desolato!).

11 i\L-\.l{ZO. );icql·c .1 nco1·a e f a, cnldo. (Uoryc111is1no è scos8o, ·11on reagisce vi·1ì,, sta per spcyn crsi ? A lto ò però aurora, I.o spiril,o <lcl -i;ian­da.nte, se eyli 8(Ì dcliwiJa·l'c la, cronaca di 111ia co8Ì f:-rc1.9i.cu 1narcia, tra qncl e( niente)) e quel << fa, C(l,lclo >)) .

12 ~IAH-ZO. - Niente . . F ' ,1 1.:nldo. llo sete. Ho 1101.:a. tlC:.fJlltl.

(Parole rii grave r;ignijiutf:o. Ma sula,11011-tc ogyi

ha, sentito di prcc-isare m.cg1.io -il suo drannna . .,

clopo che ha vecl-nf.o dùnùi-tdrn -il volmnc del saccu

di tela che porta con. sè, es tre-mo 1'ifo·rnim,e-nto

delle siie vossibUUà d·i oamm·i.na.to1·e perduto).

13 MARZO . . Fra. due giorni ,wrò Jini to le provYiste. (Dm1q'!1,ef Se nello spazio di quarantJotto ore noi~

i ·ncont-rc-rà nessU,nO) egU ,ve1nì a t-roi.;arsi, ·ir-rùne. ­

diabilmente tra la ·vita e la 'morte., neUJagonia 1)iù,

spaventosa che crea,t,11,ra u,ma:na vossa soff1·ire . .. ) .

14 MARZO. - Stanco e ancora, niente. Donurni fin i1•ò Jc provviste. Poi , se non trovo niente . ..

(Ha ai;nto pa·1tra cli- con,t ·i:1t"11cH·e . GU è- sembrat o

che) annota'll-do ,11-ua gel-ida parola, cgl-i votesse int ro clm'l'e nel suo destino 111w scntcn ;w ù·rc• vocab-ile).

15 MARZO. - Verso sera finisco tutto quel poco d'acqua e l ' ultimo da.do di brodo.

(Sta11-0tte i suoi occhi stenta.no c1, ohi'.u.clersi; 1·hort-i al c·ielo fissan,o allo Zenit le quatt,ro stelle della Oro_ce del Sud. Sopra quella croce 1'if11,lgen.tc alla soinm:ità dell'emisfero a.itstrale) il vianda.nt t3 abbnn(fona gU occhi stancki che altro non vedono) .

16 MAH-ZO. - H;o fame 1 bo sete. Penso che ma.i più ritornerò a.i miei luoghi. Fa, ca.Ido e ca1rimino di notte.

(SJav,v-icina ai pùì grancU pens-ieri) s}i?nm.ergc nelle

più forN nostalg-ie mentre cammina lc-nto sotto le stelle. (( A,i 1n·ioi luo,qki » : nella, sua bella, terra

istriana) a Oavodistr·iaJ a Isola, s·1tll'Ad·l'icit·ioo .. . E internJga, avarizando -nella notte, le 1·am·ifica,•

zioni est·renie clella via Lattea, nello, cui lontanis• sima sci(I, di luce s·i cletenn·ina ·il sr:9110 del Norit, la stral'.la c<Jlcstc ve-r llL qu.ale i 7wnsier,i 7ws.so110

1'isal-ire neffaltro emisfero e ill·uclcrsi cli acoostcn&i alla t erra natalo ... ).

126

17 MARZO. ~ieutc. :Mentre ero sdraiato, sotto la giacca, a lz-.1,ta col ba~tone, un'aquila. è venuta a vedere se sono

morto. (Una yra,ndc aqi1,Ua G Galata dal cielo) ha volteg­giato attorno all' uomo dù;teso al suolo; ma ha

visto che ·i 8/ta·i occhi erano vivi) ardevano d·i

febbre) ed è risa,l-ita perdendosi nell'azzurro) .

18 MAmW. Pcrùo le forse . Tutto il giorno sto sdra­iato. ì\la,rco su una, pictl-ft, il mio nome. Cosi si saprà un giornO ,1 chi a,ppa,1-tcnen1, lo scheletro se i miei documenti a.udranno di :st ru tti. Col f1·e8co della, notte r-iuvigor·isco e

procedo. (R' 'l.i-into; la grawlc -m<1,rcia si <l all'improwiso a,r•rr;sta t,a. Da:vanU a, l ·wi wna mèta estrema : la rnorte. Una vrnfonda tr-istezza lo tortura: che si grande fal-ioa e s-t m,aschio ardimento possano dispcrclc ,-s i come l(l, vol·vere clel deserto. Perciò SCl'ivc sulla rocci.a il suo nonie, (< Antonio Z etto >i;

e agqi1myc <( Itali.ano n. "Afa ha im r-itonio di fo1·ze, e, 11dla ·notte, JHIÒ riprendere l'andante eroico llelln sua, ·rnaroia, .. . ).

19 I\IAHZO. Mi gira. la, testa, e perdo i sensi. Quando i-inn~ngo sco1·go ti·e ,wroltoi che mi osservano volteggia.ndo. Morir·ò cc1·to, qui, uel Ll c~crto. Scriro c:on una pietra sopra mù1.lti-a, pietra, il 11ome e un ,1,ddio a, tutti. Penso a mia. ma che morta, clic pt'esto rc.1-ggiuugerò . rerdo i sensi. La sera 1·invengo.. Sen to freLltlo. Cammi110· n, stento, a<la-gio ... Mi ripo8o ogni t..wto .. C'è un chiaJ·ore di luna, e mi pal'e di vedere in fondo, tonta.no , qua,khe eosa,, mu1 pi,ccol,1 luce .. . MU è cc1-ta.meutc u n' illusio ue ...

(Pù~ -no11, spcH1,, 71i.ù ·non s ',illud,c. <( M01'irò » ha

detto c1, se ~tesso; cd ha, segnato quel.la 71arola scg1w1Hlo ·i.l ,wucgyiare (legli avvoltoi, anim.al·i che hanno u 11, 111 ist:crioso sentore llell'altr11,,i, morte.

Quella. cc1·tc.,::."z:a (lcll.a 1wossi'llla fine .lo solleva nella

127

sfera del. v i'l'l grcl'llde a.m ore m 1i.a •110: sol.o a sita mad,re vc11sa che egli lasoiù gio·i;ùietto e che tt·a poco 1·a.ggi.11mgerà nella worte . Poi ohe la sua, •tiita

fa talmente è decisa ) al cospetto di quella, tcr·ra

morta. ,nei secoli. e presc11te in tu,tta la, sua, trag ica dcsolcuionc nel. ,volo clcgU wuoltoi,) eg l i tr accfrt, co-n

'l/ll(t pietra sopra, mia •roccia a,ustralia11<i l'iscri ­

zione fnneraria (li quella, che sanì 1.(1, s·11 a. t om ba.

L ega la sua vi.fa ) i.l ·ricor(lo delle sne -i'mvre-~c con

il 'I/Olil C che le intewvcr·ic 110n dovranno cancel,

lal'c; ferma il t elllJJO sc.r; 11 a11 du -u -110. data,; JJOi ·wn

a(ldio) l'ultimo ) a, << tutti )) . Dopo che ha co111vosto quella sua lapi(le ) •ritent(1, la, marcia., vroccdc•1ulo a

tratti) c(ulendo) ,rfsollm;andosi) trasci-nandosi car•

poni. Oh) trist ezz·a -infi'1liita di qtwl ga.gl.-i.ar do cam­

minatore che più non vnò ccimm~inarc ed c1,i:cmza

a,b·crrall(losi al suol.o con le ma,ni! La sua morte snlla, stnul(l, i) J)Cl,J'Ogo ·11(1,b ilc alla -mo rte dell 'atleta

su.l tcippctto cl ella, lotta. t( Mi rivoso ogni tanto ii :

cl-isteso nl suolo guarda con occhi 1norc 11 N n t ·r e­

molfo delle quattro stelle che) altissim.e nel c-ielo australe) 1·ipcto110 un segno d·i amiore e iU. sncri• fiz-io connme a t1t,tt,i gU, 1wmin-i .. . ) .

Gli era sembrato, p1ima. nel compiere l'estremo sforzo

di andare inna nzi, di scorgere in lonta n,mz.a, qualclie cosa., una piccola luce; ma aveva temuto fosse un'ill usione ..

No, non è u n' illu r:,;oue. Mister Mac Naugton, un so1·ycgli1:u te dei grnud i ,1lle·

vamenti d'animali dislocato all1e~t1·emitù, de l (< 1·a nge >>, nlle porte del deserto, per Le n t re ,·ol te è uscito da lla, sua, tnpu.nna,

recando nelle man i un fa nale onde gua,nlan: intorno, sopra tutto per fare dei segnali ore qua.lche cow-lJoy J)l'O\'C11 ie11 tc da,l :Vac Donalfl 1·11nge ave%e Jier e;aso sma nita ];~ st1·mla .

128

J/nltirua volta, d.tc è msdto, a.ùdiTittura ha, g1·iùa.to ve1·so il deserto con 1a. sua squilbn te ,·uce iI'lanclese eù ha aspettat9 nna 1·isposta; infine è to1·nato nuovamente alla, capanna .

Non si è pe1·ò da.to pa.ce; poco vr·ima. ha udito, e non una, voltn, sola,, un'invocazione o nu udo, certo qualclie costi di umano. Chi pnò essere, se davanti :tlln, ca,panna si esteude

. paur osa la, rre1T:-1, cli Ness un o? e' vero d ie il vento JH'OYenientc da l deserto t1·a,sci n:-:t una pohere (inissima che va a creatt! le llnne rnohili; ma il n:~11 to li ft un bl'eve sibilo, famìli:1rc

all'orecchio. Da, buon ida.ndese conosce le vi1·tù della. pazienza, e del!;:.

tenacia,. Ra, t 1·asciuato :dl'esten10 llelL.1, cc.tpauna, una seg­giola, ha, acceso la pipa, e si è .messo ad al)pettare. Accanto a Iul il fa,11~1 le e l:1 ca1·:1 binn, Ut,rica.; se qualcuno ha smanito la. stra.lfa vechù; se, JJOi, (111:1Icl1e altrn volesse ùa-re noia, sarà servito .

Il (< foncc 1·ide1· )J Mac Na ugtou non si era ingannato. Quando il Ycnto smo1·zn1 la, sua, cantilena,, dalla p3,tte del deserto si ode uno stutno flnsdo, come se quak,he cosa :wammsse t1·asciunnclosi a, ten,1i, Iu qualche momento al fruscio s'accom pagn:1, un:1 debole voce. Mister· Naugton rimaue nucora, aLl. ascolt:.we, infi ne s' :1.lza,, imbraccia, Ja, cara · bina., nffcn;1. il fanale e, l' iRd1i.,1 r amlosi. il passo, s'incammint1i verso il deser to.

11 cielo a.ust ra.le è t u tto un guizza.re ùi stelle. Patti due o heccnto metri <lalla, capa_.n ua-, il gua.rdiano

sc:o rgc, più avan t i, s ul pianoro gialla stro, una grossa nrnc­

chi.a. nera .

- Oel1 ! - gr,j(l a,.

Non rh~;po nde nessuno . 1\fac Naugtou riman~ un istante a penr-;;.uc r1uiudi si a.\·anr.;t, riso luto. Ancora cento passi e si

t1•oy:1, ti-a- i piedi. un coqJo mna,no, ancora, non s:1 se vivo o

mo,· to. Lo osserva lungamente a,ll:.1, luce del faun le, lo tocca

e lo ~fra, in fi ne s i decide: 1o·sollent di peso, se lo c:ui ca, snll e

spa lle e io t1·as pod,1. nc lhL cr1pa11n:1.

129

E ' riYo. 11 (( feuce 1·ider >> t.:be rent'a ruli di soli tudini a,usti·a.liaue

lwuuo 1·eso sordo a.cl og.µi dcissitudiue um<.rna, n on s'è ttu ­bato per quell'incoutro. Ha. butta.to lo sconosciuto sulla bra.uda,, ha., messo sul fuoco il n1 so del tè ed ora, sta, 1n-epa,­i-a,ndo uu pfatto di (e bacon a-nel eggs »1 il meglio che possiede. Ogni ta,uto :squad ra. lo sconosciuto e scuote la1 testa,. Ma, chi sa1·ù , rn-stito a, quel modo - si domauda,, Poichè non LHò llCS· su11f1, ferita,, uou può a-Yere che fame - si r isponde.

Iutauto che il <e prosciutto e uon1, >) fr igge nella padella,

decide cli sYegliare quello che pe r l ui uon è che u n ,1ddot­mentato. Da.pp1-:irna, gli spruzi-.1, su l pet to e sul vi::;o una, cat i­nella, d'acqua , qui11di gli Yersa uelia, Lucca,, con nu cuc1.: li i,1io, del rhum. Ma l 'alt1·0 aucon1 uon si cc SYeglia, ».

Sernp1·e ca,l..iuo, 1L.lc Kaugtou gli rers~t in gola, altre

<..:ucchia.iate di rhum, fluo a, quaudo non lo ,·ede ,.1.prire gli

occhi. - All r ight ! Poi lo aiuta a, solle\·a.rsi Ùù.ll c.1, LrMHl,11 lo 11ouc n, seclc1·c,

lo copi·e con una coperta, verd1è frema tli frcdùu, gli ,t cc:os t.t

alle ht-bL1·,1, una scoùella, di tè" ca.Ido. J.1e11tameute lo sc:0 11 0-sciuto :si anima. J.ht è dcbolb--simo, auco1·..1 ti-ema, e da, solo non può uemmeno ma,ugLu e. :OLi e Knugt on qu e:•d:a, volt:1 ::; i

l'ende con to cl.te il suo mistcr io:-:;o ospite dcYc effottinunente star male; a-llo ra-, gentile, lo· a.iuta, a, iugoiare il (< La.con ami eggs >) .

Qua-uùo finaJmeu_te si acco1·ge, dopo un 1o t<l·, c lic lo sco· n osduto da, lui t ro\·ato nel dese1-to, scuia ~i,1·mi , se.111.,1 p i-O\' · vii;Jte, se.µza vita, è ridheuta to uu uomo viro: vc:1: ,1 sederglisi

accanto, riaccende la pi p<.t e , dopo .:i,verlo sc.;,rutato n egli oècl.ii , impassibile dom.a,nda :

- By Saint Patrick, what' s up with you? Clic c.:osa, d <! sutcesso?

130

BANCHETTO DI CANNIBALI

Una, nurnica, di festosi hilli gli entrò pian pia,no nella aninrn-, lo scosse dn,l sonno, a.Ua fine svegliandolo.

Ap~rse g li occhi e gua,rdò in giro. A pochi passi , raccolti attol'IIO ad un .se1·batoio d'acqua, piovana,, centinaia, d'uccelli <Fogni color·e si sta,va,110 disseta,nào-. 11 loro canto saliva, alto e .giocondo. A.neon,, non era sta.to dato a.1 cammiuntore uu

rhn-eglio 11iù sereùo, né d'ammira.re visione pi ù gra.ta al cuore : YOlle considera,re quel r idesta,rsi un feliçe ritorno nlln, Yita,.

AYevn, tntsco1·sa, la, notte a.ccnnto a,lln. strada,, ripa.rato dal modei,it:o tetto d 'uno dei wa.tcr-t;a,nks uei quali , hm~·o le

. pia,nure n-ustra.liane, si raccoglie l 'acqua- del cielo per il

beveraggio degli . <.1-nill'la-li negl i a.Ueva,menti. Tutt i i giorni , a lla fine d i trenta, o qtuwanta, ch~lo_metri, ne incontrn,Ya, uno, e andava, a l'ifugi~: r~i hì, dentro, poichè nou semp1·e i cow­hoys e1·t1uo ospitali. FJ<tili sa.pcv,1.: essere egualmente felice . ~ erma.neva, a ncora. iu lui, doloroso, il l'icordo della, disperata mm·cia, attl'~werso la 'l'ei·n1i di Nessuno elle, ora,, il solo fa tto d ì ~entil'f!ii viro, c1·a. inotivo di letiz.in,.

131

Lontnna. orma,i era, la tenda. dell ' irlandese 3iac Kangli­ton , dal quale aYeYa, ;.nnto in clono, p,11·teudo, ogui s01ta di provviste. L' Austra,lfa, paren1, a,Ye1· penluto ogni attr.:1ttiYcl.r dopo quell 'episodio; allesso egli a.nehwa fortemente di r ag. giungere i porti della. cost,1, orienta le, sicuro, com·era, di trora.1·e, presto o bucli, un imL,uco s6p1·;.1, uua u,nc iu p,u. te.nza, per ,gli oce:u1i.

L,1, Yastità del continente d'a,lt t·o canto lo sgomentaYa. Per raggiungere 1m allenuneuto cfalL1lt1'0, clo,·eya, 11c1·con-crc dieciue e diel:iue di chilomet1·i, segueudo pkcoli :,ca t ic1·i appena segnati accanto a,ì recin ti dei ca mpi . E la, ,·ita e1·n difficile . P1·ima cl'ottene1·e un piatto cli .rniuestra, thlgli a lle\'.i. tori , cloYera. sellare i can,1lli o a.ttaccadi :1i e;a.ni. ~i :-:eutì dire una- ,·olta. per la. sna, inespe1·ienz.a, in quei hwori :

- 11a ia Italia non a,,·ete ci.1 ,·a,lli? Si accontentò di l'isponcle1·e : - :\'on ci servono più, in quanto adope1-iawo pc1· tntto

e da-ppertutto le automobili ! L'a.ltl'O volle controbattere: - Il mio .tlle,·a.meuto è pe1·ù gnlllcle quanto l:1 ,·o~t1·n.

Italia ! E lai, di rimando : - Può lla-rt i. :\Ia. una, de ll e nostre cittù Jiu JJiù al; itanti

dell ' intera. vostra, Australia!

F u proprio un ri ton10 a.Ila dta. . . A.llorchè giunse arl Adelaicle1 c..1.pitale del S ucl aust,·a-lin.,

e nanò la sua, sti-aorcU11a,1· ia. avyentur·a., troYò JJl'im ..1 so r • pr-esa., poi diffidenza. Taluni g li most1·a1·ouo <le i gior11;_1l i, su.i quali era stato sc1:itto come n giornne ita liano dic s·e1·:1 illuso di attrarcrsar-e Ko Man 1s Lancl, e1·a. sta,to ucciso durante il temerario viaggio. Lo a .. vernno 1ifcl'ito a lcu ni .cow-boys, i qua li si erano imbattu ti al1e. soglie del <lcsel'l"o in una. t:·ibù ùi ;;bc,1·i;·en i, i cui COnlJJOlH.: llti faCCYflllO sfoggio di in clumznti civili i ntrisi cli sang:nc.

J'N

140 ,so '"" 170 180

p-;r;-5 (,0 (~

['JPIRITU 5AflT0

~(AIRNS

\ C7:UALI5"foi!

NUM/11

20 NUOVACAi CDONIA r,,w,_,,.,,u ~

t~ O ,so 160

La crociera nel Sud-Pa citl.co a .bordo dell 'i mp1•ovvlsato " schoouer •. - 1) ll punto ove Zetto si sta ccò dal giornaJist.a Darling.

Allora eg-li corse nelle reda-zioni, a, smentire quella uoUzia., a, testimonia1·e che era a.ncora vivo ..

V

I'otè cosl r ag-giungere una sirnpa.tica popolarità,. Nelle miuiem ll'a,rgento di Btoken Hill la colonia ita,liana lo colmò cl'n.ttenzioni , di feste. Col conforto della generosità dei c01rna.ziona.li egli si rimise in cammino per le fert ili terre inig·ate dal Murrumbidgee, nella parte meridionale della Australia.

Un giorno, mentre camminava in una foresta, di euca . lipti, di albeti cli gomma bianca e di gia,rra, ebbe la. sensa­zione di essei·si perduto. E ra esattamente il venerdì santo del 1928. Cammin ò per direzioni opposte, ma senza poter

uscfre dal bosco. Pcc~ dei calcoli basandosi sulla luce, . sul sole. Invece la foresta, non finiva, più. Si accam·pò nella notte tJ-a, i cespugli, pel' ri ten ta,re la, ma1'cia aJl_'a1ba. Trovò un a.l be1·0 di melei ernno ancora, acerbe; le ma.ngiò con il mi ­g·liorn a.ppetito. All'indoma,ni 1·iprese a, ca,mminare per molte

oi-e, sicuro di a rrirare a-Ila fine sulla str-ada, giusta-. Inveee non passava, nessuno, gli alber i si succedevano agli a lberi.

T1·asco 1·se au<:ora- utH1 notte nella, foresta. Allorchè si fn"cgl iù era, il g-iol'no di Pasqua. Si disse, r imettendosi in t,immino, che quella, ricorrenza doveva. gi.nugere propizia alla sua, safrezza,. Andò ava nti tutta- la, mattina-, inutilmente. Ad t 11u cett'ora si accasciò a.i piedi di un albero. Doveva essere <11iest a- Yolta, la, flue?

La, solit ud ine della-foresta-fu qualche ora, dopo percorsa. da nna- squil h1,nt<; rocc tenorile. Un uomo ca.nta.,va, in lontn11a.11z[t,. Bnlz-0 in piedi, col cuore in tumulto. Si pose in nscolto, frena,ndo l'emozione per meglio distinguere quel <·n nto . Gli parve di udire un a, vecchia,, ~Ha, ca.uzone ita.Iiana; rna poi avvertì uno stordimento e si domandò se nou era l'<! duto in un gioco di aBucinazioni ...

133

Si mise a: conere nel bosco, irrcontro a, quella voce, urlaw.1o e urlando. Anirò chwa-nti a- una teucla,. Vide t re uomini seduti intoi-no acl un ti.w c-lo. Etano ti·e ita lhu1 i, ti·e spacc,1legua. pugliesi , i quali fest eggiavano nel s ilenzio de i campi la Pasqua-, cauta.udo le nost;.1.lgie de lla Patl'in louh.u1, t.

Allo1;chè poc.o dopo, si a,LLractia,runo, pia,nse1·0 (li

t· omlllozione tutti e quattro ...

Gli Ita liani sono. in Aust ra.lia. mol to numerosi. La so la Sydney ne conta, seimila,. La.,·or,HlO tutti , onon1udo la l',1.t1·ia.

I m e1·idiona.U si occupano del c:ommel'Cio della, frutta., i

pugliesi della pesca, i reneti dei laY01·i del l'edilizia,, i lom• bm·di e i piemontesi sono i pi ù <l,pp rezznti e:arpentieri.

Le accoglienze che il u 1mndna.to1'e iucont1·an1, {jll:l, e li~ dai- comrn.z.ionà.li lo r ipag;.1,n1,110 dei p1.1-ss,1tj cliJ-:agi. Co:--ì a Sydney, a, New Ca&1-le, ne11e miniere ùi cai-ùone di Mait lnn d, ,1, B1·isbane, a. Rockha,mton , a. Towns,· ille.. :Kel reni toi·io <lella, c<.mna da. zutche1·0 r i\·0110 del loi-o laror-o non u1e.no di

diecimila italia,ni. Nei cil-coli eultum li e nei Fasd di c:o.m­

ba-ttimento a,nstra-liani A n tonio Zetto 11arlara, scr;.1 ,luie.ute. Alle sue f' Onferenze intel',·enhano c:ent ina,ia. di italia ni, centinaia. di st ranieri .

In questa atmosfera di YiL1-an te fraterni t à egli giunf;e a. Oait-us, il g1·111Hle porto de.l Queeusl;1utl dm·e, 1.1 c1· l;i, p1·i rn;L

rolta, dopo ta.n.ti anni di soli tudine, egli in con tra,n1 un u o1Ho

che giudica-n t. degno non :-::o lo della sua a rn kiz i,1, rna (':l (J.lt"l!

ùi diYidere con lui la sua. d ta. f1.i nomaùe.

Ri c:li ia ma.n1, Reg ina.Id Da1·1ing, :l\"H<.L ,·cut'a n n i, ei-n nato n. Cc.1frn ~, faee,·a. il réportcr in 11 11 g1·a ndc gio1·nale

a u!-'trnlbrno. Lo c: onol;lic una, sera flm·nnte una. de ll e s ue

eonfer·rnze. La Yita del gii-nmondo nrern c: nlpito l' lrnmng i-

13-1

nazione, aveva turùato l n, fa,n tasia del ,giov.:we scrittore. Egli <lireune in ùrevc inseparnùile <li Zetto. I utaJ1to, i giornali a ustr:_1 lia.ni e le 1·iviste a.nda,va.no riempi.endosi cli articoh sctitti 1la1 Da.rl~ng sulle ,wventure dell 'Italia.no. Era, quello, ll ll ec:c:ellente modo di prepairar·e le sue conferenze, di t r ovare n, Zetto ,i.utorevoli a,ppoggi.

Fa,ta:lmente quella, collabota-z.ione doveva porta.re i due ad una, svolta, ùel loro (lestino. Il giorno in cui Zetto si a ppre!-;.tò a, parti re ùa. C:1-ll'ns - a,veva. trova.to imbar-co quale assistente Cim1e 1·ierc :-.in ! pil"osca.fo arnel'ica,no Steel 'J11·aàer -

Hegi.nn.ld Da.1·liug si roostr-ù molto adùolora,to·. Egli a.v1•ebbe <lesideva.to seguire l 'a,mico e unirsi così alla, sua, vita senza domani. Ma. gl i mauca,va, l'occorrente denaro per il ,passaggio sul pil-oscafo; d 'a.Jtro canto l' Ita,Jh1-no era appena in g,r;.1110 di pagat e il suo sogigio1·no aU'alùerç·o.

Non inu ti lmente pe1·ò Zetto aveva, confidato a Da,rling il sno nlodo di r·isolvere i diversi p1·o!Jlemi della, Yita, del 11 onrnde. Nella se1·a ta. preceden te a.Jla, pa,rtenza,, sullo Stcel 'l'nuler ,1rren1, luogo unn, gr::wde festa ùa, ballo. Reginald Da.r ling· sa li . a Lo-r<lo qua-le c1·onista. mondn;no del suo g ior'na.le.

La, nrnt tina- dopo il pirosca,fo partiva, e in una delle l::mce d i i:-;l lYataggio- si nnsconden1, un passeggero clande­stino ..

½etto s.e l'e1·11r imma.ginato ! Allorc.l.J.è nella- notte sa.lì in copeda, e, r icor da,ndosi di un loro segnale convenuto, s-i provò a. fi schia re le note di una, ma-rcia, funebre, udi ripeter e lr:'" ste f...-se note in 11 11 :t, delle hmce <1i sa,lv:.1rfaggio .. . Allor:1 l1isog-nò ;ijnta,re l'nm ieo, portargli. ogni notte, da mangiare ,

u11 po' di pa-t.1.te lesse e di c..·une sa.la,ta,, il meglio cbe poteva racimola-1·c jn cucina,, Solo ~lie la. ca.r·ne salata. e le patate fi nil'ono con l' ;1sciuga.re la gola a, Da-rling, avendo egli ormai l-~sn,urito il ba,l'i lotto d'acq ua trovato nella. lanci:.1'. Perciò ·11l'ia.,·,1, :

135

- For Go(l sakc) per ca1·itil di Uiu1 u .. 1:-;t._1, con quella nune salata,; nrnoio d i sete, cei-ca- altro!

Il Yiaggio dutò uon più di H U i..L settimana . A RabauJ, nel 1eccliio a1·cipelago di Bism,wk (~uon1, Dritaunia) Zctto ottenne cli sll,H'C<ll'e e, senza, difticoltà, riuscì a, vo1·t.:w·e a

ten,1 Famito. Si tro\anu10 cosi sulla s t rada di quell<.L libe•tl d'azione luugarneute sognata, da Darliug.

Rabaul è una. gr,rncle città ma offre scarse emozioni. I due amici godono quella. loi>o vita libera, quasi primitiva., ospita.ti qua, e là. dai pia.uta.to i-i, tinchè inter\'iene il caso ::L mettere a.U ai loro sogni.

In uua grande pianta-giouc Zetto os~rv;.1, un gio1·uo, abbandonato sulh1, sabbia, un pkcolo schooner ad un albero. Apprende dal piant.1,tore che il yeliero gli scrviv,1 un tempo par a.nclare da una pia.ntagione all 'altra, menb.-e ora lo l.Ja. aùbandonato dopo che una tempesta, lo li<.L semidistrutto. 11 piantatoi-e è di uµa, bontà insospettata. : è di.sposto a regnl,uo a; due a-miei il rclicrn, JJUl'dlè lo rimettauo in efficieuza.

Da, perfetto gio1·ualista Darliug conosce or.ma,i tutto e tutti. Non ignora nemmeno che nella ,·iciua isola, di Kokovu alcuni padri missionari dcll 'associa.zione del Sacro Cuore · dispongono di un'attrezzata fa..legµameria, con hL quale avriano al lavoro i piccoli indigeni. Ottimamente: invoche ­ranno dai padri missionn,ri la ripara.zione dello schooner) fa,1-auno hworare gli indigeni quindi. ..

Quindi pa-rti.1-apno col ,,elieto, s ulla, prua del quale hanno sci-itto un ,1,ugura,Ie nome di do11na.

1 Phil·ips ) rico1·do

di una comune avventura ronia,ntica. I padri missionari forniscono i due di generose provviste, così i pia,ntatori 1 ver cui Zetto e Darling sento.po di poter intr.:Lprcndere una vera e prop1·ia crociera nei mari della Polinesia,.

Il pic:colo schooner si stacc:a da Kokopo, prende il mare. Al tirnone sta, DarHng mentre Zetto lia, assunto il

]3(i

t·o1.ua.ndo de ll ' irn1Ja1·<.;a'.l. i. One . Quel vagaboucla.i·e tea isole, piantagion i, ba,nchi d i cora.Uo, in mezzo ai quali nelle notti di 1mm 1·ilnco110 i pescietLni , csa.Un, i due nu..vigatori. Kon n,·evauo mai sognato nulla di meglio. Darling fautastica cose gTtH1di.

l'a1101·,uni scrn1n·c nuovi, inattese beilezze accampa• gna.110 l;,1, ua,vigazioue uci m,u-i de l Sudpacifieo. Il velier>J bordeggia, t utte le isole, non appena si profila all'orizzonte una, liuea di tena,. Cou il piccolo Plllilivs i due a.miei visitano le nnovc Blnidi, le Figi, le Loyalty1 l'isola Manus, presi da scmp1·e 1.1uovc crn· iositt~. La loro gioia di vagabondi li tiene in uno s ta.to di pe1·mauente ebbrezza. Allorché scendono a terra, Darliug si raccoglie a, scrivere il suo diario, mentre Zetto si interna, per le sue esplorazioni...

La crocie1·a si ptolunga per due settimane e viene inter. 1·o t ta, nll'a.nivo dello sohooncr a Sn,lamoa., piccolo porto della l'apun , ncl111, N uoY,1.r Guinea•. Qui i due decidono di vendere lo sc710011,er e in t1·,q)l·Cnderc l'esplorazione della Nuova G ninea,, elle è una delle isole più gr:111di a l mondo. Il mare li ba, nu poco stancati con ht sua, monotonia., in attesa come era.no sempre di · co::;e strao1·dinarie. Pensano che Pisola potrà esse1·e più p1'opizia, al loro spil-ito di noma.di, a quel desiderio d ',wvent ur:1, r imasto ancora insoddisfatto . Inoltre, a ppena, sLa.1·cati a-Sn la,mo:1,, h:.wmo udito racconta.re cbe nella 1·egion e cli Bdcly C1·eck, ,1 l centro della, Nuova Guinea, nume. rosi JJ1'0 8J) OOt'o'J'S sono l'iusciti a, ri:µtr accfrwe, sca.va.ndo nelle sabb.ie nu1·ifei-e, delle tasche d'oro cou le quali si sono coperti di fortuna.

«Chissà )) si dicono i due a-urici. ..

Da, sei giorni c,1 rnrnin:rn.o verso Eddy Creek , nel monta­gnoso cno1·e della, Nuova, Guinea,. E' là che spera no di scop1·1.l'c le sa-bbje a,1.uifel'e di cui ll arn.10 udito parla.re . Per­<·OJTouo im1neuse foreste, sopportn,nclo la. presenza, di repu-

g1hrnri insetti, sfuggendo l'insidia, dei rettili. Il caldo, pe rù, estenuo,, e nou è sempl'e facil e 1n·ornc-c·i:n·~i. il nntl'imento. L.1 foresta dà tntt<.WÙt, in grande aùLoud:.1.uza, il p,1pai,1 , il

ç,.tra,tter istico frutto eqnatoi-ia-le, e in segn ito i d ne amici fluiscono con lo ~-copr-i1·e un nnoYo fi-ntto Lli color tur chini) e cl i for--nh\, qu;.Hl r a,t,1. Poichè hanno fame ma.ngiano anche quello, pri.m.;.1, a ph:col e do~, oml e espcl'irnent.1 111e le pro­

prietù , qnincli facendone unn, panciata-.

V

L'amicizin, fraterna. <li Zetto e D,nling si spezzò in cricosta,nze dra mmatiche il giorno iu cui, inaspettatamente, essi a,rrin11·ono alle soglie di un rillnggio a,bit,1to da

cannibali. Il r-illaggio si tron1,·a al cli U. dell,t foresta-, circondato

di alti alberi. I due si era.no da.ti a seguire una- pista, qniud.i si erano Ol'ientati seguendo un lontano, misterioso ca-nto cli selr-aggi. Ca,pitarono così , aH'imp;rovv:iso, davanti •Hl uu piazzale chiuso a,ll'ingii·o da- numerose ca-pè.mne. Pl'ima, di entrard, per loro buona sorte, pensnrono d 'nrrnmpi cn rsi sugli alberi e osserYa-re cosi quel che a,Teniva. a,l cli là, delle capanne. l\.fa,, anche dall'alto, ben poco :,,-i se;orgeva. in qua.uto al centro del pia,zzale si leva.va una, colonna, di fuill'O ..

P er quanto turba.ti da ,g1•avi sospetti, vollero port~usi in silenzio tlietr~ una d.elle capanne, olt1·e la, qua-le si sporge . vano i rami di un albero. Di là avrebbe1•0 potuto veclCre ogni cosa-, soddisfando la grande curiosità che li spin geva a,n1.n ti. i neoi-:denti del pericolo.

T"na, dsione t ragica., scoiffolgente, appa-rve a,i loro occhi allorchè tutti e due fu1·ono sull 'albero, da- dove, non ,·isti , pote.Ya,no spa.ziare con lo sgua.1·clo snl pia.zza,1e.

Da. poco doveva essere ter·miuata una guerriglia fra tribù <li cannibali, e in quel momento i vincit01i era-no inten ti a ripartirsi i corpi dei g11er:ri er-:i trucidati. Il piaz:rnle era.. tutto una pozza di sangue; da una. specie di caldi erone, sotto

138

i l quale Urudava, della legna., usciva.no l,1·accia e gambe

nmarn~; <la a lcuni ca<l,weri squn,rtati uomini e ùonne anda­

v:mo es tr,wnclo con le m:.uii i grassi, cou i qua.li poi si

s-pn,lm :_1.vauo ogni 11n,rte del corpo1 meutre, poco lontano1 <l;:wa,nti alle ca,pa.nne ig1·uppi di giova.ni accompagnava,no il

teniUile rito con striduli lament i ...

F u un a,ttirno solo, nta, ebbe il significato di un iuconfro

con In, morte! Folgoi·nti . da, quella visione, i due amici si

p1·eci 1~H:1-r on o d ' 1111 bnb:o dalFa.lbero. Poi, a, tena, si gua.rda.-

1·0 11 0 nn isbu1 te come per 11.volger si una 1nnola estr·ema.. Non

eù1Jc1·0 l ' :m imo di p1·onu11cia rla.; s'affer nH'ono le mani , c.onu~

pel' scarnbi,u-si u n addio, qui ndi saJtarouo come behe uno <la

una pa,,·te e uuo d:1-ll\1-lt1·~b, fuggendo per <lil·ezioni opposte,

con una, consa, folle, re locissinut, senza, flue ...

D;,1, quel momento Antonio Zctto e Regina-Id Darlin f1; non i-;i sono incoutmti più .

Zetto non si sentì s .. -i1lvo del tutto da.l pericolo di finire ;1, fuoco len to :-;ino a, quando _non potè lascia.re ht Nnon1.

Gui 11 N1-. AniYa,to dopo una, marcia, for~ata a, Medang, sulla

costa, si presentò a llo stnto maggiore del piroscafo -inglese

Onda. della, Britis:\i Petroleum Compa.ny, n,nivato nell' isola

per 1·i foi-nirh1 di petroli o. Chiese, supplicò l 'imbarco, n:1,r ­

l'audo la, sun. tragica, a,vventnr a . Gl i spiega.rono che l'equi ­

pnggio era, solo com1)0sto di c.iuesi, per . cui non potevano

com:ent"i1°gli l'imbarco. l\fa, a-Ila, fine il c-omau<laute ebbe uno sca.tto d i generositù,, e assunse Zetto a bordo come una specie

ùi commissa,1·io fuori ruolo. I./ Und,ci, cpwkhc giorno dopo , r ip1·eµ çleva il mare per

coutinna,r e il rifol'n imento di peti-olio ùelle: isole Molucche, Celelies, Pulola,nt, Bqrneo, Giav,t e Suma,trn,, fino ad a,1Tiv~:H'e a, S.inga,pore, nella, q.na le città, Zetto veuiva sba,rca t o.

139

Appena nella, penisola. cli JJa.l.icca, a. Zetto si presentò h possibilità, di un nnovo gra,nde via,ggio. U:µ commerciante ciuese cl i Singapore, i\1is te1· Aw Boon Ha w, ptoprietario di alcune gra-ncli fattorie di d1·oghe, gli offerse di guidare una automobile fino a Londra per reca-re a, scopo di pubblicità alcuni dei suoi prodotti. La spedizione presentava un unico incon-reniente in qu~nto nella. stessa., automobile avrebbero clo\·uto prendere posto tre misteri osi signo1·i : un anglo• inclia.'no, Ceclric Dover, un singalese, Mister Ca,nagasebey e

un filippino, miste1· J . l\fonet Balmor·y. Allorchè il cinese gli presentò i tre compagni cli viaggio, con l 'esperienza che aveva, Zetto credette cli dover ricusa-re l'offerta.

Difatti ebbe ùuoµ naso. L:auto parti ugualme1:1, te senonchè, arrivata a, Cakutta., dopo un tra.sbordo in mare da Penang a Rangoon, i tre compari vendettero per proprio conto t anto la macchina quanto i prodotti che con essa an·ebbero clon1to portate fin o a., Picca•dilly. Di quest'episodio si occuparono diffusamente i giornali malesi : in particola r modo la Si.nga,pore !!'ree Press e il Mc1,Ta,va, 'l'ribune cli mer ­coledì 21 agosto 1928.

Ancora qua.lche giorno di sosta a Singa,pore, iudi Zetto torna ad eSserc un ca,mminatore. Per adesso intende visi tare la penisola malese. 'l'rova modo di guadagnarsi il pane tenendo numerose conferenze nelle scuole a,nglocinesi, mentre non è difficile incontrare ospitalità in una tena, come quella,, parvasa da,lla, grau febbre del lavoro. Si spinge dapprima n. Kuala Lumpur, la capitale del ca.ucciù, visita le miniere di stagno di Ipoh, indi intraprende la sca.Jata di uua. zona montagnosa.

Lassù ha modo cli conoscere le trilJù Sakka-i, i cui .1ppartenenti ignoraJ10 l'uso degli abiti mentre non trascu • rano le m;mi, limitate alle frecce a.vvelena,te. I n mezzo a quelle tribù egli scopre tracce del lontano pass.:.-iggio di uu

140

italiano, di nome Cen·ntti, il qna,le, na.ufragato con un yeliero sulla costa ma.lese, aveva in seg·uito rarnmingatu luug-o la, penisola tino a 1·a-g·gi unger e le montagne, dove aveva,

sposato una, donna, <lei luoghi. Da costei il Cerrutti ebbe numerosi figli. alcuni dei quali vivono ancora e furono t ono. scinti dall 'esploratore-. Da essi egli apptese delle gesta de! ptLdre, popolarissimo del resto in tutta la Malesia, amato pc1· la sua bontà come per la sua forza e considetato addi.-1·ittm·a, un 1·e. 1 figli gli raccontar ono con oi-goglio che prima J i morire egli aveva, voluto condunc a Penaug - ove si

trov.c1i hL sna, tomba - settanta capi tribù a lui sottomessi. Couti 1.1Lu.1J1llo la, matcia a notd, Zetto andava a fal'

Yisita al sultano di P e1•a,k1 il qua.le lo accoglieva nella sua lllodest:.t residenza per pol'tarlo p oi in giro con la sua auto. mobile. Nel villaggio cli Sungei Pat aui , nel Keda,b, visitava più tanli la, grancle pin-uta,gione 1.li caucci ù della società it:1 fo111:1 dc ll ' E~tremo Otiente .

P e1·co1·~i s uccessi,·~1111 cn te gli a lt1·i Sta,ti federa t i e non frd c1·,1ti della ::'.hd e:--i a, il t nmUiinator·e giungeYa , dopo aver supe1·:1to il I'edi~, };1, fro ntier·a, siamese doYe, a, Singora, il 11 1· irno u o-mu clte irn.:011tl' c1 ra, era, un i ta lhuw, il marchese Camliin-so, lignre.

- Pi·cst.o yedTete la, Venezia dell'Oriente ! Così lo l1a, f-if!l nt.ato nn a.ltro i tal ia~o, l'ingegnere fer-

1·0\'l nrio l,lnno cl.te vive a. Tungsong, marito di numerose

mogli siamesi , pa.d1·e di una, g-ran nidia,ta di bimbi. B ang kok 11011 è una, seconda Venezia, tuttavia nello

attraYers c1,1·Ja, sul fium e Men;.1 u molte cose ricorda.no il

Caua l Grande. La, cittù, si estende tutta in pianura. ed è

inte1·seca,ta, cli ca.na.li n.wigabili. Per lo stagnare delle acque

h1 c ittù, è infesta,ta, da mitiadi di zanzare, le qua-Li di sera vengono <Lttra t te a, scia.mi da. ogni luce, per poi a.uda.re ad

amrnncchitwsi a tena, dove cadono estenuate.

141

Imponenti e stra-0rdinaria,mente ~·icchi sono i templi buddisti , chiamati l •VatJ che corona.no Ba,ngkok, e tra, g-li altri il l-Fa,t Po) il Wat Ant,m e il Wat Phra Keo. Questo ultimo rinchiude il famoso Budda di smera,ldo rubato dai siamesi in tempi remoti a,l re del Lua,ug Pr,,1,ba.ng. L 'antichis­sima rube1·ia è legata ad una, piccola storia, d'amore. Si racconta, che un principe sia.mese di lont.1.ni secoli era sta,to preso da, una. ardente passione per la, soa.ve figlia, di un re del Lua,ng Pra-ba-ng. Non ha, tramandato la, st.oria il motivo per cui quel Re non volle concedere la figlia in isposa, a,l Prin­cipe; ha. invece rimesso a.i posteri i ricordi della, feroce guerra scatenata, dal popolo sia.mese per l'a,ffronto fatto al suo

prineipe. Ad a,Yere la, peggio, nella contesa, fu il Ile, i l qua,le fi nì col perdere non solo la, figlia., n1tv alla, prepotenza. sfamef.ic 1-imise auche il magnifico n10 Budda, di smeraldo, al qua.le irn·a.no aveva im·ocato protezione. Da, quel giorno il Budda, gelosissima.mente riene conseryato nel YVat Phra Keo) le cui alte cupole guarda.no da, epoca, iuunemorabile nella, grande pia.z.za ove a,ttua.lmente si tro\'a il miuistei-o della, guerra siamese.

Difficilissimo è l'accesso al 'l'empio, nel quale poi è iniLito l'uso della, macchina, fotografica. Al solito, Zetto potè non solo entra.re nel Wat Phra KeoJ ma, addirittura a,ssu­mere delle fotog·.rn,fie. Il Budda di smeraldo è ada-giato sullo

altare più elevato del Tempio, contor.µato di sca,ffa.li e vetrine

ricolmi ili inestimabili tesori. Il Budda verde, sul va,lore del

quale si pronunciano cifre astronomiche, non sbalordì il

visitatore. Allora i due uffieia.li siamesi clie lo aceompa.g·ua­

yano, nel notare la, sua- delusione, sussurrarono a, Zetto iu

un oreechio, con a.ria più o meno intelligente : - Questa è · una imitazione del Budda verde. Quello

a,utentico lo teniamo rinchiuso nei forzieri di Stato! Il re del Siam era in quei giorni assente daUa capitale,

per c.ni Zetto dovette limitarsi a far visita, al principe reggente) Na,gor Svarga., fra,tèllo del 1·e. Durante il riceYi-

142

mento il prim:ipe espresse al visitatore il suo grande desi­derio di visitare Fita.liu,, speciu,lmcnte ora che è guidata da Ben.ito ~,[ussolini.

Non è molto nnme1·osa la, comunit;'~ i taliana di Bangkok, .in ()Unuto conb1, a,ppena una quarantina di persone, com­presi i figli degli ita,li:1<11i ua,ti cla dolllle siamesi. Nel visitare i ronnazionaU Zetto osservava, come ta,luni di essi abbiano" appliC'ato iu pieno le usanze del paese, non dimenticando di fo1'11i1·:s-i di rin pieeolo harem personale, il quale poi non è meno s,1.\vagua1·d:1,to tli quello degli 8tessi musulmani.

t ·11:1 delle domc.rnde p1·eferite c!Je il sia.mese rivolge allo

8iTa 1li(~1-o è se egli l.ia, visitato il c.imitero di Ba,ngkok. E 1 un

grazioso modo tli celì,H·e, in quanto il cimitero non -esisté

c.dfo.tto ,i,rnnclo i siamesi l'a,bitudine di cremare i loro morti.

Bella, è pure la t1·adizione per la quale ogni ricco siamese deYe lasciine 11elle sue disposizioni testament:•1,r ie una pa-rte

della. foi-tuna, u, f:.1,vo1·e dell'ospeclaJe". lla-ngkok può così van­

tare il più riceo osped.a,Je dell'Estremo 01·iente.

Cui-iosa è invPce di Bau.gkok, che una sola, delle sue

strade ù bella-, gn1,nt.le e oruata, di innumerevoli negozi; la

1.Vvw Hoarl . l.la, pe1·ò l'inL:ournnieute di un traffico conge

stionni·o, in mezz;o al qua.le si ca,nunina, con difficoltà.. L'in­

tero conuuercfo è nelle .nrnui dei cinesi, che sono poi la­

strag1·aude maggiora-uza. degli a,Litanti . Tutti questi cinesi

godono· u.uc.lle il pi-ivilegio di essei-e molto ~.irnpa,tid a.Ue belle

8i,tme::.-i , le qua li Yedo110 nel cinese il marito ideale, in qu:l,llto

sa a,Ycre le mas::iime a tteuzioui pe1· la, mog-lie e ve1· la, casa,

nl éont1·u-rio del ,":iiawese.

Iu fotto di p 1·ellilez;ioni femminili e ·di !TtHlizione c1è

()trnkhe rn-ri.autc alla, regola ancilc nel Sia,1.u. Se è vero che k sia-me~j :-mgmrno pe1· marito un cinese, non pel' qnei:to 1·imangouo i.u~en~ibili ;igli o.maggi dell'uomo lria•ll\"O.

143

A Kra.tiiu Buri il cammi11ato1·c si clJ\Jc uu giui-no, men­tre funu1,va. t ranquillo nll'este1·no della c,1sa, cl egli eu1·opcl, il dono di uu fresco soniso d i Ll onua,. A m1 sorri so si

risponde con un so1•l'iso, .fi uchè intcnengono le pa,role . E, quando Zetto rivolse una qual nuque frase a,lla, giovane, questa, estrasse da. uua. borsetta, un foglio cli ca1-ta, eri sc1·isse sopra, in un cattivo inglese : << I ntendi h1, t;e11 cr·m;f. v er t-uttci la vita o oosar Prego climmi,, R osy >> • • A. una dorn 3n da. come questa,, fatta, cosi all ' impi-oHiso, nou è facile 1·isponderc nemmeno nel Siam; comunque Zetto scrisse soprn, un altro foglio: « T·i terrò fi'nchè durerà ·il •11ostro c1,-more ».

Rosy lesse. dieci ro lte qnel lc pm·ole, direuue pensierosa,, infine p1·ese una cledsione. l'Ha, cm·ios.t, cled si oue : iud tò l ' lta,liano a. seguii-la, 11ell'.1tt·.io c1e!ln, c:,1 sn, e, non vista d,1, altri , gli scoccò un bacio.

}folto bella era, Rosy, riua ed CYolnt..'1,. S,1pera reslirsi con estrema, raffinatezza,, snonarn, con mol to sentim eHto il

piano, guida\a, con amrnire,·ole perizia la sua. piccofa. auto­mobile. Ma, a,veva, un graYe clifetto

1 .comune a,nche alle ,iltrc

donne incontra.te da, Zctto nel mon do : p1·cteudeva che l' in na· morato rimanesse per· semp1·e a Krabiu Bu,-i, nella, sua d lla-1

doYe, insieme alla mad re, sperpera,·a, con gusto occ.icl euhlle la fortuna, lascia t ale in eredità dal padr e.

Fu per quell 'incorreggibile suo difetto che il va.ga-ùuuùo dimenticò t;tna Yolta a.ncom, ùi dire11tare rnilionn,rio; pr-derì anc~arsene, camminare ...

144

IN BICICLETTA TRA UOMINI GIALLI

Aù .\ 1·:,1,nya P1·adcsa) sulla. frontiera ùella. Cambogia,, J,llol'C:hè si vide Ll uccat o dalla, polizia fra,ncese, il suo

pnss~1,p01·to essendo scaduto da sei giorni, solo allora egli 1·ipensò con nostalgia. a, Ros.r, a.l la sua o8pita.le casa, alla sua fortuna. ... Pu sul punto di fa,r dietro fron t, senonchè ·i fun 1don,1,r j g·li comnui cn,tono che Las ta,va, pa,gal'e due piastre indociuesi di multa per t 01·11a,rn ad essere un uomo libero . Tra, i milioni di Rosy e 1e due piastre, si decise pe1· queste ultime. l'agò fa, multa, rieLbe il passa.porto, si rimise in 'ma,1-chl, ...

Le strade 01·,1. si lJrcsentavano molto regolari. PoidtJ. àalln, penisola, iudoc:ine:-:;c egli intendeva, sa.Ure s u su, fi no alla. Cina-, volle un gio ni u 1·uahzr.:1 re qnel la, che era una. su.-1-vecchi :1, aspil'a;doue : _co11 poche piastre acquistò una, l.iici­

tiettn usa.ta-. P nn l:ò sn rnom Pcuh , ca.1_Ji ta le e residenza. del re di

Cn1nbog-ifl. Du1·nnte Lt ri~itn, nl re , veune- invitato nd n.-:s i­

s tei-c ad una. tla,n;,,;i, caml.Jog.ia11:1 clic si t cneY:1, a]In, ptescn;,,~1,

d~lle not;1 ,J.J ili. t:ù dell :.1, ca pi tn.\c t~ di t: 11t ti gli cut'Opci l'csid enti

145

a l'uom Peuh .• -\.pprei:;e i11 quell'occ,1s ioue come il re cli Cambogia, era uso un tempo a, regalare · ad ogni s iguor,L

cÌlropea, che iuter,·enh-a, a-lle sue feste tlll dono, mentre da

poco t~mpo, per un singolare episodio, a 1.Ualincuore e1:a ::::ta.to costretto a. r iuunci,u-c a, quella, :sua, amaLHe u:sc.1i1.1z,1.

Er,1. accadu to questo. Duraute Ull<L delle quotidiane d i:stri ­

Ouzioni di doni , il 1·e U,Yera. donito assistere, stupeh1itto,

ad una, feroce 11.liscllia. nell'3 sue sale, suscita,t.:.L da.Hc uolJill da-me occideuta.U, le quali c1·.:u10 scese a, rivolge1·si i più vol

ga,ri insult i e, sempre in sua, presenza, a, strappa,rsi i capelli.

Tutto questo, per la, 1·ipa,rtizione dei doni regnli. Disgustato,

il buon re1 anche per sugge1·imeuto dei dignita.r-i , aveva

clon1to tronca re quella, gentile cousnetudiue.

Eccolo nella, Cociuc:in.1 1 a, Saigon , hellissi m,t, città, elle i-icorda, iu ogni detta,glio l'Europ,1, al punto che ta lune delle sue strade, come il ùoulei.;arcl di Boroclon e In. l':i!l..t- (';1tt iuat, possono !i-ta1·e alla pa,11. con le pr·i11('iJ1nli \"le p,niginc. Dopo una, sosta di pochi giot·ni a. 8<1igou, Zetto proeeder,1, in dire• zione delle grandi ·piaJJt.lgioni cl i ea,ucTiù , p,1sS;l\·a d,L l'hau • tiet 1 salirn. rnrso la, montagna e giungent a l);Jia t, rinornahs­);ÌIDO posto o,·e gli europei della, i-egioue ni,11 no ..i, trascon ern l'estate.

c·e,·tt. una Yecchia ~ignora., lass ù, uudamc Bietry, la qua le aveva, acquistato da poco una gr;rnde couccssiouc di terra, in mezzo a,lla, bostaglia-, e auda-v:1 cercando n, destra e a sinistra un geomet1·a che le marcnsse i conli ui della, proprietù. Qualcuno pa,rlò a Zetto di madame 1Jie1Ty. Egli er-a an ha.to a. Dalat proprio iu sceca,, per cui ac·cettò F-<'n za. altro quelPin ca-rico. :Kon possedeva- il (1 ip loma- di g-romct-1·.t ma, per quel che c'era, da f,nc, non nc·co n crn no spc,·inli conoscenze. D\:,ltra parte: òi cl ie cosa oi·mnj non :--i. si·ntir: t capace?

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EgH si t-ostnrì in rne,.:;zo ai bos.chi una ca.pauna :U frasche, quindi, con la collalJorazione ùi venti coolies delle tribù .Moi assoldati da-lla sigµora francese, iniziò la misura­zione clel teneno. }'u daYve1·0 una villeggiatura, la- sua,. Gli i-irnaneva, tanto di quel tempo da dedicarsi aUa caccia, con profitto . Un giorno ebbe occa,sione di darsi · alla caccia grnssa, quando cioè i ì\foi di a.lcune, vicine risaie vennero, spauriti, a, chiedergli pi-otezione essendo state le loro fa.tielle minacciate da.U'a,vanza.re im·petuoso di una banda di elefanti.

Zetto seguì la tribù, s-'appostò tra i rami di uu albero, mirò calmo con la ma,110 .che non tremava e uccise, uno dopo l'altro, tre èlefanti.

I Moi, entusiasti, gli improvvisarono una gentilissima danza ...

Cu·l"iose tribù quelle dei Moi. Al contra,rio degli .Anna.­miti, che so110 industriosi anche se inva.denti, i Moi sono :-.;.e11z[L volontà, quasi primitivi, sì d·a accontentarsi di vivere solo di quel che ti-ovaJ10. La. pr·ovinc.ia del Da-da_c è

totalmente loro ri~er-vata,, iutendendo le autorità francesi 110n clispel'C.lei·e b r.:t>zza,, ma, preservarla e difeuderla,.

A Ihw Me Thout, capitale del Da,rlac, Zetto osservava i Moi vivere dentro grandi baracconi di paglia, eretti su pa.lafitte di bambù. I .M:oi si cousiclera,no una sol.ù fa.miglia,, al punto che quando uno d'essi muore pa,rtecipauo tutti al lutto, come gioiscono tutti al101·chè un Moi viene al mondo. L'amon! (lei .Moi porta, però, a qua,lche eccesso pc1· qaanto ::-1 rife1·isce al modo cli co11se1-vare- i defunti. Intm~to, qua.nd<> uno mnol'e, la sn;L salma viene tenu_ta, tino alltL vutYcfa.zione 11elb, lmrntca camune. Solo molto più ta,rdi ess-a, viene ct1 lata, iu UlliL gra,11cle foss,1,, che i pm·enti de,l morto colma.no ùi ogn) grnere cli c.ibi, 11ou esduse· delle ga.lline vive, così delle armi e clei più disparati oggetti che ern,no serviti <11 defunto e elle, secondo i Mai, poti·ebbe1·0 ancor.:L csise1·gli utili. .. La, fossa. viene a mctù 1·ico1,erta c.:.ou un tn1liccio di linmlnì, sì da

147

costituire una specie di ca.mera, mortuaria. Sopra. il traliccio, poi, rieue gett..1,ta, la terra, r iserra,ndo pe1·ò uno spiraglio libero onde a l defunto non venga. a, mancaJ.·e l 'aria ...

I Moi rau.uo sempre nudi, r ipa.rati solo da un micro ­scopico grembiulino sald,ito aUa. cintola con uno spago . Le donne porta,uo inrnce una sottanina che anira, fin do Ye può ...

La bicicletta, è un eccellente mezzo di locomozione, fluo a qua-udo ra . Una sera,, per una, foratura, Zetto rimase :1

t erJ.·a,. Di ripa.rare la macchina non era da pemm.rlo prima di aniva.re in un centro abita.to, per cui dovette accontenta1·si di continuare a piedi .

Fu una passeggiata r icca di emozioni. Ad un certo momento egli udì a ll' ingiro s inisti·i mia,golii. Non era dtL

ingannarsi : d0\1e1ano essere le tigri. Ma ecco come l a, bici eletta divenne un ottimo strumento di difesa : egli si died i~ a suona.re il campane1lo, in continua.zione, ben sapendo che gli animaJi non amano il rumore. Quando, dopo qualche centinaio di metri, Yide un chia,rore lontano che aJ1nunciavn. una ca,paJ1na, ebbe la certezza che anche quella a,vventura si.. risolveva felicemente. Affrettò il passo e in breve raggiunse la capanna, alla porta, cle11a quale bussò ener·gica.mente . Gli fu aper-to. Vide nell' interno alcuni tonchinesi, i quali lù invi­tarono ad entrare subito, indi rinchiusero la porta., bani­candola. Con molta. sorpresa Zetto not ò cbe i tonch inesi era.no in preda ad una folle pa.ura,. Trema,va,no tutti come foglie: quei miagolii lontani) giunti fino a lle loro orecchie, li ayerauo ter·,roi-izzati.

I1n-ece hL notte passò tranquilla.

Arrivò, qualc:he giorno ùopo , a flue, capitale c]e l! n Annam. Bella. e invita~te appariva la. città, con i suoi edifici di !::'tifo annamita., interessante lJ{! r i mu :-.;ei nei r1tw li sonn

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11 singolnre lnconlro ciel cnmminnt.ore con il generale ribel,\e Clw.ng Fu Kw ei nella in1mc1ba Cina. -- !) H punto ove av,•ennc la. nomina (1ell'esplor·ato1·e a colonnello;

'i) Il clistacco ua Clmng Fu Kwcl, t!.OJ)O la "pace" di \Vuchow.

G,,,. Ck':_J' ~/~,, ;

/?f!~y;( ✓f P.y.

Autografo con· sigillo personale el ci gr.ne raie cinese Chang· Fu-11:w ei, 1•ilasci;1to nllo e~v lo1·a1on.: tJua:!e l'icorclo della Sua avven1ura d.a colo 11ncl lo.

c:ollcziona.tc le ra rità. a rtistiche dei luog-hi. Ma, Zetto provava una, stra ua, inquietudine. D 'improvviso la sua vita, gli a-ppa­r iva- mouotona, come non ma-i. Eppoi, dove a,ndava, così, senza nemmèno una mèta apparente? A nord, s'estendeva l'oceano giallo, la, Cina. Si sa,rebbe tuffato tta- quei milioni d i piccoli uomini , le cui a.,vanguardie non aveva,no- destato in I ui troppe emozioni. ·

Giungeva,, intanto, al mare, al piccolo porto di 'l'ou­ra.ne , e più tardi a Qninon. F ina,lment e prendeva, una deci­sione: vendeva la bicicletta, ciò che voleva dire rinunciare per il momento a, visita•1;·e la Cina. E dove si sarebbe· diretto? Il suo sogno era di raggiungere il Giappone. Per realizzarlo, non c'era che da, montare su una nave.

Potè àvere ,gratuitamente un biglietto di passaggio sul Kyushu. JlfarU,, adibi to al serv izio costiero tta l 'Annam, la. isolai d i Ha-iuaw e Manila, nelle Filippine . A Hoi H ow, sem­pre a, lL t-ina-m, incontrò un a utor·evole conna.ziona.le, diret· tore della doga.rn.t cinese. Questo incontro giungeva propizio, in quanto l ' Italiano aiutltva Zetto nelle sue aspil'azioni, facendogli ottenere il passaggio sullo stesso pil'osca.fo fino a Keeln ng·, nell'isola ùi Formosa, in Giappone.

In Gia pvone, ma.·per modo di dire, in quant o l'isola di Form ostt clit:ta da.ll'Impero Nipponico a,Icune centinaia òi

111iglia. Dopo qna-lche giorno di sosta a, Keelung, Zetto si domnndc.wa. iu qua.le modo avrebbe r ipreso il viaggio, sopra t utto come a.vrebbe, fatto• a ra.ggi.ung·ere il Gia,ppone.

La lmona stella lo assistette a,ncora. Presentatosi una, ma.ttina, nell '&genzia di Keelung della

gra-nde fabbric::1 gia,ppone~ di biciclettt Nichihei Sl.10ten , per informarsi sul prezzo delle macchine, conobbe uno dei diri­genti (lella, fabbrica,, un giapponesino dall'aria . furba e pieno di intra,prendenza. Allorcbè egli seppe la condizione di Zetto, e a-ppt·ese da- lni "il suo avventtuoso passato, ebbe un ' idea .

149

Un'idea felieissinw•. P1·opose cioè all ' Italiano di partit·e immediata.mente per il Gia.ppone, onde compiervi un gi1·0 di ~iropag<.wcla a beuefieio delle sue biciclette. Condizioni : la. Casa gli forniY,1, Ja. maccli ilrn. e metteY.:1 1.1 sua. disposizione tutte le sue agenzie dissemina.te nell ' Impero .

Zetto rispose subito di · sì.

Sba,rcò a, Fukuoka e s\1pprestò a dsita1·e il Giappoue di corsa,

1 in sella a1Ja. biL:.icletta,. Ecco le sue 1nime ta.ppe :

Saga, Takeo, rressiuo, Nag,1sa,ki , Kunrnnoto, hlivaji, Oita . Felice egli era di quel vh1ggio da non concedersi una. sosta.. Non YedeYa nessuuo, non conoscera nessuno. Vireva solta,nto per peda.la.re . ..

A Beppu fu nuoramente al mare, in quanto er~i, ii nita, l 'isola. cli Kyushu. Yolle r ede1·e·qualche cosa prima. dl pl'◊SC· guire. ·visitò i pachi cli una missione salesiana,, i quali gl\ raccontarono che in quei luoghi San F1·a.ucesco Saxerio ave\·..-1: trascorso numerosi anni del suo apostolato. Poi 11ud.ò ~Hl ammirare le sorgenti d'acqua, ca.lcla chiamate dai gia,pponcsi Iipo k-nJ cioè inferno.

S'imbarcò sul Ryukyn Jlar,u-J col quale rnggiunse It~n­kushima, sulla costa opposta, cittù, del famo so tempio sin ­toista. P roseguì per Hirn:-;;hima, quindi per Okayama . Qui

fece una, fa,ppa fuori programma, in quauto lJer la, pri.m.:~ rotta gli accadde di ammir1.1 re in un paese cl\'il iss im o un ba,g110 publ) lico di uomini e donne completamente nud i.

1'.folla sua, corsa cli città. in cit tà egli a,reva il conforto ùi squisite attenziopi e di a,uto1·evoli a,ppoggi da, pa1·te cl egli agenti della. fabbrica di biciclette, presenti dappertutto, cllè il suo era un re ro e propl'io gfro ùel Giappo-ne, senza tra• guardi nè premi tl'a.rri\-o. Soltanto che quel modo di viag• gim·e minaccian1. cli diventare, per lui ch'era. aJJituato a- uo11 contar e i giorni e a curiosar·e un poco in ogni luogo, un gigan­testo sforzo di muscoli senza- alcun r isu ltato pratico ...

150

I{ I

C!ie cosa egli ha. tx<l11to nel Gin ppone, che cosa. 1·icon\;~

tli quel ~uo viaggio? Di Osaka,, dttà cli ùue milioni e mezz.o, solamente

dconla, cht~ non annovera, unita, forse al mondo, un solo italiano, al punto che persino i.l console a.Lita a Kobe, a una,

trentina. di chilometri. Attendeva, tanto di amrni1·are il cele1Jr11to Fnjiharna., ma.

free a,ppena in tempo a, vederlo, da, lontano, di corsa, chè alla C,1Sa, pi·emeva, egli tH·J·ivnsse a1 JJiù prest o a, Yokoha-ma, e a

'.l'okio, pel' ragioni.. 1·eclnmis tiche. Nella. moderna e civilis­sima, ca,pitale potè fi nalmente riposm·si. Andò a curiosa-i-e

i 11 mezzo al pa-rossismo ll.llifl,llO di Ginza,, il grande corso di 'l'okio, famoso per l'immensa moltitudine che vi si agita g·iorno e notte. Ancora uu ricordo della ca.pitale nipponica-: le sta.nze dell1H9tel Jm,pe1~ialJ if più lussuoso di 'fokio, così l1asse cLe gli europei nell'eut.t:u-vi deLbono chinarsi, fatica, c l.te per lui s i t1;<.Hluceva addirittn.rn. in una ginnastica, data­la, sua, rispett a,bile altezza, cli un metro e otta,ntasei .centi. metr i.

L ' impegno che egli aveva. co11 la fabbrica di biciclette non gli (·onsentiva, cl'ozi:.H'e nè cli dedicarsi alle avventure. Doveva, limita re ogni visita a,lle ragioni del suo viaggio, e questo finì con l' n.u.n oiarlo. Rimpianse quella sua impaga.bil e: libertà di ancb,1·e e venire secondo che, gli piaceva. Ormai era invece imbottigliato -da.I co:µt ratto cou ln, Nichibei Shot en, i

cui agenti g·li stavano sempre ane calcaigna, esigentissimi, egoisti , tennci , p1·es i solo tla.Jl'affa,re. Del suo singola-re giro la C,1sa, beninteso, si el'a, servi t :1 per in scenare nna- va-sta campagna, pnLhlicita-ria, a,1 punt o di trnscinare nella, scia della sua, corsa t utti i giornali g·iapponcsi. E a lui, all 'umo l•icicle tta., di ta,nta, fatica, non rimase infine che un mucchio di cal'ta. Bta.mp;.1.ta, con l'aggravante di nna lingua t1ssolnt:1-meute indccifralii.le ...

Ma, riuscì a portarn a- termine anche t]u~Ila f :1t-iea. D.1 Toldo ris-a,lì lnugo la, costa. 01·ient:i.lc fin o a. Senllai , iridi 1·ipiegò n sutl, portanLlusi snlla- co~ta. (),ppostn, fino a S liirnonoseki.

lGl

Qui iinalmcnte tor1mYa, ad essere libero. Ripensò wu qualche ma-liuconia, al gt·ande da.ggio compiuto in quelle condizioni, e per poco non si accinse ad un secondo giro rlel Gia,ppone, però a-1 modo suo; da pachonc di se stesso.

Preferì imbaJ·ca,rsi sul Ta,ma Maru,, in partenza, per Fu . sa:11, nella penisola coreana. Il via,g·gio durò una, notte ed ebbe qua.Jclte pesantezza, per le condiz.ioni del mai·e, eome pure per il costume giappo11ese che lo obbligò a. dormire rn una stuo_ia, con una- piastra, di porcellnna, per g-uaueia,le.

2G -1naggio 1929. Dalla Corea a-lln No r wgia) da Vusan

a Oslo. Con quella, data, con quelle parole Antonio Zetto La

iniziato il decimo libro dei suoi dim·i. Ma con quelle pcu·ole egli ha anche tracciat o idealmente la, più grande ma,rcia che uomo abbia iIDmaginato, come ha posto dei limiti precìsi al suo numissimo grnnde sogno cli giramondo.

Camm.:inerò dalla Oorea _alla Nor·vegia . Pensava_. in fondo, di tornai-e in Europa,, di tornare in

-Italia, cli tornare a casa. Aveva 011:n.a-i raggiunto un poco i

limit i estrémi del mondo, prima a, occidente, poi a sud , infine a oriente. Ora &1. sarebbe meSso in cammino per andare fino al punto nord, al qua.le del resto si era già avvicinato scendendo a Reykjavik, in Islanda, all'indomani di quella, scommessa . ..

Vedremo, via via, come egli a,bbia saputo conclun·e a,

termine questo suo ,gigantesco viaggio, in tre anni e qna.tt,,o. mesi, m_olto a piedi, pa,rte in bicicletta., un poco a cava-Ho .

Egli intendeva dapprima spingei-si in Europa attra,ven;o la Siberia-. Le tappe c1el suo cammino pertanto furono : Fnsan1 Taiclen1 Seoul, ca-pita-le della Corea., B.eijo. Oltrcpas

152

sa.to il fiume Yalu , entrò in Ma,nciuria, prima ad Autug, quindi a Mukclcn. His-alì ancora più a nord, fino a Ha,rbin e Mnu.Ciu-Lì. Egli era così sulla frontiera s,iberia.na.

Ripetè ancora una volta a se stesso : << dalla Corea alla Notvegia >i . E si incamminò lungo una, pista che corre paral­lela ;1lla, fe 1:1·ovia tl-t1nsiheriana ..

D ul'issima fu nel primo tratto la marcia nella Siberia. Superando ostacoli d'ogn i genere e sopporta ndo oscuri disagi a,rrivò a. Irknt~k, sul la.go di Ba.ika.l . Rima-se nella città russa nlcnni gio1·ni , indeciso se continuare oppure .. . Aveva ancora. un po' di dernH·o dei nuU1erosi yen 11.cavati dalla corsa, nel Gia,ppone. Acquistò una bicicletta. Ma non sapeva deci­dersi ... Come av1·ebbe fa..tt o a superare la sterminata Siberia?

Da uomo prat ico, da perfetto ca lcolatore d'ogni po.ssi­tilità., modificò il suo programma. La sna .mèta ultima 1-iurn se sempre la, Nor·vegin.,; ma, decise di raggiungerla non. più attraverso la Sibetia inospitale e nuda, bensì seguendo tutto il Sudasiatico.

Si è rimesso in cammino. Il teneno non è però idea,le ve1· la, IJidcletta,, della, qua,lc si libera in seguito vendendola ad un riga,ttie1·e Lli U1·g·tù, ca,pitale clell:1 Mongolia. Lentamente s'avricinn, alla. gra-nde muraglia, cinese. Arriva, ;1. Pechino, la

~ntic.a. ca,pita.Je dell 'immensa repubblica. Dopo un breve soggiorno, egli è indotto a. considera,re

J>1..•chino hi cittù, più difficile aJ mondo, per ]e sue strade infinite, strette al punto che in molte di esse il sole non peneti·a mai, e per l ' insuperabile ca.o si che vi regna,. Si reca a visita.re il tempio di Confucio, dove ammira le ta,yole a.ttri ­Uuite al Maestro cinese1 e i secola,ri cipressi a,Jl'ombra dei (]na.li lo st esso Confucio, .secondo la .leggenda, si sarebbe l'iposato.

153

Scende anco1·a a, snLl, iiuo a Tieu.'fsi11, rn:l nost1·0 pnsse. 1.! imeu to d'Est1·emo Oriente .. :Kou Yi sono:'\, 'l'icn-Tsin p iù Ll i uu .ceutiuaio ùi italiani ; ma a Zet to sernb1·,1 1.l" :u 1·iy,ue in

Italia.

'}:( a, chi è cL e non è stato i ncontrato da Zctto nei :-:.noi vaga-boudagg·i aUorno al mondo? Nemmeno Li -C !Ji ug-Ym1 , colui che ha. il grave van to di con&ider a,1·si l'uomo più vecchio del mondo, è sfuggito alla sua, curiositù ..

Lo incontrò a Kai-Hsieù , mmoso fluo a, far Yenhe la.

pelle d 'oca,, ma felice da, mette.re invidia, al prossimo : « Ho

dnecentocinqua.ntadue anni>> egli fece clii-e al vis itn t ore. E, compiacendosi di quauto stava, per :1.fformare, soggiunse che, senza, essere poligamo, viveva, con la sua, Ye.ntiquattresima, moglie, in quanto le ventitrè pr eredent.i le aveva, tutte accom •

pagnate regolarmente a-1 cimitero.

Zetto lo guardò con comp1·cnsi!Jilc increduli tù,; ma non

potè fa,re a meno cli giudicare il yecc.hio - se non !Jisecola,re

almeno secolal'e --, cli eceellente aspetto e sen z..1, ombra <li

senilità. L' interprete aggiunse che la stl'aordina ria longcri tiL

di Li- Cbing-Ynn è ufficialmente l'ic.ouoscinta. dn l GO\·erno

cinese, i n quanto ha ricordato il nonno di t utti gli uomini gialli (e perché no (1ell'mn..u 1ità, i uter ,1-?) nei 1·egi:-,tri de llo

stato ci\·ile all 'età di .cento a.uni , una rolta.,. succ.es~'lvu.men te

a quella. ri spettaùilissima. di duecento arn1i..

Il superveglia,r do a ssic:u n.1: c:-Le deve la suf~ concorrenza.

a :Matu&1,lemme a.Il'a.ver nsato tal une ei-1.,e note a, lui solo.

Non ha confidato il segret o rl i fJne lle pinntc a nessuno dei

suoi innmnere\·oli figli , nè, tanto rneno, alle ~ne mogl i ..

J.i-Ohing-Yun rivela all 'os~er v:1zione <lel \'is iUtt·o1 ·P 1111:t

sola ra rità esteriore: le ung hie de lla, sua mano <l r :--tra sono

lunghe (]uarauta centimetI'l, ed egl i le JI1•esPI·\·a c:on n•ligio::;a

tura servendosi di alcuni astne<·i di l ,amL1'1.

13±

Hincqnistò una Uicieletta ~, nel contiuna,re la. mar·cia, a, sud, ebbe uua piccola avventura, pr·ima di lllHL grande avventura..

·Nella città di 'l'sinan-Fu, nella Schang.rr ung, un giorno un ragazzo gl i tirò sulla testa una pn,nnocchia,. Voll e da.re una lezione al piccolo maleducato, senouchè quel suo gesto suscitò un'inattesa, r eazione nell'intero qumtiere. DaUe ca.se e da.Ile botteghe saltarono fuori a diecine i piccoli coolies, lmtta n dosi a,dclosso a ll ' Itah a.no. Parve ad nu ce1·to momento che dovesse riccllcg-giare il grido (< ~l à.gli allo st raniero i> . Ì etto si rese co nto del pcl'icolo : nascono così in quelle terre i

linciaggi. i.\ia si dil'cse con grande fermezza. Affena,ta con due ma.ui la bicicletta, la sbattè con violenza sui suoi assali­to1·i , aprendosi un nLJ"(;O. Quindi r·imontò in sella e via, !

Le st.l'ade era.no popolate di galJine, e il ciclista ne mise sotto qn a.lcmrn.,. 1-'tltro pandemonio. Disceso .da1Ja, macchina. dovette ti rar pugni e cn lci iu ogni direzione. Qualche colpo però lo 1·aggiuuse, spezzaudogli in più pa,rt i il lJ.'bbro supe­riore, si <la cagionargli delle lesioni permanenti.

Si rifugiò in una, bottega. Era piena di scatole, di casse tt e, di scansie. Rovesciò tutto, .con grande fracasso . Si trattava. di una, tipogra,fia cinese e quelle scatole conteneva.no migliaia e migliaia di caratteri. Andò tutto a, terra, mesco­landosi.

:Ma la confusione del momento bastò a Zetto per rimontare iu ma.cchina e scomparire.

Domenica 14 luglio egli era. a, Sch:Hlgai. Cominciava la sua grande avventura cinese .con il gcDet'a,le Chaug-Fu-Kwei, fierissimo comandante dei diciottomila. fi.anchi di f eri"o.

COLONNELLO DI CHANG-FU-KWEl

Uu micillia.le sole d'agosto alTovcuta le strade di Sciangai e alz:1, Yeli di f umo bia nco da,l mare. I due milioni di

aUitanti deUliono essersi banie.a.ti nelle case perchè ra,ri se ne iucont1·auo. Il disco di luce ha, appena. rni-cat~ il suo punto più alto, e lento s'accinge a rotola.re su un cielo d 'accecante azznl'ro . rrutte le cose sono immobili e inca,ndescenti. Il caldo gcJriaccia,, a.ssorbe il sa-ngue .

Da. un tetro bar del qua-rtiere cinese il capitano Zetto è uscito per metù; con la testa e il busto si sporge a.ll'esterno per 1·ivolgel'e un'inutile clomm1da al meriggio.

- Si può o non si può anda,re? - No, fèi-mati; o cl.te vuoi anelare, Zetto? - cbimnu.

<lall 'inte1110 una, v-0ce cli inconfondibile accento tosca-no. - Fèrmati ancòra.; vieni qui , e beviamoci insieme

ancòra, uuo cli codesti intrugli... E' tol'l1ato dentro. Lo ha. recla,mato il più strano com­

pa,gno di via.gg·io che mai a,bhia. avuto, un ita lianò, livol'nese, Giuseppe Cerni. E' costui nu J·agazzone lungo e grosso, cia n­ciane, sùnlor·dito cli ogni 1..:osa, in pa,rticolare delle cinesi.

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E' stato la.sciato làr, sulla, banchina di Sciauga,i, da, un µiro• scafo italiano, meglio, è stato 1ui ad abba.ndona,re il piro­scafo.

- Volevo dare ancòra un bacino alla, mi' mimosa - è così elle la spiega Cerni - quando il va,pore cominci<) a. fischiare; un bacio e un fischio, un altro bacio e un a,ltro fischio ... e addio piroscafo. Sono tornato da lei, ma quella, 110n mi lla. più voluto ap1ire la, porta, uè il suo cuore. Se h1 trovo ...

Però non s'è sgomenta.to. S' è dato a, pa,sseggia,re in lungo e in lai·go per l ' immensa, C~ua., senza, un 'idea, precisa, ch-c:.a il modo cli couclnclere la sua. questione, ,1cconten.ta.ndo~i di risolve1·e ogni ye:µtiqua,t tr'ore, in una manien.t o nell'alt l'a•, il trascurabile problema, dell'a.ppctito. Adesso però ha, uw1 gra.nde idea, : vuol auda,1"e a, Nanclli110 (è iJCl' qnes to che s'è attaccato a, Zetto) per farsi riceyere da Cha.ng-Ka,y-Shek, presidente della repubblica gialla,. Che cosa,, poi, douuu1derh a Cha,ng-Kay-Shek, n on lo sa, neppm·e lui. Comunque, n.ffernna di dovergli rfrolgere una caldissima. preghier..1. O1.ie sia punita,, cioè, con sistemi del luogo, la cinesina. elle lo .ha fa,tto rimanere in secca,; poi, tra una sigaretta, e l'a,ltra,, cbiederù, al Presidente qnakhe notiziola (ma, così, del tu tto in via a.micheYole) sulla, faccenda dell' Estremo Oriente. Con quelle impressioni, poi, si metter,ì, a scrivere un lib1~0, indispensa­bile secondo lui per f,u· conoscere aH'Europa quei pae&-i.

Per .intanto, Cerni si deve sgoliba.re dietro, impreca.ud o contro l'intera uma.nità, una valigia di peso sba.to1·ditivo. Se la trascina,, rassegna.to, ormai da oltr·e trecento chilo­metri.

- Peppino : - gli ha chiesto un giotno Zetto - uon avrai mica, là dentro, la tua cinesina.?

- E magari; te ne offrirei uµ a, fetta ogni tanto !

Si sono incamminati tutti e . due, Zetto a.v::u1ti, Cerni e la sua valigia dietro, verso occidente, e souo arrivati, dovo

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snerva.nti giorni di ma.1·cia., nelle vicinanze di Nanchiuo, la nuova. ca,pitale. Una c:.1,pita,le molto curiosa se, per trovarla , bisogna, n.ud arh1 a ce1·carc dietr o una vais ta muraglia. Prima di raggiunge1·e la muraglia, appena, superato il fiume Yang­'l'se-Kiang i due pa,ss,1110, attraverso il villaggio di Rsia-Kuau, segnato ·si e no sulle ca.i·te, nel qua.le vivono e si moltiplicano nou meno di cinquecentomila piccoli nomini color dello za,tfcr:1110. Zetto e Cerni vag:H10 in mezzo a cen tina,ia di ca.se (Om·ni si domanda, cos-' è a l confronto la, sua Livorno) e final mente entra no in Na.nch ino, da ll~1 po1·ta principale ta.gli:1 t.1, nella mur;1,gli,1.. Oceano no nltetiori sei ai-e di buon c;1,111 mino pe r sco prii-e Ja, faccia, della, p1·ima, casa,; dopo una :il tra. rnL•zz'o1·a, s i i. 11 co1i t1·,mo dei fa,bln·lcati, ed ecco alla fine il premio a tanta, fa,t:ic:l, : nu a lbergo. E' la capitale.

Per fo1·tuna, il pa,uora,rua diventa subito più interes­::;a,utc. L '.1-lbe l'go è di pl'Oprictù, di un cinese, il quale li,1, . la for tu na, - o la, disgl'nzia, - d'aiver per moglie un'europea, o qualche t.osa, Lii più: :1.ddil'itturn.1 una parigina. Egli la conobbe in F 1·t1,nc:in,, a-llorchè fu laggiù con l.-:1, speranz.a di ~arsi nna cultura, occidenta le, senonchè non seppe porta.,rsi clietrO che un pezzetti no d'occidente 1·appresentato dal musetto tr::u;;ogna.to della. moglie, in qua,n to la cultura. si la scia,v:1, meno facil mente espo1·t:Hc.

Clic feste, n.Jl'an'ivo elci due europei, per l'antica mi<lincttc tra,pia,ntn.ta. in nn.-1, tena, dove non crescono che i

fagioli , il so1·g·o e l 'oppio! EJln. qnasi non crede a,i snoi occhi senza. koli l a,l veder ;.lJ.Tiva,re i llue ita1iani. A tavola non ~i

di scute elle Llell'occideute, di P,wigi (e Misting·nette '? e Jose­phinc Ha,kcr? e Patou"!) . Uun, trcpida,utc uost..1lgia. zampilla dal picl'olo c.:no t e dclltL pa.1·:igi.na, incnpsula.to in una scorz,L giaUa .. I tre diurn o ~fogo :tironcla, elci r icordi come uo11 aves • se1·0 aHcso elle quell'inl'ont1·0. Meno cntusinsta, dei nnod ospiti scmhrn, il nrnl'ito, jl qua-le a sf·olta, am,n·o le 101·0 p,i.role, gmH·chndo lontano , olttc i vet ri degli occ.hiah.

La. se1-.:1•1 ½cUo e CPrni flcci<lono (]i pc1-11ottnre (u Ma, li pni·c, dopo ques to i11co11t ro:-1 >> · com.menta il 1ivo1·nese) uel1o

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alberghetto, ad onta clelln, sn;1, sc,u·sa, ospitnliU. Nelle st<.mr,e grava, uu 'a.r ia, triste, dai mm·i pendono le ra.gna.telle. E c'è qua.lche aJtro inconveniente : le pareti che dividono le stanze sono cli legno, n, ta,Yole conghmte, e tra, una tavola. e ra,ltra. ci pa.ssa, un dito. L'a.lber-gn.tore ha, giudica to d'accomodare ogni irnba,ra.zzo incoll..lndo snlle fess1ue st riscic di gio1·na-li. Una premura inutile dopo che ignote mnui Uauuo sttaccin,ta la, ca.rta. Att orno ai letti ve1·ta.nto si aprono delle griglie oltre le qua.U 1 per· clii s'annoi in solitudine, c'è a, po1·t a,ta. cli mano la distrazione di mettersi, ba-rLnssia-nn,meute, a ll:i. fiue ­stra sul letto del Yiciuo.

Zetto ne La pe1·ò \'iste t roppe pe1· prGY<.H·e un eccessivo piacer·e nel sentire nella- C<.1111era, :1cc._1,n t u uu yecchio maucla rino recitare pr·i rna cli adclounenta1·si interminabili preghiere, o udire nell' altra bofonehia.re nn ma turo genera-le alle p1·ese con una cocotte di indecifra.Lile na,ziona..lità. Spegne la, luce, medita sui suoi sogni di giramondo, 1·ifù Fesame dei modesti bilanci ridotti a pochi dolla ri ricavati dalla. ven dita clella bicicletta, s'addormenta.

I due amici hascorrono alcun i gioeni nell 'alLergl) fra.neo-cinese. Allorchè Cen1i vede il compa-gno fare il baga­glio, -gli confessa con gra-nd e ma.linconia. che dovrà stacca,rsi da lui, poicbè ha l'inunciato al suo programma lettera.rio; rima,rrà qualche t empo a,ncora all'alLergo, da,to cbe per il momento· ( (( te lo dico in confidenza») la francesina lo inte­ressa più ancora del presidente giallo.

Zetto ha ripreso la strada.

Ha trova.to cla imba,rcarsi sn di. nn ya.pol'ino a.ffi tta,to dai : com..pradore8 >) cinesi, mercanti che usa.no noleggia,re un

piroscafo per i loro affari per-sanali. Ha otten uto il JJassaggio gratuit o prestandosi ai ln vo;i di bordo, seuouchè dopo a-lcuni giorni di navigazione deve sbm·ca.re . E' iute·t' · Yenuto un ufficiale inglese il qua.le J_Jl'etcnùc dal comandiwte

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l'osservaµza, di una ùisposfaione di legg·e che vieta a.gli Europei di mescolarsi a.g-li equipaggi cinesi. Un marinai,.) europeo fra ma.i-inai cinesi può diventa.re una miccia tra casse cli dina.mite, questa ,k'l saggezza della legge. La mora.le che ne segue è piuttosto aIDn.ra,: bisogna scendei-e a terra.

Ma dove! A Wuhu, che proprio in quei giorni - fine cFagosto 1929 - couosce -l'ennesima: 1·ivolu.zioue. Alle sue porte si accampa, tempestoso un generale ribelle deciso ad impa<lro:µirsi della, città, e piegarla ai suoi ordini; dentro le mura di "\iVuhu, un altro generale mina~ia la fine del mondo nella generosa intenzione di difendere la città,

Nell'entrare in Wuhu Zetto non t arda ad accorgersi che l'aria puzza, di polvere. A passo cli corsa. va in cerca, di un luogo sicuro. Riesce a scovare u n ospizio di preti spa­gnoli , dove però trova un'ospitalità relativa. I buoni padri sono imbarazzatissimi per q ueUa visita; sospetta-no che i

soldati della guarnigione si sia-no accorti dello straniero e temono una loro i•rruzioue nel convento. Pure questa volta la, morale è assai a.ma,ra.: l'ospi te viene gentilmente pregato di cerca,1·si un altro rifugio, più sicuro, di andarsene insomma, con tanti auguri.

Viene accompagnato alla port,'t proprio qua.udo sibilano nell'aria le prime fucilate. I difensori. harmo una fama, così

catt iva elle non è il caso di chiedere loro alcun favore; nella

stessa notte il loro gener·ale, esauriti mezzi e viveri , ba dato ordine di sgozzare ove si trovavano tutti i negoziaJ1ti per

derubarli! ... Una situazione a bbastanza seria. Ma l'Italia.no

ha la pelle dura, e non .molla, : vuol ,ra.ggiungel'e a tutti i costi

le sponde del fiume, dove sa che vi è poRsibilHà di S"a-lvezza.

Corre come un velt1<0 pe1, le strade, scantona ili qua e fugge

di lù, interna-nclosi finanche, quando più rabbiosa crepita la

fucileria,, nell e fogna.ture spalaucate in mezzo alle strade.

La sorte è ancora, propizia,· alla, sua a.uda.eia : egli raggiunge

i l fiu me, si porta sotto un pontone giapponese, vi sa-lta, dentro

come un fulmine ... e-cl è salvo.

lGl

Alti-e giornate cinesi, più quiete, ~ul Finme Azzurro, dorn un giorno incontra , nelle ricin,mze di IJangkow, Lt bella, ca.n11ouiera. ita,li.urn Caboto . Emozione fortissinia .. D-.1 I piroscafo sul quale vi.1ggia chiede immediatamente d i pote!' sa,lire sulla. n;we onde salutare i valorosi connaziona,li che difendono in mezzo al cn,os delFEstremo Oriente il prestigio della, ~:i ,.1,tria, lont,ma,. Sulla, Caboto u ffic ia.li e rna,l'ina,i fa.nno ad .Antonio Zetto accog·lieuze affettuosissime. Lo stess() comandante invita. il gira mondo a, trascorrei-e la notte e a, consuma.re i pasti sulla cannoniera.

Tra quelle l>elle fig,.1re di ma-l'illa,i l'esplo1·a.toi-e vo110:::;ce

un fierissimo nostro ufficia.le, il ca,pi t.H10 Storich, za.r.1tino, comandante iu seconda, della Caboto. Kell ' intcra Cina. egli P conosciuto c_ome l'uomo più alto, e il suo nome è popola· rissimo. Il Da.lma,t a, ha uu coraggio leonino. Raccontano i

rna1·ina,i elle il -giorno in cui un ing·eg·uere italiano ora stato fa.tto prigioniero da,i bat11cliti annidati sulle sponde del fiume, e lo ave,·a,no t ra,t t enuto come ostaggio recla.ma,ndo d iecimil.1, dollari , il ca.pitano Storicl.i si ei·a. fatto consegnare da.lle truppe regola,ri cinesi uu ' autoblinda, con la, qua,le poi er:1 piombato a ddosso a.i ùa-ndi tiJ fulruinandoli t utti , beninteso dopo a,Yer liberato l'ingegnere.

L-a. sosta- sulla na,·e i taliana, è un'oasi eutl'o la. qua le !'esploratore ritempra le energie per l ' u lter·ioi-e ma rcia. Attende di ripa,r t ire su uno dei n umerosi vaporini cinesi che compiono il tra-gi tto sul Yang-Tse•Kiang, e sono comanda.ti in g-ra.n pa,r te da ex sottufficiali della marina merca-ntile italiana , rimasti laggiù e promossi a l gr·ado di comanda nti. Il comando viene cedu to a questi ma-r ina i italiani , potend() essi fa,r inalber~.re la La ndiera della, propria nazione, cosi da esel1 ta1·e i piroscafi dalle visite delle autorità militari cinesi sempre sospettose. Il mestiere di coman dante snl Yang­Tse-Kia.ng, se presenta qualche ·pericolo circa la, durata, della testa, attaccata. al collo è d'alfra parte molto redd itizio.

Nel porto di I cha,ng Zet..to ne inconti·a, uno , ta,le l'agm\l ; più ta rdi, a Cl.ti ug.King, conosce un altr o ita.liun.o, 1111

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istria.no, Rocco Gnzzi, di Hovigno, comandante del Shtt -Hwn. Questi connazionali sono molto cordiali con l'esploratore; gli accordano il viaggio gra.tuito e lo colmano di attenzioni. Zetto può così proseguire lungo il ti ume dalle acque torbide di fa.ngo. La, navigazione non è sempre delle più facili, osta­colat,t dalle correnti e dai banchi di sabbia . Il paesaggio è

va,ria.to; a.i .campi di sorgo e di riso si alterµauo _strao1·dinari pa,norami di monti , piccoli porti, pittoresche pagode, colos­sali tombe, bizzarri templi, mas todontici ·nudda. Unica cosa. che la,s,ç.ia, s9rpresi, la completa nudità dei barcaioli elle voga.no sul fiume.

Il 29 ag·osto l'esploratore abbandona il Ya.ng-Tse-Kia-ng, desiderando di internarsi nello Szechwau, la più grande provincia cinese, che ~a sola ospita quaranta.sei milio.pi di a bitanti. Sceso a terra punta direttamente su Ce-ng.rru, capi­ta.le dello Szechwan. Ma per raggiung·ere Ceng-'lì.1 occorre 8,S.sogg-ettru·si ad una sfibrante fatica,.

La ca.pita-le è separat a dal fi ume da, una catena di mon­tagne, tngliata da un 'unica strada fatta a gradini come una i1nment a scalim1,ta. che sa-le da un ve1-sa-ute e scende daU'i1,ltro. Il t ragitto dev'esse1·e compiuto a piedi o a cavallo. Egli si aceinge a, questo nuovo sforzo con-fidando in un incontro g"l'aditissimo : •lo hanno a,ssicurato che in vetta al monte tro­verà un E uropeo, un Ita-lia.no, il qua.le esercita lassù le funzim1i cli direttore delle pos te. l iu uomo fortunato - g:U banno detto a.ncora - poichè i cinesi seri vono pocliissimo siccbè il sei-vizio 1JOstale è di proporzioni a,ss~W. mode~te. La posta vi.eue recapitata, con un sistema, primitivo ('.lJ P v:.1 a l di là, della diligenza.. Caus.-.'li la pa,rticolare couforlllazioue della strada che a,ttra.versa la montag·na , 1ft, posta. viene inol­trata- a mezzo di sta.ffette munite il giol'nO di una, ba-ndicriua e la notte cli un fn ua.le, le qtrn li hanno ns:segnato l:11 pcn:or-so di dodici chilomet:·i, alla, fine del quale troY,rno un ~1-ltro

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corriere e così a.nu1ti. E ' t utta, una catena _cl i uomini, i qua.Ji si passa.no di ma.no in llla-no - fino a. coy1·ire t utt o il per­corso - il sacco posta,le.

Da, Ceug-'l'u, raggiu:µ ta dopo qualche gio1·no, Zetto aventi deciso cli proseguire Ye1·so l'altipiano de l Tibet. Il ma,resci:.1Jlo Liu-SLia.ng si oppose nettamente alle sue iuten ­zioui , sicchè non gli rimase cLe r ipiegare e dirigersi nuon1 -meute a I chJ.1.ng, passa.ndo pc1· imruensi ca mpi (li oppio.

A Ichaug giungent esatta.mente il 14 sette.mli i-e 1929, nel quale giorno a,veva inizio una delle sue 1.1 iù inte1·c1:.s.1nti avventure.

I n questa città egli a.pprencleYa della, presenza, clel generale Cha.ng-Fu-Kwei che erti sta,to luogotenente di Sun­Yat-Sen1 il rovesciatore dell ' Impero e fondatore della, repubblica.

Collezionatore di firme di grandi per·sonag·gi e metico­loso raccoglitore delle testimonianze dei suoi viaggi , egli si presentaYa, la, mattina, del 17 settembre a l quartier generale di Chang-Fu-Kwei. ··vi era accolto dal capo di stato maggiore, un distint o ufficiale educat o a,lle scuole milita,ri. giapponese e americana, a-1 qua-le esprimen.1, il suo desiderio cli essei-e ricevuto dal generale e di ot tenere un suo autografo. In perfetto inglese l'uffi ciale lo informava che il genera,le era molto occupato e che difficilmente lo avrebbe veduto . Se, però, aspinwa ad ottenere la sua firma, poteva affidare il libr·o a lui cbe senzialtro si sarebbe incaricato di sottoporlo a-1 genera1e. Zetto accolse l'offerta- e r·imase ad a.ttenclere nell'antica-mera.

PocLi ~stanti dopo, viva-mente sorpreso, l'Ita,liano vide entra,re nell'anticamer·a- il generale in persona , con nelle mani il suo libro . I n un buon inglese Cbang-Fu-Kwei gli disse il suo dispiacere di non poterlo intrattenere in quanto da. un momento all'a ltro doveva. raggiungere l 'uc:.campa ­mento per ispezionare le tr·nvpe. Ma se avev.1 piacere di

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\'ia~·g io In Gi·nppone .e nella co,·en . - T rst imonianze: P e1·sonrr liI;\ rO l't:ane e g·iapno­JH'-~I: nswa!n Wl1He, cousole lH"it.·llJn lco e 1111:ari cato d 'affa r i pf'r l"l tn l ia a seOut. capl l nl e <t(jlla oorea ; ti 1.onsole ì1a li ano li i Jl,; aga~aki: ~l seg 1•e!ario 1-ie1· i Fa :-.cì Ha• !!;1111 In <:lappon e, p1•nf. Nino Paslorel li ; f ; R. am1Jns..:l n10 1·e italiano a Tokio. tin­i-ono ,\lolsl; personnll!à di Anlung. TatJ~n. Asomlyagl, Tai ku, Okaj ama, Fukuolm-

Vlslone del luoghl.

accompagnarlo - soggiungeva - egli sarebbe stato ben lieto di fargli vedere i suoi diciottomila s9ldati, e di averlo poi ospite suo.

Cl:taug-Fu•Kwei è un piccolo uomo a,$Ciutto, con una. Lella testa arruffata di predicatore, occhi sporgenti di smalto verde, sottili labbra da signorina su un volto asimmetrico. Ora che si dirigono insieme all'accampamento, egli parla con un sorprendente tono confidenziale. Si compiace di raccon­ta.re all'ospite le sue campagne, la sua vita milita.re, e confìda-rgH la sue aspira.zioui di condottiero, i suoi progetti per l'avvenire. L'Italiano è favorevolmente impressionato per questo incontro e ascolta, il generale con serietà e attenzione, permettendosi talvolta., con la sua esperienza,, di offrirgli dei consigli che l'altro mostra di apprez.zare.

Eccoli così, qua-lche ora più tardi, a coJa.zione 'al quartier genera,le, soli come vecchi amici, sorridenti e loquaci. Il pranzo, di pe1fetto stile cinese, viene impeccabil­mente servito da silenziosi camerier1.. E' un pnmzo straordi­nario ed è insieme uno spettacolo.

Vengono dapprima serviti i tradizionali nidi di sa.lan­gnnc, ag-rodolce .gelatina ricava,t:1 dalla cottura- di alcuni uccelli che si nutrono sulla super.fice del Yang-Tse•Kiang. Il camminatore ha imparato a µon essere smorfioso e conosce i dore t·i della mensa : mangia. con ottimo appetito e assicura ìl gencrn-le di trovare le sala.ugane di suo gusto. Ma arriva subito dopo un piatto capace di attira,re un colpo apoplettico al commem;:tle che non abbia, lo stomaco ferrato : le famose uova in emùrione che, secondo quanto spiega Chang-Fu-Kwel, altro non sono se non piccole, deliziose uova. messe a, covare per due settimn.ne, fino a far s;vi.lnppare per metà il pulcino. Queste nova,, che esalano indicibili fragranze e trasudano torbidi succhi , vengono servite biscotta-te al forno, pulcino compreso . Zetto a.ss:icura che lasciauq_ nel palato qualche

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cosa. di tenibile e di indimcntica,bile : nondimeno possono essere mcrnda,te giù, specie quando si ba il piace1·e di sedere di fron te ad un gene1·a.le ci uese ...

Il te1·zo piatto è addil"ittnra una, gioia della, gola. : ero• stini di piu.na. di pescecaue coufusi a, microscopiche rane fritte, guazzauti iu uµa pitt01·escaJ nu·ietà, di el'k1ggi rossi, gialli, Ym·di 1 cou contorno lli pa.ne bollito spalmato di miste ­riose salse. Tra un pia.tto e l',1ltro, l 'aspro rino del Ceng. 'fu , servito fumant e in 1Jicchie1-ini.

Yenne aHa, flue i l tè , iut..1.nto cl.te i cam e"1·ie6, mesti come pI'et.i a ll 'a,Itare, consegua,rttno ni commensa li piccoli tovaglioli inumiditi nell'acqua, tiepida , necess;.Hi a lla, pulizb person11 le dopo que l genere l1i L,111d1etto ..

V

~ll tennine d ella, colazione (Zetto stanti sorseggiando lit,

ri uinb.1 ta.zza di t è nella ~veranza di dis_infettarsi la, bocca) il genernle nndaxa, a. sprofo1H.hnsi in una occideu ta lissim:1 poltrona e, dopo an~r soffi a to in tutte le direzioni alcune boccate di fumo 1 si scusa.\·11 con l 'ospite per· non aYergli 1Jotnto offrire che un pranzo di seconda classe. E non basht• Yano i qua,ra,nta piatti'? Il generale spiega.va allora come, presso la nobiltù, cinese, era in uso di oJIJ-fre all 'ospite di l'iguardo il pranzo di p1·ima classe, secondo il pl'otocollo della, coi-te del det1·onhzato impel'atore : centosessa nta piatti .

- E ades~o, ca,pitano, dove andate? - Confido di l'aggiungere Ca nton. Chaug•Fu-Kwei aggrotta un i:-;tante Je ciglia color

cenere, quindi: - Se YOi a-ndate a, Ca n ton - <l ice - potremo fa re la

1:itrada, insieme. Suno diret to a nch' io d<.t quelle pa.rti. Venite con noi 1 capitano.

JGG

Ha pronuncia.to queste parole con un 'aria cosi corù iale d1e è peccato non a,pprofittare ùelPinvito:

- Vengo senz'altro, - rispon<le - con piacere. E, ùopo una pausa: - Ma voi, genera.le, andate da, solo a Canton, oppure

in compag·:i;i.ia? Avete, insomma, <la sbriga.re qualche affare, laggiù ?

L'altro r iflette un istante, poi risponde, rapid9 e p1·eciso:

- Andiamo a. combattere! - A combattere? E dove, contro chi? Il generale ha un sorriso <la Budda portacipria..; balzo.i

in piedi, cammina su e giù e dice, pacato e tutta.via fiero: - Noi combattiamo sempre, e il combattimento è il

tutto della nostra vita-. I n queste ultime settimane bo attuato un colpo <li testa: mi sono riùellato con i miei soldati, i

miei « fianchi di ferro))' contro il Gove1;110 centrale di Chang ­Kai-Sek, col quale :.tppunto, come dicevate voi, ho da: sbri­gare un piccolo affare!

U11a pausa, un altro sor.1·isO e, poi uno scaHo : - E non molleremo! Venite con noi, capitano , e vi

renderete conto come no,i sappiamo mena.re le maui ! L ' Italiano non nasconde la sua pervlessità. di fronte

a. quelle intenzioni bellicose. E' però sempre vigile in lui lu spirito dell'avventura, l'amore per le cose straordinarie: ecco perchè accoglie l'invito di Chang-Fu-Kwei.

- Verrò senz'a,ltro. - assicn,ra - Ma, .ca.ro generale, fin dove possibile tenterò cli rimanere uno spettatore, a:uche pel' evita1·e .. complicazioni internaziopa.U .

E pn,rtono senz'altro, come a.miei di nnticl1issi.ma. data.

Sul Ya.ng-Tse-Kia.ng atten<lc un piros<;afo che ha, giù, im\ja.1·cato u.Ieune ccntina,itt di sohlati. Sono i famosi fianch i <U ferro. Una, gei;ie <l i omin i tutti uguali, taciturni, con aJ.·ia,

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da semin,nio_. swìlzi , delica ti. SemLra che a. spingerne unu addosso dell' altl'o si debhc1 uo l'oresc i.ne tutti. Forse sa,nu ,) mol'ire in blocco, senza. fiatare; cer to non sau uo ridere, e qna,ndo ca,ntauo sembra che pia-ngauo.

E ' da, un 'ora, che uaYigano sul fiume. - Tra, poco sba-rcheremo in un piccolo porto, dove

intendo fascia.re duecento soldati a difesa, della cith\. Sarà i1 primo segno della mia protezione ai tenitori.

- E noi ? - Noi andremo oltre, in direzione di Ca uton, assieme

alle altre truppe ,già. nccn.m.pa te fuori della, città. Sbal'cano , lasciano a-lcuui repm·ti indi procedouo, Ll

generale e Zetto sempre viciui ccl ora, qw1si n,IJLl'acciati, sop1•a una cm-retta. tra,in,ita da, r cloci muli. che li poeta. fino all'accampamento, a pochi chil ometri dalla città. Clrnng Fu-Kwei si compiace poco dopo di ispezionare lungamente le truppe assieme a-ll'Italiauo, sulla .persona, del quale si con ­centra.no tutti gli sguardi. Zetto indossa un abito sportivo 1

gamba.li gialli , berretto: chi immagi ua in lui un giramondo? Nel corto oriz,zonte della fantasia, dei soldati egli deve appa,-1·ire un personaggio importantissimo. Non per nulla, il comandante gli dà hl dest ra e gli mostra t utto : uomini, fucili, mit ragliatrici, ca-m10ui. 'frasconono così alcuni giorni, sempre dietro ai reparti di marcia.. Unico inconve­niente quella cucina cinese ...

ru._1, sera, d' improvYiso, l'a,ria è piena del crepitio rli lontane fucilate. Zetto si abbuia:

- Sia.mo già in guerra? - A momenti, amico mio . Sono i miei avamposti cltc

sba-ragliano le guardie ca,utonesi. L'Italiano medita sul va lore di quelle pai·ole e pensa

che de,·e recarsi proprio tra i cantonesi; come fa.nì,, ora che si è compromesso con i r ibelli, a superal'c le loro linee? Con il cervello a ffollato di dubbi si ritira la sera sotto la tenda e, dopo un esa.me della, si tuazione (riflette che non bisogna m:1 i provocare la sor-te), prende una decision e categorica: dorna.t-

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tiua dirà. senz'altro a,l generale che la sua amicizia, gli è molto cara, ma più aucora la sua -libertà di cammin,atore.

Chang-Fu-Kwei, invece. no:p. gli dà il tempo di attuare quel proposito.

La mattina presto, quando l'ospite ancora si trova sott1) la tenda, gli fa annunciare la visita di un ufficiale, il quale reca con sè un gi1'0sso involto . Zetto si domanda perplesso se 11011 si tratta di qua.lche macabro omaggio del suo amico : per esempio la testa di un ribelle o di up. avversario, staccata, in suo onore. L'Italia.no ha però da :ricredersi e da rasse­gnarsi : i cinesi sono miglio1i di quel che· non si creda.

Il generale ha avuto un gentilissimo pensiero nei suoi riguardi. Gli ha mandato una pittoresca divi.sa da colon­nello, costellata di mult icolori decora.zioni, con un 'affettuosa ma ferma preghiera: di indossarla senz'altro, in quanto lo attende al campo, con le sue truppe, per fargli rendere gli onori del grado.

Il giramondo non sa più stupirsi di nulla,, sicchè l'im­previsto alla fine gli .riesce gradito. Si veste tranquillissima­mente (ha impa-rato nel suo pellegrina,re che amici del tipo di Chang-Fu-Kwei non vanno contraria.ti) , si fa. a,iutare dal­l'ufficiale, si rimira da ogni lato, quindi squadra, il collega, infe1·iore di grado, domandandogli, insolita-mente serio :

- Dov'è il generate? - Al campo - ris-ponde. - signor colonnello. E si mette sull'attenti.

Alcune migliaia di baionette luccica-no a-l sole t ra il

1·ullare dei tamburi: a rriva il colonnello Zetto, in arcioni sopra un piccolo cavallo bianco. Gli muove incontro, dondo­la.ndosi pomposamente, Chang-Fu-Kwei, vestito con la più sgargiante divisa e con due dozzine almeno di decora.zioni sul petto.

Sca-mbia alcune frasi con il nuovo ufficia-le, quindi rivolge a.Ile truppe un discorso che le infiamma. Pa,1,la.1 a

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breYi, striscianti parole che sembrano gemiti; <leve dire petò cose interessantissime, perchè il petto dei soldati si dila-t.:'L Zetto sta pensieroso, non comprende nulla, si domanda, se non abbia giocato una, c..1-rta, shagli;1,ta.

Il discorso si prultrnga.; iu segrlito i repa,rti sono passa.ti in rivista, e alla. fine ha luogo una, grau<lc va1·n,ta ..

Qua.udo le truppe banno aùbaudonato il c:ampo 1 Zetto s'avvicina a, Chang-Fu-Kwei; ha da, ri,,olgergli una, <lowanda, decisiva : ·

- Caro genera-le - gli dice - vi ringra,zio per l'onore che avete voluto farmi; consentitemi, ora, d i conoscere le ragioni di questa inaspettata nomina.

Il genera,le sorride e fa tintinnire con le diht le deco­razioni.

- Ah, siet e sorpreso - sorride ancora - e ,·olete sapere qualche cosa ! ·semplicissimo. L,1 mia è una tattica. come tante altre. Poiché mi ero accorto che i miei soldati non si meritava-no più l'appellativo di fianch·i cli ferro) ho ritenuto di doverli 1·iµfrancare e ritempra.re col ridare loro l 'antico spirito guerriero .. .

Cha-ng-Fn-Kwei, si accarezza delicatamente i piccoli america nissimi baffi; i suoi acuti occhi verdi sono negli occhi dell'Italiano.

- Il caso ha voluto - r iprende - cl1e iuc·ontrassi l ' uomo della fortuna: Voi, capit,a.no Zetto.

- Io, uomo del caso e della fortun a? - Voi, proprio voi. La vostra persona mi può vern-

mente ess-ere utile1 a,nzi mi sa.r-ù, utile. Se vi lio nominato mio colo:pnello, l 'ho fatto a. ragione veduta. Voi - ora Ila un sor­r iso diabolico - certo non a,·ete compreso nulla del mio discorso a i soldati ...

Zetto è sempre più sbal ordito. - ... Kulla di ma-le, nè di inutile. Al contrario, ho pre .

sentato voi alle t ruppe come l'inviato 1Illlitare <.li una grande na,zioue stranie1'a, .Ja quale inteuùevi1 manifestare in questo modo la sua simpatia e il suo appoggio verso di

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noi. Nell'udite le mie pa,role, i soldati si sono inorgogliti e, 1.:orne avete potuto notare, ba.uno accolto l'autorevole ospite - ancora un sorrisetto da, Budda di ceramica - con vero entusiasmo ...

Silenzio. Zet to nòn è più solamente stupito ma. a,nche seccato; teme di essern caduto in un 'insidia,. D?manda, freddo:

- Scusate, genera.le, a quale nazione intendevate rifer-irvi?

- Questo 11011 lla nessuna importanza. Una nazione semplicemente : l'Italia di Mussnliui , l ' Inghilterra, il Giap­pone o addil-ittura- l'America ...

- E se lo sanno gli a,ltl'i? - Cl.ii? Gli altri non esistono. - Gli i~:i.teressati, qua.lcuna di quelle nazioni. Cbang •Fu-Kwei esplode in una risata.: - Se voi foste veramente mio colonnello, capitano

Zetto, vi manderei subito agli a-nest i, poichè un ufficiale non deve avere di queste ingenuità. Voi mi a,vete fatto delle doma.ude che non hanno nessuna importanza ..

Più secC'ato anco1·a, Zetto ribatte: - Ca,ro generale, tutto va bene: ma e la mia testa? ! .. Chan-Fu -Kwei tira fuol'i tutto il petto, soppesa t m, le

dita, le medaglie e, dandosi un'a,ria distratt a, risponde: - Ci sono i miei diciottomila. fianchi lU ferro .. ed io! Ris,posta, di sa-porc napoleonico che finisce per mettete

Zet to ùi buon umore. Chang-Fu-K-..vei, compiaciuto come per aver riportato una, p,ri.ma, vittoria,, si rischiara con il più giaHo clei suoi sorrisi :

- Una cosa. sob impol'hl- a, noi soldati, mio colonnello: vincere !

Da, quel mom ento aH'ltaliano non r imaneva, che seguire le truppe, solo preoeCnpa,ndosi di tenere bene aperti gli occhi . Si iniziava, per lui nn periodo tra. i più interessan t i,

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cost1·etto com'egli era a, ,·iYere giorno per g iorno le vicenrlc comiche o drmnma,tiche di una, guerriglia. tra. ribelli e gua rdie cantonesi.

Erano scontri di modeste proporzioni , i qua-li volevano però un graude cont ribut o di sa.ugne. 'l'utte le mattine il genera.le chia ma.va presso cli sè il colonnello per offrirgli un saggio di quella- che egli chiamava la- sua a r te di fare la guerra: le esecuzioni dei prigionieri e dei fe1·iti, in quanto nessuno veniva rispa,rmiato.

Visioni orribili, indimenticabili, I prigionie1i venivano fatti in.ginocchia,re al cmnpo, uno accanto all'ùltro, le manj legate dietro la schieµa e gli occhi bendati, mentre il boia passa,·a t ranquillamente da uno all'a-ltro facendo sa.ltar loro la testa come tante capocchie di fiammifeii. I prigionier i andaYa.no alla morte con. un'estrema impassibilità. Non era­peraltro coraggio, ma incoscienza o fa.ta.lismo.

Col tra-sc01~rere dei giorni Zetto a,veva pure modo di accorgersi come la, sua presenza in mezzo 8lle truppe, sotto le apparenze di un osservator-e milita.re, era effettivanwute utile a-gli scopi del geµe rale. Rit enendosi protetti da cllissà quale ba rriera qi cannoni, i piccoli fragili fianoh.1i d·i fen ·o l'iuscivano a compiere progressi tali da minaccia re seria. ­mente Canton.

I1 periodo bellico durò cinque settimane. Il giorno 20 ottobre Oha,ng-Fu·K\vei riuscì a. ripo11:a,rc

una considerevole vittoria,- in seguito a.Ua quale all 'accampa• mento di Wuchow si vide ani,•are da oltre le linee dei parla­menta ri i qua.li gli comunicarono che il Governo centrale era ùisposto a versare nelle sue mani tI-e milioni di dollari cinesi, a condizione desist esse da un'ultel'iote avauzata r>

disperdesse le truppe. Ohan.g-Fu-Kwei non si attendeva di meglio . Radunati

i soldati , rivolse loro un discorsone con una voce cbe non era più quella dell'altra, volta, somigliante a gemiti , bensì una

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Vlagglo clalln. J)cnisol.1 (li i\lalacca nl l '1\ n11a.m. Tesllmon!ame: Pe.rsonnlltà cl! Djrlng {A n11am): 11 r·esldento f rancese ddla 1•rl•v i r•ci n. <! el Da rlnc; 1·11(fl cio post.a.1 c d i Ba t11 l'a h.i t (Mal esia); 14 resl<knte 1ugl t·so a Scrn11tK11, (r.Ial csta ): il commissario della J)O· 111.l a r rnncese n. J•'or l llaya rll l1)c11 iSOla ,11 Kuaui;-Tchco-Wan (C inn); i consoli ita liano IJ g(a1111oncse a Singapore: il scgr·ct~Hi() l)l'i v:ito ri el Snlt.ano del J ol101-e; il tn1n!stro l1.a1 1ano a Dangkolt n el Siam : 'j'a SOl'i(•tà i1.al i:1na d c11· 1~strc-mo Or1 en1 e a Stmgei Pa ­t:w1 (MA lesla): Il Segretariato d ol I\O(la h (Malesia); 1·~ Ecllo l1ella Ca.mblogln ~. gio1·-11a1e d i Poom Penh; 11 console Italiano a Saigon; una scuola anglo-cinese lu Ma-

Jeata. - Visioni del IUOihl. .

sequenza di a llegri sternuti. Cosi egli aununciava la vittoria,, consistente per i fianchi d·i fer·ro in una a-bbondante distri ­buzione ili dollari.

Giornata, memo1·abile anche per l'Italia-no. La. sera stessa il generale lo mandò a chiama.i-e per .comunicargli che tutto era finito, n-on soltanto la guerra ma anche la sua ca,rriera di colonnello.

- Mio ca.i·o colonnello - g-li disse con qualche a,uste-1·.ità. - da doma.ni voi t01·ue1·ete ad esser·e capitano. Abbiamo ragg-innta una, vittoria st1·e-pitosa, appunto com'era nelle mie previsioni. Come avete avuto modo di constatare, il

Governo centrale, turbato per la presenza di quel famoso osservatore militare di una, nazione amica (l'Italia? l ' Ame­rica? il Giappone?) è immediatamente intervenuto onde far cessare le opel'azioni da me condotte, del resto, molto energi, camente. Ora io lio in pugno il tl'ionfo ... e tre milioni di ùollari ! Non vi ua-scondo elle l'unico rammarico del momento è quello ùi dover la.scia-re un amico che mi ba. reso cosi pr·e­ziosi senizi. Ma souo un vecchio soldato e i vecchi soldati sanno Ht1pe1·;,u•e le situa,zioui.

Zetto ast.ol ta,va, cou una lievissima. emozione. - Ora - continuò - io sento il dovere di premiair·vi

in due modi: ùouandovi per r icoi-do una delle mie più ambite rnechl-glic~ quella. gnadaguata a, Sciagtun, e fil'ma-n ùovi uu assegno il quale servirà a mitig·are l'amarezza del distacco e il farvi riprendere senza troppo rimpianto le strade del mondo ...

V

Pitì ta.rcli, nll'accampnmento1

il commiato: - Ufficiali e soldati: presentate le a-i·mi al colonnello

Mac Langlen ! Cba.ng-Fn-Kwei, tra, una, selva di bnionette, a-lza la.

sciabola, in segno di s.-1lnto al capitano Zetto, che ha ormai lasciato la, clivisn 11er il sno vestito sportivo, ed è tornato gira.mondo ...

Qualche giorno dopo Zetto ripa•ssava, il fiume e raggiun­geva il territorio cantonese, dove trovava un 'a,-tmosfera infida, e poco ra,ssicuraute. Lo gua,rdavauo tutti con una stra.ordi­naria curiosità, come non avessero mai visto da quelle parti un europeo. Dopo una, breve sosta proseguiva, con un camion fino a Canton.

Qui, .fidaudosi nella smt buona stella-, desideroso di ottenere una .firma cli Ohang-Min-Shu, comandante la, piazza ­forte, a-nclò a presentaire aJ generale il suo album -cli dediche. Mentre Chang-Min-Shu st ava sfogliando il libro, compia­ciut o cli trovare t ant e parole cinesi, ad un ce1·to punto si imporporò e saltò in piedi come per lo scat to cl i una. molla:

- Dove a.v-ete incont rato questo furfan t e'? E indicava. ht ffrma, cli Obang-Fu-Kwei. Zet to impert urba.bile, accennò yagameute al cli lù l1el

fiume: - Laggiù, in fondo, lontano ... Il genera.le sembra-va, ossessionato cla quella firma,:

cammina va su e giù nella st anza battendosi le mani in seguo di stizza. L'esploratore ebbe il sospetto che egli lo ritenesse lo straniero segna-lato daHe informazioni al quartiere di Cha.ng-Fu -Kwei. Preoccupato, raccolse il libro e cloma,ndò indifferente:

- Ma cosa succede, genera-le? L'a,ltro, a,sciutto asciutto: - Ma voi - e gli puntava il dito a pochi centimetri

dal naso - per combinazione non a-vete ·conosciuto presso quel signore un mjsterioso colonnello? ...

Zetto intuì l'opportunità di essere sbrigativo per cni. rispose con tono che non ammetteva- repliche :

- Signor generale, non ho conosciuto nessuno e mi dispiace di dovervi sa,luta,re. Debbo senz'altro anda rmene, per raggiungere il .fiume. Sono atteso - marcò le ultime parole - fru.lla cannoniera. itaUana Caboto.

Chang-Min -Shn spalancò gli ocell i e rimase senzH

pa.role: Zetto approfittò pe1· s tringerg1i la. ma-no e uscii-e.

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Comprese la necessitù, di cambia.1·0 aria d1 u1~genza,. Si preci­pitò in cei•ca di un mezzo qualunque con cui lasciare Canton. 'l'rovò ospit...-iHtù, nell 'automobile di un medico inglese, diretto verso l ~l costa.

Dopo due giorni era- a Hongkong, nido di cannoni di S. i\I. B1·itannica,.

AMOR DI NAGA FIORE DEI WA

T ot narc va.ga.bonùo dopo uvet fatt o pe1· sei sett ima-ne il colonnello di clido t: tomi la sohlati , !LllChe se cinesi e per

di pi ù ribelli , può vela1·e l'tt,11 i rna. ù ' uu .filo d i nostalg-ia,. Ma,1-gl'ado le sue incogni te e i pei·it.:oli , l 'a,vv€ntu ra. aveva avu to per lui un che ùi atfascina,u tc, per cui, ora che ma rcia,, solo, verso Fignoto, volent iei·i 1-itor n~L col peµsiero a. quei giorni. Si 1·ivcde a. tavola con Cha,ng-F u-Kwei (a,li , quelle sue uoY~l in embrione!) ; riodc il sn lnto dei pall idi solda.tiui, orgogliosi del nuovo .colonnello ; si sovvjene del cla moroso arrir o a l campo, in a,rcioni f-ml ciwa.llo bianco , fi eriss imo nella, pitto 1·escn, divisa .. . I n fo nd o, quel generale aveva, volu to essere con lui di un a. cor<liali tù, s traordinm·in,. Bisegnava andare proprio tra i br·iganti pf~J• incontrare della brava gente ..

Sul serio gente per ti ene, quella-? Dovet te tratta rsi di un 'etccr.ione assoluta, poit l1è

adesso, quanti incontt·a , soldnti , general i, fnuziona1·i , sono

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di un' altl'a, stoffa. Ciò dipeulle forse lhl l fotto che il tcl'r i­totio meridionale della, Cina è stato ci,vit izz·ato dalle touce~­éoni e d,.1i possedimen t i eutopei.

Dopo la, pace di ,Yllchow, egli è ,1udnto a- Cau1·011 ,

1:-uccessinuneute a Ilo ngkoug. Dn l grnnde porto ln·it,111niv,, si è i11caurn1innto YCl'SO l'ltHlociua-. Da, YisiL.1,to ~J:ac,w,

attr,.1 e11te per le sue case da g ioco, anche se fl-cq uenta.rc ùa-i pil',:1ti due:si che goc1uuo ne l l."1 pii :1.;ol a dtti:~ 11ortog·ltcse ,H11pia libert.ì; è pa:ssi1t"o poi Lla, Fo1·t lbym·d, iutinc :--i 1..

spin to a. Pa-k-hoi , sul golfo toudri.nc:s~. ~ulhl,, peL·ò, di quel che ha, n;llnto o incontrato io cou:siglia l1i coulinmu·e i11

quella direzione, per cui decide di i-i1dega.te ,Hl Ol'.ciden1·c. Ilisale il Si- Kia ng, il Fiume P cd a-, e affl·outa. i d is,1gi di una zona lllontag-n osa per inolt l'a,rsi nell'estrema provincia cinese del sud, il Junnau. Chissù, che ad allontana r si dalla ci,viltrt HOll si debba vi vere più tranquilli!

Questa volta si è ingannato. Appena a- Juu uan-Fu lo a.ttende una sgradita sorpl'esa: all'a lùergo, dove va a ri po­sare, gli n1bano la n1-ligia, con dcn t1·0 gli ultim i doll ari 1-ima­st igli dell 'assegno di Chang-Fu-Kwei . La mattina, succ:csi-.;ir,~

~-d precipita all 'agenz.ia. della B anc:a IudociuescJ 11el' informare l'uffic io cambio che egli, pre\"idcnte, a Yen.t. coutrnsscguat1J tutte le IJi.lncouotc con un;.L uocc tta, 1-o~s,1-. Il cl iL"ettmc gli

l'ide i n faccia: cowe a, cb rg-Ii ùel 1,azzo; a llo1·a con-e a-1 viù vicino posto d i polizia, ma qui g li rispondono clic il furto 1~

an·enuto in un altro qua1-tiere, per cui bisogrnwa, rivolge1·si altrove ..

Son si perde d 'animo. Trova modo di ragg t·a ucllare dei

soldi tenendo delle confeL"enzc in un circolo cillCi:iC, con lo aiuto di un interprete couosciuto a Macao iu uncL delle [1anibling-houscs do\·e a,·c\·a uo in va uo t entato d i far fo1·tun,~ a l b1.Yolo rerùe. T../ inte1·pr·cte alla, fine riesce ad i mh1·og·li.a,rl01

così d ie una se1·a i due si lasciano dopo uu vivncissimo :-;cam­bio di colpi ùi jiu-ju-tsu, . ..

Que:-;ta. ntH)va, esperienza, lo decide ad a-l,ba,ndouurc def.i

niti\·a.mcnte la Cina. Si l'Lrncttc in cammino, verso la,, fron-

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1.iera. toncliinese . A Poubi, fina-lmente, fa un im:ontl'o molto gradito . . Nelle dcinauze della, stazione conosce la, famiglia i ta liana Gil'o<lo, padre e fig lio occupati nel ser-vizio feno­\·itnio. I Girodo lo accompagna-no a, vedere ogni comi-, non tnisc.:nra-ndo le tombe di due connaziona-li peri ti tragicamente per mano clei banditi cinesi. Perchè la zona è infestata dai banditi, che s'annida-no lungo tutta la ferrovia del Junnan, dalla, quale, con frequenti colpi di mauo, traggono i mezzi d i sussistenza ...

A proposito di banditi, la città di Mong·-tse ne sa qual. che cosa. Essa ospitava, tempo prima, un generale cinese speda.lista, in ostaggi. Un giorno' il Presidente della, RepulJ­Uliea lo voll.e riconosce1·e suo ufficia-le, nominandolo addirit­tura .comandante della piazza. Era però un'abile mossa, in quanto il Presidente aspettava il mome.p.to di disfarsi di lui, come a,veva fatto con a.Itri ribelli. Difatti, dopo qua.lche mese, il Presidente lo invitò a lasciare Mong-tse per recarsi 11, prendere il comando di J unnan -Fu, dove poi egli lo avrebbe sa lutato . .. Il gencr"a-Ie comprese però che sotto quell ' iudto si nascondeva, una, insidia, e atroce fu la. sua risposta.. La sera prima. cli lascia.re Moug-t se offrì una cena a tutte le a,utorita cinesi del luogo. Alla, fine del banchetto, circondatosi dei suoi banditi indtò gentilmente gli ospiti ad ... alz1ne le ma-ni, la-scia1·si incatena.re, sa.Iii-e sopra un trenino a sc~uta.mento ridotto e seguirlo sulle montagne di Kokiù, dove stabiliva la sua. nuor,1.i 1·esidenza .. Egli a,ncora, s-i trova lassù, iu mezzo a-i Loschi, p1·otetto da .migliaia di ba,nditi, i quali vivono sfrut ­tando nua, graude miniera- di stagno, i cui proprietari , beninteso, si gua1·dano da,l reclamarla-.. . Quando lo pi-end~ hl. solitudine) il genera.le si diverte a ta,glia1·e la testa a qualcuno dei snoi ventiquattro ospiti, per iuv ia,l'la, iu omaggio all'a,ma,l>ile P rcsideutc, tauto da fu,r·gli crescere il desiderio­di possedere la sua .. ..

Col leziouista, di cul'iosi tà, uma-ne, Zetto ha ,·oluto sa.lii-e a. Kokiù, p-er chiedere aJ genera.le la, sua, ... a,utore,·olc fi r·.ma. Ha cosi :wuto conferma, per sua lJocca della, storia- udita a

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Mong.tse . Per quauto nessuno lo rwesse minaccinto, ha. rite­

nu to saggio la-sci,we le 1.Uouta.gne pel' scender e n, suù, oltrn

La,haty e Ilokew, donde entra-ra nell'Ind ocina. L ':wrivo nell,1.i

nuon.1, regione lasti<wa prevedere giorni più tranquilli ,

senouchè, poco dopo 1 :.t Yembay, gl i ,1 ccadcva, <li a ssis te i-e <l lla sanguinosa 1·irolta, di a lcuni r eggimen ti mrnamiti do1uata da

un solo battaglione della, Legione strn.11icra .

Terre difficili , tempestose . P iù a,,·anti , dopo qualchC'

settimana. di marcia,, in un Yillaggio clo,-e areYa. sosta to, nelln

at tr<.n-ers:ne una. giungla , Yenfra, sregliato nella notle da,

urla di tenore: le tigri! l e tigri!

Indimen t ic:1 bi li giornate del uovewbre 1929, Yissut.e t ra la vita, e la morte !

Seguendo la. pista, d elle foreste, Z-etto veniva a t rovarsi

in un tragico periodo di fat icose ma,rce in mezzo ad a.Jenne

tribù in guerra, feroci tan to da, non rispar1nia.re uemmeno i

bambini. Cn episodio lo doYeva commuovere profondamente. rn meriggio, men tre c-.immin:wa gm1Hli 11 go uelln giuu ­

gla , si b·o,·ò iD.1p1•ffrYisamente dava nti ai piedi il corpo sauguinante di u11.:1, b<.u n!Ji ua . La piccula creatm·,+ si diLatteY.1 negli spasimi della mo1-te. I mp ietosito per il gesto d i estrema e:n~delt à, l ' Italiano r ac.eolse sen z'altl'o il poYer-o co1·po, e, h::i cura.nte se quell 1a tto gl i pot·c\·a r insl'il'c fah1le, !'/;,wdù di corsa \ 'CJ"SO UU<,l, CUJJfl llUa, d i:c:: t·aute a 1cllll€ miglia. P ok:ltè la i nfel ice hi mba era, ::11cm·a in \"ira, 1·ipa1-ti\·a. suLito dopo per raggiungere il più ddno luogo nbitato , doYe ottenent.. da alcuni minato1·i dei med ici na li. Gli ste$Si miua.to1·i gli arti • darano un cava.Jlo {J CI· to1i11a1·e a.Ila C<l pauna, ove aveva laS<: ia.ta la misera creaturina, e salva.re la, Li mbc:1, dalla, rno1-te.

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(Qnesto ep isod,io è dettagl·iata11ien'te rifer ito dal

g-iornale di l ingua anna.rn'ita << 'l'hu Tm· >>·lli H anui,

,nel rvuniero del G no,,;cmbrc 192-9).

li viaggio altravcl'so l'Indocina, U Slam e il territorio dei Wa. - t) Episodio della piroga; 2) U risveglio tra le scimmie.

Ad emozioni di altro ordine il ca.mmiIÌatore andava incont1-o intrn-p rendendo da ''' inh, sulla costa dell'Indocina, la nnovn, m~ueia lungo le strade dell 'occidente. Egli stava per giungere come in una diversa sfera, in quanto la catena annamita che s'accingeva a, superare, arresta.udo i monsoni provenienti da,l golfo touchinese sta,ùilis:ce un limite tra due mondi: da mHt parte l' Indocina, nella quale impetuose ribol• lana le passioni dell'Estremo Oriente; dall'a.itra il Siam, il

Laos e il Luang P,rabang, nei quali l ' influenza dell'India mistica, e favolosa s'unisce a, quella d'una natura sempre 11lacida-sì da, cla,re ane g·enti un senso più riposato del vivere.

l\fa, prima di ragg·iunge-re le vallate sempre in fiore del Laog, ùal Col di.Muj a alto duemila metri , egli dovette oltre­passal'e una gi ungla infestata da un temibilissi.mo verme: la. migna Un . Allorchè essa, campa re nella foresta, seguendo gli acquazwui, gli animali fuggono terror izzati, l'elefante compreso. In numero stcl'lniuato le mignatte s'attaccano sugli alberi , sulle lia,ne, su tutta, la convulsa Yeg-ctazione, e non nppetw qna.Iehe cosa. &i muove a,l suolo esse piomba no a centina ia., asse tate cl i sangue. Il viaJ.1dante che si trovi a pa ,<:;sa re in qnel momento in mezzo a.gli alberi a,VJtà t utto il corpo offeso, fin sotto, le vesti , chllla vo1·-acit à, dei l'ipug-nanti vermi , che poi ehia.zzera nno di Sllngne l'intera, giungla, . .

Ornle potcr~i cl i~endere da ll 'assaHo delle mignatte, lo espJom tore dm·ette spalmarsi l'epidermide con nn grasso 1·ic:wa to dal petl'o1io greggio , l'unico elle le renda innocue.

l ·11 dolce premio lo n.ttendeva, a.t di lù. del Col di Muja; la te n;t, di Laos, deJl a, quale pa,rlel'à poi e-on tanta, nostalgia per lo sne k ggende e la. sua. rita, n.-1·caJ.rn,, sì da, pl'eferirla per un C\'Cntnn le l'ito1·uo. Nel discendere il versa.nt:e occidentale rlella, montn.gna, egli fu sorpreso ndcndo un alto e fre quente Nnon o d i ta,-mr-fam. Ai 1·intocchi dei tn.mbur i seguiva, un vasto frago1·c che si ripercoteva. nelle va.Ui come l 'eco d' un lontano ter remoto.

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Era, già buio, per cui l 'esploratore cercò .rifugio 80pm. un albe1·0. Il fra.gore continuò per alcune ore, spegnendosi iu lontananw, sul finire della, notte. Non ta,rdò a comprendere come il fenomeno era don1to al passaggio d'una banda di elefanti, forse ubriachi dei fermenti della ~anua da zucchero. Difatti , qua,ndo al ma,ttino 1·iprese a camminare, trovò una ampia strada, aperta, dai bestioni che tutto avevano schian­tato al lol'o passaggio.

Dopo rn-er conosciuto, sostando nei dhersi villaggi, b poesh della, Yit.:1, serenissima dei La.os, l'Italiano prosegui rn­per 'l\1J.;:hek, sul fiume Meeong, visita va, le miniere di stagno di Pak Hin Boum, e, dopo nmuerosi giorni di ma-rcia, arri· vava a Ventiane, capitale del Laos, sede del residente Rupe ­riore francese per l'Indocina.

Haccoglieni, firme , documenti e quant 'altro ser \"i\·a a tes timonia-re i suoi Yia,g-gi, indi si clirige\·a sn ll'a.ltipiano del Tnw.in , che trorara. clissemiunto cli migliaia cli mister io~e giane, S?rta di enormi yasi oblunghi che una, volta-1 fon;e. a-veYano contenuto le salme degli indigeni. Dn.U'altipiano <lel Tranin , azzurro di fiori come un m,ne, si dirigeva Yerso Ja, capitale del Lnang Prabang, dove trascol'l'e\·a, qunlche oi-a più Yinu:e grazie al re del luogo che, alla, fine di una. Yisil"a,

d'om;1ggio, si compiaceva conferirgli la croce dei Milioni

d'clefa,nt·i e la- stella del Paraso le bianco.

On1. Zetto lascia la strada per il fiume Mckong, In gra,nde arteria indocinese che si accinge a discendere iil

piroga, per a,vdci□ a,rni alla frontie1·a. del Siam . Gli acca­dranno, durante que:-;to viagg·io, due avventure di dh·ersai natura, : dramma.tic.a la prima, comica l 'altra.

Sceso una, mattina in un villaggio per rifornirsi <li virerj, egli lega, la, pil'oga a,i margini <lel fiume e si inoltra

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tra, le cnpanne. Al suo ritorno la pfroga, è scomparsa . Abituato 11 011 n, sottili:r..r.are ma, Ml « arrangiarsi l>, si impossessa di una ;ìl !Tfl, imlia,rcazione trovata, poco lontana, e riprende traJ1-ffUillamente il fiume. La forte corrente lo aiuta nel suo \'inggio , si.c.chè dopo un paio d'ore è lontano alcune diecine di miglia-. Ma sul tramonto s'accorge improvvisamente di essere seguito au. una piroga sulla quale si trova-no due uomini, uno Yecchio l'a.ltro giovane. Dei due, l'anziano non nasconde le sue intenzioni nei l'ig-nardi dello stra,niero : agita.. minaccioso nella sua direzione il da.h, specie cli coltello lunato. Che si tratti clel propl'ietario della piroga?

Non è possibile sottrarsi all ' inseg·uimeuto, percbè i due vuuuo più rapidi.

L'It:a.-lia.uo a.llora tira la piroga a terra , ne discende, affena, H remo e si mette in gmuclia-. A ùrevissima disfa.nz.1, giungono i dnc indigeni; il vecchio si toglie cfa.lla, cintola, un ea.n.ipo, col quale lega, il d,c1,h snll'estremità del remo, una ca.11 n:1, d ' india moHo lunga., llla,nov1·1.t udolo poi come una la.ncia,. Intnuto le sponde del fiume s'a.ifolla,no di pesc,1,tori , i qn:i li gridano, ostili all'uomo bhmco. Zetto intuisce la, opportnnltà. d' nna decisione immediata, : tira suna. testa del vecehio il remo, qni.ndi fugge , velocissimo, inter1rn,ndosi nella, foresta. ·

Il sole t~ gÙ ca-1.:1,to e non è difficile trovare un sito ab ba-­stanza sicuro. Forte <lella sua olim[)ica serenità,, l' esplora.tore va u. nascoudersi dove più folta è la giungla, e non tarcla a. prendere sonno. Chi mai ] o potrù, raggiungere lù, dentl'o? L'unico incoveniente del momento è quello di non a,ver potuto accendere un fuo_cherello col qua.le tenere !onta.ne le belve; n ltrimenti gli inseguitori lo avrebbero subito rintracciato. Bisogna, fidarsi sulla buona stella ...

Buona, dnvvern ! La, mattina, appena. il sole è comparso al1'orizzonte, Zet to (! iu piedi, pronto alla ma1·cin-. Qua,lc so1'pres:1,, per lui , scorgere sulla, s,1.-hliia, ntt orno a1l,1 sagoma li1st" inta <ln•1 :mo corpo, innnmerevoli. jmpronte di cotcodrilli

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i quali , CYidentemcnte, usciti dn l fi mn c, lo n-vevano annusato n lungo nw. , pel' fo1·t una , non a,·eyano trovato di loro gra di ­mento la carne bia-nca, . ..

Dopo i coccodrilli , le scimmie. A ~ouka,y, un pomeriggio, iu a,ttesa, delle ore fresche

della sera si buttò a dormire, sotto uu gruppo di a lberi. ..-i.llorchè ria-perse g-li occhi , si vide att01·n iato da una tribù cli scimIDie, a,ft'accendnte t utte nel r-uba rg·li da sotto la testa il libro dei diari che gl i er·a set·v ito dfl, guanciale. Balzato i o piedi, le scimmie fuggirono sugli alberi strilla.udo. Fu in

quel momeuto ch'egli potè accorgersi di aJcuni scimmioni occupa ti a palleggiarsi da nu 1-amo all'aUro il suo casco coloniale, le scarpe da, mnrciator-e, la giacca. Egli tentò :t

lungo di ri~were le sue cose, ma fu un' impresa di fficile, a nzi impossibile, po icbè gli animali ernno saltati sui più alt i rami, tir-andosi dietro quel ridicolo bottino.

Dopo oltre un 'ora di infruttuosa caccia ... alla scimmia. (e al casco, alle sc.:u-pe, a lla giacca) , dm·ette rimettersi iu ca.m.mino, sca,lzo e con la testa riparata, da ak une foglie di ba-nano ... Più tardi, da un prospector fraucese otteuue iu dono un paio di scc:ll'pe cli tela, così ùa i-ia.cquistar-c a.Lmeno in pa.rte l'efficienza del marciatol'e.

In un 'alt ra terra, pit toresc~L, iuteressa.utissima e ricf'.a d'a-t t i-atti re il c:a-pitano Zetto giungeva qualche tempo dopo uscendo clal Luang Pra b::1.ng : i l Siam. Sin dai primi giorni egli ottenne da-I governatore del luogo un a specie, di biglietto di presentazione per· i capi tribù delle zone cb e dovev11 att ra­,·ersare. Pur esseado il biglietto scritto in siamese, non da tutti Yen i,·a c:ompreso, per il fatto che non t utti sapevano

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legget·e. Pertanto l'a,ccoglienza non fu i.;empre tale da, entu­siasmare l'os,pi te. Ma., llove il documento potè essere com-1we~o, furono memorabili feste.

Appunto i~ un paese che a.NeVtL la fo1•tuna. cli possedere un ca,po tribù alfa.beta,, Zetto si vide accolto con onori princi­peschi. Dopo la, lettnra della presentazione del governator-e, il capo feee l'intronn,re il tam-tami per- chiamal'e a raccolta le popoluzioni. L'ospite era, sacro e a, lui si doveva ogni premura. Alcune giovani donne furono addirittura invitate a sgombe-1·ru·e la ca,pa-nna, più bella pe1· offrirla- all'ospite, mentre i

vecchi audiwano n, ga-l'a nel l'ecare a-ll 'uomo bianco noci ùi l'.Occo, baua.ne, uova,, gaJline, l'iso ...

Lietamente sorpreso pel' una così gentile ospitalità, Zetto si intratteneva, a pa,r-J are col Ca,po, intanto che nelln, capa111111 alcune belle fa.nciulle gli :mdavc:mo p,repa-1~a.udo un giaciglio di foglie fresche. Nel frattempo, egli osser·vava, come tutte le donne, vecchie e giovaui, vo1-tavano i ca,1,elli co r! i:,;­simi. I u fJ ueuza, dell'Em·opa, o vir:eversa? Il Capo tribù lo infol'lllÒ allora c;lt.e l'uso dei c,1.pe-lli corti delle siamesi risa­liva, ad a,lmeno mez:;;o secolo, in qm1Uto si'aveva, notizia che _cinqua,nt'a,nni prima il re sbrnese Cinlalongkoru va,11amente aveva, lo ttato onde convincere le suddite a non tagliarsi i

capelli. Pur· di aver-li corti, ta,lnne a,veva-no prefel'ito fa,rsi taglia1·e la. te.sta,, Le doJJne occidentali non sono così tenaci nei loro ca,pi-icci ..

Qua.Jclte altra Lellu, scoperta egli faceva, Bempi-e sulle siamesi, c;hc veùeva, incede1·e fie1·e e maestose per l'inegna,glia-­l1ilc floridezza dei seni. 'fa-lune cli esse aucla,nwo a, petto scoperto, altre indossa,vn,no una camicietta d i velo bianco saldata alle spa,lle da due nastri, svolaa;za11te sul s~,rrong, spe_cie cli gonnella, di tel;1. Passavano davanti a-lla capannn, con, un porta-mento maestoso, statuarie, veccllie e giovani tnt.te esnùeranti a quel modo, simili a, g1·ossi fiori equatoriali. Zetto tentò di ottenere dal Capo una possibile spiegazione su

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quel pririlegio llelle sue dunne; ma, l'a.ltro uon seppe l'i&pon ­<lete, in quanto non si l'endera, conto come le a-ltre donne, potessero essere fatte di rersam ente dnlle siamesi . .

Qua.udo la, ca,pa.una fu in gtndo d'acc-ogliere l'ospite, i1 Capo in\"itò l'Italiano ad entrarr i; quind i si congedò. Im­mediatamente dopo eutrnv<1JJ.o sei fanciu lle, reca,nti un:l catinella d'acq ua: sulla superficie della. (1nale ga llegg·iavani) variopinti fio1·i. L'offerta, dell'acqua profu mata, per dissetare è il supremo riguardo siamese verso l'ospite. Zetto bevve alcuni sorsi d'acqua,, restitui la catinella, e fece l 'a.tto cli ,·oler riwauere solo, per aud,ne a. riposa-rsi. Le fanciulle ri11rn se1·0

immoùili nella .capanna . .. Che cosa. attendevano? Timide, leggia dre gn;nda H1uo lo

st raniero con !ieri dolci sorrisi. Zetto ancora. non conoscer,~ fino a qual punto giungent }"ospita lità siamese, per cui, dapprinrn,, non :-eppc decidersi. Qnruitlo pe1·ò, st:1 11co d 'at t·eude;·e, rivolse mm, ca.rezza, alht più Lella delle sei , le alti-e, e:owe ,nessero atteso un segnale, se ne auùarono in frett a, lasciando la compagna p1·cse:eltc.t nella, capan nc.t e 1·inclrin -<leudo 1a porta.

A tutti gli uomini , su ogni parallelo è d 'obbl igo esse1·e ospitali , ma i siamesi: a. quanto pare, esagerano ...

Da. nn Yillaggio a.ll ' altl'o, donmq ue 1·,H;cogli endu i

ricordi soad di un:ospitalità cb e non lta, confr on ti , l'esplont­tore ~·i si.t an1 l'intero Siam: Kora t , Ayudhya., .Loppùnri. Pit~a nuloke, Utaradi, Chengmai, Cb engrn.i, Chensen, P n,.k Kan Pho. l ·scito da,l Siam risa.Jiva. il corso del Mekong, di retto verso una regi one postn, com e in un corrifloio tra. l'Indocinn, e la Cina da, una pa1·tc, la Birma ni a e g li stah Scia,n daH 'altra : il teri·itorio dei Wa.

Jientre procedeva verso quelle regioni, gli accade di incontrare numerose tribù selvagge, appena, illuminate <la un rHlesso della civil tà,. Be11a gente, forte, guerriera, ti.nrn,n te

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della, musica. e del laN01·0 1 ma ttll'bata da, una igra,ve malattia; la superstizione. Pe1· questa rn.a.nia un giorno la mai·cia rego­htre ùell1esplonitore ebbe un'imprnvvisa battuta d'arresto.

Arri.vato di sera, a.ne porte di uno di quei villa.gg"i, ·casna-lmente il suo ingresso nel paese coincise col manifc­sta.rsi di un ftuioso tempora.le, ac.compa-gnato ùa fragoro8ì tuoni e vividi himpi. La presenza, dello straniero t ra le ca,pa,nne mise tutti in fuga,, in preda a.} ter r·ore. Zetto non vi fece t roppo caso. Aveva da alzare la, temla cbe p01-ta.va, con sè, umh~ 1·lp,wa.r si dall'acquazzone. Dato il forte rento, ùorctte raccoglic1·e alcune tavole di legno teak) dis-porle t ra i ra1ni degli a,lberi co~l da costi·uire una specie di tettoia,. A11a. meuo peggio 1·iusd a- dormire qualche ora. La, bufera nella notte andò sccma.ndo e all'alba, riapparve un limpido· sole.

La, mn.thna,, a,ppena, uscito da.Ua tenda., si vide attol'·

ni,1to da qualche cent ina.io di indigeni armati di accnminate laucc. Cos'ern, successo? Con piacere egli notò come nessuno s'azz;.H•claNa toccm·1o, mentl'e a.d ogni suo pa,sso i selvaggi si allonta,n::wa.no. Esperto com'era di tutte le lingue e ùi tutti i

dia.letti riusci aù un certo momento a farsi comprendere e a capire. Intuì come nella mente di quelle tribù il suo arrfro era. dovuto sembra,re una fatale coincidenza col manifestar,~i del tempornJe, quasi che l'ira del cielo fosse stata subordina.tn. ad una sua misteriosa potenza,. Ecco percbè gli indigeni si guai-i:lavfu1 0 dal molesta,r lo, certo temendo un altro fini­rnoullo. Abituato n, sfrutta-re il caso, egli trnvò modo cli vol­gere in suo fa.vore l'ingenua credenza dei selvaggi, pe1· cui, <lopo a.\"ere lungamente pa,rl;unentato con i Capi, ottenne la concessione cli pa,s·sare oltre i paesi e inoltrarsi a nord, verso la regione dei VVt1, nella, quale inta,nto si andava diffondendo la fama, di quelle sue virtù ... tempora,lesche.

Misteriosa terra quella che sta, a oriente dei monti Nagt1, ove vivono le tribù dei VVa,, popoli di razza mongolica del tipo inferiore; terra ehe nessun popolo ancora.. ha voluto accogliere sotto il suo protettorato, per cui gode un'assoluta indipendenza,, una seivn.ggia, libertà. In tutta la Birmania.

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m·ientale si pa-rla- con orrore e spaYento dei 1Vn-, di,1bolici cacciatori cli t este cLe il fa,uatismo e le supel'stizioni rendon o taholta. anche cannibali.

Il ca,pitano Zetto non ignora.ya. la trist issima., fama dei \ Va. Alcuni missionari incontrat i lun g·o il pe1·corso lo aveva.no scongiurato a. non avventura,rs i ln quella reglone, nella quale ancora, nessun europeo er<ù arrivato. Con orrore i venerandi padri gli ,.neyano ricordato che non molto tempo prima un temerario ufficia le inglese. si e1·a voluto spingel'e· fino ai monti Xag<1, ma, non aveva, più fa.tto ritorno. Tutto questo pei-ò non YeninL che ad accl'escere il desidel'io dell'Italiano di cimenta..rsi in una nuova gra,nde prova, forte com'era sem . pre del suo sereno ottimismo.

Occhi bene aperti, mente vigile, muscoli 1wonti, cuo1·e s .. d do e a tutto prepa-rato: ecco la sua, diYisa di ardimentoso cammi11.1 tore. Diffidò di ogni incontro, di t utto e d i tutti , e la not te, quando gli acca deva di do1·mire ospite delle trilJù a.veYa. cura di scegliere sotto la, ca.panna il posto che fosse iT'ra,ggiungibile aJle la,nce, serTendosi, per dissimulare 1a, posizione del suo corpo, di coperte e di indumenti. Quella aureola di tonante dio già valeva a rendere assa,i guardinghi gli indigeni, per cui potè passa-re incolume in mez.zo a nu111e­rose tribù, fi no a, raggiungere un g1·osso e popoloso Yillaggi.•> snuato a,l centro della regione, con fun zione di capita.le de l popolo Wa.

Il suo .meditato ottimismo, dovuto ad una, vasta. e pro­fonda esperienza di uomini e paesi, una volta a.ncora Yeni va confortato da.Ua.. r ealtà dei fatti. Perchè t ante paure, dove ma,j ta:µti pericoli "? In mezzo ai Wa

1 qual cuno può anche

lasciare la, pell e; ma ciò non avvie-ne a.nclie nei paesi più civili a l mondo? Dopo qualch(• gio1·no Zetto avevn. modo di

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Tipi della regione del Wa. - In alto : Na ga . la donna cannllia le che fu offerta In sposa all 'esploratore. Sot to, a sinistra: li capo di una t ribù del Wa e la sua .•. vez.

ZOl!5a algnol'&. Un guerriero Wa e una pattug'lia di cacciatori d1 toste.

accorgersi 1:.·ome i ,,,.a enwo, per alcu ni Ui:ipetti , selvaggi solo in un senso relativo. Apprendeva difat ti cli un singolare, t uttavia interessa,nte sistema adottato per ripartire la feli­citù, amorosa.

I n quella t er ra,, gli uomini non ancora uniti con una donna vengono fatti dormire in un ' unica vasta ,capanna, sor­vegliati da akuni vecchi; le donne di uguale condizione a loro volta dimorano insieme1 in un'altra, capanna, guardate daUe vecchie.

Così ripartiti, in esatte proporzioni,. i celibi da una parte e le nubili da.U'altra , i Wa rendono praticamente im ­possibile l' atto del tradiment o, in qua,nto han no diritto di a.bi tare insieme solamente le coppie che siano state unite per sempre da una cerimonia nuzia,le. Allorchè il sole cala dietro i mouti Naga., le coppie si l'itirnno nelle cn,panne mentre gli uomini e le donne anco1•a, n.llo stnto liUeeo vengono rinchiusi llelle 1·h;pctl' iYe ca.mera.te. E , poichè tra, unu, e.oppia, e l ' alti•a ,, i._, det::i.to , <ln l'aute fa, notte, og-ni e cp.t;\lsi;tsi r·a.pporto, per i rn,Hiti " "a. e per le moglie \"\"a, il problema, dell' i nfedeltà toni.ngnle 0 <lei tntto inesistente.

Senoucllè (i ronia. s uprem;1, delle umrme cose !) occorre prccis;1.re in clic con siste la cc fedeltù. t1morosa, )) dei W a . Menfre nomini. e donne che aucorn, non s i sono decisi nella,

sceJtn.., rengono dm•a,nte la. notte così.. . opportuna m.ente e

t.:atego l'icameute dist:w:dat i, clnrante le ore del giomo pos•

sono gotle,·e di una, libertà sconfi nata., al punto che vanno ,1,

ra dunarsi, vestit i o no, sopr a. u na, vasta piattaforma imia.l­

znhi con miglb ia d i c;urne <li lJambù, appositamente

cos tr uitn per qnei convegni. E ' quello, in cedo modo, il loro

pa,racliso ter rest i-e. Maschi e femmine trascorrono col.1 gli a nni della gi.ovinez,za. senzn, ell e sia, posto a,lcun limi te a.i loro

sentimen ti , nè ai lonJ desider i. Fjuchè due non siano stati 1mit·i con uno s pecia.Io 1· i to che li faccia mn,rito e moglie, essi

sou.o padron i. , cia8cu 11 0 per propl'io eonto, di godete quella, foll e e selvaggia, li lJert à,. P oi, qna,nclo sa.ranno nuuito e

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rnvglie, la loro cc fedeltà )> sa,rà, tutela.ta dalla saggezza cE quella, legge cl.Je vuole gli uomini liberi da una parte, le donne dalFa-ltra..

Zetto Yolle fa,rsi confidare dal Ca.po del villn-ggio ogni sfuma.tura di quel « matrimonio cli proya >J, e l'interesse cht lui climostra,to per quel costume valse a, mitiga.re nu poco la diffidenza, mc:1,nifestata.gli a,l suo a.rrfro da.Ile tribù. Ancorn, pe1·ò, permane,·a in tutti la, convinzione che lo str-a.uie1·0 fosse iu possesso cli una, forza. di ordine superiore ca•pace di susci­t are i ternporn,li e met te1·e da un momento all'ltltro Ja. uatnra in subbuglio.

Dolllitw,ti da quella, c1·edc1rna,, i \ ,Va, r·clcga,1·ouo i pr-imi giorni l'esploratore in una, ca.panna a.J cenho del lnogo, doy t• egli poteva essere attentamente sorYegliato. Zetto, beninteso, intui ogni cosa,; comprese che la liber·tà nellrl, quale era sta.to lasciato somiglia.va ad una prigionia, ta.nto più che iuto1·uo alla capa.una ,·ecleva, pa~8.:He di frequente gruppi di i1tdigcu i armati di )a.nce e forcou i.

Fu sua cura, <limostra,re anzitutto intenzioni pa,ci fichc, ammira.zioue peP le tribù , interesse pe r- i loro 1·iti e t.osLnmi. Altra. sua. pi·eoccupazione, fa,r comprenclel'e che nou aYe\·a nessun timore, che si sentiva JJe1·fetta,mente tranqui.llo e che <lesicleraYa in qualche .modo riuscire utile a.Jle t ri bù. Pa,rhwa. srJesso con il capo e i suoi guerrieri più rappresentativi , ai qua.li a,bi1mente auda.Ya racconta,ndo le sue avventu re att1·,1 Yer·so il mondo, talvolta 1·icor·rendo a.Ila fa.nta.sia, si da dar loro la sensazione della sua forza,, della, sua, autorità, dPllù

sua potenza. l:'na, sera che vide passare dava,uti aUa, ca.panna alcuni indigeni forniti d i certe canne di bam bù snlle qnn,li stava infi sso, all'estremità, un teschio umano, finse cli troYare fo spettacolo ... molto divertente. Anzi, si compiacque per il coraggio e la .fierezza dei vy a.

Fu così .che, col trascorrere dei gim·ni, le tribù passa· rono da una minacciosa diffidenza, ad una viva ammirazione

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per Io stra,nicro. E, quel che Zetto si attendeva,, non tardò tt

ma,nifeshu-si: l'invito delle tribù a mettere i suoi misteriosi pote ri til loto se1;vizio ...

Gli por-tarono dapprima i rnalati, taluni dei quali erano dibwia,ti da orribili piaghe dovute a infezioni, altri sofferenti per g1·avi ferite che tarda.vano a 1·ima,rginare. Zetto si ricordò che t1m·t1ntc la sua visita all'Egitto, in altra epoca, aveva dovuto fa,re l'hak-ìfn) il ta,urna.tutgo. Come allora, ricorse alla, sua, modesta borsa cli medicinali, dalla quale trasse alcuni cdst:a.Jli di penn.a,nga,uato che fece sciogliere in una Lm.cinella,. Allord1è l'acqua, divenne bluastra, furono altissime gl'icla, Lli stupore: Cl'il· la, pl'ova delle attitudini miracoliste dell'uomo bianco ..

Ai suoi piedi ve11ne1·0 ,getta,te t.nwi; fiori, frutta, in

seguo di sottomissione, mentre rintronavano i tamburi, per­cossi cou delle tibie umane ... L'esplo1·atore, intanto che si ::;ca,tena.n1110 selv:1gge danze; distribuiva ai malati la. solu• zione otfen ut:1 ùai etista.lli cli per·ma,ngana,to, insegnando a,i

sofferenti il mollo cli fare i hwaggi. Nel consegnare le ciotole cl ' a.c.qua) si 1·ic\ii.auia,\'a. con ampi g-esti alla, luua,) al sole, agli

:.1lLe1· i ..

Do,·cva, a,nche Li01·ise, in seguito , nno stranissimo idillio. l'oco clista.ntc dalla, capanna a.bHata, dall'esplora.tare si

trnva,ra. ·1a famosa cnmen1t:tJ delle donne libe1·e. Non era.no "belle. n0 desidera.bili. l\fa v'e1·a, tra, di esse una che più delle a.!tre si f:teev,1, 11i0tare per la, freschezza, del corpo e una flati • clezza. elle l'icorcl:wa, le donne del lontano Siam. Il volto ovale incornicfo,to da mu-L folta, chioma ne1·;1., i lineamenti rcgola-ri, la bocca sottile, g·li occhi grandi e luminosi.

Lo sguardo calmo della fa,nciulla VVa, spesso cerca,v:.t gli occhi dell'Italinno , nei qu,lli sosta.va, lungamente. Al

tra.monto, quando le tl'ibù si ritira.va,110 ue.lle capanne, la, giova.ne entrn.va• JH~1· nlt ima nella camerata e pare{,a, che le vecchie incarica.te della, sotTegJin,nz.a attendessero il s.no

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arriYo. Sedut o all 'esterno della ca.panna-, Zetto rispondevi.t agli sguardi ~lella, fa.n cinlla,, spesso a-blJozzaudo uu sorriso.

P,wve un giorno a,ll'esploratore elle l ' idil lio tra, lui e la, gionu1e fosse seguito con gra,nde simpatia dalle tribù. Sommo onore esse doveva.no considera.re che l'uomo Lia.neo avesse rivolto gli occhi fotti sulla, più bella. delle loro donne, e la. più c~egna di a,pJKLrtener·gl i. Perchè quella em, ln, figlia, ùcl Capo dei " ·a, la, piccol.1 x~1ga,, l<-t qua le già. a veya. con fidato al padre, fierissimo di ascoltai-la,, il sno dolce segre to di innamorata,.

Se ma i un amore fu ci1·cond,1to di ignoto e di pcr ieolo, quello di Naga, figl ia di caccia.tori di teste e di ca.nnibah fu come l 'esseµza, stessa ùel pericolo e dell ' ignoto.

Per la suct dolcezza,, la sua serenità i ·wa seppero infra-ngere talune delle loro leggi, onde a Naga e a.Ilo stra­niero fosse concessa, ogni libertà nelle solit udini dei campi , nella poesia delle notti lunari. Si voll ero anche improvvi­sa.re orchestrine di flauti , cli primit ive n,rpei d i tam-tam ) per avvolgere di musica le notti dei due innamm·ati.

Anche i ba,rba ri e i crudeli ba,nno un momento di bel· lezza. allorchè avYerton o la legge più alta, cle11a vita ...

V

Ardente fu Naga nell ' idill io) tenc~issima nell 'addio. Questo giunse imp1·ovviso, t hè l'uomo Lianco volle una

notte, approssimandosi la Juna piena , riprendere inosserva,t1> il suo viaggio senza :fine. Egli non iguorava che i -popoli selvaggi attendono quell 'epoca pel' celcL1·a.re i loro Jn;l c,1,IJr i

riti. Chi poteva ga.r·a.uti1·lo da qualclJC spiacerole soq1resa ? Quando la fa-nciulla conoLbe il suo divisa.mento di,·enne

triste e pensosa. Umilmente pregò il suo sign ore cli consen­tir1e di aecompagnarlo fuori ùel villaggio.

S'incamminarono insieme dalla, capanna della. luro ultima notte, nel silenzio ùei ca,mpi. Le ti-iLù dormivano, e

192

la pa.rte.nz.a. dell'esploratore avvenne di sorpresa. La fanciulla. reca.va con sè, sotto un braccio, nascosto tra i fiori dell 'addio, un dono da offrire a l pm·tent.e; il supre~o dono del suo a.more di barbara ...

Piccola Naga, figlia dei Wa., orribile fu il tuo dono! Quando l'uomo bianco fu solo, sulla nuova pista dèl

Keugtun,g, rintracciata, col tuo aiuto, egli inorridì scoprendo tra i fior i un teschio umano! Certo era il ricordo trngico d'un tuo precedente grande amore, forse la spoglia est1·erna d'un altro « bianco,,, l'ufficiale inglese che i vene1·a.nùi pa<lri missionari non avevano veòuto piò toi-nare dal suo ardi · mentoso viaggio ...

Pietosamente, amorosa.mente, il viandante andò a de poI·re tra gli alti rami d'un a,11.>ero il teschio del F ratello: indi , rapido, veloce, mosse incontto a.Ha, st:r-ada, aperta nelb 11.otte fosforescente su tut te le lont.·wanze ..•

A CENA CON LA PRINCIPESSA DEI RUBINI

P ad.re Bonetta, lombardo, apostolo d'amore cristiano e d'italia,nità da un quarto di se.colo nella regione più

selvaggia del Kengtung, si commuove fino alle lacrime al vedér arrivare nella Missione il ca,pitano Antonio Zetto:

- Benvenuto, o figlio della mia bella Italia, benve­nuto! E' da venticinque anni ch'io vivo quassù, e da venti­cinque anni non vedo un uomo della mia stirpe ! Come llai fatto a salire fino a questa sperduta car•w, di Dio?

Neppure Zetto sa contener-e la, co1lllllozione per l'in contro con il venerando padre, al qua,le narra le dra-mrna­ticlle avventure occorsegli a,l suo passaggio nella tena dei Wa, e poi confida, attorniato anche dagli a ltri Padri italiani della Missione, l 'intera, sua vita di figlio delle strade.

E Padre Bonetta-, allorchè ba ascoltato tutto: - Ed io son fermo qui da venticinque anni per diffon­

dere il verbo di Cristo in questa terra barlrn,ra. Nulla. so più del mondo. I giornali e i libri arrivano con grandi rita-rdi, dopo mesi e mesi. Si fa- appena in tempo a seguire il pro-1-resso della civiltà. Sappi, figlio mio , ebe 1o non ho mai

19:ì

Y"edutu un ae1·opl.lllu, ed ~ forse questo il solo prodigio della-. volontà umana che vorl'ei conos..:ere prima di finire la mia. giornata teneua. hla. l'a.Yerti iucoutra,to, l ' aver conosciuto il tuo ardimento mi è di grande conforto. 'l'u sei vemmente· degno di 1·app1--eseu ta ,1"e hl, uuoni giovinezza, italia na di Be­

nito .\l ussolini , che io saJuto iu te !

Dalle regioni del Kentuug. tagl iate fuori dn-1 mondo,, prire di st1·ade e vopola.te da lle ri·iLù .Mussò, Kow. Lissò e­Sbau, nate da i più bizzarri incroci e dalle più strane (.:; Ombi­nazioni di razza, il carnm i.n,1tore si dii-igeva a. sud.

A .Ka.law 1 il capo d ell a polizia lo an'ertiva., sa-pend olo di tutto curioso, che con poca, fatica. av reLbe potu to ottene1·e un autografo uoce,·o le: quello del fratello d i Amma nullah, in ternato dagli inglesi a Ka law ,1ssie.me al suo min istro per­a.Ye r ten ta to un mese prima., a. ~aùir Sha.k

1 di r ipreuclere il,

trono in fa,·ore dell'infelice fra te llo. Zetto anelò subito in cerca del Principe. Lo accolse il

suo ministro, il quale , a,llorchè seppe che si t rattava. d ' un i taliano, gli accordò il colloq uio invi tandolo per l' indomani a colazione. Il giorno successivo il ministl'o stesso lo nwDLlò• a prendere con l'automoùile. Al suo a rrivo a lla. residenza, Zetto potè osservare, oltre i veti-i di una tinestra, il p1•ine,jpe­Yentenne mentre discuteva col ministro; a.pparivn. imh:n•flJ.·

zato per l'imminente colloquio. FinaJmente il P1· iutipc si decise e mosse incontro all 'ospite $ten dendogli la, mano.

Il pranzo si svolse alla preseuz:1 di un uffici a-le indi,u11)

destinato dagli inglesi a llo scopo di tu t to vedere e tutto• a scoltare - quindi riferire. Il fratello di AmmanulJali , cbe­fu. educato in Ger:ma.nia, si scusò con l'ospite d i conoscere poco la lingua inglese, quindi gli confidò il suo gra nde­desiderio di visitare l'Italia., e raggiungere il fra tello suo,

che in quel tempo era r esidente a Roma. Prima di congedarsi il Principe si compiacque fi rmare il libro del ca,mminatore~

196

lilor nall che testimo11lano li pn ssagg io d i zetto i n Mnlesìn. 11 c1 Siam. 11 !.'lla cam­t,ogl:l. , nella Cocindn.;.. ne l T onrhl no, l.,ir gue: cin05e, lug:lese !;'iamese ._. rrnn ci::se-

:Aveva appena a lzata la penna che l' ufficiale addetto si ,a l.fre ttava a controllare parola per parola , nel timore si .nascondesse qualche importan te messaggio ...

V

Da Ka,law, Zeito scendeva a Ra-ngoon, la capita.le della Birmania. In questa città gli veniva fatta una generosa

<-0fl'ert.a, da parte della Eng Au rromg, fabbricatrice dello -unguento '1.'he Tiger medical hall, specie di toccasana contro i morsi dei serpenti e tutti i malanni in genere. La Casa proponeva al camminatore di portare in giro. per l'India il .s uo prodotto, affermando semvre e dappertutto che egli _godeva una miracolosa immunità oltre alla sµa salute di ferro grazie a quel ba-lsamo. Per questo servizio (completato da un cla.rnoroso la.nciamento 1·eclarnistico) ottenne mille rupie. Dove si vede che pure laggiù la pubblicità è l'anima ·èel commercio ... Circa le qua.Jità del balsa.mo, Zetto assicura -.che il giorno in. cui lo volle esperimenta,re contro un leggero ma-lessei-e1 gli sopravvenne un formidaùile r a-ffreddore ..

Da Ra.ngoon riprendeva la ma1·cia verso Nord, saliva a P egu, clist1·utta un mese prima da un terremoto, quiudi rn.g· g-h111g2va Prome, d9ve si trova la più g1·ande statua di Budda.

.:al mondo . A Mandala,y, dove entrava più tardi , . a,ndava a far

-vbita a l1 1a,lto sacerdote buddista U. Khanti , il quale si -compiaceva segnare sul suo dia.rio, nella curiosissima. scrit-tm·a bil'mana1 i comanda.menti buddisti. L-0 stesso alto sncer­-òote lo acco~pH.g·uava a visitare il tempio dei rrrenta, Idoli di Amapura, dov'egli riusciva, contro ogni divieto, ad assu ­mere a lcune fotogni..tie che possono co.nsidera-rsi uniche al .n,ondo.

T..:n dono inatteso e per lui di eccezionale util,it à Ze"Cto -ot teneva, · qualche tempo dopo a Hsipaw, dal sovra-no del luogo, chiamato saw1Jwa: una magni.fica, cavalla cli razza

:A lwn, \'Cramente preziosa per continuare il grande .:iaggi.o.

197

Qualche :spiace\·ole contrarietù lo attendeva, a Lasli io~ r1llo1·c-hè ,·ollt> f.H' risita, a l soniutc udente iuglese per !4 li Stati del nord Shan, mis ter B:nvey.

Costui, dopo arnrlo ascoltato con molta, corcl ialHù , c:..1mbiò d'improv,·iso umo1·e e, senza trovpe reticenze, gli t0municò che egli lo sospett,wa una. spia al ser·v izio tl clhL Cina,, in quanto giudica,Yfl, rniste1·ioso quel suo vag,1Uo11dar<~ senza, un itiuera,rio presta,bilito. Alla, cl ic!i ia1·azi oue Lli miste, Ha-r\ey seguì un fermo pl'ecauzionale 11e1Fltaliano. l suoi documenti \ennero esaminati con scrupolosissima. cura., l:t. ~m1, corrispondenza, aperta. e censurata .. Da, quei sospetti dornrauo in seguito derivare alFesplorato1·e altre più gra,vi noie, in qua-nto i-1 suo passaggio \Cn iva, da,ppe1-tutto segu<t· lato, con Faggravante di un avvertimento speciale a.Ua, polizia.

:.Ua-lgrado le perplessità di Mi·. Htuvey, Zetto potè riprendere il viaggio, servendosi semp1·e della c..·1va.Ua, shan.

Raggiunse Na,hms..1.n , ca.pit;.1,le del 'L1,wngpeng, unito st.c'l.to Pahiung. Una volta a.ncor·a, i selvaggi gli a,ppa,rivaJ10 migliori dei «civili )) . Il giova.ne principe buddista del Tawngpeng lo accolse con generoR-a ospitalità, miilgnl.Cltl, quakhe giorno prima fosse 11.ma .. ~rto vedovo. Lo colmò di doni , rega,landogli tra l'alt1·0 un p1-ezioso tappeto che però. egli non potè portarsi dietro, in quanto pesa..vii uDa t rentina di chil i, e un pugnale con tre gl'osse pietr·e. Il p1·incipe molto si preoccupava di apparire ospitale e gentile, al pun to i.li destinare al serrizio dell'esploratol'e due guide, mentre spe­di va alcuni uomini nei vi llaggi onde si preparassero a.cl accogliere il ca.mminatore.

Ma, come già in Egitto con i soldati di Green l3ey, le· due guide finirono col pesar·e alla completa libe1-tà dell'espio· ra tore, per cui un giorno se ne volle liberare.

Fidava però troppo delle sue possibilità. Abba.ndonate le guide sma,rri la strada, inoltrao(lo~i innavve.rtitnmente in una foresta. dove Ferba alta gl i impediva di contimia1·e il viaggio. 'l're giorni d urò la lotta per superare una zona forse-

' 198

non ancora percorsa, da piede Llfil<lll O, per vincere una ba 1·

riera di lia-ne pesante qu,rnto nu 'ord itura di acciaio. La notte, a.Uor·chè egli riposava accanto a.J la tida cavall ,1 sùa n, udiva il miagolio delle t igri e delle pa.nte re ...

Il sa,,vùwa del 'l'awugpeng gli aveva donato a nche ùue ceste r icolme di provviste, grnzie a lle quali potè resistere a quella sosta impre,;ista. nella fore!:lta•, dri lla qua le alla fine usd. Con l'aiuto cli una tr ibù di Pala.u ng potè in seguito rimetters i sulla str;i,cla giusta , lnngo la quale proseguì verso lo stat o cli iv!ongmit.

Quale differenza t ra il giov~ ne principe incontrato a ~a.lunsau e quello conosciut o nel Mongmit ! Gelido; ti rchio ,

indifferen te, gli stessi sudditi lo banno battezzato il sawbwa

&nob, dandos i egli per qualche suo viaggio in Inghilterra delle arie da gra,n saputo. 'l'utta,via. il sovrano invi tò l'ospite a.

colazione, durante la, qna,le si degnò presenta,rgli la consorte, la Mahadc·v,i , chiamata a 11 c.he la. P l'inci pessa <lei rubini per•

chè figlia del proprietal'io delle miniere di Mogok , dalle quali

provengono i rubini migliori del mondo. Il 8aivlnoa del Mongmit è un uomo sui cinquant'anni,

piccol o e tondo, da,i gesti dotto1·ali, mentre la sua regale

conso1·te è soltan to insignificaute. Parla.no tutti e due un

discreto inglese. A. tavola dimostrarono un grande imba razzo per d:.n si un contegno. La Mahade1;•i, indossava una. ,-este tempesUJta di pietre preziose, con (lei rubini di dimen­sioni ma.i vi ste .

Pra le altre cose, il sovrano si compiacque confidare all'esploratore che egli era il secondo italiano cbe visitava la sua, residenza, in quan to tempo addfot ro era a-r riva.to nel Mong.mit uu marinaio italiano che ::lffermava di essere l'unir.o supersti te di un naufragi,.:, sulle coste della Birmania. Por• tnva con sè mm notevole quantità di st offe salvate dal uau-

199

fro.1rio, e le stani, vendendo per poter far ritorno in pa.tria. Con g· ,·cmde sussiego il sa-wbwa aggiunse che aveva acquistato l' intera. partita cl i stoffe pe1· trecento rupie . ..

A Myitkjina, centro dei for ti dell 'alta Birmania-, Zettu si vide num0amente fatto segno a sospetti e diffidenze da pa.rte delle aut orità, inglesi. A tutti i costi volevano che

. egli fosse una spia milit.:u·e. Malgrado i sospetti , il c.:apo dell:l polizia del luogo lo invitò ad un prauzo 1.1,J Club degli uf.fi ciali , seuoncbè l ' invito nascondeva una- sottile insidia.

Infatti, allorché Zetto si t ro,ò alla presenza degli nfG ciali dei for ti radunati nel Circolo, lo stesso capo delht poli zia disse in inglese, sorridendo :

- Signori ufficiali, vi pr esento una spia ita-liana. La- grave dichia.razione non impedì agli ufficiali di

andare prima a porgere la mano nlr ospit'e, quindi di sedersi a tavola accanto a. lui. La serata t1·11 storse iu un 'atmosfera di perfetto cameratismo. Durante il pranzo gli ufficia.Ii anda, va.no a gara nel fare a ll 'ospite le più disparnte domandi!. Volevano sapere chi era , dov'era sta.to, che cosa. avevn veduto. Cortese, pronto, l' Italiauo soddisfaCe\•a ogni curio· sità. Ad un certo momento, confo11:.ato <la. quella cordiaHtà malgrado la imbarazzante presenta.zione , egli domandò se qualcuno dei presenti era ca.pace di solleva-1·e un uomo . facendolo montar-e con i piedi sulP a\'amb1'a<:.Cio e quin di a lzrH·si in piedi ass ieme a lui. Egli lo a..veva impara,to da i dnesi , e T'.atur·alrnente molto si gionira deBa s na for z-a- erCU · lea. Fu c- o:-;ì c-he, uno alla YOlta,1 egli soll evò tutti gl i ufficiali. lascinn dol l ~ba lorditi in quanto nes~uno riusciva :1 ripeter1~ l'esercizio.

Alln finr di quelle dimostrèlzfoni. il co po ùe lln 11olizin domandò:

200

- ~1I11~:--ol ini ha in Itn,li a molti 11n1~1i ni i·onie \'n(·.'

Zetto :·ispo$C : - Siamo tutti cosi.

Ma .del suo passaggio negli stati Shan, Zetto conserva un ricordo geloso e delica.to quanto nessun altro. Non ne pairla volentieri, ei se ne è indotto, trova pa.role va,ghe, rife­rimenti imprecisi , toni discreti.

Perché gli fu dato un gi01·uo di essere prescelto all'amore ùisperato di una. giovane principessa Shan, a.Ua quale la vita, nega.va il dono più a,lto. I sudditi vivevano lo stesso dramma della Principessa,, umiliato e triste appariva il principe con~ol'te, piena d'inquietudine si mostrava hi corte.

l.uutiLmente il pae:sc attendeva. da anni un erede. Allorchè egli giunse a.Ila, 1-esidenr,a principesca, si vidt>

attorniato con attenzioni cht:.· superava.no i doveri della con­

venienzn,. F'u allestita pei· lui una sera,ta di gala, nelle sale

di un grande edilizio di legno costnlito con un'a-rchitettm•;1

Lizza.era e pitto1·esca. L'atti-a.ttiva della festa era costituit:i -<la uno sµettac olo considerato nel luogo come un avveni­

meuto straol"dina-rio: la proiezione di un tilm con un appa­recchio l1aby1 fatta, tou l'impiego di accumulatori elettrici.

A.11'-arrivo di Zetto, nella sa,la., segui un'esclallk'l,zione di lieta

sorpresa, della lJuale però egli ancora no? si rendeva conto . Con a-malJile cor tesia- reune fatto sedere tra- il principe

consorte e i suoi dignita-ri, mentre più a\'lluti sedeva la prin­cipessa, più bella nel pallo1·e di un'intima sofferenza.

Dopo lo :spettacolo, l'ospite venne invitato con qua,lcbe mistero in una vicina JJa1azzina. Là trovò un veccll.io digni tario il quale gli rivolse un discorso che lo fece sbalordire. Gli di!-:iS-C cioè, con eleva,te pa.role, che s'usa-va da quelle parti offrii-e aH'ospite una degna. compagna,, scelta, fra le più belle del luogo . Aggiunse subito cLe era stato deciso di offrire a lui, oude i-eudere meno uggioso il R.UO soggiorno, il fiore più profmnato della femminili tà locaJe.

Ma,, veI" ragioni di stato, quell 'offerta portava una con­diziou e assoluta: ripa,rtll'e la, mnttiua dopo, prima. dell'alba, nou to1·nfwe nn.ti più lla, quelle pa,rti e non riferire a nessuno

201

r episodio, sopm ttutto non fa.re nomi. Per questa- sua discre. zione sa.rebbe sta,to n.bbondautemente l'ipngn,to con un a-ssegno di. cinquemila rupie pa,ga,bili alla dist..1,11za, di un a.nnu . .

Ahimè, inutile fu i1 sacrificio consumat o dalla princi ­pessa, sull'a-lta-re del più puro am ore ! E , forse per quella. delusione, inutilmente Zetto si presentò dopo un Mno nlfo banche indiane a, recla,nu1.,re le cinquemila i:upie. Vasseguc - un impegno di paga,me11 to chiamato dagli inglesi (( I.0 .U. >>

(Io ti devo) - era autentico, r eca.va fi rme e timl.n1. della, cor te pl'incipesca, rn..-.1, non era stato conferma to, condizione indi ­spensabile per la liquidazione.

DaU'alta Birmania Zetto entrava nel tenitorio del Triangolo, r egione non a.mministrata nella qua.le è ancora in uso la schiavitù, e si spingeva fino a Sadja, in quanto intendeva seguire il corso del Bramaput1•a, spe1·ando questa volta di r aggiungere il Tibet. L'agente politico del luogo si

oppose al suo viaggio, per cui non gli Mmase che ripiegare e volgere il cammino a occidente, verso i gia1·dini di tè dello Assam.

~on era p_erò di scarso interesse la 1·egione c!Je si acc:i n. geva a visitare. I campi, nei quali le piante del t è iudiauo crescono in un modo incomparabile, &1. estendono all'infini to, a, perdita d'occhio, e sono a,bitati da n umel'osi colonizzato-ri europei. Ai lavori delle piantagioni son o adibite migliaia di persone, nella stragrande maggioranza. giovani donne indiaue r eclutate al posto degli abitant i dell' Assam, per natura indolent i e mal disposti al lavoro.

Inconsueta è la vita dei coloni in quella, solitudine infinita... Alcune centinaia in tutto e dissemina ti in un terri­torio va-stissimo, essi si radunano una o due volte la setti • mana raggiungendo con le loro automobili i diversi cluhs f:dtuati nelle vicinanze delle piantagioni. In quei circoli , però.

202

la, vit,1 11011 p1·C:!senta molte varietà,, all'infuori di una lliLlio ­teca di cui si couoscono a memoria i libri, di una, discoteca. ascoltata già. u11 paio di vol te, di alcune radio e di qualche appa,reccliio cinema,t ografico da, bambini.

lìu 'nuica 1·i(.;tJ1e½z;_~ rneseuta J:1, vH.a ai solitari colom clei giu,i·di ui lle ll ' Assa.m. Mentre legioni di servi li colmano di ogui comodità. , essi po::;woo disporre di tutte le donne delle pinn tagioni , elle sono considerate un poco di -loro pro­pl'iei-ù. Solitudine ver mlitu<line, le giovani indiane, in mezzo nlle qun li si incout1·ano a.lcuni Uellissimi esemplari, accettano ,i cuor 1·a:-i.st:gna t:o e for-s'arn:lie lieto la corte dei coloni. Co} 1:eq)etuars i ll ei mesi e degli anni, si sta,biliscono tra gli eu1·opei e le pi a11tat1·ici relazioni nmorose che mutano con l ' nltem:1rsi de l g iorno e della notte, concedendo la grande sp1·opon;iouc ·c1ei waschi l'ispetto alle femmine almeno mille­clonue pe1· ogni colouo. E ' questa l'unica ricchezza che i giar­diui di t è dell ' A.:ssarn offrono a. coloro che si votano alle loro­solitndiui, nelle qunli però non si vive a lungo.

Fiotiscono così , .:ittorno a.i giardini di tè, dall 'amore dei coloni e delle piantat r ici, centina.ia di figli. Vimmensa comuni t ù ,1.ngloindian:1. lrn da questi incroci un formidab-ile­contributo cli sempre nuove vite. al destino delle quali prov• Yedono, con altissimo spiri to di clemenza e di solidarietà umana, i padri del le nurne.rose missioni. I venerandi padri lleclicano la loro vi ta al rastre.lhunento lungo lo sterminato paet:ie di quei miseri, di quei figli cli nessuno, educandoli alla vita,, incnlca,nclo nelle lo ro :rnime i sacri principii della reli­gione cristia,na, avvinndoli a.I lavoro.

Il c~1pitano Zetto, nell'ascoltare i racconti dei coloui, rivedeva ht figu ra cli Padre Bonetta, lomba,rdo, da venticinque an ni a.postolo d'a.more c1·istiano e d'italianitù, nel selvaggi<> Kengtung ...

Sulle montagne Nnga e nel Manipur, a sud dell' Assam; il camminatore entra-va nel regno degli nomini nudi. Egli

203

.a-Ye\"a occasione di inco11t1·a,re inascbi e fem mine in assoluta, nudità, a.l punto da, oLlhtre :1.:uche lo straccio d'erLa degli ,.africani. Quella. nudità stida. i rigori del clima essendo carat­terizz,:tta la regione, per quanto sul Tropico, da mm tempe­Tatura a.Ubastanza fredda. Le tribù appartengono a l tipo n10ngolico, e vivono allo stato selva,ggio al punto da non disdegnare per il nutrimento i vermi e le formiche. Allorché g-li a,hitanti dei luoghi debLono scendere nelle regioni ammi nistrate, sui ralichi dei monti t1·ovano dei soldati gurkha8

recluta.ti dagli inglesi con lo scopo preciso cli ritirare loro le armi e provvederli di stracci, onde non a.nivino nelle cittù ignudi. Al loro l'itorno r ianno le armi in cambio degli inr1umenti.

Vesplora.tore rua1·ciava verso il Benga,la. Super-ate Cachar e Shiliet, raggiungeva le montagne b:a-sliy, po:µolate da. numerosi missionnri, e pro[:eguiva a sud. A Dacca udiva 11a.i·lare con ammirazione di un italiano, l'ace.:aclernito pro fessur· 'J'ucci , che per alcuni anni aveva iuseguato nella Univel'sità musulmana di quella cit tà.

Calcutta lo accoglieva con diffidenza : la polizia ripl'ell­<leva ad angustiarlo con le sue persecuzioni, sempre sospet­tosa, più che mai dopo r:he nella, Birmania, proprio nei paesi da lui visitati, erano scoppiate delle rivolte. Ad ogni costo le autorità. lo volevano un agitat ore ai danni del (lominio britannico.

Si giun~ ad impedirgli cli oltrepassare il fiume Hoog-li -e lasciare la .città . Di conseguenza la sua sost.a. a Calcutta si prolungò per oltre un mese, duraute il qua.le egli e!JIJe modo <li tenere numerose confeteur,e all'Università, all'Istitut:o musulma,no, in alcune scuole e nei circoli cultm·ali. Gli studenti indiani, sapendolo oggetto di persecuzioni, trova,­rono il pretesto per inscena.re delle dimostrazioni di simpatia, a-1 conferenziere.

20-1

'l'ali manifestazioni non fecero che initai-e la polh-,irt .. la quale aggravò i prnvvedirnenti a carieo dell'Italiano lino ad irn;cenare una perquishione opel'ata nell'albergo ste~s0-ov'egli dimorava: perquisizione avvenuta durante la notte. in condizioni abbastanza mistel'iose, beninteso senza alcun

risultato. Solo allora., vedendo la sua liùertà seriamente minac­

ciata, Zetto ricorse all'appoggio del console italiano per· l'India, dott. Gino Scarpa, per il cui ~nergico intenento egli riusciva ad ottenere un permesso di soggiorno nell'India- per a.Itri sei mesi, con piena libertà d'azione.

Lnsciò subito Calcutta per dirigersi a nord, attraverS() ie I"egioui iITigate dal Gange e dal Brahmaputra. Visitava in questa zoua numerose missioni italiane, tra le altre quelle di K1·ishna.pur e cli Dina-jpur che si dedicano alla conver-sione a,l c1·.istianesirno delle triL ù Santa.li presso le qua.li è ancora. in uso la po ligamia.

L'esplonttore 1·agginngeva. in seguito Darjeeling, la. capi.ta.le estiva del governo cli Calcutta.. Otteneva qui il per­u.:e1:>i;O di. spingersi fino a, Ga.ngtok, capita.le dello stato• Sikk.irn. Egli era così a.i piedi dell'lmàlaia.

Di là, con fidarn. d'entrare risolutamente nel Tibet , h1, tena che soggioga.va- il suo spirito con tutti i fascini dello. ignoto e del mistero.

SUL TETTO DEL MONDO

In casa di Mr. Dudley, 11, Gangtok, capitale del Sikklm, piccolo Stato che fa da co1ridoio tra l' India e il 'l'ibet,

una sera del dicembre 1930 .

.Mr. Dudley è impegnato in una vivace discussione nella qua.le porta tutta la. sua autorevolezz.a di direttore dell'edu­cazione sikkimese. Cammina. su e giù per la stan:ia, parlando

con voce lenta e pacata, mentre sua moglie è occupata a l'ersare il tè. Spesso, ella s'interrompe per riservare alle rarole del mai·ito una pausa. di silenzio. Seduto in una pol­trona, accanto ad una, radio che ha appena smesso di sgo­

la.:rsi in dieci lingue, un ospite ecceziounJ.e: il giramondo italiano Antonio Zetto.

Mr. Dudley è qua.si stizzito: raramente gli è accaduto che qua,lcuuo non sia sta,to conquistato dalla sua eloquenza, laggiù a Gangtok, dove la terra sembra finire per diventare a.H' improvvi sn tutta una, sconfinata, gigantesca mura.glia.: l 'Imà,la,ia.

207

Or,1 si •è ;.t,n·icìna i:o a.I tavolo, e pa,rla, con toni più NOlll ·

messi mentre la moglie, silenziosa, lo segue con OC'-chi fieri e dolci.

- ~on nuda.te tra quella gente, ca.pita.no Zetto. Affi­da te\·i a lla mia. r ~cchia, esperienza,. Altri sono partiti da Gangtok , taluni rla, questa stessa mia casa-, ma non tutt i l.11.1.nno fa.t to rito"110. Quei monti - e indica, con la manv asciut ta,, Fimme•1so fronte delPimàlaia., arruffato di uul;i -sono maledetti Eppoi ; chi, clie cosa vi ripagberebbe delle gravi fatiche necessarie per salire sul << tetto del mondo>> ?

La siguo·.·a Dudley couferma con occhi immobili le af· fermazioni de). m,u-ito e1 confortata da. un suo lieve sorriso azun·da, timi r' a e ma.ter·Utli :

- E' una pazzia, c::1v itano. Di lassù non si torna .. L'esplo':"atore sorseggia il tè. Non ha ancora risposto

1-ioichè temt> di offendere la cortesia di coloro che lo aspi tano. Quan~Jo però gli altri hanno finito e sono persuasi rli ;.l\'erlo con•·into, s'alza per dichiai·are con maschia fiei-ezza:

- Sqno dolen te di non poter accogliere i vostii con ~ig li, ruist:er Dudley, nè d' a.scoltare 1a vostra grande bou t:\. . . Uistress Dudley. Andrò ugua-lmente nel 'ribet. Le loro ge uerose premure non .mi pos.<sono impedire di penetra.re nellrr regionP. che rn 'attrae più d ' ogni a ltra. So di dover affron tare fa.tiche, disagi, pericoli. A tutto sono prepai·ato. D'nlti-;.1 parte, la mia pelle non vale troppo. Sono passato in mezzo ai canniba.Ji e ai cacciatori df teste; possibile non mi lasc~­ra-nno passare i montanari del 'ribet? Io dico di si . Nelle mif' esplorar,ioni ho sempre mantenuto un atteggiamento cor diaJ.e per tutti. Non porto a,rmi , non ho in tenzioni mi ~te l'iose, sono un uomo libero, spregiudicato, arnie.o di tutte le genti. Perché mi dovrebbero fare del male? Noi siamo usi a giudicare con troppo pessimismo coloro che non cono sdamo, coloro che non vivono nell'orbita del nostro occi dente, coloro che hanno una. propria vita e una propria, ci­dltà. Questi presunti selvaggi sono talvolta cattivi con noi ma. solo quando andiamo a minacciare con false amici1.i P

208

la loro indipendenza e la loro tranquillità. Questo mi ba,nno, insegnato, fra l'altro, dieei anni di vagabondaggio a! torno al mondo ...

Mr. Dudley appare sconccr·ta.to; ma poco dopo ha uno

scatto: - Non so na,scondervi la mia ammira.zione, ca,pita,no.

Ma mi sembra, perdonatemi, che non vogliate rendervi conto dei tanti pericoli. Nessuno vi ha, detto che i tibeta,ni soni) settal'i, crudeli, nemici intransigenti dell'uomo bianco?

- So tutto, Mister Dudley. L'es-perienza, m'insegua però che siam9 abitua.ti ad esagerare. :Molte leggende ho sfa­tate sino ad oggi; forse potrò sfatare anche quella che a.vvolge il 'ribet ...

E mostra, a sua volta, il ba.luardo delFimàlaia. Soggiunge:

- So, a.d esempio, che l'omicidio tra. g·enti di religione buddista P. prn,ticamente esc.luso. Non per nulla Budda ha detto <( Non uccidere, anche se sci <-li fronte a,l nemico del tuo re )) .

Mistress Dudley s'è illumina,fo: ht fiere½za dell'Ita1iano tocca, il suo cuore di donna e di rna<lre. Ma, il ma,rito incalza:

- Vi potranno aggredii-e gli eremiti, i viola.tmi delle leggi di Budda ...

- Può darsi, ma! 1·ipeto, ho la pelle dura,. Piuttosto. Mr. Dudley, perthè non mi raccontate qualche cosa della vostra. vita a Gangtok, in questa terra del Sikkim, ùove, vostra moglie e voi avete il privileg·io di essere gli unici eur·opei?

La mat tina succ<?ssiva i signori Dudley salutavano con viva. simpatia, l'esploratore, esortandolo ancora a desistere dal suo propos-ito cli penetra,re nel rfibet. L'Italfouo volle essern c01· tese e, mentre, marito e moglie assistevano nll;L sua partenza, cla,lPalto della terra.zza, del villino, prendent Ja. strada del S'Ud come se cffettivnmente avesse voluto tor•

209

ua re iu India. Alcuui chilomeb-i dopo ripiegava, a nord, e r,1gg'itmta. una casa. colonica, vi trasconeva, la, notte in attesa di pnuta,1·e all'alba, ,·erso la, frontiera t iheta.na,, lontana, dalla, capitale del 8ikkim Yentisei miglia.

Dm1ssima, si c.u111nuciò subjto la, marcia, pe1· il fo r te disliYello della, strada. che ra,pidamen te sa,le d,i- duemila a. cinquemila, metri. Egli contava, di penetr,we uell 'a.ltipiano da,l passo di Natu Là, che è il va.Uco più basso, distante da Ga,ngtok poco più di venti miglia,. Se il primo tratto potè essere supera,to agevolmente per il discreto fondo stl'ada.le ed anche per qualche vivacità del pallora.ma,, quando appa.i·ve il grigio nastro della, mnlattiel'a, t ibetana il caniminatoi-e proYò un senso di sgomento. La terra, cr imp1·0,Tiso pen.len1,

ogni Yarietà, e colore per coprii-si interamente d'un cu po mauto, cl.a.I qua.Je non usciva, neppure un filo d'erba . Colllincia,va l'inferno della, ·roccia,, della nuda, pietra, dei precipizi, delle vallate sen~a suono, degli a spri coutra.ffort i , degli altissimi µevai. La, mulattiera, si smm1.·iYa, in lonta­na,Dza. tra il ribollire convulso delle nubi. Era cli là. che egli intendeva, intra,prendere In, scala,tn, al e( tetto del mondo)) .

.i\Ia. la stracla,, considera ta da, lui com e il moti,·o con duttore d.ella, sua. vita di noma.de, non poteva. d ' improvviso an·ersarlo, uè int imorirlo. S ' a,vviò cou pnsso deciso ,lungo la, muln,ttiera, sicuro di raggiungere dopo una, ventina di chilo metri il rifugio di Cha.ngu, nel qua1e a,vrebbe potuto ripo­sarsi durante la, notte. Camminò accompagnandosi con i

rkordi più cari, con i r·icordi che risa.Jgo110 il co1·so dei pensieri sulle note di una, carnmne. Ripen:-;-ò a, Nagn,, fiore cki 1Va, lontanissima,; rifece con le la,bbra, i l mot.ivo di un,1

melodia che le alte chitarre e le mnudòle sapevano comporre per Ja. sua danza, mattutina . ..

Ahimè, caddero pl'esto le memorie romant iche come il

giorno volse a.l ttarnonto. Inter-min a.bile la, mulattiera se1·peg­gia,·a attorno ai monti , esposta interamente sulle voragini , mentre nulla indica-va, hL imm inen za. di un centro aùitnto

qua.le doveva essere Changu . Scendeva, da.i nevai nn nero

210

corteo di nubi inseguite dal vento, e gli oscuri baratri freme­vano di là e di qua della str·ada come per una lontana bufera.

Il camminatore· s-entì più vivo il battito del cuore nel Jietto, contro la cingllia di pelle, che reggeva, lo za,ino. A denti stretti si domandò se_, per caso, le indicazioni fornitegli sul percorso da compiere, non lo avevano tradito. Una sola. volta gli era, aooaduto di perdere totalmente la cognizione dei luoghi e di sma.i·rhsi come in un oceano: nel deserto austra ­lia.no. Se non fosse riuscilo a rintracciare il rifugio di Cha,ngu?

Lo trovò quando era ormai sera e le nebbie rendevano

difficile e pericoloso i.J procedere. Il modesto giaciglio gli parve accogliente più cli un trono. Dormi, lieto come di una p1·ima grn.nde vittoria.

A Changu g·li confermarono la precisione delle sue carte di viaggio,: il pa,aso di Natu Là ,si trovava a non più di dieci chilometri. Il custode del rifugio gli suggerì l'idea di

1·a.ggiungere il valico nella notte (il tempo laseiava prevedere chiarore di luna) onde poter assistere, di lassù, al risveg,lio del giorno nell ' immacolato anfiteatro dell'lmàla-i-a.. Dove spettacolo più gr-a.nde?

Egli accolse il suggerimento e, ritemprato, ti.prese nel

pomerigg-io la, mula,ttiera, diretto verso il Na-tu Là. Si sen­tiva confortato e sicuro, e la, stra-da torna.va, per lui aruica.

Manteneva. ancora, quell'aspetto fosco e desolato, ma. cedeva, all'incalzare ùei suoi passi.

Il gioi-no non tardò a, spegnersi, e fi ol'irono in ciclo le costella-z-ioni.

Egli si trova.va, a pochi chilometri da,l Passo, qrn:uulo il

pt·ocedere divenne faticosissimo per la fotte pendenza, della stra,da, che saliva, intennina.,bihnente. Scavata- nella-roccia., la mulattiera, sembra,·n, l 'a.ngusto letto di un fiume. Certo era

2ll

sta.ta, l 'acqua. a, segua.rla, p1·Ìilla,, quindi ad a1>1·irla, nell'e terna discesa, cl.li uen1i; l'ncqna. stessa 1.:lie, coh111tlo dal tetto del moudo, aJimeutn, il GM1ge e il B1·ah.mn,pntrn ..

L' o:scurità renden1 praticamente impossibile la, 111a1·cia; il uastro della. nrnlattie1·a, appena, s 'iut1·aYeLleva, rneHtre ad ogui passo si ,1,prin1,no Yaste zone ùi teuel.J1·a, a.ssoluta; l 'inferno dei ya,lloui. Decise di sost,u·e in u na. ca,verna,, in attesa, dell 'a lb,1. .-\. notte alta- un Yiri llo chia.ru1·e lunate gli ape1·se gli occhi, lo s,·egliò, P 1·efe1·ì 1-imettel'si iu llltUt.:ht,. 11 1·iiiesso luu-.ue f,H·o1·in1- 1' 01-ienta,mento e animar;.1, il cauuni ­

natore . con la. maestosa, bellezza. dei panorami d1ia.zz,1ti ùi luceu tezze e di dense ombre.

P1·oseguì per a.lcune 01·e, spesso sosta udo a. c.:oute1npla.l'e l' incompa1'Rbile panoi-a.m;_1, degli abissi imiJiaucati da,lla, lun,1

1

<lei baluardi c-he si lentY.:rno ..1 1 cielo cou .s<1gome gig·-.mte:scLe . Ma il silenzio toml.n1,le lentamente andò co lma-uclosi (li nu sordo frastuono. Il Yeuto, scendeudo ch1, cbissù, quali lonta uauze, fisch ia \"il· i-n,bùioso uelle Ya Ila.te. Auc!tc il cle\0 1 dopo un presentimento di luce, d i,·e trne d ' acciaio e il sole sorse dietro baniere di nubi. La. tempera.tura, che giù era cli~cesa; divenne assai cruda-.

In tali condizioni Zetto giungeva, al Passo cli Na,tu Là, infida porta spa la ne-ara. a oltr e ci uquemila met1-i suJl 'aUi­pia.no tibetano .

Il 1-'as~o, vigilato da altiss ime vette, era, ricoperto di rec<::nte ne,·e nella. quale s'affoucla,ya, fino a lle giuoccliia. Aiutandosi col bastone superò il Passo. La stra.da, continua.Ya ro1·tuosa, fra dirupi e bai·atr1.. Lcn tamen te si disegnò a.Ilo orizzonte la, distesa sconfi nata ùelFa.ltipidno. Una terra squallidissima.

All'ostacolo dell a, neve che imp1--igiona.vai i piedi, si aggiunse il soffio gelido di un vento cbe f11.1stava, ogni cosa, solle\"ando il nerischio. Fu una dolorosa sor·prcs.1 per il camminatore. Egli 1·imase un is ta.nte a, med ibn e (uel suo

212

Tl v!agglo dell 'esploratore nel Tibet, da Gang tok. nl?L Slkk.im , oltre H Passo di Natu La, fino a Ll1asa, la « Citlà prOillita ~. e Il suo ritorno In Ind ia dal Blrnl:!an.

< i I '

;\ l una testlmonlnoia. loconrutnblle del viaggio dl zetto nel Tibet: la dlch ia razlone dell'agente commel'dale brltanntco, capitano Fletcher, residente a Gyantse. nel

cuore d21I'attlplano tibetano, oJ'tre ~a c3lòna dell'Im1llala.

ce1·vello torna,ra la voce ma,terna di mistress DudleyJ; g-nardò giù, nelle vallate, e vide, in fondo alla mula,ttien1., uua- nume-1~osa carovana, tibetana incontr·ata a,ncoi-a, nella, nott.e ,u:cam­pata, lungo la strada. Decise d'attenderla.

Allo1·chè 1.J, carovana giunse a.I Passo, dopo un'on1:, i ca1·ovanieri lo osservarono con i.µdi:fferenz a . Egli si lJOSe dietl'o l'ultimo mulo e riprese a c.:1,n1lllinare.

Continuava l'esasperante monotonia, del panornma,: neve, a lt issime vette, un cielo opaco-. E quel vento insidioso, tenibile per il nevischio che spruzzava, negli o~hi. I ca,r-o­va,nieri erano forniti di grossi occhiali, mentre il suo equi­paggiamento era 1·idotto al minimo: un pesante capotto di astraka.n, stivafoni di cuoio, una copert a a, tracolla, lo zaino sulla schiena con denti·o il li\Jro dei dia.ri, qualche medicina-le e pochi viveri. Perchè mister- Duclleiy, che sa,peva ta nte cose, non gli anwa consiglia,to un paio cl 'occhia.Ji contro la- neve? Egli trascorse alcune ore tea le più aspre.

Ma alla. flue la, st ra,tla, a-pparve migliore, il Yento si 11uietò, il clislfrello divenne meno sensiLile. :Nell'animo del camminatore tornò la. sel'enità, al punto ehe <1,d nu certo momento gli pa.i·,·e la, ca.i·ovana anelasse tr-oppo lenta; preferì staccarsene e pr-:ocedern da solo. S'a,priva, orma,i davanti ai

suoi passi, liLera, e inYitante, un'ampia stra,da. Aumentò il I"itmo della llhHcia, e1 dopo quaiche Ol'a, a,rriYava a Ya.tung, primo pnese ti\Jetano, a. diciotto miglia dal Pa,gso.

Poelte cnse e una, rest -hou.se) una. delle tante ca.panne disseminate a dodici miglia una claH'a ltra e riservate a.i

tal'onu1ieri. Ma, per otte:µervi ospitalità, occorreva essere premunit i - lo a,vvedì il custode - d'un biglietto venduto ùal governo per llue 111pie e mezza,. Egli a,Yeva invece ta-nt.1 sta.nd.tezztL per avete compiuto iu clue giorni oltre quaranta,­qnattrn miglia, s u quelle strade maledette, e sognava ad occhi a petti il pa,racliso cli un giaei.glio ... Il custode si lasciò com mnovere per unu, sohù rupfa,. 'Ecco - egli si disse - i.m tibe· b .no che non era, nè ~-Btta,rio, :µè crudele, nè nemico int ransi­gente dell'uomo iJinnco ..

213

P,u·teuza a,ll'allnt, in direzione di P hari. A metà strada incontrò un 'a.ttra. rest-ho11se, dore eiJlle buona ospitaliti\. .1Ceutre consumfW<t qualcosa. da,l sacco, due carovanieri gli offe1'Se1·0 le pi-ime infor1uaz.ionì aute·nt-iche su quella tetra.

Seppe elle l'a.ltipiaiio, ne1Fiuren10 taJJto desolato sotto il manto di nere, durante l'esta.te si reste di una p1·oùigiosa tior·itur<.t di gig;.1uteschi pa-paYeti a,zzurri. Non uu alber·o però, in qua.uto l'in tensissimo freddo tutto distrugge e anuie11ta. Per fare il fuoco rieue ,.uloperato lo sterco disseccato delle capre yak . Più iuteressauti ancora le constatazioni .sull'ospi­t aUtà, dei ti1Jet,111i. La se1·a , ,1-llorcbè egli giunse a Ph,ni, primo forte tibetano guanlato da, uu modesto presiLìio a, pi-o­tezione delle ca-r·onulie re, co n ,·e1·a, simpa.tia, renne accolto nella rest-housc. I carora,niei-i lo accompag.ri;.wuno ricino nl

fuoco e gli offei·sero una scodella. lli tè, 101·0 Uevanda prefe­rita-. Il tè e1·;.1, sal atiss imo: gli spiegarono che, manc:111clo totalmente in quei luoglli Jo zuccùel'o, il S<l-le lo sostitu iYa .

S'info 1•mò come av 1·elJLe potuto proc.ede1·e verso il 'ribet. Lo a,,·,·ertir-ono che e:·a. iucUspensa.l.Jile un permei:;so

speciale per penetrarvi _. rilascia,to dalle a,utorità l:i-itanui­che. Kon ebbe incertezze: attese la. notte, dormì qua-lche 01·a.

all'aperto, a-Ilo scopo cli eYita,r-si delle noie, quimli rno.ssr. decisa,meute in di rezione cl i Kangama., oltrn la. valle del

Chumbi. Era, cosi nel cuo1·e del 'l'ibet. Cn'alt1·a, bella, consta,ta.zione sull'ospitalità tibeta.11,i

egli poteYa fa,1·e più tarcli 1 allorchè si vide accompagnato in

una casa, ospite di una, famigli,1 che lo volle addirit tura. a tavola, per cliddere con lui il pa,sto : gra-no ba t tuto e for­rn.ag-gio in polre1·e. Erano elci caroYanieri e conoscevtHl!)

ùisc1·eta.meute l'inglese. Soddisfatto di non a.rero a,nc:ora, incontrato osh1coli , ::i l

contl'a,rio di a,·er conosciuto un'ina,ttesa, corclialità1 ripren <leva la marcia penetJ·a-ndo sempre più snll'altipia.110, diretto r erso la, mèta suprema, del su o viaggio : Lha.sa., la. ci ttà proi­l!ita, i·tis idenza, del Da.lai Lama.

Ma non era detto che proprio tutto dovesse andare ,1,

dritto pelo. Qualche complicazione si annunciò all'an1vo a Gyantse,

dove il suo ottimismo andò a co,,1;zare contro la gelida­<.1ccoglienza di un agente commerciale britannico, il capit8Jlo Fletcher. Costui, quando si vide dinanzi il giramondo, lo squadrò d'ogni Jato, gli rivolse .cento domande, diffidente, c,stile. Il capit,.u10 Fletc1er aveva funzioni di controllo e ùi sorveg1ia,nza, e intendeva m,-solvere scrupolosamente il suo nia.ncla to.

Senonchè, due euPopei che si incoutrauo a cinqnemih1, metri d 'altezza, in una, terra pI'essochè selvaggia, possop.o sentit·e all ' improvviso una tacita solidarietà umana che forse, in altre contingenze, non si manifeste-reùbe. Ecco percbè i1

ca-pito.J10 · Fletcher, quaudo conobbe ln, na.ziona.lità di Zetto e. le ragioni iden.li del suo viaggio, si rnsserenò completamente per torna.re un perfetto gcntlenuin. Il capitano F letcher gin dlcò l'Itn..lia troppo lontana, per poter ficca,re il naso nelle cose del Tibet? Non importa, ùa,sta sapere che egli mise h1 sua, c:asa, a. disposizione dell'ospite, attorniandolo di cortesie.

L'esploratore potè cosi sostare due giorni a Gyautse, e ricupera1•e le energie. L'amicizia, del ca,pitano F letcher· gli fu poi preziosissima, Ì!l qua,nto l 'agente britannico gli diede tutte le indicazioni necessa.rie per proseguire la, marcia, e 1·aggiungere 1:1, mèta, che egli si ora prefissa. La sua. cortesia, arrivò a,l puui·o da,l fornire l'esploratore di un p-rontua,rio di fra.o;d in per·fetta, lingua. tibetana., con la. relativa tl'adnzione inglese, del qua.le egli si sa1·eùlm potuto bYÌOY<H'e.

Lasciat a, Gya.ntse, dopo due giorni di ma.rcia l 'esplom­tore 1•;1gginngeva Nangatse. Qui egli aveva, modo di conoscere il ripugnante ciu1.·ite·ro hi aria elci tilJeta.ni: vide tngliuzzru·,~ all'esterno c.lel le case le st1,lmc dei defunti e othirle in lJiì,sto a.gli a.v,,oltoi, ai lupi e a,i cani. Disgustato la ::;dò Nanga.tse. diretto nella. l'egioue dei laghi.

215

Sull.t ~potllla de l più gT,llHlc lago raggiungenl, Pededz1

dore ~ostara, Lreris:-;inw.uHn1tc pet· poi v1·osegnit-e r ei-so

C'itsoon. beguemlo le i11di rn;,.ioui dc ll' otti.mo cap. F let1;her egli ,urintra, sul Ts,mg·po, i cui a.fJ:Luenti pigri e ,gelidi si inoltrano YCl'SO LU.a.sa-. M9lto fel ice si scutì l 'cspl01·ato1•c .:i llorchè un mout;rna 1·0 gli rega lò uua, piccola. barca, di pelle. eou la quale poten1 continnai·e il ,·faggio in condizioni ideali.

D 'im pl'on ·bo nu,t- scl'n, - c1·c.u10 i pi-imi cH genna io de l :1930 - dopo un pomeriggio di naYiga,zione sul len to e capi-ic doso corso d 'acqua , egli s i ti-oyò da,,·aut.i a.Ile mm·a secola-ri cli Lhasa .

'l'ranquillo e sileuzioso fu i l suo <.t.n·idw.u-:si alla. citbì 111·oibi ta . Y' e1·a, tanta, calma, nell ' c.Hia, e tanta. sereuit,\ nelle cose, c- he gli accadde di pensa.re con qua lche ieo11i:1 a quella, città vroiUita .. R imase t utta.da, pe1·p lcsso cil-c.-t. r opport uuit.~ d 'ent rar·ri. Ritenne· di trascorrere la notte n.ll 'a-pei-to in una ca,ptrnna., in at tesa, dell 'alba. : a quell 'o1·a., fo1·se, aV!'ebhc potuto passai-e iuos:sen·ato .

:\"on donllì molto f'] Uella notte. Il pensiero di t rova,1·•.il

in una te l'l'a così poco conosciu ta e circondatn di fonLo miste1·0, gli tra,,;;fuse uua ntga, i nc1 uietudin e. Che cosa si

na,o;;c-ondeva dietro quelle mura,?

L'alba lo t rorò in piedi. , za,i no dietro la schienn , co pel' ta

a tracolla-, il bastone puntato al suolo. Avflnzò gua,1·clingo in

direzione della porta tagli;,1 ta nelle mura, I nterrogò con gl i

occhi t utto quanto g li sta,·a intorno. Era un mattino gelido.

irradiato da uu pigro sole.

Il profond o s ilenzio fu all'i1aprovri.:-m rotto Lln l suo no ù i lontane t rorul>e: erano i Lama, ch e sa,luU:n·auo il giorno dall'alto dei monasteri. E bhe qualche indecis ione.; ma,, a ll a. fin e, mosSB incontl'o a lla- pol'ta, la. snpel'ò co n 11a sso s i.curo. S'apri,·a- una. g nrn rle shada ]eggel'mentc iu sali ta .

21.G

Do1Jo q ualchc tratto viùe- <.LVilllz;.1-1·0 uua massa. di ceud multicolori: uua donna,. S'avvicinò a, lei , teneuclo a,pel't,)

uclle ma.ui il prontual'io di dolllaude in lingua tibeta,na. rega­latogli dall' ufficiale bri tam1ic'o. .A.nsioso cercò una frase qtrn.lunque, (lo'Vc ,,;ai?, che in t ibetano equirn.leva, a questo:

- C-ic-ra kaba t1t, ghii?

La- ùouua sba lo1·dì con ocelli foschi ff brontolò pai·ol~ iu t1·11duci!Jili anche a cerca,rle nel formula-rio. Eg·li tentò uu sorriso in liugua.ggio, interna.ziouale: l'a.ltra tirò <lfritta,. L'inconfro però va,lso a,d a,11 inmrlo; affrettò il passo, avviti• na-udosi semp11e più u, Llrn,sa che si mostra,va, tutt'aHro che proibita, i u f911do a,cl una va.ne.

Zetto cammina, spedito e scruta. n,ll 'iutoruo. Inaspetta.• tnUtente fa. nua, :,;co11etht, cl ic lia, del :,;ensa-zionale: ac<.;auto nlln strad a sco11ge- i tJah di nna, linea, telegra,fiea,. Cna, citt::.ir fo1·uiht, di teleg,·n.fo non può essere mai abbasta,nza miste ­r-iosa . Decide scuz'uJtro di seguire la. linea, mezzo d'or·ienta­mento inf.:1,llibile.

Intanto incontra, i tibetani. Ta luni lo guardano incu­l'iosti, a lt ri passano indifferenti. Egli pensa che per il momento uon è il c1Hm di tentare nu discorso nella loro lingua, nè cli cl1iedcre consigli. Segue sempre i pali, sicuro di trorn,re da un momento all'a1tro l'ufficio telegralico. Là dentro, qualcuno dovr,\ pur conoscere l'inglese, altrimenti con chi comunica, la linea?

Dopo meno cl i nu'ora giunge chwauti ;Hl una- casetta. nella qua-le i fi li uere.i cntrnuo iu gra.n numero. Dev'essere l ' ufficio telegrafico. Ln, porta, però, è, a,ncora chiusa,. Prova a battere. NesS\1110. In~-iste, servendosi anche del bastone. Silenz.io. Grida aUora vaghe pa-role iu ogni lingua e in tutti .i dialetti clic conosce. Fatica inutile. Allora non può fare a meno di soniclere pensando a quella. strana citt::\ m.·istcrio.'Ja f! proibita. Ah, gli avvertimenti dei signori Dnd1ey !

217

::\fa. ecco sporgersi <l,1, una, fi nestra uua, testa d'uomo: il direttore del se.nizio telegr,1fico. ru IJeng·a-lese. Fissa, :-;tupi to l'iudiYidno che gli st;.1, sotto e domn.1Hla,, molt"u seccato, in ·m1 discreto inglese, che cos<.1, voglia,, chi sin,, clii cerchi. Dice a nche peggio, ma, Zct.to 11011 pe1-de bt, sua, c:a.lma olimpica, e l'ispon<le gm·batamente. Assicura che è un g'Ll"nmondo e chiede 1'01101·e cli visita.re Lhasa,. Soggiunge, ma, con qua lche timi dezza, che Yorrebbe a..nda,re a preseut.:ne i snoi omaggi a.I D a.la.i La ma..

- Chi? - urla di lassù il bengalese. roi, quando ll,1 sentito ripetere il nom-e, scende di corsa, e poco -dopo è sulla, strada, oye doma.uda, ancora, come ossessionato:

- Chi? Zetto risponde che anela di :1.nchwe a visita.re il Dal.ti

Lama.; e da lui vorrebbe qualche indicazione sul pe1·co1·so cl:1, fare, sul .modo di compodarsi. ~fo, il beuga.lese si most ra, ~ mpre più ostile. In preda ad uno stra.no .or,g·asmo lo tJ·a ­scina, nell 'autisa.la, dell'ufficio, e lù, dentro g-li dice che teme lo possano sospetta1·e suo complice nell 'c.wel'lo introdotto nella, cit tà proibita.

Sorpreso per tanto spa,,·eut o: Zet to si prova a.. ca-hnal'lo, assicurandolo che non danì, nessuna noia, e se ne andrà subito, senz.a fa,re ritorno. L'a.Itro, però, non !)i dù. pace e lo spinge verso l'uscita, qua,si voglia far comprendere a, coloro che passano da,,anti l'uffici o (le str-ade, intan to, s i souo ani ­ma te) c11e non ha nulla iu comune con lo st1·aJliero.

- Là , laggiù; a.nda.tc a,l Potalù ... e che il dia.volo vi porti !, g1·icla, indica.udo un maestoso gyuppo <l i pa-la.zzi costrui t i sulla. vetta di un monte. E scaccia H seccatore.

Torna,ndo su11a. stra..<.la,, Zetto riflett e che, se qua,lche noia gli è acca.duta finora, essa fu dovuta a tutti fuo1'cl1è a i tibetani : motivo questo che laseia in tatta. la, sua. scyenità 1 anche dopo lo spiacevole episodio.

218

Ora che il giorno el'a a.lto, egli poteva, osservare megli1> lo stn1no volto di Lhasa-. Basse costruzioni a, uno o due piaui, colme di sca,le, di terra.zzc e abbaini, forate da innumerevoli porte e finestre, fiancheggiava,no la strada sca,vata nella roccia,. Mentre le ease avevano un g,spetto desolato, il fasto architettonico si 1nostrava nei freqt1entissimi monaste·ri sal da.mente costruiti sulle vette e orlati da interminabili mm·a. glie alte alcuni metri. In lontananza il Potalà si stagliava come un favoloso trono, bhuico-rosso el'Ctto nella solitudine de.i gig·a.uteschi picchi. itH.:ipriati di neve.

Nel passa.re da una strada a.ll'altra incontrò nei crnce ­via piramidi di pietre multicolori seg1mte da, iscrizioni; alla. loro somlllità, su dei rami secchi erano impigliati brandelli di stoffe, nastri roosi e gialli, pezzi di pelli di yak. Ugual ­mente sul tetto piatto delle case osservò un vasto e' assortito repertorio di rami, stoffe sfilacciate, na-stri, bandierine, aste, forconi, tridenti , ogni cosa, rivolta minacciosamente a.Ilo

esterno .. Allora si ra,IDJJ1entò d'una lunga e, pittoresca chiacchie

ratfL fattagli giorni prima dal ca,pitano Fletcher, il qua.le lo :wcva, volut o avvertire che in Lha-sa avrebbe, fra, l'a,ltro, trovato il paese della superstizione, del .mafocchio, dello scon­giuro, clell'oraco1o, della profezia, della, preghiera e d'ogni <·,redenza,. La, cosa, gli era semlwa.ta, un'esagera-zioue: ora, però, se ne rendeva conto.

Difa,tti, ::1U'est erno dell'abita.zione ogni t ibeta.no aveva una selva di ba.ncliere-preghiera, :fitte di iscrizioni e sim• boli. Quelle lJa,ndiere, consaci-Me dai Lama., i p.otentissirni monad buddisti del Gmn Tibet, posseggono, per i tibetani, virtù e siguific.a-zioni stra.ol'din,1,rie. Essi ritengono che i drappi ngitandosi a,l _vento facciano salire aJ cielo migliaia di preghiere e Ll1invoca.;i;.ioni, sì da. proteggere automa.tica.mente le f[Llniglie da ogni ia,ttura .. Accanto alle bandiere i f.orcon.i e i tridenti, sui qna.U sono n.ppese le sfi.Ja,cciat_nre delle vesti mon:icaH dei Lamn-, eo-mpleta-no il mira.colo del1a protezione.

:Xel 1noceclere rc:1 sei1te alle case Zctto osse1·Yan1- le mostruose figurazioni stampate sulle iunumere:roli bandiere - uccelli, ca,,·aUi, draghi - e irouicaJ.llente peusava, che quello dei tibetani, tra, l'a-ltro, era nu sistema, p1·atico quauto comodo di prega1·e: in quell~L forma, a.nzi, essi si dispensa . va,no del t utto della fatica delle preci in qua,nto erano i d rappi e i di"rnrsi amuleti a innalza-re le ol'azioni in loro ,·ece .

Len tamente giunse nelle \' icin:.H.1ze del Pota.là., la. resi ­denza: del Dal.ti La.ma,, armoniosa, fusion e d'architettura cinese e india,na, ravvivata da qualche possente l inea occiden tale. Nell 'ammirarlo dal fondo della strada, iµnal zato ardi­tamente sulla, roccia, 1·ipiclissima, con i suoi venti pala,zz i di cinque pia,ni uniti uno all 'altro oosì da costitnil'e un solo l,locco immenso, egli r ipensò il-Ile cose più belle ,·cdnte nel mondo : il rot<.ilà forse supcrnra,, come cRpressione clell ' an­clacia costrnttira , quanto fin o allora. i.weY;l- incontrato.

Da, nu dedalo di alti caseggiat i, ai piedi del colle, vide dipartfrsi verso il Pota HL due g-randiosc scalinate che si incro• ciavano diagona,lmeute. Si avvicinò con un ' intima t repida•

zione alla. residenza del sommo elio t ibetano, verso il qua-le s'era.no rivolte lunga.mente le sue aspira,zioni cli gira mondo.

Mosse cauta,mente in direzione di un tozzo, porta-le sor

montato da una candida cupola di carattere indocinese. Di

là si accedeva nel cortile del Potalà. Come f u vicino all 'in ­gresso notò a,lcuni monaci: era-no i La.ma. 'fa.luni di essi

Yestivano ampie t onache <l'un rosso violento, a ltti di un tiepido giallo. Erano quasi t utti uomini anziani , ma ancora

solidi e diritti , fieri e dignit osi , c9n un volto glabz·o, cesellato

cli rughe. L 'esploratore rimase qua.lcbe istant e a osservare il

gruppo (parlavano quietame:pte d inanzi all' ingresso del Potalà) come a<l individuare quello dei monaci che :.t vrel.Jl :<~

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li Por:il,ì . la rna l'slosa residenza del Dala i r.:,111:, crNl:i :;.ulla 1oli1 a ll a dina ù i Lh::tsa , ovo il ca pil.:ino Zctto poli~ Jn te1·vis!.lf'è il ,.1.~ ,·1·ioso P:1 pa d~I 1'ibet.

· lf:i~ • -e

L'autogra ro t·l la sc iilto cJal Da lai Lama a.l l 'esplor:ttoro neil gennaio d el 193! , a Ll1asa . n 1·a1·1ssJ.mo docum ento, scritto In ilbelano, dite: A voi re l1o ltt1 molto grandi! per

t·•nno ohe co m incia ro l 1t1gno d1ll 'u ccflllo.

potuto esse1·e avvicinato con maggior, fortuua. S'avvide cl.te ess,i lo sta.vano a 101· volta, osservaudo, tuttavia mostra-ndo~i. indifferenti. Decise d '<wa,nzare, ver·so la g1-a.ude porta.

Come i Lama ~e ne accorsero si schiel'arono damvui i all ' ingresso; qualcuno gridò parole incomprensibili e sJudl poco dopo il suono acutissimo di una tromba. Zetto strin­geva nelle mani il prontuario di parole tibetane, del quale confidava potersi servire. Difatti, non appena giunse dava,nti al gruppo, lesse a. voce aHa la frase che avrebbe dovuto rassj. cura,re i La.ma : I o vado in giro al 1nondo :

- N'gaa du ghii lumba ts'am.,a ka-ra diala d,,u ghi gnii .. .

Poi, lesse aµcora, s·otto la parola camminare : - Kaniba ...

Lo squillo, intaut9, aveva fatto uscire numerosi altri monaci in tonaca bicolore, i qua-li si strinsero insieme agli altri iutor110 a.Ilo stra,niero g-i-i.dauclo, in tibetano fino a stor· dirlo. L 1esplonvtore ripetè numerose volte la frase di primn quindi most1·ò. col ùito, sul formnla,1·io, le .medesime parolG -iv ·vaclo -in giro CLl ·m.ontlo, e, suùito dopo, quel ca,,mmina1·e che a nebl>e dovuto signili c-_1-re t utto.

Fu un'ottima, idea,. Uno ùei Lama che sembrava avert: qna.lche a.utotitù, sugli a lti-i, si fece consegnare il foglio e posò il dit o snlh domanda d·i d,ove mcmi?

- O,ien1, kc1,ne yamùa?

Zctto rispose forte : - Itc.ly. Segui un breve sileuzio. Il Lama stette un poco a pen­

sare indi si rivolse acl nu moua,co e gli disse qualche pa.rola; l'a-ltr·o. eufrò uel Pota-hì.. e un minuto dopo tornava. accompa­gna.to da, un Lama, giov,w.e cl a.ll ' a-ria, confor-Wnte . Quest'ul­timo esisendo stato a-1 mouastero di Ghoo.m presso Da,1·jeeling· pa,rlant un buon inglese. Doma,ndò subito aJlo straniero chi foss e e cosa, volesse. Zctto ris-pose, nel suo perfetto inglese;

- Sono nu girn,monclo ita-liano. Bo già, att1·a-ver sato

tntti i continenti e mi riurnneva, da, conoscere il Tibet. Non

221

ho armi, ho intenzioni pacifiche, rispetto tutte le religionL Sono sta,to ricevuto da sovrani e da Mahàraja. Ho un solo desiderio: vedere il Gran k'lIDa· e chiedergli un autogra.fo.

Il giovane Lama, ascoltò con molta attenzione indi Ri

volse a spiega,re a.i compagni le clichim·a.zioni dello stra,11iero; pa,rlamentarono brevemente insieme e aHa fine il monaco interprete annunciò all'Italiano rhe egli era, ammesso alla, visita del Potalà,, saho la suprema a-i}prova-zione del Gran La.ma,.

Circondato da.i monaci rosso-giaUi , Antonio Zetto entrava poco dopo nel cortile del Pota.là, sontuosa residenza del Dalai Lama. cli Lhasa., Budda vivente, assoluto signol'f~ clel Tibet.

222

VISITA AL PAPA DEL TlBET

I 1 Da,lai Lama-, reiuc,1.1·na,z.ione sempiterna, di Budda, supre­ma, luce del mondo lamaistico accesa nel cuore dell'Asia,

0 assiso sul trono del Potalc1, la, granitica, residenza innalzaL.1, ~ulla- più alta cima, di Lhasa, che l'Occidente chiama città zwo·ib-ita) l'Oriente secie di Dio.

Da lassù, daUe innumerevoli finest1·e orientate in modo da accogliere il saluto del primo S'ole che si aJza da, dietro i

monti più _ alti della terra, lo sguardo si perde sullo sconfi­nato altipiano tibetano, al cui orizzonte fuggono, con colora,. z.ioni bianche e brune, nevi e rocce; da lassù, da trnmilacin­quecento metii sul livello del ma.re, si dipartono incessanti nei cieli del continente immenso le pre-ghiere e le in.voca.zioni secola,ri dei Maesbi d'una religione terribile guanto lontana. nella notte dei tempi. ..

Verso quella cima,, verso quella misterios·a residenza , verso quel trono pressocllè irra,ggiungibile l'esploratore ita­lia.no Antonio Zetto viene accompagnato, in una fredda. rna.ttina del gennafo 1931, da un lento corteo di monaci. Assorto in profonde medita.zioni, cammina al suo ·fianco il

22H

Lama, inte11n·ete, da,l qua.le non ha- più u<lito pa.rola. Vanno t utti in silenzio, come a,d un rito di gra,ve significa,zion.e.

Coutrasta.110 vivacemente con le tonache ,giallo-1·osse H cappotto d'astra.ka-µ delliesploratore, gli stivaloni di cuoio, ]o zaino . Egli tenta, di mitiga,re ogni disa.rmonia immergen ­dosi a, sna 1olta nei pensieri i cosi da ra,gginngere quello stato d'animo che 1>redispone a.ne cose a.lte. Qua.Ildo l'iconla, che l'imminente incontro segnerù, una data memoh1ùile nclht, sua vita di ;µorna.de, prora, un liere tm·bameuto . Uniaria, traso­gnata addolcisce il suo ,·ol to dai tratti duri) e i monaci pos­sono leggere sulla sna fronte un 'adeguat;:t, p1·cpm·a.ziuue all,1 ora mistica,.

Attnu·er·sano, nella, gran pace del Potalù, ùianco di ne,ei l'ampio cortile, pa,s:sando tnL n.Ue e pittoresche costru­zioni, e lentamente sa.lgono la monumentale scaUnata tagliata diag·oua.lmente sulla roccia,, donde s'artha nll'a.u­gusta residenza ..

Al culmine della scalinata s'apre un maestoso portale, dal quale si entra in uu vestibolo cui un imm enso affresco dipint o sulla pa,rete dà una, luce d'oro. Due guardie arma.te sosta,no in un'immobilità assoluta, da parere dipinte sul muro. Il vestibolo comunica con un lungo porticato t.:.lh~ finisce con una scala interna di pietra bian ca, sulla qua,ìe uno scalpello prodigioso ba 1·ica,mato un tappeto di fiori di loto, stilizzati secondo i simboli buddisti.

Il piccolo corteo procede in fila indiana, in punta di piedi .

L 'aria sa di cbiuso, di acri fermentazioni e di sm·ente è

appesantita da un fumo rossastro che si spaucle d,1 alcuni tripodi nei quali brucia il ghi, sorta di ùurr·o r·a.ncidò. 'J:utt i i muri sono adorni di fa,:p.ta,siose pitture, nelle quali spcssu 1-icorre un idolo dalle molteplici braccia, dagli ocelli smisu· 1·ati. Da una scala a.Jl 'a.Itra-, attraverso logge, po1-ticati, corr-idoii saloni, il corteo si muove come in un la,birinto.

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'.l'a lvol ta la mente di Zetto si l'aggcla sotto l' incti.bo di improvvisi pensieri: se non lo dovessero lasciar più uscire? I ndaga sulle teste rase, sui volti lucidi , su gli occhi a man­dorla dei .monaci : di quali intenzioni sono animati?

Da.ppertut to il medesimo panorama monotono degli a.ffreschi che ·tramandano, con violenti urt i coloristici e alln . cin,wti figur-a~ioni, il passaggio di Budda, sulla tena; giga,n­tcggia .Ja, misteriosa, ruota della vita, tra feroci mischie di

d1·:1ghi, c-n vn lli, tig-1·i , nom ini,

V

Ma ecco :fina lmente, a.i te rmiue d 'una lunga veranda, chiusa da ampie vetrate oltre le qua-li si iutra.vedono, !onta• nissimi, i neva-i , una sala, cou funzioni di anticamera, del sommo Lama. Ai lati di una I)!assiccia pm·ta di legno due ar.mati, fermi cla sembra.1·e in11neri:ìi in un sonno ipnotico. J.'in terprete, a.ssai pa1·camcnl"e annuncia cl ic siamo vicini all'a.lto Spil'ito.

- TVa-it, a.ttendete, dice a voce b;-issa, suLito scompa 1·end o dietro la, port a, che non dù, uu lamento.

L'esplorntore rima.ne ~Hl a.ttendere assieme ai monaci , i quc11i sfuggono a-1 suo sgun,1:do . .Anche le guardie- t ibetane sop ­r.-ortano nmle i suoi occhi: guarda.no oltre le person~, lon­tano ... Egli osserva l 'a.mLientc, impassibile.

Budd a grandi e p"iccoli , sorridenti e anabbiati, dolci e crudeli si inseguono lungo tutte le pareti, fra innumerevoli stranissimi simboli e iscrizioni; altri sporgono da mensole o si nascondono nelle nicchie, disgustant i come feti , pa.nrosi

. eome mostri pr-eistoi·id. Alla, sommità della, porta,, sostenuta da due colonne di legno ]acca.te di rosso, un' iscrizione a carattere lapidario. Zet.to si rammenta che il capitano Flet­chcr, fra le tante a.meni tù,, gli aveva accenua,to anche a.Ua . .famos~1, formula mistica, dcli ' Amn rrwni vadme hwnJ d'estre ma im po1·tanza, nel mondo ln.ma.isti.co e lmclclista .. E' 1..-i fra se che premunisce contJ~o le r eincn,rna,zioni negli altri mondi e giwa,n ti:-;ce i I N n l \.1, del Ni rva-na-. Sar .'t poi quella?

225

B' iutenotto nelle sue meditazioni dal sopraggiuugere ,dell'interprete il qua,le, <la.Ua porta, gli fa uu lieve ccuno ùelhl, testa come pe1· i.µdic..1,rgli cli ,.wanz~we: 1·apidarnente egli si libera dello zaino (nou gli sembra, .conveniente presentar,3:i al Pa,pa-Re del Tibet con quel fardello sulla schiena), lo cle ­pone a terra, ne est1·ae il libro delle fi1·me, se lo pone sotto un bra-ccio indi si dir-ige verso il Lama,.

Il monaco gli si pone a.d uu .fianco (gli altri I.tanno per­duto l' impassibilità e osservauo come compiaciuti, mentre le guardie nou dàuuo segui di Yita), e gli dice Punica parola. tibetana che egli abbia im pm•a,ta a, memoria:

- Kamba, camminare.,.

La por·ta si è sul.iito 1·i11cl.tiusa, aHe- loro svaUe . Ol'a, essi si trova.rio in uno stretto .corridoio prel::isochè buio, in fondi) al quale ba.lena, tra fumo e fuoco, un sinistro idolo dalle innu­merevoli br-accia,. Zetto non sa freua.i·e la sua perplessità ;

- VVhat ·is that ?, che cos'è? L'interprete gli pone con dolcezza un dito sulle labbra,_

come a, impedi re altre parole. Riprendono a cammina re, avanzando in silenzio nel conidoio dal quale giungono in un'altra sala ove attendono, raccolti in lJOse icl'a.tiche ai

piedi dell' idolo, alcuni monaci avva1·te11enti ai di\·er::;i ordini. L'interprete rivolge loro alcune pa,role , in ii. ne si pongono tutti intorno allo straniero che accompagnano verso una. porta. guardata da due montanal'i del 'ribet. L'interprete entra per primo, immediatamente seg·uìto da-ll'lt:Jliano e

dai monaci. ~i\lcuni minuti dopo sono alla prescnW, del Da.la,i La,ma,.

Più d' ogni altra cosa turba in questo momento l'esplora, tore quel fortissimo odore di burro rancido che stordisce e pr9voca la nausea. Sale con dense fumate dal fondo, Llel salone, sollevando un impenetra.Lile ,·ela.rio . Nulla, aucora,1 si

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distingue nella, sah1,; ma si intuisce che laggiù , in mezzo a.l fumo , deve trova.rsi il Budda reincarnato. I monaci si sono inginocchiati , in duplice fi la, e pregano, con la testa. piegata, le mani incrociate .sul ·petto. Ritto nella persona, l'Italiano è

al centro della sala, indeciso e un poco imba r~zato. Il Dala.i Lama non si vede; dov'è il Da.la.i Lama?

Lentamente i fumi del ghi si dissipano, i contorni della sala si rivelano, qualche cosa alfi.ne appa,re. C'è, sulla pal'ete di fondo, un'a ltra nicchia, meglio un aJ.ta,re di foggia orien­t ale, sotto una ca-scata di stoffe cinesi e indiane, tra un gro­viglio di indefi~biU oggetti : un angolo da baz.ar. Ora si vede, si comprende.

E il Dalai Lama, emergendo un poco alla volta, dalla pestilenziale nebbia, immobile sopra alcuni cuscini rossi, fa pensa.re al trucco cinematografico della dissolven~a. Con l 'aiuto della fa,ntasia i tibetani debbono effettivamente consi­derare l 'apparizione come un fenomeno soprannaturale.

Zetto è sempre fe1·mo, al centro dei monaci che prega,uo come presi da febbre. Sereno e impassibile egli gua.rda in direzione dell'alta.re, ove sta, senza un battito di vita, il Da,lai Lama. Sembra un idolo ta.nt'è la sua, somiglia,nza con i Budda dipinti sulle pa,reti e ripetuti nel legno e nella pie­tra. Ma il dirada,rsi del fumo toglie alla visione l'atmosfera. d'il'realità. Mentre i Budda dipinti o scolpiti llauno un sor­riso indulgente, il Gran Lama s,pia attraverso le feritoie degli occhi mongolici con diffidenza. Null'altro sembra, vivere nella sala all'infuori di quei suoi occhi acuti, a.i qua.Ji si accompagna un sorriset to affat to indulgente ma sarcastico. Ei un uomo sui cinqua.nt'anni, con il volto fasciato da due

4 ba,ffoni neri. Tenebroso nell'a8f)etto e infagottato in un pesante mantello, sembra un Budda di legno.

Intanto che i monaci pregano nell'altissimo silenzio <lella s:1fa., il Dala.i Lama e lo stra.niero si scruta.no negli

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occhi , ten ta.uo l'un Falt1·0 ùi penetra,rsi , di llid na.1·si i pe11 -sie1·i. L ' Itaha no lll i\u t iene un'aria fredda senza che tn tt:wia, sembri frriYerente, e subisce impassibile l'investigazione lll quelle gialle pnpil le magnctic:he che lo rorrebbero snggestio­na,re . Ma, fi nisce col sentirsi in imùfH'flzzo : cosa deye fare? che cosa s 'a-spetta,?

Passano così alcuni minuti, alla, fine dei quali il Daini Lama ha un tremito e sembra, debba, cambi.ne ffnmore . Fo1·s<, che la presenza dello str·a,uier·o e quella. sua .. gelida impa-88i bilità lo indispettis:..:ouo? Egli allunga, una mano per mescei-~ con un uncino nel braciere che gli sta. da-vanti, da l quai..., risa,le l'asp1·a fra,g-ra.uza del ghi; 1)oi gi1·a, due o t1·e Yol te la cigolante ma.novella d'una, piccola, 1·uot.1 delle p1·cgh ier0 (migli,1ia di inrocaz ioni si sono così alzate al cielo), i uUrn.i afferra, una mazza con la, qua le batte fo1·ti81:5illlame11tc sopi-a. un gong .

L 1onda sonora vii.i i-a, a, lungo nell 'a.ria come l 'eco d i un lontano t empora,le .. .

I monaci si alzano, fauno un inchino e vanno a. porsi ai lati del trono-altare.

_-\. momenti si iui1.ie1·ù l'udienza,.

Il La.ma inteqwete s·arYicina, in pnuta d i piedi a l si;u Signore e gli mo1·mo1·a. a.ll 'o1·ecch io qlrnlche cosa,; immedi;t tit•

mente dopo tutti e due fissau o muti Fesplol'atore. Allo1·a egli si decide: con qualche fic 1·ezz~L nell a persona nvHuz:l fin sotto l'altare e, 1·isoluto, _tende la. ma.no a,l Da lai Lama.

Il B udda. yfren tc rima-n e sol'pr eso : cbe cosa signific~i. quella, mano ? L ' in terprete nuo,·amèute gli pa rl a, vicino, forse per spiegargli Fabitudine occiclenta.le. Allota egli tende un 1>oco della- sua ma,no, 1·it1·acndola quasi d i ·sta.tto.

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Poi, d'improvviso, con uua \·oce goffa clo.m~1nùa: - Ciera kane .yamba?

na.piùo il mo11aco tradncc :

Visioni dell 'altipiano tlbet.ano. - · In alto: Il Passo del Natu L'.l.. a QU.indlclml'la pled l, dal quale l'esp'loratoro entrò nel T ibet. • A sinistra: un Lama fornito del dlvers l oggetti contro II maleficio. La città cll Gya. 11 Lsèo, nn.lco luogo nel q11a~e puù risiedere un occldent.ale, nella porson:-i. (l! un n.genlù brilannlco. • Solto: IL ramoso t.ar,peto sacro cbe viene esi bito una sola volta a~l'n.nno. L..'\ I)al'le mancante del tappeto si {l fferma che ru sottratta èl:i!:!:11 lmrle~1 dnr.,nte ln :o;perl l1- lone deT colonnello Young•

h u slJO..JHl nll'Jnlzio d Jl s:;iolo,

- Di dorn vieni? Zetto ripete in sintesi quel che ebl,e già a dire, dei suoi

yfoggi e ùella, sua :.1s1)ira,zione di otteuel'e un autografo del Dalai Lama,. Subito dopo affida all' interprete il libro dei di a ri.

Il l ibro passa nel1e mani del Da.lai Lama., H quale si cliiua, pigr:.1,mente sulle pa,gine. I nc1·edulo e indiffe1·ente dapprima, poi, come volge le pagine e osserva qua e là le numeI"ose scritture cinesi e indiane, !:ii mostra soddisfatto. Qualche firma suscita in lui il sorriso . Zett o lo segue con a nsia.: si degnerà il Grau La.ma d'apporre la sua preziosa. firma nel libro?

Il monaco parla del desiderio del giramondo d'avere un autografo : il Dah1,i Lama accoglie la domanda con qualche grazia, su l volto oscuro. Lo stesso interprete, allora,, gli pone davanti uu'a,sticcio1a, e un pia,ttino ricolmo di una sostanza. color della ruggine : la penua, e l'inchiostro. Il Da lai La.ma. si accinge a scrivel'e : sopra una, pa.gina che pr-illla il monaco ha, inumidita, con una sostanza grassa, ra.pidissinrn..mente traccitL una frase i~ ling·ua tibeta.na, ment re Zetto lo osserva con l'anima. esultante. F inito di scrivere, imprime sul foglio il suo sigillo personale a doperando un anello che porta al dito. Il libro poco dopo ri torna nelle maui dell'esploratore.

O n1, il Gran. Lam a ha qualche cosa da chiedere : - Ciera kaba tu, ghUt domanda, nella sna lingua

incomp1·ensH,i le. Ma. l ' interprete è sollecito ;1 tradurre: - Dove and1•a,i?

- Ritol'no in Italia•.

I lunglJ i ba.ffi neri del Da.lai Lama .oscUlano : il sommo dio t il:etnno ride cli compiaei mènto .

- Ah!, soggiunge, mentre l'inteeprete ripete in inglese le sue pa.i·ole - in Italia, vive pure il Da.la-i Lama europeo.

Intende clire Sua Santità il Papa,. E' la, volta di fare qualche domanda a,l Budda vivente~

l'i nvito pa,rte da un ,e.ortese cenno del monaco. Zetto rimane

229

un istante a, pens..'l.,re, in.fine chiede di conoscere i motivi per i quali agli stranieri si vieta, l ' ingresso nel 'l'ibet, pa,rticolar­mente nella, città di La.lisa .. S ' accende una discussione tra il Da.lai Lama, e l'inteqn·ete; alla, fine quest' u ltimo risponde:

- Il sommo Afa.estro .mi incarica di colllnnic<Hvi cl.te questo è un luogo religioso di profonde meditazioni. Noi non desideriamo che aHre genti portino qui automobili e fono• gra,fi, e Yenga.no a, distnrbaJ:e le alte preghiere del nostro popolo.

Ma la, doma.uda non deYe essere r·iuscita molto ,gradita. Il Dala,i Lama, La assunto d'improvviso quella immobilità statuaria,. I suoi occhi sono tornati fissi e senza, luce. Scam­bia ancora quakhe p,wola con il monaco, rimescola il bra ciere, rigira il mulinello delle preg·hiere e fa rintrona,re cupamente il gong. I fumi del gh-i si levano impetuosi aureo lando il trono-alta-re di una nebbia rossastra.

Il Budda reinçarnato è torna,to idolo, fermo sui éUtcini cremisi, le mani in croce, lo sgua.rdo a.ssente. Il fumo lenta­mente avvolge la sua persona,, inghiottendola.: la \'isione dispare, si peede cornei ha, le ombre cl i un sogno.

I monaci, la, fronte al suolo, a.rdeutissimamentc pre­gano ..

Fuori del Potalà, per le quiete strade di Lhasa, hn, ripreso a nevicare.

Ma Zetto non sente il freddo , .chè poche volte è stato più felice. Ca.rumina con passo agile, il prezioso libro sot to un braccio, l'anima in festa .. Lo accompagna il monaco intet prete il qua-le forse lo vuole sorvegliare-. Int.J,nto lo porta a visitare i luoghi più ca.ratteristici della città proibita. In una bottega ove sosta.no a prendere un tè l'esploratore apre il libr·o e tenta, di decifra,re la dedica del Dala-i La.ma. Il monaco traduce -letteralmente :

- << A voi fel-icità molto grande per l'anno che comin-

cia col segno delVuccello >>.

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- Qua.le segno è questo? - Noi 1·ipartia.mo il tempo in dodici e dodlci a.imi,.

ùedicanùo ogni dozzina d'anni al nome e al segno di un ani ­male. Il periodo presente è quello dell'uccello•, per cui, dopo l'augurio di felicità, il Maestro ha aggiunto la data tibeta.nn..

(La traduzione dell'autografo come à)ogni parola

tibetana veniva più tardi confermata a Siliguri, in, India, dal direttore della missione anglo -tibetan.,,,

dti Darjeeling, il quale abita laggiù da oltre trenta. anni ed è Funfoa persona che poSsa vantare una

effettiva conoscenza della difficiMssima lingtt'J, tibetana).

Il La.ma inte1·prete, prima così parco di pa-role, s-i

compiace ora. ,di confidare a-ll'ospite numerose -delle curiosità tibetane,. o risponde volentieri anche alle domande che vor I"eLbcro .metter·lo in imLara.zzo. Accetta di pm·lare, fra.,

l'alt ro, della.. poliandria delle. donne tibetane, .ma solo per fare alcune precisazioni secondo lui molto importanti:

- Non è vero, a,fferma, che la donna tibetana sposi qtrn,n ti uomini vuole. La cosa è più semplice. Allorchè una tibehma, sposa in una famiglia il figlio più a-nziano, i fratelli hanno su di lei il medesimo diritto in quanto ella diviene hl, moglie di tutti. Al contrario, se sposa il più giova.ne è riser­vata solamente a lui ...

'l'ol'na.no a par-la.re -dell'autografo del Dalai La.ma in quanto l'esploratore desidera conoscere il signi:fica,to della formula racchiusa nel s-no anello sotto la parvenza di una cifra ..

- E' il g-rn.nde Aum. Si pro:puncia, Orn ed è la, rappre­sentazione vocale dell'Ente Supremo nel s110 ca.i·at tere di Crea,tore, di Preserva,tore, di Distrutto-re ~ell'Universo.

Zetto preferisce non inoltrarsi troppo nei misteri del lama.ismo; meglio chiedere al monaco qualche opinione sullo Occidente, sull'Europa .. Il La.ma, mostra cli possedere idee :1ssai vaghe su tutto il resto del mondo. Egli sa che al di là della catena, clelrlmùla-i.a, yjvono degli nomini i q1wli hanno

a l 101·0 se1·\'izio delh_• g'l',unli macchine; però è sicul'o che i

tibetani souo snpe1·iol'i ,1, t ntti gli :1ltl'i esseri. - .\..1101·,1 pen:hè impedite ~1gli Europei di su.li re quassù ? Il moµaco si limita, a, rispondere che così ruo te uu

.:1ccordo stipula,to tra- il 01·0-11 Lrn1a, e le auto1·itù, l>iitauuiche llopo che il Tibet l.Ia, acquista.te nua, sua, indipendenza. stac­candosi dalla Cina. D"a.ltra pa,r te gli s tessi inglesi , genti­lissimi, si sono offerti di non lascia,r passare gli E m·opei. ..

- Ho Yeduto un'ampia, stm.da militare in costruzione, attraverso la qua.le fra non molto s'a.rriverà in a.utomobilc fino a G.,· .. 1uhe1 nel cno1·e dell ' al t ipiauo t ibcta-11 0. A chi ser­yfrà quella strada.? Kou certo alle Yostre processioni..

Il La ma fi nge di non a ,·er inteso; dice, di scatto: - Vi farò conoscere una personalità lli Lhasa, : il cilpo

delle tru ppe tibetane; un uomo ni.olto iu tetessante.

)-..nira uo poco dopo in una, case1·metta,, ma, l'annun­cia-to incontro uon promette molta cordialità. Il ca po dell:1 polizia è un ouiaccione corpulento, dall'a-rfa, cattiva . rn .. rl.11

quasi alla perfezione la lingua inglese essendo sempre a con ­ta t to con le autori tà, bri tanniche.

Quauùo però apprende chi è Zetto, gli manifesta- una 1·u morosa simpa t ii.l. Lo n10le dappertutto con sè, prima ad annnirare i suoi uomini , poi acl a,ssis tere com'egli a,in ministra la giust izia, distribuendo colpi di scudiscio oppure mutiland1J

una mano o un piede a.i ladri di capre. Ma, (jna lclle cosa lli più interessan te, d i _più originale

egli ha da fai· veder·e all ' ospite; qualche cosa per cui va, famoso in tutta Lhasa e nell'intero a ltivi i:u10 tibetano.

Egli possiede un'a utomobile. Un'automobile molto stra,ua poicb.è, mentre il motore gira con fra.casso indemo ­niato mandando scintille e fumo , non si muove di un cen ­timetro. Da .mesi e m~i, tutti i giorni , egli sa le a l vola.nte e si strugge in dispera-ti tentativi di scuoterla , di farht camwi­na re. Ma. la macch ina è inchiodata al suolo. Allorchè i tibe•

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taui non ~auno- come lll,cglio trascone1·e il tempo, si porta.ur) nel cortile della, caserma, a vedere il capo della polizia, alle prese cou quel mostro che urla, strepita, s'annuvola-, e non si muove. Assistonç. pe1~ delle ore al temporale scatenato dal motore che gira a vuoto come un ossesso; e fanno delle matte 1·isa,te perchè quello è l'unico divertimento di Lha-sa.

E quale disg1·azia, è a,ocaduta all'automobile del capo delle gn,u-die tibetane? Apparentellleute nulla. La .macchina è stat~ portata dall'India pezzo per pezzo co:µ una carovana di muli, seuonchè qm1.rnclo è stattù ricomposta, girava ... ma non anela.va. E dire che si tratta di un dono fattogli persQ­nalmente da un agente britannico. Anche per questo egli non si re:p.de conto dell'infortunio e non può fa-re a meno ili pen­sa.re a 'qua-1,che spirito maligno. 'ra,luni a,:ffermano che durante il traspoi-to dei pezzi qualche cosa dovette perdersi per la stra,da-. Alti-i pcnsa,no si tr'aHi cli un tiro birbone : umorismo inglese.

Tu ttavia, allordiè scende dal volante, estenua,to da,g-li sfond, egli Ita un'a-i·ia soddisfatta, che è un piacere vederlo.

Il coma,uda.nte a.ccornpagnu, l'ospite ad esaminare da, Yicino l'nutomobile paralitica, glie la, fa provare. Ad un certo ìnomento s'accorge che Zetto ha una gra.ude abilità nel m,uwvrare i diversi congegni.

- Ma, come, voi conoscete la macchina? Allora sa.pete fa.rla cammina.re, guidarla,!?, urla, sbalordito , rosso in volto sulla, scorza gialla.

L'Itaha.no riflette prima, di rispondere; poi dichiara ea-tegorico :

- Nemmeno pee sogno! Non ho mai veduto u1:1'a-uto­mobile, quindi non saprei farla camminare nè guidarla!

Si è guardato bene dal dire il vero. E se quel tipaccio lo faceva prig·ioniero, lassù, a quasi quattromila metri, per nomina.-rlo suo autista, personale? ...

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DRAMMATICA FUGA DA ON MONASTERO LAMAISTA

Non attese altl'o pe1· abba.ndona,re il Tibet. L'a utografo e il sigillo del Da-lai Lama, lo ripagava.Ili)

dei disagi sopporta,ti pei> rag-giungere il misteeioso alti• pia.no; 01·mai pot~va, p1·endere sen½'a.ltro la, via del ritorno.

Si diresse verso il Buthan, piccolo stato éhe confina :\· sud del 'l'ibet. Attraversò il Bra,lunaputra con una barca di pelle fo1·nitagli da un pes_catore tibetano, a Chetaug, n,

undicimila piedi d 'altitudine, e, appena superato il fiume, vide ·numerosi sentieri che si petdevano all'orizzonte. Uno di essi a,ppa.riva, battuto da pastori nomadi e da qualche ca.rova.na,. Di certo era- quella la strada buona,.

Ma, prima, d1entra1·e in territorio bhutanese, dovette salire fino a.l pa-sso di Lha-Krmg, a, circa. diciassettemila.. piedi . Era ricoperto d.i neve, sulla, quale camminò per lunghe, ore, senza. incontrare nessuno. Entrava così nel Bhutan iuosserva-to, come già nel 'ribet.

La sua mèta. era, Punaka, c~pitale. La raggiunse dopo sedici giorni di marcia darlla sua partenza da Lhasa, supe ­mndo in media- venti miglia a-1 giorno. Dovette attra,versare

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quatt1·0 grossi fiumi nemmeuo 1·egil::itr,lti da lle cade geogt a• ti.che, lungo le seguenti ta,ppe : Liug-Si- Zoug 1 Leng.Lung( Be.yìl,ka-Zong, 'l'ougso, in fl ue P una,ka .

Nelle brerissime soste ebbe modo d 'osserrare il carat­t ere del uuoYo pae::;e. Yide nei ,· illaggi i bln ~trrnes i porta.re, al collo, come i 101·0 Yidni t i1Jet.u1i, g1·andi ruat1ici d'a r ­gento e t utchesi nei qua.li souo rncchiusi pezzetti di carta, sui qua-li i Lama, ha.uno sc1·itto le vreghieu~. Sono gli amu­leti contro il ma,leficio. Le donne portano non meno di quat­tro di quei talismani, uno sul petto, uuo !SU ila schiena e uno sopra ogni spa-lla,, si da r·i tenersi preser va.te iu ogut direzione dall'attacco degli spfriti mal igni . I sold;.1,ti , armati con fucili antichi, coltelli, fo1·coni e lauce a-rrugginiti , si proteggono dc.il malocchio guarnendo le cai·tnccere co11 glt

ogget t i dello scougim·o. Forse in 1·agione di tanta. pmu·a, il canrnriuatm·e Yenue

per due ,·olte perquisito, p1·iJJJ.a del suo ingresso a- Puna kn, ùagli nomini delle carovane. Non possedendo nè ,umi nl' Yalori, Yenne lasciato continuare il d..ig·gio .

Notò ancora, come i bntl.ianesi si r icoprono di pe~auti indumenti tessuti con la lana delle capre yak. I lor·o capelli neri e lunghi sono sa.turi cli grasso e cli spordzi.a., così e-Ollle

l ' intera epidermide si nasconde dietro una cr osta di spor­cizia e grasso. I bhuta,nesi si difendono a quel modo dai grandi 1-igori dovuti all'alt i tudine del paese. Ma lgrado cio, l'esplorat ore credette di vedere gente :-:;ana e felice .

Appena nella ca,pita,le., Zetto s i r-ecò a-ll a. r~siùeoza. dei Ma,hàraja. Gli Yenne però im pedito in ma,lo modo l'accesso, tanto che egli non seppe se l'autorevole signore era di cat­t ivo umore, oppure era assente da casa.

Non ,·o1le dare eccessiva, impo1·ta-nza a quel rifi uto, limi tandosi a mandare all1 inùirizzo clel Ma bàraja, qua lche epi teto nel suo diale t to istriano. Ma aveva appena fatto solo

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Viaggio nella Bi rmania . - Testimonianze: slglllo del Tao Tal, li g ra n Signore deg11 1 Stati Shan del Nord ; U ca.Po della polizia dl IlanS"oon: ded lcl1e di person nl!tà Jilr• 111:ino e shan , sc ritte In birm ano, shan, Jrn.renny o inglese: il • sawbwa . , sovrano del 'l'awngpeng; mons. Sagrada, vescovo di Toungoo. - Visioni dei luoghi ; iO

fondo : grnpPo d! mlsslonarl lt.allanL

I

qua.Iche pa,sso dall'editicio che si vide inseguito e subito raggiunto da tre g·ua.nlie. Che cosa succedeva.?

'l'entò cli fa1·si compi:~ndere, soprattutto di compren­dere. I tre non era.no pelò in ve~ia di discussioni : due di essi lo a,ffenarono a lle br·accia, mentre il terzo gli buttava, sulla testa una coperta-. Fu vana la sua. rea.zione : le guardie mina_cciava-no di sofl.'oca,rlo. Dovette a,bba.:p.dona.re subito il

tentativo di resistenza; aUora, di tutto esperto, applicò l:1 tattica, dello svenimento: si la-sciò cadere a,l suolo .. .

Di peso fu t r asporta to per qualche centinaio di meti·i, quindi per una lunga sca-liuata, infine deposto in un carne

rone le cui finestre era,no sbarrate·.

Solo alcune 01·e dopo, nel pomeriggio, qualcuno si fece vivo. Entrò nel camerone un vecchio, reca-nclo un t appeto, un g trn111.: i.1 k , nua, tnz;,,a, d i l.ttte e uu po' di frutta . li pi-igio-11icro t 1·ovò t: lte quelle atten zioni erano gentili e lasciavano 1'perar bene. Rassegnato, n.ttese gli eventi .

11 giol'no dopo vide en trate un uomo iudossa.nte una uuifoi·me dni colol'i vivaci. Era uu· ufficiale ? Si pose davanti al prigionic1·0 riYolg-endogli un iucomprensibile discorso. Vnno e l 'altro t ent..u-ono cou sforzi eroici cli intendersi, nlmenò a,pprossimat iva rnente . Non fu possibile. Seccato, il visitatore fini con J'andn-rsene.

Allora. Zetto pensò che la sua situflzione, pee lo meno, non era, molto thia 1:a .

Non si perdette d 'animo, sul>ito proponendosi un piano cli fnga,. Esaminò attenta.mente il luog-o ove si tro ­,·ava. Sop1·n,ttutto gua.rdò la finestra. Non gli fu difficile :.d:ferra1·si alle sba.rre indi sollevarsi fin o a- poter spingere 11) sguardo all 'èsterno. Osservò a pochi metri cln.Jla, fines,t.r::i, un muro di cinta-. Alla terza volta che s'a.fferrò alle sb:1rrè.

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L;Onsta..tò che una, di esse si smuoveva . Allora allungò nna­mano fluo all'esterno del da,va,nza.le, dove aveva prima notato una, pietra. Riuscì ad a-fferrarla, sgretolandola. dal muro. Gli pa-rve di ~wer trovato quello che gli abbisognava-.

A qualche ora, dal tra.monto (nessuno non s i era più fatto vedere) cominciò a lavorm·e, confidando cli riuscire a rimuovere la sbarra, dal buco nel qua-le era, conf.iccata. Lo edificio era vecchio e le pietre non aveva.no più molta, 1·es i­steuza : la, sba-rra, usci daJ muro, si la sciò lentamente pie­gare. Egli aveva-, così, una via, di scampo.

Ascoltò la nott e. Il silenzio eta, perfetto . .A.1101·,1, rac­colse il suo piccolo ba.ga.glio e se lo caricò sulle spa.\le. Poi. d "uu ba lzo, fu sul dava.nza. le della fin estra-. Dovette com­piere un doloroso sforzo per passa-re oltre l ' iuferri.-1b.l-. Len tamente, con est.rema- 1wudenza, cominciò a cala rsi dalla. fi nestra, al ta, qua.lche metro da-1 suolo. Si trovò dopo un poco in un lungo cortile interamente chiuso da un ruuro. Ad una cinquautina,· di metri Yi<le un 'ombra•: era, una, sen ­tinella .. Camminava tranquilla, \·erso il fondo <lcl co1-tilc, volgendogli le spalle.

In pun ta e.li piedi il fuggit ivo s'a,vvicinò a,1 muro di cinta, met t endosi nell' a.ngolo d'omb1·a. Una paHida, lnce lunare ingiaUiva. la facciata, dell'edificio. Rimase alcuni minu ti fet·mo, col respiro sospeso, in a t tesa, che la- sentinella, ·rifacesse la sua ronda-. Osser--vò l'edificio : era un ,·cechi'> mona-stero lama,ista. Il soldato di gua,r<lia, i:p.ta nto, si era fermat o.

Allora si consi<lerò perduto. P ensò che fata-lmeute sarebbe stat o scopert o da-lla sentine1la,. Si rannicchiò a I b-uolo, pressa.ndosi al muro. Il soldato invece non tornò sui suoi passi. Ad un cer to momento lo vide togliersi di spalla il fucile per andarlo a poggiare contro la parete della casa. Seguì i suoi movimenti con gra.nde emozione. P oco dopo il soldato si stirava le braccia, come per. sgranchirsi , e avan­zava in direzione d 'una sbarra sa-lda:ta. a due alberi , sulln. quale si afferra-va, preso dal desiderio di fare delle fi essionì...

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Zetto alzò la testa e misurò il muro, alto forse tre metri. Era quella la sua unica possibilità di fuga. Consa­pevole del pericolo cui anelava incontro sia rimanendo nel monastero com'a.nche facendosi scoprire, Ta,ccolse le energie nello sforzo di superare il muro. S'a,ggrappò con le ma.ni e i piedi ad alcune sporgenze del muro, fino a raggiungere la. sommità, quindi a scavalcarlo. Non ehbe tempo di ca1colare l'altezza che lo separava dal suolo; si lasciò anda,re nel vuoto, al di là del rnm·o, già pregustando la gioia della 1·iacquistata libertà. ...

Ruzzolò per cinquanta o sessanta metri lungo una 1·ipida scarpata. Quando potè arrestarsi, aveva le membra dolora,nti, le mani e il viso che sanguinavano, i vestiti a beandelli. Ma non pensò di fermarsi; risollevatosi, balzò a. correl'e senza concedet·si un ista nte di riposo.

La sua corsa, continuò per l'intera, notte. Al soprag­giungere dell'alba si fermò sulle sponde di un :fiume. Era esaur ito di forze. Vide aJcuni cespugli, dietro af quali cercò un nascondig·lio. Ritenne opportuno aspettare la notte per continuare la fuga.

Sull'imbrunire, nei p1·essi d'una ca.panna sco·rse una piroga. Cauhtmente s'avvicinò aU'irulnu-cazione, la slegò dal palo e vi saltò dentro, subito spingendosi al la,rg_o. Rag­giunse con poche remate la sponda, opposta. Quando fu a terra, n lillandonò la phoga, alla corrente. Pensava che in quel modo disperùeva le tra{'ce del suo pa.ssa.ggio.

Seguì nella notte un sentiero appena, visibile. All'alba si trovò sulla sponda di un fiume molto largo. Un grosso pontone era acliLito a,l traghetto delle ca,rovane. Ma il rema, tore si rifiutò di trasportare lo stra,niero sulPa,ltra sponda, facendo comprendere che avrebbe chiesto aiuto per lui al di lù, del fiume. Il traghettatore invece aveva avuto qualche sospetto e, inca.pace di catturare da solo il «bianco)), andava a chiama,1' gente.

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Zetto finse di met te rsi in attesa. del suo 1·itorno, mcu tre, µon a,ppeua, il pontone si fn a llon tn,na to, s i po1-tò <.liet1·0 ai cespugli, al 1·ipm·o dei qua li riprese Ja, s ua. corsa, disperat,1.

Dopo a.lcune miglin, di st1·a,ùn•, poiehè il fiume eouti­nuava sempre ed egli anehiva, 1•a,ggiungere l'opposta sponda, dovette preuclere una, decisione temera,ria: att1•aversare il fiume a n uoto. Solo così poteva, sfuggire ai suoi inseguitori, messi certo da-1 tl'nghettatore sulla, buona pista.

Fece di qtu-tn to pot-ta-n.1, con l:i~ un unico ù,1g:1glio e se lo buttò sulla. schiena, lega.nùolo ,ll collo con una, conla, in modo d 1a.vere le braccia. libei-e. Poi en trò nell 'acqua.

Il fi ume, profoudo alcuui metl'i, era, agitato da. impe ­

tuose correnti. Drammatica fu pt:r- il uuota.to1·e la sua, tra,• versata-, anche per quel IJa,gaglio che, scivola ndogli sotto i l collo, sovente lo metteva, iu pericolo cli affoga-re. B-,igginnse la. sponda semisvenuto per lo sfol'zo . Si tolse subito <.li dosso gli abiti, gli strizzò per li!Jeta,rli daH'acqua e si l'i\'estì.

Voleva riposarsi a l suolo, ma. il freddo era così in tenso da fargli gelare gli abiti indosso. Per vincere quella, nuon1, sofferenza si mise a conere, assoggetta ndosi cosi ad nu a, altra sfibrante fatica,. Desolatissima, era. la, terra-, seuz,~ ombra di vita umana. Una t ragica, primavera respirava, nei campi con le timide gemme di qualche alberello .. .

Solo alcune ore più "t.:'lrdi, l'evaso riusci a scoprire una capanna sperùuta ne,Ua campagna senza fi ne . Gli pa-rre di aver finalme:p,te trovata la salvezza. Andò in cerca cli uu po' di paglia , di q~alcbe cosa per ricoprirsi e riscaldarsi.. Intanto che s'a-g,gil'a.va intorno . alla capanna, una. muta di cani, sbucata chissà da dove, gli fu addosso minacciosa. Allora non pensò che di rifugiarsi n ella prima !)orta, che trovò aperta-.

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Un istante dopo, appena. voltata la testa, vedeva ili fronte a lni tre uomini, uno dei quali era a.rma.to di un fucile, gli altri di forconi. L'a,rrivo precipitoso uelia capa-una di quell'uomo sporco, intirizzito dal freddo) febbri citante, doveva aver impressionato poco favorevolmente quella gente.

Ma chi erano? Dapprima i tre rivolsero allo ~cono­sciuto le incomprensibili parole deUa loro lingua; poi senza. deg·na.l'lo d'ulteriori attenzioni, uno alla volta, se ne and;1. 1·000.

Zetto non ebbe altre perplessità. 0.:-:servò il luogo dove era capitato, e fu assai felice allorchè scoprì in un angolo mezzo seechio di latte agro. Il suo appetito era così avan­zato che egli_ vuotò il secchio senza staecarlo daJla bocca. Solo dopo si accorse che il la tte a,veva un sapore sgradevole.

Rianimato, esaminò meglio il suo 11.fugio. Da.Be fessure della porta potè vedere in un loca.te attiguo due dei tre di prima, seduti accanto ad un tavolo e intenti a discutere a. bassa voce. Dov'era l'altro, e loro due che cosa aspettavano?

In circostanze consimili Zetto s'era abituato ane deci­sioni immediate. Intuì ch'era prudentt andarsene, subito. Con estrema attenzione aperse la porta e usci all'aperto. Temendo di richiamare i cani camminò in punta. di piedi per un centinaio di metri, dandosi poi ad una precipitos,1 corsa.

Una volta ancora t il'ò un sospiro di sollievo. Sul quadrm1te della sua piccola lrnssola cercò il se,g:u ,)

dell 'occidente: era di là, che doveva dirigersi per raggi un.

gere la frontiera inclo-ùhutanese. Ma le sorprese di quella, dra,mma.tica fuga attra,.verso il Bhutan non erano ancora, finite.

Lungo un sentiero che scernleva nelle va.Ui, egli vide ad un certo momento a.lcuni soldati. Gli parve allora di

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conrprendere il contegno dei tre contadini iucout mii nei l,t capanna : evidentemente essi a ,~evauo finto di accordargli ospita.lità, mentre in\'eCe gli a.veva-nu mes:su a lle ca-k,.1gua i solda,t i .

Questa volta il selvaggio Bhutan minaccia.va di riu ­scirgli fata le. Quando s·accorse d 'essere scoper to, si lanciò in mez.z.o .:1i cespugli, ol t r e il seutie1·0. I soldati fecero fuoco, ma i loro fucili averauo scai·sa, precisione e una mode::;ta, portata.

Si sa.lvò ancora una \'olta con la fuga, con le sue ecce­ziona.li possibili tù, di resistenza. Nella. notte s' inoltrò in nna

foresta, nella qtrn.le po tè riposa.re alcune 01·e. Al mattiuu, quando rolle r·iprendere la strada, a,vvertì un profondo ma­lessere. Si l'icoedò del latte a,gro Uevuto il gio1·110 a.vanti. La grostrazioue nella quale si trovava per lo sforzo fi sico subito . r endeva più acuta, la sofferenza . '!'rase.orse l'intera, giornata disteso nel folto del bosco.

A notte fatta rfacqu istò le forze e ri prese a ca mmi n.are in direzione della fl-on tìcnt. Dopo qualche ora notò in louta.na.nza. uu nlto fuoco ac:ceso in mez½o a.l le cai npaguc. Si accostò, cautissimo, a quel fuoco.

Vide un piccolo bin1u o di soldati, una veutiDll in tutto, fermi fo1·se in attesa del passa,ggio dell'evaso. Egli li osservò, na-scosto dietro gli a lberi. 'fa.luni di essi sta.vauo sorbendo il tè, attorno al fuoco , mentre altr·i suonn..va.no melodiosi stru • menti somiglianti a flauti e mandolini. Quella musica nf• ferrava. con la sua melanconia il camminatore, inducendolo , per la prima volta dopo alcune giornate d'a lta drammati ­cità, a-i pensieri ti-isti , a-i ricordi nostalgici ..

Venne un momento in cui i soldati si sdrafarnno a,

tena per prendere sonno. Al posto delle sentinelle, vigilava un ca.ne. Zetto aspet tò ancora un poco, e, qua ndo fu cer tv che i soldati dormivano, pas::;ò oltre il bh-acco, verso In frontiera ormai non più tanto lonta.na.

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Ma vennero giorni migliori. Raggiunti i villaggi di Tasichong-song e Paro, nel

,quali peraltro evitò d'entrare, il camminatore volle t:OrnH •

,den1,rsi fuori pericolo. Perdurava invece la tortu.ra di una fame sempre più acuta, appena mitigata · dalla presenza -0.ell'acqua che scorreva abbondante nei ruscelli. Con la esperienza dei giorni passa.ti egli evitava tutto e tutti, ansioso di raggiungere la frontiera.

Solo alla fine del terzo giorno potè trova.re cib•) quando, entrato da,l Bhutan nell'estrema punta sud del 'l'i liet, arrivò nella casa d'un uomo incontrato ancora nel viaggio di andata verso Lhas,1.., nella valle del Chumbi. L'n.mico fu generoso di ogni ospitalità. Si radunarono nella, sua casa numerose persone che festeggiarono l'e:::iploratore con grande cordialità per le sue straordinal'ie avventure di t:~1mminatore.

Ancora un sforzo, dopo alcuni giorni di sosta, neces­sario per superare la baniern dei monti e scendere in India .. Zetto si accinse aJla nuova, fatica di gran lena. Raggiunse il passo cli Jelap-Là, a oltre qm1,ttorclici mila piedi , meno facile a.cl essere valicato dello stesso N,itu-Là, e si diresse su Rongpo, sulla· frontiera indiana. 1.'ra poco sarebbe tor­n,1..to in mezzo àlla civiltà.

Prima d'inizi~we la. discesa verso le valli del G::mge, volle riesa,minare le sue carte, i suoi libri, sciupati in pa,rte daUa. traversata a nuoto del fiume bhutanese. Cercò sopra tutto l'autografo del sommo dio tibetano, il suo ricordo più prezioso, la testimoniarnm solenne del suo periglioso viaggio.

Quando lo riebbe nelle ma.ni, lo ·ammirò lungamente, traducendone i misteriosi segni : << A voi felicità molta .grande per Vanno ohe comincia col segno àell"uocello >l.

Si sentì vera,mente felice.

243

ì

FACHIRI, TIGRI, MAHÀRAJA ...

E adesso si rimetterà, in ca.mmi.no per la ... Norvegia,. La distaµza da superare dà una cifra a.stronomica,

111a non se ne impressiona. A Patna, capitale del Behm· e d'Orissa, ha potuto comperare con poche rupie una bici • d etta,, per cui si sente ricco da non invidia,r nessuno. Nem­llJeno il governatore della città che, gentilissimo, lo ha. juvitn-to a cena, quindi lo ha voluto accompagnare a casa, -cpu la, sua a,utomobile

Ma l'ospite non possedeva una casa, nè un qualunque alloggio, per cui quella cortesia, lo ha messo in un piccolo iml.1<.1.razzo. Egli ha dovuto forzare la cortesia del governa..­tore per farsi lasciare ad un certo momento in mezzo a.Ila. strada, dopo un inconcludente giro alla citt.à, avvertendolo -di una sua supposta inguaribile abitudine per la quale tutte 1e notti andava a fa.re quattro passi , da solo, prima di ..an<la-re n, letto.

Im1ece, non appena l'a uto del governat9re fu lontana., ·-egli andò a, dormire in un campo, in mezzo ai cactus) sicuro almeno di non essere molestato dalle tig1i .. .

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Attendeva il camminatore, a qua.lche chilometro più r11

occidente, uua. città che egli non doveva dimenticare più: Benàres la sau ta.

Beniì,res è la città, nella quaJe gli indiani vanno ~d aspettare la morte aJJ.orchè si sentono vecchi, consapevoli dell'alto privilegio che ad essa è riserbato, quello di tra­sferire le anime direttamep.te a l Nirvana, per la grande· strada liquida del Gange. Coloro che non hanno la gioia di raggiungerla in vita, vengono cremati subito dopo la morte e le loro ceneri , raccolte in piccole urne, vengono dai parenti disperse sul fiume sacro.

Il rito della purificazione dei morti, con i suoi misteri e i suoi onori, suscitò nell'anjmo dell 'esplorn.tore, reduce· appena dal tenebroso 'l'ibet, a,lte emozioni. Gli parve di essere passato da un mondo a.U'a1tro.

Vide imrner·gere n"el Gange le salme degli indù, avvolte rielle bende bia-nche, e tira-r·le poco dopo alla sponda ùel· fiume per essere asciugate. Dal bagno purificato re esse pa.s• sa,va-no cosi alle fiamme liberatrici.

S'avvicinò a quelle funzioni tragiche e insieme lugubrL Osservò come le salme venhano deposte sopra delle catnste di legno, e date quindi a,l fuoco dai più vicini congiunti cleJ defunto . Costoro si a,ndavano poi a disporre all' ingiro, in paziente attesa del compimento della Ubcra.z-ione , che nvve niva con lo scoppio della 8Catola cranica del morto. Solo allora il suo spirito usciva, tornava all1 infi.nito ... Se, per la sca-rsezza del fuoco, il cra,n io tardava a, scoppiare, uno dei parenti s'appressava alla fiammeggiante spoglia e la batteva e.on una ca-nua di bambù .. .

Sinistro, indimenticabile spettacolo! Dopo che il fuoco aveva bene o ma-le carbonizzato il corpo, subentrava-_uo­alcune per$:ODe a1·mate di alti bastoni , con i qua.li i resti di c1uella approssimativa crema.zione venl.Ya.no spazzati nel Ga,nge. A breve distanza dai macaLri falò , ancora nei suoi nem bi pestilenziali , centinaia di uomini , donne e bambini. nndi, intenti a lavarsi, a riscia.c(fuarsi la bocca . ..

24G

E, più avanti, sui g1·adin i che scendono nel Gange, i Fachi ri , immobili e muti d a, St!llll.11·are JJ ietrifica ti. Uno Ji essi 1 un pi-ete indù, giaceva da qu:uaut'a.nni in prossimitiL del fi ume, sempre in attesa. della morte liberatrice ..

Dopo queste visioni di mor te, di immobilità , di silen­zio, mm visita al tempio della Dea, Ka,li, nel quale le vel'gini indiane si tl'a.mandano nei millenni l'inno della vita eterna . ..

Da una parte .la contemplazione del Nulla, in pien n. astrazione dalla vita quotidiana, da un 'a.ltra le st rade t,a.g nn,te di sangue per il ribollire delle passioni contin , genti: questa l' India dai mille volt i.

A Benàres, Finca.ntesimo de lle leggende, il misticismo, il pa.ssato; nella terl'a di Allahàbad , dove il camminatore anivn, qua.lclle giorno dopo, l'ir'requieto mondo mnsulma.no, sullo sfond o dei solenui 1·icordi della. domiua,zione dei Mog0l. Le t appe del via-ggio: A1la.l1ilbacl

1 Lucknow, Uno.

In quest'ultima citt à. egli ·si ferma; ha scoperto un nuovo motivo d' interesse a l suo peregrinare nell 'apprendere ehe a Cawnpore, sede dei grandi cotonifici inglesi , è scop­piat a una, riv-olta, Sono alle prese , questa volta, musulmani e indù. Rimonta in bicicletta, corre a Ua,wnpore, lontana, undici miglia.

Indovina subito i segni del disordine. Le strade sono percorse da gruppi di studenti indù, i quali urlano da:vanti ;1 i negozi musulmani , imponendo l 'hartal, lo sciopero. Il moviID:ento è is-pirato da, Gandhi ma; non essendo il Mahatma molto gradito a i musulmani , viene da questi ultimi ostaco• lato. Si determina così un drammatico conflitto, al quale pa.r tecipano migliaia, di persone. Il sangue non ta.rda a scorrere per le strade.

Dopo che ha veduto maneggia re, da una pa.rte e dal ­FaltrA,, coltellacci e f01•coni, Zetto pl'efel'isce fa.re cla spet. ta,tore. Pertanto va a. porsi fuori l.>ersaglio, nel sicuro quar-

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tiere degli inglesi. Costoro beninteso si wa,utengonu e~tl'a:iei alla lotto•. e assistono im.passiUili a,llo sgow;arnento tra iudù e musulma.ni. Finalmente quando le vittime si accumulano nelle piazze, essi si a,pprestano ad intervenir-e, ma. cou gl'au flemma e non prima che i ca.pi delle due comunità li abbia,n0 ma,nclati a chiama.re.

In questo modo soltanto potranno nlggiungere un pi-eciso obbiettivo: chue un buon colpo ai primi ed a;i ~econdi, e dimostrare a tutti e due come la loro presenza sb1 necess,nia in India .. .

V

Quadretto di una caecia a.Ila- tigre. Della presenza dell'anima.le l'esploratore si accorse

una, sera mentre pedalava verso Sa tna , nell 'India ceutrale, lungo una. pista semideserta, anostita dal sole. Era quasi il tramonto, e quei due occhi \'Ì Sti b1·illare d'improvviso a trenta o quaranta metri dalla forceJla lo misero in a llarme. Le esperienze del Benga.Ia e della Bil'ma uia gli insegnavano che la miglior cosa in simili casi era di contenere l'emo· zione ... e andare avanti, o aspettare che passasse printa la, tigre . ..

Difatti cosi fece. La belva (ironia della parola!) a.ttrR· versò pigra la stra.da, sbadigliò guarda.udo curiosa la urne­china che a vanzava, quindi scomparve nella forestn ..

All' indomani 1 mentre l 'esploratoi-e pranza.va in casf1 dell'agente politico brita,r.tnico colonnello Ba.Iey, a r rivava trafelato un india.no 1 per avvertire che nelle vicina,nze era stata notata la presenza di una tigre, la qna,le si era sfa· mata,, in attesa di meglio, d'una vacca trovata in un c:impo. Il colonnello Baley non diede grande importanza alfo noti zia; ma, poiché ave\'a un ospite, rispose bonaria mente:

- Andremo ad a.mmazzarla. Con gra,nde rapidità ,gli indigeni costruirono due ·

piattaforme di rami !òHlll ' al to degli alberi , nelle vicinanze del

luogo ove era stata trovata sbranata la vacca,. Si sa per esperienza che i carnivori sono usi a torna.re dove una volta hanno trovato di che muovere le mascelle : in questo caso la tigre sarebbe tornata per completare il banchetto iniziato la sera a.van ti.

Il colonnello Baley fornì il capitano Zetto d'un fucile e, al momento opportuno, salirono tutt'e due sulle piatta­forme, uno ùa una pa.rte, uno dall'altra. Gli indigeni si l'inclriusero in una capanna ben prntetta, in attesa che la belva cadesse sotto i colpi delle c,1,rabine.

L'appostamento si iniziò alle undici di sera. La notte era debolmente illuminata dal riflesso lunare. L'attesa mise a prova i nerv'i dei cacciatori, in quanto dovettero per quat­tro Ol"e timanCre immolJili e silenziosi, con l'arma rivolta, Yersu il luogo ove giaceva l'animale sgozzato, e l'a.ttenzione t'erma a, percepire ogni fruscio.

S'udirono finalmente, nella foresta, alcuni scricchiolii e a1Jpa,1-ve i;oco dopo, nel qnadr,tto di tei-reno aperto tra le due piatta.forme, una magnifica tigre. Camminava lenta, smuovendo piano rami e cespugli, guardinga e sospettosa come presaga, dell'agguato. Si buttò sull'anima.le, annu­sandolo, intanto che i suoi occhi mandavano lampi. ..

S'intese una scatto meccanico: era la ca,ra.bina del

colonnello Baley che mancava il colpo. Ma subito dopo rin­tronava una fragorosa detonazione: Zetto aveva fatto fuoco. Mort.:1lmente ferita all'altezza del collo, la tigre faceva nn balzo d'alcun.i metri quindi ricadeva per non rialz.arsi più.

- All right! Il colonnello Ba1ey discendeva dalla piattaforma,

seguito daJ.l'lta1iano. Sopraggiungevano immediàt,a,mente gli indi.geni, felici di potersi dividere la preziosa, pelle gua­dagrn.tta con un po' di paura .. .

Allorchè egli a,rriva ad Agra, dopo aver superato Oharta,rpur, Datia e Gwalior, nel centro India, e si accinge

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.:1. visita-re quello che poi giuclichel'à il più bel monumento al mondo, il 'l'aj Jfaha.1 1 mol to si stupisce nell'a pprendere che l'opera, giga-ntesca è stata creata, per tra.maJJda,re la memo­ria, di mu1, bellissima donna, e cli un g1·ancle a-rn o1·e.

Una bell-1'.ssùn(l. clonna e 1m grcin1Lo a·mo·re I ripete men. t,1.lmente, meutl'e s ' inoltra luugo gli incompa,ra-bilì viaii,

sfiorando le innurne1·eyoli Yasche cli mar·mo entl'o le quali l 'acqua. zampilla melodiosa.

- Tutto questo per uun. donna-, per un amore? Ode risponcle1·e da un musulmano:

- Per una donna,, per un amore. Il 'l\1,j Maha,l è la tomba fatta cos truit·e da,l gran Mogol per la sua fa,vorita,, 1-Jer colei che mol1. t1·a, le sue bra-ccia piangendo d'amore. Ma non don-este sorpreucleni. ta.nto. L,1, leggenda, vuole che quest:o pera immorta le sia stata, creata da, uno dei vostl'i, da

uri Ita liano. Non conoscete la leggenda del 'l'aj Mahal'?

Allora vi dirò che Famore del grnn illogol per la, piccola. fa,,·orit,1, raggiunse un 'a-ltezza. cli fo llia . Difatti quauclo lo incomparabile monumeuto venne ultim:1to, egli ordinò che il suo artefice, Fingegnei-e italiano (e si r acconta, che pure lui a.ma-sse la farori ta !) , Yenisse accecato oncle nou potesse 1·ipetere nel mondo così mirabile 01Jera d' arte e d'amore ...

[-na bellissima, donna, e nn qrcwcle amore: ll figli o clel1e strade !',iOnicle iDCl'edulo a ques te pa-role pc1· lui povere di significato; eppu1·c tra qua.lche giorno la, sua vita sanì, invasa da un1abbaglia-nte luce ..

E' entrato in Patia,la, capit1:1le clcll'omoui mo Stato, grande e bella città, ricca di giardini me1•a,vigliosa,mente coltivati, di campi e strade, di stupendi edifici, fornita, tll ferrovia , telegrafo, telefono, musei: un autentico centro di c·iviltà nel cuore dell'India.

Il suo ingresso a Patiala è tutto una sorpresa,. La città è vestita di bandiere e dm.ppi, adorna cli fiori, scintil la.nte d'iscrizioui luminose. Passa lJer le strade una follii

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pittoresca, sorridente. Fa.stose processioni di elefanti si incrociano a. cortei militari . Dappertutto si suona, si canta-, si da-nza.

Zetto domanda, s' informa, esibisce una lettera di pre­sent:Mione per il Mahàraja.. Si presenta alla sua residenza, nel grandioso Motibagh. Lo accoglie con grande senso di ospitalità il D ewan) il primo ministro. Finalmente apprende da lui la ragione di quella felicità collettiva : il Mah à ra ja sta per sposn,re con due principi le sue figlie, e per la duplice cerimonia nuziale ha indetto due settimane di feste.

Profonda.mente socldisfn.tto si sente l'Italiano allorchè apprende per bocca del Dewan che il Mahàraja. ha- accolto il suo desiderio di ottenere un colloquio. Ma dovrà attendere qua-lche giorno. Intanto, può aµda,re a prendere alloggio a-lla

!J·U,est -h-01ise J il modernissimo 1>a,la-zzo riservato agli ospiti. Parteciperà, cosi a.i festegghtmenti per i quali il sovrano ha desti.nato _oltre due milioni di rupie: tredici milioni di lire

italiane.

Il Mahàraja è di un'amabilità. che commuove. Questa mattina alla. caratteristica cerimonia per il

conferimentò dei titoli svolta.si nel Motibagh) a-lla presenza di una folla di invita.ti, egli ha, chiesto a,l Dewan dell'unico europeo ammesso al ricevimento : il capita.no Zetto. Deside­rava gli venisse presentato. Poi, quando lo ha visto in mezzo agli invitati, fra lo stupore dei presenti il Mabà.raja è uscito dalla, col'sia dei tappeti per andargli a, chiedere:

- Are Yoll, Italian f

- Yes , sir .

E allora il Mahàraja. : - From Jlussolin·i' s country?

- Y es) sir .

251

E si è degnato iuvita.rlo al pranzo di gala otre1-to nellt>: sale del Mot ibagh. E qua,le onore! Sedevano a- ta-Yola-, fra ll.!c],liàra,ja., rùja, e nababbi, ventiqna-ttro priucipi; fra gli

a lt ri, i mahi\ra ja del Sil'mur e del Bija-wa-i·. L'ltnliano sede­va alla sinistra, del son·a.no, siccb.è potè rivolgergli più volte la. pa,rola. Lo udì racconta-re della sua parteciva.zione a Londra, ad uno dei convegni della, rra-vola Rotonda, nei qua,li si tenta.vano degli appI'OCci per- da,re una cel'ta. indipendenza. all ' India. In quella, cir costanza. egli aveva guidato la. dele­gazione dei principi indiani. Di i-itorno dall 'E u1·opa, avrebbe \·ol uto recarsi a Roma, chè molto lo a,ttr,1eva, l ' Italia, musso­liniana-. Ma una improvvisa m;.1b ttia gii impecli di reaUzzare quella- che aucora. è una sua sincera, aspirazione.

Gentilissimo fu il Ma!Jàraja anche quando, do po il

pranzo, volle accompagna.re l'ospite in una risita ad alcune sa-le della residenza. Tra. le altre cose gli fece ammirare una preziosa raccol ta di medaglie, forse la pi ù bella. al mondo. Il soyra-no ha il grado di geue1·ale clell1eserci to trita-unico e gode piena indipendenza al punto cli poter tra,tta.re corr gli stranieri senza odiose inframettenze. E ' un uomo di vasta cultura e di gusto moderno. Quando seppe che Pesplo ra torn intendeva conti.nua,re il suo via.ggio fino a.I Norrl ­europa, e conobbe la povertà dei suoi mezzi, si compiacque fa rgli un generoso dono.

Dodici giorni di feste: conviene ferma,rsi a Patia.la..

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' l,-sli11IHIIÌ .'\ll'l.e 1·i\asl' i11l.t: il Zc~\.o d n. ;1ku11e dell e p j,1 alt.t) per·~onnli l;\ d p~\,"J!l(\1,1 , il

i\11il ,a1•a j:1 de l l'aH;d a: l't>x Yirerì: ll d1l' l111lia Lor1t J1• wil1 ; il Na lJa hbo i.l e! Palan pu1·: 1,a111l lli; il 1•Ql,)1111rllo Ha l ,•y, :lJ!'.1"11 1{' pOHl iro h rìL:Hlllit'O <lell' ln(l ia r 1•11tral1"; i l 1·on rol,• 1-!."!' I IO'l":il u i l i!l inno [ IP I" 1·1111lia , 110 11 .

l ';q,(,•1 11 ,1 pOll l kO :I S,:1 d i~•a: il , :011 s() \i-

l\ lll O)l' l'afo d ;> I i\ l:illa1·ajn ile! Ht•W[l ;

:1 ('olo11 il10 . n ;,l\ 1'1 sn l:1 li i C<' _r!n n : il ~l;, ha 1·: , j:1 d ,'1. Sul,:l\\ al: l'a g,· 11 10 ,·0111111,•1·,·ia Jr• nfg-a 11 tl a p,.s h:i w:1 r H•·on t i i•ra ,h,1

Nrm l u 1·cst.), - L i 11 1prn : 1·w1l. 1·oi1 uliano, ~a11 ~~1·1to, sin:;:llcsc , in;.rJ.i~e. a fg:11.10, :JH)';1 r :11i.

BIBO BAI, PASSIONE DEL VIANDANTE

Il Mahàraja ha voluto fa.re le cose in grande stile. Da due settimane PatiaJo. non dorme, ma solo canta,

si diverte, sog·1H1 ad occhi aperti. Un tesoro incalcolabile ~ stato profuso per dodici giorni di feste, i quali ha,nno Uni to col generare uno stato di follia collettiva. La città

non conosce più la notte, nè il lavoro; le sue modernissime :4 rade sono diventate anguste per contenere una folla così rnsta, sempre più fitta; i meravig-liosi gia,rd.ini sono stati trasformati in sale da ba,llo; nelle piazze e sulle ternu.z1i pensili si suona. ininterrottamente dall'a lba al tramonto e viceversa; gli immensi velari di fiori sospesi su giganteschi archi lungo i via-li vengono ad ogni ora rinfrescati e rifor­ni ti; tutte le notti il cielo del Nordindia, è tra.fitto di stelle 1ihmti, tra fulgol"i pirotecnici ed esplosioni ...

E' ve1·0 che il Mahà,raja ba sposato le sue due figlie, m1:1 a,l Mahàraja Bijawar l'aJtra ad un principe del N~pa,l ; ed è altrettanto vero che egli ha fama, cli essere uno degli uomini più ricchi della terra. Non portava a.dosso, a,l gl'aU Darbar, colla.ne e gioielli per al meno tre milioni di stel'lìne?

25~

.\ia gli o:svni, i 1:1·emila i11vitati ratti a.nivare a Pa.­ti:tla cou t 1·e11i speciali, si doma-udano nei crodl'cbi se il i\laltùtaja nou abbia. iuteso ri\'olge1·e un <louo a-nel.te a se ste::,;~o c::ou J"orga.uizzare i dodici giorni cl i follia,, per i quali­nou s 'è i;conlato ùi couvociue alla sua, residenza le Uellezze viù r;.n·e dell ' India. Egli sa, d'essere l' uomo più ammirato dell' A.sia.

:i.la solo delr Asia.? Non ha fatto delirare pure le I"<lffiuatiss ime signoL·e

di Pa.1·igi, dalle qua.li ba subìto un vero ,1 ssedio dm·a11 te 'il :-;.uo :soggiorno nella capita.le di •Fr<.rncia? E quale imbara,zzo, per lui, con quelle donne occicleuta,li !

Bisogua,a proprio anela.re in mezzo a lla civiltà - ha confidato a l ritorno - per sentirsi rivolgere dichi.a1·a.zioui cl'c1mo1·e da bocche femmiuili. Cosa uon sono capaci di dii-e, le europee, allorcbè sono vinte da lauguore; son peggiori degli uomini ! .d.ncora soni.de, l'austero Ma,llàraja, quando si ra,mmenta d'essere stato chiamato, ad un elegantisshno afternoon tea, da un'attrice della qua.le ricorda le ciglia­:spinose ili << r ummel », mon pet-it chal no·ir .. .

Ma in questi giorni, ca-ii al suo cuore di padre, è una malignità attribuirgli intenzioni.. europee; oggi, egli sente il fascino della sua terra,, la re ligione degli avi, l'amore clei quattro milioni di sudditi , la bellezza del r-ito che ba fa.tto celelware nel fasto della residen:r.,a-. Solo per questi senti­menti egli ha invitato a Patiala quanto di più eletto, di più nobile e di più prezioso possiede l'India. Sovrani, prin­cipi, personaJ.ità: tremila persone.

Eppure, i più addentro a lle cose sue, allonhè lo vedono passal'e lungo i saloni o a-g-gira l'si nel vhtli del pa,rco, si scambiano un 'occhiata furba; e gli indisucti a.deliri ttura. si sussurrano: << Il Mahàraja ce1-ca Biùo Bai )>. E c~i lo 11otrebbe comprovare?

254

Si direbbe piuttosto che egli si compiaccia far soffrire il piccolo cuore delle donne (in Francia ha fatto lo stesso), molte delle quali provano turl,amento e impallidiscono allorchè egli le analizza con i suoi tondi occhi da ipnotiz. zatore ..

Del ,·esto, di che si lamenta.no gli ospiti? Nell'immenso pal'Co del M<;>tibagh è stato creato un bar

riveRtito interamente di tartaruga, unico nel suo genere per ìa suggestione del luogo, la varietà e la eccezionale l'icchezza. delle sue somministrazioni. Nulla esiste sulla su• pedice della tel'l'a che il ba,r non abbia da offrire; nulla può anelare il desiderio di un ospite che il bar non sia in g-n1rdo di soddisfa.re.

F io1·l, profumi, stupefaeenti, sigarette, gioielli, lìqnmi, vivande ..

Ma inntilc elenca.re; c'è un settore del ba·r nel quale

un cerimonioso iuclbno, esperto d'ogni bellezza altl'ettauto

che d'ogni vizio, ..1 ssolve scrupoloB,trnente la. sua missione

di direttore del servizio desideri. A lui, ogni cosa può essere

chiesta (un'a,nt omobile? una, pariglia di puro sangue? una

battuta a1la tigrn? un corteo d'elefanti? dieci da.nz,1tl'ici

dall'acerbo corpo di bro1rno'?) di quanto possa.no dare b

mgalità e la potenza, la 1·iccbezza. e il fascino pe1·sonale

del Mahàraja . ..

C'è, si, qua.lche cosa che l'esperto dei desiderì non

sarebbe in grado di co1Tispo11dere : Bibo Bai...

Dodici gio11J.i di feste del genere di quelle volute dal Mahàra.ja di Patiala possono diventare troppi. Soddisfatto ogni desiderio ed esaurita ogni curiosità, gli ospiti banno finito con l'annoiarsi e pare non aspettino che il dodicesimi)

giotuo per p.:wtire. Tuttavia. essi s' affollano attorno al L,n,uc,) del btir, dove per tutt i sempre si rinnova il gus to di chiede1·e qua.lche cosa ..

Ma,, ormai , non sopra-vvive che il piacere del1a gol.-.\ . Squadre di domestici sono scbie1·ate da un lato, pronte 11.rl accorrere ad nn cenno recando su vassoi d'oro frutta sliuc

eia.te, dolci impregnati d'essenze floreali, rosolii tratti eia

tutte le piante dei tropici. bevande d'ogni va.i·iet;_\ e colore, dal micidiale ookta-il al mite soft drink dei musulmani. E, dietro ogni domest ico, il corteo delle rose reca.to da. ngili

paggetti : rose bianche, rose bengala, rose di Dama.sco .. , In quell'atmosfera allucinante, satura dei bt·ividi della,

natura e del ferment o delle passioni, gli ospi ti vivono le ultime giornate di festa. All 'esterno del bar) quasi a l ~eutro del parco, dove nascosti zampillj d'acqua sussunauo fl'esch(~ canzoni, su una levigatissima. piattaforma esili danza t1·id s'alterna.no nei balletti , accompagnate da innumereYoli stru• menti dal diverso suono, dolce o brunito, freddo o umnuo: chita1Te, flauti , mandòle, arpe, ocarine, cupi tamburelli.

Le danzatrici si susseguono incessantemente, e la loro giovanile bellezza svelata a tutti gli sgua.rd.i sola può a1wo1·,~ mitigare la noia e interessare gli invitati. Nel ritmo di quelle danze che sanno d'ang·oscia e di colpa, ùi Yoluthì. e cli morte, gli ospiti sembrano ritrovare la via dei più nascosti pensieri , che ri palpitano vivi onde alle volte, nel bar) come nell 'intero parco, ~i tacciono tutte le voci e :so la si ode la cantilena delle compagne delle naught g·irl's ingi­nocchiate attorno alla pia.tta,forma come ieratiche sacer• dotesse.

L'altisonante coreografia già è stata dispiegwta in tutto il su.o fasto , con ineguagliabile bellezza, per cui all'ultima parte delle feste sono state riservate le danze intime, quei passi che hanno l'imponderabilità dei pensieri nati tra i fumi dell'oppio e si 1·ivolgono allo spirito dello spettatore parlando un linguaggio di piccoli gesti e di lievissime vihra.­zioni.

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A comporre la delicata poesia <li quei ba,lletti sono state chiamate le da,nzat1-ici più famose d'orien te; anche Bibo Ba.i, pet- lu, sua, .celeùre. ùa.nu1, del cobra ...

Il capitano Zetto è seduto all'esterno del ba1·, att01•. nia.to da numerose personalità, a.:µglo-indiane. Si parla con rnolt..'1.t simpa-tia, ùell 'attenziouc usata dal Ma-hàraja aJl'e­splora,toee, nella mattinata,, a.I g·rau· Darbar . L'Ita.liano ha. cosi avuto una rapp,resentazione ufficia-le, e molto auto. revole, nei confronti deg·li iµ.vitati.

Ma non è il mofilento delle curiosità. e delle inutili domande; ora Bibo Bai sta ballando la danza del cobra•: e s'ac:compngna con un canto cbe somiglia al siug-hiozzo d' u u 'inna,morata.

Al centro della piat t...1..forrna, nel fiotto d' un 'incande­sccnte luce che sgorga ùa un rifle~tore, il suo corpo ema,na de i guizzi , ora s'illumina, ora si spegne; arde in lei un fnoco, brucia una febbre.

Pacata dapprima è la danza,, come il risveglio lento dopo un lungo torpore; -ma poi divampa impetuosa come unni tempesta tropicale, è fatta di ansia, ili sussulto, di

t remore. Torna, la quiete, nelle braccia e nelle· caviglie, negli

occhi socchiusi e µel volto placido. La nudità ha infiniti palpiti sotto la frnug-ia. ne1•issima dei capelli lunghi fino

alle ginocchia. Le voci in to1·uo, sono ra.Jn.te; da,l bar sono uscit i tutti

gli ospiti.

I piccoli pa ssi della. La.Herina ora compongono s-ulla

piatta.formn. come il disegno d'un tentat ivo di fuga; ma i

passi toruaJ.10, sta-nchi, al centro, -come verso ·un destino

scgnu-to. Lu. a,1-nza t1·ice aJf:ì ne si piegn, su se stessa, :-,i

rovescia aH'i tHl ictro, volgendo :i,l ciel o due. rose clie vibra.no. sui snui seni : l' i11 1111oli i l i t;), - !;1. morte del t obl'a, - ginn

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gerà iua,YYertitamente solo più. b:wdi, dor10 che la da,nza. hice :lNl'à espresso Ltgonia, lentissima, della, sua carne.

Uint ronauo i ta•m,.tam) per il pianto della foresta. ...

Muore il coUra, così, o a,l suo lllOl'SO si muol'e con quegli spasimi e quei tremori lli m,wi agita.te nel nnlla?, domanda, Zetto a,d un dignitado del Ma,llù,1·a,j;_1,. Ris1)onde l'altro, con quaJ.clle cosa di fie1·0 nella, voce:

- Bella comunque può i-iuscir-e una morte se inte1· pl'eta.ta, con quella pittura. di g:esti, eloquenti più delb pa1·ola e della, umsica,. Quella, è pe1-ù una, mo1tc d'amore; e le donne µost te, le indiane, (Juaudo a.nrnno, s,urno \-·era• men te mol'ire un poco .. .

L'Italiano sonide; poi: - Con qnell'a.nello sul na.so, però, - osseiT~L - si

de1e morire assai ma.le! E mostra, una. da-n:;,;atrfoe, la, quale porta nu anello d'oro saldato sul setto nasale.

- Quello è il segno delle (< •ù~irgin,- prostitutcs >>.

Tutto il mistero india.no sernLra, affacciarsi dietro quella strairn, definizione i tutta.via. il suo stupor·e non è finito :

- Le danzatrici - continua. il dignita1:io - sono per noi delle donne puùUliclle . Se v'è qualcuna, che non lo sia nella, realtà, in quanto in possesso ancora, di tutte le virtù, le viene concesso di portare quell'anello. Del resto, l'accostame.nto di quei ùue tenniui non deve sembrare uu pa.radosso. Provatevi a sfogliare i nost1i. gio1·nali e trove­rete spesso delle ((vedove ve1·gini» che c:e1T.a,no nrn,rito . Sem· plicemente :-,i tratta di giovani donne che, sposate ancora in tenerissima età, ha,nno avuto la, sventura di perd~re l'uomo predestinato a diventare il loro ma.rito, pii.ma, ;1,ncor~ù di essere state in grado di farsi sposare. Chiaro?

Chiaro, si; ma, adesso, tutta l'attenzione dell'esplo ­ratore è tornata a rivolgersi sulla danzatrice e.be ha inter· pretato prima la morte del cobra. Egli non lascia più gli

258

occhi da quella donna : ella è tutta trasfusa nelle sue pupille che si sono dilatate come per l'invasione di una vivida, luce. Zetto si alza dal ta,volo e va. a parlare con un principe nepalese che poco prima era stato in compagnia della, dan­zatrfoe. '

- Vi piace quella donna.? - Hellissima.

La danza.trice, che luug~en,te avejva riJs,p:osto allo sguardo dell ' I ta.Uano mentre eseguiva la sua, danza, si è ora appressata. aJ bar, in compagnia, di uomini e donne. Ella può così comprendere, con intuizione di donna (ed è per questo che s'avvicina •sempre più a,ll'a.ltro gruppo) l 'am­mirazione, il turbamento dello stranier9. Il principe nepa­lese va intanto confidando a Zetto, con maliziose parole, che ella è la più ammirata, baJlerina dell'India e una delle donµe più contese. Il Nepalese parla con entusia.smo della. donna, ed ora che ella gli è vicina le sussurra in un orecchio:

- L'Italiano ba detto che sei molto bella. E lui , ti pia.ce?

La fauciulla india,na., sorpresa , ascolta come com­mossa.; fi ssa, in silenz.io lo stranie1·0 poi soggiunge con un piccolo sori·iso :

- E' un bell 'uomo. Il principe attendeva questa dichia,ra.zione? Lo fa sup­

porre la, sua fretta nel domaudare a Zetto, quasi brutal­mente :

- V~ piacerebbe ·sposa,re quella donna.? Zetto è sbalordito; .ma risponde, dopo una pausa, :

- P erchè ilo? Ma, sono pa.role dette cosi; egli è pervaso da un'ansia

invincibile e aspetta di poter stringere la mano a lla, giovane. Curioso, invece, è il compito assuutosi da,l principe; egli si ~vvicina, a.Ua donna e le fa la, medesima domanda:

- Si - risponde la danzatrice - mi lascierei sposare. Egli dovrebbe però venire con me, a Delhi.

259

L 'esplora.tol'e è perplesso: come, fanno sul se1·io? An ­cora non gli ~ capitato di doversi spos.a,re; che lo debba fare in India ? Si avvicina, alla donna, pronuncia il suo nome, le stringe la ma,no. La, da,nzatrice port a, la mano a.Ila bocca, la bacia; poi, sù l>ito si a.lloutaua,, si mescola tra la folla e spa.risc:e.

V

Zetto è iuteue1·ito, confuso, disorientato : amore? U suo cuore, che le stra.de del mondo ha,nno impolvel'ato, ha 1Q1'improrvisa resun ezione. Ora egli è in preda, cli tutte le curiosità ed ogni cosa vuol sapere dal Kepalese. L' altro ride, d'un riso insincero:

- Ah , ci siete caduto anclie voi? Come si cliiu.ma? E' Bibo Ba i, I shrat Sultana. E sapete che significa ques to nome? Principessa di lussuria, ! Ba diciannoYe anni e nelle sue vene gorgoglia sangue dei Mogol. E' di religione musul• ~ ana, abita a Delhi. Ah1 vi pia.ce Bi bo Bai?! Ecco, qualche cosa che n ella v9str,1 E uropa non si trova.; e che uguale non avrete trovato nei Yosti-i vagabondaggi ! Vi piace Bibo Bai;! Calmatevi; sogni inutili ; la sciatevelo dire da me cl..i e la

con9sco, e, soprattutto, conosco le nostre donne. E ppoi, clii vi permet terebbe di clhentare l'amante di Bibo Bai?

V

Bibo Bai, pri ncipessa L1i lussuria,, diciannove anni, sangue dei Mogol, Delhi : questo batte :µelle tempie clcll 'Ita• ila.no. Le feste del Ma,hàraja ormai possono finire; comi ncia, un'a ltra festa, quella del desiderio e dell'a.more.

S 'incontra.no all ' indoma.ni , ancor·a una volta con la complicità del principe.

- Cosa cercate1 qui ? - egli domanda a Zetto, sor. prendendolo mentre interroga il caotico mondo ùi una, folla inverosimilmente assortita -; venite a l ùM·.

I.o por-ta, invece, fuori, nel gran pare.o, dove i11c:ont1·n,, in attesa sotto un albe1·0, Bibo Bai. E' lei che lo ha fa tt•J

2GO

li passaggio <li Zul lo i n 1\11sl.1·al ia, tl a F1v 111a11~lu a. Calr11s. - Alcune lestl moni an ze.; li comanùanle del • CHll\ dl nenol':i " sili 'lllule pi t•u,;r;H,) Zt•1t o \'ia:,rgiù da r l:rn de· sl i no, Jn-0veni e,n1e llall'isola di Cf')' \1111; il dil·er hw,• 1h•l le ml u icre 1H Ea.lg-oodie: il direU0 1•e d ell e fl1ÌIIÌ L' l'C (!'1111rn1 110 di H 1·,) L)li •' II ll i ll : i:I (' it'L'f,lu iln l i :rno di ~rcln er : il H. ronsole Ha l i;ui o :t BrìslJ:t ll t•, ro11 IL' di Sa11 M:,rzauu: 11110 ,;,TiUOre d i Ca il'nS:

J'iniba r co su l pi l'Oscaro " S1ce! ' l' 1·~Hh~ 1·" roi Qua1 e pari.i per b Nuova L;uinea.

chia-nuH·e. La stl'etta. di mano clie si scambiano è forte e· lunga-. Ma BilJo Bai è triste e imbarazzata : come dirà le parole del suo amore senza, conoscere la lingua dell' Ita,liano? Ella, non pa-da, nemmeno l ' inglese; e il suo indosta-no è una, barrier:1, insormontabile anclie per un innamorato . Si t ro ... vano così uno di froµte a-ll'a.ltra,, con la dolce COlllfilozione di una, gra.-nde gioia arrivata, all'improvviso, incapaci di esternare i sentimenti. Il principe li guarda, senza pa.rol.e anche lui.

L'Italia-ilo spezza l'incantesimo di quel silenzio a~co-. stando la sua fronte a quella della giovane, come ad a vvi .. cinare i loro pensieri e a stimolare la scintilla di una rive; la.zione amo1·osa. Le fronti si sfiorano, s'accarezzano; g~ occhi si penetrano1 le mani si cercano. Un bado; con tutta la, bocca; con t utta la vita:

- Bibo Bai .. .

- My dea-r .. .

"Como cli pessimo gusto è il Nepalese : non appena, l'Italiano ha staccato le labbra dalla donna, rit iene giunto un suo tm•no; ma, Bibo si r1.bella, reagisce con una sfui-ia.ta di pa.role indostane.

01•a, sou soli, sotto l'imme,nso verde dell 'alb~ro, con il

loro nascente amore e tutto il mistero dei loro pensieri che invano cerca-no la strada per ma,nifestarsi e diventare cose vive. Sull'ardore del desiderio scende l'ebbrezza- di tanti piccoli baci, uno sull 'altro, innumerevoli. Non una parola: il nowe di lei, pronuucia,to da. Zetto, e quel My àear che Bibo sa, di.re con infinita gn1.zia. Non altra parola; baci solta.uto, e le ma-ni nelle ma.ui , strette, imprigionate, come un primo lega.me.

La sera indiana tra-scolo.ra; fa notte. Più intime divengono -le ca,rezze dei due innamorati.

I/offerta è ormai imminente. La quieta mi.1sica dei baci è

261

interrotta, da- improvrise doma.ude delFital i,H10: i suoi in ter. r ogativi battono però inutili sulla, fronte di Bibo, e la fa.uno

soffril-e. Ella, .sente pronunciare in un idioma che non sa, certo le cose più belle dell' amore e del desiderio; e 1-ispoude, a tutt.o e per tutto, inco11&1 pevole ma, cbb1·a,, il si della dedizione:

- Ycs) -my <lear ...

Partono, con l'automobile che la generosità del i\fo hà,­raja ha messo a- disposizion e <lell'Ita-liauo . Escono dal pA-rco tra.sogna.to di musiche e cauti ; i f,ui illuminano uu gr,rn. via le .

- Laggiù. Yiaggio bre,·e ; tutto uu ùacio. Una, casa,, doYe :i bi ta,

Bibo. E ' costume in I ndia di trascina-re nei pe1·iocl i torridi il letto a.lFapert.0

1 nel ghwdino della ca.sa,.

E d è in quel piccolo mondo chiuso da,i veli disposti a zan.zar·iera cbe Bibo Bai dimentien,, quella notte, sotto il fi rmamento, t ut te le pa,role che sa- e quelle che non sn .•

S 'è fatta, piccola piccola. a fianco del giramondo d.10 lascierù per sempre nel suo cum'e l'a,nima vaga-Lond.t .

Amore? E cl.te cosa può significare questa pa-ro la, per· un gir-a.mon<lo? P arla.re d'a more a lui è mi poco come par ­lare dell'anima a l medico. Sono cose che effettivamente possono esistere, ma non si sono a ncol"a l'ivelate in fo1·me conc1·ete. E ppure, questa volta, qu afohe cosa. d' insol ito è accaùuto in lui.

Era a,bitua,to fino a pr ima a considera-1·e le donne con;_e sorridenti interYa-lli a.Ila sua, ma:,~cia. Con i nomi cle lle doru1e incontra te sotto tutte le costellazioni componeva un a; musica in t ima che a,,,e,·a riempito per a,nni le sue soli tudini.

262

Ed em. ùello poter sceglier-e, a-lla fi ne di una traversata, un fragile cuo1·e di donna nel qua.le ù.eporre l'incandescenza dei sogni e dal quale tra.rre alimento nuovo per la prodi­giosa. macchina dei muscoli.

Or•a., però, quella piccola donna india,na sta al vertice dei suoi pe:µsieri ed è presente a tutte le ore nella sua fa.n­ta-sia. Se questo è amore, è una gran brutta cosa, tra le pi ù br utte. Non dà pace, fa doloTare la carne più delle punture degli insetti , più delle ferite della giungla,.

Il giramondo è come inchiodato a.Ila terra che gli ha fatto incontI·are Bibo Ba.i. Non sa riprendere la mU.r ch-1,. Più non lo interessano nè il Ma,hàraya, nè le sue feste. Se ne vuole audare, deside1~a lasciare Patia.In,, procedere avanti. Dove? A Delhi, città di Bibo, dove ella è nel frattempo ritornata,.

A.ffannosamente corre a Delhi. Ha, rifatto la strada verso la, ca.pita.le india-na, con rapida marcla, e subito chiedG della Gali lmkim ùa{]a, dove abita Biùo. Mai gli è sembrato p iù difficile indovina.re una, strada,. Finalmente hl rin­traccia,, la, percorre tutta, due volte la, rifù. perchè non trova il numero.

E ccolo dinan;:,j al portone. Scrive un biglietto (che cosa,, s 'el1a, non potrà. leggere? Ah , ecco: My dear e, sotto, il suo nome, con tn .. nte c1·ocette, che significan o trrnti baci) e lo m~mda. a. lei.

Poi se ne va, a.Il'albergo; l'aspetterà . Passano, inter­miu;t,ùili , alcune ore. Già è discesa la notte, la, notte. in cl imHt,, cosi piena di incuùi.Cammin.a su e git\ per la, stanza, cor·re alla, .finestra. Fina,lmente una ca,rrozza si è fermata (la,vanti all ' albergo; ne è disceso un giova-ne servo. E' Bibo che lo ma,nda a c-hiama,re; egli si precipita sulla strada, dove può rivedere il suo a.mo-re.

Ma, dove m1dranno? Ella è musulmana, lui europeo. Dntn. la loro notorietà,, Delhi fini1·t\ con l'accorgersene e

263

uon pe1·cluuerù . l'n~:-;auu Lhl 11 1.1 l.'i1te111.1togi-a fo a.cl 11 u bar , inquieti, prcoccupnti. ~ol eggi:1110 u11 1automol>ilc (finah.uente llll U.tcio '. ) cou la. qu.tle r:lgg·inugouo la-1Jharam s~da,1 la, casa ve1· l'ospite cli passaggio, a. died miglla, da- Delhi.

La Dhanuu Sala, l'igutgita, di st 1"auie1·i 1 i qnali intet ­rompouo le loro occupazioni pet· dgila-re i due a.manti. E' necess,nio andarsene anche di là , poicbè la vicinanza degH a l t1·i dù ossessione. Ritornauo alFa.l1Je1·go; qui il direttore un vec,chio augloindiauo, f..1i uu lungo clisc.01·so per dimo stra.re come la, donna non clon ·cbbe a-\·ere ospitalità. Via anche di là, c~on l',lllto, :senza, mèt ;1 1 uè direzione.

Ore di gioia iµfi nit.11 cli roluttà, nella macchina lan ­c-iata, a, folle cm-sa, sulle stI-aclc di Delhi, fino all'a-lza.risi ciel sole .. .

Sì; è amore. rerchè dà , oltl'C a-ll a- gioia del possesso . un profondo senso del dolore. E ' cosa, viv,1 che si avverte con tutto l'essere. Zetto ha conosciuta anche la gioia di questo dolore, che alcune sere raggiunge gra.ndi intensità al101·chè BilJo Bai non può venire da lui , nè egli può audar0 da. lei.

C' è t utta una, conbri ura mu su lmaµa vigil an t e e minac

ciosa attorno alla sua casa-. Delhi ormai sa, elle I shra,t Sul­

tana ha 1·ipudi.a.to le leggi eterne dei Mogol per darsi ad uno stea-niero. Colpa grave, questa., conti-o l.1 quale s 'agita

una turba di fanatici musulma ni decisi t"L spezza re le rela,.

zione che offende la razza..

Anche B iho soffre. E 1Ja n.u co1·~1, non è in gn1-do di potei­

scegliere j l suo destino d i donnn,, nou avendo raggiunta

l'etù maggiore : ba meno di vent'a,nni. B fJUesto le dà l'an ­

goscia delF ignoto. La sera ella t'ima-ne nell a sua casa, all;1,

fi nesti-a, a gua-rdare sulla Ga1i Jlakim Jiaqa, ove ribolle la marea della Cbowry Baza r , la, t umul tuosa, ~11-tetì.a, iml i.nna

dL Delhi. Gua-nla t ra- i vetri, na,scondenùo il · volto nella

sciutilhu1tc cottiua, dei luµgltissimi ca,pelli per non essere veduta,. 1l'dste e senza speranza è quell' attesa.

Zctto è nella prigione clclla camera d'albergo indeciso se sfid a1·e ogni insidia o rinunciare all 'amore di Bibo. Qua-n clo r ipensa, [L lei si sente imme!'SO in una dolcezza sino a p1·ima, sconosciuta.; ma talvolta lo afferra lo sconforto e si doma.uda, perchè nella tena di Nessuno, dove gli pa-rve cli cloYct· incidere per l' ultima volta il sno nome sulla pietrf"L del deserto a-ustra.lia,no 1 non fi ni i suoi giorni. Come passa-no le ol'e, p1·csente che tra lui e Bi bo si sta levando una ba.r­i-iern-, si sta scnvando una, lonta,na,nza incolmabile.

Sono volate, così, due set timane, quindici giorni. E la, h;t,n iera si a lza semp1·e più, e la, lontananza perde il senso della, pr-oporzione e dà un sempre più acuto sapore di no­st.-1,lgia ..

Torna, -a 1·i ha(ttere nelle \tempie del camminatore il ritmo dell n. sua, intc1·miµahile marcia .. .

Ma, prima di r ipar tire, prima che nell 'anima sua. 1·isnoni la disperata ca.denza di un passo senza fi ne, prima che la sua, ombra si debba disperdere nel nembo di polvere dell 'ul timo viale di Delhi, egl i cer-clierà Bibo, an drà da lei.

Anche un figlio delle st ra,de ha le sue leggi d'amore e cli gentilezza., per cui egli si r~cherà a dire addio per sempre aJla bella fa.nciulla. indiana, che per lui ha voluto diment ica-re le t r·erneude leggi dei padri .

I n quindici gion1i Bibo ha, imparato alla luce del· l'.rn101·e un poco della, lingua, inglese. Le sue lettere sono gioielli di volontà e di dedizione; sono nat e da11a pazienza in fi nita, cli una, inna,mora-ta, che ba sa put o cogliere nelle pagine della g-ra.mmatica gli aggettivi d'amore come fiori da offrire all 'a,m,m te. E, dove la grammatica più non ser ­vivn, e il cer vello altro non cla-va, Bibo sapeva aggiungere, sotto il suo nome che ha la lievità di un accordo d 'a,rpa, tante crocette, a-ll ' ingleso, tan ti baci.

26;)

Egli a,ncl1·iJ., (ln, lei; c:orre da lei. Ha. atteso l'ora, se1·otinn, più propizia. S ' .1-YYentu,•,1,

armato del sno bastone a.ust1·a1i:.1-no, t ra u1.se, Yicoli, bazars, porticati. Ragginnge hl, cn.sn- cli lei e ins'ierne scendono nel cortile, doYe nessnuo li Yedr-à.

Bibo lo lLR accolto dispera.ta, e felke, con le lacrime e il sorriso. Tutta s 'è messa, t1·a, le sne braccia, con suuH• rimento e dedizione. Si ribella, e si offre; sfug-ge e turna; tante cose Yorrebbe dir-e ma, tutte !ta. dimenticato .

Singhiozzano insieme ..

Tre uomiui, tre mnsulrna.ni 1 so no c:ornrnrsi, lassù, sopra, una tenn.zza, e gricl,wo pa,role inc.ornprensilri.li. Alz;1uo i pugni, rnaJecli.cono allo straniero. Si buttnno ,giù, sn l ttuHlo dt, una. ten·a-zza a-ll'a-ltra,, per 1•;1ggiunge1·c il cortile .

Gli ocelli cli Bibo rnanl1a,no la,rnpi oscuri. L'amaute l'La, attirata dietro di sè, tutta. c~opreudola, col suo ,·asto petto -ga-gliaHlo. Egli è fer·m o, col bastone stretto nel pugno. Imminen te è la, lotta. Zetto si volg-e un ista.i1 te, attira contro di sè il cor1}0 di Bibo

1 la bacia fortissimamente sulla. bocca,.

sulle mani; e la respinge subito, g1:icla,ndole di fuggire, Yìa. !, presto.

Poi Lalza addosso nl primo clei ti-e, ,1ttenarnlolo cou una, Last ona,ta. che sibila JH~1l 'a.ria . Gli a.Itri cl.ne si fer·ma.uo, urlano impau1·iti. L'Itnlinno li g1.rn,rdn

1 domina-ncloli con

i suoi occhi suu1. e fermi. Ma, s'alzano altre Yoci; cornp,iiono numerose teste, lassù, sn tutte le ter.r·n.r,r,e, in fondo ::il ('0 1'

tile. L 'interno abi tat o ha come un brutale sussnlto. L'inclee;jsione è snpernJa: i dne musnlma,ni i-;i bH1t:.ia,no

sullo stra,niei·o, tentanclo <l i impadr onirsi tli lui. 11 bflsl"one fischia a.ncor·a nell 'a.r·ia-, fra. mtm·e url; l e ma,lcdizioui. E

Ei1Jo è nella misclda, a,dclosso ai clne mmmlnmni che invano tenta di trattenere . L'Ita.Jiano è nn a tlet-n: due rnn~ulm:1-11i non bastano a, farlo p1-igio nieru. Alt1·i <H·co1-r-ono; s·a,p1·ono tutte le finestre; si im prrca ùa og-ni r]ireziouP.

26G

Zetto si libera dalla, stretta; d'un balzo è nella, strada dove si fa la rgo col Uastone. Rapidissimamente 1·aggiunge la Ga.ti hakim lJaqa-, Urulicante di folla. Dieci, cento uomini.. lo guardano indecisi, mentre dalle case g-iungono grida e bestemmie.

Ecco gl'inseguitori; ora tutta la folla, che pdma s' ern sbanda,ta, si sta. ra,ggruppa,ndo per buttarsi alle calca-gu;-1 dell'uomo bh1tn.co. Ma l'Italiano vola: già è nella Chowry Ba.z.a.i', in mezzo ad Un'altra folla densa e impassibile.

A col pi di bastone spezza il fronte della moltitudine e p0:ssa tra un ,rimescoli9 di genti, in mezzo a un gorgo uma,no che minaccia di inghiottirlo. Con volontà sovrumairn e un'audacia serena come è sereno il suo cqraggio, il fug. giti vo va oltre ·la folla, conoscendo le subit anee decisioni.

8;_1,lta. sopra una cairrozza, indiana, ne scaraventa a tena il cocchiere e a,17,a, la frusta sul cavano : la ca rrozza schianta, la folla, lii., impaur1.sce, la apre. Il gesto auda-• cissimo lascia. in<lecisi gli inseguitori. Sono sufficienti questi a ttimi per frustai-e con rinnovata lena il cavan o e farlo trottare ,,elocissimo, avanti, avanti.

Orma-i è sa-Ivo; ha quasi raggiunto Gha-z.iaba,d, ad alcuni chilometri fuori Delhi.

E' salvo, ma, ha perduto Bibo Bai. Non ha più quel che il destino gli aveva. messo dava nti , inaspettatamente, ed ora g·li ba, tolto all'improvviso e forse per sempre: l'amore .

(~nesto ritorno :i Delbi, di notte, da Gba-zia-bad, è

quru1to di più triste gli abbia da,to finora la vita. La strada che lo riporta. aUa città ha una desola~ione ineguagliabile, ed a-ncbe in cielo le stelle sembrano più ferme e come attonite.

Qualche cosa è veramente finita, a-bbia pul'e avuto l ' inf'onsi.stenza, di. nn sogno. Se la g.i ovi nezza, r-:; i man ifesh1

267

cou quegli irnpro,·risi i-is,·egli del cuo1·c, auche la, gio\'i • nezz,1i sembra fini ta. Dopo Farre.utura scnsn ziouale, l'ora ttagic-a,, l'agiatezza,, le vittorie snll,i louh:lllauza., gli ele­menti, gli animali e i sel,·aggi, un 1 ultima, cosa, m.:rnc...'1.va da incontra.re e pos~edere : l'amore! Anche ques to omrn,i egli ha, perduto .

Qnesti pensieri egli fa. ascoHa•nclo il ritmo dei suoi passi, che hanno una cadenza, nuora., p rira, d 'a,rmonin.. Or­mai Ya,, senz,1i aspettarsi ad un anivo cos,1i belh"li e grandi! più dell 1a more di BiUo. Passerà ch.111'.llbergo; rimetterà. in ­sieme il suo modesto bagaglio di nomade, raccoglierà le collezioni di cercatore di curiosi tà, umane, butterà, lo zaino dietro la schiena e puute1·à il bast one n, terra,, come per prendere nuoro slancio da, una pedana. iclea,le .

E partirà, ad occhi chiusi, seuza, in tenogare la lan• c.:ctta. della piccola bussola,. Camrniner;l 11.rolto sernpre ad occidente, doYe il sole tramonta e mai risorge.

Nella scia che il viandante lascia. dietro di sè sull e strade violette di Delhi

1 palpita un somm esso singhiozm

di innamorato .. ,

268

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ADDIO ALL'INDIA

S0110 tor:11<~to nella, Ga,li hak-im1, ~aqa a s~iluta.re la sua

oasa. Hibo forse clonni,,;a) o znmigeta. Ho gettato nel portone -u.na lettera C<m U s,uo nome. Se la troverà,, leggerà qw;ste parole : <( 1.'i penserò s11, tutte le strade) sotto t11,tie

lr. stelle. Parto; nia qualche cosa d·i rne resta 0011, te, per sempre. Add-io , 1ny clear )> .

Un episodio, un giorno, uua. paginetta del suo diario: null'altro.

Adesso cerca solo di distrarsi, e cammina. E' a.uda,to a, far visita a,J Califfo Saukat-Ali, il preten ­

dente del Califfato. L'aut orevole signore era appena tornato da una conferenza, e l'esploratore lo ha sorpreso a,ncora a. let to, sch·aiato sopra una. sga.ngherata branda. Non appena. gli è stato annunziato l 'ospite, è balzato a sedel'e e, mezzo addormentato a,pcora , ha, accolto il visitatore sbadigliando e sfregandosi gli occhi. Poi lo ha invitato a sedere ~dcli ­rittura, sul letto . Intorno, un gran disordine, sporcizia, indu.

269

menti spar·si negli m1goli. Il Califfo s'è scusato per quel modo di a('.cogliere gli amici, facendogli osserva.re che nelle ore ca lde del meriggio egli aveva Lisogno di scltiacciare un

sonnellino. Poi ha, domandato la. ragione di quella visita. - Desidero un vostro autografo. - Ma subito, amico .mio. Si è fa.tto consegna,re il dia.rio ed ha, scritto sopra, una.

pagina., in lingua urdù: .Alla,Ji akbnr. Indi ha tra.dotto : A.Jlah è gra1ule .

E' grande sì, ma il suo Califfo Saulmt-Alì è un gra,u poltrone! ..

Dopo il Califfo , il Mir· di .Kùa,ipur, incontrato a, Gha-· ziabad, dov'egli si tronwa n.ccaJ11pa.to per ragioni cl-i stato

con una, numerosa sc01-ta di odalische. lin uomo g1·asso, eent o chili, Lont1ccione. Accolse il visitatore seduto sopra una specie di poltrona, cli velluto, fra, dra-ppi e ta,ppeti di valore, e, cosa inconsueta pe1· un musulmano, gli offerse un bicchiere di wh·isky .

Poi Yolle conoscere quak..he a,YYentur·a- del cammina-tore. Domandò fra, l'altro:

- Donne, molt e? - rna. sola! Il Mir scoppiò a ride1·e, facendo soL,L,a",lzn,re In pesa.nte

ventriglia, ...

Alcune ta,ppe del nuovo viaggio: .M:ee1·ut, quartier gew'.­rale della Black Watch, il famoso reggim.ento IJritaunico della Guardia- Ner·a,; Dehra-, ove si trova il cn,mpo sperimen­tale della 1·esistenza e climatizzazione dei legni; Mussoorie, la rinomata villeg,giatura, estiva degli anglo indiani; Simla-, la capita,le d'estate del governo indiano, alle falde della prima- catena dell'Imàlaia.

A Simla., una preziosa firma du. raccogliere: quella del Vicerè d'India, Lord . Irwin.

270

Uopo Si.mla, Aml'itsar, dore, sopra un piccolo lago al'tificiale, l 'esplorato1·c va a. visi ta.re il tempio d'oro che racchi ude le taNole dell,1, religione Sikh, quella degli a.do­,ra.tori del pelo, sc1-itte di pugno dal suo fondatore.

E1·a- costui nu uomo molto ambizioso, in qua,nto a,veva pensa,to di fondere tutte le religioni formandone una sola., della. qua.le poi si era nominato il massimo esponente. La. l'eligione IJerò non ebbe molta, fortuna., ed oggi, in tutto il mondo, conta solo venti milioni cli a<lcpti. La, setta - tale iu realtà V<.\. r.:onl'jidcrata, - si distingue in quanto non pos­siede idoli, e in questo senso si ispii-a, ai dogmi musulma.ni.

Nella loro condizione cl i adoratori del pelo, i Sik l.J si guardano bene dal taglia,r si i ca.pelli, e porta.no la barba divisa in due bande, raccolte sulla, sommità della testa e l<:'gate cln, nua specie di turbante. Da quelle pa,rti fa molto cn lclo, e tutto quel pelo non deve riuscire molto igienico. All 'es terno del tempio Sikh, Zetto osservò un'accozzaglia di mcnclie..:wti, molti dei qua-li era-no a,.tfetti da una ripu ­gnante elefantiasi.

Nella stessa, citbì di .Arnritsa,r v'era da compiere un:11

a,lt.ra visita, interessaute. E questa volta ad una donna, alla

signora, Mnktar, della, quale, <li suo tempo, si era occupata fa. sta,mpa moudia.Ie. La, signora Mukta.r doveva, la, sua ce.le·

hritù, a tre circost..;H1ze : ù'a.ver vinto un concorso scolastico di bellez.za ind etto a, Bomba,y; di essere stata prescelta a. favorita del Ma,Llù11·a,ja, dell'Iudore; di non aver amato con

tl-oppa feùdtà il Mahà-n1,ja, stesso, fin o ad indurlo ad assas­sina.re l'amante, per il qua.le fatto aveva, perduto - giudici

gli inglesi - il t rono, rimpiazzato dal figlio suo. L'ex Mah:\• r aja, i1,1 segui to, sposò un'a.merica,na,, miss Muller; la si­

gnora Muktar, invece, si rifugiò a-d Allll·itsar, dove vive con

una bella bambina di pochi anni. Accompa,gnato da, :a,lcuui giovani indiani, Zetto si re­

cava a<l ossequiare la, signora Muktar, e ascoltava da, lei il

sno dramma, rievocato con grande rimpia,uto.

271

La-bo1·e, ca.pitale del Pnngiaù, a, ci11qliantt~ c hil umct1'i da. ), .. lllrits~H', bell issima, città. 1Uoderu,1, satm·a, di. moYimento, offre a. Zetto un'emozione di gene1·e uuoYissimo: un volo in aeroplano. A Laho1·e l' a.ria.zioue chile ha, n uo s\'i lupp1) strao1·c1iua,rio, e molto nnmel'os i si co nh.1uo i vossesso1·i di un appaJ·~cchio da, t m·ismo. Zetto uc l'Ouosce uuo, mister Pa.ri, il quale, a,ppuuto, si compiace vort,u·lo in \" Olo c.:ol suo a-pparecchio sulla. cittù. lCent1·e soi-rola, Lallo1·e, egl i r·ammeuta, le lontape lJi.H"ule di I\ulre Bonetta, ...

I pungiabi molto somigl hmo a-gli occi<le11 t.tli , pei­il lor-o aspetto tisico ecl nuche 11er il c,a·a ttere. Li <li ::;ti1.1gue invec:e il fa.nat i~mo relig io!So, e lle esplode s1ieéinlme n t"e nei qua-rautc:1.r gio1·ni del Rc1111(((lan) l:l. qna1·e:-:-im:1 m usulma1w. Du ­r ante le procession i che si svolgouo nell'ultim a settimana-, Zetto potè assistere ~1lle a..uto-flagellazioui : vide migliaia di persone aYanzare in corteo ca-nta.ndo e danzando, p1·esc da furore religioso al punto da- in figgersi dei colpi cl i col­tello. Ad ogni passo qualcuno cncleva. a, tena., sven uto : rnn. ,-euinL subito raccolto dalle p1·orr iùenziali autor.l mùulanze del pronto soccorso, battenti \Jandiera con la mezz[t.. luna, verde .. .

Qua.lche settima,na più tardi, Zetto entrava nello statv del .Ja,mmu, donde 1·aggiungen1,, seguendo una stmda- clic sale a se1'pentina fino al livello ùelle nevi eterne e poi ridi­scende in pianura, Srinagar , ca.pitale del Kashmir.

Faticoso fu il suo cammino 11e1· ] a,. grande distanza che sepa1·a i villaggi. Osservò con curiosità che al vederlo gli ahita,p.ti si dava-no alla fuga per torn::i,re solo alla sua partenza.

Srinagar è una città singolare, chia.mata la Venezia,

dell' I ndia, per il fatto che la maggior parte dei suoi a-bit.a-nti - uomini dai capelli biondi e dall ' occhio azzurro - vive in una specie d i barche, appositamente costruite per soste­nei-e il peso del1e case, talune a due p,ia-n i.

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Seguendo uua, sua, vecchia. a,Uitudine, Zetto si recò a far visita. a,l Ma,hà,rttja .. Ma l'accoglienza, c.:he si ebbe non fu molto ,gentile. Il ì\fo.Jiùi-aja, ser!Ja.v,1, un sordo ,rancore per gli europei, iu consegue11za di una, spiacevole a,vveritura occo1·sa.gli dnrn,nte un suo vitlggio a Londra.

r1·escuta.to un gioruo n. una, giova.ne donna,, questa, gli ùiecle di nascosto, con soa.ve gn1zifl., un <-lppuntameuto notturno. Senoncbè qua.udo hl, ebbe raggiunta, e già stava pregusta.udo le gioie d ' un amo1·e. occidentale, vide baJ.za1· fuol'i un nomo armato d i 11.voltella,, il quale lo obbligò, pena, la vita,, a firmare un assegno per centomila, sterline. Lo scanda,lo aveva sollC\1ato molt9 sca,lpore, malgrado il Mahà1•i1ja si nasco:µdesse, nel suo via-ggio in incogoito, sotto il t itolo cli Miste,· A .

Arrabbiatissimo con gli europei, non volle ricevere i1

cammiìlato1·e, meno clic mai quanùo seppe clic· egli aveva da chiedergli una fll'ma . ..

Superando \'a-lli e monti, Zetto giunse alla. frontiera. nord-occiclcntnle, a, resba,wt1r, nel la, gi-àJlde città di confine. Tra, poco avrebbe ln.scia.to l'Iuilia.

Nel famoso Ua-za,r cli .Pesha,wa,r conobbe gli Afridi, con­siderati gli uomini più be11icosi a.I mondo. Va,nno matti pe1· fa r e la, guerra., al punto cLe quaJl(]o debbono sposare,

inscenano un 1·a.tto della. ragazza. prescelta. Ma se quel

ra,pimento è una cosa molto gentile, quel che segue, cioò l'inseguimento dei cougiuuti della, fanciulla,, :1-r-rivit aHe

più tra.giclie conseguenze. Perchè s-i spa.ra... da. tutte le parti,

e questa spara,to1·ia • multo spesso a,pre dei . vuoti oe1le .file

delle clue famiglie. Beninteso quel loro spirito gneniero non· può che da.re

a i neI"Vi agli i nglcsi, i quali. sono costretti a, spendere per le guarnigioni milital'i di quei luoghi più di quanto non

8J 1enda110 per t utto il resto <lell'India,.

273

Da. Peshawar, 1·csploratore inteudeva. p1·oscgnire per l'Af.gauist au, e a. tale scopo iniziò delle pratiche con le r ispettire autorità. Mentre attendeva. il lichiesto penucsso, udì raccouta,re del famoso P asso di Khiùer, dal quale si affenna, non passi una, lepre senza, che non sia vista cla.lle sentinelle bri taun.iche.

Zetto dimeuticò il pa-ssa,poito per mettete a p1·ov11 ~1,uche quella leggenda,.

Pa.ssò dal Khiùer, in bicicletta, senza essere a,ffatto veduto ...

Arrhò a, Laudi Kotal1

sul contiue afgauo e :si d i1·esse :su Cabùl. Trovò urn.1r bella st1·a-ch1r, larga, da, setvire al movi. mento delle a utomobili che va,uno a 1·ifoi·nirsi di viveri pe1· le legazioni eur-opee della capitale. Ma, i luoghi e r;.1J10 ino-• spi tali e desolati, anche per il ca,ldo iusopporta,bile. Non a tort o gli inglesi l 'ha.uno cliia.mato il paese ma.ledetto da Dio.

A Cabùl l'esploratore non trovò nulla di notevole, alFinfno1i di a lc_uni edifici costruiti al tempo di Amma­nulla,l.1. La città era ancor<.1r in fei·ment o pei· la, det roniz ­zazione del r e, e ma,! tolle1·ava la nomina, di Nadir Sllab1

sorretto dagli inglesi. Dopo qualche giorno di sosta, il camminatore decideva

di far ritorno a Peshawar per la medesima via : r:,-i burlava. così u na seconda, volta del Passo della fa-mosa lepre ...

Visitò in seguito la terra di tutti i Mab à raja e Ràja indiani, il deserto del R-ajputana,. A J a jpur incontrava un nobile Rajput, mister '.rhakur Raujit Singh, conosciuto durante le fe&te nuzia.U di Pa.tiala,. Costui lo invitò a parte. cipare al pig-st ick-in, la caccia a l cinghia,le che, praticata

a cavallo, presenta forti emozioni. Lasciata Ja,ipur, si dirigeva verso Ajmer, dove visi ­

tava il monte Al.rn, interessantissimo in quan to ospitfL il tempio principa le della setta religiosa Jain. Molto curiose

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sono le caratteristiche di questa setta, la, quale ha un solli ma inflesSibile dogma,: «Nessuno deve essere ucciso».

Per questo imperativo categorico, i fedeii jaini non IDangia,no neppure le uova, in quanto generatrici di nuove vite. Ma, v'è di peggio: se trovano una pulce o un pidocchio, non lo uccidono bensì lo depongono con .estremi~ delicatezza, al suolo, perché cammini, viva,! E quando si muovono guardano dove mettono i piedi, chè, gra.vissima colpa sarebbe uccidere anche. una formica. Nè finiscono qui gli eccessi. Gli jaini tengono sempre in bocca un batuffolo di cotone, per non ingoiare insetti o microbi. Ma, non per una misura igienica, bensì per1 quella, ip_ersensibilità che non permetterebbe loro di uccidere nemmeno il bacill9 del colera o del vaiolo.

E non sono pochi questi stra,ni nomini : almeno dieci miliop..i in tutta l'India,. I loro preti indossano vesta.glie candidissime, e il tempio di Ajmer è straordinariamente riccp : i suoi idoli hanno rubini per occhi, e dalle loro braccia scendono pesanti collane d'oro.

Non era, possibile lasciare l 'India senza vedere lui, senza conoscere lui, il figlio prediletto, l'anima, più grande: Gandhi.

Lo audò a cercare nella sua casa di Bomba,y. Il Mahatnia presiedeva una ◊Onferenza, alla quale partecipa.

~ va.no gli esponenti massimi del movimento igandhista, il dott. Anzari, mise:es, Naidbu, Jawalair. Nehru e Sen Gupta, per cui egli dovette attendere lunghe ore in una vasta sala. nella quale già si trovava.no numerosissime persone, tra. le qua.li trenta giorna-listi.

Una particolarità della sala: v'era al centro una unica sedia-. E poichè nessuno la occupava, per un reciproco ri­guardo, i presenti s 1affrettarono ad offrirla all'ultimo arrivato ...

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Alle sei del pomei-iggio si p1·esentò nella, sala. il segre­t a.l'io di Ga,ndhi 1 mister Desai, il quale ,wnunciù t1ll'lta, liano che Gandhi lo avl'ebbe ricen 1to.

Poco dopo egli era, nll..i.. pi·esenza, llel Mahatma . Secondo la ~un consuetudine, Gti.1ulhi l'3tani.. scùuto a.

terr:.1 1 T"estito a, ruetà, del l>ia-nco oa.ù-ì. Allorcbè il Yisitatorn gli fu davanti, l' _-\..gita.tor-e accennò ad alzarsi e stese all'o­spite la ma-no, rivolg·endogli in inglese akuue pa1·ole di ben­venuto.

Zetto giudicò opportuno di non doYer u1tare la gl'andc se1·enità, del Vegliardo, che appa,riva molto abba.ttuto per alcuni giorni di continue conferenze. Si limitò ad esprime t·gli la sua grande soddisfazione per a,·erlo potuto vedere e sa,l u­t.-.'lr-e, chiedendogli quindi l'onore di un autogra.fo.

Gandhi accondiscese ,·olentiel'i alFindto e, fattosi dare il libr o, scrisse, in liugua, gu_pu·ati, il suo vero nome, Mohmn Dasi a.ggiunse quindi la, ùa,ta . Nel fa re <)nesto scrisse il p rimo segµo con la- gra.fi:.1 inglese; m;-:1, suùito si corresse e, cancellato _con un colpo cli penna quel segno, lo 1·ifece in caratteri guyarati . Zetto, cbe attenta.meute lo ossena,v,1,, pensò come il Malwtnw, dovera, esse1·e aùi tunto a, medita1·c in inglese, seppure lottasse ta nto per Piudipendeuza della, sua terra. . ...

Al contrario delle molt itudini che al solo vedel'e Gandhi si sentono ipnotizzate, l ' Italiano 11.portò deJla sua visita al 'Vegliardo un'impressione molto pacata : al vederlo rannicchiato a terra,, umile, mite, egli pa-r ve a lui uu povero vecchierello ...

Jfa, si rese ~enz:.:dt1·0 conto come G:-J11dh i era uu sim• bolo, una- baud i01·a di trncentosessanta mili on i di uomini. ..

Conobbe, in seguito, a, BomiJay, la. cittù, più eur·o peir.­zata dell'India, i gr·a.vi riti dei ral'si, culm inanti con l'espo­sizione dei c:::uhtYe!'"i snll'alta: graticola, del la, 'Ione del Si­lenzio.

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IJ nr·u mrrll i de.: v iag·g·i,) dj Ze1to i 11 l'e1·si :1. in nussia, ne'l l" ll'aq, nella Sil'i:1 neil'An:1 • lo,lia. -- 'l'csti111011ia111.e di un run,.i ona 1·i o a 1·11 1e11 0 dell' Lra(] : , lel L".0nso k ing,l ese :1 J1;1 gd a,I: ,U u n co111missa1·io sov i t•lin) drl popolo nel Tu1·kc,;U111 n i sso: Ll e! gover11a t.oi·e pers lrin o {!od !(01·asan: fotognìtia. d edica e limll 1·0 ùel g"O\'t't·na to1·1' di S111irlle 1,el l'A1 1:1to l ia; del clit·e-U.-Ot·l~ <..lei pozzi d i rwi 1·0J io tl i l(anaquin {1 1·3q): del gov e rn:1• torn persiano del Lurlslan , a Kermansllall; .iJ ?l!utsa ri ff ili Ale!)po, in Si!'ia. ~

F010g'l'an e del l 11og;J1i

, I

I

Per quanto allenato alk~ visioni macabre, allorchè, nel pu:-:;sa.re ai piedi della r:L'one 1 udi cadere le ossa dei defuuti :;polpute dagli avvoltoi, provò un senso di ripu­gnanza.

Comiuciant a sentirsi stanco dell' India.. lufmcò nuovamente hù bicicletta,, e si dhesse aUa volta

tlella, peuhmla, e.li Ka.thiawar, nella qua.Jesi ·conta.no duecento stati indipendenti , ciascuno dei quali ha a capo un Nababbo o un B.aja. Attraversò, in rapida corsa., Dhrangadhra,, \Vad1:J.'ivan, Ra,jkot, Gondal, dirigendosi poi verso il Cutch, una regione t utta paludi e cauneti popolati di tigri, pantere, serpenti cobra.

Il passaggio da quella terra fu pieno di disagi, in quanto per lunghi tratti egli dovette portarn la bicicletta. S'ulle spalle. Raggiunse· senza troppe noie,- dopo poco più di una. settimana,, Hyclera,bad nello stato Sind. Osservò qui l 'ingegnoso modo adottat o dagli a,bitanti per ventilare le loro CflSe con una specie di velatura a.lza.ta sul tetto .

Fa, tanto caldo da, quelle parti che le donne Sind vanno a, passeggio protette solo da un pigiamino di seta.

Dopo Hydcra,bad, Caraci, sul 1nare. Qua.le gioht J.Jer· il camminatore vedere il suo porto

popolato di -1rn \'i ciel glorioso Lloyd Triestino !

277

MADEMOISELLE TIBESAR ROMANTICA DEL NOVECENTO

A desso egli si .è p1~oposto di correre, di accelera.re al massimo la marcia di avvicinamento all'Europa. Da Oaraci si è diretto a nord, verso il -selvaggio Belu­

cistan. E' passato da una regione, a,ll'a.ltra senza nemmeno cm·arsi dei luoghi che visitava, del r esto scarsi d'interesse, solo preoccupandosi di superare chilometri e chilometr-i, chè, orma.i, troppi a,nni aveva richiesto quel suo vagabondaggio a.sia.tico. Eppoi, che a.Uro ancora poteva offri:Fe quella terra?

Rapidamente al'l'iva a Kelat, capita.le indigena del Belucistan. Alle pol'te della città s'informa da akuni soldati sugli usi e costumi del paese. Apprende fra l'altr•o che da quelle pa,rti la fedelt,\ delle donne viene salvaguardata, per i1,1teressamento dei rispettivi uomini , da baJ'bari st-n1menti che si ispira.no alla medieva,le cintura, di castit:\. Nel parlar­gli di quella costnmanza locale, i soldat i aggiungono storielle lJiene •c1 'aim1,ra, il'onia ...

Rimonta in macchina,. D 'ora innanzi la sua, marcia

procederà. in mezzo aUe insidie di una terra, considerata tra le meno ospit.lli. E' il deserto che si schiude da.vanti a lui, un deserto di nuda, roccia,, infrwca-to dnJ sole.

270

~-\. :-:; teHto l'~1ggiu H;;e Qudiu , n ·:-:; idcuza tl cl Gorerno iuglesc. L ' immiuenzcL l1i \Lu luogo l·hi lc gli è ind icata. dal frequente incontro, lungo la pista del deserto, cou repa,tti di soldati in marcia, p receduti cht teorie di cani a,t•m,1 ti e chiusi da colonne d' <.H-tiglie1·ie ...

11'1•;_1, voco don·à riuuuciar c alla, p teziOS<.L IJicicl etta. Seguendo 8ewpre le ca-i-ova,niere, egli ava.uza in dire­

zione della frontiera, persin,na . Ltt stracl;L è segnata, da, uua pista, elle coi-t·e pa1·c:1llel:.t alla linea fcrrovia 1:ia. Qna.ttrncen­tocinc1uanta migl ia, di bimwio sepa-r ano QueUa, da.Ua, fron ­t ier<t per-sia 1rn. 11 tenitol'io tagli.ito dc\ lla, fol"l' ovia è cos: poco sicuro che le 11iccole stazi oni dissemina te nel desc1·to si present ano come dei ·fo1· t in i, arnrn te l1i c,m11oui e mit1·aglia,­trici ..

Kon è per difeuder si dalle tribù uoma<li ~he gli Iuglesi L.allllo adottato quelle misure prcc,1uziona li , CJnan to per met­t ere i punti sugli << i )) 1 in vista di certe pretese dei loro vicini ~ulla proprietà della ferrovia stessa. La. qua.le , poi , in a,ttesa. che le cose siano chiarite meglio, si a-nesta a, Nnkundi, sulla frontiel'a , mentre potr eb be continuar-e per altre 130 miglia in tenitorio persiano ...

Ora, l' altipia.uo del Belucistan si wost ra, ucl s uo pie no squal101·e, in t utta, la, sua, ttagica, aridità,. Dalla. tei -ra, ano stita dal sole non esee nemmeuo un filo d ' erba-. E' r~n immenso p iano tl i roceia che lentamente, sa-le d,1 mille a duemila metri.

1'1-eoccupa sop1·a ogui cosa, l 'esplo1·alorn la 111a11ca 11 z :.1

ct·acqua 1 ver cui al disa,t,rio della, .mar·ci. L Holto i l HOle rwu tarderù ad a-g-giung-el'Si la sofferenza, delhi.. sete. Ecco come la bicicletta fi nisce col d iventare un peso pi,ì cLc un)ulili.tà , anche per il d islivello, sem pre pi ù sensibile.

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Auco_ra quakbe chilometro, p!Ji una decisione :P!ledta Lile: L1, ri.n uncia alla bicicletta, che viene a,l>ba.ndonata sul desert?. Scnqnchèi poco dopo, Zetto torna sui suoi passi e i-iptende la1 ma,cchina . . Ba pensato che va.leva la pena di tira,rsela, dietrn ancorn, un poco, fino a-1 primo villa-ggio, nel qua,lc H,\'l"eb\Jc ce1·to hovato un qnn-lunqn e lJredone disposto a.d a.uut~I1t.11·e i suoi mez-z.i <.li locolllozione ill cambio di viveri e, forse, di un po' di denar·o.

Dopo tre giorni di estenuante ma,rcia sotto un sole che ubriaca,Ya-, egli è anirato a, Nukundi, abitata, da pochi sol dati e da, un solo em·opeo, il quale si vanta di_ essere in una volta, il ca.posta-zione e il facchino, il telefonista e il telegra­fista., il postino e il sindaco dei nomadi che vanno ad atten · darsi in prossimità della stazionè-fortez.za.

A quell' uomo non poteva che giungere gradita l '-offerta d'una bicicletta. Difatti, egli non se l_o fece dire due volte rna, ,11:quistò scnz'alti-o la, macchina, consegnando a-ll'esplo­ratot'e alcune diecine di rupie, con le quali egli andò a com pera re tutto quello che il luogo offriva : uva, e meloni.

Si è rimesso iu cammino per ra,ggiungère la- frontier:1 persia,11a. Il pl'imo paese che incontra è Mirjawa. Le sue carte r cngono accura,tamente esaminate dalla polizia di confine, infine egli è lasl'ia,to eutra,re in territo1·io persiano.

Ma il deserto a.ucora non è finito. Oltre Mh·ja,wa l'a.lti­pi:1no 1·iprende in tutta, la sua, tri&-tezza-, forse più desolato ancora,, bia.nco di ca.Ice sotto l'irruenza dei raggi solari.

Ad una cert'ora, del meriggio, il camminato·rc ha l'im­pressione di vedere a · qualche centinaio di metri un'ombra isola.ta nell'accecaute riverbero. Sarà un uomo che cammina,

pensa.. Ma, com'egli a,va.nza, ha modo d'accorgersi che quella.

ombra. rima,11c sempre ferma,. Allora cammina più · spedito: il1 tanta, solitudine una qualunque distrazione acquista d'im. provviso una, importanza straordinaria.

281

A.desso 1 però, vede bene : è propr-io un nomo, fe1·mo i11 m ezzo alla, carorauiern,, in tento a ri pa1·a1·e una, motocicletta .

Ma, la, t nta del motociclista, sYel:\, poco dopo una, sor­presa. oltremodo lieta: è nn,_1. cl omrn, ! E ' nn n. ùella :figliola.!

Battute in ti·e lingue, in pieno dese1·to del Belucistan : - What -is the matter 1oith You? - JJierc-i bie-n : -r-ie·n ll~ext-raol'(li·nairc. 0 1 est 1wc panne

seu-leme·nt ! - Accident i ! - Siete ita.lia,no, Yoi ? - Voi, pure? - Ko : sono belga,. lCa c: onosco un poco tutte le li ngue. - )t llora, . .. ci potremo intendere ! - Ma chi siete? - "Cn nomo elle ca.mmina. Voi ? - "Cna, donna che Ya in motocicletta, o, n1eglio , cl1e

anclaYa in mot ocicletta .. ..

- E che adesso andrà. a piedi , come me . . . - Pur troppo. l(a voi m'aiuterete a. condn n e questa,

caffettiera , non è Yero?

- Con grande piacere !

P oi, libera,tasi della t-11.,ta che impr- igion;:wa, la, sua gn1-zia bionda, maclemoiselle J nstine Ti bcsm·, Lielga, ventiduenne, CE!ntaura del Novece:pto inchi odata nel deserto del Belucistan da una pa1vne, raccontò qualche cosa._ della 'sua vita. di in tre• pida sportiYa. Però, 1'ien d'extraordiriafre: sta-va, com piendo un raid da Saigon, nelFi nd ocina., a Pa,11gi, per conto di nn :1

gra.nde casa, francese di mototidNtc. O' est tout.

- Et vous? - Io yengo da .. . un po' più lon tano. Ma, io camrn! •

n ò per conto mio, e a-l'r-ivo qtwnclo un ivo, percliè non 11 0 fretta. e nessuno mi attende.

282

- E dove andate? - A Oslo, in Norvegia,. ì\ia.demoi!$elle Ti!Jesa.r ingra.ndl gli oc.ehi color dei lagbi

fiamminghi: - E a piedi? Ma,, e perchè queste ,,ostre passeggiate?

Vi fruttano quakhe cosa? - Non mi fruttano n-Ùlla; ma mi piace così. - O} est oharrnan t I

Andarono ava.nti , insieme, a iutandosi a spingere la motociclet ta e a mit igare con i sorrisi d' un 'a.micizia nata in circostanze singola,ri, l'incombente solitudine del deserto . La corag;giosa, fanciulla si mostrava fiera di poter cammi• na.rc a-1 f:ia.nco di un uomo che a.veva vissuto un'inco.mpa,ra­bile vita- di nomade, quaJe forse vagheggiata, da, lei nei suoi sogni cli romantica del Novecento·.

Lentamente ella si compiacque p.a.rrare a Zetto le avven ­ture del suo viaggio, in pa,rticolare in quelle regioni , popo late cl i pr·edoni e d'uomini decisi. Confessò che aveva fatto due o tre incontri pericolosi, di gente malintenzionata; ma aggiunse che aveva saputo difender.e il suo nome· di donnn, occidentale, ricorrendo talvolta a.Ila sua piccola rivol tella argen ta.t.:'1.

- Avel:e dunque clelle armi? - Sì ; ma. ... per adesso non vedo la necessità. di adope-

rarle ...

I'l'ima cli arriva.re a, Duzdap, (elle in dialetto persiano signi6c>t Acqua dei ladr-i in <Jna,nto è là che le tribù nomadi usano rifornirsi d'acqua) i due amici - tali orma.i possono chirum.arsi - si imbattono in una pattuglia di soldati per• siani. Il capo della pattuglia, come s'accorge che sotto la. tuta del motociclista si nasconde una, donna,, gira. e rigira.

28~

le c,ntc elci due t. 1·;1, le ll1a11 i1 soll ern uclo molte eccezioui e a1Ier111auclo che, secoudo la legge, i due (1on·ebbcro essere fl'rma ti e condotti al primo posto di guardia. Specialmeute hl, douua, - soggi unge irouico - uel1a, quale si potrebbe na• sconclere una, spia .. .

Ma, l'Italiauo è t utt 'alt1·0 cl.te disposto a perdere Justiue : p1·ocesh1., cou eue1·gia. contro le insinuaz:ioui di quel soldat..1ccio, fincliè ottiene di essere lasciat o iu pace, assiem~ alh1. Slli.1, clouua., a. continua.1·e tnrnquilli il loro ca-nunino. Ma. ha don1to pl'illla, minaccia,l'e u uc.t guena. ! ..

Da, Uuzdap, uel qua le. villaggio gli inLlia.ni sono molto occupa.ti nei contI·abùandi con i nomadi, l'lpreude,·a,no la llla,rcia, nel deserto e do1)0 alcuni gior11i 1•a,ggiungeva..uo l'oasi cli Sa-ust's, centi-o di ptcdoui cur·di e nfga,11i. l.ina bi:evi:::;sima. rnplJ<l a ll e soglie clell' 0.:1si e pa,rtem::a. all 'a-lU,1-. Si H.JJI'iVc.t ora una. Uella ca,l'OY~wie1·,.1, cost1·uit<.t nell'u llima. gnel'ra, dagli inglesi per il t i-asporto delle tn1ppe iu cl ia,ue. Su1Jera te akrn1e miglia lungo quella stnHhL infine entra.vano a, Bil-ja-ll(l , la. città dei tappeti.

l[ademoiselle Tibesar accusava, mol ta stanchczz;.t per i disagi della uiarcia . nel desert o e fu pa rticola rmente lieta delFarriYo a Birjand, in quanto era sicura di poter l' imettcre in efficienza la macchina, e 1·lp1·endere la sua, corstt vel'sO Pa.rigi .

E quando, all ' indoma ui, fu il momento di dirsi addio~ non fu senza, una intensa nosta.lgia che la piccoht Justine strinse la mano a Zetto :

- Venite a. trovarm i a Parigi! - Volentieri. Ma,, in quel giorno, forse non sarete più

in pan1tie ... V

,Jnstine Tibesa,r ha lasciato nel camminatore un pun · gente desiderio dell'Europa, in qua nto ora gli accade ùi

284

pensare, ricordandosi ùi quella inconsueta passeg·giata a due, che, in fondo, an che la vecchia terra _d'occidente può ancora otl'r-ire qualche cosa di buono ...

Ma l'E uropa, poco dopo, metteva, nel suo cuore altri sentimeµti. Nel bazar di 'l'tu-bat-I-Haidari, frequentato da.gli afgani e da,i turcomanni, egli incontrava un centinaio di mendicanti europei, laceri, scahi, s·udici, affett i da ripu­gnanti deformità., i quali offrivano uno spettacolo tra i più pietosi iu mezzo agli indigeni.

E non era possibile ingannarsi sulla loro ra.zza : pelle ùianca,, capelli bioudi e fini, o_cclli a,zzuni. Si inforiµò sulla proveuienza, di quella schiera di misera.bili. Gli dissero che Cl'a, cah1,ta daHa Russia europea, messa in fuga dal terrore .. Con profondo disgusto vide gli indigeni sfogare il loro odio su quei rifi uti della guena, e della rivoluzione, odio dovuto anche per l'm·to delle religioni, e a-bns::ire delle donne, a-ifa. ­mate e ridotte ~Hl ogni ba-sscz½a, ..

i\'[csù.ed, ca-pita.le L1el Klrnrri.san, mèta .di ,gra..udi pelJe . grinaggi mnsnlmani in quanto ospit11 la t omba, di Imam Riz:1, otb1,ro Imam dei Rhi 'as1 ritenuto il discendente diretto di Maometto per p:.wte di sua figlia. lì'a.tima, interessa il ca mminatore soprattutto per le sue leggiadre donne, Je quali possono van t,•n·c g!i occhi più belli al mondo.

Le pc1·sia.ne forse colpiscono in modo particolare per qnel loro costume di nascondersi quasi interamente in una !SIJecie di lungo mantello monacale, nero, e di porta.re un · copricapo con un front ino di retiua inamidata. A ca-usa di quel frontino, allorcbè vogliono osservare il passante, sono coshette ·a, piega.re un poco all'indietr-o ·n ca,po, e in questo gesto a,ppa,iouo oltremodo seducenti. Più seducenti n,ncor,i. quari.do, nell'intimità delle loro abita-z.i~ni, circoucla,te tutte ~la un gia,rdinetto e chiuse da. un a,lto muro, si compiacciono libern-1·si di qnell 'imùa.rnv.zante copricapo e di quella tetra,

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Yèste, per most1•a,1·e all 'ospite come, sotto ai paludamenti persh1,ni, portino indumenti europei, dal pittoresco golf aJla, ta,micietta di seta, ...

Ma Zetto non ebbe troppe curiosità a Mesù.ed. Dopo qualche giorno egli si presentò al Consolat o 1·usso, teutaudo d:ottenere un permesso di visita-re la Uepubblica dei Soviet.

Da,pprima gli fu risposto clte un uomo del suo stampo non a,ven1, nulla da Yedere in Russh1,; a lla fine , in seguito a in sistenze e assicurazioni, ottenne una, concessione speciale per un soggiorno di un mese. Però , in quel periodo egli s~u·ebbe sta,to considera.to un t·twista. La gentilezza. del Cou• sole arr iYò fino a, proporgli un \'ia,ggio del t utto grat uito: lo stesso ufticio sovietico di propa.gandc1, gli aNrelJùc procm·a,to uu soggiorno di lusso, ond'egli potesse ren clet·si conto delle condizioni della Repubblica rosisa.

~a t uralmente Zetto accettò l'of!.'ed.ct, e, dopo a.ve1· messo al sicuro il suo prezioso bagaglio affidandolo al signor Can ­nobùio, Console italiano del Touriug Cluù a 'l'eberau, si

.incamminò Yerso la fron tiera del 'l'urkesta.n, primo posto sul cou fi ue. Da qui yenfra iudil-izza.to 1:1, Merv, donde avr·ei.Jl.Je potuto irnùarca-rsi sul t reno .

. Egli dde la Russia come già: aveva veduto il Giappone: di corsa, nello spazio di un mese.

· Fra gli uomini gia.lli egli ei-a passato in bicicletta, fra, gli uomini 1·ossi pa-ssò in ferrovia. E, stra.na coincidenza, iu tutti e due i paesi egli viaggiò a scopo di pubblicitù,. 111 Gia ppone, era la Nichibei Shoten elle faceva la -r6clamo a.Ile sue biciclette; in Russia-, e1·a il Governo delle U.H.S.S. che faceva correre il visitatore pe1· fa-rsi da solo un poco tl i réclame ...

Poichè Zetto era un uomo che viaggiava d~ anni ed areva ormai conosciuto il mondo intero, le sue osservazioni e le f-.'1.lC esperienze acquistavano molb.i, a.utorHù, : domani, trovandosi su un qua.lunque post.o della teiTa, egli avrebl.Je

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potuto raccontare, a,5colta-tissimo, di questo o quel paese, richiamaudosi alle sue psservaZioni personali. Era proprio un eccellente a,ffa.re fa1·g-li conoscere la Russia• ...

Cna curiosa avventura attendeva il turista a Bokhara, da lui _raggiunta dopo Leninsk Turmensky, la città natale di Lenin.

Reduce da una visita fatta, all' Amir, incontrava in una piazza un, loquace missionario musulmano _conosciuto giorni prima alla tomba di Imam Riza di Meshed.

Un còmpito del tutto ina,tteso si volle assumere, nou sollecitato, il .rispetta,bile vecchio: quello di catechizza.re lo straniero fino a farlo .abbracciare la, religione musulmana,. A tale nobile aspirazione egli giunse non appena si accorse che Zetto portava abusivamente sulla testa il fez , per cui spesso veniva, scambiato per ma,0mettano.

Godibilissimo era il musulmano nelle sue fatiche di missionario, speciaimente quando, per conquistare l'anima del ca,mminatore a ì\'1aometto, gli andava promettendo para­disi tenestri, non ultimo quello di ·poter sposare quattro don:µe, rappresentate per la circosta,nza dalle bellissime figlie di ricchi commercianti di Bokba,ra.

Avrebbe avuto un'unica fatica da sopportare per diven­tar:e dei loro: tenere delle conferenze tutti i venerdì nelle moschee più frequentate, allo scopo di illuminare i musul· m;1ni sulle ... profonde ragioni idea.li per le qua,Ii egli si stava convertendo all'Islamismo. Quelle conferenze - prometteva. il missionario - gli avrebbero dato modo di mettere insieme un bel g11.1zzolo.

Zetto ne · aveva. provat e oi:ma,i tante che, una più, una meno ...

Disse senz'altro cli sì a1 predica,tore - beninteso senza, alcuna convinzione dentro di sè -, se non altro per non

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YeLlerselo semp1·e ti·a, i pièlli , tenace lOll.lC un t.1·ell it o1·e t.klnso.

Il nrnsulnrn no allora lo p1·ese nd uu btncc: io e lo vortù in giro pe1· Bokba1·a., prese11 tn11dolu ai HOb.tUili 11nu:,ulmaui. .-\..ll,1 ii.ne ùi quelle p1·eseu t,1zio:µi uftici a li, iullì uua, l'innio11e g-ene 1-ale per le cerimonie v1·eliminai·i del ·uatte~imo.

La, rinuione 1-iusci imponente, iu quan to Yi 1m-1·tecipa­r ono i maggiorent i della, comunità. musulma11a . :Kella nv>­

.schea ,·en11c1·0 i1111a,lza te le v1·ec: i di 1·ing1·;.Miamentu <lll AH,1h,

per- aver- rolu to rischia1·a,1·e fa, 11ie11to d i un i11fedel e .

Fermo dan.u1ti a- un a lbn e, mentte fi uge,·a d ì legge1·f~ alcuni passi llel Co1·:.rno - e si taccia Ya i11n~ce, n el su o pil\ puro ·c1i :.1 letto Yeneto, ll ' ipoc1·ita e di f u1·fa ute ! - Zetto ossei· ,·ani i· <:O UYenuti_. i11 p,11-t icola_r moclu i l rni::;sio11ruioJ tntto preso da lla gr .. w ità del 1·ito ..

Le fu nzioni a ,enu10 te1·miue con la solenne pa,r tecipa • zione del mission;.uio a,i fedeli che fra, giorni il n uovo cone­ligiona.rio sar·ebbe stato battezzato Mohamed Alì , con la grandiosa funzione dell ' in iziazione ..

lla , se i m usulmani bernvan o gtosso, la, Ccka, t cneya, gli occhi ben a pe1·ti , e quell'uomo che di ma omettano aveva, s.olo un fez ) molto u tile per passare inosse1·vato, ,·enne alla, fine sospettato di intenzioni molto posi tive manifestantisi attra­verso quei suoi armeggi con i musulm u-lli . Gli ageuti dell:-t l'eka 1·i tenuero cioè che lo straniero teutusse ili ·a bbracciare lu- fede islamica, al solo scovo di mettersi poi a, capo de11 a intera comunità, e magari .guida.r·la, più tardi, a,d una insur­rezione nell'intero 'l'urkestan.

Pertanto, a un gioeno di di::;ta.uza, ùa ll a. famostt l"innione plenaria nella moschea, il non a,ncora Mohamed Alì venne gentilmente invit ato a levar le tende . ..

Il treno corre verso il nord dc lJa, Russia : Samarkand.a, 'J'asbkent, P erovsk, Caza.Jinsk, Irgli is, Orenburg, Samara, P ensa, e in fi ne l\losca.

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Ta.ppc Urevissi rne, accorciate da una noiosissima, impo­sizione delle autorità (conseguenza. dell 'episodio di Bokhara) di presenta,r si tutte le sere al più vicino posto di polizia. D'altra parte, egli non era. libero dei suoi pass-i, mentre doveva, recarsi dove piaceva agli agenti turistici messigli alle calcagna in ogni città.

Faceva cosi Un ' indigestione cli scuole serali , di circoli cultura.li per operai, di abortori di Sta-to, di case di ricovero per faJJ ciulli a-bbandonati, di fabbriche, di ·caserme ... Solo questo egli doveva vedere, non alt:ro. E non v'e1·a modo di 11rotesta:re: non a veva aooett a.to di essere ospité dell'ufficio governativo di p1-opùganda?

Tutta.via, v'era modo di osservar e qualche cosa di attraente. Ad esempio, le esercitazioni dei repa-rti femminili militarizzati , addestratissimi nel lancio delle bombe e nel maneggio de1le mitragliatrici. Solo che queste visioni fecero pensm·e il visit..'1,tore con nosta-lgia, a l tempo in cui le belle 1·usse si aùba.ndonaNa.110 a.i vortici della, danza., accompagnan ­dosi con le balalaike .. .

A Mosca lo iuvita-rono in una speeie di grande albergo popolar-e riservato a coloro che visitano la. Russia a. scopo di studio. Gli venne assegnata una stan1.,etta discreta.1

15ufficientemente pnlitn,. I pasti, però, egli li doveva con.su mare assieme agli a-ltr·i ospiti dell 'aJùergo, in una specie di

vaste cucine· popola.ri . Alla sera, allorchè si presentava alla polizia, otteneva dei buoni (così tutti gli a-ltri ospiti), con i

(]Uali poteva ottenere quanto gli faceva bisogno . Mosca? il KTemlino , le gigantesche costruzioni cubiste,

i trams straccarichi di folla, fa:· moltitudine sulle stra-de, le

code dava,nti a-lle botteghe, i treni sotterra-nei, i musei , le case degli operai, gli ospedali, gli abortori, l'omore liberO .. .

Già; l'a-mo1-e libero, a-ltro pezzo forte della Russia sovie•

tica. Un · primo sa,ggi"o, Zetto lo ebùe sui tre:ni, qua.ndo gli capitò di dormire nella-più imbarozznllte promiscùità di sessi

e liberti> di gusti ..•

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)fa ,t Srnlj ng1·,ul ,t-n~ni auc\ic una piCl'Oht an·en tur,1 eloq uente più di nn ti-,1tt,1to scieuti!ico.

Tu n n cil·e-olo di cultura) egli eouulilie uu;i. ::,;e1·a ùna gion.ll1e donna .. Sou pote,·a che chhuua1·si Souja. Dopu che si ebbero scambiate pocUe iucoucluùen ti par·ole, la. fauduUa, inrocò clct lni un picco lissimo fa rote : cioè lo pregò CH spo glia,rsi dei suoi a-biti, in quanto ('lla cleside1·an1, rhe~til·li 11e 1· 1,a,rtecipare ad una, festa di ballo.

- Ed io _. clove mi n ido a uascoude1·e·? - Tu ~·ai a casa. min , ti metti nel mio letto e mi •I~p:::t:ti.

Ya-lera la cnriositù di accetta re qnell'in\'lto.

Son ja. tornò a- c-asa a.U'alba. : circosta.nza- che molto indi­spose chi l 'a,ttentleva .

Non appena ella si fu liberata ùeg-li ab iti maschili. , Zetto si ri\-estì. Era secca-to e ne se ,·olent a.uda.re.

Son ja, che a-ppari\·a leggermente eblJ1·,1 per le emozion i della notte tra.scorsa, nel circolo di cu1.tiwa) quando si accorse che il suo strano compagno fac en1, sul ser-io, se ue anda,·a-, fu presa, dn- una. ~orda l'abbia.

- Sei pazzo"? - -Ne ho a,blJastauza ùel tuo amore lilJero e della t w.t

libera Russia. L a- fanciulla lo guardò e.on occhi to1·l>idi, indi diss~.

fredda : - Se te ne \·ai , mi uccido . - La- pazza in questo c,1so sei tu. F n i-ò proprio bene

ad andarmene. E usci, sbattend o la, porta,. Ei-a appena su lle sca:le clw

dall 'abitazione di ·souja- pa rtiva un m·lo, sub itò seguito da un tonfo. Di corsa Zetto tornò rerso la stanza. Era, chiusa a ehiar e. ·Poicllè dal di deut 1·0 non i·isjioucle,'~1 nessuuo, Llsogn ,) in roca-re soccorso a.i vicini 'e foi'za l'e la, portà.

La donna. giaceva ~t1l padmeùto, pallitla, con lf! Ja.l.Jb1:,1 orl8te di schiuma-.

Sopra il comodino, una boccetta. : velen o?

2911

Bastò uu modesto la,vacro allo stomaco per rimetterla in sa,lute.

Ma a Zetto bastò quell'epis'Odio per comprendere lo spirito di quell 'amore libero, del quale ta.nto aveva sentib> parla.re e tanto aveva letto, per doverlo considerare a.Un. stregua delle tante a bbiezfoni umaue incontrate nel suo vagabondare.

Pensò con nosta,lgia aUa piccola Na.ga., figlia di canni­bali, nel cui amore gli pa-rve d'aver trovato una grazia urna.na indicibilmente superiore n-lla brutalità di Sonja, libera, fi glia di Russia.

E nello stesso episodio parve a Zet to di dover ricono • scere un poco dell'auima della nuova Russia.

Rimontò in t1·eno, questa volta diretto a sud. Raggiun • geva Astraka-n, sul delta del Volga,, quindi Tiflis, nel Ca,u· ca-so, città di bellissime donne e di form.ida,bilì mangia.tori di uova sode accompagnate da lunghe sorsate di Wodka. Conti­nuava per Ba-ku , ceptro 'del d,umping del petrolio, infine da Orduba-0. usciva dalla frontiera russa per r ientra-re in Persia..

291

. .,.f:,·

n ocumenti cl e.l vla,ggfo l n Eu ropa. - Detlich o cl! Gcnnar i, segrel.n.1'!0 dol F,1scio <11

:;~rif1~;r, cl~~ t~iiii'1~t'l~~~:o d~~1-1~61i~Sofc01~ii11~ 1-~f~1e~~l~n.:~~ t(;1 vii;~l~;te~cf~nt~fgtc se~~~~f <~;/)~

del Fasci o li ~ CostantinoJ)oll; tl o1 pl'l nciuc Co lonn a, 111i n istro d 'Ital ia. a Stoccolma: cl i ,s. E. ue Hoss!, m inistl'-J ,r rta.lla. nel r,ussemh1n·i;;-o; del cousole Halia.no di. Pa • 1. 1·asso; llella Scg retC" 1·L:1 di Sl:i.lo clolla Hep nblJlica cl i Sa.n l\Iar ln o; llel ma rcliest! (li Soragna, m iu lslr·1> In Albania; tll Sottil i. segl'el.·w io ciel ~'a scio Cli 'l' il·a ua; cl i Ci tl~ Jin1, reggenle la 1.,egazione d' l l.alia a Co1Jcnag hen; ù 1 s. E . Lago, gove ,·nalo1•~ delle I sole deU'Egeo; cleJ pror. Arturo l'l"larplcaU, vlcese:g1·et:1rio tle-1 Par tii.O Na1.ionale, Fa -1>dsta a ttomfl; d el .R. console Cobbl di Du rau.o; òl a.Il,·! Fasci o n.ut.or l1ll consolarl,

FERITO DAI DRUSI

L e strade di Teheran , capita.le della Persia, non iuvitano molto alle passeggiate in quanto sono tutte in pendenza,

con,tornate òi ca.nati pei quali gorgoglia l'acqua che serve a disseta.re gli abitanti, ma-nca,ndo ht città d'un vero e proprio acquedotto. Nei qua,rtieri alti , l'acqua è limpida e può essere bevuta con. relativa sicurezza; nei quartieri bassi , via via ,che scorre nei canali aperti, essa diviene sempre piìt fosca. Ed è forse per questo che la cit tà soffre continue epidemio di tifo, le quali a.prono paurosi vuoti nell'infanzia.

Ma è tuttavia una bella città ; più belle .a,.µcora le sue donne.

In nessuna parte del mondo Zetto ha· veduto tante donne per la strada. Indossano tutte quella caratteristica veste monacale, e si r icoprono di veli , mentre poi, lungo le vie, si ferman o e si gira.no ad osserva.re con occhi di fuoco il passante. Per qua-nto avviluppate in tanti stracci, conservano molta' grar.da., e spesso. sanno riuscire seducenti per una loro discreta civetteria. Ma allora - si domanda Zetto - , poichè hanno tanto gusto di guardare e di fa.rsi ammira.re, perchè si coprono .a, quel modo?

293

Ha ritirat o dal Console del 'l'ouriug il suo baga.glio e s>appresta a riprendere il viaggio, in quanto spera di non aYere altre distrazioni. L'Europa, non è più ta,nto lontana. ed egli è sicuro di ra,ggiungerla. in uu paio di mesi: ora, è l'ago sto del 1931: a Natnl e conta di essere in Italia,.

Va a Shembran, fuori Tehera.n , a visitare il nostro llinistro S. E. Daneo, (deceduto alcuni giorni dopo) , e lo Scià Riz.a, Shah Pbale\"i, « re dei re».

Questo presuntuoso signore è lievemente imbarazzato nell'accogliere l'esploratore: nou potrà aderire alla, sua richiesta di firma,rgli il libro, per il semplice fatto che non sa, nè Iegge1·e nè scriYere. E non è colpa sua: ~1ella sua gio­vinezza, Riza Sha.h Phalevi è stato un bra,vo cosacco che curava la pulizia dei cavalli. Più ta.rdi, a.vendo dato qualch~ pro-radi coraggio, lo nominarono ufficiale e dura,nte la guerra. lo fecero addirittura, colonnello. Poi, fatto esperto dalla vita, ha c9ntinuato da solò. Subentra,ta la pace, alla testa dei cosacchi persiaui è entrato in 'feheran, libera.ndola dai

1·iyoltosi. Orama,i era degno di a.Jto destino: difatti, si nominò prima ministro della. guerra, infine costrinse il legittimo re ad abdica.re e anelare a morire in esilio a Parigi, mentre egli

si a-utoeleggeva sovrano della P ersia, con l'attributo di « re dei re>> ...

Un uomo che non scherza, anche, il re a.nalfabeta,, al

punto da mena r le mani con i minist1i e i cittadini. 'l'eheran ricorda d'averlo veduto un giorno scendere da.Il'a-utomobile per andare a .sebia,ffeggiare un conducente che si era permesso <li chiudergli la, strada col suo carro tra.inato da-i buoi. ..

Zetto ha lasciato Teheran in compagnia di un conna­z-ionale, certo Lenzi, uno strano individuo che gira, il mondo in attesa di potersi immortalare. Ma non intende immorta· lare il suo nom e, nè il suo spirito, bensì il suo corpo . E come?

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Semplicissimo. Intaut9 che assieme a Zetto sta dando la scalata al monte Dennevend, alto circa seimila metri, spiega la. sua. formula,:

- Questa è per me una prova genera,le. Io vado cer­ca,ndo i monti sempre più alti, e ~ alleno così a-lle aHez.ze supreme. Sono ve.µ uto fino in Persia per t rovare una vetta a i sei mila metri. Ma la mia mèta. è l 'Everest, novemila metri ! Quando l'avrò ra-ggiunta, scaverò una. buca nella neve e ml metterò dentro per attendere la morte. Ma. non sa-rà una morte, la mia-, in quanto il gelo impedirà la disgregazione delle mie cellule. Io resterò per l 'eterno come sono stato finora, qui:µdi non morirò mai. Resterò per tutti i millenni a dormire sul punto più alto della terra,, sull'immacolata vetta dell'Everest, sullo scenario dell' lmàlaia. Avrò cosi data. immortalità a l mio corpo ...

Altri pa-zz.i egli aveva incontrati nel m,ondo per doversi sbalordire di quel povero Lenzi; ascoltava 1~ parole della sua follia in silenzio, mentre os.servava,, sul dorsale del monte, un turista americauo intento a farsi sollevare con delle corde tirate da un gruppo di i:p.dig-eni, mentre una guida stava fotografando la sua abilità di arrampicatore ...

V

Sen Gupta,, autista inùia,no, proprietario di un camion , una persona gentilissima: concede a Zetto un passaggio

gratuito da Tehera,n alla frontiera. delPiraq, settecentocin ­quanta, chilometri di strada,.

Fil~ del viaggio: una, lunga zona semideserta, con rari ciuffi d'erba,, senza un a-lbero: Kazvin; miniere di sa,le, terri­torio mòntagnoso, poi frutteti, gia,rdini , orti , vigne : Ilam­madan; una catena, dj monti brulli quindi una bella città, punto di ritrovo delle tribù curde, della Persia del sud e del vicino Ira.q: Kerma-nshah, capitale del Luristan; ca..ldo iD.tenso, m_assacrante, conche e vaUi punteggiate di tenùe nere fatte con_ la lana di capra: Kasr-I-Sh•Iine; un piccolo fiume a-zzurro e fresco: Kaa-nakon.

295

A questo punto Zetto si congeda da.ll'ottimo e pre :.doso Sen Gupta, per continua.re a piedi ,·erso la frontiera dell' Iraq. Le ultime pa.ttuglie persia..ue gli dà,uuo qualche noia, facilmente elimina.bile gra,zie alk't corruzione dei fun · zionari1 addirittura chiamati da-gli stranieri, per quel difet ­tuccio, '1.'re kran) in quanto con due o tre kran - moneta equivalente a tre lire italia-p.e - può essere perpetra.ta. qua­lunque infrazione a.lle leg-gi del paese.

Eccolo a Bagdad, ca.pitale della, Mesopotamia., pittore sca per i suoi baza1·s allinea.ti sul .fiume Tigri, an.imatissim.a. cli una folla costituita di ara,bi, ebrei, europei.

Era, a-spirazione del camminatore essere ricevuto dal Re dell' Iraq. Il suo desiderio venne esaudito, in quanto lo stesso re, per t ramite del ciambellano di Corte, si degnò invi­tarlo a colazione.

Le viyande erano di gusto "europeo, con la sola esclu­sione del ma-ia le e dell'alcool. Re F eysa-1 si compiacque par­lare all'esploratore del suo via-ggio in Italia, della sua d sita­al Duce. Conservava del nostro Paese· ricordi pieni di ammi ­ra.zione. Fra l'altro, rammentava con profonda simpa.ti.1 come una nostra grande casa, gli aveva fa.tto omaggio di uo cappello di nuova forma, che poi era stato adottato da tutti i patrioti in segno di devozione alla, sua persona-. Il copri · capo, chiamato F eysa.1 dal nome stesso del re, ricorda il benetto dei fan ti americani ed è stato sosti t uito ri 1 palhevi francese imposto in Persia .

Tappe nel regno dell ' Iraq: Kirkuk, Erbi!, Mossnl. Quest'ultima città va famosa non solo per i suoi pozzi

di petrolio, ma perchè conserva, a tre chilometri, le rovine di Ninive con la tomba del profeta Giona-. Curioso di Mossnl il qua-rtiere allegro, recin tato da un a.lto mnro che impedisce l'ingresso ai non adulti.

29G

Il lieto soggiçnno dell'esploratore nell'Iraq veniva alla, fine turbato dal manifestarsi di una pericolosa epidemia di colera. nella zona di Basra, per cui l'intero regno veniva. dichia,ra.to zona infetta. Per poter. lasciare Mossul ed entrare ht Siria, egli dovette assoggettarsi ad alcune iniezioni pro.fi -lattiche contro il colera, la peste e il vai9lo, quiµdi supera,r& la, quarantena in un la.zza,retto.

L'estate era al suo culmine quando Zetto raggiungeva la frontiera. s iriaca. ad Hin-Gha.zul, piccolo villaggio sper· duto nel deserto, dove gli uomini vivono in una specie di abitazioni-tana costruite sotto terra per meglio difendersi cla.l caldo. Sono queste le tribù degli« adoratori del diavolo 1),

ge:pti guerriere molto temute. Il ca-mmina-tore preferiva dor· mire nel deserto piuttosto che tra•scorrere la notte nel villag• gio-ca Yerna.

Dopo quatti·o giorni di marcia egli passa.va FEufrate e raggiungeva Deir-Ez-Zor, nelle Cui vicinanze ancora sono Yisibili le tracce di un'immensa- ecatombe di a-rmeni com• messa. durante l'ultima gueITa dai turchi. Si vuole che non meno di duecentomila, profughi armepi si fossero colà radu ­nati e accampati. Le ragioni di tanto ma,ssacro non appaiono precisa.te. Si racconta ancora come gli adulti armeni vennero dai turchi uccisi, le donne violentate quindi vendute assieme a.i bambini alle tribù curde.

Da u:µ giovane armenoi Zetto apprendeva. la tragica odissea. di quel popolo.

« Mio padre e mio fratello maggiore vennero uccisi d a.i

turchi a colpi di sciabola.. Mia madre, per non far subire a.ò una. m_ia sorella l'onta della violenza, le tagliò i capelli e le annerì il volto. Scoperta, un giorno da,i turchi la pietosa simulazione, tanto mia madre quant o mia sorella venn,ero passate per le armi. Io non avevo allora più di otto anni, e fui venduto ad una tribù di curdi. Fortunatamente i curdi

297

~ouo o~pirnli e gcuero~i, per cui \·eitui a llen1to come fossi :-:;taro mlo dei loro. :.\lolto 11ume1·osi sono gli a.rmeu i CI'esciu t i in mezzo ai curdi. l\fa. oggi può l:'SSere coushle1·ata una, solt1. gl'a-nde fa miglia, tanto è ve1·0 nou souo pocbe le donne cnr-de c!!e ~posano gli n1·.me11i supersti ti dal masstH:I'o . .. ii.

Ora l'esplo1·,1t01·e conosce, spiugeu<losi con una, ma.rtht fonata, Yerso Palm,rr .. 1., gli uragani d i sa bbia del deserto sit-iaco. Il Yento cl.te fa turbinare i nembi di sabbia ha mi sini.stro ulula to; e la, sabbia, penetrando negli occhi acceca, penetra ndo nelle orecchie assorda.

}la , una volta ra,ggiunta Palmy1·u., egli può riposarsi a bhouda,ntcmente dopo i giorni vissuti nel tempestoso mar tli sabbia .•

IUprenderà tra, poco il suo cammino per superare i l Gebel Druso, l 'infida, regione battuta dai drusi, t ribù noma(lj pa.rngonabili ai Tna.r eg dell' Alge1·ia ..

Il viandante che camminava da anni nel mondo, forte

8olo del suo cora.ggio, dappertutto vincendo insidie di

uomini, belve, moltitudini, nelle metropoli iJ'requiete dello

oriente come nelle selva.gge terre del centro-asia, nell 'a-rri

vate, al fine della .ma,rcia,· quasi a.ne soglie <lell'Em·opa ,

ùoveva pagare un contributo di sangue al Continente im­menso che troppo a lungo egli aveva sfida.to con la sua auda, eia temer aria ... E l' A8ia setta.ria, e- fa.natica si ripresentava

all ' improvviso dava,nti ai suoi passi, con una ba-nda di drusi ,

decisa a troncare la marcia, e mettere fine a.Ila sua spa­

va.lderia occidentale .. .

In pieno deserto, a.Ila fine d'una giornata di sovruma.11;1

fatica, un colpo di fucile .. .

298

}liccola, ig·nota, donn2J curda, chi canterà, la tua dolcezza dj samma,r-i.ta.ua?

Sèi s<lra.iata accanto a.Ilo straniero rinvenuto morente nel deserto e ricoverato sotto la, tua tenda ospitale, e lo acca­rezzi, materna. Qua.ndo egli apr irà ,gli occhi, udrà le tue parole piene di una primitiva, gra.zia: ·

- Sta,i bene? Le t ue fresche parole scendono nel suo cuore a.ffati·

cato; la tua, gola, è una fonte di musica,. Egli non parla-; ma solo t' ascolta, guardandoU immobile si da non perdere nem· meno i tuoi sospiri :

- Dormi, signore mio. E sii felice di essere vivo. Bellissima è la tua voce che non trema ma solo si vela

d'una. nascosta mestizia: - Ti abbiamo raccolto, signore, questa, mattina, sul

Gebel Druso, mentre la n9stra carovana, approfittava della a,ria fresca per attraversare il deserto. Quanta. paura al vederti ! Se~bravi un morto ...

Più dolce ancora è la tua voce: - Ti ha.µn o ferito i drusi sul Gebel. Forse ti avevano

scambiato per fra,ncese, mentre ho veduto dalle carte disse­minate sul luog·o dell'aggressione che sei italiano. Gli Ita­liani sono uomini forti e maschi. I drusi sono crudeli, e mortaJ.m.ente odiano i francesi che ha.uno il protett9rato di queste terre ...

E adesso le tue curiosità, le tue ansie : - Che sono quelle tue carte? Chi sei? La fe,rita alla

gamba guarirà, cosi quella alla- testa,. Il piombo ti ha solo sfiorato. N ai donne ti abbiamo subito cosparso le ferite di cenere della lana bruciata, che è un grande medicamento. Poi è venuto il nostro ca,po, lo ,sceicco Ma,hmud, a vederti. Ha esaminato tutte le tue ca,rte, ed ha detto che sei un uomo di riguardo. Ci ha ordinato di cumrti con amore . II tuo baga glio era in. 9,isordine ed io l'ho ricomposto. Forse. gli a.ssa,li- ~

tori credeva.no di trova,rti ad-dosso dei valori. Ma io non so se essi ti lmnno derubato. Lo vedrai tu, qua.µ-do ti a-lzerai ...

299

Poi una. lie•,rissima vibra.zìone in quella tua, a,t'lllonia, ,·ocaJ.e:

- E a.desso dormi a.ucora-, e nou temere.. La nostra tribù di pastori è felice di ospita,re un uomo come te. A noi, dispiacerà molto qu,1.ndo tu ci do,Ta,i htseia,i-e. Anch'io sof­frirò per la tua.. partenza. Ma a.desso dormi, signore ...

« Ho la, pelle dura ll : con queste parole il camminatore ha sa1uta,to lo sceicco Ma.hmud, preteudente a.I trono di un ipotetieo stato curdo e capo spir-itnale delle tribù cm·de che vivono in Siri,t, nell'Iraq e in 'rurchia.

Ed ha soggiunto: <( Un 'avventura cOJ.ne un'altra ii. Ma tale, questa 1olta, da deciderlo ad una. ma.rcia for•

zata-, onde lasciare l'Asia a.I più presto. Non interromper;), pii] il suo Yhtggio Yerso occidente) Yerso l'Europa.

Quando) dopo Damasco, entra in Beirut e rivede il mare, il :Mediterraneo, si sente invaso da una.. ptofonda commozione: ,già gli sembra di respira.re l'aria della. Patria, della casa sua, ormai non più troppo lontana ...

La città. di Beirut gli riserba una .cordia,lità. inattesa.: il direttore dell1Fnkersità americana gli pl'opone un ciclo qi conferenze da tenere agli studenti. Ohi è che non andrà ad ascoltare i suoi ricordi?

In eccellenti condizioni ili spirito riprende il cammino. F, adesso che ha, finalmente guadagnato qualche soldo, si concederà un piccolo <{ viaggio di piacere» : a-udrà a, visita.re L:t. Terra Santa, da turista ....

Di ritorno dalla Palestina risale a nord, verso la Siria, fino alle montagne del Libano. Ta.11to per non perdere l'ahi• tudine, va, a raccogliere la firma del Presidente del Gra,n Libano. Poi ripiega verso la, co~ta, superando, una, dopo

aoo

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\'0~COVO di Cak u !l a ; pa(ll ·e i\ li cll e,l,e <li ('n po(l ls11·la, V(•SCOl'O (I\ Sm i r·nc,

l 'altra, cou ra,pidissima marcia,, Lattachia, Antiochia ,. Alessaudretta•. Ed eccol9, qua.Jche settimana. dopo, a Mersina . Aspetterà, qui, un pfrosca.fo.

Una, pagina del 8uo diario, novembre 1931 : Ho provato ogg•i, un'em.ozione molto forte. Mettendv

1Jiede sul piroscafo (( Gra.z » del Lloyd Triestino J e udendo, Z: eqt{.i'J)Q,ggio parlare il dialetto istriano J mi è ven,i{.to voglia di piangere. Forse verohè J ricordan(lO'Jni dell' Istria, ho. rfpensato a niia m,adre, che è morta prima ch'io arrivassi a r·ivederla. Ma sul (( Gra,z l) già m,i, sem,bra di easere a casa mia J tra i mie i. A. nche so non troverò più nessuno al ritorno,. verchè nessmio mi aspetta) mi sentfrò figlio della mia bella terra.

Lentamente egli rina.s~;e.

V

Voleva sbarca.re a, Cipro, ma, gli inglesi glielo hanno

impedito. L'isola era. turbata da, un 'insurrezione greca e, sul mare, alcune navi aspetta.vano un ordine per spara.Te con. i cannoni.

Continua il viaggio per Rodi. Il Mediterraneo è in burrasca e il Gra.z deve toccare la. baia. di Lardos a,nzicht" Rodi .

Al contrario degli altl'i viaggia.tori, egli non se ne pre­occupa,: (( Trenta, chilometri per andare a Rodi? - doma.uda - Una passeggiata».

Infatti, in serata. egli è a Rodi.

Ma, gli rimane una curiosità da soddisfa.re: Istàmbul . Non sono le Moschee che lo attraggfulo, nè i ti;amon1i

sul Corno d 'Oro. Semplicemente vuol constatare wn i suoi, occhi ee corrisponde a;J ve1<o la leggenda oecondo la qgaJe in

801.

uu·o1·;:\. lJHSS<l-110 , sul vonte cli Galata-1 uomini di tutte le l';\Zze. l'er questo rimont,1, su uu ph-oscafo, s-u ll ' .4.na,farta., e ni a Smirne per continua.re a, IJietli ~;ino a, Ista-rnhnl.

E , natnralmeute, si 1J-Orta. subito i:11 famoso ponte di

Ga.la t a- e pa-zientemeute aspett:a 1 a-ppog-ginto nd uu la.rnpioue, che transitino in un ' ora, i ra.ppresent auti di tutte le razze. Ha, nelle maui un lib1·iciuo e una, matita,. Egli sa, indiYidna-r-e le ra-zze con una. sorpreudente facilità.

E, dopo u:µ ' ora., può sfa,tare un'altra, leggeuùa.: non sono passa.ti dinanzi a, lui nè un pellerossR, nè un a,boi-igen11 australia-no

Le ultime tappe della sua- marcia, di an·ici1ia,mento non

più a.ll'Europa-, a-ll'ItalL.1: Aùria,nopoli, Sa,louitc.o, Atene , Pireo, Patrasso1 Corfù. ~on ba Yeduto nulla di strno1· òinario.

Poi l'Albania,: 'Iira-na-, Yalona, Dura,z.zo. Sulle riYe di quest'ultima città è a-fferrato da una nuo

vissima febbre; e tutto il monùo ha improvvisa-mente perduto valore di fronte alla sua attesa. del piroscafo che lo dovrà porta.re in Italia ....

Un'altra pa.giu;1 del suo diario, 18 dicembre 1931 : Sono to·rnato ·in _Ita-li.a, oggi, scendendo a Bar-i. N0n

porto niente con m e dei mi-ei i;-iaggi in, quanto tor-no po·,;cro come q1.tando sono partito . Ma ho sent-ito _stamatt·in,a,, ·r-i·ve dendo questa gran-de e bella città- che nel 1918 '}}/i era sem­brata grigia e dewlata, qualche cosa dc ntro cli 111 P, non so, qu,alche co8a cU nuovo. Soltanto un 1.w-,no come m e p·u.ò (;Omprenderc l'èmozione d,i un ritorno cornè questo.

Antonio · Zetto sta. pe.r rinascer-e ..

302

VAGABONDAGGIO

EUROPEO

e amrn.·inerò dalla Corea alla Norvegia, da F i1san a Oslo ... Ma, a, chi deve render conto di quella lonta.na promessa,

se non a, se stesso, a,l suo bizza.no destino di gira.mondo? Eppure egli sente di dover ascolta-te a.nche quella, voce,

che ogni · tanto a-ffiol'a nella sua mente come- un richiamo fatal e. Il suo mondo intimo- hnce:ra è pieno di memorie, di rnllsiche, di nomi. Come lo acquieterà se. non 1•imettendosi­in canunino, se non rituffandosi nella solitudine delle strade? Non altrimenti egli•riuscir à, a placare quelle voci , nè a. riac­quistare la sua grand-e pace di nomade ..

V

Spegnerà- l'ùltima séte= di lonta,ua.nz;_t, -intraprendendo una visita alle capitali d 'Europa. Sa.rà, egli pensa, un a, cumoda passeggiata lungo il vecchio continente, anche s:e­priva. cli a,Vventure e sca,rsa ·d ' imprevisti, chè la civilissima, Europa -da troppi secoli è stata scoperta,.

Ma in quel ripos.c'l.•n.te mondo di quiete .e di.onesto ·la.voro , egli si a{legne.rà pian t>iauo a-Ua .. vita. che lò attende in un

inerit..1,bile doma ni, Yid110 o lont,1 no. Intiue, a,Tù, l ' o1·gog·li? d ' ,wer mantenuto la promessa, fatta, a, se stesso sulla, sti-ad :t di Fus..H1 1 nella, Corea , la ma ttina. clel :.!6 maggio 19~9

V

I p.a.norami del1 a. vecchia E uropa r€sistono ot t ima . mente a,i confronti: i l viaggio dal Sa.u Gottardo a. Lucerna. schiude un 'a.ffascina.nte poesia di monti e valli che consoL1 i1 camminatore. Lungo le stra,de egli incontra. festose corni tive di gitanti. E le fa.nciu1le svizzere rispondono a i suoi sorrisi di viandan te ...

L'Europa,, egli osserva., è proprio un amore; e persino si dispiace d'averla scelta cosi ta,rdi a.i suoi Ya-ga,bondnggi. ..

V

Si ricrede, a.lJi mè, non appena, mette piede in terra di Francia,. Già alla frontiera,, nelle vicinanze di Mulhouse, la polizia gli ba rivolto, prima, di lasciarlo entrare , tante di quelle donurnde da cagionargli . .. u u esa urimento nervoso.

Finalmente è stato rilasciato, ma .... non di vista-. Infatti a, Cha,nmont, mentre vaga per le strade, si accorge di essere pedinato. Allora, esperto in queste cose, a ffronta se11z'altro i due agenti che gli sta.uno alle calèagna .. I funzionar i non si mostra.no molto soddisfatti di quella... presentazione uffi eiale dell' uomo affida,to al 10 1·0 fiuto, tutta-via r·itengono opportuno farsi seguire al vicino posto di polizia.

Qui avviene quel che egli si a ttendeva: il millesimo interrogatorio della &'Ua vi ta,. Ma, ta.nto, orma.i sa, a memoria. quel che dovrà dire: « Son pa-rtito, eccetera . .. ,,. Il commis" sa.rio ascolta, in un grave silenzio, rivolgendogli alla- fi ne IP. solite domande, nelle quali ricol'rono numerosi <tdoYe)) e «com.e».

·Eg1i lo a,veva intuito ein da,l pii.mo momento: Cba,n· mont non è molto lontana daill:1 frontiera·, nasconde qua.Iche

30~

r-;egreto di na,tura mjli ta.re, per cui è sottoposta a d una particolare sorveglia.nza. E ad un uom9 del suo• genere, il meno che poteva acc~ulen~ attra.versa-ndo la città, era quello di... finir-e dentro, in attesa. di «i.p.formazioui».

Tutto questo, beninteso, per un ritornello clie egli si è sentito r ipetere fino u.J ht noia in venti o t renta, lingue: 1<Voi siete una spia-» a,l servizio di questo o quell 'altro paese, secondo cl ie egli si trova.va vicino all'India, alla Cina., alla Hussin,, all 'America o a.ll ' I ta-l ia-.

Una, piccola sosta nel solito stm1zone buio e nou ecces­sivamente pulito, una fotogra fia ùi fronte e una di profilo, una perquisizione a. corpo nudo, un rigoroso controllo di tu tte le sue carte e, a11a fine, un gelido : << Scusate tauto, credevamo .. . >> .

A Pa1·igi, qua.lche, settimana dopo, Zetto sta leggendo un giorna.le, ferm.o a,d 1111 angolo di stra,da., quando si vede osse,·vato da uno sco~10sci.uto il quale, puntand◊-gli l' indice sot to il naso, gli donrn-nda con a ria, truculenta,:

- 'l'u sei di Fitenze ! Zetto risponde, distra.tto : ~ Io sono di ... Allahàbad. E nprell(_lc la sua. lettm a . L' altro allora., p iù minac

cioso : - 'l'u sei Rossi .. . - Io sono Zetto; ma potevo essere :Mohamed AB. ... - Non fn..t lo spiritoso petcbè ti «revolvel'oii. .. - Càlmati ; sei peggio dei Drusi e de.i canniba.Ji della,

isola, di Kokopo . Io sono questo ... E gli .mette sotto il naso una. copia, della, Chicago

T·riùwne (24 aprile 1932) edizione di Pa-ri.gi, nella qua-le _è l'iprodotta. 1a sua fotogra.fia, con un lungo articolo ma gui­fiea.nte le sue gesta, di ea,mminatore. Poi soggiunge, mettendo il g-iorna le neHe mani dell'inquieto signore:

305

- 'l'ieni , e irnpa-ra,. Poi se ne ,,a,; impassibile.

Cna, sua curios,L osserva.zioue :m Bruxelles: ;.d:forma, di 11011 aver mai reduto tanti cani quauti nella ca.pita le del Belgio. Sono dei gra.ziosi a,nima.U ùi lusso, 1u.a., egli assicura, così distratti per la, strada che il pa ssante ùeve gu,ud,lr bene come cammina e do,·e lllette i piedi. ..

V

Al tro inconveniente delle teri·e civili. A Ostenda, egli acquisL.L un biglietto di passaggio per

Dorer, in quanto vuol 1·eca,rsi in I ughil terra,. Il riaggio costa. nova,nta franchi ed egli ne possiede ciuque iu più . Sono pochi pe1· r isita,re Londra, ma-, in fondo, qua.lche volta, egli ne ha a vuti a,ncol'a, di meuo. rei-ciò , quauclo sul pirosca.fo sente un funzioµario di dogana. informa.1·si su i suoi ca-pitali , è secca.to e vorrebl>e risponde1·e : (ti\fa a voi cosa iuteressa·? i> D'improrviso si ricorda di un preceden te: la, tra,rersa.ta, dal Sudindia a.n'isola di Ceylon. Allo1·a , dopo aver wostrato la sua cartella di viaggio sulla qua.le s ta scri tto «Antonio Zett o, studente», tenta, di distrarre il fuuzioua,l'io sciori ­nandogli il suo ba.gaglic:, cartaceo:

- Vedete, questo è il Dalai Lama, .. L'a,ltro però è tenace: - Come state a denari? - Benissimo. E ' la cosa che mcuo mi pl'eoccupa in

questo momento. - Ma quanto a ve te in tasca? - Non molto, in qua11to papà, mi ha, aperto un conto

<:or1·ente alla Banca d'Inghilterra ... - '!' irate fuori tutto quel che a,vete. - Ve l 'ho già detto: quattro o cinque franchi.

306

Uisognò fa.i-e dietro front e tornare con, un altro vapore a l punto di pa,rtenza. Ma tornare era il meno. Una volta a Ostenda, le autorità non pretendono da lui altre novanta li re per il viaggio di ritorno?!

- Se possedevo nova,nta lire, probabilmente mi avreb• l;ero lasciato sbarcare in Inghilterra.

Fu un serio imba,razz9 1 quello, in qua.nto, una legge vuole che gli stra,nie1·i trovati privi di a,lmeno centocinquanta franchi vengano senz'altro confinnti in una colonia, nello stesso Belgio, ove debbono lavorare a.Ila fa.bbricazione delle pagliette che servon9 ad aspirare le bibite, fino a mettere insieme, con il ricavato di quella fatica, i centocinquanta. franchi necessari a.I loro riscatto. Per raggranellare cento­cinquanta franchi bisogna confezionare alcuni miliardi di pagliette, in quanto la paga è di circa un franco al giorno ...

Zetto riusci, giocando d'astuzia, a tirarsi fuori pure da quella trappola; ma non senza nosta.Jgia ripensava a.ne iµcivili terre dei cannibali Wa ...

Non aveva mai veduto tante biciclette quaute ne in­contra sulle pianu1·e ofandesi. Uno spettacolo gra.ziosissimo quello delle coppie d'innamorati che procedono abbracciate mentre pedalanò.. . Le donne. d'Olanda sono piene di una grazia delicata ma - egli ha notato -- mangiano tr9ppo for­maggio, e questo fa sì che nòu odorino di giglio ...

Amsterda.m, Utrecht, Doorn. Lo andr à a vedere a.nelle lui, il vecchio Kaiser, rinchiuso

nella sua prigione di 1·ose. Con l'appoggio di un counae.ionale ottiene il biglietto necessa,r·io per potersi avvicinare al parco di Doorn.

- Vada da.vanti u,lla rete meta,llica e, tra le due e le quatt!'o1 potrà ammil'are Sua Maestà l'lmperatoi-e .. .

Alle due precise Zetto è da.vanti a.1 pa.rc.o, dove incontra un centinaio di persone: s·ono dei curiosi come lui.

30'i'

E cco il K,1iser. llolto soq n·eude Zetto il fatto d 1e l'ex illlpe1·,1tore1 aninrndo :µel parco, si tolga il ,·a ppello p1·i111a aucor<-t cl i coloro elle lo stauno a, gua-n l,uc. l'ui uua. tlelu ­sioue : gli a,yen.rno detto elle il K a iser a,Yu.:bLe LH 01·u to di za.py .. 1, ment1·e lo r etle gil',1.re per i via.li , a.u~tc1·0 e imvctt ito, e.on uua piccola fol'l.i ice Ll '..H gent o con la, qtwle \·a. t ,1gl i,rndo le rose qua, e là , con C/$trema, delicatezza-..

D ,11 Lus&:emlnngo, entrava, oltr e la, Sn,u· . i11 Ce1·ma u i;1. Ogni ci ttà era per lui nu<-t nuora. lieta ~on,i-e:-,;,1,. A Co lon ia

pote,·a. r encle t e omaggio acl u u illnsti·e i tnl ia11 0, l'Acc.i clcm it.:o

F tniueìl i . il quale gl i de Ll ic ,.1 YfL qualche }Jn1·ol, t ch t, q11 ello che si c-ompiac:e\·a chiama.1·e (( il suo a,silo di Colunia >> .

Dalle maestose cit tà, del Reno pass,na. nel bacino della R ubi-. il u101·e della Gerurn uia produtt1·icc; da i cen t1·i opel'a i

di Essen ai giardini e.li ll..lnnover; Llal tmuultuoso porto tl i ..:-\. mbm·go .. tl!a, or-dina t i:ò:ìsi ma Be1·lino, le c:u i :-:tl':l de gli sern•

branu10 p .. u·agonaùili a, specchi . QualL:\; c giorno di sosta. nella ca.pita le : uotti sple1Hlent'i

di l"nter den Linden 1 Tiergarten, Kurfù1·st011cbn11.u; rbto• ranti ;.1u tomatici; giardini di nu dist i; urto della. ricchezza abbc.1glhlnre con la più squall ida, misedn - erto le ~p 1•~

annotazioni.

::\Li. llOll are,·a ri nuncia to al suo viaggio nell 'est1·emo nord .

I'eH:iò 1;n gion10, reùuce dalla passeg-g-i,.Jta in te r ra. tHler-:ca, s ' iwkn·cò a Rostok sul ferry-boat che fa servizio con Gied~eu 1 in Dan i,marc-.1 . Attra.versò infi ni t i cam pi meravi­gliosamente coltivati fi nchè giunse a, Copenhnge n. 'J'r:iscon;e una. notte a i Tin)Ji, il fa moso parco (li di vertim enti , cla lui r·ous itlen1to supe 1·iore a, rr uello cli Coney Isln-nd _ a. New Y or·k,

in di gli par ve d i non avere altre cur iosità da socldis:fa-1·e.

308

E si ripose iµ cammino, con quel richiamo fatale ancora e sempre dentro al· cuore: « da Fusan a Oslo ... )), Il suo voto di giramondo ormai stava per essere assolto; ma,, in q_uello stesso momento tutte le strade stava,no per finire dina.nzi ai suoi passi. ..

Avanzò verso la Scandinavia con un'andatura stanca, -con un'imponderabile mestizia nell'anima,. Dov'erano le sue energie di valicatore dei Passi tibetani? -

Un vapore '1o portò a Malmo, in terra svedese. Dopo alcune settimane egli entrava a Stoccolma. ·Poche centinaia <li chilometri ancora, sulle strade dell' occidente, ed egli avrebbe toccato Oslo.

Quando, alla vigili.ai della sua partenza da Stoccolma, andò a, far Yisita. al ministro d'Italia principe Colonna, ehb"..~ come una, rivela.zio ne da una frase distratta del Ministro: (( Pcrchè non a.ndate fino al Circolo polare artico?».

Infatti: poteva, spingere oltre la sua, marcia,, fino a N a.r,vik, in La,pponia.

C'era da vedere, lassù, il sole di mezzanotte ...

E quando, alfi.ne, ebbe veduto anche quello spettacolo, (; s'acdm)'C a ripiegare a sud, verso r_rrçmdjeu e Oslo, sentì die quakhe cosa finiva irrin1:ediabilmente per lui. La terra-, d'improvviso, g·li a,veva mostrato il suo limite estremo, in quanto non concedeva ai suoi passi a,ltre strade "da battere.

Iniziò, lenta, la marcia del ritorno, con un grande accoramento. Gli incantesimi della natura non riusciYano più a scuoterlo.

Passò in mezzo a boschi, valicò monti, ca,mminò lunga.­u1cnte sulln, neve. Ritardava il più possibile quel ritorno somigliante ad un appa.ssiona,to addio alla sua vita di nomade.

Andò a, cercare uno per uno i dieci o dodici ita1ia.ni residenti in Norvegia,. Fu lor9 ospite, li accompagnò alla

309

pesca. sui grandi )agili, e quando fu la. volta di ripart ire provò una sempre nuora. tristezza,. Infine giunse a Bergeu, dove il console italiano, 1·appresentato da un armatore nor­vegese, gli offrì un Uiglietto di viaggio col qna-le poteva esaudire la sua ultima curiosità, recandosi nel Regno Gnito.

Sbarcò a Ne,v Castle on 1.'yne, nella. Scozia . Di là. s1,;ese lentamente verso Edimburgo e Glasgow. A Stamar 1·iprese il mare per raggiungere in pirosca.fo Belfast, nell' Irlauda,; poi a.ncora il ma1·e e giù , giù, fino alle nebbie ùi Londl'a ...

V

L' est.a.te era giù, morta, lassù, a l nord, sul Tamigi, quando egli rinircò la frontier.-:1,, a Ventimiglia ..

Ma sulla ri\"iera di Ponente le· azalee tornavano a, fior ìro per una seconda primavera.

La danza dei pa,ralleli era fi uiUL

3 111

VERSO ROMA CAPUT MUNDI

La. sua, strada, alfine, doveva portarlo a Roma,, dove t ut te le strade hanno termine. Re<lnce da1 mondo e quasi dall' infinito, con i muscoli

viùrauti a,ncora per il lungo cammino, e l'anima imbevuta del profumo delle lontananze, una ~attina del n9vembre 1932 eg-li a-r rivò a 'l'rieste, donde, tauti e tanti anni prima, s'era mosso pe1· t utte le strade.

Rivide la, sua gente, rivide l'Adriatico. Andò nelle redazioni, nei caffè, nei circoli, nelle

f.n .mi.glie1

0, racconta.re le sue imprese di ca,mminatore. Divenne in l>reve poj)olm·e nelle contra.de, per il suo modo di nnda.re, per il suo modo di essere.

Ma. qualche cosa. manc::wa, alla sua vita, di nomade. Un hagnai·do, seppure ideale, che concludesse in certo modo il sno roma-nr.o <.li ca.mmina,tore. Come trasconeva, i giorni

311

..1 'l' t·ieste, era, iudnrto a Yi,·ere una. r ita nuo,·a , non più

<1nclla del pdlegl'i no costi·etto ,ul ogni trti monto del sole ;,tr

111·octu,usi uu giacigl io, Lensì quella. semplice e 1iposata L1 i uno qualunque compi-e:so nell' ordiue de lla, grande collet­tidtà, della, Nc.1zioue,

DiYeune lentamente uu c,ittncl-ino.

Consaperolc di quella, meta morfosi fatale, palese 'i.n lui sernp1·e più col manifesta rsi quotidia uo di care abi tudin i e di soari affett i, s i decise un giorno ad un ' ultima marçia r: he a Yen.1. una, mèta a ltrettanto fn.t.1le,

Ilicnlzò gl i :stiraloni, 1·ipose sulla scli iena lo za.iuo gonfio di documenti e fo togr-a.(ie, r·ia:ffenò il n.~ccl.Iio Lastoue aust1·a lia uo_. e una matt ina di d icemb1·e, da, Pola, estrem,J lemho della sua tena, istriana , si pose in ca mmino ver::;o Roma , c .. 1pu t mundi.

Passò attt-a.rer:-:; o l' Italia, solo, sempre a piedi. ~ella sua anima entrarono nuod stimoli, le cose

c.:omiucia1·ouo a. pa r la i·g lì con uu l ingua ggio di verso, la

strada a ndò percleudo quel senso di solitudine che se.mpre l 'a\·e,·a acc:ornpa.gnata.

Yenezia, F cu.•a.ra, Bologna . Viùe lJOnti, straùe, fa,b iJ riche, Lacini, e-anali , campi, mn cc:.hine, moltitudini, sol­

dati : lavoro, or·d'ine, vita .

S1atcostò a :l e c-ase dei contad in i, per dividere la

minest ra it f:canto ul foeo la re. Ascoltò i loro raccouti, i lori)

p1·esagi. Senti a r<l cre i cuori di una fe de comune, udì pa,role gr·andi. Non disse nulla di st\ solo acccuna-nclo v11ga n1.e11 te

a un grande viaggio ...

Ma, in silenzio, t1·a quei suoi ignoti fratelli, sentì pa.1· pitare dentro di sè voci nuove .. .

312

DoYc an<l,1-va qnell 'uomo, solo, curvo sotto- un pesante zn ino, lungo le ~trade di Romagna-, coperte di neve e battute d,11 rcnto?

l\ndava a Forlì) di là a Predappio. Pel'ché gli a-vevano detto, lungo la via, che iµ vetta,

nd 1111a i- acca- e1·a. sta-to n-ecei:.o un g-raude faro per- indicare, col segno della luce, nella. notte dei tempi, la casa ,li un pove1·0 fal,l1ro, la, casa di un Figlio del popolo ...

Enti-ò in Roma dalla via Flaminia-. Era la vigilia, di Natale.

Da, lontano egli a,veYa, yeduto profila-rsi a-ll'orizzonte 1fl Cnpoln di Pictl'o, e aUora aveva affretta t o la marcia per raggiunge1·e la citt.<.ì prima della notte.

Infatti vi giunse all'ora del t ramonto. Finiva un giorno qun-l unquc nel te-rnpo, solo caratterizzato da, una mistica. riconenza,.

Il via,ndaute entrò nella città, come uu uomo qualunque, sma.1·rendosi nella mol titucliue, sconosciuto, non più n em­

meno pellegi-iuo nella città, di tutti i pellegrini.

Rientrava, cosi nella, vita; nell'ordine comune. Pensò un istante a,J suo passa,t,0 di nomade, e per un

momento nel suo spirito torua-rouo nomi e m.usiclie, visioni e memorie, con un 'immane sinfo11ia.

)fa d'improvviso il cielo s'emp-1 d'un vasto, illlmenso fragore di ca-mpa,ne, nella, cui onda si fusero tutti i ricordi.

Iucombeva da: quel momento nell 'anima del viandaute una nuova altissima, voce, nel1n, qua,le si taceva-no tutte le a-ltre. E allora•, risentendosi povero com'era pa.rtito, ripensò a,cl un 'a.itra notte di Nata-le, lontanissima.., e provò la tenermr,za, infinita di un ritorno lungamente sognato.

313

E, intanto che udiva, viùl'<U'e la, voce glo1·iosa,. dei Sette Colli, si affierolirono in lui tutte le nosta lgie, come per uu passato che moriva.

Andò ,.wanti, nella, folla, felice cl'arer ritrorato quaJ ­che cosa, che temen1, perdnt,1, irrimedi<tLilmente. E i silenzi della sua. anirn,1, si colrn:.wono per sempre cli un virjle amore di. figlio rinato ...

T1-ieste) Maggi.o, Anno XI.

314

LA TESTIMONIANZA

DEI VIAGGI

Da.Ile fastose sale di potenti signori orientali, da lla ca.bina del comnnd:mte di. un s11dicio piroscafo mercantile, da un posto di po~ lìzi a di fronticrn , dalla redazione di u n giornale o da un ufficio go• vcrnativo qualunque incontrato in un port.o, in una stazione o in fondo ad una st,r :ula, Antonio ZettQ uscì recando un solo ricordo: un t imbro, una firma. e u na data impressi su uno dei s11 oi numeros i ruol i di ma r-eia.

Altro, egli non chiese e cont inuò così, insta.nca.bile nomade, portando fra le sue poche cose ~ nuovi segn~ deUe distan~ superate, Ugni città era un piccolo t r aguardo; la mèt!l, di1 un'ora. o di, un giorno. Ciò eni tutto, ma ciò bastava: un t imbro, una fir ma, una data.: il nome -:li unn. città lontana, lontana; il nome d~ un uomo soonosciuto ; lino elci tant.i, uno delle folle immense del mondo che un destino bizznno a,vvkina, un momento per poi disperdere subito ; il nome di un mese, il segni). di un anno qual unque.

Questo egli volle e chiese: perchè del suo passaggio at traverso i conti nenti ri manesse un sepp ur pa.l lido ma certo e sicuro r icordo ; perchè l'eco dei suoi passi no~ cadesse per sempre n eWoblio Q non si co nfondesse, così, inu t ilmente , nel grande rumore elle si solle,·a dalle strade di -tutta 1~ terra.: eterno, immenso ansito del mondo .

Egli ha. fatto r itorno, e del lungo cammino DQD h~ reca,to con sè che i suoi cloc umenti: unica cosa che volle sempre conserv:are, o tra-sportò - n. volte, pesn.nte ed ingombra nte fa rdello - oltrn i con­tinenti e g li oceani , e t utelò con religiosa cura, ancb,e quando quei segni e quei nomi potevano costituire ragioni di d iffidenM o d i pe­r ico lo g l'axe .

S'ingoia re tesoro quello del nomade- ! Car ta. e ca.rta: passaporti, pe r nwssi provv isori di soggiorno, contratti di l!).Voro per, piroscafi. e

31ti

:.•i1~n c:1~i ln•i,. in . ~l~ ~dute regioni t-ro1>ica li, biglietti gratuiti per Yiaggi s u p1roscan, rnnt1 a Corte di Sonaoi, lettere accompagnatorie di don.i, manifest-i di confere n7.e. da lui t enute un po' da. per tutto, per rn cm1 ol;1re qualr·he soldo e per racconfare cose osservate durante ; daggi, fotogmfìe con dediche a utogrnfo di Pl'incipi o &nani della -\f:,:de~ia, di Gia,·:1, del l:i Birmu!1ia, clel_l'J ndia, lettere di pe.rsonalità C'rn~si 1 d ocumen ti di :i.gent i poht.ici ingles i, frnll(.:esi , i t..'llia-1ù, certili­c:1u di n 1cc.iuazioni e iuoculazioni subìtc per proteggersi cla. mnlfl itiP equator in.li o da pestilenzie atroci, nell' a t.tra,·ersare pnosi colpiti cfo l coub.gio. Eppoi: arti-:-oh di giornnli di tutto il mondo cl oscriq~nti il suo passn.ggio per migliaia di città, timbri di consoli e ambasciatori, amuleti propiziatori, preghiere indiane, test-imouian;,,e di tutti i po_ poli , di tutti i pnes i.

Così og ni pngina. dei •ctiari riflette uno sq11arcio di Yita , una parte della terra.; ogni fi.nns1 è un'impronta di passi r isonanti per Jp 1ie maestre clei continent i ; ogn i nome di paese straniero rnc­c-hiude come una profonda eoo del mondo.

Genti r1i h:tte le razzi~ hanr,o lasciato un loro r icordo sulle pagine del 1ianda-nt.e, nei segn i delle loro scr itb1re. I n oltre ci n­quanta lingue diverse sono state scritte le documentazioni dei ,·inggi, senza conta re i n r ii dialetti d'u na stessa lingu a.

E sse souo: italiano; arabo ('<.:hl) si potrebbe a sun volta di ­stinguere in quello dell'Algeria, di T~nisia e d'Egitto); bengali (de l Henga.la} ; telugÌI (lingua parla.tu in al cune zone dell ' I ndia orientale) i canarose (Smlindia); urdù (Deccan); tamil (Sudindia.); singnlese (Ceylon); kana.ka, (1Sudpacifico) ; ma lese; giarnnese; boeginese (isola. cli Celebes); siamese; cinese; anna.mita; camboginno; ooreano; lrnlrn; shan; birmano; kareni; gnyarati; hindi; persiano; afgano; 1·usso; tibetano; nepalese; sikkimese; sp. nscrito; siriano; meso-ira.kiano ; turco (-ve<:chio e moderno); armeno; ca.Ideo; assiro; cu rdo; g:reco; albanese; el)r fl ico ; fi.1mm ingo ; inglese ; olandese; nonegese; da nese; s.-edese; spagnolo ; francese; portoghese; tedesco; serbo croato; romeno.

~ è i documenti presi in esame per la compilazione del volume furono tutti CJu2 lli che formano l'ecceziona le archi\'Ìo de l g iramondo. Ym altro mancano i documenti testimon ianti il viaggio nelle Ame­riche, che, insiemB a.<l altri, andarono perd uti quando nel Marocco il ca.p . Zetto venne fatto prigioniero dai r ilfon ì.

~\l a, ecco una vi .:;10ne s intetica dei gruppi di docllment i (o per meglio d ire delle loro font i) :,econdo che l 'esp lora.tare li ha raccolti:

.AJ..,GE.RfA : i «v isti}) dei Sindaci delle città pi i:1 im por ta nti; firme di numeros i. Sccie<:hi e Cu.id; t imbro de ll 'Associazione Com. batknti dì Eon~ .

'l'UNJ!Sl A: Società lta.liana <h } [ate11 r ; la «Dnnto Aligh ie ri ,> di Tunisi ; la Camera. di Comme rcio Ita lia.na e ,li Com battenti della pen isoletta. di Gromba_l_ia; il Mun icipio, la llDante Alighieri" di Di­ser ta.; il Cireolo Italiano cli Beja (al limi ta re del deser to); un ugoute

316

con~n.1ercia le n. Souk-EI-Arbn., mercato nel deserto i il commissario di poLizrn, del KGI'; 1~ j)Olizi.i di Hammamet. nel deserto; Ci rcolo Ita­liano dì Dou-l~idin, s ulla C'ostn.; la Lega Nava le ltaiin.na di Sussa ; lhbhotcca. ltaltana . ..:Cai-cl ucciH 1 Municipio e Vice console ltahano· di Sf.a.x_; _Ag~nzi?. conso1'\re I tu!iana. cli Gabes, sud Tunisia,; il <:D.,J)O degli n.tfan mdigem (,Chef 1b burc:rn u des affaires ind ìgenesu) nel tercit.orio de l 1\fodenine; posto d.i dogana francese a, Ben Gardane, alla fron­ttern della. 'l 'ripolita,nia .

'l1H11JPULl'J.'ANlA: posto d i frontiera , vice brigadiere a cavallo (;iovanni A\i; com misBariato de lla frontiera occidenta.lc dell~ Tripo­Ji t,aniu.; J.•'asci-0 d; Zuara ; 2,. E. il Governatore della Tripolifania, ge­nerale ~ milio D"' Bono (lettera del 2-5.7.192;); il ~indaco arabo Has­sun,• fPa.sc·iIL; il conso le comnnclantc la, Legione Libica della Milizia, Lorenzo Bardi; il commissario st1'aordinario per i_ .J.<'asci della, Trl-1,olit.ania., dott, rl'uninctti; il giornalista Mic:hele Serrp, de «La Quarta Spo nda.JJ ; mu nicipio di Sn.hel; com rnis.sariUto della Gefo.ra., nel di­.stretto del 'l'agi urn; municipio cli Homs (_;Raffaele de Salvo); com­mis':lariato della 1·egione di Leptis Magna; posto di polizia, nel de­serto a .Suc-EI-Kemis, brigadiere ~-\medeo Teddc; ·posto nel deserto a Sliten; mu nicipio di l\fisurata i F ascio di ?tfisurata.; il Comando del P orto di Sirte,

Clff©NJ\.ICA.: S. E. il Governatore generale, Atti lio Teruzzi (lettera 8.8.192-7 Anno V Bengasi); municipio di Bengu_si; giorna-le r.Cirena.i,cu. Nuova.ii; presid io d i .Apolìonia; commissar iato del governo di Derna. ; Comimdo militare di Tobruch (ten. col. Gioi-anni Santoni); il comandante della. frontierp. or ientale dell~ Cirenaica, maggiore Fe­licioli; il com:rndanto di Amseat, c:ipìtano 'l'ucci; ultimo posto di fronti('ra u.l confine egiziuno, brigacliern dei carabinieri.

EGJ.'lTU: il vice console itn.liano e il com;i. ndante inglese della frontiera. occidentale egizi:ma ~ Sollum i H ca.po della Confraternita. meda.ni t:i; un arabo incontrato in un oasi de l deserto; il governa... tore dell 'oasi Siwa; il R. inc,u-icato d' Affari e il delegato per i Fasci dell'Egitto, -Colloridi, ad .Alessandr ia.; il Ministro dell'Agricoltur a egiziana, incontrato a Tel-E l-Bru·oud; agenzia. consolare italiana dì Tanta; Ba,nco Italo.Egizia.no di Benha; giornale «Imparziale,, del Ca.iro ; il console it;ili,-i_uo del Cairo; Biblioteca Italiana di Heliopolis; Ufficio postale c l\e Piramidi i il console di Grecia. ;i. Zagazig; Banca Commercialo I tnliana. peJ· l' Eg itto ~ Mansourah ; Ufficio 1>ostale di Lsmailia.; Lloy<l Tr iestino e F'ascio dii P or t Said; il oomandautc del piroscafo «Bisca ia,n della, cAtla.ntic Tank Rederaiu di Amburgo (pp.r­tenza il 22.9.1027, sbnrc·o ri Calcutta i,l 12.10.1927).

INDilA: il console generale Italiano cli Oalcutt.a , Ugo Tom­masin i; il Rà.j,i Kumar Go.prendo Mull ick (residente nel piì:1 be-~ pala-zzo cli marmo eh ~fouttn.; l 'ispettore fenoviar io brita.nn!co ~ t

Sa.ntraga.ehi; pol izia ing lese di Mirnapore; il comitato ferroviario e ~1 segretario de ll 'Tstit utQ europeo cli K hur gpur; po\ izia di Balu,sor_e; il

317

\(forenw nJi di Bk1dn1k; il cn po-stazione di Cuttnck ; missione <·:1ttoli r n. n, Kh111·da Road; posto di poliz ia. di ,Puri; il R àjn. R~t m Cha ndr:1, sonintcndente al tempio cli Jagn nnà.th; posti di polizia. di Berl wnqioro e di Yizagapata.m; il capo sta.zìone di W,1 ltafr; u n proprieta r io di pianfagioni a Coconacb; 11n commerciante cli Bczwa cla.; il ca,posb1ziono ferro,·i::irio di Dornn.knl; "il direttcrc delle miniere di ca rbone cli 6ingnreni rHayclera bad); la. missione c-nttolica ita linna. di Sccnnde­rabad; il pri mo mirnist.ro, i_l R :lja Tilnw,it J'uu.g e il mi nistrn dell'Edu. <:azione del D eCT<l ll ; i.! di rettore delle poste di H ydC'ra bnd; posto di polizin di Wadi ; un commerciante di Gun talml l 'dntel~igcnce Depar­tementn di llangalore; .i l prim o minist.ro cd altre persona lità di .\li­soro ; il di re ttore delle miniere d' oro di :Kundybroog ft Oorga u111 ; l'ufficio tclegr :uì.c-o cl i Rowringpet; i.I di rettore delle miniere cl'ol'o d i ;\b rikuppnm; il go1·ernatore inglese e il diretto re dell'Hotel it.:1linno {IBosotto) di )fadras; il gornrnatore francese d i Pondichery; posto di polizia di Yilluptiran ; il procuratore generale del 0.)llogio di S. Giuseppe di Tri C"h inop0ly ; akun i commercianti di l\ lnd n r:i; il mm,m. da,a t.<;> del piroscafo •Ha nlinge11, clw fa sen·i7,io tra il sud lndi.1 e l ' isola di Ceylon 1 Dhanushkody-Talairnannnr.

ISOLA DI CiEYLOK : 11 <;o nso! e d'Itnli,t ii Colombo; la i' l iss iono cli S. _.\ntonio a Kandy ; uffic io 'i)Osfale d i AtaU,1ge; il direttore della piantagione di E<lward Hill; ufficio postale di '.Pussclnwa; il direttore delln. sc:uoln. di agric0!tura tropica le di Pcradenya; uffioio post,L\e di Pa.nndura; i direttori delle piantagioni di PcmU,·oke, Tebn wana, e Ru.po\akande; ufficio f1ostale di P,liynga]a.; un commercian te di Am ba­lagoda; l ' .A.ssociazione cri stiana di Galle; il diretto re della. pian tu­g iono di Yeyangodn..; il triestino Zan.etti; i\ oomandnnte del pi i-oscal"o , Città cli Geuon1H ùiretto in Austra li a (•l-U2.gennaio 1928)

A"C1~1TRA.I.TA: Cl ub nGiornne It;i.lin11 cli Fremnntle; il delegalo dei Fasci per l ' Austrnlasi a a Perth1 Lancellott i ; il dircLtore di una coopera.tiq1. di Bu nbury ; il di rettore delle mi niere cli car bone di Coll ie; il direttore dcll:i. fabhric:a d i luna. di Albany ; l'i t a li ano C-cnoni resi. dente a Broome Hill; i dirnttori dei mulin i di Katmrnig o Narrog;i n ; il direttore delle min iere d 'o l'O e il presiden te della società cro;1ta slo,·ena di Kalgoorlie; uffici postali di Par kston, Karon.ie, Zantl11Js; la polizi n. di Cook; i proprietari degli Hotels cli Penong e cli Thc\'cn:i rd ; il direttore delle> ca.,·e cli Waratah; il g iudic:c della corte lo('a le d i Cedunn.; g li u ffici postali di )ludamuck!a e di Wirrnla.; i dimltori degli a lleva.men ti dì bestiame cli Yiilata, Coorabie, Nn.nnig , Yan\0;1, Siam, Uno, Iki!a lie ?\1'orth, Pett.erboro ugh. Oodlu ,virn11 Mc1tind ic, hanhoe; l'ufficio postale di Iron Knob; i podestà. di :Porto Aug: usta, Dawen port; uffici postali d i Por·t Gennein, di Cockbu rn; il di rettorn della. ferriera d i P01·t Pir ie; il d irettore de ll ' l stituto d i Cal_l;owio; il direttore delle mi niere d 'argento cli Broken Hill ; il c;1.po stu :.-.ìone <li H ay; il C,'luh dtalian di Syduey; il Circ:olo H a lia no «I-sole F.oli ou di Sydney; il dirrntore rh:l giorn ale, «Italo a u.s trnliano»; il console olanclese di New Cas tle; il \·ice<:onsolc ita lia no p. Dri sbn.uc; il podcs t.i.i.

318

di llockhampton ; il direttore della scuola d'arte di :Ma.ckai ; il diret­tore delle piantagiorn dì zucchero di proprietà dell'italiano Do Gio­vanni, a Ingham; gli uffi.ci postali. d-i Yakapari) Kuttabul, Mount Peliom, Kolyo; i pode.stà di Proserphine, Bowen, Ayr, Towsville, Innisfail, Ca.irns; il Club «Progresso Ituliano)) di Mourilian; un pian­tatore italiil::mo di l\'iirriwinì; la pol~zia di Babinda; il direttore della fabbrica di zucchern Ji Gordonvale; l 'ufficio post..'lle di E<lmonton; il comandante del piroscafo «Steel Trncder)) della «Isthmian Steamship Lines)) di New York, a Ca.irils (partenza 28-6; sbarco 1-7-1928 a Rabaul).

NUOVA GUINEA: 11 direUore della Compagnia «Carpenteri) ;.t Rabaul; la. l\iis.sione del Sa.ero Ouore a Wunapope; l'ufficio postale di Kolwpo; i:l direttore della compagnia a Ralom, nella Melanesia; la Missione metodista dell'Au,strala.sia delle isole Salomon; il co­mandante del piroscafo a:UndaJJ (viaggio da 1'·fodan a Singapore: 14-8-1900 - 30-9-1928).

llSOLE D;IDUL.A S01\'L[)I.A: Il coma-ndante del porto dì Stagen (isola di Pulo Laut); il residente superiore di Kota..Baroe; il resi­dente olandese di Ilal-ik--Papan (Borneo); i capi indigeni di Kepafa e Kampong nel Baroee llir; i rapi tribù delle ~sole Celebes e Giava; il residente olandese ~ •Palembang; ·il direttore della Società orientale italiana di Palembang; il comandante della pia~'"!. di Kert,n,p,ati (Su­matra); i'anunin.istra7Jione dei campi cli petrolio ~- Pladjoe i il diret­tore dei campi di petrolio a Soen ge l Gerong.

l'tLAiiiIDSffA: il Consolato italiano di Singapore; il miliardario cinese di S1nga7xire Aw Boon Haw; il sultano del Johore; i,l magi­strato dello ,stato cli Negri Sembila.n; il segretario del residente dello sta,to di Selangore; il sultano del .Perak; !_'agenzia consolare italiana di Penang; il segretario di stato del Kedah.

lffiAil\{: :i1l ministro d'Ital'Ìa a Bangkok) S . E. De Rossi; U prin­cipe reggente Nagor Swa.rg:;i,; il Fascio di Bangkok e il governatore sia.russe di Korat.

O.AliIBOG-IA: _il direttore dei servizi delle foreste Battanbang e il giornale ~L'F.iC-0 (lf Cambogian di Pnorn Penh.

OOOTNOINA: il consolato d'Italia a tSaìigon.

DA.Rù..1AO: ('IndoC;ina Francese): il rooidente · francese a Ban. rnothuot.

ANNAiM: il residente francese a Quinon.

T.UNJOHINO: l'age nte consolare d'Italia e il residente supe­riore france-se a Hanoi.

KOUANG TCHEOU WU N: (rr'erritorio Francese) : il conuuis­sa.rio di polizia a Fort Ba.yard.

GIAPi.PONE: agenzia consolare d'Italia a, Nagasaki; S. E. l'aJn_ basciatore barone Aloii,i a Tokio; il console it..'lliano p_, Yokoha-ma; il

319

delegato dei li'a.sci Ita lian i in Gia.p•pone, prof. ~ino Antoncll i, a,

Tokio, e i.l console italiano di Kobc.

CUH.EA: ).fr. White consoe bl'itann ico e in c:.1r icato d 'affo rì per l 'Ita lia .i Seoul.

::U.A.i~,OHilU.A: il console itn..li nno n. 2\fokden.

OI.NA: il }'ascio di Sciangai; il marescia llo Liu-Hsiang, courn n­da.nte delle Ol'(lc n:ello Szoschwuan ; il genera.lo .Ohang Fu Kw~ a. le.bang ; il comandau te della. piazza cinese di Ca nton generale Cian­Chal,; il nllnist ro cleJlc, iìn;rn:r,e e:inesi a. Omton L. C. Tu.i; ranw 1i-1·aglio cinese Lan..SiulChing; il console italiano di H o11g Kong; i comandan t i de\le R. X. 11: C::Lboto" e «Carlotton e il }':1.scio d i H an-Kow; i Fasci cli P echino, 'l'i en t.si.n; il conso lato italiano di 'l'i cn ts in.

LU..:Li.~G PTU.JlA.NG: il re .

h\OS : il residente superiore francose a Vientiane.

KENT UNG: il S.10 Ka\\·ng Taì, sonano ciel KengLung; il prefetto ,1.postolico deg l,i !:'.tati federut.i del sud 'han, padre Ermiuio Bonetta ..

STATI SILl.~: il so,Tano di i\Ion g:p;:t.wn; il commissar io della federazione degli sta ti Shan a. Ta.unggy .

1:Hl t.\lA.XL\: il !r:1tello d i Amm::rnullah, c: x re dell ' Af~ani s tan; il console ikdi:lno di Ilangoon; i1 govematore inglese e il p11incipo P yi nmaua. ) _Lint-!io, frr.td lo del defulllo re cl i Birman ia.; J'.,i.Ito ~acer­dote buddista U-Khanti µ. ~Uaudalai.

STA.TI XORD SB.A.!"\: i son-ani ùel Hs1paw, del South Hsenw i, del Ta\\"ugpeng, del )/omeik; il primo mi1Ji.stro del 'fripura, li c.:om­missa rio delle proYUlcie de! Cacbar ~ del Sild1a-r ; l ' ufficiale politico di Sadiya, (,sul!~ frontiera orient.ale).

BIK.Kli)I: ii )fahàra.ja o m)ster D uddley di rettore dell.Edu-cazione.

TIBET: il Dala i Lan~a, il c,ip . .Flechter , agente bri ta nn ic.:o c.:om­mercialo a Gyantse .

L"'\Dl.A .. : il oonsolc genera le d 'Italia a Calcutta_ Gino ,Scarpa i il capo del partito dei rivoltosi bengalesi; il governatore del Behar e Orissa ; i ì.\.fahàraja. del Rewa, del Darbanga, del Burdwan, del .Sylhet, del Cashemir, clel P a.talia., di Lalgo ln, <le\ .Jammu, <l el D l1olpur, del .lhknner; i Ra.ja di Santos, di Dinajpu r , del S-id li, d i Azimganj , del Maihar, del Lahore, del Rajkot, del Soha.wal; il , ·iccre d 'India lord I rwin; Gandhi; -j\ commissario di_ polizia di Ohandernu.gore (!ln­dia. fra ncese); il pretendente ;i,\ Cal iffato Saukat Alì; il re ddl' .Afga­nistan; '11 governatore delle provincie u1Ute de l centro Imlia; l'agente poli t ico inglese di Baghelkhand; i nababbi di l\'1:urshida.bad, di, iPa­la.mpur; il go\·c rna.tore genera le degli stati dell ' I ndia occid.cnl.a le; il consolo ita,!iann e il Fasci:o cli Bombay i il console itali;1,no di C.iraci.

320

P1ERS!I A. : i l gO\·crnatorc generale del Khorasan · il R. inca­ri ca.to dj :lifori :l T('-hcran e •Ìli govei-na.t-Ore generale pe:Siano a Ki r-mansah; il F ascio di Teher:µi. '

MESOPOT.AJ.\fIA : il (Fascio ~ il conSÒle ital iano di Bagdad ; i! 1\fotsa.riif (governatore ara.bo) di Kirkuk e di Mossul.

ThUSSIA: il commissario del popolo p Tashkent.

. ~: il console d'IW,lia. ad .Aleppo; il Mutsa.ri.ff di Damaaco; 1I presidenkl -del consiglio della repubblica. del •Llbano; il Mutsa.riff del &lndja.k a.d A.lessandretta.j i Fasci e i consoli di ·Beirut di Tripolii di Soria, di Alessandrett;i,, di Dam.a.sco. '

.A!....C:0-iA MLNORE: i !''asci ed i consoli di Adana, dj Mersina, di A. da lia ; il governatore delJa Lydia.

RODI: il gcrvernntore delle isole dell'Egeo S. E. Lago.

TURIORlA : il Fascio, il console iUl liano e il Valì dt I struubul.

Q,REffiA: i Fa&ei Q i consolati di .Atene, Pireo, Patra.sso, Corfù .

ALBANIA. : l'agenzia oonsol,a.re di Santi Quaranta, il Fa.scio e iJ console italiano <li Valona; la, Legazione di I talia a Tirana; il ] 'a-s6o ~ il consolato di It~Jia p. Durazzo.

SVIZZERA: }<'asci e consolati di Lucerna, Basilea., Lugano.

FRANOIA: il vice console d'Italia a Moulhouse; l' a.genzia t:onsola.re di Belfort e: 1'.A.ssociazi.one Comba;ttenti ~ Chaumont; il Fa.scio di Troyes; il Fascio di Comba.ttim.ento § il console <italiano di Parigi; il Foooio e il console di Lilla; i Fa.sci di Liono1 di Saint Etrienne, di_ Avignone, di M~rsiglia., di Tolone, di Nizza.

BELGIO : il coni:;ole genera.le d' Itolia, a Bruxelle~; il console di Anversa, di_ Gand.

ULAiNDA; U Fascio e ll con.solato di Rotterdam; il Fa.scio e Ja lega.3lione d 'Ital ia all'Aja; il Fa.scio e con.solato di .Amsterdam.

LTJISSEMRURGO: la legazione d'ilte.lia ?. LU!S8em:t,ur~o.

SA.AR: il Fa.scio di Saarbrùcken.

GIDRL\-lA.Nli: il con so~e o il Dopolavoro di Franooforte; i_1 FaaciQ e il console di Oolonia e il F;u,cio e l' .Agenzia consolare di Diisseldorf; il console genernle itaJia.no e l 'agenzia. del Lloyd triestino di Am­burgo; ]'3.CCAdemico S. E . Farinelli i_ncontrato l1 Colonia; il Fascio e il ,console d~ Berlino; il Fascio di Essen ; i.l Fascio di Dor tmund.

DAiNillM.AR.CA: il Fascio e la leg!tt,Zione d'Ita,lia a. Cope~en.

SVEZI.A.: l 'agraiz.ia con00:l~e a Mii.hnoe ; il m_i~tro 4'1Wia, il ,console generale e il Fascio d.-1 Stoccolma.

NORIVIOO:IA: il }1-..asc.io e il console .generale di Oslo ; il console italiano di Borgen.

321

INGH[LTE11.HA: L1genz.ia conso la.re italiana cli N ow G--1. stle; l ' Ambascia.ta d ' Italia e il Fascio cli 1Londm ; l' agenzia consolare di Birmir.gham; il Fascio di L i1·crpool; il Fasc io e il (mu:.;u!e ~lnn­chester ; i_ F,1sci di Edi111\Jurgo e dì (:lasg{lll" .

~[Oi\'DF.C.A.ThLO il con.sole e il Fascio di Monaco .

CI'ITA.' DEL VATICANO : seg reteria di Stato.

TuIDPUBBLlO_<\. Dl tS .. \1'AlUNO: segrc.te ria di Sta to.

Ed ereo un elen,?O d i g iornali di tutto il mondo i quali .si .so 1: ,) am,piamente occupati, dei \·ia.ggi di Antonio Zclto:

GR,._,\.NBRETAGN.A.: «Sunday G raphic1>, «Daily Racord and _}Iailn, ©unday Referee11, «Evening Ne\\"su, ~Daily i\iirroru, «l tafot Nost-raJJ di Londra.; «The G;illowa y Gaz.ette,1 di Newton-Stewart (Scozia); a.i"'{orth l\-Ia.il a nd Ne-w Ca.stie Chronicle)1 d i New Custle.

SV~ZIA: «Svenslrn. Da.gbladetl) di Stoccolma.

OLA.u."\'DA : i:De TelegraJ,, di Amsterdam .

Af\'.IIEllUO.A.: a:.Progresso Ita.\o Americano1> dii New York; «Ohi­cago Tribune,1 edizione europea di !Pa rigi .

TURCHIA: i:Son Posta Istambulu, «11essa,gger o degli Ita liani)) di Is.tambul.

RODI; «Messaggerou,

:.\IESOPOTA.0:.\UA: «Ba_g<la<l Times" e 1tlkli<i Al 11· ntn:u1 .

Il'li'DIA: «The Civile and Military Gazetteu di J..,uho re; «The Statesman)) , aDaily Tej u (lingua ur<lù) di Delhi; «The Lcadern, ~Tho Pioneer" di Allahàbad; ~The State.sman >,, «Liberty», «Adva,neen di Calcutta; «Times qf Assam Di brugaru di -~·Ssl;lm ; «The Ra,ngoon Da.ily N ews,,, «Rangoon Gazette )) di Hangoo n ; «The Ce_vlon OUse1Tcr,); «The ('eylon Daily News a-nd .i\toming Leader,1 di Colombo; «Tlie Time.s of Ceylon.a; o:l\ ladras ~Jan,, di .Madras; u'l'he H ydera.bad Bulcttiiw di Hyderabad.

1'1'.1/0CJ:!\'A J_•'HANCESE: Thu tu ra (l ingua anna.mita) cl i H a.noi ; «France lndochine», uL ' lmpan:ialJ>, d,Q Dép~che <l'lndo­ehineii di !Saigon; «Cocbi11ciue», uL'Echo du Cambcxlge,J di Pnoin Penhn; •Le Courier d 'Hai phongu cli Ha.ip hong.

CT.ùNtA : il giornale c inese di ,Canton; «C.l,JJtoU Gn.r.ettea .iu ingl<:!se; a:&iangai :..vie rc usyu; «NorUt China Dally Newsu; uChina Press,, di Sc iangai; giornale ci nese di Chung K ing; «North Ohina 1::·ta.ndarcb di Pechino; «North China Star )) di Ti ùnt.sin; «,'::outh Ch ina :\Iorning P ostu, ~Ch ina .ftia.il)) <li Hongkong; «Le J ou rwd cle Sc: in ng;a i».

UilA.l'JJUNE: oJapn n Tnnes :;,.nd :\'[aj],, Tokio; «.Jap :1 n Adver­tiseru 'l'okio ; o:Shin-Aic·hi),; «Nagoi:1 ;ShimLu n)); (hsakn . . \1.:.1inichiu gio r­nali di ling ua gi,1-ppnneso; dtinkai J' ihoJ) giorna:c corc:rn o ; «Koh;•

322

Shimbnnn; Kuman10to K yushou; -.Nagasaki ShimbuM ; •Fukuoka Nichi- Nri.chin; «.Sn.ga Kyushuu giornali di lingua giapponese.

SlllA.iM: : «Bangkok Daily ?,fa.il»; giornale siamese e cinese di Bankok.

M.A:uESIA: •Th~ Straits Echo,u di- iPenangi «Penang Gaz.etten; 11.The Tim_es of Mnlayn; 11.The P lanter'sn giorna~e dei piantator i e mina­tori di lpoh; giornale ('inese di Singa.pore ; o:The ·Yialay Mailn e ,Ma­la.yan Daily .Exproosn di K uala Lumpur; ..Singapore ,Free Presa.i ; «Malayan Saturday Post,); «Tbe Straits ·Budgetm; «Malayan Tribune)); •Nieu.wsblad voor -de residentien •P alembang, Dj~bi ed Bimka,, gior_ nale olandese delle isol~ della Sonda .

.A.US'l1RA!LIA.: «Oairns Postn; ,L'Eco d1Itnlia.,> d_i Innisfail ; «Johnstone River AdvocaWl di lnnisfo.i_l; «Italo AustralianOllj Tbe :Maokail Daily Mercu ry)J di IMacka.,i «The Telegra.ph)) di Br iiSbane; «.Barrier Minern di Broken Hill ; «The Kalgoorlie Miner (giornale dei m ina.tori australiani); ,The West Australiani> di iPert h.

NUOVA GUINEA: «%~ Rn.baul Timesn di Rab~ul.

.AiF4UOA: «L'Imparziale)) e U «Giornale d 'Or iente)) del Cairo; «Messaggero EgizianO)J di Alessa,ndria; «La Cirenaica. Nuova» di Ben­gasi; «La Quarta sponda;.» di, Tripoli; il 1Simpii,t icun i.i i (giorna~e si­cilano) e ,L'Unionen di Tunisi; «L;:i. Dép€che dell 'Est)) di Bona; ,La Dé])eChoo di Costantine)) ,

323

I VENTICINQUE CAPITOLI

La dooume11,tazi-One . . . . Il viandante senza meta, . . Partenza per tutte le strade . La danza dei po,ra,Ileli . . . Condannato a morte dai Riffani Otto ore in fondo a un pozw . Europei che vendono, Arabe che uccidono . Tra gli Eremiti del Lago di Hikkaduwa . Verso la Terra di Nessuno Sotto h1 Croce del Sud . . Banchetto di cannibali . . In bicicletta tra uomiini gialli Colonnello di Chang •Fu • Kwei . Amor di Naga, fiore dei Wa . . A cenai con la Principessa dei rubini . Sul tetto del mondo . . . . . . . Visita, al Papa del Tibet . . . . . Drammatica fuga da un monastero !amai.sta Fachiri, tigri, Ma.hàraja . . . . Bibo Bai, passione del viandante . . . . Addio all'India, . . . . . . . . . . Mademoill0lle Tibesar, romantica del Novecento • Ferito da.i Drusi . . . . . Vagabondaggio europeo . . Verso Roma, Caput mundi . La. testimonianza dei viaggi .

Pag. 7 11 23

» 39

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109 119 131

)) 14fi 157 177 195 207 223

' )) 235 245 253 269

» 279 » 293

303 311

315

Finit.o di sta.D'.!pa:re

il XXIV .Maggio 1933 - A. XI

T I ·. p O G R A F I A G IU L IANA