libero mangieri g. 2009-2010, la collezione numismatica ribezzi, in taras, rivista di ar-cheologia...

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t@s

La cou-pztoNE NUMISMATIC A RrBEZzr'

GTusEPPE Lteeno MexctEnr

L'originarsi e l'incremento di una collezione

archeologica poggia le sue basi sull'amore per

l'antichità e per l'afte in generale. E certamenîe

questo fu il sentimento che ispìro Benvenuto fu-bezzi. agli inizi del secolo scorso. a costituire una

pregevole collezione di monete e di repefii archeo-

logici la quale, attualmente, forma il nucleo basi-

lare di una mostra piu r asta in esposizione presso

la Casa-Museo della Fondazione Ribezzi Petrosillo

in Latiano (BR)'.Benvenuto Ribezzi (1871-1941), nato a Campi

Salentina (LE), ebbe una vita giovanile piuttosto

movimentata, dal momento che seguì il proprìopadre Angelo in varie localita del sud ltalia, dove

era inviato per le esigenze del proprio lavoro di

magistrato. Nonostante ciò, egli riuscì ad avere una

' Riordinare una collezione è un lavoro, sovente, lungo e paziente e non sempre solitario. Rapporri di coÌlaborazio-

ne, man mano che il lavoro procede, possono traslornrarsi in an-ricizia o rendere questa piu proîonda, soprattulto se si

riflette sulla circostanza che un pezzo di storia e di conoscenza, accaDtonato ma non trascurato, si rivitalizza o si esalta

grazie al proprio lavoro, piccolo o grande che sia non importa. Sebbene il contributo che si presenta irl questa sede sia a

firma unica, è giusto ed oppoftuno segnalare altri che, in un modo o nell'altro, hanno otTefto la loro collaborazione e ad

essi io sono estremamente grato.

Francesco Monopoli è 1'autore del restauro, estremamente prol'essionale, di tutto il materiale. Marcello Dentico mi

ha saltuariamente affiancato nel lavoro di classificazione. Giuseppe Sarcinelli mi ha aiutato nel reperimento di pafie

della bibliograha: suoi sono i rilerimenti al World Coirs ed anche quelli che rinviano a inte et. Vittoria Rjbezzj e

Vittorio Petrosillo mi hanno sostenuto con la loro amicizia, tanti caffè e qualche pranzo, durante il lavoro di sistemazio-

ne della collezione. Cosimo D'Angela mi ha proposto di ospitare il lavoro in questa rivista da lui diretta. Tutte le ripro-

dtLzioni lotografiche sono state realjzzate da chi scrive: Il Museo in questione fa parte della Fondaziole Ribezzi Petrosillo, riconosciuta dalla Regione Puglia con decreto

del 15 dicembre 2003, protocollo Ol10021257. L'lstituto è stato voiuto e creato dalla nipote di Benvenuto, Vittoria

Ribezzi e, dal di lei consorte, Vittorio Petrosìllo. Tale atto è un mirabile esempio di inizìativa privata al ser.,,izio della

comunìtà. La stessa collezione è stata dichjarata di interesse culturale con decreto della Direzione Regionale per i Beni

Culturali e Paesaggistici della Puglia del 22.02 2006, prot. 1139

1-rl

r@s

continuìtà di studi, diplomandosi iu lcttere classi-

che e laureandosi in Giurìsprudenza. In scguito si

traslèrì a Latiano. tena natia della sua famiglia,

Zecca o Autorità

dove convolò a nozze e praticò l'awocatura, oltead interessarsi, in rnaniera tutt'altro che superficia-le, di cultu'a e storia antica, circostanza che appun-

to lo motivò a creare una raccolta di reperli archeo-

logici e numisn,atici. ll suo indìscusso prcstìgionell'ambìto della cultura puglicse è ben testimonia-to dalla nomina, da parte dell'allora Ministero della

Pubblica Istruzione. a membro della Commi,s.sione

Conservai'ice dei monumenti, degli scaú ed ogget-

ti di antichità e d'arte della provincia di Brindisi'.Consapevole dell'importanza della contestualiz-

zazione dei rcperli egli appuntò, con sistematicornetodo, i riferimenti di rir, venimento di non poche

antiche testimonianze che riusci a far confluire nella

sua collczionc, lornendocì peÍanto anche spuntiintercssanti per l'approfondimento di elementi di cir-colazione, che sono discussi nelle rìghe successive.

La collezione numisnratica Ribezzi, che qui si

presental, è cornposta da 507 nunrmi di varie zec-

che e periodi, come dal seguente prospetto.

Realizzarc ul con.ìmento puntuale ed csaurien-

te, rclativo a tr.rtte le monete presenti nella collezione,

Numero di catalogo

Brundlslum t-4

Hvna-Orra 5

Samadi 6

I arentum

lhLlnum IU

Velia

Roma-Repubblrca t2- lu

Roma- lmpero l9-J0

lmpero Bizantino 3l-41

(lasa di Sasson ia 12-43

Resno Nomanno 44-45

Regno Svevo 46-4 /

Repubbhca Veneta 48-5J

Regno di Napoli 54- 175/ I78- I Et)

' Le note bìografìche sono trattc da un ìnteryeoto di Vittoria Ribezzi in ALt'tlnt 200E. p. 25

'Le nronete segnalatc coi ntureri 25E, 259,267,268.269.271,219-281,338--139 sono state acquisite in un secondo

rììolîento. aftraveffio vendite all'asta. circostanza segnalata nellc relative descrizionì

134

tRs

one Svtzzera

ustro Ungarlco

egno

egno

egno omanla

egno pagna

inserandole anche in una comice storica, è compito geografiche hanno subìto, nel corso dei secoli' ur

improbo, peltanto ci si limiterà ad offrire qualche natr:rale evoluzione, peltanto Magna Grecia è ur

sprurto, soprattutto per la parte piil antic4 rinviando i definizione che non ingloba le popolazit-'ni rnli-:e-

làttori desiderosi di approfondimenti ai riferimenti preesistenti allo stanziamento dei Greci sulle ;r.'bibliografici segnalati nel catalogo. dell'ltalia meridionale. Infatti, furono i Rom:n: :

Neìl,anticu Magna Grecia,, così come nella ma- unificare l'Itata Meridionale suddividendola duzlr:

drepatria, ogni poli, costituiva uno stato autonomo. il periodo augusteo',in regiones, i cui confrni si ditìì

pertale motìvo ognuna di esse ebbe una sua moneta- renziano da quelli attuali. ln paficolare il territon

zioneo con caratteristiche peculiari, sia tipologiche, sia dell'attuale Puglia era compreso nella regto te.-r,';- '.

epigrafiche, sia pondemli. Va premesso che le aree formata dalla Apulia (la parte a nord di Tarenmr:

, Un'ampia sintesi storica del periodo è in DE Ìul-IS 1996. Di grande utilità è la consultazione dei Conlegni di Siì-cr i-Magna Grecia che, annualmente, dal 1961 sono dedicati alla Magna Grecia. Nel testo e nel catalogo sono stale adtìtLr:3

segienti abbreviazioni: cat. : catalogo D/: diritto; d. = desta./o; g: granxl:i; mm = diametro del tondello espresso in millin:e:

R/: rovescio: s. : sinistra./o. Per le abbreviazioni bibliografiche si rilvia alla fine del lavoro',' per una panoramica sull'argomento in eta antica si rìnvìa a HlsroRIA NtrN4oRUM 2001. Per una veloce' millenaria disqur,

zione sulla rr.roneta si veda LBERO MANctEnr 1995, con bibliogafia precedente. Manuali istituzionali, molto utili sull'aryLrn-ii

sono ARSLAN 2005: BERNAREGGT 1978; BREGLTA 19@: CA\IIENA 2008; CASTRIZIO 2005 (sul medioevo); PrN\trlRrr::.:-'1 Livio 42,27,8

tq@sdalla Calabria (la pcnìsola salentina conrpresa Taren-tum)*.

L inizio dell'uso della moneta, in Magna Grecia.ò da far risalire alla seconda metà dcl VI sec. a. C.o

Quasi tutle le polers magnogrechc iniziarono la loropt'oduzione, in argento, coniando esemplari su cuiemno mppresentate le principali divinità del panthe-on locale"'. La moneta, oltre ad essere un c1l'icacemezzo di scambio, rappresentava, attravcrso la leg-genda, che ne identificava I'autorita, lapoàs nel suoruolo di citta-stato. I pnmi esemplar.i coniati eranoutilizzati soprattutto per le transazioni di un certo

yrra -

CENTROANTICO LIMITI CRONOLOGICI ATTUALE LOC ALIZZAZIO\I

el pressl oggra

ncclta co ocazlone

rumul11 rurno AppGrumenturn (PZ)

rìlievo. In scguito vcnnero battuti anche nonti:'.:fiazionari e monetc in bnrnzo per le csigenze qu,-: -

diane, per i piccoli scanbi. Anclre i centri autociidella Puglia ebbero una loro prcduzione moner .quasi tutti piir avanti nel tenrpo. corr'è possib _

verificare nclla seguente tabe lla.

La parte piit antica dclla collezione in csar.n- .mpprcsentata da uno sparuto gruppo di eseup --dellc zecche magnogreche di Tarentum, Thudur: -

Vclia, e da quelli dci centri autoctoni di Brundisir:::-Hyria-Orra e Samadi. Pertanto diarno di se_uL.::.

alcune sintetichc notizie concerrrenli que>ri ccnnì

teolul]l

eapo r s

eretum

ncerta co

'l centriantichi generalmente sono indicati col nome laîino. circostanza che è onì1aidi uso comune." L iniziale data del 550 a. C. è stata rccentenente abbassata al 525 20 a. C.: si v. GonrNr 2001 . con dibattito prececlenre

" Pcr approtòndimcnti sulla monetazione antica si v. la bibliografia segralata nelle succcssive note. Per un inquadranrcnrigenerale che unisce rigore scientifico ad una lettura piacevolc si v. KRAAy 1976.

I36

t@s

BRLINDISIUMDal caratteristico porto dalla foma a "testa di

Cervo", nella lingua messapica,Bren tesion'', deivail nome romano di questa località, le cui origini so-

no precedenti alla colonizzazione storica. Brun-disium ebbe contatti talmentc stretti con Tarentum

che, secondo la leggenda, Phalantos, il mitico fon-

gli elementì di cui sopra: la testa di cer\r'o su esem-

plari con caratteristiche greche del 300-250 a. C., e

Phalantos su delfino su esernplari che sono datati

intomo al 215 a.C.", influenzati ponderalmente dal

sistema romano. Gli esemplari presenti in questa

sede sono stati tuttì rinvenuti da Oria. Anche se

s'ignora ìl contesto in cui tale materiale è stato

c a. C. Botromagno - Gravlna m Pugha (uA.)

Stumium 750-2m a. C. Ostuni (BR)

Pezza deì la Ch'esa (f G)

lJxentum t00-90a- c. Ugento (LE)

Venusia ' 2i5-215 a. C. Venosa (PZ)

datore di Tarentum. cacciato via dalla sua città,

trovò ospitalita proprio a Brundisium''.Nella monetazione, tutta in bronzo, si ritrovano

reperito', la notizia è utile perché ci inlonna sulla

circolazione di questi esemplari, al di flrori del-

I'area cui erano destinati.

" Venusia, pur localizzata nell'attuale Basilicata. storicamente è da inserire nell'antica Apulia

'' Strabone VI, 3, 6 (282)

't Ibidem. Notizie storiche su questo centlo in BíbtictgraJia topografica delle colonie greche dell'Itolia netidionole,

191t5, pp. 150-190. LiPPOLIS 1997.

' Sulla monetazione v. BoERSM^-PRINS 1994 e HIST0RIA NUM0RUM 2001 pp. 85-86

'J Probabjltrlente durante lavori agricoli.

137

ro@s

HYRIA-ORRALa monetazione a leggenda ORRA" tutta in

bronzo. è usualmcnte attribuita al centro antico del-

I'att'ale città di oria'" L'inizio della prrcduzione è

fìssato intomo al 250-275 a. C., con emissioni dalle

caratteristiche metrologiche mistc. lnfatti, pafic

della procluzione, quella piir recente, databjle 210-

I 50 a. C.. è carafiedzzata dalla presenza di globctti,

secondo gli usi del sistema ponderale lomano Sul-

le monete piir antiche, invece, al diritto campcggia

una testa giovanile con clmetto conico ed al rove-

scio I'aquila su fillmìne. La produzione piùr reccnte

e tipologicamentc più varia: al diritto sono attestate

le tcste di Minerva o dcl giovane Ercolc o di Vc-

nerel mentre al rovescio, oltre all'aquila su fulmine.

ritroviamo il fìlmine alato, Cupido che suona la

lira e la colornba.

Il tlato più intercssante è che I'unico esemplare

di questa zecca, prescnte nella collezione Ribezzi. ò

stafo rinvenuto proprio ad Oria' in contrada Pupini

nel 1915. Talc circostanza rafforza ancora di piil

l'asscgnazionc dì queste monetc proprio all'antìco

sìto dcll'atmale Oria.

SAMADILa presenza nella collezione di un esempìare a

lcggenda tAMA^l è ceflatnente un elemento di

grande importanza, perché tali esemplari sono

molto rari. La monetazione di Samadi è composta

da esemplari in bronzo con tipologia fissa: al diritto

la testa cli Athena con elmo corinzio ed al rovescio

dei cresccnti. che si differcnziano in quattro, tre o

due in rapporto all'articolazione ponderale delle

rnonete. Ncgli spazi carnpeggia I'etnico dclla citta

IAMA^I o la îolrna accolciata IAMA per il nonri-

nalc di taillio minote -

Le 1ònti storiche non famro

alcun ritèritrtento atl un cenflo con questo nome Ma

"'Sulla moneîazione v. IRAVAGLìNl 1990 e HlsroRlA NtiNl(lRUNl 2001'p tig Strl centro antico da ultimo

, Su qucst,argomento si v HìsroRr^ NuMoRUN,f 2001. p. 9l: carrpo Lezzlr<nrr 2002; D'AloRl,'r - TAI'uRl 2010;

CANIp^NA - TAfuRl 2010 e da ultimo LIBIIRO M^NGltRl 201 I

* Aitri propendono per una datazione piùr tarda Sul dibattito si tinvia' da ultino' a LIBFRo M^NclFRl 201l

,, Un'anpìa discr.Lssione .u n *,,,.,^li r";unto è in wu .LtEÀat[n ì987. Aggiornamenti recenti con una discussione

.rlla sl.ri:r rcnerrrl< dclla Prtrlia in questo pcti.'''lo ttt Dr I r' ' lr)i)6 ,

,,Anpia è la documcntazionc r,,lriog*t.u sulh mouetazione di rarenrrLm suìla quale. da rrltini. si v FiscllER-

BossERr lggg (fino all,arrivo clì pino) cin ricostrLrzionc delle scquenze clei coni. c Hlsrofìr,\ Nt-rMORl-M 2001. pp 92-

107.I La testimol'ìianza cli Aristotele è segnalata in Polluce' Orrorrl ' lX' 1ì0'

r3tì

gmzie all'assonatza col nome Sanladium. localit;'-

segnalata da Plinio come ubicata tra Tarentum 'Brunclisìun.r. oltre alle informazioni ricavate dai tin-

venimenti, si può ragionevolmente identificat;

Sarnadi con I'antico sito archeologico di Murc

Tenente. localit2r situata lra Latiano e Mcsagne Le

emissioni di qucsta zecca vamro, plobabihncnte. col-

locate prima del 212 a. C., motnento della conquisc

car-tagincse di Tarcntunr e del defìnitivo úamonto d:

questa cìttà''.

TARENTUML'antica Tàrentum ebbe, indubbiamenÎe, un tuoltr

centrale nella storia dclla Magna Grecia'' dando vita

ad una monetazione adeguata al suo ruolo, ricca dt

esemplari in argento ma anche in oro ed in bronzo' '

Le prime lasi dclla monetazione di qr-resta polis sono

da collocare intomo al 510 a. C , probabilmente poco

dopo la dishr'zione dell'antica Sybaris Sulle primc

emissioni appare un giovane su delfino, rallgurzzio-

ne che costituìrèr I'clemcnto camtteristico della tnone-

tazionc di questa polis. ln essa vi è ur indubbio riferì-

ncnto alla genesi della fondazione dell'antica città'

fondata da esuli Spartiati guidati da Phalantos Nel

rnito della città si fa rifcrimento ad un naufìagio alvenuto nel golfo di Cfisa, ma anche ad rm miracoloso

interucnto tli ur clelfino che non solo riuscì a salvatt

Phalantos. ma 1o condusse anche sulle coste dell'lta-

lia meridionale, dove appunto lòndo Tarenttun' Di-

versa è la tradizione tralîandata da Aristotele'', il

quale iclentifica il giovane su delfino con Taras, figlio

di Poseidorl anch'egli legato ad un episodio analogo'

Probabihnente, le due tradizioni si sono inizialmente

sovmpposte, intorno alla melà del V sec a C , finché'

ai tcmpi di At'istotele, il mito di Taras sostituì quello

precedente di Phalantos.

Nell'ultin.ro quarto del V sec a. C. fa la sua com-

t,ftsnarsa. al dinno delle monete tarantine' lo schenr' ;-'cavaliere, delincato in ura moltepliciù di aneg5-'-

menti. Tàle tipo, congiuntamente al giovane su deli-

no, costìtuì la carafieristica fissa della moneuzlone

di tale zecca fino alla sua chiusur4 nel 209a C Ln

elemento inlpoltante, utilissimo anche per la datazio

ne dei nummi di questa zecca, è I'aspetto ponderale'

Lo standard della sua valuta in argento pirìr pesante' il

nomos, era di grammi 7,80; tale quota' utilizzata

all'inizio della produzione, si consen"o inalterata

fino all'anivo diPirro, quando sí verifrco un sensibr-

le calo ponderale, sia per quel che riguarda la valuta

più pesante, sia per i sottomultipli, com'è possibile

verificare dal seguente schema'

:::. :r: j -:., c: .: ilr inità piit rappresentate ne'Ll

tr,rr,i,.lzterlli:rt:;". l:11'aitra è anche un orrt"

. -:.-4,.n,.-, rlt: stess: Aienett La produzione di

T..t.*, ru abbondame e cessò ncl tetzo quaúo de1

Jl --l. :r.C. L'imponanza di questa zecca è ben tes-

:1..n::ra dall'ampia area di circolazione delle sue

in'Ì:!silrni. come dell'esemplare in esame (cat n'

1[r r. rirr enuto ad Oria nel 1935'

\ ELI-\Ln gruppo di abitanti di Focea, in fuga dalla

n.ruAr.p-uttlu. a causa dell'invasione persiana" dopo

la battaglia di Alalia in Corsica approdo' intomo aì

<3,i a. ó.. sulle coste dell'attuale Cilento Qui' col

Statere Triobolo Diobolo OboloStandard

Naturalmente quesî'elemento, insieme ad altri'

costituisce uno spartiacque per la datazione della

monetazione taranlina. Dumnte l'occupvione car-

,nio.r. a.ttu città (21 2-209 a' C ) da pane di Anni-

bale, fu coniara una serie limirata di esemplari' con

la solita tipologia ma con sistema ponderale punico'

Queste piobabilmente furono le ultime monete

emesse in loco". Infine, v'è da dire che non stuptsce

per nulla il rinvenìrnento di una moneta di Tarentum

ud O.iu", visto il ruolo egemone avuto da questa

polis nell'area fino a1212 a C'

THI.,ts.IUML antica Thurium fu fondata neI 44413 a' C' da

un gruppo di Ateniesi, inviati da Pericle' su invito

a"iilUariti, per aiutare questi ultimi nella ricosttu-

zion" Oelta ioro ciuà distrutta nel 510 a C' car''

iull" lt-,on"t" di Thurium I'elemento dominante' al

diritto. è la testina di Athena, che da una parle

" HrsroRIA NuMoRUM 200t' P 106

:r Catalogo n. 7.

'i"ff" "i"*4. u*icbe si v Lotugrnoo 1992 e DE SENSI SEsrlro l9g2'

5ttlla monetaziont d' qut'tu 1'oi" si v HlsloRl\ Nt \'t\4oRr \4 20ll pp l4b- 156'

Sulle r icende slorichc ed r*h."ì"gi.ì,.. i " Enciclopediadell'AneAnlica.secondosupplenrento \"'a- -

sotto voce Velia GnEco-t<nLNzrxcln ì g í4'e Velrct' attidel XLV Convegno di Studi sulla Magna Grecia

,, su qlresta zecca si u. L,uuuo vnl,r*, isaó; w'r'nrt 1992; HIS roRl^ NuMonur. 2001' pp 117-133

consenso degli abitanti di Poseidonia' tbndar"nt'

Hr ele. in seguito chiamata Elea ed inlne \ cìia '

l-'inizio aella monetazione è fissato subiro dop'

la fondazione e la scelta tipologica un a\ ancùrplr

ii l"on" ul dirifio ed un quadrato vanamente ripani-

to al rovescio, su esemplari di piccolo modulo

richiama stile ed immagini tipici della rnonclaTi\ìnc

microasiatica'7. In seguìto fulono coniati esenlplrr

niir oesanti, insieme a quelli di piccolo taslio ' L ' -

campeggiava la rlinla eponirna t Hl ele t al dinnr

insie.roJ-ad uno splendido leone al rovescio' rin-r:.

anche su cenr'o su monete di epoca succtttir r ;'''

al diritto la dea Athena. La produzione di ule r' :

fu ampia e perdurò fino al l.sec a C' in -: ';'ormai completamente romanizzata ll nnr enir'r-:

di un esemplare velino a Muro Tenente e slqrllci'vo dell'arnpia area di circolazione delle enlissiLrni iquesta zecca.

ROMAIl terzo secolo a. C. fu un periodo cruciale per

l'ltalia meridionale, perché segnò il graduale h.a_monto dell'egcmonia magnogreca. di cui Tarentunfìr l'ultimo baluardo; ma. se a liveilo militarc. Romalu inarrestabile. a livcllo rnonctale, invcce, si evi_dcnzia l'al]înîtczza del sistcrra lontano t.i5petto aquello grcco. lnfàtti, la prima esperienza di conia_zione Roma la ebbe nel 335 a. C.r,, quando emise laserie in bronzo dell'aes grave, soppiantando i pre_cedenti nummi (.aes rude e aes signahrm) otîenttítramite fusione e che crano di tali dimensioni daesscre misurati in chili piuttosto che in gramrmi,,,.

Qualchc anno dopo, nel 326 a. C.. Roma emiseuna moncta in argento nella zecca di Neapolis,improntata sul sistema greco coll caratteri epigrafi-ci greci. In realtà, probabilmente, fu soìo alla finedel III sec. a. C. che Roma si dotò di un vcro e pro-prio sisten.ra monetale, con l'introduzione del clcna-rio (cat. l4-18) in argento, t-tcl2l2-21i a. C.r,,. con-temporaneamente a moÍìete di piccolo taglìo qualiil vittoriato in atgento e l'asse sestantaler. euestavaluta, col progressivo cstendersi del dominio diRona. soppiantò gradualmentc qualsiasi altran1ol.ìeta. Un elemcnto di grande impoftanza, pcr ladatazione dci denari, è la presenza su di essi dellelume di magìstrati monetarirr, personaggi di spiccoappartenenti a famiglie importanti di cui si conser-va memoria nella documentazione storica, grazicalla quale è possibile, spesso, classificare at:l annuntle nronete relative.

ll senso religioso degli antichi fir alla base dellascelta dì immagini da inscrire sulle monete.Naturalmente anche sulla rnonctazione romana ritro-vìamo rappresentazioni delle divinita del pantheonlocalc: la tcsta di Roma, di Giano bifirrntc, Giove,\-ettuno. Cerere ctc. Ma un awenimento fondanrcn-

tale awenne nel 44 a. C., qi-rando Giulio Ce.,:- --

norninato diltrtorc a vita. La sua imnlal:: -

impressa su alcure emissioni: la prima rì,...ambientc lomano, per un csset.e vivcntei. cÌ-, :--ormai considemto alla stregua di un semiciio. Cr_: .,

che fir cìrcostanza eccezionale divenne in segL: _nonr.ra. hrfattr, da Augusto in poi, al diritto di ni_. .monete apparim sempre I'inmagine dell'imper": -,con relativa leggenda.

Il sisterla monetar.io è lo strunrento ath?\ eFquale uno Stato organizza dei rapporti di valore _ .

fiovano nclla n.roneta il loro veicolo di csprtsstr _

Tàli rapporti, lu.rgi dall'essere costanti, sono so_s-:. ^a mutamenti detenninati da condizioni intemesvilimcnto di una buona lega o la riduzione deì p:.di una moneta) ed esteme (mancanza di nrat.-:.primc, necessita di pagamenti di tmppe mercen.-:etc.). Inoltre, maggiore è l'ar-ea di cir:olazione di u:.moneta e piir complesso risulta il tentativo di cr-:_trcllo e conscguentemente più fiequenti diventanitcntativi di adeguamento a rnutatc condizioni poìt:.-che ed economiche. I fermcnti politici che athar e:-sarono periodicamcnte I'impero romano fùrtno .causa di crisi econornichc cicliche. cuì l,autorita cer-trale cercò di pon'e riparo adottando ìniziatìve rnone-tarie rnimteì.

Gli ultimi anni della Repubblica furono ca-ratfenzzati, dal punto di vista rnonctario. da un:situazione di estrema confusione. causata dalla iìam-mentazionc del potere in centri periferìci, ripaftiti 1ll:r

govematorì provìnciali e comandanti militari. jniànj.costorc provvedevano, autonomamente. ad emetteremoneta senza alcu.r controllo da parte della autorìtacentralc.

Quando Augusto divenne arbitro della situazione.rnise ordinc in questo stato di cose, attuando unariforma chc ebbe duc punti Èrmi: stabjlizzazjone

" Ben due secoli dopo I'inizio delle prime emissioni magnogreche. com'è chiarito nelle righc precedenti.r" Il testo base sulla nronetazione repubblicana è RRC; ottime sintesì in italiano sono B,,,rBr DF CARO 1993. I e pAN-\ \ R,,. \ 20r)0.

'" La data è controversa e non accettata uÍìanimemente. Sul dibattik) si v. itesli segnalati alla nota preccdente." Anche l'asse f'u una nloneta rnolto utilizzata: i1 suo peso. col passar deg]i annìlsubì ura graduale riduzrone, pas

sando cla g. 327 dell'asse libtale tino all'asse sernunciale di gr. 13.643 nel 9l a. C.: B.rrer Dl Cino 1993.1 p. 39 e ss., eP\NvrNr Ros^rr 2000 pp. 88-89.

" Erano defìniti Tt.esviri Auro Argento Aere.flantlo feritndo." Precedentcnlente solo ad Alessandto Magno em stato accordato un identico onore: si v. D,rvrs KRA,\Y 1973, tìg. l .rr sul significato della mo'eta e su una storia dela moneta si rin\,ia a HowcE.o 2002

I40

r,Rsponderale e introduzione di un mpporto fisso Èa oro

ed argento. lnoltre, intomo al 12 a. C., il pincepsavocò a sé la coniazione dell'olo e dell'argento.lasciando al senato il controllo dei nominali nonpregiatir5 che, in quel periodo, erano costiruiti dal

sestezio, dal dupondio in oricalcoto, ed infine dal-

l'asse e dal quadrante in bronzo. Perlanto il sistema

monetale organizzato da Augusto risultava compo-sto da otto valute, così come dal seguente prospetto.

Naturalmente questo è solo un esempio utile per

comprendere la complessita dell'argomento. Ancheperché crisi economiche e politiche periodìche cau-

sarono periodici interventi di aggiustamento chevidero anche un depauperamento costante delleclassi meno abbienti. Illuminante, a tal proposito, è

la rifonna attuata durante il regno dell'imperatoreCostantino. I1 punto centrale di essa fu l'introduzio-

ne di una nuova moneta d'oro, il soli.dus, contrappo-

sto al.fbllis", in questo periodo esernplare in bronzo.

Ebbene il solldrn, il cui valore em calcolato in dena-

ri. al suo esordio ne valeva 4500, menhe dopo solo

quarant'anni emno necessari ben 30 milioni di dena-

ri per potere ayere un solidtn'r. Quest'esempio puòlar comprendere I'estrema difficolta a soprawiveredi quanti non potevano accedere alla valuta più pre-

giata. Nel secolo successivo la moneta in bronzodivenne sempre meno pesante e così poco affidabileche non ne è stato trasmesso nemrneno il nome.

Quest'elemento è una spia, una delle tante ma indi-cativa, della disgregazione, che oltre che politica fueconomica e cultuale, e portò al definitivo tramonto

del più grande impero dell'antichita.

BISANZIO11476 d. C. è la tradizionale data indicata come il

passaggio dall'irnpero romano a quello bizantino. Inquell'anno Odoacre depose Romolo Augustolo. Per

non poco tempo I'Italia meridionale fu battuta da

popolazioni nordiche, Vandali e Goti, che ìmpewer-

sarono in un'area in cui era assente qualunque tipodi autorita. Solo nel 553-554 Giustiniano II, su solle-

citazione del papa, inviò un esercito nell'area che

debellò definitivamente i Goti, creando le basi per

I'al'vio della restaumzione politica ed amministrati-va dell'Italia rneridionalere.

Il sistema monetale bizantino, che è una deriva-

zione di quello romano, al suo esordio aveva nel

solidus aureo la moneta di riÈrimento. Questa era

suddivisa in semissi, lìazioni da %, e tremissi, fiazio-ni da l/3. Il materiale in bronzo era corr.rposto dal

.follis che corispondeva a 40 nummi'u, rl mezzo.lòl-

( )ro

Aureo g /, /9

Qulnarlo aureo g J,U9

Argento

l)enaflo g J,ó9

Qurnano I,94

( )ncalco

Sesterzlo g 2 /,2E

uupondio g 1J.b4

Bronzo

Asse g tu,9l

Quadrante g I, lu

rJ La biblìografia sulla monetazione delf impero romano è imponente. In questa sede si segnalano solo alcuni titoli.Un urptrs generale di questa monetazione è The Romtrn Imperitrl Cointrge, edìto a partire dal 1923, ristampato fra il1968 ed il 1973. Inoltre impofiante è la collezione del British Museunr, da Augusto a Pupieno, pubblicata fra il 1923 ed

il 1962. Di recente sono stati editi alcuni volumi in italiano della collezione del Medagliere di Milano. Per accumtepanoramìche generali, sia storiche che monetarie si v. Balgt D[ CARO 1993,1; BEì-LoNr 1993; BURNF.TT 1987: CARSO\

1990: DE MARrrNo 1979 e DUNCAN JONES 1994.rr'Lega composta da 80% dì rarle e 20 % di zinco.j lnizialmente questa moneta, introdotta da Djocieziano era costituita da un'anima di bronzo racchiusa da una lami-

na di argento.

" BALBT DE CÀRo 1993,1 e De M^RrNo 1979 p. 383 e ss.ro Per un recente inquadramento storico sul1'argomento: MoRRISoN - RoNCHEy - BRACCINT 2007 e 2008; OsrRocoR-

sKY 2005.ru Con questo temine che, anche oggì, come ai tempi dei Romani, era sinonimo dì moneta, nel periodo iu esame-

indicava la più piccola partizione della moneta in bronzo: 1140 di follis.

1.+ I

t@sli-s, il decamtmmus ed i\ penîanuntrrzrf '. Largentoem poco utiltzzafo. Il quadro appcna delineato non

rimase sempre uguale; durante il lungo periodo del-

I'impero bizantino si susseguirono varie riformemonetali fino ad Alessio I Comneno ( l08l-l I l8), ìlqrrale introdusse una paflicolare monela in argento

definita hyp e rpyror dall' insolita forma concavo-

convessa.

Sul dilitto deìle rrronete bizantinc carnpeggiar a

l'immagine delf imperatore, insieme alla leggenda

di riferimcnto"; al rovescio in genere era disposta

una leggenda su piir righc, rilerita parimenti all'auto-

rità emjfiente. Ma per r:n lungo periodo, fra il 969 cd

il 1081. circolarono delle rnonete definite irnpropria-

rurente anonime (cat. 37-41), anche se su di esse si

Íola un'iscrizione che non è pero riferita all'autorita

emittente ma al Redentore, la cui rapprcsentazione è

impressa sul diritto, anche se talvolta viene sostituita

dalla Vergine col Bambino. Tàli esemplari furonotalmente diffusi in Italia Meridionale da essere utiliz-zati corle sottotipi per la zecca dì Salemo.

INORMANNINel 1077 Roberto il Guiscardo conquistò Salemo

spodestando il longobardo Gisullo ll e insediando in

maniera stabìle i Nonnanni nell'area. La Sicilìa fu

occupata da Ruggero I, con I'aiuto del Guiscardo

suo 1Ìatello. Nel I137 Ruggero II riunì le due aree e

si proclamò re. Nel ll94 lo svevo Enrico di Svevia

si impossessò dcl regno nonîanno.La monetazione norrnanna è una derivazione di

quella longobarda, basata sul tarì in oro e sul.p/1n in

rame. Solo nel 1140 Ruggero ll introdusse una

nuova moneta in argento, il ducalc (cat. 44) che, alla

rnanicra dell'i,.t.pe tpyron, aveva ùna fotma concavo-

convessa. ll re instauò un mppoúo con la valuta in

mrÌe assolutamente spropositato, a tutto vantaggìo

dei piir abbienti e delle casse dell'emrio". A causa di

ciò ci furono proteste diffuse che ebbero anche qual-

che risultato.

Iconograficamente le irnmagini sulle monete

' Iì pcso di questi eserrplari è il seguente: g. 18, g 9, g 4.5, g 2,25rrA volte l'imperatore era alfiancato da congiunti

'' Notizie storicl'ìe e nunrismatiche su tutto ìl regno nonnanno in MEC 14, pp.76-140; TnevAINI 1995

" Suglì svevi v. MEC 14. pp. 141-193

" E dalla sr"ra fiazione, il mezzo augustale

" Ccsare Augusto imperatore deì Romani

t42

restituiscono iritratti, rnolto stilizzati alla m": .-:bizantina, del re, ma su alcune di esse è pre= :"

anchc il busto di San \icola. accornpagnato --leggenda di riferimento in caratteri greci (cat. ,15 t.

GLI S\G\TEnrico di Svevia ereditò una situazione mone---

ria tutt'alù? che unitaria, infatti, nel regno normanr

non esisteva un'unica zecca, ma [a produzione Imonete era dislocata in vatie città del regno: sopr;:-

trÌtto Palenno, Messina, Salemo, anche se salhran'-mente vcnivano en'ìesse monete anche ad Amal::.Bari, Capua, Gaeta e Napoli. Egli chiuse immediar-rnente la zecca dì Salcmo, dove si coniarano .o

follari, i quali vennero di fatto abolitì. Il prowec:-mento fu preso anche per I'atteggiamento di ostili-:tenuto dai Salernitani nei confronti di Enrico. :.

Brindisi fu attivata una zecca che, di fatto, venne ur-lizzata per soddisfare le esigenze monetarie di nrtu

I'ltalia meridionale ad esclusione della Sicilia dor.era operante quella di Mcssìna.

Due furono le valute principali del regno sver r-

il denaro in argento e il tarì" in oro, soppiantato. da.

1231, dal lamoso augustalers. Questa splendicì'moneta, completamente irmovativa, si rilaceva nellr

stile agli esemplari romani imperiali con busto de;l'imperatorc al diritto disegnato di profilo e corona-

to. ln modo particolare I'augustale riprende tipologr:

e leggenda [CESAR(sic) AVG IMP ROM] degl:

esemplari di Augusto, da cui anche il nome: augusta-

le'n. L'utilizzo di quest'immagine permette di supe-

rare secoli di fonîalismo, tìpico della cultura bizantr-

na, con un ritomo al naturalismo. Inoltre, il messag-

gio politico affidato alla moneta era il risorgere di urimpero universale al cui centro doveva esserci preprìo Federico.

I denari ìn biglione erano costituiti da un'anit-n:

in rnetallo vile ricoperla da una lamina sottile irargento. Il rappotlo fra rame e argento costituiva un

segeto di stato, anche se la bassa qualita di queste

monete le rendeva invise alla popolazione che le

tRsrifiutava. Ma il re, con costanti decreti, imponeva

l'ufilizzo dei denari nelle transazioni minacciando.nello stesso tempo, le maestranze addette alle opera-

ziorn di zecca a non dilulgare le inlormazioni sulle

proporzioni di contenuto di furo. Ma la notizia trape-

lò comunque e divenne di pubblico dominio quando

il papa Gregorio IX accusò pubblicamente Federico

di essere "notnn falsarits" .

Quando Federico si spense, il 13 dicembre del

1250, il regrro era letteralmente ridotto sul lastrico.

REPI,]BBLICAVENETALimpofianza ed il ruolo di Venezia svolto, non

solo nel meridione d'ltalia, ma anche nelle terre

d'Olhemare è noto ed è ben mppresentato dalle sue

monete che vengono reperite un po'dolunqueo'.

Il bagattino di rame, presente con alcuni esempla-

ri nella collezione in esame (cat. 49-53), venne

coniato in forza di r-n decreto del consiglio dei dieci

del 12 ottobre 1519. La moneta, sul cui diritto cam-

peggiava la Beata Vergine col Bambino in braccio,

ebbe un successo notevole che durò per circa un

secolo. Su questi esemplari sono anche presenti delle

sigle di non pochi massari, circostarza che permette

una loro collocazione temporalea8. Oltre ai bagattini,

nella collezione è presente anche un quatfino del

doge Leonardo Loredan (cat. 48), con limiti cronolo-gici di emissione 1501-1524. Considerato che glialtri bagattini sono stati emessi ed hanno circolatoper un periodo tutt'altro che breve, si può ragione-

vohnente suppone che tutti questi esemplari possa-

no provenirc da un unico ritrovamento in loco di cui,

però. non si consen,a alcuna registrazione.

DAL DUCATO NAPOLETANO AL REGNODELLEDUE SICILIE

La citta di Napoli, dopo la chiusura della zecca

magnogreca nel Ul sec. a. C. non aveva conosciul.o

altra esperienza di produzione monetale. Solo duran-

" Sulla zecca di Venezia si rinvia a PApADopoLr ALDOBRANDTNI I 1893-1919; PAOLUCCI 1990 e 1991; SrAHL 2000.

'r Infatti non è stato possibile indìviduare la data di emissione di due esemplari (cat. 52 e 53), proprio per l'ir.r.rpossi-

bilità di leggere la firma del massaro.rn Per I'argomento in questione si v. PANNUTT RICCto 1984, p. 2 e ss. MEC 14 pp.201-249.

'0 Su questo tesoretto v. LlBERo MANcrEru 2010, con bibliografia precedente.

te il medioevo la citta, che era un cenfo di seconda-

ria imponanza. riprese a battere moneta- primadurante il periodo bizantinoao, poi , in un momento di

autonomia fla il 755 e l'800; infatti, sotto il duca

Stefano II, vennero prodotti esemplari molto impor-

tanti perché su un lato venne inserita, per la prima

volt4 quella che è l'immagine più cara ai Napoleta -

ni: San Gennaro.

Dolranno tmscorere altri cinque secoli perché, dilà da altre esperienze episodiche. possa iniziare a

Napoli un'attivìta di ernissione lunga e continua. E diciò si deve il merito a Carlo I d'Angiò ( 1266-1285), tI

quale spostò 1'asse del potere dalla Sicilia allaCampania, attuando rilorme monetali importanti,quali I'introduzione del carlino in argento, una mone-

ta ìmportante con un fino eccellente, vicino allapurezza assoluta. Tiale valuta continuò ad essere bat-

h-rta dai successori di Carlo e soprattutto da Roberto

d'Angiò (cat. 54-55) il quale diede ur inrpulso tal-

mente grande a questa moneta da farla apprezzare e

richiedere nei principali mercati dell'epoca per Ia sua

eccezionale qualità. Il suo successo fu talmenteampio che fu coniata anche dai successori diRoberlo, con caratteristiche epigrafiche identiche,

come se fosse stata emessa proprio a nome di tale

sovrano. E ne ritroviamo la presenza, durante ilperiodo aragonese, in un tesoretto rinvenuto a MuroLeccese (LE), nel quale su ur totale di 210 monete, il90%o erano esenrplari a nome di Robefto, mentre solo

tre nummi appartenevano al periodo aragonesetn.

ARMSmA IMPERIALI.

PrÌrticolare del rovescio dellamoneta no 338

143

t@sLa zecca restò attiva e produsse numeroso mate-

riale (cat. 54-180) durante il periodo degli Amgonesi

e dei Bortoni e fu utilizzata anche per le prime emis-

sioni del regno d'ltalia, fino al 1867 quando chiuse

defi nitivarnente i battenti.

LEMONETE DEIPAPIL'uso di emissioni papali risale probabilmente

ad epoca bizantina. rna solo succcssivamente c

soprattutto a partire dal pontificato di Paolo II, tali

monete si sganciarono da una ripetizione pedisse-

qua, nello stìle, dei prototipi bizantini e conobbero

un rifiorire artistico con l'introduzione dell'icono-grafia, che poi divenne consueia, di San Pietro che

consegna le chiavì del regno al papa supplice in

ginocchio. La monetazione papale, in oro, algento e

rame, si caratterizzò, in genemÌe, per la buona quali-

tà delle monete ed anche per l'ottima qualita artisti-

ca.

Va segnalata la piastn (cat. 338) di Clemente X,in quanto al rovescio è ben in evidenza I'armetta di

mons. Giuseppe Renato Imperiali5' il quale faceva

pane della lamiglia omonima, che ebbe come Èudo

Latiano per quasi due secoli, dal 1641 al 1806. Lostesso Giuseppe Renato ebbe una posizione di gran-

de prestigio all'intemo della gerarchia ecclesiastica,

arrivando ad un passo dal soglio pontificio".

GLI STATI PREUNITARI ED IL REGNOD'ITALIA

La nostm penisolq fino alla prima pafte dell'800,

era suddivisa in molti stati, prima che confluissero

nel regno di Sardegna e poi in quello d'ltalir'. Uno

dei primi problerni che si presentò, dopo il 17 marzo

1 86 I , quando i I parlamento riunito a Torino decretò

la nascita del regno d'ltalia, fu la fiammentazione di

zecche e monete. Nelle varie aree d'ltalia continua-

vano a circolare le monete che emno in corso fino a

prima dell'unificazione, costituendo merce di scan.t-

bio. Tale situazione non pote\ a essere ammessa iruno stato ormai unitario. Infatti, già il 17 luglio 1861

venne decretato che la lira italiana aveva cotso legale

in tutto il regnot', anche in presenza delle vecchie

valute che continuarono ad affiancare la nuor a

moneta. Gradualmente fìrono chiuse tutte le oficinemonetarie finché, nel 1892, Roma ospitò l'unìca

zecca att:a. Un altro passo irnportante venne fatto il

10 agosto del 1893, momento della nascita della

Banca d'ltalid'.Il periodo che abbraccia il rcgno di Mttorio Ema-

nuele IIl, dal 1900 al 1946, fu caratterizzato dalle due

guene piir tragiche e luttuose della nosfia recente stG

ria. Il 2 Giugno 1946 fu proclamata la nascita del1a

Repubblica ltaliana.

La produzione di Umberlo I ( I 878- 1 900) e di Mt-torio Emanuele III fu caratterizzata dall'emissione di

monete in oro, argento e leghe varie. Stilisticamente

gli esemplari dei Savoia e di Vttorio Emanuele III irr

paÍicolare, non risultano particolatmente interessar.ttr

dal punto di vista arlistico. ll busto di quest'ultimo

sor rano. che campeggia al dirino. presenta trani e

stile identici in quasi tutta la produzione, con caratte-

ristiche che msentano la monotonia. Ma va comut-

que segnalato che questo sovrano fu appasionato

esperlo di monetazione5o, e costituì r-u.n grande rac-

colta di circa 100.000 monete, rnedievali e modeme.

che sicuramente è da considerarsi un patrironiounico in Italia. Essa è ora nella disponibilità del

Ministero per i Beni e le Attivita Culttuali, conservata

presso il Museo Archeologico Nazionale Romano

che ne ha anche awiata I'edizione integrale.

,, va segnalato che I'esemplare è stato acquistato dj recente presso Inasta Asta n. 8, 20 giugno 2004 n 2388:

ThesaLtn' Aste, Asta "Sirius" (5-ó Dicembre 2009), lotto 1382 ed è un dono del senatore Antonio Gaglione.

" Su quest'argomento si v. SETTEMBRINT 2002, p. 207 e ss.i Storia e nonetazione di questi Stati jn PA(ì^NI 1982j' B^LBI DE CARO 1993,3 p. 208.

" BALBI DE C^Ro1993"3 p.2l'7.j"

Su quest'argomento v. TRAVAINI 1991.

144

CATALOGO*

* Per esigenze editoriali, le riproduzioni fotografiche sono in scala variabile'

liberolibero
Sticky Note
Non è stato possibile inserire tutto il contributo perché coperto da copyright

t@s

CALABRIABRUNDISIUM

AE, TrienteD/ Testa di Nettuno a d. coronato da Vittorial dietrotridente, sotto quattro globetti.R/ BRLIN. Giovane su delfino a s. coronato daVttoria nella d. regge cetra nella s.; sotto quattroglobetti.

HISTORIA NUMORUM 2001 p. 85 n. 744Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossanoCosimo, in contrada Pupini nel 1935, insierne allesuccessive monete nn.2 7 , 10, 15 -19,24.L g 8,6 rnm 20,80

AE" Sen.risse II sec. a.C.D/ Testa di Nettuno a d. coronato da Vittoria; dietrotridente, sotto S.

zu BRLIN. Gìovane su delfino a s. coronato daMttoria nella d. regge cetra nella s.; dietro S.HISTORIA NUMORLIM 200t, p. 86 n. 7 49Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossanoCosimo, in contrada Pupini nel 1935.

COLLEZIONE NUMISMATIC A FIIBEZTI

4. 93,6ORRAAE,

Il sec. a.C

5. g 5,0

SAMADI

D/ Testa di guerriero a d. con elmo conico cresta:-R/ ORRA . Aquila stante a d. su fulmine.HISTORIANUMORT-M 2001, p. 89, n. 785Nota: rinvenuta a Oría, dal contadino RossaiCosimo, in contrada Pupini nel 1935.

mm 18,30

250-225 a.C.

mm 17,30

mm 15.00

D/ Testa di Nettuno a d. coronato da Mfforia; dietrotridente, sotto quattro globetti.R/ BRLIN. Giovane su delfino a s. coronato daVittoria nella d. regge cefa nella s.; sotto quattro glo-betti.

HISTORIANUMORUM 2001, p. 86 n. 750Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossanoCosimo, in contrada Pupini nel 1935.

AE, prima del 212 a.C.D/ Testa di Athena a d. con elmo corinzio.R/ Quattro crescenti con gobbe contrapposte, ne,s-spazi SAMADI.HISTORIA NUMORUM 2001, p. 91, n. 8211,.

LIBERO MANGIERI,201l, gmppo I,3Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossancCosimo, in contrada Pupini nel 19356 o)5

TARENTUM

AR, Nomos 280-272 a.C.

D/ Cavaliere a d. che incorona il cavallo; sotto NK.R/ TAPA [...] Giovane su delfino a s. regge triden-te nella s. ed è incoronato da Nike nella d.

HISTORIANUMORUM 2001, p. 103 n. 998Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossanoCosimo, in contrada Pupini nel 1935.

7. 96,20 mm 19,50

AR, Dracn.ra 280 212 a.C.

D/ Testa dì Athena con elmo omato dal mostr.oScylla a s.

R/ Civetta stante di fronte con ali spiegate su fulmi-ne; OA' in basso; LQ a d.;HISTORIANT 4ORUM 2001, p. 104, n' l0l8Nota: rinvenuta a Muro Tenente da CarboneCosimo, calzolaio in Oria, un tempo domiciliato inLafiano: 25 maggio I 9398. g 3,10 mm 15,00

2. 96,8

AE, Triente

I ù/q

AE, Quadrante

mm 19,20

II sec. a. C.

mm 16,60

II sec. a.C

D/ Tésta di Nettuno a d. coronato da Vttoria; dietrotridente, sotto due globetti.R/ BRUN. Giovane su delfino a s. con cetm nella s.

e Vittoria nella d.; sotto due globetti.HISTORIANLMORUM 2001, p. 86 n. 751Nota: rinvenuta a Oria, dal contadino RossanoCosimo, in contrada Pupini nel 1935.

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