la principessa etrusca della tomba regolini-galassi, in “principesse” del mediterraneo...

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ISBN: 978-960-7064-98-1

IN COPERTINA: Particolare del bracciale d’oro dalla tomba Regolini-Galassi. 675-650 a.C., Musei Vaticani,

Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20563. © Musei Vaticani.

3

Catalogo a cura di

NIkOlAOS ChRISTOS STAMPOlIdIS

con la collaborazione di MIMIkA YANNOPOulOu

Atene 2012

ΠΑΝΕΠΙΣΤΗΜΙΟ ΚΡΗΤΗΣUNIVERSITY OF CRETE

Promosso e ideato da

Sotto l’Alto Patronatodi S.E. il Presidente della Repubblica Ellenica dott. karolos Papoulias

e di S.E. il Presidente della Reppublica Italiana On. Giorgio Napolitano

Con il contributo dell’Ambasciata di Grecia a Roma

‘ P R I N C I P E S S E ’del Mediterraneo all’alba della Storia

4

Comitato organizzativo

Prof. Nikolaos Chr. StampolidisUniversità di Creta

Direttore del Museo di Arte Cicladica

Dr. Maria LagoyanniDirettrice, Direzione Musei, Mostre e Programmi Educativi, Ministero Ellenico

dell’Istruzione e degli Affari Religiosi, della Cultura e del Turismo

Dr. Mimika YannopoulouCuratrice, Museo di Arte Cicladica

Dr. Mariangela IeloUniversità Nazionale Capodistriaca di Atene

Bessy DroungaArchitetto, Museo Archeologico Nazionale di Atene

Comitato onorario

Dr. Lina MendoniDirettrice Generale alla Cultura, Ministero Ellenico dell’Istruzione e degli Affari Religiosi,

della Cultura e del Turismo

Michalis KampanisAmbasciatore di Grecia in Italia

Prof. Louis GodartConsigliere del Presidente della Repubblica Italiana

Sandra MarinopoulosPresidente del CdA, Fondazione Nikolas e Dolly Goulandris

Dr. Maria Andreadaki-VlazakiDirettrice Generale alle Antichità e al Patrimonio Culturale, Ministero Ellenico dell’Istruzione

e degli Affari Religiosi, della Cultura e dello Sport

Dr. Maria ChatzikostìDirettrice, Servizio alle Antichità di Cipro

5

moStra

Idea-CoordInamentoProf. Nikolaos Chr. Stampolidis

Direttore, Museo di Arte Cicladica

CuratorI sCIentIfICINikolaos Chr. Stampolidis

Mimika Yannopoulou

Progetto dI allestImentoNikolaos Chr. Stampolidis

Mimika YannopoulouBessy Drounga

allestImento mostra-Cura artIstICaBessy Drounga

dIsegnIAntonis Dragonas

ComunICaZIone Con l’ItalIaMariangela Ielo

assIstenZa all’allestImentoMaria Toli

Ioulia LouretzatouMaria-Estelle Papadimitriou

traduZIonIDr. Maria Xanthopoulou

ammInIstraZIone eConomICaAthanasios Masouras, Direttore del Servizio Economico

Dimitris Vorvolakos

ComunICaZIone e PromoZIoneEugenia Christodoulakos,

Direttrice delle Comunicazioni e dello SviluppoMaria Basagianni, Alexia Vasilikou, Stella Tsagkaraki,

Christina KoratzaniCon la collaborazione di

Titina Patera, Sofia Doxiadi-Zavvos, Gogo Argyropoulou

servIZI grafICIAlkis Kiourktsoglou - Think Beauty

rICostruZIonI grafICheYannis Nakas (disegno scientifico)

Antonis Aspromourgos (cura artistica)

allestImento e sostegno rePertIChristos Stefanidis, Antigoni Leakou, Ourania Kapsokoli,

Christos Memos

realIZZaZIone vetrIneEmmanouil Lignos

stamPa – elaboraZIone aPParatI dIdasCalICI

UPPRESS SRL. DIGITAL PRINT - OFFSET PRINT -

PREPRESS

Cura artIstICa deglI aPParatI dIdasCalICIEfi Stathopoulou, Alkis Kiourktsoglou - Think Beauty

IllumInaZIoneNikos Vrailas, Tassos Kostis

servIZI dI sICureZZaP. Ayiovlassiti, Ch. Kontrafouris, T. Kostis, I. Louretzatou,

Chr. Dounis, D. Panourgias, G. Papamichelakis, St. Papoulias, G. Piskopanis, V. Rodopoulos, V. Fylaktopoulos

vIsIte guIdateP. Ayiovlassiti, I. Louretzatou, G. Papamichelakis

trasPortIOrfeas Beinoglou SpA

ARTERIA Srl

CataLogo

CuratorI sCIentIfICIProf. Nikolaos Chr. Stampolidis

Mimika Yannopoulou

traduZIonI e revIsIone testIDr. Valentina Di Napoli

Progetto artIstICoAlkis Kiourktsoglou - Think Beauty

ProduZIone-stamPa-rIlegatura

UPPRESS SRL. DIGITAL PRINT - OFFSET PRINT -

PREPRESS

6

aLbo muSei

greCia

Museo Archeologico Nazionale di AteneMuseo dell’Agorà di Atene

Museo Archeologico di EretriaMuseo Archeologico di Rethymno

Museo Archeologico di IraklioMuseo Archeologico di Salonicco

Museo Archeologico delle Tombe Reali di VerghinaMuseo Archeologico di Pella

Cipro

Nicosia, Museo Archeologico di Cipro - Dipartimento delle

Antichità di Cipro

itaLia

Musei Vaticani, Museo Gregoriano EtruscoFirenze, Museo Archeologico NazionaleVerucchio, Museo Civico Archeologico

Numana (AN), Antiquarium StatalePolicoro, Museo Archeologico Nazionale della Siritide

Bologna, Museo Civico Archeologico

7

autori teStiIn ordine alfabetico

greCia

Anagnostis Pan. AgelarakisProfessore di Antropologia, Adelphi University, New York

Eleni ZosiArcheologoCollezione Vasi, Museo Archeologico Nazionale di Atene

Despina IgnatiadouDr. ArcheologoDirettrice della Sezione Collezione Metallotecnica, Museo Archeologico di Salonicco

Maria KosmàArcheologoXI Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Aggelikì KottaridiDr. ArcheologoSoprintendente, XVI Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Kalliopi PapaggelìArcheologoIII Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Nicoletta SaragàArcheologoI Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Nikolaos Chr. StampolidisProfessore Ordinario di Archeologia Classica, Università di CretaDirettore Museo di Arte Cicladica

Anastasia ChrysostomouDr. ArcheologoDirettrice Onoraria, Sezione Siti ArcheologiciXVI Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Pavlos ChrysostomouDr. ArcheologoSoprintendente, XXVIII Soprintendenza Ellenica alle Antichità Preistoriche e Classiche

Cipro

Despina PilidouDr. ArcheologoSoprintendente, Sezione delle Antichità di Cipro

itaLia

Dott. Salvatore BiancoArcheologo, Soprintendenza Archeologica della Basilicata

Dott.ssa Giuseppina Carlotta CianferoniDirettrice, Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Dott.ssa Anna DoreArcheologo, Museo Civico Archeologico di Bologna

Dott. Maurizio LandolfiDirettore, Museo Archeologico Nazionale delle Marche (Ancona) e Antiquarium Statale di Numana

Dott.ssa Annalisa PozziArcheologo, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna

Dott. Maurizio SannibaleArcheologoCuratore, Museo Gregoriano Etrusco, Musei Vaticani

Dott.ssa Patrizia von ElesDirettrice, Museo Civico Archeologico di Verucchio

autori SCHeDe

greCiaAnastasia Chrysostomou a.Ch.

Pavlos Chrysostomou P.Ch.

Despina Ignatiadou d.I.

Maria Kosmà m.K.

Aggelikì Kottaridi a.K.

Kalliopi Papaggelì K.P.

Nicoletta Saragà n.s.

Nikolaos Christos Stampolidis n.Ch.s.

Eleni Zosi e.Z.

Cipro

Despina Pilidou d.P.

itaLiaSalvatore Bianco s.b.

Giuseppina Carlotta Cianferoni g.C.C.

Anna Dore a.d.

Maurizio Landolfi m.l.

Annalisa Pozzi a.P.

Elena Rodriguez e.r.

Maurizio Sannibale m.s.

Rosalba Settesoldi r.s.

Patrizia von Eles P.v.e.

8

FotograFie Dei reperti e DegLi SCavi

greCia

Edificio di Toumba a Lefkandì:archivio fotografico della XI soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e Classiche ©. foto: eirini mieri.

Tomba AZ VII di Ege e Tomba della Dama di Ege:archivio fotografico XvII soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e Classiche ©.

Tomba della Ricca Dama Ateniese:archivio american school of Classical studies at athens ©. foto: Cr. mauzy.

Tomba di Iside e Tomba XIII del Terreno Sapountzaki (odos Pireos):archivio fotografico museo archeologico nazionale di atene ©. foto: eirini mieri.

Eleutherna, Edificio M:archivio n. Chr. stampolidis ©.

Tomba della Signora di Archontikò T 458:foto: evangelos Chrysostomou ©.

Tomba della Sacerdotessa di Sindos T 67:archivio fotografico museo archeologico di salonicco ©. foto: orestis Kourakis.

Cipro

Tomba della Principessa Greca di Salamina di Cipro:Per gentile concessione della sezione della antichità di Cipro. archivio fotografico settore antichità ©.

itaLiaTombe del Museo Civico Archeologico di Bologna:Corredo della tomba aureli 11. bologna, museo Civico archeologico. foto: roberto macrì, soprintendenza archeologica dell’emilia romagna ©.

Tombe Benacci 543 e Melenzani 22:archivio fotografico museo Civico archeologico di bologna ©.

Foto della Basilicata:su concessione del ministero per i beni e le attività Culturali, direzione regionale per i beni Culturali e Paesaggistici della basilicata, soprintendenza per i beni archeologici della basilicata ©.

Tombe di Verucchio:su concessione del ministero per i beni e le attività Culturali, archivio soprintendenza per i beni archeologici dell’emilia romagna ©.

Tombe del Museo Archeologico Nazionale di Firenze:archivio fotografico soprintendenza archeologica della toscana ©. foto: fernando guerrini e mauro del sarto.

Fotografia da Vetulonia, Acquastrini:soprintendenza per i beni archeologici della toscana, grosseto ©. foto: Paolo nannini.

Tomba Regolini-Galassi:servizio fotografico musei vaticani ©. musei vaticani.

Tomba della Regina Picena di Numana:Per le fotografie della necropoli: esa studio buschi di Porto recanati ©. Per le fotografie degli oggetti: archivio fotografico della soprintendenza per i beni archeologici delle marche di ancona ©. su concessione del ministero per i beni e le attività Culturali - direzione regionale per i beni Culturali e Paesaggistici delle marche - soprintendenza per i beni archeologici delle marche.

9

ringraziamenti

Il Museo di Arte Cicladica e il Direttore del Museo ringraziano tutti i membri del Comitato Organizzativo e del Comitato Onorario, i Direttori dei Musei e i Soprintendenti che hanno acconsentito al prestito dei reperti in mostra, nonché gli autori dei testi e delle schede del catalogo. Si ringraziano inoltre tutti i colleghi, i Direttori Generali, i Direttori, i Soprintendenti, i Curatori e tutti coloro che hanno contribuito, tra cui:

greCiaDr. Maria Andreadaki-Vlazakidirettrice generale alle antichità e al Patrimonio Culturale, ministero ellenico dell’Istruzione e degli affari religiosi, della Cultura e dello sportDr. Maria Lagoyannidirettrice, direzione musei, mostre e Programmi educativi, ministero ellenico dell’Istruzione e degli affari religiosi, della Cultura e del turismoDr. Nikolaos Kaltsasgià direttore, museo archeologico nazionale di ateneDr. Polyxeni Adam-Velenidirettrice, museo archeologico di saloniccoDr. Anastasia Tzigounakisoprintendente, XXv soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheDr. Yorgos Rethemiotakisdirettore, museo archeologico di IraklioDr. Athanasia Kantasoprintendente, XXIII soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheDr. Aggelikì Kottaridisoprintendente, XvI soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheDr. Pavlos Chrysostomousoprintendente, XXvIII soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheDr. Eleni Kourinousoprintendente, I soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheDr. Paraskevì Kalamaràsoprintendente, XXI soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e ClassicheKalliopi PapaggelìIII soprintendenza ellenica alle antichità Preistoriche e Classiche

CiproDr. Despina Pilidousoprintendente, sezione delle antichità di Cipro

itaLiaProf. Antonio Paoluccidirettore generale, musei e gallerie vaticaniDott. Luigi Malnatidirettore generale per le antichità, ministero Italiano dei beni artistici e CulturaliDott.ssa Annamaria Dolciottidirezione generale per le antichità, ministero Italiano dei beni artistici e CulturaliDott. Mario Iozzodirettore della sezione greca e magnogreca, museo archeologico nazionale di firenzeDott.ssa Marinella Marchesiresponsabile sezione etrusca-felsinea, museo Civico archeologico di bolognaDott.ssa Daniela Picchiresponsabile della sezione egiziana, museo Civico archeologico di bolognaDott.ssa Annalisa Pozzifunzionario archeologo, soprintendenza ai beni archeologici dell’emilia romagnaDott. Andrea Carignaniresponsabile ufficio mostre, musei e gallerie vaticaniDott.ssa Maria Teresa Pellicioniarchivio ed ufficio mostre, soprintendenza ai beni archeologici dell’emilia romagnaDott.ssa Isabella Leoneufficio mostre, musei e gallerie vaticaniDott.ssa Serenella Giangiacomiservizio mostre, ufficio amministrativo, soprintendenza ai beni archeologici delle marche

Dott.ssa Maruska Pasqualinibiblioteca, soprintendenza ai beni archeologici delle marcheDott.ssa Sabrina Mutinosegreteria del soprintendente, soprintendenza ai beni archeologici della basilicataSig. Alessandro Ciriglianoufficio amministrativo del museo della siritide, soprintendenza ai beni archeologici della basilicataSig. Savino Petruzzelliservizio mostre, ufficio amministrativo, soprintendenza ai beni archeologici delle marcheDott.ssa Rosanna Di Pintoresponsabile ufficio fotografico, musei e gallerie vaticaniDott.ssa Milena Manciniufficio fotografico, soprintendenza ai beni archeologici delle marcheSig. Filippo Petrignaniufficio fotografico, musei e gallerie vaticani

desideriamo inoltre ricordare il soprintendente ai beni archeologici delle marche, Dott. Giuliano De Marinis, scomparso pochi mesi fa, che ha appoggiato con entusiasmo il prestito dei reperti dell’antiquarium di numana all’inizio della realizzazione di questo evento, nonché la sua sempre solerte collaborazione anche in altre importanti mostre archeologiche organizzate dal museo di arte Cicladica.

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Con il contributo di

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Sommario

presentazioni .........................................................................................13

nikolaos Chr. StampolidisPrologo ....................................................................................................17

nikolaos Chr. StampolidisIntroduzione ............................................................................................23

maria KosmàLa Signora di Lefkandì ............................................................................58

aggelikì KottaridiLa Signora della Tomba AZ VII di Ege ...................................................70

giuseppina Carlotta CianferoniTarquinia, Necropoli di Poggio Selciatello - Tomba 59 ...........................82

nicoletta SaragàLa Tomba della Ricca Dama Ateniese ....................................................88

Kalliopi papaggelìLa Sacerdotessa (?) della Tomba di Iside .............................................104

anna DoreLe Signore di Bologna ...........................................................................116Il Sepolcreto Benacci di Bologna - La Tomba Benacci 543 ..................118Il Sepolcreto Melenzani di Bologna - La Tomba Femminile 22 ...........121

Despina pilidouUna Principessa Greca a Salamina di Cipro .......................................132

eleni zosiUna Tomba Femminile Enigmatica ....................................................146

Salvatore biancoLe Principesse dell’Enotria nell’VIII sec. a.C.......................................158Guardia Perticara - Contrada San Vito, Tomba 392 ..........................162Guardia Perticara - Tomba 532 ...........................................................168

nikolaos Chr. StampolidisLe ‘Sacerdotesse-Aristocratiche’ di Eleutherna ...................................174

anagnostis pan. agelarakisSussurri Arcani dalla Tomba Monumentale M di Orthì Petra, Eleutherna: Il contributo dell’indagine antropologica...............................................189

12

nikolaos Chr. StampolidisEleutherna. Necropoli di Orthì Petra, Tombe dell’Edificio M ..........205

patrizia von elesLe Principesse di Verucchio ..................................................................234patrizia von elesNecropoli Moroni. Tomba 26/1969, La Tomba della ‘principessina’ ...241Necropoli Moroni. Tombe 21/1969 e 23/1969 ......................................242Necropoli Lippi. Tombe 40 e 40bis/2006, 32/2006 e 18/2005 ..............243annalisa pozziNecropoli Lippi. Tomba 23/2005 ..........................................................246patrizia von elesNecropoli Lippi. Tombe 24/2005 e 41/2006 ..........................................247

giuseppina Carlotta CianferoniLe Principesse d’Etruria .......................................................................258Marsiliana d’Albegna (Grosseto): Necropoli di Banditella, Tomba II .......................................................260Vetulonia (Grosseto). Il Circolo degli Acquastrini ...............................276Marsiliana d’Albegna (Grosseto): Necropoli di Banditella, Circolo degli Avori ........................................294

maurizio SannibaleLa Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi ....................306

Salvatore biancoLe Principesse dell’Enotria nel VII sec. a.C. .......................................322Chiaromonte - Sotto la Croce. Tomba 325 ...........................................326Aliano Alianello (Matera). Tomba 315 .................................................336

anna DoreBologna. Sepolcreto Aureli, Tomba II ...................................................344

maurizio LandolfiLa Regina Picena di Sirolo-Numana ....................................................348

pavlos Chrysostomou – anastasia ChrysostomouLa Signora di Archontikò ......................................................................366

Despina ignatiadouLa Sacerdotessa di Sindos ....................................................................388

aggelikì KottaridiLa Dama di Ege ....................................................................................412

bibLiograFia - abbreviazioni .............................................435

307La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

La necropoli del Sorbo a CerveteriLa moderna cittadina di Cerveteri (Cere vecchia nella toponomastica medievale) occupa lo stesso sito dell’antica e gloriosa metropoli etrusca, su un pianoro tufaceo naturalmente difeso, e conserva anche nel nome la memoria dell’antico toponimo etrusco (forse Cisra o Caisra) traslitterato in latino Caere; per i Greci era invece Agylla. Insieme alle fonti storiche, la documentazione archeologica e l’evidenza monumentale delineano questo centro, a soli 8 km. dal mare e a ridosso della zona mineraria dei Monti della Tolfa, come uno dei più dinamici del Mediterraneo antico; in esso troviamo operanti influssi dal Mediterraneo orientale sia diretti sia mediati dalla Grecia, insieme ad una costante e crescente componente culturale ellenica già a partire dall’epoca orientalizzante. Sarà l’unica città etrusca ad erigere un thesauròs nel santuario delfico di Apollo. Per la particolare vicinanza a Roma (soli 45 km.), non mancherà di intrattenere un rapporto privilegiato anche con il mondo latino. La potenza della città, come tutte le altre dell’Etruria meridionale gravitanti sulla fascia del Tirreno, si esercita grazie ai commerci e al dominio dei mari. Ad essa erano collegati ben tre porti: Alsium (presso Palo), Punicum (forse Santa Marinella) e Pyrgi, quest’ultimo sede del famoso santuario che sarà sacrilegamente saccheggiato da Dionigi di Siracusa nel 384 a.C.

Le necropoli si dispongono ad anello attorno all’altopiano dell’abitato (in senso orario da nord: Cava della Pozzolana, Monte Abatone, Sorbo e San Paolo, Banditaccia) e documentano ininterrottamente le sue varie fasi di vita, a partire dal protovillanoviano, corrispondente all’età del Bronzo finale (XII-X sec. a.C.).

La necropoli del Sorbo, immediatamente a ridosso della città sul confine sud-occidentale, è quella più antica, avendo restituito abbondanti testimonianze del periodo villanoviano (IX-VIII sec. a.C.) e della successiva fioritura orientalizzante. Qui furono scavati negli anni Trenta dell’Ottocento, ai tempi dello Stato Pontificio, i tumuli monumentali i cui corredi confluirono nel costituendo Museo Gregoriano Etrusco e che ancora oggi costituiscono uno degli elementi di pregio delle collezioni dei Musei Vaticani. Essi corrispondono, procedendo da sud a nord e allineati verso la città, alla Tomba Calabresi, alla Tomba Regolini-Galassi (detto anche il Sepolcro Grande di Caere), alla Tomba del Tripode, oltre a un quarto tumulo (o tumulo D). Di fronte al tumulo Regolini-Galassi, verso est, si situa la Tomba Giulimondi (o tumulo E), scoperta nel 1906 da Giovanni Pinza, il cui corredo pervenne ancora in Vaticano. Presso il Tumulo Regolini-Galassi si situa il monumentale Tumulo del Sorbo, a pianta ellittica, con un diametro ricostruibile di oltre 60 m. e una crepidine in blocchi di tufo, identificabile con quello scavato già nel 1839 da Paolo Calabresi. Esso fu oggetto di una campagna di scavo negli anni 1969-1970, in occasione della quale venne anche scoperto un allineamento di tombe a dado. Il Tumulo del Sorbo inglobava almeno due tombe: una a corridoio dell’orientalizzante medio (ca. metà del VII sec. a.C.), dal caratteristico columen a dischi rilevati, con una superstite decorazione dipinta (coppia di felini affrontati, teorie di animali, oltre a catene di palmette, triangoli alternati, fasce); l’altra arcaica, a due camere coassiali e due laterali, con materiali datati nel corso del VI sec. a.C., sempre con decorazione dipinta (fascia rilevata dipinta a baccellature).

Il paesaggio della necropoli del Sorbo è attualmente sconvolto dalle mutazioni indotte dall’agricoltura, prima, e dall’urbanizzazione, poi. Eccetto la struttura della Tomba Regolini-Galassi, cui si accede scendendo da una casetta dall’attuale piano di campagna, nulla resta evidente degli antichi tumuli: quelli degli scavi ottocenteschi furono infatti immediatamente distrutti dai lavori agricoli, l’area del

308 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 1. Anticamera della Tomba Regolini-Galassi con la disposizione del corredo funerario: sono visibili il letto con le statuette di piangenti, affiancato dal carrello rituale, i tripodi e il fascio di spiedi; alle pareti sono poggiati gli scudi, mentre al soffitto sono affisse numerose patere. Sullo sfondo è visibile la finestra, sul cui davanzale sono poggiati due vasi, che comunica con la cella principale. Incisione di G. Montiroli. Da L. Grifi, Monumenti di Cere antica spiegati colle osservanze del culto di Mitra, Roma 1841.

Tumulo Calabresi è segnata oggi da una piscina e da un campo di calcio, mentre sul Tumulo del Sorbo insiste un palazzo di cinque piani. Al contrario del suggestivo paesaggio della necropoli della Banditaccia, universalmente noto, frutto di oltre un cinquantennio di scavi e restauri nel corso del Novecento ad opera di Raniero Mengarelli e di Mario Moretti, l’immagine della necropoli del Sorbo è sedimentata nelle ricostruzioni di fantasia del Canina e - in forma più concreta - nei suoi fastosi corredi, tra cui quello della Tomba Regolini-Galassi, l’unica ad essere stata rinvenuta intatta1.

La tomba Regolini-Galassi costituisce uno dei contesti più ricchi e significativi per il periodo orientalizzante in Etruria2. Ma il suo pregio non si esaurisce solo sul piano estetico. Gli aspetti formali legati al rituale funerario, gli elementi simbolici che emergono dall’esame delle singole suppellettili e dalla loro associazione e disposizione, assumono un valore esemplificativo e al contempo analogico di un intero complesso cerimoniale che accompagnava nella vita, come nella morte, i principi etruschi (figg. 1-4).

La tomba, ubicata nella necropoli del Sorbo a Cerveteri, venne scavata tra il 16 e il 24 aprile del 1836 ad opera dell’arciprete Alessandro Regolini e del generale Vincenzo Galassi, che avevano ottenuto regolare licenza. La struttura, in parte ricavata nella roccia e in parte costruita con blocchi, era coperta da un tumulo monumentale di 48 m. di diametro: un dromos (corridoio), che in realtà aveva la funzione di anticamera, immette nella camera di fondo destinata alla sepoltura principale. I due ambienti, coperti con una falsa volta ad ogiva

in filari di blocchi progressivamente aggettanti, erano separati da un basso muro che chiudeva parzialmente il passaggio, lasciando aperta una finestra a scopo rituale. Due ambienti minori a pianta ellittica, cosiddetti celle, sono scavati ai lati dell’anticamera. La cella di destra custodiva una grande olla in ceramica che conteneva i resti di un individuo incinerato; a questa è pertinente un corredo relativamente povero.

1. PerCerveterielanecropolidelSorboinparticolare,siv.Rizzo1995;MorettiSgubini2001;Cascianelli2003;Naso2003;Sciacca–DiBlasi2003;Paoletti2005;DragoTroccoli2006;Musti2008;Colonna2010.

2. PerlatombaRegolini-Galassisiv.:Pareti1947;Strøm1971,160-168,passim;Colonna–DiPaolo1997,131-168;Buranelli–Sannibale2005;Sannibale2008a;Sannibale2008b.

309La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Della cella sinistra, che non ospitava sepolture ma oggetti di corredo di controversa identificazione, si dirà oltre. La camera di fondo era invece riservata a una donna inumata, di rango elevato, che non è esagerato definire di stirpe regale, dal ricco corredo personale costituito da gioielli di raffinatissima fattura, vasellame d’argento e di bronzo, il tutto databile tra il 675 ed il 650 a.C. Nell’anticamera erano disposti il letto funebre in bronzo, fastosi arredi di uso rituale e con riferimenti alla pratica aristocratica del banchetto e al potere gentilizio. Questa tomba più antica venne successivamente inglobata in un tumulo più imponente di diametro maggiore, includente altre cinque tombe (cosiddette periferiche), che continuò ad essere usato almeno fino alla prima metà del V sec. a.C., probabilmente dalla stessa nobile famiglia3. Naturalmente l’attenzione dei predatori antichi e moderni si concentrò sulle tombe più recenti che palesemente si aprivano lungo il perimetro del tumulo, mentre la tomba più antica rimase celata e inviolata per 26 secoli, sino al 22 aprile del 1836.

All’esame formale della natura e disposizione del corredo, la tomba assume un valore ambivalente: proiezione simbolica della casa dei vivi e sedimento dei diversi momenti del rituale funerario. La cella di fondo che ospita la defunta corrisponde alla parte privata della casa, il thalamos, dove ora la principessa giace su un letto a livello del pavimento con i suoi keimelia, i beni personali (fig. 5).

Fig. 5. ‘Larthia’ Regolini. Nella foto dei primi anni del Novecento (ante 1915), una modella vestita all’etrusca siede sulla ricostruzione (secondo G. Pinza) del trono con suppedaneo, indossando la fibula da parata e afferrando la coppa fenicia emisferica. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 2. Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi: veduta dall’anticamera.

Fig. 3. Ricostruzione fantasiosa dei tumuli della necropoli del Sorbo, secondo Canina: al centro la Tomba Regolini-Galassi. Da L. Canina, L’antica Etruria marittima, Roma 1846.

Fig. 4. Pianta della Tomba Regolini-Galassi con la disposizione del corredo funerario redatta a posteriori. Incisione di G. Montiroli. Da L. Grifi, Monumenti di Cere antica spiegati colle osservanze del culto di Mitra, Roma 1841.

3. Traivasiatticipiùrecentidalla‘SecondaTombaPeriferica’figuranounapelikedelPittorediSyleus(480-460a.C.:Pareti1947,n.395;Beazley1963,250,n.23)euncratereacampanavicinoalPittoredellaCentauromachiadelLouvre(450-430a.C.:Pareti1947,n.394;Beazley1963,1095,n.1).

310 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 6. Fibula da parata. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20552. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 7. Pettorale. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20553. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Tra gli svariati preziosi della defunta, in oro e argento, avorî, spiccano la straordinaria fibula da parata (fig. 6), il cosiddetto ‘pettorale’ (fig. 7), i bracciali (n. cat. 2) e la collana in oro e ambra (fig. 8), nei quali ritroviamo applicate, nella versione più raffinata e virtuosa, le tecniche principi dell’oreficeria etrusca, a partire dalla granulazione, ma anche la lavorazione a sbalzo con punzoni, la realizzazione di fili e catenelle (nn. cat. 1-2).

La grande fibula da parata (fig. 6) è al contempo icona della tomba e capolavoro insuperato dell’oreficeria di tutti i tempi4. L’apparato simbolico di quest’opera, ancorata alla committenza etrusca, sembra quasi seguire un programma tematico. Vita e morte si alternano tra le raffigurazioni di leoni, le estrapolazioni dell’Albero della vita (palmette con archi intrecciati) e i simboli acquatici (zig-zag) sulle traverse, questi ultimi possibile e contemporanea citazione della similitudine omerica del tuffo nell’abisso di Ade5, mentre il fiore di loto costituisce un potente richiamo al potere rigenerativo. L’arco della fibula è solcato da uccelli acquatici che mettono in contatto cielo, acqua e terra; questo mondo celeste appare protetto da schiere di grifoni alati che ne garantiscono l’inviolabilità, con parallelo richiamo alla sfera infera. La chiave di lettura iconica compare alla fine dell’arco con la testa di Hathor, dea egizia della sfera celeste, una divinità solare al femminile in quanto madre di Ra che accompagna nella barca solare. Nella sua essenza primaria di datrice di vita è anche dea della fertilità e della rigenerazione dei cicli naturali; in tal senso va intesa anche la sua stretta relazione con la sfera dell’oltretomba.

Coerente con questo repertorio appare l’iconografia proposta nei bracciali, dove ritroviamo terne seriali di donne con trecce hathoriche e ramo di palma e fiore di loto, insieme alla citazione del tema della ‘Signora degli Animali’ in combinazione con l’omologa versione al maschile dell’‘Eroe che uccide il leone con la spada’6. Entrambi i temi mostrano una ispirazione a modelli vicino-orientali, con interessanti addentellati nel mondo egeo, e sono accomunati da una valenza funeraria7 (n. cat. 2).

4. Pareti1947,n.1;Sannibale2003,56,61-62efig.;Sannibale2008a,358ss.;Sannibale2008b,101-104.5. Om.,Il.XVI742-750;cfr.Cerchiai2003,34-36.6. Pareti1947,nn.3-4;Cristofani–Martelli1983,n.36;SommellaMura2008,112-123n.47(M.

Sannibale).7. Sannibale2008b,97-99.

311La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 9. Dettaglio del cratere corinzio del Pittore Astarita, ca. 560 a.C.: Teano con fuso e conocchia riceve l’ambasceria achea a Troia, composta da Menelao, Odisseo e l’araldo Taltibio seduti sulla gradinata. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 35525. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 8. Collana con pendenti in oro e castoni con inserti d’ambra. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20557. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

8. Pareti1947,n.28;Sannibale2003,57,63-65;Bubenheimer–Erhart2004a,93ss.,fig.14;Bubenheimer–Erhart2005,154ss.,fig.1;Sannibale2008a,356-358,figg.23-25;Sannibale2008b,90-93,fig.6.

9. Pareti1947,180-182,n.2,tav.V,conbibl.;Cristofani–Martelli1983,96(fig.),262,n.31;Sannibale2003,57,66(fig.);SommellaMura2008,110-111,n.46(M.Sannibale).

10.Perilgustodiassociareinsertid’ambra,lacollanaRegolini-GalassiricordamoltoilpettoraleaureodellaTombaGaleassidiPalestrina,restauratodaiCastellani:MorettiSgubini2000,n.115.

11.Ades.aBisenzio,Narce,Palestrina,SatricumeCasteldiDecima:Cristofani–Martelli1983,nn.6-7;MorettiSgubini2000,nn.117,119-121.

12.Bartolonietalii2000,nn.388-389.13.Pareti1947,nn.49-64;cfr.Pinza1915,133.14.Pareti1947,nn.29-46.15.Om.,Od.XVIII292-294.16.Om.,Il.XIV178-180.17.Pareti1947,217,n.150,tav.XIII.18.Amyx1988,264,n.1,passim,tavv.116-117;Wachter2001,83-85,303-304,345,COR74;Sannibale

2008c,196-197.

Il cd. ‘pettorale’ (fig. 7), realizzato in oro, è uno dei documenti più singolari dell’orientalizzante etrusco, la cui connotazione orientale fu evidente sin dai tempi della scoperta, salvo poi essere messa ripetutamente in disparte8.

La collana con i tre pendenti a castone con ambra (fig. 8) è il frutto di una ricostruzione ipotetica effettuata nei primi anni del XX secolo dall’archeologo Giovanni Pinza9. Tuttavia essa costituisce un unicum per il pregio e la rarità degli elementi che la compongono e insieme il documento dello spirito e del gusto di un’epoca. Di particolare finezza è la decorazione dei tre castoni, con motivi a meandro e spina di pesce resi a granulazione. In essi ritroviamo anche l’associazione dell’oro all’ambra10, caratteristica che ritroviamo nel corso dell’orientalizzante in Etruria meridionale e nel Lazio antico11, ma che è stata poi confermata anche dagli straordinari rinvenimenti di Verucchio presso Rimini, in Romagna12.

Dovevano inoltre essere presenti stoffe sontuose, impreziosite da centinaia di lamine d’oro decorate, sul tipo dei costumi dei re assiri13, mentre una sequenza di diciotto fibulette d’oro14 è quanto resta di ricche vesti di omerica memoria, come il peplo recato in dono a Penelope, adorno di 12 spille d’oro15, o come la stessa veste indossata da Hera16 (nn. cat. 3-4).

La deposizione principale della tomba Regolini-Galassi è in realtà un complesso enunciato di attribuzioni regali, peraltro in chiave femminile come ricorda il fuso in argento che allude alla pratica della tessitura nell’ambito della casa, prerogativa delle donne di rango17 (n. cat. 6). Questa sorta d’insegna richiama prepotentemente l’immagine della principessa troiana Teano, moglie di Antenore e sacerdotessa del tempio di Atena Polias, che riceve l’ambasceria greca con tutta la pompa dell’ufficialità ma nell’atto di filare la lana, così come si vedrà più tardi sul cratere corinzio del Pittore Astarita, circa 560 a.C. (fig. 9)18.

312 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 10. Servizio di vasi in argento. Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco, nn. inv. 20438, 20439, 20461, 20462, 20464. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 11. Lebete in bronzo con corpo decorato a sbalzo da repertorio animalistico e sei protomi a testa di leone realizzate a fusione cava. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20207. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

A questo apparato si accompagna un servizio da simposio di quindici vasi d’argento per bere o libare (fig. 10). Sei di questi presentano iscrizioni ‘di possesso’ riferite alla stessa persona, ma secondo due diverse tipologie: larthia, oppure mi larthia, “io sono di Larth” secondo la versione corrente19. È possibile che le iscrizioni, piuttosto che indicare un semplice possesso attraverso l’oggetto ‘parlante’, vogliano stabilire un’identità di tipo magico tra la persona e l’oggetto medesimo20, in piena sintonia con l’impiego rituale e la destinazione ultima dei vasi nel contesto funerario. La bottega che ha realizzato questo prezioso servizio, probabilmente su commissione degli stessi ‘principi’ cui apparteneva la tomba, doveva essere formata da toreuti di origine orientale, che in qualche modo si trovavano ad operare in un contesto ‘multiculturale’ quale doveva essere Cerveteri in quegli anni. I vasi riprendono infatti non solo tipologie fenicie (oinochoe) e orientali (coppa emisferica), ma anche corinzie (skyphos) e locali (anforetta a spirale doppia e tazza), mentre le iscrizioni, etrusche, che sono state tracciate a cesello nell’ambito della stessa bottega, pongono in diretto rapporto la produzione e la committenza nel contesto locale.

Al servizio di vasi in argento si accompagna un lebete di bronzo ‘principesco’ forse destinato a contenere il vino, il cui sostegno, se tale era veramente, è rimasto fuori della porta (figg. 11-12)21. Il fatto notevole è che le sue protomi a testa di leone, rivolte verso l’interno, sono praticamente la replica di quella rinvenuta a Karmir-Blur, periferia di Erévan, nella repubblica di Armenia, che reca inciso il nome del re d’Urartu Sarduri II (764-730 a.C.)22, che precede di quasi un secolo la cronologia della nostra tomba. Questo lebete si differenzia nettamente dagli altri due esemplari rinvenuti nella tomba, più grandi, dal corpo liscio e con le protomi verso l’esterno, posti su tripode in ferro (n. cat. 7)23.

19.Pareti1947,nn.152-166.Perleiscrizioni:Buranelli–Sannibale1998,362-363,n.30;BagnascoGianni1996,81-84,nn.49-54;SommellaMura200,94-97,nn.32-36(M.Sannibale).

20.Colonna1983.21.Pareti1947,nn.196,303;SommellaMura2008,88-89nn.27-28(M.Sannibale).22.Piotrovskij1962,65,figg.36-37;Id.1965,416,tav.98.3-4;Merhav1991,234-235,fig.11.23.Pareti1947,nn.307-310.

313La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 13. Situla in argento con corpo decorato a giorno da lamine d’argento ritagliate: leoni gradienti, leone e grifo affrontati, palmette su archetti intrecciati. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20471. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 12. Sostegno in bronzo decorato a sbalzo, con animali reali e fantastici: tori e leoni con e senza ali, grifi e sfingi. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20558. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

24.D’Agostino2000,46-48.25.Delpino2000,194-195.26.Liverani2000,8-9.27.Pareti1947,n.151;Cristofani–Martelli1983,n.38;Sannibale2008b,108-110,fig.31.28.Bommas2005.29.Sciacca2005,Ce1-Ce12,150-157,339-341,figg.221-232.30.Sciacca2005,431ss.31.Pareti1947,nn.243-250.

Per i lebeti con protomi, bene ricercato e di prestigio, viene indicata una dipendenza generica da modelli del Vicino Oriente, riferiti senza specifica distinzione all’altopiano anatolico dove sorgeva il regno di Urartu, all’Assiria e ai regni neo-ittiti della Siria settentrionale. Da qui i calderoni sarebbero poi stati esportati verso la Grecia e l’Occidente dove avrebbero visto ulteriori elaborazioni. Lebeti monumentali, posti su tripodi o supporti, sono presenti nelle tombe principesche dell’Etruria e di altre aree periferiche al mondo greco, come a Cipro o in Licia. Essi sono impiegati anche come contenitore di defunti incinerati, secondo un rituale eroico di ascendenza omerica. In Grecia vasi metallici, tripodi e lebeti, vengono preferibilmente dedicati nei santuarî, piuttosto che destinati alle tombe, anche quando sono premi di gare atletiche24. Incerto è anche l’uso di questi grandi contenitori, che potevano essere utilizzati per preparare il vino miscelato con acqua oppure per la bollitura delle carni. In ogni caso essi rappresentano un chiaro richiamo alla convivialità aristocratica25 e mantengono così anche in occidente quel loro carattere di oggetto di prestigio dal valore cerimoniale che avevano in Oriente, al punto che costituivano oggetto di tributo per i re assiri26.

Nel vano della finestra che immetteva nella camera principale era appesa la situla in argento ritagliata su corpo di legno, un contenitore di antica ascendenza e dai legami simbolici con l’acqua, che riporta al Vicino Oriente antico e all’Egitto27. Nella terra dei Faraoni, dove veniva usata ritualmente per contenere l’acqua sacra del Nilo ma anche latte, la situla è significativamente legata al concetto di rigenerazione28, mentre nei rilievi assiri è un costante attributo dei genî alati affrontati all’Albero della vita, che toccano in azione propiziatoria (fig. 13).

Particolare importanza assume l’ostentazione di ben undici patere baccellate in bronzo e di una in argento fissate lungo le pareti della cella29. Si tratta di un vaso di origine orientale, strettamente legato alla cerimonialità di corte e alla figura del sovrano che in Etruria ritroviamo come attributo di rango nel banchetto aristocratico, simbolicamente esteso al banchetto dei morti e degli antenati31 (n. cat. 8).

L’anticamera rappresenta quello che è lo spazio pubblico della casa. Gli scudi lungo le pareti, piuttosto che l’esaltazione di individuali doti guerriere, simboleggiano lo status e la potenza della famiglia.

314 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 14. Letto in bronzo. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 15052. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 15. Carrello cultuale in bronzo. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20559. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Un potere evocato anche dalla biga32, prerogativa del principe-guerriero, ma all’atto pratico priva di valore tattico nell’accidentato paesaggio dell’Italia centrale.

Ciò che appare più direttamente collegato con la cerimonia funebre, al punto da evocarne i varî momenti, è sicuramente costituito dal letto in bronzo (fig. 14)33, a quanto pare circondato su tre lati dalle figurine di piangenti in bucchero, una rappresentazione muta e perpetua della prothesis, l’esposizione della salma (n. cat. 5).

Accanto al letto è il carrello cultuale, con i suoi contenitori per offerte circondati da fiori di loto, di cui vale sottolineare la sua funzione di tramite tra gli uomini e la sfera del divino (fig. 15)35. Contenitori su ruote sono descritti da Omero come attributi regali e divini: un cesto su ruote d’argento con agemine d’oro viene donato a Elena36 e tripodi su ruote d’oro fabbricati da Efesto per i banchetti degli dèi sono in grado di raggiungere da soli l’assemblea divina per poi tornare indietro37.

Il carro38, poco distante dal letto, richiama invece l’ekphorà, il trasporto del defunto verso la sua ultima dimora. Possiamo farci un’idea della cerimonia attraverso le più antiche immagini dei monumentali vasi geometrici del Ceramico di Atene: il morto appare disteso su un letto dalle gambe tornite e posto su un carro trainato da cavalli con corteo di piangenti39.

La deposizione del corredo all’interno della tomba costituisce la fase finale del rituale funerario. Quanto non fu possibile o non si volle deporre nell’anticamera, trovò posto nella cella sinistra, che si è voluto altrimenti identificare con il penus della casa, la dispensa in cui dovevano essere ammassati i vasi con le riserve alimentari41.

32.Pareti1947,n.227.33.Pareti1947,n.236.34.Pareti1947,n.233;cfr.Colonna–DiPaolo1997,160.35.Pareti1947,290,n.240,tav.XXXIII;BianchiBandinelli–Torelli1997,589-598(M.Torelli) ;Bubenheimer–Erhart2004b,52,tav.19a;Sannibale2008b,98,fig.18;SommellaMura2008,91,n.

30(M.Sannibale).36.Om.,Od.IV131.37.Om.,Il.XVIII373-377.38.Pareti1947,n.237.39.Ahlberg1971,passim;Stampolidis1996.Perilcompiantofemminileades.:Ahlberg1971,n.36

(ClevelandMuseumofArt1927.27.6),n.37(BaltimoreWaltersArtGallery48.2231),n.46(Atene,Benaki7675).Periltrasportosucarrodellettoagambetornite,ades.:ibid.,n.50.

40.Colonna–DiPaolo1997,164,nota92.

315La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Fig. 16. Patera fenicia in argento dorato, decorata a sbalzo e cesello: sul medaglione centrale, vacca che allatta il vitello in un boschetto di papiri; sui registri esterni, due teorie di guerrieri di eserciti diversi (egizio e avversario asiatico). All’esterno è graffita l’iscrizione etrusca di possesso “larthia velthurus”. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20364. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Fig. 17. Vaso in bronzo lavorato a sbalzo con decorazione geometrica. Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20369. Foto: Servizio Fotografico Musei Vaticani © Musei Vaticani.

Si ritiene che in essa possa essere stato custodito anche quel prestigioso tesoro costituito dal servizio di coppe fenicie in argento istoriate (fig. 16), forse anche più antiche, come più antico dovrebbe essere il vaso in bronzo decorato a borchiette di tradizione protostorica, il quale rientra nella casistica ricorrente del cosiddetto ‘vaso della nonna’ (fig. 17)41. In realtà le testimonianze sull’originaria disposizione delle coppe istoriate in argento all’interno della tomba sono contraddittorie, in quanto esse venivano contemporaneamente ubicate nella cella di fondo dai primi editori42; l’effettiva provenienza dalla camera principale, che resta tuttavia incerta, finirebbe per essere compatibile non solo con il loro carattere di oggetti preziosi importati (keimelia), ma anche con i correlati aspetti simbolici e non ultimo con i dati epigrafici recentemente emersi.

Il significato di queste coppe fenicie è molteplice43. Oggetti di attribuzione regale anche nel loro contesto di origine, esse ne veicolano le tematiche - come guerra, caccia, trionfo del faraone - insieme a motivi dalla valenza funeraria ed escatologica, ad esempio la vacca nel boschetto di papiri e l’allattamento sacro. La regalità e la rigenerazione del defunto attraverso la divinità delineano un percorso tematico in chiave dinastica, che evidentemente fu condiviso anche dagli aristocratici etruschi. L’iscrizione Larthia Velthurus, recentemente scoperta su una di esse, pone queste coppe importate in diretta relazione con il personaggio citato nei vasi d’argento della cella di fondo. Con questa inedita formula binomiale ci troviamo di fronte ad una prima attestazione del ‘gentilizio’ formato sul prenome maschile Velthur, presso un ambiente aristocratico in cui si pensava che l’evidenza dello status rendesse sufficiente - in quest’epoca - l’impiego del solo nome individuale44.

La pratica e l’insegnamento della scrittura nell’ambiente aristocratico di Cerveteri è ben sintetizzata dal ‘calamaio’ con alfabetario e sillabario (n. cat. 9), la cui pertinenza al corredo è dibattuta45. L’esercizio della scrittura nell’orientalizzante viene generalmente pensato come una prerogativa maschile e aristocratica, nell’ambito della pratica dello scambio di doni, esercitata in prima persona dai principi o tutt’al più legata all’attività di scribi e di artigiani. In questo contesto tombale, in cui era sepolta una donna di rango,

appare suggestivo pensare alla scrittura in relazione anche al mondo femminile. Ora le parole, quasi prodigiosamente, scaturiscono dal susseguirsi dei segni, come in una paziente e sapiente opera di tessitura.

41.Pareti1947,n.325.42.Cfr.Pareti1947,107,112-114,312ss.,cheperòoptainfineperlacelladisinistra.43.Pareti1947,nn.321-324;Cristofani–Martelli1983,nn.39-41;Buranelli–Sannibale2005;Sannibale

2008a,355-356,361-362,figg.29,40;Sannibale2008b,104-107,figg.27-29;SommellaMura2008,92-93,n.31(M.Sannibale).

44.Buranelli–Sannibale2005,225-226.45.Pareti1947,222-223.Purdubitativamente,il‘calamaio’vienecomunqueelencatodalParetitrai

materialidell’anticameraedellacellasinistra;seprovenisserealmentedall’internodellatomba,necostituirebbel’elementopiùrecente(650-600a.C.)rispettoall’architetturaealladeposizionedelcorredo(675-650a.C.).

316 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

Non ultima va considerata la sua valenza magica e sacrale. L’Etruria ha restituito il maggior numero di alfabetarî tra le regioni dell’Italia antica, una presenza che, sebbene riconducibile all’insegnamento e alla pratica della scrittura, non ne costituisce la sola motivazione46. Gli alfabetarî, completi o parziali, sono riprodotti su vari oggetti non sempre legati alla pratica scrittoria. La loro presenza nei contesti funerarî, che costituisce il caso più ricorrente, ma anche sacri, rende ipotizzabile anche una funzione magico-simbolica della sequenza alfabetica. Una tale valenza è riconosciuta per gli alfabetarî semitici, i quali esprimevano il concetto di eternità ciclica e benefica47.

Gli elementi culturali e simbolici di stampo orientale ed egizio veicolati in Etruria nell’orientalizzante hanno una particolare incidenza nella nostra tomba. Basti pensare al ‘pettorale’ indossato dalla defunta, che evidentemente riproduce la ‘collana larga’ (=usekhet) egizia48, pervenuto sicuramente in Etruria attraverso una mediazione levantina. Si tratta di un oggetto-simbolo legato nuovamente al concetto di regalità, che aveva la funzione di assicurare protezione e incorruttibilità ai corpi dei defunti. A questa funzione è pensabile si associasse la proprietà magica dell’oro, così largamente profuso nella sepoltura principale, che nel Vicino Oriente antico e in Egitto è intimamente legato alla sfera del divino e alla regalità. Nel rituale funerario egizio, all’oro è attribuita la proprietà di assicurare incorruttibilità al corpo e di rigenerare il defunto, che passa dallo stato umano al divino49.

In questa chiave di lettura appare particolarmente suggestiva l’ipotesi di riconoscere un ulteriore elemento simbolico nella parziale chiusura della porta di comunicazione con la cella. Attraverso quella che finisce per essere una finestra, come si vede nei disegni del XIX secolo, si assiste all’epifania della defunta divinizzata, come si conviene a una dea o a una regina50. È in sostanza l’antico motivo orientale della ‘Signora alla finestra’ come annuncio di un evento sacro51, che sopravvive nel mito della Roma primordiale - vedi la saga di Tanaquilla e del re Servio - e nei simboli dell’architettura tombale etrusca arcaica, in cui si continuano ad incontrare finestre reali e finte finestre dipinte.

Maurizio Sannibale

46.NellatombaaristocraticadiMarsilianad’Albegna,670-640a.C.(Pandolfini–Prosdocimi1990,n.I.1),l’alfabetarioapparesignificativamentetracciatosuunatavolettad’avoriooriginariamentericopertadicera,lacerapugillarisdeiRomani,corredatadistilieraschiatoi,lecuidimensioniridottesonocomunquepococompatibiliconl’usoreale.Siv.supra,pp.296e300.

47.Pandolfini–Prosdocimi1990,9.48.Bubenheimer–Erhart2005,154-162.49.Sannibale2008a,348,356-358.50.Colonna–DiPaolo1997,167-168;Sannibale2008b,110-111.51.Barnett1957,145-156;DiFilippoBalestrazzi1999,319,fig.14.

317La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

1. Collana 675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20561.Oro laminato decorato per impressione con punta a stilo. Ricomposta.Lungh. 8,0-8,5 cm. (vaghi biconici); diam. 2,3 cm. (vaghi sferici).

La collana è l’esito della ricomposizione moderna di quattordici vaghi biconici e di dodici sferoidali (sfere schiacciate) alternati, dalla quale eccedono due vaghi biconici. Ciascun vago è realizzato con la saldatura di due elementi conici, oppure di due calotte emisferiche, realizzati in lamina. La decorazione comprende campi

2. Bracciale 675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20563.Oro laminato e fuso decorato a sbalzo e granulazione.Lungh. 26 cm.; largh. 6,7 cm.; diam. 9,3-10 cm.

Il bracciale era deposto nella tomba in coppia con uno identico (non esposto in mostra). È costituito da un nastro rettangolare con fermaglio a catenella, suddiviso in riquadri figurati e delimitati da cornici con motivi geometrici e fasce di linee. Gli spigoli della fascia sono decorati da testine umane. Entro i riquadri sono tre figure femminili con acconciatura a trecce (tipica della dea egizia Hathor), indossanti una lunga veste a campana, intercalate ad

delimitati da linee con sequenze di triangoli campiti da trattini e fasci di linee inclinate.Già agli inizî del XX secolo, Giovanni Pinza istituì confronti iconografici con il Vicino Oriente, statue e rilievi assiri e ciprioti. Vaghi biconici sono presenti anche nelle oreficerie di Rodi, prima di divenire usuali in Etruria, sia in oro che più comunemente in bronzo.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 205, n. 66, tav. XII.

M.S.

alberello con fiore di loto e palmetta. Nei due riquadri alle estremità, un’analoga figura femminile fra due alberelli con fiore di loto stilizzato è affiancata da due leoni rampanti, ciascuno dei quali è a sua volta afferrato e trafitto da un personaggio maschile. È evidente il richiamo allo schema araldico della potnia theron, signora degli animali e quindi della vita e della morte.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 182-184, n. 4, tav. VI; Pallottino 1955, 34, n. 103, tav. XXII; Cristofani – Martelli 1983, 263, n. 36, fig. a p. 100; von Hase 1995, 535, 550-551, figg. 10-11; Sannibale 2003, 58, fig. a pp. 68-69; Sannibale 2008a, 354-355, fig. 27.

M.S.

LA TOmBA ReGOLInI-GALAssI

318 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

3. Dodici fibulette a sanguisuga 675-650 a.C.Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, nn. inv. 20503-20508, 20510, 20513-20514, 20516-20518.Oro laminato e fuso, lavorato a sbalzo. Integre o con parziali deformazioni e lacune.Lungh. 5,4-6,2 cm.

Il corpo è decorato su ciascun lato da un bottoncino rilevato affiancato da striature longitudinali. Viene presentata in mostra una selezione di dodici fibule, su un totale di diciotto rinvenute nella camera di fondo, pertinenti a un’unica serie per forma e decorazione, che dovevano completare la sontuosa veste della defunta, così come si addiceva a una regina o a una dea di omerica memoria.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 192-194, nn. 29-46, tav. X.

M.S.

4. Spillone con anello mobile 675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20467.Bronzo laminato in argento e doratura a foglia. Punta lacunosa.Lungh. 16,7 cm.; diam. anello 2,4 cm.; diam. asta 0,4 cm.

Lo spillone, dalla punta incurvata forse anche in origine, presenta un’estremità laminata in oro e ornata da anelli rilevati che termina ad occhiello con anello mobile. Questa caratteristica lo differenzia da spilloni in materiale prezioso, forniti però di testa globulare variamente ornata, identificati come aghi crinali (per ornamento e aspersione di profumi), presenti nelle tombe orientalizzanti etrusche (come la Tomba del Littore a Vetulonia) e medio - tirreniche (Tomba Barberini a Palestrina). Non è pertanto da escludere una funzione correlata al fuso, sia nella sfera pratica sia simbolica (cfr. cat. n. 6).BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 216-217, n. 149, tav. XIII.

M.S.

319La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

6. Fuso675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20466.Argento. Integro. Piccola lacuna sul disco.Lungh. 21 cm.; diam. 1 cm.; diam. disco 3 cm.

Si compone di un elemento affusolato, con le due estremità terminanti a disco e a sfera con apice.La filatura e la tessitura erano sapienti attività riservate al mondo femminile, dagli innegabili risvolti economici, che costituivano anche una prerogativa per le donne di rango. La versione in materiale prezioso di questo strumento utilitario rappresenta al contempo una sorta di insegna di dignità per la principessa sepolta in questa importante tomba di Cerveteri.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 217, n. 150, tav. XIII.

M.S.

5. Figurine di piangenti in bucchero 675-650 a.C.Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, anticamera.Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco, nn. inv. 20374-20375, 20381-20382, 20402-20404.Bucchero. Integre.Alt. 10,8 - 10,5 - 10,4 - 9,6 - 9,8 - 9,5 - 10 cm.; largh. 2,7-3,8 cm.; spess. 0,6-0,7 cm.

Viene presentata una selezione delle 33 statuette in bucchero rinvenute nella tomba, tutte prive di piedi per essere conficcate a terra e sistemate lungo i tre lati del letto bronzeo deposto nell’anticamera; forse una parte era anche disposta nella cella destra su due file affrontate ai lati del cinerario. Rappresentano figure femminili in pose variate, quasi a voler suggerire una sequenza in movimento dei gesti rituali del compianto funebre che avveniva durante l’esposizione del cadavere (prothesis) prima del trasporto verso la tomba (ekphorà).Nel primo gruppo ambedue le mani sono portate sotto il mento; nel secondo gruppo la mano sinistra è portata sotto il mento e l’altra sull’addome; nel terzo gruppo la posizione è invertita; nel quarto gruppo, una mano poggia sulla guancia destra, mentre l’altra è distesa verso la parte bassa dell’addome. Le figure indossano tutte una lunga tunica decorata a motivi geometrici, tenuta da una cintura. La lunga capigliatura, con ciocche sulla testa, è raccolta in trecce e scende sul dorso sino all’altezza delle gambe. BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 272-281, n. 233.1-2, 9-10, 30-32, tav. XXVIII; Paschinger 1992, 57 ss.; Colonna – Di Paolo 1997, 159-160; Buranelli 1992, 189, nn. 163-169; Buranelli 1996, 68-69, 175, n. 17.

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320 La Principessa Etrusca della Tomba Regolini-Galassi

7. Lebete con cinque protomi 675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, anticamera.Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 15065.Bronzo fuso e laminato, decorato a sbalzo e cesello. Lacuna sul fondo.Alt. all’orlo 35 cm.; alt. max 46,5 cm.; diam. orlo 47 cm.

Di forma emisferica leggermente allungata, è costituito da un’unica lamina martellata. Le cinque protomi di leone rivolte verso l’esterno, fissate tramite chiodi ribattuti, presentano dettagli realizzati a sbalzo e cesello. Poggiava su un alto tripode in ferro, provvisto di ganci, di cui si conserva buona parte.Questo lebete, deposto con un altro analogo nella stessa tomba, trova confronto in esemplari rinvenuti a Vetulonia (Circolo dei Lebeti) e a Palestrina (Tomba Barberini). Si tratta di una tipologia abbastanza diffusa in Etruria, connessa con la pratica aristocratica del banchetto, i cui precedenti vanno però ricercati in ambito orientale - Siria del nord, Urartu - dove vennero elaborati i prototipi poi diffusi in Occidente grazie anche alla mediazione greca. Nel caso di questi esemplari di Cerveteri è stata ipotizzata una fabbricazione locale.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 307, n. 308, tav. XL; Marunti 1959, 67, n. 5, fig. 1b; Sannibale 2003, 58, figg. 36, 70-71.

M.S.

8. Patera baccellata675-650 a.C.Da Cerveteri, necropoli del Sorbo, Tomba Regolini-Galassi, camera di fondo (cd. cella).Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20211.Bronzo laminato. Integra.Diam. 23 cm.; diam. orlo 21,9 cm.; alt. 5,2 cm.; spess. lamina 0,11 cm.; peso 293 gr.

Conserva nella baccellatura il foro originale per l’affissione alle pareti della tomba, forse lungo il canale della volta, stando ai primi disegni realizzati dopo la scoperta. In questa tomba erano presenti undici patere baccellate in bronzo e una in argento. Si tratta di un vaso di origine orientale legato alla figura del sovrano e dei suoi dignitari nella cerimonialità di corte. Probabilmente fu realizzato da artigiani orientali immigrati e rientra in una serie affine (Sciacca 2005, tipo C1) che accomuna gli esemplari di Cerveteri a quelli di Preneste (tombe Bernardini e Barberini), Pontecagnano (tombe 926 e 928), Narce (Pizzo Piede II sepolcreto, tomba 4), Fabriano (Santa Maria del Campo), Tarquinia (sporadico).BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 236, n. 201, tavv. XX-XXI; Howes Smith 1984, 85, n. 7.3; Sciacca 2005, 155-156, Ce10, fig. 230.

M.S.

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9. ῾Calamaio᾽650-600 a.C.Cerveteri, necropoli del Sorbo, scavi Regolini-Galassi 1836.Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco, n. inv. 20349.Ceramica (bucchero). Integro.Alt. 16,5 cm.; diam. bocchello 1,6 cm.; diam. base 5,2 cm.

La denominazione di ‘calamaio’, introdotta da George Dennis nel XIX secolo, è puramente convenzionale e non ne identifica l’uso reale come contenitore d’inchiostro.Intorno alla base è inciso un alfabetario con la sequenza completa del modello greco, ma con la dimenticanza della q: esso comprende pertanto anche le lettere ‘morte’, quelle cioè che non vengono utilizzate dagli Etruschi, come b, d, il samek fenicio e la vocale o. Nel sillabario invece viene contemplata la serie delle consonanti usate nella lingua parlata etrusca combinate nell’ordine con le vocali i, a, u, e; si osservano comunque delle assenze, in parte dovute alla pratica scrittoria seguita a Cerveteri in quel periodo (che non usa k, ś): le sibilanti ś (corrispondente alla lettera fenicia tsade) e quella espressa con il segno a croce X, nonché le lettere k, l, φ. Alfabetario e sillabario sono in iscrizione destrorsa, tranne alcune lettere che sono inverse, cioè sinistrorse secondo l’uso etrusco, come b nell’alfabetario, alcune u e tutte le r nel sillabario.BIBLIOGRAFIA: Pareti 1947, 322-324, n. 327, tav. XLVI; Cristofani 1985, 86, n. 3.6 (F. Buranelli); Prosdocimi 1989, 1342-1346; Pandolfini – Prosdocimi 1990, 29-32, n. I.6, tav. X; Rix 1991, Cr 9.1; Buranelli 1992, 55, n. 23; Bagnasco Gianni 1996, 88-89, n. 59; Bartoloni – Delpino – Morigi Govi – Sassatelli 2000, 318, n. 431 (F. Buranelli); Sommella Mura 2008, 130-131, n. 66 (M. Sannibale).

M.S.