inquadramento geologico 01

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Metodologia di lavoro Elenco avità svolte (da pregressi ed auali) Raccolta da sul campo Fotointerpretazione Da ulizza Descrizione dei Indagini pregresse DTM/DSM Inquadramento geologico Il seore della Val Pusteria, localizzato nelle Alpi Orientali, comprende terreni appartenen a tre unità teoniche principali: il complesso delle Alpi Meridionali a Sud e quello delle Austridi e Pennidi a Nord (Figura 1). Parcolarmente all’unità delle Alpi Meridionali (o Sudalpino), nel quale il sito di studio si inserisce, vengono qui disn lo zoccolo cristallino sudalpino di epoca pre-permiana e parte della copertura permo-mesozoica prevalentemente sedimentaria non metamorfica. Al basamento cristallino apparene l’unità geologica della Fillade quarzifera di Bressanone, termine con il quale vengono comprese rocce metamorfiche di età differente, composte in prevalenza da filladi quarzose, micascis talvolta granaferi e paragneiss. La copertura permo-mesozoica affiora estesamente nella porzione meridionale offrendo una serie di unità a deposi grossolani (Conglomerato di Ponte Gardena) e arenacei (Arenarie di Val Gardena), trasgressivi al di sopra del basamento cristallino. L’espressione del vulcanesimo perminano si disngue localmente per interposizione di porfidi basici e tufi all’interno dei due orizzon sedimentari. Per concludere, seguono in successione livelli di natura evaporica, terrigena e calcareo-dolomica, fruo dell’ingressione marina durante il Permiano-Trias medio. L’asseo struurale dei due termini, basamento e copertura permo-mesozoica, si disngue per il grado di deformazione a cui sono sta sogge: la più giovane risulta essere interessata dalle deformazioni imposte durante la sola fase di orogenesi alpina (faglie e movi plicavi), mentre nelle unità più anche è ancora evidente uno sle teonico più anco, sul quale gli effe recen si sono sovrappos ulteriormente. Il margine seentrionale del substrato sudalpino è bordato dall’impostazione della massa intrusiva del granito di Bressanone, di età ercinica, al cui contao è possibile rinvenire rocce cornubianiche al limite con le filladi, piche di aureole metamorfiche. Il sopracitato complesso delle Alpi meridionali si giustappone in contao alle unità teoniche delle Austridi araverso una struura teonica dislocava ben nota soo il nome di linea della Pusteria-Giudicarie, avente andamento Est-Ovest; tale struura, con i suoi 200km di sviluppo, corrispondente alla traccia orientale del sistema Periadriaco, sutura tardo-alpina formatasi durante la collisione tra la placca Africana e la placca Europea.

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Metodologia di lavoro

Elenco attività svolte (dati pregressi ed attuali)

Raccolta dati sul campo

Fotointerpretazione

Dati utilizzati

Descrizione dei

Indagini pregresse

DTM/DSM

Inquadramento geologico

Il settore della Val Pusteria, localizzato nelle Alpi Orientali, comprende terreni appartenenti a tre unità tettoniche principali: il complesso delle Alpi Meridionali a Sud e quello delle Austridi e Pennidi a Nord (Figura 1).

Particolarmente all’unità delle Alpi Meridionali (o Sudalpino), nel quale il sito di studio si inserisce, vengono qui distinti lo zoccolo cristallino sudalpino di epoca pre-permiana e parte della copertura permo-mesozoica prevalentemente sedimentaria non metamorfica. Al basamento cristallino appartiene l’unità geologica della Fillade quarzifera di Bressanone, termine con il quale vengono comprese rocce metamorfiche di età differente, composte in prevalenza da filladi quarzose, micascisti talvolta granatiferi e paragneiss. La copertura permo-mesozoica affiora estesamente nella porzione meridionale offrendo una serie di unità a depositi grossolani (Conglomerato di Ponte Gardena) e arenacei (Arenarie di Val Gardena), trasgressivi al di sopra del basamento cristallino. L’espressione del vulcanesimo perminano si distingue localmente per interposizione di porfidi basici e tufi all’interno dei due orizzonti sedimentari. Per concludere, seguono in successione livelli di natura evaporitica, terrigena e calcareo-dolomitica, frutto dell’ingressione marina durante il Permiano-Trias medio.

L’assetto strutturale dei due termini, basamento e copertura permo-mesozoica, si distingue per il grado di deformazione a cui sono stati soggetti: la più giovane risulta essere interessata dalle deformazioni imposte durante la sola fase di orogenesi alpina (faglie e motivi plicativi), mentre nelle unità più antiche è ancora evidente uno stile tettonico più antico, sul quale gli effetti recenti si sono sovrapposti ulteriormente.

Il margine settentrionale del substrato sudalpino è bordato dall’impostazione della massa intrusiva del granito di Bressanone, di età ercinica, al cui contatto è possibile rinvenire rocce cornubianitiche al limite con le filladi, tipiche di aureole metamorfiche.

Il sopracitato complesso delle Alpi meridionali si giustappone in contatto alle unità tettoniche delle Austridi attraverso una struttura tettonica dislocativa ben nota sotto il nome di linea della Pusteria-Giudicarie, avente andamento Est-Ovest; tale struttura, con i suoi 200km di sviluppo, corrispondente alla traccia orientale del sistema Periadriatico, sutura tardo-alpina formatasi durante la collisione tra la placca Africana e la placca Europea.

Le unità Austridi e Penndidi compongono i terreni a Nord di questa fascia, restando esclusi dalla zona di studio. Le ulteriori linee tettoniche in Figura 1 le interessano, seguendo andamenti pressoché paralleli alla sutura principale della faglia della Pusteria-Giudicarie.

Figura 1: schema strutturale dell’Alto Adige orientale (modificato da Foglio 4a - Note illustrative). Col cerchio giallo si indica l’area in esame mentre il riquadro rimanda al Foglio Geologico Bressanone.

L’assetto geologico locale, è rappresentato dal Foglio Geologico d’Italia n. 4° Bressanone, alla scala 1:100.000, di cui si illustra un estratto nella figura seguente. I numerosi eventi quaternari, legati principalmente alle fasi glaciali e interglaciali, hanno generato la deposizione di materiali prettamente continentali, addensati nelle conche vallive, nei punti di confluenza dei maggiori corsi d’acqua e lungo i versanti dove le pendenze non sono molto accentuate. Si osservano quindi materiali morenici, alluvionali e detritici, i quali obliterano in larga parte le strutture geologiche interessanti il substrato cristallino.

Figura 2: estratto della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 - Foglio 4a Bressanone e sezione III’.

Successione stratigrafica

Vengono di seguito descritte le caratteristiche inerenti le unità geologiche, partendo dai termini più antichi a quelli recenti.

Complesso metamorfico Sudalpino (fq)

Si tratta di un complesso di varia composizione di rocce di origine metamorfica, raggruppate sotto il nome di filladi, che costituiscono la parte più settentrionale del basamento cristallino delle Alpi Meridionali veneto-tridentine, con alternanze e passaggi sia in senso verticale che orizzontale. E’ rappresentata nell’ambito della facies scisti verdi con filladi appunto, di tipo quarzoso, spesso grantifere, a mica chiara o a due miche, non di rado cloritiche; ulteriori micascisti biotitico-muscovitici a granato e pragneiss biotitico-granatiferi vengono compresi nell’unità.

N S

In dettaglio, i rapporti tra cristallizzazione metamorfica sono associati alla formazione statica di albite, miche e granato inerenti la fase metamorfica prepermica, ai quali si sono aggiunte, seppur con modesta intensità, le deformazioni di età alpina, che generano maggiori assetti cataclastici in vicinanza alle linee tettoniche.

Masse intrusive di Bressanone (bi)

Presenta forma grossolanamente lenticolare, allungata in direzione E-O, collegato verso Ovest al massiccio intrusivo di Ivigna tramite una sottile fascia e ad Est si rinviene smembrato in affioramenti minori con larghezza sempre più decrescente, fino alla Valle Aurina. Al margine meridionale la massa intrusiva presenta una giacitura pressochè concordante con le filladi di Bressanone, mentre localmente può presentarsi discordante; verso Nord è limitato tettonicamente dalla linea della Pusteria, che lo separa dagli scisti austroalpini. L’età tardo-alpina di messa in posto dell’intrusione è stata confermata da una ricerca col metodo Rb/Sr dai ricercatori dell’Università di Pisa (Borsi et ali., 1966).

La tipologia petrografica più diffusa è il granito a struttura olocristallina granulare, a grana media e con colorazione chiara, passante a termini granodioritici, oppure sfumanti verso composizioni aplitiche. Numerosi sono inoltre i corpi filoniani diffusi non solo nelle Alpi Meridionali ma anche a Nord della Linea della Pusteria.

Pg

gyi

Sismicità

Geomorfologia

Evoluzione del sito

Elementi mappati

Rilevamento geologico in situ

L’abitato di Chienes si inserisce geologicamente all’interno di un complesso metamorfico definito col nome di Sudalpino delimitato a Nord dalle intrusioni granitiche alpine e dalla linea tettonica della Val Pusteria. A Nord di questa fascia affiorano le unità afferenti al basamento metamorfico delle Austridi e Pennidi legate alla placca europea che in ogni caso non vengono interessate dal progetto.

L’assetto strutturale del substrato sudalpino è quindi obliterato in parte dalle litologie quaternarie, estesamente diffuse lungo l’area di studio.

La verifica delle condizioni geologiche lungo il tracciato di progetto è stata effettuata durante la campagna di rilievo condotta tra i giorni 10 e 13 di Novembre 2015, i cui risultati vengono descritti in dettaglio nei paragrafi successivi. La tavola geologica illustra graficamente l’estensione di ciascuna unità.

Unità Quaternarie

Riporto antropico

Corrisponde a materiale costituito prevalentemente da sabbia e ghiaia, e in minor misura da ciottoli (max. 10cm) e laterizi. Si rinviene lungo i rilevati stradali della strada provinciale attuale e in corrispondenza dei manufatti antropici. Gli spessori individuati dai sondaggi hanno evidenziato valori di circa 1m, solo in un sondaggio (GE-S13) sono stati raggiunti 5m in corrispondenza di alcuni edifici dell’abitato di Chienes. Discorso particolare va affrontato per l’ex-area di cava, dove la presenza di riporti al termine dell’attività estrattiva è stata verificata dai sondaggi X e Y, insistendo in un’area di 67'000 mq circa.

Deposito alluvionale

Prodotto dall’attività fluviale del Fiume Rienza, tali depositi occupano le piane alluvionali lungo il suo corso, a monte e a valle dell’abitato di Chienes, fino ad un estensione massima di 250m dall’alveo. Le alluvioni sono costituite da ghiaie, più o meno grossolane e talora anche materiali più fini. I componenti a pezzatura maggiore, ossia ghiaie e ciottoli, rispecchiano una natura metamorfica e ignea, con grado di arrotondamento elevato in seguito ai fenomeni di trasporto. Nell’alveo del Fiume Rienza si osservano blocchi con dimensioni fino a 1-2m di diametro.

Deposito di conoide

Il deposito di conoide è relazionato con l’attività torrentizia del Rio Verde, che attualmente scorre al centro di Chienes, avente tipica forma di ventaglio con sezione ristretta allo sbocco Nord dell’abitato, allargata a valle verso l’alveo del Fiume Rienza. Il deposito è stato investigato in seguito alle indagini pregresse e a quelle della presente fase. Si compone di alternanze di ghiaie poligeniche sub-arrotondate, sabbie da grossolane a fini debolmente limose, di colorazione grigio-marrone-ocra, con locali ciottoli poligenici fino a 10cm di diametro. Si sottolinea come numerosi trovanti di natura gneissica, filladica e granitica siano stati rinvenuti nei fori di sondaggio, la cui dimensione massima ha raggiunto 4m. In corrispondenza delle superfici agricole si compone inoltre di uno strato metrico di terreno vegetale con contenuto maggiormente organico.

In base alla morfologia del terreno, nella carta geologica vengono distinte le aree interessate dalla conoide antica occupante la maggior parte dell’estensione e da quella recente, quest’ultima inerente al solo corso attuale del Rio Verde.

Figura 3: deposito di conoide recuperato dal sondaggio GE-S4 (prof. 10-15m).

Detrito di versante

Si rinvengono alla base dei versanti prospicenti l’abitato di Chienes e si compongono di clasti eterometrici, di forma angolosa e sub-angolosa dato il breve trasporto subito durante la loro deposizione a partire dai pendii rocciosi retrostanti a partire dai quali avviene la loro genesi. La natura dei clasti è tipicamente filladica e granitica, associata ad una matrice sabbiosa-ghiaiosa, localmente debolmente limosa. E’ plausibile considerare all’interno di questi terreni la presenza di ciottoli o blocchi di dimensioni considerevoli a seguito di fenomeni di crollo.

Deposito morenico/glaciale

Costituisce un sottile rivestimento al di sopra delle formazioni sottostanti, lungo i pendii e i terrazzi a nord dell’abitato di Chienes e si compone di terreni non stratificati, caotici, di natura ghiaiosa-sabbiosa misti a ciottoli e blocchi ciclopici arrotondati dal fenomeno del trasporto, con diametri che superano anche i 2m. Le litologie più comuni sono date da composizioni metamorfiche (scisti, filladi e gneiss) e ignee anche se non mancano elementi dolomitici rari. Il versante di Rockwieser è interessato notevolmente da blocchi eterometrici che affiorano nel sottobosco (FOTO). In base ai loro caratteri morfologici è possibile associare il deposito al ritiro dei ghiacciai della fase Wurmiana.

Figura 4: massi ciclopici lungo il versante destro a valle di Chienes,

Masse Intrusive di Bressanone

Graniti

La tipologia petrografica più diffusa è il granito a struttura olocristallina granulare, a grana media e con colorazione chiara, passante a termini granodioritici, oppure sfumanti verso composizioni aplitiche. Numerosi sono inoltre i corpi filoniani diffusi non solo nelle Alpi Meridionali ma anche a Nord della Linea della Pusteria.

Complesso metamorfico sudalpino

Gneiss

Scisti

Idrogeologia

Indagini geotecniche