co-design per l'impatto sociale

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CO-DESIGN PER L’IMPATTO SOCIALE Pablo Marcel de Arruda Torres, Seconda Università degli Studi di Napoli Sintesi in italiano Viviamo attualmente in un mondo in mutazione. I nuovi atteggiamenti e le credenze non si riflettono nelle organizzazioni contemporanee, risultando in un abisso tra individui e le organizzazioni che ancora operano sotto la logica dell’era industriale. Il passaggio ad un’economia sociale si riflette in profondi cambiamenti che influenzano le moderne strutture socio-economiche. I designer hanno ora l’opportunità di contribuire a questa nuova realtà, in grado di esplorare la nuova natura dell’innovazione. Per creare un nuovo modello di Co-Design per soluzioni di impatto sociale, design toolkits e casi studi sono stati analizzati su come affrontare i problemi sociali. Il modello risultante riflette una struttura modulare, che può essere adattata alle specificità e alle caratteristiche di progetti con background sociale. Un workshop partecipativo è stato anche realizzato, in modo da validare il nuovo modello per la generazione di soluzioni socio-tecniche e di applicarlo in modo pratico. Abstract We are living in a changing world. New attitudes and beliefs are not reflected in contemporary organizations, resulting in a gap between individuals and organizations that still operate under the logic of the industrial age. The shift to a social economy is reflected in deep changes affecting the modern socio-economic structures. Designers now have the opportunity to contribute to this new reality, in order to explore the new nature of innovation. To create a new model of Co-Design for social impact solutions, design toolkits and case studies were analyzed on how to deal with social goals. The resulting model reflects a modular structure, which can be adapted to the specificities and characteristics of projects with social background. A participatory workshop was also made in order to validate the new model to generate socio-technical solutions and apply it in a practical way. Introduzione Viviamo attualmente in un mondo in costante mutazione. Come sottolineato da Grimaldi (2014, p. 155), viviamo un “tempo di alterazioni genetiche e di perdita di identità corporea, non è

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CO-DESIGN PER L’IMPATTO SOCIALE

Pablo Marcel de Arruda Torres, Seconda Università degli Studi di Napoli

Sintesi in italiano

Viviamo attualmente in un mondo in mutazione. I nuovi atteggiamenti e le credenze non si

riflettono nelle organizzazioni contemporanee, risultando in un abisso tra individui e le

organizzazioni che ancora operano sotto la logica dell’era industriale. Il passaggio ad un’economia

sociale si riflette in profondi cambiamenti che influenzano le moderne strutture socio-economiche.

I designer hanno ora l’opportunità di contribuire a questa nuova realtà, in grado di esplorare la

nuova natura dell’innovazione. Per creare un nuovo modello di Co-Design per soluzioni di impatto

sociale, design toolkits e casi studi sono stati analizzati su come affrontare i problemi sociali. Il

modello risultante riflette una struttura modulare, che può essere adattata alle specificità e alle

caratteristiche di progetti con background sociale. Un workshop partecipativo è stato anche

realizzato, in modo da validare il nuovo modello per la generazione di soluzioni socio-tecniche e di

applicarlo in modo pratico.

Abstract

We are living in a changing world. New attitudes and beliefs are not reflected in contemporary

organizations, resulting in a gap between individuals and organizations that still operate under the

logic of the industrial age. The shift to a social economy is reflected in deep changes affecting the

modern socio-economic structures. Designers now have the opportunity to contribute to this new

reality, in order to explore the new nature of innovation. To create a new model of Co-Design for

social impact solutions, design toolkits and case studies were analyzed on how to deal with social

goals. The resulting model reflects a modular structure, which can be adapted to the specificities

and characteristics of projects with social background. A participatory workshop was also made in

order to validate the new model to generate socio-technical solutions and apply it in a practical

way.

Introduzione

Viviamo attualmente in un mondo in costante mutazione. Come sottolineato da Grimaldi

(2014, p. 155), viviamo un “tempo di alterazioni genetiche e di perdita di identità corporea, non è

solo un’epoca postmoderna: è anche un’epoca da effetto-futuro, uno scenario fiction rovesciato nel

nostro reale quotidiano”. Dalla fine degli anni ‘80, numerosi cambiamenti hanno riplasmato

interamente lo scenario socio-economico e produttivo globale, generando molteplici incertezze che

mettono in crisi i conceti prestabiliti. La necessità di un aggiornamento costante continuo, il grande

flusso di informazioni, la fluttuazione sociale e monetaria, l’instabilità del quadro geopolitico

internazionale, i limiti dello sviluppo tecnologico e i nuovi dilemmi globali (Kotler et al., 2010)

rafforzano un clima di incertezza in cui siamo immersi oggi.

Nonostante i progressi tecnologici e il massiccio accesso alle risorse che fanno del nostro

tempo il più avanzato di tutta la storia, grande parte della popolazione mondiale ancora affronta

una serie di sfide globali, contro la povertà, l'inquinamento, la disoccupazione, le dipendenze, la

criminalità, bassi livelli di istruzione, l'immigrazione e le comunità iperdiverse, invecchiamento

della popolazione, il cambiamento climatico e la scarsità di risorse, l'obesità e le malattie croniche

(The Young Foundation, 2012). Queste nuove sfide sociali e ambientali non sono riflete in molti

organizzazioni attuali, e il risultato è un abisso tra giovani individui e le organizzazioni che ancora

operano sotto la logica dell’era industriale.

Pertanto le persone hanno la possibilità di creare e partecipare attivamente al processo di

cambiamento e non soltanto di desideralo ed immaginarlo. Alcune tendenze emergenti sono

rilevanti in questo contesto: un nuovo rapporto locale-globale e la riscoperta della dimensione

locale, organizzazioni in reti, la rinascita del concetto di comunità, oltre l’iper-segmentazione del

mercato e della produzione (Manzini, 2010; Perez, 2010). In questo scenario, l’associazione di

persone in comunità locali e la loro connessione con il mondo consente lo sviluppo di attività

culturali, organizzazione e modelli economici completamente nuovi.

Movimenti bottom-up, l’integrazione delle persone nel processo di innovazione,

collegamenti in rete e possibili grazie alle tecnologie di comunicazione, configurano il passaggio da

una società industriale ad un’economia sociale basata sulle reti e sui valori intangibili. L’emergere

dell’economia sociale rende ancora più esplicita la grande pressione per sviluppare innovazioni

legate alle rivendicazioni sociali, in cui nuovi settori economici e produttivi emergono sulla base

del funzionamento della società contemporanea. Questo tipo sociale di innovazione fa necessari

nuovi arrangiamenti sociali e l’innovazione guadagna quindi nuove dimensioni. Secondo Brooks

(1982), oltre alle innovazioni tecniche tradizionali (come nuovi materiali, nuovi processi

produttivi), considerare gli aspetti sociali dell’innovazione ci porta ad altri due altri approcci

diversi: l’innovazione sociale (come innovazioni di mercato, innovazioni gestionali, innovazioni

politiche e innovazioni istituzionali) e l’innovazione socio-tecnica (come trasporti, comunicazione,

alloggio e alimentazione). In questo modo, l’innovazione socio-tecnica implica un processo di

cambiamento sia nella struttura di un sistema socio-tecnico sia nel rapporto tra gli attori all’interno

del sistema (Quist, 2007).

Il Co-Design come aproccio progettuale

Dato questo scenario di chiari paradossi, i contorni di un nuovo paradigma di innovazione

sono sempre più visibili e fanno si che l’innovazione sociale cresca in importanza. Questo

approccio apre fondamentalmente nuove prospettive su problemi riconosciuti e allo stesso tempo

apre nuove possibilità di azione. I designer hanno ora l’opportunità di contribuire a questa nuova

realtà, in grado di esplorare la nuova natura dell’innovazione. In questo senso, la sfida principale

del design contemporaneo è proprio quella di sviluppare soluzioni altamente complesse che

richiedono una visione ampia del progetto, coinvolgendo prodotti, servizi e comunicazione in modo

integrato e sostenibile. Come designer, siamo sempre stati riconosciuti come risolutori

professionali di problemi; ora ci stiamo muovendo per creare sistemi e strategie, per farci guardare

verso i più complessi problemi delle persone nel mondo contemporaneo. Le competenze dei

designer nel progettare prodotti, comunicazioni, interazioni, servizi e spazi sono ora utilizzate per

trasformare il modo in cui le persone interagiscono con i sistemi, organizzazioni e politiche.

Il design ha un ruolo fondamentale per sostenere la creazione e la diffusione di

innovazioni socio-tecniche, rendendole più accessibili, efficaci e replicabili. Questa prospettiva

implica una profonda trasformazione nel ruolo dell’utente ed una variazione simile parallelamente

a quanto accade con il ruolo del designer. In questo nuovo ambiente diffuso della creatività, i

progettisti devono imparare a partecipare positivamente e attivamente nei processi sociali in cui le

nuove idee stanno emergendo. I bisogni reali delle persone spingono a sostenere nuove idee e

pratiche di progettazione, che tendono ad essere più innovative, etiche e sostenibili. Si tratta di un

processo centrato sulle persone e sulla capacità di innovare, visto che conoscenza e creatività

devono essere trovati in modo diffuso in tutta la società, e non limitati alle conoscenze formali e le

imprese creative (Manzini, 2008). Il soggetto coinvolto di fronte a un problema “non è solo una

parte del problema, ma è anche parte della sua soluzione” (Burns et al., 2006, p. 25). Possiamo

osservare appunto differenze tra design per una categoria di prodotto, incentrata sui prodotti e sulle

tecnologie, e design per uno scopo, focalizzato sulle esigenze delle persone e delle società nel suo

insieme, rappresentando così le pratiche emergenti del design (Frascara, 2002).

L’ambiente collaborativo diventa una forza motrice dietro il concetto di Co-Design

(oppure Participatory Design), che può essere inteso come “un processo di sviluppo e creazione in

cui la creatività di designers e non-designers lavorano insieme” (Sanders & Stappers, 2008, p.6).

Una sua caratteristica fondamentale è l’incorporazione all’interno del progetto di informazioni e

feedback delle persone che hanno familiarità con le sfide da affrontare. Il Co-Design facilita il

continuo miglioramento del prodotto/servizio e riduce i rischi di fallimento, contribuendo a

sviluppare soluzioni che rispondono alle esigenze delle persone, con conseguente atteggiamenti più

positivi e migliori relazioni tra l’organizzazione e i suoi clienti (Rizzo, 2009).

Iniziative progettuali collaborative sembrano concentrarsi sulla partecipazione attiva delle

persone nel processo di sviluppo di soluzioni perché si ritiene che le persone siano in grado di

generare molte idee e suggerimenti se a loro sono offerte gli strumenti e le attività per stimolare la

creatività. Così, il Co-Design può potenzialmente costituire una base per generare un nuovo

impegno delle persone nello sviluppo, progettazione e fornitura di soluzioni. In questo modo, il

designer comincia a progettare con le persone, non soltanto per le persone (Sanders & Stappers,

2008).

Nella pratica di Co-Design, i progettisti devono riconcettualizzare il loro ruolo e vedere

se stessi come facilitatori, permettendo maggiore flessibilità e la possibilità per gli utenti di

svolgere progetti e partecipare al processo di design. Da un unico e geniale soggetto creativo, il

designer diventa un professionista di diverse e complesse competenze, che agisce come gestore di

processi, leader del teamwork e anche manager di relazioni interpersonali; ddeve condurre, gestire,

guidare, sostenere e assistere i partecipanti nel compito di creare e implementare soluzioni ai loro

problemi quotidiani, oltre coordinare l’organizzazione del contatto tra gli attori coinvolti,

mantenendo rapporti e aiutando i partecipanti a raggiungere i loro obiettivi (Ruuska & Vartiainen,

2005; Brandt, 2006; Sanders & Stappers, 2008; Taranto, 2013).

Figura 1 – Nuovo scenario di Design per l’Innovazione Socio-tecnica

Analisi

Per creare un nuovo modello di Co-Design per soluzioni di impatto sociale, la

metodologia di sviluppo è stata divisa in due tappe: l’analisi di toolkits e modelli esistenti e

l’analisi di casi studio.

Per quanto riguarda l’analisi di toolkits, 16 design toolkits per differenti applicazioni

sono stati analizzati, proponendo nuovi modi per raggiungere l’innovazione socio-tecnica. Una

panoramica di questa analisi ha dimostrato che una struttura comune a quasi tutti modelli riflete la

visione del ‘Design come Progetto’, cioè: cominciando con una fasi di Analisi, seguita da una fase

di Definizione, la Generazione e selezione di idee, e la Prototipazione. Al di là di questa struttura di

design operativo, alcuni modelli più completi suggeriscono altre due tappe per un progetto con

tematica sociale: la fase di Implementazione, in cui gli obiettivi rappresentano le soluzioni reali per

portarli alle persone; e la fase di Crescita e Scala, in cui le idee implementate vanno avanti e

l’impatto delle soluzioni possono essere prese per un maggior numero di persone e di comunità.

Questa struttura composta da 6 fasi hanno formato il quadro concettuale iniziale, che è stato la base

per i prossimi passi di questa ricerca.

Per quanto riguarda l’analisi di casi studio, uno dei suoi obiettivi principali è stato

raccogliere le storie raccontate da progetti reali. Ogni caso è stato in primo luogo descritto secondo

una stessa struttura: contesto, stakeholders, descrizione del processo di sviluppo del progetto,

descrizione dei risultati del progetto e i suoi impatti. Dopo, i casi sono stati analizzati secondo la

completezza delle 6 fasi progettuali presenti nel quadro concettuale sviluppato nell’analisi dei

toolkits, e secondo lo stile di gestione di ogni progetto. L’analisi sui casi studi ha continuato ad

evolversi per una classificazione dei progetti basata su due aspetti: il profilo dei risultati e

l’approccio progettuale scelto. Infine, con queste nuove informazioni, il quadro concettuale è stato

convalidato e raffinato risultando una versione migliorata del design framework.

Un nuovo modello di Co-Design per l’Impatto Sociale

Il modello risultante (denominato Social Co-Design Model) riflette una struttura

modulare, che può essere adattata alle specificità e alle caratteristiche di progetti con background

sociale. La sua forma esagonale è divisa in sei triangoli uguali, dove ciascuno di essi rappresenta

una fase del processo di Co-Design (Figura 2). Tutti triangoli puntano al centro dell’esagono, in

modo che interagiscano e comunicano tra loro, favorendo il transito tra le fasi e suggerendo

l’iteratività richiesta dal processo. In questo modo, è anche chiaro che il processo non è lineare e

neanche successivo, ma diventa circolare e iterativo.

Figura 2 – Le 6 fasi del Social Co-Design Model

Figura 3 – Possibilità di manipolazione del Social Co-Design Model

Considerando le fasi come moduli che possono essere manipolati secondo i bisogni

dell’intervento progettuale, è possibile organizzare le fasi in blocchi specifici, dividendo il modello

in diversi modi e fornendo nuove possibilità sul progetto. Si può considerare il processo completo,

con le sue fasi e l’interazione tra tutti loro, oppure si può prendere in considerazione l’interazione

tra le fasi, visualizzandole e lavorando con loro singolarmente o in gruppo (Figura 3). Così, il

modello intende facilitare anche l'applicazione operativa del progetto, ovviamente considerando

che gli interventi nelle comunità possono avere successo soltanto se prendono in considerazione un

approccio partecipativo e inclusivo durante l’intero processo di progettazione.

Il Workshop di Co-design

In modo da validare il Social Co-Design Model per la generazione di soluzioni socio-

tecniche e verificarlo in modo pratico, un workshop partecipativo, lo strumento principale per fare

funzionare effettivamente il processo di Co-Design, è stato realizzato. A causa di limiti di tempo, la

sfida è stata progettare un workshop con durata di solo una giornata lavorativa, basato sul modello

proposto, ed in modo sperimentale.

Per questo, il seminario è stato progettato tenendo conto soltanto delle fasi iniziali del

modello, cioè Immersion, Strategy e Ideate & Prototype del Social Co-Design Model. Poi, sono

stati definiti i metodi/strumenti da testare sono stati definiti, in modo che le scelte siano state fatte

principalmente in base alla sfida di fare un lavoro complesso in una sola giornata, così come il

tempo di ogni step al fine di agevolare la gestione del processo di design. I materiali utilizzati sono

stati semplici ed economici, quali carta, blocchi di post-its, diversi tipi di penne, cartone, nastri,

forbici e colla; così, soltanto materiali non-digitali sono stati utilizzati durante tutta la giornata.

La sfida affrontata nel workshop è stata quella di “Progettare nuove soluzioni per la

mobilità urbana”, prendendo in considerazione l’ambiente locale napoletano, un tema capace di

raccogliere esperimenti sia positivi che negativi per tutti i partecipanti. La sfida principale era

quella di mescolare esperienze personali con le tendenze attuali di soluzioni socio-tecniche nel

tema generale del workshop.

Come risultati, il workshop di Co-Design ha dimostrato maggiore attenzione nell’

individuare i problemi e pensare a soluzioni immediate ai bisogni della gente, utilizzando per

questo la memoria a breve termine dei partecipanti. Gli strumenti applicati sono stati efficienti

nell’organizzare il pensiero progettuale, rendendo il processo di progettazione gestibile e

concentrato, essendo molto utile se consideriamo approcci proiettivi con non-designers. La sfida di

design ha reso possibile per i gruppi di lavoro di vedere nuove possibilità di applicare metodi e

strumenti di design, al fine di risolvere altri tipi di problemi incontrati nella società contemporanea.

Conclusioni

Il Co-Design si adatta bene ai nuovi dilemmi affrontati da persone nel mondo

contemporaneo perché è focalizzato sulle relazioni sociali in un approccio umanistico al design, ed

è inteso come una pratica efficiente alla creazione collettiva di innovazioni socio-tecniche.

Considerare il concetto di questo tipo di innovazione si intende estendere il campo di applicazione

del design e quindi aumentare le possibilità di intervento, rivelando una attenzione più grande ai

risultati e impatto rispetto a prodotti o servizi.

Il modello ha facilitato la progettazione della struttura e delle attività di design del

workshop. , anche considerando la sua particolare caratteristica. In questo senso, è evidente che il

designer deve avere la conoscenza del modello in modo tale che possa stabilire parametri

progettuali secondo le specificità e i bisogni di ogni comunità a ricevere l’intervento di Co-Design.

L’inserimento di esperienze e punti di vista personali sui problemi affrontati hanno determinato una

ricca varietà di problemi individuati e di soluzioni proposte, ossia ciascun gruppo ha affrontato un

tipo di problema diverso, con risultati diversi, anche se con diversi livelli di originalità. Le

soluzioni proposte possono rappresentare un primo passo abbastanza veloce per le fasi successive

del Social Co-Design Model.

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(ultimo accesso: 15 dicembre 2015)