doctores subtiles - possibilita e liberta in leibniz e duns scoto

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  • 5/26/2018 Doctores Subtiles - Possibilita e Liberta in Leibniz e Duns Scoto

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    Doctores subtiles. Possibilit e libert in Leibniz e Duns Scoto

    dott. Michele Paolini Paoletti1

    La questione dei possibili (e, nella fattispecie, dei possibili ante creationem) uno dei punti centrali della

    metafisica di Leibniz ed , parallelamente, uno dei temi cui la filosofia di Duns Scoto ha recato maggiori

    contributi nella storia del pensiero. La relazione tra la soluzione leibniziana e quella scotista, comunque,

    non data semplicemente dalla comunanza dell'oggetto di indagine, poich in tal caso si tratterebbe di

    una relazione puramente accidentale e per nulla originale. !ra la possibilitas leibniziana e la possibilitas

    scotista sembra esser"i piuttosto un nesso teoretico molto stretto, posto sia da circostanze storiche

    (Leibniz legge Duns Scoto e si confronta a pi# riprese con il suo pensiero), sia da esigenze speculati"e

    (la comune necessit$ di definire la libert$ di Dio ed il rifiuto di una realitas aeterna dei possibili

    indipendente da Dio, cos% come di un radicale "olontarismo attorno alle "erit$ eterne).

    &l nostro inter"ento muo"er$ da un bre"e confronto tra la metafisica di Leibniz, il necessitarismo diSpinoza ed il "olontarismo di Descartes (1), per poi esaminare le tesi leibniziane sui possibili ().

    &llustreremo successi"amente la soluzione scotista () e cercheremo di cogliere, in ultima istanza, le

    importanti affinit$ tra i due filosofi (*). La nostra indagine, dunque, "erter$ su due interrogati"i

    fondamentali+

    1. os' lapossibilitas-

    . ual la realitasdei possibili in se stessi, cio prima della creazione-

    1. La conoscibilit del non-contraddittorio: Leibniz contraSpinoza e Descartes.

    & due principali riferimenti critici di Leibniz sulla questione dei possibili sono indubbiamente il

    "olontarismo di Descartes ed il necessitarismo di Spinoza. &l primo ritiene che le "erit$ eterne non siano

    indipendenti da Dio+

    /0iguardo alle "erit$ eterne, dico ancora una "olta che sunt tantum verae aut possibiles, quia Deus illas veras aut possibiles cognoscit, non autem contra

    veras a Deo cognosci quasi indipendenter ab illo sint verae. , se gli uomini intendessero bene il senso di tali parole, essi non potrebbero mai

    affermare, se non in modo blasfemo, che la "erit$ di qualcosa precede la conoscenza che Dio ne possiede, giacch in Dio il "olere ed il

    conoscere sono una cosa sola2 pertanto, ex hoc ipso aliquid velit, ideo cognoscit, & ideo tantum talis res est vera3.

    4er Descartes, l'intelletto umano, a causa della propria finitezza, de"e limitarsi ad indagare i possibili che

    Dio ha "oluto rendere tali e non pu5 conoscere n lo statuto dei possibili in se stesso, n alcuna

    alternati"a ai possibili attuati.

    Leibniz, dal canto suo, ritiene che Descartes abbia confuso la libert$ di"ina con l'arbitrio, togliendo a

    Dio sia i propri oggetti di scelta (i possibili), che il proprio criterio di scelta. Dal punto di "ista di"ino,

    secondo Leibniz, la possibilit$ precede l'esistenza, giacch Dio fa esistere i possibili che considera

    1 Laureato in 6ilosofia ed tica delle relazioni (7ni"ersit$ degli Studi di 4erugia). &ndirizzo e8mail+michele.paolinip9gmail.com

    :! 1, 1*;81 maggio 1>=) fr. :! *, 11?811; (Descartes Mesland, maggio 1>**-)

    1

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    migliori*.

    Dopo a"er collegato la tesi dell'identit$ tra possibile ed esistente all'eresia di @Aclif

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    cogitabilitas, cio il suo poter essere pensato dall'&ntelletto di"ino senza alcuna contraddizione+

    /il possibile ci5 che pu5 esser pensato distintamente senza contraddizione31.

    &lpossibile logicum, che si identifica ultimamente con l'intero dominio dell'ens(contrapposto all'impossibile,

    cio al non*ens), fonda le "erit$ essenziali e la stessapossibilitas essentiae. Hondimeno, lapossibilitas logicanon

    corrisponde allapotentian alla contingentia. Lapotentia, che la possibilit$ del mutamento, si d$ solo e

    soltanto al li"ello fisico e non pu5 essere intesa sul piano della logica. La contingentia, che consiste nella

    /esclusione della necessit$ logica o metafisica31(cio di quel tipo di necessit$ che "ale per tuttii mondi

    possibili, distinta dalla necessit$ fisica, che "ale solo in questo mondo esistente), in effetti una

    possibilit$ di esistenza di quegli entiache sono gi$ possibili logicamente. &n definiti"a, se un possibile ci5

    il cui essere non necessario, a seconda del significato che attribuiremo al suo /essere3, potremo

    intra"edere due tipi di possibilitas+ una possibilitas essentiae, allorch l'essere sar$ pensato come l'essere

    dell'essenza2 unapossibilitas existentiae, quando l'essere sar$ predicato all'interno di un giudizio d'esistenza.

    Le duepossibilitates, certamente, si distinguono solo da un punto di "ista razionale, poich ogni possibile

    contiene in se stesso sia la propria cogitabilitas, sia la propria exigentia existentiae.

    &n secondo luogo, bisogner$ comprendere il soggetto adeguato della possibilit$. 4er Leibniz, occorre

    considerare anzitutto come possibili gli infiniti mondi pensati dall'&ntelletto di"ino. Fli entia, infatti,

    tro"ano il loro significato e la loro possibilitassolo all'interno di un mondo+ in "irt# del rispecchiamento

    continuo tra la monade ed il mondo, tra il microcosmo ed il macrocosmo, ogni monade se stessa solo

    perch comprende in s tutto il mondo, scrutato da una certa prospetti"a. &n sintesi, la possibilitas

    essentiae dei mondi consiste nella loro non8contraddittoriet$, mentre la possibilitas existentiae funzione

    della loro harmonia+ quanto pi# un mondo sar$ armonico, tanto pi# pretender$ di esistere, e Dio non

    potr$ che far esistere il mondo pi# armonico possibile. Fli entiaall'interno di un mondo, in"ece, saranno

    possibili dal punto di "ista esistenziale in funzione della loro /armonizzabilit$3 con il mondo pi#

    armonico di tutti. :d ogni modo, la sede adeguata dei possibili, secondo Leibniz, solo e soltanto

    l'&ntelletto di"ino+ Dio pu5 operare la propria scelta tra i possibili e far esistere unmondo mediante la

    propria olont$ ed Ennipotenza solo dopo a"er pensato la possibilit$ oggetti"a degli enti e dei mondi.

    La possibilit$, dunque, non dipende in se stessa dalla olont$ di Dio.

    Da ultimo, bisogner$ pensare la realitasdei possibili ante creationem, cio nella loro forma pi# pura, non

    compromessa con l'esistenza. La realitasdi un possibile coincide con la suapossibilitase si d$, pertanto, in

    due accezioni di"erse+ come distincta cogitabilitase come dispositio ad existendum. La distincta cogitabilitasdi un

    ens possibile aumenta a seconda delle relazioni che tale ens riesce a stabilire all'interno di un mondo,

    giacch pensare significa stabilire relazioni e la harmoniadi un mondo consiste nell'equilibrio tra la

    ricchezza dei fenomeni e l'unit$ della legge che li regola 1*. La realitascome dispositio ad existendum, in"ece,

    1 : &, *a,

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    si identifica con un "ero e proprio conatus actu existendi, con una tendenza ad esistere da parte dei

    possibili. &n ogni caso, se i possibili sono dotati di una realitasgi$ nell'&ntelletto di"ino, la nozione di

    realitase quella di existentiade"ono essere accuratamente distinte.

    0esta ancora da affrontare l'interrogati"o pi# grande+ che rapporto sussiste tra la realitasdei possibili

    ante creationeme l'essere di"ino- Se i possibili sono dotati di un essere indipendente da quello di Dio, sisci"ola nuo"amente nell'eresia di @Aclif. ice"ersa, se i possibili non hanno alcun essere in se stessi,

    non si pu5 e"itare di ipotizzare un Dio che opera arbitrariamente con la propria olont$. Secondo

    Leibniz, tra la realitasdei possibili ante creationeme la realitas Deinon sussiste alcuna distinzione reale,

    poich non si tratta di due resindipendenti. Hondimeno, tra Dio e le creature possibili "i una sorta di

    distinzione modale, che attribuisce ai possibili una realitas limitatae a Dio una realitas absoluta+

    /in "erit$ la realt$ di ogni creatura in Dio e da qui pare seguire che ogni creatura in Dio. Ba occorre rispondere che la realt$ delle

    creature non quella stessa realt$ che, in Dio, assoluta, ma una realt$ limitata, e ci5 deri"a dall'essenza della creatura31 D. Scoto, %rdinatio, &, d. , p. , q. 18*, n. >

    1C "vi, &, d. >, q. unica, n. ?1? D. Scoto, 'ractatus de primo principio, &, *, n.

    *

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    /questa contingenza non "iene dall'&ntelletto di"ino in quanto mostra qualcosa alla "olont$, giacch esso conosce qualcosa prima dell'atto

    di "olont$, e lo conosce necessariamente e naturalmente, cosicch non "i in esso alcuna contingenza nei confronti degli opposti31;.

    : questo punto, resta da chiarire soltanto la realitasdelle &dee nell'&ntelletto di"ino. Duns Scoto de"e

    conciliare due esigenze piuttosto di"erse+ da un lato, egli de"e garantire un qualche essere agli oggetti

    pensati da Dio (poich Dio non pu5 pensare nihil)2 dall'altro, de"e e"itare di sostanzializzare questo es8

    sere, al punto tale da renderlo indipendente dall'essere di"ino. Le &dee, in Dio, possiedono un esse intelli*

    gibileche consiste, appunto, nel loro esser conosciute da Dio stesso=.

    L'esse intelligibilenon realmente distinto dall'essere di"ino+

    /L'intelletto di"ino non tale da comportarsi "erso gli intelligibili altri da s come la "olont$ si comporta "erso le altre cose che possono

    esser "olute, giacch quell'intelletto pu5 conoscere necessariamente altri intelligibili J persino tutti J senza che abbiano un essere distinto

    dall'essere di"ino (in quanto gli sono presenti), n per questo moti"o si pone nell'essere reale qualcosa di formalmente necessario e di"erso

    da Dio31.

    Hondimeno, si tratta di capire cosa sia effetti"amente l'esse intelligibile. Duns Scoto afferma che si tratta

    non di un essere inteso simpliciter, ma di un esse deminutum, che si d$ nella relazione (esse secundum quid) al8

    l'&ntelletto di"ino.

    uesto esse deminutumsar$ oggetto di numerose discussioni all'interno della scuola scotista e, pi# in ge8

    nerale, dell'intera Scolastica moderna. Si tratter$ di pensare, in effetti, un essere reale inDio (distinto

    tutta"ia dall'essere di esistenza) e, parimenti, un essere reale che non si identifichi immediatamente con

    Dio. La distinzione modale introdotta da Leibniz necessiter$ di note"oli approfondimenti, che Leibniz

    stesso non fornir$.

    4. Conclusioni: Leibniz alla scuola di Duns Scoto.

    :l di l$ del punto di problematicit$ rile"ato, restano note"oli affinit$ tra la riflessione leibniziana e quella

    scotista sui possibili. 4ossiamo riassumere bre"emente i risultati di questa esposizione, elencando le

    analogie tra i due doctores subtiles+

    la distinzione (implicita in Leibniz, esplicita in Duns Scoto) tra un li"ello logico ed un li"ello fisico

    dellapossibilitas2

    la distinzione tra l'&ntelletto di"ino e la olont$ di"ina nell'operare sui possibili2

    il primato logico (e certamente non temporale) dell'&ntelletto di"ino e della possibilitas logicarispetto

    alla olont$ di"ina ed allapossibilitas physica2

    le affinit$ tra l'&ntelletto di"ino e quello umano nel cogliere la non8contraddittoriet$ dei possibili2

    la realitasdei possibili ante creationemintesa come esse intelligibilenell'&ntelletto di Dio, declinata poi da

    Duns Scoto come esse deminutume da Leibniz come esse limitatum.

    ome gi$ accade in Descartes e Spinoza, pertanto, anche in Leibniz (importante filosofo della

    1; D. Scoto, Lectura, &, *, n. , d. ;, q. , q. unica, n. ?

    1 "vi, &, d. ?, p. , q. unica, n. C* fr. "vi, &, d. >, q. unica, n. **8*C

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    modernit$) si manifesta un influsso rile"ante della tradizione filosofica medie"ale.

    Abbreviazioni

    A K F. @. Leibniz, $mtliche $chriten und +riee, ed. :ademie der @issenschaften zu Gerlin,

    :ademie erlag, Leipzig8Gerlin, 1;8 (il numero romano indica la sezione, i numeri arabi successi"i il"olume e la pagina)

    P K F. @. Leibniz, Die philosophischen $chriten, ed. Ferhardt, Elms, Mildesheim, 1;>< (1N ed.

    @eidman, Gerlin, 1?C