diversificazione agricola - buone pratiche in veneto e in italia

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1 - Tra i molti possibili esempi di imprese agricole o enti pubblici, associazioni che hanno attivato progetti e iniziative interessanti in tema di diversificazione per lo sviluppo locale, ne abbiamo selezionate alcune cercando di privilegiare alcuni casi più esemplificativi 1

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Esempi di diversificazione dell'attività agricola nel campo del turismo rurale - buone pratiche in Italia e in Veneto Relazione di Stefano Barbieri e Dominika Grzebyk svolta al convegno finale del Progetto italo-polacco "Orizzonti Verdi" promosso da BFKK (Polonia) e Veneto Agricoltura (Italia) 23 agosto 2013 Examples of diversification Presentation of case studies – best practices in Veneto and Italy Speech by Stefano Barbieri and Dominika Grzebyk in final conference of the project "Green Horizons" organized by BFKK (Poland) and Veneto Agricoltura (Italy) 23 august 2013

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Page 1: Diversificazione agricola - buone pratiche in Veneto e in Italia

1 - Tra i molti possibili esempi di imprese agricole o enti pubblici, associazioni che hanno attivato progetti e iniziative interessanti in tema di diversificazione per lo sviluppo locale, ne abbiamo selezionate alcune cercando di privilegiare alcuni casi più esemplificativi

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2 – iniziamo questo percorso dall’attività che l’ente della Regione Veneto, Veneto Agricoltura, ha da tempo avviato per promuovere esperienze di vista del territorio rurale centrate sulla valorizzazione delle risorse naturali abbinate a quelle agricole. Partiamo dal fatto che Veneto Agricoltura gestisce tra le più importanti aree naturalistiche della regione nelle quali è presente con dei “centri di Animazione” che in questi anni hanno affiancato all’attività di educazione naturalistiche per le scuole, l’attività di promozione del turismo rurale

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3 – L’esperienza più consolidata è quella nell’area forestale del Cansiglio dove attraverso un CARD turistica aggreghiamo una offerta di centinaia di proposte per i bambini e le famiglie, escursioni, visite a musei ed eventi storici-culturali, degustazioni in cantine o caseifici.

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4 – in tutt’altro ambiente (e regione, siamo lungo la costa adriatica in Emilia-romagna) vi segnaliamo il progetto “Happy-bio” nel quale sono gli agricoltori che organizzano degustazioni e attività educative con la frutta proprio in riva al mare per incontrare i milioni di turisti italiani e tedeschi in particolare che d’estate affollano quelle zone balneari. Turisti che poi vengono anche accompagnati a visitare le aziende nell’entroterra e scoprire così come e dove nasce e si produce la frutta che avevano mangiato.

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5 – torniamo in montagna, in una valle minore del Trentino (siamo sempre nel nordest dell’Italia) per conoscere un progetto esemplificativo proprio perché sviluppatosi in un territorio che di per se non era particolarmente “turistico”

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6 - ma nel quale si è fatto un particolare lavoro di forte coinvolgimento dei produttori agricoli, dei ristoratori e altri operatori turistici elevando l’offerta della ristorazione caratterizzandola sui prodotti locali ma offerti attraverso ricette di grandi cuochi, puntando su una vacanza lowcost ma molto “genuina”, una vacanza si caratterizza anche per la sostenibilità ambientale nella mobilità (spostarsi in treno lungo la valle), aspetto oggi molto apprezzato.

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7 – Restiamo in trentino e continuiamo a parlare di mobilità attraverso il cicloturismo che sta diventando una delle più forti trend di turismo particolarmente adatto per i territori rurali; un po tutta europa è da anni interessata a questo movimento turistico particolarmente apprezzato dai turisti del centro-nord europa. La provincia di Trento ha particolarmente investito sulla quantità e qualità delle infrastrutture quali piste ciclabili (400 km), ma anche tutte le attività di supporto: come la segnaletica e gli itinerari,i bici grill, l’offerta delle guide di accompagnamento, una ospitalità negli agriturismo e negli alberghi a misura di ciclista. Con più di 2 milioni di passaggi il ritorno economico nel territorio è evidente: 110 milioni di euro /anno pari a 12 volte l’investimento pubblico

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8 – anche il Veneto sta investendo potendo puntare su una offerta ancora più diversificata che abbina ai valori del territorio rurale (paesaggio, enogastronomia, natura) quelli delle grandi mete delle città storiche (Verona e Venezia in primis)

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9 – Il cicloturismo è un ottima opportunità per portare il consumatore-turista dentro il territorio rurale, nelle imprese agricole: guardate questa manifestazione “Golosa-bike” e la collegata “Caccia al tesoro” che porta ogni anno centinaia di ciclisti alla scoperta del vino dei colli vicino a Padova

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10 – un altro bel esempio è il club di prodotto “Adriabikeshotel” che si è costituito nel territorio a ridosso di Venezia tra la laguna e l’area balneare adriatica: bel esempio per due aspetti: 1) è nato a seguito di un corso di formazione 2) perché in questo corso e nel conseguente club si sono associati tra loro imprenditori agrituristici e albergatori, che (almeno nei nostri territori) sono viceversa spesso in concorrenza tra loro (come abbiamo visto questa mattina: “collaborare per competere”)

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11 – ancora il cicloturismo (ma non solo) come occasione di promozione del territorio: è il progetto PIUMA (“Progetto Integrato Unitario Milano Agriturist”) sfrutta l’importante appuntamento del 2015 con l’Expo di Milano per portare attraverso vari percorsi (in bici, cavallo, a piedi, ecc.) alla scoperta degli agriturismo della pianura padana

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12 – ma la visita del territorio non può essere lasciata al caso, va organizzata e qui i Tour operator, professionisti del turismo, possono svolgere anche per il turismo rurale un ruolo importante se operano in forte integrazione con gli operatori locali; qui abbiamo citato tre esperienze di successo: Verde-Natura”. “giro libero” (leader del cicloturismo) e Slowvenice (una esperienza nuova che lega il “marchio” Venezia con il suo territorio circostante)

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13 – turismo rurale è spesso turismo enogastronomico e il vino (specie nei nostri territori) è il prodotto guida. Il “movimento turistico del vino” associa le cantine che per prodotto e servizi collegati sono organizzati ad accogliere il turista

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14 – il vino (ma anche altri prodotti) può essere il prodotto guida per “percorrere” un territorio; ecco l’esempio delle “strade del Vino”, associazioni che però raggruppano non solo le aziende vitivinicole, ma tutti gli altri operatori del turismo e della ristorazione che scelgono di puntare sul vino come fattore caratterizzante e scelgono insieme di investire sulla promozione del loro territorio

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15 – diversificazione è anche fare leva per valorizzare un prodotto o un territorio sulle arti e su media (come il cinema) che possono coinvolgere il grande pubblico in modo indiretto: alcuni esempi dal film “una ottima annata” a due esempi di “festival” in cui il rurale è l’oggetto dei film

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16 – L’agriturismo è stata una delle prime forme di diversificazione dell’attività agricola; in Italia è ormai ad uno stadio di sviluppo molto “maturo”, ma in continua crescita

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17 – oggi si punta a diversificare l’offerta agrituristica (non solo ristorazione, la prima e tipica offerta agrituristica) arricchendola con l’ospitalità, l’organizzazione di attività nel territorio (sport, escursioni, cultura, corso cucina, ecc.) ospitalità formativa (per meeting) per benessere, anche con una cura a standard qualitativi sempre più alti e una coerente capacità di comunicazione e marketing (l’esempio della Cascina Caremma nel Parco del Ticino – Lombardia)

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18 – diversificare vuol dire anche innovare, nel prodotto e nel processo produttivo: presentiamo tre esempi di aziende agricole che caratterizzate tutte e tre dalla capacità di offrire un prodotto di alta classe, con elementi di innovazione e di sostenibilità ambientale (bio e non solo) : tre casi che però si differenziano per altri caratteri: il primo Azienda vitivinicola Perlage, ha fatto innovazione fin dal 1985 passando al bio quando ancora era un metodo pionieristico e oggi è una azienda di punta nella viticoltura mondiale

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19 – l’azienda Breintenberger è invece una azienda giovane che ha puntato sulla trasformazione del Kiwi aziendale in prodotti di alta gamma da vendere su mercati internazionali

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20 – il tratto innovativo dell’Azienda Perenzin è nel offrire il suo prodotto (formaggi bio di capra, ma non solo) sul mercato nazionale e internazionale e attraverso un locale in azienda che non è solo “negozio”, ma anche ristorante, ma anche luogo di eventi culturali e conviviali

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21 – Le fattorie didattiche da anni in Italia hanno creato un ponte tra scuola e agricoltura, lavorando sull’educazione alimentare, educazione naturalistica e alla conoscenza dei cicli produttivi. Nel Veneto sono iscritte ad un albo che le impegna a standard qualitativi e le organizza per la promozione e l’aggirnamento professionale

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22 – anche nelle fattorie didattiche ci si diversifica e si innova: fattorie didattiche apistiche, lavori sui cicli produttivi (es ciclo uva), l’ecopedagogia per una educazione ambientale che parte dalla pratica osservazione, doposcuola, ecc.

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23 – infine l’agricoltura sociale, nella quale l’agricoltura offre opportunità di inserimento di varie fasce sociali deboli: disabili, ex carcerati, ex-tossicodipendenti, disagio sociale giovanile, terapie con gli animali, integrazione anziani, ecc.

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24 - ora in Veneto c’è una Legge che definisce e norma questo tipo di attività

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25 – una attività che può offrire anche servizi molto utili nei territori rurali (spesso privi di servizi come gli asili nido) ma anche per le aree limitrofe alle città dove una agri-asilo è una opportunità di educazione al rapporto con la natura, la semplicità dei cicli naturali, gli animali, la manualità che spesso i bimbi di città non hanno più occasioni di sperimentare (l’esempio dell’Agrinido “Fattoria casa mia” vicino a Verona, in una azienda agricola frutticola, una attività condotta con qualità e con il concorso delle figure professionali pedagogiche adeguate).

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26 - In definitiva possiamo affermare che la diversificazione e l’integrazione dell’agricoltura con gli altri settori produttivi (turismo, artigianato, servizi, commercio, ecc.) e con la società in genere non è solo una opportunità di integrazione di reddito ma una vera e propria nuova visione dell’attività agricola centrata sulla produzione di beni e di servizi, spesso di grande valore pubblico (tutela risorsa acqua e suolo, salute e benessere attraverso i beni alimentari, conservazione della cultura locale e della coesione sociale locale), in altri termini tutto ciò aumenta la reputazione sociale dell’agricoltura.

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