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+ FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO III (2017-18) Dott.ssa Filomena Diodato Lezione 1 - Premesse

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FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO III (2017-18)Dott.ssa Filomena Diodato

Lezione 1 - Premesse

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+ I due padri fondatori

Il logico e filosofo nordamericano Charles S. Peirce (1839-1914)

Il linguista svizzero Ferdinand de Saussure (1857-1913)

Lezione 1 - Premesse

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+Techne semeiotike

(«Arte della lettura dei segni»)

Medicina interpreta i sintomi delle malattie

Fisiognomica legge il corpo umano come segno dei temperamenti interni

Divinazione legge i fenomeni della natura come portatori di significati

Lezione 1 - Premesse

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+Il fisiognomico legge i corpi

I tratti del corpo….

Fattezze del viso Forma delle spalle, delle

mani ecc. Modi di camminare e

muoversi

Esprimono i nostri temperamenti segreti, la

nostra indole, le nostre virtù e i nostri vizi.

Lezione 1 - Premesse

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+ Come lavorava il fisiognomico

Pseudo Aristotele (IV sec. A.C.): “La fisiognomica tratta delle caratteristiche naturali del temperamento e di quelle acquisite soltanto se al loro sopraggiungere producono un mutamento dei segni presi in esame. […] Si fa della fisiognomica prendendo in esame i movimenti, gli atteggiamenti, il colore, i tratti del volto, i capelli, il tipo di pelle più o meno liscia, la voce, il fatto di essere più o meno in carne, le singole parti del corpo e l’aspetto fisico complessivo”. (806a)

Es. 1: “I capelli morbidi indicano un’indole pavida, quelli ispidi coraggiosa, Questa considerazione è stata ricavata dall’osservazione di tutti gli animali. Infatti assai pavidi sono il cervo, la lepre e le pecore, e hanno il pelo molto morbido; assai coraggiosi invece il leone e il cinghiale e hanno il pelo molto ispido” (806b)

Es. 2: “I movimenti lenti indicano un temperamento tranquillo, quelli bruschi focoso. Quanto alla voce, quella grave e intensa indica coraggio, quella acuta e sottile codardia” (ibid.)

(Pseudo Aristotele, Fisiognomica, a c. di G. Raina, Milano, Bur 1994)

Lezione 1 - Premesse

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+ I volti e i loro segreti

Lezione 1 - Premesse

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+Nel senso comune…

«Ha gli occhi sfuggenti, non ti fidare…»

«Labbra sottili, da sadico….»

«Una bella fronte aperta, sincera… un bel sorriso rassicurante…»

Lezione 1 - Premesse

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+ Segno

Definizione tradizionale:

signum = aliquid stat pro aliquo

Un segno è qualcosa (di percepibile attraverso i sensi)

che sta per (= significa, rappresenta)

qualcos’altro (un pensiero, un’esperienza, un fatto del mondo).

Lezione 1 - Premesse

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+ E dunque tutto è segno?

Le nuvole stanno per la pioggia Il latrato che sta per la collera di un caneUna parola che sta per un pensiero Il fumo che sta per il fuoco Il rossore sta per un imbarazzo… … …

Lezione 1 - Premesse

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+ Agostino (IV-V sec.)

Segni NATURALI (naturalia)

Le nuvole che annunciano pioggia

Un’orma sul terreno che indica il passaggio di una persona

Segni ISTITUZIONALI o ARTIFICIALI (data) dovuti a una intenzionalità comunicativa

Una parola indica il pensiero

Un gesto indica un’emozione

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Caso 1. Certe cose “nascono come segni” nel senso che qualcuno li istituisce e li usa per manifestare un’emozione, un pensiero ecc.

Caso 2. Certe cose “diventano segni” se qualcuno attribuisce loro un valore in base a un sapere o a un’esperienza precedente

Lezione 1 - Premesse

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+Caso 1. Segni veri e propri

Un soggetto (persona, animale, macchina) produce un segno, che esprime tramite un supporto percepibile attraverso i sensi (voci, mani, corpo), organizzato in modo da essere identificabile e riconoscibile al fine di comunicare qualcosa a un altro soggetto (persona, animale o macchina), che riconosce quel segno e sa collegare quella espressione al suo significato.

Lezione 1 - Premesse

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+Il segno comunica per chi lo sa capire

A sinistra, due gesti il cui uso e senso è ben codificato: “Ok, va bene, d’accordo” e la cosiddetta “mano a muro” per intendere “Aspetta, ragioniamo…”

Qui abbiamo invece un gesto, anch’esso culturalmente codificato, ma che esprime un’emozione: in questo caso, un forte disappunto, un senso di sgomento.

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+Anche gli animali usano utensili e gesti per

comunicare tra loro

Lezione 1 - Premesse

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+Anche le macchine producono segni interpretabili da chi ne conosce il “linguaggio”

Questa è una TAC che rivela la presenza di un tumore nel cervello.

Evidentemente, bisogna “saper leggere” la TAC perché questa funzioni come macchina di comunicazione.

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+Caso 2. Segni naturali o Indici

Non vi è intenzione comunicativa da parte di un soggetto - non c’è un soggetto che produce il segno;

Vi è un interprete che attribuisce alla traccia (indice) un senso: è passato di qui un bambino, un gabbiano, un cane?

Lezione 1 - Premesse

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+Nella terminologia attuale

Chiamiamo “segni” solo i fenomeni di tipo 1:

C’è un soggetto che produce il segno (mittente) per comunicare qualcosa a qualcuno

Il segno è prodotto secondo certe regole (codice)

C’è qualcuno che è in grado di interpretare il segno (ricevente)

I fenomeni di tipo 2 sono detti “indici”:

Hanno una contiguità fisica con la causa che li ha prodotti;

non sono prodotti secondo un codice (regole condivise);

“diventano” segni di qualcosa se un interprete dà loro un valore.

Lezione 1 - Premesse

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+Un caso tipico di indici: i sintomi

Questa persona è affetta da una forma di micosi (infezione della pelle)

È il medico che può e deve riconoscerla, riconducendola a una classe di casi a lui nota (il codice viene individuato e applicato dal ricevente)

… e curarla come si deve

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+ Indici o indizi?

Indizio è tutto ciò che possiamo utilizzare per avere informazioni su una persona, una situazione, un problema;

Gli indizi non hanno necessariamente contiguità fisica con la loro causa;

Richiedono un interprete per diventare segni, ma possono essere anche rilasciati intenzionalmente.

Lezione 1 - Premesse

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A lezione da Sherlock Holmes

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Ecco il metodo di Sherlock Holmes, il

famoso investigatore nato dalla fantasia di Conan Doyle (1859-

1930)

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La nozione di indizio comprende come suo caso particolare quella di indice.

Con il termine indizio si indica una qualsiasi variazione dello stato fisico, indipendentemente dal fatto che vi sia una connessione tra il segno e ciò a cui esso rinvia.

In questo senso, ogni indice è un possibile indizio, ma non ogni indizio è un indice.

L’impronta sul luogo del delitto è, nello specifico, un indizio per risalire a un probabile assassino.

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+ Osservazione e deduzione (o inferenza)

“But you spoke just now of observation and deduction. Surely the one to some extent implies the other.” Why, hardly,” he answered, leaning back luxuriously in his armchair and sending up thick blue wreaths from his pipe. “For example, observation shows me that you have been to the Wigmore Street Post-Office this morning, but deduction lets me know that when there you dispatched a telegram.”

L’osservazione identifica dati suscettibili di rivelare senso

La deduzione applica lo schema logico classico:

“se X allora Y”

(inferenza)

Siamo dunque in ambito semiotico

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+Definizioni contemporanee…

Per il filosofo pragmatista americano Charles S. Pierce un segno è qualcosa che sta per qualcuno in luogo di qualcos’altro, sotto certi aspetti o capacità.

Grande differenza di impostazione fra Peirce e la dottrina medievale: non basta dire che il segno è aliquid quod stat pro aliquo; centrali sono il ruolo dell’interprete e le condizioni del rimando: il segno è dunque basato su relazione non bi-adica, ma tetr-adica.

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+Semiotica o Semiologia

tra tradizione e modernità

Dal greco semeion «segno»

Techne semeiotike («Arte della lettura dei segni»)

La semiotica nasce nella Grecia antica, dove è considerata un’ «arte», ovvero una tecnica, un saper fare, quasi un mestiere…

Oggi la semiotica è una disciplina scientifica, che ha rapporti con le scienze cognitive, con

la filosofia, la comunicazione sociale e molte altre discipline.

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+ La lezione di Saussure (Corso di Linguistica generale, 1916)

«La lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee e, pertanto, è confrontabile con la scrittura, l’alfabeto dei sordomuti, i riti simbolici, le forme di cortesia, i segnali militari ecc. Essa è semplicemente il più importante di tali sistemi».

Saussure individua dunque l’oggetto della semiotica, che chiama semiologia (fr. sémiologie vs. ingl. Semiotics):

«Si può dunque concepire una scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale; essa potrebbe formare una parte della psicologia sociale e, di conseguenza, della psicologia generale: noi la chiameremo sémiologie (dal greco semeíon ‘segno’). Essa potrebbe dirci in che consistono i segni, quali leggi li regolano».

Lezione 1 - Premesse

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Il segno è bifacciale, è formato da un concetto e un immagine acustica, poi ribattezzati rispettivamente significato e significante.

Lezione 1 - Premesse

Definizione di segno (CLG, 1916)

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+E dunque la comunicazione consiste in uno ‘scambio’ di segni: il circuito della parole

A elabora mentalmente un concetto (elemento psichico) che si collega a un’immagine acustica e viene inviato a B mediante parole/segni (elemento fisiologico) che viaggiano sul canale fonico (onde sonore: elemento fisico);

B recepisce il segnale fonico (elemento fisico) mediante l’udito (elemento fisiologico) e il suo cervello ne ricava una traccia riconducibile al significato linguistico (elemento psichico). A e B compiono lo stesso percorso, ma in senso inverso.

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