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Dieci anni di Strategia europea per lʼ occupazione (SEO) Commissione europea Direzione generale dellʼOccupazione, degli affari sociali e delle pari opportunità Unità D.2 Manoscritto terminato in luglio 2007

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Dieci anni di Strategia europea per lʼoccupazione (SEO)

Commissione europea

Direzione generale dellʼOccupazione, degli affari sociali e delle pari opportunità

Unità D.2

Manoscritto terminato in luglio 2007

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Né la Commissione europea né alcuna persona agente a nome della Commissione europea, né al-cuna persona che agisca a nome della Commissione europea, è responsabile dell’uso che dovesse essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.

Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa(http://europa.eu)

© Comunità europee, 2007Riproduzione autorizzata con citazione della fonte

Una scheda bibliografi ca fi gura alla fi ne del volume.

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni uffi ciali delle Comunità europee, 2007

ISBN 978-92-79-06585-9

Printed in Belgium

STAMPATO SU CARTA SBIANCATA SENZA CLORO

Europe Direct è un servizio a vostra

disposizione per aiutarvi a trovare le risposte

ai vostri interrogativi sull’Unione europea.

Numero verde unico (*)

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

Nel quadro di una congiuntura assai diffi cile per l’occupazione, il Consiglio europeo ha varato, in occasione del vertice sull’occupazione tenutosi a Lussemburgo nel novem-bre 1997, la Strategia europea per l’occupazione (SEO), spianando così la strada agli Stati membri e alla Commissione per l’individuazione e il raggiungimento, attraverso la cooperazione e la condivisione di esperienze, degli obiettivi comuni per la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro in Europa.

Al Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000, l’Unione europea si è data un nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio: divenire la più competitiva e dinamica economia del mondo basata sulla conoscenza, capace di creare nuovi e migliori posti di lavoro nel quadro di una crescita economica sostenibile e di una maggiore coesione so-ciale. L’attenzione della SEO è passata dalla riduzione della disoccupazione al recupero delle condizioni necessarie a creare la massima occupazione.

Nel 2005, il Consiglio europeo e la Commissione europea concordarono la necessità di imprimere un nuovo slancio alla Strategia di Lisbona, concentrandosi sulla crescita e l’occupazione, con una ritrovata attenzione alla necessità di nuovi e migliori posti di lavoro. A questo punto la SEO si è trovata ad essere il fulcro delle politiche europee.

Oggi, a 10 anni dal varo, la SEO è divenuta un punto di riferimento. È stata il modello per numerosi metodi aperti di coordinamento, nel campo fra l’altro della protezione sociale e dell’istruzione e formazione, ma soprattutto ha ottenuto risultati concreti che rispondono alle maggiori preoccupazioni dei cittadini europei. Dal 1997, i tassi di oc-cupazione dei lavoratori più anziani e delle donne, e di occupazione in generale, sono sostanzialmente aumentati, con una conseguente signifi cativa diminuzione dei tassi di disoccupazione e di disoccupazione di lunga durata (quest’ultima ridottasi di circa un terzo). Un successo che non si può attribuire solo alla SEO, ma nel quale la SEO ha avuto un ruolo rilevante: l’occupazione è in ripresa perché gli Stati membri possono attuare meglio le loro politiche per l’occupazione e apprendere gli uni dagli altri come raggiungere gli obiettivi comuni.

Ritengo che la Strategia europea per l’occupazione sia uno dei grandi successi dell’Unio-ne. Sono sicuro che continuerà a contribuire alla creazione di occupazione e di posti di lavoro di qualità. Nutro fondate speranze che il secondo decennio riscuoterà ancora più successo del primo, consentendoci di raggiungere gli obiettivi di occupazione che l’Ue si è data per le donne e i lavoratori anziani, e di conseguenza per l’occupazione in generale, a un tasso del 70%. Per quanto mi riguarda confermo il mio impegno per le politiche di integrazione attiva che contribuiscono non solo a una maggiore offerta di lavoro ma anche a rafforzare la coesione sociale.

Vladimír Špidla, Commissario per l’Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità

Premessa

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

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indice

Introduzione ................................................................................................ 5

1. La struttura istituzionale della strategia europea per lʼoccupazione (SEO) ....................................................................... 7

1.1 Origini .......................................................................................... 71.2 Il Trattato di Amsterdam: semplifi care l’occupazione ................... 101.3 Il processo di Lussemburgo: stimolare il partenariato, la cooperazione e l’apprendimento reciproco .............................. 14

2. Le pietre miliari della SEO .................................................................. 172.1 La SEO: a complemento della Strategia di Lisbona, rafforzandone le priorità ..................................................................................... 172.2 “Jobs, jobs, jobs”: la task force europea per l’occupazione .......... 192.3 Adattare la SEO all’allargamento dell’Ue ..................................... 212.4 La globalizzazione e un’Europa che invecchia: revisione della Strategia di Lisbona ................................................................ 22

3. Caratteristiche della SEO ..................................................................... 233.1 La dimensione sociale ................................................................. 233.2 Il capitale umano ........................................................................ 253.3 Politiche per l’occupazione giovanile ........................................... 263.4 Andare sul posto: coinvolgere gli attori locali nell’esecuzione della SEO ......................................................................................283.5 Libera circolazione: uno dei pilastri europei ................................. 303.6 Flexicurity: una nuova prospettiva per la vita lavorativa ................ 323.7 Il ruolo del Fondo sociale europeo (FSE) ...................................... 373.8 La dimensione internazionale ...................................................... 38

Statistiche ...................................................................................................39

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Introduzione

Introduzione

Fin dalla sua nascita, nel 1997, la Strategia europea per l’occupazione (SEO) ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento delle poli-tiche Ue per la creazione di occupazione di qualità per tutti. Il suo ruolo è stato sottolineato dal Consiglio europeo in numerose occasioni ed è ormai uno strumento essenziale per ri-spondere a una delle principali preoccupazio-ni dei cittadini europei: nuovi e migliori posti di lavoro.

L’obiettivo della SEO è di fornire linee di orien-tamento e coordinamento alle politiche priori-tarie per l’occupazione sottoscritte dagli Stati membri a livello Ue. I Capi di Stato e di Go-verno hanno concordato un quadro di azione incentrato su obiettivi e politiche per l’occu-pazione comuni. Tale coordinamento delle politiche nazionali per l’occupazione a livello Ue è costruito intorno a un processo annuale come stabilito nella revisione del Trattato del-l’Unione del 1998, in seguito integrato in un ciclo triennale rinnovabile dopo il rilancio del-la Strategia di Lisbona nel 2005.

Le componenti della SEO:

Linee di orientamento per l’occupa-• zione, adottate ogni anno dal Consi-glio su proposta della Commissione. Tali linee di orientamento rifl ettono le priorità comuni agli Stati membri nelle politiche per l’occupazione. Dal 2005, fanno parte delle linee di orientamento integrate per la crescita e l’occupazione.

Programmi nazionali di riforma,• ela-borati dagli Stati membri ai fi ni della trasposizione delle linee di orienta-mento nelle politiche nazionali. Fino al 2005, le parti di tali programmi relative all’occupazione erano cono-sciute come Piani d’azione nazionali per l’occupazione

Relazioni congiunte sull’occupazione,• adottate dalla Commissione e dal Consiglio, che riportano i progressi realizzati ai livelli nazionale e comunitario alla luce delle linee di orientamento. Dal 2005, la Relazione comune sull’occupazione costituisce il capitolo relativo all’occupazione della Relazione annuale sui progressi nell’attuazione della Strategia di Lisbona.

Raccomandazioni specifi che ai vari • paesi. Il Consiglio può inoltre adot-tare, su proposta della Commissione, raccomandazioni specifi che a singoli paesi sulle politiche per l’occupazio-ne che gli Stati membri dovrebbero considerare nell’elaborazione dei loro Programmi nazionali di riforma.

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Nei primi dieci anni della SEO, il tasso di occupazione dell’Ue è au-

mentato dal 60,7% al 64,3% (vedi grafi co 3), e all’interno di questo dato

il tasso di occupazione delle donne è pas-sato dal 51,8% al 57,1% e quello dei lavoratori più anziani (55-64 anni) dal 35,7% al 43,5%. Negli Stati membri che hanno benefi ciato più a lungo della SEO i progressi sono ancora più marcati. I tassi di occupazione hanno subito variazioni nel decennio, con diminuzioni con-sistenti prima del 2001, una ripresa tra il 2001 e il 2004 — in particolare nei nuovi Stati mem-bri — e un declino dopo il 2004. Le riforme strutturali sui mercati del lavoro sembrano aver dato i loro frutti, un dato che si rifl ette nella diminuzione del tasso di disoccupazione di lunga durata dal 5% circa al 3,6% (vedi grafi -co 6) e in periodi medi di disoccupazione più brevi.

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La struttura istituzionale della Strategia Europea per lʼOccupazione

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1. La struttura istituzionale

della strategia europea

per lʼoccupazione

1.1 Origini

Gli anni ’90 hanno visto svilupparsi un con-senso politico intorno alla natura strutturale del problema dell’occupazione in Europa e sulla necessità di accelerare il tasso di crescita dell’occupazione1. Tanto la politica di stabiliz-zazione monetaria seguita per la preparazione dell’Unione economica e monetaria (UEM) quanto la natura comune delle sfi de relative all’occupazione e alla disoccupazione richie-devano una risposta politica più coordinata a livello europeo.

Il dibattito fu avviato durante i negoziati per il Trattato di Maastricht (1992), che rafforzava la dimensione sociale del modello europeo attra-verso un protocollo sociale, che a sua volta ha portato all’accordo del Consiglio europeo di Amsterdam (1997) sull’inserimento nel trattato di nuove disposizioni per l’occupazione. Pur confermando la competenza nazionale per le

1 Cfr. il Libro bianco su «Crescita, competitività e occupazione» di J. Delors, 1993

Articolo 128 TCE:

quadro per le priorità comuni in materia di occupazione

Il quadro prevede che il coordinamento delle politiche sia favorito attraverso un approccio di tipo “gestione per obiettivi”. Di conseguenza, gli orientamenti in mate-ria di occupazione sono decisi di anno in anno dal Consiglio su proposta della Com-missione; tali orientamenti dovranno essere accolti nei piani d’azione nazionali, i quali sono valutati nella Relazione comune sul-l’occupazione della Commissione e del Consiglio, al fi ne di defi nire gli orientamenti annuali. Dal 2000, il Consiglio, su proposta della Commissione, elabora raccomanda-zioni specifi che per gli Stati membri a com-plemento degli orientamenti in materia di occupazione. L’approccio di tipo “gestione per obiettivi” è sostenuto anche dalla defi -nizione di obiettivi misurabili a livello Ue o nazionale in diverse aree, nonché dallo sviluppo progressivo di indicatori statistici — concordati fra la Commissione e gli Stati membri — per la misurazione dei progressi raggiunti.

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politiche per l’occupazione, l’Articolo 126 del Trattato che istituisce la Comunità eu-

ropea (TCE) dichiara l’occupazione una questione di interesse comunitario e gli Stati membri sono stati chiamati a svi-luppare una strategia coordinata per l’occupazione a livello Ue. Ampia-mente ispirato dalle disposizioni del

Trattato in materia di coordinamento delle politiche economiche2 e dal coor-

dinamento delle politiche per l’occupa-zione lanciato al Consiglio europeo di Essen

del 1994, il nuovo Articolo 128 TCE istituiva un quadro per lo sviluppo di politiche nazio-nali per l’occupazione sulla base di interessi e priorità condivisi a livello europeo.

L’attuazione della SEO permetteva diversi ap-procci richiedendo il coinvolgimento di tutti gli attori – i governi nazionali, le istituzioni eu-ropee, le parti sociali, la società civile, il mon-do accademico, ecc. – nel rispetto della diver-sità dei quadri istituzionali nazionali e delle pratiche in atto nel dialogo sociale. L’apertura del processo di coordinamento ha portato, fra l’altro, a ricorrere alle parti sociali, a livello sia nazionale sia europeo, per lo sviluppo di azio-

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2 Art. 98 e 99 TCE

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La struttura istituzionale della Strategia Europea per lʼOccupazione

ni e iniziative specifi che di coinvolgimento a livel-lo regionale e locale. Con il Trattato di Amsterdam, il Parlamento europeo, altre Istituzioni comunita-rie e la Commissione per l’occupazione prendono parte attiva nello sviluppo degli orientamenti in ma-teria di occupazione.

In previsione dell’entrata in vigore del Trat-tato di Amsterdam, il Consiglio europeo di Lussemburgo sull’occupazione (novembre 1997) inaugurava l’attuazione nel nuovo metodo aperto di coordinamento incluso nell’Articolo 128 TCE approvando la prima serie di orientamenti in materia di occupazio-ne, presentati sotto forma di quattro assi prin-cipali, ovvero i pilastri degli orientamenti in materia di occupazione: occupabilità, impren-ditorialità, adattabilità e pari opportunità. Tali azioni sono state una risposta a tutto campo alla sfi da dell’occupazione, integrando le politiche essenziali relative alla domanda e all’offerta.

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1.2 Il Trattato di Amsterdam: semplifi care lʼoccupazione

Il Trattato di Amsterdam, pur non pregiudi-cando il principio di base della competenza unica degli Stati membri in materia di politi-ca dell’occupazione, conferiva al Consiglio e alla Commissione un ruolo più forte, nuove mansioni e strumenti più forti, e avvicinava il Parlamento europeo nei processi decisionali. Anche le responsabilità delle parti sociali e le loro possibilità di intervento sono rafforzate attraverso l’inserimento del Protocollo sociale nel Trattato.

A parte il generale consolidamento dell’ap-proccio comunitario all’occupazione, gli ele-menti fondamentali del Trattato di Amsterdam in questo campo sono i seguenti:

1. L’impegno a raggiungere un maggiore li-vello di occupazione è dichiarato essere un obiettivo chiave dell’Unione europea. Tale obiettivo è altrettanto importante de-gli obiettivi macroeconomici di crescita e stabilità. L’importanza dell’obiettivo occu-

La SEO in azione

18 milioni di posti di lavoro in più

La situazione occupazionale nell’Ue è te-stimone di un chiaro miglioramento dal-l’avvio della Strategia europea per l’occu-pazione nel 1997. Fra il 1997 e il 2006 il tasso generale di occupazione è passato dal 60,7% al 64,3% (vedi grafi ci 1 e 3). In particolare dopo la revisione della strategia nel 2005, la crescita dell’occupazione si è rinvigorita con tassi di occupazione in au-mento e tassi di disoccupazione in declino (inclusa la disoccupazione di lunga durata). Quel che è più importante, l’aumento dei tassi di occupazione e di partecipazione si è dimostrato meno sensibile alle condizioni cicliche. Ciò rifl ette sia l’effetto delle rifor-me sia un cambiamento socioeconomico sostenibile. Il primo caso è dimostrato an-che da un aumento del tasso di occupa-zione di 5,3 punti percentuali negli Stati membri che hanno varato la SEO nel 1997. Va osservato che i tassi di occupazione variano notevolmente fra gli Stati membri, andando dal 54,5% della Polonia al 77,4% della Danimarca (vedi grafi co 3).

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La struttura istituzionale della Strategia Europea per lʼOccupazione

pazione è stata ulteriormente rafforzata dal fatto che gli articoli relativi all’occupazio-ne sono inclusi nel Trattato come titolo a sé stante (al pari degli articoli monetari ed economici), non come semplice capitolo.

2. Si sottolinea come l’occupazione sia un “problema comune”. Gli Stati membri si impegnano a coordinare le loro politiche per l’occupazione a livello comunitario, dato che il modo in cui certe misure di mercato vengono attuate in un dato paese infl uisce inevitabilmente sui parametri del-le politiche occupazionali degli altri Stati membri.

3. Si obbligano gli Stati membri e la Comuni-tà a lavorare allo sviluppo di una strategia coordinata dell’occupazione, promuoven-do in particolare una forza lavoro esperta, formata e adattabile nonché un mercato del lavoro capace di reagire ai cambiamen-ti economici.

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4. Si sottolinea l’importante elemento della “semplifi cazione” della politica dell’occu-pazione. L’articolo 127 stipula che occorre tener conto dell’impatto sull’occupazione di tutte le politiche europee.

5. Si crea la base per una procedura di sorve-glianza dei paesi (Articolo 128). Le politi-che per l’occupazione degli Stati membri sono valutate annualmente nella Relazione comune elaborata dalla Commissione e dal Consiglio. Inoltre, la Commissione pro-pone e il Consiglio adotta ogni anno degli orientamenti in materia di occupazione per gli Stati membri (in modo simile a quanto avviene in materia di politica economica e monetaria) e in base a questi gli Stati mem-bri elaborano i rispettivi Piani nazionali per l’occupazione. Infi ne, la Commissione può proporre e il Consiglio può adottare delle raccomandazioni per gli Stati membri.

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La struttura istituzionale della Strategia Europea per lʼOccupazione

6. Si stabiliscono strutture permanenti, basate sul trattato (Articolo 130, la Commissione per l’occupazione) che permettono un di-battito visibile, permanente e trasparente sull’occupazione e su altri temi di politi-ca strutturale a livello europeo. In questo modo si consente una migliore preparazio-ne delle consultazioni del Consiglio.

7. Si crea la base legale per l’analisi, la ricer-ca, lo scambio delle migliori pratiche e la promozione di misure di incentivazio-ne all’occupazione (Articolo 129) nonché altre attività intraprese dalla Commissione a livello co-munitario in quest’area, prece-dentemente assenti.

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1.3 Il processo di Lussemburgo: stimolare il partenariato, la coopera-zione e lʼapprendimento reciproco

Il “metodo aperto di coordinamento” del processo di Lussemburgo si è rive-lato valido ed è stato considerato dal Vertice di Lisbona del 2000 come un modello da adottare anche nel quadro di altre politiche, come l’inclusione so-ciale.

Un riconosciuto punto di forza del pro-cesso di Lussemburgo è la sorveglianza multilaterale. Basato sulle relazioni an-nuali e su indicatori comparabili, il pro-cesso ha evidenziato i risultati migliori a livello Ue. Il monitoraggio e le rela-zioni annuali hanno portato a scambi di informazioni più intensi e comple-ti fra gli Stati membri e il processo di “peer review” defi nito per valutare la trasferibilità delle buone pratiche3 ha permesso valutazioni più approfondite. Molti Stati membri hanno intensifi cato i contatti bilaterali e trovato ispirazione nell’approccio adottato da altri paesi. La creazione della Commissione per

3 Vedi http://peerreview.almp.org

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La struttura istituzionale della Strategia Europea per lʼOccupazione

l’occupazione, che riunisce regolarmente i principali responsabili dell’elaborazione e del-l’attuazione delle politiche nazionali per l’oc-cupazione, ha favorito questi intensi scambi.

La SEO ha riconosciuto il ruolo fondamentale delle parti sociali in moltissimi campi correlati all’occupazione. Gli orientamenti iniziali face-vano riferimento alle parti sociali in relazione alla loro specifi ca area di adattabilità; tuttavia l’allargamento del loro ruolo e riconoscimento è stato riconosciuto e sancito dopo il Vertice di Lisbona. Il coinvolgimento delle parti sociali nell’elaborazione dei PNA a livello nazionale è sempre più ampio. Le parti sociali europee si sono a loro volta impegnate in processi di attuazione di tematiche importanti quali l’ap-prendimento lungo tutto l’arco della vita.

La SEO ha sostenuto lo sviluppo di una di-mensione territoriale delle politiche per l’oc-cupazione, come ha dimostrato la nascita di piani di azione territoriali (vedi sezione 3.4). Le autorità locali e regionali, in qualità sia di fornitori di servizi sociali sia di datori di lavoro locali, prendono sempre più parte all’attuazio-ne delle politiche per l’occupazione, anche grazie al ricorso al Fondo Sociale Europeo, le

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

cui priorità sono state allineate alla SEO nel 2000 (vedi sezione 3.7).

La cooperazione istituzionale a livello Ue è stata intensifi cata fra i diversi Consigli dei Mi-nistri (in particolare l’ECOFIN e i Ministri del-l’Occupazione/Affari sociali (EPSCO)) e del-le relative commissioni4, nonché fra i servizi della Commissione europea incaricati di ela-borare e monitorare vari processi relativi alle politiche per l’occupazione (p. e. nei campi dell’istruzione/formazione, della politica eco-nomica, della fi scalità e dell’imprenditoriali-tà). La cooperazione fra la Commissione euro-pea e il Consiglio, in particolare attraverso la Commissione per l’Occupazione, ne è uscita rafforzata. Il Parlamento europeo è stato stret-tamente coinvolto nel processo annuale di re-visione contribuendo così allo sviluppo della strategia, mentre altre istituzioni hanno appor-tato un prezioso contributo. I centri nazionali per l’impiego, rappresentati in una rete attiva a livello Ue, si sono fortemente mobilitati intor-no alle priorità Ue.

4 La Commissione Occupazione, la Commissione Politica economica e la Commissione per la Protezione sociale

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2. Le pietre miliari della SEO

2. Le pietre miliari della

SEO5

2.1 La SEO: a complemento della Strategia di Lisbona, rafforzandone le priorità

Il successo del metodo aperto di coordinamento della SEO è stato riconosciuto al Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) dove è stato concordato un nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio: l’Unione europea dovrebbe divenire la più competitiva e dinamica economia del mondo basata sulla conoscenza, capace di creare nuovi e migliori posti di lavoro nel quadro di una crescita economica sostenibile e di una maggiore coesione sociale. Inoltre, l’attenzione della SEO è passata dalla riduzione della disoccupazione al recupero delle condizioni necessarie alla creazione della massima occupazione e l’obiettivo globale dovrebbe essere l’aumento del tasso di occupazione in Europa al 70%, con un incremento fi no al 60% delle donne occupate, entro il 2010.

5 http://ec.europa.eu/employment_social/employment_ strategy/index_en.htm

6 Confronto con gli Stati Uniti, dove il tasso di disoccupazione ha continuato a diminuire ed era al 4,6% nel 2006

7 Fonte “Employment in Europe 2005”, capitolo 2

La SEO in azione

Maggiore partecipazione dei mercati del lavoro, diminuzione della disoccu-pazione

L’aumento dei tassi di occupazione del 1997-2006 rifl ette principalmente una mag-giore partecipazione dei mercati del lavoro (vedi grafi co 4 che mostra un aumento di 3,7 punti percentuali per l’Ue-15 e di 2,8 punti per l’Ue-25). In confronto, la riduzio-ne dei tassi di disoccupazione è stata più modesta; dal 9,8% al 7,4% per l’Ue-15 e dal 9,3% al 7,9% per l’Ue-256 (vedi grafi ci 2, 3 e 5) e la disoccupazione giovanile ri-mane tuttora fonte di preoccupazione (vedi sezione 3.3). I miglioramenti strutturali nel funzionamento dei mercati del lavoro tro-vano riscontro nella riduzione dei tassi di disoccupazione strutturale; maggiore effi -cienza nel coordinamento fra i disoccupati e i posti vacanti; processi di formazione salariale che prendono maggiormente in considerazione le condizioni economiche prevalenti e i vicoli posti dalla competitivi-tà; sviluppo di certi tipi di contratti di lavo-ro (part-time e lavoro a tempo determinato) che presentano una correlazione positiva con la creazione di occupazione; maggiore spesa, ma più mirata, per le politiche attive del mercato del lavoro (ALMP)7.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

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Il Consiglio europeo di Lisbona ha discus-so i progressi compiuti nell’attuazione della Strategia, che trattava una serie di altri metodi aperti di coordinamen-to (istruzione, inclu-sione sociale, pensio-ni, ecc.), ogni anno al Consiglio europeo di

primavera. I successivi Consigli europei hanno raccomandato nuove o più forti priorità come la qualità dell’occupazione (Nizza, dicembre 2000), l’invecchiamento attivo e l’apprendi-mento lungo tutto l’arco della vita (Barcellona, marzo 2002). Tali priorità sono state integrate negli orientamenti in materia di occupazione unitamente agli obiettivi relativi ai tassi di oc-cupazione.

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2. Le pietre miliari della SEO

2.2 “Jobs, jobs, jobs”: la task force europea per lʼoccupazione

Nel 2003, sono stati valutati i primi cinque anni della SEO. Sono stati osservati considere-voli progressi in materia di creazione di posti di lavoro, diminuzione della disoccupazione di lunga durata, riduzione degli aggravi fi scali sui bassi salari, diffusione di politiche per l’ap-prendimento lungo tutto l’arco della vita e per le pari opportunità per uomini e donne. Tuttavia è risultato chiaro che la Strategia avrebbe do-vuto incentrarsi maggiormente sulle priorità e su una migliore governance. Gli orientamenti in materia di occupazione per il 2003 si sono pertanto articolati sulle tre ‘priorità fontamen-tali’ della massima occupazione, della qualità nel lavoro e dell’inclusione sociale, e su diversi obiettivi riquantifi cati (in particolare in materia di apprendimento lungo tutto l’arco della vita).

Quello stesso anno, una task force capeggiata da Wim Kok, ex Primo Ministro dei Paesi Bassi, è stata incaricata di realizzare un esame indi-pendente e approfondito delle principali sfi de in materia di politiche per l’occupazione. La task force avrebbe dovuto identifi care le misu-re pratiche che avessero l’incidenza più diretta e immediata sulla capacità degli Stati membri di attuare la revisione della Strategia europea per l’occupazione raggiungendo gli obiettivi da essa prefi ssati.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

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La relazione della task force (“Jobs, Jobs, Jobs – Creating more employment in Europe”) presentava le principali sfi de e priorità per stimolare l’occupazione in Europa: maggiore adattabilità di lavoratori e imprese; rendere

l’occupazione un’opzione aperta a tutti at-traverso il rafforzamento delle politiche

del mercato del lavoro e attenzione specifi ca a gruppi più vulnerabili: donne, lavoratori anziani e mino-ranze etniche; investire nel capitale umano, in particolare nell’appren-dimento lungo tutto l’arco della vita, e una migliore governance dei

servizi per l’impiego attraverso una mobilitazione di tutti gli attori della

società. La task force ha inoltre richie-sto una migliore gestione della migrazione

della mano d’opera in vista della diminuzione della popolazione in età lavorativa e della ne-cessità di una migliore integrazione sul mer-cato del lavoro dei cittadini extracomunitari. I risultati di questa relazione hanno ispirato le raccomandazioni in materia di occupazio-ne agli Stati membri per il 2004 (inclusi i 10 nuovi Stati membri) nonché gli orientamenti in materia di occupazione per il 2005.

La relazione della task force sottolineava inol-tre la vasta esperienza di riforme occupaziona-li in tutta l’Ue e il potenziale di apprendimen-

di Strategia Europea per lʼOccupazione

10ANNI

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2. Le pietre miliari della SEO

to reciproco fra gli Stati membri. Dal 2004 in poi la Commissione europea ha pertanto inte-grato le attività di “peer review” e scambio di buone pratiche in un programma di reciproco apprendimento8 nel quadro dello strumento fi -nanziario previsto dall’Articolo 129 (l’attuale programma “PROGRESS” 9).

2.3 Adattare la SEO allʼallargamen-to dellʼUe

Fin dagli ultimi anni ’90, uno degli obiettivi della Commissione è stato di fare in modo che i paesi candidati defi nissero politiche per l’oc-cupazione atte a prepararli all’ingresso nel-l’Ue. L’idea era che questi paesi sintonizzasse-ro progressivamente le istituzioni e le politiche con la Strategia europea per l’occupazione, permettendo così la piena attuazione del Tito-lo Occupazione del Trattato fi n dalla loro ade-sione. Nell’allargamento, prima a 25 nel 2004, e poi a 27 nel 2007, una vasta ed elaborata preparazione per la piena partecipazione alla SEO attraverso Piani comuni di azione ha aiu-tato ad assicurare un’integrazione senza diffi -coltà dei nuovi Stati membri.

8 http://www.mutual-learning-employment.net/

9 http://ec.europa.eu/employment_social/progress/ index_en.htm

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

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2.4 La globalizzazione e unʼEuropa che invecchia: revisione della Strate-gia di Lisbona

All’inizio del 2005 l’Ue affrontava (e in parte affronta tuttora) serie diffi coltà strutturali. L’in-vecchiamento della popolazione e un declino della performance economica hanno esercita-to una forte pressione sul modello sociale eu-ropeo. È stato in questo contesto che la Com-missione europea ha proposto una revisione della Strategia di Lisbona, concentrandosi su una crescita solida e sostenibile, nonché sulla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. Ciò prevedeva una completa revisione e in-tegrazione degli assi di riforma (e dei metodi aperti di coordinamento) delle politiche relati-ve alla macroeconomia e alla microeconomia, allo scopo di razionalizzare le sinergie a livel-lo nazionale e le azioni comunitarie, miglio-randone l’effi cienza.

Questo processo ha portato all’approvazione da parte del Consiglio europeo degli Orienta-menti integrati per la crescita e l’occupazio-ne (2005-2008). Gli otto orientamenti per l’occupazione sono ora inclusi nel pacchetto di 24 orientamenti della Strategia di Lisbona, unitamente agli orientamenti macroeconomici e microeconomici (in precedenza gli orienta-menti di massima per le politiche economiche) per un periodo di tre anni.

La SEO in azione

Aumenta il tasso di occupazione, in particolare per le donne e i lavoratori più anziani

Benché i due sessi e tutti i gruppi di età ab-biano preso parte alla crescita dell’occupa-zione nell’Ue-25 degli ultimi dieci anni, la crescita più sostenuta si registra nel tasso di occupazione delle donne (6,2 punti per-centuali) e dei lavoratori più anziani (7,9 punti percentuali). In termini di aumento netto dell’occupazione, alle donne va attri-buito il 62%, mentre per quanto riguarda i gruppi di età, i lavoratori più anziani (55-64 anni) sono circa un quarto (vedi grafi ci 7 e 8).

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Caratteristiche della SEO

3. Caratteristiche della SEO

3.1 La dimensione sociale

In un mondo in evoluzione, l’aumento dei tassi di occupazione è indispensabile per la sosteni-bilità della prosperità europea e per preservare e migliorare i nostri modelli sociali. Mantene-re tali valori richiede un adattamento costante nel nuovo ambiente generato dalla sempre più aspra concorrenza internazionale, dalla situa-zione demografi ca e dal passaggio a un nuo-vo paradigma basato sulla conoscenza. Non è necessario dover scegliere fra dimensione economica e dimensione sociale, né fra effi -cienza ed equità, né fra produttività e occupa-zione. Lo scopo della SEO è fare in modo che tutte queste tematiche comuni siano affrontate simultaneamente in un pacchetto politico coe-rente e inclusivo.

L’occupazione svolge un ruolo essenziale, tan-to economico quanto sociale, nella Strategia perché solo portando più persone nel mondo del lavoro potremo garantire alle nostre socie-tà la possibilità di far fronte al cambiamento demografi co. In effetti, abbiamo bisogno che siano attive più persone, di ogni età, per fi nan-ziare la spesa sociale in un contesto di invec-chiamento della popolazione. In più, le ingiu-stizie sociali sotto forma di esclusione sociale

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

e le relative misure compensative presentano enormi costi occulti che raramente appaiono come voci di bilancio pubblico. Di conse-guenza, se dimentichiamo la dimensione so-ciale della Strategia di Lisbona, rischiamo di pagare enormi costi correttivi in seguito e di mettere in pericolo la sostenibilità fi nanziaria dei nostri paesi.

La crescita, pur essendo una componente essenziale del modello sociale europeo, da sola non è un effi cace strumento di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, a meno che vada di pari passo con la riduzione delle ine-guaglianze. La crescita economica, e persino la creazione di occupazione, non porta auto-maticamente a ridurre le disparità di reddito, la ‘in-work poverty’, o le differenze regionali. In-work signifi ca salari bassi, competenze mi-nime, lavoro precario, spesso indesiderato e a tempo determinato. Per creare una via di usci-ta dalla povertà sostenibile e per contribuire alla crescita economica e alla competitività, occorrono posti di lavoro di qualità nonché maggiori investimenti nel capitale umano e sociale. Nel quadro della SEO (e del FSE) ci sono state delle azioni volte a ridurre le dispa-rità regionali in termini di occupazione, disoc-cupazione e produttività della mano d’opera, specialmente delle regioni più arretrate.

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Caratteristiche della SEO

3.2 Il capitale umano

L’istruzione e la formazione sono fattori critici sia per lo sviluppo del potenziale di competi-tività a lungo termine dell’Ue sia per la coe-sione sociale. L’Europa deve intensifi care gli sforzi per migliorare tanto l’effi cienza quan-to l’equità dei suoi programmi di istruzione e formazione. Le politiche per l’istruzione e la formazione dovrebbero migliorare l’effi -cienza grazie a un più elevato livello medio di competenza della popolazione e assicurare così una migliore risposta alle esigenze del mercato del lavoro, aumentare l’occupabilità e produtti-vità. Dovrebbero inoltre affrontare la questione della disparità miglioran-do le prospettive di occupazione dei più bisognosi, comprese le persone meno avvantaggiate e gli immigranti. In questo modo i programmi di istru-zione e formazione contribuirebbero all’attivazione di misure di coesione volte a garantire che tutti i cittadini possano fare pienamente la loro parte nella società e nell’economia durante tutta la loro vita, per esempio tramite politiche per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Tali obiettivi non si escludono l’un l’altro; eccellenza e qualità elevata non signifi cano necessariamente sacri-fi care pari opportunità di accesso, trattamento e risultati per tutti i cittadini europei.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

3.3 Politiche per lʼoccupazione giovanile

Il livello di istruzione giovanile raggiunto10 è aumentato negli ultimi anni e si è registrato un lieve miglioramento nel tasso di abbandono scolastico (vedi grafi co 10). Il dato comprova il sempre maggiore interesse per l’investimen-to nel capitale umano e i rinnovati sforzi per fornire ai giovani dei sentieri di occupazione e promuovere effi caci strategie di apprendimen-to lungo tutto l’arco della vita. La disoccupa-zione giovanile rimane tuttavia un problema in Europa: attualmente è al 17,4%. Negli ultimi 25 anni non si è riusciti a compiere autentici passi avanti. Nell’attuale ripresa economica che prevede altri 7 milioni di persone occu-pate durante il ciclo di Lisbona 2005-2008, la performance del mercato del lavoro continua a svilupparsi in un modo meno favorevole per i giovani. Essi hanno il doppio di possibilità di essere disoccupati rispetto agli adulti all’ini-zio dell’età matura. La minore partecipazione dei giovani solleva inoltre preoccupazioni per la loro integrazione nella società in generale. Utilizzare in pieno il potenziale dei giovani è

La SEO in azione

Aumento del contenuto di specializza-zione del lavoro

L’espansione dell’occupazione dal 1997 è stata accompagnata da un aumento del contenuto di specializzazione del lavoro. A riprova di ciò, la quota di lavoratori non manuali nella struttura occupazionale glo-bale dell’Ue-15 è aumentata dal 36% cir-ca nel 1997 fi no a quasi il 40% nel 2006. D’altro canto, tanto la quota di lavoratori non manuali non specializzati quanto la quota di lavoratori manuali specializzati sono diminuite e solo i lavori più elemen-tari hanno registrato un lieve aumento dal 9% circa al 10%.

10 Il livello di istruzione giovanile raggiunto è la percentuale di giovani di età fra i 20 e i 24 anni che ha ottenuto almeno un diploma di istruzione secondaria superiore ( livello ISCED 3).

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Caratteristiche della SEO

essenziale per la crescita economica futura e per la coesione sociale nell’Ue. Sono pertanto necessari interventi urgenti nelle politiche del-l’istruzione e del mercato del lavoro, affi nché i giovani partecipino maggiormente alla socie-tà, in un contesto di invecchiamento della po-polazione in cui ogni individuo è considerato una risorsa.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

3.4 Andare sul posto: coinvolgere gli attori locali nellʼesecuzione della SEO

Fin dall’avvio del processo di Lussemburgo, e in particolare con gli orientamenti in materia di occupazione, gli Stati membri sono stati invitati a coinvolgere gli attori a livello regio-nale e locale nell’esecuzione della SEO. Ciò ha fatto seguito alla positiva reazione ai Patti territoriali per l’occupazione del 1997 sulla scia del Libro bianco di Delors del 1993, e l’importanza dell’approccio decentrato e delle collaborazioni è stata nuovamente sottolineata dal Vertice di Lisbona del 2000.

Nel 2003, durante il “Forum europeo sullo svi-luppo dell’occupazione locale”, organizzato dalla Commissione europea e dalla Presidenza dell’Unione europea con il sostegno del Parla-mento europeo, del Comitato delle Regioni e del Comitato Economico e Sociale e di altre istituzioni interessate, le parti sociali e altre parti interessate hanno discusso il modo di rafforzare la dimensione locale della Strategia europea per l’occupazione. Nel 2006, il Co-

La SEO in azione

La crescita dellʼoccupazione si concentra nei servizi e nellʼedilizia

Se parliamo di composizione settoriale nel-la creazione netta di occupazione, questa è concentrata nei servizi e nell’edilizia. Se-condo il Sondaggio sulla forza lavoro nel-l’Ue in merito all’aumento dell’occupazio-ne nell’Ue-15 fra il 1997 e il 2006, circa 6 milioni di posti di lavoro provengono dalle attività legate alla locazione e al commer-cio nel settore immobiliare, e circa 4 mi-lioni da attività sanitarie e sociali. Un forte aumento di oltre 2 milioni è stato inoltre registrato nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nell’edilizia e nell’istruzione. Al contrario, sia l’agricoltura che la manifattu-ra hanno registrato una contrazione di circa 1 milione di posti di lavoro.

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Caratteristiche della SEO

mitato delle regioni ha reso nota una dichiarazione che perorava una maggiore e migliore inclusio-ne delle autorità locali e regionali nell’elaborazione e nell’attuazio-ne della Strategia di Lisbona. Infi -ne, nel 2007 il Consiglio europeo di Lipsia ha adottato la carta delle Città europee sostenibili, in cui si propugnava lo sviluppo urbano integrato e un’Agenda territoriale per l’Ue nella quale si riconosce-va la necessità di comprendere l’impatto territoriale delle nuove sfi de nel quadro di una governan-ce effi ciente a più livelli.

Lo sviluppo dell’occupazione locale è stato ulteriormente esplorato in vari programmi co-munitari e nazionali. Gli ultimi lavori eviden-ziano il ruolo dei partenariati locali fra parti interessate attraverso un approccio esaustivo allo sviluppo dell’occupazione locale.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

3.5 Libera circolazione: uno dei pilastri europei

La libera circolazione dei lavoratori è conside-rata un modo per promuovere l’effi cienza del mercato del lavoro migliorando la risposta alla domanda dei datori di lavoro. La mobilità è data sia dal desiderio dei lavoratori di miglio-rare la propria situazione economica sia dalle aziende che cercano lavoratori che corrispon-dano alle specifi che necessità. Una maggiore mobilità della forza lavoro, sia fra posti di la-

voro (mobilità sul lavoro) sia fra paesi (mobilità geografi ca) può aiutare l’economia europea e la forza lavoro ad adattarsi in modo meno traumatico e più effi ciente all’evoluzione delle condizioni di lavoro, nonché a reagire ai cambiamenti di un’economia globale competi-tiva. Ma pur essendo general-

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Caratteristiche della SEO

mente considerata come un fattore positivo sul mercato del lavoro, i livelli reali di mobilità in Europa sono rimasti relativamente bassi e solo un 2% di tutti i cittadini dell’Ue risiede in un altro Stato membro.

La Commissione ha iniziato a informare i cittadini in merito alle possibilità di lavoro all’estero con l’Anno europeo della mobili-tà dei lavoratori (2006) e il Portale europeo della mobilità sul lavoro – una rete fornita da EURES che unisce i servizi pubblici per l’im-piego dello Spazio economico europeo e del-la Svizzera. La libertà di movimento è uno dei principi fondamentali dell’integrazione euro-pea, e la Commissione si è compiaciuta del fatto che molti Stati membri abbiano aperto completamente i loro mercati del lavoro al-l’allargamento del maggio 2004 e che altri Stati membri abbiano semplifi cato, in grado diverso, le regolamentazioni e procedure di accesso.

La SEO in azione

Colmare il gap occupazionale con gli Stati Uniti e il Giappone

La crescita sostenuta dell’occupazione nel-l’ultimo decennio ha aiutato l’Ue a ridurre lo scarto con gli Stati Uniti e il Giappone. Mentre nel 1997 il tasso di occupazione nell’Ue-15 era indietro di 12,8 e 9,3 punti percentuali su Stati Uniti e Giappone ri-spettivamente, nel 2005 questo gap era più che dimezzato, rispettivamente di 6,3 e 4,1 punti (vedi grafi co 1).

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

3.6 Flexicurity: una nuova prospetti-va per la vita lavorativa

Dieci anni dopo, nel 2007, il mercato del lavo-ro europeo continua ad evolvere. Si possono individuare quattro ragioni principali: integra-zione economica europea e internazionale; rapido sviluppo delle nuove tecnologie, in particolare nelle aree dell’informazione e della comunicazione; invecchiamento demografi co delle società europee, unitamente ai tassi medi di occupazione ancora relativamente bassi e a una disoccupazione a lungo termine troppo elevata, che mettono a repentaglio la soste-nibilità dei sistemi di previdenza sociale; svi-luppo di mercati del lavoro segmentati in vari paesi dove coesistono lavoratori relativamente protetti e lavoratori non protetti (“insiders” e “outsiders”).

Per raggiungere gli obiettivi di Lisbona di nuo-vi e migliori posti di lavoro, sono necessarie nuove forme di fl essibilità e di sicurezza per i lavoratori di ogni età e per le aziende, ma anche per gli Stati membri e per l’Ue. I lavo-ratori hanno bisogno sempre più di sicurezza dell’occupazione piuttosto che di sicurezza del posto di lavoro, perché sono sempre meno quelli che mantengono lo stesso lavoro per tut-

LA SEO in azione

Grande prevalenza di lavoro a tempo parziale e a tempo determinato

Delle forme di impiego più fl essibili han-no certamente contribuito all’espansione dell’occupazione, tanto è vero che qua-si la metà di tale espansione è dovuta al part-time. Di conseguenza, le forme atipiche di impiego, e cioè il tempo par-ziale e il tempo determinato, hanno as-sunto un ruolo sempre più prevalente nell’Ue-25. La percentuale dell’impiego part-time sull’impiego totale è passata dal 16% del 1997 al 18,8% del 2006, e la percentuale di contratti a termine è passata dall’11,7% al 14,9% (vedi grafi co 9).

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Caratteristiche della SEO

ta la vita. Le aziende, incluse le numerose PMI europee, devono poter adattare la loro forza lavoro all’evoluzione delle condizioni econo-miche. Dovrebbero poter assumere personale con un profi lo di competenze elevato, che sia più produttivo e adattabile ap-portando così maggiore innova-zione e competitività.

All’inizio del 2006, in occasione di un Consiglio informale a Vil-lach, in Austria, gli Stati membri hanno parlato per la prima volta di ‘fl exicurity’. Il Consiglio euro-peo ha chiesto agli Stati membri di “sviluppare più sistematica-mente nei programmi nazionali di riforma delle strategie politi-che comprensive volte a miglio-rare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese”. Alla Commissio-ne è stato chiesto di esplorare, unitamente agli Stati membri e alle parti sociali “lo sviluppo di una serie di principi comuni sul-la fl exicurity” come utile punto di riferimento per la creazione di mercati del lavoro più aperti e reattivi e luoghi di lavoro più produttivi.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

In occasione del Consiglio europeo tenutosi in Finlandia nel 2006 ha avuto luogo un Vertice informale tripartito. Nel corso di tale vertice è stata sottolineata la necessità di adattare alla globalizzazione e ai cambiamenti la nostra prospettiva sulla vita lavorativa per trovare un equilibrio tra fl essibilità e sicurezza nel qua-le coesistano effi cienza economica e giustizia sociale.

Una comunicazione intitolata “Towards com-mon principles of fl exicurity” è stata adottata dalla Commissione nel giugno 2007, al fi ne di stimolare un ampio dibattito fra le Istituzioni europee, gli Stati membri, le parti sociali e altre parti interessate e fare in modo che il Consiglio europeo possa adottare una serie di principi comuni di fl exicurity entro la fi ne del 2007. Tali principi comuni dovrebbero quindi ispi-rare e contribuire all’attuazione degli Orienta-menti integrati per la crescita e l’occupazione, e in particolare gli orientamenti in materia di occupazione.

La Commissione ha così defi nito le quattro componenti della fl exicurity:

accordi contrattuali fl essibili e affi dabili • (dal punto di vista di lavoratori e datori di lavoro, di ‘’insiders’’ e ‘’outsiders’’) attra-verso una moderna legislazione del lavo-

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Caratteristiche della SEO

ro, i contratti collettivi e l’organizzazione del lavoro;

strategia comprensiva di apprendimento • lungo tutto l’arco della vita per assicurare la continua adattabilità e occupabilità dei lavoratori, in particolare i più vulnerabili;

effi cienti politiche del mercato del lavoro • (ALMP) capaci di aiutare le persone a far fronte ai rapidi cambiamenti, ridurre i pe-riodi di disoccupazione e facilitare la tran-sizione a nuovi posti di lavoro;

moderni programmi di sicurezza sociale• che forniscano un adeguato reddito, in-coraggino l’occupazione e facilitino la mobilità sul mercato del lavoro. Questo punto include un’ampia copertura dei di-spositivi di protezione sociale (indennità di disoccupazione, pensioni e sanità) che possano aiutare i cittadini a combinare le responsabilità di lavoro con le responsabi-lità private e familiari, ad esempio la cura dei fi gli

La Commissione ha inoltre lavorato alla crea-zione di “sentieri” che gli Stati membri do-vrebbero percorrere per arrivare al massimo di fl exicurity. I sentieri sono pacchetti di misure che possono, se introdotte in relazione fra di

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

loro, migliorare la performance di un paese in termini di fl exicurity.

La prossima Relazione comune sull’occupa-zione per il 2007-2008 dovrebbe incentrare l’analisi sul modo in cui gli Stati membri stan-no sviluppando le ampie strategie politiche riguardanti i quattro componenti della fl exicu-rity. Nella sua analisi dei programmi nazionali di riforma, la Commissione fornirà dei com-menti iniziali sul modo in cui gli Stati membri potrebbero benefi ciare di principi e sentieri di fl exicurity comuni dell’elaborazione delle spe-cifi che politiche.

Nel prossimo ciclo degli orientamenti in ma-teria di occupazione (2008-2010), gli Stati membri saranno invitati a utilizzare i program-mi nazionali di riforma per esporre le strate-gie di fl exicurity. La Commissione monitorerà tali strategie attraverso le relazioni annuali sui progressi compiuti, e riferirà su tali progressi alla fi ne del ciclo. A questo si aggiungerà un programma rafforzato e più mirato di appren-dimento reciproco affi nché gli Stati membri possano benefi ciare di valide strategie di fl exi-curity. La Strategia europea per l’occupazione, nei prossimi anni, sarà incentrata in particola-re sull’aspetto delle politiche integrate di fl exi-curity.

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Caratteristiche della SEO

3.7 Il ruolo del Fondo sociale europeo (FSE)

Al Consiglio europeo di Berlino del 1999 sono state ridefi nite la missione e le priorità del FSE e la sua dotazione fi nanziaria fi ssata a €60 miliar-di per il periodo 2000-2006. Il FSE ha sostenuto importanti priorità della SEO fra cui le politiche attive del mercato del lavoro, lo sviluppo delle risorse umane, l’integrazione dei gruppi vulne-rabili e la parità di genere sul mercato del lavo-ro. Nei programmi operativi del FSE concordati fra la Commissione europea e gli Stati membri, il sostegno alle politiche nazionali per l’occu-pazione è stato condizionato alla loro coerenza rispetto alle priorità della SEO.

Per il periodo di programmazione 2007-2013 (con una dotazione fi nanziaria di €70 miliar-di), tali priorità del FSE sono state ulteriormente sincronizzate con quelle della SEO. Le misure che rientrano negli orientamenti in materia di occupazione (inclusa una serie di politiche di fl exicurity) sono ammissibili alle sovvenzioni, e in molti casi anche il Fondo europeo di svi-luppo regionale può contribuire con un soste-gno fi nanziario. Fra le attività ammissibili alle sovvenzioni vi sono la formazione in azienda e le misure attive per il mercato, inclusa l’assi-stenza ai disoccupati per la ricerca di un lavoro, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la promozione del lavoro autonomo e dell’im-prenditorialità.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

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3.8 La dimensione internazionale

L’Agenda per la politica sociale dell’Ue mira a promuovere e diffondere, anche al di fuori dei confi ni dell’Ue stessa, i suoi valori e l’esperien-za di un modello di sviluppo che metta d’ac-cordo crescita economica e giustizia sociale. A questo riguardo, fare progredire la dimen-sione sociale della globalizzazione e decenti condizioni di lavoro per tutti sono gli impegni principali. Sono inoltre in atto scambi interna-zionali sul modo migliore di attuare vari aspet-ti della politica per l’occupazione, a livello tecnico e anche politico. La Commissione ha sviluppato dialoghi sulle politiche e la coope-razione a livello multilaterale e bilaterale con organizzazioni internazionali, in particolare l’OCSE, l’Organizzazione internazionale del lavoro e il G8, oltre a singoli paesi fra cui gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina e l’India.

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Statistiche

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Tendenze dei tassi di occupazione e disoccupazione nellʼUe

Grafi co 1: Tassi di occupazione Ue, Stati Uniti e Giappone 1975-2006

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UE15 USA

Giappone UE25

Fonte: Calcolo della DG EMPL in base alle tendenze a lungo termine nell’occupazione e nella popolazione, Servizi della Commissione.

Grafi co 2: Disoccupazione e disoccupazione di lunga durata nellʼUe, 1997-2006

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UE25 Tasso di disoccupazione UE25 Tasso di disoccupazione di lunga durata

UE15 Tasso di disoccupazione UE15 Tasso di disoccupazione di lunga durata

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Fonte: Eurostat, serie armonizzate sulla disoccupazione e indagine sulla forza lavoro UE, risultati annuali.

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10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

Tendenze nellʼoccupazione e tassi di attività degli Stati membri11

Grafi co 3: Tassi di occupazione negli Stati membri dellʼUe, 1997 e 2006

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70

80

% d

ella

po

po

lazi

on

e in

età

lav

ora

tiva

1997* 2006

DK

NL SE UK

AT

CY FI IE EE PT

DE SI LV

UE1

5

CZ ES

UE2

5 LT LU FR BE EL SK IT

HU

MT PL

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali. Nota: i dati * riguardano l’anno 1998 per Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Repubblica Slovacca, e il 2000 per Cipro e Malta. I dati 2006 di Francia e Lussem-burgo sono provvisori.

Grafi co 4: Tassi di attività negli Stati membri dellʼUe, 1997 e 2006

DK SE NL

UK FI DE

PT

AT

CY EE IE

UE1

5 LV SI ES

UE2

5

CZ FR SK LT EL LU BE

PL IT

HU

MT

50

60

70

80

90

% d

ella

po

po

lazi

on

e in

età

lav

ora

tiva

1997* 2006

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali. Nota: i dati * riguardano l’anno 1998 per Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Repubblica Slovacca, e il 2000 per Cipro e Malta. I dati 2006 di Francia e Lussem-burgo sono provvisori.

11 Nei grafi ci relativi, Bulgaria e Romania non sono incluse avendo aderito all’UE solo nel 2007

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Statistiche

41

Grafi co 5: Tassi di disoccupazione negli Stati membri dellʼUe, 1997 e 2006

0

5

10

15

DK

NL IE CY

LU AT

UK LT EE SI LV IT SE CZ

UE1

5

MT

HU FI PT

UE2

5

BE

DE ES EL FR SK PL

% d

ella

fo

rza

lavo

ro

1997* 2006

Fonte: Eurostat, serie armonizzate sulla disoccupazione. Nota: i dati * riguardano l’anno 1998 per UE25, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania e Repubblica Slovacca, e il 2000 per Cipro e Malta. I dati 2006 di Francia e Lussemburgo sono provvisori.

Tendenze dei tassi di disoccupazione e disoccupazione di lunga durata negli Stati membri

Grafi co 6: Tassi di disoccupazione di lunga durata negli Stati membri dellʼUe, 1997 e 2006

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali. Nota: i dati * riguardano l’anno 1998 per UE25, Re-pubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Repubblica Slovacca, e il 2000 per Cipro e Malta. I dati 2006 di Francia e Lussemburgo sono provvisori.

0

4

8

12

1997* 2006

DK

CY SE UK

AT IE LU NL ES FI LV LT EE MT SI

UE1

5 IT

HU

UE2

5

PT

CZ FR BE

DE EL PL

SK

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lavo

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42

10 anni di Strategia Europea per lʼOccupazione

Grafi co 7: Tassi di occupazione nellʼUe-25, 1997 e 2006

0

20

40

60

80

100

TO (Tasso occupazione) complessivo (15-64)

TO uomini (15-64)

TO donne(15-64)

TO giovani (15-24)

TO età lavorativa primaria (24-54)

TO lavoratori anziani (55-64)

Complessivo in base al sesso in base alla fascia di età

% d

ella

po

po

lazi

on

e ri

spet

tiva

1997 2006

Variazioni dei tassi di occupazione nellʼUe per sesso e per gruppi di età

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali.

Grafi co 8: Tassi di occupazione nellʼUe-25, 1997 e 2006

TO (Tasso occupazione) complessivo (15-64)

TO uomini (15-64)

TO donne(15-64)

TO giovani (15-24)

TO età lavorativa primaria (24-54)

TO lavoratori anziani (55-64)

Complessivo in base al sesso in base alla fascia di età

0

2

4

6

8

10

mo

dif

ica

pu

nti

per

cen

tual

e

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali.

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43

Statistiche

Tendenze dellʼimpiego a tempo parziale e a tempo determinato nellʼUe

Grafi co 9: Quota di impiegati a tempo parziale e a tempo determinato

nellʼoccupazione, Ue-25, 1997 e 2006

8

12

16

20

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Part-time Tempo determinato

%

Fonte: Eurostat, indagine sulla forza lavoro UE, medie annuali.

Grafi co 10: Abbandono scolastico, 1997-2006

Percentuale della popolazione di 18-24 anni al livello più basso di istruzione secondaria e

non inserita in corsi di istruzione continua o di formazione

Fonte: Eurostat, serie LFS (indagine sulla forza lavoro), stime 1998.

0

5

10

15

20

25

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

UE25 UE15

% d

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à 1

8-2

4

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Commissione europea

Dieci anni di Strategia europea per l’occupazione (SEO)

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni uffi ciali delle Comunità europee

2007 – 43 pagg. – 17.6 x 25cm

ISBN 978-92-79-06585-9

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