diabolus in musica - gennaio 2012

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PERIODICO INFORMATIVO SULLE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE E DEL TERRITORIO ASSOCIAZIONE CULTURALE MUSICALE E DI VOLONTARIATO INARTE Anno I num. 7 Gennaio 2012 Diabolus in Musica E’ da quando ero bambino che i mezzi d’in- formazione mi torturano mostrandomi gli orrori del mondo. Guerre, carestie, deporta- zioni, ingiustizie planetarie, ma anche picco- le ingiustizie odiose, perpetrate a casa no- stra nell’indifferenza generale. Non esiste crimine che non sia al tempo stesso il prete- sto per qualcuno per creare un’onda di indi- gnazione. Succedeva quarant’anni fa come adesso, né più né meno. E tutto questo, ammettiamolo, non è servito mai a nulla. Guardo, sgomento, le immagini della fame che colpisce oggi in Somalia più di un milio- ne di persone, tra cui - dati Unicef - mezzo milione di bambini. Guardo le facce di quei bambini nati in una terra in cui l’uomo è più bello che altrove e divenuta, ora, invivibile. Guardo questa bellezza offesa dalla stupidi- tà (che pare congenita in noi) dell’ideologia, guardo questa umanità prostrata dalla per- suasione a noi ben nota che la realtà sia solo lo strumento, la cavia di qualsiasi esperi- mento di potere. Guardo, agghiacciato, un mondo dove è possibile e quasi normale per chiunque con- siderare inferiore l’umanità di un povero che muore in Somalia rispetto a quella di un ingegnere europeo che guida il suo suv Mer- cedes. Inutile, però, agitare i sensi di colpa, che in fondo sono perfettamente funzionali all’ingiustizia, una sorta di aggiustamento privato delle coscienze. E poi la bistecca ci attende, i bucatini all’amatriciana idem: co- se più reali dei nostri sensi di colpa. Il fatto è che l’etica non salverà il mondo. Dovremmo averlo capito da un pezzo. Non lo salverà l’etica così come non lo salverà la politica. Ho assistito, qualche giorno fa, allo spetta- colo Giobbe messo in scena da Andrea Cara- L’editoriale Mazzarino Direzione editoriale: Eugenio Bognanni - Direttore responsabile: Concetta Santagati - Redazione: via G. Marconi 6/8 , Mazzarino - Reg. Tribunale di Gela n° 1/2011 del 24 Giugno 2011 Pag. 4 Penso ad alta voce… di Eugenio Bognanni “Bedda matri u Carminu” - Intervista al prof. Antonino Cassarà di Concetta Santagati Pag. 7 Considerazioni di un libero cittadino italiano sulla protesta in Sicilia di Giovanni Gotadoro Pag. 10 di Anna Capici belli su un testo del filosofo e drammaturgo francese Fabrice Hadjadj. Un bellissimo spettacolo, come non ne vedevo da tempo, tratto da un testo altrettanto bello. Qui troviamo una risposta persuasiva al mo- ralismo. Dopo aver liquidato i nemici, infatti, Giobbe si trova alle prese con quelli che si di- 10 Domande a Enzo Russo: l’uomo, lo scrittore, il cittadino mazzarinese nel mondo

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Periodico mensile su Mazzarino e sulle attività dell'Associazione InArte

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Page 1: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

PE R IO D IC O IN FO R M AT IV O SU L L E AT T IV IT À D E L L ’ A SS O C I AZ I O NE E D E L T E RR I T O R IO

A S S O C I A Z I O N E C U L T U R A L E M U S I C A L E E D I V O L O N T A R I A T O INARTE

Anno I num. 7

Gennaio 2012

Diabolus in Musica

E’ da quando ero bambino che i mezzi d’in-formazione mi torturano mostrandomi gli orrori del mondo. Guerre, carestie, deporta-zioni, ingiustizie planetarie, ma anche picco-le ingiustizie odiose, perpetrate a casa no-stra nell’indifferenza generale. Non esiste crimine che non sia al tempo stesso il prete-sto per qualcuno per creare un’onda di indi-gnazione. Succedeva quarant’anni fa come adesso, né più né meno. E tutto questo, ammettiamolo, non è servito mai a nulla. Guardo, sgomento, le immagini della fame che colpisce oggi in Somalia più di un milio-ne di persone, tra cui - dati Unicef - mezzo milione di bambini. Guardo le facce di quei bambini nati in una terra in cui l’uomo è più bello che altrove e divenuta, ora, invivibile. Guardo questa bellezza offesa dalla stupidi-tà (che pare congenita in noi) dell’ideologia, guardo questa umanità prostrata dalla per-suasione a noi ben nota che la realtà sia solo lo strumento, la cavia di qualsiasi esperi-mento di potere. Guardo, agghiacciato, un mondo dove è possibile e quasi normale per chiunque con-siderare inferiore l’umanità di un povero che muore in Somalia rispetto a quella di un ingegnere europeo che guida il suo suv Mer-cedes. Inutile, però, agitare i sensi di colpa, che in fondo sono perfettamente funzionali all’ingiustizia, una sorta di aggiustamento privato delle coscienze. E poi la bistecca ci attende, i bucatini all’amatriciana idem: co-se più reali dei nostri sensi di colpa. Il fatto è che l’etica non salverà il mondo. Dovremmo averlo capito da un pezzo. Non lo salverà l’etica così come non lo salverà la politica. Ho assistito, qualche giorno fa, allo spetta-colo Giobbe messo in scena da Andrea Cara-

L’editoriale

Mazzarino

Direzione editoriale: Eugenio Bognanni - Direttore responsabile: Concetta Santagati - Redazione: via G. Marconi 6/8 , Mazzarino - Reg. Tribunale di Gela n° 1/2011 del 24 Giugno 2011

Pag. 4

Penso ad alta voce… di Eugenio Bognanni

“Bedda matri u Carminu” - Intervista al

prof. Antonino Cassarà

di Concetta Santagati

Pag. 7

Considerazioni di un libero cittadino

italiano sulla protesta in Sicilia

di Giovanni Gotadoro

Pag. 10 di Anna Capici

belli su un testo del filosofo e drammaturgo francese Fabrice Hadjadj. Un bellissimo spettacolo, come non ne vedevo da tempo, tratto da un testo altrettanto bello. Qui troviamo una risposta persuasiva al mo-ralismo. Dopo aver liquidato i nemici, infatti, Giobbe si trova alle prese con quelli che si di-

10 Domande a Enzo Russo: l’uomo, lo scrittore,

il cittadino mazzarinese nel mondo

Page 2: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

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cono suoi amici. C’è chi, per esempio, venuto a sapere della sua disgrazia, corre in suo aiuto. Sono qui per soccorrerti, dice a Giob-be uno di loro. Ecco un uomo sicuramente alle prese con un senso di colpa. Ma la risposta di Giobbe gela ogni pretesa autopacificazione: Non potresti essere qui e basta? Che battuta memorabile! Semplice e insieme definitiva. Tutti, a modo loro, sanno dire “sono qui per soccorrerti”, ossia: “so io di cosa hai bisogno”, se non addirittura “adesso ti dico io di cosa hai bisogno”. Lo sanno dire i governi dei paesi ricchi, lo sa dire al-Qaeda. Siamo così abituati a una fi-losofia dei bisogni che precede (e spesso ignora) i bisogni reali da non farci più nem-meno caso. Ma la rivoluzione sta nella risposta di Giob-be: essere qui e basta, ossia: in quella pre-senza che si fa, innanzitutto, compagnia all’uomo. Qui sta la novità radicale. Lo dice-va, argutamente, Alessandro Manzoni a proposito dell’umiltà di un certo brav’uomo: “N'aveva quanta ne bisognava per mettersi

al di sotto di quella buona gente, ma non per istar loro in pari”. Nell’istar in pari viene affermata tutta la dignità dell’uomo. Questo fanno gli eroi del nostro tempo, i soli di cui c’è veramente bi-sogno. Duro compito, perché fare compa-gnia all’uomo obbliga a un interrogativo su di sé, sulla verità di sé, significa guardare in faccia il proprio vuoto, col quale è inevi-tabile fare i conti, e dare ad esso una rispo-sta non teorica, ma reale, fondata sull’espe-rienza. Non è un caso che proprio queste persone siano, poi, le più indaffarate anche nel por-tare soccorso. Non si regge il peso della propria generosità - così inutile, così picco-la nel mare del dolore - se, prima, non c’è stata la risposta alla domanda più grande. Essere qui e basta, fare davvero compa-gnia all’uomo, alimentando la sua speran-za. Sembrerà folle, ma questa è la risposta più concreta ai dolori che insanguinano il mondo.

In Redazione:

Direttore Editoriale: Eugenio Bognanni

Direttore Responsabile: Concetta Santagati

Anna Capici

Guendalina Calandra

Flavia Cosentino

Carmelo Di Vara

Serena Fazi

Anna Lisa Ferrigno

Giovanni Gotadoro

Matteo Quattrocchi

Gaetano Scebba

Giuseppe Siciliano

Scrivici : [email protected]

Page 3: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 3

L’Associazione

Buona festa di Don Bosco!

a cura di Matteo Quattrocchi

Come ogni anno la nostra Associazione e la Banda S. Cecilia rendono omaggio ad uno dei santi più strepitosi e simpatici del Paradiso. Quest’anno insieme alla nuova direttrice sr Carla e a tutta la Comunità educante abbiamo pensato di partecipare in due modi:

domenica 29 gennaio alle ore 19 presso il Cine-teatro dell’Oratorio eseguiremo un concerto allegro e brioso nello spirito salesiano.

martedì 31 gennaio, alla sera, dopo la messa le nostre majorettes si esi-biranno nel cortile dell’Oratorio.

Don Bosco diceva che “una casa nostra senza musica è un cuore senz'anima” e aveva ragione!

Vi aspettiamo numerosi!

Nella foto la prima banda musicale fondata da don Bosco nel 1853

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Il Territorio

di Concetta Santagati

Il consigliere Liana Pinazzo intervistata sulla sua esperienza politica e sulle pro-

blematiche mazzarinesi. E bacchetta anche l’assessore.

Continuiamo a parlare della cupola del

Carmine, “mutilata” da un violento fulmi-

ne lo scorso 23 novembre. Dopo il punto

di vista storico, raccolto nel numero di di-

cembre con l’intervista al prof. Saverio

Mannella, in questo numero ci concen-

triamo sul valore artistico, e lo facciamo

con il prezioso contributo del prof. Anto-

nino Cassarà (esperto di storia dell’arte,

che da diversi anni si dedica allo studio

dell’espressione artistica locale pubblican-

do nel 1986 un quaderno con spunti di ri-

flessioni su “il coro di Santi Luigi Rigano a

Mazzarino” per i suoi alunni liceali, edi-

zioni archeoclub d’Italia, “i luoghi della

memoria” nel 1997, e nel 2004 “Il Coro si

Santa Maria ad Nives” e le prossime 2

pubblicazioni saranno relative alla chiesa

Madre: una piccola guida per il turista,

l’altra pubblicazione sulla magnifica im-

presa che fu l’edificazione della chiesa

Madre).

Prof. Cassarà, qual è stata la sua pri-

ma impressione alla notizia che la

cupola del Carmine era stata abbat-

tuta da un fulmine? Un’impressione di

lutto, di mutilazione, per un intervento

chirurgico operato dalla stessa natura che

ha reso l’opera incompleta. Nel guardarla

si prova la sensazione di vedere se stesso

privato di un arto. Sotto il profilo storico e

artistico l’evento rende il sentimento an-

cora più amaro.

Mentre rassicuriamo i lettori sul recu-

pero dei resti della folgorazione (leone e

vessillo rampante e le pietre della cuspi-

de) speriamo che al più presto si rag-

giunga l’unità dell’opera. Ma perché è

importante la cupola del Carmine? In-

nanzitutto è l’unica che Mazzarino possiede,

ma la ragione della grandezza è da ricercare nel

fatto che questa cupola fu modellata su esem-

plari di Palermo e di quella della stessa vicina

Piazza Armerina. Per esempio richiama la cu-

pola della chiesa di San Giuseppe dei Teatini a

Palermo se ricordiamo la nostra quando era

maiolicata e non rivestita di lastre di rame. Nei

secoli XVII e XVIII l’esemplare palermitano

attraeva l’interesse dei nostri governanti, i

Branciforti, perché loro stessi avevano sede a

Palermo, ed era facile che anche a Mazzarino

per l’arte si avesse un' imitazione.

Si ricordi che in quei secoli molti commercianti

(fiorentini, pisani, genovesi e napoletani) di-

moravano a Mazzarino o a Palermo dove vede-

vano imbarcare o sbarcare merci vendute o ac-

quistate (grano, tessuti, manufatti) e avevano

“baracche”, oggi diremmo stand ubicati negli

ambienti della chiesa Madre di fronte al con-

vento di Sant’Anna (attuale scuola elementare

San Domenico) per la vendita.

La costruzione di questa come di tante

altre opere che oggi fanno bello e sugge-

stivo il nostro paese e il suo centro stori-

co fu voluta dai governatori del tempo.

“Bedda matri u Carminu” - Intervista al prof.

Antonino Cassarà

Page 5: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 5

Il Territorio

Perché questo interesse? A molti sfugge

un aspetto, il fatto che un Principe dell’epoca,

Giuseppe Branciforti, abbia avuto l’intelligen-

za e la lungimiranza di circondare la sua sede

di presenze che tornassero a beneficio della

popolazione. Progetto continuato dal succes-

sore Carlo Maria Carafa. Quando un Principe

si circonda di chiese e conventi non lo fa per-

ché vuol essere difeso, ma per offrire alla gen-

te, alla popolazione stimoli culturali e religio-

si, e raggiungere un prestigio. Tutte quelle

presenze (Carmelitani, Domenicani, Gesuiti,

Francescani e Cappuccini) hanno costituito

luoghi di spiritualità e di cultura, sono stati e

continuano ad essere punti di riferimento e

scuole di pensiero. Nel caso del complesso del

Carmine siamo di fronte a un’architettura

molto stimolante che ci rinvia all’aspirazione

del Principe che l’aveva voluta, Giuseppe

Branciforti, per il quale la chiesa di quel com-

plesso diventa il mausoleo di famiglia, dedi-

cato al Santo a lui caro, Santo Stefano.

Dal punto di vista più propriamente

religioso quale è il significato della cu-

pola? La cupola è bella oltre che per la sua

unicità, anche perché ha una valenza simbo-

lica. Ogni cupola di chiesa rappresenta la sfe-

ra superiore, la sfera del soprannaturale, del-

la presenza dell’assoluto. Il significato che

acquista la cupola nell’ambito della liturgia

assieme alla volta è proprio la presenza del

divino e l’assemblea all’interno di questo

vuoto, di questa volta, che è paragonabile al

vuoto di uno strumento a canne, si fa suono,

lode. L’aula è luogo dove si fa liturgia (aulèo,

verbo greco da cui aula, aulico che vuol dire

suonare uno strumento a fiato, che è vuoto

come una canna).

Torniamo alla chiesa del Carmine e al-

la sua importanza artistica. L’importan-

za di questo complesso architettonico va letta

nel più ampio contesto culturale. Ogni pre-

senza architettonica, ogni nodo percettivo

non ha solo valore in sé, ma acquista una

nota e una connotazione in più se inserita nel

contesto più largo con altri nodi percettivi.

Infatti, diversi nodi percettivi precedono

quello del Carmine e altri seguono: i com-

plessi architettonici dei Gesuiti, del Palazzo

del Principe, della chiesa madre, di San Do-

menico… .

Di quanti nodi percettivi si compone il

patrimonio architettonico di Mazzari-

no e quale di essi merita di essere va-

lorizzato? Di tanti. Più nodi percettivi visivi

formano una sequenza architettonica, una

sintesi visiva, di fronte alla quale l’occhio

non resta indifferente e tante sequenze ar-

Prof. Antonino Cassarà

Page 6: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 6

Il Territorio

chitettoniche costituiscono un bel colpo

d’occhio. Ecco la realtà del nostro Corso.

Tanti nodi percettivi finiscono per costituire

il patrimonio urbanistico di una città. La

nostra cittadina esibisce belle sequenze ar-

chitettoniche, possiede un patrimonio ar-

chitettonico di straordinaria bellezza e im-

portanza con non comuni dimore gentilizie.

Il nostro corso si caratterizza di spazi che si

assottigliano e ti si avvicinano in un affet-

tuoso abbraccio e poi ti permettono di spa-

ziare. Venendo dalla chiesa di Santa Maria

di Gesù verso Palazzo Nicastro, alla vista del

visitatore si apre una sequenza architettoni-

ca vasta e aperta che guida verso il castello.

Definisco questo punto eptavio dove con-

vergono 7 strade. Lo spazio di questo punto

andrebbe maggiormente valorizzato perché

è panoramico. Dall’eptavio a Santa Lucia

abbiamo altre sintesi visive. Altra sequenza

di straordinaria bellezza è costituita dal Car-

mine, dal Collegio dei Gesuiti. E ancora un’al-

tra da piazza Francesco Crispi a San Domeni-

co e da qui al prospetto della Basilica sulla

quale l’occhio è obbligato a fermarsi.

I palazzi signorili del nostro centro sto-

rico a quali stili artistici si ispirano? An-

diamo dal barocco alleggerito nel primo trat-

to, con leggeri richiami barocchi, rococò con

evocazioni tardo rinascimentali. Non manca-

no piccoli esempi di linguaggio floreale o li-

berty, inseriti tra altri stili. Nel palazzo del

Principe ora palazzo Bartoli, sul portale baroc-

cheggiante, domina la linea rinascimentale,

nitida e geometrica.

C’è un’opera a Mazzarino (un quadro,

un monumento) su cui è stato fatto un

intervento non adeguato? Ricordo un di-

pinto mal ritoccato nella Chiesa del Carmine,

l'apparizione della Madonna del Carmelo a

San Simone Stock.

Foto di Giuseppe Bognanni Foto di Carmelo La Rocca

Page 7: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 7

Il Territorio

pato rispetto alla data di manutenzione (non

sostituzione!) significa prendere tutti quei

soldi e buttarli in mare insieme ai costi di tut-

te le macchine collegate ad essa e insieme alle

perdite dovute all’arresto della produzione;

Gela produce il 40% dei combustibili consu-

mati in Italia, raffina 100000 barili di petro-

lio al giorno. Come ben si capisce, non parlia-

mo del mercato settimanale. Lasciare il posto

di lavoro senza il cambio turno previsto

avrebbe voluto dire, nel caso di arresto del

processo industriale, una perdita di decine di

milioni di euro per le cause descritte prima,

nel caso di mancato arresto, un disastro am-

bientale senza precedenti con perdite in dena-

ro ancora maggiori del caso precedente poi-

ché gli operai né spalano petrolio né caricano

sulle spalle i barili ma controllano il processo

di raffinazione ed i suoi parametri di funzio-

namento ottimale. Probabilmente i facinorosi

che hanno impedito il cambio turno non lo

di Giovanni Gotadoro

Considerazioni di un libero cittadino

italiano della Sicilia sulla protesta

I fatti, i danni, le interpretazioni della mobilitazione che

ha messo in ginocchio la Sicilia

“La settimana dei vespri siciliani”, così

qualcuno ha ribattezzato la settimana di

proteste e scioperi che ha praticamente

messo in ginocchio l’economia e gli scambi

commerciali dell’isola. Città i cui supermer-

cati presentano gli scaffali vuoti e i cui di-

stributori di combustibili sono costretti a

chiudere per esaurimento degli stessi, que-

sti gli effetti principali della protesta.

A Gela, alcuni manifestanti, hanno bloccato

l’ingresso dell’Enichem impedendo il cam-

bio turno per gli operai che sono rimasti

bloccati all’interno per più di 50 ore. Partia-

mo da questo singolare episodio. Premesso

che dallo stabilimento Enichem si poteva

uscire ma non si poteva entrare, la doman-

da che in molti si sono fatti è la seguente:

perché non hanno spento tutto e se ne sono

andati invece di rimanere all’interno oltre

50 ore? Le macchine (turbopompe, turbine

a vapore, turbocompressori, condensatori,

surriscaldatori, scambiatori di calore, ecc.)

impiegate nei processi di raffinazione sono

solitamente progettate per una durata di

lavoro senza interruzioni di 70000-80000

ore, quindi più di 9 anni. Prendiamo una

turbina multistadio a vapore del diametro

massimo di 6-7 metri, capace di produrre

una potenza di qualche megawatt, tipica di

questi impianti, il suo costo ammonta a cir-

ca 10 milioni di euro, un suo arresto antici-

Page 8: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

sapevano e, per averglielo permesso, pro-

babilmente neanche le forze dell’ordine o

chi impartisce loro gli ordini.

Un’altra considerazione doverosa che bi-

sogna fare è la seguente. Io capisco che

per causare disagi al resto dell’Italia si

blocchi il traffico delle merci ma ciò che

non sono riuscito a capire è il perché siano

stati bloccati, in ogni caso mai con duratu-

ra coerenza, i comuni cittadini che si spo-

stavano per motivazioni proprie, ad esem-

pio per motivi di salute o anche per anda-

re a lavorare, con tutto il seguito di risse

ed accoltellamenti. È mai possibile che in

questa terra nessuno possa mai essere au-

tonomo nelle proprie scelte e che se si

sciopera allora debbano per forza sciope-

rare tutti? A proposito, come al solito ci

sono persone cui piace passare nelle varie

attività intimando alla chiusura, fatto di

cronaca appurato ad esempio a Lentini

anche se a me piace pensare che tutto il

mondo è paese, a maggior ragione se il

mondo, in questo caso, è la Sicilia. Sono

del parere che chiunque abbia potuto pen-

sare che uno sciopero del genere sarebbe

stato solo dannoso, per

il modo in cui è stato

fatto, per la nostra eco-

nomia, e poiché,ogni

tanto, bisognerebbe

concedere un modo di

pensare diverso alle

persone, chi vuole scio-

perare lo faccia pure

ma lasci lavorare chi in

una tale follia suicida

non ci abbia sensata-

mente creduto. Il pro-

blema non è “questo

sciopero e per tutti”, il

problema è capire che il

modo in cui si sciopera non è detto che vada be-

ne a tutti, specie a chi guarda immediatamente

agli effetti dell’azione e non all’azione isolata.

Non potere fare la spesa, non potere spostarsi

fuori città in sicurezza, non sono effetti ragione-

voli di uno sciopero per un popolo. Chi sciopera

dovrebbe causare disagi ad altri, non a se stes-

so.

Secondo Coldiretti il danno nel settore agroali-

mentare ammonta a 50 milioni di euro. Si im-

maginino interi tir di arance che ammuffiranno

in quelle casse, prodotti caseari che sono rima-

sti nella sede di produzione, verdure, ortaggi,

frutta, pesce, carni, tutti prodotti siciliani che

dovevano riempire gli scaffali dei nostri super-

mercati e che invece sono stati lasciati a marcire

per impossibilità di trasportarli. Se questo non

è un danno fatto a noi stessi non riesco a capire

come qualcuno possa giustificarlo. Peraltro è,

piccola informazione di servizio, un danno che

non sarà risarcito.

Detto ciò, l’ultima considerazione che faccio ri-

guarda quella pessima immagine degli imbecil-

li, non trovo un eufemismo per definirli in ma-

niera più educata, che hanno bruciato il tricolo-

Pagina 8

Il Territorio

Page 9: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

in mera follia, una follia che seppur dettata da

tanti perché, le ingiustizie ci sono e non lo si

può negare, ci ha fatto rinnegare noi stessi e lo

stato a cui apparteniamo, l’ordine e l’educazio-

ne in favore del caos più sragionato.

Pagina 9

Tipografia Litografia Sergio Vinci

Grafica computerizzata - Stampa digitale

Via Roma n.63, 93016 Riesi - Tel. 0934/928387

Cell. 339 1015033

E-mail: [email protected]

Sito web: www.tipografiavinci.com

re a Palermo. Erano anche studenti. Se è ve-

ro che a volte un fatto eclatante rimanga il

simbolo di una azione collettiva adesso ci

vorrà molto di più che chiedere scusa, non

all’Italia ma a tutti quei siciliani mossi dalla

ragione e non da impeto primordiale, che

sono fieri di appartenere all’Italia e che cre-

dono nell’Italia, con tutte le difficoltà che

questo comporta e con tutti i vantaggi che

ne abbiamo sempre tratto.

Credo sia una brutta pagina della nostra sto-

ria, la storia della Sicilia, una pagina in cui

sostanzialmente una protesta è degenerata

Se vuoi aiutarci a sostenere le spese per

la stampa di questo giornale, puoi darci

un contributo presso la sede della nostra

Associazione InArte (dietro la Madrice) .

Noi abbiamo fiducia in te!

Il Territorio

Page 10: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 10

zio ai genitori, agli zii, agli amici e ai propri

insegnanti. Meglio un estraneo che non ci co-

nosce e non ci vuole bene.

Quali autori e generi letterari legge nel

suo tempo libero? - Dopo migliaia di ro-

manzi, adesso leggo quasi esclusivamente sag-

gistica. Storia, soprattutto, ma in genere tutto

quello che mi incuriosisce.

Come trascorre il tempo libero? - Non ne

ho. Quello che dedico alla televisione, a un

sonnellino o a una passeggiata non è tempo

libero, ma uno stacco necessario tra un lavoro

e l'altro e tra un impegno e l'altro. Il tempo

libero è sicuramente una bella cosa ma è an-

che molto noioso

Cosa ne pensa della recente legge Levi?

(Riforma che limita gli sconti sui libri al

25%)

di Anna Capici

Enzo Russo scrittore e consulente letterario

alla Mondadori, siciliano approdato in Lom-

bardia, vive fra Milano e Mazzarino (CL). Ha

debuttato nel ’75 con Dossier America Due

(SEI) e da allora ha pubblicato trentasei ro-

manzi, tradotti in diciannove lingue. Tra i

suoi titoli: Uomo di rispetto (1988), Il quat-

tordicesimo zero (1990), Nato in Sicilia

(1992), Nessuno escluso (1995), Saluti da

Palermo (1996), Né vendetta né perdono

(2000), Niente per cui morire (2010).

Cosa consiglia a chi vorrebbe fare lo

scrittore? - Leggere molto, scrivere e rileg-

gersi. Se rileggendo non si fanno almeno

cinquanta correzioni a pagina, vuol dire che

manca ancora la necessaria capacità autocri-

tica. In ogni caso non chiedere mai un giudi-

10 Domande a Enzo Russo:

l'uomo, lo scrittore, il cittadino

mazzarinese nel mondo

ISCRIVITI!!! Corpo Bandistico

Corale Polifonica

Il Territorio

Page 11: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 11

ISCRIVITI!!! Gruppo Majorettes

Corale Polifonica

Si legge già molto poco, e questa limitazione

non mi sembra proprio un incoraggiamento,

oltre a contrastare con la legge del libero mer-

cato. Se ci fossero ovunque biblioteche comu-

nali ricche e funzionanti non sarebbe un gros-

so problema. Purtroppo non è così.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

- Continuare a invecchiare con entusiasmo, in

modo attivo e interessante. Comunque ammi-

nistrare la mia vita è già abbastanza impegna-

tivo senza bisogno di mettere in cantiere pro-

getti impegnativi e a lungo termine.

Quando l'uscita di un nuovo libro? - Non

lo so. Dopo una quarantina di titoli non ho più

tanta voglia di scrivere. Per qualche anno sicu-

ramente non farò nulla. Per fortuna una nuova

casa editrice che debutterà l'anno prossimo ha

intenzione di ripubblicare molti dei miei vec-

chi romanzi oggi introvabili e questo, oltre a

farmi piacere, mi regalerà una seconda giovi-

nezza.

Quasi un anno fa è nata l'ass. Noi e la

Sicilia, perchè ha pensato di crearla e

farla nascere a Mazzarino? - L'ho fatta na-

scere a Mazzarino perché sono mazzarine-

se. Le motivazioni invece sono più com-

plesse. L'antiracket è importante, certo, ma

il messaggio è ben altro. La solidarietà, la

cultura antimafiosa o semplicemente civi-

ca, la dimostrazione che può esistere un'or-

ganizzazione attiva e funzionante il cui car-

burante non sia né la politica né il denaro,

che si muova trasversalmente nella società

senza essere legata a nessun interesse fi-

nanziario, religioso, partitico, sindacale,

Il Territorio

Page 12: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 12

Musica La «favola in musica» di Monteverdi

Territorio

ideologico. La risposta degli imprenditori,

della gente e degli enti fa ben sperare, ma i

conti li tireremo tra qualche anno.

Che progetti ha l'ass. Noi e la Sicilia per

il futuro? - Crescere, anzitutto. Assistere chi

abbia problemi con la criminalità, con l'usura,

con la pubblica amministrazione. Creare coo-

perative di giovani in grado di amministrare

beni confiscati alla mafia. Andare in giro per

le scuole spiegando ai ragazzi quali sono stati

gli errori delle generazioni che li hanno prece-

duti. Questo e molto altro.

Come vede Mazzarino rispetto a 10 an-

ni fa e tra 10 anni? - Rispetto a dieci anni

fa non è cambiata molto, ma rispetto agli anni

della mia adolescenza è un altro mondo.

Adesso non è più un piccolo ghetto meridio-

nale, è l'Italia, e come tale soffre dei difetti e

dei problemi del resto della penisola, ma con

meno risorse. Fra dieci anni sarà come adesso,

ma fra trenta o quarant'anni potrebbe essere

spopolata, e temo che si possa fare ben poco

per impedirlo.

Cosa consiglierebbe ai giovani disoccu-pati che emigrano in cerca di lavoro e non ritornano più nel proprio paese di origine? E a chi rimane? - Cosa si può consigliare a chi ha avuto il coraggio (o il co-raggio della disperazione) di abbandonare ra-dici, amicizie, abitudini, per avventurarsi in una realtà estranea e non troppo amichevole? Chi lo fa ha bisogno di auguri, non di consigli. Neanche a chi resta per mancanza di iniziativa saprei cosa consigliare. Ai pochi che restano per convinzione, invece, più che un banale consiglio posso offrire la mia solidarietà, e la creazione di “Noi e la Sicilia” mi sembra già un discreto atto di solidarietà.

Grazie Dott. Russo del tempo che ci ha dedicato!

di Carmelo Di Vara

Claudio Monteverdi (Cremona, 15 maggio 1567 –

Venezia, 29 novembre 1643) è un compositore oggi

noto ai più per i suoi madrigali. Tuttavia svolse un

ruolo chiave nella Storia della musica: innovatore

del linguaggio musicale, Monteverdi scrisse una

delle prime opere teatrali che ebbe un grandissimo

successo. Stiamo parlando de L’Orfeo. Un’opera

lirica – definita «favola in musica» nella copertina

della partitura del 1615 – in cinque atti, sul libretto

di Striggio, che racconta uno dei miti più narrati da

artisti di ogni genere.

L’Orfeo di Monteverdi nasce grazie al principe

ereditario Francesco Gonzaga che, attraverso

la mantovana Accademia degli Invaghiti, ordi-

nò la creazione di uno spettacolo per il carne-

vale 1607. Così venne commissionato L'Orfeo a

Claudio Monteverdi e al librettista Alessandro

Striggio, nobiluomo a servizio presso la corte,

grande amico del musicista. Ed è dunque gra-

zie a un gruppo di raffinati intellettuali che si

dà vita ad un’operazione culturale che marca

un netto distacco col passato. La prima dell'Or-

feo ebbe un successo tale da indurre il Duca a

una replica questa volta nel Teatro di corte.

La trama. Euridice, sposa di Orfeo, si trova in

un «fiorito prato» con le sue compagne e men-

Page 13: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

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tre raccoglieva dei fiori viene morsa mortal-

mente da un serpente velenoso. Venuto a co-

noscenza della terribile notizia, disperato e

inconsolabile, Orfeo decide di affrontare gli

inferi. Così, col suo canto, commuove il tra-

ghettatore Caronte e convince Proserpina e

Plutone a restituirgli la sua sposa. L'unica

condizione che viene posta affinché il suo de-

siderio venga esaudito è che lui non si giri

mai a guardare

Euridice, che lo

segue da dietro,

fino a che non sia-

no arrivati di nuo-

vo sulla terra. Ma

Orfeo – umano

più che divinità –

non resiste e, vol-

gendosi a guar-

darla, la perde per

sempre.

Il mito termina

con l'uccisione di

Orfeo da parte

delle Menadi, of-

fese dalla sua cre-

scente misoginia.

Monteverdi però

diede alle stampe

una partitura, nel

1609, con un fina-

le alternativo:

Apollo discende

dal cielo soccor-

rendo il disperato

figlio Orfeo e, risalendo, lo conduce con sé

tra le stelle. Al contrario, invece, il libretto di

Striggio del 1607 versifica l’uccisione di Or-

feo da parte delle Menadi (chiamate Baccanti

nell’opera). Oggi si sostiene che questo finale

(del quale non ci rimane la musica) fu neces-

sario per evitare l’utilizzo di macchine com-

plicate che facessero scendere Apollo dal cielo,

ma che il vero finale monteverdiano utilizzava,

piuttosto, la figura di Apollo per concludere

l’opera.

Il libretto di Striggio è sapientemente arricchi-

to di elegante poesia e struggente semplicità.

Basti pensare, facendo solo alcuni riferimenti,

al quanto mai umano Orfeo che si limita a ri-

spondere con un singolare e disarmante

«Ohimé» di

fronte alla no-

tizia della mor-

te della propria

amata; o, anco-

ra, al famosis-

simo ‘lamento

di Orfeo’ che si

conclude con

un chiasmo

così toccante

da commuove-

re e che, senza

un inutile com-

mento, riporto

qui di seguito:

«Tu sei morta,

mia vita, ed io

respiro? / Tu

sei da me par-

tita / Per ma

più non torna-

re, ed io ri-

mango? / No,

che se i versi

alcuna cosa

ponno, / N’andrò sicuro a’più profondi abis-

si, / E, intenerito il cor del re de l’ombre, / Me-

co trarrotti a riveder le stelle; / O, se ciò ne-

gherammi empio destino, / Rimarrò teco in

compagnia di morte. / Addio terra, addio cielo

e sole, addio.»

Musica

Page 14: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

La Foto del mese Pagina 14

a cura del “Club Fotoamatori Mazzarinesi “

Vogliamo iniziare questa rubrica “la foto del mese” non con una foto ma bensì con tre. Queste tre

foto sono vincitrici del concorso e hanno meglio rappresentato 150 anni dell’unita d’ Italia Le foto

sono di Clelia La Placa e Carmelo La Rocca appartenenti allo stesso club.

Nota critica

Ciò che unisce è l’ideale. L’ideale d’identità, l’ideale di appartenenza, l’ideale di libertà. Si sono

versati e si versano fiumi di lacrime e di sangue per esso, dovunque. Gli ideali ci sono sempre,

sempre molto forti, anche se sopiti nel buio di certi momenti. Sono la spinta universale. L’ideale

affascina ed è irresistibile. L’ideale! Cosa non si farebbe per l’ideale. L’ideale è un ricordo, una

partecipazione di pensieri (foto n. 1 Detto tra noi…!), una partecipazione festosa che contagia

(foto n. 3 piazza Italia!), un abbraccio che ci lega e ci sostiene (foto n. 2 uniti sotto un’unica ban-

diera). Il tutto sotto il simbolo di tre colori ideali: sacrificio, pace, speranza. È la tua, la mia, la no-

stra bandiera, nella quale il rosso sta per martirio e sofferenza paziente, il bianco per pace e one-

stà schietta da conseguire a qualsiasi prezzo, il verde per fiducia e attesa di realizzazione di con-

vinzioni oneste e di bene comune. Per l'ideale occorre credere. Profondamente credere.

a cura del Prof. A. Cassarà

Page 15: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Pagina 15

Clelia La Placa

e

Carmelo La Rocca

Page 16: Diabolus in Musica - Gennaio 2012

Associazione Culturale Musicale e di Volontariato “InArte” Corpo Bandistico “Santa Cecilia”

via Tripoli, 14 – 93013, Mazzarino (CL) tel: 320/6203069 - fax: 0934/383810

C.F: 90017800856 - P.IVA: 01773320856 sito web: www.bandamazzarino.it

e-mail: [email protected]

StuzzicaMente a cura di Giuseppe Siciliano

Soluzioni numero precedente

1 La superficie: 100 cm2

2 Sudoku:

3 Il ladro: 180

Sudoku 1

Le cifre 2

La scatola 3 - Difficile

Il fiume 4 - Medio

4 La media: 1000,5

5 La gara 11 Km

Una famiglia composta dai due genitori e da

due giovani figli vuole attraversare un fiu-

me. La loro barchetta può portare al più due

giovani o un solo adulto. Contando sia gli

attraversamenti in un senso che quelli

nell’altro, qual è il numero minimo di attra-

versamenti che la barchetta deve fare? ( ov-

viamente la barca non può attraversare il

fiume senza essere condotta).

Si costruisce una scatola aperta incol-

lando tra loro cubi di legno aventi spi-

golo 1 cm, le dimensioni esterne della

scatola finita sono 10cm x 10cm x

10cm. Qual è il numero minimo di cubi

necessari per costruire la scatola?

Si considerino tutti i numeri di 8 cifre for-

mati utilizzando una e una sola volta ognu-

na delle cifre 1,2,3,4,5,6,7,8,9. Supponendo

di farne il prodotto , qual è la cifra delle

unità di quest’ultimo?