di aldo zordan si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei...

32
1 Cari Amici, prima di tutto l’augurio di un sereno Natale e di un felice 2006. Quello che sta per concludersi è stato un anno particolarmente significativo per la nostra Federazione, che una volta di più ha dimostrato la propria vitalità e il proprio impegno per la tutela e la diffusione della cultura teatrale: sia attraverso la proposta di un numero cre- scente e qualitativamente sempre migliore di spettacoli e rassegne; sia attraverso un costan- te e intenso lavoro di avvicimento di questa cultura al pubblico in generale e ai giovani in particolare; e ancora attraverso la salvaguardia della letteratura in materia, tanto con la tutela del patrimonio di testi e copioni di tutte le epoche e delle più diverse realtà, quanto attraverso lo stimolo dato a una drammaturgia nuova e in rinnovato fermento. Nel corso dell’anno non sono mancate, al riguardo, verifiche importanti. Una prima testi- monianza è arrivata a livello di “numeri”, con il superamento dei tremila tesserati e il novero di ben 215 associazioni artistiche iscritte. E proprio osservando il repertorio di questa viva- ce realtà ci siamo resi conto della varietà e della profondità della proposta offerta da questo grande mondo di appassionati, che ha mostrato di saper andare al di là dei “soliti noti” sia come autori che come testi proposti, dando anche notevole risalto a quell’interessante ga- lassia della drammaturgia che è rappresentata dagli autori di compagnia, che nel mondo amatoriale possono trovare un terreno fertile nel quale seminare e veder fiorire la propria vitalità creativa. Quanto sia vivace questo nostro mondo, come ricorderete, è emerso chiaramente anche nel corso dell’ultimo congresso regionale, che ha visto il “tutto esaurito” all’appuntamento di Castelnuovo del Garda, nel corso del quale si è affrontato un tema di primaria importanza come la “promozione”, sia a livello di singole compagnie che come federazione. La stessa vitalità ha caratterizzato anche l’ultima edizione del festival nazionale «Maschera d’Oro», che ha raggiunto il traguardo record delle settantuno iscrizioni provenienti da ogni parte d’Italia, con la partecipazione anche di compagini amatoriali mai iscrittesi prima d’ora: testimonianza, questa, anche della credibilità di cui la nostra federazione, evidentemente, gode pure al di fuori dei propri confini. Appunto per rispondere a questo crescente impegno da parte delle associazioni artistiche che quotidianamente danno il proprio contributo a livello locale per accrescere la stima e il valore della federazione, il Comitato regionale ha avviato, fin dagli ultimi mesi del 2004 un rinnovato impegno anche sul fronte della comunicazione, sia interna sia rivolta all’esterno. Un lavoro condotto prima di tutto attraverso questa rivista, che alle due prime uscite dello scorso anno ha aggiunto quattro edizioni regolarmente pubblicate nel corso di questo 2005, mantenendo fede alle intenzioni di rendere quanto più ampia e approfondita la propria informazione. In più, abbiamo proposto nuove uscite editoriali (la più recente, lo ricordia- mo, è il volume di Annita Lavezzo dal titolo Goldoni e le sue sedici commedie nuove. Il capo- lavoro di Paolo Ferrari) e stiamo riorganizzando e ampliando sensibilmente la video-biblio- teca disponibile nella sede regionale: un’operazione di grande spessore resa possibile grazie all’appoggio di Regione e Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Da segnalare poi la conferma dell’importante convenzione con la Regione, punta di dia- mante di una collaborazione sempre più stretta e produttiva a tutti i livelli, con significativi risultati, tra l’altro, sul fronte editoriale, in particolare con il progetto della mediateca in corso di realizzazione. Nella stessa direzione va il riconoscimento del teatro amatoriale nel- l’attesa legge sullo spettacolo per la quale la Regione Veneto si sta attivamente impegnando. Infine, ma prioritaria, l’azione per portare a compimento quanto prima la progettata Scuo- la Regionale di Teatro: un programma importante, storico, che rappresenterà un fonda- mentale salto di qualità nella formazione in materia a livello veneto. scriveteci a [email protected] L’EDITORIALE di Aldo Zordan presidente regionale F.I.T.A. Veneto Si conclude un anno all’insegna dell’impegno

Upload: others

Post on 24-Sep-2020

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

1

Cari Amici, prima di tutto l’augurio di un sereno Natale e di un felice 2006.Quello che sta per concludersi è stato un anno particolarmente significativo per la nostraFederazione, che una volta di più ha dimostrato la propria vitalità e il proprio impegno perla tutela e la diffusione della cultura teatrale: sia attraverso la proposta di un numero cre-scente e qualitativamente sempre migliore di spettacoli e rassegne; sia attraverso un costan-te e intenso lavoro di avvicimento di questa cultura al pubblico in generale e ai giovani inparticolare; e ancora attraverso la salvaguardia della letteratura in materia, tanto con latutela del patrimonio di testi e copioni di tutte le epoche e delle più diverse realtà, quantoattraverso lo stimolo dato a una drammaturgia nuova e in rinnovato fermento.Nel corso dell’anno non sono mancate, al riguardo, verifiche importanti. Una prima testi-monianza è arrivata a livello di “numeri”, con il superamento dei tremila tesserati e il noverodi ben 215 associazioni artistiche iscritte. E proprio osservando il repertorio di questa viva-ce realtà ci siamo resi conto della varietà e della profondità della proposta offerta da questogrande mondo di appassionati, che ha mostrato di saper andare al di là dei “soliti noti” siacome autori che come testi proposti, dando anche notevole risalto a quell’interessante ga-lassia della drammaturgia che è rappresentata dagli autori di compagnia, che nel mondoamatoriale possono trovare un terreno fertile nel quale seminare e veder fiorire la propriavitalità creativa.Quanto sia vivace questo nostro mondo, come ricorderete, è emerso chiaramente anche nelcorso dell’ultimo congresso regionale, che ha visto il “tutto esaurito” al l’appuntamento diCastelnuovo del Garda, nel corso del quale si è affrontato un tema di primaria importanzacome la “promozione”, sia a livello di singole compagnie che come federazione.La stessa vitalità ha caratterizzato anche l’ult ima edizione del festival nazionale «Mascherad’Oro», che ha raggiunto il traguardo record delle settantuno iscrizioni provenienti da ogniparte d’Italia, con la partecipazione anche di compagini amatoriali mai iscrittesi prima d’ora:testimonianza, questa, anche della credibilità di cui la nostra federazione, evidentemente,gode pure al di fuori dei propri confini.Appunto per rispondere a questo crescente impegno da parte delle associazioni artisticheche quotidianamente danno il proprio contributo a livello locale per accrescere la stima e ilvalore della federazione, il Comitato regionale ha avviato, fin dagli ultimi mesi del 2004 unrinnovato impegno anche sul fronte della comunicazione, sia interna sia rivolta all’esterno.Un lavoro condotto prima di tutto attraverso questa riv ista, che alle due prime uscite delloscorso anno ha aggiunto quattro edizioni regolarmente pubblicate nel corso di questo 2005,mantenendo fede alle intenzioni di rendere quanto più ampia e approfondita la propriainformazione. In più, abbiamo proposto nuove uscite editoriali (la più recente, lo ricordia-mo, è il volume di Annita Lavezzo dal titolo Goldoni e le sue sedici commedie nuove. Il capo-lavoro di Paolo Ferrari) e stiamo riorganizzando e ampliando sensibilmente la video-biblio-teca disponibile nella sede regionale: un’operazione di grande spessore resa possibile grazieal l’appoggio di Regione e Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno eAncona.Da segnalare poi la conferma dell’importante convenzione con la Regione, punta di dia-mante di una collaborazione sempre più stretta e produttiva a tutti i livelli, con significativirisultati, tra l’altro, sul fronte editoriale, in particolare con il progetto della mediateca incorso di realizzazione. Nella stessa direzione va il riconoscimento del teatro amatoriale nel-l’attesa legge sullo spettacolo per la quale la Regione Veneto si sta att ivamente impegnando.Infine, ma prioritaria, l’azione per portare a compimento quanto prima la progettata Scuo-la Regionale di Teatro: un programma importante, storico, che rappresenterà un fonda-mentale salto di qualità nella formazione in materia a livello veneto.

scriveteci a [email protected]

L’E

DIT

OR

IALE

di Aldo Zordan presidente regionale F.I.T.A. Veneto

Si conclude un annoall’insegna dell’impegno

Page 2: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

2

Maschera d’Oro:le sette finaliste

18° FESTIVAL NAZIONALE

Scelte le compagnie che si sfiderannotra febbraio e marzo 2006al Teatro San Marco di Vicenza

già stato ribattezza-to il fest ival del re-cord, perché le set-

tantuno iscrizioni raccoltein tutta Italia per parteci-pare a questa nuova edizio-ne della Maschera d’Oro, ladiciottesima, hanno di persé segnato un traguardoimportante: lusinghieroper Fita Veneto che orga-nizza la kermesse, e signifi-cativo per mettere in risal-to come e quanto il teatroamatoriale italiano sia vivo,presente e pieno di energia.Una bella premessa a que-sta edizione 2006, dunque.Rinforzata dall’ottimo giu-dizio dato dai selezionato-ri in merito al livello degliallest imenti presentati inconcorso.Alla fine, la scelta è cadutasu di loro: Compagnia diLizzana in E per questo re-sisto scritto e diretto da Pa-olo Mafrini, da autori vari;Compagnia Teatro d’ArteSpresiano (Treviso) in Au-gel l in Belv erde di CarloGozzi, adattamento e regiadi Simone Derai e PaolaDallan; Estravagario Tea-tro di Verona, in Romeo eGiulietta di William Shake-speare, adattamento di Al-berto Bronzato e Davide

È

In palio anche Faber e Olimpicograzie all’Associazione ArtigianiDodicesima edizione per il Premio Faber Teatro, pre-stigioso r ico noscimento, abbinato alla Mascherad’Oro, messo in palio dall’Associazione Artigiani del-la provincia di Vicenza. Eccezionale il “montepremi”:la possibilità di allestire uno spettacolo, per una sera,sul palcoscenico del Teatro Olimpico, gioiello palla-diano del Cinquecento, che nel corso dei secoli ha vi-sto esibirsi i più bei nomi de lla prosa e della musica.Il premio, come noto, viene assegnato contempora-neamente al trofeo de l festival e va alla compagniavincitrice del festival, che conquista così la possibili-tà di mettere in scena un proprio spettacolo sul pre-stigioso e antico palcoscenico.La scelta dello spettacolo da al lestire tiene natural-mente conto de lla straordinaria collocazione nellaquale la compagnia è chiamata ad esibirsi, anche sein genere le compagnie vincitrici del festival hannooptato per quello vincitore de lla kermesse.

Co nati, regia di AlbertoBronzato; Gad Città di Pi-stoia in Il trigamo, ovveroVenga a prendere il caffè danoi di Piero Chiara, regia diFranco Checchi; La Trap-pola di Vicenza in Montser-rat, eroe o assassino di Em-manuel Ro blès, re gia diPiergiorgio Piccoli; Spec-chio Rovescio di Roma inLe voci di dentro di Eduar-

do De Filippo, adattamen-to e regia di Claudio Mori-ci; Teatro Giovani di Luc-ca in Ora no, tesoro di RayCooney, regia di Anna Fa-nucchi.Accanto dunque a tre “vol-ti noti” per il festival - lecompagnie di Pistoia, diVicenza e di Verona, le pri-me due vincitrici di unaedizione a testa del festival,

quella scaligera addiritturadi tre - l’edizione 2006 del-la Maschera si presenta de-cisamente al l’insegna dellanovità come partecipanti edella varietà come generi eautori. Insomma, davverouna gran bel la edizione,che dà appuntamento alpubblico, come sempre, alTeatro San Marco di Vicen-za tra febbraio e marzo.

Page 3: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

3

I protagonisti della Maschera d’Oro 2006

lec

om

pa

gn

ie

E S T R AE S T R AE S T R AE S T R AE S T R AVVVVVAAAAAG A R I O - G A R I O - G A R I O - G A R I O - G A R I O - VVVVVe re re re re ro n ao n ao n ao n ao n a

G A D C I TG A D C I TG A D C I TG A D C I TG A D C I TTÀ DI PTÀ DI PTÀ DI PTÀ DI PTÀ DI PI S TI S TI S TI S TI S TO I AO I AO I AO I AO I A

T E AT E AT E AT E AT E AT RT RT RT RT RO G I OO G I OO G I OO G I OO G I OVVVVVANI - LANI - LANI - LANI - LANI - Lu c c au c c au c c au c c au c c a

LLLLL A A A A A T R A P P O LT R A P P O LT R A P P O LT R A P P O LT R A P P O LA - A - A - A - A - VVVVVicenzaicenzaicenzaicenzaicenza

C .C .C .C .C . TTTTT..... d d d d d’ a r’ a r’ a r’ a r’ a rte SPRESIANO - te SPRESIANO - te SPRESIANO - te SPRESIANO - te SPRESIANO - TTTTT VVVVV S PS PS PS PS PE CE CE CE CE CCHIO RCHIO RCHIO RCHIO RCHIO ROOOOOVESCIO - RVESCIO - RVESCIO - RVESCIO - RVESCIO - Romaomaomaomaoma

CCCCCO M PO M PO M PO M PO M PAAAAAGNIA DI LIZZGNIA DI LIZZGNIA DI LIZZGNIA DI LIZZGNIA DI LIZZA N AA N AA N AA N AA N A

Page 4: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

4

Antonio Zanoletti

Protagonistadi un convegnosul mestieredell’attoresvoltosi a Vo’di Brendola

l convegno sul me-st iere de ll’atto re,svoltosi nelle scorsesettimane nel Vicen-

tino, a Vo’ di Brendola, conl’organizzazione dell’Acca-de mia Artist ica Pappa-mondo diretta da BrunoScorsone, ha esordito di-cendo che, in quella sede,non si sarebbe parlato deigeni, di quelli che «posso-no permettersi di mangia-re un bue prima di salire sulpalcoscenico e r iuscire co-munque a essere grandi:questi - ha precisato - sicontano sulle dita di unamano, e avanzano due o tredita....».A Vo’ si sarebbe invece par-lato «di noi operai del tea-tro, che con assoluta umil-tà e semplicità si lavora, eattraverso l’impegno e lafatica si r iesce a otteneredei r isultati».Abbiamo iniziato da qui,una volta terminato il con-vegno e poco prima che perlui iniziassero le prove perlo spettacolo serale dedica-to a padre David Maria Tu-roldo, a conversare con An-tonio Zanoletti, attore: allespalle un debutto con Gior-gio Strehler, diverse stagio-ni al Piccolo Teatro di Mi-lano, una carriera costella-ta di importanti produzio-ni con attori e regist i difama, da Luca Ronconi aFranco Branciaroli, da Lui-gi Sq uarzina a ClaudioLonghi, da Luca Barbare-

A

schi a Lamberto Puggelli,Enrico D’Amato, MarioMorini, Fabio Battist ini,Andreé R. Shammah; tour-née con compagnie comegli Stabili di Torino, Roma,Firenze, Trieste e ancoracon il Teatro Manzoni diMilano, il Carcano, il Fran-co Parenti, il Teatro del leArti di Roma, il Teatro de-gli Incamminati, la Com-pagnia dell’Eremo...

Impegno e fatica, dunque.Zanoletti non ha dubbi: «Ilteatro è una disciplina. Iocred o che il rigore, chevuol dire anche disciplina,sia fondamentale a tutti ilivelli, che si parli di ama-toriali o professionisti: unadistinzione che non esistequando si è sul palcosceni-co e si lavora per arrivarci.Il confine tra chi lo fa dimestiere e chi non lo fa di

mestiere sarebbe molto la-bile se tutti avessero questo:una disciplina. Poi certouno lo fa a livello amatoria-le perché di giorno fa unaltro lavoro, ma ci mette lostesso impegno e le stessefatiche dell’altro. E sia chia-ro: non sempre trovo deibravi attori nel mio mestie-re e cattivi nel mondo ama-toriale; anzi, talvolta è pro-prio il contrario, il che vuol

di Alessandra Agosti

«Il teatroè disciplina»

L’INTERVISTA

Page 5: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

5

dire che dipende dal modoin cui ti poni tu di frontealle cose che fai».«Io non faccio dist inzioni -co ntinua - anche perchéanch’io vengo da lì, tu ttinoi veniamo da lì: abbiamoimparato al l’oratorio cos’èil teatro. Poi può cambiarela tua vita se hai la folgora-zione del teatro, come è ca-pitato a me».

Quella volta a Milano,davanti al PiccoloLa folgorazione a lui è ca-pitata a Milano: «Avevo già24 anni e facevo il graficopubblicitario. Mi trovavo aMilano per lavoro e sonopassato davanti al Piccolo...E lì, quando passi e vedi unmanifesto con su scritto ReLear e c’è Strehler che esce,c’è Lavia... Allora pensi: “Èuna vita che voglio fare ilmestiere dell’attore: cosaaspetto?”. E decidi: “Buttoalle ortiche tutto, gli annidi grafica pubblicitaria,tutto il resto, e vado a farel’attore, perché da semprevoglio fareq u e s t o ” .Sono anda-to all’Acca-demia a ventiquattro annico mpiuti, bluffando sul-l’età: mi sono detto “o la vao la spacca”. E non mi sonoancora pentito. Per niente.Ho la fortuna di vivere conil mio mestiere, ma l’im-portante è che voglio rea-lizzarmi con il mio mestie-re».In effetti, per Zanoletti si ètrattato di una vera voca-zione. Sorride raccontandodi quegli anni: «La mia erauna famiglia di contadini.Ma ricordo che da bambi-no mungevo le mucche eintanto brontolavo: “Ma iovoglio fare l’attore, cosa stoqui a mungere le mucche?”.E gli altr i mi prendevano ingiro: “Ma sta zitto e mun-gi! L’attore? Ma da dovevieni?”».Quella “strana passione” inlui era nata «da una cosa te-nerissima: ero un bambinoe sotto il portico di casac’era una compagnia di

giro che al lestiva il palcoper lo spettacolo della sera.Io stavo lì a guardare e a uncerto punto uno della com-pagnia mi fa: “Ma cosa failì?” E io: “Sto aspettando ilteatro”. “Non stare lì, v ienisu”, mi disse. E da quel mo-mento, in quella scatolamagica, mi sono ritrovatoa fantasticare... credo che lìho “inseminato l’idea”, do-p odiché sono dive ntatogrande, ho fatto dell’altro,ma intanto con la Fita, lecompagnie amatoriali, g liamici per far teatro... lapassione cresceva».A proposito di vocazioni,folgorazioni, inclinazioni,Zanoletti è deciso: «L’im-portante è verificarle. Cel’ho messa tutta. Poteva an-che andar male, potevo ri-trovarmi dopo anni a nonsapere come fare ad anda-re avanti a vivere e cambia-re mestiere sarebbe statotriste e difficile; ma sareb-be stato anche peggio fareil grafico pubblicitario , macon il r impianto di dire

avrei voluto fare l’attore manon l’ho fatto. Ho rischia-to. Oggi chissà se avrei lastessa... incoscienza. Mal’incoscienza a volte fa ladifferenza».

A casa non l’ho detto.Poi, un giorno...Torniamo agli anni dell’Ac-cad emia. A casa comel’hanno presa? Sorride di

della bravura o meno, de-gli amatoriali tengo a sot-tolineare la funzione chehanno: quella capillare diarrivare dove non arriva ilteatro ufficiale; la loro pas-sione, soprattutto quando èautentica, è un lavoro diruscelli sotterranei,che nu-trono e tengono in vita ilteatro».«La discilina e il r igore -continua - li ho imparatiproprio nel mondo amato-riale. Ho imparato ad ama-re le cose che fai e con chile fai. Lo stesso costume,che è parte integrante deltuo essere attore, lo de viamare e rispettare. Quandovedo qualcuno - anche trai miei colleghi - che buttail costume dicendo “ci pen-serà la sarta”... io ci riman-go sempre male. Io lo ap-p endo, il costume, perchélo devo ritrovare il giornodopo. Questo lavoro va fat-to nei dettagli. Non sei at-tore solo quando sei sulpalcoscenico. E poi dobbia-mo farci trasformare dalle

cose che facciamo: fare ilteatro - che è meglio chefare tanti altr i mestier i,perché hai la possibilità discandagliare grandi pensie-r i - ti dà più responsabili-tà, perché devi tenere invita queste parole che t isono state affidate e r iem-pirle di significato per tra-smetterle a chi t i viene avedere».

L a sacralità del teatro:un rito da compiere«Il mio mestiere lo intendocosì - continua l’attore - elo dico sempre: non si va inpalcoscenico per un succes-so televisivo, per una biz-zarria o per stare disinvol-t i: si va pe rché si senteun’urgenza di essere lì afare un rito che ha a chefare col sacro, perché il solofatto di aprire un sipario è

continua

nuovo: «A casa non ho det-to niente. Mia madre michiedeva perché tornavosempre a casa tardi e io lera ccontavo che avevo unsacco di lavoro in un uffi-cio, cose da portare a Mi-lano.. Ma poi, finit i i treanni di Accademia, sonotornato a casa e ho detto:“Mamma, mi ha chiamatoStrehler”».Naturalmente, alla mammaun pochino “chi” era effet-tivamente Strehler ha do-vuto spiegarlo. Ma quandolo spettacolo del debutto èstato pronto - Nost Milan alPiccolo Teatro di Milano,con Mariangela Melato e laregia di Strehler - Zanolet-ti è andato a casa e ha det-to: «Adesso venite tutti avedere l’Antonio che reci-ta. E lì è successa una cosadolcissima, perché dopo lospettacolo mia mamma mifa : “Sai, ero seduta vicinoa una signora ed ero moltoemozionata, così le ho det-to: “Sa, là stasera debuttamio figlio”. E questa signo-

ra mi ha de tto: “Anch’iosono molto emozionata:perché la regia l’ha fattamio figlio”. Insomma, duemadri - la mia e quella diStrehler - e una stessa tene-rezza».

Amatoriali: come tantiruscelli sotterraneiTorniamo al l’esperienzacome amatoriale. «Al di là

Avevo 24 anni e mi dissi: ma cosa aspetto?

Page 6: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

6

come aprire un tabernaco-lo. Non è blasfemo quelloche dico: il sipario ha que-sta funzione di “rivelare” epoi “richiudere”; se non c’èil rito del teatro il teatromuore. Ecco perché certecose televisive non devonocontaminare il rito del tea-tro: ma in realtà lo hannogià contaminato e lo fannodiventare un marciapiede.E purtroppo anche il pub-blico è cambiato, si è abi-tuato. Ed è per questo chebisogna intervenire presto,da tutte le parti ad alimen-tare il teatro nel vero sensodella parola. Non dico cheil teatro debba avere unacentralità, che sia il fulcrodelle arti espressive: ma si-curamente è la più vicina aDio, nel senso che è un mi-stero che si r ivela ogni vol-ta. Un’altra cosa r ispetto auna pellicola che va da séanche se non ci sei o a unatelevisione che va avanticon le sue... frattaglie. Il te-atro puoi farlo al meglio setieni a mente la sua origi-ne, che è sacra. Con la no-stra civ iltà abbiamo già tol-to molti aspetti sacrali allavita (e infatt i vediamocomeva a finire la società): biso-gna recuperarli anche at-traverso il teatro, e lo pos-sono fare sia i professioni-sti che gli amatori: è percome t i poni tu nelle coseche fai. I l che non significafare soltanto le tragedie...Anche se fai Goldoni, ilgrande Carlo Goldoni: masolo se ne rest ituisci lagrandezza e non lo fai perdivertire e basta».

Il pubblico, la te levisionee il «fenomeno Paolini»«Non portiamo la televi-sione in teatro: lasciamolalì. la gente, se vuole, la te-levisione se la guarda acasa. A teatro la gente devevenire con la stessa urgen-za che hai tu, attore, di farequelle cose in quel momen-to. Allora il teatro ha sensoperché c’è un pubblico cherecepisce queste cose».Ma un app orto positivodella televisione potrebbe

esserci? Pensiamo a quantagente ha avvicinato al tea-tro il “fenomeno Paolini”,che pure non ha inventatonulla di nuovo, solo cheprima, quelle stesse cose, levedeva solo il pubblico delteatro, mentre Paolini ha“fatto teatro” davanti a mi-lioni e milioni di telespet-tatori. «Certo. Anche se dalì è iniziato un fenomenopericoloso: la televisioneomologa tut to quanto .Dopo Paolini c ’è stata l’on-da del teatro dei narratori:io non voglio fare nomi, maci sono altr i attori o attricimonologanti che sono...imbarazzanti. Insomma, latelevisione può documen-tare il teatro, informare sulteatro o come ha fatto conPaolini può diffondere la-presenza di un attore comelui. Il teatro vero, però, nonlo si fa con la televisione.Può essere un mezzo pertest imoniare, per dare lanotizia... si può anche regi-strare il teatro per la tele-visione e r imane come do-cumento, ma non sarà mail’evento del teatro che na-sce e muore in quel mo-mento lì e il g iorno dopo èun’altra cosa. Quindi seusata bene la televisione hauna grande valenza, masempre più è usata male: leveline, che dicono facciamole attr ici... signore mie, nonsiete attrici: fare l’attore ol’attr ice è un’altra cosa: èpiù faticoso, non c’è un ri-sultato immediato; nonsentirti attrice: fai la Veli-na. Io non biasimo e nondico nulla. Fallo, ma nondire che fai l ’attr ice: èun’altra cosa. Via, su! Un

po’ di r ispetto per chi hadedicato la propria vita al-l’arte teatrale e al teatro».

Se l’attore è anche re gista:binomio possibile?Nelle compagnie amatoria-li molto spesso l’attore èanche regista: cosa ne pen-sa? «A volte è possibile, nondico di no, ma devi avereuna qualità in più r ispettoa tutti gli altr i tuoi colleghi:la capacità a360° di leggereil testo e di avere un occhiovigile esterno al tutto. Èuna specie di dire t to red’orchestra: devi saper fareanche questo molto bene,d evi coo rdinare; se seitroppo preso a fare il pri-mo attore a volte nagarip erdi di vista il tu t to equindi rischi di non farlobene... Personalmente, cre-do sia melgio, quando pos-sibile, tenere separate ledue cose, proprio per que-sta necessità che ha il regi-sta di vedere dal di fuori iltutto, però ci sono anchedei casi in cui uno ha vera-mente delle capacità e puòfare sia l’uno che l’altro».

Meglio non chiudersiin un solo repertorioSpecializzazione. Tut toGoldoni, tutto teatro ditradizione... Scelta natura-le o sarebbe meglio muo-versi? «Io non amo le spe-cializzazioni: specializzarsiin una cosa vuol dire stere-otiparla. la fortuna che haiè di avere gradi autori egrandi test i: scandaglia,me t tit i a l la prova; conumiltà, tanta umiltà ».

Dialetto: bene il colore,ma attenti alla flemmaParliamo della sua voce.Bellissima. L’inflessione ve-neta invece, nelle nostrecompagnie, è sempre in ag-guato. Meglio controllarlao lasciamo che Amleto,qualche volta, scivoli un po’tra sulle vocali? «A me nondisturba un attore che ha“cadenza”. Mi disturba seha la “flemma” del suo dia-letto. La coloritura che haun dialetto può essere un

apporto per la costruzionedel personaggio, per trova-re la verità di quel perso-naggio, ma poi bisogna ri-pulire, disciplinarsi: in-somma, non preoccupia-moci del “bel dire”, che poidiventa “birignao” fine a sestesso e falso; ma attenzio-ne che questo non diventimancanza di rigore di di-sciplina».

Drammaturgia:autori di compagnia...Parliamo di autori. Quellidi compagnia? «È un feno-meno interessante (d’altraparte lo è stato anche Pi-randello): diamo la possi-bilità a certa drammaturgiacontemporanea di esseresperimentata; ma rimanecomunque il consiglio, perle compagnie, di non fer-marsi, di non specializzar-si, anche in questo senso».

... ma la televisioneè sempre in agguatoE per il resto? Com’è la si-tuazione autori in Italia? «Èmolto precaria, c’è po caro ba alta in giro. Ancheperché la drammnaturgianon è accattivante quantola sceneggiatura per la te-levisione o per il cinema. Sicade sempre lì: la mercifi-cazione è pericolosissima.La televisione è una gran-de... diciamo tentatrice. Tiseduce, ma è pe ricolosaperché ti “s-dai”. Infatti stomolto lontano dalla “scato-letta”. Sono contento quan-do certi attori teatrali fan-no certi sceneggiati perchép ossono app ortare unaqualità... Ma purtroppo lavediamo noi. Chi va ai pro-vini per la televisione poimi racconta che spesso vailì e ti senti dire: sì, bene; masei teatrale... E io gli dico:prendilo come un compli-mento, perché se essere at-tore come lo intendonoloro è dire le battute sciol-te, moderne, buttate via,allora io sono orgoglioso diessere teatrale».Viva il teatro, allora.«Assolutamente viva il tea-tro». Parola di attore.

«Se non c’è il rito delteatro, il teatro muore»

Page 7: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

7

con

cors

o

i è recentemente te-nuta al Teatro SanMarco di Vicenza

l’edizione 2005 delco ncorso «Teatro dal laScuola», storica kermesseideata da Mariano Santin eorganizzata dal l’Associa-zione «Città di Vicenza» incollaborazione con la Fitaregionale.Grande come sempre l’in-teresse suscitato da questamanifetsazione, che apreuna significativa finestrasul mondo della scuola edei giovani interessati alteatro, che ogni anno mo-strano una carica di entu-siasmo e di impegno dav-vero straordinari.Così è stato anche que-st’anno, con la partecipa-zione di nove istituti pro-venienti dalle province diVicenza, Verona, Treviso ePa dova, a contendersi lavittoria nelle tre categorie“interpre tazione indivi -d uale”, “interpretazionecollett iva” e “migliore rea-lizzazione”.Cominciamo dai singoli,tra i quali la giuria, pur

S senza rilevare particolaridoti di eccellenza in qual-che giovane partecipante,ha r itenuto di pre miare«per lo sforzo di adatta-mento di un giovanissimoad un personaggio difficileed estremamente caratte-rizzato » Marco Vincenzi,dell’Ist ituto G. Cotta di Le-gnago, nel Veronese, «cheha reso - si legge nella mo-tivazione - con disinvoltu-ra e piacevole naturalezzala figura di Paron Fortuna-to ne Le baruffe chiozzotte diCarlo Goldoni».E veniamo all’interpreta-zione collettiva. «Per l’ade-guata distrubuzione deiruoli, per la sostanzialeaderenza ai personaggi e lagenerale buona imposta-zione recitativa e gestuale»i riconoscimenti sono an-dati al Liceo Marconi diConegliano Veneto (Trevi-so) per Solo gli illusi vivonod’amore di autori vari e al-l’Ist ituto Cotta di Legnagoper Le baruffe chiozzotte.Infine, i premi per la mi-gliore realizzazione. «Perl’intelligente scelta dei testi

- si legge nel verbale dellagiuria - per la regia accu-rata, per l’interpretazioneessenziale e pulita dei varip ersonaggi, per il funzio-nale uso di luci e musiche»,i premi sono andati a Viag-gio nel teatro di autori varimesso in scena dal l’Ist itu-to Fracastoro di Vero na,quindi a Dantesca da Dan-te Alighieri messo in scenadal l’Istituto Tecnico Bo-scardin di Vicenza e infinea La tempesta di WilliamShakespeare del l’Ist itutoM agistrale Fo gazzaro diVicenza.La manifestazione è statarealizzata con il concorso diRegione Veneto - Assesso-rato alla Cultura, Fonda-zione Monte di Pietà di Vi-cenza, A.I.C.S. - Associa-zione Italiana CulturaSport - Comitato provin-ciale di Vicenza, Associa-zione Culturale Cineforumdi Vicenza e Il Giornale diVicenza.la serata di pre-miazione è stata condottadal lo stesso “patron” Ma-riano Santin e da LilianaBoni.

Ist. C. Montanari VeronaAntigonedi Sofocle (adattamento)

Ist. B. Boscardin VicenzaDantescada Dante Alighier i

Ist. G. MarconiConegliano Veneto (Tv)Solo gli illusi... di Var i

Ist. G. Fogazzaro VicenzaLa tempesta di Shakespeare(adattamento)

Ist. P. Scalcerle PadovaL’opera da tre soldidi Brecht (adattamento)

Ist. G. FracastoroVeronaViaggio nel teatro di Var i

Ist. G. Cotta Legnago (Vr)Le baruffe chiozzottedi Goldoni (adattamento)

Ist. G. Fracastoro VeronaL’opera da tre soldidi Brecht (adattamento)

Ist. L. CalabreseBussolengo (Vr)Tra rasi, mer letti... di Var i

«Teatro dalla Scuola»:vince... l’entusiasmo

I risultati dell’edizione 2005 della prova

i pa

rtec

ipa

nti

Page 8: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

8

Il giovane David Conati

Veronese,timidissimoe iperattivo.

Parlando di sèsi definisce

un autoreche, a fianco

di un regista,rende rapido

il processodi creazione

di un testo

Chiamatemikatalizzautore

FUORI L’AUTORE!

rende il via con que-sto numero quellache, per un po’ ditempo, sarà una ru-

brica fissa nelle paginedella nostra rivista: «Fuo-ri l’autore!». L’idea ci è ve-nuta osservando i risulta-ti dell’interessante indagi-ne compiuta sul reperto-rio attuale de lle compa-gnie iscritte a Fita Veneto,che hanno dimostrato, ol-tre alla varietà dei titolipresi in considerazione,anche una buona presen-za di autori contempora-nei e, tra questi, di autori«di compagnia», la cui at-tività è cioè legata a dop-pio filo con un pre cisogrupp o teatrale.Degli uni e degli altri par-leremo dunque a partireda questo numero , perracco ntarvi , chi son o,come sono arrivati al tea-tro, come lavorano.E allora, andiamo a inco-minciare...

P

ta lavorando a quat-tro mani con PaoloBeneventi a un ma-

nuale di teatro per ragazziche uscirà, per l’editriceSonda, la prossima prima-vera, in occasione della tra-dizionale Fiera del Libro aBologna. nel frattemp oscrive, traduce, r ielabora esi da da fare, parecchio, perritagliarsi un posto in pri-ma fila nella drammaturgiacontemporanea. David Co-nati, c lasse 1968, veronese,

vissuto nell’infanzia in giroper l’Europa e in particola-re sotto il sole della Spagna,si è avvicinato al teatro aitempi del la scuola: «Hofrequentato le Medie a SanBonifacio - r icorda - e miè capitato di incontrare ...un tale Roberto Puliero,che insegnava nel mio isti-tuto e al pomeriggio tene-va dei laboratori teatrali. Iosono sempre stato una per-sona molto timida, e misono iscritto prima di tut-

to per vincere una serie diblocchi che avevo; è incre-dibile, ma quando sali suun palcoscenico scattanodei meccanismi strani: c ’èchi si terrorizza e non vuo-le più salire e chi, invece,non vuole più scendere. Ame è successa una via dimezzo. Ho recitato per di-versi anni e anche adesso,quando facciamo produ-zioni per ragazzi, partecipoperché mi diverto. Ma ge-neralmente preferisco lavo-

S

Page 9: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

9

rare al la produzione dellospettacolo».Conati lavora con diversisoggetti: «Preferisco esseremolto indipendente, nonlegarmi a nessuno, soprat-tutto per la mia att ività diautore. Diciamo che “scel-go”, perché ci sono personemolto capaci nelle più di-verse realtà e il fatto di la-vorare co n qualcuno inparticolare può far pensa-re che tu operi con quelsoggetto “in escl usiva”, ilche non è». Prop rio perquesto si denisce «un auto-re mercenario», o meglio«un katalizzautore: mipiacciono i giochi di paro-le e in questo unisco l’ideadi autore a quella di cata-lizzatore, che è un enzimache accelera i processi; cosìse c’è un re gista che haun’idea e una compagniama non sa come metterla inscena... mi chiama e la cosasi realizza».

Dalla scuola infermierial master al Piccolo

Torniamo alle origini. Ter-minate le Medie, scelte fa-miliari lo hanno portato aiscriversi all’I tis: «Mio pa-dre voleva che seguissi lesue orme co me te rmoi-draulico, ma io volevo fareil Dams; lui mi ha detto“scòrdatelo” e io, per r ipic-ca, mi sono iscritto al lascuola per infermieri pro-fessionali». Per farla breve,il nostro indossò il suo bra-vo camice e fece anche car-riera, finché un giorno,quand’era diventato re-sponsabile di una struttu-ra sanitaria - ma continua-va a frequentare assidua-

mente il mondo del teatro- gli dissero che forse era ilcaso che facesse una scelta.E lui la fece. A quel punto,consiglio di famiglia: «Conmia moglie, che è inse-gnante e senza la quale non

sarei riuscito a fare quelloche ho fatto, abbiamo ri-flettuto sulla nostra situa-zione e ci siamo accordatiper cinque anni di temponei quali vedere come an-dava: se fosse andata maleavrei smesso definit iva-mente, altrimenti...» È an-data “altr imenti”, non c’éche dire, complici un inne-

gabile talento naturale eun’altrettanto innegabilesto ffa da manager di sestesso. Conati - fra un lavo-ro saltuario e l’altro, dabenzinaio a commesso inun negozio di strumentimusicali, e fra un laborato-rio e l’altro - si è buttato a

così il C.E.T., la scuola diMogol per autori di testi (lamusica è l’altra sua grandepassione: non si sa dovetrovi il tempo, comunque èanche produttore musicalee suona pure chitarra e pia-noforte), corsi di scritturacreativa a Padova, tra l’al-

capofitto nel lavoro, fre-quentando di pari passouna lunga serie di corsi didrammaturgia, scritturacreativa e quant’altro po-tesse essergli utile per met-tere a frutto quel “pallino”

che da sempre - fin dalleelementari - lo aveva por-tato a interessarsi di teatro,a fare parodie dei classici ea farsi dire dall’insegnantedi italiano, alle superiori,che se avesse impiegato lostesso impegno nelle coseserie di strada avrebbe po-tuto farne parecchia... Nel-la sua formazione entrano

tro con Giulio Mozzi, e unmaster di scrittura teatraleal Piccolo di Milano, nel2002, con Antonio Albane-se e Gino e Michele («È sta-to meraviglioso», ricorda):«E se posso continuo adandare a tutti i corsi che miinteressano, perché altr i-menti rischi di chiuderti».Se nte la mancanza delDams? «Adesso no, ancheperché sicuramente non hoil diploma, ma la formazio-ne che mi sto costruendomi dà quello di cui ho bi-sogno». E poi c’è il talento:«Non so se ho talento» dice,«ma sicuramente ho tena-cia».Oltre ai corsi, l’altro ingre-diente fondamentale nellapreparazione di David Co-nati sono i libri: «Leggere èfondamentale. Leggere tan-to e leggere tutto, dalla Set-

t imana Enigmistica al-l’Ulisse di Joyce, da Liala ai“Piccoli brividi”. I miei li-bri sono pieni di appunti edi foglietti con riferimenti,specie quando si tratta ditest i che leggo per lavoro».

Le regole d’oro di Conati1. Formazione e aggiornamento continui2. Conoscere direttamente il mondo del teatro,

soprattutto per rendere “realizzabili”le proprie idee anche da un punto di vista tecnico

3. Leggere, leggere, leggere. E ancora leggere.4. Quando si ha un’idea, partire dalla fine:

bisogna sapere dove si vuole arrivare5. Il re gista ha l’ultima parola

Qui accanto, la copertina di unvolumetto umoristico firmato

da David Conati e BarbaraFortelli, frutto dell’esperienza

maturata nel settore sanitario.Titolo: «Infermieri»; sottotitolo:«Siamo tutti servi della flebo».

Per la collana Lavori social-mente inutili dell’Ed. Sonda

Fin da bambino, grande passione per il teatroPoi un giorno gli venne chiesto di scegliere...

Tra i suoi maestri...Gino & Michele e AntonioAlbanese: sono stati i docenti di un master in scritturateatrale al Piccolo di Milano al quale Conati ha partecipato

continua

Page 10: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

10

L’esperienza come attoreè stata fondamentale

La sua esperienza come at-tore è stata utile? «Assolu-tamente sì. Per un autore diteatro è fondamentale vive-re sul palcoscenico. Se nonti rendi conto di tutt i i pro-blemi che ci possono esse-re, se non vai a montare esmontare le scenografie, senon ti capita di do verneadattare una a un postopiuttosto che a un altro, alivello di scrittura se ne ve-dono le conseguenze. Micapita di prendere in manodei copioni teatrali con del-le ipotesi di scenografie chesono non irrealizzabil i :proprio fuori di testa, per-ché vengono previste dellescenografie che non sonoaccessibili al la stragrandemaggioranza delle compa-gnie. L’esperienza t i per-mette invece di avere degli

elementi pratici per poteraffrontare il lavoro, cosaparticolarmente importan-te quando lavori con com-pagnie amatoriali. E il lavo-ro, in questo particolaremondo, è molto stimolan-te, perché ti devi sempreconfrontare con una seriedi “problematiche” che co-munque sono delle sfide. Èquello il bello, perché è ildifficile: ma t i permette dimetterti alla prova per tro-vare la soluzione miglioreper una certa realtà; questovale principalmente per ilavori su co mmissione,però anche in quelli che micapita di scrivere di miavolontà cerco sempre dipensare a tutti questi ele-menti».

Da «La ricompensa»ai lavori su commissione

Il primo lavoro andato inscena fu La ricompensa, nel1998, per Teatro Prova diSan Bonifacio: «Devo rin-graziare Antonel la Dia-mante che ha creduto inme».Si trattava di un lavoro “disua iniziativa”, ispirato auna fiaba popolare. Comenasce invece un lavoro sucommissione e come è nataper lui questa carriera diautore? «Generalmente seichiamato da un regista... ebisogna dire che, in realtà,

io ho rotto tanto le scatoleai re gisti di Verona. Ungiorno, dunque, Albe rtoBronzato dell’Estravagariomi chiama. Stava mettendoin scena Leggero leggero, pa-tapim patupum , una sortadi spettacolo-varietà, e michiede di scrivergli un pez-zo su un “bello da balera”.Mi ha dato tutti gli ingre-dienti: come doveva essereil personaggio, che caratte-re doveva avere, che canzo-ne voleva che cantasse,quanto doveva durare. Gliho detto “va bene”. Il tem-po di arrivare a casa, l’hoscritto, gliel’ho mandato. È

rimasto colpito dalla velo-cità; ma per me è comequando mi danno una par-titura e mi chiedo no discrivere il testo: non devofar altro che sost ituire leparole alle note, che cosavuoi che sia?». E a questopunto non sai se fargli icomplimenti o fargli unocchio nero.Torniamo a noi. Per scrive-re questo testo aveva solo lacanzone e l’idea di massi-ma. Da cosa ha preso spun-to? «Almeno da cinquantacose, già immagazzinateproprio perché leggo tan-to». Tipo motore di r icer-ca, insomma: scriv i la pa-rola chiave (“bello da bale-ra”) e le informazioni arri-vano.

Il caso «Cenerentole»per l’Estravagario

Così è stato anche per Ce-nerentole in cerca d’autore ,lavoro con il quale Estrava-gario Teatro ha vinto laMaschera d’Oro nel 2004:«Bronzato mi ha dato il li-bro di Rita Cirio (che hochiamato per avvertirla chestavo preparando questolavoro), dal titolo le DodiciCenerentole, bellissimo an-

FUORI L’AUTORE!

Lo spunto si prende da tante cose che hai giàimmagazzinato, un po’ tipo motore di ricerca

«Cenerentolein cercad’autore»il cui testoè firmato daDavid Conatiper il gruppoEstravagarioTeatro, regiadi AlbertoBronzato.Tra i ricordidell’autore:«Ho r iscrittosedici volteil pezzoispirato aGoldoni»

Qui accanto,ancoraun’immaginedel fortunatospettacolo“Cenerentolein cercad’autore” delgruppoEstravagariodi Verona,ispirato aun lavorodi Rita Cirio

Generalmente sei chiamato da un regista: e ioho rotto tanto le scatole ai registi veronesi...

Il suo sito:www.davidconati.com

Page 11: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

11

che perché ha le illustrazio-ni di Luzzati: ma di testonon c’è praticamente nien-te, meno di un canovaccio.Vado da Bronzato e gli dicoche alcune “sinossi” dellaCirio possono funzionare,altre no e comunque dodi-ci sono troppe. Bronzatoera d’accordo e voleva fareuno spettacolo che duras-se al massimo un’ora e die-ci. In realtà, al la fine, lospettacolo dura due ore edieci... ma non te ne accor-gi».Come ha lavorato in quel-l’occasione? «Ho avuto li-bertà - spiega Conati - do-ve vo solo r ispe ttare lastruttura della storia di ce-nere ntola ma con rifer i-mento ai vari autori. Unesempio: in merito a Bre-cht, per la Cirio doveva es-serci solo la canzone, conAzzurro che, alla fine, face-va allargare la scarpa piut-tosto che sposare Ceneren-tola, perché povera; io hosviluppato tutto il testo sul-la base dell’Opera da tre sol-di, con la Fata dei mendi-canti, le sorellastre che fan-no le meretrici... cose chenel testo della Cirio non cisono. E così autore per au-tore, considerando i varipunti di vista (Cenerento-la, la madre, le sorelle... lazucca) e cogliendo, di cia-

scun autore, lo stile, il les-sico, il ritmo: tutte cose chedevi avere immagazzinatocon lo studio e la lettura».Il rapporto con il regista èstato molto stre tto: «Gliportavo i brani e lui mi di-ceva se c’era qualcosa chevoleva modificare. Alcunecose andavano subito bene,altre sono state sistemate:p er capirsi, sul pezzo diGoldoni sono intervenutosedici volte».

Il rapporto con il regista:l’ultima parola è sua

Altre volte il lavoro è sultesto ma anche, in misuraconsistente, sui personaggie dui relat ivi inte rp ret i:«Qualche regista - spiegaConati - magari mi dà la li-sta degli attori, dicendomile caratteristiche di ognu-no e su ognuno ritaglio unpersonaggio».Ma nel rapporto con il re-gista, fino a che punto sideve essere disposti a “ce-dere”. Conati non ha dub-

bi: «L’ultima parola spettaal regista, che si prende laresponsabilità di mettere inscena il lavoro. E poi -scherza - i regist i hanno giàabbastanza problemi: se mici metto anch’io... a quelpunto scelgono un autoremorto, che non protesta:ma a me non conviene dicerto. E poi - r iprende -riuscire a dargli quello chevuole è una sfida; se uno midicesse subito che nel testova tutto bene mi preoccu-perei: o non l’ha letto, oforse non gli interessa cosìtanto».

Il metodo di lavoro

Nel lavoro Conati è moltometodico: «Tedesco pro-prio», pre cisa. E spiega:«Prima preparo una sortadi plot, in cui specifico ilcarattere dei personaggi euna sinossi del testo, percapire come giocano in sce-na le varie figure». Con unaccorgimento: «Per non in-cartarsi, la cosa migliorespesso è partire dalla fine.Fondamentalmente è unlavoro a r itroso: tu già sai,o almeno ipotizzi, dovevuoi arriva re, così daun’idea passi ai personaggie vai avanti. Non è una no-vità che la creazione di untesto è per il venti per cen-

FUORI L’AUTORE!

to ispirazione, per il restofalegnameria... E se ti bloc-chi devi avere il coraggio dicancellare e ripartire, ma-gari lasciando in sospesoper un po’, passando ad al-tro e poi tornando su quellavoro».«Uso il computer - conti-nua - ma non ho un porta-tile: altrimenti non smette-rei mai. Comunque, a par-te casi eccezionali, dopomezzanotte spengo tutto:piuttosto mi alzo al le cin-que».«Quando ho delle idee -spiega - scrivo tutto e ar-chivio in un file “bozze”:così facendo, attualmenteho almeno sette copioniche potrebbero partire».«Quando mi viene chiestodi lavorare su un argomen-to o un personaggio - con-tinua Conati - prendo tut-to quel lo che trovo al r i-guardo e leggo tutto, ana-lizzo, prendo appunti, ar-c h ivio. Met to fo gliet tio vunque, ma rischio dip erd erli e dimenticarli .Così... scrivo su una mano,e appena arr ivo a casa r ico-pio. Oltre ai libri, ogni fat-to, ogni conversazione èbuona per qualche idea dasv iluppare: anche quellache stiamo facendo ades-so». Sorride, con la sua ariasalte llant e e irreq uieta.L’intervista finisce qui, conun saluto, una stretta dimano: resistendo a stentoalla tentazione di girarla discatto e controllare il pal-mo...

Alessandra Agosti

...Bronzato mi chiese un pezzo ispirato al “belloda balera”: andai, lo scrissi, glielo mandai...

L’altra passione: la musica

David Conati sembra proprio non riescaa fare una cosa per volta.

Eccolo al lora in versione musicistacon gli A4, trio che ha già sfornato,per la Azzurra Music di Pastrengo,

un paio di cd. Con lui, che o ltrea scrivere parole e musica suona

le chitarre acustiche, Orietta S imion,voce e cor i, e Stefano Lerario al basso. Genere:pop italiano, uno stile che r ichiama i Delta V

È un lavoroa ritroso,partendo dalfinale: devisapere dovevuoi arrivare

Page 12: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

12

FITAGIOVANIDetto tra noi

Il teatro?per me è ... un chiodo fisso

Page 13: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

13

Patrizia Cesano e la compagnia Il Mosaico

d eccoci al secondo appuntamentoco n questa rubrica dedicata allenuove leve del nostro teatro: a quel-

le persone cioè non necessariamente gio-vani o giovanissime anagraficamente par-lando quanto in merito alla loro presen-za in una compagnia amatoriale. Le do-mande sono tante:come sono arrivate alteatro e, soprattutto, come ci si trovano edove pensano di arrivare percorrendoquesta strada lastricata - lo sanno bene i“vecchi” - di soddisfazioni indubbiamen-te ma anche di tanto, tanto, tanto sacrifi-cio.La cosa non sembra preoccuparli più ditanto. Li sostiene l’entusiasmo. Lo abbia-mo capito anche parlando con PatriziaCesano, ventitreenne di Brindisi arrivataqualche anno fa in quel di Rovigo e capi-tata - per sua fortuna, ci racconta - nella“famiglia” della compagnia Il Mosaico,guidata da Emilio Zenato.Impossibile incontrarsi di persona. Pec-cato. Ma la voce di Patrizia ha mil le sfu-mature, mentre ci parla di come il teatrole ha cambiato la vita, soprattutto agli ini-zi, quando Rovigo era un porto sconosciu-to nella nebbia del la Pianura Padana edella sua vita di non ancora diciottennealle prese con un cambio di scena difficilequanto lo può essere, a quell’età, cambia-re città, lasciare gli amici, r icominciaredall’inizio. Ma Patrizia è tosta. Adesso,almeno per quanto riguarda la sua pas-sione, è contenta. Lavora, studia, si dà dafare. E trova il tempo - sempre - per il suoteatro.

E

uando Patr izia Cesa-no parla del suo tea-tro hai la sensazione

che st ia parlando di unamico, di quelli che - quan-do t i vedono giù di corda -non ti lasciano solo, ti tele-fonano, t i dicono di usciree fanno di tutto per fartipassare la luna di traverso.Così è stato per lei quando,non ancora diciottenne, nel2000 si è trasferita con lafamiglia da Brindisi in queldi Rovigo: «È stato un trau-ma - ricorda - ho passatoveramente dei momentidifficili. Mi sentivo moltosola. Cambiare città è giàdifficile all’interno dellapropria re gione, figuria-

Q

continua

moci un cambiamento delgenere. In più io ero timi-dissima, con un caratteremolto chiuso, quindi fat i-cavo a crearmi delle amici-zie. Poi un giorno mi è ca-pitato di leggere, in unapubblicazione locale, unarticolo che parlava di uncorso di teatro della com-pagnia I l Mosaico e misono detta che forse - vistoche il teatro mi è semprepiaciuto molto, fin da bam-bina - poteva essere unmodo per rompere il ghiac-cio, per inseri rmi in ungruppo e vincere la mia t i-midezza. E devo dire che èstato proprio così. La miavita è cambiata, il teatro mi

ha aiutato moltissimo e nelgruppo mi sono subito sen-tita be ne. Eravamo unaquindicina di persone, tut-te principianti, e siamo cre-sciute insieme. È stato bel-lo fin dall’inizio e soprat-tutto ho sentito una gran-de differenza rispetto al-l’ambiente scolastico, nelquale invece avevo trovatouna grande freddezza: qui,al contratr io, ho trovatodispo nibilità, simpatia,buona volontà, il piacere distare insieme».In un ambiente come que-sto - sottolinea Patr izia Ce-sano - non c’è spazio per lacompe tizione: «Abbiamocominciato insieme, par-

tendo tutti praticamente dazero e ancora oggi la sen-sazione è la stessa».La sua vita, a quel punto,cambia. Eccome. Dal bian-co e nero dei primi tempi,p er Patrizia si accendonoimpro vvisamente le lucid ella r ibalta. Nel giro diq ualche mese, complicel’ineffabile Emilio Zenatoche ne comprende il talen-to, eccola infatt i sul palco-scenico, con indosso gliabit i della bella Mariana deL’avaro, la giovane amatada Cleante e concupita dalvecchio padre di lui, Arpa-gone.

Page 14: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

14

Un bel salto, non c’è chedire. E la prima volta com’èandata? Non occorre aver-la di fronte per immagina-re la sua espressione: bastaquell’attimo sospeso di si-lenzio che preced e il suosignificativo «Mammamia!». Tra d uzione: fifanera. «Eravamo a Bolzano- r icorda - in un teatro bel-lissimo, ma io giravo comeun automa ripe tendomi“chi sono? cosa ci faccioqui?” e naturalmente misembrava di non ricordareassolutamente niente diquel lo che dovevo dire efare». “A Bolzano?”, la inter-rompiamo: “Ma è vero cheil pubblico di Bolzano nonfiata fino al la fine del lospettacolo?”. Lei conferma:«Sì, è vero. Ma non è nien-te - aggiunge ridendo - inconfronto a Emilio: non saimai come la pensa fino allafine».Comunque sia, fin da quel-la prima volta tutto bene:

«Nella compagnia c’è mol-ta... complicità, ci si dà so-stegno l’uno con l’altro. Epoi quando vai su, quandoentri in palcoscenico t isembra davvero fino a unsecondo prima di non ri-cordare una battuta, mapoi non ti accorgi più diniente: prendi e parti».È stato così fin dall’inizio,per Patrizia Cesano. E con-tinua ad essere così dopoqualche stagione, nel corsodella quale le persone sonocambiate ma l’atmosfera difondo è rimasta la stessa.Ora che non è più la ma-scotte c’è un po’ di gelosia?«No - risponde sicura - pri-ma di tutto perché non ènel mio carattere, e poi non

ne vale la pena: ci vediamopraticamente tutte le sere,ed è bellissimo condivide-re una passione».Come ruoli, Patrizia Cesa-no non si è “specializzata”anche se - vuoi la giovaneetà, vuoi il physique du rôleche non le manca - quellodella “fidanzata” le calza apennello. Ma il ruolo chefinora ha amato di più? «Si-curamente Ruth in Spiritoal l egro di Noël Coward,perché ha molte sfaccetta-ture».Del teatro parla in manie-ra entusiastica ma anchemolto lucida. Le dà sicurez-za. La fa sentire bene. E peril futuro? «Non mollerò,anche se costa sacrifici. Cisono lo studio (frequental’Università a Ferrara perdiventare operatrice del tu-rismo culturale) e il lavorocome cameriera, anche ilsabato e la domenica.. .Come faccio con gli spetta-coli? Mi organizzo, anche se

non è facile: diciamo chedavvero la mia vita è... unMosaico, nel vero senso

della parola».Mai pensato di fare del te-atro la sua professione?«Avevo pensato di iscriver-mi al Dams, ma sono anda-ta a informarmi a Bolognae mi sono resa conto che lematerie proposte non miinteressavano più di tanto».Un sogno nel cassetto? So-spiro: «Io adoro Proietti -confessa - e l’idea di iscri-vermi al la sua accade-mia...». “Perché no?” lastuzzichiamo. «No, no» ri-sponde. «È meglio che lecose rimangano come sono.Mi piace recitare con il Mo-saico, mi dà soddisfazione,sono contenta. lasciamoche rimanga un sogno».Del teatro le piacciono in

particolare alcuni aspett i.Recitare, prima di tutto. Ilpensiero di provare a scri-vere qualcosa non la sfioraproprio: «Figuriamoci!» -confessa ridendo - «a scuo-la i temi li ho sempre copia-ti».Invece le piace molto col-laborare per il trucco e sidiverte un sac co (e nonsono poi in tanti a poterlodire) quando c’è da mon-tare e smontare le sceno-grafie: «Ah, giù le mani dalmartello - avverte -. Il mar-tel lo è mio. So prattuttoquando ci sono chiodi dalevare: la mia specialità».Vista la sua esperienza, haun consiglio da dare a chipensa di avvicinarsi al tea-tro? Patr izia Cesano non haun att imo di esitazione:«Farlo subito. Provare. Enon importa assolutamen-te l’età: si può essere giova-ni o meno giovani, ma fareteatro fa bene, aiuta tantis-simo». Parola di ex t imida.

a.a.

«Adoro Gigi Proietti»

L’attoreromano è

un veromito perPatriziaCesano,

ma la suaaccademiaè un sogno

chepreferiscerimanga

tale

«Da Mariana nell’Avaro a Ruth,bel personaggio in Spirito allegro»

Accanto,PatriziaCesano,

nei pannidi Clarice,

e uncollega di

compa-gnia nellospettacolo

Labancarottadi Goldoni

FITAGIOVANI

Page 15: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

15

Contributi pubbliciPuò esistere una discriminazione, ai fini della con-cessione di un contributo da parte di Enti pubbli-ci, tra un’Associazione Culturale con Statuto re-gistrato presso un notaio e un’Associazione conStatuto depositato presso l’Ufficio del Registro?

Assolutamente no.

Modifiche statutarieAbbiamo necessità di modificare uno statuto ri-salente al 1975, redatto da un notaio: tali modifi-che si devono fare da un notaio o basta la regi-strazione all’Ufficio di Registro?

Per le modifiche statutarie, se l’atto costitutivo e lo sta-tuto sono stati redatti per atto pubblico davanti a unnotaio sarà necessario l’intervento di quest’ultimo. L’as-sociazione quindi dovrà recarsi davanti a tale soggettocon la relativa delibera assembleare (emanata dallacompetente assemblea straordinaria) che approva eapporta le modifiche ritenute necessarie.Qualora invece l’associazione sia costituita per scrittu-ra privata con autentica successiva a mezzo di notaio,le modifiche statutarie operate con delibera assemble-are non avranno bisogno dell’autentica da parte delnotaio medesimo.Qualora infine l’associazione sia costituita per scrittu-ra privata registrata, si dovranno approvare in sede diassemblea straordinaria (con relativo verbale) le mo-difiche statutarie. Il relativo verbale sarà soggetto aregistrazione.

DurataIn merito alla durata della associazione si può uti-lizzare la dicitura a tempo indeterminato?

Si conferma la possibilità di costituire un'associazione

VADEMECUM FISCALE AMMINISTRATIVOe risposte alle più frequenti domande dei soci

A cura di Francesco Pirazzoli (Tesoriere Fita)

da staccare 2/2005

con durata illimitata. Il sopravvenuto scioglimento èsempre consentito attraverso apposita delibera dell'as-semblea straordinaria.

AttivitàCosa si intende per "attività commerciale" e per"attività istituzionale"?

Per attività commerciale deve intendersi, secondo ladefinizione che ne dà il codice civile all'art. 2195, qual-siasi attività diretta alla produzione di beni e servizi, afronte della quale il soggetto (persona fisica-imprendi-tore o persona giuridica.impresa) produttore acquisi-sca un'utilità economica. Gli enti associativi senza sco-po di lucro, per rivestire a pieno titolo tale qualifica,non possono avere come oggetto esclusivo ancorchéprincipale l'esercizio di un'attività commerciale, mabensì possono svolgere esclusivamente solo un'attivi-tà istituzionale (promozione della cultura teatrale, ec-cetera) non lucrativa.La legge tuttavia consente alle associazioni senza sco-po di lucro di svolgere un'attività commerciale margi-nale e non prevalente rispetto all'attività istituzionale:tale attività deve essere strumentale per il reperimentodei fondi necessari per il raggiungimento degli scopisociali associativi di natura ideale.

ScioglimentoIn caso di scioglimento, si può aggiungere, oltreche il patrimonio può essere devoluto per fini dipubblica utilità conformi ai fini istituzionali del-l'associazione, anche la dicitura "o a favore diopere di beneficenza"?

L'esatta dizione in caso di scioglimento e devoluzionedel patrimonio associativo deve essere la seguente aisensi dell'art. 111, comma 4 quinquies, DPR 617/86:«l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in casodi suo scioglimento per qualunque causa, ad altra as-sociazione con finalità analoghe o ai fini di pubblicautilità, sentito l'organismo di controllo di cui all'art. 3,comma 190, della legge 23.12.1996, n. 662, e salvodiversa destinazione imposta dalla legge».

Entrate e modello fiscaleSe una compagnia, senza scopo di lucro, ha perentrate solamente dei versamenti dei singoli as-sociati, è tenuta alla presentazione del modellofiscale?

Se le uniche entrate sono costituite dalle quote degliassociati, l’associazione culturale in esame non saràtenuta alla presentazione di alcuna dichiarazione deiredditi.

DOMANDE IN MATERIA FISCALEE AMMINISTRATIVA?

Inviatele alla redazionevia fax al numero0444 324907

oppure via posta elettronica all’[email protected]

Page 16: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

16

Erogazione senza documentazioneCi è stato erogato da un Istituto di Credito un im-porto direttamente sul nostro rapporto di c/c sen-za rilasciare alcuna documentazione.Come ci si dovrà comportare fiscalmente l'annoprossimo?

Se alla somma corrisposta dall’istituto di credito non èabbinata alcuna controprestazione da parte dell’asso-ciazione, non sarà necessario alcun adempimento trat-tandosi di elargizione a titolo di liberalità.In caso di controprestazione (ad esempio inserimentodi marchi pubblicitari sui programmi della Compagnia),sarà necessario emettere regolare fattura con Iva eseguire i relativi adempimenti fiscali.

Associazione Cultura e CompagniaVorrei sapere se è possibile differenziare i soci diun'Associazione Culturale Teatrale dai componen-ti della Compagnia stessa: a volte infatti vengonoimpegnate nello spettacolo persone che collabo-rano per un breve periodo alle attività dell'Asso-ciazione.

Sotto il profilo giuridico una compagnia teatrale nonpuò assumere una natura civilistica diversa dall'asso-ciazione culturale. Ciò significa che entrambi i soggettisono a tutti gli effetti enti associativi senza scopo dilucro, regolati dalle norme di cui all'art. 12 e seg. delCodice Civile, e come tali riconosciuti e affiliati alla Fitaper effetto dello statuto nazionale.Lo svolgimento all'interno di una compagnia o di un'as-sociazione culturale di un'attività circoscritta nel tem-po da parte di alcuni soggetti non giustifica una diffe-renziazione all'interno del sodalizio tra "soci non tem-poranei" e "soci temporanei od occasionali", soci tito-lari di "diritti maggiori" e soci titolari di "diritti minori".Ciò rileva in particolar modo sotto il profilo delle age-volazioni di natura fiscale-tributaria (Irpeg e IVA) chevengono riconosciute solo ed esclusivamente a quelleassociazioni che riconoscono veri "soci", ovvero sog-getti, che a prescindere dalla permanenza all'internodel sodalizio, hanno in ugual misura il diritto di parteci-pare alle assemblee associative, un diritto all'elettora-to attivo e passivo, il diritto di approvare il bilancio (afronte del versamento di una quota associativa).

Soci e iscrizione / 1I soci di un'Associazione Culturale Teatrale devo-no essere necessariamente iscritti all'Associazio-ne stessa, con tutti i diritti e i doveri previsti dalloStatuto?

Nel caso in cui la compagnia voglia beneficiare delleagevolazioni fiscali, tali soggetti devono essere rego-larmente iscritti, acquisendo così lo "status" di socio.

Soci e iscrizione / 2Si possono iscrivere ed assicurare persone sen-za che queste figurino come soci?

Non esistendo differenziazioni all'interno della catego-

ria dei soci (es. soci tesserati e/o partecipanti). Taledif ferenziazione risulterebbe priva di alcuna ragione.

Iscritti ai corsi e tesseramentoCome devono essere considerati gli iscritti a Cor-si o laboratori gestiti dell’Associazione?Vanno tesserati e assicurati?

I partecipanti a Corsi o laboratori dovranno risultaresoci a tutti gli effetti della Compagnia: in caso contrariol'ente perderà i premessi benefici fiscali (Irpeg e Iva)poiché le somme che riceverà per tali corsi costituiran-no a tutti gli effetti corrispettivi erogati da terzi a frontedi un servizio offerto.

Minori scritti ai corsi e tesseramentoCome devono essere considerati i minori che par-tecipano a Corsi o laboratori gestiti dell’Associa-zione?Vanno tesserati e assicurati?

Anche i minori che partecipano alle suddette attivitàdovranno essere iscritti come soci, previa domandadel soggetto titolare della patria potestà.

Soci fondatori e quote associativeIl versamento di quote associative da parte dei socie' obbligatoria?I Soci Fondatori possono essere esentati?

A questo proposito si rimanda a quanto specificata-mente previsto dallo Statuto dell’Associazione.Da tener presente che tutti i soci hanno gli stessi diritti.

Sponsorizzazione e Iva / 1Abbiamo emesso fattura a una banca con la se-guente dicitura: "sponsorizzazione per attività cul-turali della nostra associazione".Vorrei sapere: l'IVA e' da versare sempre al 50%?

Indipendentemente dalla dicitura sarebbe necessarioconoscere quale sia il tipo di controprestazione che visiete impegnati a svolgere.Per prudenza verserei con l'abbattimento del 10%.

Sponsorizzazione e Iva / 2In fase di presentazione del Modello Unico comedevo trattare questa fattura?

Come corrispettivo imponibile su cui calcolare il 3%per determinare il reddito su cui applicare Irpeg (34%)e Ilor (4,25%).

Rimborsi spese: tettoC'è un tetto massimo per i rimborsi spese che ef-fettuiamo ai nostri soci (spese tra l'altro sostenu-te per svolgere le varie attività dell'Associazione)?

No se sono analitici e documentati.

Page 17: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

17

In caso contrario sono sempre, indipendentementedall'ammontare, da assoggettare a ritenuta d'acconto.Si rammenta che per coloro che hanno scelto l’opzio-ne della legge 398 il tetto dei rimborsi spese esente daIrpef è di 7.500 Euro.

Anticipo IvaCome Compagnia Teatrale siamo tenuti al versa-mento dell'anticipo IVA?

Se si intende quello di dicembre, essendo in 398, no.

Dichiarazione Annuale IvaCome Compagnia Teatrale siamo tenuti alla pre-sentazione della Dichiarazione Annuale Iva?

Se in 398, no.

IrapCosa c’entra, con noi, l’Irap?Non è un "imposta regionale sulle attività produt-tive"?

Purtroppo riguarda anche le associazioni.

Registro corrispettiviNel registro corrispettivi dobbiamo registrare tut-ti gli introiti (fatture e ricevute che emettiamo)?Come e cosa dobbiamo inoltre registrare?

Le associazioni culturali non sono tenute all'attivazio-ne del registro dei corrispettivi a meno che non abbia-no optato, per scelta o per obbligo, per la tenuta dellacontabilità ordinaria per i proventi di natura commer-ciale.Dovrà essere tenuto, invece, ove si voglia optare pergli adempimenti semplificati di cui alla legge 398/91, ilregistro dei contribuenti minori, non vidimato, dove ri-portare gli incassi derivanti dalla vendita dei titoli diaccesso e degli abbonamenti agli spettacoli, eventualientrate da bar (vendita bibite ecc. ) in occasione di vostrispettacoli se autorizzati con regolare licenza tempora-nea, eventuali fatture per pubblicità o sponsorizzazio-ne.

Spese: sufficienti ricevute e scontrini?Come dobbiamo comportarci in merito alle speseche sosteniamo: è sufficiente tenere scontrini ericevute?

Per la vostra contabilità sicuramente sì.Dovete però predisporre un documento nel quale vie-ne indicato chi ha sostenuto la spesa, e anche - sepossibile - la motivazione, che naturalmente sia ine-rente all'attività della compagnia.

Attività “sospesa”: che fare?Da qualche anno la mia Associazione non è in gra-do di sostenere attività teatrali in quanto alcuni

membri dell'Associazione non appartengono piùalla stessa per motivi logistici (trasferimento inaltra città).La mia associazione è ancora iscritta alla FITA inquanto si sta tentando di rimettere in piedi qual-che vecchio lavoro con l'inserimento di nuovi in-dividui.Faccio presente che, comunque, da due anni nonabbiamo più la partita IVA.Quale tipo di contabilità devo tenere se già da qual-che anno non abbiamo più fatto spettacoli?Ci sono comunque imposte da pagare annualmen-te anche se non ho nessuna fattura da registra-re?

Non bisogna fare assolutamente niente se non tenereil libro cassa e stilare a fino anno la relativa Rendicon-tazione (al limite anche senza alcun movimento).Si dovrà stilare un Bilancio di Previsione per l’annataprossima (chiaramente a zero nelle sue poste se nonsi ha intenzione, o non si è in grado di preventivareallestimenti scenici).Se vi sono fatture di acquisto bisognerà continuare aregistrarle nel libro di cassa di cui sopra e limitarsi anumerarle in modo progressivo.Non possono esserci imposte da pagare, nemmenol’anticipo annuale, in quanto da due anni non sono sta-te emesse fatture.Come riprenderete l’attività, non è obbligatorio che laCompagnia abbia una Partita Iva, a volte è sufficienteanche solo il Codice Fiscale. Però, tassativamente, peremettere fattura bisogna che la Compagnia sia in pos-sesso di partita IVA. Questa deve essere richiesta alcompetente Ufficio Iva, il quale può richiedere la se-guente documentazione:- Atto Costitutivo- Verbale di Costituzione ove risulti il Presidente.Al momento della richiesta di Partita Iva, la Compa-gnia deve inserire, nel modulo apposito di richiesta, ladicitura:«L’IVA VERRA’ ASSOLTA A MEZZO UFFICIO SIAECOMPETENTE»Questa dicitura è importantissima ai fini dell’applica-zione della 398.Possono ricadere nella 398 tutte le realtà che abbianoun plafond massimo annuale di incassi per € 250.000.Questa legge contempla pure che, ogni cinque anni, laCompagnia comunichi sia all’Ufficio IVA che all’Ufficiodelle Imposte competente l’intenzione di avvalersi ditale legge.Per quanto sopra consiglio di inviare una Raccoman-data RR ai due uffici, a firma, naturalmente, del Presi-dente della Compagnia.

Trasporto scene con mezzo prestatoNel caso di trasporto di scene di proprietà del-l'associazione teatrale con un furgone prestato daamici, bisogna adempiere a qualche obbligo par-ticolare per quanto riguarda eventuali "bolle di ac-compagnamento"?

In questo caso va compilata la bolla d'accompagna-mento indicando la merce trasportata (il più analitica-mente possibile: es: 10 pannelli di compensato misura

Page 18: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

18

2,50 x 1 - n. 10 riflettori - n. 5 quarzine - 1 tavolo perarredamento scenico - 4 sedie per arredamento sceni-co - 1 mobile.... x arredamento scenico, ecc...), il luo-go ove la merce é destinata (luogo dello spettacolo),l'orario di partenza e di rientro, il nome e cognome delconducente.Il tutto per tutelare il proprietario dell'automezzo, nelcaso foste fermati da qualche pattuglia (in special mododalla Finanza).Se l'automezzo é di proprietà della Compagnia (ovve-ro nel libretto appaia chiaramente la proprietà dellaCompagnia o del Suo Presidente pro tempore) si puòfare a meno di compilare la bolla di accompagnamen-to, in quanto é facilmente riscontrabile che la mercecaricata é inerente l'attività istituzionale dell'Associa-zione Artistica.

Sicurezza: la Legge 626Vorrei delucidazioni sulla Legge 626 – Misure perla sicurezza.La mia Compagnia ha avuto da un organizzatoredi rassegne e da un gestore di Teatro, la richiesta,per l'effettuazione di uno spettacolo, di un nomi-nativo, che nell'ambito del gruppo, sia responsa-bile in relazione agli adempimenti della legge 626.Tale persona dovrebbe essere qualificata nel cam-po ed avere titoli in merito.Le chiedo se tale richiesta sia doverosa, se i no-stri gruppi associati debbano pertanto premunir-si anche per questa situazione e/o eventualmentequale modalità si possano attuare per chiarire ilproblema, in relazione alla normativa vigente.

La norma indicata si applica nel solo caso in cui lacompagnia abbia lavoratori subordinati alle proprie di-pendenze.Per le compagnie FITA il problema, pertanto, non sipuò porre.Ritengo possa essere sufficiente una dichiarazione cheattesti che la compagnia non ha lavoratori dipendentia busta paga.

Agibilità per piccoli localiGradirei conoscere la normativa prevista per ot-tenere l'agibilità dei locali per pubblico spettaco-lo, considerando che il numero dei posti è inferio-re a 100.La mia richiesta è motivata dal fatto che avrei lapossibilità di gestire un teatro parrocchiale, che,attualmente, non ha tutti i requisiti di agibilità.Sto valutando l'eventualità di configurare la strut-tura come laboratorio teatrale.Ho qualche speranza?

La materia regolata dal Regio Decreto n. 773/1931(Testo Unico di Pubblica sicurezza), ha subito numero-se modifiche normative per opera del d.lg. 31 marzo1998, n. 112, con il quale le competenze autorizzatorieprima spettanti agli organi centrali dello stato radicatisul territorio (questure), sono state trasferite alle regio-ni ed agli enti locali.L'apertura (o la gestione) di un locale da destinare acinema e/o teatro (e comunque a rappresentazioni

aperte al pubblico) risulta subordinata alla richiesta diuna apposita licenza concessa dall'autorità di pubblicasicurezza (il comune in base alle nuove competenzeamministrative delineate con la riforma Bassanini edelle autonomie locali).L'autorità di pubblica sicurezza ex art. 80 R.D. 773/1931 non può concedere la licenza per l'apertura di unteatro o di un luogo di pubblico spettacolo, prima diaver fatto verificare da una commissione tecnica lasolidità e la sicurezza dell'edificio e l'esistenza di usci-te pienamente adatte a sgombrarlo prontamente nelcaso di incendio.Le spese dell'ispezione e quelle per i servizi di preven-zione contro gli incendi sono a carico di chi domandala licenza.Prima di richiedere la licenza al Comune, occorre veri-ficare che il locale sia compatibile con le norme urba-nistico-edilizie vigenti; inoltre, per il rilascio dell'auto-rizzazione, dovranno essere richiesti e ottenuti preven-tivamente il parere di fattibilità e la verifica di agibilitàalla Commissione comunale di vigilanza sui locali dipubblico spettacolo.Il recente DPR 311/2001 (modificativo del R.D. 773/1934 e suo regolamento esecutivo approvato con R.D.635/1940) mira a semplificare i procedimenti per laconcessione dell'agibilità dei locali di pubblico spetta-colo. In particolare sono ridisegnate le competenzedelle commissioni di vigilanza (ora comunali ma primaprovinciali) che, a norma dell'art. 80 del testo unicodelle leggi di pubblica sicurezza (R.D. 773/1931) de-vono, come detto, verificare la solidità e la sicurezzadell'edificio e l'esistenza di uscite pienamente adatte asgombrarlo prontamente nel caso di incendio.Le vecchie commissioni provinciali di cui alla prece-dente stesura del citato testo unico delle leggi di pub-blica sicurezza continuano ad operare solo per i localicinematografici o teatrali con capienza superiore a1.300 spettatori e per gli altri locali o impianti con ca-pienza superiore a 5.000 spettatori, ovvero nel caso incui le predette commissioni comunali non siano anco-ra operanti.Per i locali aventi capienza inferiore a 200 persone, leverifiche e gli accertamenti da svolgersi dalle predettecommissioni sono sostituite dalla relazione tecnica diun ingegnere o geometra iscritti all'albo, fornita dalsoggetto gestore all'ente locale al momento della pre-sentazione della richiesta.E' opportuno verificare l'iter amministrativo stabilitopresso ogni Comune al fine di avviare la richiesta inoggetto.Non appare limitativa la scelta indicata nel quesito (co-stituzione di un laboratorio teatrale). Tuttavia qualora ilnuovo laboratorio preveda la realizzazione di eventi e/o iniziative con ingresso del pubblico, gli oneri di leggesopra indicati divengono inderogabili.

Il precedente numero del

VADEMECUM FISCALE AMMINISTRATIVO

è stato pubblicato su

FITAINFORMA N. 3 / 2005

Page 19: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

19

nazionale

Soddisfazioni anche per il Veneto

Festa del teatro:tutti i vincitori

andato a Stradivari -Gran Musical d ellacompagnia I l Cava-liere Azzurro di Mo-

nastir, in provincia di Ca-gliari, il premio come mi-gliore spettacolo, epr la re-gia di Matteo Martis, al-l’edizione 2005 della Festadel Teatro, organizzata dal-la Fita nazionale e svoltasirecentemente a Marina diCapitana, in Sardegna. Lacerchia dei finalist i com-prendeva la Co mpagniaAstichello di MonticelloConte Otto (Vicenza) e ilsuo Quel fiol d’un can d’ungato, il Teatro degli Strillo-ni di Torino con Tre donnealte di Edward Albee, I lMosaico di Vigevano conServitore di due padroni diCarlo Goldoni e la compa-gnia G.A.T.I. Pompei con‘Nu turco napulitano diEduardo Scarpetta.Vittoria veneta, invece perla regia, che ha visto la con-quista del titolo da partedei Aldo Zordan della Asti-chello, premiato per l’alle-stimento di Quel fiol d’uncan d’un gato, di Danilo DalMaso e Donnisio da Mon-tecio su un canovaccio diRenato Abbo.Fra gli attori, come inter-prete femminile è stata pre-miata Antonella Rebecchi,della compagnia La RiveGauche, Antonietta in Lostretto necessario di SamyFayad. Quale interpretemaschile è stato invece pre-miato Emanuele Di Cosmo,della compagnia Alfa Tea-tro, Domenico Soriano inL’f igghie so’ fig ghie d iEduard o De Filippo. Lostesso spettacolo ha poi

È

conquistato il premio comemigliore allestimento sce-nografico.E veniamo ai caratter isti:tra le donne, vittoria diMichela Fortunato, che hainterpretato Orecchie del-l’amore vergini in OperaPanica della compagnia Te-atro I; tra gli uomini, il pre-mio è andato a DanieleSala, della C.T. Aresina, perla sua interp retazione diJesus in La strana coppia (alfemminile) di Neil Simon.Quanto al l’al lest imentoscenico, il premio è andatoa Viky Depalma, della com-pagnia Alfateatro di An-dria, per la quale ha firma-to L’figghie so’ figghie di DeFilippo.Infine, una menzione spe-ciale è andata al la compa-gnia I Normodotati.Vale la pena ricordare chela giuria del Premio Fitalia2005 era composta dal la

prof . Ma ria AntoniettaRuggiero, docente della IIIUniversità di Roma, daldott. Antonio Scicchitano,presidente Revisione Cine-

A Marina di Capitana, in Sardegna

Ecco i premiati 2005Migliore SpettacoloSTRADIVARI GRAN MUSICALIl Cavaliere Azzurro di Monastir (CA)Regia di Matteo Martis

Migliore RegiaALZO ZORDANCompagnia Astichello, Monticello C.Otto - Vicenza

Migliore allestimento sce nograficoVIKY DEPAMA, compagnia Alfateatro di Andria

Attrice Protagonista ANTONELLA REBECCHIAttore Protagonista EMANUELE DI COSMOAttrice Caratterista MICHELA FORTUNATOAttore Caratterista DANIELE SALA

Menzione speciale I NORMODOTATI

mat ografica, e dal dott.Massimo Arcangeli, segre-tar io generale dell’Agis-Anec del Lazio.

R.F.

Qui ac cantoun’immaginedi marina di

Capitana,dove si è svolta

la Festa delTeat ro 2005

Page 20: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

20

Originale o raccolta qua e là nella storia delle sette note,l’importante è che si armonizzi perfettamente con lo spettacolo:solo così sarà un’alleata preziosa per sottolineare situazioni esentimenti, dando allo spettatore una dimensione emozionale in più

Ma attenzione anche ai suoni accessori, dalle voci fuori campoai rumori di scena. Un campanello col fruscio? È come una stecca...

forum

maestro!Musica,

a colonna sonora di uno spettacolopuòavere, a seconda dell’al lestimen-to, un’importanza estremamentevaria: può cioè rappresentare un

semplice accessorio, fino al punto di di-ventare addirittura superflua; può esserefondamentale, come nel caso delle com-medie musicali, del varietà, dell’operetta;oppure, come avviene nella gran parte deicasi, può essere utile a sottolineare parti-colari passaggi del testo o a legarli tra loro,oppure a creare un riferimento temporaleo geografico ben preciso, o ancora a po-tenziare l’effetto (comico, drammatico,sentimentale, grottesco...) di un dato per-sonaggio o di una data situazione.In ogni caso, è importante sottolineare che- comparsa o protagonista che sia - la mu-sica può essere un’alleata fedele quantouna mina vagante, capace di esplodere inogni momento mandando all’aria i r isul-tati raggiunti dalla migliore delle recita-zioni, dal la più bella delle scenografie, dalpiù azzeccato dei test i: insomma, può farepiù danni il din don di un campanello re-gistrato con fruscio di sottofondo dellamomentanea amnesia della prima attr ice.Eccoci al dunque, allora. In queste pagine,come sempre, qualche spunto di riflessio-

foru

m

La musica e il suo ruolo nello

spettacolo teatrale. Ma anche

il suono in senso lato e la sua

Ne abbiamo parlato con un noto

compositore veronese,

corretta gestione nell’allestimento.

con un esperto di registrazioni

con il tecnico di una compagnia

oltre che musicista e con la Siae

ne per verificare, all’interno della propriarealtà, la gest ione della musica e del suo-no, soffermandoci sia sull’aspetto artisti-co dell’argomento sia su quello squisita-mente tecnico, importante esattamentequanto il primo, dal momento che anchela più bella delle musiche, se mal registra-ta o se ne diffusa nello spazio teatrale inmaniera non adeguata, perde tutto il suopotenziale.

L

attivo da oltre vent’anni,

Nelle pagine che seguonotr overetre alcune r ifles-sioni e alcune testimo-nianz e sull’ar gomento,che naturalmente non siesaurisce qui: anzi, seavete domande o “r ispo-ste ” (soprattutto soluzio-ni tecniche) di interesse,fatecelo saper e...

Page 21: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

21

uella fra Giannanto-nio Mutto, la musicae il teatro è una pas-

sione che r isale a quando,ancora ragazzino, aveva intasca sia la tessera di abbo-namento al la stagione diun’associazione musicalesia quella per il Teatro Ro-mano. Poi arrivarono il di-ploma in pianoforte alConservatorio di Verona el’insegnamento, nello stes-so Conservatorio, dal 1985.Quanto al teatro, seguendole orme di suo padre Raf-faello, anch’egli musicista,il maestro Mut to ha datempo avviato una profi-cua collaborazione con al-cune realtà veronesi, sia dasolo che con il QuintettoEstravagario.Dopo alcuni piccoli lavoricon altre compagnie vero-nesi (ad esempio con Ro-berto Puliero per Brigantein frac), all’inizio de gliAnni Ottanta Giorgio To-tola, su consiglio di Raffa-e llo Mut to, g li affidò ilc ompito di musicale lacanzonetta del Bugiardo: illavoro, compiuto insiemeal flautista Stefano Benini,r iuscì così bene che ai duevenne affidato tutto il com-mento musicale dello spet-tacolo.

«Il regista deveavere le idee chiare»

Q IL COMPOSITORE A colloquio con Giannantonio Mutto

Poi i lavori si molt iplicaro-no, portandolo a collabo-rare tra gli altri con Alber-to Bronzato, Roberto Toto-

la, Luciana Ravazzin. Da al-lora di note GianantonioMutto ne ha scritte, ne scri-ve e ne scriverà sicuramen-te ancora moltissime per ilteatro, un mondo che glipiace e gli dà moltesoddi-sfazioni. «Mi considero uncurioso - spiega Mutto - enel teatro possono unirequesta caratte rist ica al lapassione per la ricerca, cheè poi gran parte del mio la-voro al Conservatorio, dovesono attivo soprattutto nelcampo della lir ica: che èanch’essa teatro, d’altraparte. Scrivere musica peril teatro - continua il mae-stro - ti porta a reinventartiogni volta, a seconda del-lo’epoca al la quale lo spet-tacolo fa riferimento, allost ile dell’allestimento e na-turalmente al regista con il

quale sei chiamato a lavo-rare».La collaborazione con il re-gista è fondamentale: «Ed èfo ndamentale - insisteMutto - che il regista abbiale idee chiare». I l suo me-todo di lavoro si divide indiverse fasi: «Quando si co-mincia ad al lest i re unospettacolo - spiega Mutto -il regista mi delinea a gran-di linee quali sono lo stile el’atmosfera da creare insenso generale, stabilendoanche che ruolo deve averela musica, se cioè deve por-si come accompagnamen-to, per delinerare pesonag-gi e situazioni o anco racome “contrasto”. Una vol-ta stabilito questo si scen-

Tra i numerosi r icono-scimenti ottenuti nelcorso del la sua carriera,per quanto riguarda ilteatro vanno senz’altroricordate le vittorie pele migliori musiche discena ai festival di Pesa-ro (1992, ‘93, ‘95, ‘96 e2004), di Rovereto (nel1993) e di Gorizia (nel‘93 e nel ‘94).Particolarmente affasci-nato dalla musica suda-mericana. Mutto ha tral’altro inciso alcuni al-bum sia strumentali siaarricchiti dalla voce didiversi artisti.

Il minutaggio, la traccia, la registrazione

continua Giannantonio Mutto

Page 22: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

22

de più nel dettaglio, analiz-zando, attraverso lo studiodel copione, in quali scenee in che misura la musicadeve essere presente. Fattoquesto e definito precisa-mente il minutaggio - cioèil numero esatto dei minu-ti previsti per ogni inter-vento musicale - compon-go una traccia, la registro alpianoforte e la faccio ascol-tare al regista. In tutte lefase preparatorie è necessa-ria una buona intesa; e civogliono molti incontri euna continua verifica dellavoro svolto. Una voltad’accordo su questa base, -continua Mutto - passo alp erfezionamento de llacomposizione e stabiliscoquali strumenti e quali equanti musicist i coinvolge-re. Quando tutto è pronto,minutaggio semp re al lamano, si passa in studio diregistrazione o con i musi-cist i oppure... mi arrangio,anche con suoni campiona-ti. Dopo la registrazione sipassa all’ult ima fase, quel-la del mixaggio».Le cose cambiano se sonopreviste delle canzoni: «Inquesto caso è indispensabi-le avere prima il testo. Poisi lavora, come sempre, instretta collaborazione conil re gista, eventualmenteseguendo anche le provedegli attori per le parti can-tate». Collabo razione,dunque. Ma fino a che pun-to? «Diciamo - commentail maestro - che bisogna es-sere abbastanza elast ici, sa-per ascoltare le r ichieste delregista e le sue osservazio-ni. Naturalmente - aggiun-ge - ci sono dei punti suiquali posso essere fermoanch’io».Una volta composta, la mu-sica originale va deposita-ta alla Siae? «Io lo faccio -risponde Mutto - registran-dola come musica di scena,e attualmente sono arriva-to ad avere circa quattro-cento brani depositat i. In

alcuni casisono anchep r e v i s t iparticolarivincoli peralcuni spet-tac oli: nelcaso del Pi-nocchio del-l’Estravaga-rio, ade s e m p i o ,musica e testo sono colle-gati tra loro, cioè non sipuò mettere in scena queltesto senza utilizzare quel-la musica».Ma com’è il maestro Mut-to quando va a teatro ad as-sistere a uno spettacolo?«Se si tratta di uno spetta-colo nel quale c ’è la miamusica - scherza - sono in-sopp ortabile, me lo dicesempre anche mia moglie:il fatto è che sto male, sen-to tutti i difett i. Negli altrialtr i casi, sono curioso».Come giudica allora il livel-lo delle colonne sonore de-gli spettacoli firmati dalmondo amatoriale? «Gene-ralmente è di buon livello- commenta - anche perchéil gusto è aumentato e c’èun ampio rep ertorio nelquale scegliere».Ma un sogno nel cassetto ilmaestro Mutto ce l’ha? «Sì- confessa - anche se nonriguarda il teatro: mi pia-cerebbe comporre la colon-na sonora di un film. Qual-cosa in passato ho fatto, incollaborazione con Rober-to Totola, che è anche mu-sicista oltre che regista, edè bravissimo a estrapolareparti di brani musicali e amontarli secondo le esigen-ze dell’allest imento. Tra lealtre cose abbiamo lavora-to insieme per le sue pelli-cole Il bacio , un cortome-traggio, e La storia di Greg,un mediometraggio. Certo,avere a disposizione unfilm sareb be una bel laesperienza, anche perchénel cinema la musica hauna rilevanza particolare».

forum Musica, maestro!

on c’è strumento,innovazione tecno-logica, nozione tec-nica tanto impor-

tante - per essere un buontecnico anche al l’interno diuna compagnia amatoria-le - quanto la passione. Neè convinto Paolo Canova,che i più, al l’interno dellaFita, conoscono per esserel’«anima» del sito internetfitaveneto.org.Ma Paolo Canova è anche,e da oltre vent’anni, l’ap-passionato tecnico audio eluci del la compagnia I lCampo di Campodarsego,nel Padovano, e proprio intale veste lo abbiamo con-tattato in questo nostroprimo approfo ndimentodedicato al mondo del suo-no, sia da un punto di vistatecnico che artist ico, sulpalcoscenico. Figlio d’arte- il padre era proiezionistaoltre che tecnico, e lui ècresciuto tra i fari, i suoni,i registratori a bobina - èarrivato a Il Campo comeattore, quando GiampietroBoso cercava un “paggio”,ma poi è rimasto dietro laconsolle, prima con il pa-dre, poi da solo. «Quellodel teatro - spiega sicuroCanova - deve essere un

Nil

tecn

ico

/ 1

Sopra,Estravagario

in scena nelsuo Pinocchio.

A destra,Paolo Canova

Page 23: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

23

«L’elemento chiave?Avere la passione»

IL TECNICO A colloquio con Paolo Canova de Il Campo

Il teatro deve essere un pensiero di fondoche ti rende curioso, interessato e prontoad applicare ogni conoscenza a ciò che fai

costante “pensiero latera-le”, che ti fa guardare,ascoltare, leggere, cercare,imparare qualunque cosachiedendoti, quasi incon-siamente, come ciò possaavere un’applicazione nel-la tua attività teatrale. Per-sonalmente, mi rendo con-to che applico questo at-teggiamento a qualunquecosa io faccia nel corso del-la giornata, e laborando insenso “teatrale” qualunquecosa mi capiti a tiro, dal-l’articoletto su Internetfino al suono che sento perstrada e penso di campio-nare».Non è un caso, quindi, se incirca dieci anni Paolo Ca-nova ha collezionato qual-cosa come seimila suonicampionati, una miniera diaccessori preziosi per gliallest imenti della sua com-pagnia, da un semplicesuono di campanello a unurlo dall’effe tto agghiac-ciante.Passione, si diceva. La stes-sa che deve spingere chiun-que operi in una compa-gnia ad andare oltre il pro-prio ruolo , così da miglio-rarsi attraverso una piùapprofondita conoscenzadello spettacolo in senso

lato. Il che significa, primadi tutto «guardare, osserva-re, confrontarsi con gli al-tri: il confronto è impor-tantissimo perché permet-te di imparare molto e dicorreggersi». E in secondoluogo significa interessarsial l’aspetto artistico com-plessivo dell’al lestimentosul quale si lavora, perchéla conoscenza del testo, del-l’autore, del senso profon-do di quel lavoro t i permet-te sicuramente di indirizza-re meglio il tuo intervento,sia sul fronte delle luci chesu quello dell’audio».Tut to questo , unito al-l’esperienza, fa la differen-

za tra un tecnico e un bra-vo tecnico. E alla fine anchelo spettatore lo nota. Per-ché, diciamolo chiaramen-te, un audio mal costruitopuò rovinare anche lo spet-tacolo migliore dal puntodi vista attoriale o registi-co. Ecco perché l’audio è daconsiderarsi (come comeciascuno dei settori tecnicipropri di un allest imento)nel vero senso della parolaun attore tra gli attori, chedeve sapersi porre nel mi-gliore dei modi di fronteallo spettatore.Un esempio? Canova ne hauno che calza a pennello:«Prendiamo il “semplice”

suono di un campanello. Seio ho le casse audio in pro-scenio ed emetto a tuttovolume il suono in uscitada lì, mentre in realtà ilsuono dovrebbe proveniredal fondo o da un lato, dovecioè la scenografia prevedela porta da aprire a quelse gnale, l’effet to , per i lpubblico, sarà completa-mente sbagliato. Ecco allo-ra che bisogna fare moltaattenzione al la provenien-za dei singoli suoni previ-sti dal copione, eventual-mente ricorrendo anche a

continua

Page 24: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

24

Le regole d’oro di Canova1.Esse re ver i appassionat i della materia e d el teat ro2.A ndare oltr e l’aspetto pur amente t ecnico, conside-

rand o anche lo spettacolo nel s uo complesso, dalpunto di vista ar tistic o, per armonizzar e al meg lioanche il pr oprio int er vento

3.C ollab or are con il reg ista (e vicever sa)4.Indicare al regista eventuali novità s ul fronte degli

st rumenti o degli accorg iment i tecnici5. Quando si pensa alla costr uzione tecnica

di un allest imento, fare attenzione a ognipartic olare: dalla provenienza del suo no secondoil copio ne alla pulizia dai fruscii del le basi

6.M ai stoppar e br uscament e uno spezzone m usicale7. Mantener e sempr e in perfetto stato le att rezzature8. Alme no una copia del cd o alt ro per lo spettac olo9. Corsi? Sì, ma calibr ati s ulla nostr a realtà: il t ecnico

della me gaproduzione è interessante ma se r ve a poco

soluzioni alternative, peresempio - parlando di cam-panelli - un campanello abatteria dietro alle quinte,da far suonare al momentogiusto dall’attore che deveentrare in scena».Piccole cose, si dirà. Matante piccole cose fannouna grande differenza.Il rapporto con il regista?«È fondamentale - com-menta Canova - e deve es-sere di reciproco ascolto est imolo, fin dal le prime fasidel la lavorazione di unospettacolo, ad esempio stu-diando insieme la sceno-grafia anche in considera-zione delle necessità tecni-che e vice ve rsa. Quantoallo stimolo, è importanteche il tecnico tenga infor-mato il regista, ad esempio,su particolari novità incampo tecnico - da un suo-no speciale a un effetto luceoriginale, a un video - chepotrebbero dare al registal’idea per qualche accorgi-namento».Quanto agli spezzoni mu-sicali inserit i ello spettaco-lo, il panorama del loro uti-lizzo è estremamente varie-gato, in campo amatoriale.C’è chi fa tutto in casa e chisi rivolge a studi di registra-zione o addirittura a servi-ce esterni, anche in consi-derazione del ruolo che lamusica ha nello spettacolomesso ins cena. A qualun-que livello si operi, comun-que, ci sono delle regolecomuni da tenere presenti.Per esempio, Paolo Canovaraccomanda «di non tene-re assolutamente le attrez-zature audio e luci dietro lequinte, vista anche la di-mensione de cisamentecontenuta de lla maggio-ranza dei teatri nei quali siopera».Altra regola di base: «No aibrani stoppati bruscamen-te: vanno sempre sfumati».

A proposito di brani musi-cali, come vanno trattati?«Nel caso ci si debba arran-giare in casa, di solito il re-gista ti dà qualche idea o ilpezzo vero e proprio. Per-sonalmente, io util izzospesso iTunes, un sito inter-net nel quale con po chicentesimi puoi scaricare le-galmente pezzi scelti in unabiblioteca di titoli impres-sionante. Una volta indivi-duati i pezzi e decisa la lorocollocazione e durata nel-lo spettacolo, costituiscoun file con i brani in ordi-ne di utilizzo. Come sup-porto si può utilizzare uncd o un minidisk o al limi-te un’audiocassetta. Con ilcd o il minidisk si può an-che fare in modo che sullettore esca il nome dellatraccia , il che può essereutile per avere sempre sot-to controllo la situazione».Una volta che tutto è pron-to, per stare tranquilli inteoria bisognerebbe averedue di tutto, ma sicura-mente va fatto un duplica-to dei cd o delle audiocas-sette che si utilizzano». Perle attrezzature occorreràcomunque provve dere auna manutenzione costan-

te degli apparecchi: «Io nesono gelosissimo, per cuisono tranquil lo circa il lorostato. Prima di ogni spetta-colo e magari anche nellepause va comunque esegui-to sempre un chek, unap rova per verificare chetutto funzioni a dovere».Ma un’attrezzatura ad e-guata ha prezzi esorbitan-ti? «No, non è vero. Bisognasaper cercare e sapere checosa cercare. E anche inquesto caso la passione aiu-ta, perché se si ha passionesi è ben informati e si sacome acquistare bene. Co-munque ricordiamoci chepuoi avere anche il miglio-re impianto del mondo, mase al la base ci sono difettinella fase di al lestimento onella registrazione non faialtro che... amplificare i di-fetti».Una buona formazione,anche per i tecnici amato-riali, aiuterebbe? «Senz’al-tro - commenta Canova -ma bisogna fare in modoche la formazione sia adat-ta a chi la utilizza. Intendodire che può essere interes-sante sentir parlare il tec-nico della grande compa-gnia o del grande teatro di

turno, ma quando poi ti ri-trovi davanti alla tua con-solle, nel tuo piccolo teatroe con gli strumenti che ma-gari sono quello che sono...sapere cosa fanno le gran-di produzioni ti serve poco.Più utile sarebb e invecera ccogliere persone com-petenti nel campo amato-riale, cercando così disfruttare le competenze di-rette e pratiche che abbia-mo al nostro interno. Biso-gnerebbe creare un puntodi aggregazione pe r noitecnici, che altr imenti cisentiamo un po’ dei canisciolti, mentre un confron-to periodico ra di noi po-trebbe essere estremamen-te utile per aggiornarci,scambiarci informazioni,trovare soluzioni a proble-mi che oggi sono nostri maun domani potrebbero ca-pitare a qualcun altro: cio-sì si eleverebbe il livello siaindividuale dei tecnici dicompagnia sia quello del-l’amatoriale in generale,oltre a dare finalmente ilmeritato r isalto anche alruolo tecnico negli allesti-menti. E questo vale sia peril settore dell’audio che perquello delle luci».

forum Musica, maestro!

Page 25: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

25

uando si al lest isceuno spettacolo puòessere necessar io

utilizzare delle musiche.Scatta allora la ricerca fre-netica (perché solitamentesi tenta di risolvere il pro-blema qualche sett imanaprima del debutto) di cd,audiocassette o vinili.La tecnologia, attrave rsoInternet, negli ultimi annista dando un aiuto non in-differente anche a questotipo di ricerca. Tralascian-do i sit i web e gli applicati-vi che permettono di scari-care il legalmente brani mu-sicali (sconsigliat i non soloper l’aspetto “pirateria” maanche perché questi sof-tware possono rendere vul-nerabile il nostro computercollegato alla Rete), è atti-vo uno dei più grandi jukebox on line mondiale (senon il più grande). Si trat-ta di iTunes Music Store, fi-glio dell’americana Apple®che, attraverso il sito http://www.apple.com/it/itunes/,permette di accedere ad unarchivio di oltre 1,5 milio-ni di canzoni; archivio chesi ingrandisce ogni giornodi più.Di iTunes si possono descri-

vere molte interessanti ca-ratteristiche ma, conside-rando l’uso che ne possia-mo fare per migliorare inostri al lestimenti teatrali,vedremo di presentare solole più “stuzzicanti”.Per accedere al sistema ènecessario prima di tuttoscaricare e instal lare nelnostro computer un picco-lo software gratuito dall’in-dirizzo sopraccitato, effet-tuare una semplice regi-strazione e accedere da su-bito all’immensa audiote-ca.iTunes contiene un motoredi ricerca che permette dicercare un autore, una can-zone, un album completo oampliare la stessa r icercaper genere musicale (clas-

sica, country, folk, dance,elettronica, rock, jazz, lati-na, new age, opera, R&B,soul, blues, reggae, musicheper bambini e colonne so-nore).Il sistema consente diascoltare ogni brano per 30secondi prima di confer-mare l’acquisto e scaricar-lo nel prop rio computer.Ogni canzone scaricata co-sta 0,99 euro (come unatazzina di caffè al bar) e ilpagamento avviene esclusi-vamente tramite carta dicredito in modalità protet-ta.È interessante sapere che èpossibile masterizzare dasubito un cd che potrà con-tenere, per esempio, pezzimusicali di diversi artisti.

Come detto, l’archivio diiTunes contiene brani mu-sicali di ogni genere e annoma anche vere e proprierarità r imasterizzate dallecase discografiche.Forse l’unico “limite” è chespesso occorre molta pa-zienza per la ricerca, poichédi una canzone ci sono nu-merose versioni (ricordia-mo che l’archivio com-p rende artist i di tutto ilmondo).Naturalmente, infine, nondobbiamo pensare di tro-vare in iTunes tutta la sto-ria della musica e così puredi essere esenti dal paga-mento dei diritti Siae per ladiffusione in pubblico...

Paolo Canova

Q

Musica per spettacoli:l’aiuto viene da internet

Da Paolo Canova un’indicazione molto utile

iTunes: 1.500.000 brani a nostra disposizione

IL CONSIGLIO

Qui accanto, una schermatatratta dal sito iTunes del quale

parla, in questo intervento,Paolo Canova. Per accedervi

basta digitare l’indirizzowww.apple.com/it/itunes/:come si vede, nel sito sono

presenti numerose propostemusicali, da quelle più

classiche alle ult ime novitàdiscografiche

Page 26: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

26

Materiali da migliorare:«Ma per gli acquistilasciate fare a un tecnico»

IL TECNICO A colloquio con Angelo Giordano, professionista del settore

L avora con megaproduzioni e con amatori

il te

cnic

o /

2forum Musica, maestro!

ttualmente sta lavo-rando come tecniconella tournée della

Melevisione: un gigante inmovimento su e giù perl’Italia, con date fissate finoalla fine del 2006. Ma An-gelo Giordano, vicentino,ottimo chitarrista flamen-co (la moglie ne è un’affer-mata danzatrice, oltre cheinsegnante), ha lavorato elavora - sia individualmen-te, sia con il suo studioMod us - per compagnieamatoriali a tutti i livelli, dachi ha bisogno solo di qual-che stacco musicale fino achi mette in scena comme-die musicali.Vista la sua lunga esperien-za nel settore nelle più di-verse realtà sia amatorialiche professionistiche e vi-sta anche la sua attività distrumentista e composito-re, Angelo Giordano è uninte rlocuto re ideale perparlare di al lestimento tec-nico di uno spettacolo sulversante del suono e dellamusica.«Le situazioni - spiega iltecnico - sono le più diver-se a seconda della compa-gnia che chied e il nostrointervento: in linea di mas-sima, comunque, devo direche ormai il livello degliamatori con cui ho lavora-to e lavoro è medio-alto,

A

Page 27: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

27

Diritti Siae:comecalcolarli?

fino ad alcuni casi - che misono capitat i - di compa-gnie decisamente di ottimolivello, dotate anche di at-trezzature di qualità. Incerti casi, poi, ho lavoratoper compagnie che, vista lacomplessità delle loro esi-genze, hanno opportuna-mente deciso di affidarsi aun service esterno: unascelta praticamente obbli-gata quando la musica siala parte fondamentale delproprio spettacolo e r ichie-da attrezzature e una ge-stione audio superiore allamedia».Se dunque il lavoro di pre-parazione della base musi-cale e “sonora” è affidatointeramente a uno studiocome quello di Giordano,almeno fino alla prepara-zione del supporto che poipassa nelle mani al tecnicoaudio del la co mpagnia,tutto dipende da quello chela compagnia in questionevuole: «In ogni caso - spie-ga Giordano - si hanno adisposizione quantità im-pressionanti di rumori e dimusiche per la più diverseesigenze, ma naturalmentetutto dipende da quello chesi vuole e da quanto si è di-sposti a spendere. Nel casodella musica originale, adesempio, è ovvio che ungruppo di musicist i che

suona costa più di un bra-no eseguito con il compu-ter : ma il risultato non è lostesso».Anche per i rumori il di-scorso è analogo: «Ci sonobiblioteche di suoni anchegratuit i, ma la qualità èpiuttosto bassa, mentre cene sono a pagamento di as-solutamente straordinario.Bisogna vedere quello chesi vuole ottenere e trovarela giusta soluzione».Un discorso a parte meritainfine l’attrezzatura. Inmateria Giordano è piutto-sto crit ico: «Devo dire chepersonalmente mi è capita-to spesso di vedere utilizza-ti materiali di qualità bassase non pessima. In realtà,attualmente si potrebberoallest ire impianti adeguatisenza spendere assoluta-mente grandi cifre». Unconsiglio? «Sicuramente,quando si dovesse decide-re di fare qualche buon ac-quisto in materia, non fi-darsi solo di quello che diceil commerciante: meglioandare con un t ecnicoesperto...».

Esiste una grandevarietà di casi,nella domanda

come nell’offerta

LA PRATICA Nel sito della SocietàItaliana Autori ed Editoritutte le spiegazioni utili

Per qualunque dubbio, basta una telefonata all’ufficioSiae di competenza per la vostra provincia. Oppure èsufficiente digitare www.siae.it e seguire le indicazio-ni (semplici) per arrivare all’argomento che vi inte-ressa.Nel caso delle musiche utilizzate per uno spettacolo,in particolare, bisogna considerare vari casi.Prima di tutto, naturalmente, quelli relativi a musicalo operette, che essendo spettacoli teatrali e musicaliinsieme - con la musica vincolata al testo, ovviamente- hanno una gestione speciale, che riguarda entrambigli aspetti: ma chi decide di affrontare un musical oun’operetta in genere è perfettamente a conoscenza delfatto che ci sono richieste di autorizzazione da presen-tare a chi su quelle opere detiene i diritti e una serie diincombenze specifiche delle quali abbiamo parlato piùdiffusamente nel numero 2 di fitainforma di quest’an-no, facendoci raccontare da tre compagnie venete laloro esperienza in fatto di questi generi di spettacolo.Per quanto riguarda invece la stragrande maggioran-za degli allestimenti, possiamo considerare alcune ca-tegorie. A dare meno “problemi” è senz’altro quelladelle musiche di “pubblico dominio” perché trascorsii tempi di tutela dei relativi diritt i: sul le musiche diBach, ad esempio, non si paga più nessun diritto.Se invece utilizziamo come musica di scena un branoancora tutelato dal la Siae, in questo caso esistono duep ossibilità, a seconda dell’incasso dello spettacolo. Seun decimo dell’incasso va da 0 a 56 euro, si è nella “fa-scia minima”, e si paga una cifra forfettaria pari a 56euro per lo spettacolo in sé più 19 euro circa per lamusica (se c’è). Se invece calcolando un decimo del-l’incasso si ottiene una cifra superiore a 56 euro, oc-corre pagare quel decimo per lo spettacolo in sé, piùun terzo di quel decimo come diritti per l’uilizzo dellemusiche (se ci sono). Un esempio: se lo spettacolo in-cassa 1000 euro, pagherò 100 euro di diritt i sul testo ealtri 33,33 per le musiche; se lo spettacolo incassa 60euro, invece, un decimo corrisponde a 6 euro (quindial di sotto del minimo): pagherò comunque 56 europiù 19 euro circa per la musiche...

Page 28: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

28

la p

rim

a vo

lta

che.

..INCHIESTA / terza parte

A N TA N TA N TA N TA N TONIOONIOONIOONIOONIOPPPPP EGORAREGORAREGORAREGORAREGORAROOOOO«Che emozionevedere il teatroche si riempivacon 600 personelì per noi...»

Avere una conversazioneseria con lui è praticamen-te impossibile. D’altra par-te giocare con le parole è labase della loro comicità,l’ingrediente segreto di unsuccesso che dura ormai daquasi trent’anni.Antonio “Peo” Pegoraro èuna delle “anime” dei Bru-sa Jachete, duo-trio-quar-tetto e oltre, a seconda del-l’epoca e delle circostanze,tra i campioni del cabaretvicentino. Quando raccon-ta della sua prima volta inpalcoscenico comincia a ri-dere (e a far r idere) primaancora di parlare. Tuttocominciò al campeggioestivo della parrocchia diVillaverla, il centro del Vi-centino nel quale i BrusaJachete (che in passato ,quando partecipavano aconcorsi in giro per l’Italia,s i sono anche chiamatiNuovo Duo Deno) sononati e cresciuti. Per la pre-cisione era l’8 agosto 1975e Peo, con alcuni degli ami-ci che dovevano poi entra-re a far parte dei BJ., avevafondato i G.O.A.: il Grup-po Otto Agosto. «Facevamodelle scenette per divertir-ci in compagnia e già qual-

che tempo prima io mi eromesso in luce come... losce mo dit urno. Ri -cordo alcunip erso naggic he inter-p r e t a v o ,co me il ci-clista belgaeternamentein fuga (nonper questio-ni spo rti -ve...) Van deCorp e unaparo dia diHitler, inuna sp eciedi gramelotnel quale sicapiva solo“j a”. ma sitrattava co-munque -

precisa Pegoraro - di go-liardate, di divertimenti traamici. La prima volta verae propria, per me, è un’al-tra: era il 22 gennaio 1977e nascevano i Brusa Jache-te. Ci siamo esibiti per laprima volta al Teatro SanMarco di Vicenza davantiagli studenti dell’Almericoda Schio, l’istituto dal qualeero uscito l’anno preceden-te. Eravamo io, Zuba (LinoTizian), Pope (Pasqualino

Page 29: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

29

Dall’Osto), Maro (MarioMunari) e Togno (AntonioPisan. R icordo ancoral’emozione: eravamo tal-mente sconvolti che andan-do a teatro con la 126 bian-ca del nostro tecnico abbia-mo infilato a tutta velocitàun senso vietato... e chi sela dimentica un’emozionedel genere?». Scherzi a par-te - per quanto possibilecon Pegoraro - la vera emo-zione è stata «vedere il tea-tro che si riempiva di gen-te: quasi seicento personevenute lì per vedere noi... ed’accordo che erano stu-denti e figurati che cosanon avrebbero fatto perperdere un giorno di scuo-la... però è anche vero chesi sono divertit i».

Della sua prima volta sulpalcoscenico Gilberta An-toniali della compagnia LaLanterna di Gruaro, natanel 1998 e specializzata nel-la messinscena delle operedella propria regista, LuciaPellegrin, ha un ricordo...doloroso. Nel vero sensodella parola. «Non avevoneanche tre anni - r icordal’attrice - ed eravamo nel1943, dalle parti di Pontedel Tagliamento, nell’ora-torio di una chiesa, e r icor-do che si sentivano passaregli aerei, che andavano abombardare, sopra le no-stre teste. Per la visita delVescovo io dovevo recitaredei piccoli brani accompa-gnata dalla musica di unarmonium. Fatto sta chevuoi perché ero tanto pic-cola, vuoi perché c’era ungran rumore e io avevo pa-ura degli aerei, non riusci-vo a capire un passaggio;all’improvviso la signorina

GILBERGILBERGILBERGILBERGILBERTTTTTAAAAAA N TA N TA N TA N TA N TONIALIONIALIONIALIONIALIONIALI«C’era la guerra, avevo treanni, non sentivo nullaoltre il rumore degli aerei:e c’era quella signorinacon l’armonium...»

che suonava l’armonium siinnervosì e mi chiuse pe-santemente il copritast ieradell’armonium sul le dita:persi due unghie che nonricrebbero; in compensoho imparato a diventaremolto svelta e molto preci-sa quando devo imparareun copione». Ma quel gior-no, a parte quel malaugu-rato incidente, è legato an-che a un ricordo molto dol-ce epr l’attrice: «Insieme ame, nell’oratorio c’era an-che un bambino. Gli aereici passavano sopra la testacontinuamente e sembra-vano oscurare il cielo. Maad un tratto quel bambinomi prese per mano e pertranquil lizzarmi mi disse:“Non avere paura, sonosolo uccelli”».Ma una sorta di secondaprima volta, Gilberta Anto-niali l’ha avuta anni dopo,quando si trasferì in Sviz-zera per un lungo periodo,e fondò - con alcuni amici- la compagnia dialettaleFogolar furlan : «Mi sonosempre sentita felice di re-citare, è un divertimewntoche sento dentro nel vedersorridere la gente».

a.a.

IMPORTANTEL’indirizzo di posta

elettronicadel Comitato Regionale

Fita Venetoè cambiato.

Il nuovo indirizzo è

[email protected]

Questo indirizzo e-mail sostituisceil precedente [email protected]

Page 30: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

30

INCHIESTA / terza parte

Bonav entura Gamba, de-cando della gente di teatrodella nostra regione, ha in-v iato a fitainforma questabreve nota, che volentier ipubblichiamo, nella qualer icorda la prima volta - del-le tantissime altre - in cui èsalito su un palcoscenico.Ecco allora la sua divertentetestimonianzia di... fifa ri-sparmiata (per motivi tecni-c i).

i r icordi quella vol-ta?E come si fa a non

ricordare una cosa così im-portante?A dire il vero, io la ricordoper un particolare bellissi-mo. Ebbi molta fortuna,una fortuna sfacciata, conla mia prima commediache mi volle protagonista,quale Capo dei Masnadie-ri, per la mia brutta vocegrosdsa.Entrando in scena, dovevorivolgermi agli sgherri chebivaccavano attorno a untavolo posto nel fondo delpalcoscenico, sotto a unafinestra, dicendo loro: Ave-te fatto bene a cenare anchese non c’ero io, che ritardaia causa di... e così via. Però,la porta d’entrata era po-sta alla sinistra del palco-scenico, subito dopo il boc-cascena: quindi, entrandoe rivolgendomi agli altri,non ho visto affatto il pub-

T

blico e le battute che com-ponevano la scena mi han-no messo in una condizio-ne tale da non rendermiconto che mi trovavo difronte il pubblico che gre-miva la sala.Quando si dice fortuna... siè detto tutto.

Bonaventura Gambal’osp

ite

d’o

no

re

RecapitiPer contattare la redazione difitainforma potete

telefonare o inviare un faxal numero 0444 324907inviare una mail [email protected]@[email protected]@[email protected]

IIIIIl celebrl celebrl celebrl celebrl celebre attore attore attore attore attoreeeeeBONABONABONABONABONAVENTURA GAMBA rVENTURA GAMBA rVENTURA GAMBA rVENTURA GAMBA rVENTURA GAMBA ricoricoricoricoricord ad ad ad ad a

«Ebbi fortuna:recitavo senza potervedere il pubblico...»

Alcuneimmaginitrattedall’album diBonaventuraGamba. Inalto asinistra,eccolo neipanni dibabbo Natalenel 1968.Sopra èParonFortunatonelle Baruffe.Qui accantoè l’ Avarodi Goldoni

Page 31: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

31

NOTIZIE DALLE COMPAGNIE

La Ringhiera a Nave Teatroconquista regia e giovane

Due premi importanti perla compagnia La Ringhieradi Vicenza al festival NaveTeatro 2005, svoltasi nellescorse settimane al TeatroSan Costanzo del comunebresciano. Con lo spettaco-lo Lo chiamerò Pinocchio,allest imento per attori e

marionette, la compaginevicentina si è infatt i aggiu-dicata il premio per la mi-glior regia, andato a Ric-cardo Perraro e la Coppa«Maurizio Pasotti» per ilmig lior attore giovane,co nquistata da Edo ardoBillato, al debutto proprio

Ottimi risultati al 58° Festi-val di Pesaro per la compa-gnia La Trappola di Vicen-za, che si è presentata allastorica kermesse con la suarecente produzione Mont-serrat , eroe o assassino diEmmanuel Roblès. L’alle-st imento le è valso infatt i ilsecondo premio assoluto«per aver al lestito - ha di-chiarato la giuria - unospettacolo di ott imo livel-lo in tutte le sue compo-nenti in cui gli atori, bravie perfettamente calati nel-la psicologia dei personag-gi, hanno fornito singolar-mente e nell’insieme un’al-ta prova di recitazione, di-mostrando di saper gestirecon competenza la parolae il linguaggio del corpo».Nel suo insieme, la compa-gnia La Trappola si è ancheaggiudicata il premio per lamigliore rappresentazionedi un’opera moderna: «Peraver allestito uno spettaco-lo moderno e di grande ef-fe tto, de nso di tensionedrammatica e mai stat ico,che attraverso soluzionisceniche efficaci ha saputopresentare al pubblico te-matiche di grande spesso-

re, quali la libertà di deci-dere e la libertà di vivere».La compagnia vicentina,infine, ha conquistato an-che un ambito premio in-dividuale, quello per il mi-gliore attore, andato a Mar-co Francini: un premio, haspiegato la giuria del fest i-val, assegnatogli «per averinterpretato il personaggiodel luogotenente spagnoloIzquierdo del quale, senza

cadere nel l’eccesso e nel-l ’ iste r ia, ci ha fornitoun’immagine precisa e con-vincente, cinica al puntogiusto, mai sopra le righe.La cerimonia di premiazio-ne per le varie categorie,svoltasi al Rossini di Pesa-ro, è stata presentata daTullio Solenghi. Semprecon Montserrat La Trappo-la ha partecipato ai Fest ivaldi Pescia e di Gorizia.

in quell’occasione, per lasua interpretazione dei Pi-nocco ragazzo.Questa la motivazione perla vittoria di Perraro: «Sianel lavoro di autore chenell’applicazione registicaha saputo raccontare condelicata p oesia i diversimomenti estrapolati conintelligenza dal l’opera ori-ginale. La cura nel rimarca-

re i caratter i dist intiv i diciascun personaggio ha sa-pientemente impreziosito ilracconto». Quanto a Bil-lato, la giuria ha dichiara-to che «si sono volute pre-miare l’ijmmediatezza e lasensibile partecipazione alpersonaggio che sono statepercepite dal pubblico per-ché trasnesse con candidae poetica sincerità».

Il Teatronovo di Chioggiaha fatto incetta di premi inoccasione dell’ultima edi-zione del festival «Si alzi ilsipario», rassegna di teatroamatoriale di scena an-nualmente a Bolzano.Con il suo storico allesti-mento de Le baruffe chioz-zotte, la compagnia diChioggia ha infatt i vintoquattro dei cinque premiin palio: miglior spettaco-lo, migliore regia, migliorgradimento del pubblico,

Bolzano, Teatronovo di Chioggiasbanca «Si alzi il sipario» 2005

Pesaro: La Trappola conquistaargento, attore e «moderna»

migliore scenografia.Torna dunque in piena at-tività - e con grandi soddi-sfazioni - la storica e cele-bre compagine veneta, chein questo allestimento gol-doniano ha il suo più notocavallo di battaglia.La nuova messinscena del-lo spettacolo porta la firmadi Franco Penzo e MariaLuisa Chiozzotto.Forti di questa nuova, pre-stigiosa vittoria, intanto,gli ottimi attori di Chiog-

gia guardano al futuro.Tra i programmi, accantoal le repliche del l’ult imaproduzione in repertorio -I Rusteg hi di Goldoni - dasegnalare la ripresa de LaL ocandiera, altro al lesti-mento di punta della com-pagnine chioggiotta, e l’av-vio del nuovo spettacolo:L a casa nova, sempre diGoldoni, in vista delle ce-lebrazioni del terzo cente-nario de lla nascita d elcommediografo veneziano.

Page 32: di Aldo Zordan Si conclude un anno all’insegna dell’impegno · fatica si riesce a ottenere dei risultati». Abbiamo iniziato da qui, una volta terminato il con-vegno e poco prima

32

«Immagine non disponibile»?Non ci vuole niente e conviene...Avviso ai teatranti dai naviganti. Anzi, dai navigatori.Il sito fitaveneto.org è bello, bellissimo. È fatto bene, be-nissimo. E, soprattutto, è utilizzatissimo da quanti -pubb lico, organizzatori, giornalisti, operatori del set-tore a vari livelli - navigano su internet alla ricerca ditutto quanto fa informazione, nel nostro caso, in ambi-

Un giornalista, per esempio.Poniamo che in redazione glisia arrivata una mail o un faxcon la notizia di uno spetta-colo o di una rassegna teatra-le, ma senza foto. Che cosa fail nostro giornalista? Se sa chela compagnia è iscritta allaFita - e basta farglielo sapere,aggiungendo due righe in cal-ce al nostro avviso, precisan-do che nel sito può trovarenotizie e immagini, anche at-traverso un link al sito “indi-viduale” con foto ad alta r i-soluzione - al nostro giorna-lista optrebbe anche venire lavoglia di collegarsi al sito e se-guire il percorso fino alla no-stra compagnia. A quel pun-to, trovando delle belle foto,state certi che se le scaricheràe le userà per la sua pagina, atutto vantaggio vostro: perchési sa che le foto, nei giornali,attirano il lettore; e un arti-colo con foto ha più visibilitàdi uno che ne sia sguarnito.Altro esempio: un organizza-tore. Se voi foste in lui e vicol legaste al sito della Fita,potendo scegliere tra unacompagnia da contattare “ascatola chiusa” (senza che visiano foto o, meglio ancora,un video a parlare di lei) eun’altra che invece nel sitomostra delle belle immagini,magari il famoso video e,meglio ancora, porta il “navi-gatore” a collegarsi ad un suosito nel quale l’organizzatorepuò trovare - comodamente- tutto il repertorio con sche-de tecniche, archivio fotogra-fico e via dicendo... ebbene, sevoi foste quell’organizzatore,

COMMENTI. Un suggerimento in materia di promozione

to teatrale. È un vero peccato allora - anzi, è una vera epropria zappata sui piedi - che molte compagnie non ab-biano ancora provveduto a inserire nel sito, se non ad-dirittura il proprio video in streaming, almeno un’im-magine dei propri spettacoli. Perché? Mettiamoci neipanni di chi entra in fitaveneto.org...

chi scegliereste? E siamo tuttid’accordo che essere cono-sciuti aiuta, ma anche com-pagnie note non ci fanno unagran bella figura (anzi, forsesoprattutto loro) e quellemeno note sicuramente nonsi fanno - argomento di cui siè parlato proprio all’ultimocongresso regionale - unagran promozione.Uno spettatore, infine. Se voidoveste scegliere tra due spet-tacoli papabili per la vostraserata e vi collegaste al sitodella Fita perché non cono-scete né l’uno né l’altro, qua-le scegliereste tra uno “visibi-le” e uno che non lo è? Tra unacompagnia che ha foto, video,magari un bel sito tutto suo euna della quale vedete unapagina praticamente vuota?Insomma, una bella torta nel-la vetrina di una pasticceria favenire l’acquolina in bocca,non è vero? Beh, lo stesso valeper una bella foto in quellavetrina delle compagnie cheè, tra le altre cose, il sito dellaFita.E non pensate che la cosa siacosì complicata. Ne abbiamogià parlato altre volte: al sitosi dedica uno staff di opera-tori non solo qualificatissimi,ma anche disponibilissimi epronti a darvi una mano perchiarire ogni vostro dubbiosia in materia di foto che inmateria di video (vedi anchefitainforma n. 1/2004). Non civuole niente. Facciamo spari-re quella scritta “immaginenon disponibile” dalla nostrapagina nel sito Fita. Promo-zione è anche questo.

Foto di copertinacercasi per il sito

Una richiesta rivolta a tutti

Lo avrete senz’altro notato aprendo il sito di Fita Ve-neto (fitaveneto.org). In alto a sinistra è ben evidenteun grande riquadro, riservato a un’immagine che,nell’home page del sito, funge in un certo senso dacopertina. Questo spazio speciale ospita infatti perio-dicamente immagini relative a spettacoli di compa-gnie Fita, dando all’allestimento e all’associazioneartistica che ne è protagonista una visibilità partico-lare. Insomma, lo sguardo delle migliaia di visitatoriche frequentano questo sito - un vero fiore all’occhiel-lo della nostra federazione - non può non cadere suquesta immagine e sulla didascalia che ne cita i pro-tagonisti. Una bella occasione di promozione, dun-que, oltretutto assolutamente gratuita.Perché non approfittarne, allora? Farlo è semplicis-simo, sia che siate “smanettatori” esperti di compu-ter, sia che non lo siate.Nel primo caso, vi basterà inviare la foto in posta elet-tronica all’indirizzo [email protected], conuna buona risoluzione.Altrimenti, va benissimo il vecchio sistema della po-sta... tradizionale: infilate in una busta la o le foto chevorreste veder comparire nel sito con specificato ilnome della vostra compagnia e il titolo dello spetta-colo, e inviate il tutto alla sede regionale della Fita, incontrà San Gaetano 14 - 36100 Vicenza, oppure con-segnatela ai vostri rappresentanti locali.Una volta arrivata a destinazione, la foto sarà elabo-rata dagli esperti informatici della Fita e vi verrà ri-spedita al l’indirizzo da voi indicato. Niente di piùfacile.L’invito dei responsabili del sito internet della Fita ènaturalmente rivolto a tutte le compagnie aderentialla Federazione. Una bella occasione per farsi cono-scere da quanti ogni giorno (e sono tanti, molti piùdi quanti possiate immaginare) si collegano al sito.