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M R I A N M R I A N Periodico del SEMINARIO VESCOVILE di ALBENGA-IMPERIA VETTA ANNO ANNO XXXV - N. 3 AUTUNNO 2008 - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art.1, comma 2, DCB IMPERIA

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EDITORIALE

S ono trascorsi due mesi di seminario nelnuovo anno scolastico 2008-2009. Abbiamovissuto la gioia dell’accoglienza del nuovo

direttore spirituale, il canonico don DavideRedaelli, che dalla parrocchia di Diano Castelloverrà a vivere nel Seminario di Albengaprestando costante servizio ai seminaristi. A luispetta il compito di guidare il cammino spiritualee vocazionale dei seminaristi, specialmente perquanto riguarda la ricerca della volontà di Dio e ildiscernimento vocazionale, l’educazione allapreghiera, la crescita nella carità pastorale e nellapassione per l’evangelizzazione, la formazionealla capacità di relazione, di comunione e dicollaborazione, l’educazione all’obbedienza, allasobrietà e alla castità nel celibato, lapersonalizzazione della proposta formativa. Sitratta di un accompagnamento necessario especifico, di cui tutti i seminaristi sono chiamati adavvalersi come sussidio essenziale. Al padrespirituale diamo il benvenuto mentre loaffidiamo in modo particolare a Maria Santissimache lo sostenga in questo importante incarico.

Il primo Ottobre abbiamo accolto sette nuoviseminaristi che hanno intrapreso, assieme ai lorocompagni, con libertà, passione e gioial’esperienza della loro particolare sequela a Cristo,Buon Pastore. Essi potranno essere i primi e

immediati apostoli della vocazione in mezzo aigiovani, loro coetanei, laboratorio di speranza peril futuro.

Tra le novità di questo nuovo anno scolasticosegnaliamo l’avvicendamento di alcuniinsegnanti. Rinnoviamo il nostro ringraziamentoa Mons. Busso Umberto che insegnava liturgia, aMons. Gandolfo Giovanni Battista professore distoria della Chiesa e a Padre Alberta Michele,padre spirituale ed insegnante di sacra scrittura,spiritualità, ebraico e greco biblico. Alla lorocattedra salgono don Stefano Caprile, donFederico Basso, don Gabriele Corini, donFrancesco Zuccon, e collaborano in materie extradon Luciano Massaferro e il canonico don DavideRedaelli. Ai nuovi insegnanti va il nostrobenvenuto. Ai docenti spetta la responsabilità diaiutare i seminaristi ad acquisire una formazionedottrinale completa e sicura, penetrando inprofondità i contenuti della fede, radicati nellarivelazione di Cristo e formulati nella tradizionedella Chiesa, avendo cura di distinguere il depositodella fede dalle ipotesi di studio e di ricerca; spettaloro inoltre il compito di attrezzare i seminaristi diun ricco patrimonio culturale e testimoniare che ilsapere teologico è diventato per loro unpatrimonio spirituale intimamente assimilato.

Prossima alla stampa è anche la stesura dellanuova Regola di vita del Seminario che aggiornala precedente del 1992. Essa è frutto di unaelaborazione sulla base di alcune riflessioni delnostro Vescovo e del documento dellaConferenza Episcopale Italiana che ha approvatoun nuovo testo sugli orientamenti e le norme peri seminari a riguardo della formazione deipresbiteri nella Chiesa italiana.

A metà del mese di ottobre sono ancheterminati i lavori di restauro della cappella, oraessa appare bella nel cortile del Seminario, alcunipiù semplici ritocchi agli infissi e nelle due nicchieinterne, ne completeranno l’opera. Anchel’organo restaurato fa risuonare le sue noteaccompagnando la preghiera quotidiana.

Con l’armonia di questo sottofondo auguro aiseminaristi un anno ricco di grazia e a tutti i lettoridi Vetta chiedo di rimanere sempre vicini alSeminario seguendo, tra le righe di questogiornalino, la vita della nostra comunità e disostenerci soprattutto con la preziosa preghiera.

Don Edmondo Bianco

Santuario di Rezzo, ottobre 2008.

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Sono LUCA GABRIEL di Imperia e ho 25 anni.La mia vocazione al sacerdozio è maturata

lungo il corso degli ultimi dieci anni. Lascoperta decisiva rimonta alla quarta ginnasio.Allora, mediante l’incontro con il mio docentedi religione, intuii che l’unica fonte dellafelicità risiede nell’amicizia con Dio in Cristo.Appresi confusamente che la bellezza infinitache agognavo si è resa compagna nella personadi Cristo attraverso la Chiesa.

Lo svelamento della vocazione è stato losviluppo graduale di tale intuizione originale. Ilveicolo fondamentale che mi ha condotto aCristo e alla Chiesa è stato il carisma che Dioha largito a Don Giussani: il riconoscimentodel fatto che Dio è tutto e il desiderio di unatotale e indivisa dedizione a Lui nella verginità,mi è stato trasfuso mediante l’esperienza diComunione e Liberazione nell’UniversitàCattolica di Milano. Qui ho conseguito lalaurea in Filosofia pochi giorni fa.

Inoltre, ringrazio di essere cresciuto lungoquesti dieci anni nella parrocchia di SanGiovanni Battista in Imperia Oneglia, dove laretta cura della Liturgia concorre a riconoscerel’assoluto primato di Cristo. Qui, negli ultimidue anni è stato per me importante l’avventodel nuovo viceparroco che continua aconfermarmi nella radicalità di Gesù.

ANDREA CORTI, ho 21 anni, provengo daMilano. Dopo anni di meditazione sullachiamata di Nostro Signore, eccomi, anch’io, inquesto Seminario, al quale sono approdato peruna serie di vicissitudini provvidenziali. Unachiamata sorta nella semplice e ordinaria vitaparrocchiale fatta di famiglia, catechesi ecelebrazioni eucaristiche domenicali, e, comedicevo, rimasta a lungo sotto la cenere, che oraperò, dopo l’esitazione, necessitava di unarisposta decisiva, radicale, di fare neanche tantibagagli, se non quelli spirituali, e imbarcarsidicendo: “Ecco, Signore, io vengo”. Si trattavadi trovare delle indicazioni, dei cartelli stradaliche mi indicassero la via, almeno in parte, dapercorrere, la carica iniziale il Signore mel’aveva instillata, e quando meno me lo sareiaspettato, anche queste indicazioni misarebbero arrivate. Cosicché appunto sonogiunto nel Seminario di questa Diocesi, dovemai prima avrei pensato d’intraprendere il miopercorso vocazionale. Molto devo allaMadonna, è Lei che sicuramente, nellapreghiera mi ha sostenuto fin qui, e che, se Diovorrà, mi condurrà per mano, in questocammino di conformazione, al Figlio Suo GesùCristo. Certo i timori non sono mancati:

ENRICO GIOVANNINI, ho 38 anni: ho scelto lavita sacerdotale rispetto a quella del farmacistae padre di famiglia. Mi correggo: non ho scelto,ho risposto ad una chiamata. Come horisposto? Semplicemente: “Sì”. Chi mi hachiamato? Dio Onnipotente. Questa certezzami colma il cuore di gioia e, nonostante la miaetà matura, mi dà l’euforia di un bambino chesi apre alla vita; è per questo che torno conentusiasmo sui banchi di scuola del Seminario.

Sono di Albenga, della parrocchia del SacroCuore e da molti anni frequento le parrocchiedei Ss. Fabiano e Sebastiano in Campochiesa edi S. Giorgio, dove ho tanti amici per cuipregare e da cui mi attendo altrettantepreghiere, affinché il mio peccato non miimpedisca di vivere pienamente per Cristo, conCristo e in Cristo, come io desideroardentemente.

In poche parole, piuttosto che venderefarmaci, che placano il dolore dell’uomo perpoco tempo, potrò forse un giorno, attraversole mie mani, portare a chi soffre, il Farmacodell’immortalità (l’Eucarestia), che dona pacevera e duratura.

VOLTI NUOVIVOLTI NUOVI

Un benvenuto al nuovo padrespirituale Don Davide Redaelli.

La Comunità del Seminario augura un sereno cammino

di Santità.

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vita di Gesù, dei Santi e della Beata VergineMaria.

Ho quindi frequentato il catechismo nellaparrocchia del mio paese d’origine prepa-randomi alla Prima Comunione e alla Cresima.

Ad Albenga, durante la mia adolescenza,ho incontrato Comunione e Liberazione grazie

ad alcuni buoni amici, fatto che ha dato unaimportante svolta alla mia vita. Ho insegnatocatechismo per più di due anni nella parrocchiadi San Giorgio ad Albenga e ho rappresentatoCL nella Pastorale Giovanile Diocesana.

Le mie esperienze di vita lavorativa sono

lasciare famiglia, amici, poi anche il mio paesenatio, e i momenti difficili non mancherannoancora; Cristo non ci assicura una vita terrenapriva di difficoltà, ma ci assicura invece che,alla Sua sequela, il giogo da portare si fa dolceed il carico leggero; in un’ottica di Fede efiducia anche le prove diventano edificanti,non subito ce ne accorgiamo, ma tutto concorreal nostro crescere. Così non importa il quando,il dove, il come, se il Signore chiama e il Suorichiamo a Sè si fa urgente, non puoi fare altroche rispondere, rispondi nella gioia, senza piùrimandare, perché senti quasi un innatodesiderio di vivere per Cristo, con Cristo e inCristo, per gli altri e con gli altri.

Il mio nome è FABIO RAGUSA provengo daGargallo in provincia di Novara, dove ho giàcompiuto tre anni di studio, nel SeminarioMaggiore San Gaudenzio. Attualmente mitrovo in Diocesi di Albenga-Imperia, doveproseguirò il mio cammino vocazionale e diformazione al Sacerdozio nel Seminario diAlbenga.

Presentandomi sento il desiderio diringraziare tutti coloro che ho incontrato inquesto nuovo cammino per l’affabileaccoglienza con cui sono stato ricevuto. Apartire dal Vescovo, dai sacerdoti e daiseminaristi. Credo che ogni vocazione disequela particolare a Gesù sia un dono di Dioper tutta la comunità cristiana presente in unadiocesi, così spero che la mia sia un dono pertutti. Chiedo già ora a tutti perdono per i cattiviesempi che darò, stimolandovi così a pregare inparticolare per il mio cammino, e poi spero dipoter riflettere quella luce che Gesù mi hadonato chiamandomi alla Sua sequela. Sperodi fare bene e sono fermamente convinto checiò che riceverò qui sarà molto di più di ciò cheriuscirò a dare. Grazie a tutti.

MASSIMO COLOMBO. Sono nato a Genovanel 1975, ho vissuto la mia infanzia e la miaprima giovinezza a Pieve di Teco, pertrasferirmi poi con la famiglia ad Albenga.

Come la maggior parte delle persone hoiniziato a conoscere la fede grazie ai mieigenitori, ma anche a mia nonna e alla miaprozia, che oltre ad avermi insegnato a pregaremi hanno fatto scoprire con racconti e letture la

VOLTI NUOVI

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state in qualità di educatore, operaio e guardiagiurata.

La mia vocazione nasce quindi nei dueambienti di parrocchia e movimento di donGiussani. Voglio ringraziare di cuore mons.Umberto Busso, parroco della Cattedrale diAlbenga, mia attuale parrocchia di

appartenenza, per la paterna accoglienzariservatami e per la gioia espressaminell’apprendere il mio ingresso in Seminario.Grazie anche a don Adriano D’Urso parroco diSan Giorgio, a don Sandro Decanis di Pieve diTeco per la loro vicinanza nella preghiera, al

Rettore don Edmondo e in particolar modo alnostro Vescovo Monsigor Mario Oliveri peraver accettato la mia richiesta di iniziare il miocammino nel Seminario.

Mi chiamo ANGELO CHIZZOLINI, ho ventitrèanni e provengo dalla diocesi di Brescia.

Dopo le medie ho espresso ai miei familiarila decisione di entrare in Seminario di Brescia,ma Dio ha disposto che vi entrassi solo dopo lesuperiori frequentate nel collegio dei PadriPiamarta.

Lì trovai degli esempi da seguire, cheincarnavano l’amore verso Dio e verso igiovani.

Così iniziai il servizio in parrocchia comecatechista, animatore in oratorio e nei campiscuola, responsabile di AC…

Dopo il diploma entrai in Seminario aBrescia e frequentai l’anno propedeutico e ilbiennio filosofico.

In seguito sono approdato nella diocesi diAlbenga, accolto, in modo paterno, da S. E.Monsignor Vescovo, il quale mi fece fare unaesperienza nella parrocchia di Dolcedo, chenon dimenticherò mai. Ho trascorso un annopastorale con un parroco a servizio della suacomunità alla quale sarò sempre grato perl’accoglienza calorosa e straordinaria.

Ora in Seminario, in terza teologia, mipreparo a diventare sacerdote, per poter ungiorno diventare vostro pastore.

Mi chiamo GIOVANNI PINNA, ho 25 anni evengo dalla Sardegna. È con gioia infinita checontinuo il mio cammino verso la santitàsacerdotale.

Ho frequentato l’istituto magistralecattolico “Sedes Sapientiae” conseguendo ildiploma di maestro elementare, ho continuatofino a concludere il primo anno di filosofiapresso la Pontificia Facoltà Teologica dellaSardegna.

La mia vocazione è nata nella parrocchiaall’età di tredici anni, per questi tempi sembraimpossibile che a così giovane età si possascegliere un progetto di vita così radicale.Dopo aver conosciuto un sacerdote delladiocesi che mi ha seguito e sostenuto, ho potutoconcretizzare le mie aspirazioni nel Seminariominore e nell’esperienza che la Provvidenza miha fatto fare in questi anni.

Inizia ora il cammino più difficile e grandeche mi porterà un giorno a salire all’altare delSignore.

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La Chiesa particolare di Albenga-Imperia è posta sotto la materna protezione della Beatasempre Vergine Maria, e con il Titolo di Nostra Signora di Pontelungo essa la riconosce suapeculiare Patrona.

I numerosi Santuari che costellano il territorio diocesano, disposti quasi a disegnare una mappastellare, riferimenti di speranza e di rifugio nel mare della vita, testimoniano la costante devozionedei figli di questa Chiesa verso la Ss.ma Madre di Dio.

Tra essi il Santuario Diocesano della Madonna di Pontelungo, in Albenga, tiene il posto di unastro di più vivo fulgore, e qui la Madre del Signore è invocata “ Stella del mare, del Cielo Regina”.

La venerata effigie della Beata Vergine e del Suo Divin Figlio Bambino, sedenti in trono,sull’arco del Pontelungo – da cui il titolo dato al Santuario - percorse tutte le comunità parrocchialidella Diocesi nell’anno 1949, in un movimento che non fu solo fisico, ma soprattutto del cuore edell’anima dei figli in risposta a quello della Madonna Pellegrina.

Desideriamo vivamente che ciò possa ancora rinnovarsi, quale occasione di testimonianza dilimpida fede, di viva speranza, di ardente carità.

Dopo aver dunque prestato ascolto a saggi consigli, ispirati da sincera e autentica devozioneverso la Beata sempre Vergine Maria e da vivo desiderio e afflato pastorali, considerato il feliceesito delle proposte pastorali già formulate e realizzate nel corrente anno e confidando in unarinnovata effusione di grazia e misericordia, per l’intercessione materna della Madonna diPontelungo, volendo celebrare il 60° Anniversario della Sua “peregrinatio”, con il presente

DECRETO DI INDIZIONE DI UNOSTRAORDINARIO ANNO MARIANO

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA DI PONTELUNGO

Vergine santa di Pontelungo, Madonna Pellegrina,Patrona della nostra Diocesi, che benigna esaudisci sempre lenostre preghiere, ascolta quelle che ora ti innalziamo. Tu che seirifugio dei peccatori intercedi per noi su in Cielo, ove siediRegina, ottenendoci perdono e misericordia.

Tu, Stella del mare, che tra le difficoltà di questa faticosavita ci additi il porto in cui trovare sicuro rifugio, nonpermettere che la tempesta ci sommerga.

Mediatrice presso Gesù Cristo di grazia, di salute, digloria, non ti dimenticare di noi e la tua lode non si allontaneràmai dal nostro labbro e ricorderemo sempre, specialmente inquesto Anno Mariano che celebra la nostra Diocesi, lemeraviglie che il Signore ha operato in Te.

Per la nostra Chiesa particolare di Albenga-Imperiaimploriamo la grazia di saper adempiere la propria missione confedeltà, guardando a Te e lasciandosi guidare da Te che seiMadre, Modello ed Eccelsa Figura della Chiesa.

Vita, dolcezza, speranza nostra, a Te da questa valle dipianto alziamo la voce e stendiamo le mani supplichevoli,perché Tu ci accolga sotto la tua protezione e alla nostrapartenza da questa terra d’esilio ci mostri il tuo Figlio Gesù e diLui siamo beati nei secoli infiniti.

Amen.

ANNO MARIANO

D E C R E T O

INDICIAMO PER LA DIOCESI DI ALBENGA-IMPERIAUNO STRAORDINARIO ANNO MARIANO

da celebrarsi secondo le indicazioni date dall’apposita Commissione daNoi costituita a tal fine. Esso avrà il suo inizio dalla data del 1° Ottobre 2008e la sua conclusione nel mese di Ottobre dell’anno 2009.

La Chiesa di Albenga - Imperia, con la celebrazione di tale anno,guardando alla Beata sempre Vergine Maria, Madre, Immagine e Modellodella Chiesa, si prefigge:

- di sostenere il quotidiano impegno dei suoi membri nella testimonianzadi Cristo e del Vangelo;

- di favorire la missione di evangelizzazione, affidata alla Chiesa stessa;- di richiamare i figli smarriti, confusi o stornati dal cammino di santità, a

ritornare “ad Jesum per Mariam”, riconoscendo il nostro Divin Salvatorepresente e operante nei Santi Sacramenti;

- di offrire le coordinate spirituali affinché non si perda di vista, pur tra gliaffanni, le preoccupazioni e la dispersione delle realtà terrene, quella che è lavera meta proposta all’uomo: la Vita Eterna;

- di apprendere dalla premurosa e materna carità e intercessione dellaVergine Ss.ma l’esercizio fedele e gioioso delle opere di misericordia.

Ad ogni suo membro chiede di voler dedicare a tale celebrazione ilproprio impegno, con generosità, dedizione e quello spirito di sacrificio e diofferta, che rende accetto e gradito a Dio il servizio e la lode del Suo Popolo.

A sostegno dell’impegno di ciascuno e dell’intero Corpo che è la nostraChiesa particolare, chiediamo:

- agli Eremiti diocesani e alle Claustrali di indirizzare a tal fine la loropreghiera;

- agli ammalati e ai tribolati di offrire le loro sofferenze e il loro dolore, certidi essere ricambiati dalla vicinanza e dall’affetto dei fratelli.

Confidiamo altresì nel grande dono celeste che ci proviene dalla praticadelle Indulgenze, che pubblicheremo non appena ottenuto il Rescrittorichiesto alla Sacra Penitenzieria Apostolica.

La Beata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, perchè Madre del VerboIncarnato, e Madre nostra, Nostra Signora di Pontelungo, con la Sua gloriosae potente intercessione ci ottenga fin d’ora l’abbondante Benedizione delSignore, che su tutti invochiamo.

Dalla Cattedrale di San Michele Arcangeloin Albenga, il 29 Settembre 2008, Solennità Titolare.

✠ Mario Oliveri, Vescovo

Il Cancelliere VescovileSac. Tiziano Gubetta

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Ecce – Fiat – Magnificat: sono questele tre parole chiave che condensanola saggezza contemplativa che la

Vergine Maria ha accumulato nel silenziodi Nazareth dove ella ha accolto il Verbo diDio fatto carne, prima nel suo cuore e poinel suo grembo. L’eccomi di Maria è l’attodi abbandono fiducioso e incondizionato alprogetto del Padre che la sceglie tra tutte ledonne per essere Madre del suo Figlio; ilsuo fiat è la sottomissione di colei chericonosce nel disegno divino la salvezzaofferta a tutti gli uomini; il Magnificat èl’inno di lode e di ringraziamento per leopere meravigliose che il Signore hacompiuto in colei che tutte le generazionichiameranno beata.

Nel mio cammino verso l’ordinazionediaconale, che mi è stata conferita lo scorso11 ottobre nella chiesa Cattedrale dalnostro Vescovo Mons. Mario Oliveri, misono lasciato guidare da queste tredimensioni della spiritualità di Maria, dicui ho sempre avvertito la presenzadiscreta e amorosa.

Anche nel rito dell’ordinazione si

possono cogliere questi tre aspetti.L’eccomi che ho pronunciato al

momento della presentazione – elezione hamesso in risalto l’aspetto della vocazioneda parte del Signore che sceglie non perqualche nostro merito o capacitàparticolari, come ha fatto con la VergineSantissima. Esso è stato, la risposta ad undono divino che è insondabile e affonda lesue radici nell’affetto di predilezione concui Egli ci chiama a vivere come suoi figli,ed operare a servizio della Chiesa e per lasalvezza del mondo.

Il fiat (lo voglio) manifestato al Vescovo,è stato segno della mia adesione allaspiritualità diaconale e alle istanze che ilministero comporta ma soprattutto una“consegna” a Dio della mia vita e persempre nell’obbedienza totale fatta in unadimensione di Fede, come Maria alleparole dell’Arcangelo Gabriele. Il libro deiVangeli che mi è stato consegnato nel ritodell’ordinazione, sta a significare cheall’ascolto che mi chiama in causa, prima diogni altro atteggiamento, è legato il mioessere anzitutto “discepolo”,contemplatore e “ruminatore del Verbo”;imparando da Maria, l’umile serva delSignore che conservava tutto in sé,meditandolo nel suo cuore.

Infine, la dimensione della lode siesprime nel servizio all’altare del Signore,in particolare nella celebrazionedell’Eucaristia che costituisce ilrendimento di grazie più grande allaSantissima Trinità e nell’impegno diautentica carità verso i fratelli in modo chela mia vita sia sempre un Magnificat.

Concludo ringraziando anche a nomedei Fratelli miti del SS. Crocifisso e dellaMadre di Dio il Diacono Benedetto e ilSacerdote Pierdamiani, tutti coloro che cihanno sostenuto con la preghiera nelnostro cammino.

Diac. Carmelo Licciardello

Albenga - Cattedrale San Michele ArcangeloSabato, 11 ottobre 2008

Fr. Benedetto Adriano Durante eCarmelo Licciardello

Diaconi

Fr. Pierdamiani Gennaro EspositoSacerdote

ORDINAZIONI

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raccomandata da Maria Santissima nelle suemolteplici apparizioni: questa preghiera havinto le grandi battaglie della storia dellaChiesa e vincerà ancora.

Il Rosario è semplice per chi impara apregare, diventa grande quando veramenteviene “pregato”. Non è infatti la ripetizionedella varie preghiere imparate da bambini,che può dissuadere dal farne uso: quantepreghiere vengono ripetute, anche i salmisono soggetti a ripetizione e quante azionianche vitali si ripetono nel corso del tempo:e le parole? … Ma sono le parole vuote chenon hanno valore: quando il cuore parla,anche una sola parola non si ripete mai e lapreghiera è sempre buona.

Non di meno la spiritualità domenicana el’esperienza delle anime ci suggeriscono direnderla più efficace unendo alla preghieradi domanda (Pater, Ave…), la contem-plazione dei cosiddetti “misteri” annunciatiin ogni decina posta nel Rosario. Sono lastoria della rivelazione, dell’amore di Dioper noi che bussa alla porta del nostro cuore.Essa conserva tutt’oggi la sua forza disantificazione ed attende la nostra risposta.

Così secondo la tradizione abbiamo i 15misteri ordinati in 3 gruppi (a cui GiovanniPaolo II ha aggiunto 5 misteri della Luce): imisteri dell’infanzia di Gesù, quelli della suapassione e morte e quelli della suaglorificazione. Contemplando la vita di Gesù,contempliamo pure quella di sua madreMaria a Lui intimamente unita nell’operadella Salvezza. Contemplando le meraviglieche Dio ha operato in Gesù e in Maria; Dioopera pure in noi. Accogliamo Cristo Gesùcon Maria; per mezzo di Lei, mediatrice diogni grazia gli facciamo un posto sempre piùgrande nella nostra vita fino ad essereconformati a Lui, figli nel Figlio. “Dio hatanto amato il mondo che ha dato il Figlio suounigenito affinché chiunque crede in Lui nonperisca ma abbia la vita eterna” (Gv 3,14).

L’assiduità alla recita del Rosario, sianella comunità ecclesiale come nell’intimitàdella nostra famiglia, ci otterrà la gioia dellavita in Cristo, nato, morto e risorto per noi.

Mons. Domenico Damonte

“ORosario benedetto di Maria,catena dolce che ci rannoda aDio, vincolo d’amore che ci

unisci agli Angeli, torre di salvezza negliassalti dell’inferno, porto sicuro nel comunenaufragio, noi non ti lasceremo mai più. Cisarai conforto nell’ora dell’agonia, a tel’ultimo bacio della vita che si spegne…”

Così termina la supplica alla Regina del S.Rosario di Pompei, composta nel 1883 dal B.Bartolo Longo fondatore del Santuario,composta per rispondere all’invito che PapaLeone XIII rivolgeva ai cattolici nella primaEnciclica del suo pontificato, per otteneredalla preghiera il bene spirituale dellasocietà e della Chiesa travagliata da “gravicalamità”. La supplica da allora vienesolennemente pregata due volte all’anno: l’8maggio e il 7 ottobre. Dall’8 maggio 1915 èentrata pure in Vaticano con Benedetto XV,continua ad essere condivisa dai SommiPontefici fino all’attuale Santo PadreBenedetto XVI che l’ha pregata in Pompeinella sua visita del 19 ottobre 2008. Oggi èpreghiera universale tradotta in decine dilingue ed in essa sono racchiusi i dolori e lesperanze della famiglia umana, soprattuttoil bisogno della pace, “pace fra cielo e terra,pace fra tutti i popoli, pace nei nostri cuori”.

Le parole del B. Bartolo Longoall’indirizzo del Santo Rosario suscitanotutt’oggi in chi crede, rinnovata devozione,così come in tanta gente oggi dominata dalsecolarismo, affascinata dalla scena delmondo o semplicemente di fede non vissuta;ma nella realtà questa preghiera, classificatatra le più semplici, fu amata da grandi Santi(vale su tutti S. Pio da Pietrelcina) e

ANNO MARIANO

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N on è un articolo scritto a tavolino, è ilfrutto di una bella chiacchierata con DonGiacomo Savio, classe 1924, Arciprete di

Boissano, originario di Toirano, che mi haregalato un pomeriggio e tanti ricordi:

“Ho preso Messa a 24 anni, prima del tempoprevisto dal diritto canonico, tanto che Mons. DeGiuli dovette chiedere la dispensa per potermiordinare” così Don Giacomo Savio ha iniziato ilsuo ricordo di quel lontano 1949, l’anno della suaordinazione, l’anno della Madonna Pellegrina.

“Erano passati soltanto tre anni dalla fine dellaguerra, il pane e lozucchero eranoancora razionati, si cispostava a piedi o almassimo in bicicletta,però nei nostri paesila Fede era più ra-dicata di oggi, pensache appena arrivato aVendone la sera gliuomini venivano inbicicletta in canonicaad imparare a can-tare in gregoriano,sapevano che conDon Parodi ci inten-devamo di musia;cantavamo sempre,in Seminario e incattedrale, anzi era-vamo Mansionari e durante le funzioni mettevo ilpiviale e portavo la mazza del Capitolo.

La Madonna Pellegrina è arrivata da Arnasco,siamo andati a prenderla, a piedi, in processionecon la confraternita degli uomini, e le Figlie diMaria, sul confine del territorio parrocchiale.Pioveva, così la statua della Madonna si è dovutafermare, per la notte, nella chiesa del Castellaro,Santa Lucia anche se gli abitanti di quella borgataerano felici che la Vergine si fermasse tra le lorocase.

La mattina si è ripresa la processione, c’eratutto il paese, e in quei giorni c’erano anche leMissioni Popolari, predicate dal Parroco diCosseria e da Don Paschetta. Erano altri tempi, lagente partecipava ancora tanto alle celebrazioni,viveva un forte attaccamento alla propriaparrocchia, che contrasta tanto con il mondo dioggi, dove regnano l’ indifferenza e il buonismo.

Poi la Madonna, portata sempre a piedi, inprocessione, è passata alla parrocchia di Onzo,dove c’era Don Igino Rembado, e anche lì fu untrionfo. La gente cantava, pregava, si

inginocchiava dove passava la statua dellaVergine, poi Pogli, la Parrocchia di Don Favara,che salvò il paese dai tedeschi, poi ad Ortovero,dove il parroco era anziano e malato, quindi loaiutavano i confratelli più giovani.

Tra noi preti ci aiutavamo tanto, i giovani eranopremurosi verso i più anziani, alle festepranzavamo insieme, ognuno invitava gli altrinella sua parrocchia a cantare la Messa e i Vespri,non facevamo tante parole, ma eravamo tutti uniti.

Non pensare che fosse una vita facile, io,diventato parroco giovanissimo a Vendone e

Curenna (il primo di600 abitanti, l’altro di166) ho comprato laprima Lambretta nel1952 parecchi annidopo, prima mi spo-stavo a piedi o inbicicletta.

Dovetti affrontaretanti sacrifici. Il cam-panile di Vendoneera appena stato ripa-rato dal mio prede-cessore, così c’era dapagare ancora tutta laspesa, quando spie-gai al Vescovo DeGiuli le mie difficoltàfinanziarie mi aiutòcon un contributo, di

tasca sua, di 100.000 lire, ricordo ancora che suofratello mi chiamò e me lo consegnòpersonalmente, sulla scala del vecchio episcopio.

Allora la vita dei paesi gravitava tutta intornoalla Chiesa, le persone avevano una fedetradizionale e solida, soprattutto volevano benealla Chiesa e al loro parroco. La domenica non eracome adesso, era veramente festa! Facevamo tantisacrifici per comprare le cose più belle, quandosono arrivato ho trovato gli arredi vecchi erosicchiati dai topi…ma la gente nonostante lapovertà era generosa. Si cantava con gli uomini, sifaceva il teatro con i più piccoli, le conferenzeall’Azione Cattolica, avevo istituito addirittura laScuola Popolare per gli adulti, perché potesseroprendere la licenza elementare e andare a lavoraread Albenga, mia sorella era la maestra.

Sono contento che in questo anno mariano sisia dedicata la chiesa e consacrato il nuovo altaremaggiore di Vendone, è il segno che questacomunità ha una Fede ancora viva”.

Matteo Boschetti

ANNO MARIANO

1949-2008/09 RICORDANDO LA MADONNA PELLEGRINA

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I l ricordo della Peregrinatio Mariae oMadonna Pellegrina del 1948 si perde un po’nella nebbia della mia adolescenza, anche se

alcune impressioni dell’evento sono rimasteindelebili.

Non avevo ancora compiuto i quindici anni efrequentavo il Ginnasio presso l’IstitutoSalesiano di Alassio. Nell’Oratorio Salesiano erastato istituito un reparto Scoutistico ed io viavevo aderito e contemporaneamente facevoparte degli Aspiranti dell’Azione Cattolica. Nellaparrocchia di Alassio tutta la pastorale giovanileera stata affidata ai Salesiani che avevanostrutture, personale e metodologie pedagogicheper avviare i giovani all’esperienza attiva di unavita cristiana.

Quando Mons. Raffaele De Giuli indisse laPeregrinatio i giovani si impegnarono a fondo perla riuscita dell’iniziativa. Lo spirito di quegli anniera assai diverso dalla realtà odierna: non eraancora scoppiato il boom turistico, la città diAlassio era ancora “paese” con rapportiinterpersonali vivi e cordiali, il consumismo e laglobalizzazione erano parole ignote, c’era unasorta di livellamento nel pensare e nel sentire.Pochissimi possedevano una macchina.Uscivamo da una guerra disastrosa che avevaprovocato rovine, morti e lacerazioni.

L’iniziativa diocesana della PeregrinatioMariae fu interpretata come segno visibile diringraziamento per la fine del conflitto,invocazione della Pace, rinnovamento di unafede per la Vergine particolarmente venerata neinostri paesi.

Una manifestazione visibile di adesione ad unCredo intensamente vissuto. Può esservi statoanche un riferimento “politico” dato che il 1948si rivelava anno cruciale con le prime elezionidopo la promulgazione della carta costituzionale.Però io credo che questo aspetto sia statoampiamente sepolto da un sentimento di fedeautentica e sincera.

La comunità alassina raccolta sotto un’unicaparrocchia (quella di Sant’Ambrogio guidata daMons. Bartolomeo Podestà) si organizzò perbene e si mosse in massa per accogliere la Statuadella Vergine sull’Aurelia al confine conAlbenga, nella curva del rio Babalia (CampeggioSole e Mare) una folla imponente invase la strada(il traffico era inesistente…); gli scouts facevanoservizio d’ordine, erano presenti religiosi (iSalesiani erano una trentina, le suore delle variecongregazioni erano quasi cento) poi laconfraternita, le Figlie di Maria, l’AzioneCattolica, le Autorità Civili e militari, e ,soprattutto una folla anonima mossa per lo piùdalla Fede, ma anche dalla curiosità.

La Comunità albenganese consegnò la statuaa quella alassina e la lunga processione a piediproseguì verso Alassio. La statua della Madonnavenne collocata nella parrocchia dove vennecelebrata la funzione liturgica. Per una settimana

si svolsero incontri settoriali di categoria (scuole,genitori e famiglie, lavoratori, anziani) e di rione,con una partecipazione massiccia e con momentidi catechesi molto intensi. Fu un momento diesperienza religiosa collettiva di grande rilievo,paragonabile ad una di quelle missioni popolariche periodicamente venivano tenute da frati olaici della Pro Civitate Christiana nei nostri paesi.

Mi ricordo di aver visto molte persone,notoriamente lontane dalla pratica religiosa,frequentare le celebrazioni ed accostarsi aisacramenti. Fu uno dei miracoli della Vergine; fuun segno di conversione e di cambiamento. Nonso se questo spirito durò nel tempo: la Fede, comeun fiore, deve essere coltivata, non la si mantieneuna volta per tutte; la si conquista quotidia-namente con fatica, preghiera e sacrificio, peròogni tanto un evento straordinario, uno scossonespirituale serve.

Prof. Francesco Gallea

La celebrazione del 60° anniversario della Peregrinatiodella Madonna di Pontelungo

L’anno mariano avrà un momentodi maggior intensità nei singoliVicariati con la visita della venerataimmagine della Madonna diPontelungo.A partire da ottobre, con ilVicariato di Pietra Ligure, èiniziato questo cammino marianoche è proseguito a Loano, presso lachiesa degli Agostiniani, a Pieve diTeco nella Collegiata di SanGiovanni Battista e ad Alassiopresso la Collegiata di Sant’Am-brogio. La Peregrinatio ripartirà daAndora il 3 maggio 2009.Durante le settimane marianevicariali si sono svolte giornate diincontro per gruppi particolari:giovani, ammalati, associazioni,confraternite e in tutte unparticolare rilievo è stato dato alsacramento della Riconciliazione. Nei mesi invernali ogni Vicariatoha organizzato dei momenti dicatechesi e di preghiera marianapresso i santuari e le parrocchie.

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Concerto perl’Immacolata

La Comunità del Seminario è lieta diinvitare tutti i lettori di Vetta, lunedì 8dicembre 2008 alle ore 20.45 alconcerto mariano inaugurale dell’organo“Mola 1935” della cappella del nostroSeminario.

Dopo un accurato restauro, eseguitodalla ditta Carrara di Trento, abbiamopotuto riascoltare la voce solenne delnostro organo, che allieta e sostiene cosìla nostra preghiera quotidiana.

La sera dell’Immacolata saràl’occasione per poter cogliere, nellosplendore dell’arte, un tratto di quellabellezza eterna che ci è stata donata inMaria. Ai brani musicali organistici sialterneranno letture che ci farannocontemplare insieme la Madre di Dio. Laserata sarà conclusa da una sorpresamusicale, speriamo piacevole, del nostropiccolo coro.

Vi attendiamo numerosi!

ANNO MARIANO

Cari chierichetti,con questo numero di “Vetta“ inizieremo, inquesto spazio, una rubrica tutta dedicata a voiche prestate un grande servizio all’altare.Sì, il vostro impegno è prezioso, durante la S.Messa siete le persone più vicine, dopo ilcelebrante, a Gesù realmente presente nelSantissimo Sacramento dell’altare .Allora, insieme, vogliamo approfondire tuttociò che riguarda il vostro servizio affinché sia piùdecoroso, bello e vissuto.Il Papa Paolo VI ha parlato ai ministranti…“Sappiate sempre compiere il vostro ufficio

liturgico con rispetto, con ordine, con euritmia[= armonia], con religiosità profonda,vorremmo dire con stupore e gratitudine ognivolta rinnovati e più grandi, nella convinzionedell'arcana e reale presenza del Signore, davantial quale state, perché è sopratutto attraverso laliturgia che il Signore è presente nella sua Chiesaa realizzare la grande opera della salvezza, arendere sempre vivo e contemporaneo ilmistero pasquale”.Dall’OSSERVATORE ROMANO, 2 aprile1970

e ancora il Santo padre Benedetto XVI…“La liturgia terrestre è prefigurazione dellaliturgia del cielo”.

Con questo numero inizieremo a conoscere glioggetti liturgici più importanti.

LA CROCE

Sopra l’altare o vicino ad esso dove sicelebra sta sempre una croce ben

visibile allo sguardo dei fedeli. Essa è ilsegno della nostra redenzione, delsacrificio di Cristo e della sua vittoria sullamorte. La croce astile invece precede ogniprocessione, generalmente accompagnata

da due candelieri.

IL CALICE

Il calice è uno dei vasi sacri (sono icontenitori ove si mettono il Corpo eSangue del Signore) serve per il vinoe le gocce d’acqua che diventerannoil sangue di Cristo. Generalmente

il calice è ornato, decorato, e di materialeprezioso per mostrare e onorare la ricchezza delsuo contenuto. Per la sua preziosità, non si puòusare per nessun altro scopo che non sia lamessa.

LA PATENA

È un piccolo piatto di metalloprezioso che contiene l’ostia

grande (o ostia magna)

LA PISSIDE (o CIBORIO)

È, anche questo, uno dei vasi sacri, nelquale si custodiranno le ostie, che unavolta consacrate saranno distribuitenella comunione dei fedeli.

Dopo la messa, si ripone neltabernacolo con le ostie rimaste e vienecoperto da un piccolo “vestito” di stoffabianca, per ricordarci che ora contieneil Corpo di Gesù.

LE AMPOLLINE

Sono due piccole anfore, perlo più di vetro o di cristallo:contengono una il vino el’altra l’acqua, che saranno

versati nel caliceall’offertorio. L’acquaserve anche per purificare

il calice dopo la comunione.

IL PIATTINO (o la TOVAGLIA)

Piccolo piatto di metallo, che si adopera durantela distribuzione dell’eucaristia, per impedire cheparticole o briciole cadano a terra. Si puòsostituire con l’uso della tovaglia sorretta da dueministranti; al termine della comunione questava ripiegata in modo tale che le bricioleeventualmente cadute su di essa rimangano alsuo interno.

Per questo numero di “Vetta” è tutto…perqualsiasi domanda o richiesta di approfon-dimento scriveteci! “Redazione Vetta, Seminario Vescovile, ViaGalileo Galilei, 36 - 17031 Albenga (SV).

SERVIZIO ALL’ALTARE

PROSIT a cura di Angelo Chizzolini

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I funerali del p. Angelo sono stati celebrati daMonsignor Mario Oliveri il 7 luglio nellaparrocchia di Pieve di Teco. Nel cimitero diPieve di Teco i resti mortali del p. Angeloattendono ora la risurrezione finale.

PADRE ANGELO

GARELLO

Nato a Rezzo il 2ottobre del 1918,il 3 luglio 2008 haterminato il suocammino ter-reno dopo averdato una serenatestimonianzacristiana nellasua breve mabrutta malattia.

All’età di 11anni, entrò nelSeminario deiCappuccini a

Genova Campi; proseguì gli studi ginnasialinel Seminario di Finalmarina; vestì l’abito cap-puccino nel convento di S. Barnaba in Genovanel 1935; l’anno seguente nello stesso luogoemise la sua professione temporanea; il 4 ot-tobre 1939 nello studio teologico di Genova S.Bernardino si consacrò definitivamente alSignore, professando la Regola di sanFrancesco e le Costituzioni dei Frati Cap-puccini. Venne ordinato sacerdote dall’alloraArcivescovo di Genova, Cardinale PietroBoetto il 30 maggio 1942.

Fu puntuale e preciso, fin quasi allameticolosità, nel suo lavoro di economo:prudente, laborioso, preoccupato che nullamancasse ai giovani studenti di teologia.

Diventato cappellano nel grande ospedale diS. Martino in Genova, com’era nella sua indole,fu sempre premuroso e attento all’assistenzanotturna e diurna dei ricoverati. Nell’anno 1966venne trasferito nel convento di Pieve di Tecodove esercitò il suo ministero sacerdotale sinoalla morte.

Alternando l’ufficio di superiore o dicustode del convento, ebbe modo di svolgerel’apostolato come cappellano nel vicinoospedale S. Lazzaro e specialmente nell’ufficiodi parroco della parrocchia S. MicheleArcangelo di Nirasca.

Il p. Angelo seppe amare e farsi amare daisuoi parrocchiani ai quali profuse le sue doti e lesue prerogative sacerdotali mediantel’amministrazione dei sacramenti. Fuaffezionato alla sua chiesa: i parrocchiani hannosempre apprezzato il suo desiderio di renderlapiù accogliente, ornata ed anche splendente.

DON GIOVANNIBATTISTAPORCELLA, nato a Moglio il27 giugno 1919 edeceduto nel suostesso paese diorigine il 6ottobre 2008. Hasvolto il suo mi-nistero pastoralepresso le parroc-chie di Laigue-glia e di Moglio.

Non è facilesintetizzare inpoche righe unavita vissuta nelSignore, ci ser-

viamo perciò delle suo stesso testamentospirituale:

“Nel Nome del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto, nel pieno delle mie facoltà mentali, inprevisione della mia dipartita, il mio primopensiero è al Signore, che mi ha chiamato alsacerdozio; per questo, a Lui il mioringraziamento. Unito alla richiesta di perdonose non sono stato suo degno rappresentante;Chiedo perdono a quanti ho offesi, ho procuratodispiaceri, ho avuto incomprensioni. A quantinon ho saputo infondere e dare speranze, fiducia,specialmente i giovani che attendevano, con ansiae con piacere, la mia cooperazione alla loroformazione religiosa e sociale.

Tanta riconoscenza ai laiguegliesi che mihanno sempre considerato uno di loro e mihanno circondato con tanto amore e affetto, equesto anche quando ho lasciato Laigueglia.

Un ringraziamento ai Mogliesi per quantohanno fatto. Mi siete sempre vicini. Grazie per lavostra considerazione e stima. ”

Ringraziamo sempre Cristo, buon Pastore,che ci ha fatto dono di un sacerdote secondo ilsuo Cuore. Siamo certi che alla sera della suavita per lui sono risuonate le parole di Salvezza“ Vieni amministratore fedele e saggio, entranella gioia del tuo Signore”.

CI HANNO LASCIATO NELLA SPERANZA

DON GIOVANNI SARACCO si è spento sere-namente nella sua parrocchia di Castelbianco il31 ottobre 2008, vigilia della Solennità diOgnissanti.

Era nato a Castelnuovo Calcea (Asti) il 30dicembre 1917 e, dopo l’ordinazione sacerdotalenel 1942 conferita da Mons. Giuseppe CastelliVescovo di Novara, ha svolto la sua opera pressol’Istituto delle Missioni della Consolata, dal1966 ha esercitato il suo ministero nelleparrocchie di Nasino e Castelbianco. Le parolecon cui ci ha lasciato sono:“Approfittodell’occasione per ringraziare il Signore primacome Missionario e poi come SacerdoteDiocesano… Accetto la morte e tutte lesofferenze che l’accompagneranno in espiazionedelle mie colpe.

A tutti la mia benedizione ed il miosorriso…e per intercessione di Maria SS. Madredi Gesù e Madre nostra ci voglia Dio benediretutti. Cosi sia.”

Il ricordo più bello che ci ha lasciato è stato ilsuo sorriso e il suo sguardo limpido e sereno,testimonianza di una vita offerta al Signore.

Le esequie celebrate da Mons. Mario Oliverisi sono svolte il 3 novembre nella chiesa diNostra Signora Assunta in Castelbianco.

Il 22 Agosto 2008 èdeceduto, per unarresto cardiacofulminante, adAigovo (IM), nellaValle Argentina, ilDiacono ANTIOCO

SPOTORNO, nato aPietra Ligure il 17Maggio 1943. Svol-geva il serviziopastorale nella suaParrocchia nativa di

San Nicolò in Pietra Ligure e nella ‘Caritas’,come responsabile della sede zonale di Loano ePietra Ligure. Ha lasciato nella costernazione lamadre, la moglie, i due figli, il fratello e tutti iparenti.

Il rito funebre, celebrato nella Basilica di SanNicolò nel pomeriggio di domenica 24 Agosto,venne officiato dal Vicario Generale, Mons.Giorgio Brancaleoni.

Aveva un carattere asciutto e tendenteall’essenziale, ma sapeva essere chiaro neiconcetti e cordiale nei rapporti umani.

Dopo diverse esperienze lavorative, ancheall’estero, accolse la chiamata del Signore chechiama a tutte le ore ed in ogni categoria dipersone. Per dare sostanza agli insegnamentiricevuti nel movimento del ‘Cursillo decristianidad’, nel 1995, iniziò la formazionespirituale e gli studi teologici necessari pergiungere all’ordinazione sacra di Diaconopermanente. Ricordo la sua gioia, insieme allatrepidazione, nel giorno dell’ordinazione, il 6Dicembre 2000, nella Basilica di San Nicolò. Simise a disposizione del suo Parroco nel servizioliturgico e per le altre necessità pastorali,vivendo «dalla sua prospettiva di Diacono» unapiccola esperienza della “paternità spirituale”che è propria dei ministri della Chiesa.

L’anno scorso, dopo il pensionamento, ebbeil nuovo incarico di animare la ‘Caritas’ zonaledi Loano e Pietra Ligure. Il Signore, nella suainfinita sapienza lo ha chiamato a parteciparealla liturgia del cielo. Lo ricorderemo nellapreghiera e spero che molti vogliano imitarlonella dedizione a Dio ed ai fratelli attraverso ilministero di Diacono permanente.

Sac. Bruno ScarpinoDelegato Vescovile

per la formazione al Diaconato permanente

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CI HANNO LASCIATO NELLA SPERANZA

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2 Solennità della Madonna di Pontelungo,Patrona della Diocesi. Pontificale presso ilSantuario e processione cittadina.

15 Solennità dell’Assunzione della BeataVergine Maria.

9-11 Giornate sacerdotali.22 Ss. Maurizio e Compagni martiri, titolari

della Basilica Concattedrale.29 Solennità di San Michele Arcangelo, vespri,

indizione dell’Anno Mariano Diocesano,processione cittadina con la Statua dellaMadonna di Pontelungo e Santa MessaPontificale.

01 Ingresso in Seminario.02 Inizio corsi teologici.

04 Ritiro spirituale al Santuario diocesano N.S.di Pontelungo.

11 Sacra Ordinazione sacerdotale di Fr.Pierdamiani Gennaro Esposito e diaconale diFr. Benedetto Adriano Durante e CarmeloLicciardello in Cattedrale.

13 Dedicazione della Chiesa Cattedrale.18 Gita/pellegrinaggio al Santuario di Rezzo.19 Giornata con la comunità parrocchiale di San

Giovanni Battista in Andora.20 Il Vescovo incontra i Seminaristi e inaugura il

nuovo anno accademico con la celebrazionedella Santa Messa.

29 La comunità del Seminario si reca a visitare letombe dei superiori e benefattori defunti

01 Solennità di Tutti i Santi; Santa Messapontificale in Cattedrale.

02 Celebrazione in suffragio dei fedeli defuntipresso il Campo Santo di Leca.

07 I seminaristi partecipano, presso il TeatroCarlo Felice di Genova, all’esecuzione delloStabat Mater di Rossini diretto dal M. DanielOren.

11 Memoria di San Martino, ritiro mensilepresso l’isola Gallinara.

22 Gita a Lucinasco e visita alla chiesa dellaMaddalena.

23 Solennità di Cristo Re dell’Universo. I seminaristi e il Rettore partecipanoall’ingresso nella Parrocchia di San Martinodi Genova Pegli da parte del Padre MicheleAlberta, presieduto dal Card. AngeloBagnasco.

26 San Leonardo da Porto Maurizio Patronodella città di Imperia.

vetta Diocesi di Albenga-ImperiaAnno XXXV - N. 3 Autunno 2008

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IN COPERTINA: ALASSIO, 25 OTTOBRE 2008

REDAZIONE: Seminario di Albenga-Imperia

Luglio

Diario

Agosto

Novembre

Settembre

Ottobre

AUTUNNO 2008 AUTUNNO 2008 AAUUTTUUNNNNOO 22000088

2 Editoriale

3-5 Seminario 2008/2009Volti nuovi

6-7 Decreto di indizione di uno straordinarioanno Mariano

8 Ordinazioni

9 Rubrica: Il tempo della fede

10-12 1948-2008 Ricordando la Madonna Pellegrina

13 Servizio all’Altare

14-15 Ci hanno lasciato nella speranza

16 Diario

� Sommario: