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DEMATERIALIZZAZIONE e SEMPLIFICAZIONE dott. Vincenza Lombardo 05/06/2012 - Pagina 1 di 42

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DEMATERIALIZZAZIONE

e

SEMPLIFICAZIONE

dott. Vincenza Lombardo 05/06/2012 - Pagina 1 di 42

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Il concetto di documento

• Un documento archivistico è un documento prodotto (cioè generato o ricevuto e archiviato) da una persona fisica o giuridica nel corso di un’attività pratica come suo strumento.

documento è informazione affissa ad un supporto in

una forma determinata

informazione è un messaggio comunicato attraverso lo spazio o il tempo e composto di dati

dato è il più piccolo pezzo di informazione che abbia significato

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Il concetto di documento

• Un documento digitale è un documento il cui contenuto e la cui forma sono codificati usando valori numerici distinti (come i valori binari 0 e 1) piuttosto che uno spettro continuo di valori (come quello generato da un sistema analogico).

• Un documento informatico è un documento analogico o digitale che viene trasportato da un conduttore elettrico (supporto informatico) e richiede l’uso di tecnologie per essere reso intellegibile a una persona.

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Il documento informatico

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del

2010 , all’art.20 si definisce che:

• il documento informatico da chiunque formato,

• la memorizzazione su supporto informatico e

• la trasmissione con strumenti telematici

conformi alle regole tecniche

sono validi e rilevanti agli effetti di legge.

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Il documento informatico

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del

2010 , all’art.20 si definisce che:

L’idoneità del documento informatico a

soddisfare il requisito della forma scritta e il suo

valore probatorio sono liberamente valutabili in

giudizio, tenuto conto delle sue caratteristiche

oggettive di qualità, sicurezza ed

immodificabilità.

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Il documento informatico

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del 2010 , all’art.21 comma 2, si dice che:

• il documento informatico sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale formato nel rispetto delle regole tecniche che garantiscano l’identificabilità dell’autore, l’integrità e l’immodificabilità del documento, ha l’efficacia prevista dall’articolo 2702 del codice civile.

• l’utilizzo del dispositivo di firma si presume riconducibile al titolare, salvo che questi dia prova contraria.

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Il documento informatico

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del 2010 , all’art.21 comma 2-bis, si dice che:

• Le scritture private di cui all’articolo 1350 del

codice civile, se fatte con documento

informatico, sono sottoscritte, a pena nullità, con

firma elettronica qualificata o con firma digitale.

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Il documento informatico

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del 2010 , all’art.21 comma 3, si dice che:

• L’apposizione ad un documento informatico di

una firma digitale o di altro tipo di firma lettronica

qualificata basata su un certificato elettronico

revocato, scaduto o sospeso equivale a

mancata sottoscrizione.

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La copia conforme all’originale di

tipo analogico

Autenticazione

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

Autenticazione di copia in atto

(artt..18 e 19 DPR 445/2000)

La presente copia è composta di n° __________ fogli

conforme all’originale esistente presso questo Ateneo

Firenze, lì _______________

Firma ______________________

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Le copie conformi

Dal D.Lgs.n.82 del 2005 modificato dal D.Lgs.n.235 del 2010 , all’artt. 22, 23, si parla di:

• Copie informatiche di documenti analogici

• Copie analogiche di documenti informatici

• Duplicati e copie informatiche di documenti

informatici

• Documenti amministrativi informatici

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I documenti

DOCUMENTI AMMINISTRATIVI

ogni rappresentazione del contenuto di atti, anche

interni, delle pubbliche amministrazioni

DOCUMENTI INFORMATICI

rappresentazione informatica di atti, fatti o dati

giuridicamente rilevanti

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Il documento amm.vo

Quando è prodotto da una Amministrazione pubblica, il documento amministrativo deve avere le seguenti caratteristiche:

• Sigillo (logo) dell’Ente produttore: per l’Ateneo fiorentino

il sigillo è individuato dal Salomone

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Il documento amm.vo

• Denominazione dell’Ente, per esempio: “Università degli

Studi di Firenze”,

• Denominazione della AOO, previsto dall’art.50 del

DPR445/2000,

• Denominazione della UOR di primo e di secondo livello

(Area - Ufficio), come previsti dagli artt.4-6 della legge

241/1990 “Nuove norme in materia di procedimento

amministrativo e di diritto di accesso ai documenti

amministrativi

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Il documento amm.vo

• Numero di protocollo accompagnato dalla data cronica di

protocollazione;

• Classificazione, elemento proprio del sistema di

classificazione Titulus;

• Oggetto, dove è raccomandato di utilizzare una

descrizione in grado di far comprendere l’azione

amministrativa rappresentata nel documento;

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Il documento amm.vo

• Testo, dove è raccomandato di eliminare formule

ascrivibili al cosiddetto “burocratese”, secondo la

direttiva 8 maggio 2002 del Dipartimento della Funzione

Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal

titolo “Semplificazione del linguaggio dei testi

amministrativi” (GU n.141 del 18/06/2002);

• Data topica, dove l’indicazione del luogo di perfezione

del documento deve essere inserita a fine testo, dopo la

sottoscrizione;

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Il documento amm.vo

• Responsabile del Procedimento Amministrativo, in

fondo al documento deve essere indicato il nominativo

del RPA, come previsto dall’art.5 della legge 241/1990;

• Riferimenti Istituzionali che vanno indicati in fondo

all’atto.

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FASCICOLI

• Il fascicolo costituisce l’unità di base, indivisibile di un

archivio e all’interno dello stesso sono collocati i

documenti secondo l’ordine temporale di registrazione a

protocollo, pertanto il documento più recente è il primo

aprendo la copertina, mentre il più antico è l’ultimo.

• Ogni fascicolo contiene documenti classificati in maniera

omogenea per il grado divisionale individuato attraverso

l’uso del Titolario di classificazione.

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FASCICOLI

Esistono cinque tipologie di fascicolo:

Fascicolo d’affare

Fascicolo di attività

Fascicolo di Procedimento Amministrativo

Fascicolo di Persona Giuridica

Fascicolo di Persona Fisica

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FASCICOLO D’AFFARE

• Un fascicolo d’affare conserva documenti relativi

ad una competenza che però non risulta né di

tipo procedurale né di tipo procedimentale, ciò

significa che non prevede l’adozione di un

provvedimento finale.

• Per esempio: fascicolo relativo all’istituzione di

un gruppo di lavoro.

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FASCICOLO DI ATTIVITA’

• Un fascicolo di attività conserva documenti

relativi ad una competenza di tipo procedurale

per la quale esistono documenti vincolati e che

comunque non prevede l’adozione di un

provvedimento finale.

• Per esempio: fascicolo relativo alle richieste di certificati

oppure fascicolo relativo alle richieste di attivazione

utente.

• In generale si tratta di fascicoli che contengono

documenti per tipologia (solo richieste, relativamente

all’esempio dato) e solitamente vengono archiviati per

arco temporale o per soggetto.

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FASCICOLO DI PROCEDIMENTO

AMMINISTRATIVO

• Un fascicolo di proc. Amm.vo conserva i

documenti relativi ad una pluralità di atti tra loro

autonomi, scanditi nel tempo e destinati allo

stesso fine, cioè alla emanazione di un

provvedimento finale. • L’esaurimento del procedimento amministrativo, cioè la data di

chiusura del rispettivo fascicolo, si riferisce alla data dell’ultimo

documento prodotto, cioè del documento che conclude il

procedimento amministrativo stesso.

• Per esempio: fascicolo relativo ad una gara d’appalto.

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FASCICOLO DI PERSONA GIURIDICA

• Un fascicolo di persona giuridica conserva i

documenti relativi a differenti affari, o distinte

attività oppure diversi procedimenti

amministrativi ma legati tra loro da un vincolo

archivistico interno, quello relativo ad una

persona giuridica.

• Per esempio: fascicolo relativo ad una associazione

culturale.

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FASCICOLO DI PERSONA FISICA

• Un fascicolo di persona fisica conserva i

documenti relativi a differenti affari, o distinte

attività oppure diversi procedimenti

amministrativi ma legati tra loro da un vincolo

archivistico interno, quello relativo ad una

persona fisica.

• Per esempio: fascicolo relativo alla carriera del

personale

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L’archivio

• Per Archivio si intende il complesso organico dei documenti prodotti e acquisiti dall‘ente produttore

nello svolgimento della propria attività e l'esercizio delle proprie funzioni.

• I documenti così ottenuti si distinguono per la necessaria presenza di un vincolo naturale che contribuisce a creare un particolare collegamento intrinseco,

• rendendo l’Archivio una realtà unica e assolutamente non smembrabile

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Fasi di sviluppo di un archivio

ARCHIVIO

CORRENTE

tenuta

dei fascicoli

da 1 a 5 anni

ARCHIVIO DI

DEPOSITO

tenuta dei fascicoli

fino a 40 anni

ARCHIVIO

STORICO

perenne tenuta dei

fascicoli

Posta

Protocollo

e

smistament

o

s

c

a

r

t

o

Nella vigente dottrina archivistica, l’Archivio viene distinto in tre fasi di

sviluppo:

corrente, deposito, storico

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Degli archivi correnti e di deposito sono responsabili gli stessi soggetti produttori che curano direttamente la tenuta, l’organizzazione, la conservazione e, per quanto previsto dalla legge, la consultabilità.

Essendo, però, la fase formativa di particolare rilievo per le fasi successive e quindi anche per l’esistenza dell’archivio storico,

lo Stato deve svolgere una funzione di tutela anche quando l’archivio è strumento di gestione del soggetto produttore e per questo vi è l’azione della Soprintendenza archivistica

(artt. 32, 33, 34 del Dlgs n.42/2004 Codice dei beni culturali).

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Il codice (Dlgs n.42/2004) impone a tutti gli enti pubblici di provvedere:

• alla conservazione dei propri archivi nella loro organicità;

• di ordinare ed inventariare i propri archivi storici, costituiti dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre quaranta anni;

• di non procedere a spostamenti, smembramenti e scarti di documenti senza il nulla osta del Soprintendente archivistico preposto alla vigilanza sugli archivi degli enti pubblici

(artt.20, 21, 30 del codice dei beni culturali).

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Nel caso in cui soggetto produttore non

ottemperasse agli obblighi di legge

(ad esempio: uso, collocazione e rimozione

illecite)

sono previste sanzioni che prevedono:

l’arresto da sei mesi ad un anno e con

l’ammenda che varia da euro 775,00 ad

euro 38.734,50

(artt.170, 171 del codice dei beni culturali).

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Il nostro Ateneo ha già emanato il

“Regolamento del sistema archivistico di

Ateneo” D.R.155 del 24/03/2003.

• In tale regolamento al capo IX, relativo alla

Commissione Archivi, sono indicati i criteri di

istituzione, composizione e compiti di tale

commissione.

• Con delibera del Consiglio di Amministrazione

del 26/10/2003, è stata istituita la “Commissione

Archivi” con il compito di vigilanza sugli archivi

dell’Ateneo.

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Mentre nell’art. 44 del regolamento titolato: Elenco delle Unità amministrative autonome previste dallo

Statuto che attivano un proprio protocollo unico

viene detto che:

• Le Unità amministrative autonome previste dallo

Statuto, che devono attivare un proprio protocollo

unico, sono individuate dai vigenti decreti emanati

dall'Amministrazione stessa.

• Ogni Unità amministrativa autonoma di nuova

istituzione dovrà adottare il presente regolamento

contestualmente alla propria attivazione

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L’Archivio corrente:

• L’art. 50 del DPR n. 445/2000 intitolata “Attuazione

dei Sistemi”, fornisce precise disposizioni sulla

gestione informatica dei documenti, e nel comma 4,

recita:

– Ciascuna amministrazione individua, nell'ambito del proprio

ordinamento, gli uffici da considerare ai fini della gestione

unica o coordinata dei documenti per grandi aree

organizzative omogenee, assicurando criteri uniformi di

classificazione e archiviazione, nonché di comunicazione

interna tra le aree stesse.

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L’Archivio corrente:

• Nelle Università è considerata come Area Organizzativa

Omogenea (AOO) ogni “entità” dotata di autonomi poteri di spesa

o di organizzazione. Di conseguenza, tali AOO usufruiscono, in

modo omogeneo e coordinato, di comuni servizi per la gestione

dei flussi documentali.

• Da ciò si evince che generalmente, negli atenei italiani, esistono

le seguenti preminenti tipologie di AOO:

– Amministrazione centrale;

– Ciascuna struttura didattica, di ricerca o di servizio prevista dallo

statuto, indicata come Unità periferica.

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L’Archivio corrente:

• L’individuazione delle AOO è importante perché ad ogni AOO

viene assegnato un unico Protocollo Generale.

• Una Unità Organizzativa Responsabile (UOR) è un sottoinsieme

di una AOO, cioè un complesso di risorse umane e strumentali

cui è stata affidata una competenza omogenea, nell’ambito della

quale i dipendenti assumono la responsabilità nella trattazione di

affari o procedimenti amministrativi, in questi casi vengono

indicati come RPA (Responsabile del Procedimento

Amministrativo). La competenza infatti corrisponde alla

funzione esercitata in un arco di tempo determinato da una UOR,

che può essere: un ufficio, un servizio, un’area.

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AOO

Amministr.ne

Centrale

Dipartimenti

Facoltà/

Scuole

CSIAF Museo

di

Storia Nat.

SBA

Centri

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Il Protocollo informatico: caratteristiche

• L’art. 53 del DPR n. 445/2000 intitolata “Registrazione di protocollo”, fornisce rigorose disposizioni sulle modalità di registrazione, indicate in 5 commi di cui si evidenzia il primo:

• La registrazione di protocollo per ogni documento ricevuto o spedito dalle pubbliche amministrazioni é effettuata mediante la memorizzazione delle seguenti informazioni:

• numero di protocollo del documento generato automaticamente dal sistema e registrato in forma non modificabile;

• data di registrazione di protocollo assegnata automaticamente dal sistema e registrata in forma non modificabile;

• mittente per i documenti ricevuti o, in alternativa, il destinatario o i destinatari per i documenti spediti, registrati in forma non modificabile;

• oggetto del documento, registrato in forma non modificabile;

• l'impronta del documento informatico, se trasmesso per via telematica, costituita dalla sequenza di simboli binari in grado di identificarne univocamente il contenuto, registrata in forma non modificabile.

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AOO

AOO

•Come si trasmette un documento repertoriato

come per esempio un Decreto?

Sempre con una lettera di trasmissione

dove risulti chiaro

il destinatario ed il numero di allegati.

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A cosa serve un titolario di classificazione

nell'era dell'informatica?

Questa è una delle domande più frequenti che un archivista si sente rivolgere

con sempre maggiore insistenza quando si tratta di sviluppare un sistema informatico,

senza alcuna distinzione tra pubblico e privato. Negli ultimi anni, infatti, il mito della

ricerca globale sulle banche dati ha fatto ritenere a molti che l'organizzazione

archivistica fosse un evento ormai superato dall'ingresso prepotente delle nuove

tecnologie e in particolare di quelle di information retrieval.

Eppure proprio la grande mole di dati e informazioni archiviabili nelle memorie

digitali ha amplificato l'esigenza di un'organizzazione archivistica, basata non tanto

sui documenti (dai quali ricavare dati e informazioni), quanto piuttosto sulle relazioni

stabili (e da mantenere stabilmente) tra i documenti all'interno di un sistema

informativo documentale.

Per gli informatici, infatti, il documento può essere rappresentato come un

"oggetto" completo in se stesso, in quanto latore di un certo numero di informazioni

desumibili dal contenuto e dalle note di riferimento, metadati compresi. In questo

senso, trattato come risorsa informativa alla stregua di un libro, il documento diventa

un oggetto privo di relazioni stabili e naturali, dove una soggettazione o un abstract

possono avere la pretesa di sostituire la classificazione, in considerazione del fatto

che prevale l'ordinamento occasionale, o comunque forzoso e artificiale, per materia

o in base ad esigenze contingenti. Un documento archivistico, invece, viene prodotto

nell'esercizio di una funzione determinata o di un'attività pratica dell'ente produttore,

tanto da determinare necessariamente un rapporto stabile tra il documento e la

funzione o l'attività esercitata. La conservazione di una banca dati contenente una

sequenza di documenti registrati in ordine cronologico e diversi per tipologia e

oggetto non riveste, a ben vedere, alcuna utilità pratica nel tempo. Forse, a quel

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punto, sarebbe più funzionale avere una pila di carte da sfogliare, anzichè conservare

i documenti nello stesso ordine attribuito dalla registrazione di protocollo, che è,

appunto, una sequenza di documenti registrati in ordine cronologico. Un archivio non

si basa, pertanto, su dati e informazioni ricavabili dai singoli documenti, ma sulle

interrelazioni tra ciascun documento e l'affare o il procedimento a cui si riferisce, e

tra quest'ultimi con l'archivio, inteso come complesso organico di documenti

all'interno del quale quei documenti devono essere conservati. All'archivista, al

soggetto produttore, al giudice e allo storico in futuro infatti non interessa

l'informazione di un singolo atto oppure l'informazione in quanto tale come insieme

di dati, ma la storia di un procedimento, di un affare, di una pratica e, di conseguenza,

la contestualizzazione dell'informazione nel periodo in cui venne prodotta in una

visione diacronica dell'intero processo di produzione della catena documentaria.

In una parola: serve il fascicolo come insieme organico di documenti e non il

documento singolarmente considerato. Non classificare significa, pertanto,

decontestualizzare, cancellare in qualche modo il DNA archivistico che ogni

documento necessariamente deve possedere come vincolo intrinseco, senza l'evidenza

del quale i documenti sono destinati a diventare anelli slegati dal contesto generale

che li ha prodotti.

Per questi motivi, prima di procedere all'analisi delle specifiche di un sistema

informatico, si deve ricercare un medesimo linguaggio, che superi le facili e

conflittuali ambivalenze della terminologia, tipiche di quelle parole che in

informatica assumono un significato e in archivistica un altro completamente diverso,

antitetico o, comunque, equivoco. In questa direzione è possibile integrare le

competenze informatiche con quelle archivistiche nella consapevolezza critica della

distinzione e della necessaria sequenzialità dei ruoli.

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Riprogettazione dei processi aziendali

La riprogettazione dei processi aziendali o Business Process Reengineering – (BPR) è un

intervento organizzativo di profonda revisione dei procedimenti operativi che non risultano più

adeguati alle necessità aziendali. Per processo si intende un insieme di attività interconnesse che

portano ad un risultato finale identificabile dal cliente, che quindi contribuisce alla formazione di

valore per l’azienda.

Lo stimolo per un intervento può venire dai risultati di un benchmarking, da una analisi di customer

satisfaction, da un mutamento del quadro operativo, dalla ridefinizione degli obiettivi aziendali,

dall’ evidenza di altri parametri critici che indichino la necessità o l’opportunità di migliorare

l’efficacia e l’efficienza di un processo aziendale, dalla necessità di introdurre nuove metodologie di

lavoro, o da altre situazioni.

Un intervento di riprogettazione prevede come al solito l’analisi della situazione in essere con

mappatura del processo primario e dei processi di supporto, l’individuazione delle criticità o dei

punti suscettibili di miglioramento, lo studio delle soluzioni e la conseguente riprogettazione del

processo in maniera organica. Nell’analisi si può far uso delle tecniche della qualità totale, con

particolare attenzione alla necessità di poter misurare i parametri che indicano la bontà del processo.

I processi sono trasversali rispetto alle funzioni aziendali, e molto spesso è proprio nei punti di

contatto tra le varie funzioni che emergono i principali punti di inefficienza o di scoordinamento.

Quando si parla di riprogettazione si intende una revisione radicale, di fondo, anche ripensando il

tutto da zero, e non di semplici aggiustamenti, o tarature, o migliorie dell’ operatività. Spesso la

riprogettazione si pone come obiettivo anche quello di avere una struttura più snella ed elastica, ed è

rivolta in particolare ai processi critici dell’azienda, cioè quelli che hanno un impatto rilevante sul

prodotto finale.

Per la riprogettazione del processo si hanno a disposizione i soliti strumenti di intervento

organizzativo, quali: la ridefinizione delle gerarchie, dei livelli organizzativi e della catena

decisionale; la modifica dei ruoli assegnati alle posizioni; l’accorpamento, la suddivisione o la

parallelizzazione di attività o funzioni; l’eliminazione di attività senza valore aggiunto;

l’acquisizione di nuovi strumenti di lavoro; l’utilizzo di nuove metodiche o di nuove tecnologie con

i conseguenti piani di formazione; l’adeguamento degli spazi di lavoro; l’identificazione di idonei

sistemi di incentivazione; l’adozione di nuovi sistemi informativi; la reingegnerizzazione dei

sistemi software di supporto ai sistemi informativi correlati; la rimozione di ostacoli che

condizionano il processo, e così via, andando normalmente ad interessare svariate funzioni

aziendali.

Se la riprogettazione viene attuata come veloce risposta ad un mutamento del mercato, può dare

all’impresa un vantaggio competitivo temporale rispetto alle altre imprese. È da puntualizzare però

che una vera riprogettazione significa cambiare completamente l’attuale modo di operare, e che

quindi è normalmente un’attività di lunga durata, di alto rischio, di costo elevato e che necessita del

coinvolgimento convinto di tutta l’impresa. Spesso si opta perciò per operazioni di miglioramento

meno traumatiche, anche se dai risultati minori.

Manager ed analisti tendono a migliorare l'efficienza e l'efficacia dei processi, ovvero a ridurre i

costi e ad accrescere la qualità intesa come soddisfazione del cliente.

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In questo campo, il Business Process Modeling (BPM) è l'attività di rappresentazione dei processi

aziendali nelle due ottiche:

la situazione attuale, detta "as-is"

la situazione futura desiderata, detta "to-be"

La mappatura dei processi reali ("as-is") e di quelli a tendere ("to-be") sono due attività di analisi

nettamente distinte, che portano a definire i miglioramenti necessari per passare dai processi rilevati

nell' "as-is" a quelli formalizzati nel "to-be". Gli interventi possono essere di tipo incrementale ed

essere inclusi nell'ambito del BPM, oppure di tipo radicale, aprendo così la tematica della

reingegnerizzazione dei processi aziendali (Business Process Reengineering o BPR). Gli interventi

possono riguardare sia la tecnologia che l'organizzazione, e comportano normalmente anche una

attività di formazione sui nuovi processi.

Esistono software proprietari di modellazione dei processi, che talora garantiscono

un'interoperabilità fra standard chiusi e proprietari, e con gli standard aperti di modellazione, in

modo da evitare una costosa perdita di informazione nella migrazione dei dati da un linguaggio

all'altro. Il software implementa una metodologia proprietaria organizzativa e di modellazione, fatta

di particolari oggetti e regole, che è "embedded" (incapsulata) nel prodotto. L'utilizzo della

metodologia è legato all'acquisto di licenze, con profilo di utente e come amministratore, del

relativo prodotto.

Un esempio di analisi: Autorizzazione incarichi retribuiti (AS IS e TO BE)

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AS IS – Autorizzazione incarichi retribuiti

Richiedente ( docente/ricercatore/ committente) Ufficio Pers. Doc. Protocollo Preside /Direttore dip

(post riforma)

SI

SI (condizionato)

0.1 Richiesta di autorizzazione (ne

vengono presentati due: una all’ufficio

e una alla presidenza

1.2 Integrazione/modifiche

Diniego di

autorizzazione

Controllo

richiesta

1.1. Richiesta di integrazione /

modifiche

NO

1.3 Protocollazione

richiesta

3. Lettera di autorizzazione / diniego

2. Parere (con eventuale

richiesta di

modifiche/integrazioni)

4. Scheda anagrafe delle prestazioni di

Funzione Pubblica

3.1 Ricezione

2.1 Protocollazione

parere preside (utilizzo

modulo prestampato

spesso malcompilato

3.1 Ricezione 3.1 Ricezione

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TO BE – Autorizzazione incarichi retribuiti

Richiedente ( docente/ricercatore/ committente) Ufficio Pers. Doc. Protocollo Preside /Direttore dip

(post riforma)

NO

1.1. Lettera di integrazioni/

modifiche

SI

SI (condizionato)

0.1 Richiesta on line di autorizzazione

1.2 Integrazione/modifiche

Diniego di

autorizzazione

Controllo

legittimità

richiesta

3.Lettera di

autorizzazione/diniego

0.2 Protocollazione

richiesta

Nulla osta

3.1 Ricezione on line

2.1 Protocollazione

nulla osta

3.1 Ricezione on line 3.1 Ricezione on line

4. Scheda anagrafe delle prestazioni di

Funzione Pubblica

3.2 Generazione file compatibile con banca

dati Ministero Funzione Pubblica

Nota: il motivo tratteggiato

indica la possibilità di utilizzo

di un motore di workflow