delvicepresidente molÈenrico - senatolamacchina eraunaturbina diantica impresa milanese, laditta...

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica ~ 8445 ~ 15 GruGNO 1949 1948---49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISCUSSIONI CCXXVIII. SEDUTA , MERCOLEDI 15 GIUGNO 1949 (Seduta pomeridiana) ... Presidenza del Presidente BONOMI INDI del Vice Presidente MOLÈ ENRICO INDICE Disegni di legge (Trasmissione) . . . . Pago 8445 Disegno di legge: « Maggiorazione del sussi~ dio di Stato per la ricostruzione delle case distrutte dai terremoti» (357) (Di in'iziativa dei deputati Martino Gaetano ed altri. ~ Ap- provato dalla Oamera dei deputati) (Diseussione ed approvazione): RAJ A .......... 8446 ROMANO DOllif>nilJO, relatore 8447 CAMANGI, SotWsegrl3tario di Stato per i lattmi pubblici ..... 8447 Disegno di legge: «Stato di previsione della spesa del Ministero del'industria e com~ mercio per l'esercizio finanziario 1949n50}) (298) (Seguito della diseussione): GASPAROTTO FIORE ... CASTAGNO . MERZAGORA PRES WENTE FOCACCIA . 8449 8453 8460 8479 8479 8480 Interpellanze (Annunzio) Interrogazioni (Annunzio) . 8487 8487 La seduta è aperta alle ore 16. RAJA, segretariQ, dà. lettura del processo verbale della l'Jeduta precedente, che è appro~ 'V'ato. Trasmissione di disegni di legge. PRESIDENTE. Comunico al Senato che il Presidente della, Camera dei deputati ha. tra- smesso i segu,enti disegni di legge: « Aumento dell'ammenda stabilita dall'articolo 219 del testo unico 11 dicembre 1933, n. 1715, sulle acque e sugli impianti elettrici » (411); « Pro~ roga fino al 30 giugno 1949 dei termini stabi- liti in provvedimenti speciali di approvazione dei piani regola.tOl'Ì particolareggiati per l'ini- zio e l'ultimazione di nuovi Iabhricati» (412). Questi disegni di legge seguiranno il corso stabilito dal Regolamento. Discussione e approvazione del disegno di legge di iniziativa dei deputati Martino Gaetano ed altri: « MaggÌorazione del sussidio dello Stato per la ricostruzione delle case distrutte dai terremoti» (357) (Approvato dalla Oamera dei deputati). PRESIDENTE. Come il Senato ha stabi~ lito stamane, passeremo innanzi tutto alla discussione del disegno di legge d'iniziativa dei deputati Martino Gaetano, Artale, Basile, Bonino, Capua, Caronia, Caroniti, Geraci, Greco Giovanni, Murdaca, Pino, Saija, Sal~ vatore, Spoleti, Stagno, d'Alcontres, Suraci, Terranova Raffaele e Trimarchi, già. appro- vato dalla CameT'a dei de1mt,ati: « Maggiora- TIPOGRAFIA DEL SENATO (1~OO)

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Page 1: delVicePresidente MOLÈENRICO - SenatoLamacchina eraunaturbina diantica impresa milanese, laditta Riva, delpeso di 200tonnellate, eproducente ottanta milaca~ V'allidiforzaidroelettrica;

Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 8445 ~

15 GruGNO 19491948---49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISCUSSIONI

CCXXVIII. SEDUTA

,MERCOLEDI 15 GIUGNO 1949

(Seduta pomeridiana).. .

Presidenza del Presidente BONOMI

I N D I

del Vice Presidente MOLÈ ENRICO

INDICE

Disegni di legge (Trasmissione) . . . . Pago 8445

Disegno di legge: « Maggiorazione del sussi~dio di Stato per la ricostruzione delle casedistrutte dai terremoti» (357) (Di in'iziativadei deputati Martino Gaetano ed altri. ~ Ap-

provato dalla Oamera dei deputati) (Diseussioneed approvazione):

RAJ A . . . . . . . . . . 8446ROMANO DOllif>nilJO,relatore 8447CAMANGI, SotWsegrl3tario di Stato per i

lattmi pubblici . . . . . 8447

Disegno di legge: «Stato di previsione dellaspesa del Ministero del'industria e com~mercio per l'esercizio finanziario 1949n50})(298) (Seguito della diseussione):

GASPAROTTO

FIORE . . .CASTAGNO .MERZAGORA

PRES WENTE

FOCACCIA .

844984538460847984798480

Interpellanze (Annunzio)

Interrogazioni (Annunzio) .

8487

8487

La seduta è aperta alle ore 16.

RAJA, segretariQ, dà. lettura del processoverbale della l'Jeduta precedente, che è appro~'V'ato.

Trasmissione di disegni di legge.

PRESIDENTE. Comunico al Senato che ilPresidente della, Camera dei deputati ha. tra-smesso i segu,enti disegni di legge: «Aumentodell'ammenda stabilita dall'articolo 219 deltesto unico 11 dicembre 1933, n. 1715, sulleacque e sugli impianti elettrici » (411); «Pro~roga fino al 30 giugno 1949 dei termini stabi-liti in provvedimenti speciali di approvazione

dei piani regola.tOl'Ì particolareggiati per l'ini-zio e l'ultimazione di nuovi Iabhricati» (412).

Questi disegni di legge seguiranno il corsostabilito dal Regolamento.

Discussione e approvazione del disegno di leggedi iniziativa dei deputati Martino Gaetano edaltri: « MaggÌorazione del sussidio dello Statoper la ricostruzione delle case distrutte dai

terremoti» (357) (Approvato dalla Oamera

dei deputati).

PRESIDENTE. Come il Senato ha stabi~lito stamane, passeremo innanzi tutto alladiscussione del disegno di legge d'iniziativa deideputati Martino Gaetano, Artale, Basile,Bonino, Capua, Caronia, Caroniti, Geraci,Greco Giovanni, Murdaca, Pino, Saija, Sal~vatore, Spoleti, Stagno, d'Alcontres, Suraci,Terranova Raffaele e Trimarchi, già. appro-vato dalla CameT'a dei de1mt,ati: «Maggiora-

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1~OO)

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Atti Parlamentari Senato della Repubbl'ica~ 8446 ~

15 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISCUSSIONI

zione del sussidio dello Stato per la ricostru~zione deUe case distrutte dai terremoti »).

. Pre~go il senatore segretario di darne lettura neltesto modificato dalla Oommissione.

RAJA, segretario, legge lo f:!tampato n. 357 A.PRESIDENTE. È aperta la discussione

generale Sll questo disegno di legge.Nessnno chiedendo di parlare la dichiaro

chiusa. Ha facoltà. di parlare il relatore, sena~ture Romano Domenico.

ROMANO DOMENIOO, relc,tore. M'i ri~metto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'ono~revole Oamangi, Sottosegretario di Stato peri lavori pubblici.

CAMANGI, Sottoseg-retar1:odi Stato per i la-vori pnbblini. Non lW nulla da osservare.

PRESIDENTI!}, Passeremo allora alla di~Rcussione degli artieoli che rileggo:

Art. 1.

Il sussidio dello Stat,o per la ricostruzione deifabbricati distrutti o danneggiati dai terremotifra il 1908 e il 1936 incluso è maggiorato nel1amisura di 3,33 volte rispetto a quello previstodaldecret;o legislativo 3 settembre 1947, n. 940.

Tale maggiora zione si applica ai sussidi (\On~cessi o da concedere per lavori cbe alla datadi entrata in vigort' del òetto decreto legisla~tivo 3 settembre ] 947, n. 940, erano ancorada eseguire.

(E approvato).

Art. 2.

Il sURsidio di cui all'articolo precedente saràcorrisposto nella misura medesima, tanto aidetentori di diritti a mutuo originari, quantoai detentori di diritti a mutuo a titolo onerosoe a tal fine non si applicano le disposizioni del~l'articolo 5 del regio decreto~legge 26 gennaio1933, n. 11, e dell'articolo 4 della legge 4 aprile1935, n.454.

(E apprM1c'to).

Art. 3.

È consentito il trasferimento del diritto acontributi ad aree diverse da quella presceltae denunciata a norma dell'articolo 8 del regio

decreto~legge 26 gennaio 1933, n. 11, purchèla nuova area, si trovi nel territorio dello stessoComune.

La Oommissione ha proppsto per questo ar~tlcoìo di sopprimere il primo comma del te~sto ministeriale che è del seguente tenore:«I contributi che siano stati liquidati nellamisura ridotta prevista dall'articolo 5 delregio decreto~legge 26 gennaio 1933, n. 11,e già corrisposti per lavori eseguiti e collau~dati dopo la data di entrata in vigore di esso,si considerano utilizzati solo in parte quandola costruzione prevista nel progetto presen~tato entro il termine di cui all'articolo 8 delsopracitato regio decreto-legge sia stata ese-guita per meno del quaranta per cento delvolume previsto nel progetto stesso: per laparte residua si applica la maggiorazione dicui all'articolo 1 della presente legge ».

RAJA. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà..RAJA. Onorevole Presidente, ho chiesto di

parlare sulla soppressione proposta dalla Oom~missione della prima parte dell'unico con~testo dell'al'ticolo 3, perchò vorrei sottoporreal Senato la necessità di insistere su quelloche fu il testo votato dalla Camera dei depu~tati, e di cui ora si chiede la soppressione. Eciò perchè a me pare che il Senato ci riporti adlU1.adiscussione che era stata, già, superata daquella avvenuta nel primo ram.o del Parla~mento e che si era conclusa con la votazionedi quel testo. Oomprendo benissimo quella cheè stata la prudenza del nostro onorevole re~latore e quella,. che è stata la prudenza anchedella, Oommissione, perchè evidentem.ente difronte alle difficoltà. che erano st,ate prospet~tate non vi era dubbio che l'egregio collegarelatore doveva venire a qu,ella conclusionecui è venuto. E questa conclusione vale lapena di rilevare anche perchè il Senato possaavere precisa la nozione dello stato di cose.Le preoccupazioni dell'onorevole relatore dellasettima Oommissione in che cosa consistevano~La Oommissione ha considerato che con l'arti~colo 3 si veniva a stabilire il criterio di rivalu-tazione di cespiti per i quali il contributo sta~tale è stato già liquidato e pagato~, crit,eri chenon si vede per quale ra.gione non dovrebberoessere applicati in confronto di tutti coloro chedopo la legge del 1933 ebbero liquidati i con~

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Atti Parlamentari ~ 8447 ~ Senato della Repubblica

15 GruGNO 1949DISOUSSIONI1948~9 ~ OOXXVIIl SEDUTA

tributi in mi:mm inferiore a quello che la pre~cedente (Usposizione legislativa aveva loro fis~s<'tto. Nè la Commissione ~ha potuto trascurareil rilievo che la forma proposta all'articolo 3è taJe da non consentire, neppure in via diJlJ.assima, di prevedere a quale oner'c l'erariosarebbe esposto.

Ora, sulla prima parte di queste considera~zioni debbo rilevare che già con l'articolo 1eCOIll'articolo 2, ehe SOllOstati approvati an~ehe dal Senato, si viene a stabilire un nuovoaccertamento, anzi una rivalutazione dei ce~spiti. Ma comprendo (e questo suscita anchele mie perplessità) la preoccupazione dellaOommissione quando dice: n.oi in conclusione,votando questo articolo 3, ci mettiamo in unasituazione di non conoscere quale potrebbeessere il peso che dovrebbe sopportare lo Stato.Ora, mi domando e domando agli onorevolicolleghi se è concepibile che, dopo due mesi epiÙ dall'ap-provazione di queRto disegno dilegge avv'enuta alla Oamera dei deputati, sivenga anche al Senato senza avere la possi~bilità (cenni di dìss"ens() dell'onorevole Cappa)(è una constatazione dolorosa che faccio, ono~revole Oappa) la possibilità dicevo, di potH' sa-pere quale potrebbe essere l'onere che verrebbea sopportare il bHancio dello Stato con l'appro~vazione di quell'articolo che era stato già ap-provato alla Oamera dei deputati. lYraià dehhoaggiungere che, pur eRsendo convinto di que~ste buone ragioni, queste huoni ragioni evi~dentemente non potrebbero essere accettateda un legislatore coscienzioso e giusto. Inalt.ri termini, non posso fare una eosa perehèho la paura ehe essa mi possa portare gravidanni, ma ho il àovere, specialmente se l'hofatto già per altre categorie, di sapere quale èl'onere ehe il bilaneio dello Stato sopporte~l'ebbe daH'applicazione di questa disposi~zione di legge. Allora, sieeome non è possihiloammettere ehe si possano usare due pesi e duemisure' e trascurare una categoria e beneficiareun 'altra, anche per venire incontro alle preoc-cupazioni dell'onorevole Paratore e a quelleche sono le legittimc prudenze dcIJa Oom-missione, vorrei proporre al Senato che si la~sei la possibilità (dicendolo esplicitamenteanche con una pal'ola da parte del Governo)a tutti coloro che avraJ}-no questo diritto, cheera stato già consacrato in questa disposi~

zione di legge, iu un avvenire prossimo, qua,nnopotrà essere accertato 1'01lf)n~ nhe 10 Stat,o.~opporterehbe, di venire loro incontro anchecon UIUl,nuova leggina che può eRsere f-Jotto~posta al Parlamento. Questa è Ima propostache credo possa essere accolta dal Senato ela propongo come ordine del giorno da votarsi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare 1'0no~revole relatore per esprimere il parere dellaOommissione.

ROMANO DOMENICO, re latore , L 'onore~vole collega parte da una premessa errata: lalegge del 1933 stabiliva una misura diversa delcontrihuto secondo che si trattava di contri~buti iuerenti a cespiti di proprietà del richie-dente all'epoca del terremoto o di contrihutiacquistati; dava una maggiorazione ai primi,ossia a quelli del proprietario originario, calocolava in una misura minore quelli acquistati.Ora, se io che dovevo costruire una casa con icontributi acquistati e l'ho costruita sottol'impero di quelle disposizioni di legge ed hoavuto liquidato e pagato il contributo, nonposso venire oggi a dire: rivalutatemi questocontrihuto, solo perehè ho dovuto limitare lacostruzione a meno del 40 per eento del vo~lume preventivato in progetto, per contenerlanei limiti del contrihuto che mi spettava, per~chè se così fosse si dovrebbero rivalutare tuttii contributi che hanno avuto esecuzione conla legge del 1933 e l'onere per lo Stato sarebbedi molti miliardi, seeondo la moneta di oggi.Per questo la Oommissione ha ritenuto, d'ac~cordo con quella di finanze e tesoro, che ilprimo comma dell'articolo 3 si debba sop~prlmere.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'ono~revole Sottosegretario di Stato per i lavoripubblici, per esprimere il parere del Governoin proposito.

CAMANG I, Sottosegretario di Stato per 'Ìlavori pnbblici. Dato eh(' il senatore Raja n.on.ha presentato un vero e propl'Ìo emendamellto,non. avrei nulla da aggiungere a quello che lJadetto il relatore.

RAJA. Desidero una parola di assicul':1zioneda parte del Governo.

OAMANGI, Sottosegreta,rio di Stato per 'Ì l{~-'Voripubblici. Dehbo solo fare una precisazione,perchè ho sentito nelle parole del senatoreRaja quasi un rimprovero per il fatto che il

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Atti Parlamentari ~ 8448 ~

15 GIUGNO 1949

Senato della Repubblica

1948---49 ~ OOXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Governo non sia in grado di stabilire la portatafinanziaria di qu,ell'eventuale disposizione. IlMin.istero non ne ha la possibilità materiale.Si tratta di pratjche definite, chiuse; non sap-piamo come si sono concluse, bisognerebbeaddirittura indire un censimento, una rileva~zione straordin.aria, in.vitare gli in.teressati apresentare dei dati, ma è certo che dai datia disposizione del Ministero questa possibilitàdI calcolo non esiste in modo assoluto.

RAJA. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.RAJA. Dopo i chiarimenti rlel relatore e le

assicurazioni del Governo non insisto nellamia proposta.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'arti-colo 3 uel testo della Oommisl:!ione, di cui hogià dato lettura.

Uhi lo approva è pregato di alzarsi.(È appro'vato).

Art. 4.

Gli interessati per ottenere il sussidio pre-visto nei precedenti articoli, dovranno pre-sentare, entro un anno dalla data (li pubbli-cazione della presente legge, domanda ai com-petenti uffici del Genio civile, corredata daun nuovo progetto esecut,ivo ovvero da unnuovo preventivo di spesa in sostituzionedi quello alligato al progett,o esecutivo giàprodotto.

Per le ditte che alla scadenza dell'anno dimIi al comma precedent,e non avessero rice-vuto dagli uffici del Genio civile formale comu-nicazione della concessione del sussidio ai sensidell'articolo 5 della legge 4 aprile 1935, n. 454,la sopraindicata domanda e il nuovo preven-tivo di spesa dovranno essere presentati nonoltre sei mesi dalla data di comunicazionedell'intervenuta concessione del sussidio.

~E approvato).

Art.5.

Il Ministero dei lavori pubblici è autoriz-Z3,tO a costruire case popolari da assegnareesclusivamente alle famiglie che ancora sonoalloggiate in baracche nei Oomuni colpiti daiterremoti del 28 dicembre 1908 e del 15 gen-naio 1915 fino al limite di spesa di lire 2 mi-liardi.

Le baracche che sono rese libere devonoimmediatamente essere demolite a cura delGenio civile nell'atto del trasferimento deglioccupanti nei nuovi alloggi.

(È app'rovato).

Art. 6.

Per l'applicazione delle disposizioni dellapresente legge si provvede nell'esercizio 1949~1950 con i fondi autorizzati con l'articolo 6del decreto legislativo 3 settembre 1941, n. 940ed iscritti ai capitoli 183 e 184- dello stato diprevisione d~na spesa del Min.istero dei lavoripubblici; e per gli esercizi successivi con stan-ziamenti di lire 1 miliardo nell'esercizio 1950~1951; di lire 1 miliardo nell'esercizio 1951~1952 e di lire un miliardo e 500 milioni nel-l'esercizio 1952~1953.

(E approvatv).

Art. 7.

Tutti gli atti per la presentazione, istrut-toria e documentazione delle pratiohe, tutti icontratti di finanziamento e cessione di creditoo di trasferimento di aree e le eventuali notifi-che per la rhwossione t:l~lle somme ,anticipateda parte di ditte esecutrici dei lavori, di HO-cietà, enti, istituti di credito saranno esentida qualunque imposta di registro e tassa dibollo.

(È apprQvato).

Pongo in votazione il d.isegno di legge nE'lsuo complesso.

Chi l'approva è pregato di alzarsi.(È approvato).

Seguito della discussione del disegno di legge:« Stato di previsione deIla sp,esa del Ministero

dell'industria e commerCio per l'eserciziofinanziario 1949-1950» (298).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ilseguito della, discussione del bilancio del Mini-stero dell'industria e del commercio per l'eser-cizio finanziario dallo luglio 194~ al 30 giu-gno ] 9fiO.

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Atti Parlarnentari ~ 8449 ~

15 GmGNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA

Senato della Repubblica

DISCUSSIONI

È iscritto a parlare il senatore Gasparotto,il quale ha presentato anche il seguente ordinedel giorno:

«Il Senato fa V-Q<tIche il Gov€rno, sullascoda degli el'ementi di fatto raccoltI durant..:.11decors'o triennio di manifestazioni f.iel'isti~che, e deUe conclusioni del "coil'v€gno di stu~di per l problemI fi.eristicl ", tenuto in RImanei giorni 25, 26 e 27 marzo 1949, presenti alParlamento il disegno di legge (pr€anll'l1nziatoneil predetto' convegno) per la disciplma dellefiel'€ intel'llazionali, nazionali e l'€gionali, alfUle dI sostlt,ull'e al vig€nte sist€ma frammen~tario e sp€rimentale un ass'etto organico ('or~rispondente alla -dignità e all'importanza dellamateria, tale da €viLare dannose coineid\3J1z-e(11date e di eSIbizione di prodottI, sia fra lema])] festazlOni uaziona.li, come fra quelle in~

t.el'JlazlOnali ».

Ha facoltà di parlare il senatore Gasparotto.GASPAROTTO. Onorevoli collee;hi; nel~

l'ultima manifestazione della Fiera di Milanohanno suscitato la pubblica curiosità e, inmolti, profonda ammirazione una macchinacolossale ed una complessa attrezzatura indu~striale. La macchina era una turbina di anticaimpresa milanese, la ditta Riva, del peso di200 tonnellate, e producente ottanta mila ca~V'alli di forza idroelettrica; l'altra era l'esibi~zione da parte dell'A.G.I.P. del proprio im~pianto per l'estrazione del petrolio e del me~tana. La prima, la turbina, dava la dimostra~zione di quanto ha fatto e di quanto soprat-tutto può e si prepara a fare l'industria ita~liana in materia di produzione idroelettrica;l'altra era una anticipazione di quello chel'Italia sta facendo, in questi giorni, per l'estra-zione del carburante nazionale. Ora che il pe-trolio ha fatto la sua prima apparizione inItalia, noi non possiamo che prendere attocon compiacimento di questo fatto nuovoche può capovolgere la situazione industrialed'Italia in materia di carburante. E il miopensiero, come cittadino milanese, va a quellapiccola pattuglia di pionieri di questa industriache da 40 anni, con i propri mezzi e con lapropria ostinazione, a San Colombano e aSant'Angelo Lodigiano, stavano trivellando emartoriando la terra nella speranza di impri-g'ionare metano e petrolio. Questi generosi

vanno ricordati. E mi felicito con il nostro col~lega, onorevole Panetti, che un mese fa, inci-tando il Governo a perseverare in questi sforzi,dava l'anticipazione e la promessa di quelloche in questi giorni si è realizza;to.

Ora, onorevole Ministro, se una ditt,a dinatura privata, la « Riva», se un'impresadi pubblico interesse, l'A..G.I.P., hanno af-frontato spese imponenti ~ qualche milioneper ciascuna ~ per poter fare l'esibizione allaFiera campionaria della propria attività, que-sto dimostra l'importanza che le fiere hannoassunto in Italia e fuori allo scopo di far cono-scere i più recenti prodotti dell 'industria.

Oggi il problema delle fiere f>all'ordine delgiorno dell'opinione, non esagero, di tutto ilmondo. L'Inghilterra ha organizzato recente-mente due grandi fiere nazionali (non inter-nazionali) a Londra e a Birmingham; il Ca~nadà è alla sua seconda prova, e nel Ca~nadà si trova attualmente il segretario deJlaFiera di Milano, ufficialmente richiesto daquel Governo, per dare istruzioni RUquelloche si è fatto a Milano. Negli Stati Uniti sitrova, una Oommissione di esperti italiani estranieri, fra i nostri il dottor Franci, per pre~parare il terreno alla presentazione deneditte di tutto il mondo, comprese le italiane,alle fiere campionarie che anche negli StatiUniti s'intendono instaurare.

Di fronte a quest,a situazione, col mio ordinedel giorno mi sono proposto di presentare ilproblema al Ministro dell'industria e com~mercia, in tutta la.sua ampiezza., perchè sciolgala, promessa che in suo nome il solerte Sotto-segretario dell'industria, onorevole UavaIli, hafatto al recente Congresso degli studiosi delproblema delle fiere, congresso indetto dalgiornale «Il Globo». In quell'occasione il Sot~tosegretario, interpretando certamente il pUl~Riero del Ministro, ha anticipato l'annunzioche il Governo avrebbe presentato un disegnodi legge per la disciplina, organica delle fiereinternazionali, nazionali e regionaJi. Spero chel'onorevole Ilombardo manterrà, la promessa.E questa è una necessità, percll(:' fino ad orala disciplina della materia è stata provvisoriae frammentaria. Le fiere sono tuttora regolateda statuti di marca prettamente fascista, econtro taluni di questi statuti, ad eRempioque1Jo della Fiera òi MiJano, è goifl,iDRorto il

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 8450 ~

DISCUSSIONI 15 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA

Oomune della città nat,ale, il OOmlU1.edi Mi~lano, ed è pendente causa avanti al Oonsigliodi Stato. S'impone quindi una regolamentazioneorganica, generale, definiti va per tutto il Paese.

Il Ministro m'insegna che le fiere sono mL~zionali, internazionali, regionali. l.e fil:JrejnteJ'~nazionali sono disciplinate fra di loro da unostatuto redattodaun'Unian des faires.Secondoquesto statuto le fiere per poter essere com~prese nel catalogo ufficiale internazionale de~vono rispondere a questi requisiti: 1° assu~mere un carattere rigidamente commerciale:solo esibizione merceologica, quindi; banditaqualunque forma folkloristica, panoramica,niente kermesse, niente danze, trattenimenti;austerità assoluta; 2° devono avere una brevevita: in nessun caso devono superare le tresettimane e non più di due manifestazioni al~.l'anno, che in pratica si riducono auna; 3° de~vono ayere sperimentat,o per cinque anni lapropria funzione e aVf'r ricevuto il crisma,come fiere internazionali, da parte del rispet~tivo Governo. Questi sono i capisaldi perchèuna fiera possa essere ammessa nel grembodelle fiere internazionali e godere i diritti sancitidal loro statuto. Ma nella prassi la raccoman~dazione più forte e più insisten1,e che l'Unionedelle fiere fa è quella di non comentire inci~denze fra fiera e fiera, in modo che l'una no~posRa esercitare illecita o comunque non utileconcorrenza all'altra. Di conseguenza la fieradi Milano, la fiera di Parigi, la fiera di Bruxel~leR, ecc., come la fiera di Bari, la fiera di Pa~dova e quella di Verona, che sono, queste ulti~me, tre fiere internazionali d'Italia, sonQequamente spaziate. In una certa occasion~in cui per necessità contingenti la fiera di Mi~lano aveva fatto la proposta di mutare la pro~pria data, ha avuto cortese ma recisa opposi~zione dalla fiera di Parigi, perchè questa facevapresente che le ditte che espongono a Pariginon possono in contemporaneità esporre aMilano. Perciò, onorevole Ministro, e so diaffrontare un tema piuttosto delicato, io nonho creduto in un certo momento di approvare,il consenso che lei ha dato a che, in concor,renza della fiera di Milano vi fosse un 'altrafiera,- sia pure con carattere specializzato, inuna grande e generoRa città vicina a Milano;IJe fiere, durante i 15 giorni della loro vit,a, nondevono essere disturbate da nessun'altra ma"

. nifestaziollf'; altrimenti minacciano di perdereil loro prcRtigio nel mondo.

Occorre, eioè, che nei 15 giorni di loro vita,tanto breve come vedete, tutta l'attenzionepuhblica del mercato convenga su quella data.fiera internazionale. p{'feiò allorquan<lo si ètrattato di stahilire le date della fiera di Milanoe <lella fiera di Bari, noi ci siamo arresi al degi~derio della fiera di Bari perchè una larga di~stanza di tempo intercedesse fra l'una e l'altramanifestazione, malgrado l'imponente distanzadi spazio.

Oosì è avvenuto per la fiera di Padova e perla fiera di Verona, fiere anch 'esse di interesseinternazionale. Ma: notate, anche le fiere in~ternazionali si distinguono alla loro volta infiere generali ed in fiere specializzate. La Fieradi Bari, e quella di Milano sono fiere generali,sono quindi una rassegna di tutti i prodottidelle attività industriali e commerciali, mentrele fiere di Verona e di Padova ~ e in queRtosta la loro fortuna ~ sono fiere specializzate,

l'una zootecnica, erede dell'antica e rinomatafiera dei cavalli, l'altra agricola, erede dellaSagra del Santo, per il largo interland che essaha intorno alla vecchia città. Ma le fiere inter~naziona1i non possono essere disturbate ~ per~

donate la parola ~ nemmeno dalle fiere specia~

lizzate, perchè altrimenti verrebbe a mancarealle fiere generali qualcuno dei sett,ori indu ~

striali che figurano nelle altre fiere e finire b~bel'o per perdere la loro caratteristica.

Vi porto subito un esempio, un esempio scot~tfLnte, onorevole Ministro. La fiera di Milano,non occorre che io lo dica, ha avuto un grandesuccesso. Però un alto osservatore americano,che io accompagnavo nella v isita alle variesezioni, mi domandava insistentemente (èstrano, questa stessa domanda mi è statapoi fatta il giorno seguente da un eminentepersonalità italiana, il Presidente dena Oa~mera dei deputat,i, onorevole Gronchi): «do~ve sono i panni ». Ora, la fiera di Milano, pur('osì imponente, era deficiente per quantosi riferiva a]]a presenza delle lane. JiJ perchè 'tPerchè le grandi àitte di Biella, in concorrenza,e in coincidenza con la fiera eli Milano, ave~vano esposto alla fiera di Torino e sono ri~maste a,ssenti da quella di Milano. E(l io, al~l'americano e al Presidente della Camera deideputati che mi ripetl"vano la stessa domanda,

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194849 ~ OOXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI 15 GIUGNO 1949

« do'Ve sono i panni», mi sono doyuto limi~tare a mettere in eyidenza i pregiati panni diValdagno e di Prato; e più in là non sono po~tuto andare.

Per concludere, in piena concordanza con ivoti che saranno espressi qui dall'onorevoleGenco per la fiera di Bari, affermo che quandosi tratti di fiere internazionali e di fiere nazio~nali di carattere generale, nel breve periododella loro esisten~a, queste fiere non debbonosubire concorrenze e tanto meno ostilità danessun 'altra manifestazione, tanto più che sonofiere che si limitano () si concentrano in unaattività stagionale. La fiera di Milano ha unpatrimonio immobiliare valutabile a quasitre miliardi; varrebbe la pena certamente disfruttarlo anche per gli altri undici mesi emezzo. Non lo abbiamo fin qui fatto per nonmuovere concorrenza alle altre fiere. È tale ilnostro rispetto e la nostra assenza di qua-lunque gelosia che noi, per undici mesi e mezzoall'anno, siamo sempre vissuti in silenziosoraccoglimento, naturalmente preparando e or~ganizzando in questo frattempo la grandemanifestazione di a,prile, come stiamo facendoin questi giorni. Ma, come dico, una fiera,intern.azionale che abbia aRsunto nna portatagenerale in quauto Ri propongn di esporretut,ti i prodotti e (11w nel tempo HteRHo noll,(l,bbia iu ,animo di fa,re nOlleorrenza, alle Oereeonsorelle, deve godere una zona di aSRolutorispetto nella, hreve stagione ill (lui viene aflol'Ìee, zon.a di rispe1t,o neHo spa,zio (200 chi.10011et1'i)(, nel tempo (un mese).

L'Ita,li}), sta, diventa.ndo tuU,n lIna Jìera; none'è comune d'Italia che non voglia oggJ unafiera, qualunque essa sia.

n Governo quale contegno deV'e teÙere difronte a questa ossessione fieristica"l Il Go-verno prima di tutto de'Ve negare qualunqueconcorso finanziario, perchè le fiere per rispon~dere alle esigenze del momento e per meritarefortuna devono dimostrare di trovare in sestesse i mezzi della propria esistenza e delproprio successo. La Fiera di Milano non hadomandato un soldo all'erario, anzi in certimomenti ha fat,to e fa servizi per conto delloStato; ad esempio le spese di ospitalità per lemissioni estere e nazionali venute in fiera, cisono costate quest'anno dodici milioni, e ciòabbiamo fatto di lieto animo sa~endo di fare

l'interesse economico e politico del nostroPaese. Ma quello che si fa a Milano si devefare anche nelle altre fiere. Badate però che laeffiorescenza esagerata di queste fiere nuoce alprestigio delle fiere principali. La forza dellafiera di Lipsia, che fu e potrà di'Ventare ancorala prima del mondo, era do'Vuta al fatto cheera l'unica fiera della Germania. La stessaFrancia ha concentrato le sue migliori atti'Vitàfieristiche oggi in Parigi; la fiera di Lione, chepure precedette quella di Parigi nell'ordine ditempo, è oggi in sot,tordine, perchè la Franciatiene molto a questa preminenza dena fiera diParigi. In Italia abbiamo cercato di fare al~trettanto"l In Italia, a mio avviso, ~ scusate

se parlo franco e se posso urtare qualche inte-resse ~ non vedo che due grandi fiere gene~rali: la fiera di Milano e quella di Bari. L'una,quella di Milano, che coordina e riassume ilIa-VOl'Odell'occidente e dell'oriente per la suaprivilegiata posizione geografica; l'altra, lafiera del Levante, perchè allunga la sua in~fiuenza oltre i mari che vanno 'Verso l'oriente,o'Ve il commercio italiano ha avuto in. passatotanta fortuna.

Le altre devono essere fiere specia,lizzate e,come ta,li, gradite al Governo e caldeggiate dallapubblica opinione, come devono essel'e quelledi Verona e di Padova, ad esempio, e 3,ssieme aqlle:-.;te,a.ltre fiere minori. Non so :-\equi ei sial'onorevole Malintoppi, ma debbo dire che lasua fiera di Ancona, per la posizione dena città:-.;uIma,re, si è egregia.mente ~specializzata comefiera marittima, e peschereccia. Parma gi è spe~cializzatn nelle conserve aliment:!,l'i; Bolzanonell'industria artigiana della Va,IGardena, c nellafrutticoltura; Lecce nei vini, Pordenone neiprodotti friulani, Taranto nene indus1irie ma~rinare ed affini, Palermo nei prodotti dellabella isola, ecc. eco.. Però tutte queste esibi-zioni, tutte queste manifestazioni e ostenta-zioni di forza che fanno onore al nostro Paesedebbono subire un chiaro coordinamento edil coordinamento si impone, perchè la stampasi è già impossessata del problema e sui gior~nali si scrivono tante cose che fanno meditaree tante altre che fanno sorridere e perfino ridere.

Un giornale ha scritto che bisogna cambiarel'ordinamento delle fiere e che ana presidenzadi esse ci deve essere sempre e soltanto un indu-striale. Il Governo non la pell,f~a così, e noi

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siamo con il Governo. L'industriale, per quanto GASPAROTTO. E perchè no 'l Un osser~rispettabilissima persona possa essere, ha delle vatore americano, altissima autorità, conver~idee nucleate, difende o predilige il settore nel sando con me durante uno dei tanti, purtroppo,quale vive, dal quale ha succhiato quasi il banchetti fieristici, mi diceva: voi italiani nonsànglle e del quale va giustamente orgoglioso. avete il ferro, non avete il Qarbone, non aveteOccorre che alla testa delle fiere invece ci sia il petrolio (per fortuna ora speriamo di averlo !),un uomo eclettico che possa equilibrare le però voi avete un tesoro che non sapete curare;varie manifestazioni, moderare le inopportune voi avete la bellezza del vostro suolo, voi aveteinvadenze e prevalenze. Perciò ha ben fatto la gloria della vostra storia, le meraviglie dellail Governo a nominare il senatore Alberti a vostra a,rte, e non avete ancora capito il valoreVerona, l'onorevole Saggin a Padova, l'ono~ del grande tesoro che avete in mano. Se sapesterevole Malintoppi ad Ancona, ed il professor sfruttare il fascino di questo insostituibile pa~Tridenti a Bari, l'onorevole Nacucchi a Lecce, trimonio potreste fare la vostra fortuna. PerciòRoggianti a Firenze, il dotto Waltbner alla pla,udo alla relazione dell'onorevole Mentasti,fiera di Bolzano, e via via dicendo, tutti relazione anche profumata di qualche richiamouomini benemeriti e disinteressati che sono letterario come quando parla dell'Italia comefuori dalle industrie e dal commercio, e che di un «Paese giardino del mondo» e richia~portano idee di temperanza e di equità nella ma le seducenti montagne del Cadore e della,eRplicazione del loro programma. VaI d'Aosta ». A proposito della VaI d'Aosta,

L'importanza delle fiere deve considerarsi bisogna pensare seriamente agli alberghi che,anche agli effetti turistici, onorevole relatore come sono, non possono ricevere certamenteMentasti. Alla fiera di Milano quest'anno sono gli stranieri, mentre, in Alto Adige a suo tempoconvenute delegazioni commerciali di tutto l'Austria ha fatto una sapiente politica turi~il mondo. C'è stata una piccola ma fio~ stica. Bastano i popolari e accoglienti rifugil'ente Repubblica, la ~Colombia, che ha no~ alpini per dimostrare quello che si può fareleggiato una flottiglia di aeroplani per portare in questo settore, dove, scrive Mentasti,una larga missione di diplomatici, guidata dal « sono colli di grazia e finezza come in ToscanaSottosegretario per l'industria e commercio e e nell'Umbria; laghi e spiagge e isole felici ».accompagnata dal Ministro d'Italia accreditato Bravo, onorevole Mentasti. Dichiaro di asso~presso quel Governo e composta soprattutto da ciarmi in pieno a tutte le sue proposte come aindustriali, che sono venuti a conoscere e a quella che ha trovato eco recentemente nelvedere da vicino i prodotti e a intavolare trat~ congresso degli albergatori a Venezia,perchèlatattive con i nostri industriali, trattative che tassa di soggiorno venga destinata ai migliora~si svolsero in pubbliche adunanze a Milano e menti localienon all'Opera maternità ed infan~a .Genova. E da Milano questa delegazione zia. Il Governo deve pensare a trovare per que~si è diffusa in Italia, perchè era assurdo che

sta ultima benemerita, anzi santa istituzione, iaffrontasse un viaggio così lungo e ponderoso,mezzi in altri capitoli del bilancio, ma se lasoprattutto nella spesa, senza che volesse cono~tassa di soggiorno è stata costituita origina~scere l'Italia anche nei laghi lombardi e nelleriamente per migliorare le condizioni dell'am~più attraenti città. Ora, il turismo può trovare

un forte incentivo nelle fiere, ed io mi auguro biente locale, deve andare a favore dei muni~

che il Ministro dell'industria e commercio, di cipi e non essere distratta dal suo scopo legit~timo.concerto con quello degli affari esteri, induca

i nostri agenti commerciali all'estero, e so~ Infine, vorrei pregare l'onorevole Ministroprattlltto i nostri ambasciatori, a fare questa di prendere in considerazione l'inconvenienterluplice propaganda perchè si venga a visitare lamentato dagli studiosi delle fiere, rette finole fiere per vedere quello che ha potuto fare ad ora da statuti antidemocratici per eccel~l'Italia industriale in qu,esti tre anni dal giorno

!

lenza. Tutte le cariche principali vengonodella liberazione, ma anche per avere occa~ oggidìconferite dal Governo. Io comprendo chesione di conoscere la nostra terra. il Presidente, data l'importanza che può assu~

OONTI. Non gli italiani però! mere la sua funzione, debba avere l'investitura

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Alti PorlmnenlltfÌ Senalu ~della Repubblica~~ 841>:1 ~~

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DISCUSSIONI1948~49 ~ CUXXVUI SEDU1'A

del Presidente del Consiglio, ma mi augurereiche almeno ricevesse la designazione da pa.rte(hJ Consiglio generale della fiera e, mentre ri-conoseO che il .ìVIinistro del lavori lJUbblici, deltesoro, dell'industria e commercio dehbanoavere dei loro rappresentanti, -vorrei che la,rappresentanza dell'industria, del commercio,dell'artigianato e del lavoro, esclusivamentedevoluta alle rispetti ve organizzazioni, fossepiù ampia e quindi di maggiore rilievo di quellache non sia oggi. Vorrei, insomma, che la desi~gnazione di questi rappresentanti destinati areggere enti autonomi, come sono le fiere, vengadirettamente dall'industria e dal commercio,dall'artigianato e da,} lavoro che alle fieredanno vita, vorrei che questa designazionegpettasse alle organizzazioni e tutto al più chespetti al Governo l'ultima pa,rola a consacra~zione di voti e-spressi dalle associazioni di cate~goria. Mi sembra che l'argomento sia degno,onorevole .Ministro, di tutta la 'Vostra atten~y,ione. (Vi'vi applausi da tlltti i settori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il sena~tore :E'iore. Ne ha facoltà.

FIORE. Sigll.or Prtlsidente, onorevoli colle~gIli, onorevole MinÌfitro, esaminando lo statodi previsione della spesa del Ministero dell 'in~dustria e eommercio e h1 rdaziolll' prcsultata(la,lla maggiorcmza della Commis"ione lion honotato nell'uno e nell'altra nemmeno la hen~chè minima preoccupazione per quello chi'è il grave problema dell'industrializzazionedel Meridione e delle Isole. È evidente ellequ.esto Governo, che esprime e rappresentalt~ forze finanziarie che sono le prime re~:,;ponsabili dell'attuah\ situazione, non possa,occuparsi seriamente del MN'idione perchèbisognerebbe che cambiasRc 1<1 sua politieaeconomica. È da dcoenni che lSi riconosceche il Mezzogiorno e le Isole co:,;tituiseono ilpunto più dolente dell'economia. na.zionale,anche perchè la depresgionB del Thiezzogiorno li~mita le possibilità di sviluppo dell'economiae dell'industria del Settentrione, ma ci si fermaa questo riconoscimento. Vediamo perciò (liesaminare brevemente la situazione, semprein rapporto all'industrializzazione della zOlla,ton(.mflo presenti i risultati a cui sono giuntitutti gli studiosi delle zone depresse. Quandouna regione è arretrata nel suo svHuppo H~O~nomico, qualunque possa, esserne la, oausa,

rispetto ad altre zone, se non interyient unfattore esterno ad aiutarla a sup",rare questadepresfdone, 2u modificar/:' il disJiYello con lealtre regioni, lo stato di ::L1Tutratezza Ri ag~grava sempn" più e il dist,acco con le altreregioni aumenta.

Bsaminiamo per primo 1'3spetto demograficoanche perchè la pressionc demogra,fica, m/:'RS<1in rapporto con le possibilità di lavOTo, hacreato nel Meridione e nelle Isole: una tale insuf~ficionza di rùddito da creare uno stato di sotto~consumo che ha dato e dà vita ad un tenoredi vita che è veramente inconcepibile, in rap~porto al più modesto ed (~hmentare tenon' divita e che non è più sopportabIle. V~diamoqualche cifra e rifacciamoci alle origini. Dal1861 al 1936 l'incrl"ménto naturB,ltj della ]lo~polazione ml,ridionalt è :,;tato dI 9.433.000unità,; di queste 3.R22.000 sono emigrate,ne sono rimaste gul posto in eifra tonda,5.600.000. E poichè la popolar.ione attiva da,}1861 al 1936 è aumentata di sol t' 200.000 unità,cioi:' è passata da 5.600.000 a 5..')00.000, (>l'vi~dente che gli altri 5 milioni e -100 mila (toltoun milione e 300 mila di bambmi) Hono andatead aumentare la popola.ziOlH' improdutt,i va,doè pratieamente ad ingrossare l\.:,;ereito <lIquella disoccupazione (\nascosta) che è la,caratteristica di tutte le zone depresse. Quandoqualche volt-a ei si pone di fronte alle statisti~cile della disoccupazione e ci si c1iee che nelle'zone del ~Vreridione la disoccupa.ziollt: (.>infe~rior{\ [l quella ddle zone dd .Nord: (i (v idolt(.

che non si calcola qU(;sto fOlOm<'11o d("lla disoe~cupaziollo lU1scoHta, cio('. ddl'iuoecupaziOll(',elle è così grave (' così l)cnosa. in t,utto ill\'(eri~(Uone J'Italia. È da notal'(' ,Jtl'l:':,;ì elle ognipersona attiva, nel 1861, sopportava nel Sudil carico di 0,75 unità impro(luttive mbntre ne]resto d'Italia sopportava, il m1Tieo di 0,8:~unità improduttive. :Nel H)36 la sitl1azioll<' gi

rovegcia: nel Meridion(' d 'ltalia si sale ,MI1,66, C011 un aumento del 121,3 pI r ('ento enel Nord si va ad 1,16 con un aUllwnto ell'l39,7 per cento; e badate ehe il l'<ddito pcrpersona, attiva nel 1936 Ha SUpt'I"lOl'(. per il~orc1, cioè lire 6.900 al Nord e lire 4.700 al Sud:si sopportava, insomma, un maggior earicocon un minor reddito 11U' unità attÌ-va.

E veniamo a questo dopo guerra. Si parla.sempre (Idle 400~500 milel Ilnità, cho vengono

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Senato della Repubblica

15 GIUGNO 19491048--49 ~ ccxxnu SEDUTA DISCUSSIONI

tutti gli aImi ad acuire la pressione demo~grafica nazionale, ebbene nel1947 il Meridioneha dato un aumento di 280 mila unità, mentreil resto d'Italia di 198 mila e 200 unità, cioèil Mezzogiorno, che costituisce poco più di unterzo della popolazione italiana, ha dato il 60per cento di tutto l'incremento nazionale. Oraquesta situazione demografica, messa in rap~porto con la depressione economica della zona,costringe evidentemente tutte le popolazionidel Sud ad una vita stentata e continua adabbassare il loro già basso tenore di vita.Rasterebbe questo solo fatto a iudicare l'ur~genza di un serio intervento da parte di unGoVerno veramente democratico.

Ma il divario è molto più sensibile nel campodell'industria. Nel 1861 avevamo questa Sl~tuazione: per 100 abitanti del Sud ne avevamo30,J <1ddetti all'industria e ai trasporti mentrenel resto d'Italia la percentuale era del 25,~.Nt\! 1936 nel Suo. scendiamo a 27,6 e ndr,"sto d'Italia si sale a 36,8. E se ci avviciniamond tempo e gaardiamo quella che è la bao;;edell'industria, la forza motrice, abbiamo chenel 1903 la forza motrice nel Sud costituiva il19,4 rispetto a quella di tutta Italia, nel 1938costituiva solamente il 13,4. Ora bastano que~ste percentuali per misurare la gravità dellasituazione dEJl'industria nel Sud. Non ci sa~l'ebbe bisogno di parlare del reddito, perchè ilquadro tracciato precedentemente ci dà glielementi di quello che può essere il redQito.Ma facciamo anche un controllo del reddito.Ebbene nel 1938 eravamo a questa situazione:nel Nord un reddito complessivo pt'O capitedi 3143 lire e nel Sud di 1.732 lire, cioè nelSud avevamo un reddito che era quasi lametà di quello del Nord; e badate che se poici riferiamo ai settori produttivi, abbiamo chenell'agricoltura il reddito comp1cssivo pro ca~pite nel Sud era dell'81 per cento di quello delNord e nell'industria del 36 pu cento; maanche il reddito per persona attiva nel Sud èsempre in.feriore a quello del Nord;, sempre nelJ 938, abbiamo nel Nord un. reddito di 6.880lire e nel Sud di 4.690 lire. Questa la situa~zione negli aspetti gen,erali, che si comp:eta sea tuUociò aggiungiamo la mancanza di strade,la mancanza di fognature (il 70 p(,r c('ntodei comuni meridionali e delle isole mancadi fognature), la mancanza di acqua potnbile

(il20 per cento dei comuni ne è privo), l'estremapenuria di scuole, di ospedali, di abitazioni.Badate, l'Assessore règionaJe alle finanze ddGoverno siciliano, democristiano, facev-a no~tare all'Assemblea regionale che, se si volesseportare la Sicilia alla media di affollamentonazionale, bisognerebbe costruire in Sicilia600 mila vani, e se si volessù portare la Siciliaalla media del Nord, lD. materia di rete st,ra~dale, bisognhrebbe costruire 18 mila chilomd,ridi strade.

Q,ueste popolazioni del Sud v-edono, conti.nuamente ~ per quanto ho esposto ~ degradare laloro posizione ed è evidtnte che, specialmente!lol c~1,mpo ddl'industria, per il gioco dei fattoriagglomerativi, ill aree prospere suscitano forzedi f<;ttrazione, mentre le aree depresse suscitanoforze di repulsione, quindi, man mano che siva avanti negli anni, aumenta il distacco fraIl Nord ed il8u.d anzichè diminuire, ed aumen~tbrà sèmpr<:\ di più se non interverrà una forzaesturna che modifichi questo stato eli cose oalmeno dia St1'io avvio alla modifica.

N01 QOpogubl'ra, per le distruzioni bellie1w,la situazione è peggiorata. Nel Nord il patri~monio industriale preesistente è stato distruttodel 12,4 per cento, uel JYIeridione, escludendole Isole, è stato distrutto pH il 35 per cento.Nel Sud poi, e specialmtnte ntl1944, 1945 e1946, la perdita di reddito è stata quadrupladì quella dd N orcl a causa della quasi totale ca~renza di energia elettrica. Nel dopoguerra ilSud ha perduto tutti i ~uoi importanti mcr~cati di esportazione, mercati in grande mag~gioranza orientali: la Germania era infattiun po' la base di smista,mento, diciamo così,ver~o i Paesi orientali. Ebbene, anche acausa di ciò i redditi meridionali sono cadutiquasi a terra.

Lo so, tutti, non soltanto ora, ma anche inpassato, hanno riconosciuto la gravità di que~sta situazione e la necessità di intervenire. A.parole, nelle interviste, nei congressi, l\iinistrie uomin.i r0sponsabili parlano sempre del JYIe~ridione, della necessità che si risani questa si~tuazione, ma a fatti troviamo poi che le con~dizioni restano le stesse, anzi peggiorano.Tutti sanno che nel 1883 si è inaugurata lapolitica protezionistica, che nel 1887 è dive~nuta superprotezionista, defraudando così ilSud di centinaia di miliardi e impedendo la,

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Atti Parlamentari ~ 8J55 ~

15 GIl'GNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA

8PI/(/{u del/o Rupubhfu'/I

DISCUSSIONI

vossibilità di qualche serio sviluppo industri2lted agricolo. Tutti sanno cbe in seguito a ciò ilMeridione e la Sicilia sono stati trasfOTmati inuna vora e propria colonia. Tutti ricordanogli studi in proposito cbe vanno da quellidi Sonnino e Francllt'tti, a quelli di l,oreD z01'5e di Giustino Fortunato, tutti ne parlano, maquale intervento vi è stato a favoro del Mfcri~dione ~ Dopo la lib(,mzione si è tanto parlf,l,i odi riparare i torti che si erano fatti al Meri ~

flione. Si è detto clHè bisognava al più presi omutare la situazione, ma pmticaméJJte nOll

1'1010non si è fatto nulla, ma l'll è peggiorata,la situazione, come dimostrerò. Ed ora nonsolo non si cerca di aiubre a risollf,' al'(' qlH:llazona depressa, ma quelle piccole oasi di indu~strio che sono ne] Meridione si tOli a, dismobilitarle e di soffoc3,rle. Allora è tyjd( nteche è ]a politica del Governo che non va, por~chè i gruppi monopolistici non yogJiononemmeno che si raceOToÌJJO ]e distanzc".

Om, guardate, ci sono sta,ti df'i proYv€di~mt'nti, ma simili provvt'dimt'nti ahbiamo avutoanche nel passa to: ricordiam o la l( gg< dd 1904c que Ha del 1910, ora, si dicc' che> ci SOllO lelcggi Togni e Porzio. Non SOllO io che giudicoque>sti provvedimenti. Ad eSt mpio l'il' g'(glH 1'(Oenzato, che non è comunista" dopo a:VH (JS3~mimtto queste leggJ, dicf': « È dOvHoso d(Pur\~ciarno l'inadeguatezza cli fronte a11~ gravità (,

all'urgenza del momento n. Ed un espOll< ntt'del Banco di Sicilia, a,nzi il massimo f'Sroru,te,il dottor Oapuano, dice tra l'altro: « Nel s;:t~tore specialmente delle grandi opero pubbliche(bonifiche, irrigaziom', strade e fenovk, co~struzioni edilizie, impianti elettrici, op6re por~tuaIi ecc. . . ) ben poco si è fatto fipo ad oggimalgrado il riconoscimento delle accennB,teIwcessità e gli impegni assunti in propoSItodal Governo centmlf' )). Ed 2ncora: « Si prc~ferisce discostarsi il meno possibile dal ter~reno dell'ordinaria amministrazione, e puòsi adottano misure ed espf'di{-nti di scarsaefficacia ).

Eà a proposito della kgge Togni lo stt ssoautore, dottor Capuano, dice: «... si è rico~llosciuta l'insufficif'nza dùi fondi stB.llzinti pt,r ifinanziamenti ecc. n.

Infine mette un po' il dito sulla piaga, e dice:(CNon si tratta di migliorare le condizioni ùelMezzogiorno e delle Isole maI\tenendo le distan-

ze, che tf'ndono ad accn'i'leNsi, invece' che dimi~nuir0, prf'giudizi( -voli a] pl'ogn RROl:('oromÌ( o

1:'sociale di queste w gioni )'. Oosl ytn,gono gi1J~dici ti i provHdimpnti d.,] GOY(l'DO, arc]wda uomini che sono tutt'filtro elle (,e'1P1ll'iR1i.

Ql1"RtO rilh yo de] dottor Calmano a llIt.-pare Ria il punto fOllfh'mcntp]e dd probh'ma.I !?,'rup-pi monopolistici elw controllano, con"('vedremo, buona parte 8]l,e.pp c1dl'industri[\meridionale, yog]iono mantO'I: Tf' k òist2nze ('non hanno inter<'sse a chr qlH'StO gTave pro~blema venga risolto. RRsi si s<rvono natural~mente di tutti i nwzzi e, conl(> primo tra essi,si s!~rvono dtI Governo che è a loro (liSPORizio~nc. Qupsta posizione (ki gruppi monopoJisticiabbiamo drtto Rtmprc. ch!:' è anthlazionak.N el caso specifico, se è antinazionale l'a zioD.<'che Ryo]gono ll('ll\ord dove danneggiano altI'f'industrie, ne l ~.rf'ridione (' ll.{"lle Iso]e ~ adc1i ~

rittura esiziale p<,rchè noD. si traMa di rlanJJ< g~

!?,'iare, si tratta in maniera a,Rso]uta rli imp< dir<'che sorgano altre industrif' e di ricaccia,J'<' aIl~cora i] MHidione ad un livdl0 piÙ bBRSO <liquello in cui si trova, adesso.

Ora, è evid<::nte ell(' un ar( a d! pressa eJ)('costituisce il 40 pH c(nto (1<>J13iH1p<rfiti<, 11a~

zionale ed oltre il 50 pn cento ddl'iner( mfIliodella popolazione italiana P una ddle calUW piùimportanti della scarsa potf'nzialità (co1)(lmif'\j'naziona,le. en aumlnto di reddito ddk ]Jopola~zioni mHidionali serYinbbe, fra l'altro, ad al'"sorbire una maggiore quantità di blni di COll.Ru~mo, di beni strumentali, una maggiore qUf>lltitàdi prodotti del1'industria dd Nord, eio(> con~correrebbe a migliorale anchc' la sitm:,zioI'{,come dicevo prima, ('eonOn~ie2, IU)Z;Oll~Jl(. J\fa. igruppi monopoliRtici hanno buon giuoco p<r~chè essi controllano per c'SI:mpio in (,~da Ùl'ia1'85 pér ctnto delJ'industria, in S~ud( gna il69,~ per C(>-llto,ncl1'Abruzzo e 'MoliRt il SA,t) li! rc(-nto, nf'110 PuglÌ(> il 43,4 pnc<:-nto, nd]a Ca.m-pania il 33,5 per cento, in Sicilia iJ 2~,8 P(]'cento. Qu€sta è la posizion< dI:l GoV( mo e d<j

gruppi monopolistici. Di fronte a qU( staJ posi-

zioni' c'è quella ferma (, df eisa dI:gli op< mi,dei contadini, dei c,ti me di (]d piccoli t" mt diproprkta,ri, dei piccoli e mf'di industriali, ddpiecoH e medi commt,rcianti e degli int('Udtualìd'ava,ngnardia). Qu<:-llo eh." c'è (U nuovo Ilf.l

MnidiOlJf', clw ha c,cl avrà ìw,cora più n<.ll'aY~venire un'influenza decish'::IJ I1,clla storia del

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Atti Prtrfamentarì Senato della Repubblica~ 84M ~

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Meridione e d'Italia, è il fatto cbe ora nonsono più le folle affamate del 1894, non sonopiù i contadini, gli artigiani, le folle affamated'altri tempi chp, vanno a distruggere il (1asot~to del dazio o a bruciare qualcbe villa, di « si~gnori)), ma, sono le masse degli operai e df\i(~ontadini organizzate, unit!' ai ceti medi, 1(-0qua,li in qualunque agitazione operaia, in qua~lunqlle agitazione contadim), cbe avviene nelJ\lf'rirlione p nella Sicilia, nniscono indissolubil~mente il problema dei sala,ri ai problrmi agri~coli ed industriali della zona. Cioè gli operai ei contadini del Sud baIJ.IJ.o acquistato coscienzadella loro funzione e lottano sempre in funziOllf'del risanamf'nto della provincia o della regione,e Rono coscienti del ruolo che giuocano nf' lla vita,('conomica e politica dd Mtridione. Lo hanno di~mostrato le agitazioni e gli sciopui degli operf'idei cantieri di Napoli f' di Palermo, le agita~zioni degli operai ddl'Ars(nale di Taranto e di]\fpssina, quelle degli opf'rai degli stabilimmtidi Crotone, dei solfat3Jri siciliani, dej minatorisardi, dei contadini pugliesi e dei contadini si~ciliani che hanno posto proprio que sto pro"blf maall'ordine del giorno della Nazionp,: l'angosciosasituazione del Meridione. Oioè essi non bannofatto mai una pura questione di salari, ma h.3,n~no cercato, là dove esiste'va il piccolo stabilimen~to industriale, di difendere quello stabilimentoindustriale con le unghie e con i denti, hannofatto quello che altre classi, altre forze nonhanno fa,tto e d in questo modo la classe ope~raia, in istretta alleanza con i contadini, coipiccoli proprietari, coi piccoli commerciantied industriali, e con gli intellettuali ha postoin essere, non un' problema di carattere solosalariale, ma il problema di t,utto il Meridione;ha preso essa in mano questa questione. Unavolta era il senatore o il deputato cbe doman~davano la ferm3Jta ferroviaria, il piccolo tronco(U strada, oggi invece sono le forze lavoratrici

organizzate che pongono il problema delleloro provincie o d011e loro regioni. È evidenteche ciò nella vita politica economica del Paeseha un peso e un peso enorme per l'avvenire.

Di fronte a questa SfJte di industrializzazioneRi comprende perchè gli operai si interessanodella di stribuzione di quella percentuale, diquel 30 per cento dì naviglio, che deve esseredesti natò ai cantieri del Meridione, e cercanotra, le Y3irie regioni di avere una suddivisione

equa; badate ch(' non fanno la qUf'stione d('naoccupazione pura e semplice, fanno soprattuttola questione di creare qualche font!:' di lavoroperman!'nte. E quando gli opnai di Messinadifendono l'Ars('nale e diffndono la DirezioJlf'di Artiglieria, non difendono solo il loro pa.IJ.{',essi saIJ.IJ.Oeh!:' la città (che È' stata distruttadue volte, dal terremoto e danf' bomb(', clwha visRuto e vive malament!' dell'cdil1zia,edilizia che può avere uno sviluppo 'sinoad un determinato limit<, c lavoro p('r 3~5 allniancora) per vivere ha estremo bisogno difonti perma,nenti di lavoro. Se allora si at~taccano a quei complessi industriali che tisono e pongono seriamente e fortemente h,questioni dei cantieri, dell'Arsenal(', della Di~rezione di Artiglieria è percb è si pn occupanodena vita della loro città,.

Gli intf\res<;i fondamentali oggi delle p]'o~vincie, d('lle regioni meridionaJi Véngono di~ff\si dalla classe operaia e dai contadini: è la,classe operaia che si è elevata a dirigente dellalotta per la ({questione meridionale». Di frontea questo atteggiamento, di fronte a qUf.staposizione presa dalla classe ope~aia, cbe cosafa il Governo ~ Il Governo quando ({ s(nt(' ))

la piazza dice sempr{': la piazza non C'i <l!,yp,entrare; c'è il Parla,mento. È evidente ulw iconsigli!:'ri delegati delle grandi sociEtà, ipresidenti dei consigli di amministrazion<" sisentono più -volentieri di quanto si possanosentire le masse che scendono in piazza. IlGoyerno come è intervpnuto quando si sonoposti questi problemi? È intervenuto con mi~sure di ordine pubblico, ha cercato di prolun~gare le agitazioni per cercare di spezzare l'unitàoperaia, di indebolire le forze operaie, e haprotetto sf\mpre coloro i quali volevano smo~bilitar!:' le nostre industrie e, naturalmente,sempre per la tutela dell'ordine pubbUco, si èproceduto ad arresti si è proceduto a b3stona~ture: il sistema solito che vediamo applicatoun po' in tutta Italia. E noi abbiamo nellecarceri della Sicilia e della Puglie centinaia,e centinaia di lavoratori, i quali hanno com~messo questo reato: quello di gridare abba~stanza forte che la situazione del M'eridiom,e delle Isole è assolutamente insostenibile,quello di avere lottato non semplicemente peril pane dei loro bambini, ma di avere postoin essere un problema che va al di là di quello

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ehe puÙ essere l'interesse di categ'oria pH 1ll~vpstire l'interesse della ,r(lgione. È e vidtntcche un po' in tutte k zone meridJOuali e sopra,t~j utj,o in Sicilia alcuni cf-ti si sono SpiW( ntati,

questi problbmi erano prima caceiB J'iI'H~vata chli gruppi, df'lJe criccbptt(" d('lkeliputele di una \'oha: ma oramai Ò ]g da,sf-\('olwmia, l'ono quest.i «eoutadh1J1ceÌ» qUtstj «yj]~lanI» che si intere'\sano di qllestp questioni.gd allora naturalnwnt.e j] GOVH1l0, la poliziB'

locale ha appoggiato, stllJpn. jn Homp df'n'or~l'ordino pubblico, la re[1,7,io11".Pf'.J'thi>, Yf:det-t',in Sicilia avviuw questo: a,ppf'na gli operai l']muovono, aplwna, i contadÌlli si agitano, èin òalJo l'ordine pubblieo e allora bisogna in~f,f'rYenirp. Naturalmente quando si t,rattB, della,mafia hisogna tr20tt~rla con_ i guanti gial1i;anora" 1).on si tratta più (li ordim pubblico,la, mafia si fleve p1'otpggH0; ei 1)ossono <HSH<d('i legami, (> bent non (HSH( molto yio-.lenti contro questp forw rf'trivf'! Questasituazione ha ercato in Sicilia delle eOIldi~;doni gravi p particolari.

C'è una f\spressione in dialej,to sieiliano ch(,io non saprei tradurT'(~; anzi non w Sf' e'è l\qui~valente in italia,no. Talp H~prFssiollO SHYO pI:T!,\'iudicaTe l'attlggiam( nto del GOVHDO. Drnoi quando si parb della quoStiOllt' meridiona~!\O, quando si parla di ((illsti prOYVf diwf'nti(lel Governo, \H'ma.i si die~: 'Il ij'IU'Cl''lt'Il babbi(/,

cioè il Governo ciurla nel manico. 11 Governonon solo ci prf>ndc in giro, con dene belJe pa,~role, delle belle frasi, ma ogni tanto ci dà ilpezzettino di zucchero pt,r addolcire la l'itua~zione, e si ferma a questo. Oi nwtte la manosulle spane amichevolmentf' ma, di sostan~zialf', di effettivo, continua. a nOlJ fv,r nif'ntp:continua cioè a fare gli inten ssi di detr,rminateeB,ste privilegiate.

L'onorevole Mancini, parlando in sede dibilancio del commercio f'stero, diccva che lariforma agraria è, specialmente per il J\1"eri~dione d'Italia, un atto di giustizia, più diquanto possa esserlo per le altre regioni, e di~ef\va la verità. La riforma agraria: per noi havf\ramente un valore fondamentalf'.

D'altro canto si è fatta un '0biezione perl'industrializzazione del Meridione. Si è dettoche non è possibile industrializzare il :Meri~dione se non si erea prima un clima, un am~biente fisico atto alla industrializzazione stesRa.

Perciò bisogna prima svilupparf' fd attuare ungrande piano di lavori pubblici: a,equ('~\lotti, strad(' (cc. el)e CI\,Ì una situazionf', 11nelil11a in eui pOSRa Rvolgl:THie yjyl'1'p l'induRtria,

Siamo d'accorfIo, anch(' pf'reh~' (\ f'VldEnt-f'cltP, ogni unità lavorativa e1w ViflH' ad eHserenssunta per (lUEsta op(')'a, erI <J,altro lavoroal di fuori di Q\1fKVOpHa, 1)(1' i ('osidttti ef~ff't,t,i moltiplicatol'Ì; pHÙ P proprio indisJ1(n~,mbih' attendere per un qualsiasi provv€di~mento per l'indnstrializzazioll\: del Meridionef\ fkUa ~idli<j dw si attui fjUf sto piano di risa~lla1llento ~ O nOLJ f.>flu('sht 11l1~1forma, di pn sain giro quando 'l'i dicl: nQT! laccharo q1HstolH~rehè bisogna prima. fa l'e qlH'Kt.'altro ~ Sic~come qUCi,t,'nItro finora nOI) Hi (:..ÙIt.to (si Ppadat.o di un piano O1'I[[,]1ieocl] rimmmH 1,.tOma se n(C\è semplicementl' parla j o), è f,vid( ntf'leht. at1-elldHf'i il piano di rÌsarwffifnto (' l'nt~tuazione eomp1etv della riforma :-Igmrìa, primadi iniziaJrt' UlJa <.iualsiaRiazione JHr l'industria,~lizzazione significherebbf' ancora immisérireil Meridione col v('c~cbio KiKtpmi'l, di pl'fndf-J'tempo.

Ma vedhmlO SI' non è ill,v. (W pOHHlblle agirc,gmduando e coordinando, ml1f' varie dire-zioni. P"r f'sempio, percht>, SIllza aS]Jf'ttare 11gri'1,ndioso piano di risanameuto (d in iJtt(:-S3che il Governo si decida a prH(mtarcelo, nOT!si può eominciare a rHziona,lizZHl'p e ad Hmplia.~

n' g;li i'>tabilimenh già f'sistfnti, nOli foIipuò

mOflernizzaYllf~ h, att.rc'zImtuI'( aggiornando ilcielo lavorat.ivo ~ Perchè non ;.;i])051S0nOcrenrpnuovi Hf,abilinlf'nt.i p<-,r laYora7,ioni che gi:'J,e'siRtono nel MHWiOlW p porehè, per eSt mpio,naIl i'>ipuò sti'~bilirp, un prozzo nfozionalf' de 1~1'0nergia ('lettrica flon UUB,stnnza ili flompf'u-"n,ziolll:' '1

Onore"Vole Lom bardo~ ll"i rÌeorda che H\:'lluglio H)4.5 a Pakrmo ha avuto hwgo Ull COD~vegno minerario; l'onorevolf:' Gronchi, f),l1omMinistro d0U'inùustria (>commpreio, (' 1£1 come

Sottosegrf'tario, sono inti r",'HJ.Uti a quel con~v(;)gno. In quella sed(' l'onorevole Gronchiprps('. l'impegno di varB,}'(' un pl'ov\if'dim€nt.olegislativo al più prf'f-(to ppr il prezzo unieod~,ll'energia olettrica con una stnnza di com~pensazione. Noi aspettiamo in Sicilia ancoraquesto provvedimonto.

Il prezzo dell'energia ùléttriea \i'iene a h.an~dicappare l'attività indus1jriale della Sicilia"

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Atti Parlamentari

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15 GIUGNO 1949DISOUSSIONI

ma guardiamo la Calabria che è una produt~I

Ho detto che anzichè industrializzare sitricf\ di energia elettrica. Parte dell'E,n6rgia vorrebbe smobilitare. Infatti 10 abbi8mo vistoelettrica che si produce in Oalabria viEne tra~sportata in altre regioni; come si flpiEgano iprezzi altissimi dell'energia elettrica in alcunezone della Oalabria? Alcuni giornali hannodenunciato che si aniva a d{,Ile punte dI15 lire a chilowattora. Com'è conc6pibik chJin una zona in cui si producE., dell\ lH rg~L

elettrica, che si invia anche in altre rtgioni, ilprezzo dell'energia el6ttrica sia così alto ~ Epoi, come è concE:pibile che, pu (,RE-mpio, aOrotone l'i minacci di chiudere o almmo di li~mitare la lavorazione dcllo Rtabilimento Pcr~

tusola per mancanza di enU'gia elcttrjca?E quando gli opNai di tutte 1(' tendo1ze ehi(~dono conto di ciò, fli risponde loro che debbonorivolgersi al dirigente d..lla S.M.E. Que sto(>.l'atteggiamento del Governo e deJle forzeche dominano l'in(lufltria meridionale.

Rieordo un diseorso dell'onorevole Sforz::J, flulpiano Marshall e flHgIi aiuti E.R.P.; in quel(URCOrSol'onorevole Sforza magnifieava il pianoE.R.P. soprattutto 11f'r quanto pote'va dguar~(lare l'industrializzaziollp del Meridione (' della

Sicilia p dicevD, che, con l'applicazione de gliahlti E.R.P., evidcntementl:' la Sicilia s3rcbbc:(Uvenuta un et'ntro industriale; e io ricordochi> in quel momento pensai a que]}o cbe' inaltra ('poca aveva detto Mussolini, flellJprc\ pH

l':wvcnirì:) dDUa Sicilia. NaturalmentC', poi, colfa flcÌsmo, la Sioi1ia e il MeridiollP furono fiem~pre più defraudate a benefieio del Nord. Enosì avviene ora,.

Su.gH aiuti E.H.P. mi l'i H'UJta, cl1f' pH iJl\fN'idione lA asspgnazioni che Rono state fattt.dall'E.C.A.. si riducono ad aiuti alla S.G.E.S.(.d ana S.M.E.. Alla prima seno fltati dati

1.1>00.000, alla Reconda' ::L200.000 dollari scal'~tando tutte le altro richieste. Il piano E.R.P.,che avrebbe dovuto aiutare queste zone de~prpSSB, ::J,iuta invece due industrie c1]e hannola loro sede nel Meridione ma, vc.di caso,industrie come per esempio, la S.G.E.S. dicui il 90 per cento del capitale è d€l Nord(\(1 è legata a gruppi del Nord, e la S.M.E.,

cho voi conoscete meglio di me e sapete a qualigruppi sia legata. Quindi anche su questo ter~reno degli aiuti E.R.P. ancora ci troviamodavanti ad una, presa in giro per il Meridione.

ptr i cantieri di Palermo e lo SCiOpHO che si èdovuto fare per mantenerli attivi. Abbiamo yi~sto la lotta che gli op(;I'ai di Tamnto hanno do~vuto combatterc, e così. a Messina; ed ora, pO'eSì:'mpio, mentre si parla di crisi agrumaria, siparla di aiutare i produttori, di incrementarela nostra produzione, si tenta, di mettHe, adopera del Ministero, in liquidazione la Oam€raagrumaria di Messina, che è poi la Oamera agru~maria della Sicilia e della Oa,18,brÙ1.Lo so: uffj~cialmente non si clice ehe si vuole liquidare. An~che quando la Montccatini, durante il pHiodofascista, in comhutta con il sE'gretario f€del'aledel tempo, fece mercato di tuttp, le nostrepiccole industrie di derivat,i di agrumi, aneteallora si disse che si trattava di un incoraggja~mento per l'industria meridionale. Oggi non sidice che la Oamera agrumaria occorre sia liqui~

.data, perchè le due società importanti, 1'.A.rP~nella e la Bosurgi, non vogliono concorrpnti.UffieialmentC1 non si dicC1,ripeto, che la, Oampraagrumaria deve eSSf\re liquidata, però ufficio.~samente e riscrvatamì:'nte l'asscRsore all'ill~dustria del GOVC'l'DOre gÌonvlf', in l.HWrhmi(T('della Giunta della Camera, di comm<:.rcio, hadE,tto, su per giù: « Noi abbiamo nominato iltale Oommissario d'accordo con il 1YriniRtm'o,appunto perchè si vuole la liquidazione dC'lbCamera a,grumaria i). Naturalmente, pubblica~mente si è parlato di incremento, di difesa. delpatrimonio ecc. ma pratic::JIDC'nte la RostaJnzaè « liquidare i). Oome ieri la Montecatini, oggialtri gruppi cbe vogliono monopolizza.rC' ilcitrato di calcio tendono ad ingoiare (d adifltruggere i residui di queste nostre piccoleindustrie artigiane che dan.no lavoro a centi~naia di operai.

E parliamo dell'E.S.ID. Esso era stato costi~tuito per la Sicilia per un determinato seopo.Ora lei sa, onorevole Ministro, che pratica~mente l'E.S.E. si trova in condizioni di su~bordinazione nd confronti della Società g€n(;~rale elettrica. Lei sa tutta la storia dei fattiper la famosa centrale termica di Palf"rmo.In primo luogo l'accordo tra le ferrovie el'E.S.E., poi il sabotaggio di questo accordoda parte del Governo regionale. Le dichiarazio~ni del Consiglipre delegato dplla S.G.E.S.c finalmente la formazione della S.T.E.S.,

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13 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVllI SEDUTA DISCUSSIONI

cioè l'accordo a tre che praticamente dà ilpredominio alla Sociùtà g(nemle deMrica. Sivoleva con l'E.S.K spezzar~ il monopolio ditale Socibtà, che per il pa,ssato, pH la suaazione da,l 1923 fino ad oggi non ha fatto cll<"(la r0mora ad ogni attività industriale nella

Sicilia. Lei sa in quali condizioni si sonotrovc"tti alla fine della guerra i macchinaridella S.G.E.S. e lei sa quel che ha fatto laS.G.E.S. dal 1923 a] 1936, quando ha, comin~ciato a fare qualcosa. Ora, praticamente, la~.G.E.S. non dico che ha ingoiato l'E.S.E.ma l'ha messa in sottordiné. Ba:-;ti guardare airappresentanti dol Consiglio della S.T.E.S.; ha~St,1 guardare gli uomini che ci sono da una par~te e dall\tltra: i tre grossi calibrI, i tre cannoni(ldla S.G.E.S., il prof. Ippolito, ]'ing. Tricomiil ùirettore centra10 Seìmerni, sono tutti ddeomitato d,dIa ~.T.];j.S., dall'altra park pH~:-;Ol1e rispettabilissime, m,~ incomp<~tolti, oql1a:-;i, éd ecoo che ancora una vulta si fa ilhoceolle di quel che, dOVeY", essere nun solo uneontrollo, ma che doveva spezzare il monu~polio che la S.G.E.S. ha creato in Sicilia.

Sulle miniere vorrei chiedere qua,lcosa al~l'onoreyole Ministro per quanto riguarda laSardegna; ma, visto che c'è l'onorevole Lussuiscritto a parlare, egli potrà porre meglio dime la questione delle miniere sarde. Ma per leminiere di zolfo della Sicilia, COSB,si fa ~ J..Idsa, onor0vole Mini:-;tro, che le miIliere di Ir]Ji~Ilia aSHicureranno per qualche altro dc'c,muioancora la possibilità di sfruttamento e cheq aelle delle lVIarche e dd1a Romagna sono

quasi in via di esaurimento; in Sicilia, invece,] 'orizzonte gessoso zolfifero è di circa [).000chilometri quadrati. Adesso le minier,; diproduzione intereSRano le zone di affiOrB~m(ntoper poche decine di chilometri quadrati, ma

l"i 1m d'altro canto, onor0vole Ministro, che,nwntrc nell'Italia continentale, cioè nell'lr~pillia, e neUe Marche, si attua la l strazione epoi ]a,rcdIi.nazione c la molitura, in Sicilia Hiarriva, Rolo alla produzione di zoHo fuso e chele nostre minierù si trovano in eml,(llzioni diarr,~'tratozza, dal punto di vista del n18oehi~n~rio. Ma appunto perchè nd campo so]fife~

l'O l'unica possibilità di sviluppo di qnestaiw1ustrì:1 r.rsta in Sicilia, si rendono nec( sS~J,rinon C\olo rilevamenti g"ologici (' gEofisici, maanchi' ],wori di ric<~rea minNaria, (\ rinllOya~

mento ed ampliamento degli impianti, interve-nendo seriamf:nte l? non B, parok, senza D,tt(ll~clerc l'Ente zolfi. L8i sa che un presidentI' mNi~dionale od un settentriona,le 1m ]Jooo impOl't"ll~

z",. qUfmdo c'è di mezzo la MOlltecatini: mwhc'Ull lH\~C\iàente siciliano ,,-iene giocato fa('i1~m~Ilk~; non è il pre:-;1cl(nte C\icilhmo elw pnÙmutari' la natura clell'Ent,I' zolfi. Ma t,nth'qUE~i5teqm:stioni, onorl'vule lVIilli~tro, pongonole popoL1zioni mel'idiowdi in l'Stuto di n;f,l'puwdiJìi(h~nza verso 11 GO'd~rIl(), <liii:idolZH, nl(1i~céòta non :-;010]J'c'l' l'aziolll: ll' ga,tlYH <li qlh'~to

GOVl'1'1l0 ma. per tutt,o il 1',1,C\:-;ato.'ruttij

GovNni ellE' Hi sono suU(~cduti, (:ompl'l C\O([11(~

sto, non hanno inizia.to (, fat-t.o qlUl,ko!'H dIR,~rio. C'è stato un monwnt.v, nd pO'iodo (k1Govèrni di coaliziÙl!t' demour,ttÌ(',,:, ill lali siè e('rc~ato [li avdc"tl\> Kl'l'Ì[m1.t,ut(, a KoluzioJl('(llh.:-;ti probknlÌ; ma oggi C\ÙtlnOrito],llMi ,),1h1\rc,eehia politiea" sia,mo l'it,orllu,ii ,H y( (,eJ)i i'il~skmi. Ed i"11l0ra, di front,~. a qtH'S1;tt sÌfuaziOll<'HOll e'è elw l'azione ddk Dlcl,Sfh'popobl'i, l'azio ~

ll,H (legli intpressati i qlWl1 non illt(.wlollo lIìO"

l'ire (li fame. Infatti (lÌl'H: dll(bt(' :1,U'.'slH'0, (11Jl~gr.l,b." poteY:1 aNt,1' ITnlor Ulld, YOl[,~:, q lmu(loe'r,ra. quoUa va,hola dl'l1'c,llligl'nzioH<" (l' ('\'1'<1fino f),(l un cm'to panlio }J'~rohÒ and}.(' Il ll}1l!(lo

sono emigrati :J milioni, allor::, ('onh" ho gihdetto, 4 milioni (\ e('lltomi1a sono rimfH3ti ada,0cn'Hcwre la massa dt.~gli im]Ho<1ntt.Ìyi) mB, OggI

Il' :mn1.t,no qlwsta! pOfo:sihilità di alkggl:'rim( EtOc 'f~<1ttravNRO ]'emigrazion0 l'cl allora è t'\'Ìdf,nt\\che queste popolazioni sono danll<ì,te allamj"\:Jria e alla hm1.e perebè la clÌf;oocupflzic)Jw,nelle zone industriali, dlffù1'isce ela]]D, nORt.l'a.Da noi lavora w'mplicoment(' il capo~famiglia,.(~uando esso è disoccupato è tutt,a lf~ f:1.migJia,che muore eli fame. Ià1 inoeenpftziolll' è la,ea;r~t,tt('ristica propria ddll' llOC\t.l'\ ZOlU' Hìancbe n,'lh hmiglia agrioob i] ,wmero (l. g1iadd0tti all\tgricoltura p(

1" tta,ro (>di gran lun~n,superior,) a quello dd N 01'(1, apIJunto lWl' lapr0Rsion0 cbmogmfiea, pr"rebè Hon :-;i sa. dov\\poter inclirizza,re la. propria forza~]avoro.E (li fronte all'azione (li Governo e a.ll'azionedi quei gruppi che tendono a mantenere sem~pNj in queste condizioni dI inferiorità e, vor~

rei dirB, di schiavitù, i lavoraton ddla Siciliae (leI MeridionI:, è necessario che la classe la.vo~ra,tric\', gli operai, i oonta,dini fed i cI,ti prodllt~tori piceolo~borglwRi :-;i uniscano l' formino

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~_8460 ~

15 GIUGNO 19491948~49 ~ OOXXVIH SEDUTA DISOUSSIONI

un fronte unico ed è questo che ci dà la sicu~rezza che il problema del Meridione verrà ri~solto perchè per noi e per l'Italia il problema.del Meridione, oltre ad essere un problùmaeconomico, è un problema di democrazia e di li~bertà. Fino a quando il )\fGridione d'Italia ele Isole resteranno nelle condizioni in cui iwno,non si può parlare Heriamente di democraziain Italia. (Appla1lsi da sinistm).

Presidenza del Vice Presidente MOLÈ ENRICO

PRESIDENTE. È iscritto a parla,re il Hena~tore Oastagno. Ne ha facoltà.

OAS-rAGNO. Signor Presidente, onorevolicolleghi, un. nostro collega qualche minuto orsono, nei corridoi, faceva un singolare rilievolamentando che si tengano, nella discussionedi questo bilancio, dei discorsi troppo lunghi.Ora io osserv'o che se anche questi discorsi dicarattere prevalentemente tecnico non sonograditi all'Assemblea, tanto ehe l'Assembleanon è mai troppo numerosa, è pure attraV'ersogli interventi nella discURsionc dei bilanci ùc~o~nomici che noi diamo il nostro apporto a quelloche è, o che dovrebbe essere, l'indirizzo df'lla,politica, economica del nostro Governo. Do~vrebbe essere proprio la parte più interessant~'della nostra opera di rappresentanti della :Na~zione quella di contribuir€' a, questo indirizzo.

Il relatore osserva,- in apertura della suarelazione, una cosa molto giusta quando diee:«Se il Ministro avesse la libertà effettiva diimpostare le spese secondo Ull programma, s1ja~bilito col Governo di cui è parte, il bilanciorisulterebbe già indicativo, e nel modo piùco'ncreto, dell'orientamento della politica chesi intende seguire per l'industria e il commercio.Oiò indicherebbe in cifre, vale a cUre nellamaniera meno opi11.abile, al Paese, all'indu~stria e al commercio gli scopi e i propositi delGovern.o in relazio11.f\appunto a questi rami diattività. ».

Infatti 11.onsono le cifre del bilaucio ad int,e~ressarci ~ o per lo meno, scarsamente esse ciinteressano ~ in. quanto, come osserva il rela~tore, esse sono assorbite per quattro quinti da~gli stipendi del personale e non indicano quin~di per nulla l'indirizzo che il Governo tie11.enella materia che il Ministro deve dirigere. Noi

cercheremo, per la nostra parte, di dare qual~che indicazione e preghiamo il Ministro, allafine della discussione, quando raccoglierà inostri interventi in sunto, di dirci quali sono isuoi pensieri, qual'è il suo indirizzo, quaIL.parte dei nostri consigli accetta e quale re~spinge. JYianon come è avvenuto nell'ottobrescorso, tanto alla Oamera quanto al Se11.ato,perchè allora il Ministro fece u11.aesposizioneassai chiara a completa di princìpi direttivi,ma dall'ottobre ad oggi non abbiamo visto iprincìpi stel:>siportati nella vita pratica delPaese; effettivamente non abbiamo potutoconstatare come Ull indirizzo vero e proprio ilMinistro abbia imposto o quanto meno abbiatentato di imporre alla vita economica e allosviluppo industriale del nostro Paese.

Noi vediamo il Governo dibattersi tra con~traddizioni. No1J. sappiamo ancora esatta~mente, neanche attraverl:>o la larga esposizioneche qui ci ha fatto illVIinistro del hila11.cioe deltesoro, onorevole Pella, se il Governo segueuna politica liberista o una politica di inter~vento; se questa politica di intervento inte~ressa determinati settori totalmente o parzial~mente; 11.onsappiamo se ella, signor Ministrodell'industria, intende dirigere effettivamentelo sviluppo industriale del Paese o se int,ende diseguire una politica produttivistica di caratteret'ssenzialmente pnvatistico; se ha almeno comedirettiva del suo I:>pirito tendenze nazionaliz~zatrici, se segue ancora un certo criterio t{Jn~dente alla nazionalizzazione oppme se respingequesta idea ed illtende limitare l'opera delGoverno a seguire l'iniziativa privata, tentandodi dirige'da, o se rinunzia anche a questa mo~desta direzione, lasciando elle ogni singolo fac~cia per proprio conto. Dice il nostro relatorequale dovrebbe essere il compito del Governo:(( È in questo senso ,~in tale luce che il Mini~stel'O dell'industria c commHcio andrebbeconsidera,to: come centro propulsore e diguida della nostra industria ». Sono esatta~mente le stesse parole che noi dicevamo daquesto banco nel mese di ottobre. Però il re~latore, nella sua relazione, va in più in là eindica anche i metodi e il mezzo che il Governodovrebbe avere a disposizione per dare effetti~vamente al Pat'se questa, se11.sazione che eglidirige la vita economica dei nostri settori pro~

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Atti Parlamentari ~ 8461 ~

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Senato della Rèpubblica

DISOUSSIONI1948---49 ~ OOXXVIII SEDUTA

duttivi e segnala che, allo scopo, egli dovrebbeanche creare gli organi adatti.

n rdatort\ propone di costituire un ,( ristr~ttoufficio incaricato di studiare i problemi econo~ndci, soeiali e tecnici per document.are il1V[ini~stro e i capi Sél'vizi » e propone quindi la costi~tuzione di « un ufficio studi che dOH\:Jbbe 1)é~nersi, natur<11menk, in col1egamento con l'Isti~tuto dè1h~ricerche e con l'Istituto di statistica;ch.e potrebbe diventar.:, ben attrezzato, il no~stro Oaserv <1torio economico nazionale». Diun Odservatorio economico na,lÌonale si è s(:n~tito altra voUa parlare. Io chiedo SE:il GOVvrno~Ìiccett~tquesta idea, badando però al fatto chel'01\servatorio economico nazionale divenkràin definitiva il nucleo centrale di qUe-llo chesarà naturalmente l'organo dirigente dellapolitica economica nazionale.

Ohiediamo se il Ministro è per l'intervento oper la libBr<1iniziativa. Io credo di capire dallarelazione dell'onorevole Mentasti che questi èpropenso all'intervento dello Stato nelle nostreiniziative industriali e nell'indirizzo di esse,tanto che egli espone anche la neeessità dipreparare dei programmi di lavoro per le ini~ziative di portata nazionale, parla di scelta diindirizzi ed accenna Did una effettiva politicaeconomica nazionale. Su di ciò dichiaro senzaaItro di essere d'accordo col relatoro, pI:Jrchèquesta è proprio la nostra idea.

Intervento o politica libcrist,ica ~ Se ne èoccupato anche il Ministro Pella, lasciandoperò la COf\ainsoluta come direttiva di Governo,per quanto dalla sua relazione abbiamo potutoveàere piuttosto una tendenza al liberigmo incontr<1sto con la tendenza di altri Ministri.

L'onorevole Pella nella sua relazione diceva:« Il problema se affidarsi all'iniziativa privatao a programmi concepiti, formulati e rcaliz~zati dall'autorità centrale nop, si può ancorarenè all'uno nè all'altro estremo ). Però poco

dopo il Ministro diceva: « Riservando l'inter~vento dello Stato a quei settori in cui è evi~dente l'intew,sse collettivo, meglio consegui~bile dall'intervento statale o ~ ed è qui che noi

vediamo il pericolo ~ nei quali l'iniziativa pri~

vata si è manifestata, in via permanente oanche solo transitoria, inidonea o insufficientC'.Intervento sta t,aIe quindi diretto o indiretto,ogni qualvolta si vprificano ca,renzp dell'illi~ziativa privMa. i).

Qui dobbiamo fermare la nostra attenzione. Iliberisti anche più spint,i oggi sono d'accordoche, quando l'iniziativa privata è insufficient{ ,transitoriamente possa avvenire l'interventoùello Stato. In questo « transitorio» noi indi~chiamo una politica che àssolutaménte loStato non dovrebb0 ptrseguirl:', perchè esistt~ LIpericolo che lo Stato stesso intervenga a su]J~plire l'iniziativa privata laddove 6ssa non trova,le ragioni del profitto e laddove gli oneri pos~sano prevalere od i profitti possa,no essere dinatura aleatoria. Quindi il carico verrebbedato allo Stato; ma, non appena le aziell.dl:'fossero avviate e gli oneri non fossero piùcosì alti e vi potéssero essere dei profitti, allora,la situazione transitoria dovrebbe cambiare (\lo Stato si ritin:;Tcbbe lasciando il posto alla.iniziativa privata. IlIa VOl'Opiù difficile, cioè, lode've fare la collettiv'ità e i profitti devono t s~SI:Jre riservati all'iniziativa privata!

Su questo i liberisti possono essere d'accordo,ma questo non è liberismo, è cercare di tra ~

sferire allo Stato, alla collettività, g1ioneri,per riservare all'iniziativa privata i solì profitti.In questo stesso senso mi pare che si sia espressoil relatore quando, verso la fine df'lla sua rela,~zione, dice: « Gli interventi sono richiesti spessoda ogni parte, anche da quelle che in p6riododi loro prosperità e di espansione erano in~clini alla libertà economica. Le difficoltà ela depressione si vede che convertono rapida~mente alla politica degli interventi ».

Ora, questa politica è stata troppo SégUìt~Ldall'attuale Governo, così come da altri Go~verni anche prima del fascismo.

L'intervento transitorio dello Stato dewmutarsi nella politica dell'intHvento dtfi~nitivo dello~ Stato. Siamo stati costretti adaddivenire ad una programmazione di carat~tere nazionale che era stata sempre negatadai liberisti: siamo costretti a farla dal giornoin cui abbiamo partecipato, in collaborazionecon le altre Nazioni, alla formazione dei pro~grammi per il piano Marshall. Specialmente og~gi che questi, attraverso l'E.R.P., incomin~ciano ad avere applicazione, abbiamo do~vuto formulare dei programmi a lunga sca~denza, quei famosi programmi quadriennali oquinquennali che, quando erano prtparati esoprattutto quando 6rano applicati e svilup~

I

pati dalle Nazioni di nuova democraziapopo~

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Att~ Parlamentari ~ 8462 ~ Senato delta Repubblica

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lare, dalle Nazioni dell'oriente europeo, eranoirrisi da parte dei nostri avversari. Quandonoi proponevamo di formare, anche per l'Italia,i programmi di produzione e di indirizzareverso di essi la trasformazione delle nostreaziende nel periodo del dopoguerra, erava~mo accusati di scimmiottare i nostri coni~pagni dell'Europa orientale e ci si diceva: «Voinon fate altro che ricevere gli ordini daMosca e dai satelliti di Mosca ».

Con l'applicazione del piano J\lIarshall ab~biamo finalmente dovuto inchinarci alla poli~tica dei programmi, abbiamo dovuto formu~larne anche per l'Italia. Oome prima prospet~tiva c'è stato proposto di ritornare alle condi~zioni del 1938; si è scelta tale data perchèquello era l'ultimo anno di pace e forse ciòera logico per quelle Nazioni che nel 1938 v'ive~vano in condizioni normali di sviluppo produt~tivo e di attività economica. Per noi il 1938non può essere preso come base di riferimentoperchè in Italia, in tale anno, eravamo sotto ildominio della politica dell'autarchia, con tuttele storture di carattere industriale e di carat~tere economico che essa aveva provocato nel-l'atti vità produttivistica italiana, e soprattutto,per il fatto che, nel 1938, noi preparavamo giàle imprese belliche del futuro, mentre subiva~mo ancora le conseguenze dell'imprtsa diEtiopia.

Quindi il riferimento al 1938 non è accetta~bile per noi, perchè effettivamente non era~vamo in condizioni normali come altri Paesi;il nostro programma attuale deve avere di-versa base:Si può accettare parzialmente questoriferimento al 1938 per ciò che si riferisce allecondizioni deL lavoratori salariati ed alle con~dizioni generali di lavoro; per quanto anchenel 1938 si presentassero situazioni anormaliper gli squilibri nei quali la vita del lavoro siRvolgeva in Italia. Non può essere quel periodo ilmeglio adatto per esser~ preso ad esempio, causale no te'voli differenze di condizioni fra il nord eil sud d'Italia; imperava allora soprat,tutto lapolitica corporativa che impediva agli operaila possibilità di ottenere, attraverso loro sin-dacati liberamente costituiti, la difesa del la-voro c delle retribuzioni. Comunque era unasituazione tollerabile dal punto di vista sala-riale e normativo; ecco percnè questo riferi-mento al 1938 può essere da noi accettato, comemeno peggio.

Dobbiamo però rilevare, per inciso, cheil riferimento al 1938 ci dimostra come permolte categorie di presta tori d'opera ancoranon siamo arrivati, malgrado le battaglie dellavoro e malgrado le cifre di certe statisticheaddomesticate, neppure a quelle condizioni.Il giornale « L'Organizzazione industriale»,organo ufficiale della Confindustria, ha por~tato, nel suo numero del 2 giugno, una ta~bella a proposito delle retribuzioni; noi rile-y'iamo che i nu.meri indice per certe categoriedi lavoratori, come per gli operai specializzati,non Rono ancora arrivati all'equilibrio rispettoal 1938. A Milano gli operai specializzati sonooggi al11 per cento, mentre a Roma sono al-

l'85 per cento; ciò non perchè gli operai specia-lizzati a Roma abbiano una paga superiore aquelli di Milano (anzi essi hanno una paganotevolmente inferiore), ma perchè, in con-fronto alle peggiori loro èondizioni del 1938,gli operai di Roma hanno avuto percentualidi miglioramento più alte rispetto agli opbraidi Milano. L'impiegato di prima categoria,altro esempio, è, ancora oggi, a Milano, aquota 65 ed a Roma a quota 75; siamo quindiassai lontani dalle retribuzioni reali del 1938ed abbiamo ancora, anche sotto questo puntodi vista, della stradijJ da fare.

Questa mattina, l'onorevole Roveda vi haparlato della lotta sindacale in corso per larivalutazion{' dei salari. Io non ripeterò le sueconsiderazioni, anche perchè voi già le cono-scete. Se vi sono categorie che hanno effettiva-mente oggi superato l'indice 100 in rapporto al1938, vi sono però le categorie migliori, quelledegli specializzati e degli impiegati superiori,che sono ancora lontane da quell'indice.

Comunque, riprendendo il motivo principaledel mio discorso, ripeto che, se il 1938 può es-sere preso come punto di base per le retribu-zioni dei lavoratori, non può essere preso comebase per stabilire le mete nel nostro sviluppoindustriale. Dobbiamo tenere un criterio di-verso; dobbiamo vedere quali sono le nostrepossibilità produttive, quali sono le possibi~lità di espansione verso i diversi mercati; dob-biamo soprattutto, nel fare i nostri programmi,cercare di creare le occasioni (h lavoro, prevede~re i modi ed i criteri della formazione di questeoccasioni, in quanto che dobbiamo tendtrealla. politica della «massima occupazione».Questo deve essere lo scopo ,primo della pro-

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Atti Parlamentari Senato della Repubblic/I~ 8463 ~

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grammazione nel campo nazionale, perchè inItalia ci troviamo in condizioni particolarmente difficili sotto l'aspetto dell'occupazionedella mano d'opera ed a questo problema dob~biamo dedicare tutta la nostra attenzione.

Io ho l'abitudine di rifeÌ'Ìrmi a quello ohehanno detto gli altri e chiedo venia al Senatodelle frequenti citazioni che faccio. Intendorichiamarmi a quanto ha detto il MinistroTremelloni, che è incaricato dei programmiE.R.P. e dell'applicazione dell'E.R.P. inItalia. Il Ministro Tremelloni espose dei cri~teri assai precisi per la formazione dei nostriprogrammi. Nel suo discorso del 31 marzo allaCamera dei deputati disse: « Gli obiettivi gme~l'aH a lunga scadenza che un Paese moderno sipropone, e che il nostro Paese condivide, sonosintetizzati in olnque punti: a) assicurare unosviluppo razionale, graduale e costante dellerisorse umane, sia dal punto di vista fiRico cheintellettuale; b) assicurare, nei limiti delJ'eco~nomicità, uno sviluppo costante delle altrerisorse naturali e facilitarne la razionale utiliz~zazione; c) assicurare quell'utilizzazionr m3S~sima delle risorse umane e materiali, che siatale da consentire un ritmo di aumento di ric~chezza del Paese superiore al ritmo di aumentodella popolazione; d) assicurare che il volumedi scambi internazionali di uomini, capitali (

merci sia intensificato, in modo da costituirel'optim'lIm per il raggiungimento dei prece~denti obbiettivi; e) aumentare e diffondere ilbenessere economico in tutte le zone geograficheed in tutti i ceti Rociali I).

Ed allora, come lineamento del programmaegli fissa questi punti:

« 1o) aumentare i beni strumentali delPa'3se e mi~liorare qU/:>lliesistenti; 20) sopperireal prevedibile aumento di beni di consumo perla nostra popolazione, tenendo conto del1'au~mento degli abitanti e di un miglioramento nellivello dei consumi; 30) aumentare il volumeed il valore dei prodotti esportabili. Questiaumenti produttivi dovrebbero essere otte~nuti migliorando contemporaneamente il gradodi economicità della produzione )}.

Mi pare che vi Ria qui esposto effettivamenteun programma completo, al quale ci si dovreb~be riferire e che si dovrebbe porre come baseper quello che dovrebbe essere il nostro pro~gramma produttivo.

Primo punto: massima occupazione. Non èil caso di fare dei lunghi discorsi a que sto pro~posito. Voi sapete quale è la situazione ndnostro Paese, sia in rapporto aHa disoccupa~zione attuale, sia soprattutto in rapporto alladisoccupazione futura, quella che noi possiamoprevedere. Abbiamo già oggi 2.200.000 disoc~cupati ufficialmente dichiarati dallc statisti~che, e abbiamo un rapporto, pure ufficiale, cheprevEde un incremento di popolazione, neicinque anni in cui deve trovare applicazioneil piano E.R.P., prima del 1953, di 2.304.000abitanti. In questa condizione dobbiamo effet~tivamente cercare l'occasione di lavoro e faredei programmi produttivi per a,ssorbire qual~cosa come 4.000.000 di nuovi oecupandi.

È vero che le previsioni, secondo le prospEt~tive italiane che sono riportate nei rapportidell'E.R.P., considerano possibilità di E,mi~graziono per ben 833.000 italiani; ma mi pN~metto di dire che a quest(' cifre non si puòcredere, perchè, ad esempio, m('ntr(' l'Argf'n~t,ina ~ secondo quanto espone il rapportoE.c.A. presentato ultimamente ~ dovrebbeassorbire nel 1949, cioè nell'anno in corso, 161mila emigranti nostri; nel 1948 gli emigrantiverso quel Paese sono stati solo 12.651. Voiavete seguito tutti la discussione ehe è avve~nuta qui, in SBnato, quando si è trattato diratificare l'accordo stipulato con l'Argentinaed avrete notato che tutti i senatori, da Jacinia Oarmagnola, da Fiore agli altri che sono in~tervenuti, hanno sconsigliato l'emigrazioneverso quella R,epubblica per la sua impossibi~lità di accogliere le nostre mass(' di lavoratori.Avete visto che ne1l948 solo poco più di ]2 mi~la italiani hanno emigrato in Argentina; voisapete ancora che, se dovessimo mandarviquest'anno 161.000 emigranti, mancherebberonavi per 40.000, e potete quindi capire che'nonè possibile che consideriamo realizzabile l'ap~plicazione del programma E.C.A. L'AI'gen~tina dovrebbe in seguito assorbire attraversol'emigrazione 110 mila italiani nel] 950, 121.000nel 1951 e 133.000 nel 1952. Tagliando questecifre con criterio realistico e tagliando a,lIch.ele cifre riguardanti le altre Nazioni che nonassorbono sufficientemente la nostra manod'opera, noi possiamo calcolare com(' probabili,non gli 833.000 emigranti itaHani, ma al mas~simo 500.000. Di più non è logico attendHci.

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Avremo quindi nel 1952, se non miglioriamola nostra condizione, 4.000.000 di disoccupatiin Italia. È una cifra, questa, che ci devepreoccupare, seriamente preoccupare; per cuieffettivamente dobbiamo porre mano ai pro~grammi produttivi con serietà e con volontàferma.

Quale può essere il tipo di industria chedobbiamo sviluppare in Italia ~ Oggi viviamoin regime d'applica,zione del piano E.R.P. eviviamo quindi sotto la tutela di gente cbe vededall'esterno la nostra economia, ma che lastudia con llna certa freddezza e competenza.Non possiamo che riferirci a quello che il Si~gnor Hoffman ha scritto nel suo recente rap~porto. Egli dice che «l'economia italiana devetrovare i mer,zi per assorbire nell'occupazioneindustriale, e in genere non agricola (perchè eglirileva che troppa percentuale della popolazioneè occupata nell'agriooltura in confronto diquella degli altri Paesi), in aggiunta alle per~sone attualmente disoccupate, l'aumento an~nuale del numero delle persone in cerca d'im~piego e al tempo stesso deve raggiungere laauto sufficienza )J. Il signor Hoffman rileva, che« le industrie italiane che impiegano solo unapiccola percentuale di mano d'opera, comel'industria chimica e dell'energia elettrica, de~notano una ripresa più accentuata, mentrequelle che potrebbero dare il più grande ap~porto per la soluzione del problema della di-soccupazione italiana, come i materiali da co-struzione, l'edilizia, l'industria metalmeccanica,sono purtroppo in stato di depressione )J.

In queste osservazioni noi vediamo effett.i~vamente un principio di critica a quella che èstata la nostra direttiva produttivistica inItalia. Noi dobbiamo affrontare, per questoriguardo, la famosa questione della politica de-gli investimenti, alla quale appunto si riferisceil rapporto di Hoffman che ho chato.

L'onorevole Tremelloni, nel suo rapporto slll~l'E.R.P. ha largamente fatto l'esame della po-litica degli investimenti. Egli divide nella suarelazione questi investimenti tra investimentipubblici diretti, investimenti influenzabili da-gli enti pubblici e investimenti privati. Ora, gliinvestimenti pubblici e quelli influenzabilidagli enti pubblici sono quelli appunto che do~vrebbero essere fatti in base ad un programmae ad una direttiva data dal nostro Governo.

IJ rapporto Hoffman dà delle direttive moltopiù precise, ma esso fa anche una critica ainostri sistemi di Governo e al nostro sistemadegli investimenti. Critica che parecchi di voiconoscono e che è stata oggetto anche di ri~lievi da parte del Senato, ma che è bene ripren~dere perch.è ha una ragione d'essere proprionella discussione di questo bilancio. «La pienautilizzazione, dice Hoffman, del potEnziale in~dustriale italiano dipende essenzialmente daun 'azione coraggiosa ed efficace da parte delGoverno italiano, particolarmente nell'avvia~mento di un programma coordinato di investi-menti pubblici. Di qui la necessità di una azionegovernativa senza riserve in questa direzione.Indubbiamente, con l'aumentare della doman-da, sotto l'impulso di un programma più va~sto di investimenti da parte del Governo, e av~vicinandosi la piena utilizzazione della poten~zialità produttiva esistente, può svilupparsi ilpericolo di una inflazione dei prezzi. Esso po~trebbe tuttavia venire aTginato attraversoun impiego efficace e discriminatore dellamanovra dei crediti bancari in modo da fre~nare la tendenza all'accumularsi di scorte;

Ialtre misure amministrative potrebbero ser~vire a controllare e, se necessario, ridurre ilritmo delle spese pubbliche e private per inve~stimenti i).

Egli continua ancora, dopo, dicendo: « Inparticolare occorrono mezzi per sviluppareprogrammi economici coordinati e in specieun programma nazionale di investime-nti e permettere in linea con tali programmi l'attivitàdei vari dicasteri economici I).

La critica che il signor Hoffman ha fatto eche ha determinato le osservazioni del Senatoe una risposta del Ministro Pella, era conte~nuta in questa frase: «Nel settembre del 1947il Governo modificò la politica creditizia e fi~nanziaria onde arrestare la tendenza inflazio~nistica; questi provvedimenti ebbero partico~lare successo nella stabilizzazione dei prezzi enella rimozione dei più gravi pericoli di una spi~rale inflatoria. Però, l'inversione di tendenzerispetto alla prassi fino allora seguita e alleaspettative degli operatori provocò un bruscodeclino dell'attività produttiva. Questo de~clino venne accentuato da una caduta delladomanda interna dei prodotti industriali ita-

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liani e dalla contrazione di attività t,ipicamentestagionali dall'inizio df.'Il 'inverno I).

Queste critiche hanno avuto una curiosarisposta da parte del Ministro Pella. Infattiegli ha dichiarato qui, in Senato, che: «Alpensiero del dirigente l'amministrazione del~l'E.C.A. e della Missione E.C.A. in Italia,sono state date erroneamente interpretazionidi indole polemica; il pensiero del signorHoffman intorno alla ripreRa economica delnostro Paese lo si conosce dalla ampia: cor~dialità delle dichiarazioni che ebbe occasionedi fare ripetutamente quando venne in Italia ».ESS'3re cordiali non vuoI dire astenersi dallecritiche, ma vuoI dire riconoscere gli erroridell'amico; essere cordiali vuoI dire invitarel'amico a riparare i suoi errori, chiedere al~l'amico che questi errori vengano corretti.

Altrettanto, pur senza l'autorità che voiriconoscete al signor Hoffman, facciamo noi,dicendo che la politica dell'intervento pub~blico nel nostro Paese è stata così discon~tinua, errata e priva di ogni indirizzo produtti~vistico che le critiche sono più che giustificate.

QueRta relazione del signor Hoffman ha sol~levato in un primo tempo molte discussionida parte degli inilustriali, da parte del nostromondo economico; poi la cosa è stata messa atacere" Si è cercato di togliere importanza allecritiche di Hoffman, perchè oggi i nostri indu ~

striali, specialmente quelli dei grandi coin~plessi monopolistici, si sono adattati alla poli~tica di stabilizzazione e alla politica, in unc'wto senso, deflazionistica, perchè essi riten~gono che l'asRestamento sia oggi a loro favo~revole. Non deve eSRere turbata la stabilizza~zione di quel regime di profitti che, attra,,'ersola precedente inflazione, essi si sono procuratie, soprattutto, perchè nel periodo inflazioni~stico essi hanno potuto assorbire e sostituireuna parte della produzione e della attivitàdene piccole e medie industrie che subivanole conseguenze dena continua variazione deiprezzi. Oggi che queRto assorbimento è statofatto, che si è consolidata una certa posizionedi questi gruppi monopolistici, è bene chel'assestamento avvenga ed avvenga precisa.mente sulle ottime posizioni conquistate.

Noi vorremmo sapere dal Ministro dell'indu~stria Re egli intende seguire piuttosto illiberi~smo del Ministro Pella o se egli accetta le idee

di programmazione e di indirizzo da parte delloStato formulate dal Ministro Tremelloni; seegli è disposto a portare fino alle estreme con~seguenze l'applicazione del programma E.R.P.e cioè di dirigere effettivamente, attraversol'applicazione di questo programma, la nostraindustria e tutta la nostra attività produttivanazionale.

E ancora, per quanto riguarda l'applicazionedel piano E.E.P., noi. vorremmo sapere dalMinistro se egli intende continuare come si èfatto fino ad oggi, cioè se egli intende che lamaggior parte degli investimenti che il pianoE.H.P. permette e la maggior parte dei pre~stiti da esso consentiti debbano continuare adandare ai grossi complessi industriali o se nonè tempo che una parte, e parte cospicua, di essisia dedicata anell.e ai piccoli e medi industriali.

Abbiamo visto le ultime tabene pubblicate,che sono anzi le sole tabelle pubblieate, nellarivista E.R.P., in merito ai progetti accet~t,ati dall'E.C.A. e quindi passati per l'appli~cazione. Noi vediamo esposto un totale di85 milioni di donari, ma sono tutte grosse egrossissime imprese che li hanno avuti e chestanno per assorbirli. Vediamo appunto chequei complessi industriali che noi chiamiamomonopolisti, hanno fatto la più larga predadi questi 85 milioni di donari. Infatti nellatabella compare la «Fiat» per 14 milioni per lameccanica e 5 per la siderurgia; compare laEdison per 6 milioni, compaiono altre cifresu-periori al milione di donari, tutte per gruppiindustriali di gran mole; noi vediamo, insomma,che le piccole e le medie industrie non figuranoaffatto. Quando avremo un programma di ri~-partizione degli aiuti E.R.P. per le piccolee per le medie industrie' quando sarà che noivedremo effettivamente aiutate dan'E.H.P.queRte attività nazionali che sono larga partedella nostra economia e che, a detta di tutti eparticoIa.rmente di molti nost,ri avversari, sonoquelle che costituiscono la parte più Rana, laparte effeUivamente più solida della nostracompagine produttivistica nazionale'

So che il Ministro ha dato, dopo molte tratta~tive, il suo appoggio alla formazione di un «Con~sorzio fra piccoli produttori di tessili vari »dellamia città. Il consorzio si è costituito per rag~gruppare appunto tutte le medie e piccole in~dustrie che lavorano -particolarmente alla :pro-

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Atti Parlamentari Senato della -Repubblica'~ 8466 ~

15 GruGNO 19491948~49 ~ OOXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

duzione terminale, di finitura, del1a industriatessile e che hitendono, disciplinando si mutua~mente, togliersi dalla soggezione della grandeindustria e sviluppare la produzione, cheè essenzialmente di qualità, in vista delle pos~sibilità d'esportazione. Questo (IOonsorziotes~sili vari» ha chiesto finanziamenti, non gra~tuiti ma prestiti, sul piano E.R.P.

Io chiedo al Ministro se un 'azione di queRtogenere egli ha intenzione, poichè l'ha accet~tata 'per un settori' industriale e per una re~gione, di sviluppare in altri settori ed in altreregioni e cioè se essa fa parte del suo pro~gramma.

Per quelle che sono le intenzioni del Ministro,noi possiamo avere un grande banco diprova,nel prossimo avvenire, se non l'abbiamo avutoper il passato, in una particolare attività delsuo Dicastero. Mi permetta il Senato di intrat~tenermi su un gl'ORSOproblema cbe interessaparticolarmente n- Ministro dell'industria. Seegli riuscirà ad impostarne la soluzione e peril modo come la imposterà, egli dimostreràse intende seguire o l'una o l'altra politica.

Intendo parlare della questione dell'1.R.1.=l'Istituto della ricostruzione industriale. Vene è un cenno, abbastanza largo, nella rela~zione dell'onorevole Mentasti; ma permetteteche mi ci soffermi perchè si tratta Vera~mente di una grossa questione di interesse na~zionale.

Qualcuno ha preteso che l'IR.1. sia unesempio di «nazionalizzazione » e quindi hapreteso di dimostrarci che era un esempionon riuscito di nazionalizzazione. Neghiamoin modo tassativo che l'1.R.T. rappresenti co~munque una forma di nazionalizzazione. Èstata semplicemente, ed è ancora, una parteci~pazione azionaria, in qualche caso di carat~tere maggioritario, in qualche altro caso diminoranza, tale che non può costituire nem~meno un intervento di controllo, ma una sem~plice partecipazione azionaria di proprietàdello Stato. Non è quindi «naz,ionalizzazione »,cosa che per noi vuoI dire fare operare le atti~vità produttive in mano dello Stato, non conla stessa riRtretta volontà di profitto che puòanimare il privato, ma con una visione di in~sieme delle esigenze nazionali, e vuoI dire por~tare il complesso nazionalizzato a rispondereessenzialmente a queste esigenze di carat~tere nazionale.

Qualcuno ha detto che l'I.R.I. poteva es~sere almeno un avviamento alla nazionalizza~zione. Ricordo che negli anni del1'autarcbia sidiceva anche che l'1.R.1. poteva costituireuna base per la socializzazione. Ma «socializ~zazione » per noi significa sottrarre le attivitàeconomiche alla proprietà privata per mett6rlead esclusivo servizio della collettività e del~l'interesse nazionale. L'I.R.1. quindi non ènazionalizzazione e non è socializzazione. Nonha sottratto attività alla proprietit privata,non ha fatto espropri, ma è intervenuto sem~plicemente per salvare delle bancbe che eranoandate al di là di quella che era la loro natu~l'aIe funzione di amministratrici del credito eche, attraVerso interventi azionari troppo al~largati nelle imprese industriali e speculative~avevano trasformato la propria sosta,nza edavevano impedito lo sviluppo effettivo delleimprese stesse. La Banca Oommercia.1e, il Cre~dito Italiano, il Banco di Roma, sono stati as~sorbiti attraVerso le partecipazioni azionariedi maggioranza dell'I.R.1. c, con qUE.ste,

l'T .R.I. è diventato il controllore o il pro~prietario dei _pacchetti azionari di un com~plesso di industrie. Quindi semplicemente par~tecipazione industriale e proprietà di pacch6ttiazionari.

Abbiamo visto che, effettivamente, in tuttigli anni da quando l'I. R. L è sorto ed ha co~minciato a flillzionare, non più come Istitutodi liquidazione ma di ricostruzione, l'inte~resse nazionale non è mai pervenuto a pre~valere nei programmi produttivi dell'Istituto.Abbiamo visto continuare, nelle sue aziendee nelle aziende da esso controllate, quellapolitica speculativa che la minoranza .capi~

talistica, che era rimasta nelle aziendestesse, continuava ad imporre e pH la qualesi serviva dell'intervento statale come di unutile strumento a proprio va,ntaggio. L'inter~vento risanatore portava allo Stato i debitidelle aziende e quando le aziende, attraversoil contributo di tutta la Nazione, Hano portateal risanamento, lo Stato le ridava ai gruppiprivati. In sostanza lo Stato aveva socializ~zato solo le perclite di queste aziende, mEntreriservava tutta la parte attiva al controllodei capitalisti privati.

Sta avvenendo qualcosa di simile ancheoggi. Si parla di smobilitare la Finmare, peresempio, perchè il mercato dei noli si è dimo-

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15 GIUGNO 19491948-49 ~ COXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

strato negli ultimi anni, specialmente neglianni precedenti a questo, un ottimo affare:ecco perchè si è parlato di smobilitare la Finma~re. Sempre come esempio: dei cantieri che sitrovano in una cattha &ituazione finanziaria,perchè avevano assunto commesse ad impegnovalutario fisso e non hanno potuto far vi frontese non con forti perdite per il cambianwnto delvalore della V'aIuta, nessuno ha chiesto lo smo~bilizzo e questi cantieri devono rimanere alloStato :perchè è ritenuto giusto che sia lo Statoad assorbire le perdite.

Abbiamo visto intervenire lo Stato anchecon altri istituti, quali l'(CIstituto di finanzia~mento industriale », a sollievo di determinateindustrie in crisi, che altrimenti non sareb~bero state attivate, perchè la iniziativa privatanon si sentiva in condizioni di risan.arle. Oggiquesto Istituto è stato posto o sta per essereposto in liquidazione. Ad ogni modo l'int()r~vento del P.I.JYi. è stato ancora una voltal'aiuto dato dalla collettività a determinatigruppi di azibnde e ancora una volta l'inttr~vento dello Stato ha servito a salvare questeaziende lascian.dole alla privata })roprietà,.

I;'I.R.I., che in origine era stato sempli~cemente un rimedio recato ad un fenomenodi patologia capitalistica, che era stato l'ospe-dale delle aziende asfittiche, come è statodetto da qualcuno, oggi è diventato un fattorepreminente della nostra vita lcon.omica. ccNel~l'ult,imo decenn.io, dice il nostro l'dato re, imalati non sono stati più dimessi, anzi sonost,ati conservati all'ospedale, guariti o magarine110 stesso stato di malattia»; comun.que sonoRtati conservati in. un'ambien.te di serra, nel~l'ambiente })iù favorevole perchè poteSSGfOcontinuare la propria v'ita. L'I.R.I. non èmai uRcito dalla struttura tipicamente capi~talistica perchè ha conservato invariata tuttal'organizzazione specifica delle proprie aziende,così come non ha cercato di portarle Verso deifini determinati e, con gli stessi prin.cìpi e me~todi ha fondato molte attività nuove, spedal~mente nel periodo bellico.

Nelle nuove azien.de create, nella direzionedi esse, non 11Ì; porta to nessuna novità in quaD. ~

to ha conservato la stessa fisionomia privati~stica della gestione, sia amministrativa che tGc~n.ica. Pllori d01l'ambito delle induRtrie bpllichcn.oi abbiamo \'Ìsto l'I.R.I. interessitr-;i anehe

di altre attività, come, ad esempio, del settoreelettrico attraverso le azioni S.I.P. L'ono~revole Roveda stamane vi ha parlato lunga~mente del problema dell'energia elettrica inItalia. L'I.R.I., attraverso la S.I.P., n.onpuò influire s?-lla politica della produzione del~l'energia elettrica, perchè ha solo un.a parteci~pazione di minoranza nella Società (cioè il46 pH cento) e perchè, a sua volta, la S.I.P.non. rappresen.ta, con. tutte le società con.trol~late, che il 25 per cento .della produzione del~

~l'energia. L'I.R.I. non può avere quindi unain.fluenza direttiva nella question.e della produ ~

zione dell'en.ergia elettrica e delle industrie elet~triche italiane, ma subisce semplicemente lapolitica determinante di quello che è H veromonopolista, l'Edison con i relativi gruPviassocia ti.

Oome si stabilisce questa politica ve lo hadetto stamani l'onorevole Roveda. .Non entronelle cifre, perchè non mi propon.go di portarecon.tributi alla polemica delle cifre; parlo dèllapolitica generale, dell'indirizzo che deve es~sere seguho per l'I.R.I. Il senatore Rovedavi ha dato, questa mattina, le cifre della pro~duzione di energia elettrica e vi ha dimostratocome chi domini effettivamen.te il campo siala Edison e che quindi, anche se le inten~zioni dell'I.R.I. fossero buon.e e potessero essereda noi completamente accettate, attraversol'attività della S.I.P. non potrebbero influireper nulla in. senso ~ benefico sulla gravissima si ~

tuazione delle nostre in.dustrie in dipendenzadalla produzione di energia elettrica.

Ma dove invece l'I.E.I. potrebbe forte~mente "influire è nel settore delle telecomunica~zioni, dove, per mezzo della S.T.E.T., l'Isti~tuto possiede la maggioranza assoluta e quin.dipotrebbe effettivamente dare lo sviluppo ri~chiesto alle comunicazioni telefoniche in Italia;sviluppo che è attualmente limitato in certert'gioni e per il resto è nettamente deficiente.Ma, a sua volta la S.rr.E.T. non può agireperchè è sottoposta al predominio di coloro chehanno il mon.opolio delle forniture di materiale,è sottoposta cioè allo strozzamento dei gran.dimonopolisti ehe si chiamano Pirelli, Sitmens,Face, Ericsson, ed è obbligata a subire nellesue varie branche un vero jugulamento limi~tando lo svilllppo e la modernizzazione degliimpianti, senza poter portare l'Ualia al livello

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Atti Parlamentari Senato deUa Repubbtica~ 8468 ~

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dene altre Nazioni in materia di telecomuni~cazioni.

L'I.R.I., nelle sue at.tiv'ità non belliche enon meccaniche, in modo par~icolare, ha avuto'ed ha un'altra attività ed è quella delle bonifi~che. Permettetemi di dire qualche cosa suquesto punto, perchè l'I.R.I. dipende in so~stanza dal Ministero di cui esaminiamo il bi~lancio, anche se una parte della sua attivit,àsi svolge in un settore non strettamente indu~striale. L'I.R.I. è proprietaria delle bonifi~che del «JYlaccarese » ed aveva, sotto la dire~zione del professor Ronchi, formulato un ma~gnifico programma per lo sviluppo di esseproprio nel senso che noi vogliamo, cioè ricer~canào nell'attività agrico~a la possibilità diimpiego della massima quantità di lavoratOli.La bonifica «Maccarese )\, che coltiva unaestensione di 5.000 ettari e che ha, nella bor~gata centrale e nei casolari, una popolazione di5.000 abitanti, di cui 3.000 attivi ai lavori agri~coli, si era specializzata nelle coltivazioni orto~frlltticole, di legumi di scelta, di primizie, cioèin quelle coltivazioni che richiedono effettiva~mente un largo impiego di mano d'opera.. lViail Presidente Ronchi è sta.to tolto dalla Dire~zione della bonifica e la Direzione dell'I.R.I.ha posto un a.ltl'Odirigente in questo settore; sisono visti allora cambiare completamente iprincipi e le condizioni di sviluppo dell'attività,per cui oggi la bonifica di JYlaccarese è djy'en~tata non più quella che ha per direttiva l'occu~pazione profittevole della massima quantitàdi .lavora.tori, ma precisamente il contrario.

Essa cioè ha trasformato le sue culture daintensive in estensive ed abbandona quindi illargo impiego di ma.no d'opera. agricola. Unadocumentazione mi è stata inviata. dai con~tadini che layorano nel «Maccarese », i qualisi trovano oggi in agitazione appunto pH re~clamare il ritorno alla politica produttivisticache era stata introdotta dal professor Ronchi.Ho qui tutta una. serie di dati dimostranticome si stia poco per volta ritornando allecoltivazioni estensive, al pascolo, anche perquei terreni che erano stati resi atti alla col~tivazione ortofrutticola. I la.voratori di tuttele categorie, di tutte le tendenze, di tutti i sin~da.cati liberi e non liberi della zona, si sonogià radunati, hanno già votato degli ordinidel giorno in cui denunziano che tali preor~

dinate smobilitazioni risultano anche dalle,reiterate affermazioni dell'attuale dirigentetecnico, il quale ultimamente, il giorno 13 mag~gio, affermav'a di dover estromettere dall'atti~vità aziendale oltre mille la.voratori. Nellarelazione dei contadini si accenna alle finalitàcui si dovrebbe richiamare l'azienda., in quantonon è smobilitando ma intensificando le coltu~re che si potrà trovare l'equilibrio economico ele possibilità per migliorare le condizioni divita dei dipendenti dell'azienda stessa. Quindiessi reclamano che si abbandoni imm€diata~mente l'ordina.mento colturale nuovamentemesso in atto, dimostrato si in contrasto congli interessi sopra enllD.ciati, e che si ritornial piano colturale intensivo sviluppato nel1941 che tendeva a.lpotenziamento delle coltureortofrutticole su circa 100 ettari, allo spiana~mento ed alla sistemazione di 200' ettari diterreno ineguale per trasformarlo in coltureintensive, allestendo immediatamente delley'accherie e da.ndo mano a.lla. costruzione di28 case preventivate ed a.pprovate e all'espan~'sione di attività aziendali e' sindacali.

Come vedete, i coltivatori si interessano deiproblemi della produzione perchè solo attra.~verso la risoluzione di questi problemi eSRivedono la possibilità della loro vita.

Dicono i contadini: «Perchè l'I.R.I. hacambiato politica e mutato l'indirizzo nel

" Maccarese "~ Perchè il nuovo dirigente hacreduto di dover fare ritornare, o tende afar ritornare, il "Maccarese" nelle sue antichecondizioni di terreno povero destinato allacoltura estensiva e a pascolo ~ »

Vorrei sentire, onorevole Ministro, anche lasua opinione su questa importante questione.Perchè l'I.R.I. ha permesso e ha volutoche questa attività, che non è strettamenteindustriale, ma che ha portato nel suo com~pIesso un enorme beneficio, sia. cambiata cosìradicaImen te ~

Ritorniamo però a quelle che sono più ca~ratteristicamente le attività dell'I.R.I. Noiabbiamo, come grosso gruppo, la Finmare.L'I.R.I., attmverso la Finmare, control~lava prima della guerra il100 per cento dellegrandi linee di comunicazioni marittime; hasalvato dalla guerra soltanto il 10 per centodel suo naviglio. Ebbene, noi abbiamo assi~stito a questo fenomeno: negli anni scorsi si

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Àtti Parlamentari Henato della Repubblicrt~ 846~ ~

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sono acquistate dall'America molte navi perun tOllnellaggio considerevole, ma eSfh' sonostate ass~gnate quasi esclusi vamentp ai pri~v,tti aI'inl1torÌ. Perehè l'I.R.I. non ha fat,toin modo che fosse la Finmare ad assumf::'rsil'eBercizio di queste navi per reintegrare prima(li tutto il proprio patrimonio marittimo,prima di dare alle 3111,1'0iniziative privatel'apporto considerevole delle faci1itazioni perl'acquisto delle nuove unità ~

CARBONI. ~ono naVi da carico.CASTAGNO. Sono navi da carico, benisRi~

mo, lo so perfettamente. [\Ira l'attività della.lNnmare non doveva svolgersi solo nel st'ttoredel trasporto passeggeri, perch(> (~ra tutta lanavigazione e Boprattutto erano i collegamentieeollomici tra l'Italht e le u,]tr(j Nazioni chedo ve vano eSBere fatti in regime di int~,f\'ent,oe quindi di controllo statale. P(1rtieolarm('llt~\poi quando, impedito dalle perdite di guerrail movimento dei passeggeri e perso il l'da.tivo :1rmamento, ei trova-vamo nella eondi.zione di p~ter rifare il nostro na-dglio in (~on~dizioni favorevoli e <li avere quindi Ull effet~tiyo intervento e un controllo più direttodello Stato Rill mercato dei noli, nd periodoin cui il mercato (;1"apiù favorp-vole. Ed, anzi,oggi sentiamo qualehe VOCe e1u; cbie,le losmo'bilizzo della Finmarl-', }Joiehè vi è 1,,1possi.bi1ità di huoni profitti alwhi:' nt' l (\a.mpo d(' lt,l'asporto passeggeri.

I.;'alt1'a parte dell'attiviUt ddl'l.R.1., forSI"\la più considerevole, Cl\1'tlOla più nota cl dl~seussa da tutti gli italiani, è qUf'lla dell't'partoBiderurgico. ].;a siderurgia è quella tal cosa, inItalia, di cui <la 50 anni si discuté. Ricordo cheda ragazzo, appena imparai a capire, leggevogià della malattia della siderurgia. E poichè misan dovuto occupare per ragioni di lavoro IIImaniera diretta di quel settore, durante la 'miavita di operaio e di tecnieo, mi sono interessatosempre forzatamentp delle questioni ad esso at.tinenti. Tutta questa materia è rimasta ancora

(' sempre allo stato patologico e non si è maivoluto effettivamente agire per risanarla. Sonovenute all'I.R.I. parecchie grandi aziende ecomplessi siderurgici attraverso il dissesto dellaBa.nca di sconto, attraverso la Commerf\Ìalee la Sofindit, è -venuta la Terni, (:on l'An~saldo è venuta l'Amaldo Cogne (ecnn'i di ili8~.'WIMIOdel ,'�cnatMe Gnglielmonp,), la. quak, onore>.

volp Guglielmone, è passata poi attraverso tra~

sfo1'ma,zioni "Varip ed è oggi la Società N azio~llalC' Cagne, ì\ÙnÌ<n'(' ed Acciaierie, di proprietàdd DemanIO dello Stato. B, come digressione,mi permetto di fare all'onorevole GllglielmonelUla osseI'\' azione, a qUc'sto pl'oposi to. Ho Ben-tito questa mattina il suo discorBo, la sua difesadell 'iniziativu, privata e il suo entusiasmo peressa; questo mi ha stupito perchè dal Presi~dente di una grande azienda clw è di proprietà,(leI Demanio 3,vrei capito che avesse diferwessenzialmente; la proprietà collettiva nazionale.

GUGI.IELlVfO.NB. Proprio pel' (l11esto !UAS'f AGNO. Perchè io non vorrei che j}

Presidente della Uogne fosse indotto quasiad uno sma bilizzo della azienda che è di pro~prietà del Demanio (segn'i (li (UrI/iego del 8P,rI,(t~tote Gngli{jlrlior~e), comunque la eontraddizion(jdella SlUtposizione di Presidente (li una azienda,demaniale e di difensorI. estremo della inizia~tivu privata rimmw.

GUGLIET..lVIOKFJ.NOll r-;OllOddla SUfi,opi.nIOne !

(JAS'.rAGNO. Sono <tneon.!, dell'I.R.I. l<-acciaierie che erano dell'Ansaldo di Cornigliano,oggi S.LA.C., ed è ddl'l.R.L il lJomph HSO

dell'TIva che è indubbianl(~nt(~ il più grandecomplesso sidNUlgieo cll<' eRistJH, in Italia;aziende infillènza,te allora (~ se;mlH'c da rnotiYÌBlwculati vi più elw <l~1motiv i induHtriali. (~lH>'Hti lllotivi SlwCIll:-1ti-vi SOllO rimasti integralidumntp t,ntta la lunga gestione da partC' del.

l'J.R.l. e non si Hono ancora modificati. Noisperavamo allam, quando l'I.R.L aveva as.sunto con la SUi1 partecipazione il controllodi questi compl("ssi sidNnrgim, che l~ssi fOf;seroavviati v'eramc"ntl:' con un indirizzo risanatore,non solo per le aziendi:' stesse, ma per tutto ilmercato italiano, per tutta l'attidtà sidt'rm',gica italiana.

PerÒ, a fian.eo delle aziende I.R.I., sono rima.ste ancora delle altre groRsissime aziende: laFalck, la F.LA.T., la Breda, la Magona d'Ita~Ha, e furono queste aziende chI' influirono mag~giormente sul mercato siderurgico e su tutta,

l'atthità produttiva siderurgica. Abbiamo vi~sto queste aziende fare tranquillamente i propriaffari, anche durante il periodo dello Statocosiddetto corporatho; allorquando lo Statoavrebbe potuto imporre la sua pretesa politicacorporatiya, all<- azk'n(k, ('f;SP hanno cont.i.

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Àtti Parllimentari ~ 8470

15 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA

Senato della Repubblica

DISCUSSIONI

nuato allegramente a fare la propria politicaprivatista e di speculazione. L'I.H.L non .hafatto che sc\gair0 la stessa politic!), degli a,]trigruppi. Si sono istituiti cartelli, si sono costi~tuiti consorzi e le" aziende LR.I. sono entratein questi consorzi ed hanno applicato i cahelli.E poichè le aziende l.R.I. non producevanola maggior quantità di ferro, ma erano in. COll~dizioni deficitarie rispetto alla produzione e,per la loro cattiva organizzH,zione interna, aVt1~V<1UOdei costi più alti, più volte noi abbiamoal~H;istito a questo fenomeno: che 1'I.R.I. avevanelle quote consortili minori, come compor1,avala sua calpa1cità produttiva, e vendeva allestesse altissime tariffe dei ca,l'telli e per essiimponAva, a,llzi, le ragioni dei suoi alti costi alcompl€'sso siderurgico itt"1liano. Così ch(~ tuttoil profitto delle alte tariffe andava alle gl'anniaziende aventi organizzazione meno pesante,COstI minori e che, di conseguenza, non eranoper nulla iniiuellzat.e, in senso di remom o dieontrollo, dalla presel1za delle aziende LR.I.

Abbiamo avuto quindi attraverso i consorZIl.d i cartelli degli effet1,i df\leteri sull'economiag~\]),erale del Paese e non solo pur l'industriamAcca,nica in genere che è il principale clientedelll:J aziende siderurgiche. Particolarmentenoi abbiamo avuto effetti df'let(~ri per l'in~dUf!tria nava,l~meecanica che è quella che im-piega maggior quantità di ferro e sulla qualequindi il prezzo di questo inflUIsce maggior~

mt'nte sul totale dei costi. Durant(' ]a guerral'i è avuta l'asport,azionfì dei macchinarI dallaT~rni, da1la S.1.A.C. e da altr... aziende;questi macchinari sono ritornati in part,e dallaChwmania e noi avremmo sperato cht", in occa~sione della loro reinstallazione nelle fabbriche,si sarehbero fatti degli impianti diversi e sisarehbe approfittato della ricostruzione perrazionalizzare questi impiant,i. NJ"a ahbiamovisto che essi sono stati ricostruiti tali e qualicoi vecchi macchinari e coi veccbi sistemi. Cis'>n.tiamo dire che il rendimento della manod'opera è scarso, che non è possibile avere delferro a buon mercato, che esso da noi costa trevolte più caro che all'estero; ciò avviene perchè,neanche nel periodo della ricostruzione, le nostreaziende -siderurgiche Rono state capaci di im~piantarsi modernamente, mentre la, congiun~tura de1l'immediato dopoguerra era favort'vo]p.Ciò {' aVVf'nut,o anche p(~r un'altra ra,glOne

che è interessal1te: perchè l'I.R.I., operatala, eostituzione d<:-i suoi organismi finanziari~ vedi la Finsider, vedi la :INnmare ~ ha lasciatoloro troppa autonomia, ha lasciato che la Fin~sider facesse allE:gramente i propri affari senzatener conto che era un Istituto de]l'I.R.l: fjehe con (~SsO erauo eollegate, anzi da,ll'I.R.J.dipendpvMlO, un gran numero di offieÌ1w mec~ca,niche p nalvalmeccaniche.

AbbiM110 assistito 'B questo fatto: che la Fin~sider, nel periodo che va dal 1945 al 1948,invece di dart' i propri prodotti alle in~dustrie l.U.I., ha vendu1Jo questi prodottialle altI''; indlHJtrie metal~meccaniche private.Proprio così. Noi abbiamo visto mancarei makriali alle llftvalmeccaniclw ed aglistabilimenti meccanici dell'l.R.l. L'Istitutoè intervenuto con delle raccomandazioni: la,Direzionlè ha cercato di fare della Finsid6run organismo coordinatore ddla distribuzionedlòi materialI sidHurgici, mn non ha avutosuccesso. 1.1a Flllsider, attraverso la Sider~Commercio, la FHrotaie e la ]\~rro~metalli,ha cont,inuato a fare esclusivamente degli af~fari, ha continuato anche a H'ndcre il ferroa borsa n(~ra ~ ve lo dico io che sono andato

più volte a contrattare forniture di lamif'reper lo StabiJimt'nto nel quale lavoro (le officine

VibH'ti di 'l'orino), ~ perchè potevo aVere da

queste aziende commerciali a struttura pri~vata i matt'riali di cui abbisognavamo medianteil pagamt'nto di supplémenti sulk tariffe, diextra, giustificati con una infinità di ragioni,ma sostanzialmente dovuti a puri motid dispecula,ziòne. Altro che Comitato dei prezzi,altro che tariffe imposte ! Le tariffe Hano diborsa nera e le officine meccaniche pagavanoqueste tariffe truffaMine pur di avere il ferro.Naturalmente le aziende controllate tali«extra tariffa» non potevano pagarli e la Fin~sider lasciava senza ferro, senza acciaio, leconsoreHe aziende dell'I.R.I. N(~i due anniscorsi si è calcolato che le industrie navalmec~caniche perdessero per questa ragione dai400 ai 500 milioni mensili; particolarmml,(\quelle tali commesse, fatte a impegno fisso divaluta, che sono venute a costare enormement.eper le variazioni dei 'Valori dei cambi, hannosubito quest,e perdite proprio per la impos8i~hilità di rifornirrd del matf>riale ferroHo apr("zzi Nlui.

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Atti Parlamentari Senato della Re pubblica

1948--49 .~ COXXVIII SEDUTA

~ B471 ~~~

15 GIUGNO 1949DISCUSSIONI

Oome giustificava la Finsider questa situa~ziono? Perchè le azienòe I.R.I. (meccani~che) non pagavano a tempo debito il ferro cheprelevavano dalla Finsider. Esse aziende nonavevano tempe8tivamente i necessari finanzia~menti da parte dell'LR.I. e quindi <'l'anocostantemente in debito verso la Fimider.Questa si è giustificata ancora con un'altraragione, cioè che le aziende non consegnavanoalla Finsider stessa i rottami, mentrp, le altreaziende invece li consegnavano. Abbiamocreato quel famoso istituto «Endirot » il quale,in definitiva, è stato poi nominato d~,dsidf\rnr~gici privati, F.LA,T. ed a,ltri. rcl ha maD.O~vrato la, maggior parte dei rottami comp, con~veniva a queste imprese private, indipendent('~men.t,e, anzi talvolta contro If' st('HSC azif'nde8iderurgichp T.R.I. (Interruzionr. rlell'onorevole

Lon~ba';'(lo, M inistro dell'ind1/,,~tria e commer~rio) ,

1;3, Finsider, onorevole Ministro, ('l'a hl

Kocietà, COIl la, F.LA.T. IJei sa perfettamentela Btoria: non occorre chp, io If' racconti, p<,rchèpotrf~bbe

.raccontarla lei a me, la, Htoria, dei

rottami Q,'ermanici che dovevano andarf\ inAm<'rica, chf\ la F,LA.T. ha fermato, aca.ui~Ktato e rivendnto e cbe ha poi rpintegrato; tut,toil mercato che Bi è fatto intorno a quei rot,tami,è stato fatj,o pr{'cÌf;ament0 in CO]Je,g3.ffi(1ntotra F.I.A.T. (' Finsider. Non RO percbè siè venuti ad nna gestion<, a mezzadria tra, unlRtituto creato dall'LR..I. e mÙJ,zienda pri~vatf), oh<" se mai, dovpva eRscre concorrpnte f\non compartecipant', alla azioDP dP1la. Fill~sider, Perehè queHto kl. potllto a-n'enil'p'?

Pel'chè nO]) è PKiRtHo ieri, ]Jè osiRk oggi, t111 (',nl~

legamento tra 14' a,zieudl' l.R.r., 1111('ollf!2'a~IllPllto p Fl'ettivo; perellè m~l,nca. un orga.no (lieoordinami'nto; p01'ehè il nen.tJ'o di (lirezioLJP,13>presiftenztI, dell'I.R.I., 11011(' ma.i sta,la ('.a,~pace Dr, h.a rtvut.o autorità di impoITp ((1It'K10nool'f1inament.o (\ perchò non è mai Htato fat.1oun pl'ogramma eompleto di queIlo eh<' pot(wap doveva eSSt~re Io '!viluppo de]]'1.R. 1. in tut.tele varie bl'anolH\ p fwt.t.ori in noi Hi KYoIg.)v~t

la sua at~,t,ività,

È mancat~t, anche per queHto, la politle3del Goyerno, perchè l'Istituto avrebhe dovutoessere a sua yolt::\' influenz[Jjto da un indirizzodell'economia produttivistica italiana che soloil G~)Verno poteva dare e poteya imporre alla

attività del1'I.RL II Governo, domiml,to daquelle forze contrastanti liberiste c intervell~viBte cui abbiamo accennato prima, ma do~min3,to so-pfattutto dallp forzp che vengonodal capitalismo politico (\ anche dall'influemmdella (' Oonfindustria » non -può agire YHRO

l'LR.L con l'a,utorità ell(' cIovrebbe avor(',Vediamo, ad esempio, Bempre Del campo ddla.siderurgia" le ultime manif( sta7,Ìoni ~ ultimp P('l'modo di dire, pNchè è più (li un anno che ,:ene parla ~ risolte si finora in pura polf mic[1.ln.temlo parlare del famoso piano Siniga.glia..Ahbiamo avuto l'eRposiziollf\ di nn piano abha.~st:::mza allettante; noi teenieì ci Riamo intf'J'es~sati al piano Silligal~lia, n(\ abbiamo \i"iBto iIati huoni ila,] punto di vista 8Jmmode1'lla,~nwnto e ra.zionalizzazioJle degli impia.nti ('dal punt.o di ,,,,iRta deIle prospett,iye. Ma, infi~ne, è (1ft un anno chp, Bf\ ne i}iseutf\ Renzavenire a conehlRioni conCl'f\te. II piano ri~spettava gli intPl'eRBi pl'iva.t.i dellf\ fI,ltre in~àUBtrie sidnrurgichf', laRciava, uno ,:vìluppogmndiRsimo agli impial1ti F.LA,T. p, Fa.lek.Vediamo dalla tabella. E,0..A. di approv~1~ziop.l' dei pl'estit.i E.RP. one mentre la Fìn~sidf\r richiedeya 24 miliopi (' fiOO mila doI~lari, (evidentemente per In l'('alizzaziOJlJ'graduale df.I « piano ») la. F.LA,T. per il i'UORtabiJimento Ridcrurgico n0 chie(1<'v3 !) p laFalek ('hiedeva due miUoni 200 mila dolbrip('r i f;110i Rtahilimenti. Il piano Silligagliamf'tjpva la si<lerurgia italiana a, mezzadriatra. ilH1URtria. privat,a, (' induRt,rifl, eontrol1aj,ildall'I.R.I.; n01] Rvolgeva. il RUOprogramma illmodo dH' fOHKC veral11PI1tp(lÌrd,to vn'RO lanazìonalizza,7,ÌolJ1' di queIlf\ clJP KOBO11' ilJdu~

Rtl'if\ phia,vp dpllfl, NaziO!JP, Abbinmo lf't10 gli

al'tip,oli elw ,:ono statp, pnhh1icati ]H'l1a rivist,a« 11 mondo» l'd abhiamo HeU;lIìt,o la polemi(~a

t l'a il sena ton' Fn,]('.k (' il professor Ro'ixi.

Abbia.mo vÌfd () elH' il(( piallo » ha, ora mI

inizio (li Hppliea,zio!l.n eon1,rario ai prÌllcipi ÌJIesso ])rimienmwnte ('SI)f('XSÌ. Noi BappÌfl1no,ollorcvolp Ministro J.Jom1mI'do, la i',toria, (lei tl't'llieontiuui pPr hHui(cJ'a con LCHi h'il, la .F,LA.'r.e la R,LA,C, p vedia,mo nlH.' ancora oggi non8i RH.X(' sarà. hi. F.LA.'!.'. chf\ lavorerà la la~micm o se sarà la S.LA.C.; :w BaranllO deglistabilimenti dell'LR.I. o degli stabilimentiprivati. Ora, non voglio portare la polnmicaFalck~FiIlsider, Falck~RoBSi, al Senato; ma

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Atti Parlamentari Senato della Repubblicf/~ 84 72 ~

15 GIUGNO 1949DISOUSSIONI1948~49 ~ OCXXVIII SEDUTA

noi chiediamo al MinÌi'!tro che ci elica unaparola definitiva Fml pensiero del Governo in.merito a questo programma, il quale non èdi poco momento, perchè interesRa una spesadi 80 miliardi, di cui se ne sono già chiPRt,i 15all'E.R.P. ed essi sono stati già approv'atiùall'E.O.A.

È un pro!?,ramma che inte1'esRa qualcosacome 100.000 lavoratori c1€'l1'inc1uRtria sidp~rurgiea, ai quali sono collegati 750.000 lavora~tori dell'industria meccanica e navalmecca~nica... Ecco perchè sentiamo il dovrre di chir~dere al Ministro 'qual'è il suo pensiero:faremo questo risanamento deU'inò)lstria s.i~derurgiea!if Arriveremo ad imporre il rh\ana~mento all'attività prÌ\tata, ovvero ancora unavolta dovremo assiRterp a110 Rfruttfl,mf'nto dap~1rte dei siòerurgici privati di tUttf\ h\ risonw,e la meSR3, dell'industria m{'cmw.ica in (~ondi~zione di impossibilità di poter lavorare perl'esportazione, dato che il costo del ferro con~timlPrà aà f>SiJeremolto più caro di quello elledovrebbe per una produzione fìconomiea ~

Abbiamo però una preoccupazione: quandoRi progettano questi programmi per un s~t,torede11'industria separatamente dagli altri set~tori, temiamo che ci si dica (col piano Sini~gaglia o con altri del genere): « lasciateci in-tanto licenziare i dipendenti de11'induRtriametal~meccaniea. Noi risaneremo le induRtrip,dopo aver mandato via qtwsta gente; fra treanni potremo dare il ferro fI, einquanta lire.Allora l'industria metal~meccanica sarkt a11atesta di t,utte lc~altre indllstri() e potrà eRpor~tare».

Vediamo intanto Re Ki puÒ farp un p~krallelo tra. l'asRorbimento della mano d 'Opt.ra,che av verrà da parte dell'induRtria Riderurgicaf1la mano d'opera che intanto (. post.a in disoe~cupazione dall'industria meceanica. Noi ab~hiamo il dOVere di essere vigilanti, per nOlitrov'arci nelle condizioni di non aver risanatonè l'induRtria siderurgica nè quella mptalmp,c~canica, ma di aver unieamento aumfOntatonotevolmente la nostra iHsoceupazionc; in dp~finitiva di non aver risolto w'ssuno dei pro~blemi industria.li che sono alla base dellanostra economia nazionale. Il Rettore me~tal~meecanico, ricordatevi, è un po' il pila~stro di tutta la nostra industria nazionale,perehè da esso dipendono tutte le altre indu ~

strie, dalla chimica alla tessile, dall'elettrieaall'edilizia; perchè i metalli entrano come eom~ponenti principali dell'attrezzatura di qua-lunque industria se non addirittura come esclu~sivi prodotti di tutta quanta l'attidtà dellainduRtria stessa noi più importanti Rettori.

Riprendt'ndo l'esame del complesso I.R.I.mi avvio rapidamen.te alla conelusione. Pa~zientatp, onorevoli eolleghi, ma, (.,un prohlematalmente grave queIJo ch€' noi (lobbiamo af~frontar{', diRcutendo dell'I.R.I., che è neces~sario Roffof\rmarsiun po' di più su di fOSSO.Ilcomph\sso h.~1Javuto valutata, nel bilancio del194o, una perdita per 150 miliardi; il 30 percent,o della sua consistenza patrimon.iale (. statoperso per cause di guerra. Noi ci Raremmo aspet~tati, come per 1(\industrie sid{\rurgiche, che larieostruzionl' del complesso avvenisse in basea dei progTammi. DaJ1a pORizione di coda intutti i sl';ttori, noi aspettavamo di vedere l'I.R.IpaSSarf\ a posizioni di teRta, a, posizioni diguida. QueRto non Poavvenuto. La consistenzapatrimoni aIe chf~ risultava ancora in pOSRessoòell'I.R.T. ~wrebhe permesso di usurruire dipORizioni di partenza veramente buon(' per laricostruzione. ]l'I.R.T. avn,bbe dovuto essere,secondo noi, il perno della riforma dena strut~tura industriale ed economica italiana. Que~sto reclamava il Comitato Nazionale di Libe~razion.f' dell' Alta, Italia, nel momento in cuile due parti diviso dell'ltali~, si riunivano dopola 1ib~\raziOIlJ'.

T,oriforme eli strutt,ura, di nui l'I.R.I. avreb~be potuto PRRereil caposaldo, non si sono com-piuti,. Noi avremmo avuto larg'he possibilitàdi impiego per i nORtri 'lavoratori; ma questa,continna indecisione, questa mancanza di pro-grammi rigufl,rdanti l'IRtituto rIeHa ricostru-zione f1 il complesRo dell'attività 8conomicaitaJiann, hanno imperlito ehe l'I.R.I. fosseil caposaldo della nostra ricostruzione sunuove basi. IlP difficoltà fin:mzia.rje Chf\l'J.R.T. ha, dovuto sopportare non sono ma.istfl.tP, rhlOlte con unflJ dsuale di insieme delproblema. Noi D,bbiamo avuto, sempre e sem~plicrmpnte, l'intervento dello Stato per tam-ponarf' certe situazioni penose. A mano }l,mano che esse diventavano cattive, che sidovevano dare i salari arretrati agli operai,si interveniva con un certo numero di miliardie si lasciavano lo azi(,nde così come erano; non

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Atti Parlamentari 8enato della Repubblic('~ 847:3 ~

15 GIUGNO 19491948~49 ~ (JCXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

si cercava per loro nuovo lavoro, non si cer~cava soprattutto la loro trasformazione; co~siccb.è si spesero inutilmente i miliardi e nonsi è avuto ncssun pratico risultato.

[ lavoratori hanno cercato eli contribuirealla risoluzione dei problf'mi dell'I.R.I. Attra~verso l'elahorazione di piani e di pro~rammi,mobilitando tutta ]a capacità dei nostri mi~gliori uomini, noi abbiamo cerca,to ài offrireallo Stato italiano dei progri:l,mmi completiper la ricostruzione industriale; ma non siamomai stati ascoltati. Abbiamo una infinità. àistudi eseguiti dai nostri economisti, abbiamoi'Joprattutto una infinità di proposte 'fatti:' dainostri Comigli di gestione per le aziende I.R.I.e anche per le altre aziende inàustriali mag~giori. Abbiamo avuto àa parte <leIprimo diri~gente df'll'LR.I., il commissario Piccardi,prima la promessa ehe i programmi fatti daiConsigli di gestione sarebbero stat,i sottopostial1'esame di una commissione e sarebbero statiavviati all'attuazione, percnp, eg1i stesf10 l'i~conosceva che una) part(\ almeno di questi pro~grammi era valida. Ma non abbiamo -vistomettere nessun uomo nuovo, nè alla S.T.E.T.,nè alla Finmal'e, nè alla Fin "ideI'; non ab~biamo ~visto cambiarf' nessuno dei vecchiprogrammi I.R.T. di anteguerra e di àUl'ant,f'la guerm. Abbiamo visto piuttosto che le forzeeentl'itugh(~ di ogni singola azienda cercavanoài disintegrare l'I.R.I. comf' complt'Sso centra~1izr.ato, eome complesso unico dell'economiaproduttivistica italiana, soprattutto come uni~tà operativa nel mondo pconomico italiano.Quindi noi a,bbiamo visto l'I.R.I. perdere lasua consistenza proprio in virtù di ques1~,eforze centrifughe. Quando il Govmno hachiamato il nostro eollega, on.orevole Para~tore ~ uomo veramente superiore', di cui noi

riconoi'Jciamo tutte le ottime qualità ~ a (1iri~gere l'I.R.T. eom(~ presidente (leI comdglio eliamministrazione, allora noi abbiamo avutol'illusione cb(~ finalmente si facesse qualcosaper dare un programma a]l'I.R.I. Abbiamoperò dovuto eonstatare che la elasse eOllspr~vatrice,~che ancora premeva sul Governo, chevoleva che non si facesse nulla, che non simuovesse nulla, ha finito per agire in sensonegativo. Il principio di lasciare agire le forzenaturali ha predominato; ma noi sappiamoche le forze della natura sono eSSt'llzialmente

disgregatrici se non sono disciplinate, convo~gliate, dirette dall'opera dell'uomo che hacoscienza di quella che deve essere la sua azionee che ha un programma. Si è detto: guadagna~mo tempo; ma intauto per l'I.H.I. si è persodel tempo pel'chè si sono consumati dd miliardisenza compiere nessuna opera costruttiva.

È impossibile ~ è stato ammesso subito enoi per primi lo abbiamo rilevato ~ la smobili~

~tazione dell'I.R.I., come qualcuno voleva,perchè i lavoratori an.cora oggi vi si oppon~gono, come si opponevano negli anni scorsi.Smobilitazionf' impossibilp, perchè le con.di~zioni (leI mercato non. sono mai state tali pNcui si potesse pensare a recedere all'iniziatiya,privata la più l:1rga parte dell 'attidtà dell'I .R.ISono queste C\Oll.dizioniobiett.ive che bisognarieonoscerf1; perchè, forl'\e, l'I.R.1. sarebbe statasmobilitata malgrad.o la llostra opposizione;ma, ciò nOll poteva farsi perchè mancavano lepOf\sibilità di apporto del capitale privatoper assorbire ]p aziende nhe non erano Rtaterimodernate e ehe erano in condizioni cattiveeli produzione. D'altra parte ]e prospettiveddla iniziativa privata sono sempre state ne~gative in questo eampo.~L'I.R.I. era già inter~venuta proprio per qupsto motivo e quindin.on si poteva immagina,rt' di smobilitarla,.NOD potendolo fare si sarebbe dovuto rendereattiva l'I.H.I., svihlpparne l'opera nel campoproduttivistico nazionale; il Governo !Jon hayoluto farlo perch.è non è un Governo demo~eratico progressii'Jta che segue pro!:!,"ra.mmina~7Ìonali di sviluppo della produzione. Quindiè naturalf~ ehe eSROnon abbia compiuto l'operanecessaria per il risanamento e lo sviluppodell'I.R.I.

Il Govprno fa arlesso i programmi perl'E.R.P. perchè vi è costretto; noi però du~bitiamo della sua volontà tli svilupparli edattendiamo di sapere se è veramente negliintendimenti suoi agire conformemente agliimpegni che sorgono dai programmi stessi perla vita della Nazione.

Un esempio vi cito: non si è neanche riuscitia far lavorare l'Alfa Romeo di Milano chesubito dopo la guerra aveva una quantitànotevole di ordinazioni dall'estero per la suatipica produzione di vetture di lusso. Si è lascia~to mancare il finanziamento all'Alfa Romeo,le si è fatta mancare larpossibilità di ricostruir!'

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Atti Par'lamenta-ri Senato della Repubblica~ 8474 ~

15 GIUGNO 1949DISCUSSIONI1948~49 ~ 00XXVIII SEDUTA

i propri impianti, e le commesse dall'estero sisono perse per inadempienza. L'azienda hacontinuato a vivacchiare. a consumare mi~liardi senza produrre, mentre avrebbe avutouna ben forn.ita clientela per poter largamentelavorare.

È intervenuto poi, due anni or sono, UDrapporto dell'onorevole collega Merzagora sullaquestione dell'I.R.I. Ma l'onorevole 1\'ferzagora,intonftto il suo rapporto s"!liprincìpi J)t'ivati~stici, non ha potuto fare altro cbe essere so~stanzialmente- contrario all'esistenza, dell'I.R.I.Questo suo rapporto ha nuociuto all'I8tituto;ha nuociuto notevolmente perchè ne è deriva,toun diserfJdito fJ per le aziende conegftte e perl'Istituto in Re st.esso come organismo r,(>n~trale. E Sf\vi fosse stato un momf\nto favore~volf\ pfJr la raccolta di oapitali nuovi f\ fre8ebi,ricavati dal pubblico risparmio, per rinsa1dar'ela Rtruttura pconomica dp,ll'I.R.I., iDdipen(lpn~tementfJ daJllfJerog3,zioni continne dello Stato,f{uesto intervento deJ1igratorio (laRdatp,mi dirpla brutta parola) da parte delPonorevolf> 1VfN~zagora ne ha, impeàito il richiamo perchè ha,portato una est,rema sfiducia sull'IRtituto.

MERZAGORA. IJo ha letto bene lei ~OASTAGNO. Io l'ho letto e l'ho giudicato

nocivo alla concezione dpll'I.R.I.M'ERZAGORA. Debbo àirle che lei non lo

ha capito.CASTAGNO. Forse perchè partiamo rIa due

p,oncezioni diverse-: ma Rta di fatto ('he negare

all'I.R.I. una funzione efficace nello svilupporlella at.tività proiluttiva ita,1iana, f' come iRti~tuto C'Rntrale e come aziende dipenàenti, nonha fa,tto del bene all'I.RI., percM 113,impeilitoche la, opinionf\ pubhliea Riorientasse favorevoI~mente ed ha, impfJdito cbp, Rpep,ialmentn i Ti~Rparmiatori, i quali ~ripeto ~ avrebbero potutopsser~ chiamati a portar~ l'apporto di fondinuovi all'I.R.I., Renza lo intervNJto àf'JloStato, dò faceRRero. Quel rapporto negava inSOSL<mZ8,la nN~f\Rsità, (. 1;:1le~Htimitft RteRRa rliquesto istituto.

MERZAGOR,A. To ho fHt.to lU1}1,rli;:J,gIJ.ORiinterna.

OASTAGNO. Appunto rwr (1.118StOdico Gb~),mentre noi concepiR.mo l'I.R.I. comp istitut,oche dovrebbe dirigp"re l'attivit~ produttiva ita~liana con un programma tendente a,l massimoRViJUPPO deUR, attività, RteRsa e q,uindi organiz~

zato nei settori, coUegati e coordinati nellaloro opera, per poter far camminare 8Udeter~minati binari il mondo economico produtti~viRtico italiano, al fine di raggiungere e:ffettiva~mente il ma,RRimodeJl'occupazione, voi iJ1vecevedete nell'I.R.I. semplicemente qlleUo ebeassorbe milioni e miliardi dallo Stato. perchèè organizzato in quel certo moào e come talelo giudicate, senza vederne le prospettivepossibili. Evidentempnte il divario è eosìlargo tra noi e voi, cbe quello che noi ritp~niamo abbia nuociuto voi potete anche cre~dere che abhia fatto MI hene. Permettete miperò di dirp, che aJttraverso questo rapporto,non abbiamo fatto il hene deU'I. R,. I. e nonabbiamo risolto o cercato di risolvefp la crhddell'I. R. 1.

I.JTJSSU. Lei, onorevole Merza,gora, è Rtatoun hravo medico che stava: amma.zzan(lol'ammalato.

CASTAGNO. È na,t,urale che tutte le pl'O~poste r,b~ sono Rtate fatte dagli organiRmi df'ilavoratori non siano mai state presf' in consi~derazionf' àa T)f1,rtf'vostra; è naturalp ebe la,visione cbe i lavoratori hanno òd complessoinàURtria.1e, e Ronrattutto dell'ecoJlomia na,~zionale, non sia la vORtra: perciò Jloi ci tro~viamo disgraz:iatament,(' su due oppoRte frponrle.I 18,voratori chiedevano, aà eRempio, cbe ilprogramma àeU'I.R.J. fosse 11D.programmaindipeIldertte dai programmi df'1]e industri{'private, dane comwzioni privatisticbf\ delleinduRtrie Rtessc>: chiedevano clw l'l.R..T.avesse funzioni (U guir1::J"cpe f's~o fORse Rtac~cato dal eomplesRo àella ( ConfinduRtria }), cJ1e

nOIl TJRrtecipassp alla, ( Confindust,ria» stess3',

che non òiventaRR(', come f. (livf'J1t,ato Jwrl::J,rga partp, un RUO Rtrumento.

Abbiamo avuto un sURseguirsi rli Presidf'n1 i(\ CommiRRari all'I.R.I.; anehe l'onorevole

Pa,ra,tore Il, un (~('rto mompnt.o non pja,cqllf'più al Governo ~ per t.roppo progressjsmo,

evidpIltemf'nte ! ~ fIgli aveva, fatto delle pro~

messi' ai lavoratori, aveva interpi' lla~o piùdi llJ1aJ volta i Consig;li di gli'StiOIlt' PHI' dlle-l

oh(> si ,..iferiva 3,1 riordinamento d~lle aziendl',avpva 3oSSl111to<mcht~~eerti impegni 1)('1' pstell~dere l'opera dei Consigli ili gestione ed nl10ralo 8i è mandato via.

Si è messo al :mo posto un nuovo Commis~8ario che veniva, natuJ'aJm(,TItf', d2, FP~ lr:r(ft

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Atti Parlamentari &nato della Repubblica~ 8475 ~

15 GlUG~O 19491948---49 ~ COXX VIlI SEDUTA DISCUSSIONI

il direttore gen.erale della ~auca del l.Javoroh~g. Lon.go Imbriaui. .!VIaanche Longo lIH~by-laId h.a do vuto alllIJ1.:ijtel'~jl'in.tervento ùt:Ìla vora,tol'l,~ ha faUo promessa di con.side~l'M>è h~ loro proposte per la Lra,sformazlonedelle azien.de; !)ero non ha ~1mmesso le rap~prèsentan.ze dei lavoratori nelle Società finan~7Jiarie. Li hai ihlllmessi solo n.elle aziende peri~feriche; negli organ.ismi cen.trali non li havoluti, perchè certi segreti non 15i devonocono:,werè, perchè i lavoratori stanno bellotrm molto lontano, soprattutto perchè le iueepiù moderne, Viù vive, più attive, in certi.ambienti non. posson.o essere accolte.

Poi fin.almente, nel febbraio deI194.8, ~Ml(Jlwil UOllllnissarlO è stato dichiara,to deea<lutoe si è venuti alla nuova Presidenza dell'av~VOC.1tolVlarehesano, uelI'Adriatica di Sicurtà,e si è 10rmato il nuovu Con.siglio.

Esso però è stato formato COIl il veccbiuschema (che è all.com il vecchio schema fa~seista) con rappresèntanza dei vari lVIin.i-steri economici e linan.ziari, del Mill.istero

dell"" difesa ~ perchè, n.on. si sa mai, l'in.dustria

belIica un giorno o l'altro potrebbe ripreri~dere piede e le azien.de I.R.I., potrebberori tornare a lavorare p~r la guerra ~ si son.om0ssi i cosiddetti «esperti», e non si son.odJ.Ìamati i rappresentanti veri del mondodelb produzione; non quelli dei lavoratori,ma nefhnche quelli deHe associazioni indu ~

striali. Gli esperti! Sappiamo che cosa sonogli \(esperti» : d'jgli egr8gi professori di eco~nomia, degli egregi direttori generali o capi~divisione di Ministero; sappiamo, ad esempio,che a vice president.e dell'.Ansaldo, come« esperto i), è stato nominato l'ammin.istratore(lelegato del Cen.tro~latte di Genova, comese amministrare un.'attività casearia o ladistribuzione del latte fosse una qualità peressere vice presidente di un.'industria mee~canica così tecnicamente complessa come

l' Ansaldo.Ma quelli che effettivamente potrebbero

portare il loro contributo di esperienza tecnicanelle aziende, di con.oscenza dei programmiproduttivi industriali che dalla gestionI' finan~ziaria possono essere attuati, quelli non son.ostati chiamati. Questa mattina il collega Ro~veda ha citato una certa richiesta (lella F.l.O.M.per fWt~l'e, quanto mpno, dei controllori o

qualche osservator~j, in nome dei lavomtori,nelle azi,'nde l.R.I. e partìcolarmen.te llel~1':umnin.isu\tzioJJ,(j dei lonùi cl111 J'I.R.1. 010-gav:1 alle sue azieude. Si è l'i::;posto checiò n.Oll. è previsto dallo staMlto. Eceo quila risposta del lVlÌD.Istro: « Il (jomitat.o

pCl'il finanziamento dell 'industria meCC::U~lCa(qui si parla specifiea,tambute del F.l.M.,ma vale lo ste8so an.che per 1'l.H.l.) è com~posto esclusivaménte di esperti e aLI essoyuindi non partecipanu i rappl'esentan.tì dellavoratori ij ~ perehè, JJ,atl1l':1llmen.t,e,tra i lavora,~

to!'i di esperti ll.on ee ne sono ! ~ «eome non par-tecipano i rappresentanti degli industrialE nèdi 1:11tre organizzazioni sin.d~hCali» (ne<l111chogli industriali hanno degli esperti da metterein questo organ.ismo !) «:::)i fa presente aIJ.cheche nella composizione del Comitato consul~tivo non figura alcuD rapprt~sentante delleorgall.izzazioni dei lavoratori n.è, d'altra partt>,risulta che le stesse abbiano mai elev<l1t,oproteste e rilievi ».

È la prima volta che un<l1organizzazionedei lavoratori richiede questo intervento esi è risposto che lwn avendo mai avutu primaldei rappresentanti, non c'era ragione che neabbian.o ora. Questa è la posizion.e in cui eitroviamo ancora oggi, dopo due anni; questodin.iego ai rappresentanti dei lavoratori dIogn.i e qualsiasi influenza in quella che è, dopotutto, l'amministrazione di tondi che la Na,-z:ione, cioè la collettività, eroga a LIelleaziendepriva,te. Perchè, nel caso del F.l.M., per lecui erogazioni si chiedeva l'intervento d'uncont.rollore, si trattava non solo di aziendeI.R.I., ma, anche di aziende private che dove~vano essere sorrl:'tte con i soldi di tutta 1:hNazionI:'.

Ora io richiamo il sign.or Ministro, che hadato quella risposta, ad un articolo LIellaCostituzione: noi ci riehiamiamo spesso agliarticoli della Costituzione, pcrchè essi sonoper noi non solo una salvaguardia ma costi~tuiscono proprio la base di tutta la nostra,azion.e; così come dovrebbero costituire. iprincìpi. de11'azione del Govern.o. Parlo del~l'articolo 46, il quale ammette, anzi stabi]iBceche « la Repubblica riconosce il diritto deilavoratori a collaborare, nei modi c nei lim.itist~thiliti (lalle leggi, alla gestlonn delle az:klHh. ».Clw co:-;a, V1[o] <lirt' qlwst,{) ~ Egr\:,gio s.ig'ltor

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Atti Parlamentari Senato della RepubbUca~ 8476 ~

/ 15 GIUGNO 19491948--49 ~ COXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Ministro, non vuoI dire soltanto collaborareentro il cancello della fabbrica; la «gestionedelle aziende» vuoI dire la partecipazione~ sì, questo vuoI dire! ~ dei lavoratori atutto ciò che è formazione del programmaprodutthistico delle aziende, vuoI dire soprat~tutto ehe i lavoratori hanno acquistato ormainon 1>010il diritto, ma la maturità per eser~citare questo diritto e che essi possono edevono effettivamente intervenire laddove siopera per dare sviluppo alle attività eco~n.omiche della Nazione. Attività che, dopotutto, rispondono anche e principalmente alleesigenze dei lavoratori; perchè se si eroganobene i fondi, eSl>iavranno lavoro, se i fondisi erogano male (come si sono erogati malefino ad oggi, per le aziende dell 'I.R. I.) sisciuperanno e il lavoro, invece di aumentare,continuerà a mancarè e la, situazione :peggio~rtlrà sempré più. Questa è una necessità allacui evidenza il Ministro dovrebbe arrendersi,riconoscendo il buon diritto di rappresentanza.

Si è parlato da parte del nuovo Oonsigliodi :1mministrazione dell'I.R.I., presiedutodall'avv. Marchesano, di un risan.amento delleazien.de. Abbiamo visto subito il primo I>ag~gio di questo risan.amen.to: lo I>malltellamentodella Filotecnica. Vene ha parlato il sena~tore Montagn.a,n.i e io non ve ne parlo più,per quanto mi fossi fatto premura di racco~gliel'e qualche dato preciso. Quel che 1>0èquesto: che ciò che si è fatto con 10 sman.tella~men.to della Filotecuica di Milan.o, si è cOl1.ti~nuato a farè dal1'anno scorso ad oggi un po'dappertutto, in modo quasi continuo ed orga~n.ico, rispon.dente effetti varmente ad un pro~gramma ben. determinato.

Si son.o spese centinaia di milioni, si son.ospesi per eerte aziende dei miliardi per liquj~dare il personale, per metterlo in sospen.sione,per dare delle indennità particoJari di liqui~dazione e di licenziamento. Se queste centinaiadi milion.i e questi miliardi si:i:ossero spesi intempo utile, si fosHero erogati tempestiva~m,~nte, non avremmo avuto biHogno di licen.~zia,re quel perHona.le. È sta,to dimostrato,.daJJa stessa i'dtuazione della «Filotecnica »la quale, dopo essere stata ridotta nella entitànumerica rlel personalo, non. ha, subìto varia.~zioni, è rimasta eon la Rtessa attrezzatura,gli ì:jt('Hsicongegni, la stt'ì:jl4aluu,t,t.ività, pprehp

non si è saputo darle una ~ attività nuova,mentre abbiamo viRto che altre aziende simi~lari (come la JYIicrotecnica di Torino e la«Galileo» di I!'irenze) hanno avuto unatrasformazione sostanziale, trovando adeguateforme d'attività per nuove p.roduzion.i edhan.n.o assorbito altre maei:!tranze in vece dilicenziare quelle che avevan.o.

La question.e è (;he le aziende I.R.I. ROn.Ostate adoperate come strumento della « Oon.~fin.dustria». Effettivamente, in queRti dueann.i, da quando cioè è avvènuto, per deci~sione del Ministro Fan.fani con. un certo de~creto dell'agosto 1947 e non per accordo conle organizzazion.i operaie, lo sblocco dei licen~ziamen.ti, le azien.de I.R.I. sono state lafrazion.e di punta della «Oonfindustria » nellapolitica dd licenziamenti, dell'alh~ggerimentoa qualun.que costo delle fabbriche dalle mae~stranze; alleggerimento puramen.te fittizio inquanto si Bono pagate a queste stesse mae~stra,nze per indennità di sOBpen.sione o dilicellziamen.to somme notevoli; tanto che Biè fìnito per pagare inutilmente un. cumulo dimiliardi che avrebbero potuto mantenere inattività produttiva le aziende steì:jse.

Un. esempio di quanto affermo è quello del~l'Jlva di Sestri: quando ha tentato unaprima volt,a di licenziare un.a parte dei suoioperai e le maeRtranze hanno cercato di ì:jOHte~nere la conservazione del posto ai compagnidi lavoro, l'Ilva è ricorsa ad una nuova formadi serrata: ha, ritirato i dirigen.ti superiori daglistabilimenti coll'intento di obbligare gli operai,non più diretti nel loro lavoro, a cedere ead accettare la situazion.e come la Direzionevoleva.

Unan.uova forma di«Herrata),rlico,in.dicatadalla IlOonfindustria», perchè, senza dichia~rare apertamente che gli stabilimenti dove~vano essere chiusi, attrav€I'So il ritiro deidirigen.ti ~ e rimprovero da questa tribuna,aRpramente, i dirigenti per avere accettatoquesta imposizione da partc delle propriedirezion.i generali ~ si voleva obbligare glioperai a cedere. Visto però che questi nonhanno ceduto, l'Ilva ha finito per ac.cettarele condizioni richieì:jte dalla organ.izzazionesindacale, la F.LO.M., che voleva che fos~Rf'rO messi in quiescenza i vecchi operai con~\'dt'gua.t,i indennizzi (' pension.i. Da.lla verten.za

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l' «Ilva» ha avuto un danno, attraverso un'agi~tazione che è durata due mesi, ben superiorea quello che sarebbe stato l'importo delleindennità di quiescenza degli operai come erastato chiesto dalla F.I.O.M.

Oiò che è stato fatto dall'Ilva è stato ripe~tuto dall'An.saldo e dalle altre aziende dipen~denti dall'I.R.I. Ora, non è concepibile cheuna organizzazione come l'I.R.I. che dipendedallo Stato, che deve avere una politica pro~pria, che deve avere soprattutto delle finalitàa fondo sociale perchè interessano la Nazioneintera e non la speculazione di qualcuno, siadiventata invece strumento di un'associazionedi parte come è l'associazione industrialela «Oonfindustria», e debba servire la suapolitica reazionaria contro i lav'oratori. Perquesto noi protestiamo.

In proposito, io insisto ancora: quella cheera la richiesta dalla F.LO.M. deve diventarela richiesta del Parlamento italiano, perchèin questo complesso vi siano i rappresentantidella Nazione che lavora, e cioè i rappresen~tanti del Parlamento ed i rappresentantidelle organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Il senatore Ricci ha lamentato, qui, che ibilanci dell'I.R.I. non sono depositati pressole biblioteche delle nostre Oamere. I bilanciservono a poco; essi non sono che il consun~tivo di un'opera già svolta, che per avventurapuò anche essere stata deleteria per la vitaeconomica dell'azienda e della Nazione; l'a~zione svolta si vede soltanto attraverso unconsuntivo, ad un'elencazione di cifre e diconsiderazioni fatta a posteriori, ma sullaquale nè il Parlamento nB le classi effettiva~mente produttrici possono influire in un modoqualsiasi. Quindi non soltanto la conoscenzadel bilancio chiediamo, ma anche il controllosull'andamento di queste aziende; controlloparlamentare e quindi intervento nei Oonsiglidi amministrazione dei rappresentanti delParlamento; controllo dei Sindacati e quindianche in.tervento dei rappresentanti delle orga~nizzazion.i dei lavoratori e dei datori di lavoro,cioè di quelle categorie che rappresentanoveramente l'attività produttivistica della Na~zione.

Quali possono essere intanto, come ultimaconsiderazione sul bilancio dell 'industria ecommercio, le prospettive per l'avvenire ~

Purtroppo di fronte a quella tale necessitàche ho esposto prima, della «massima occu ~

pazione», di fronte a quei tanti milioni didisoccupati che noi rischiamo di avere inaumento costante, le prospettiye ,che abbiamoper i complessi delle industrie siderurgichee metal~meccaniche sono tutt'altro che rosee.Di questo noi ci preoccupiamo; prevediamouna riduzione delle commesse per le esporta~zioni, perchè abbiamo oggi un supero diesportazioni verso i paesi occidentali e versol'America non sufficientemente bilanciato daimportazioni. Abbiamo già un accumulo dicrediti non pagati ed io mi permetto di rìcor~dare qui che il nostro MÌJ1istro ~ che ha avutooccasione alcuni giorni or sono di visitarela Fiera campionaria di Roma ~ ha consi~gliato un espositore, che gli faceva vederedelle macchine utensili preparate per l'espor~tazione in Argentina, di andare adagio conl'esportazione in quel Paese.

Non sappiamo quello che ci riserva l'av~venire verso quella Nazione, poichè il superodi crediti non pagati ci mette in difficoltà.Abbiamo di fronte a noi il pericolo dellasvalutazione nella zona della sterlina e delpesos. ruttora gli interessi delle nostre espor~tazioni, che rimangono diretti verso i Paesidell'occidente europeo e verso i Paesi dell'A~merica latina, non possono essere tranquilli.

Bisognerà, quindi, che noi ci rivolgiamoad altre fonti di esportazione.

Abbiamo anche una triste prospettiva perquanto riguarda il lavoro per l'interno: sonocontento che sia venuto ad assistere allanostra seduta il Ministro Oorbellini perchèpuò darci conferma che da parte dell'Am~ministrazione delle Ferrovie dello Stato si sonofermate le commesse di materiale mobile.

OORBELLINI, 'Ministro dei trasporti. No !OASTAGNO. Proprio in questa settimana

ho parlato col direttore della Sezione mate~riale mobile ferroviario della F.I.A.T, il buonamico ing. Rubie, il quale mi ha detto: «Sonoandato a cercare lavoro presso l'Ammi:n.istra~zione ferroviaria dello Stato, perchè ci hannofermato le commesse, in quanto mancano ifondi». Se mi ha data una informazione sba~gliata, mi corregga, signor Ministro.

OORBELLINI, Ministro dei trasporti. 00-

I

nosco bene l'ing. Rubic. Abbiamo commesso,

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il 75 per cento di lavoro rispetto all'annoscorso. Se non ho bisogno dei cani, comevuole che li commetta'

CA.STAGNO. Ma il nostro materiale ferro~viario non è ancora in perfetta regola. Se visono carri a sufficienza, mancano però lecarrozze. Ma, qui, io guardo delle prospettive.Lei avrà tutte le giustificazioni; non dicoche lei abbia torto dal punto di vista del~l'Amministrazione ferrov'iaria; me ne guardobene! Ma se l'Amministrazione ferroviarianon può dare lavoro, per tutte le ragioniche lei espone, le industrie hanno una pro~spettiva di crisi. È questo che voglio metterein luce. Le ragioni di questa crisi sarannogiustificate o non lo saranno; ma stn, di fattoche, come prospettiva per la nostra industriameccanica, c'è la crisi. Riducendo le commesse,ci sono migliaia di operai che non avrannopiù lavoro, ci sono officine che saranno co-strette ad un regime ridotto o a chiudere.

È corsa giorni fa un 'altra voce di gravissimoallarme che vorrei non fosse vera. Però unasmentita decisa non è venuta, sotto nessunaforma. Alcuni giornali, il 4 giugno, hanno pub~blicato che è venuto da parte dell'O.E.C.E.un veto per la costruzione di due grandi navida parte dell'« Ansaldo», perchè queste navifarebbero concorrenza ad altre similari in co~struzione in America e non si vuole tale con~correnza. Badate che si tratta di due navi da25 mila tonnellate, che rappresentano un lavorodi parecchi miliardi e la cui sospensione com~porta la crisi definitiva per la nostra Ans al do .È vero o non è vero questo veto dell'O.E.C.E. ~Perchè non è stato smentito quando i giornaliquotidiani l'hanno pubblicato'

Genova si è commossa a questa notizia, sisono avute dimostrazioni nell'interno dellefabbriche, i cantieri deU' Ansaldo, l'O.T.O.,la San Giorgio, hanno fatto anche delle fer-mate per dimostrare la volontà degli -operaidi influire sul Governo, sull'O.E.C.E., sullaE.C.A., su chi voi volete, affinchè questo fattovenisRe smentito o, se vero, impedito; perchèil lavoro rimanesse a Genova, nei cantieri navaliitaliani.

Abbiamo avuto l'intervento dei Consigli digestione; l'opinione pubblica di tutta la Liguriaha fiancheggiato l'agitazione promossa daiConsigli di gestione, i quali si sono curati degliinteressi di migliaia e migliaia di lavoratori.

Abbiamo avuto dal Consiglio comunale diGenova un voto unanime, perchè fosse man-tenuto alla Liguria e a Genova il lavoro che lemaestranze sono in grado di poter compiere.È stata una difesa della vita economica ditutta la zona ligure.

Ecco le nostre prospettive, egregio signorMinistro. Ecco perchè noi diciamo che vi deveessere un indirizzo politico dell'economia na-zionale diverso da parte del nostro Governo.N oi non vogliamo essere continuamente inquesta situazione di «patema d'animo», dicommozione, di timore per lo smanteUaln6ntodelle nostre~industrie. Ricordo la situazione diGenova, che è pure quel1a di Milano per unaparte delle sue industrie; ma «vi» ricordosoprattutto che la situazione di Napoli e diTaranto è infinitamente peggiore. Effettiva-mente tutti i bei discorsi che abbiamo sentitofare qui, tutte le leggi che sono state appro~va te e che sono in cantiere per sviluppare leindustrie del Mezzogiorno, per fare una politicameridiona;lista nella nostra Italia, si risolvononel fatto che le industrie di Napoli e di Ta-ranto sono mezzo~chiuse, che continuano leagitàzioni della popolazione napoletana e me~ridionale per difendere le proprie industrie.Abbiamo migliaia di disoc(mpati in questi can~tieri, in queste officine, le quali nella loro quasitotalità dipendono dall'I.R.I. Ecco ancora ilprogrammaI.R.I. che viene in ballo, eccoancora una necessità di avere una politica pro~duttivistica dell'I.R.I.. Ecco soprattutto lanecessità che voi accettiate i consigli, le pro-poste, i programmi che vi sono state espostipiù volte da varie 'commissioni e che hannotrovato il consenso, anche a Napoli, di tuttal'opinione pubblica, indipendentemente dalfatto che si trattasse di lavoratori e di azionepromossa dai loro Consigli di gestione.

Questo consenso unanime all'opera dei Con~sigli di gestione per programmare la ripresa del~l'attività industriale napoletana deve esseretenuta in grande considerazione da voi, perchè,se manca l'industria metalmeccanica a Napoli,manca la base stessa per lo sviluppo del nostroMezzogiorno.

BENCIVENGA. E della difesa nazionale!

CASTAGNO. La difesa nazionale, caro ge-nerale, a me interessa molto poco, perchè nonvedo pericoli per la nostra Nazione da nessuna

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parte e perchè non vedo la necessità che lenostre industrie tornino a fabbricare armi.Io depreco la possibilità che si risolva il pro~blema delle nostre industrie fabbricando armi..Anche la rBlazione dell'onorevole Mentastiricorda ad un certo punto che, attraverso ilpiano Schacht, la Germania quindici anni faha risolto il problema della disoccupazione.-Ma io ed i miei amici ci opporremo a che larisoluzione di q l1.esto problema avvenga pertale via; perchè in tal modo si intensificano gliarmamenti preparando una guerra offensiva.La Germania è stata tutta tesa, dal 1934 al1939, alla fabbricazione dalle armi per ilmassacro collettivo; noi non vogliamo che lenostre industrie servano a questo scopo. Pre-feriamo la fame piuttosto che fabbricare armi.(Approvazioni da sinistra).

Oredo di aver stancato sufficientemente ilSenato con la mi:;t esposizione e ne chiedo scusa.Ho voluto mettere l'accento su questo gravis-simo problema della nostra vita nazionale;ho trattato un prob~ema solo, quello dell'I.R.I.,occupandomi particolarmente del settore del-l'industria che io conosco perchè vi appartengo.Altri colleghi avranno ragione di intrattenersie di parlare di altri settori della vita industrial6italiana; ma io chiedo che le industrie side-rurgica e metalmeccanica che sono alla basedi tutta l'attività economica nazionale, chesono veramente industrie «pilota » perchè daesse dipendono non solo le centinaia di migliaiadi lavoratori che vi sono addetti, ma tutte lealtre industrie, la nostra economia produttivae le nostre possibilità di esportazione, sianoconsiderate come si conviene dal Ministro edal Gov'erno. Il Ministro formi un programma,lo esponga al Parlamento e ad esso si attengaper l'avvcnire. (Applansi da sin'istra. Oongra-t11lazioni) .

MERZAGORA. Domando di parlare perfatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.MERZAGORA. Onorevoli colleghi, quando

l'onorevole Paratore, con un gesto molto ami-chevole, che io non gli ho ancora perdonato, miha invitato, nella sua qualità di Presidentedell'I.R.I., a redigere un rapporto sulla situa-zione e sulla organizzazione dell 'Istituto, io ~

dopo uno studio non molto approfondito, datii pochi giorni a mia disposizione ~ mi sono

f1ccinto a quellav'oro ed ho steso una relazioneda amministratore dell'I.R.I. al Presidentedell'I.R.I., con la quale facevo, a mio mododi vedere, una diagnosi sulla situazione ammi-nistrativa e di fatto dell'Istituto. Questo rap-porto aveva un carattere prettamente interno,il che non esclude che io lo pubblicherei ancoraoggi con molto piacere, se il Presidente Para~tore me ne desse l'autorizzazione.

Ora mi permetta, onorevole Oastagno, iodevo ritenere che lei nOD abbia letto quelrapporto, e ciò per due ordini di motivi: per-chè se lo avesse letto (lei o chi glielo ha dato)avrebbe commesso una grave indiscrezionedella quale io oggi potrei chiedere conto, nonessendo lecito che documenti interni, di natu,raco')ì riservati come quelli iichiesti e scritti. . .(intr3rrnzioni vivissime e cQmrnenti animati dallasinistra) .

OASTAGNO. Il suo rapporto è andato ingiro ed è stato dato in visione a un rappresen~tante della Nazione e non a un uomo qualun-que. Questa è una offesa al Senato. (lnterrn-zioni e cornmenti).

Voci dalla sinistra. Il Presidente non devepermetterlo. (R'umori al centro e a destra).

MERZAGORA. Il Senato non esisteva nean-cne.

PRESIDENTE. Onorevole Merzagora, permettere le cose a posto debbo dirle che lei hail diritto di risentirsi per la mancanza di cor-rettezza di colui che ha messo in giro il rap-porto in parola, ma non può dolersi che un se-nat,ore parli in quest'Aula di una qualsiasicosa che riguardi la pubblica amministrazione.

Oiò detto prego i signori senatori di rile-vare cbe da nessuna parte accetto suggeri-menti sul mòdo come debba osservare i mieidoveri di Presidente (Approvazioni).

MERZAGORA. Se l'onorevole Oastagno haletto il mio rapporto, mi duole, me lo consenta,di dire che, o io mi sono spiega to forse male(il che non è mia abitudine) o lui non l'hacapito. In quel rapporto, che è un rapportocostruttivo e non distruttivo, io suggerivo allaamministrazione dell'I.R.I. di concentrare leforze dell'Istituto nelle branche VeTamEnte in-teressanti l'economia na~ionale; e cioè dicevoche l'I.R.I. doveva occuparsi di siderurgia, dimeccanica, di el6ttricità, di telefoni e di banche.E attorno a questi gruppi veramente cospicui

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Atti Parlamentari ~ 8480 ~ Senato della Repubblica

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di attività dicevo di applicare tutta la forza,tutta l'eneI'gia e la capacità finanziaria; e so~stenevo, appunto per dare maggior forza, pro-prio perchè ritenevo che l'I.R.I. rappresen~tasse e ritengo rappresenti ancor oggi un espe.rimento enormemente interessante di quelloche può fare lo Stato in questo campo, cheper assolvere bene questo compito l'I.R.I.doveva abbandonare tutte quelle altre attivitàmarginali che esso non aveva cercato ma cheerano capitate sulle sue spalle, quali l'industriaalberghiera, l'industria delle caramelle e deicioccolatini, i finanzia menti e le partecipazioniin affari mobiliari. Suggerivo, poi, (e devodire che i miei suggerimenti sono stati accolti)la istituzione di enti finanziari come la «(Fin-meccanica» che potessero avere una specializ-zazione. Dichiaro nel modo più assoluto chese il mio rapporto (andato fuori dall'I.R.I.,per una indiscrezione che intendevo deprecarein seno all'I.R.I. e non nei riguardi di qualun-que altro potesse a vere un pezzo di carta inmano) fosse stato pubblicato, avrebbe con-tribuito ad un potenziamento effettivo del-l'I.R.I. e non ad un suo indebolimento, poichèera ben lontana da me l'idea di tradire un man-dato che avevo avuto, riducendo ai minimitermini quella che era la più grossa industrianazionale. Aggiungo che, avendo fatto ,questadiagnosi, avendo suggerito una terapia, nonavendo potuto questa terapia essere applicataper le ragioni che l'onorevole Paratore cono-sce bene, io ho detto, come è mio solito, chemi ritiravo e ho dato le dimissioni dall'I.R.I.(A pp la1tsi).

PARATORE. Anch'io mi sono ritirato!PRESIDENTE. È iscritto a parlare il sena-

tore Focaccia. Ne ha facoltà..

FOOAOOIA. Onorevoli senatori, consentiteche io intervenga in questa discussione perparlare di un settore che investe tutta l'atti-vità produttiva del Paese: intendo riferirmiallo stato dell'energia elettrica in Italia. Que-sto problema nel nostro Paese, come in diversialt:r:iPaesi europei, ha assunto una tale gravità,da meritare la discussione in questo alto Con-sesso.

Dappertutto si parla e si scrive di carenzadi energia, spesso dando la colpa al Governo,al Parlamento, alle imprese elettrocommer-ciali, ecc., ma nessuno propone una soluzione,

perchè, effettivamente, una soluzione miraco-listica del problema non esiste.

A che cosa è dovuta, infatti, questa restri-zione, imposta nei consumi, che ci affligge findal 1914 ~ Le vere ragioni dell'odierna situa-zione sono, come è noto, le distruzioni bellichee la stasi delle costruzioni durante il periodobellico, a cui debbono aggiungersi disgrazia-tamente periodi di scarsità eccezionali di pre-cipitazioni, che hanno esasperata la situazione.

Sappiamo, infatti, a quali limitazioni èstato assoggettato il Paese in questi ultimimesi: si è giunti perfino a sospendere la som-ministrazione della energia elettrica per tregiorni la settimana. Preoccupante è poi ilfatto che l'attuale siccità segue un periodopluriennale di deficienza rispetto alla norma,il che aggrava le conseguenze, specie :Rer queicorsi d'acqua a bacino parrzialmente permea~bile.

È significativo il fatto che, dal 1942, le pre-cipitazioni annue, registrate dalla stazione plu-viometrica di Roma, sono inferiori alla normae che per riscontrare un siffatto periodo bisognaindietreggiare di circa un secolo, ossia occorreriandare aI' periodo che va dal 1830 al 1841.

In tutti quei Paesi che, come l'Inghilterra,la Francia, l'Austria, la Svizzera, la 'Spagna,sono stati direttamente o indirettamente dan-neggiati dalla guerra, la restrizione dei consu-mi è stata spesso grave e preoccupante.

Le distruzioni belliche ed altre cause ridus-sero, nel nostro Paese, di circa il 40 per centola produzione di energia elettrica; invero, tro-viamo nel 1945 una produzione di 12.648 mi~lioni di kWh rispetto a quella di 20.761 milioninel 1941.

Ma nel 1945 si inizia la ripresa: le impreseelettrocommerciali private, le municipalizzatee le autoproduttrici si mettono subito all'operadi ricostruzione e già nel dicembre 1948 tro-viamo che la produzione raggiunge 22.694milioni di kWh ossia supera di circa il 9 percento quella prodotta anteguerra. Investendocapitali ingenti dell'ordine di decine di miliardi,le aziende hanno, in circa tre anni, non soloricostituiti e potenziati tutti gli impianti di-strutti o danneggiati, ma ne hanno costruitidei nuovi, sì da inorementare la produzionedi circa 2 miliardi di kWh anno.

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Milioni di kWhIncremento

Categorie di utenze

I

percentuale1938 1948

USI cIvici 1,383 3.000 116%

Usi industriah 10.332 13.500 30,7%

Usi agricoli. 143 250 74,7 %

'frazione . 1.480 2.350 58,7%

Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 8481 ~

15 GIUGNO 19491948--49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Nonostante questo ingente lavoro, l'Italiaè ancora ben lontana dall'avere a disposizionela quantità di energia di cui ha attualmentebisogno, e soprattutto ne avrà bisogno in fu~turo quando l'attività civile e industriale saràtornata normaltì.

Per fare una previsione circa l'attuale defi~cienza. dobbiamo prendere le mosse dai con~sumi, essendo evidentemente proporzionale3,1 consumo totale la quantità di energia daprodurre. Detti consumi possono dividersi indue categorie: consumi effettivi, ossia quelliche risultano effettivamente misurati; consumipotenziali, ossia quelli che sarebbero statieffettuati se non ci fosse stata alcuna limita.zione.

Per quanto riguarda i primi, possiamo osser-vare che, nel 1948, si verificò un consumo di19.100 milioni di kWh, con un incrementodel 43 per cento rispetto a quello di 13.338 mi~lioni di kWh del 1938. La produzione totalefu, invece, di 22.882 milioni di kWh nel 1948e di 15.788 nel 1938, con un incremento de-cennale del 45 per cento; conseguentementeebbe a verificarsi una perdita del18 per centonel 1938 e del 20 per cento nel 1948.

È più interessante fare il confronto deiconsumi per le fondamentali categorie diutenze, così come risulta dalla seguente tabella:

L'incidenza, sul totale del 1948, delle variecategorie di consumo è rappresentata dal15,7 per cento per gli usi civici, 70,7 per centoper usi industriali, 1,3 per cento per usi agri-coli e 12,3 per cento per la trazione.> Si possono fare, intanto, le seguenti conside-razioni:

a) L'incremento dell'energia totale consu~mata nell'ultimo decennio' 1938~1948 è stato

relativamente modesto (43 per cento), e ciòper evidenti ragioni derivanti dalla guerra.Nel decennio precedente si verificò un aumentodi consumo di circa il 60 per cento.

L'incremento di produzione, nell'ultimo de~cennio, fu di circa il45 per cento, con una mag~giore perdita derivante da un maggiore frazio~namento della distribuzione, aumento di scambifra Nord e Sud, raddoppio della produzionetermica e conseguente aumento di consumoper gli ausiliari, maggiore impiego di ener-gia per pompaggio di acqua destinata ad essereutilizzata nei periodi di magra, e forse ancheda un imperfetto stato di manutenzione degliimpianti in dipendenza delle restrizioni econo-miche causate dalla situazione tariffaria.

b) Per gli usi civici, l'incremento medio dienergia consumata è stato superiore allO percento annuo, anche se viene corretto l'indicedi aumento in dipendenza dell'incremento dipopolazione, che è stato di circa 3 milioni diabitanti dal 1938 al 1948. Effettuando dettacorrezione si trova, infatti, che l'incrementonel decennio è stato in totale del102 per centocirca. Questo risultato è manifestamente con~fortante, in quanto mostra, nel complesso, unmiglioramento del tenore di vita e di civiltàdel nostro Paese. E poichè il fenomeno si v1')rifi~ca in tutti i Paesi del mondo (nel Belgio, dal1939 al ] 948, questa categoria di consumi siè incrementata del 95 per cento), dobbiamoessere lieti che, in questo, il nostro Paese nonresti in una posizione arretrata. Tuttavia, è darilevare che non è prevedi bile che l'incrementodei consumi di questa categoria possa man~tenere il ritmo degli ultimi anni. Qualche classedi consumo che la compone, per esempio glielettrodomestici, segna già un notevole de-clino, dovuto al fatto che, col ritorno alla nor~malità, si è ritornati all'uso di altri mtzzi (car~bone, petrolio e sop-rattutto gas) che prece-dente mete avevano dovuto essere quasi ab-bandonati, sia perchè meno facilmente repe~ribili, sia per la maggiore convenienza eco-nomica dell'energia elettrica, a causa delbasso livello a cui erano tenute le tariffe.

c) Per gli usi industriali, l'incremento diconsumo effettivo presenta maggiore interesse,in quanto esso risulta solamente del 31 percento circa rispetto al totale, ma del 55 percento rispetto all'incremento totale di 5.762 mi-

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 8482 ~

~ .15 GruGNO 19491948-49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISCUSSIONI

lio.ni di kWh negli ultimi 10 anni. Osserviamo.,innanz itutto., che l'indice medio. generale dellapro.duzio.ne industriale per il 1948, fatto. 100quello. del 1938, è stato. di 81 seco.ndo. alcuni,di 90 seco.ndo.altri (il Ministro. Pella ha parlato.,infatti, de190~92 per cento.). Nella miglio.re delleipo.tesi, dunque, la pro.duzio.ne industriale èdiminuita dellO per cento.; mentre la energiaco.nsumata si è incrementata del 31 per cento..È questa una sco.nfo.rtante co.nstatazio.ne, inquanto. ciò po.rta a co.ncludere che in Italiasi co.nsuma di più e si pro.duce di meno.. Vero. èche l'incremento. di energia co.nsumata per uso.industriale è pro.babilmente do.vuto., oltre chead un aum'mto. della m'\ccanizzazio.ne, al mag~gio.r uso. dell'en<\rgia elettrica in applicazio.nitermiche dell'industria; ma ciò sarebbe stato.co.nfo.rtante se l'aumento. di impiego. dell'ener~gia elettrica avesse po.rtato. ad una diminu~zio.ne, anzichè ad un aumento. dei co.sti di pro.~duzio.ne. Sicco.me la mano. d'o.pera no.n è pra~ticamente diminuita nell'anno. 1948, mentre ilco.nsumo. è aumentato., si co.mprende co.me ico.sti unitari no.n po.ssano. essere diminuiti. Èvero. che la po.rtata di questo. ragio.namento.può essere attenuata dal fatto. che una partedella meccanizzazio.ne dell'industria, a mezzo.dell'elettricità, abbia surro.gato. altre fo.nti dienergia (co.mbustibili fo.ssili e liquidi, legna,m~tano., ecc.) ma, pur essendo. impo.ssibilevalutare la entità di questa incidenza, è co.n~vinzio.ne w\nerale che vi sia stato. un no.tevo.leaumento. di co.nsumo..

Le cause di qupsto. minar rpndimento. vo.i lesapete; è pro.babile che la principale sia quellarelativa al grave disturbo. appo.rtato. all'eco.~no.mia generale del Paese dall'inquietudinenel campo. del lavo.ro..

Co.munque, se ]a pro.duzio.ne fo.sse stata nel1948 pari a quella del 1938, l'incremento. dienergia co.nsumata sarebbe stato. nell'o.rdinedel 50 per cento..

Ripetiamo. che queste co.nsiderazio.ni sano.df>gne di grande attenzio.ne da parte di tuttigli o.rgani respo.nsabili. Il pro.blema essenziale,nel quadro. dell'eco.no.mia nazio.nale, rimane

.sempre quello. dell'aumento. della pro.duzio.nee il co.nseguente allineamento. dei co.sti a quelliinternazio.nali. Mentre tutte le altre pro.vvi~den.ze indirizzate verso. il pareggio. del bilancio.,co.me giusta/mente ha o.sservato. l'o.no.revo.le

Pella, sano. necessarie ma no.n sufficienti per ilrisanamento. eco.no.mico. e so.ciale del Paese,la pro.duzio.ne a basso. Co.sto.,po.ssibilmente in~ferio.re alla media internazio.nale, appare cer~tamente una delle co.ndizio.ni sufficienti.

Do.bbiamo., purtro.ppo., constatare che an~co.ra no.n siamo. su questa via, o.ppure siamo.so.]amente all'inizio..

d) .Anche per gli usi agrico.li, do.ve l'incre~ .mento. è stato. del 75 per cento., la pro.duzio.ne èrimasta praticamente la stessa. Qui, tuttavia,esiste una giustificazio.ne, in quanto., su questacatego.ria dico.nsumi, ha inciso. no.tevo.lmente ilmaggio.re teno.re di vita dei no.stri agrico.lto.ri(illuminazio.ne, riscalilam6llto. do.mestico.; ra~dio., ecc.). È augurabile che, in questo. campo.,l'impiego. della energia elettrica sia mo.lto. piùesteso., allo. sco.po. di aumentare la pro.duzio.nee abbassare i co.sti per allo.ntanare una gravecrisi che po.trebbe eventualmente pro.filarsi inquesto. setto.re.

e) Per la trazio.ne l'aumento. di co.nsumo.negli ultimi anni è stato. ,del 59 per cento.; maciò tra va co.mpleta rispo.ndenza nella mag~gio.re elettrificazio.ne e nell'aumento. del traffico..

Quale sarebbe stato. invece il co.nsumo. po.ten~ziale ~ 1] co.nsumo. di energia el~ttrica, di que~sta grande e misterio.sa fo.rma di energia, vacrescendo. in tutti i Paesi del mando., co.n unritmo. che segue una legge pressochè univer~sale, quasi per rendere reale e crescente o.ma,g~giù a quei grandi privilegiati che, prima deglialtri, seppero. trovare la maniera di o.rdinare ilmo.to. dell'estremamente picco.lo. !

Ciò dipende dal fatto. che se un Paese mo.lto.pro.gredito., carne gli Stati Uniti, ha necessitàdi intensificare, come in effetti intensifica, lae]ettrificazio.ne, tutti gli altri, per no.n rima~nere indietro., debbano. adeguarsi ai tempi.

Ciò che più impressio.na è il fatto. che pro.~prio. nei Paesi mo.lto. elettrificati l'incremento.è più intenso.; negli 'Stati Uniti, ad esempio.,in cui il co.nsumo. di energia elettrica si è piùche quintuplicato. negli ultimi venti anni, edo.ve attualmente il co.nsumo. specifico. di ener~gia per abitante~anno. supera già del qua~drup]o. quello. italiano., si pensa di passare, inPo.co.più di un anno., da circa 300 miliardi dikWh del 1949 a circa 400 miliardi di kWh~anno. di pro.duzio.ne, o.ssia di realizzare un in~

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.Atti Parlamentari ~ 8483 ~ Se'nato della Repubblica

15 GIUG:rìO19491948~49 ~ OCXXVIII SEDUTA DISCUSSIONI

cremento, in un solo anno, superiore al 30 percento.

Nè fenomeni perturba tori dello sviluppo(come crisi, guerre, ecc.) nell'impiego dell'ener~gia elettrica arrestano il fenomeno, in quantol'esperienza ha mostrato che, cessata la causa,il ritmo riprende più intenso, fino a portarsi aivalori che si sard bbero verifica ti in mancanzadel fenomeno pertu.rbatore. Oosì, in Italia,dopo le distruzioni belliche, si ebbe dal 1945 al1948 un incremento medio di consumo di circa1600 kWh~anno rispetto a quello di circa 600kWh~anno verificato si nel venténnio prebellico.

Nel nostro Paese, alcuni stimano che l'ac~crescimento di consumo si verifichi con untasso medio annuo del 9 per cento se rap~portato ad un periodo sufficienteme:rite lungodi anni; altri pensano che il consumo si rad ~

doppi in un decennio; ma, anche ammetténdo,per essere prudenti, che, néll'ultimo décen~nio, l'incremento fosse stato del 70 pH cento,nel 1948 l'Italia avrebbe consumato circa22.674 invece di 19.100 milioni di kWh. Laproduzione all.ll.ua sarebbe stata allora dicirca 28 miliardi di kWh ossia oltre 5 miliardidi più di quella che è stato possibile produrre.

Si giunge quindi alla conclusione che, giàallo stato attuale delle cose, l'Italia è defici~taria di oltre 5 miliardi di kWb~anno. Siamoarrivati così, logicamente, al punto crucialedella questione.

Che cosa si è fatto e si sta facendo per col~mare questo vuoto. preoccupante, e per farfronte agli ulteriori incrementi che sarannorichiesti nel futuro ~

Il popolo, inquieto, attende una soluzione.Preoccupati di questo stato di fatto, il l\fini~stero dei lavori pubblici e quello dell'industriae commercio, prepararono di accordo con leImprese elettrocommerciali, nell'agosto 1948,il così detto programma nazionale.

La nuova producibilità media annua deri~vante dall'attuazione di questo piano è cosìprevista nel tempo: anno 1948, 24 milioni dikWh; anno 1949, 1.758 milioni di kWh; 1950,1.599 milioni di kWh; 1951, 2.146 milioni dikWh; 1952, 2.226 milioni di kWh; con un to~tale di 7.753 milioni di kWh, ossia viene pre~vista entro il 1952 la costruzione di impiantiper un totale di 1.753 milioni di kWh~anno.

Questa energia, sommata a quella idroelet~trica attuale (21.366 milioni di kWh~anno)

ed a quella termoelettrica (1.841 milioni dikWh anno), porta a 30.960 milioni di kWh~anno poco superiore a qullla che già oggi sa~rebbe necessaria, e notevolmente infHiore aquella che nel 1952 si dovrtbbe produrre, inbase alle previsioni. QUE-ste, infatti, portanoa circa 37 miliardi di kWh~anno la quantitànecessaria per coprire tutto il fabbisogno,come risulta incrementando mediamente del7 per cento annuo la produzione potenzialedel 1948, precedentemente calcolata.

L'insufficienza del programma fu rilevatadalla stessa O.E.O.E. (Organisation européennede Coopération économique) in st-de di esamedei programmi costruttivi dei vari Paesi parte~cipanti. IJ'Italia, insieme ad altri Paesi dtfici~tari, fu p€Jrciò invitata a pr€Jsentare un nuovoprogramma, che fu detto comp:ementa~e, ilquale, studiato dal Ministtro dd lavori pubblici,d'accordo con le rappresentanze di cattgoria,fu concr6tato in un complesso per una pro~duzione definitiva di circa 8.306 milioni dikWh~anno. Per la realizzazione di questoprogramma è previsto un finanziam€Jntonell'ambito dei piani internazionali, ma, aquanto risulta, nulla di preciso è stato finoraconcretato. Può mettérsi in evidcnza, a ti~tolo informativo, che l'esecuzione del pro~gramma complementare richitderebbe cin~que anni di lavoro, con la seguente produci~bilità media all.ll.ua di energia: nulla nel primoanno, milioni di kWh 699 nel secondo anno,3.538 nel terzo anno, 1.945 nel quarto anno,2.124 nel quinto anno, con un totale di 8.306milioni di kWh.

La considerazione di queste cifre mette inevidenza la gravosità di qUE,sto programma, ilquale, anche se fosse risolta con mezzi esternila questione del finanziamento, non potrebbeessere. attuato integralmente insieme al pro~gramma nazionale, in dipendenza della capa~cità produttiva della nostra industria elettro~meccanica e della mano d'opera specializzata.Anche per questa ragione il Ministero dei la~vori pubblici fu indotto a suddividere questoprogramma in tre gradi di priorità: primo gra~do, 3.362 milioni di kWh; secondo grado 3.705,terzo grado 1.239, con un totale di 8.306 mi~l~oni di kWh, di cui sarà iniziata la realizzazioneappena risolta la questione dei finanzia mentie superate le difficoltà relative alle interferf'nzecol programma nazionale. Ai due programmi,

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Atti 'Parìamentari ~ 8484 ~

15 GIUGNO 1949

Senato della Repubblica

DISCUSSIONI1948---49 ~ CCXXVIII SEDUTA

nazionale e complementare, si può aggiungereun terzo programma detto internazionale, cbesar~~ costituito da impianti che utilizzanocorsi d'acqua a cavallo del confine fra diversiPaesi. Per l'Italia, nel programma internazio~naIe, saranno compresi i seguenti impiantiper i quali sarà assegnata al nostro Paese unaquota della potenza e della producibi1ità ri~sultante:

impianto del Moncenisio (ltalia~Francia);impianto dell'Hinterrhein (Italia~Svizzera);impianto Spoel Premadio (Italia~Svizzera).

È previsto, infine, un vasto piano di costru~zione di nuovi impianti termoelettrici e di am~pliamenti di alcuni già esistenti. Questo pro~gramma si può ritenere effettivamente comeinserito tra il nazionale e il complementare,in quanto il macchinario di maggiore potenzadovrà essere necessariamente importato ed èquindi possibile, almeno per questo, il finan~ziamento sul piano E.R.P.

Il programma termoelettrico completo com~porta impianti per un complesso di 1.432.900kW ai quali si devono aggiungere 10 gTuppida installare in due nuove centrali geotermichedi Larderello per un complesso di 260.000 kW.

I termini di entrata in servizio di questiimpianti sono purtroppo lontani, essendo infattinoto che le grandi ditte estere richiedono circa40 mesi dall'ordinazione per la consegna delmacchinario; e anche gli impegni delle ditteitaliane per la costruzione del macchinario diminor potenza non permettono di effettuareconsegne parziali prima di qualche anno dal~l'ordinazione. In base alle previsioni fatte,l'entrata in funzione della nuova potenza ter~moelettrica sarà cosi scaglionata:

ANNO

I

kW termiciI

tkW..

geo ermlCI

1948~49

1949~50

1950~51

1951~52

1952~53

1953~54

1954~55

41.400

68.500

18.000

150.000

465.000

440.000

250.000

52.000

104.000

52.000

52.000

TOTAL! 1.432.900 260.000

È previsto ancora il completamento dellagrande dorsale a 220 kV dell'elettrodottointerregionale, con la costruzione di circa600 chilometri di linea, e dell'attraversamentodello stretto di Messina; come pure è allo studioun nuovo elettrodotto parallelo al primo, rite-nendosi che quello in costruzio.ne risulti frapochi anni insufficiente- per i prevedibili granditravasi di energia tra il nord e il sud del Paese.

Dal punto di vista tecnico, possiamo in con~clusione dire che se il programma nazionalee quel10 termico saranno condotti e portatia termine secondo le previsioni, potremone11952~53 ritenere di avere a disposizionela energia necessaria ai bisogni, sempre chele condizioni meteorologiche siano normali,funzioni per tutto l'anno la potenza geotermicae, per 4~5 mila ore, la potenza termica a quel-l'epoca installata.

Di qui risulta dunque la necessità assolutadi iniziare al più presto la realizzazione delprogramma complementare e successivamentedi quello internazionale.

Ma saranno realizzate queste belle program~mazioni tecniche ~

Qui sta il punto dolente!

Dobbiamo osservare, prima di tutto, che,per portare a termine il programma nazio-nale, occorre un immobilizzo non inferiore a350 miliardi di lire, per il programma ter-mico circa 180 miliardi e per gli elettro dottirelativi occorrerà un capitale di circa 20 mi-liardi di lire.

Per il programma complementare occorre,inoltre, investire la somma di circa 390 miliardia cui debbono aggiungersi altri 17 miliardicirca per costruzione di nuovi elettro dotti.

In definitiva, quindi, i capitali da investire,prescindendo dal programma internazionalenon ancora completamente programmato, am-montano a 957 miliardi di In-e. Se, come sispera, i due terzi del programma termico e tut-to il programma complementare saranno realiz-zati mediante l'intervento dell'O.E.C.E., oc-corre trovare nel nostro Paese un capitale dicirca 430 miliardi. Nella migliore delle ipotesi,dunque, durante i prossimi 4 anni il Paesedovrà investire non meno di 100 miliardi al~l'anno per improrogabili costruzioni di im-pianti elettrici.

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Atti Parlamentari ~ 8485 ~ Senato della Repubblica

15 GIUGNO 194919!8~49 ~ CCXXVIU SEDUTA DISCUSSIONI

Come si farà fronte a questi investimenti ~Saranno programmati e fatti direttamentedallo Stato, oppure saranno le imprese elet~tl'ocommerciali che liberamente attingerannodal rh\pannio privato ~ Qui si affaccia il di~lemma Ruin.i; ma penso che, allo Stato attualedelle cose, non. sembra vi siano difficoltà discelta: sarà ancora la libera iniziativa che dovràprevalere in questo campo, come in molti altridell'economia nazionale, per molte ragioniohe qui è inutile ripetere. 1..10Stato deve, na~1jtualmente, pure intervenire, come supremoregolatore di tutta la pubblica finanza; e, in(Juesto caso, sarà forse necessario che l'inter~V'en.tosia rivolto ad invogliare il libero afflussodel risparmio privato in questa forma di inve~stimen.to produttivo. Parlando della scelta(jualitativa degli investimenti, l'onorevole Pel~la ha accen.nato ad un certo ordin0 di priorità,mettendo al terzo posto il settore idroelettrico,lJreceduto da quello edilizio (J delle bonifiche,e seguìto dal turismo e dalla marina mercan ~

tile. In. ciò possiamo essere tutti d'accordo,8pecie se pensiamo al problema politico~sociale,ma non v'è dubbio che, nella vita moderna, ilsettore elet1jrico deve assumere un posto pre~minente dallmnto di vista economico~produtti~V'o, essendo l'ell.ergia elettrica Ull. bene stru ~

mentale sicuro e diretto della produzione, oltreche permette un impiego notevole di manod'opera, durante e dopo la costruzione. Sipensi, a questo riguarùo, che nd costo di unimpianto idroelettrico la mano d 'operé1 di~t'etta (cioè quella ehe lavora sull'impianto perdighe, gallerie, canali, ecc.) entra per la metàcirca, dato il grande numero di operai che queilavori richiedono. 1..1'aItra metà della spesa,tolta una piccola percentuale, (non superioreal 5~6 per cento del totale) che è necessaria permateriali di importazione, viene destinata al~l'acquisto dei materialI occorrenti alla costru~zione, i quali a loro volta recano incorporata una,notevole aliquota di spesa per manO d'operadi tutte le categorie. Il programma di costru~zioni importa quindi l'impiego diretto di moltedecine di milioni di giornate lavorative ~

uomo (solo per il programma nazionalE> e ter~mico se ne calcolano 40 milioni all'anno, percui il numero di operai impiegati sa,rà dell'or~dine di 200 mila---anno) e darà inoltre lavoroa,d altre categorie pl'oduttiv(~, prime fra tutte,

l'industria cementizia, l'industria elettromec~canica, quella del1a lavorazione del ftJrro, del-l'alluminio, ecc.

Le imprtjse elettrocommcreiaIi SOllO giàin mareia verso la realizzaziom- d,' l progl'amDl<1nazionale e di quello termico. La nH"dia pesata,degli stati di avanzamento degli impiantiidroelettrici iniziati è già dell'ordine del 35 percento, e quindi tutto lascia ùène spNareper l'avvenire, anche perchè nel pia,no E.l{.P.per l'anno 1948~4-9 già _ è stato assegnato ilfinanziamento occorrente per un primo gruppoda 60 mila kW per la centrale del Ooncentere per due gruppi da 30 mila kW per la Cen-trale di Palermo. 'futtavia, dette imprese,ad un certo momento, potrebbero avere ilfiato grosso per difficoltà relative agli in.g<mti investimenti, per cui è necessario ellelo Stato interyenga per impedÌl>e ad ogni costol'arresto delle costru,zioni.

I principali provvedimenti potro'hh'1£O (,H-sere i seguenti:

10 Invogliare l'afflusso del risparmio ven.;oi titoli industriali, attenuando i vantaggI lliquelli a reddito fisso. È interessante osser-Var0 a questo fine che già l'onorevole Pelbha dichiarato che, finita la fase di af:\sistenzH,sociale, quasi al termine di quella di risana-mento finanziario, e avviandosi verso l'auspi~cata fase di potenziamento degli investimenti,proporrà importanti operazioni dirette n,Lloscopo, tra cui fondamentale quella dl'lla li-bera conversione dei titoli di St~tto.

20 Rivedere la grave questione delle t~t-rifle e dei prezzi dell'energia elettrica. Ènoto che le impreRe elettro commerciali stannoRpontaneamente studiando un sistema tarif~fario più omogeneo e più aderente alla realtà,essendo ovvio che un coeftlciente costantedi moltiplicazione, applicato indiscrimina-tamdnte alle tariffe anteguerra, non puòpiù rispon.dere allo scopo, per essere com-pletamente cambiati i rapporti di incidenzadei vari fattori del costo dell'energia. Le piùdanneggiate appaiono le impreBe llfoduttrici,cioè proprio quelle che, come giustamenteosserva il relatore del Bilancio dell'industriae commercio, non hanno potuto accantonareper far fronte, con i propri mézzi, ai nuoviti gr:1Vosi investimenti.

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At ti Parlamentari

1948~49 ~ OOXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

~ 8486 ~ Senato della Repubblica

15 GIUGNO1949

È forse probabile che questo nuovo e obbiet~tivo inquadramento delle tariffe non sia ancorasufficiente a risoh"ere la questione per l'Italiameridionale e per le Isole, dove già in alcunezone le tariffe sono relativamente elevate edifettano i grossi utenti; conseguentementepotrà sembrare opportuno che lo Stato inter~venga estendendo anche all'Italia meridionaleun. contributo analogo a quello in. atto pergli impianti idroelettrici delle Isole. Oiò sem~ùrerebbe anche equo, in quanto gli impiantimeridionali sono relativamente più costosi e,in relazione anche alle minori possibilità dis£ruttamcn.ti idrici, an.che men.o numerosi.Rieordiamo infatti che saran.no costruiti im~pianti n.ell'Italia meridionale solo per il13 pereento del costo totale del programma n.azio~naIe e il 9 per cen.to di quello complemen.tare.

3° Preparare, al più presto, un. disegn.odi legge per la costituzione del Oonsigliosuperiore dell'elettricità e per il coordina~men.to, la disciplina e il controllo delle n.uovecostruzion.Ì. È giusto che lo Stato escogititutti i mezzi per ven.ire incon.tro alle industrieelettriche, ma è anche giusto che queste

~

assumano le proprie responsabilità e com-piano in.tero il proprio dovere, senza equi~voci e senza possibilità di gravi delusion.i peril popolo lavoratore. Ohe si imponga, poi,!'istituzione di un un.ico organo di cO]1trolloe di coordinamento del settore è eviden.te sepensiamo che molti, troppi sono gli organiche attualmen.te si occupan.o della materia.Gli organ.i statali o parastatali, oggi esisten.ti,sono infatti: la Direzion.e gen.erale delle acque,con un. suo ufficio di con.sulenza tecnica; la4a Sezion.e del Con.siglio superiore dei lavoripubblici; il Oomitato interministeriale deiprezzi; il Oommissario dell'energia elettricaper l'Italia settentrionale; il Oommiss~uio ana~logo per il centro~su,d; l'Ufficio tariffe pressoi lavori pubblici; l'Ufficio approvvigionamentomaterie prime presso lo stesso Ministero;l'Ufficio I.R.I. di collegamento tra il Mini~stel'O dei lavori pubblici e questo Istituto;l'Ufficio statistico; il Servizio idrografico; laSegreteria teenica della Presidenza del Oon~

siglio superiore dei lavori pubblici; a cui biso~gnerà poi aggiungere le associazioni di cate~goria, come l'A.N.I.D.E.L.; la F.N.A.E.M.,l'U.N.A.P.A.O.E.; e l'U.N.A.O.E.L.

Questo unico organ.o, costituito a somiglian~za di quan.to è stato fatto da tempo in altri Pae~si (( Oon.seilSupérieur de l' Électricité » in Fran~cia; «Electricity Commission » in Inghilterra;«Federal Power Oommission »negli Sta t,i Uniti)conterrà, oltre che fun.zionari dello Stato,3,n.che, e principalmente, i rappresentantidelle categorie interessate, e tratterà tuttele questioni inerenti al settore, dalla produ-zione, al trasporto, alla distribuzione e allatariffazione della energia elettrica.

Il Oonsiglio superiore dell'elettricità, serven.dosi eventualmen.te di un efficace comitato ese-cutivo, sistemerà la question.e delle tariffe, coor-dinerà le nuove costruzion.i, disciplinerà i tra-vasi di energia, e riferirà periodicamente al Ministri responsabili di tutto l'andamento delsettore, specie per quanto attien.e allo statodi avanzamento dei lavori di costruzione.

OOD.i:Jentitemi, infine, onorevoli senatori, diprei:J<.mtare il seguente ordine del giorno:

~ Il s.enat'Ù d€lla Repubblica, c'onsiderat,o:a) che la graNe limitwzione d€i consumi

di en€rgia el€tirica, per deficienza di impiantidi produzione, aggravata dalle condizi,oni me~teor,ologiche ,ecc€zionalm€nte ,sfavorevoli, ab~bassa illiv€l1o della produzione e aum€l1ta ladisoccupazi,on€;

b) che perciò è necessario €d urgent€ in~coraggiare la costruzion€ di impianti idro et,ermoel<eM'ri,ci,mediante ,ryppo.rtrun€provvtdem.~z.e, intes-e a stimolare l'iniziativa privata € illiber,o investim€nto del privato risparmio;

c) che è n€c€ssari,o ed urgent€ istituir€un unico organo di coordinamento € ,di con~trollo per tutta la vasta materia d€l s-ettor,eproduttivo;

invita il Gov,erno:a) a fav,orire, m€dianteopp,ortun€ provvi-

d,enz,e, il libero investiment,o di capitali ita~liani e strani€ri nella costruzione di impiantìidro ,e t€rmo€lettrici;

b) a presentare un di's€gno di leg.ge intesoa favorire la costruzione di impianti idroelet~trici nel Mezzogiorno d'Italia;

c) a presentare un dis€gno di legg€ per laistituzion€ del Consiglio s'Ulp€rior€ dell',elettri~cità, ,e per il coordinamento, la disciplina € ilcontrollo d€lle nuove costruzioni~.

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 8487 ~

15 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Onorevoli senatori! Tutti sappiamo che ilPaese è appena convalescente di quella, tre~menda malattia che è una guerra prrduta;ma, appunto per questo, ogni nostro sforzodeve essere diretto a fornire energia o lavoroal popolo italiano. (Applausi dal centro edalla destm e congrat1Ilazioni).

PRESIDENTE. Il seguito di questa discus~Si0110 è rinviato alla prossima seduta.

Annunzio di interpellanze.

PRESIDENTE. Oomunico al Smato che::LIla Presidenza SOno pervenute le seguentiinterpellanze:

Al Ministro dell'interno, per conoscere ]13v~:re ragioni ,e le conniV1enz,e che hanno in~(lotto l'Opera lla,zionale maternità e mfanZlèta mantenere al 'suo posto la persona prepostaalla Casa della Madl~e e del Bambino di ROVl~go, maggiormen'te responsabile dei fatti alccer~ta;ti da un'inchies'ta promossa dall'Alto Com~missario aggiunto all'igiene e sanità, in se~guito ad una interrogazIOne pl'Iesentata cir~CR.,di-e>clmesi or sono sulle condizioni dell'in~fanzia nel Basso Polesine e sul funzionamen~

t'O delrO.N.M.I. in pr,ovincia di Rovig'o.

Oltre 'alle ri1sultanz,e, no.tevolmenbe gravi, didetta inchies.ta, riferite, in parte, verbalmente,dall'Alto Commissario a,ggiunto, anche allapresenza 'diel COillmi,,;sario dell'O.N.M.I., 'cheaveva dato l'assicurazione di almeno trasfen~re la responsabile, altre mformaziolli erano,s'tate fornite dall'int~rpellante, che nOH dove~vano essere tras,curate da chi ha il preciso do.vere di difendere l'infanzia parÌlcolarmente hl~f"olgnosa dai traffi.can ti dell'assistenza.

MERLIN ÀD.gelina.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, persitpere con quali eriteri intende promuoverela istituzione della Regione.

Premesso ehe: 1) la Regione deve es.se,"eis'titllÌta come prevede la Costituzione; ma coni metodi di gradualità 'e sperimentalità comen~Liti dalla Costituzione stessa. Vi sarà in 'ognimodo un periodo di uno o due anni di prepa~razione e di provvisorietà prima che la Re~gione entri pienament,e in vigore; Occorrerà in~

fatti che la Regione propong1a il .suo s.tatutoall'approvazione del Parlamento nazionale, eciò non potrà avvenire prima che siano em~3~nate le leggi dellia Repubblica sul riparto ,]iruttribuzioni con gli altri Enti locali, sugli or~gani regionali e di controllo, ,sul pas,saggiodei f1mzionari, sui Itributi ecc.; senza di cui laRegione non potrà funzionare. Giova che dÙ~ran'te il funzionlamento provvisorio della Re~gione i Consigli regionali siano, come la Co~stituzione consente, eletti a slecondo grado.2) È neeessario ed urgente provvedere allftregJolare forma.zione delle Ammini.strazioniprovinciali, affidiate ancora alle deputazionidei Comitati di' liberazione nazionale. Anepwvinciali potranno essere opportunamentelabbinate, anticipandole, le elezioni comunali.Perchè entramibe le elezioni abbiano luogo aottobre, oecorre che le due Camere approvinopossibilmente entro luglio e che sia in agostoemana1ta unla nuova legge elettorale che modi~fi,chi ova è nec,e,ssario quella vigente. I Con~sigli provinciali ed una rappresentanza deicomunali potrtanno provvedere alla formazionedei consigli regionali entro il termine deJla:l~gge Bergmann che ViacostituzionalmJent.e ri~spettato. Le leggi per 1e Regioni sltabi1irannopoi i modi normali di formazione definitiv.l,dei Consigli regionali.

Ciò premesso e ritenuto ehe siano da evi~tare contrasti nel Paes,e e che, ri,spettando in~'tanto la Costituzione, tutti gli Italiani si ri~mettano ad una f3iSe di esperienza posithr;l,per stabilire il modo migliore di attuare il de~centrtamento e le autonomie locali nelIa Re~pubbHca una ed indivisibile; si chieàe se ilGo¥erno intenda promuovere i provvedimentinel senso indicato.

RmNJ. PARATORE, GASPAROTTO,REALE Vito.

Annunzio di interrogazioni.

~PRESIDENTE. Prego il spmltOl'(~ Hf.\gl'{'~tario di dare lettura dene interrogazioni ller.venute alla Presidenza.

RAJA, segretariQ:

Al Ministro dell'industrIa e del commercio,per 'Sapere se non rit-enga opportuno di fornire

Page 44: delVicePresidente MOLÈENRICO - SenatoLamacchina eraunaturbina diantica impresa milanese, laditta Riva, delpeso di 200tonnellate, eproducente ottanta milaca~ V'allidiforzaidroelettrica;

Atti Pnrlamentar'Ì Senato della Repubblicf/.~ 8488 ~

15 GIUGNO 1949DISCUSSIONI1948~9 ~ CCXXVIII SEDUTA

al Paese delle notizie concret,e e £ondate circai ritrovamen ti eli pet,roJio nella VaI Padana,di fronte al dilagar,e eli notizie incontrollate.

Ciè> allo scopo di non aJ-imentar,e attese ingiu~sLificatoe, che poh-ebbero av.er.e c,ome conse~guenza del1.e del LlsiJni o.eprimenti.

PEZZINT.

"\1 Mmis!.ro (IelIa pubblica istruzione, per('Olloscer,e se non cr,eda, per motivi di equità,IIi prorogare il termine per la presentazionerlell}e domande p.er la supplenza nelle scuolemenie governative come è stato fatto per les'llppIenze neIJ.e scuol.e .elementari.

JANNUZZI.

Al ~'HnisLro 11f\lla pubblica istruzione, perconosc'ere s,e non ntenga gi'usto ed opportunoest,endere agli insegnanti .elem.entari reduciche hanno part,ecipato al recente conCOrSOconseguendo la promozione, gli stessi dirittiriconosciuti a coloro che hanno conseguita lairloneità o maggiori diritti e benefici di queldlc le disposizioni attuali non consentano.

J ANNUZZT.

Al Ministro rlell'int,erno, per av.ere imme~diate notizie sulJa tragica e misteriosa morte(lel contadino Di Chiaro Vincenzo £u Salva~tor,e, trovato ucciso il 9 u.s. nella camera disicurezza d.elJraca'serma dei carabini.eri di Bo~nito (Avellino), nuovo capitolo nella sangui~nosa storia dei misteri delle guardine italiane;e per sapere se è a conoscenza 'che il tenent'ecolonnello dei uarabinieri di Av,ellino ha de~nunciato o minacciato di denunziare il signorGiuseppe Rizzo che talB notizia aveva pubbli~('ato sul giornale 1:l'Unità ~ della provincia.

PALERMO.

Al Mllllstrl dell€ finanze e del tesoro, perconosc€r€ se non credano di int€rV1enir,e d'ur~genza per migliorare 1108condizioni dei lottistiin pensione, che perc€piscono un ass'egno mas~

simo di li:re 35 mila annue ,e minima di lire

5 mila per l{}pensiani dir.ett€, mentre per lein~dirette il massimo è di lire 10 mila ed ilminimo di 2.500 annu€.

Russo.

Al Pl'esi,rlente del Uo,nsiglio dei Ministri ed,ai M:iniS'tri (lelle finanze e detl'indus-t:ria e

rommel"cio, per conoscere:

a) lo stat,o attuale deJle ricerche e delleutilizzazioni del metanI) ,e del petrolio nazio~n3b, con 'Particolare ri~uardo alle quant.ità

~

rinv,ennte, a quel,le utilizzat'e oed a qu€l1e uti~lizzande nelle concessioni in corso di sfrut,ta~mento;

b) qna1e sarà la polItica del GO'verno aproposito dei co.spicui rinvenimenti di metano

'8 eli petrolio già noti., 'c!1paci di indrurre nellaeconomia italiana ap,porti e mutamenti co,nsi~derevolissimi che non potrebber'a rimaner,e, di~rettament,e o indirettamente, nel giuoco dellaprivata speculazione senza pr,egiudicar,e s€.r1a~mente gli interessi vitali della 'collettività ita~liruna.

LANZErrTA.

Interrogazione

con richiesta di risposta scritta.

All'Alto Commissario per l'igiene e la sa~llità, per conoslcere i motivi per i quali non sìsono ancora aperti i concorsi alle condottevetermarie della provincia. di B~es'cia, davenon Isi sono più ripetuti dopo il 1937.

BUIZZA..

PRESIDENTFJ. Il SenatO' si riunlra inseduta pubblica, martedì 21 giugno a1Je are 16,col seguente ardin,e del giarno:

L Interrogaziani.

II. Seguito della discussiane del disegna dilegge:

Stata di previsiane della spesa del Mini-stero dell'industria e commercio per l'eser-ciziO' finanziariO' 1949~1950 (298).

Page 45: delVicePresidente MOLÈENRICO - SenatoLamacchina eraunaturbina diantica impresa milanese, laditta Riva, delpeso di 200tonnellate, eproducente ottanta milaca~ V'allidiforzaidroelettrica;

Attì Parlamentarì Senato della Repubbl~c!t~ 8489 ~

DISCUSSIONI 15 GIUGNO 19491948~49 ~ CCXXVIlI SEDUTA

Ill. Discussione dei seguenti disegni di legge:

]. PALERMO. ~ Modifiche al decreto Jegi~8lativo 7 aprile 1948, n. 262, concernent-e laistituzi-one di ruoli speciali transitori per lasist-emazione delpers-onale non di ruol-o inservizio nelle- Amministrazio-ni dello Stato(43~Urgenza).

2. Deputati SOAPPINI ed altri e BONOlVIIed altri. ~ Proroga dei contratti agrari diaffitto dei fondi rustici, mezzadria, colonìaparziaria e compartecipazione, nonchè delleconcessioni di terre incolte o mal coltivate(396) {.Approvato dalla Oamera dei dep'utati).

3. Deputati D'.Al'lBROSIO ed altri. ~ In~dennHà, di studio e di carica ai Provveditori

agli studi (399) {.Approvato dalla Oamera deideputati).

4. .Autorizzazione della Hpelmdi lire 150 mi~lioni per interventi di pronto soccorso incaso di pubblica cala.mità (420).

IV. Registrazione con riserva f'ffettuate dalla,Oorte dei conti:

(Doc. XVII~.Al, KVII~.A2, XXVII~A eI.lX~.A).

La s-eduta è tolta (ore 20,15).

Dott. CARLO DE ALBERTI

DirettorE' rlell'Ufficio del ResocontJ