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www.parrocchie.it/parrocchia.papanice.it Questo è il gior- no che ha fatto il Signo- re: rallegriamoci ed e- sultiamo. Al centro della Pasqua sta Gesù nuovo Agnello che nel suo pas- saggio al Padre conduce alla salvezza tutti i cre- denti. Cristo diventa la “nostra Pasqua” come scrive Paolo. La Pasqua non è anzitutto una devozione individuale, ma l’evento principale della vita della Chiesa, fondata su Gesù crocifisso e risorto. Con la Pasqua la Chiesa uni- versale è in festa. Pasqua è la festa che cade a primavera. Non a caso. In questa stagione la natura si libe- ra delle catene dell’in- verno e si rinnova, rive- stendo un inedito splen- dore. La celebrazione di questa festa, la prima e la principale dell’anno, se- gna l’inizio di una nuova vita, capace di vincere il male. La Pasqua è il frutto di un incontro da cui nasce l’annuncio: è risorto! Annunciare Gesù, in un mondo che cambia, oggi, vuol dire per tutti – so- prattutto per i giovani – credere nella vita, testi- moniare la gioia di Maria di Magdala, di Giovanni, di Pietro e di tanti altri che videro Gesù e lo toc- carono e stettero a cena con Lui. La liturgia pa- squale è una liturgia di gioia: si canta il Dio vi- vente e si inneggia al Dio vivente; si canta la vita, nel senso più pieno del termine, e si inneggia alla vita. Gesù ha trion- fato definitivamente sul- la morte ed invita i suoi discepoli ad unirsi a Lui, a fare comunione con Lui, per gustare la vita e viverla in pienezza e sconfiggere così la mor- te. Tutta l’esistenza del cristiano deve essere orientata verso la risurre- zione: ogni discepolo di Gesù è chiamato a canta- re continuamente l’exsul- tet, l’inno della risurre- zione, anche nei momen- ti più difficili e più dolo- rosi della sua vita. Il cristiano deve impara- re ad essere una persona risorta che sa valorizzare la “vita provvisoria di oggi”, ma che ha lo sguardo sempre rivolto alla “vita senza fine di domani”. Bisogna impa- rare a vivere da persone risorte, capaci di offrire sempre esempi di onestà, di porre gesti di attenzio- ne, di costruire relazioni di pace e di solidarietà. Cristo non è un personaggio da museo: è vivo ancora oggi e ci “precede” sempre per farci vincere la paura e guidarci per le strade del mondo. Cristo è morto sotto il peso del peccato di tutti, è risorto anche per te, desidera incontrare an- che te. A volte i cristiani sono “distratti” e non danno alla Pasqua il valore che merita. Di Pasqua parlano tanti (agenzie di viaggi, com- mercianti, pubblicità, TV…), ma solo la Chie- sa annuncia il risorto. Sconvolge la constatazione che a ri- sorgere non è un perso- naggio dello spettacolo o della scienza, dello sport o della finanza… E’ il Figlio di Dio, nato a Bet- lemme e vissuto tra gli ultimi, che ha speso la vita per far conoscere il volto misericordioso del Padre; è Colui che i po- tenti hanno cercato di far tacere perché inquieta le coscienze e contesta gli idoli del mondo, Colui che ha portato perdono e speranza ai poveri. I molti giovani che oggi, Domenica del- le Palme, si radunano per la Giornata della Gio- ventù, lo acclamano per- ché riconoscono la sua presenza di Re e Salvato- re del mondo, avvinti dall’affermazione che viene proposta loro come tema di riflessione nella XXIV Giornata Mondia- le della Gioventù (2009): “Abbiamo posto la no- stra speranza nel Dio vivente” (1Tm 4,10). La vita pasquale fa germogliare la speran- za che non si è soli mai e che il Risorto, il Vivente, è sempre al nostro fian- co, come ha promesso. Giunga a tutti l’augurio di una serena e santa P A S Q U A P A S Q U A P A S Q U A P A S Q U A colma di grazia e di benedizioni del Cristo Risorto. Don Angelo Elia 12 aprile 2009. Domenica di Pasqua DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO ! DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO ! DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO ! DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO ! Dopo oltre 2000 anni il Signore Risorto non cessa di porsi al nostro fianco Anno IV, numero 3, domenica 5 aprile 2009 Giornalino della Parrocchia SS. AA. Pietro e Paolo via San Pantaleone — 88843 Papanice (KR) — [email protected]

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www.parrocchie.it/parrocchia.papanice.it

Questo è il gior-no che ha fatto il Signo-re: rallegriamoci ed e-sultiamo. Al centro della Pasqua sta Gesù nuovo Agnello che nel suo pas-saggio al Padre conduce alla salvezza tutti i cre-denti. Cristo diventa la “nostra Pasqua” come scrive Paolo. La Pasqua non è anzitutto una devozione individuale, ma l’evento principale della vita della Chiesa, fondata su Gesù crocifisso e risorto. Con la Pasqua la Chiesa uni-versale è in festa. Pasqua è la festa che cade a primavera. Non a caso. In questa stagione la natura si libe-ra delle catene dell’in-verno e si rinnova, rive-stendo un inedito splen-dore. La celebrazione di questa festa, la prima e la principale dell’anno, se-gna l’inizio di una nuova vita, capace di vincere il male. La Pasqua è il frutto di un incontro da cui nasce l’annuncio: è risorto! Annunciare Gesù, in un mondo che cambia, oggi, vuol dire per tutti – so-prattutto per i giovani – credere nella vita, testi-moniare la gioia di Maria di Magdala, di Giovanni, di Pietro e di tanti altri

che videro Gesù e lo toc-carono e stettero a cena con Lui. La liturgia pa-squale è una liturgia di gioia: si canta il Dio vi-vente e si inneggia al Dio vivente; si canta la vita, nel senso più pieno del termine, e si inneggia alla vita. Gesù ha trion-fato definitivamente sul-la morte ed invita i suoi discepoli ad unirsi a Lui, a fare comunione con Lui, per gustare la vita e viverla in pienezza e sconfiggere così la mor-te. Tutta l’esistenza del cristiano deve essere orientata verso la risurre-zione: ogni discepolo di Gesù è chiamato a canta-re continuamente l’exsul-tet, l’inno della risurre-zione, anche nei momen-ti più difficili e più dolo-rosi della sua vita. Il cristiano deve impara-re ad essere una persona risorta che sa valorizzare la “vita provvisoria di oggi”, ma che ha lo sguardo sempre rivolto alla “vita senza fine di domani”. Bisogna impa-rare a vivere da persone risorte, capaci di offrire sempre esempi di onestà, di porre gesti di attenzio-ne, di costruire relazioni di pace e di solidarietà. Cristo non è un

personaggio da museo: è vivo ancora oggi e ci “precede” sempre per farci vincere la paura e guidarci per le strade del mondo. Cristo è morto sotto il

peso del peccato di tutti, è risorto anche per te, desidera incontrare an-che te. A volte i cristiani sono “distratti” e non danno alla Pasqua il valore che merita. Di Pasqua parlano tanti (agenzie di viaggi, com-mercianti, pubblicità, TV…), ma solo la Chie-sa annuncia il risorto. Sconvolge la constatazione che a ri-sorgere non è un perso-naggio dello spettacolo o della scienza, dello sport o della finanza… E’ il

Figlio di Dio, nato a Bet-lemme e vissuto tra gli ultimi, che ha speso la vita per far conoscere il volto misericordioso del Padre; è Colui che i po-tenti hanno cercato di far tacere perché inquieta le coscienze e contesta gli idoli del mondo, Colui che ha portato perdono e speranza ai poveri. I molti giovani che oggi, Domenica del-le Palme, si radunano per la Giornata della Gio-ventù, lo acclamano per-ché riconoscono la sua presenza di Re e Salvato-re del mondo, avvinti dall’affermazione che viene proposta loro come tema di riflessione nella XXIV Giornata Mondia-le della Gioventù (2009): “Abbiamo posto la no-stra speranza nel Dio vivente” (1Tm 4,10). La vita pasquale fa germogliare la speran-za che non si è soli mai e che il Risorto, il Vivente, è sempre al nostro fian-co, come ha promesso.

Giunga a tutti l’augurio di una serena

e santa

P A S Q U A P A S Q U A P A S Q U A P A S Q U A colma di grazia e di

benedizioni del Cristo Risorto.

Don Angelo Elia

12 aprile 2009. Domenica di Pasqua

DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO !DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO !DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO !DAVVERO IL SIGNORE E’ RISORTO ! Dopo oltre 2000 anni il Signore Risorto non cessa di porsi al nostro fianco

Anno IV, numero 3, domenica 5 aprile 2009

Giornal ino del la Parrocchia SS . AA. P ie t ro e Paolo v ia San Panta leone — 88843 Papanice (KR) — parrocchia .papanice@gmail .com

L’ESPERIENZA DELLA PRIMA CONFESSIONEL’ESPERIENZA DELLA PRIMA CONFESSIONEL’ESPERIENZA DELLA PRIMA CONFESSIONEL’ESPERIENZA DELLA PRIMA CONFESSIONE

“Maestra, ma che cosa devo dire? Ma quan-do dico una parolaccia faccio peccato? Ma Dio ci perdona sempre?”. Ecco le domande dei miei bam-bini di classe 4ª A, in pro-cinto di ricevere il Sacra-mento della Penitenza o Riconciliazione il 4 mar-zo 2009. Domande comu-ni a tutti bambini e che rivelano la loro ansia e preoccupazione nel dover esporre le proprie man-canze al sacerdote, rap-presentante di Gesù Cri-sto sulla terra. Dopo un’accurata spiegazione sulla bellezza e delicatezza di tale sacra-mento, la “fifa” non è certo diminuita perché, come capita agli adulti, è difficile guardarsi dentro e ammettere la propria colpa. Hanno però capito (e di questo ne sono mol-to orgogliosa!) di dover compiere un passo impor-tante, quasi obbligato, perché non si può fare a

meno di sperimentare l’a-more di Dio Padre che tutto comprende e che per questo perdona “sempre”. A riguardo, du-rante la celebrazione del rito, con nuova formula, è stata letta la parabola del figliuol prodigo o Padre misericordioso e recitato il S. Rosario proprio per i piccoli, appunto per sotto-lineare la misericordia del Signore verso i suoi figli. A dir la verità, la cosa più bella ed emozionante è stato osservare i piccolini, seduti ai banchi della chiesa, accompagnati dai

genitori, ai quali va un vivo ringraziamento per essere stati vicini ai propri figli in questo particolare momento della loro vita. Al termine della cerimonia, i bambini han-no ricevuto, come segno, un bigliettino con la scrit-ta tratta dal Vangelo: “Era perduto ed è stato ritrova-to” (Lc 15,11). Uscendo dalla chiesa, non potevo non far loro la domanda: “Allora, com’è andata? “ La risposta è stata in coro “Beneeee”. Ed io ci cre-do, perché, guardando il loro viso e leggendo nel loro cuoricino, ho avverti-to tanta serenità e una nuova luce, alla quale, mi auguro, faranno ricorso ogni qual volta avranno bisogno di pace e di per-dono, di nuova forza per affrontare la vita.

Emanuela Carella

Mercoledì 11 marzo 2009, i bambini

della IVª B hanno fatto la prima confessione; io ero una di loro. Quando sono arri-vata in Chiesa c’era solo una bambina, la mia com-pagna Mariagrazia; nella Chiesa di SS. Pietro e Paolo c’erano anche le nostre catechiste: Franca, Amalia e Rita. Io ero molto emo-zionata e non vedevo l’o-ra di fare “questa cosa importante”. Poi piano piano sono arrivati gli altri miei compagni con le loro mamme. Padre Angelo ci ha spiegato cosa significa confessarsi e poi abbiamo iniziato l’esame di co-scienza. Uno per uno ci siamo confessati con Padre An-gelo, io sono stata la pe-nultima ed ero davvero molto nervosa ma dopo la confessione mi sono sen-tita felice e contenta.

Roberta Campise

ATTIVITA’ CATECHISTICAATTIVITA’ CATECHISTICAATTIVITA’ CATECHISTICAATTIVITA’ CATECHISTICA 2222

La Sett imana Santa dovrebbe essere per noi cristiani una settimana dedita alla meditazione, dovremmo ritirarci nella nostra anima per percepi-re anche solo per un atti-mo quello che Gesù ha donato per noi: la vita. Gesù nel suo Cal-vario ci fa capire che di-venta come noi, che è u-guale a noi, soprattutto nella sofferenza dello spi-rito e della carne. Anche Gesù si sente solo quando porta la sua croce, ma cade e si rialza perché la sua fede è forte; nonostante questo anche in Gesù traspare la

debolezza umana, con il cuore in mano sulla croce grida al Padre: “Dio mio, perché mi hai abbandona-to?”. Ma subito dopo la fede lo riporta alla luce e dice: “Padre nelle tue ma-ni affido il mio spirito”. In questa settimana fac-ciamo in modo di capire che Gesù abita in noi, è un palpito di vita, di gioia, Gesù risorge. Gesù può aiutarci a superare qualsiasi osta-colo che la vita ci mette davanti. Il nostro Dio è il Dio dell’amore, della gioia, della forza, del per-dono; anche lui è stato tradito da quelli che erano

più vicini a lui, ma li per-dona. Anche San Pietro rinnegò Gesù, ma egli lo perdona, fino a dargli le chiavi del paradiso.

Coltiviamo spe-cialmente in questa Setti-

mana Santa la nostra for-za d’animo e chiediamo a Gesù onnipotente la gioia di poter essere presenti nel suo cuore. Ci sono momenti in cui il nostro cuore è preso dallo scon-forto, ci sono momenti in cui i nostri occhi sembra-no bendati tanto da non poter vedere; ricordiamo che Gesù morendo in cro-ce ci ha fatto capire che l’uomo non è solo carne ma è anima e spirito; quindi dove la nostra mente inciampa, facciamo prevalere il cuore.

Maria Adele Megna

RIFLESISONERIFLESISONERIFLESISONERIFLESISONE

LA SETTIMANA SANTALA SETTIMANA SANTALA SETTIMANA SANTALA SETTIMANA SANTA

I ragazzi dell’ora-torio parrocchiale settore “calcio” sono stati iscritti al C.S.I (Centro sportivo italiano). Con l’intento di lasciare la porta sempre aperta per i prossimi che vorranno farne parte. Questo ha portato grande entusiasmo in tutti quelli che ci hanno lavorato, in modo più concreto l’en-tusiasmo si percepisce sulle facce dei ragazzi. L’iniziativa intrapresa con i giovani non ha la presunzione di sfornare campioni, ma il semplice, e complicato intento di farli crescere, cercando di fargli comprendere che la cultura del lavoro, del-l’impegno e del reciproco rispetto porta ad affronta-re la vita in maniera di-versa e più consapevoli dei propri mezzi. Amara-mente, devo aggiungere che siamo soli, che ab-biamo bisogno di tutti i genitori, altrimenti il cammino intrapreso ser-virà poco. Il lavoro più difficile è quello che i genitori fanno a casa, non il nostro, in quel pic-colo lasso di tempo che dedichiamo ai loro figli. La gestione dei ragazzi è molto complica-ta, si passa dall’organiz-

zare gli allenamenti (al sabato) alla gestione de-gli stessi con esercizi fisi-ci e tecnica di base, che varia da età ad età, finan-che, e per fortuna, a stare lì ad ascol tare le proble-m a t i c h e che si van-no crean-do mo-mento per momento. La passio-ne che ci lega è tanta, perché sia da parte nostra che dalla loro c’è lo stes-so sentimento per il gioco del calcio, che tale deve restare, “un gioco”. Mi-glioramenti ne sono stati fatti, non solo calcistica-mente parlando, ma in modo particolare sotto l’aspetto del comporta-mento, dell’impegno e della dedizione al lavoro di gruppo. Un aspetto ci gra-tifica, ma più che gratifi-care noi, deve gratificare la popolazione attenta a queste problematiche, e cioè, l’impegno di tutte quelle persone che fino ad oggi hanno contribuito sia economicamente, che fisicamente, perché se

oggi i ragazzi del calcio e le ragazzine della palla-volo possono giocare lo devono a coloro che con il loro contributo ci hanno

permesso di acquistare il materiale tecnico per svolgere gli allenamenti e gli incontri, e per questo non smetteremo mai di ringraziarli; l’altro aspet-to che deve gratificare quanti stanno attenti, è l’impegno personale di tutti gli addetti ai lavori che in modo molto spon-taneo si fanno presenti e partecipi. Il cammino intra-preso è lungo e non di facile percorrenza, ma questo non deve spaven-tare nessuno, anzi e nelle difficoltà che si trova la forza di proseguire il cammino; non ci è stato insegnato ad arrendersi, anzi, ci hanno insegnato a proseguire il cammino

con più decisione e forza di spirito; nostro Signore Gesù Cristo non ha avuto la strada spianata da bulldozer, ha trovato la strada costellata di diffi-coltà infinite, ma non per questo si è arreso o si è tirato indietro, anzi ancor più convinto e con voce ferma ci ha detto “seguitemi”; e come fece-ro i pescatori, senza esita-re lo “seguirono”. Ecco come dovremmo fare, perché Lui ci indica la via, Lui è verità, Lui è vita, ma siamo uomini e per questo abbiamo pau-ra, e Lui lo sa, ma ci a-spetta pazienti. Per questo che noi tutti abbiamo in-trapreso questo cammi-no; infatti ognuno di noi sfrutta il proprio talento a pieno senza ripensamenti, cercando di ascoltare le sue parole per riconosce-re giorno per giorno i se-gni che ci lascia nella nostra quotidianità. Infine la dedizione e l’impegno devono crescere in ognu-no di noi affinché possia-mo giorno per giorno es-sere da traino per tutti quelli che si troveranno a passare...

Il Direttivo Settore

Sport della Parrocchia

NUOVA GENERAZIONENUOVA GENERAZIONENUOVA GENERAZIONENUOVA GENERAZIONE

VITA ORATORIALEVITA ORATORIALEVITA ORATORIALEVITA ORATORIALE 3333

CALCIO

Sabato 28 marzo la squadra di calcio ha iniziato il torneo interparrocchiale

organizzato dal CSI; invitiamo tutti

a sostenere i nostri ragazzi sui vari campi.

MESSAGGI IN BREVEMESSAGGI IN BREVEMESSAGGI IN BREVEMESSAGGI IN BREVE Il Consiglio Pasto-rale Parrocchiale esprime i più affettuosi e calorosi auguri di Buona Pasqua a tutta la comunità parroc-chiale. Tutti abbiamo biso-gno della Pasqua, perché nel Signore Risorto tutta la nostra vita può rifiorire, nonostante i nostri limiti e i nostri peccati.

È vero, sono perio-di duri, difficili, a volte

intorno a noi c’è tanta rab-bia, ma portando avanti e seminando sempre la Paro-

la del Vangelo, lo Spirito Santo ci aiuterà ad amare tutti con generosità, umiltà e carità. Auguri, dunque, a tutti, dai più anziani ai più giovani, dai malati alle fa-miglie.

Buona Pasqua.

Rino Borrelli

ERANO POCHI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA…ERANO POCHI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA…ERANO POCHI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA…ERANO POCHI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA…

PENSIERIPENSIERIPENSIERIPENSIERI

C’era una piogge-rellina leggera, quella Domenica delle Palme, quasi a rinfrescare il no-stro entusiasmo oppure a benedirlo, non so… era bellissimo: noi giovani per le vie della città con enormi palme in mano

dirigerci verso la catte-drale di Crotone per in-contrarci con tanti altri giovani ancora e procla-mare a squarciagola “Osanna al Figlio di Da-vide, Osanna al Redentor, Osanna a Cristo Re”. Non doveva essere poi tanta

diversa l’acclamazione che ebbe Gesù quando entro in Gerusalemme. Qu e l l ’ u o mo … “lo chiamavano Gesù di Nazareth e parlavano di Lui in tutte le città; nel suo sguardo, nel suo vol-to, nel suo cuore aveva

La Via Crucis (dal latino, Via della Cro-ce o Via Dolorosa) è un rito cristiano con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota. O r i g i n a r i a -mente, la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi mate-rialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pelle-grinaggio era impossibile per molti, la rappresenta-zione nelle chiese costituì un modo di portare ideal-mente a Gerusalemme ciascun credente. Le rap-presentazioni dei vari epi-sodi dolorosi accaduti durante il percorso contri-buivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva. La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva ri-spondere a norme di sim-metria ed equidistanza. Oggi tutte le chiese catto-liche dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale

interna. Il numero e i no-mi delle stazioni cambia-rono radicalmente in varie occasioni nel corso della storia. Le stazioni della Via Crucis pervenute a noi come tradizionali so-no comunque quattordici

e corrispon-dono per la m a g g i o r parte a epi-sodi evan-gelici, ma ciò che mi preme di dirvi mag-giormente è che sovente vi si ag-giunge una s t a z i o n e opz ionale

che richiama la Risurre-zione di Gesù. Perché? La Via Crucis è senz’altro nel mondo occidentale la pia pratica più amata dai fedeli, ma difficilmente viene meditata come oc-corre. Essa viene ridotta molte volte ad un “mea culpa” battente e lace-rante dell’anima, senza alcuna via di sbocco, di-menticando che per il cri-stiano il fondamento della fede non risiede in una sofferenza continua e sen-za fine o nella morte, ma nella Risurrezione. “ Non abbiate paura…Gesù, il crocifisso è risorto” (Mc 16,6). La croce senza la

risurrezione è un’assurdi-tà inutile e la risurrezione senza la croce non esiste. E’ quanto ricorda Gesù ai discepoli di Emmaus: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per en-trare nella sua gloria? (Lc 24, 25). Quindi, penetran-do più a fondo nel mistero della Redenzione, possia-mo renderci conto che Gesù ha scelto il sacrifi-cio di croce non per esibi-zionismo o perché ama la sofferenza o vuole render-ci tristi, adagiati nel dolo-re e nelle preoccupazioni, ma perché si presenta l’u-nica via possibile per ren-derci felici, per donarci la salvezza. Solo un amore totale ed incondizionato, un’adesione perfetta alla volontà del Padre poteva scaturire tanta grazia, a-prirci le porte della spe-ranza, farci rinascere a nuova vita, farci nuova-mente volare. Quale cre-dibilità avrebbe avuto un uomo che predica l’amore ed il perdono addirittura verso i nemici e invece alla prima occasione se ne scappa per scampare al pericolo della morte e pensare ai fatti suoi? Cer-tamente nessuna, perché quella persona meravi-

gliosa, capace di una tene-rezza infinita e di vero ascolto è sceso sulla terra per mostrarci l’unica via che abbia un senso…una via che arriva dritta al cuore e ne cambia i con-notati, se glielo permettia-mo. Santa Faustina Kowalska diceva che per imparare la vera umiltà bisogna meditare la Via Crucis, perché in realtà dietro ad essa si nasconde la vita di ogni uomo, la sofferenza di ogni uomo, soprattutto la crudeltà a cui può arrivare un uomo che si allontana da Dio. In relazione a ciò sento dire spesso: “Ah, se ci fosse Gesù , dovrebbe…” e mi viene una stretta al cuore. Gesù non è un mago o un eroe dei fumetti, ma Colui che ha deciso di condivi-dere a pieno la nostra con-dizione umana, di provare paura, angoscia, di sentir-si abbandonato dagli ami-ci più cari, di soffrire in modo indicibile, ma senza mai dimenticare l’amore del Padre, perché puoi dimenticare la persona con cui hai riso, ma diffi-cilmente scorderai la per-sona con cui hai pianto e che ha saputo vivere il tuo dolore come se fosse il suo.

Emanuela Carella

LA VIA PER LA FELICITA’LA VIA PER LA FELICITA’LA VIA PER LA FELICITA’LA VIA PER LA FELICITA’

RIFLESSIONERIFLESSIONERIFLESSIONERIFLESSIONE 4444

E’ il momento giusto per fare qualcosa, di operare con più forza e decisione, di mettersi di fronte ai progetti intavo-lati fino ad oggi e tirarne le somme, cosa ben più difficile a fare che a dire. E stato fatto poco, avete presente una goccia in mezzo al mare o un gra-nello di sabbia ecc ecc... Qui da noi, nella nostra piccola realtà è stato fatto ancora poco, e per questo bisogna stare attenti a non mollare, finche c’è l’entu-siasmo tutto va bene, ma poi?... E proprio questo il momento di allargarsi, di invitare, di portare alla

luce del sole quello che si sta facendo e di program-mare futuri interventi, affinché tutti, escluso nes-suno, possano entrare a far parte di un nuovo pro-

getto, affinché chi vuole essere partecipe di un rin-novamento d’intenti pos-sa sentirsi parte attiva sfruttando a pieno il pro-prio talento; le porte sono sempre aperte e ci sarà sempre qualcuno che a-prirà e vi regalerà un sor-riso e non una smorfia. Quello che vi si vuol dire è: “venite”; nessuno porrà giudizio, e più saremo meglio staremo, la porta sarà aperta per entrare… e aperta per andar via; l’invito è sempre valido, senza lasciarsi coinvolge-re dai facili giudizi di tan-ti, che pur di giustificare il loro comportamento e il loro non fare niente criti-cano coinvolgendo anche chi ha voglia di fare; la piena speranza è quella che tanti accettino con i fatti e i propri mezzi, con decisione e convinzione personale, che è arrivato il momento giusto per rimboccarsi le maniche e agire. E’ più facile non fare, che operare le opere che nostro Signore ci con-segna inconsciamente, è più facile non ascoltare la

sua voce che stare lì ad ascoltare, è molto più fa-cile giudicare chi opera, che apprezzare le opere fatte. Per questo Gesù ha sofferto, gli uomini lo

hanno punito mettendolo in croce, e Lui ha saputo soffrire per noi; ma nono-stante ciò ha lasciato la porta aperta, ci aspetta con un sorriso, allo stesso modo lascia la porta aper-ta per entrare e per andar via, ci lascia liberi di fare, senza costrizione, ci ren-de liberi, ci fa uomini, ci fa forti nella fede, ci fa sentire quanto siamo de-boli per poi rinfrancarci, ci rende operai instanca-bili delle sue opere. Una cosa ho im-parato cercando di ascol-tare la sua voce, ho impa-rato ad “ascoltare”, a ca-pire che la strada giusta è quella che lui ci indica, ho imparato che è più facile ascoltarlo che fare finta di niente. Non biso-gna essere superman per stargli dietro, anzi Lui sta sempre al tuo fianco, e la cosa che più fa piacere è che gli si può dare sempre del “Tu”… e che per pre-garlo non bisogna essere dei teologi, ma al contra-rio basta rivolgersi a lui con estrema semplicità come se stessi parlando

ad un amico. Un amico che non dorme mai, che se lo chiami alle due di notte risponde, che se imprechi contro tutto il mondo, Lui capisce e

aspetta il momento buono per rinfrancare la tua ani-ma e riportarti alla calma; un amico con la “A” maiuscola, di quelli veri, di quelli che quando sem-bra che non c’è… eccolo apparire e tutto ritorna a sorridere, un amico che sa essere dolce, ma sa essere anche fermo e deciso, quasi incompressibile nelle sue decisioni, ma che alla fine ha ragione, che tutto quello che fa ha uno scopo ben preciso. E’ ora di agire, diamoci tutti una scrollata perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno. I mezzi ci sono, mancano gli intenti; per il momento siamo pochi, ma sono sicuro che diventeremo tanti perché oggi non sia-mo soli, anzi non lo sia-mo mai stati, e mai lo saremo… per fortuna c’è un grande amico che ci guarda, ci osserva e ci indica la via… Gesù No-stro Signore…

Francesco Rosato

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E’ ORA DI DARSI DA FAREE’ ORA DI DARSI DA FAREE’ ORA DI DARSI DA FAREE’ ORA DI DARSI DA FARE tanto amore… Un certo giorno in riva al mare si presentò un giovane ga-lileo. Nessuno poteva immaginare che si potes-se amare nel modo come Egli amava. La sua ma-niera di conversare toc-cava presto il cuore di chi lo ascoltava. Su quel-la spiaggia in alto mare, in riva al fiume, a casa di Zaccheo, per mille strade sotto quel sole la gente resta lì attenta ad ascol-tare. Parlando, usava semplicità ma pace e verità a tutti lui donava. Sul prato in fiore di pri-mavera, seduto al pozzo, a casa di Simone, in quel villaggio, in quella sera la gente ritrovò in lui la pace vera. Con dolce gesto lui perdonava e il vecchio nel suo cuore bambino diventava. Lo chiamavano Gesù di Na-zareth e parlavano di Lui in tutte le città. Nel suo sguardo, nel suo volto, nel suo cuore aveva tan-to amore…”

Patrizia Chiodo

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All’interno del cammino annuale di ogni cristiano, la Quaresima costituisce un momento significativo per la cresci-ta spirituale, in riferimen-to all’ascolto della Parola, alla condivisione della fede e alla preghiera. È proprio quello che noi del “Gruppo Cometa” abbiamo cercato di fare durante questo periodo. Riflettendo sul Vangelo abbiamo potuto arricchir-ci e capire l’amore di Dio, che tramite la morte in croce e la risurrezione del proprio Figlio, Gesù Cri-sto, ci arriva ai nostri cuo-ri. Volendo rendere parteci-pe l’assemblea del nostro cammino verso la Santa Pasqua, abbiamo prepara-to dei simboli, che si col-legano al Vangelo delle domeniche di Quaresima, e vogliono dimostrare a tutti, soprattutto ai bambi-ni, alcuni messaggi chia-ve, per comprendere me-glio la parola di Gesù, che noi abbiamo sempre rap-presentata portando la

Bibbia. Nella prima domenica, abbiamo realizzato un piccolo deserto, che sim-boleggia il nostro animo, arido della parola di Dio,

fragile di fronte alle tenta-zioni del mondo, che solo con la fede in Lui possia-mo vincere. La seconda domenica di Quaresima, per ricordare la trasfigurazione di Ge-sù abbiamo portato all’al-tare una veste bianca, co-me quella che ci è stata consegnata il giorno del Battesimo, simbolo della purezza e della luce, e che Gesù ci insegna a mante-nerla limpida. Il vangelo della terza do-

menica si riferisce al no-stro cuore, che molte vol-te è appannato dalle tenta-zioni del possedere, inve-ce di arricchirci di Lui e farci portatori del suo a-

more per gli altri. I matto-ni rappresentano l’impe-gno per costruire una chiesa basata sulla sua Parola. La quarta domenica, con-siderata la domenica della gioia, il vangelo ci mette di fronte alla scelta del-l’uomo: tra il bene simbo-leggiato dalla luce che è Gesù Cristo e dal male che è simboleggiato dal buio. Nella quinta domenica di Quaresima, il Vangelo di

Giovanni ci parla di Gesù, il chicco di grano che morto e sepolto, è risorto ed è diventato sorgente della nostra vita; la sua morte, come il chicco di grano, produce vita, la vita di Dio per il mondo intero. Questo è il segno che abbiamo portato all’altare, quello che pri-ma era il chicco di grano, poi diventa spiga e quindi frutto. Un modo per dire che il seme dell’amore di Dio in noi si trasforma e genera amore per la vita e per gli altri. Cosi il “Gruppo Cometa” si è impegnato nel periodo che ci prepara alla Pasqua, un’occasione meravigliosa, per ringio-vanire nello spirito e nella speranza, approfondendo la parola di Gesù e cer-cando nel nostro piccolo a diffonderla con semplicità ed amore.

BUONA PASQUA

Anna Carvelli

VITA ORATORIALEVITA ORATORIALEVITA ORATORIALEVITA ORATORIALE

IN CAMMINO VERSO PASQUAIN CAMMINO VERSO PASQUAIN CAMMINO VERSO PASQUAIN CAMMINO VERSO PASQUA

Penso che ognuno di noi nella vita si è trova-to a riflettere su questo tema: la pace nel mondo. A pensare: Come sarebbe bello che nel mondo finis-sero le guerre! Queste guerre, che distruggono generazioni di popoli, dopo tanti anni, non ricor-diamo di esse più il moti-vo che ha portato alla di-struzione. Quante volte nei testi di scuola usati prima da me e adesso dei miei figli c’è la domanda: cosa faresti per la pace nel mondo?

Sono tante le proposte e le buoni intenzioni, ma, ap-pena mettiamo giù la penna, già ce ne di-mentichiamo. L’altro giorno, mentre ero in casa in-tenta a pulire, mio figlio Al-berto giocava con i suoi gio-chi canticchiando la can-zoncina che sente in Chie-sa nel momento della pa-ce. “Dai la mano a tuo fratello, dai la mano”, si

gira verso di me e mi di-ce: mamma, ma questa

frase non vuol dire anche che se un amico ti chiede una mano, è perché ha bisogno di aiuto? Sì, Alberto, è così.

Mamma, ieri, a scuola, un mio compagno mi ha chiesto aiuto perché non sapeva fare una cosa e io sono stato contento di avergli dato una mano; si gira e continua a giocare. Quanto è bella l’innocenza dei bambini e quanto poco ci vorrebbe per la pace nel mondo! Basterebbe solo darci la mano e aiutarci l’un l’al-tro. Perché noi siamo il mondo.

Enza Rallo

RIFLESSIONERIFLESSIONERIFLESSIONERIFLESSIONE

LA PACE NEL MONDOLA PACE NEL MONDOLA PACE NEL MONDOLA PACE NEL MONDO

7777 VITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALE

VITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALE

Quest’anno il no-stro Direttore Spirituale Don Angelo Elia ha orga-nizzato per il gruppo di “Padre Pio” un ritiro presso l’Eremo della S. Croce a Corazzo. Arrivati all’Ere-mo ci ha accolti Suor Ro-setta, come sempre, con un sorriso e una squisita accoglienza. Suor Rosetta ha dato inizio al nostro ritiro con riflessioni sulla Penitenza, tema scelto insieme al nostro parroco. Nella sua esposizione ha sottolineato come la so-cietà di oggi si potrebbe paragonare alla Torre di Babele del Vecchio Testa-mento, in quanto la nostra è la società dell’apparen-za, dei segni, degli eventi temporali. Non sappiamo ritrovare il gusto vero del-la vita, ecco che Dio ci dà l’opportunità in questo tempo di Quaresima di rinnovarci dentro, chie-dendo perdono delle no-stre azioni. La Quaresima,

quaranta giorni che prece-dono la Pasqua, come il

periodo dell’ Avvento, è un periodo di attesa, atte-sa come evento che ci porta a trovare il silenzio dentro di noi, di incontrar-ci con noi stessi, di incon-trarci con Dio. La società di oggi è inebriata dalla televisione spazzatura, di violenza verbale e mate-riale, di gesti; abbiamo quindi bisogno di incon-trarci con noi stessi, met-tendoci in ascolto di quel-lo che Dio ha da dirci. In questo intenso periodo che precede la Pasqua, ecco l’importanza del di-

giuno: digiunare dalla televisione, dalle parole

inutili, dalle cose super-flue per nutrirci della relazione con Dio, del dialogo con le persone che ci sono vicine e del-l’aiuto che ognuno di noi può dare al nostro prossi-mo nel momento del biso-gno. Abbiamo bisogno di attingere ad ogni parola che esce dalla Parola di Dio. La Quaresima quindi non è un periodo triste ma un’occasione favorevole per riscoprire che Dio ci aspetta sempre e che non ha mai smesso di volerci bene.

Questi temi poi nel tardo pomeriggio sono stati maggiormente am-pliati, insieme al nostro parroco, attraverso la vi-sione di tre filmati, che ci hanno fornito alcune piste di riflessione: sul Perdo-no: “Amate anche i vo-stri nemici”, sulla Solida-rietà” Siamo noi le mani di Cristo” e sulla Soffe-renza “Ognuno prenda la sua croce e mi segua”. I gruppi di lavoro, costituiti dopo il video, hanno dato poi a tutti i componenti del gruppo l’opportunità di esprimere con la propria esperienza di vita uno scambio di riflessioni e opinioni per-sonali sulle tematiche pro-poste. In serata dopo una breve preghiera personale nella piccola cappella, abbiamo condiviso il mo-mento della cena, anche questo un momento di aggregazione del gruppo.

Marisa Devona

IL GRUPPO DI PREGHIERA DI “PADRE PIO” IN RITIROIL GRUPPO DI PREGHIERA DI “PADRE PIO” IN RITIROIL GRUPPO DI PREGHIERA DI “PADRE PIO” IN RITIROIL GRUPPO DI PREGHIERA DI “PADRE PIO” IN RITIRO

Dopo l'e-sperienza vissuta nel 1984 e nel 1989 Papanice si appresta a rivivere il dramma della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo. La rappre-sentazione è stata voluta fortemente dal par-roco di Papanice Don An-gelo Elia e da tutto il Consiglio Pastorale Par-rocchiale.

Questa nuova ed emozionante avventura è curata e diretta magistral-mente dal sig. Rino Bor-relli, il quale segue e con-

siglia tutti i parte-cipanti con entu-siasmo e traspor-tabilità nella fede nel Signore. N e l l e vesti di Gesù Cri-sto si cimenterà M a s s i m i l i a n o Abruzzino, men-tre nei panni della

Madonna si calerà Palmi-na Dragone. Nell'intera rap-presentazione sono coin-volti 21 personaggi e 40

comparse. Tutti i parteci-panti si stanno preparando con impegno e devozione da più di due mesi per la riuscita della stessa. La rappresenta-zione si svolgerà per le strade del paese venerdì 10 Aprile alle ore 17 in occasione del venerdì Santo. Si invita tutta la popolazione a partecipar-vi.

Paola Emanuele

Dopo 20 anni la Parrocchia SS. AA. Pietro e Paolo in Papanice ripropone:

LA PASSIONE E MORTE DI N. S. GESU' CRISTOLA PASSIONE E MORTE DI N. S. GESU' CRISTOLA PASSIONE E MORTE DI N. S. GESU' CRISTOLA PASSIONE E MORTE DI N. S. GESU' CRISTO

una rappresentazione scenica per le vie del paese

8888 POETA IN ERBAPOETA IN ERBAPOETA IN ERBAPOETA IN ERBA

GIOCOGIOCOGIOCOGIOCO

La croceLa croceLa croceLa croce

Un’aria mistica t’avvolge

fin dentro l’anima,

e la quiete irradiata

da quei giorni mesti

svanisce al soave e

altisonante primo suon

di campane a festa.

È Pasqua! È risorto!

E la mente vola a Lui…

lì su, coronato di spine

e inchiodato alla croce

fra ladroni, anch’essi

figli di un unico Padre,

reo dei nostri peccati.

Il cuore, frattanto,

divien piccino, e il

rimorso dei peccati si

ritorce dentro senza tregua…

vorresti essere: bambino o

centurione… per affermare:

È Lui, il vero Re dei Giudei!

INNO A DIOINNO A DIOINNO A DIOINNO A DIO Cielo, mare stelle dorate, che cosa, Signore, non hai creato. Signore del mondo, Dio della vita, Tu mi conduci sempre in salita. La tua bontà e il tuo amore mi dicono sempre: “dona il tuo cuore”. E io non chiedo niente di più che camminare come vuoi Tu.

Emanuela CarellaEmanuela CarellaEmanuela CarellaEmanuela Carella

C r u c i v e r b a

C r u c i v e r b aC r u c i v e r b aC r u c i v e r b a

♦ Settimana Santa, vedi sul retro di questa pagina.

♦ Mercoledì 15 aprile ore 18.00 Incontro con i catechisti.

♦ Mercoledì 6 maggio ore 18.00 Consiglio Pastorale Parroc-chiale.

♦ Venerdì 8 maggio ore 12.00 Supplica alla Madonna di Pom-pei.

♦ Domenica 24 maggio ore 10.30 Prima Comunione - classe V A.

♦ Domenica 7 giugno ore 10.30 Prima Comunione - classe V B.

AGENDAAGENDAAGENDAAGENDA Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Il Consiglio Pastorale Parrocchiale

I n v i t a : I n v i t a : I n v i t a : I n v i t a :

♦ I Gruppi dell’Oratorio S. Pantaleone: Cometa,

Arcobaleno e Sport con relativa famiglia;

♦ Le classi del catechismo con relativa famiglia;

♦ Gli Operatori Pastorali;

♦ Il Coro Parrocchiale;

♦ I personaggi della Passione di

Cristo;

♦ Tutti quelli che ne hanno piacere.

A partecipare tutti insieme al

PIC - NIC di PASQUETTA

Che si terrà lunedì 13 aprile con partenza a piedi alle 9.30 dalla Chiesa Parrocchiale con destina-

zione la Pineta sulla via per Cutro.

P. S.P. S.P. S.P. S. Porta con te il tuo cesto da pic - nic e qualche gioco di società.

N. B.N. B.N. B.N. B. Tutti i ragazzi di età inferiore ai 13 anni de-vono essere obbligatoriamente accompagnati da un familiare adulto.

AVVISIAVVISIAVVISIAVVISI 9999

REDAZIONE Don Angelo Elia Pasquale Paglia

La Redazione e i collaboratori del Giornalino Parrocchiale

augurano a tutti Voi

Visita il sito

della nostra Parrocchia

dove potrai trovare tante

cose

interessanti e anche i

numeri passati del Giornal

ino

“La Magnifica Cometa”

� 5 aprile. Domenica delle Palme − Ore 8.00 S. Messa alla Chiesa della Pietà. − Ore 10.30 Raduno davanti alla Chiesa della Pietà per la Benedizione delle Palme; segue la processio-

ne fino alla Chiesa Parrocchiale. − Ore 11.00 Solenne liturgia Eucaristica della Passione del Signore. − Ore 18.30 S. Messa.

~~~~ � 7 aprile. Martedì Santo − Ore 7.30 S. Messa. − Ore 17.30 S. Messa. − Ore 18.00 Confessioni per tutti.

~~~~ � 9 aprile. Giovedì Santo (Giorno del servizio dell’amore) − Ore 9.00 S. Messa Crismale (Cattedrale di Crotone, concelebrata dall’Arcivescovo e da tutti i presbi-

teri della Diocesi).

− Ore 17.30 S. Messa “nella Cena del Signore”“nella Cena del Signore”“nella Cena del Signore”“nella Cena del Signore” ♦ Processione d’ingresso con gli Oli Santi; ♦ Lavanda dei piedi. − Ore 21.00 Veglia Eucaristica.

~~~~ � 10 aprile. Venerdì Santo (Giorno di grande digiuno e astinenza) − Ore 16.00 Celebrazione della Passione del SignorePassione del SignorePassione del SignorePassione del Signore � Liturgia della Parola; (con la lettura della Passione secondo Marco);

� Adorazione della S. Croce di N. S. Gesù Cristo; � Comunione Eucaristica; � Segue la Rappresentazione scenica della “Passione e morte di N. S. Gesù Cristo”“Passione e morte di N. S. Gesù Cristo”“Passione e morte di N. S. Gesù Cristo”“Passione e morte di N. S. Gesù Cristo” (per le vie: Piazza Europa, S. Pantaleone, Pietà, viale Calabria).

~~~~ � 11 aprile. Sabato Santo (Giorno di silenzio e di digiuno volontario) − Ore 23.00 Inizio della grande Veglia PasqualeVeglia PasqualeVeglia PasqualeVeglia Pasquale, , , , la madre di tutte le notti.la madre di tutte le notti.la madre di tutte le notti.la madre di tutte le notti. � Lucernario – Benedizione del fuoco e accensione del Cero; � Liturgia della Parola; (rievocazione delle opere meravigliose di Dio per il suo popolo). � Liturgia Battesimale; � Liturgia Eucaristica.

~~~~ � 12 aprile. DOMENICA DI PASQUA – Sante Messe come ogni domenica (ore 8.00 - 11.00 - 18.30)

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N.B. In tutti i pomeriggi della settimana il parroco è disponibile per le confessioni.

Due Due Due Due angeli angeli angeli angeli dissero dissero dissero dissero

alle alle alle alle donne: donne: donne: donne: “Perché “Perché “Perché “Perché cercate cercate cercate cercate

tra i tra i tra i tra i morti morti morti morti colui colui colui colui che è che è che è che è vivo? Non è qui, è risuscitato…” vivo? Non è qui, è risuscitato…” vivo? Non è qui, è risuscitato…” vivo? Non è qui, è risuscitato…” (Lc. 24, 5(Lc. 24, 5(Lc. 24, 5(Lc. 24, 5----6)6)6)6)