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Il conflitto tra Olaf il Santo e Canuto il Grande nelle cronache e negli annali danesi dei secoli XII-XIV* 1. Olaf Haraldsson: vichingo, re, santo Olaf Haraldsson il Santo (Óláfr inn helgi in norreno) è certamente una delle figure di spicco del medioevo norvegese: re dal 1015 al 1030, governò la Norvegia in un momento cruciale, unificandola per la prima volta 1 e imprimendo una svolta decisiva al processo di cristianiz- zazione del paese, iniziato nella seconda metà del X secolo e sostenu- to con particolare energia dal suo predecessore Olaf Tryggvason (re dal 995 al 999/1000) 2 . Nel 1028, in seguito alla ribellione dei suoi sud- diti, Olaf fuggì in Russia abbandonando il regno nelle mani di Canuto il Grande (Knútr inn ríki in norreno), re di Danimarca e Inghilterra, quin- di, nel tentativo di riconquistare la corona, cadde in battaglia il 29 luglio 1030; un anno dopo, il 3 agosto 1031, in virtù dei numerosi miracoli verificatisi nei pressi della sua sepoltura, il vescovo Grimkell ne procla- * Il presente articolo costituisce la versione riveduta e ampliata del terzo capitolo della mia tesi di laurea magistrale intitolata «Beatissimus Tyrannus. Storia di re Olaf II di Norvegia», sostenuta presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni del- l’Università Sapienza di Roma. Tutte le traduzioni sono mie, salvo dove diversamente specificato; nei vocaboli norreni qui citati il grafema della o caudata (ǫ) è reso con il moderno ö. 1 Benché le saghe islandesi attribuiscano ad Haraldr hárfagri («chiomabella») l’uni- ficazione della Norvegia, la storiografia odierna è sostanzialmente unanime nell’attri- buire questa impresa a Olaf Haraldsson: si veda C. Krag, The creation of Norway, in The Viking World, cur. S. Brink, London-New York 2008, pp. 645-651: 645-647; si veda anche S. Bagge - S.W. Nordeide, The kingdom of Norway, in Christianization and the rise of christian monarchy. Scandinavia, Central Europe and Rus’ c. 900-1200, cur. N. Berend, Cambridge 2007, pp. 121-166: 128-129. 2 Si veda in particolare L. Musset, La pénétration chrétienne dans l’Europe du nord, in La conversione al cristianesimo nell’Europa dell’alto Medioevo. Settimane di studio del Centro italiano di studi sull’alto Medioevo, XIV (14-19 aprile 1966), Spoleto 1967, pp. 263- 326: 310-311. © ISIME - Tutti i diritti sono riservati È vietata la riproduzione D'Angelo_bullettino 28/01/15 10:48 Pagina 1

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Bozze dell'articolo pubblicato sul Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo

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  • Il conflitto tra Olaf il Santo e Canuto il Grande nellecronache e negli annali danesi dei secoli XII-XIV*

    1. Olaf Haraldsson: vichingo, re, santo

    Olaf Haraldsson il Santo (lfr inn helgi in norreno) certamenteuna delle figure di spicco del medioevo norvegese: re dal 1015 al 1030,govern la Norvegia in un momento cruciale, unificandola per laprima volta1 e imprimendo una svolta decisiva al processo di cristianiz-zazione del paese, iniziato nella seconda met del X secolo e sostenu-to con particolare energia dal suo predecessore Olaf Tryggvason (redal 995 al 999/1000)2. Nel 1028, in seguito alla ribellione dei suoi sud-diti, Olaf fugg in Russia abbandonando il regno nelle mani di Canuto ilGrande (Kntr inn rki in norreno), re di Danimarca e Inghilterra, quin-di, nel tentativo di riconquistare la corona, cadde in battaglia il 29 luglio1030; un anno dopo, il 3 agosto 1031, in virt dei numerosi miracoliverificatisi nei pressi della sua sepoltura, il vescovo Grimkell ne procla-

    * Il presente articolo costituisce la versione riveduta e ampliata del terzo capitolodella mia tesi di laurea magistrale intitolata Beatissimus Tyrannus. Storia di re Olaf II diNorvegia, sostenuta presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni del -lUniversit Sapienza di Roma. Tutte le traduzioni sono mie, salvo dove diversamentespecificato; nei vocaboli norreni qui citati il grafema della o caudata () reso con ilmoderno .

    1 Bench le saghe islandesi attribuiscano ad Haraldr hrfagri (chiomabella) luni-ficazione della Norvegia, la storiografia odierna sostanzialmente unanime nellattri-buire questa impresa a Olaf Haraldsson: si veda C. Krag, The creation of Norway, in TheViking World, cur. S. Brink, London-New York 2008, pp. 645-651: 645-647; si vedaanche S. Bagge - S.W. Nordeide, The kingdom of Norway, in Christianization and the rise ofchristian monarchy. Scandinavia, Central Europe and Rus c. 900-1200, cur. N. Berend,Cambridge 2007, pp. 121-166: 128-129.

    2 Si veda in particolare L. Musset, La pntration chrtienne dans lEurope du nord, inLa conversione al cristianesimo nellEuropa dellalto Medioevo. Settimane di studio del Centroitaliano di studi sullalto Medioevo, XIV (14-19 aprile 1966), Spoleto 1967, pp. 263-326: 310-311.

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  • m la santit, traslando la salma nella citt di Nidaros/Trondheim.Infine, dopo la creazione dellarcidiocesi di Nidaros (1152/1153), Olafinn helgi fu riconosciuto rex perpetuus Norvegiae.Le pi antiche testimonianze sulla vita di questo re risalgono alla

    seconda met dellXI secolo e sono quelle fornite dal monaco norman-no Guglielmo di Jumiges nei Gesta Normannorum Ducum (c. 1060-1070)e dal chierico tedesco Adamo di Brema nei Gesta Hammaburgensis EcclesiaePontificum (c. 1073/1076): da loro sappiamo che Olaf, prima di conqui-stare la corona norvegese, prese parte a spedizioni vichinghe inInghilterra e in Francia e ricevette il battesimo a Rouen3. Tra la secondamet dellXI secolo e linizio del XII furono compilati gli annali delleredazioni C, D, E e F della Cronaca Anglosassone, in cui troviamo informa-zioni sugli ultimi anni di regno di re Olaf4; questi annali anglosassonicostituirono la fonte principale per le opere di tre chierici inglesi, redat-te tra il 1125 e il 1155: si tratta dei Gesta regum Anglorum di Guglielmo diMalmesbury, della Historia Anglorum di Enrico di Huntingdon e delChronicon di Giovanni di Worcester. I tre cronisti aggiungono alcuni det-tagli fondamentali per comprendere meglio le circostanze che viderocontrapposti Olaf e Canuto, come ad esempio la corruzione dei magna-ti norvegesi compiuta da Canuto nel 10275. Le prime testimonianze

    3 Guglielmo racconta delle scorrerie di Olaf in Inghilterra e in territorio franco,del suo battesimo a Rouen e della santit del re, proclamata subito dopo la sua morte:cfr. The Gesta Normannorum Ducum of William of Jumiges, Orderic Vitalis and Robertof Torigni, ed. and transl. E.M.C. van Houts, II, Oxford 1995, pp. 20-28. Le impreseinglesi di Olaf sono narrate anche da Adamo, il quale si sofferma inoltre sulla duratu-ra ostilit tra Olaf e Canuto il Grande, sulla lotta del re norvegese contro i pagani, sulsuo martirio per mano dei suoi stessi sudditi e sui miracoli che si verificavano pressola sua tomba a Trondheim: cfr. Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi della Chiesa diAmburgo, ed. I. Pagani, Torino 1996, pp. 228-229, 244-247, 250-259, 482-485. Agli anniSessanta del secolo XI risalgono anche alcuni libri liturgici anglosassoni che testimo-niano la precoce diffusione del culto di Olaf inn helgi al di fuori della Norvegia: cfr. E.Bull, The cultus of Norwegian saints in England and Scotland, Saga-book of the VikingSociety for Northern Research, 8 (1913-1914), pp. 135-148: 140-141 e B. Dickins, Thecult of S. Olave in the British Isles, ibid., 12 (1945), pp. 53-80: 56-57.

    4 Vi leggiamo della battaglia di Helge (il Fiume sacro, in Scania) tra Canuto egli svedesi (Olaf, per, non vi menzionato), della successiva spedizione condotta dalre danese in Norvegia, dellesilio forzato di re Olaf, della sua uccisione da parte deisuoi sudditi e della sua pressoch immediata canonizzazione: cfr. The Anglo-SaxonChronicle according to the several original authorities, ed. B. Thorpe, London 1861, I, pp. 289-291 (rist. Millwood 1964).

    5 The Chronicle of John of Worcester. II. The annals from 450 to 1066, edd. R. R.Darlington - P. McGurk, tradd. J. Bray - P. McGurk, Oxford 1995, p. 510; Henry of

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  • norvegesi scritte su Olaf il Santo giunte fino a noi risalgono alla secon-da met del XII secolo6: il poema Geisli (Raggio di sole) datato1152/1153, in cui fornito un elenco di miracoli compiuti dal santo7;lopera agiografica Passio et miracula Beati Olavi, attribuita, almeno nellasua redazione pi lunga, a Eystein Erlendsson, arcivescovo di Nidaros,e composta probabilmente tra il 1180 e il 11838; infine i cosiddettisinottici norvegesi, ovvero la Historia Norwegie (c. 1150-1175), laHistoria de antiquitate regum Norwagensium del monaco Teodorico (c.1177-1188) e lgrip af Nregskonungasgum (Compendio delle saghedei re di Norvegia, c. 1200)9. Tra la fine del XII secolo e la prima metdel XIII videro quindi la luce una serie di saghe sulla vita di re OlafHaraldsson: della pi antica, ribattezzata Saga antica di santOlaf (c.1200), rimangono solo alcuni frammenti e su di essa si basato lano-nimo autore della Saga leggendaria di santOlaf (inizio XIII sec.), coschiamata perch contiene materiale di derivazione agiografica; al 1220risale invece la raccolta di konungasgur (saghe dei re) detta Fagrskinna(la Bella pergamena); infine lislandese Snorri Sturluson, nel 1225circa, compose la saga dagli studiosi chiamata Saga separata di santOlaf,

    Huntigdon, Historia Anglorum, ed. e trad. D. Greenway, Oxford 1996, p. 364; Williamof Malmesbury, Gesta regum Anglorum, ed. e trad. M. Winterbottom, I, Oxford 1998,pp. 322-324. La notizia della corruzione dei norvegesi ad opera di Canuto riportatada Giovanni di Worcester.

    6 In realt dalle saghe sappiamo che i primi a cimentarsi nella stesura di una sto-ria dei re di Norvegia furono gli islandesi Smundr Sigfsson e Ari orgilsson nellaprima met del XII secolo; entrambe le loro opere sono per andate perdute: cfr. T.M.Andersson, Kings Sagas (Konungasgur), in Old Norse-Icelandic literature: a critical guide, cur.C. Clover - J. Lindow, Ithaca - London 1985, pp. 197-238: 198-201. Il passaggio dal-loralit alla scrittura, avvenuto in Scandinavia nel corso del XII secolo, una direttaconseguenza della conversione al cristianesimo religione del libro per definizione verificatasi tra X e XI secolo: cfr. . Ommundsen, The beginnings of nordic scribal cul-ture, ca 1050-1300. Report from a Workshop on Parchment Fragments, Bergen 28-30 October2005, Bergen 2006, pp. 42-43.

    7 Einarr Sklasons Geisli. A critical edition, ed. M. Chase, Toronto - Buffalo - London2005, pp. 49-121.

    8 La Passio divisa in una prima sezione dedicata alla vita di Olaf e una secondasezione contenente un lungo elenco di miracoli da lui compiuti: cfr. Passio et miraculaBeati Olavi, ed. F. Metcalfe, Oxford 1881.

    9Historia Norwegie, edd. I. Ekrem - L.B. Mortensen, Copenaghen 2003; Theodoricusmonachus, Historia de antiquitate regum Norwagiensium, in Monumenta Historica Norwegiae, ed.G. Storm, Christiania (Oslo) 1880, pp. 1-69; grip af Nregskonungasgum, ed. e trad. M.J.Driscoll, London 2008.

    IL CONFLITTO TRA OLAF IL SANTO E CANUTO IL GRANDE 3

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  • che and poi a costituire il nucleo di unaltra raccolta di konungasgur, laHeimskringla, realizzata dallo stesso Snorri tra il 1230 e il 1235 circa10.Data limportanza che questo santo ha avuto nel medioevo fu

    uno dei santi pi venerati in tutto il Nord Europa e continua ad averenel presente come patrono della Norvegia11, la storiografia modernaha dedicato molto spazio allo studio delle fonti sulla sua vita e, soprat-tutto, delle relazioni che intercorrono tra loro12; accanto a questo gene-re di studi, la figura di Olaf stata inoltre inserita nel pi generale temadella regalit sacra e della santit regale13. Per quanto riguarda le

    FRANCESCO DANGELO

    10 I frammenti della Saga antica sono stati pubblicati da Gustav Storm: Otte brud-stykker af den ldste saga om Olav den Hellige, ed. G. Storm, Christiania (Oslo) 1893; perla Saga leggendaria si veda lfs saga hins Helga. Die Legendarische Saga ber Olaf denHeiligen, edd. e tradd. A. Heinrichs et al., Heidelberg 1982. Per la Fagrskinna si vedaFagrskinna: Nregs konunga tal, in grip Fagurskinna, edd. B. Einarsson, Reykjavk 1985(slenzk fornrit, 29), pp. 55-373. Per la Saga separata si veda Saga lfs hins Helga. Denstore saga om Olav den Hellige, edd. O.A. Johnsen - J. Helgason, 2 voll., Oslo 1941. Lasaga di santOlaf nella Heimskringla in Snorri Sturluson, Heimskringla, ed. B.Adalbjarnarson, II, Reykjavk 20023 (slenzk fornrit, 27). Di unaltra Saga di Olaf ilSanto, redatta attorno al 1220 e forse opera dellislandese Styrmir Karason, rimango-no solo alcuni frammenti conservati nel manoscritto del Flateyjarbk: cfr. A. Heinrichs,lfs saga helga, in Medieval Scandinavia. An encyclopedia, cur. M. Pulsiano et al., New York- London 1993, pp. 447-448: 448.

    11 Dalla fine degli anni Novanta del XX secolo la figura di Olaf inn helgi stataoggetto di un revival, non scevro da finalit turistiche, incentrato sulla riscoperta dellevie di pellegrinaggio verso la tomba del santo, a Trondheim, e dellantica festa disantOlaf (Olavsmssa) celebrata il 29 luglio: si veda On the pilgrim way to Trondheim, cur.S. Thue, Trondheim 20082.

    12 In due suoi contributi, Alistair Campbell ha proposto un confronto tra le fontianglo-normanne e i versi scaldici su Olaf contenuti nelle saghe, fornendo una rico-struzione assai convincente delle sue scorrerie vichinghe in Inghilterra: cfr. A.Campbell, Appendix III, in Encomium Emmae Reginae, ed. e trad. Campbell, London1949 (rist. 1998), pp. 66-91: 73-82; si veda anche Campbell, Skaldic verse and Anglo-Saxon history, London 1971, pp. 8-12. Per quanto riguarda le relazioni tra i sinotticinorvegesi e le saghe dei re resta ancora fondamentale larticolo di Andersson, Kingssagas cit., pp. 197-238. Pi recentemente Sverre Bagge ha concentrato la sua indaginesulla Historia del monaco Teodorico, sulla Saga leggendaria e sulla Saga di santOlaf nellaHeimskringla: cfr. Bagge, Warrior, King and Saint: the medieval histories about St. lfrHaraldsson, The Journal of English and Germanic Philology, 109/3 (2010), pp. 281-321. Su Adamo di Brema, Guglielmo di Jumiges e le fonti scandinave su Olaf si vedainvece S. Coviaux, Norvge et Normandie au XIe sicle, Annales de Normandie, 55/3(2005), pp. 195-211.

    13 Si veda K. Gorski, Le roi-saint: un problme didologie fodale, Annales.Economies, socits, civilisations, 24/2 (1969), pp. 370-376; T. Nyberg, Les royautsscandinaves entre saintet et sacralit, in La royaut sacre dans le monde chrtien. Actes du col-

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  • fonti, allindagine approfondita delle opere anglo-normanne e islande-si/norvegesi non ha fatto da contraltare, finora, un esame altrettantoattento ed organico del ritratto del re quale emerge dalle cronache edegli annali provenienti dalla Danimarca14, patria di quel Canuto ilGrande che fu acerrimo nemico di Olaf il Santo e che proprio sottra-endo a questultimo la Norvegia pot realizzare quello che gli storicihanno ribattezzato limpero del Nord15. Proprio questa particolarecategoria di testimonianze sar oggetto del presente articolo, che sipropone di dare maggiore spessore alla figura di questo re santo e indi-viduare eventuali discrepanze rispetto a quanto invece tramandatodalle altre tradizioni a noi note.

    2. Lincontro/scontro tra Olaf inn helgi e Canuto inn rki

    Con i sinottici norvegesi e le saghe islandesi la vita di Olaf innhelgi si arricchisce di particolari e di dettagli a volte dei pi minuti iquali, pur con le dovute cautele16, vanno a colmare le lacune presentinelle fonti pi antiche; le saghe, inoltre, hanno conservato moltissimi

    loque de Royaumont (mars 1989), cur. A. Boureau - C.S. Ingerflom, Paris 1992, pp.63-69.

    14 Leccezione costituita dagli studi sui Gesta Danorum di Saxo Grammaticus. Inmerito si veda C. Del Zotto, Paradigmi agiografici nella storiografia medievale sulla conversionedella Scandinavia, Rivista di cultura classica e medioevale, 47 (2005), pp. 361-384: 375-376; si veda inoltre K. Friis-Jensen, Olav den hellige hos Saxo, in Olavslegenden og den latin-ske historieskrivning i 1100-tallets Norge, cur. I. Ekrem - L.B. Mortensen - K. Skovgaard-Petersen, Kobenhavn 2000, pp. 250-262, e anche Bagge, Fortelling, makt og politikk hosSaxo og Snorre, in Saxo og Snorre, cur. J.G. Jrgensen - K. Friis-Jensen E. Mundal,Kobenhavn 2010, pp. 167-185.

    15 A ci si aggiunga che in Norvegia e in Inghilterra il culto di Olaf inn helgi fuinizialmente promosso e sostenuto proprio da Canuto e da suo figlio Sven, i quali spe-ravano, cos facendo, di privarlo della sua componente politica e di evitare linsorgeredi sentimenti antidanesi nella popolazione: cfr. M. Townend, Kntr and the cult of St.lfr: poetry and patronage in eleventh-century Norway and England, Viking and MedievalScandinavia, 1 (2005), pp. 251-279.

    16 Difatti, data la natura della fonte e la sua distanza temporale dagli eventi nar-rati, non sempre facile la distinzione tra una informazione autentica, tramandatasipressoch immutata fino allepoca della stesura della saga, e una informazione inven-tata dallautore oppure giunta a lui gi manipolata e artefatta: si veda M. Scovazzi, LaSaga di Hrafnkell e il problema delle saghe islandesi, Brescia 1960, pp. 286-291 e il pi recen-te e aggiornato contributo di T.M. Andersson, The growth of medieval icelandic sagas (1180-

    IL CONFLITTO TRA OLAF IL SANTO E CANUTO IL GRANDE 5

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  • versi attribuiti agli scaldi di re Olaf e composti durante il suo regno onegli anni successivi alla sua morte. Questi versi, bench non sempredi facile interpretazione, hanno contribuito a far luce su alcuni punti inmerito ai quali le varie fonti esistenti forniscono poche informazioni oaddirittura si contraddicono tra loro. Tra i numerosi momenti della vitadi questo re che hanno rappresentato, per gli studiosi, dei problemi didifficile soluzione, due sono quelli che lo videro contrapporsi a Canutoil Grande, re di Danimarca e di Inghilterra. Il primo concerne le spe-dizioni vichinghe in Inghilterra cui Olaf prese parte negli anni com-presi tra il 1009 e il 1015: secondo il monaco Teodorico, la Fagrskinnae Snorri Sturluson, il norvegese fu alleato di Etelredo II contro gliinvasori danesi guidati prima da Sven Tjguskegg (Barbaforcuta) e poida suo figlio Canuto, mentre per Guglielmo di Jumiges, seguitodallHistoria Norwegie, dallgrip e da Saxo Grammaticus, Olaf si sareb-be schierato al fianco di Canuto il Grande. Tra questi due estremi sicollocano la Saga leggendaria, secondo la quale il re avrebbe alternativa-mente combattuto in entrambi gli schieramenti, e Adamo di Brema, ilquale annovera Olaf tra gli alleati di re Sven17. Grazie ai poemiVikingarvsur e Hfulausn rispettivamente di Sigvat rarson ettar svarti (il Nero), scaldi di re Olaf Haraldsson stato possibi-le ricostruire gli eventi degli anni 1009-1015, confrontando le informa-zioni presenti nei versi scaldici con quelle riferite, in particolare, dallaCronaca Anglosassone e da Guglielmo di Jumiges18. Linterpretazioneoggi accettata dalla maggior parte degli studiosi la seguente: tra il1009 e il 1012 Olaf fu effettivamente al fianco degli eserciti danesi gui-dati da Thorkell lAlto (menzionato sia dalla Cronaca Anglosassone siadalle saghe), ma lasci lInghilterra dopo che re Etelredo, dietro paga-mento di un tributo, giunse a una pacificazione con lo stesso Thorkell.Tra il 1012 e il 1013 il capo norvegese guid i suoi uomini in scorri-

    FRANCESCO DANGELO

    1280), Ithaca (NY) 2006, pp. 3-11. Sulla struttura della poesia scaldica e sulla sua atten-dibilit come fonte si veda L. Koch, Gli scaldi. Poesia cortese depoca vichinga, Torino 1984,pp. VII-XXXI e M. Gabrieli, Le letterature della Scandinavia, Firenze - Milano 1969, pp.37-62.

    17 Bagge, Warrior cit., p. 288.18 I due poemi enumerano le battaglie combattute allestero da Olaf prima di

    diventare re di Norvegia: cfr. C. Fell, Vikingarvsur, in Speculum norrnum: norse studies inmemory of Gabriel Turville-Petre, cur. U. Dronke et al., Odense 1981, pp. 106-122; si vedainoltre J. Grove, Recreating Tradition: Sigvatr rarsons Vikingarvsur and ttar svartisHfulausn, in austrvega. Saga and East Scandinavia. Preprint papers of the 14th

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  • bande e saccheggi lungo le coste iberiche e francesi, quindi, alla finedel 1013, si ferm a Rouen, in Normandia, dove fu battezzato e doveincontr re Etelredo, il quale si era rifugiato presso il duca Riccardo II,suo parente: lInghilterra era infatti caduta nelle mani di SvenBarbaforcuta, giunto quello stesso anno dalla Danimarca alla testa diun grosso esercito. La morte di Sven, avvenuta nel febbraio del 1014,spinse Etelredo a intraprendere la riconquista del regno, stavolta conlaiuto di Olaf; alla fine del 1014, o pi probabilmente nel 1015, dopoaver definitivamente respinto gli invasori danesi, il giovane norvegeseabbandon le isole britanniche e fece vela verso la Norvegia. Egli dun-que non era pi sul suolo inglese quando, nel 1015, Canuto il Grandevi giunse con la sua flotta, n, tantomeno, nel 1017, quando il danesefu riconosciuto re dInghilterra19. La difformit delle tradizioni sullapresenza di Olaf in Inghilterra fu dovuta con ogni probabilit alla con-fusione ingeneratasi, nei cronisti, tra le tre ondate di invasioni danesi guidate rispettivamente da Thorkell, Sven e Canuto che colpirono ilregno anglosassone tra il 1009 e il 1017, ma anche allincapacit mani-festata da alcuni autori delle saghe nellinterpretare correttamente iversi scaldici sulle imprese militari del re norvegese.Il secondo episodio che ha suscitato differenti interpretazioni tra

    gli studiosi quello che vide i due sovrani impegnati nella battaglia diHelge, o battaglia del Fiume Sacro, cos chiamata dal nome del fiumesituato nella Scania orientale alla foce del quale si svolse la grande bat-taglia navale tra la flotta anglo-danese di Canuto e quelle norvegese esvedese guidate dai re Olaf Haraldsson e Anund Jakob20. Sui fatti di

    International Saga Conference, Uppsala, 9th - 15th August 2009, cur. A. Ney - H.Williams - F. Charpentier Ljungqvist, Gvle 2009, I, pp. 327-335. Sulla corrisponden-za tra i versi scaldici e le fonti anglo-normanne si veda Campbell, Skaldic verse cit., pp.8-12.

    19 Sulla ricostruzione delle vicende che videro Olaf protagonista in Inghilterra siveda Campbell, Appendix III cit., pp. 73-82 e soprattutto O. Tveito, lfr Haraldssonunge r og relasjonen til engelsk kongemakt. Momenter til et crux interpretum, CollegiumMedievale, 21 (2008), pp. 158-181. Minoritaria , invece, linterpretazione che vuoleOlaf effettivamente alleato di Canuto; in merito si veda O. Moberg, Olav Haraldsson,Knut den Store och Sverige, Lund 1941, pp. 25-87.

    20 La Scania una regione dellodierna Svezia meridionale, a quel tempo sotto ildominio danese; lo stretto dellresund, a ovest, la divide dallisola di Sjlland. La cittdi Lund, oggi svedese ma nel medioevo sede della prima arcidiocesi danese, situatain questa regione. Sullisola di Sjlland (o Selandia) sorge invece la capitale danese,Copenaghen.

    IL CONFLITTO TRA OLAF IL SANTO E CANUTO IL GRANDE 7

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  • Helge le nostre fonti si dividono nuovamente, fornendo cronologie edettagli diversi tra loro. Da una parte, la tradizione anglo-normannariferisce, piuttosto sinteticamente, di una sconfitta di Canuto ad operadegli svedesi, guidati da due uomini chiamati Ulf ed Eilaf, e data la bat-taglia al 102521. Dallaltra parte, la tradizione norrena sostiene che aoriginare lo scontro fu lazione di Canuto, a quel tempo in Inghilterra:egli aveva accolto presso di s molti esuli norvegesi, insofferenti deimetodi autoritari di Olaf, e aveva cominciato i preparativi per condur-re una spedizione militare contro la Norvegia, sulla quale rivendicavala sovranit in quanto erede di Sven Tjguskegg22. Re Olaf, messo al cor-rente dellimminente minaccia, decise di anticipare le mosse del nemi-co e, insieme al re svedese Anund, suo alleato, port la guerra diretta-mente in Danimarca: luno attacc il Sjlland via mare, laltro la Scaniavia terra23. Larrivo di Canuto e della flotta anglo-danese cambi lesorti del conflitto, inizialmente favorevoli agli invasori, e costrinse idue alleati a ripiegare. Se gli svedesi non incontrarono ostacoli nel riti-rarsi attraversando la Scania, difficolt ben pi gravi sorsero per i nor-vegesi, i quali, per poter tornare in patria, avrebbero dovuto attraver-sare nuovamente lresund, il principale stretto che collega il Balticocon il mar di Norvegia, presidiato dalle navi di Canuto. Re Olaf deci-se perci di abbandonare la flotta e fare ritorno in Norvegia passandoper lentroterra, superando le boscose montagne che segnavano il con-fine con la Svezia, in un viaggio che si rivel lungo e fu reso proibiti-

    FRANCESCO DANGELO

    21 La datazione fornita dalla Cronaca Anglosassone: cfr. The Anglo-Saxon chroniclecit., pp. 289-291. Dei cronisti inglesi, Guglielmo di Malmesbury lunico a cambiarelesito della battaglia attribuendo la vittoria a Canuto: cfr. William of Malmesbury,Gesta regum cit., I, pp. 322-324. Secondo Edward Freeman e Alistair Campbell, Eilafpotrebbe essere un errore scribale per Olaf: cfr. E. Freeman, The history of the nor-man conquest of England, its causes and its results, I, Oxford 1877, p. 765; Campbell,Appendix III cit., p. 86.

    22 Dopo la caduta di Olaf Tryggvason (999/1000), avvenuta in battaglia controuna coalizione dano-svedese, la Norvegia era finita sotto il dominio di Sven Tjguskegge di Olaf Sktkonungr, re di Svezia: cfr. C. Krag, The early unification of Norway, in TheCambridge history of Scandinavia. I: Prehistory to 1520, cur. K. Helle, Cambridge 2003, pp.184-201: 193; si veda anche K. Winding, Storia della Danimarca, Pisa-Roma 1997, pp.25-26 (Kobenhavn 1961).

    23 Questa, in particolare, la versione di Snorri; la Saga leggendaria, invece, sostie-ne che lattacco alla Scania fu la reazione di Olaf al tentativo di Canuto di corrompe-re i magnati norvegesi. La Fagrskinna, infine, inverte lordine degli eventi, collocandola corruzione dei norvegesi dopo la battaglia di Helge: cfr. Bagge, Warrior cit., p. 309.

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    FraLinea

  • vo dallincalzare dellinverno. Bench le saghe non attribuiscano a nes-suno la vittoria a Helge, a uscirne meglio fu senza dubbio Canuto,mentre Olaf dovette fare i conti con le conseguenze interne del man-cato successo e con la capillare azione corruttrice che il re danese misein atto nei confronti di quei magnati norvegesi scontenti del lorosovrano. Stando alla cronologia ricostruita dagli studiosi, la battaglia sisarebbe verificata verso la fine dellanno 1026 e, dettaglio importante,le saghe menzionano un conte (norr.: jarl) danese di nome Ulf checombatt non con gli svedesi come affermato dalle fonti inglesi bens al fianco di Canuto. Secondo la tradizione norrena, Ulf era reg-gente in Danimarca per conto di Canuto e tutore del giovane CanutoIII (detto Canuto lArdito o Harthacnut), erede al trono; egli tent diusurpare il potere del re e per questo fu ucciso a Roskilde su ordine diCanuto. Secondo la Fagrskinna, il tradimento e lesecuzione di Ulfsarebbero avvenuti alcuni anni dopo la battaglia di Helge. SecondoSnorri, invece, il tradimento precedette la battaglia e fu seguito da unaimmediata riconciliazione tra i due: Ulf ottenne il perdono di Canutoe combatt con lui a Helge; tuttavia, poco tempo dopo, il re lo feceuccidere a Roskilde24.Lultimo atto dellannoso conflitto tra i due re si consum nel

    biennio 1028-1030: nella primavera-estate del 1028 il danese si presen-t in Norvegia alla testa di unimponente flotta reclutata nei suoi dueregni; Olaf allora decise di abbandonare il paese e fugg in Russia, tro-vando rifugio presso suo cognato Jaroslav il Saggio, gran principe diKiev. Canuto, impadronitosi del regno praticamente senza combattere,fece ritorno in Inghilterra, affidando il governo della Norvegia allo jarlHkon Eirksson e poi, alla morte di questi, a Sven, il figlio che Canutoegli aveva avuto da lgifu, sua prima moglie. Tra il 1029 e il 1030 Olaf,deciso a riconquistare il trono, rientr in patria con un esercito costi-tuito da norvegesi e svedesi, ma fu sconfitto e ucciso dai suoi stessisudditi nella battaglia di Stiklestad, il 29 luglio 1030. Tuttavia la durez-za del regime danese fece s che molti si pentissero di averne favoritolavvento e nel 1035, anno della morte di Canuto, i norvegesi cacciaro-

    24 Per la ricostruzione della battaglia di Helge secondo le diverse tradizioni siveda Campbell, Appendix III cit., pp. 82-87 e T. Bolton, The empire of Cnut the Great.Conquest and the consolidation of power in Northern Europe in the early eleventh century, Leiden-Boston 2009, pp. 235-237, 243-246. Sulla datazione della battaglia, tuttora incerta, siveda A. Kruhffer, When was the Battle of Helge?, in austrvega cit., I, pp. 536-544.

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  • no Sven e richiamarono in patria il giovane Magnus, figlio di quellOlafche da inn digri (il grosso) era ormai diventato inn helgi25.

    3. Cronache e annali danesi (sec. XII-XIII)

    Analogamente alla Norvegia, anche la Danimarca vide sorgere unapropria letteratura storiografica in lingua latina nel dodicesimo secolo.La pi antica cronaca danese il cosiddetto Chronicon Roskildense, risa-lente alla met del XII secolo e cos chiamato dagli studiosi per viadella probabile origine dellanonimo autore, che sembra essere statomolto vicino allambiente della cattedrale di Roskilde. La cronaca principalmente una narrazione della conversione della Danimarca alcristianesimo, dallarrivo del vescovo missionario Anscario nell826fino al 1040, con una successiva continuazione fino al 1157; particola-re attenzione data alle vicende dellarcidiocesi di Lund, la prima arci-diocesi scandinava, fondata nel 1103/110426. Gran parte della cronacadeve molto allopera di Adamo di Brema e ai suoi Gesta HammaburgensisEcclesiae Pontificum, su cui modellato il testo del Chronicon27. Lunicopasso per noi interessante quello che delinea linvasionedellInghilterra da parte di Canuto; lautore, dopo aver raccontato dellaconquista del regno inglese da parte di Sven Barbaforcuta, lallontana-mento di Etelredo e la successiva, repentina morte di Sven, cos con-tinua:

    Post cuius mortem Eadmundus, filius Adeldradi, quem Swenoexpulit, Kanutum, filium Svenonis, et Olavum, filium Olavi regisNorvegie, qui ibi obsides fuerant, in vincula coniecit. Qui de vinculiseius fugientes navi venerunt Bremam ibique a sancto Unwano,Bremensi archiepiscopo, fidem Christi susceperunt, et baptizatireversi sunt in Daniam28.

    FRANCESCO DANGELO

    25 Bolton, The empire of Cnut cit., pp. 262-271. Si veda anche Winding, Storia dellaDanimarca cit., p. 26.

    26 I. Skovgaard-Petersen, Chronicles (Denmark), in Medieval Scandinavia cit., pp. 80-81: 80.

    27 Ibid.28 Dopo la sua morte [i.e. di Sven], Edmondo, figlio di quellEtelredo che Sven

    aveva cacciato, gett in prigione Canuto, figlio di Sven, e Olaf, figlio di Olaf re diNorvegia, che erano ostaggi presso di lui. Questi, fuggiti dalle sue prigioni, giunsero a

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  • Si tratta di un brano estremamente confuso, basato sulla ricostru-zione degli eventi fatta da Adamo di Brema29: vero che Olaf (il quale,seguendo i Gesta, ritenuto figlio di Olaf Tryggvason) partecip allaprima invasione danese guidata da Thorkell e non dal padre diCanuto ma non troviamo in nessunaltra fonte linformazione cheCanuto e Olaf furono prima ostaggi e poi prigionieri di un re di nomeEdmondo. Ugualmente unico il resoconto del battesimo di Olaf aBrema, forse dedotto sempre da una affermazione di Adamo, secon-do cui Olaf invi il vescovo Grimkell come legato presso larcivesco-vo Unvano nel 1022/102330; si tratta del solo legame riscontrabile trail re norvegese e la chiesa di Brema, e potrebbe aver fatto pensare a unrapporto privilegiato con larcivescovo dovuto proprio al battesimo diOlaf. Evidente, infine, la confusione in merito ai re inglesi: contraria-mente a quanto affermato dallautore, Edmondo, figlio di Etelredo,non fu riconosciuto re prima della morte di suo padre nel 1016. Mapoco pi avanti, nello stesso capitolo VII, la cronaca sostiene che allamorte di Edmondo sal al trono suo figlio, un secondo Etelredo, e chequo audiens Kanutus, veteris iniurie non inmemor, quam pater eiussibi et Olavo intulerat, [] Angliam invasit31. Canuto (stavolta senzalaiuto di Olaf) si sarebbe trovato ad affrontare questo secondoEtelredo, il quale mor durante lassedio danese a Londra, lasciandocome erede il figlio Edoardo32. La successione al trono inglese, secon-do il Chronicon Roskildense, sarebbe dunque: Etelredo Edmondo Etelredo (II) Edoardo. Anche in questo caso la confusione fatta dalChronicon dovuta alle parole del canonico bremense: nel suo raccon-to Adamo afferma, giustamente, che Etelredo affront sia Sven

    Brema dove ricevettero la fede di Cristo da santUnvano, arcivescovo di Brema, e rice-vuto il battesimo ritornarono in Danimarca: Chronicon Roskildense, in Scriptores minoreshistoriae Danicae medii aevi, ed. M.C. Gertz, I, Kobenhavn 1917, cap. VII, p. 20.

    29 Suein rex Danorum atque Nortmannorum (...) classe magna transfretavit inAngliam, ducens secum filium suum Chnud et Olaph (Sven, il re dei Danesi e deiNormanni, fece vela verso lAnglia con una grande flotta portando con s suo figlioCanuto e Olaf, trad. I. Pagani): Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi cit., pp. 228-229.

    30 Ibid., pp. 252, 484.31 Quando seppe ci, Canuto, non dimentico dellantica offesa che il padre di

    Etelredo aveva arrecato a lui e a Olaf, [] invase lInghilterra: Chronicon Roskildensecit., cap. VII, p. 20.

    32 Ibid.

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  • Barbaforcuta, che lo costrinse a fuggire dallisola, sia suo figlio Canuto,morendo durante lassedio di Londra del 1016, ma il chierico non spe-cifica con chiarezza che Etelredo era ritornato in patria nel tempointercorso tra una invasione e laltra. In pi, per Adamo, Edmondo erafratello (e non figlio) di Etelredo, perci lerede al trono alla morte diquestultimo sarebbe stato laltro suo figlio Edoardo (il futuroEdoardo il Confessore, re dal 1042 al 1066) e non Edmondo, comeinvece fu in realt33. Da questa ricostruzione imperfetta nascono glierrori del cronista di Roskilde, primo fra tutti la creazione di un secon-do Etelredo e, di conseguenza, linserimento del regno di Edmondonel periodo di tempo compreso tra i regni dei due omonimi34; vicever-sa, lassenza di Olaf nella seconda invasione danese , come detto,sostanzialmente rispondente al vero. Lautore del Chronicon inserisceuna digressione relativa al re norvegese, prima di narrare della spedi-zione di Canuto contro il secondo Etelredo:

    Olavus autem rex Norvegie constituitur. Qui dum regnum suumprimus Christiane fidei subiugasset totum, a paucis in bello percus-sus gloriosam martyrij coronam est adeptus. Cuius corpus a fidelibusThrondensis humatur, [ubi] multis hodie miraculis illustratur. Cui fil-ius in regnum successit, nomine Magnus, qui ex concubina erat geni -tus35.

    chiaro che la cronaca di Roskilde non particolarmente interes-sata alle vicende di Olaf, che sono solo brevemente riassunte attraver-so gli eventi pi importanti della sua vita. Qui incontriamo il motivodella lotta contro il paganesimo, presunta causa della morte di Olaf etroviamo anche un accenno ai miracoli operati da santOlaf aTrondheim; il brano sempre basato sui Gesta di Adamo di Brema, maqui scompare ogni riferimento al coinvolgimento, diretto o indiretto,

    FRANCESCO DANGELO

    33 Cfr. Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi cit., p. 246.34 Campbell, Saxo Grammaticus and Scandinavian historical tradition, Saga-book of

    the Viking Society for Northern Research, 13 (1946-1953), pp. 1-22: 14 nota 1.35 Olaf in seguito fu eletto re di Norvegia. Questi, dopo aver per primo soggio-

    gato alla fede cristiana tutto il suo regno, ottenne la gloriosa corona del martirio, ucci-so in battaglia da pochi uomini. Il suo corpo fu sepolto dai fedeli a Trondheim, dovetuttora venerato per i molti miracoli. A Olaf successe nel regno suo figlio, di nomeMagnus, che era stato generato da una concubina: Chronicon Roskildense cit., cap. VII,p. 20.

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  • del re Canuto, presente invece nel testo del canonico tedesco36. Lauto -re tuttavia al corrente del fatto che la Norvegia era stata conquistatada Canuto, poich nel capitolo IX afferma esplicitamente che, allamorte del re, Sven, quem habuit de Alvia, regnavit in Normannia37.La cronaca espone inoltre il motivo che si celerebbe dietro alla ribel-lione di Ulf, il nobile danese che abbiamo visto essere tra i protagoni-sti della battaglia di Helge: Ulf aveva sposato Estrid, sorella del re,senza il consenso di Canuto e per questo fu espulso dallInghilterra ein seguito ucciso, su ordine dello stesso Canuto, mentre si trovavaallinterno della cattedrale di Roskilde. Niente detto, per, della bat-taglia di Helge38.Dallanonima cronaca di Roskilde passiamo ora a un testo di cui

    invece noto lautore, il danese Sven Aggesen; su di lui, oltre al nomee alla sua appartenenza a una delle pi importanti famiglie aristocrati-che danesi dei secoli XI-XII, sappiamo per poco altro39. Lopera inquestione (una delle tre attribuitegli) ha ricevuto i titoli postumi diBrevis historia regum Dacie e Historia compendiosa regum Danie, ed stataredatta sul finire del dodicesimo secolo (terminus post quem il 1185,anno dellultimo avvenimento descritto nella cronaca)40. Se nelChronicon le omissioni riguardavano re Canuto, nella Historia di Sven la figura di Olaf a sparire del tutto: il danese celebra il suo re, legisla-

    36 Adamo scrive che Canuto deliberavit primo quidem Angliam subjugare, dein-de Norvegiam: Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi cit., p. 247; Adamo narra anchedella guerra continua tra Olaf e Canuto e sulla morte del re norvegese dice: Aliidicunt eum in bello peremptum, quidam vero in medio populi circo ad ludibriummagis expositum. Sunt alii qui asserant illum in gratiam regis Chnud latenter occisum,quod et magis verum esse non diffidimus, eo quod regnum eius invasit (Alcuni dico-no che fu ucciso in combattimento, qualcuno dice invece che fu piuttosto abbandona-to al linciaggio in mezzo al popolo. Ma c anche chi sostiene che fu ucciso di nasco-sto per compiacere al re Canuto, notizia questa che riteniamo sia la pi vicina al vero,dal momento che questi ne invase il regno, trad. I. Pagani): ibid., p. 256. sempre ilchierico tedesco il primo a informarci della lotta di Olaf contro i maghi (maleficos)pagani: ibid., p. 252. Sul culto presso la tomba di Olaf a Trondheim: ibid., pp. 482-485.

    37 Sven, che Canuto aveva avuto da lgyfu, regn in Norvegia: ChroniconRoskildense cit., p. 21.

    38 Ibid.39 Cfr. E. Christiansen, Introduction, in The works of Sven Aggesen, London 1992, pp.

    1-4.40 Ibid., pp. 18-26; vedi anche Skovgaard-Petersen, Chronicles cit., p. 80.

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  • tore ed evangelizzatore, che nelle sue parole diventa il conquistatore diquasi tutta lEuropa:

    Nam ab ultima Tyle usque ad Grecorum ferme imperium virtutemultiplici circumiacentia regna suo aggregavit imperio. QuippeHyberniam, Angliam, Galliam, Italiam, Longobardiam, Teotoniam,Norvagiam, Slaviam cum Samia satis eleganter subiugavit41.

    La conquista della Norvegia solo accennata, allusa pi chedescritta; il paese convertito al cristianesimo proprio grazie ai missio-nari inviati da Canuto e il governo da questi affidato a suo figlio Sven:

    Alterum vero Suenonem nominavit, cui Norvagiam gubernandamdeputavit. [] Et quia in Datia ecclesie novella extitit plantatio, mul-tos pontifices et presbyteros secum adduxit; quorum alios penes sedetinuit, alios autem ad predicandum delegavit. Ei per universamSuetiam, Gotiam atque Norvagiam dispersi, nec non ad Islandiamtransmissi, verbi divini semina propagantes multas animas Christosunt lucrati42.

    Lunica, fugace apparizione del nome di Olaf legata allascesa altrono norvegese di Magnus, diventato re alla morte di Sven Kntsson:Sven Aggesen, in questa circostanza, si limita a segnalare che Magnusera beati Olavi regis ex concubina filius43. Considerata nel contestodi un tale panegirico dedicato a Canuto, la scomparsa di qualsiasi rife-rimento significativo al re norvegese appare dovuta, molto probabil-mente, a motivazioni di tipo ideologico: il coinvolgimento del re dane-

    41 Grazie al suo multiforme valore egli aggiunse al suo impero i regni vicini, dallalontanissima Thule fin quasi allimpero dei Greci. Difatti egli soggiog splendidamen-te lIrlanda, lInghilterra, la Gallia, lItalia, la Longobardia, la Germania, la Norvegia, laSlavia e anche la terra dei Sami: Sven Aggesen, Brevis historia regum Dacie, in Scriptoresminores cit., I, cap. IX, pp. 120-122.

    42 Egli chiam laltro suo figlio Sven e affid a lui il governo della Norvegia. []E poich la chiesa era stata impiantata di recente in Danimarca, [Canuto] port con s[dallInghilterra] molti presbiteri e molti vescovi; alcuni li tenne presso di s, altri liinvi a predicare. Dispersi attraverso tutta la Svezia, il Gtaland e la Norvegia, e allostesso modo inviati in Islanda, essi, diffondendo il seme della parola di Dio, guadagna-rono molte anime a Cristo: ibid., p. 122.

    43 Ibid., p. 125.

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  • se nella morte di santOlaf avrebbe potuto offuscare i meriti di Canu -to, sia politici sia, soprattutto, religiosi (la conversione della Norvegia,in cui Olaf sarebbe stato un pericoloso concorrente), risultando anzipotenzialmente controproducente.La terza cronaca che analizzeremo ora nota con il titolo (anches-

    so attribuito a posteriori) di Gesta Danorum, redatta agli inizi del XIIIsecolo dal pi importante cronista danese del medioevo, il chiericoSaxo Grammaticus44; poco sappiamo dellautore: amico di SvenAggesen, ricevette il soprannome di Grammaticus, cio lerudito,per la sua cultura e la sua conoscenza del latino. Su richiesta dellarci-vescovo Absalon di Lund, Saxo inizi la composizione dei Gesta sulfinire del XII secolo, con lintenzione di fornire al suo paese una sto-ria nazionale dalle origini mitiche dei re danesi fino al tempo presen-te, appoggiandosi ad altre opere storiografiche (come quella di Adamodi Brema), ma anche al materiale appartenente alle tradizioni islandesi;il risultato fu una grande Storia dei Danesi ripartita in sedici libri45.Saxo conosceva il Chronicon Roskildense e, quasi certamente, la Brevishistoria di Sven Aggesen, ma rispetto ad esse egli spende ben pi di unaparola per raccontare gli eventi principali che ebbero come protagoni-sta il norvegese Olaf Haraldsson. Nel decimo libro, che copre il perio-do dal 925 al 1066, Saxo affronta la questione delle invasioni danesi inInghilterra:

    Mortuo Suenone, Angli ac Norvagienses, ne rerum summam alienoimperio subiectam haberent, reges ex suis legere quam a finitimismutuari sacius rati, abrogato Danici nominis respectu, Eduardumatque Olavum in maiestatis fastigio locaverunt46.

    44 Utilizzo qui ledizione a cura di J. Olrik - H. Raeder, Saxonis Gesta Danorum(dora in poi Gesta Danorum), Hauni 1931, non avendo potuto consultare la nuovaedizione dei Gesta Danorum curata da K. Friis-Jensen e P. Fisher, prevista per liniziodel 2015 nella serie Oxford Medieval Texts.

    45 Cfr. E. Christiansen, Saxo Grammaticus, in Medieval Scandinavia cit., pp. 566-569.Per le fonti islandesi di Saxo si veda B. Gunason, The Icelandic sources of SaxoGrammaticus, in Saxo Grammaticus. A medieval author between Norse and Latin culture, cur.K. Friis-Jensen, Copenaghen 1981, pp. 79-93.

    46 Alla morte di Sven, gli Inglesi e i Norvegesi, per non sottoporre il governo aun potere straniero, reputarono fosse meglio nominare dei re al loro interno piuttostoche riceverne uno dalle genti limitrofe e, rigettando il rispetto per il nome danese,innalzarono alla dignit regale Edoardo e Olaf: Gesta Danorum, libro X, cap. 14.1, p.

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    FraNotasatius

  • Saxo ha letto nei Gesta di Adamo di Brema che Olaf aveva accom-pagnato Sven Barbaforcuta in Inghilterra e poi, alla morte del re dane-se, era tornato in patria per esservi eletto re; a questa ricostruzioneaggiunge un suo commento personale, riconoscibile dietro la fraseabrogato Danici nominis respectu: la supremazia sulle isole britanni-che e sulla Scandinavia spettava ai danesi, ai quali gli inglesi e i norve-gesi, con la loro scelta, avevano mancato di rispetto. Il cronista conti-nua raccontando come Canuto, di fronte a questo avvenimento, deci-se di ricostituire limpero di suo padre partendo dapprima da quelleterre che riteneva pi facili da conquistare (cio i territori popolati dagliSlavi, al confine orientale della Danimarca)47. Ottenute delle splendi-de vittorie contro gli Slavi, Canuto diresse quindi la sua attenzionecontro lInghilterra, portando con s anche Olaf, nonostante i dissapo-ri passati. Saxo segue dunque la tradizione che vuole i due re alleati nel-linvasione dellInghilterra; il cronista danese per lunico a sostene-re che il re norvegese fu accompagnato da suo fratello Harald, e cheCanuto, non fidandosi di Olaf, semin discordia tra i due fratelli perdividerli e premunirsi da eventuali defezioni o tradimenti da parte deinorvegesi48. Nonostante queste misure, la defezione arriv ugualmen-te:

    Eodem tempore Alwivam, ab Olavo adamatam, Kanutus, eximiamatrone specie delectatus, stupro peciit. Igitur Olavus, sive quia con-cubine facibus spoliatus, sive quia promissa Anglie parte perKanutum fraudatus fuerat, privatam offensam publice milicie pretu-lit, peractisque stipendiis, ira pariter ac dolore instinctus Norvagiamrediit, non incongruum, eius desertorem agere, ratus, a quo plenaturpitudinis iniuria vexatus fuerat49.

    FRANCESCO DANGELO

    285. In realt, come abbiamo visto, alla morte di Sven Etelredo venne richiamato dallaNormandia e riconosciuto nuovamente re, e suo successore fu Edmondo (nonEdoardo). Sulla successione al trono inglese il testo di Adamo di Brema ha perciindotto in errore anche Saxo, cos come accaduto per lautore del Chronicon Roskildense:poich in Adamo non si fa cenno al ritorno di Etelredo, Saxo ha interpretato la suapresenza in Inghilterra al tempo dellinvasione di Canuto come un errore (una svista)del canonico bremense e ha pensato di correggerla sostituendolo con il figlioEdoardo: cfr. Campbell, Saxo Grammaticus cit., p. 14.

    47 Gesta Danorum, X, cap. 14.1-2, pp. 285-286.48 Ibid., X, cap. 14.2, p. 286.49 In quel tempo Canuto, attratto dalla straordinaria bellezza della matrona,

    prese con la forza lffa, che era amata da Olaf. Questi allora, o perch privato delle

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  • Saxo sembra volersi mantenere equidistante dalle parti e giustificala diserzione di Olaf adducendo una motivazione che forse la ver-sione danese di come si sarebbero svolti i fatti; il cronista avrebbeper confuso due personaggi diversi, due donne anglosassoni: lgifu(lffa nella tradizione norrena), seconda moglie di Canuto, e lfhild(Alfhildr in norreno), concubina di Olaf e madre di re Magnus ilBuono50. Al contrario, per spiegare la defezione del re norvegese laHistoria Norwegie uno dei sinottici norvegesi e, probabilmente, lafonte qui seguita da Saxo si concentra esclusivamente sulla motiva-zione pi pratica, cio la mancata ricompensa, affermando cheCanuto:

    Socium suum Olauum et eiusdem uocabuli consortem fratrem suumse illo comitari maxime concitauit pollicendo dimidiam, si totam illo-rum amminiculis lucrari posset insulam51.

    Ma quando il danese stipul la pace con Edmondo, dividendo conlui il regno,

    fedus omnino, [quod] cum suis suffraganeis firmissimum sanciverat,ex toto adnichilans, et fratrem et socium omni mercede laborumfrustratos abire permisit52.

    Entrambi i testi sono allineati nel mostrare Olaf vittima di unsopruso o di una ingiustizia da parte di Canuto in Inghilterra,quando in realt abbiamo visto come i due non si incontrarono mai sulsuolo inglese.

    nozze con la concubina, o perch era stato privato da Canuto della parte del -lInghilterra promessagli, davanti allesercito rese pubblica loffesa privata e, messa fineai suoi doveri militari, fece ritorno in Norvegia spinto in egual misura dallira e daldolore, non reputando inopportuno agire da disertore nei confronti di colui dal qualeera stato vessato con una offesa cos vergognosa: ibid., X, cap. 14.5.

    50 Friis-Jensen, Olav den hellige cit., p. 251.51 Incit con insistenza il suo alleato Olaf [Sktkonungr, re di Svezia] e lomo-

    nimo suo fratello adottivo [Olaf Haraldsson] affinch lo accompagnassero, promet-tendo che se fosse riuscito a conquistare lintera isola con il loro aiuto, gliene avrebbeconcessa la met: Historia Norwegie, cap. XVIII, p. 102. Secondo la Historia NorwegieOlaf e Canuto avrebbero stretto un patto di fratellanza adottiva (o fratellanza giurata)prima di attaccare lInghilterra: ibid., pp. 100-102.

    52 [Canuto] annull del tutto e completamente il patto che aveva cos saldamen-te stipulato con i suoi sostenitori, e lasci partire suo fratello e il suo alleato, privatidella ricompensa per i loro sforzi. Ibid., p. 104.

    IL CONFLITTO TRA OLAF IL SANTO E CANUTO IL GRANDE 17

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  • I Gesta Danorum proseguono la narrazione concentrandosi sullevicende della Danimarca, tornando a interessarsi della Norvegia soloal momento della spedizione navale guidata dal re danese contro ilregno di Olaf:

    Olavum cum Haraldo fratre Danis atrociter imminentem Kanutus,classe ex Anglia petitum, ad socerum Gerithaslavum, Orientaliumducem, exilio migrari compulit; recuperataque Norvagia, rediens[]53.

    La differenza con quanto abbiamo letto nelle altre fonti di gran-de rilievo: qui Olaf che, incombendo minacciosamente sulla Dani -marca, spinge il re danese a intraprendere la conquista della Norvegia,conquista che sarebbe stata quindi una reazione, pi che una azione, daparte di Canuto. A questo punto Saxo altera la successione degli even-ti cos come la conosciamo noi, fornendo una cronologia che ritrovia-mo solo tra le sue pagine: Olaf decise di rientrare in Norvegia incorag-giato dalla morte del re svedese Olaf Sktkonungr, fratellastro (secon-do Saxo) di Canuto, e dalla conseguente ascesa al trono di Anund, cheera invece alleato del re norvegese54. Il cronista apre poi una parentesiper illustrare i meriti del santo:

    Idem ignarum iuris populum passimque et agresti more viventemlegibus salubriter editis ad melioris vite habitum perduxit; quarumvetusta monimenta plebs Norica presenti veneracione complectitur.Nec minus in deum venerabilis memorabili exemplo servate religio-nis inclaruit55.

    FRANCESCO DANGELO

    53 Canuto, raggiunto con una flotta dallInghilterra Olaf (che con suo fratelloHarald incombeva minacciosamente sulla Danimarca), lo costrinse a fuggire in esiliopresso Jaroslav, suo suocero e signore dellOriente; e recuperata la Norvegia, fece ritor-no [in Inghilterra]. Gesta Danorum, X, cap. 16.1, p. 288. In realt Jaroslav di Kiev nonera suocero, ma cognato di Olaf.

    54 Ibid. Olaf Sktkonungr mor invece nel 1022 circa; Saxo deve aver letto daAdamo di Brema della presunta parentela tra Canuto e Olaf di Svezia: Adamo diBrema, Storia degli arcivescovi cit., p. 226 e nota 5.

    55 [Olaf], con la salutare promulgazione di leggi, condusse a uno stile di vitamigliore quel popolo completamente ignaro del diritto, che viveva disperso e in manie-ra agreste; la popolazione norvegese tiene presso di s con attuale venerazione le anti-che vestigia di quelle leggi. Non meno rispettoso nei confronti di Dio, [Olaf] si distin-se per un memorabile esempio di osservanza della religione: Gesta Danorum, X, 16.2,p. 288.

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  • Dopo questa premessa Saxo inserisce lepisodio in questione: unadomenica il re, contravvenendo allosservanza del riposo per il giornodi festa, stava intagliando un piccolo bastone con il suo coltello, quan-do uno dei suoi inservienti gli fece notare linfrazione e Olaf, per puni-re la sua mancanza di rispetto verso il giorno del Signore, diede fuocoal bastone sul palmo della sua mano56. Il santo quindi descritto comeun uomo scrupolosamente osservante della dottrina cristiana fin neipi piccoli dettagli e il cronista spiega le intenzioni che spinsero il re acompiere quel gesto: egli, consapevole di aver peccato per non averosservato il riposo domenicale, prefer subire una sofferenza fisica cer-tamente pi leggera di quella che avrebbe altrimenti subito la suaanima nellaldil, nel caso in cui non avesse espiato la colpa.Soprattutto, continua Saxo, il re comp quel gesto perch fosse diesempio a tutti i suoi sudditi, mostrandosi inflessibile con se stesso perevitare che una sua eventuale negligenza o impunit potesse allontana-re gli altri dalla fede cristiana57. Prima di Saxo, era stata la norvegesePassio Olavi a riportare questo episodio, aggiungendo per un dettagliofondamentale: si tratt del primo miracolo compiuto, o meglio ricevu-to, da Olaf mentre era in vita poich la sua mano rimase illesa dallefiamme58. Dal canto suo, Saxo ha messo da parte la componente agio-grafica: omettendo lesito miracoloso e facendo ricorso a citazioni trat-te da Valerio Massimo, il danese vuole istituire un parallelo tra Olaf eMuzio Scevola, in questo modo sottolineando lesemplarit del gestodel re, il quale rinnov in s le antiche virt romane di religio e patien-tia59. Inoltre il cronista cos commenta:

    56 Ibid., p. 289.57 Ibid. Losservanza del giorno del Signore fu una delle pratiche che la Chiesa pi

    fatic a imporre in Norvegia; quando nel X secolo il re Hkon il Buono tent diimporre, insieme agli altri precetti cristiani, anche il riposo domenicale, i sudditi vi siopposero accusandolo di voler impedire loro di lavorare. Questo perch lobbligo delriposo domenicale era mal accetto in queste societ povere in cui era imperiosa lanecessit di lavorare costantemente nella buona stagione: R. Boyer, Il Cristo dei barba-ri. Il mondo nordico (IX-XIII secolo), Brescia 1992, p. 46 (Paris 1987).

    58 Passio cit., p. 82.59 Friis-Jensen, Olav den hellige cit., pp. 257-259. Anche Snorri Sturluson che ha

    ripreso lepisodio dalla Saga leggendaria di santOlaf, a sua volta dipendente dalla PassioOlavi ha omesso lepilogo miracoloso. Sverre Bagge ha evidenziato le differenze trala versione astratta e moraleggiante di Saxo e quella, pi concreta e visiva, di Snorri:Bagge, Fortelling cit., pp. 167-173.

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  • Adeo scrupoloso cultu levia quoque religionis momenta servavit,cuius detractae tristem a se ipso poenam exigere cunctatus non est60.

    Secondo Karsten Friis-Jensen, queste parole potrebbero nascon-dere anche una velata ironia da parte di Saxo nei confronti del fana-tismo religioso di re Olaf, che si inflisse una punizione decisamentesproporzionata allinfrazione commessa61. Ad ogni modo, evidente laderivazione diretta di questo brano dalla Passio Olavi sia per lepisodiospecifico, sia per laccenno, anchesso presente in entrambi i testi, allegiuste leggi promulgate da Olaf; come hanno indicato alcuni studio-si danesi, a fare da tramite tra lopera agiografica e lautore dei GestaDanorum furono molto probabilmente i vescovi norvegesi, che tra il1190 e il 1202, in seguito al conflitto scoppiato tra la Chiesa norvege-se e il re Sverrir, si recarono in esilio alla corte dellarcivescovo Absalondi Lund, presso il quale si trovava lo stesso Saxo, in quegli anni inten-to alla stesura dei Gesta62. A guidare il clero in esilio era Erik Ivarsson,arcivescovo di Nidaros63, e in virt dellimportante valore simbolicoche la Passio Olavi opera del predecessore di Erik, EysteinnErlendsson, e vero e proprio manifesto della lotta per la libertas ecclesiae aveva per la Chiesa norvegese e per il suo arcivescovo in quel delica-to momento storico64, proprio a Erik si deve con ogni probabilit attri-buire liniziativa di portare al sicuro con s, in Danimarca, un mano-scritto contenente la Passio Olavi.

    FRANCESCO DANGELO

    60 Osservava con tale scrupolosa devozione anche i pi lievi precetti religiosi,che non esit a esigere una pena severa per se stesso quando li infranse: GestaDanorum, X, 16.2, pp. 288-289.

    61 Friis-Jensen, Olav den hellige cit., pp. 259.62 Ibid., pp. 259-260.63 Erik fu arcivescovo dal 1189 al 1205; sul suo esilio a Lund si veda .

    Einarsdttir, Erik Ivarsson of Trondheim. Archbishop in exile in Absalons Lund 1190-1202,in International Scandinavian and medieval studies in memory of Gerd Wolfgang Weber, cur. M.Dallapiazza et al., Trieste 2000, pp. 367-379.

    64 Eysteinn Erlendsson, arcivescovo di Nidaros dal 1161 al 1188, fu un convintosostenitore della riforma gregoriana, duramente avversata da re Sverrir Sigurarson;Sverrir infatti riteneva che il potere regale si estendesse anche sulle questioni ecclesiasti-che e respinse il modello di rex iustus, rispettoso delle prerogative della chiesa e incarnatodallOlaf della Passio Olavi. Allapice dello scontro, larcivescovo dovette rifugiarsi inInghilterra (1180-1183): si veda: S. Coviaux, Les vques norvgiens et les ides politiquesdOccident au xiie sicle, Mdivales, 50 (printemps 2006), parr. 14-21, pubblicato on lineil 15 settembre 2008, consultato il 9 gennaio 2013, URL: http://medievales.revues.org/1329; edizione cartacea: Mdivales, 50 (2006), pp. 29-46.

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    FraNotaXIIe

  • Riprendendo ora la lettura dei Gesta Danorum, vediamo infine elen-cate tutte quelle qualit che fanno di Olaf il modello esemplare del rexiustus: protettore dei poveri, tutore degli orfani, rispettoso del clero65.Chiuso questo excursus sulle virt di Olaf, il cronista torna ad occupar-si delle questioni danesi narrando del tradimento ordito da Ulf: questi(descritto come un uomo estremamente invidioso delle fortune e delpotere di Canuto) si trovava in Danimarca dove, con il pretesto dellefrequenti incursioni svedesi, chiese e ottenne dal re (allora inInghilterra) che gli fossero delegati tutti i poteri nel regno, precedente-mente assegnati a Estrid, sorella di Canuto. Abusando del potere cosfraudolentemente conseguito, Ulf ottenne Estrid in sposa, facendolecredere che questa fosse la volont di suo fratello. Ma quando vennealla luce il suo inganno, Ulf, temendo la vendetta di Canuto, fugg inSvezia portando sua moglie con s66. Saxo prosegue:

    Ubi invadende Danie propositum pertinacius animo voluens,Omundo Olavoque consilii participibus factis, alteri maritimisSialandiam, alteri Scaniam terrestribus impetendam proponit, ipse seclassem e Suetia ducturum promittit67.

    Un uomo di nome Aquino, un fedelissimo del re danese, venneper a conoscenza di questo disegno e si imbarc immediatamente allavolta dellInghilterra, per metterne al corrente lo stesso Canuto ilquale, radunato un esercito, salp verso la Danimarca per affrontarelimminente attacco. Nel frattempo Olaf era sbarcato sullisola diSjlland dove, radunato il popolo, pronunci un discorso esortativo neltentativo di convincere la popolazione a sottomettersi a lui senza oppor-re resistenza; mentre era cos occupato, un messaggero venne da lui percomunicargli lavvistamento di una grande flotta in avvicinamento. Aqueste parole un anziano si lev dal popolo e tranquillizz il re, soste-nendo che quelle non erano altro che navi mercantili, e nello stessomodo rispose a un secondo messaggero recante lo stesso mes-

    65 Gesta Danorum, X, 16.3, p. 289. Si veda anche Del Zotto, Paradigmi cit., p. 376.66 Gesta Danorum, X, 16.4, p. 289. Secondo Saxo, Ulf era svedese di nascita, ma

    era andato a cercare fortuna in Danimarca, presso Canuto.67 L, avendo ostinatamente in animo il proposito di invadere la Danimarca,

    dopo aver messo a parte del suo disegno Anund e Olaf, propose a uno di attaccare ilSjlland via mare, allaltro la Scania via terra, impegnandosi a condurre egli stesso unaflotta dalla Svezia: ibid.

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    FraLinea

  • saggio. Olaf, sospettando una tattica temporeggiatrice da parte del-luomo, invi un terzo esploratore che fece ritorno recando la notiziadellarrivo di Canuto con una imponente flotta; il re norvegese allora,reputando le sue forze insufficienti, abbandon il campo di battaglia efece ritorno in Norvegia con le sue navi68. Canuto intanto, saputo del-lattacco svedese alla Scania, si diresse personalmente via terra controil re Anund, mandando invece la sua flotta ad affrontare quella di Ulf,stazionante nei pressi della foce del fiume Helge (fluvium Helgam, ilFiume Sacro)69. Secondo il racconto di Saxo, a trionfare furono i dane-si, che ricacciarono indietro lesercito di Anund e affondarono o mise-ro in rotta le navi di Ulf, costringendo questultimo a trovare rifugio inSvezia70.La versione della battaglia di Helge cos come riportata nei Gesta

    Danorum solo parzialmente concordante con quanto tramandatodalle fonti inglesi dei secoli XI-XII: da una parte Saxo conferma e pre-cisa le parole di Enrico di Huntingdon (secondo cui lattacco avvenneterra et mari)71 e della Cronaca Anglosassone; dallaltra, tuttavia, in disac-cordo con esse nellindicare Canuto come trionfatore (la CronacaAnglosassone assegna la vittoria agli svedesi). Saxo aveva inoltre letto inAdamo di Brema che Olaf, di ritorno dalla Russia, aveva regnato sullaNorvegia ancora per un breve tempo prima del martirio a Stiklestad72,e il cronista danese, facendo propria questa informazione, decise dicollocare la battaglia in questo secondo, presunto, intervallo di regno,una cronologia per smentita da tutte le altre fonti.A questo punto Saxo torna brevemente a occuparsi della questio-

    ne norvegese, nella quale Canuto fu coinvolto direttamente:

    Olavum vero per Norvagensium quosdam pecunia a se corruptosdomestico bello opprimendum curavit73.

    FRANCESCO DANGELO

    68 Ibid., X, 16.5-7, p. 290.69 Ibid.70 Ibid., X, 16.9, p. 291. Saxo inoltre conferma quanto scritto nel Chronicon Roskildense

    circa la morte di Ulf, ovvero che questi, dopo essersi riconciliato con Canuto grazie allin-tercessione di Estrid, venne ucciso nella citt di Roskilde su ordine del re danese. Ibid., X,17.6, pp. 292-293.

    71 Henry of Huntingdon, Historia Anglorum cit., p. 364.72 Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi cit., p. 256.73 [Canuto] fece in modo che Olaf venisse eliminato in una guerra civile per

    mano di alcuni norvegesi, da lui corrotti con del denaro: ibid., X, 16.11, p. 291.

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  • Saxo conosceva la storia della corruzione dei nobili norvegesi, mala riporta senza addentrarsi nello specifico, sebbene non sembri esserestato a corto di informazioni sul santo. Questa concisione stride infat-ti con il considerevole spazio concesso alla descrizione, fatta pocoprima, dei meriti e della religiosit di Olaf. Per quanto egli abbia segui-to il testo di Adamo di Brema, limpressione che Saxo, decidendo discrivere di Olaf nella sua cronaca, abbia scelto di farlo in un modo chenon mettesse troppo in cattiva luce il danese Canuto vero protago-nista di questa sezione dei Gesta Danorum dando maggiore risaltoallavarizia e alla slealt dei norvegesi piuttosto che allazione corruttri-ce di Canuto74; in questa ottica va forse interpretata anche la decisionedi celebrare i meriti in vita di Olaf, ricordando la sua fama sanctitatis inun punto della narrazione tutto sommato lontano dallepilogo del mar-tirio, vero nodo cruciale della vicenda personale di Olaf. vero che, inoccasione del presunto contrasto tra Olaf e Canuto in Inghilterra,Saxo riconosce che il norvegese sub una iniuria da parte di Canuto, dalquale fu privato della donna amata e della ricompensa promessagli(met dellInghilterra), tuttavia anche vero che, secondo il cronista, lasovranit sullisola (cos come sulla Norvegia) spettava per diritto aidanesi, mentre il ricordo di una offesa in ambito sentimentale era cer-tamente meno infamante rispetto allammissione di una responsabilit(indiretta) nella morte del santo, responsabilit che Saxo riconosce manon enfatizza. Quello che Saxo ha dovuto affrontare e risolvere , perdirla con le parole di Karsten Friis-Jensen, un conflitto di lealt: da unaparte un santo, Olaf, i cui meriti dovevano essere riconosciuti chiara-mente; dallaltra parte Canuto il Grande uno dei re preferiti da Saxo la cui gloriosa reputazione rischiava di essere macchiata dal suo coin-volgimento nella morte del re norvegese75. Nel ritratto che Saxo fa diOlaf inn helgi, dunque, il paradigma del rex iustus prende il sopravven-to su quello del martire della fede.Con questo brano si conclude la nostra lettura dei Gesta Danorum,

    unopera in cui si percepisce il tentativo dellautore di mostrarsi il pipossibile obiettivo ed equilibrato nellesporre la versione danese delconflitto tra Olaf e Canuto, pur lasciando occasionalmente trasparire

    74 Suorum avaritia lacessitus, scrive Saxo riferendosi alla morte di Olaf: ibid. Cfr.Del Zotto, Paradigmi cit., p. 376.

    75 Friis-Jensen, Olav den hellige cit., p. 250.

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  • il suo punto di vista, comprensibilmente schierato dalla parte del dane-se Canuto.

    4. Testimonianze danesi minori (secoli XIII-XIV)

    Le altre fonti danesi di cui ci occuperemo ora appartengono prin-cipalmente ai generi storiografici degli annali e dei cataloghi (o elenchi)dei re e nella maggior parte dei casi contengono solamente dei riferi-menti sintetici ed essenziali al re norvegese. Il primo catalogo dei re la cosiddetta Series ac brevior historia regum Danie, composta nella primamet del XIII secolo (c. 1219) e nella quale (come indicato dal titolo)ogni re accompagnato da un breve resoconto degli avvenimentisalienti relativi al suo regno76. Di Canuto, sessantatreesimo re diDanimarca, si dice che:

    63. [] Hic contra sanctum Olaf regem Norweie continuum bellumhabuit, et victor existens optinuit Norwegiam. Post hec [] transfre-tavit in Angliam77.

    Linformazione derivata, quasi letteralmente, dalle parole diAdamo di Brema, bench in questo caso sia erroneamente affermatoche Canuto invase lInghilterra solo dopo aver conquistato laNorvegia; tuttavia qui, rispetto ai Gesta di Adamo, del tutto assentequalsiasi accenno alla morte del santo.Quantitativamente pi consistenti sono invece le notizie che tro-

    viamo negli Annales Lundenses, iniziati probabilmente nella secondamet del XIII secolo e terminati agli inizi del XIV, cos ribattezzatidagli studiosi per via dei ricorrenti riferimenti alla chiesa della citt diLund, che fanno pensare a un collegamento tra gli annali e la citt stes-sa78. Anche in questo caso la fonte principale dellanonimo autoresono i Gesta di Adamo di Brema, da cui tratta linformazione sulla

    FRANCESCO DANGELO

    76 M.C. Gertz, Fortale, in Scriptores minores cit., I, pp. 149-150.77 Questi fu sempre in guerra con santOlaf, re di Norvegia, e risultandone vinci-

    tore ottenne la Norvegia. In seguito [] salp per lInghilterra: Series ac brevior histo-ria regum Danie, in Scriptores minores cit., I, p. 164.

    78 G. Waitz, Praefatio, inAnnales Lundenses a. 1 - 1267 (dora in poi Annales Lundenses),ed. Waitz, in M.G.H., Scriptores, XXIX, Hannoverae 1892, p. 185.

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    FraNotaSeries et genealogiae regum Danorum: Fortale

  • presenza di Olaf in Inghilterra insieme a Sven Barbaforcuta e suofiglio Canuto e quella sulla sua partenza dopo la morte del re danese,mentre niente detto su una eventuale partecipazione di Olaf alla con-quista dellInghilterra da parte di Canuto; in merito alluccisione diOlaf, gli Annales ricalcano pressoch fedelmente il testo del canonicobremense, sintetizzandone anche i giudizi: tra i due re vi fu una guer-ra continua,

    Danis pro imperio certantibus, Nortmannis vero pugnantibus prolibertate. In qua re iustior michi visa est causa, cui bellum necessari-um magis fuit quam voluntarium79.

    Se confrontiamo questo brano con il testo di Adamo di Bremanotiamo immediatamente come, nellultima frase, lautore degli Annaliabbia omesso il nome di Olaf; in Adamo leggiamo infatti che in quare iustior mihi visa est causa Olaph, cui bellum necessarium magis fuitquam voluntarium80. Con ogni probabilit siamo di fronte a una svi-sta da parte del redattore poich lomissione non tale da stravolgereil senso generale del brano, n da suggerire una interpretazione diver-sa da quella avanzata da Adamo. Gli Annales proseguono descrivendoil santo in modo essenziale, come un re giusto e giudizioso, e sulla suamorte detto solamente che post paucos annos mortuus est Olaf inbello, et regnavit Kanutus in Norwegia81. Gli Annali qui eliminanoogni coinvolgimento di Canuto nella morte del re norvegese, nono-stante ci fosse stato suggerito in maniera esplicita da Adamo diBrema, del cui testo viene fatto dunque un uso selettivo.Dal genere annalistico torniamo ora a quello cronachistico con la

    Vetus Chronica Sialandie (Antica cronaca del Sjlland), composta pocodopo il 1307 e cos chiamata per distinguerla dalla sua continuazione(la Nuova cronaca del Sjlland) realizzata nella seconda met delquattordicesimo secolo82. Anche qui la lettura del testo rivela il debitodellautore nei confronti dei Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum,

    79 Con i Danesi che combattevano per il predominio e i Normanni [Norvegesi]che lottavano per la libert. In tale conflitto mi sembra pi giusta la causa, per la qualela guerra fu necessit piuttosto che libera scelta: ibid., p. 202.

    80 Adamo di Brema, Storia degli arcivescovi cit., p. 250.81 Pochi anni dopo Olaf mor in guerra, e Canuto regn sulla Norvegia: Annales

    Lundenses, p. 202.82 Skovgaard-Petersen, Chronicles cit., p.81.

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  • copiati in maniera pedissequa; la Vetus Chronica si apre con gli eventidellanno 1028: Sanctus Olavus, rex Normannorum, in Sticlastathmartyrizatus est; de quo sic reperitur in historiis83. Il cronista inse-risce a questo punto il testo di Adamo di Brema, come abbiamo givisto fare per gli Annales Lundenses: la guerra continua tra Olaf eCanuto, la giusta causa del re norvegese, la sua reputazione di legisla-tore e uomo zelante, la sua lotta contro i maleficos, i magi e gli incantato-res, la sedizione dei principi a cui Olaf aveva fatto uccidere le mogliperch dedite ai maleficia e la conseguente espulsione del re dal paese,con la consegna della corona a Canuto; e ancora il ritorno di Olaf, lacongiura dei magi e la morte del re, forse voluta per compiacere il redanese e preannunciata da una visione ricevuta in sogno da Olaf84.Non mancano poi cenni ai miracoli operati da Olaf presso la suatomba e al suo culto diffusosi presso tutti i popoli delloceano setten-trionale85. Tutti elementi gi riferiti dal chierico bremense nellundice-simo secolo, e qui ripetuti integralmente con, in pi, laggiunta delnome di uno dei congiurati, quidam nomine Calf Bonde, proba-bilmente il Kalf Arnason della tradizione norvegese86. Che lautoredella Vetus Chronica abbia avuto accesso a testi norvegesi suggeritoanche dalla datazione della morte di Olaf: transivit ad dominum annoab incarnatione domini, ut supra notatum est, feria quarta, AugustiKal. .IIII.87. Nei Gesta di Adamo non sono indicati n lanno del mar-tirio n il giorno della settimana, ma solo il giorno del mese, e cio ilquarto giorno dalle calende di agosto (29 luglio). La prima fonte a for-nire una datazione ab Incarnatione per la morte di Olaf la norvegesePassio et miracula Beati Olavi, secondo cui il re cadde in battaglia il gior-no 29 luglio 1028, un mercoled, mentre per il monaco Teodorico ciavvenne nello stesso giorno ma dellanno successivo, il 102988. Il cro-

    FRANCESCO DANGELO

    83 SantOlaf, re dei Normanni [i.e. Norvegesi], fu martirizzato a Stiklestad; di luisi legge questo nelle cronache: Vetus Chronica Sialandie, in Scriptores minores cit., II,Kobenhavn 1918-1920, p. 20.

    84 Ibid., pp. 20-22.85 Ibid., p. 22.86 Ibid. Kalfr Arnason menzionato dalle saghe su Olaf nonch dal monaco

    Teodorico (Kalfr filium Arna) e dallgrip: si veda Bagge, Warrior cit., pp. 309-310.87 Pass al Signore nellanno dallIncarnazione del Signore come annotato sopra,

    nel giorno di mercoled 29 luglio: Vetus Chronica Sialandie cit., p. 22.88 Il 29 luglio cadde di mercoled nellanno 1030 e non nel 1028: . Einarsdttir,

    Studier i kronologisk metode i tidlig islandsk historieskrivning, Lund 1964, pp. 75-76, 185-186,329.

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  • nista danese ha quindi integrato i Gesta di Adamo con quanto avevaletto in un altro testo di origine norvegese, forse la stessa Passio et mira-cula Beati Olavi.Lultima breve testimonianza proveniente dalla Danimarca un

    altro catalogo dei re danesi, dagli studiosi chiamato semplicementeReges Danorum, risalente alla prima met del quattordicesimo secolo (c.1320/1332)89 e strutturato in maniera analoga alla Series ac brevior histo-ria regum Danie; in esso leggiamo che Canuto Norvegiam occiso san-cto Olavo optinuit []. Deinde Angliam invasit90. Di nuovo incon-triamo una cronologia rovesciata, in cui la conquista della Norvegia anteposta a quella dellInghilterra, ma qui, a differenza dei compilato-ri degli altri annali e cataloghi, lautore dei Reges Danorum ha, seppurconcisamente, dato risalto al coinvolgimento diretto di Canuto nelmartirio di Olaf con una espressione (occiso sancto Olavo) che anzisembra additare il danese non (o non solo) come mandante bens,addirittura, come esecutore materiale delluccisione di Olaf.

    5. Conclusione: un santo scomodo?

    Se nella seconda met dellXI secolo fu una fonte danese, il re SvenEstridsen, a fornire al tedesco Adamo di Brema le informazioni sullaScandinavia per la sua Storia degli arcivescovi di Amburgo91, in meno di unsecolo la situazione si capovolse, e lopera del canonico bremensegiunse a costituire la fonte principale e pi autorevole per i cronistidanesi92. Nel complesso, infatti, la tradizione storiografica danesemostra la sua stretta dipendenza dai Gesta di Adamo, accontentandosi,per quanto riguarda la vicenda di re Olaf il Santo, di riproporre pi omeno fedelmente quanto in essi contenuto, in alcuni casi edulcorandolo(si pensi al Chronicon Roskildense, che tace sul coinvolgimento di Canuto),in altri abbreviandolo o ( questo il caso di Sven Aggesen) eliminandoquasi ogni traccia del sovrano norvegese, senza compiere ulteriori

    89 Gertz, Fortale cit., pp. 150-151.90 Ottenne la Norvegia dopo luccisione di santOlaf []. Quindi invase

    lInghilterra: Reges Danorum, in Scriptores minores cit., I, p. 171.91 Del Zotto, Paradigmi cit., p. 362.92 Sullimportanza e linfluenza dellopera di Adamo sulla storiografia scandinava

    medievale si veda B. and P. Sawyer, Adam and the eve of Scandinavian history, in The per-ception of the past in twelfth-century Europe, cur. P. Magdalino, London 1992, pp. 37-51.

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  • sforzi nella direzione di un arricchimento o di una precisazione deltesto del chierico tedesco. Da una parte, ci fu motivato da cause prati-che, trattandosi dopotutto di cronache riguardanti la storia dellaDanimarca, in cui Olaf ebbe obiettivamente un ruolo molto marginale;nel caso, poi, degli annali e dei cataloghi dei re, lesiguit delle notizie fudovuta anche alla natura stessa di quei testi, sintetici ed essenziali, bendiversi dalle pi dettagliate cronache. Daltro canto i cronisti danesidovettero affrontare un dilemma fondamentale, un conflitto di lealttra il re che, realizzando limpero del Nord, aveva reso grande laDanimarca, e il santo martire il cui culto godeva di una straordinariapopolarit in tutto il Nord Europa ma la cui morte era stata causata, inultima analisi, proprio da quel glorioso re93; nel risolvere questo dilem-ma, dunque, essi finirono inevitabilmente per essere influenzati da unamotivazione ideologica. Allinterno di questa tendenza generale, gliestremi sono rappresentati da Sven Aggesen e Saxo Grammaticus; i due,che si conoscevano personalmente, scrissero le loro cronache, mentre sitrovavano a Lund, potendo cos usufruire dei manoscritti conservatinella biblioteca della cattedrale94. Essi, tuttavia, adottarono due soluzio-ni diametralmente opposte tra loro perch se Sven decise di cancellareOlaf inn helgi dalla storia della Danimarca, Saxo non solo fu in grado direperire informazioni presso altre fonti come la Passio Olavi dandoprofondit alla narrazione, ma, pur tradendo anchegli la sua partigiane-ria, cerc di giungere a una sintesi per rendere giustizia al re norvegese,naturalmente nei limiti consentiti da unopera il cui obiettivo dichiaratoera la celebrazione dei re, e quindi del popolo, danese.

    (Roma, Univ. La Sapienza) FRANCESCO DANGELO

    FRANCESCO DANGELO

    93 Il culto di Olaf inn helgi godette di grande popolarit anche in Danimarca gra-zie alla promozione che ricevette da Magns il Buono, figlio di Olaf, che fu re diNorvegia dal 1035 al 1047 e anche re di Danimarca dal 1042 al 1047: si veda T.Nyberg, Olavskulten i Danmark under medeltiden, in Helgonet i Nidaros. Olavskult og kristnan-de i Norden, cur. L. Rumar, Oslo 1997, pp. 53-82.

    94 Larcidiocesi di Lund, sotto larcivescovo Absalon e il suo successore AndersSunesen, divenne un importante centro letterario, con una biblioteca assai fornita euno scriptorium annesso. Si veda L.B. Mortensen, The nordic archbishoprics as literary centresaround 1200, in Archbishop Absalon of Lund and his world, curr. K. Friis-Jensen - I.Skovgaard-Petersen, Roskilde 2000, pp. 133-157: 142-147.

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