custodia del territorio basilicata brochure
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Al via la campagna della Legambiente Basilicata “Custodia del Territorio” Diventa custode di un terreno, un’area verde, un giardino Vuoi essere protagonista in prima persona di un’azione concreta di cura e manutenzione del territorio? Aderisci alla campagna della Legambiente Basilicata “Custodia del Territorio”. Per partecipare bisogna sottoscrivere una sorta di contratto con Legambiente Basilicata. Possono diventare custodi: privati cittadini, aziende, associazioni, Comuni ed enti pubblici. Per essere custodi bisogna necessariamente essere proprietari di un terreno, compilare una Scheda di Custodia e sottoscrivere una Lettera di adesione a “Custodia del territorio”. La lettera sancisce l’impegno che il custode si assume nei confronti di Legambiente Basilicata Onlus e di tutta la comunità a preservare il territorio di cui è proprietario, a non chiederne l’edificabilità e comunque a non edificarvi. Non si intacca in alcun modo il diritto di proprietà.TRANSCRIPT
BASILICATA
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Comunità a raccolta, oltre il proprio orticello
Porre il cittadino in un circuito virtuoso di tutela e conservazione del
patrimonio collettivo è l’obiettivo principale del progetto; rafforzando
meccanismi, e innescandone nuovi, di partecipazione dei cittadini alla cura di
“luoghi e spazi” della comunità. Il lavoro manuale e l’attività agricola in
particolare, attraverso la sua naturale funzione sociale, consentono da un lato
di mettere in atto azioni e programmi di inclusione e di lotta al disagio, per
soggetti cosiddetti “svantaggiati” e dall’altro di fornire agli istituti scolastici dei
validi strumenti di formazione ed educazione.
Il progetto, infatti, si sviluppa parallelamente in tre direzioni:
Orti scolastici: rafforzare le realtà già esistenti ed esportare la buona
pratica in altri istituti scolastici, come strumento a disposizione degli
insegnati per un approccio “diverso” alla didattica delle scienze;
Valore sociale dell’agricoltura: restituire alla pratica agricola, in un
contesto urbano, la sua naturale funzione sociale, attraverso la
creazione di percorsi di cittadinanza attiva volti a favorire il
reinserimento sociale di persone svantaggiate. Nello specifico l’azione
si svolgerà all’interno della Casa Circondariale di Potenza.
Verde urbano: allo scopo di mitigare gli effetti dell’eccessiva
urbanizzazione e delle attività dell’uomo, si intende promuovere
forme di adozione e custodia del territorio consolidando la
collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Potenza e
promuovendo nuove forme di cogestione del verde pubblico.
E’ per questo motivo che nasce l’azione “Custodia del Territorio” che vuole
essere uno strumento tangibile per limitare il consumo di suolo, valorizzare il
territorio e le sue risorse, ma soprattutto vuole essere una pratica innovativa
che renda i proprietari di terreni, boschi, fondi incolti o in stato di abbandono
protagonisti di un’azione di conservazione del paesaggio. Vogliamo sostenere
una nuova idea di bellezza e di cura, un impegno diretto di conservazione.
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SUOLO BEN
SUOLO BENE COMUNE La maggior parte di noi raramente si sofferma a riflettere sul fatto che il suolo è a tutti gli effetti la risorsa da cui maggiormente dipendiamo, in quanto fornisce servizi essenziali alla vita: regola il ciclo dell’acqua, è fonte di cibo, energia e materie prime (carbonio), è un’importante riserva di biodiversità, è custode dell’ambiente fisico e culturale oltre che del patrimonio paleontologico e archeologico. Il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile: ogni processo di degrado rappresenta una perdita quasi sempre irreversibile, ecco perché il suolo dovrebbe essere considerato come “bene comune”, un riconoscimento sino ad ora assente nella nostra legislazione.
LE MINACCE A causa dell’industrializzazione dell’agricoltura
e del conseguente svuotamento delle campagne, più di metà della popolazione
mondiale vive in aree urbane: una percentuale che a livello europeo si aggira intorno all’80%. Negli ultimi 60 anni si è assistito a una diffusa
accelerazione dei tassi di erosione dei suoli, dovuta all’impatto di attività antropiche, tra cui
l’agricoltura intensiva, la realizzazione di infrastrutture e lo sviluppo di forme di turismo
ad alto impatto ambientale. In assenza di interventi concreti e tempestivi, i processi di degrado dei suoli sono destinati a crescere.
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Consumo di suolo e
impermeabilizzazione Il consumo di suolo è indotto dalle
trasformazioni urbanistiche e infrastrutturali che determinano
severe e spesso irreversibili modificazioni d’uso e producono impermeabilizzazione, ovvero la
sigillatura del suolo (in inglese: soil sealing): “separazione” fisica del
terreno dal resto dell’ecosistema, ostacolando il passaggio di acqua,
aria e sostanze organiche.
La compattazione I suoli che subiscono la compattazione perdono la loro struttura originaria perché i pori nel terreno vengono drasticamente ridotti. I suoli compatti, in altre parole, non sono suoli adatti alla vita vegetale e animale.
L’inquinamento Lo sviluppo dell’industrializzazione e
l’utilizzo di composti chimici di sintesi in agricoltura ha contribuito
ad aumentare questo fenomeno. Tra gli elementi più diffusi che causano l’inquinamento del suolo vi sono gli idrocarburi, i solventi, i pesticidi e i
metalli pesanti: molte di queste sostanze non sono degradabili, e lo
stato di contaminazione può pertanto diventare definitivo.
L’erosione L’erosione è un processo
naturale che avviene principalmente per opera del
vento e dell’acqua. Purtroppo alcune attività antropiche hanno accelerato in modo vertiginoso i naturali processi di erosione: in
agricoltura, ad esempio, l’introduzione di mezzi
meccanizzati, l’uso massiccio di fertilizzanti chimici, la riduzione
dei tempi di rotazione dei campi e l’abbandono delle forme
tradizionali di agricoltura sono tra i principali fattori di
impoverimento dei suoli.
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La desertificazione
È sostanzialmente il processo attraverso il quale un suolo perde
completamente la sua fertilità e non è più in grado di sostenere
la vita animale e vegetale. Le cause possono essere di origine
naturale (anomalie climatiche, siccità prolungate, incendi,
fenomeni erosivi, salinizzazione) oppure di origine antropica
(sovra sfruttamento dei suoli, eccessivo pascolamento, cattiva
gestione delle risorse idriche, massiccio uso di sostanze
chimiche, deforestazione). Solitamente l'aridificazione dei suoli
si verifica in aree già caratterizzate da ecosistemi fragili dal
punto di vista ecologico, come le aree contigue ai deserti o
quelle continentali caratterizzate da clima secco per buona
parte dell'anno.
Il dissesto idrogeologico
E’ l’insieme di quei processi che modificano il territorio in tempi
molto rapidi, con effetti spesso distruttivi sui manufatti, le
attività e la vita stessa dell’uomo. Frane, smottamenti,
subsidenze, valanghe e alluvioni sono gli eventi più significativi
associati allo squilibrio idrogeologico, che può avere dei costi
ambientali, economici e sociali molto rilevanti. I versanti
montani, le coste e le aree a ridosso degli alvei fluviali sono le
aree maggiormente vulnerabili al rischio di dissesto, per ragioni
geologiche, geomorfologiche e climatiche. In questi territori le
attività umane possono accelerare i processi erosivi naturali,
compro-mettendo seriamente la stabilità dei suoli.
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LA SITUAZIONE IN ITALIA In Italia si è iniziato a parlare di consumo di suolo in termini di problema solo in tempi recenti: infatti la natura di risorsa scarsa del suolo, e il degrado irreversibile a cui è sottoposto dall'imper-meabilizzazione, è stata largamente sottovalutata negli anni passati a favore della sfera economica alimentata dall'industria edile ed immobiliare. Considerate le dimensioni del fenomeno, Legambiente e INU hanno costituito un CRCS (Centro di Ricerca sui Consumi del Suolo), con l'obbiettivo di acquisire ed elaborare i dati delle Regioni, dell’Istat e dell’ISPRA, in modo da estrapolare informazioni utili a produrre banche dati coerenti e dati il più possibile attendibili sul fenomeno. Dall'estrapolazione di questi dati è emerso che in Italia la superficie edificata è pari al 7,6 % del territorio nazionale, un valore che, rapportato ad una superficie "utile" a costruire (provata delle
% urbanizzato/sup. utile
Incremento aree urbanizzate 2000/2008
Nota: il dato del Trentino A.A non è disponibile. Elaborazioni Legambiente su dati Istat, CRCS 2009, Barbieri e Ferrara 2010
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delle porzioni montane e d'acqua), aumenta fino ad un allarman- te 16%, soprattutto se si considera che tale superficie, prudenzialmente stimata in 2,4 milioni di ettari, è pari a quella di due Regioni come Puglia e Molise.
Al primo posto, su scala nazionale, per consumo di suolo sono Liguria, Lombardia e Campania, il cui suolo consumato si estende per un quarto dell’intera superficie utile. Dall'analisi dei dati emerge inoltre che il consumo di suolo è particolarmente sviluppato nelle aree pianeggianti e che il suo incremento non dipende affatto dall'aumen-to demografico bensì da una serie di dinamiche (orografia, economia, piani regolatori). Infatti, si registrano elevati indici d’incremento delle superfici artificiali anche in luoghi sottoposti al depauperamento demografico. La popolazione dal 1950 ad oggi è cresciuta del 28% mentre la cementificazione è cresciuta del 166% (dati Mipaaf 2012).
Su scala nazionale nel decennio 2001-2011, secondo l’ultimo rapporto Istat, la cementificazione è cresciuta in media dell’8,77%, facendosi strada anche in zone fino ad ora interessate solo marginalmente e mostrando una velocità di trasformazione delle superfici particolarmente accentuata in regioni come Basilicata, Molise e Puglia. In particolare per ciò che concerne la nostra regione, si registra il più alto tasso d’incremento di consumo di suolo (19%) e la provincia di Matera su scala provinciale è la più attiva con il 29% di incremento seguita da Foggia (28%).
Un altro indicatore che va tenuto in considerazione è il deficit di suolo agricolo messo a punto dal Sustainable Europe Research Institute, che rileva la differenza tra il terreno agricolo utilizzato su scala nazionale (SAU) e quello necessario a produrre le derrate alimentari di cui il Paese ha bisogno. L’Italia è il terzo paese nell’ unione europea per deficit di suolo agricolo e quinta su scala mondiale, vale a dire che per coprire i consumi della propria popolazione in termini di cibo avrebbe bisogno di 61milioni di ettari di SAU mentre quella attuale supera appena i 12 milioni. Ciò significa che l’Italia attinge dalle produzioni agricole di altri paesi, ponendosi in una condizione di profonda dipendenza, che nel breve periodo influenza i prezzi dei prodotti agricoli e nel lungo periodo accresce il rischio di scarsità.
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COS’E’ LA CUSTODIA
DEL TERRITORIO
La Custodia del Territorio nasce in Italia da un’idea di Legambiente, ma è ormai un movimento a livello mondiale. La custodia è un impegno diretto per fermare la cementificazione di nuove aree verdi e l’uso indiscriminato del suolo, risorsa limitata e bene comune.
L’iniziativa nasce dalla necessità di invertire la rotta, cambiare stile di vita, vivere il territorio in modo più consapevole e responsabile.
Non dimentichiamoci che possiamo essere proprio noi la chiave di volta che tutela la qualità del nostro paesaggio. La Custodia si rivolge a persone che vogliono avere cura del territorio: possono partecipare gli agricoltori che usano la terra per produrre beni alimentari, i privati che sono motivati da una passione per l’ambiente, gli Enti Locali che per conto della loro comunità si vogliono impegnare in un’azione concreta di tutela degli spazi aperti. Diventare custode significa conservare volontariamente un luogo che ti appartiene: il giardino della propria casa, un bosco, un prato o un terreno agricolo di tua proprietà. Aderire alla rete dei Custodi del Territorio permette di costituire un movimento popolare di partecipazione e di responsabilità diretta. Il territorio è fondamentale per le prossime generazioni, il suolo è il luogo fisico che ospita la vita, le piante e gli animali e soprattutto produce il nostro cibo. Preservarlo vuol dire prendersi cura del nostro futuro. Essere Custodi significa sottoscrivere un impegno volontario, un vero e proprio contratto con Legambiente, per essere protagonisti di un’azione concreta di cura e manutenzione del territorio.
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L’ IMPORTANZA
DELLA CUSTODIA
Ormai da anni stiamo assistendo all’erosione continua del suolo libero, non solo quello naturale, rappresentato dai
boschi e dai prati, ma anche quello agricolo.
La Custodia del Territorio, si integra con la rete delle aree protette nazionali, regionali o locali, permettendo ai
privati di esercitare in modo attivo e libero la tutela del territorio e soprattutto di contribuire alla costituzione di reti ecologiche. Stimola l’azione dei privati e degli enti in
modo responsabile. La Custodia non si limita a contenere il consumo di suolo ma vuole mettere in evidenza come il
territorio entra in relazione con l’esperienza e l’azione di sviluppo umano. La custodia risponde al desiderio di cura
del paesaggio dove viviamo e ci riconosciamo.
Tutto questo è direttamente collegato alla necessità di uno sviluppo sostenibile, alla capacità di individuare un limite
nell’uso delle risorse naturali.
Le trasformazioni edilizie di tipo residenziale, produttivo e infrastrutturale (strade, ferrovie, aree urbane)
comportano una impermeabilizzazione definitiva del terreno e quindi avviano un processo irreversibile per
quanto riguarda il suo recupero naturale e la sua capacità di generare nuovo valore ambientale.
La Custodia del Territorio è una possibile risposta per contrastare il consumo di suolo e
valorizzare così il paesaggio e la biodiversità.
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COME DIVENTARE CUSTODI
Possono diventare custodi: privati cittadini, aziende, associazioni, i
comuni e gli enti pubblici. Per essere custodi bisogna necessariamente
essere proprietari di un terreno, compilare una scheda di custodia e
sottoscrivere una dichiarazione d’intenti.
La dichiarazione d’intenti sancisce l’impegno che il custode si assume
nei confronti di Legambiente Basilicata Onlus e di tutta la comunità a
preservare il territorio di cui è proprietario, a non chiederne
l’edificabilità e comunque a non edificarvi. Non si intacca in alcun
modo il diritto di proprietà, che continua a rimanere in capo in modo
esclusivo al custode.
La compilazione della scheda di Custodia è indispensabile per
conoscere le caratteristiche fondamentali dell’area che verrà
custodita e per rendere efficace la Dichiarazione, soprattutto per
individuare interventi di valorizzazione.
Con la firma della Dichiarazione il Custode autorizza Legambiente
Basilicata Onlus a inserire il proprio nominativo, i dati identificativi
dell’area oggetto della custodia e le caratteristiche fondamentali della
stessa sul sito dedicato alla campagna.
La Dichiarazione e la Scheda di Custodia sono scaricabili dal sito
www.legambientebasilicata.it.
Una volta compilati devono essere inviati per posta elettronica
all’indirizzo: [email protected] oppure tramite fax
al numero 097146699.
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Viale Firenze 60/c Potenza (PZ)
Tel: 0971441541- Fax: 097146699 mail [email protected]
Viale Firenze 60/c Potenza (PZ)
Tel: 0971444793 – Fax: 097146699 mail [email protected]
Viale Firenze 60/c Potenza (PZ)
Tel: 0971444176 – Fax: 097146699 mail [email protected]
Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del bando “Presentazione di progetti sperimentali di volontariato di cui all'art. 12, comma 1, lettera d), della legge 11 agosto 1991, n. 2 66, finanziati con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi dell'art. 12, comma 2, della legge 11 agosto 1991, n. 266. Anno 2012”.
fax: 0971-46699