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Le conclusioni del report si possono riassumere come segue: 1. I cristiani nella Nigeria del Nord affrontano la violenza proveniente da varie fonti. 2. Il numero minimo di cristiani uccisi va da 9000 a 11.500. 3. Dal 2000, almeno 1,3 milioni di cristiani sono diventati sfollati interni od obbligati a trasferirsi altrove. 4. Molte chiese hanno visto rapidamente decrescere il numero dei loro membri, 13.000 chiese complessivamente sono state distrutte o chiuse. 5. Migliaia di attività economiche, proprietà e case di cristiani sono state distrutte. 6. Paura e diffidenza dei cristiani nei confronti dei musulmani sono in forte aumento, producendo più segregazione. 7. I cristiani della Nigeria del Nord spesso soffrono discriminazione ed esclusione, soprattutto negli stati della Sharia (estremo nord), ma anche negli stati centrali, la cosiddetta Middle Belt. 8. La partecipazione alla vita della chiesa, come pure la vita privata dei cristiani, è stata pesantemente colpita. L’insicurezza e la conseguente forte migrazione hanno rapidamente svuotato le chiese, tuttavia è forte la determinazione di chi è rimasto. 9. In tutta la Nigeria del Nord, l’impatto della violenza persistente sulle comunità cristiane è enorme (diminuzione numerica, traumi, schiacciante flusso di cristiani sfollati in cerca di collocazione, perdita di proprietà e carenza di risorse). 10. Intervistati, molti cristiani della Nigeria del Nord riferiscono di sperimentare in misura crescente la presenza di Dio e la Sua vicinanza. 11. Adottare l’atteggiamento cristiano di ‘amare i propri nemici’ è vissuto come una vera sfida per i cristiani. 12. I cristiani colpiti dalla violenza sono stati pesantemente traumatizzati. La cura dei traumi è una sfida immediata. CRUSHED BUT NOT DEFEATED The impact of persistent violence on the Church in Northern Nigeria (Versione riassuntiva in Italiano – È possibile richiedere la versione completa in inglese di 48 pagine) La Nigeria è una nazione spezzata in 2. Mentre il sud è economicamente stabile e gode di un certo livello di pace sociale, il nord invece è sconquassato da continui attacchi di gruppi estremisti, da insicurezza sociale ed economica e da conflitti etnico-religiosi tra vari gruppi. Sono in particolare i cristiani a subire l’impatto più duro di questa violenza e insicurezza. Immediatamente vogliamo proporvi una sintesi dei risultati di questo report. A seguire troverete: 1. Sommario dei risultati di questo rapporto 2. Siamo di fronte a una violenza persistente e continua in Nigeria del Nord? 3. Impatto sulla chiesa: cifre, peculiarità e trend 4. Impatto sulla chiesa: vita di chiesa e vita personale Per richiedere il report completo in inglese, contattare: [email protected]

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Le conclusioni del report si possono riassumere come segue:

1. I cristiani nella Nigeria del Nord affrontano la violenza proveniente da varie fonti. 2. Il numero minimo di cristiani uccisi va da 9000 a 11.500. 3. Dal 2000, almeno 1,3 milioni di cristiani sono diventati sfollati interni od obbligati a trasferirsi

altrove. 4. Molte chiese hanno visto rapidamente decrescere il numero dei loro membri, 13.000 chiese

complessivamente sono state distrutte o chiuse. 5. Migliaia di attività economiche, proprietà e case di cristiani sono state distrutte. 6. Paura e diffidenza dei cristiani nei confronti dei musulmani sono in forte aumento, producendo

più segregazione. 7. I cristiani della Nigeria del Nord spesso soffrono discriminazione ed esclusione, soprattutto negli

stati della Sharia (estremo nord), ma anche negli stati centrali, la cosiddetta Middle Belt. 8. La partecipazione alla vita della chiesa, come pure la vita privata dei cristiani, è stata

pesantemente colpita. L’insicurezza e la conseguente forte migrazione hanno rapidamente svuotato le chiese, tuttavia è forte la determinazione di chi è rimasto.

9. In tutta la Nigeria del Nord, l’impatto della violenza persistente sulle comunità cristiane è enorme (diminuzione numerica, traumi, schiacciante flusso di cristiani sfollati in cerca di collocazione, perdita di proprietà e carenza di risorse).

10. Intervistati, molti cristiani della Nigeria del Nord riferiscono di sperimentare in misura crescente la presenza di Dio e la Sua vicinanza.

11. Adottare l’atteggiamento cristiano di ‘amare i propri nemici’ è vissuto come una vera sfida per i cristiani.

12. I cristiani colpiti dalla violenza sono stati pesantemente traumatizzati. La cura dei traumi è una sfida immediata.

CRUSHED BUT NOT DEFEATED

The impact of persistent violence on the Church in Northern Nigeria

(Versione riassuntiva in Italiano – È possibile richiedere la versione completa in inglese di 48 pagine)

La Nigeria è una nazione spezzata in 2. Mentre il sud è economicamente stabile e gode di un certo livello di pace sociale, il nord invece è sconquassato da continui attacchi di gruppi estremisti, da insicurezza sociale ed economica e da conflitti etnico-religiosi tra vari gruppi. Sono in particolare i cristiani a subire l’impatto più duro di questa violenza e insicurezza. Immediatamente vogliamo proporvi una sintesi dei risultati di questo report.

A seguire troverete:

1. Sommario dei risultati di questo rapporto 2. Siamo di fronte a una violenza persistente e continua in Nigeria del Nord? 3. Impatto sulla chiesa: cifre, peculiarità e trend 4. Impatto sulla chiesa: vita di chiesa e vita personale

Per richiedere il report completo in inglese, contattare: [email protected]

1. SOMMARIO DEI RISULTATI DI QUESTO RAPPORTO

La Nigeria del Nord ospita una sostanziale fetta di popolazione cristiana nelle aree dove l’islam incontra la cristianità. Con all’incirca 30 milioni di aderenti nella regione del nord, i cristiani sono la più grande minoranza in un contesto principalmente islamico. Tale contesto è divenuto sempre più ostile nelle ultime decadi, portando a una crescente marginalizzazione e discriminazione, così come a sempre più estesi attacchi contro i cristiani, in particolar modo negli ultimi 15 anni.

Anche se la Nigeria è uno stato laico con una costituzione che garantisce la libertà di pensiero, coscienza e religione, la realtà in Nigeria del Nord è profondamente differente. Per decadi, i cristiani in questa regione hanno subito emarginazione e discriminazione, oltre che violenza. Tutto ciò non accade solo negli stati del nord che hanno adottato la sharia (legge islamica), dove di fatto la pressione dell’islam è pesante, ma anche negli stati della cintura di mezzo (Middle Belt) dove la sharia non è stata formalmente implementata.

Questo rapporto di Porte Aperte/Open Doors International mostra gli effetti della violenza sulle comunità cristiane, le attività delle chiese e sulla vita dei singoli cristiani. La versione completa consta 48 pagine (in inglese) e con dati e testimonianze delinea un’immagine spaventosa di quanto sta accadendo in Nigeria, persino peggiore di quanto si potesse immaginare. La violenza contro i cristiani nella regione si è tramutata in migliaia di persone uccise, tra i 9.000 e i 11.500 cristiani assassinati, una stima di partenza o, se volete, conservativa. Un enorme numero di proprietà cristiane sono state distrutte, tra di esse almeno 13.000 chiese sono state chiuse o rase al suolo. Secondo questo rapporto oltre un milione di cristiani nella Nigeria

del Nord sono stati costretti a diventare profughi interni o a spostarsi in altre regioni della Nigeria alla ricerca di più sicurezza.

In alcune aree della Nigeria del Nord, la presenza cristiana è stata virtualmente cancellata o consistentemente diminuita, mentre in altre aree le congregazioni nelle chiese sono cresciute a causa del flusso di cristiani in fuga dalle violenze e da un certo numero di musulmani convertitesi al cristianesimo.

In aggiunta, la coesione sociale tra musulmani e cristiani è stata messa in pericolo. La reciproca fiducia è sostanzialmente scomparsa; cristiani e musulmani sono diventati gruppi sempre più separati e distinti, raggruppati in periferie, quartieri o specifiche aree rurali.

Il rapporto mostra che sebbene l’etnia, il conflitto politico e la lotta per lo sfruttamento delle risorse siano note fonti di violenza nella Nigeria del Nord, le fonti della violenza contro i cristiani in quest’area appaiono invece molto assortite. Si possono trovare sfumature religiose, economiche e sociali allo stesso tempo. Gli elementi della violenza specificatamente mirata contro i cristiani nella Nigeria del Nord sono collegati da un comune denominatore religioso: difendere gli interessi dei musulmani del nord, la loro identità e la posizione dell’islam.

Non solo islam radicale, Boko Haram ne è l’esempio più noto, ma anche allevatori musulmani Hausa-Fulani e l’élite musulmana politica e religiosa del nord sono attori principali della violenza che mira a colpire la minoranza cristiana.

La sfida per la chiesa nella Nigeria del Nord è inoltre più ampia di quanto previsto. Dovrà trovare un modo di esistere in zone dove la presenza cristiana è virtualmente estinta. Dovrà gestire i traumi che sono il risultato diretto di attacchi violenti prolungati nel tempo. Dovrà provvedere guida e leadership ai cristiani per gestire la reazione alla violenza. Inoltre le comunità cristiane negli stati della Sharia, ma anche in altre parti della Nigeria del Nord, affrontano la sfida di contrastare la pressione di un ambiente che li discrimina ed esclude. Ciò nonostante c’è ancora un’ampia presenza cristiana nella Nigeria del Nord, col potenziale di unità e resistenza. Ma la chiesa di questa regione dovrà cercare di non chiudersi in se stessa e disimpegnarsi dalla società. Dovrebbe fare l’opposto, stimolata dalla sua spinta cristiana a essere coinvolta con la società e operare per la giustizia, la pace e la riconciliazione condividendo le proprie risorse per il bene di tutti.

Infine la chiesa della Nigeria del Nord insieme alla chiesa nel resto del paese ha bisogno di sviluppare una risposta comune in termini di visione, piani e azioni per gestire l’impatto della violenza continua, sostenendo efficacemente i cristiani colpiti, lavorando per la pace e promuovendo la coesione sociale fra differenti gruppi nella società.

Per fare tutto ciò, sarà necessario l’aiuto della comunità internazionale affinché la chiesa possa lavorare per il rinnovamento e la trasformazione della comunità cristiana e della società nigeriana del nord in generale.

2. SIAMO DI FRONTE A UNA VIOLENZA PERSISTENTE E CONTINUA IN NIGERIA DEL NORD?1

La Nigeria del Nord è il risultato del periodo coloniale britannico quando il nord musulmano e le zone della Middle Belt non musulmana, oggi prevalentemente cristiana, costituivano un’unica entità. La popolazione non musulmana nella regione settentrionale (prevalentemente gli stati della Middle Belt) vorrebbero svincolarsi dalla dominazione Hausa-Fulani (per es. lo stato di Plateau). Ma tutto ciò è difficile da ottenere poiché i detentori del potere nella regione settentrionale, l’élite musulmana politica e religiosa, vogliono che la regione rimanga unita sotto il loro dominio politico e religioso.

Gli attori della violenza continua che colpisce la chiesa nella Nigeria del Nord sono:

1. L’élite musulmana del nord, politica e religiosa 2. I gruppi islamici radicali 3. Allevatori musulmani di etnia Hausa-Fulani

Gli elementi scatenanti della violenza si possono riassumere come segue:

1. Protezione degli interessi a rischio nel Nord (politico-economici) 2. Protezione dell’identità musulmana a rischio (socio-culturale) 3. Protezione della posizione “legittimata” dell’islam a rischio (religioso)

I cristiani sono il gruppo religioso più preso di mira nella Nigeria del Nord per le suddette tre elementi scatentanti. Il cristianesimo nella Nigeria del Nord è, in un contesto musulmano, una minoranza consistente (più di 30 milioni, pari al 31,2% della popolazione). Ci sono elevate concentrazioni di cristiani (20-25%) in 7 stati del nord.

In 6 stati del nord i cristiani sono la maggioranza (>50%). E in 158 su 417 Local Government Areas (distretti) i cristiani sono la maggioranza (>50%). L’esistenza cristiana nella Nigeria del Nord è minacciata dalla persistente violenza e in certe zone praticamente si procede verso la sua sistematica estinzione. Allo stesso

1 Vedi rapporto completo da pag 11 a pag 17 per un’analisi storica del contesto sociale e politico dell’area denominata Nigeria del Nord, con approfondimento sugli attori della violenza persistente e una serie di esempi concreti

tempo il numero dei membri di chiesa in certe aree è aumentato a causa dello sfollamento di cristiani e anche grazie alla conversione di musulmani al cristianesimo.

3. IMPATTO SULLA CHIESA: CIFRE, PECULIARITÀ E TREND2

Analizzando i risultati della nostra ricerca, possiamo osservare come negli ultimi anni vi sia stata una crescita del controllo sociale da parte dei musulmani nel Nord della Nigeria. In questa crescita, sei elementi distintivi emergono per il notevole impatto che essi hanno nei confronti della chiesa di questa regione in termini di marginalizzazione, discriminazione e violenza:

1. Il fenomeno della violenza organizzata: per es. l’insurrezione Boko Haram, gli attacchi degli allevatori musulmani Fulani alle comunità cristiane nella Middle Belt, i tumulti pubblici di Jos (Plateau) e la crisi pre-elettorale del 2011.

2. L’alleanza fra religione e politica: per es. la protezione degli interessi dell’élite musulmana religiosa e politica del nord, l’adozione della Sharia in 12 stati del nord, gli Hausa Fulani al potere nei distretti meridionali dello stato di Kaduna, la manipolazione politica negli scontri pubblici di Wukari, stato di Taraba e gli attacchi degli allevatori Fulani contro le comunità cristiane nei distretti meridionali senatoriali dello stato di Taraba.

3. Il costante afflusso dei musulmani per mezzo della migrazione: la migrazione dei musulmani Fulani verso gli stati della Middle Belt in cerca di terra per il loro bestiame, il trasferimento di abitanti musulmani dall’estremo nord verso la Middle Belt dovuto alla desertificazione e alla siccità, l’insediamento di mercenari jihadisti nelle proprietà abbandonate dai cristiani in fuga nello stato di Taraba.

4. La costante pressione per convertirsi all’islam: per es. i cristiani Hausa sono considerati coloni negli stati della Sharia, se convertiti all’islam diventano indigeni con accesso alla terra e ai diritti politici. Inoltre, in tutta la Nigeria del Nord, sia negli stati della Sharia che in quelli della Middle Belt, c’è discriminazione nei confronti dei cristiani nelle opportunità di essere promossi al lavoro, di accedere alle borse di studio, a cure mediche, alle cliniche e agli ospedali del governo, fino alle valutazioni scolastiche; la soppressione dell’insegnamento della Conoscenza Religiosa Cristiana in molte scuole del governo; il dominio dei musulmani in politica, economia, cultura e media nel nord sta aumentando la pressione per diventare musulmano e poter sposare una bella donna, trovare un bel lavoro e/o un

2 Vedi rapporto completo da pag 18 a pag 25 per un’analisi delle cifre - con relative percentuali e tabelle esplicative - di cristiani uccisi, sfollati e chiese distrutte. A ciò si aggiunge una elaborazione dei trend nel contesto islamizzato del nord

sostanzioso prestito dalle banche; le moschee e le scuole coraniche non sono state distrutte nei territori del nordest conquistati dai Boko Haram. Tutto questo, aumenta la pressione per convertirsi all’islam e avere accesso a diritti civili basilari, servizi sociali, istruzione, lavoro e così via.

5. La combinazione della cultura Hausa e dell’islam: la cultura Hausa è la cultura dominante, la quale è ampiamente influenzata dall’islam. I cristiani Hausa sono una minoranza. L’uso della lingua Hausa nel nord come lingua franca, l’adozione di nomi Hausa da parte di cristiani per evitare di essere identificati come tali e di conseguenza diventare oggetto di discriminazione e isolamento nella società, il rapimento di giovanissime donne cristiane e la loro conseguente forzata islamizzazione e “hausizzazione”, il sequestro di scuole aperte da missioni negli anni ‘70 da parte dei governi del nord e la conseguente de-cristianizzazione della zona: tutte queste cose impattano notevolmente la vita della chiesa di queste regioni.

6. La promozione dell’islam come una religione che porta successo: per es. l’effettivo governo musulmano nel periodo compreso fra il primo e il secondo mandato del presidente cristiano Obasanjo (1 ottobre 1979 – 29 maggio 1999), la manipolazione dell’elettorato cristiano per fini politici musulmani durante la democrazia, la mancata sconfitta di Boko Haram da parte dell’amministrazione cristiana di Goodluck, l’efficacia economica degli uomini d’affari musulmani del nord, il dominio Hausa sul commercio al dettaglio nella Nigeria del Nord, la povertà di molti cristiani del nord nelle zone rurali.

Questi 6 elementi , con i relativi esempi succitati, determinano un attacco persistente e devastante contro le comunità cristiane nord-nigeriane. Dunque rimane la questione di quale sia l’impatto di tutto questo sul futuro della chiesa nella Nigeria del Nord. Il suo destino sarà lo stesso della chiesa in Medio Oriente dove ha visto un rapido declino o dove in certi posti ha perfino cessato di esistere come forma organizzata? O emergerà, e se sì, come?

I media: un predominio islamico

I musulmani del nord sono fortemente rappresentati nei media. Esempi sono la New Nigerian Newspapers Ltd. (NNN) e la Federal Radio Corporation a Kaduna (FRCK). Attraverso questi snodi nei media, gli interessi dei musulmani del nord sono introdotti nell’agenda a livello federale e statale, dove sono dunque ben rappresentati. Dato che la FRCK è diventata la fucina da cui la BBC Hausa Service e la Voice of America Hausa Services hanno tratto i loro dipendenti, il dominio degli interessi islamici si è esteso a importanti media nel Nord della Nigeria e, attraverso di essi, è stata veicolata la rappresentazione delle realtà sul campo. I cristiani di queste zone sentono che la loro causa è del tutto trascurata mentre viene presentata una prospettiva islamica. Nel 2014, lo staff della BBC Hausa Service nell’ufficio di Londra era composto da 37 membri, tutti musulmani. La diffusione di notizie nelle regioni del nord attraverso la BBC dunque rimangono virtualmente interamente nelle mani di musulmani. Similmente, lo staff di Voice of America Hausa Services nell’ufficio di Washington 17 su 23 membri sono musulmani. La diffusione di notizie nelle regioni del nord attraverso la Voice of America rimane per il 70% nelle mani di musulmani. Ci sono giornalisti qualificati cristiani di etnia Hausa ma per una ragione o per l’altra essi non fanno parte dello staff. Ovviamente se non stessimo rapportando una persistente e devastante escalation di violenza anticristiana nel Nord della Nigeria da parte di attori islamici, queste percentuali potrebbero non destare alcuna preoccupazione, ma qui si parla di migliaia di morti e di una persecuzione crescente.

Alcune importanti conclusioni

I cristiani costituiscono una sostanziale minoranza nella Nigeria del Nord e sono il gruppo più bersagliato. In relazione alla violenza persistente, essi rappresentano fino al 41,2% delle vittime. Fra il 2006 e il 2014, la

Nigeria settentrionale è stata la parte più violenta del paese. Nel 2010 la regione settentrionale aveva il 50% del totale dei decessi di tutta la Nigeria, con un picco sconcertante di 82% nel 2014 a causa dell’insurrezione Boko Haram. In questo periodo si stima che 11.500 cristiani siano rimasti vittime della violenza di matrice religiosa.

Fra il 2000 e il 2014, fino a 1,3 milioni di cristiani hanno abbandonato il luogo di residenza e si sono integrati in comunità degli stati della Middle Belt o nel sud del paese. Nel 2015, quasi mezzo milione di loro vivono ancora sfollati a causa della violenza collegata a Boko Haram e più di 40.000 fra loro sono sfollati a causa degli attacchi degli allevatori Fulani. Le comunità cristiane nell’estremo nord sono le più colpite dall’esodo dei cristiani. Le comunità cristiane nella Middle Belt ricevono la maggior parte dei cristiani che si spostano. Fra il 2000 e il 2014, più di 13.000 chiese sono state abbandonate, chiuse, distrutte e/o bruciate in Nigeria del Nord.

La costante violenza contro la chiesa nella Nigeria del Nord può essere definita come esclusione e discriminazione da parte dei governi negli stati della Sharia e da parte della società islamica in generale, e come attacchi pubblici nella violenza mirata, politicamente motivata (vedasi crisi pre-elettorale del 2011), dell’insurrezione Boko Haram e degli attacchi degli allevatori Fulani. Le risposte della leadership di chiesa mancano di una visione, di una strategia e di una pianificazione coerenti per far fronte a tutto questo.

4. IMPATTO SULLA CHIESA: VITA DI CHIESA E VITA PERSONALE 3

3 Vedi rapporto completo da pag 26 a pag 31 per un’analisi dell’impatto della persistente violenza sulla vita di chiesa e sulla vita personale dei cristiani – Di seguito un breve sunto delle conclusioni

La frequenza e l’appartenenza alla chiesa sono decresciute nelle aree dell’estremo nord tormentate dalla violenza, ma sono aumentate negli stati della Middle Belt dove molti cristiani si sono stabiliti.

La chiesa ha perso forza e risorse, divenendo incapace di partecipare a progetti comunitari. L’80% degli intervistati ammette che i sentimenti verso i musulmani della loro comunità sono stati negativamente influenzati dall’impatto della violenza continua.

Il 65% degli intervistati sente che la libertà di parola, associazione, religione e altri diritti umani sono stati pesantemente limitati, soprattutto negli stati della Sharia.

Ogni cristiano nella Nigeria del Nord nasce e cresce in una “cultura di violenza” indipendentemente da quando e dove siano nati nella regione. 3 cristiani su 4 nella Nigeria del Nord vede un futuro cupo per i cristiani in Nigeria del Nord. La continua violenza ha portato ulteriore segregazione fra le comunità cristiana e musulmana.

3 intervistati su 4 riferisce che è diventato più difficile per i cristiani della Nigeria del Nord ricevere una promozione nel posto di lavoro o trovare un’occupazione col governo. A livello statale sembra vi sia maggior coinvolgimento politico fra i cristiani negli stati (meridionali) di Kaduna e Plateau. Tuttavia sembra quasi del tutto assente fra i cristiani degli stati tormentati dalla violenza quali Borno e Yobe. Ciò nonostante sembra esserci una nuova dinamica nella quale i cristiani lottano per la loro libertà per mezzo della partecipazione alle vicende politiche.

Secondo l’80% degli intervistati, il numero dei cristiani che persevera nonostante le perdite personali e i traumi è in aumento. Sembrano sperimentare maggior fede e solidarietà nella chiesa. Comprendere la violenza religiosa e amare i propri nemici sono considerate le più grosse sfide spirituali che i cristiani affrontano.

Far fronte ai traumi inflitti dalla continua violenza è compresa come la maggior sfida emotiva.

La principale sfida economica per i cristiani nella Nigeria del Nord è dotarsi di mezzi di sostentamento.

I cristiani affermano che la principale sfida sociale per loro è vincere la reciproca sfiducia, paura e disprezzo fra loro e le controparti musulmane.

Per richiedere il report completo in inglese, contattare: [email protected]