creativ scrl · web viewi quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di...

24
CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO Strumenti per favorire la partecipazione di tutti, il confronto e l’ascolto reciproco. CREATIV Servizi per la persona e i gruppi www.creativformazione.it - www.creativ.it

Upload: others

Post on 13-Dec-2020

10 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Strumenti per favorire la partecipazione di tutti,

il confronto e l’ascolto reciproco.

di Alfredo Cenini

Convegno CatechisticoNuoro, giugno 2016

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it

Page 2: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Estratti dal testo CREAtivEnrico Carosio - Alfredo CeniniAccomodati, qui si sta bene!Viaggio tra teoria e pratica nell’animazione di gruppoPaoline (2012)

DALLA PARTE DEL GRUPPO

La vita di gruppo rappresenta, per molte persone, una tappa insostituibile nel cammino di crescita e definizione della propria identità personale, umana e professionale.

Il gruppo funziona come un crogiolo attraverso cui prendere coscienza di sé in modo corretto, «sperimentare l’incontro responsabile e solidale con l’altro e ricollocarsi in un rapporto più produttivo con la cultura sociale»1.

Il cammino non è privo di rischi. Spesso le persone nutrono un forte senso per il vivere in gruppo, ma questo può sfociare in derive assurde con conseguenti omologazioni inibitrici di iniziative proprie.

Si tratta però dell’occasione per conoscere meglio se stessi, uscire dalla solitudine andando incontro agli altri, in un confronto continuo durante il quale si delinea e distingue la propria originale personalità. Bisogna quindi tentare.

Un sano desiderio di protagonismo, autonomia, contatto, relazione e appartenenza, trova soddisfazione privilegiata all’interno di un gruppo. Oggi, più che mai, nel far parte di un gruppo sono in gioco dimensioni emotive e bisogni relazionali fondamentali.

La bellezza del faccia a faccia permette di vivere in prima persona con tutti i nostri sensi l’unicità della relazione attraverso:

il calore di uno sguardo; un gesto di accoglienza; la conferma di «essere ben voluti»; la sensazione di appartenere; la certezza di esistere; il «piacere di piacere»; la sicurezza di potere; la possibilità di comunicare; la gioia di essere compresi; poter dimostrare le proprie abilità e competenze; la sorpresa della diversità; la gratitudine per l’esistenza degli altri; la risposta ai propri dubbi; la scoperta di nuove domande; ecc.

Ecco cosa cercare e trovare nel gruppo.Benché inseriti in una vera e propria rivoluzione nel campo dell’informazione e della comunicazione,

non possiamo dimenticare che il gruppo rimane comunque un luogo privilegiato per l’apprendimento.

1 M. Pollo, Il gruppo come luogo di comunicazione educativa, Elledici, Leumann (TO) 1990, p. 20.CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 1

Page 3: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Chi si occupa di problemi formativi sa bene quanto questa dimensione rappresenti un momento insostituibile e stimolante per la crescita umana e culturale, a patto che il clima relazionale sia sufficientemente gratificante e accogliente.

Verba volant… experientiae manent! Il gruppo è luogo d’esperienza di sé e degli altri. In questo sta il suo valore.

Come le nozioni si perdono facilmente, allo stesso modo le esperienze permangono indelebili. Ogni animatore è consapevole di non poter ricordare tutto quanto è stato detto nel gruppo, ma non dimentica facilmente le attività in grado di mettere in gioco sentimenti ed emozioni.

Le tecniche di presentazione e animazione vogliono provocare una positiva fusione dei due termini: esperienza di gruppo e apprendimento. Saranno esperienze impegnative, a volte curiose e divertenti, ma sicuramente gratificanti!

Perché usare strumenti e tecniche animative nella gestione del gruppo

Animazione è un termine complesso che racchiude la capacità di gestire attività, dinamiche, interazioni ludiche e comunicative.

Significa creare relazioni tra gruppi umani e individuare modalità che permettano uno svolgimento delle attività dove tutti possono, come obiettivo principale, partecipare alla vita del gruppo.

Attraverso l’animazione, i membri del gruppo scoprono la corresponsabilità «con gli altri» e una conseguente disponibilità verso gli altri che influenza, come una spirale, l’adesione continua alle proposte dell’animatore.

L’animazione appare quindi sempre come un modo di relazione. È un atteggiamento attivo, che si sforza di suscitare la determinazione libera e autonoma (come nei presupposti del gioco)2 dei membri all’interno del gruppo e quella dei gruppi stessi in rapporto al contesto più vasto di cui fanno parte.

Animare un gruppo con l’animazione significa stimolare confronti, il più possibile onesti, distinguendo le situazioni di scontro, generatrici di conflitti, e le situazioni di confronto che permettono l’elaborazione di nuove soluzioni.

Inoltre, durante lo svolgimento di un’attività, l’animatore stimola continuamente e progressivamente la partecipazione fisica e psicologica dei partecipanti, accresce il giro delle informazioni, tra i singoli individui e il gruppo.

L’atteggiamento propositivo dell’animatore ha l’obiettivo di incidere e modificare le relazioni interpersonali, per aumentare il grado di responsabilità comunitario puntando, però, su un potenziamento delle libertà individuali.

Valori e contenuti dell’animazione

La partecipazione, come anticipato, è il principio base dell’animazione, l’effetto di una propensione dell’individuo all’accettazione degli altri, alla volontà di cooperare, a praticare azioni sensibili nelle interazioni.

Più concretamente questa partecipazione si può tradurre in:

Partecipazione alla vita comunitaria: la partecipazione attiva alla vita del gruppo suppone che ogni membro possa mettere in gioco la propria iniziativa e le proprie qualità. In questo senso, chi partecipa attivamente non è costretto a subire un lavoro, ma contribuisce attivamente ed è ascoltato con conseguente sprone a far meglio.

Partecipazione all’elaborazione delle decisioni: esistono molte possibilità di coinvolgere le persone nell’elaborazione delle attività: molte sono proposte dall’animatore in modo stimolante ma

2 R. Callois, I giochi e gli uomini, Bompiani, Milano 2007.CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 2

Page 4: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

relativamente chiuso, altre sono proposte in maniera molto aperta e spingono il singolo o il lavoro di gruppo a mettere maggiormente in gioco motivazione, piacere, competenza, collaborazione.

Partecipazione alla gestione: se è vero che vivere l’animazione significa sviluppare un senso di responsabilità, i partecipanti devono sentire che la riuscita dipende dalla sinergia dei singoli.

Partecipazione alla verifica: risulta estremamente utile coinvolgere i partecipanti, bambini o adulti, alla valutazione della riuscita e in particolare della partecipazione, in modo da attivare un feedback utile all’apprendimento.

In sintesi facciamo animazione: per far vivere una condizione spazio-temporale di ben-essere ovvero mettere le persone in

condizione di stare bene con se stesse e con gli altri. Creare un clima dove si percepisca il bene, un luogo dove qualcuno si senta accolto e accettato per quello che è;

per dare un senso alla propria esistenza e alla propria condizione (lavoratore, anziano, marito, moglie, educatore, figlio…). Chi partecipa deve essere valorizzato e accolto nella sua dimensione partecipativa in quel preciso momento;

per far esprimere/riattivare/implementare le potenzialità e le competenze.

Accogliere i bisogni di ciascuno

Le tecniche di animazione manifestano la loro efficacia grazie alla capacità di agire positivamente all’interno delle tre aree dei bisogni interpersonali.

Quando si riflette sul modo in cui gli individui entrano in relazione in un gruppo e su come un cambiamento a livello personale può influire sul funzionamento del gruppo stesso, è necessario prendere in considerazione tre importanti aree di esigenze interpersonali:

bisogno di inclusione; bisogno di controllo; bisogno di affetto.

Fonte: Martin Jelfs, Tecniche d’animazione, Elledici, Leumann (TO) 1997.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 3

Page 5: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Promuovere la crescita di consapevolezza

Utilizzare tecniche d’animazione equivale a offrire opportunità nuove. Ogni attività proposta in questo libro può essere immaginata come l’occasione di mettere a fuoco in modo diretto un maggior numero di aspetti3:

allargare il campo delle percezioni verso l’esterno e l’interno; approfondire la loro comprensione del proprio comportamento e di quello altrui; esprimersi in modo più completo, chiaro e articolato; trovare un contatto migliore con i propri sentimenti; sentirsi appartenere al gruppo e protetti; analizzare la struttura sociale del gruppo; svolgere il compito del gruppo in modo costruttivo; comprendere lo sviluppo e il processo del gruppo; reagire costruttivamente ai disturbi; sperimentare modi alternativi di comportamento.

UTILIZZARE LE TECNICHE DI ANIMAZIONE

È sempre tempo per una buona tecnica d’animazione a patto che l’animatore sappia fare chiarezza sull’obiettivo da raggiungere.

Vogliamo coinvolgere? Stimolare la curiosità? Raccogliere informazioni? Favorire l’attenzione verso chi parla? Sintetizzare le opinioni di tutti? Prendere decisioni? Risolvere un problema?

Alla base vi è sempre una domanda fondamentale: cosa mi aspetto da questa tecnica d’animazione? Quali benefici?

Non ci assumiamo responsabilità per quegli animatori che utilizzano questi strumenti senza discernimento e senza sapere in che modo valorizzarne i risultati e le indicazioni che emergeranno al termine dello svolgimento.

Familiarizzare

Ogni valida tecnica d’animazione è profondamente connessa al processo di crescita personale e di gruppo. Non parliamo quindi di un espediente per attirare l’attenzione, movimentare l’atmosfera e contrastare la noia che sovente accompagna un momento formativo.

Le tecniche d’animazione non sono formule magiche, non nascono a caso e non contengono alcunché di incomprensibile. La veste ludica che le caratterizza è ricca di significati simbolici e le regole rispondono a precisi criteri che favoriscono l’interazione.

Chi se ne serve impara facilmente a decodificarle riuscendo a cogliere in profondità i significati che si celano nelle fasi del suo svolgimento. I destinatari, generalmente, le vivono come un’attraente e stimolante avventura: ne colgono in prevalenza gli aspetti divertenti, inattesi e talvolta bizzarri. Questa sorta di spaesamento creato da una cornice ludica e normativa artefatta è cercato: in qualche modo esso consente ai partecipanti l’accesso a una dimensione altra della realtà. Le dinamiche introducono a una dimensione

3 K.W. Vopel, Manuale per animatori di gruppo, Elledici, Leumann (TO) 1994.CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 4

Page 6: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

volutamente rassicurante, temporanea, regolata e perciò in grado di superare quelle barriere e resistenze che impediscono di mettersi in gioco in modo autentico.

Il conduttore presenterà la dinamica con chiarezza e ordine, senza tentennamenti, consapevole delle richieste da sottoporre al gruppo. Ogni fase della dinamica mira a mettere il gruppo a proprio agio, tutelando bisogni e diritti dei partecipanti. Ciascuno deve vedere garantita in ogni momento la propria libertà di scelta. L’assenza di giudizio dev’essere garantita in modo da impedire l’avvitamento del gruppo stesso all’interno di giochi pericolosi e dinamiche conflittuali disfunzionali.

Il successo della tecnica d’animazione ben condotta ha inevitabili ripercussioni positive sul clima di gruppo che riconosce di aver vissuto una significativa esperienza significativa e di aver raggiunto obiettivi non scontati.

Ci piace immaginare le tecniche d’animazione come strumenti per armonizzare e amplificare le energie del gruppo.

Una volta individuato un obiettivo da raggiungere la tecnica d’animazione si incarica di convogliare il contributo di tutti nella giusta direzione: attraverso specifiche indicazioni di gioco vengono attivati alcuni principi molto noti per una comunicazione interpersonale ecologica.

Le tecniche di animazione migliorano le interazioni poiché tendono a controllare (filtrare) ed eliminare quei disturbi che impediscono al dialogo di procedere.

L’animatore si accorgerà ben presto che uno stile di comunicazione arbitrario e non normato alimenta spesso paure del giudizio altrui, ansie, rivalità interpersonali, atteggiamenti difensivi, che rendono l’argomento della discussione un luogo simbolico di autoaffermazione.

Perché funzionano?

I motivi sono veramente tanti. Proviamo a elencarne alcuni: sono quelli che abbiamo potuto constatare nella nostra esperienza.

Le tecniche d’animazione:

permettono di esprimere il proprio parere senza esporsi immediatamente alle critiche altrui; salvaguardano il diritto di chi parla a essere ascoltato; sfruttano le energie di gruppo legate tanto alla competizione quanto alla cooperazione; sono divertenti come un gioco; aiutano a sospendere i giudizi; hanno regole precise; tutelano i timidi; Incuriosiscono; rendono il gruppo protagonista; sorprendono; limitano i tentativi di monopolizzare la discussione; mirano a un preciso risultato; coinvolgono tutti; regolano i conflitti; creano nuove associazioni mentali; limitano gli sprechi di tempo.

In una parola: sono efficaci! Soddisfano i bisogni individuali e migliorano il clima di gruppo. Ogni tecnica è un corroborante che esalta dinamiche positive, cercando di imbrigliare quelle negative.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 5

Page 7: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

1. TECNICHE DI PRESENTAZIONE

La domanda appare spontanea. Perché l’animatore deve presentarsi al suo gruppo? Cos’è importante sapere di lui?

Di solito chi gestisce un gruppo racconta qualcosa di sé, della sua storia professionale, in particolare delle sue competenze, per accreditarsi nei confronti delle persone che ha di fronte.

Ciò viene normalmente fatto da ogni buon animatore, ma noi vogliamo andare oltre: crediamo che sia importante che l’animatore mostri il fianco.

I membri di un gruppo, come ogni persona, quando si affacciano a un nuovo incontro cominciano inevitabilmente a farsi delle domande: chi sarà questa persona? Cosa vorrà da me? Sarà all’altezza del compito richiesto? Sarà simpatico? Mi valorizzerà? Mi annoierà a morte?

Potremo sicuramente elencare tanti altri interrogativi, ma è certo che il buon animatore sa che ognuno se li pone e che, rispetto alle proprie aspettative, queste domande continueranno a essere rumori nella loro testa che non aspettano altro che di essere sconfessati.

È su questo presupposto che l’animatore deve far percepire la cosa più importante: «Io voglio stare con voi!». Questa conferma metacomunicativa potrebbe apparire scontata, ma non lo è; gli individui possiedono un’innata e inequivocabile capacità nel percepire se questa disponibilità esiste oppure no. Corpo, parole, tono della voce, argomenti, ci dicono chi abbiamo davanti, quali potrebbero essere le prospettive della nostra partecipazione a quella proposta.

Mostrare il fianco significa raccontare qualcosa di sé senza necessariamente risultare troppo personali e autocelebrativi. Far sapere quali sono le proprie competenze professionali è, ovviamente, opportuno, ma la cosa che alle persone interessa di più, in fase di primo contatto, è se si è una persona in grado di costruire una relazione significativa che permetta di apprendere in una condizione di ben-essere.

Il significato che intendiamo dare a questo ben-essere si riferisce tanto alla persona quanto alle condizioni in cui si trova. La persona per poter apprendere, o vivere, significativamente un’esperienza deve stare bene con se stessa e con gli altri, non deve sentire l’oppressione del giudizio, l’impossibilità di esprimersi, un’inadeguatezza di fondo.

Questo può avvenire solamente se il contesto è permeato da una cosiddetta forma di «bene», inteso come una situazione pensata e preparata con l’intento di far vivere l’esperienza da protagonisti, rispettando personalità, competenze, dignità e valori di ogni singolo individuo. Ecco allora che una buona presentazione di chi realmente siamo, potrebbe risultare il nostro vero asso nella manica.

Le tecniche proposte, generalmente, sono inserite all’interno di progetti più articolati (ad es. un incontro di due ore) e la loro scelta e durata deve essere valutata all’interno di una visione complessiva di tutte le attività previste.

2. TECNICHE PER SINTETIZZARE LE IDEE

«Nel mio gruppo c’è confusione»; «Nel mio gruppo non c’è partecipazione»; «Nel mio gruppo faccio fatica a farmi ascoltare!»; «Nel mio gruppo nessuno vuol parlare!»;«Nel mio gruppo non stanno mai attenti!»; «Nel mio gruppo puoi sentire battere i denti!».

Ogni gruppo presenta una propria struttura comunicativa. Le brevi esclamazioni sopracitate ritraggono una serie di situazioni bloccate che contraddistinguono numerose realtà di gruppo in diversi ambiti formativi.

Che fare? L’animatore è chiamato a prendere consapevolezza del proprio ruolo, delle proprie funzioni, delle possibilità e degli strumenti a sua disposizione. In questo capitolo vogliamo condividere modalità pratiche (ma soprattutto agevolmente praticabili) in risposta a problematiche specifiche e disturbi che possono minacciare le interazioni e quindi la crescita del gruppo4.

4 La classificazione adottata per suddividere le diverse tecniche è fortemente indicativa e non deve ritenersi così rigida. Alcune tecniche potevano trovare più di una collocazione all’interno del capitolo. Ad esempio: una tecnica che

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 6

Page 8: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

L’animatore, quale che sia la situazione relazionale in cui opera, deve rinunciare una volta per tutte ad atteggiamenti di contrapposizione, squalifica e sfiducia nei confronti del gruppo e dei suoi membri.

Una volta posti sotto controllo questi atteggiamenti negativi, è necessario agire. Anche se la famosa bacchetta magica non esiste, bisogna cercare soluzioni appropriate per quelle che sono le difficoltà comunicative del gruppo.

Grazie alle tecniche di gestione del dialogo, l’animatore si ricolloca, ritrova un ruolo di coordinamento, evita di monopolizzare la comunicazione, impara ad ascoltare, trasmette fiducia, comprende che, solo grazie all’aiuto di tutti, è possibile evolvere. Le dinamiche proposte pongono il gruppo al centro e l’animatore al servizio del processo formativo. Egli valorizzerà la presenza dei singoli e la forza del gruppo, senza rinunciare al ruolo di guida che gli spetta e si esprime, comunque, nella strutturazione di un itinerario all’interno del quale collocare le dinamiche, nella conduzione degli incontri e nell’utilizzo dei risultati prodotti dalle diverse attività.

Obiettivi specifici1. Ricondurre il dialogo alle idee essenziali.2. Selezionare le informazioni fondamentali.3. Favorire la sintesi e i processi decisionali.

Quando la discussione ristagna e si rischia di non giungere mai al dunque, una manciata di minuti sono sufficienti per ricondurre il gruppo al proprio compito raccogliendo e integrando un gran numero di idee.

Cosa succede nel gruppo

A livello individuale, ognuno ricerca e seleziona le proprie idee: sceglie le più importanti; le ordina in una scala di valori; le esprime agli altri; si esercita contemporaneamente nell’ascolto dell’altro, nel difficile compito di comprendere

e integrare pensieri differenti; riconosce la relatività del proprio pensiero senza che questo perda valore.

Il gruppo si riscopre protagonista del proprio percorso. Le prospettive si allargano grazie: alla conoscenza di punti di vista differenti dal proprio; all’accettazione della presenza dell’altro e della sua diversità.

La percezione della verità si modifica, diventa più dinamica, articolata, ricca e interessante, grazie a una sorprendente circolazione di opinioni.

L’animatore, durante queste attività, si decentra nel ruolo di coordinatore. Il suo intervento risulterà essenziale per valorizzare le informazioni che emergeranno.

Esempio

Il gioco delle sette parole

Età 10+Tempo 35 minuti.

Materiale

favorisce la creatività deve forzatamente essere in grado di eliminare anche altri disturbi comunicativi, come la mancanza di ascolto.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 7

Page 9: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Carta e penna per tutti; cartellone o lavagna per la sintesi finale.

PartecipantiPreferibilmente un multiplo di otto (ma senza farne un problema!).

MovimentoGioco in quattro fasi che prevede spostamenti di sedie per il riposizionamento dei partecipanti.

Svolgimento Fase individuale

Dopo una breve introduzione sull’argomento di discussione scelto dal gruppo, l’animatore invita i presenti a scrivere su un foglietto le sette parole che ritengono più importanti in relazione all’argomento stesso. Se il tema scelto fosse, ad esempio, la felicità, un ipotetico elenco personale potrebbe suonare così:

1) soldi;2) salute;3) famiglia;4) ideali;5) viaggiare;6) un buon lavoro;7) la musica.

Le parole non devono necessariamente essere disposte in ordine d’importanza.

Fase a coppie: cinque minutiAl termine del lavoro individuale, l’animatore formerà coppie di partecipanti con il compito di

confrontare il proprio elenco di parole con quello dell’altro. Ogni coppia dovrà selezionare, attraverso il confronto e la discussione, soltanto sette parole fra quelle contenute nelle due liste individuali. I due possono accordarsi decidendo di scartare alcune parole, sintetizzare concetti simili o riformularli, a patto che entro il tempo previsto rimangano soltanto sette idee/parole comuni a entrambi.

Fase a quattro: cinque-dieci minutiA questo punto le coppie, provviste del loro elenco comune, si uniscono ad altre coppie, formando

gruppi di quattro persone, all’interno dei quali si ripeterà la selezione delle idee fino a raggiungere nuovamente un elenco di sole sette parole condivise da tutti.

Fase a otto: dieci-quindici minutiStesso lavoro con gruppi di otto.

ConclusioneUna volta terminata anche l’ultima fase, ogni gruppo ascolterà i risultati degli altri gruppi

confrontandoli col proprio. Gli elenchi finali nati dal processo possono essere riportati su cartelloni per una migliore visualizzazione. L’animatore decide come utilizzare questo materiale a sua disposizione. Le parole emerse dall’elaborazione sono la densa sintesi del pensiero di gruppo: esse possono essere ridiscusse, confrontate, ulteriormente sintetizzate, approfondite dall’animatore (anche in sedute successive), o affidate a lavori di gruppo.

3. TECNICHE PER FAVORIRE LA CONDIVISIONE E LA CREATIVITÀ

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 8

Page 10: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Obiettivi specifici Stimolare la creatività del gruppo. Condividere pensieri ed emozioni. Produrre una maggior quantità di idee.

Quando il gruppo è muto e sembra che nessuno abbia qualcosa da dire, la sfiducia comincia a far capolino nella mente dell’animatore. Ecco alcune attività per incoraggiare lo scambio di idee fra i membri del gruppo, esprimere emozioni, condividere desideri e intuizioni personali. Routine e paura del giudizio altrui sono nemici giurati della creatività. Le regole presenti in queste tecniche d’animazione valorizzano sensazioni ed esperienze di ciascuno, creano nuove associazioni mentali e stimolano la curiosità di tutti. Ecco come riappropriarci del nostro pensiero creativo!

Cosa succede nel gruppoA livello individuale ciascuno esprime, al riparo dal giudizio altrui, il proprio pensiero. L’assenza di

critiche produce un calo delle difese che solitamente impediscono ai presenti di rivelarsi agli altri e di utilizzare le proprie capacità ideative.

Il gruppo coopera al raggiungimento del medesimo fine: l’arricchimento e la contaminazione delle idee. La rinnovata capacità produttiva dimostra che «insieme è meglio». Nessuno, infatti, se preso singolarmente, potrebbe raggiungere gli stessi risultati che un gruppo consegue in così breve tempo, qualora sia messo in condizione di operare serenamente.

L’animatore assiste a un intensificarsi della partecipazione. Al termine di queste attività egli disporrà di un notevole quantitativo di informazioni da gestire per successivi incontri e spunti per rilanciare il processo formativo.

Brainstorming

Età 6+Tempo 20 minuti

MaterialeCartellone o lavagna, pennarelli.

SvolgimentoIl brainstorming5 è di certo la regina fra le tecniche d’animazione. Si tratta di un’attività d’animazione

classica, utilizzata a più livelli per la sua comprovata efficacia e sulla quale esiste una consistente letteratura. Non intendiamo addentrarci in approfondimenti che risulterebbero senz’altro estenuanti per chi ricerca in queste pagine strumenti agili ed efficaci per la discussione. Ci basti dire che l’utilizzo del brainstorming nelle scuole di ogni ordine e grado è ormai un affermato strumento didattico per favorire l’apprendimento. È una tecnica molto semplice e si basa su poche e fondamentali regole.

La prima fase richiede la creazione di una situazione che definiremo di sospensione totale di ogni giudizio. L’animatore espone l’argomento in oggetto. La formulazione del tema dev’essere assai sintetica, preferibilmente riassumibile in un termine solo (ad esempio «amore», «gioco», «comunicazione») oppure in una domanda estremamente precisa del tipo: «Come raccogliere soldi per un’adozione a distanza?».

Il titolo del brainstorming viene riportato su un cartellone o su una lavagna, in modo che rimanga comunque molto spazio intorno. Inizia così la fase centrale: chiunque può esprimere liberamente tutte le parole che affolleranno la sua mente in riferimento al titolo del brainstorming. L’animatore si incaricherà personalmente di riportare sul cartellone tutto ciò che (singole parole, espressioni brevi e concise) verrà

5 Una tecnica per tutte le occasioni. La parola brainstorming fu coniata da Osborn, l’ideatore di questo metodo, nel 1938. Letteralmente significa tempesta di idee, poiché si pone come scopo quello di utilizzare il cervello (brain) per prendere d’assalto (storm) un problema. Nata come tecnica per la risoluzione di problemi, può essere utilizzata molto bene nei gruppi, al fine di formulare e definire insieme gli obiettivi, raccogliere suggerimenti, disporre di un ventaglio di possibilità diverse, stimolare la fantasia di tutti e conoscere il pensiero del gruppo su un determinato argomento.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 9

Page 11: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

detto. In questa prima fase, tutti dovranno astenersi da qualsiasi tipo di commento positivo, negativo, verbale o non verbale nei confronto di ciò che viene scritto. L’animatore stesso si asterrà per tutto il tempo necessario (cinque-quindici minuti) da qualsiasi tipo di commento e giudizio6. Non è necessario stabilire un ordine di intervento: è sufficiente che l’animatore abbia il tempo di poter annotare tutte le parole dette. A poco a poco il cartellone si riempirà di decine e decine di parole, grazie al meccanismo della libera associazione e all’assenza di giudizio. Allo scadere del tempo fissato per questa fase iniziale, l’animatore:

può commentare le parole emerse; può formare insiemi di parole contrastanti o simili e creare gruppi di discussioni su di esse; può individuare tutte le parole che connotano positivamente o negativamente l’argomento in

discussione; può richiedere chiarimenti relativi a parole stravaganti, emerse grazie a imprevedibili

combinazioni mentali.

Si tenga presente che, quanto emerso rappresenta il sentire del gruppo e non può essere ignorato. Il brainstorming funziona come una sorta di miniera a cui attingere spunti per la discussione, da cui cogliere le numerose sfumature di un unico argomento.

Suggerimenti ed esperienzeIl brainstorming è una tecnica che può essere ripetuta di frequente. Il gruppo acquisisce

progressivamente la capacità di parteciparvi in modo produttivo.L’oggetto del brainstorming può essere addirittura individuato in una canzone, un film, un colore:

rimane importante che il tema sia ben delimitato.La selezione delle idee migliori, soprattutto quando si cercano soluzioni per un problema, deve

rispondere a quattro criteri base:a) originalità;b) realismo/realizzabilità;c) prossimità di realizzazione (effettuabile in poco tempo);d) efficacia.

4. TECNICHE PER FAVORIRE L’ASCOLTO

Obiettivi specifici Controllare i disturbi della comunicazione. Consentire un ordinato svolgimento della discussione. Favorire un ascolto attivo ed empatico.

Non è raro partecipare a interessanti discussioni che quasi subito debordano sull’onda di un’eccessiva concitazione: le voci si sovrappongono, i presenti non si ascoltano reciprocamente. L’argomento scelto in partenza rischia di passare in secondo (o terzo) piano, travolto nella ridda d’opinioni. Nel gruppo prevale un forte senso di frustrazione, per la mancanza di ascolto reciproco e l’assenza di vere interazioni. Ecco alcune attività per aggredire questi virus della comunicazione e incanalare il confronto.

Lo scopo è consentire a ogni membro del gruppo di esprimere le proprie opinioni con la garanzia di essere ascoltato. Le regole di queste attività mirano a concentrare l’attenzione di tutti sulla persona che parla; funzionano da regolatori delle interazioni, allorché si desidera avvicinare un argomento importante e

6 Ricordiamo le quattro norme fondamentali che regolano il brainstorming e consentono di attivare una vera e propria tempesta di cervelli. «La critica è esclusa»: il giudizio negativo (e positivo) sulle idee dev’essere rimandato a un secondo tempo. «La corsa in folle è bene accetta»: più audace è l’idea, meglio sarà. Lasciamo andare il gruppo a briglie sciolte, favorendo anche idee assurde o strampalate. «Si ricerca la quantità»: quanto maggiore sarà il numero di idee, tanto maggiore saranno le probabilità di trovare idee utili. «Si ricercano combinazioni e miglioramenti»: attraverso il meccanismo delle libere associazioni di parole, si cerca di migliorare le idee altrui, oltre che contribuire con le proprie.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 10

Page 12: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

delicato, la cui trattazione potrebbe essere compromessa da fattori emotivi.L’andamento della discussione sarà più ordinato e proficuo, con grande soddisfazione dell’animatore.

Cosa succede nel gruppoA livello individuale ogni partecipante compie un importante esercizio di autocontrollo, aspettando il

proprio turno nella discussione. Tutti hanno la possibilità di sperimentare le proprie capacità di ascolto attivo. Coloro che prendono la parola, superando l’iniziale imbarazzo, avranno in cambio la soddisfazione di essere ascoltati senza interruzioni: esperienza tanto rara quanto emozionante!

Il gruppo percepisce le proprie possibilità di dar vita a un confronto vero e proprio, ritrova fiducia e interesse per la discussione. Con il tempo, l’utilizzo di queste tecniche ripristina il gusto per la comunicazione e rende più fluidi e sereni gli scambi di opinione.

L’animatore è in grado di garantire a tutti il diritto di comunicare. Rispettando per primo le regole che lui stesso propone, diventa esempio e specchio per tutto il gruppo. La possibilità di inserirsi a sua volta nella discussione gli consente di svolgere le importanti funzioni che gli competono: riassumere, ricordare l’argomento della discussione, proporre spiegazioni, stimoli o provocazioni, per un pieno successo della discussione.

L’intervista reciproca

Età 12+Tempo variabile

MaterialeCarta e penna per tutti.

PartecipantiPreferibilmente non più di 20 persone.

Movimento1a fase: a coppie; 2a fase: in cerchio

SvolgimentoQuest’attività consente proprio a tutti di esprimersi e riferire con la dovuta calma il proprio pensiero.

Grazie a opportune mediazioni, viene mitigato l’impatto con il gruppo e l’ansia di doverlo affrontare direttamente. La tecnica si presta ad affrontare qualsiasi argomento di discussione, anche se nasce per favorire l’autopresentazione dei singoli a tutto il gruppo.

1a fase: a coppieI partecipanti si suddividono casualmente a coppie, oppure, meglio ancora, cercano di unirsi a

membri del gruppo che ancora non conoscono bene. L’argomento è unico per tutti e prevede che a turno ciascuno esprima il proprio pensiero all’altro.

L’animatore chiarirà che il dialogo dovrà avvenire secondo un preciso criterio: all’interno della coppia ognuno dovrà parlare per un numero di minuti (due-sei minuti a seconda dell’argomento) ben definito, mentre l’altro ascolterà quanto viene detto. Al termine del tempo prefissato i ruoli si invertiranno. È importante che tutti siano ben avvisati di questo: terminata la prima fase, ognuno avrà il compito di esporre all’intero gruppo, in modo sintetico, ma completo, il pensiero del compagno in coppia con lui: un motivo in più per ascoltarlo con attenzione e prendere appunti!

2a fase: in gruppoQuesta fase prevede che ciascuno, a turno, riferisca quanto avrà ascoltato in precedenza nella fase di

coppia. In questo modo è garantita a tutti la possibilità di far ascoltare il proprio pensiero, sia pur attraverso

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 11

Page 13: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

il filtro di un compagno di gruppo ma senza l’imbarazzo di doversi esporre in prima persona al giudizio di tutti. Si badi a non proporre la tecnica a un gruppo numeroso: la fase di restituzione si protrarrebbe in modo inopportuno.

Variante 1: intervista con scalettaUna variante è quella di fornire a ogni coppia una lista di domande precedentemente preparate

dall’animatore, in modo che lo scambio a due si trasformi in una specie di intervista, piuttosto che in un doppio monologo.

Cosa pensi di…? Ti è mai capitato di…? Cosa temi di più? Quando hai capito che...? Un’immagine per definire la tua idea di...

Variante 2: io sono teNella fase di gruppo può essere bello chiedere a tutti di parlare in prima persona, come se ciò che

stanno dicendo fosse il loro pensiero e non quello ascoltato da un altro. L’animatore abile potrà provocare chi parla a raccontare cose che non ha direttamente ascoltato dal compagno, forzandolo così a immedesimarsi ulteriormente nell’altro, per interpretare le risposte che lui avrebbe dato.

I quattro cantoni

Età 8+Tempo variabile

MaterialeCartelli da apporre ai quattro angoli della sala.

MovimentoRipetute suddivisioni in sottogruppi.

SvolgimentoQuesta dinamica favorisce una rapida conoscenza fra i partecipanti, riscalda il clima di gruppo e,

infine, fornisce materiale appropriato per approfondire una determinata tematica.L’animatore prepara quattro cartelli (ben visibili a distanza anche di qualche metro), che poi

appenderà ai quattro angoli della stanza. Essi conterranno quattro alternative inerenti a un unico argomento (ad esempio: quattro sentimenti, quattro personaggi, quattro località, quattro colori; o quattro risposte del tipo: «Assolutamente sì! Assolutamente no! Forse! Non so!»).

Su ogni foglio vi è scritta quindi, a caratteri piuttosto grandi, una sola parola, differente dalle altre, ma appartenente al medesimo insieme. Al VIA i partecipanti osservano i quattro cartelli e si dividono, radunandosi sotto quello che piace di più o nel quale si riconoscono maggiormente. All’interno di ogni sottogruppo si vengono così a trovare persone aventi gli stessi gusti e preferenze. A questo punto internamente a ogni cantone viene concesso un po’ di tempo per la discussione: facilitati dalla presenza di persone con le stesse preferenze, sarà più facile esporre, a turno, i motivi della propria scelta, i sentimenti e i pensieri suscitati dalla parola scritta sul cartello.

Nella fase finale l’animatore, invita un portavoce a riassumere (in non più di tre punti chiave) i risultati della discussione maturata all’interno del proprio sottogruppo riportandoli nel momento di confronto assembleare.

L’animatore può pensare di ripetere più volte la dinamica consecutivamente, sostituendo i cartelli a seconda di come desidera orientare la discussione nel gruppo. I gruppi si formeranno e riformeranno sempre in modo differente a ogni tornata, a seconda delle preferenze.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 12

Page 14: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Suggerimenti ed esperienzeQuesta dinamica si presta ad affrontare anche argomenti impegnativi. In ogni caso è bene iniziare con

gradualità proponendo una fase di riscaldamento. I primi argomenti hanno l’effetto di familiarizzare i presenti con la tecnica. I quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio, proporre gradualmente riflessioni più serie sulla propria identità (i cantoni allora potrebbero essere: pancia, testa, cuore, piedi) e infine addirittura sul senso della vita (lavoro, famiglia, fede, amore…).

5. TECNICHE PER LA GESTIONE DEL CONFLITTO

Obiettivi specifici Favorire una presa di posizione. Evidenziare gli orientamenti del gruppo. Favorire l’integrazione delle diverse opinioni.

Le seguenti dinamiche facilitano la gestione del conflitto principalmente grazie al semplice principio della suddivisione dei partecipanti in sottogruppi di simili, all’interno dei quali è possibile esprimersi più liberamente, superando la paura di essere criticati, forti del consenso dichiarato di almeno una parte del gruppo. Il confronto con chi la pensa diversamente non è eliminato, ma soltanto differito a un successivo momento.

Come sempre sono le paure che sterilizzano la comunicazione ma, quando ci si trova in compagnia di chi «la pensa come me», tutto diventa più agevole. Non dimentichiamo che spesso sono sempre i soliti tre o quattro a monopolizzare la discussione nel gruppo. L’animatore, che utilizza queste tecniche può conoscere il parere di tutti o quantomeno prendere atto degli orientamenti fondamentali che il gruppo ha maturato in ordine a una determinata questione. La rappresentazione simulata di una situazione conflittuale, come nel caso del role playing, ha la capacità di stimolare l’attenzione dei partecipanti e provocarli a una presa di posizione.

Cosa succede nel gruppoOgni singolo componente partecipa in modo attivo ed è facilitato nell’esprimere le proprie vedute e

la propria sensibilità. Le motivazioni di ogni scelta personale vengono arricchite durante la discussione all’interno del gruppo. Si rafforza il senso di appartenenza nella consapevolezza di non essere i soli a pensarla «così».

Nel gruppo, l’aspetto ludico dell’attività è in grado di mitigare la tensione dovuta alle divergenze di opinioni: le regole del gioco assicurano uno spazio minimo d’espressione a tutte le parti in causa. Il confronto dialettico garantito dalle dinamiche fa sì che l’apprendimento che ne deriva risulti considerevole.

L’animatore, utilizzando queste dinamiche, realizza in realtà piccoli sociogrammi di gruppo: in brevissimo tempo verifica come il gruppo si struttura in rapporto a un problema preciso e ne conosce gli orientamenti. Attività di questo tipo, realizzate all’inizio di una discussione, consentono all’animatore di capire che tipo di impatto potrebbero avere alcune sue affermazioni.

Role playing

Età 10+Tempo 30 minuti

MovimentoDisporsi preferibilmente in cerchio.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 13

Page 15: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

SvolgimentoSi tratta di un’attività classica d’animazione, che consiste in una particolare forma di simulazione7, una

drammatizzazione giocata, dove i partecipanti recitano un ruolo, all’interno di una data situazione.Solitamente vengono coinvolte in prima persona non più di due-sei persone, mentre il resto del

gruppo assiste all’azione. L’animatore descrive sinteticamente una situazione raccontando un caso emblematico che è fonte di tensione e conflitto8. In seguito vengono liberamente individuati fra i presenti coloro che rappresenteranno i protagonisti coinvolti nel caso narrato. Per meglio preparali alla discussione, essi riceveranno indicazioni (scritte oppure suggerite verbalmente) dall’animatore circa il ruolo che dovranno interpretare e anche circa la loro personalità. È questa la cosiddetta fase di riscaldamento. Le indicazioni ricevute servono per delineare in modo succinto e non ambiguo le caratteristiche principali del personaggio che dovrà essere interpretato e anche il suo atteggiamento in ordine al caso in discussione.

A questo punto l’animatore inviterà i vari protagonisti della scena a comportarsi secondo quanto da lui prescritto, dando vita così a una simulazione della realtà che può durare anche alcuni minuti. I personaggi possono essere frutto dell’immaginazione dell’animatore, oppure possono essere assegnati ruoli/stereotipo (per esempio: lo studente, il maestro, la mamma, il preside, il sindaco, l’animatore…). In questo secondo caso, occorrono minori indicazioni da parte dell’animatore. In via del tutto eccezionale possono essere scelte anche situazioni che coinvolgono persone presenti nel gruppo e al centro di conflittualità palesi e irrisolte. Si tratta di una scelta delicata che non deve comportare forzature o prestarsi a interpretazioni offensive. Sono i protagonisti stessi che devono mostrare il desiderio e la disponibilità a comprendere meglio, grazie alla simulazione, cosa sta loro succedendo.

Nel caso due partecipanti del gruppo litighino continuamente, può essere utile riprodurre il conflitto utilizzando due attori che facciano loro da specchio. Più ci si cala nella parte, più l’esercizio è efficace e rende possibile raccogliere materiale per una riflessione, utile alla crescita individuale e al miglioramento dei rapporti interpersonali.

Come condurre l’attività? Come rendere più dinamico il role playing?L’animatore ha a sua disposizione numerose alternative. Egli può interrompere la scena chiedendo un’inversione dei ruoli (nel caso gli attori siano due) oppure un commento da parte del gruppo. L’animatore può invitare al riconoscimento e alla messa in comune di situazioni simili che hanno coinvolto realmente gli spettatori oppure alla ricerca di soluzioni alternative per il conflitto in atto. Egli infine può offrire una sua personale lettura degli elementi emersi.

Variante 1: l’acquarioL’acquario è una specie di role playing in cui i ruoli non sono definiti e ognuno rappresenta

esattamente se stesso. Una volta individuati quattro-cinque volontari, si chiede loro di discutere di fronte agli altri un argomento scelto in precedenza. Il resto del gruppo osserva e ascolta senza intervenire.

È un ottimo strumento nelle mani dell’animatore per introdurre un argomento, raccogliendo spunti direttamente dai presenti. Allo stesso modo può esserne consigliabile l’utilizzo al termine di un’attività, per verificare ciò che è stato recepito e come i presenti hanno vissuto l’incontro. A discrezione dell’animatore possono essere anche introdotte nell’acquario figure stimolo surreali, quali ad esempio: il prof. De Monio e il dott. De Sanctis, che interpretano la voce del male e la voce del bene, come spesso si presentano nella coscienza di ognuno.

Variante 2: intervento del gruppo

7 I giochi di ruolo (role playing) sono uno strumento utilizzato con successo in ambito formativo-didattico. Rispetto ad altre risorse, possiedono indubbiamente alcuni vantaggi strutturali: in quanto giochi di narrazione/drammatizzazione sviluppano l’espressione, la comunicazione, l’improvvisazione, mettendo i giocatori nel ruolo di protagonisti. In quanto giochi di cooperazione stimolano l’immedesimazione, la comprensione reciproca, l’ascolto.

8 A titolo orientativo, ecco un elenco di semplici situazioni: un figlio che non vuole sottostare al divieto dei genitori, un insegnante alle prese con la reazione offensiva di un alunno, un allenatore che deve convincere un suo giocatore a non cambiare disciplina, un dipendente che vorrebbe chiedere l’aumento… Il caso sarà dettato anche dal contesto e dalle finalità della formazione proposta al gruppo.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 14

Page 16: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Un’alternativa per coinvolgere i presenti è quella di sospendere la simulazione con un perentorio STOP che paralizzi gli attori allorché possa sembrare che non abbiamo più molto da dirsi oppure si stiano avvitando su se stessi. Gli attori, immobili, cesseranno di parlare e chiunque del gruppo potrà alzarsi (naturalmente uno alla volta!) posizionarsi dietro a uno dei personaggi e prestagli il proprio pensiero e la propria voce ma soltanto per pronunciare una battuta, dopodiché ritornerà al posto lasciando spazio a eventuali repliche o integrazione fornite da altri.

Variante 3: la corridaSi tratta di una variante assai coinvolgente. L’animatore, o chi per esso, interpreta un determinato

personaggio: parlando in prima persona racconta la propria storia, per concludere con l’esposizione del caso: una difficile scelta da lui compiuta e sulla quale il gruppo è chiamato a pronunciarsi pro o contro. All’inizio dell’attività l’animatore può distribuire campanelli e altri oggetti che facciano rumore come fischietti, tamburelli ecc. Ognuno sarà chiamato a esprimersi battendo le mani, se si trova d’accordo con la scelta effettuata dal personaggio, oppure, in caso contrario facendo rumore con gli oggetti. L’animatore può decidere di intervistare successivamente i vari spettatori oppure di suddividerli in gruppi a seconda della loro scelta. Così radunati, i partecipanti potranno esporre il proprio pensiero, che verrà successivamente sintetizzato per tutto il gruppo.

6. TECNICHE PER AVVIARE LA DISCUSSIONE

Obiettivi specifici Rompere il ghiaccio. Coinvolgere e attivare gli ascoltatori. Suscitare domande.

Caratteristica principale dell’animatore è saper mettere in contatto le persone fra loro, trovare il sistema perché tutti possano esprimersi facilmente eliminando quei blocchi che impediscono lo scambio e l’arricchimento reciproco.

Esistono infatti alcune situazioni critiche che rischiano di raffreddare il clima di gruppo: iniziare una dibattito dopo aver ascoltato un discorso, formulare domande da rivolgere al relatore.

Non dimentichiamo che l’animatore è anche formatore: parla a gruppi a volte anche numerosi, relaziona, si produce in interventi di una certa durata. Anche in queste situazioni non dimentica di coinvolgere attivamente il gruppo, suscitare attenzione, provocare domande e considerazioni, in modo che il suo intervento risulti quello che amiamo chiamare una relazione partecipata, in cui il protagonismo del gruppo è comunque valorizzato. In questa sezione la componente ludica sarà ulteriormente rafforzata: grazie al gioco si abbassano quelle difese che riducono le potenzialità del nostro pensiero e le ansie che impediscono la partecipazione di alcuni vengono drasticamente contenute.

Cosa succede nel gruppoA livello individuale viene facilitata l’attenzione per quanto l’animatore va spiegando.Ogni personale atteggiamento di ascolto critico è incentivato. I partecipanti riescono facilmente a

condividere domande e opinioni.Il gruppo fornisce un feedback all’animatore attraverso nuove forme di collaborazione e si riscopre

protagonista anche laddove sovente viene confinato in un ruolo totalmente passivo.L’animatore non deve preoccuparsi di come accendere la miccia della discussione e, affidandosi

all’espressione libera e creativa di ciascuno, impara a interagire con il gruppo, partendo da ciò che ascolta. Egli, valorizzando la diversità di ciascuno, riconosce d’aver bisogno degli altri per svolgere al meglio la propria attività educativa.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 15

Page 17: CREAtiv scrl · Web viewI quattro cantoni con cui iniziare possono essere, ad esempio, gusti di gelato (cioccolato, pistacchio, limone, yogurt) e soltanto dopo questo divertente inizio,

CATECHESI E GESTIONE DEL GRUPPO

Il domino

Età 10+Tempo 15 minuti

MaterialeFoglietti e pennarelli per tutti.

PartecipantiPreferibilmente non più di 30 persone.

MovimentoDisporsi in cerchio.

SvolgimentoQuesta tecnica è assai utile per innescare una discussione a partire dalle pre-comprensioni del gruppo

sulla tematica che si intende trattare. Al centro del cerchio viene posto un foglio con su scritto un argomento. Ogni partecipante ha a disposizione qualche istante per scrivere sul proprio foglietto la parola che quell’argomento più gli suggerisce. Quando tutti hanno eseguito, l’animatore inviterà una persona del gruppo a porre il suo foglietto accanto a quello con il titolo del tema, argomentando brevemente il significato della parola individuata.

Successivamente, come nel gioco del domino, chi ha parole simili a quella posta a terra dal primo giocatore, si alzerà e accosterà il proprio foglio ad essa sempre motivando la propria scelta. Nel caso non ci siano più termini accoppiabili, si pone un foglietto su un altro lato del foglio centrale per dare inizio a una nuova serie di associazioni. In poco tempo verranno così visualizzate le caratteristiche più salienti del tema in discussione e anche gli orientamenti del gruppo stesso in relazione ad esso. L’animatore coordinerà le mosse dei diversi partecipanti in modo da evitare confusioni e sovrapposizioni: tutti devono aver modo di ponderare le scelte altrui e motivare le proprie.

CREATIV Servizi per la persona e i gruppiwww.creativformazione.it - www.creativ.it 16