corso integrato di igiene e medicina del lavoro … del lavoro. lamberti. malattie... · dermatiti...
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Inquadramento clinico
delle dermatiti allergiche
“LE MALATTIE PROFESSIONALI ASPETTI CLINICI ED ASSICURATIVI”
MALATTIE ALLERGOLOGICHE DI ORIGINE PROFESSIONALE
Prof.ssa Monica Lamberti
ANNO ACCADEMICO 2013-2014
CORSO INTEGRATO DI IGIENE E
MEDICINA DEL LAVORO
Lezioni di Medicina del Lavoro
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DEFINIZIONE
“Le dermatosi professionali sono
quelle patologie cutanee la cui causa
può essere imputata completamente
o in parte alle condizioni in cui il
lavoro viene svolto”
(Gougerot)
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La Dermatite da Contatto è professionale, quando legata ad eventi prevedibili e pertanto non fortuiti e connessi con l’attività lavorativa, la quale è causa preminente, e cioè insostituibile, anche se non sicura.
DERMATITE DA CONTATTO Scaricato da www.sunhope.it
NUMERI DELLE DERMATITI DA CONTATTO PROFESSIONALI
•Presente in 2,5 / 3,8 lavoratori ogni 10.000
•Da 220 milioni a 1 miliardo di dollari all’anno in USA
•Il 29-72% dei lavoratori con DP perde il lavoro a causa
dei problemi cutanei
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EPIDEMIOLOGIA IN EUROPA
• Europa circa il 20% della popolazione generale è affetta da allergie da contatto ad almeno un allergene (nichel, lattice, profumi etc)
• L’incidenza annuale delle DC professionali varia tra 11 e 86 casi ogni 100.000 lavoratori
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L'incidenza è probabilmente sottostimata
• Sistemi di notifica differiscono tra i paesi, così come i criteri di risarcimento.
• Sotto-segnalazione e dalla non registrazione dei casi più lievi di malattie cutanee
EPIDEMIOLOGIA IN EUROPA Scaricato da www.sunhope.it
EPIDEMIOLOGIA
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
MASCHIFEMMINE
MASCHIFEMMINE
20072007
20082008
FRIULI
UMBRIA
AOSTA
SICILIA
PUGLIA
LOMBARDIA
LAZIO
LIGURIA
CAMPANIA
Quinto Rapporto Mal.prof. Le Malattie Professionali registrate dai Servizi di Prevenzione
MALATTIE DELLA PELLE DENUNCIATE
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Dermatiti da agenti chimici
1. da contatto irritante DIC
2. da allergia da contatto DAC
3. orticaria da contatto
Dermatiti da agenti fisici
1. irritative traumo lacerative
2. irritative vasomotorie
3. fotodermiti tossiche e allergiche
4. radiodermiti
5. granulomi da contatto
Dermatiti da contatto da agenti biologici
Batteri, virus , parassiti e di origine mista
DEFINIZIONI DERMATOLOGICHE La dermatite da contatto è un’affezione infiammatoria cutanea superficiale ad evoluzione acuta, subacuta o cronico-recidivante che insorge per esposizione a cause esogene di natura chimica, fisica o biotica.
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DERMATITI DA AGENTI CHIMICI Scaricato da www.sunhope.it
DERMATITE DA CONTATTO IRRITANTE (DIC)
• lesioni in genere limitate
all’area del contatto diretto con l’agente causale
• quadro clinico generalmente di tipo monomorfo
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DERMATITE DA CONTATTO IRRITANTE (DIC)
Sinonimi
Dermatite detritiva, eczema non allergico
Le sostanze chimiche possono agire mediante azione tossica o caustica con conseguente alterazione:
•- del film cutaneo protettivo
•- delle strutture epidermiche
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• Può insorgere acutamente (DIC acuta) o perdurare per lungo tempo (DIC cronica)
• La DIC solitamente è caratterizzata da lesioni nettamente delimitate al contatto irritante e, in genere, appare in tutte le sedi interessate nella stessa forma evolutiva
• Gli aspetti clinici più comuni sono: Eritematoso-vescicoloso Desquamativo-eczematiforme Eritemato-ipercheratosico nelle forme croniche
Per stimoli forti e concentrati si possono osservare forme vescicolo bollose (“burns”), abrase, talora erose.
DERMATITE DA CONTATTO IRRITANTE (DIC) Scaricato da www.sunhope.it
Diagnosi differenziale fra DIC acuta di tipo eritemato-vescicolare
e DAC acuta
DIC DAC
Polimorfismo eruttivo Metacrono Sincrono
Aree interessate Ben delimitate Oltre la sede di stretto contatto
Tendenza alla diffusione No Si
Segni soggettivi Bruciore Prurito
Recidive Lente Rapide
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La forma più comune di DIC cronica è caratterizzata da secchezza e fissurazioni
(eczema secco)
La diagnosi differenziale con la DAC cronica si effettua con il patch test
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DERMATITE DA CONTATTO IRRITANTE (DIC)
Esempi
• acido cromico (ulcere a margini netti)
• calce (causticazioni “cement burns”)
• acido ossalico
• idrocarburi policiclici aromatici e farmaci
psoralenici (fotodermatiti tossiche)
• cloruro di sodio (ulcere)
• acido fluoridrico (dolore dopo molte ore dal contatto)
• detergenti (sodio-laurilsolfato: xerosi e ragadi)
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La presentazione dell'antigene rappresenta l'evento fondamentale delle reazioni di ipersensibilità ritardata (Tipo IV) Le cellule di Langerhans formano a livello epidermico un'estesa rete che cattura e processa gli antigeni applicati direttamente sulla cute .
DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO (DAC)
La dermatite allergica da contatto è una comune patologia
cutanea universalmente riconosciuta come una forma da
ipersensibilità ritardata.
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EZIOPATOGENESI DELLA DAC
Fattori predisponenti: • cute sottile • alterazioni del film idrolipidico • traumatismi locali • detergenti aggressivi • frequente contatto con sostanze allergizzanti • utilizzo di sostanze irritanti • ripetuto lavaggio delle mani • capacità allergizzante della sostanza • atopia di base • DIC
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DAC AEROTRASMESSA
Gli allergeni rilasciati nell’aria giungono alla cute scoperta
• vapori (formaldeide, trementina) • gas (iprite) • fumi (fumi di saldatura, piante in
combustione) • goccioline (spray, insetticidi,
profumi, resine) • particelle solide (fibre di vetro,
cemento, polveri di legni esotici)
•viso (soprattutto palpebre superiori) •collo e décolleté •mani e polsi •avambraccia (gambe)
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• La sede iniziale della lesione è quella di contatto con la sostanza • In seguito possono insorgere lesioni secondarie in altre sedi, indipendentemente dal contatto (mano ⇒ avambraccio ⇒ viso).
DAC DA CONTATTO DIRETTO CON SOLIDI O LIQUIDI
ESEMPI DI DAC DA GUANTI IN LATTICE
ESEMPI DI DAC DA MASCHERA CHIRURGIA
IPPD N-isopropil N-fenil 4-fenilendiammina
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Fase acuta essudativa
Comparsa sulla pelle di eritema edema vescicole essudazione e formazione di croste per il grattamento o per la rottura del tetto della vescicola croste giallognole se sovrainfezione batterica
Fase acuta non essudativa
Pelle secca con comparsa di pelle infiltrata, lichenificata con superficie finemente desquamante
Fase di stato
alternarsi di forma essudativa e non essudativa : poussés subentranti – regressioni, ricadute .
FASE ACUTA Scaricato da www.sunhope.it
DAC ACUTA DA CROMO NEI CONCIATORI
Microvescicole essudative con iperemia ed edema
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•Comparsa in sede delle lesioni di cute secca con aspetti eritemato-desquamativi
•Possono essere presenti croste da grattamento
•Prurito più o meno presente.
•Evoluzione verso la forma lichenificata.
DAC cronica da nichel
FASE CRONICA Scaricato da www.sunhope.it
Lichenificazione con accentuazione dei dermatogrifi
EVOLUZIONE DAC CRONICA
Chiazze con cute ispessita a bordi netti con superficie discretamente desquamante Possono essere sormontate da lesioni da grattamento
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Principali agenti occupazionali causa di DIC
• Acidi
• Alcali
• Sostanze riducenti e ossidanti
• Solventi
• Olii lubrificanti
• Detergenti
• Ossidanti
Principali allergeni occupazionali causa di DAC
• Metalli (cromo cobalto nichel)
• Gomme e loro additivi
• Resine (epossidica formaldeidica )
• Metacrilati
• Formaldeide
• Essenze mix Vernici
• Pesticidi
AGENTI ALLERGIZZANTI OCCUPAZIONALI Scaricato da www.sunhope.it
ORTICARIA DA CONTATTO (OC)
Lesioni pomfoidi localizzate o generalizzate a rapida insorgenza e di breve durata che compaiono dopo contatto con specifiche sostanze possono associarsi sintomi a carico delle mucose respiratorie o gastrointestinali
Classificazione patogenetica
• OC immunologica
• OC non immunologica
• OC indefinita
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ORTICARIA DA CONTATTO
• reazione IgE mediata (I tipo) • si manifesta dopo pochi minuti dal contatto con l’antigene • presuppone un precedente contatto con l’allergene (la sensibilizzazione può avvenire attraverso la cute o le mucose ad esempio respiratorie)
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ORTICARIA DA CONTATTO
Agenti eziologici 1. sostanze organiche (derivati animali e vegetali, proteine del
lattice…) 2. sostanze chimiche a basso peso molecolare (anidridi acide
organiche, resina epossidica, difenilmetano 4-4 diisocianato MDI, persolfati…)
Cause professionali • resine: acriliche, epossidiche, formaldeidiche, lattice • metalli: nichel, platino • cosmetici: profumi, lacche per capelli • farmaci: acido acetilsalicilico, antibiotici • alimenti: pesci, vegetali • legno: teak • lattice
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Reazione dovuta alla capacità irritante, orticariante di alcune sostanze, confinata normalmente nella sede del contatto Cause professionali •balsamo del Perù •benzocaina •acido acetico •sostanze chimiche emesse da piante ed animali
ORTICARIA DA CONTATTO NON IMMUNOLOGICA
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ORTICARIA DA CONTATTO INDEFINITA
Non chiara eziologia Es. Orticaria da Ammonio persolfato sostanza usata per la “TINTURA" dei capelli
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A quale medico spetta la diagnosi di dermopatia professionale?
dermatologo competenza specialistica per la diagnosi clinica
medico del lavoro conoscenza dell’attività lavorativa e dei rischi indispensabile per la diagnosi eziologica
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Test in vivo utilizzati
Tipo di patologia Test in vivo
DAC Patch test Fotopatch test Open test Test d’uso
DIC Patch test Fotopatch test
ORTICARIA DA CONTATTO
Prick test Test d’uso Test di indossamento RAST
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L’interpretazione di tali indagini diagnostiche
in campo occupazionale è di notevole impegno
devono essere effettuate presso centri in possesso di specifiche competenze
nel campo della dermatologia allergologica professionale
l’ideale è rappresentato da strutture di 2° livello dove sia attiva una collaborazione tra specialisti di Medicina del Lavoro e di Dermatologia esperti in
campo allergologico
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PATCH TEST cardine della diagnostica delle
dermatiti da contatto allergiche
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• Possono essere applicati diversi apteni contemporaneamente • Generalmente si inizia con una serie standard (26 apteni) (gruppo di sostanze allergizzanti di
più comune riscontro)
PATCH TEST Scaricato da www.sunhope.it
PATCH TEST
• Si può proseguire con serie professionali o indagini
specifiche con componenti dei prodotti in uso: METALLI,
GOMMA, COLORANTI, DISINFETTANTI,ANTIMICOTICI, METALMECCANICI,
RESINE, PARRUCCHIERI, ODONTOIATRI, PROTESI,TESSILI, CASALINGHE,
CALZATURE.
• Possibilità di testare sostanze utilizzate in ambiente
lavorativo portati dal lavoratore stesso attraverso la
preparazione di patch test ad hoc.
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Fenomeno della “allergia ai composti” (compound allergy)
Alcuni materiali possono essere saggiati come tali (cerotti, carta carbone o autocopiante, gomma e
plastica, cuoio, tessuti, profumi, lozioni, cosmetici)
un composto provoca reazione positiva mentre i singoli costituenti a concentrazioni ottimali per il
patch test danno reazioni negative
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• Lettura della reazione dopo 48-72 ore • Test POSITIVO: si riproduce la lesione Eczematosa • Test NEGATIVO: cute integra
PATCH TEST Scaricato da www.sunhope.it
Reazione +++ (Fortissima)
Presenza di infiammazione estesa con ulcerazione
o reazione bollosa. Antigene molto rilevante.
Reazione ++ (Forte)
Marcato arrossamento eritematoso della cute.
Antigene nettamente significativo
Reazione + (Media)
Arrossamento identificabile della cute. Antigene
positivo e reattivo
Reazione (Lieve)
Arrossamento poco percettibile o incerto. Antigene
dubbio e non confermato
Ulcerazione chimica
Artefatto legato ad una azione tossica e caustica
del materiale test. Non reazione immune.
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DAC DCI Comparsa reazione Dopo 24-72 ore Dopo poche ore
Evoluzione
Aumenta dopo la rimozione
dell’apparato testante
Regredisce dopo l’allontanamento
dell’apparato testante
Sintomatologia Prurito Tensione e bruciore
Riacutizzazione specifica delle
lesioni
Si
No
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FALSE NEGATIVITA’ FALSE POSITIVITA’
• Antistaminici (cinnarizina) • Sodio cromoglicato • Condizioni di
immunosoppressione • Eczema atopico in fase attiva • Eccessiva diluizione • Occlusione non corretta • Cute abbronzata, esposizione
UV • Corticosteroidi topici o
sistemici • Immunosoppressori
• Concentrazioni elevate • Patologie in fase acuta o
presenza di lesioni eczematose vicino alla sede di applicazione
del patch angry back: (iperirritabilità cutanea)
. Test in contemporanea con sostanze ad attività crociata
FALSE NEGATIVITÀ E FALSE POSITIVITÀ DURANTE L’ESECUZIONE DEI PATCH TEST
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• Patologia cutanea e/o generalizzata • Impossibilità di sospensione di terapie in atto • Gravidanza (non evidenze) • Periodo estivo (per il clima che comporta sudorazione
eccessiva)
CONTROINDICAZIONI ALL’ESECUZIONE DEL TEST
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EFFETTI INDESIDERATI DA PATCH TEST
• Sensibilizzazione attiva • Excited skin syndrome • Reazione da sostanze irritanti • Riacutizzazione della dermatite • Estensione della dermatite • Fenomeno di Koebner • Cicatrici e cheloidi • Alterazioni pigmentarie • Persistenza di reazioni positive • Reazioni a cerotti o apparato testante • Complicanze infettive
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FOTOPATCH TEST
Modificazione dei classici patch test
allo scopo di diagnosticare una
fotodermatite allergica da contatto
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OPEN TEST
Prevede l’apposizione di sostanze da testare sulla cute senza occlusione
Impiegato per la diagnosi della
DAC (per sostanze a possibile azione irritante)
orticaria da contatto
dermatite da contatto con proteine
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TEST D’USO
Riproducono la situazione di normale uso di un prodotto
ROAT (Repeated Open Application Test)
Handling test
Rubbing test
Test di arresto-ripresa
Test del doppio guanto
Limiti: non chiariscono il meccanismo patogenetico
(irritazione o allergia da contatto)
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TECNICHE NON INVASIVE
Finalizzate alla valutazione di alcuni parametri fisiopatologici cutanei
• TEWL
• Corneometria
• Colorimetria
• Ultrasonografia e analisi d’immagine
• Valutazione del microcircolo
Utili solo a scopo di ricerca
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PRICK TEST
Elevata efficienza e accuratezza, ridotto rischio di effetti collaterali, scarsa invasività,
costo modesto
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RAST
Rast Test - acronimo di RadioAllergoSorbent test con cui si ricerca e si dosano le IgE specifiche nei confronti degli allergeni sospettati
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A
E
C
B
D
F
0
15
30
45
60
75
90
6h 24h 3 days 6 days
% c
ell
death
Ctrl
10-6
10-5
10-4
10-3
10-2
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Identificazione degli agenti di rischio (schede di sicurezza)
Identificazione delle fonti allergizzanti in fase di sopralluogo
Misure di prevenzione collettiva ambientali e
misure personali
Utilizzo di DPI adeguati
Informazione e formazione
MODELLO DI GESTIONE DEL LAVORATORE CON DERMATITE ALLERGICA PER IL
MEDICO COMPETENTE
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Necessarie informazioni dettagliate sulla composizione dei prodotti/sostanze
utilizzate dai lavoratori
Le schede tossicologiche sono generalmente carenti soprattutto quando si tratta di
miscele
Identificazione degli agenti di rischio
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• H310 – Letale per contatto con la pelle
• H311 – Tossico per contatto con la pelle
• H312 – Nocivo per contatto con la pelle
• H313 – Può essere nocivo per contatto con la pelle
• H314 – Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari
• H315 – Provoca irritazione cutanea
• H316 – Provoca una lieve irritazione cutanea
• H317 – Può provocare una reazione allergica cutanea
Classificazione ed etichettatura dei
composti sensibilizzanti cutanei
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Per le preparazioni (miscele di sostanze) la classificazione viene fatta utilizzando le informazioni sul rischio allergologico dei
singoli componenti
se il prodotto contiene ≥ 1 % (default value) di almeno una sostanza sensibilizzante la
preparazione viene classificata come sensibilizzante
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Se la concentrazione dell’agente sensibilizzante è compresa tra 0,1 e 1 % la
preparazione non è classificata come sensibilizzante ma avrà riportata
sull’etichetta la frase
“Contiene (nome della sostanza). Può produrre una reazione allergica “…non
ci sono chiarimenti sul debole o forte
potere sensibilizzante
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Valutazione dell’esposizione
Informazioni dal sopralluogo
• Frequenza e la durata dei contatti cutanei con le sostanze allergizzanti e/o irritanti (Es per il lattice di stratificazione del rischio num di guanti/die, ore/die di impiego Pace et al, 2003)
• Verificarsi episodico di situazioni ambientali abnormi
• Wet works
• Presenza di altri fattori di rischio dermatologico eventualmente presenti nel luogo di lavoro (microclima, UV, microtraumatismi, fattori biologici)
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Misure di prevenzione collettiva ambientale
Misure di prevenzione personale
Etichettatura dei prodotti Utilizzare detergenti sintetici ( Syndests ) perché più efficaci e meno alcalinizzanti
facile accesso ad una banca dati Assolutamente sconsigliabili i saponi senz’acqua perché più irritanti. Preferire se possibile tensioattivi non ionici ed anfoteri a quelli anionici
Uso di materiali o prodotti alternativi Utilizzare detergenti a Ph vicino a quello fisiologico (5-6)
Cicli chiusi, automazione, robotizzazione Devono essere scoraggiati i lavaggi eccessivamente frequenti
Ventilazione dell’ambiente ed aspirazione forzata
Si deve incoraggiare l’uso di creme emollienti alla fine del turno
Pulizia del posto di lavoro e controllo della temperatura e dell’umidità
Ridurre al minimo il tempo e la dose di esposizione. Educazione all’idratazione continua.
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• Consegna, stoccaggio, pesatura delle materie prime
• Aggiunta manuale di reattivi e periodici prelievi per i controlli
• Inquinamento ambientale per fuoriuscita di fumi, vapori, liquidi,
polveri dai cicli chiusi
• Pulizia di attrezzi e piani di lavoro
• Controlli finali di prodotto
• Recupero di materie di scarto
• Utilizzazione di oli emulsionabili
Possibili rischi nelle lavorazioni a ciclo chiuso
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Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Per quanto concerne i dispositivi tipo guanti, maschere, boccagli, occhiali generalmente fabbricati in gomma o in plastica, in caso di DC professionale, la scelta deve cadere ovviamente su materiali alternativi: Ipoallergenici Economici Ergonomici Sicuri ed efficaci.
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MATERIALE dei DPI
EFFICACIA PROTETTIVA LIMITI
VINILE Protegge le mani dai detergenti e dai prodotti debolmente tossici,.Ottimo sostituto in caso di ipersensibilità al lattice.
Monouso, non protegge dai solventi e dagli acidi e contro trazioni e frizioni forti
NITRILE Resistente a strappi e tinture. Ottimo sostituo in caso di ipersensibilità al lattice.
Non protegge verso alcuni solventi ed acidi e contro freddo intenso
COTONE IMPREGNATO DI NITRILE
Adatto per cemento umido. Permette una modesta traspirazione e protegge contro leggere abrasioni
Non eccessivamente resistente, non protegge da tagli profondi e da freddo intenso.
NEOPRENE, BUTILE Protegge contro numerosi prodotti chimici, abrasione e spigoli taglienti
Non idoneo a lavori che richiedono fini manovre
LATTICE Adatto in ambito sanitario in quanto funge da barriera biologica
Potere sensibilizzante
GOMMA È un guanto in lattice spesso che protegge contro l’acqua ed i detergenti
Non protegge contro solventi ed acidi. Potere sensibilizzante dovuto al lattice
KEVLAR Utile per la manipolazione di spigoli taglienti(es. lavori di macelleria)
Non protegge dal freddo intenso
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CREME BARRIERA
• Sono speciali creme che, spalmate sulla mano, formano una sottile pellicola protettiva, che difende la cute dal contatto con sostanze aggressive. - IDROREPELLENTI - OLEOPROTETTIVE
• Per svolgere la loro azione protettiva, le creme barriera devono essere applicate frequentemente e in adeguata quantità.
• Non possono essere utilizzate genericamente in sostituzione dei guanti, specie per lavori pesanti e nel caso di contatto con soluzioni concentrate di sostanze aggressive.
• L’uso di creme barriera da parte degli utilizzatori di guanti in lattice è da evitare, in quanto le creme barriera possono favorire l’estrazione e l’assorbimento delle proteine del lattice.
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FORMAZIONE E INFORMAZIONE
PERIODICITÀ ANNUALE
a patto che venga instaurata una adeguata informazione dei lavoratori da parte del Medico Competente, in merito ai segni precoci di malattia, in presenza dei quali essi dovranno essere istruiti a richiedere una sollecita visita medica a richiesta del lavoratore (art.41 c.2 lett. C D.Lgs 81/08), anticipando gli interventi sanitari programmati in base al protocollo di sorveglianza sanitaria standard.
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SORVEGLIANZA SANITARIA-VISITA PREVENTIVA (proposte di gestione per il medico competente)
Screening delle eventuali condizioni di
ipersuscettibilità individuale (questionario, approfondita anamnesi personale , lavorativa e familiare)
per i lavoratori che vengano adibiti a mansioni che comportino l’esposizione a composti
irritanti/allergizzanti cutanei
Visita Dermatologica
in caso di presenza di patologie cutanee la cui diagnosi non sia stata definita con precisione
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SORVEGLIANZA SANITARIA-VISITA PERIODICA (proposte di gestione per il medico competente)
Comparsa di fattori di suscettibilità Impossibilità di predire con sicurezza l’entità del rischio
collegato nei confronti dello sviluppo di una dermatite allergica da contatto professionale
sorveglianza sanitaria particolarmente frequente
(ogni 3 mesi nel primo anno e ogni 6 durante il secondo)
prescrizioni adeguate piuttosto che su immediati giudizi di inidoneità, con possibili ricadute negative sulle qualificazione professionale.
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• Impossibilità di una efficace prevenzione mediante DPI
• Difficoltà di un effettivo contenimento dell’aerodispersione delle sostanze a livelli “sicuri” per soggetti sensibilizzati
(a maggior ragione se con manifestazioni cliniche già instaurate)
Allontanamento del lavoratore
dalla mansione a rischio
Dermatite da contatto aerotrasmessa
SORVEGLIANZA SANITARIA-VISITA PERIODICA (proposte di gestione per il medico competente)
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Valutazione del rischio
Controllo del rischio
Educazione sanitaria
Igiene
Protezioni personali
Sorveglianza sanitaria
Percorso per un intervento preventivo nei confronti delle DC
Misure
tecnologiche
Datori di lavoro
Personale
Guanti
Patologia cutanea
preesistente
Sostituzione sostanze
a rischio
Lavoratori
Ambientale
Crema barriera
Fattori predisponenti
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MODELLO DI GESTIONE DELLE DERMOPATIE (suggerimenti al medico competente )
• Nella gestione dei casi di DC il medico competente deve evitare le recidive, favorendo il più possibile il reinserimento del lavoratore alla sua precedente mansione
• La decisione di un cambio di mansione è una scelta da fare solo quando si ha la certezza della inefficacia di misure prevenzionistiche individuali nonché del fallimento di tutte le misure di prevenzione ambientali per il contenimento del rischio.
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